B. Cacciotti, Statue egittizzanti da Tivoli tra rappresentazione e ritualità

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STATUE EGITTIZZANTI DA TIVOLI TRA RAPPRESENTAZIONE E RITUALITÀ

BEATRICE CACCIOTTI

Come è noto il principato di Adriano è caratterizzato da culti solari e misterici in cui si combinano la venerazione per il Sole e la Luna, per Aion, per il siriano Zeus Casios1. Codici sacrali, riti salvifici, icone divine fanno da sfondo a un fenomeno complesso di portata religiosa, culturale e politica2. L’apertura di Adriano verso il mondo orientale, egizio in particolare, affonda le sue radici in un’esperienza interna alla società romana, che maturerà nel viaggio in Egitto del 130 d.C.3 CALANDRA 1996, pp. 120-134; MUSSO 2000, pp. 377-378; MUSSO 2008, pp. 162-163; MIGLIORATI 2003, p. 298; BRAVI 2007, p. 87 sgg.; GALIMBERTI 2007, pp. 144-146 (ridimensiona l’orientalismo di Adriano, collocandolo su uno sfondo di portata culturale più che religiosa: opinione non condivisibile; anche TAKÁCS 1995, pp. 104-107, ritiene che l’interesse per il mondo egizio di Adriano sia un condizionamento di moda). 2 Sulla funzionalità politica della fondazione di Antinoopolis, importante punto di appoggio del governo di Roma vd. MEYER 1991, pp. 215-217; CALANDRA 1996, pp. 132-134; GALIMBERTI 2007, p. 142. 3 Sul viaggio e la misteriosa morte di Antinoo nel Nilo vd. CALANDRA 1996, pp. 131-134, 157-162; GALIMBERTI 2007, pp. 139- 144; sul culto in Egitto vd. MEYER 1991, pp. 183-194, 251 sgg. 1


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