PIRRO LIGORIO E LA GENEALOGIA ESTENSE
PIRRO LIGORIO E LA GENEALOGIA ESTENSE ALESSANDRA PATTANARO
Un antiquario, il quale è il primo di Roma, uomo di LV anni et […] eccellentissimo […] non nella professione sola delle medaglie, ma ne’ disegni, nelle fortificazioni et in molte cose, è stato soprastante alla fabbrica delle fortezze di Roma, ha servito tutto il mondo et il Cardinale di Ferrara principalmente: si chiama Pirro Ligorio1.
Questa breve presentazione pervenuta ad Alfonso II d’Este il 10 aprile 1568 dà avvio ad accurate trattative salariali ed a proposte di accomodamento familiare tra gli interlocutori del duca e l’antiquario napoletano che si concludono con la sua convocazione a Ferrara, orfana dal 1567 di Enea Vico.2 Pirro è amareggiato a causa dei «molti travagli, et accidenti ch’ha havuto in questa corte di Roma, et de la mala sua fortuna» e «de bonissima voglia verrebbe a servire l’Ecc[ellen]za del Signor Duca».3 È l’anno della seconda edizione delle Vite di Vasari, che sono fonte definitiva di denigrazione e di critiche lesive del nome V. PACIFICI, Ippolito II d’Este, Cardinale di Ferrara (da documenti originali inediti); con 44 illustrazioni, Tivoli, 1923, p. 399. La lettera, scritta dall’ambasciatore estense Francesco Priorati, è riportata anche da E. CORRADINI, Le raccolte estensi di antichità. Primi contributi documentari, in L’impresa di Alfonso II. Saggi e documenti sulla produzione artistica a Ferrara nel secondo Cinquecento, a cura di J. BENTINI e L. SPEZZAFERRO, Bologna, 1987, pp. 163192, in particolare 172. 2 E. CORRADINI, Le raccolte cit., pp. 189-190, Appendice V e VI, 3 E. CORRADINI, Le raccolte cit., in particolare 190, Appendice VI. 1
Horti Hesperidum, I, 2011, 1
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