IL PRIMATICE DI LOUIS DIMIER
IL PRIMATICE DI LOUIS DIMIER. LA SCUOLA DI FONTAINEBLEAU E LA STORIOGRAFIA FRANCESE DI FINE OTTOCENTO: LE RAGIONI DI UN RIFIUTO MICHELA PASSINI
Nell’estate del 1900 Louis Dimier discuteva alla Sorbona una tesi di dottorato su Primaticcio e la scuola di Fontainebleau1. La scelta del soggetto, appoggiata da Eugène Müntz, che aveva seguito con interesse la lunga gestazione del lavoro2, e ispirata forse in origine da Charles-Philippe de Chennevières3, appare quanto meno problematica nel quadro della storiografia francese di fine secolo. A confermarlo è lo stesso Dimier: in un volume di ricordi pubblicato diversi anni più tardi, lo studioso avrebbe rievocato la propria inquietudine nell’apprendere che del jury chiamato a valutare il suo lavoro faceva parte anche Henry Lemonnier, amico di Courajod e curatore delle Leçons; Lemonnier «non amava affatto il tema della tesi a causa del Rinascimento, che egli considerava funesto e di cui io celebravo l’elogio»4. L’esaltazione del Rinascimento – e precisamente di 1 DIMIER 1900
(tutte le traduzioni delle opere di Dimier sono nostre). Dimier aveva dedicato a Müntz il proprio lavoro. Le lettere che gli scrisse durante la preparazione della tesi sono conservate presso la Bibliothèque Nationale de France (Correspondance de Eugène Müntz, vol. X, NAF 11287). 3 DIMIER 1920, pp. 213-214. 4 Ibid., p. 239. 2
Horti Hesperidum, I, 2011, 2
331