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Horti Hesperidum Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica Rivista telematica semestrale

STUDI SUL DISEGNO ITALIANO TRA CONNOISSEURSHIP E COLLEZIONISMO a cura di FRANCESCO GRISOLIA

Roma 2014, fascicolo II

UniversItalia


Il presente tomo riproduce il fascicolo II dell’anno 2014 della rivista telematica Horti Hesperidum. Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica. Cura redazionale: Michela Gentile, Marisa Iacopino, Marta Minotti, Giulia Morelli, Jessica Pamela Moi, Gaia Raccosta, Deborah Stefanelli, Laura Vinciguerra.

Direttore responsabile: CARMELO OCCHIPINTI Comitato scientifico: Barbara Agosti, Maria Beltramini, Claudio Castelletti, Valeria E. Genovese, Francesco Grisolia, Ingo Herklotz, Patrick Michel, Marco Mozzo, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Ilaria Sforza Autorizzazione del tribunale di Roma n. 315/2010 del 14 luglio 2010 Sito internet: www.horti-hesperidum.com

La rivista è pubblicata sotto il patrocinio e con il contributo di

Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio Serie monografica: ISSN 2239-4133 Rivista Telematica: ISSN 2239-4141 Prima della pubblicazione gli articoli presentati a Horti Hesperidum sono sottoposti in forma anonima alla valutazione dei membri del comitato scientifico e di referee selezionati in base alla competenza sui temi trattati. Gli autori restano a disposizione degli aventi diritto per le fonti iconografiche non individuate.

PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA © Copyright 2014 - UniversItalia – Roma ISBN 978-88-6507-741-2 A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilm, registrazioni o altro.

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INDICE

FRANCESCO GRISOLIA, Presentazione

5

FURIO RINALDI, Bernardino Luini «Mediolanensis», Aurelio Luini e Giovanni Paolo Lomazzo: disegni firmati tra autografia e documento

9

LAURENCE ARMANDO, Un dessin inédit, autour de Rosso, Primatice et Thiry: Un homme nu (Apollon?) à demi-assis sur un char

59

CRISTIANA GAROFALO, La Cena in casa del Fariseo tra Lodovico Cigoli e Francesco Curradi: su un bozzetto della collezione Feroni

73

VIVIANA FARINA, Addenda al catalogo dei disegni di Aniello Falcone

93

Horti Hesperidum, IV, 2014, 2

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DARIO BECCARINI, Una nota su Domenico Antonio Vaccaro

121

ISABELLA ROSSI, Sulle tracce dell’ «immenso studio» di Pietro Stefanoni. Entità e dispersione

141

LUISA BERRETTI, Anticipazioni dal fondo di disegni e stampe del Museo Civico di Pescia

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CARLOTTA SYLOS CALÒ, Al di là del visibile: il disegno italiano tra il 1968 e il 1972

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ABSTRACTS

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Horti Hesperidum Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica Rivista telematica semestrale

STUDI SUL DISEGNO ITALIANO TRA CONNOISSEURSHIP E COLLEZIONISMO a cura di FRANCESCO GRISOLIA

Roma 2014, fascicolo II

UniversItalia


Il presente tomo riproduce il fascicolo II dell’anno 2014 della rivista telematica Horti Hesperidum. Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica. Cura redazionale: Michela Gentile, Marisa Iacopino, Marta Minotti, Giulia Morelli, Jessica Pamela Moi, Gaia Raccosta, Deborah Stefanelli, Laura Vinciguerra.

Direttore responsabile: CARMELO OCCHIPINTI Comitato scientifico: Barbara Agosti, Maria Beltramini, Claudio Castelletti, Valeria E. Genovese, Francesco Grisolia, Ingo Herklotz, Patrick Michel, Marco Mozzo, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Ilaria Sforza Autorizzazione del tribunale di Roma n. 315/2010 del 14 luglio 2010 Sito internet: www.horti-hesperidum.com

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Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio Serie monografica: ISSN 2239-4133 Rivista Telematica: ISSN 2239-4141 Prima della pubblicazione gli articoli presentati a Horti Hesperidum sono sottoposti in forma anonima alla valutazione dei membri del comitato scientifico e di referee selezionati in base alla competenza sui temi trattati. Gli autori restano a disposizione degli aventi diritto per le fonti iconografiche non individuate.

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INDICE

FRANCESCO GRISOLIA, Presentazione

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FURIO RINALDI, Bernardino Luini «Mediolanensis», Aurelio Luini e Giovanni Paolo Lomazzo: disegni firmati tra autografia e documento

9

LAURENCE ARMANDO, Un dessin inédit, autour de Rosso, Primatice et Thiry: Un homme nu (Apollon?) à demi-assis sur un char

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CRISTIANA GAROFALO, La Cena in casa del Fariseo tra Lodovico Cigoli eFrancesco Curradi: su un bozzetto della collezione Feroni

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VIVIANA FARINA, Addenda al catalogo dei disegni di Aniello Falcone

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DARIO BECCARINI, Una nota su Domenico Antonio Vaccaro

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ISABELLA ROSSI, Sulle tracce dell’ «immenso studio» di Pietro Stefanoni. Entità e dispersione

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LUISA BERRETTI, Anticipazioni dal fondo di disegni e stampe del Museo Civico di Pescia

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CARLOTTA SYLOS CALÒ, Al di là del visibile: il disegno italiano tra il 1968 e il 1972

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ABSTRACTS

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ANTICIPAZIONI DAL FONDO DI DISEGNI E STAMPE DEL MUSEO CIVICO DI PESCIA

LUISA BERRETTI

A Pescia (Pistoia) nel bel palazzo settecentesco che fu della nobile famiglia Galeotti è ospitato, sin dal 1894, il Museo Civico1. Da circa dieci anni chiuso per ristrutturazione e rinnovamento dei locali, si auspica che presto torni ad essere fruibile dalla cittadinanza, dai curiosi e dai turisti di passaggio in Valdinevole, area ricca di monumenti artistici. Il museo fu istituito per custodire opere rinvenute nel territorio pesciatino e sin dagli inizi del secolo scorso le sue raccolte vennero arricchite da depositi disposti dalla Soprintendenza fiorentina, da lasciti e donazioni di cittadini, da persone legate alla città, avvenuti sino alla fine del Novecento2. Dipinti, sculture, frammenti archeologici, maioliche, disegni e stampe, armi e Un sentito grazie a coloro che gentilmente mi hanno dato consigli e agevolato nel condurre questa ricerca: Mario Epifani, Francesco Grisolia, Catherine Loisel, Giorgio Marini, Maria Cristina Masdea, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Chiara Razzolini, Claudio Stefanelli. 1 Si consulti GUIDA 1968 che descrive sinteticamente le collezioni del museo. 2 Si veda sull’argomento: BINI 2003 e SPLENDORI E MISERIE 2003.


L. BERRETTI

cimeli garibaldini, altri oggetti d’arte e memorie del luogo concorrono a creare una raccolta museale che racchiude in sé la storia e la cultura di un piccolo ma agiato centro, grazie alle sue attività produttive più fiorenti, la carta e l’ortifloricoltura, che sin dal Medioevo ha rappresentato il cuore pulsante della Valdinievole3. Tra le collezioni del museo, il fondo di disegni e stampe antichi e moderni risulta ancora in gran parte inesplorato, benché molto interessante e meritevole d’indagine4. Con questo contributo si intendono presentare i risultati di uno studio preliminare intrapreso in vista del futuro riallestimento del museo, grazie al quale è stato possibile individuare i nuclei significativi della raccolta e tracciare le basi per una indagine più capillare che in ogni caso sarà necessario affrontare5. Per ulteriori approfondimenti sulla storia di Pescia, i suoi monumenti e i suoi tesori d’arte, si vedano i recenti e validi studi: PESCIA 2001, PESCIA E LA VALDINIEVOLE 2006 e PESCIA 2006. 4 P.G. Tordella, in PETRIOLI TOFANI, SCIOLLA, PROSPERI VALENTI RODINÒ 1994, II, pp. 62-63, rende nota agli studi una parte del materiale grafico del museo pesciatino. Si aggiunge inoltre che le campagne di catalogazione dei disegni e delle stampe di proprietà comunale conservate presso il museo sono state promosse e coordinate dall’Ufficio Catalogo della (allora denominata) Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle provincie di Firenze, Pistoia e Prato e affidate a schedatori esterni. Gran parte della catalogazione del materiale si è svolta negli anni: 1978, 1983, 1990-1991, 1993-1996 ed è consultabile presso l’Ufficio Catalogo dell’attuale ExSoprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, e tramite il sito web della stesso ente. 5 Lo studio è stato intrapreso da chi scrive per le esigenze del “Progetto preliminare di allestimento museale di Palazzo Galeotti a Pescia”, la cui responsabile è stata la professoressa Fauzia Farneti, afferente al Dipartimento di Costruzioni e Restauro della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e coadiuvata dal professor Luigi Zangheri. L’incarico per lo “Studio della collezione di disegni e stampe (un nucleo complesso di opere di varia provenienza ed età). Identificazione di nuclei significativi di opere in relazione ai singoli autori e a specifiche tecniche” è stato svolto da chi scrive tra gennaio e aprile del 2013. 3

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DISEGNI E STAMPE DEL MUSEO CIVICO DI PESCIA

Si delinea di seguito la composizione della raccolta nei suoi nuclei costituenti. Si fornisce inoltre una breve anteprima del nucleo formato dai volumi di disegni e stampe appartenuti ad Alberico Carlini da Vellano (Pescia, 1703-1775)6, frate pittore pesciatino, che nel corso della sua vita raccolse disegni, altrui e di sua mano, e stampe per utilità di studio. Una simile testimonianza, nella sua rarità, sebbene sia relativa ad un artista considerato minore, assume oggi una valenza straordinaria per comprendere meglio la prassi preliminare alla pratica pittorica in uso nei decenni centrali del XVIII secolo in ambito centroitaliano. Nuclei costituenti la raccolta Disegni e stampe, sciolti e in volumi, sono giunti al museo sin dalla sua fondazione e da acquisizioni, che hanno avuto luogo nell’ultimo ventennio del secolo scorso. Un inventario manoscritto elenca in tre volumi le opere d’arte su carta, eseguite in più tecniche, appartenenti al museo e risulta uno strumento indispensabile per individuarne provenienza e data d’ingresso7. Un considerevole numero di queste è pervenuto al museo dalla Biblioteca Comunale “Carlo Magnani” di Pescia8. L’istituzione Vedi infra per la bibliografia sull’artista. L’inventario manoscritto dei disegni e delle stampe del museo, redatto dal 1990 a cura del direttore Claudio Stefanelli, comprende tre volumi ed è un inventario aperto. Volume I (Stampe Antiche): nn. inv. 1-865; volume II (Stampe Antiche): nn. inv. 866-1896; volume III (Stampe Moderne): nn. inv. 1-929. Si precisa che nell’inventario la dicitura «stampe antiche» e «stampe moderne» identifica, oltre alle incisioni propriamente dette, anche: disegni a matita, a penna o colorati; disegni architettonici; acquerelli. 8 Fin dalla nascita del museo alcune stanze di Palazzo Galeotti (l’ala meridionale dell’edificio) sono state occupate dal patrimonio librario della Biblioteca Comunale. Questa è stata trasferita di recente presso la rinnovata Villa Sismondi ed in quell’occasione è stato deciso dall’amministrazione comunale di mantenere in loco il materiale grafico, non distinguendo le provenienze originarie dall’una o dall’altra istituzione. Per identificare i disegni e le stampe del museo, per praticità (la cassaforte contenente il 6 7

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trae le sue origini dal patrimonio librario confiscato alla biblioteca del Convento di Colleviti dal governo del Regno d’Italia nel 1866 e da lasciti di cittadini9. Dal convento provengono i disegni e le stampe sistemati in volumi che furono lasciati ai frati minori osservanti da Alberico Carlini da Vellano, frate di quell’ordine e pittore che lì trascorse gli ultimi anni della sua vita, dipingendo numerose tele all’interno della chiesa e del convento. Vi si conservano ancora tre volumi, segnati S2, S5 e S610, che in origine dovettero essere probabilmente almeno otto11. Si può inoltre supporre che gran parte dei fogli sciolti del museo provenienti dalla Biblioteca e i fogli costituenti un quarto volume, segnato S4, fossero in origine contenuti nei volumi di Colleviti smembrati in epoca successiva12. Tra questi fogli si contano le acqueforti, le xilografie e le incisioni a bulino più degni di nota del fondo grafico dell’istituzione. Questo rappresenta senza dubbio il nucleo più interessante della raccolta pesciatina. Un’importanza notevole, dal punto di vista documentario, per la storia del gusto a livello locale nell’Ottocento la riveste, materiale grafico si trovava nella sala della Direzione della Biblioteca) si era proceduto ad apporre su questi il timbro ad inchiostro della Biblioteca, di forma ovale – in senso orizzontale – con lettere «BCMP» al centro. 9 Sulla biblioteca del Convento di Colleviti si veda: PRESENZA DEI FRANCESCANI IN VALDINIEVOLE 1984, in particolare TOLLAPI 1984. Sul Convento: V CENTENARIO 1994, in particolare GIOVANNETTI 1994. 10 I volumi sono manoscritti e presentano una legatura in cartapecora (integra solo nel volume S2). Lo stato di conservazione delle carte all’interno dei volumi è mediocre, molte sono le pagine mancanti e spesso se ne trovano di ritagliate o con disegni o con stampe staccate. Sulle pagine integre dei volumi sono incollate le stampe e alcuni disegni, spesso alternate a disegni eseguiti direttamente sulle carte o a pagine manoscritte. 11 Ciò si deduce dal fatto che sulla prima pagina del volume segnato S6 vi è la scritta «Tomo ottavo» e l’indicazione è riportata anche sul foglio descrittivo del contenuto del volume stilato da colui che si firmò «F[rate] Bened[etto] di Lucig[nano] M[inist]ro P[rovincia]le». Ricerche future appureranno o smentiranno tale affermazione. 12 Uno studio mirato potrà accertare la presenza di filigrane sui fogli, verificare i formati degli stessi e confrontarne le dimensioni con quelle delle carte che compongono i volumi originali.

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DISEGNI E STAMPE DEL MUSEO CIVICO DI PESCIA

inoltre, il gruppo di poco meno di trecento disegni e stampe lasciato nel palazzo dagli ultimi membri della famiglia Galeotti, che vi dimorò13. Questo nucleo ha una consistenza eterogenea tipica di una raccolta di una famiglia gentilizia: disegni accademici, progetti architettonici, stampine devozionali, diplomi, ritratti, stampe decorative, ma anche disegni per ricami, carteglorie ed altro ancora. Si configura, quindi, come una raccolta di memorie familiari, composta prevalentemente da fogli sette-ottocenteschi e anche più antichi, sui quali si tornerà in altra sede. I due nuclei descritti sono da considerarsi i più antichi tra quelli che costituiscono il fondo grafico del museo. Dagli anni Settanta del secolo scorso la collezione si arricchì ulteriormente grazie ad una serie di lasciti e donazioni che inclusero disegni e stampe del XVIII e del XIX secolo. Tra queste le più rilevanti furono la donazione degli Eredi Norfini (1981) e il legato testamentario di Giulio Ansaldi (1989)14. Gli eredi del pesciatino Luigi Norfini (Pescia, 1825-Lucca, 1909)15 donarono al museo dipinti e disegni dell’artista16. Tra I disegni e le stampe Galeotti sono elencati ai nn. 1020-1280 del citato inventario del museo (Stampe Antiche); si evidenzia che sotto ad alcuni numeri corrispondono più pezzi. Le opere non risultano schedate dalla catalogazione ICCD. 14 Tra queste vi fu anche la donazione degli eredi del compositore Giovanni Pacini (Catania, 1796-Pescia, 1867), fatta dalla famiglia Fantozzi in Bonazzi, per la quale si veda: CECCHI – COTURRI 1961, p. 189. Gli oggetti appartenuti all’assai noto compositore e le opere a questi dedicate da altri sono custoditi nella sala omonima del museo, la Sala Pacini. Tra il materiale grafico si conserva un ritratto litografico del Pacini, eseguito dall’editore e litografo veneziano Carlo Galvani nel 1851, per cui si veda la scheda ICCD n. 09/00227009; pure la scheda n. 09/00227001 è una stampa dedicata al compositore. Donato da David Bartolozzi nel 1977 è un album di Alessandro Sanquirico contenente acqueforti acquerellate intitolato Sceniche decorazioni inventate ed eseguite per il dramma serio “L'Ultimo giorno di Pompei”, del 1829. In tutto sono 9 incisioni: vedi scheda 09/00114467. 15 Per ulteriori approfondimenti sul pittore si rinvia a: ARRIGHI 1950 e BIETOLETTI 2011. Recentissimo è il suo profilo biografico in NANNINI 2013 (con bibliografia precedente). 16 La donazione Eredi Norfini proviene da Roma ed è entrata al museo nel 13

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questi ultimi si annoverano studi di figura, disegni preparatori per dipinti di soggetto storico, militare, mitologico, ritratti e scene di genere eseguiti a matita nera o a penna, quasi tutti firmati. Norfini, allievo di Giuseppe Bezzuoli all’Accademia di Belle Arti di Firenze, seguì il maestro nella scelta di dipingere quadri di storia e senz’altro la partecipazione alla prima guerra di indipendenza alimentò il suo sentimento patriottico, che si espresse in opere di soggetto risorgimentale e nei ritratti vivamente realistici. Norfini durante le battaglie di Solferino e San Martino (1859) ricoprì l’incarico di ‘corrispondente pittore’ assegnatogli da Vittorio Emanuele II, al fine di eseguire dipinti documentari delle vittorie sabaude. Molti schizzi realizzati sul campo di battaglia sono conservati oggi presso la Civica Raccolta di stampe Achille Bertarelli di Milano e alcuni dei fogli pesciatini sono riferibili alla stessa circostanza, come ad esempio lo studio a matita, dal vero, che coglie con estrema veridicità – quasi una fotografia ante litteram – un ufficiale visto di spalle intento a sguainare la sciabola17 (fig. 1). Dai disegni custoditi presso il museo risulta evidente l’eccellente capacità disegnativa di Norfini, dote che di certo gli venne riconosciuta dal mondo accademico, conferendogli l’incarico di dirigere il Reale Istituto di Belle Arti di Lucca (dal 1875) e la Pinacoteca cittadina (dal 1882). Tutt’altro genere di disegni costituisce il fondo Ansaldi. Il legato testamentario di Giulio Ansaldi18 comprende, tra le altre opere, un consistente nucleo di disegni e stampe del suo avo Innocenzo Ansaldi (Pescia, 1743-1816), pittore, abile copista, dilettante architetto e letterato, collaboratore, per un certo 1981. Tra i disegni della Donazione Norfini (inv. nn. 863, 958, 984-999) solamente due risultano schedati dalla catalogazione ICCD: schede 09/00301555 e 09/00301566. 17 Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, Inv. n. 992, matita nera, tocchi a china; firmato a penna: «L Norfini». 18 Il legato testamentario di Giulio Ansaldi, anch’esso proveniente da Roma, fu dall’erede donato allo Stato e pervenne al Museo come deposito nel 1989, vedi STEFANELLI, PARDINI, SCIDÀ 2003. Nell’inventario manoscritto i disegni e le stampe Ansaldi sono ai nn. inv. 1281-1896.

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DISEGNI E STAMPE DEL MUSEO CIVICO DI PESCIA

periodo, di Alberico Carlini19. Tra i circa seicento disegni eseguiti dalla felice mano di Ansaldi, a matita nera o rossa su carta bianca e più raramente a penna, che includono accademie, schizzi e studi per dipinti di sua invenzione e architetture, copie da affreschi, dipinti, stampe e sculture celebri, prevalentemente di ambiente romano, emergono per l’ottima qualità esecutiva sei superbi schizzi e studi per affreschi ed un’accademia del maestro fiorentino Giovan Domenico Ferretti (Firenze, 16921768)20. Si presenta, a titolo di esempio, uno di questi fogli (fig. 2), iscritto sul verso «Gio. D. Ferretti», riconosciuto quale studio per la figura di Nettuno ne Il trionfo di Apollo tra le divinità dell’Olimpo, affresco eseguito dal Ferretti in Palazzo Roffia a Firenze forse intorno al 1745-174621. Infine un importante nucleo della raccolta grafica pesciatina è rappresentato dalla sezione di grafica contemporanea, che conta ben 929 incisioni e disegni di artisti del Novecento. Assieme alla Gipsoteca Comunale Libero Andreotti, che conserva anche elaborati degli allievi dello scultore, questo gruppo di opere emerge per un livello qualitativo alto e rappresenta a buon diritto il patrimonio di arte contemporanea più ricco esistente sul territorio della Valdinievole. Si tratta prevalentemente di stampe, eseguite nelle più svariate tecniche incisorie e calcografiche e su supporti anche differenti dalla carta: multimatericità e sperimentalismo che caratterizzano diffusamente le opere d’arte realizzate da artisti operanti dagli anni Sessanta in Per un breve profilo biografico di Innocenzo Ansaldi, si veda BELLI BARSALI 1961 (con bibliografia precedente). Negli ultimi anni Ansaldi, protagonista della vita artistica e culturale della Valdinievole tra il Sette e l’Ottocento, ma anche in contatto con eruditi ed artisti di altri Stati italiani, è stato oggetto di studio da parte di Emanuele Pellegrini, tra i cui contributi sull’argomento ricordiamo in particolare: ANSALDI, CRESPI 1772-1816 (2001) e PELLEGRINI 2008. 20 I disegni sono stati pubblicati: si veda CALDINI 1997, pp. 135-148. 21 Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche (Deposito Ansaldi), Inv. n. 1427; matita nera, penna ed inchiostro bruno, acquarellature in grigio su carta bianca, mm 370x460; iscritto sul verso, in corsivo a penna: «Gio. D. Ferretti». Si veda BALDASSARI 2002, p. 207, fig. 205a. 19

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poi. La maggior parte delle stampe, ben 739, sono giunte al museo in seguito a tre biennali internazionali d’arte promosse dall’Ente Provinciale per il Turismo di Pistoia nel 1966 e nel 1968 svoltesi a Pescia (Biennale Internazionale dell’Incisione. Il fiore nella grafica contemporanea, legate alla ricca produzione dell’ortofloricoltura della zona) e nel 1969 a Montecatini (1a Biennale Internazionale di Pittura Contemporanea. Danza e balletto)22. Sono opere di artisti italiani e stranieri, tra i quali emergono alcuni nomi noti al mondo della grafica internazionale, quali ad esempio il pittore inglese Graham Vivian Sutherland (Londra, 1903-Menton, 1980), rappresentato nella collezione pesciatina da una intensa litografia dal titolo Rose (fig. 3)23. Nell’inventario seguono 38 acqueforti raffiguranti vedute e viste di edifici e luoghi storici italiani del mantovano Antonio Carbonati (Mantova, 1893-Roma, 1956)24. Tra le incisioni a puntasecca, un nucleo di 38 con vedute di Pescia, di chiese romaniche della Valdinievole e del Parco di Collodi sono riferibili al prolifico incisore pisano Viviano Viviani (Pisa, 1923-2007) e risultano acquisite tra il 1969 ed il 198325. Anche il pittore ed incisore romano Remo Brindisi (1918-1996) figura tra gli autori del Novecento con 23 stampe tra acqueforti, litografie, xilografie e serigrafie di soggetti vari, prevalentemente di figura, provenienti da una donazione milanese fatta al museo di Pescia nel 198426. Un altro nucleo di 27 stampe, realizzate da artisti italiani e Nei cataloghi 1A BIENNALE (PESCIA) 1966, 2A BIENNALE (PESCIA) 1968, 1A BIENNALE (MONTECATINI) 1969, sono elencate le opere presentate dagli artisti alle mostre e le illustrazioni di alcune di esse. Nell’inventario del museo le stampe sono inventariate ai numeri: 1-30 (Pescia 1966); 31-599 (Pescia 1968); 600-739 (Montecatini 1969). 23 Pescia, Museo Civico, Stampe Moderne, Inv. n. 367; mm. 657x486 (foglio intero: mm 760x563). 24 Le acqueforti di Antonio Carbonati corrispondono ai nn. inv. 740-777. 25 Le incisioni a puntasecca di Viviano Viviani sono sotto i nn. inv. 792-829. Sull’attività dell’incisore si veda: TOSI 2009. 26 Le stampe di Remo Brindisi sono elencate nell’inventario ai nn. 830-852. Si veda, come riferimento bibliografico per le opere di quel periodo dell’artista: GALLO 1985. 22

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DISEGNI E STAMPE DEL MUSEO CIVICO DI PESCIA

stranieri in tecniche differenti, è entrato in collezione nel 1992 in seguito alla mostra Il fiore nella grafica contemporanea27. L’ultima donazione di opere grafiche risale al 199828: 37 tra xilografie, linoleografie, litografie e incisioni a puntasecca riferibili a vari autori, tra i quali i più noti sono Mino Maccari, Sigfrido Bartolini e Alberto Manfredi. I volumi di disegni e stampe di Alberico Carlini da Vellano Si presenta di seguito una prima indagine29 volta ad illustrare, a sommi capi, il contenuto dei volumi di disegni e stampe giunti al museo, e ancor prima alla biblioteca, dal Convento di San Ludovico a Colleviti di Pescia. Il pittore e letterato Innocenzo Ansaldi ricorda che Alberico Carlini, morendo, lasciò al convento pesciatino molti studi e disegni a matita rossa30. Certamente Ansaldi, che fu allievo e poi collaboratore del frate pittore, dovette conoscere l’effettiva quantità e varietà del materiale grafico lasciato al convento dal Carlini e l’affermazione dell’Ansaldi non lascia escludere che si trattasse di carte sciolte, legate quindi assieme dai frati dopo la sua morte a costituire volumi, conservati poi nell’archivio del convento. Un profilo artistico sintetico del pittore aiuterà a comprendere meglio ciò di cui trattiamo31. Alberico Carlini da Vellano, divenuto frate minore osservante quindicenne, dedicò tutta la sua vita alla preghiera e alla pittura. Formatosi nel convento di Le stampe sono inventariate ai nn. 863-889. Donazione Andreina Chiostri, 1998: nn. inv. 893-929. In merito alla donazione si veda: MAGNANI 1998. 29 Sull’argomento si veda, a cura della scrivente, BERRETTI 2014. 30 MORO 1984, p. 85. 31 Un profilo biografico del Carlini assai completo è quello presentato da Alessandro Nesi nel volume dedicato al restauro delle lunette del chiostro del Convento della Vergine di Fucecchio, ove il nostro fu chiamato a dipingere di ritorno da Roma. Vedi NESI 2009, in particolare: pp. 16-21. La ricostruzione del catalogo pittorico del Carlini si deve a NERI 1954, questo incrementato da MELONI TRKULJA 1977 (con bibliografia precedente). 27 28

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San Salvatore in Ognissanti a Firenze, sotto la guida di Ottaviano Dandini (Firenze, 1681-1740)32, ultimo della celebre dinastia di pittori, e a Roma alla scuola del maestro gaetano Sebastiano Conca (Gaeta, 1680-Napoli, 1764)33, egli fu impegnato, dal quarto decennio del Settecento fino alla morte (1775), a decorare con tele ed affreschi i principali conventi e le chiese dei frati minori osservanti, e di altri ordini, dell’allora granducato di Toscana34. I volumi di Colleviti appaiono quali strumenti di lavoro del frate pittore Carlini: furono probabilmente formati nel corso di più anni, annotando e scrivendo, disegnando e incollando stampe e disegni per sua memoria e pratica ai fini di studio. L’intento didattico, o meglio, illustrativo e formativo (per il pittore) della disposizione delle immagini accomuna, infatti, tutti e tre i volumi. Disegni e stampe, secondo una prassi collezionistica in uso specialmente nel Seicento e nel Settecento, sono sistemati assieme nel medesimo volume senza distinzione di sorta, poiché ciò deriva dall’uso di legare assieme carte sciolte indistintamente35. I tre volumi si presentano manomessi al loro interno, con pagine ritagliate, fogli staccati e mancanti della pagina di titolazione, che però, in tutti e tre i casi, è stata ritagliata nella parte dedicata al titolo del volume e apposta sulla coperta in pergamena. Il volume S2, composto da 83 pagine, è intitolato:

Il contributo sinora più esaustivo su Ottaviano Dandini è: BELLESI 2001. Su Sebastiano Conca, il catalogo della mostra monografica svoltasi a Gaeta nel 1981 resta ancora il più valido strumento per affrontare uno studio sull’artista: si veda SEBASTIANO CONCA 1981. 34 Si veda la nota 31 che riporta la bibliografia relativa al percorso artistico del Carlini. 35 Troppo lungo sarebbe approfondire l'argomento in questa sede. Sul collezionismo di disegni e stampe tra il XVI ed il XVIII secolo si veda almeno: COLLECTING PRINTS AND DRAWINGS 2003. Fondamentale risulta inoltre, per un approfondimento sugli artisti collezionisti di disegni: L’ARTISTE COLLECTIONNEUR DE DESSIN 2006-2007. 32 33

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DISEGNI E STAMPE DEL MUSEO CIVICO DI PESCIA

TRATTATO DI PROSPETTIVA, E LEZZIONI MANOSCRITTE/ AVUTE NELL’ACCADEMIA DI S: LUCA IN ROMA, CON/ ANNESSO DI MOLTE STAMPE, E TRATTATO DI NATOMIA/ TOMO SE[CO]NDO IN FOGLIO, CON FACOLTÀ DI NOI INFRA/ SCRITTO MIN[ST]RO PROV[INCIALE] AGGREGATO ALLA LIBBRERIA/ DI COLLEVITI DAL PAD[RE] ALBERIGO CARLINI DI VELLANO./ F. BENED[ETTO] DI LUCIG[NANO] M[INIST]RO P[ROVINCIA]LE36.

Il volume contiene nella prima parte disegni anatomici a matita rossa, altri a matita nera e altri ancora a penna, raffiguranti arti inferiori e superiori, scheletri, e ‘scorticati’ che derivano dai modelli incisi nelle tavole del trattato Anatomia esterna del corpo umano per usi de’ pittori, e scultori dell’anatomista, ma anche scultore e pittore, Ercole Lelli (Bologna, 1702-1766)37; seguono poi degli appunti di geometria piana con i relativi disegni illustrativi, essenziali per affrontare lo studio della prospettiva, in parte ricavati dal trattato Perspectiva pictoricum et architectorum38 (fig. 4) del gesuita Andrea Pozzo (Trento, 1642-Vienna, 1709) e da altre opere ancora non identificate. Negli spazi eccedenti delle pagine o a pagina intera sono collocati disegni del Carlini e incisioni di riproduzione, di tema allegorico, mitologico e religioso centro-italiane e francesi, sei e settecentesche. Il volume, come è già stato osservato da Emanuele Pellegrini «dimostra lo studio assiduo di questo artista [Carlini] e la concretezza del suo impegno didattico. Il testo, redatto a penna, è posto a spiegazione delle numerose immagini, disegni e grafici, a comporre una testimonianza di indubbio interesse Le pagine del volume misurano mm 436x325 circa, eccetto alcuni fogli che sono stati ridotti. Sulle 83 pagine che compongono il volume S2, si intervallano disegni e pagine manoscritte. Vi si trovano inoltre incollati 15 disegni, 46 stampe e 2 pagine manoscritte. Le carte manoscritte, i disegni e le stampe del volume S2 vanno sotto i nn. inv. 170-346. 37 LELLI s.d. 38 POZZO 1693-1700. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S2, Inv. n. 334335, mm. 438x328 (ciascuna pagina). 36

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anche quale documentazione diretta inerente la vita dell’Accademia di San Luca a Roma nella prima metà del Settecento»39. Se al momento delle ricerche non sappiamo ancora come Carlini si sia procurato gli appunti manoscritti provenienti dall’accademia romana, poiché almeno dalla letteratura non risulta che questi l’avesse frequentata, logico sarebbe supporre che essi provengano dalla scuola del Conca, che il pittore minorita frequentò durante il suo soggiorno nell’Urbe. Il volume S5, costituito da 125 pagine, è intitolato: COMPLESSO DI DIVERSI DISEGNI DI NATURALI,/ ED ALTRI STUDI TOMO SETTIMO IN MEZZO FOGLIO/ REALE, CON FACOLTÁ DI NOI INFRASCRITTO MIN[IST]RO/ PROV[INCIAL]E AGGREGATO AL LIBBRERIA DI COLLEVITI/ DAL PAD[R]E ALBERIGO CARLINI DI VELLANO./ F[RATE] BENED[ETT]O DI LUCIG[NA]NO / M[INIST]RO PD [...]40.

Come nell’S2, anche in questo volume si alternano carte manoscritte a disegni e ad incisioni. Sono qui raccolti disegni di Carlini, alcuni dei quali allo stato di schizzo ed altri finiti, a matita ripassati a penna, tratti da incisioni in circolazione all’epoca e raffiguranti sia affreschi di Raffaello e bottega nelle Logge Vaticane, sia episodi di storia romana dai rilievi dell’Arco di Costantino. Seguono, nel volume, con iscrizioni a penna per mano del Carlini41, intervallate ai disegni a matita ripassati a PELLEGRINI 2008, p. 94. Le pagine del volume misurano mm 290x210 circa. Come nel volume S2, sulle pagine che compongono il volume S5, di numero 125, si intervallano pagine manoscritte e disegni. Inoltre vi sono incollati 6 disegni e 118 stampe. Le carte manoscritte, i disegni e le stampe del volume S5 vanno sotto i nn. inv.: 359-601. 41 Già Angela Moro aveva comparato la grafia del Carlini rintracciata in un inventario di oggetti d’arte della famiglia Galeotti («Stima de’ quadri della casa Galeotti fatta l’anno 1751 da me padre Carlini di Colleviti», stilato dal pittore nel 1751 e oggi conservato presso la Biblioteca Comunale di Pescia, 39 40

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penna, le copie da alcune tavole incise da Antonio Tempesta su disegni di Giovanni Guerra, dell’opera di Antonio Gallonio intitolata Trattato de gli istrumenti del martirio, e delle varie maniere di martoriare, usate da gentili contro Christiani descritte ed intagliate in rame (1591) (fig. 5)42; altre carte riproducono suppellettili relative alla religione ebraica e alle sue cerimonie; e altre ancora raffigurano lucerne e vasi antichi, tratti dalle Osservazioni sopra i cimiterj di Marco Antonio Boldetti43 (fig. 6), oltre ad una descrizione sommaria di alcuni luoghi biblici. Le stampe sei e settecentesche incollate sulle pagine del volume raffigurano soggetti tratti dall’antico, sacri, allegorici e alcuni ritratti maschili. Il volume S6, costituito da 115 pagine, è intitolato: OPERA COMPOSTA DI DIVERSI PENSIERI/ MENTALI, CON ANNESSO DI DIVERSE STAMPE,/ TOMO OTTAVO IN FOGLIO, ANNESSO ALLA LIBBRERIA DI COLLEVITI, CON FACOLTÀ DI/ NOI INFRASCRITTO MIN[IST]RO PROV[INCIAL]E DAL PADRE/ ALBERICO CARLINI DI VELLANO./ F[RATE] BENED[ETT]O DI LUCIG[NA]NO/ M[INIST]RO P[ROVINCIAL]E44.

La composizione del volume differisce dagli altri due poiché in questo la carta di destra risulta sempre disegnata – con una sola eccezione – e la carta di sinistra presenta un disegno incollato, nella prima parte del volume, e una stampa, nella seconda parte. Inoltre, a differenza degli altri due volumi, nell’S6 non sono presenti pagine manoscritte. Nel volume si susseguono disegni Fondo Nardini, cass. 2, fasc. 8) con quella vergata nelle pagine manoscritte dei volumi S2, S4 ed S5; si veda MORO 1984, p. 83. 42 GALLONIO 1591. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S5, Inv. n. 511512; mm. 293x210 (ciascuna pagina). 43 BOLDETTI 1702. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S5, Inv. n. 538539; mm. 290x210 (ciascuna pagina). 44 Le pagine del volume misurano mm 420x280 circa, oppure 290x210 circa, eccetto alcuni fogli che sono stati ridotti. Il volume S6, costituito da 115 fogli (in origine dovettero essere 140), presenta 76 disegni e 45 stampe incollati, oltre a disegni direttamente eseguiti sulle carte legate. I disegni e le stampe del volume vanno sotto i nn. inv. 602-838.

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a matita, ritoccati a penna ed acquerellati in vari colori raffiguranti soggetti sacri (Storie della Vita della Vergine, della Vita di Cristo ecc.) e altri ‘finiti’, realizzati a matita rossa, caratterizzati da un tratteggio a trama fitta, probabilmente preparatori per stampe, riproducenti episodi delle vite di santi martiri, che parrebbero da attribuirsi, a parere di chi scrive, ad Alberico Carlini in base a confronti stilistici con suoi dipinti. Tra i disegni incollati, ve ne sono alcuni da ricondurre ad altri artisti. Nello sfogliare le pagine del volume balza all’occhio, tra gli altri, un foglio, disomogeneo per stile dai disegni attribuibili al Carlini. Si tratta di una copia, con alcune varianti, da una fortunata composizione di Francesco Solimena (Canale di Serino, 1657Barra, 1747): La partenza di Rebecca per Canaan (fig. 7)45. Eseguito a penna ed inchiostro nero su tracce di matita nera e magistralmente acquerellato in grigio, il disegno si connota per finezza esecutiva dei dettagli e per i forti contrasti chiaroscurali46. Allo stato delle ricerche appare difficoltoso dare un nome all’autore dell’opera e anche attribuirgli una provenienza. L’ipotesi più plausibile è che il disegno sia giunto tra le mani del Carlini quando questi si trovava a Roma presso la scuola del Conca, che come sappiamo fu in giovane età allievo del maestro napoletano. Tipici di questa scuola sono infatti i contorni spezzati delle figure, certi passaggi chiaroscurali a linee parallele e i rialzi acquerellati in grigio. Il dipinto di Solimena in oggetto si trova oggi presso Palais Fesch, Musée des Beaux-Arts d’Ajaccio, inv. MFA 852.1.228, ed è riprodotto in BOLOGNA 1958, p. 112, fig. 149. L’opera viene generalmente datata intorno al 17151720, quando Sebastiano Conca si trovava già stabilmente a Roma. Circa dieci anni più tardi iniziarono a diffondersi le repliche del dipinto eseguite nella bottega solimeniana. Il fatto che Conca, intorno al 1715-1720 fosse già stabilmente a Roma non osta che questi si fosse recato successivamente in visita al maestro e avesse fissato su carta uno schizzo dell’opera per sua memoria; un’altra ipotesi possibile potrebbe anche essere che il disegno fosse stato offerto in dono al Conca da un suo allievo o da un altro artista (napoletano?) che aveva visto il dipinto del Solimena. La questione resta aperta e dovrà essere approfondita. 46 Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S6, Inv. n. 693, mm. 240x354. 45

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Infine, per quanto concerne le stampe incollate nel volume S6, queste sono databili al Seicento e al Settecento e illustrano soggetti sacri e allegorici. Si tratta in prevalenza di incisioni a carattere devozionale di ambito centro-italiano, in special modo romano. Si conserva inoltre, presso la raccolta pesciatina, un quarto volume contenente disegni e stampe, segnato S447. Intitolato Disegni e Stampe Antiche del Comune di Pescia, è stato legato in epoca successiva agli altri tre volumi, come si evince dal titolo, quando i disegni erano già entrati nelle collezioni comunali. Il volume si presenta scompleto e assai ridotto nelle pagine, oggi nel numero di 12. Nel margine superiore di ciascuna pagina è indicata la numerazione sequenziale del volume, che comincia da XLIII per terminare a CXVII, ma molti fogli nell’intervallo risultano mancanti. Il contenuto è composto in prevalenza da disegni riferibili ad Alberico Carlini e ad altri autori, che trattano soggetti sacri, allegorie, ritratti e architetture. Seppur l’esposizione dei volumi di disegni e stampe appartenuti ad Alberico Carlini sia stata breve, per ovvi motivi di spazio, si evince sin da queste poche righe l’interesse che caratterizza la raccolta. Molti sono gli aspetti da affrontare e i quesiti da sciogliere, ma spero che questo contributo possa esser utile ad inquadrare l’importanza del materiale, che rappresenta una preziosa fonte per comprendere i procedimenti di lavoro di un pittore vissuto nel pieno del Settecento, nonché per capire quali testi di studio fossero conosciuti dagli artisti a Roma intorno al Il volume S4 è composto da undici pagine. Nove sono i disegni incollati e due le stampe. A differenza degli altri tre, questo volume, di formato rettangolare in senso orizzontale, possiede una legatura in piena pelle rossa, con nervi, titoli e fregi in oro al dorso e ricche decorazioni floreali in oro ai piatti. I disegni e le stampe del volume S4 vanno sotto i nn. inv. 347-358. Visto il tipo di legatura e il titolo del volume, si pensa che questo sia stato costituito alla fine dell’Ottocento o ai primi del Novecento, quando già i disegni erano di proprietà comunale. Seguendo la numerazione si comprende che in origine dovette includere almeno 107 pezzi. Dalle dimensioni dei fogli e dallo stile dei disegni e stampe si deduce che alcune opere erano in origine collocate nei volumi di Colleviti. 47

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terzo decennio del secolo e quali fossero le stampe di imprescindibile conoscenza per un pittore dell’epoca. Oltrepassando i limiti di una conoscenza dell’operato del Carlini meramente legata al territorio e ai conventi toscani presso i quali egli aveva dipinto tele e affreschi, come finora era emerso dagli studi sull’artista, si riconosce nel materiale grafico da questi posseduto una rilevante testimonianza di studio, che si spera possa aiutare ad aprire nuove prospettive di ricerca sulla cultura artistica dell’epoca. Si auspica che la presente panoramica sul materiale grafico, pressoché sconosciuto, conservato presso il Museo Civico di Pescia, sia utile a destare l’interesse degli studiosi per questa collezione. Artisti di epoche e scuole diverse sono rappresentati nel fondo del museo e, nonostante si tratti di una piccola raccolta, costituita da poco meno di 3000 disegni e stampe, questa ha tutte le caratteristiche per rappresentare degnamente l’istituzione museale di un periferico centro toscano. La varietà e l’eterogeneità che la caratterizzano rappresentano, infine, degli atouts ai fini di una conoscenza diffusa del patrimonio e della valorizzazione delle opere stesse.

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Bibliografia 1A BIENNALE (PESCIA) 1966 = 1a Biennale Internazionale dell’Incisione. Il fiore nella grafica contemporanea, a cura dell’Ente per il Turismo di Pistoia, Pescia 1966. 2A BIENNALE (PESCIA) 1968 = 2a Biennale Internazionale dell’Incisione. Il fiore nella grafica contemporanea, a cura dell’Ente per il Turismo di Pistoia, Pescia 1968. 1A BIENNALE (MONTECATINI) 1969 = 1a Biennale Internazionale di Pittura Contemporanea. Danza e balletto, Montecatini 1969. V CENTENARIO 1994 = V centenario di Colleviti di Pescia: 1494-1994, Pescia 1994. ANSALDI, CRESPI 1772-1816 (2001) = I. ANSALDI, L. CRESPI, Descrizione delle sculture, pitture et architetture della città, e sobborghi di Pescia nella Toscana, Bologna-Pescia 1772-1816, edizione critica a cura di E. PELLEGRINI, Pisa 2001. ARRIGHI 1950 = G. ARRIGHI, Un pittore alle guerre del Risorgimento: Luigi Norfini da Pescia, Pistoia 1950. L’ARTISTE COLLECTIONNEUR DE DESSIN 2006-2007 = L’artiste collectionneur de dessin: de Giorgio Vasari a aujourd’hui. Rencontres internationales du Salon du Dessin, (Parigi, 22-23 marzo 2006 e 21-22 marzo 2007) a cura di C. Monbeig Goguel, 2 voll., Paris 2006-2007. BALDASSARI 2002 = F. BALDASSARI, Giovan Domenico Ferretti, PistoiaFirenze 2002. BELLESI 2001 = S. BELLESI, Ottaviano Dandini o l’epilogo di una dinastia di pittori fiorentini, in «Paragone. Arte», 51, 2000 (2001), 33/34, pp. 87-118. BELLI BARSALI 1961 = I. BELLI BARSALI, ad vocem Ansaldi, Innocenzo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1961, vol. III, p. 306. BERRETTI 2014 = L. BERRETTI, L’antologia cartacea di Alberigo Carlini: appunti e disegni di un frate pittore tra Roma e la Toscana nel Settecento, in «Predella», 8, 2013 (2014) e on-line 34, 2014. BIETOLETTI 2011 = S. BIETOLETTI, Panorama dell’arte a Lucca dalla metà del XIX secolo agli anni Trenta del Novecento, in Arte a Lucca. Un percorso nell’arte lucchese dall’Alto Medioevo al Novecento, a cura di M.T. Filieri, Lucca 2011, pp. 260-274. BINI 2003 = M. BINI, Le origini e la formazione del Museo Civico di Pescia. I primi tentativi di devoluzione e tutela del patrimonio nazionale e le ragioni culturali di una città, in Atti della giornata di studio su ‘Il Museo Civico di Pescia nel sistema museale della Valdinievole dall’Unità d’Italia’, atti del Horti Hesperidum, IV, 2014, 2

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PESCIA 2001 = Pescia. La storia, l’arte, il costume, a cura di A. Spicciani, Pisa 2001. PESCIA 2006 = Pescia: città di confini in terra di Toscana, a cura di A. Spicciani, Cinisello Balsamo 2006. PESCIA E LA VALDINIEVOLE 2006 = Pescia e la Valdinievole. La costruzione di un’identità territoriale, a cura di A.M. Pult Quaglia, Firenze 2006. PETRIOLI TOFANI, SCIOLLA, PROSPERI VALENTI RODINÒ 1994 = A. PETRIOLI TOFANI, G.C. SCIOLLA, S. PROSPERI VALENTI RODINÒ, Il disegno. Le collezioni pubbliche italiane, 2 voll., Cinisello Balsamo 1994. POZZO 1693-1700 = A. POZZO, Perspectiva pictorum et architectorum, 2 voll., Roma 1693-1700. PRESENZA DEI FRANCESCANI IN VALDINIEVOLE 1984 = Presenza dei francescani in Valdinievole, atti del convegno dell’Istituto storico lucchese (Pescia, 2 ottobre 1982), a cura di O. Giovannetti, G. Tollapi, Pescia 1984. SEBASTIANO CONCA 1981 = Sebastiano Conca (1680 - 1764), catalogo della mostra (Gaeta, Musei di Palazzo De Vio, luglio-ottobre 1981), Gaeta 1981. SPLENDORI E MISERIE 2003 = Splendori e miserie di un museo civico attraverso il Novecento, atti della giornata di studio su “Il Museo Civico di Pescia nel sistema museale della Valdinievole dall’Unità d’Italia” (Pescia, 30 novembre 2002), a cura di E. Pellegrini, in «Valdinievole Studi Storici», IV, 7, 2003, pp. 103-162. STEFANELLI, PARDINI, SCIDÀ 2003 = C. STEFANELLI, N. PARDINI, G. SCIDÀ, Che cosa esporre nel futuro Museo civico di Pescia?, in SPLENDORI E MISERIE 2003, pp. 173-184. TOLLAPI 1984 = G. TOLLAPI, La biblioteca narra la sua ‘Legenda’ al visitatore, in PRESENZA DEI FRANCESCANI IN VALDINIEVOLE 1984, pp. 89-98. TOSI 2009 = A. TOSI, Viviano Viviani. L’opera grafica, Pisa 2009.

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Didascalie Fig. 1. L. Norfini, Ufficiale che sguaina la sciabola. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, Inv. n. 992. Fig. 2. G.D. Ferretti, Studio per la figura di Nettuno. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche (Deposito Ansaldi), Inv. n. 1427. Fig.. 3. G. Sutherland, Rose. Pescia, Museo Civico, Stampe Moderne, inv. n. 367. Fig. 4. A. Carlini (da A. Pozzo), Perspectiva Pictoricum. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S2, inv. nn. 334-335. Fig. 5. A. Carlini (da A. Gallonio), Trattato de gli istrumenti del martirio, Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S5, inv. nn. 511-512. Fig. 6. A. Carlini (da M.A. Boldetti), Osservazioni sopra i cimiterj. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S5, inv. nn. 538-539. Fig. 7. Bottega di S. Conca ?, La partenza di Rebecca per Canaan. Pescia, Museo Civico, Stampe Antiche, S6, inv. n. 693.

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