CULTI ORIENTALI: CONTESTI E RINVENIMENTI TRA ROMA E COLLI ALBANI
MARIA CRISTINA VINCENTI
Nel mio lavoro di ricerca sui culti orientali dell’area romana e albana, che sto conducendo presso l’Università di Tor Vergata in Roma1, sono emersi dei dati interessanti sia nel più noto contesto romano localizzato nell’area di Trastevere che nel suburbio. I culti orientali, già introdotti a Roma dall’età repubblicana come “culti misterici”, a partire dal I sec. d.C., conoscono una nuova fioritura. In particolare, con la realizzazione del porto di Ostia, culti palmireni e siriani si affermano nell’area portuale del Tevere, dove si concentra il commercio dei mercanti orientali e l’afflusso della manodopera servile. Importanti testimonianze del culto delle divinità orientali sono presenti anche nelle aree albane raggiunte dai tracciati delle vie consolari, in particolare l’Appia e la via Latina, con la restituzione di materiali significativi.
Questo contributo fa parte del più ampio lavoro di tesi di dottorato in “Antichità classiche e loro Fortuna”, tutor la prof.ssa Beatrice Palma Venetucci, che ringrazio per i suoi consigli e suggerimenti. 1