FOLGORI FUTURISTE A FERRARA DAGLI ANNI VENTI
ALLO SCOPPIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. TATO, MARINETTI E IL GRUPPO FUTURISTA SAVARÈ TRA RIVISTE E AEROPITTURA
RAFFAELLA PICELLO
La seguente ricerca suggerisce alcune riflessioni utili a colmare il vuoto storiografico che, dagli anni Dieci ai Trenta del secolo trascorso, interessa la produzione artistica di un territorio, quello ferrarese, da cui presero le mosse artisti come Bonzagni, Funi, Adriana Bisi Fabbri, fortemente legati all’avanguardia futurista sin dal suo esordio. La fortuna di tali artisti è stata sfavorita, in misura non trascurabile, dalla damnatio memoriae che, in area emiliana così come altrove nella penisola, ha investito l’intero panorama culturale e artistico configuratosi in seno o in parallelo al regime fascista. Durante il ventennio la città di Ferrara, in special modo, lega il proprio nome alla figura di Italo Balbo e alla compagine di intellettuali facente capo alla redazione del «Corriere Padano»,