F. Grisolia, Editoriale

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EDITORIALE

Le più variegate declinazioni della ricerca storico-artistica prendono forma in questo doppio fascicolo della rivista telematica semestrale «Horti Hesperidum», giunta al suo terzo anno, grazie ai numerosi contributi dei più giovani studiosi, in gran parte dottorandi e dottori di ricerca, dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Sul piano metodologico i saggi raccolti documentano l’eterogeneità degli approcci che contraddistingue la critica odierna nel tentativo di rivalutare le testimonianze più diverse del passato, utili a restituirci quei contesti culturali che, di epoca in epoca, si muovono attorno ai monumenti e alle opere d’arte. Dalla produzione dell’antichità, attraverso le testimonianze architettoniche, figurative e letterarie dell’età medievale e moderna, fino alle più proficue esperienze e riflessioni dei nostri contemporanei, è nell’intreccio di relazioni con il ‘contesto’ la strada percorribile verso qualsivoglia verità storica. Entità, ragioni e conseguenze di un’opera, di una personalità, di un fenomeno


F. GRISOLIA

artistico e culturale, non possono prescindere dal dialogo tra più discipline e saperi ‘diversi’ ed è da tale convinzione che nasce questo numero. Finestra allargata sul mondo antico sono i due saggi di apertura del primo volume, dove si propongono: un’analisi del ruolo della cultura fenicio-punica nelle più antiche manifestazioni figurative in terra d’Africa, nel territorio dell’attuale Nigeria; una rilettura iconografica del vaso a forma di astragalo decorato a figure rosse dal ceramografo ateniese noto come Pittore di Sotades, databile alla metà del V sec. a.C. Dall’antico al pieno Rinascimento ci traghetta la ricostruzione, che attinge a molteplici settori e categorie documentarie, del riuso avvenuto nel XVI secolo del Ninfeo di Egeria nella valle romana della Caffarella. In modo similare, l’analisi a tutto tondo del complesso di Santa Maria dei Raccomandati a Cittaducale getta un ponte dal tardo Medioevo al Novecento, passando per le numerose vicende storiche, religiose, architettoniche e artistiche dell’età moderna. Quest’ultima trova illustrazione in contributi eterogenei, che spaziano tra analisi di fonti e connoisseurship, documenti, epistolari e letteratura artistica. Al Cinquecento si riferiscono: l’indagine sulla figura di Tommaso de’ Cavalieri, nella sua rete di relazioni e ben al di là dell’esclusivo legame con Michelangelo; l’esegesi di un passo della biografia del pittore abruzzese Cola dell’Amatrice nelle Vite di Giorgio Vasari, allo scopo di indagare la concezione della figura femminile da parte dell’artista-storiografo aretino; la comprensione, attraverso lo studio dei registri di spesa pontifici, delle fasi di cantiere degli appartamenti di papa Paolo IV in Vaticano e del ruolo degli architetti Sallustio Peruzzi e Pirro Ligorio. Personalità artistiche di spicco sono esplorate nei contributi relativi al Seicento: i rapporti tra Gian Lorenzo Bernini e il cardinale Antonio Barberini, approfonditi grazie allo studio di scambi epistolari, che gettano luce anche su opere e contatti del grande scultore; i problematici affreschi di Pier Francesco Mola nella chiesa del Gesù, indagati attraverso il filtro di committenza e testimonianze documentarie. 10


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Il Settecento ondeggia tra Roma e Firenze: l’analisi critica della perizia, redatta a inizio secolo dal conoscitore e mercante di disegni padre Sebastiano Resta, sull’antica icona della Clemenza in Santa Maria in Trastevere; il carteggio tra l’incisore Filippo Morghen e il monsignore di casa Corsini Giovanni Gaetano Bottari, che consente di assegnare al primo un anonimo volume di stampe ‘di traduzione’ da Baccio Bandinelli, documentando la fortuna critica della scultura cinquecentesca nella Toscana di pieno Settecento; il ruolo dell’erudito, letterato e archivista fiorentino Domenico Maria Manni nel percorso che porta all’applicazione del metodo filologico alla storia dell’arte, attraverso l’ininterrotta fortuna critica di Michelangelo e delle fonti a lui legate. La cultura contemporanea è presente sotto differenti aspetti: l’indagine su episodi e questioni che, nella Roma di fine Ottocento, intrecciano ricerche archeologiche e tutela del patrimonio culturale con i meccanismi della diplomazia internazionale e le sue figure; la lettura storico-critica del ruolo femminile nel genere dell’autoritratto fotografico tra il XIX secolo e l’inizio del XX. Per chiudere con due figure di spicco della storia e della critica d’arte del Novecento: Giulio Carlo Argan con il suo ricco contributo e percorso nella critica d’arte degli anni Sessanta; Giovanni Previtali attraverso il suo impegno didattico, sempre intimamente connesso a quello di studioso. Grazie al web, evidente è l’ampiezza del pubblico a cui si rivolge l’insieme degli interventi. È un invito esplicito: è proprio nel dibattito storiografico e metodologico, nel confronto-scambio tra tipologie di approccio anche molto distanti, nella consapevole rinuncia ad una sola chiave di lettura, nella complessità di una più vasta visione della ricerca storico-artistica, non soffocata in uno spesso asfittico iperspecialismo, che si cela il sentiero verso la miglior comprensione possibile di culture e ‘storie’ dell’arte, tanto del nostro remoto passato, quanto del più immediato presente. Francesco Grisolia Horti Hesperidum, III, 2013, 1

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