Dispense corso potatura dell'olivo

Page 1

L’olivo


Descrizione botanica Olivo L'olivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae. La pianta comincia a fruttificare verso il 3º–4º anno, inizia la piena produttività verso il 9º–10º anno; la maturità è raggiunta dopo i 50 anni. È una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli un olivo può vivere anche mille anni. Le radici, per lo più di tipo avventizio, sono molto superficiali ed espanse, in genere non si spingono mai oltre i 60–100 cm di profondità. È una pianta sempreverde . Il fiore è ermafrodito, infiorescenze a grappolo, chiamate mignole. Il frutto è una drupa .


Ha un periodo di riposo vegetativo che coincide con il periodo più freddo. Alla ripresa vegetativa, che orientativamente si verifica tra febbraio e marzo, ha luogo anche la differenziazione a fiore. Fioritura, piuttosto abbondante. In realtà la percentuale di fiori che porteranno a compimento la fruttificazione è ridottissima, generalmente inferiore al 2%. L'impollinazione è anemofila. Alla fioritura segue l'allegagione.


Fase fenologica

Periodo d'inizio

Durata

Manifestazione

1–3 mesi

Attività dei germogli ferma o rallentata

fine febbraio

20–25 giorni

Emissione di nuova vegetazione di colore chiaro

Mignolatura

metà marzo

18–23 giorni

Mignole di colore verde, a maturità biancastre

Fioritura

dagli inizi di maggio alla prima decade di giugno

7 giorni

Fiori aperti e bene evidenti

Allegagione

fine maggio–giugno

Accrescimento frutti

seconda metà di giugno

Riposo vegetativo

dicembre–gennaio

Differenziazione a fiore

febbraio

Ripresa vegetativa

Indurimento del nocciolo

Accrescimento frutti

luglio

agosto

Caduta dei petali, cascola di fiori e frutticini 3–4 settimane

Frutti piccoli ma bene evidenti

7–25 giorni

Arresto della crescita dei frutti. Resistenza al taglio di sezionamento

1,5–2 mesi

Aumento considerevole delle dimensioni dei frutti, comparsa delle lenticelle

Invaiatura

da metà ottobre a dicembre

Almeno metà della superficie del frutto vira dal verde al rosso violaceo

Maturazione completa

da fine ottobre a dicembre

Frutto con colorazione uniforme dal violaceo al nero


Mignole, Frutti verdi

Infiorescenze, Invaiatura

Allegagione Frutti maturi


Olivo: longevità e resistenza  Fra le piante arboree l‘olivo si distingue per la sua longevità

e robustezza: esistono esemplari millenari Resiste bene anche agli incendi per la notevole capacità di ricacciare vigorosi polloni dalla ceppaia: questa caratteristica è alla base della sua notevole vitalità. Nelle aree a vocazione, dove gela poco o per niente, sono molto comuni esemplari secolari; dalle nostre parti, dove gelate intense si verificano periodicamente, è raro vedere vecchi esemplari (le piante sono “apparentemente” giovani perché rigenerate da polloni dopo le gelate).


Olivo secolare


Olivo: diffusione  Pur essendo specie tipicamente mediterranea, che trova il suo

optimum nel meridione d’Italia e nella fascia costiera, in seguito a secoli di coltivazione a scopo produttivo ha esteso notevolmente il proprio areale di diffusione, fino ad essere coltivato nell’entroterra, in zone collinari, in aree montane esposte a mezzogiorno e calde. Generalmente l’altitudine a cui può essere coltivato, non supera i 500 - 600 m.s.l.m. alle nostre latitudini. La sua adattabilità si manifesta, in particolare, nelle innumerevoli razze e varietà (cultivar) selezionate dalle molteplici condizioni climatiche che si verificano nell’ampio areale che interessa la coltura. In Italia si contano più di 500 cultivar (in Spagna e Francia 50-70).



Olivo: esigenze climatiche 

Essendo una pianta eliofila, necessita sempre di posizioni soleggiate:

soffre l'ombreggiamento (esposizione, sesto d’impianto, potatura). Essendo una pianta xerofila, soffre per eccessiva piovosità, ristagni idrici ed elevata umidità dell'aria. Essendo una pianta termofila, teme il freddo: in generale manifesta i primi sintomi di sofferenza a temperature di -4°C. Danni gravi si hanno a temperature comprese tra -8 e -13°C. Esposizione e umidità influiscono sulla resistenza al freddo (microclima). La sensibilità al freddo varia in funzione di: cultivar, età, pratiche agronomiche (concimazione, potatura). Varietà resistenti: leccino, canino, maurino, ascolana, bella di Spagna. Mediamente resistenti: moraiolo, pendolino, carboncella, rosciola. Sensibili: frantoio, taggiasca. La sensibilità al freddo aumenta passando dalla ceppaia al fusto, ai rami, ai germogli, alle foglie, agli apici vegetativi e, infine ai fiori.


Avversità dell’olivo     

Mosca delle olive - Bactrocera oleae Tignola dell’olivo - Prays oleae Occhio di pavone – Spilocaea oleaginea Cercosporiosi / Piombatura – Mycocentrospora cladosporioides Altre


Il più più temibile fitofago dell’ dell’olivo

Mosca delle olive – Bactrocera (=Dacus) olea Gmel.


Mosca delle olive – ciclo La mosca delle olive (Ordine Diptera, Famiglia: Tephritidae , Nome scientifico Bactrocera olea Gmel.), Gmel.), presente in tutta l’l’area di coltivazione dell’ dell’olivo nel Bacino mediterraneo, è una piccola mosca (4(4-5 mm di lunghezza) riconoscibile per la presenza di una macchia nera all’ all’estremità estremità delle due ali trasparenti. È il più più temibile fitofago dell’ dell’olivo per la grande capacità capacità di spostamento (più (più di un chilometro) e per la grande potenzialità potenzialità riproduttiva; questo insetto vive esclusivamente a spese dei frutti del genere Olea ed è praticamente sempre presente nell’ nell’oliveto (l’ (l’adulto ha una longevità longevità fino a 9 mesi). Compie diverse generazioni all’ all’anno (due o più più) in base all’ all’area geografica di coltivazione. L’accoppiamento è preceduto dall’ dall’emissione di odori sessuali (feromoni); feromoni); il feromone sessuale attrae solo i maschi della mosca, è stato sintetizzato in laboratorio ed è disponibile in commercio per l’l’utilizzo come trappole per l’l’utilizzazione come esca nelle trappole per il monitoraggio degli adulti o per la lotta diretta con il metodo della confusione sessuale. Dopo 66-8 giorni dalla nascita le femmine portano a maturazione le prime uova. Il dittero vive in simbiosi con batteri contenuti in un diverticolo divertic olo esofageo (adulti) o in quattro tasche mesointestinali (larve).


L’ovideposizione avviene all’interno delle drupe, generalmente una per oliva (ogni femmina adulta depone in totale 200-300 uova): si tratta di olive verdi, non mature, sulle quali è possibile osservare una piccola lesione cui corrisponde una macchia scura dai contorni netti, di forma triangolare detta “puntura”. La femmina può perforare l’epicarpo della drupa anche per permettere la fuoriuscita dei succhi nutritivi per la propria alimentazione (punture sterili di colore grigiastro). Il massimo dell’attività di deposizione avviene a temperature comprese tra i 20 e 27°C, in presenza di elevata umidità relativa (80-90%) e di drupe recettive (dall’inizio della fase di indurimento del nocciolo). La scelta delle olive su cui deporre le uova è in base ad alcuni caratteri quali la forma, la grandezza ed il colore.


Dalle uova, di colore bianco opalescente, di forma sub cilindrica, dopo un periodo di incubazione di tre (in estate) – dieci (in autunno) giorni, nascono le larve (apode, di colore bianco-giallastro, raggiungono anche 6-7 mm di lunghezza) che si sviluppano all’interno dei frutti scavando, ad andamento tortuoso, profonde gallerie nella polpa, con tendenza ad affondare sempre di più verso il nocciolo.

Le larve si evolvono in tre stadi larvali e, in estate, si impupano all’interno della drupa dopo aver preparato la via di uscita per l’adulto. Le pupe, inizialmente di colore bianco-giallastro poi nocciola, sono riconoscibili dalla forma a “barile”. In autunno ed in inverno lo sviluppo delle larve dura circa 20 giorni e, perforata la buccia, si lasciano cadere nel terreno dove si impupano a qualche centimetro di profondità. La durata del periodo pupale varia da circa 10 giorni in estate, fino ad un massimo di 4 mesi in autunno-inverno (pupe svernanti).


I fattori favorevoli allo sviluppo del parassita, e che quindi impongono maggiore vigilanza, sono: • la presenza di varietà a maturazione precoce alternate a varietà tardive, • la vicinanza di olivi abbandonati, • l'umidità dell'aria elevata (vicinanza di corsi d'acqua, di laghi o del mare, irrigazione irrazionale), • la presenza di frantoi (dove le larve possono svernare) a meno di un chilometro di distanza dall'oliveto, • la monocoltura olivicola nella zona, • la potatura insufficiente. La valutazione del rischio di attacco sarà, perciò, diversa a seconda delle Regioni e delle condizioni microclimatiche e colturali.


Danni L’oliva risulta danneggiata quando la larva ha scavato il foro di uscita

Danneggiamento delle olive Cascola delle olive fino al 7070-80% diminuzione della resa in olio Perdita della qualità qualità dell’ dell’olio di oliva a causa dell’ dell’incremento l'acidità l'acidità e dell’ dell’insorge il grave difetto sensoriale di "verme" e spesso anche di "muffa".


I danni sono dovuti alla caduta dei frutti (con forti attacchi si può avere una cascola fino al 7080%), alla diminuzione della resa in olio (la larva può distruggere il 12% circa della polpa) e, soprattutto, all'alterazione della sua qualità poiché a seguito di attacchi significativi: - incrementa l'acidità soprattutto a causa degli enzimi idrolitici (lipasi) derivanti da batteri e funghi che si insediano nelle olive infestate; - aumentano il numero di perossidi e gli indici spettrofotometrici; - aumenta il contenuto di acido linoleico e linolenico e di acidi grassi saturi e diminuisce l'acido oleico; - incrementano i contenuti in colesterolo, stigmasterolo, campesterolo e alcoli triterpenici e diminuiscono quelli in sitosterolo totale e del beta-sitosterolo; - decresce il rapporto trans-2-esenale/esenale; - diminuisce il contenuto di polifenoli e in particolare di tirosolo, idrossitirosolo e dell'aglicone dell'oleuropeina; di conseguenza si riduce la stabilità dell'olio; - insorge il grave difetto sensoriale di "verme" e spesso anche di "muffa".


I rischi connessi alle infestazioni di mosca sono sicuramente critici in termini di rese e di qualità dell'olio; ciò implica, di conseguenza, l'esecuzione di trattamenti antiparassitari che costituiscono, a loro volta, un rischio significativo per i consumatori, i lavoratori e l'ambiente. Pertanto, in un sistema produttivo razionale, queste operazioni devono essere programmate e documentate scrupolosamente definendo: - procedura e metodo di monitoraggio; - procedura e metodo dei trattamenti; - procedura di gestione dei fitofarmaci e delle attrezzature per la loro distribuzione; - responsabilità di queste procedure.


È di fondamentale importanza effettuare il monitoraggio: - degli adulti, effettuato mediante la conta delle femmine di mosca catturate con trappole cromotropiche (cioè in grado di esercitare un potere attrattivo attraverso il colore giallo) o a feromone (cioè innescate con attrattivi sessuali); - delle olive, effettuato esaminando un campione rappresentativo di frutti. Il rilevamento degli adulti viene effettuato con trappole che vanno appese alle piante a partire da giugno. Il numero di trappole per ettaro è di 3-10 (i valori maggiori per ridotte distanze di impianto degli olivi e viceversa) per le trappole cromotropiche (cioè in grado di esercitare un potere attrattivo attraverso il colore giallo) e di 3 per le trappole innescate con attrattivi sessuali (feromoni). Le catture devono essere rilevate ogni settimana e trascritte in appositi moduli a partire dal momento in cui le condizioni divengono favorevoli all'ovideposizione. Le trappole cromotropiche sono costituite da lastre di plastica o di plexiglass, di colore giallo, di 15x20 cm, ricoperte di collante. Catturano maschi e femmine. Non essendo selettive, catturano molte specie di insetti.

La buona correlazione fra catture e infestazione consente di prevedere l'infestazione conoscendo il numero medio di femmine catturate per trappola per settimana e la temperatura media della settimana di cattura. Si riesce in questo modo a stabilire necessità e periodi degli interventi insetticidi nella lotta curativa (larvicida) e in quella preventiva (adulticida). Queste trappole restano efficaci per 2-3 settimane.


Le trappole a feromoni sono altamente specifiche nei confronti dei maschi della mosca ed hanno un grande raggio d'attrazione; sono realizzate in diverse forme e sono fornite con 1-3 erogatori di feromone (che va sostituito almeno una volta al mese). Le trappole a feromoni hanno un'efficacia maggiore (catture piÚ numerose) di quelle cromotropiche e inducono a sopravvalutare la presenza dell'insetto in campo; inoltre, c'è scarsa relazione fra catture e infestazione. Con cadenza settimanale l'agricoltore deve ispezionare le trappole rimovendo, contandoli, gli adulti catturati e ripulendo dagli altri insetti. Se necessario, si sostituiscono gli attrattivi. Le soglie di intervento andrebbero definite zona per zona, tuttavia un buon riferimento per la lotta preventiva è di 2-5 femmine con uova mature (addome rigonfio) per trappola per settimana mentre per la lotta curativa è di 10 mosche per trappola per settimana ai primi di settembre e 30 alla fine del mese o in ottobre. Un metodo pratico per stabilire l'infestazione consiste nell'esaminare un campione di frutti, ottenuto prelevando casualmente da tutto l'oliveto circa 200 olive/ha (interessando il 10% degli olivi).


Con il monitoraggio delle olive si rileva la percentuale di olive punte (distinguendo se possibile l'infestazione attiva e cioè la presenza di uova o larve vive) da quelle bacate (cioè olive con larve grandi, pupe o gallerie abbandonate e quindi irrimediabilmente danneggiate). L'esame del campione richiede la dissezione delle olive, tagliando con una lametta a fette sottili l'oliva cominciando dalla puntura d'ovideposizione. Con l'aiuto di una lente d'ingrandimento si individuano uova e larve di prima età.

Dalla somma del numero di uova, larve, pupe e gallerie vuote si ricava la percentuale di olive attaccate. Il campionamento ha inizio quando le olive sono recettive (cioè con nocciolo lignificato) all'attacco della mosca e le trappole indicano la presenza degli adulti dell'insetto nell'oliveto. Il campionamento consente di seguire lo sviluppo della mosca e valutare la mortalità di uova e larve specie a seguito di andamenti climatici sfavorevoli all'insetto (es. con temperature oltre 35 °C). I trattamenti curativi per le varietà da olio si eseguono al superamento di una soglia intorno al 10% di olive con presenza di uova e larve di prima e seconda età (infestazione attiva) in funzione della fase fenologica dell'olivo e di considerazioni economiche sulla produzione prevista. Ovviamente, anche se solo il 10% dei frutti è attaccato, non è escluso del tutto un peggioramento della qualità del prodotto. Volendo puntare all’eccellenza, si dovrebbe abbassare la soglia di intervento.


Modalità di intervento. Al superamento della soglia di intervento, a seconda dell'intensità dell'infestazione e/o della tipologia di azienda, può attuarsi la lotta biologica, biotecnica e/o chimica. Fattori agronomici di limitazione: la scelta varietale deve prioritariamente soddisfare le esigenze di mercato. Compatibilmente con tale esigenza, è bene considerare che le varietà a drupa piccola e quelle a maturazione precoce sono meno sensibili alle infestazioni di mosca. È opportuno evitare la consociazione di olive da mensa con olive da olio o cultivar precoci con quelle tardive. L'irrigazione influenza moltissimo lo sviluppo della mosca delle olive in quanto le rende anticipatamente recettive. Una riduzione dei volumi irrigui in corrispondenza di un incremento di catture riduce la recettività delle olive nel momento di maggior rischio d'infestazione. La scelta della forma di allevamento e dell'intensità di potatura (preferibilmente annuale) possono limitare l'infestazione se rendono la chioma ben illuminata e arieggiata. La gestione del terreno mediante inerbimento, aumentando la complessità dell'agroecosistema, tende a ridurre l'intensità dell'infestazione. Quando si rilevasse l'infestazione, la raccolta anticipata e l'immediata lavorazione delle olive consentono di limitare i danni. Per ridurre i rischi di infestazioni nell'anno seguente, è opportuno raccogliere tutti i frutti dall'albero e disinfestare gli oleifici a fine campagna molitoria per distruggere le forme svernanti della mosca.


Difesa con tecniche biologiche: si basa sulla salvaguardia dei parassitoidi della Bactrocera oleae già presenti nell'oliveto, che viene soprattutto ottenuta con l'impiego di tecniche di lotta e/o di fitofarmaci selettivi. Si può anche attuare con il lancio di un numero molto elevato di individui di Opius concolor (parassitoide endofago della mosca); la limitata efficacia mostrata da tale tecnica e l'alto costo riducono notevolmente le possibilità di sviluppo di questo metodo di difesa. La difesa preventiva : -Caolino (3-5% tempo di carenza circa 2 settimane) è importante l’irrorazione completa della chioma si può utilizzare in abbinamento con il rame per aumentarne l’efficacia -Poltiglia bordolese (1-1,5% tempo di carenza 20 giorni) non bisogna superare i 6 kg/ha ed è fondamentale l’irrorazione completa della chioma o in alternativa si può usare Octanoato di rame che consente di ridurre il quantitativo totale di rame da applicare.


Lotta adulticida: -Beauveriana bassiana (dose di impiego 120-150 ml/hl tempo di carenza nessuno), ripetere l’intervento ogni 7-15 gg. Si consiglia di prestare molta attenzione alle modalità di irrorazione del prodotto. -Piretro (dose di impiego 150-200 ml/hl tempo di carenza 2 giorni) per migliorarne l’efficacia si può aggiungere un adesivante come olio minerale estivo in questo caso il tempo di carenza è di 20 giorni) -Spinosad prodotto di origine microbica, è necessario adottare misure idonee al fine di proteggere gli organismi non dannosi. (dose di impiego 1-1,2 litri/ha tempo di carenza 7 giorni) ripetere il trattamento ogni 7-10 giorni per un massimo di 5 volte.


….Approfondimenti In generale i prodotti prodotti rameici (solfato di rame, poltiglia bordolese), grazie alle loro proprietà batteriostatiche che interferiscono con le associazioni batteriche presenti nel canale alimentare delle larve della mosca determinandone la morte, possono avere una discreta efficacia. Trattamenti con poltiglia bordolese alla dose di 1 kg/hl di acqua possono determinare una forte mortalità larvale. Oltre a questa azione i sali di rame hanno un'azione repellente e un'azione indurente dei tessuti esterni delle drupe che inducono le femmine a scegliere olive non trattate per ovideporre. Buona efficacia con questi formulati si ha con infestazioni di bassa intensità. La lotta preventiva (adulticida), dal momento in cui diventa reale il rischio di infestazione, si effettua contro gli adulti della mosca con trattamenti a base di esche proteiche avvelenate con l'aggiunta di un insetticida a media-lunga persistenza. La quantità di miscela impiegata per pianta varia da 0,3 a 1,2 litri secondo le dimensioni della chioma e può essere spruzzata vantaggiosamente in modo da bagnare un solo lato di ogni pianta. La durata d'azione di un trattamento con esche avvelenate è di 20-30 giorni, ma può essere ridotta da piogge dilavanti. Per le olive da olio sono necessari 3-4 trattamenti. Questo tipo di difesa raggiunge la sua massima efficacia nelle zone con clima secco e con piovosità ridotta. I vantaggi del metodo preventivo rispetto a quello curativo consistono nel minor inquinamento dell'ambiente e nei più bassi residui nelle olive e nell'olio, poiché vengono utilizzate quantità di insetticida per ettaro inferiori di circa 10 volte, e in una maggiore salvaguardia dei parassitoidi e predatori che non vengono attratti dalle esche e hanno a disposizione la parte della pianta eventualmente non trattata. Un valido riferimento per impostare la difesa dai parassiti (andamento della popolazione, trattamenti, etc..) è costituito dai bollettini fitosanitari online redatti dai Servizi di assistenza tecnica nelle diverse Regioni.


Difesa con mezzi biotecnici: si basa sul metodo della cattura massale, che evita l'impiego sulla pianta di insetticidi; tuttavia, l'efficacia è condizionata da diversi fattori e va valutata la convenienza economica rispetto agli altri metodi di lotta. La cattura massale si attua con trappole di legno compensato non colorate che vengono impregnate con un insetticida a forte potere abbattente (deltametrina) e innescate con attrattivi alimentari (proteine idrolizzate o sali ammoniacali) o con feromone. Le trappole vanno appese agli olivi all'inizio dell'estate e durano fino alla raccolta, anche se è consigliabile un loro trattamento a metà stagione con soluzione insetticida direttamente in campo. Per una buona efficacia è necessaria una trappola per pianta. Queste trappole sono ormai poco utilizzate poiché sono preparate artigianalmente, mentre attualmente esistono in commercio trappole preparate industrialmente. Questa tecnica fornisce risultati soddisfacenti soprattutto quando è realizzata su vaste superfici (almeno 5 ettari), in genere dimezza la popolazione di mosca presente la cui verifica deve essere fatta attraverso il proseguimento dell’attività monitoraggio.

Trappola alimentare tipo Mac-Phail viene alimentato con fosfato biammonico al 4%


difesa chimica. Si basa sull'uso di insetticidi irrorati su tutta la pianta con funzione larvicida (lotta curativa) oppure dati in maniera localizzata e mescolati a esche proteiche con funzione adulticida (lotta preventiva). La lotta curativa (larvicida) si esegue irrorando l'intera chioma di tutti gli alberi con insetticidi capaci di penetrare nei tessuti delle olive (azione citotropica), quando sia raggiunta la soglia di intervento prestabilita. Gli insetticidi utilizzabili in questo metodo di lotta devono presentare una buona citotropicità e un'alta idrosolubilità in modo da poter penetrare nel frutto e raggiungere il bersaglio e limitare i rischi di contaminazione dell'olio. I prodotti devono essere impiegati alle dosi minime consigliate, soprattutto in presenza di uova e larve neonate, purché venga bagnata bene tutta la pianta. Il numero di trattamenti necessari col metodo curativo può variare da 1 a 3 (agosto, settembre e ottobrenovembre), in dipendenza dell'andamento climatico e della varietà. Lotta adulticida utilizzo di miscele per irroratrici a volume normale, utilizzando 100lt di acqua con 1 kg di esca proteica in abbinamento con uno dei seguenti insetticidi 100 gr Dimetoato al 40%, 100 gr Deltametrina al 2,8%, 100 gr Phosmet al 25% questa miscela è sufficiente a trattare da 90 a 100 piante adulte con un periodo di efficacia di 20 giorni in assenza di piogge. (dose di impiego 0,3-1,2 litri per pianta, anche su parti di chioma o su tutta la chioma di un numero ridotto di piante) in abbinamento con le esche proteiche avvelenate a partire dal momento in cui diventa reale il rischio di infestazione. Dimetoato massimo 2 interventi all’anno, per la dose di impiego e i tempi di carenza fare riferimento a quanto riportato in etichetta del prodotto acquistato. Phosmet massimo 1 intervento all’anno, per la dose di impiego e i tempi di carenza fare riferimento a quanto riportato in etichetta del prodotto acquistato.


Lotta curativa larvicida Dimetoato massimo 2 interventi all’anno, per la dose di impiego e i tempi di carenza fare riferimento a quanto riportato in etichetta del prodotto acquistato. Phosmet massimo 1 intervento all’anno, per la dose di impiego e i tempi di carenza fare riferimento a quanto riportato in etichetta del prodotto acquistato.


La tignola dell’olivo

Prays oleae Bern.


La Prays oleae Bern., è una farfalla comunemente chiamata tignola dell’olivo, (Ordine Lepidoptera Famiglia: Yponomeutidae)., riconoscibile per le ali di colore grigio con riflessi argentei e per la presenza di piccole macchie nere sulle ali anteriori, allo stato larvale è riconoscibile per le fasce laterali giallo paglierino.

E’ presente i tutte le aree a vocazione olivicola prediligendo le piante della famiglia delle Oleaceae per compiere le tre generazioni del suo ciclo vitale. L’accoppiamento è preceduto dall’emissione di odori sessuali (feromoni).


Eziologia. Tre generazioni per anno: antofaga, carpofaga e fillofaga

accoppiamento

pupa Il ciclo dura 30-40 giorni

Larve 18-24 giorni

uova 2-3 giorni


Generazione antofaga (sui fiori periodo da marzo a maggio), compiono il loro ciclo a spese dei bottoni fiorali e possono causare la perdita di circa 10- 20 fiori per larva. La deposizione delle uova (dura circa 1 mese) avviene solitamente sui fiori, al tramonto ed è favorita da temperature superiori ai 12°C. In primavera si ha la deposizione delle uova in modo isolato, circa 200 sul calicetto dei bottoni fiorali. Il periodo di schiusura può variare da 1-2 settimane, le giovani larve vivranno anche loro a spese dei bottoni fiorali e dei fiori, la loro presenza è identificabile dai fori praticati e dalla presenza di fili sericei che formano dei caratteristici glomeruli.


Generazione carpofaga (sui frutti) da maggio a settembre la deposizione delle uova avviene sul calice delle olive. Le larve, in questo caso, si nutriranno a scapito dei frutti in particolare della parte interna dell’endocarpo, quando il nocciolo inizia la fase gelatinosa (prime 2 settimane di luglio), antecedente alla lignificazione, la larva raggiunge il seme per nutrirsene e svilupparsi all’interno del frutto per poi uscire attraverso il peduncolo (da fine agosto ad ottobre) per incrisalidarsi nella pianta o nel terreno.


Generazione fillofaga (sulle foglie) dopo lo sfarsfallamento nel periodo che intercorre da settembre a novembre si ha la terza generazione, questa volta a carico delle foglie dove vengono deposte le uova, le larve penetrano nella foglia formando una lamina e delle caratteristiche mine.


Danni. Solitamente l’unica generazione da tenere sotto controllo è la carpofaga, in quanto può provocare una cascola precoce nel mese di luglio (per la rottura dei tessuti dovuta all’ingrossamento della larva) e una seconda durante mesi di settembre –ottobre ( per i fori di uscita praticati dalla larva in corrispondenza del peduncolo). Raramente sono necessari interventi di lotta contro la generazione antofaga, anche per salvaguardare i suoi antagonisti naturali. La generazione fillofaga risulta preoccupante solo per i vivai dove le larve si sviluppano a spesa del mesofillo e possono compromettere l’attività fotosintetica.


l monitoraggio e la lotta contro questo lepidottero viene, solitamente, fatta contro la generazione carpofaga. Per una valutazione preventiva del danno che sarà prodotto dalla generazione carpofaga a decisioni intervento. carico delleMonitoraggio drupe si effettua Ilemonitoraggio nel di periodo della pre-fioritura. Il controllo viene eseguito con l’ausilio di trappole a feromoni che forniscono indicazioni sull’andamento dei voli dei maschi attraverso la loro cattura. Dopo circa 7-10 giorni dalla loro cattura su un campione di100 infiorescenze ad ettaro, scelte su più piante, si calcola la percentuale di infestazione delle infiorescenze, Il valore ottenuto si divide per l’indice di riduzione pari a 2 o 3. Il trattamento è consigliabile quando il valore ottenuto risulta compreso tra il 25-30% di infiorescenze attaccate che si stima corrisponde all’ 8-10% drupe infestate. Nella fase di pre-indurimento il monitoraggio si esegue prelevando un campione di 100 olivine con calice (peduncolate) da circa 10 piante per valutare la % uova e larvette in penetrazione nelle drupe quando l’infestazione raggiunge un valore pari al 10-15% di uova e larvette in penetrazione per le olive da olio (la soglia più bassa da utilizzare nelle zone a maggior rischio) si consiglia di intervenire.

Le trappole vengono poste in campo a partire dal mese di marzo, (inizio generazione antofaga), fino alla raccolta per monitorare settimanalmente anche la successiva generazione carpofaga.


Modalità di intervento Fattori climatici limitanti. Stadio di sviluppo

Temperatura (° C) Min.

umidità

antagonisti naturali

Opt..

adulto

25-30

12-13

Uovo

27-28

18-22

larva

27-28

18-22

Larva V età e crisalidi*

<7-8

50% < 60%

50%

Genericiche predano e parassitizzanono le uova: Crisopidi, Antocoridi tricogrammatidi le larve Sifiridi. Specifici. Ageniaspis fuscicollis var.praysincola Sil., Elasmus steffaniVigg.,Chelonus eleaphilus Silv., Apanteles xanthostigma (Hol.), Itoplectis alternans


Antagonisti naturali

Bioisetticida per lancio insetti

Crisopide: Chrysoperla carnea

Antocoride adulto

Ageniaspis fuscicollis


Fattori agronomici di limitazione Gli interventi di potatura, influenzando la successiva produzione di olive, possono incidere sulla percentuale di olive attaccate. La scelta di cultivar a drupa piccola in alcuni casi hanno mostrato una maggiore resistenza resistenti alla Prays oleae. Il perseguimento di tecniche agronomiche tese a favorire la diversità ambientale quali: copertura erbosa dell’oliveto, frangiventi, siepi consentono un migliore sviluppo degli antagonisti naturali.


–

Lotta biologica

–

Febbraio-marzo: alla ripresa vegetativa si possono riscontrare delle lesioni sui germogli causate dalle larve di ultima età . Non rappresentano sintomi preoccupanti su piante adulte, mentre in caso di elevata infestazione su giovani piante è consigliabile fare un trattamento con Bacillus thurigiensis in acqua neutra o leggermente acida.

Prodotti fitosanitari

Concentrazione (%)

Dose (g o ml/hl)

Bacillus thurigiensis var. kurstaki

6,4

100

Bacillus thurigiensis Var. aizawai

10

25

25+25

100

consigliati

Bacillus thurigiensis var. kurstaki +Var. aizawai


Giugno-luglio: nella fase fenologica di pre-indurimento del nocciolo e al superamento della soglia di intervento pari al 10% di infestazione di uova e/o larve in fase di penetrazione nelle olivine, con drupe che a maturità non superano i 2 g si consiglia il trattamento dell’intera chioma con prodotti ad alto potere di penetrazione nella polpa

Prodotti fitosanitari

Concentrazione (%)

Dose (g o ml/hl)

Bacillus thurigiensis var. kurstaki

6,4

100

Bacillus thurigiensis Var. aizawai

10

25

25+25

100

consigliati

Bacillus thurigiensis var. kurstaki +Var. aizawai


Lotta Principichimica attivi

Concentrazione (%)

Dose (g o ml/hl)

Intervallo di sicurezza

consigliati Ottobre-novembre: l’intervento è in relazione all’andamento climatico nel caso in cui vi siano Ossicloruro 50al fine di mitigare un elevata 350 filloptosi. 20 condizionididirame piovosità e umidità Idrossido di rame

50

250

20

Solfato di rame

20

1.000

20

Solfato di rame tribasico Dodina (Guanidine)

15,2

500

40

20

180

10


Giugno-luglio: nella fase fenologica di pre-indurimento del nocciolo e al superamento della soglia di intervento pari al 10% di infestazione di uova e/o larve in fase di penetrazione nelle olivine, con drupe che a maturità non superano i 2 g si consiglia il trattamento dell’intera chioma con prodotti ad alto potere di penetrazione nella polpa.

Principi attivi consigliati Dimetoato*

Concentrazione (%)

Dose (g o ml/hl)

Intervallo di sicurezza

Al max 2 interventi/anno seguire le idicazioni

30

riportate in etichetta

Al max 1 interventi/anno Fosmet*

*seguire le idicazioni riportate in etichetta

30


Cercosporiosi o Piombatura – Mycocentrospora cladosporioides Sacc.

La cercosporiosi (Ordine Hyphales, Famiglia: Dematiaceae, Nome scientifico Mycocentrospora cladosporioides Sacc.) sta interessando aree olivicole sempre piĂš estese, con danni di un certo rilievo.


Occhio di Pavone – Spilocaea oleagina (Cast.) Hugh L’occhio di pavone (Ordine Hyphales, Famiglia: Dematiaceae, Nome scientifico Spilocaea oleagina (Cast.) Hugh, presente in tutta l’area di coltivazione dell’olivo, è un fungo che attacca prevalentemente le foglie ma, in casi particolari, anche le drupe, i germogli e i giovani rametti.


Corso di potatura sull’olivo


Struttura del corso 1.

Parte generale (le basi fisiologiche, gli obiettivi e le tecniche di potatura)

2. 3. 4. 5.

La potatura di allevamento La potatura di produzione La potatura di ricostituzione Le forme di allevamento utilizzate


Danni da freddo


Esigenze climatiche e colturali Nelle zone interne e collinari (dove il clima è più umido e piovoso) maggiore è l’attività, la diffusione e la capacità d’infezione di tutti quei funghi lignivori, che si insediano nei tessuti legnosi proprio attraverso le ferite da potatura e attraverso le lesioni alle radici. Questi funghi determinano un invecchiamento precoce della pianta, possono far deperire o uccidere anche grossi ulivi o causarne problemi di stabilità meccanica. Quindi, al di fuori dell’ambiente mediterraneo, è necessaria la massima cura e attenzione se non si vuole veder nettamente ridotta la longevità delle piante. Soprattutto devono essere categoricamente evitati i drastici interventi di potatura, che purtroppo invece si riscontrano su olivi e in genere su alberate ornamentali.


Carie del legno (lupa dell’olivo)


Carie o lupa  Si tratta di una malattia causata da molteplici specie di funghi lignivori. È  

       

provocata direttamente dai tagli di potatura. Quando si ferisce il legno lo si espone all’ingresso dei lignivori e la pianta mette in atto difese per limitare l’infezione (compartimentazione del legno). Se i tagli sono eseguiti correttamente, le difese della pianta prevalgono; se sono sul collare, sfilacciati, troppo ampi, eseguiti in autunno o in inverno prima delle gelate prevale il fungo. Ciò anche in funzione delle intrinseche doti di resistenza della pianta e di aggressività del fungo. Non esiste cura, solo prevenzione. La slupatura serve solo, forse, a rallentarne la diffusione. Quando la carie interessa tessuti vivi (alburno), il ramo perde vigore fino a disseccarsi. Quando interessa la porzione centrale di rami e fusto (duramen), tessuti morti, non pregiudica la vitalità ma solo la stabilità delle branche o dell’intera pianta.


Marciume radicale  Si tratta di una malattia causata da funghi patogeni

che interessa piante lesionate alle radici o con colletto interrato (per lavorazioni del terreno troppo profonde e mal eseguite), stressate (freddo, ristagno idrico) e debilitate da interventi di potatura troppo intensi.  Potature drastiche e in particolare la capitozzatura che determinano il richiamo delle sostanze di riserva dalle radici alla chioma per formare nuovi rami causano indebolimento all’apparato radicale e quindi suscettibilità al marciume. Piante sane, ben curate e potate, molto difficilmente saranno attaccate.


Potature e malattie  Numerose malattie (causate da insetti, funghi e batteri)

attaccano l’olivo e sono innescate da condizioni climatiche ed edafiche sfavorevoli, dalla suscettibilità di alcune cultivar, da pratiche agronomiche errate e da interventi di potatura non corretti.  Interventi troppo intensi, tagli eseguiti male o in periodi sfavorevoli, mancati interventi: queste sono le cause che possono innescare direttamente diverse malattie o aumentarne la gravità.  Analogamente, alcune malattie possono essere contrastate adottando particolari accorgimenti durante la potatura.


Pseudomonas savastanoi (E.F.Smith)


Pseudomonas savastanoi (E.F.Smith)  Il batterio – che una volta insediato provoca i tipici cancretti

penetra nei tessuti legnosi attraverso microlesioni (cretti da gelo e da grandine) e ferite da potatura, agevolato dall’acqua.  Per limitarne la diffusione si deve evitare di potare con tempo piovoso e a rischio di gelata, soprattutto in caso di cultivar suscettibili.  Quando si pota una pianta molto ammalata e si passa poi ad una sana è bene disinfettare le lame degli attrezzi (sali quaternari d’ammonio).


Saissetia oleae (Oliv.)

Scarsa circolazione d’aria ed esposizione alla luce favoriscono molto la cocciniglia, come nel caso di chiome molto fitte di piante potate poco o niente. Alleggerire la chioma con idonei interventi può essere un mezzo di contrasto abbastanza efficace.


Fumaggine – complesso di funghi epifiti (Capnodium, Alternaria, Clamidosporium, ecc.) 1. Fondamenti / Basi scientifiche. La Fumaggine, una densa efflorescenza scura e fuligginosa presente in tutti gli organi della pianta, non è da intendersi una malattia delle piante, in quanto gli agenti fungini che la sostengono non sono organismi patogeni ma saprofitari. Questi funghi epifiti, come Capnodium olaeophilum, Cladosporium herbarium, Alternaria tenuis, Aureobasidium pullulans, Limacinula oleae, non hanno rapporti (almeno nutrizionali) diretti con la pianta e che si sviluppano sulla melata fisiologica o su quella prodotta da infestazioni di cocciniglie (in particolare la cocciniglia “mezzo grano di pepe” Saissetia oleae Bern.) ed altri rincoti.


Potatura ed equilibrio fra sviluppo della chioma e delle radici

Cos’è la potatura?  Riguarda la serie di interventi che vengono

effettuati sulla pianta allo scopo di formare la struttura della chioma, influenzare lo sviluppo degli organi vegetativi e riproduttivi , regolare la crescita della parte aerea in relazione all’apparato radicale al fine di ottimizzare la quantità e la qualità della produzione.


Potatura ed equilibrio fra sviluppo della chioma e delle radici Nell’albero si stabilisce un rapporto tendenzialmente stabile tra dimensioni della chioma e dell’apparato radicale; in seguito all’asportazione di una parte della chioma, l’albero tende a ripristinare tale rapporto incrementando la formazione e l’allungamento dei germogli, mentre si riduce l’accrescimento del tronco, la formazione di nuove radici e l’attività produttiva. In effetti, la reazione più evidente ad un’intensa potatura è l’emissione di parecchi polloni e succhioni.

La reazione più evidente ad un’intensa potatura è l’emissione di parecchi polloni (sinistra) e succhioni (centro e destra) che tendono a ripristinare l’equilibrio tra massa fogliare e radicale.

Corde sul tronco dell’olivo (interazioni settoriali radici e chioma).

Riducendo la dimensione e/o la funzionalità della chioma diminuisce quindi, in proporzione, lo sviluppo delle radici. Tale relazione è particolarmente evidente nell’olivo per il quale ad ogni branca principale corrisponde una radice principale, come spesso evidenziato dagli ingrossamenti longitudinali (“corde”) sul tronco. Ciò rende necessario, quando si debba sostituire una branca, selezionare in anticipo un succhione che possa sostituirla per evitare la decadenza della corrispondente radice.


Obiettivi della potatura  Formare la struttura scheletrica dell’albero;  Favorire una precoce entrata in produzione;  Favorire l’intercettazione luminosa;  Creare un giusto equilibrio tra attività

vegetativa e produttiva;  Riparare danni alla chioma causati da stress;  Rinnovare rami a frutto e ringiovanire le chiome di alberi vecchi;  Facilitare la raccolta meccanica.


Potatura ed illuminazione della chioma La forma di allevamento e l’intensità di potatura devono garantire un’adeguata illuminazione di tutta la chioma. Nelle foglie, infatti, grazie alla luce, avviene la fotosintesi, cioè produzione di carboidrati dai quali prende origine la maggioranza dei composti (assimilati) necessari allo sviluppo dell’apparato radicale, di quello aereo e dei frutti. Le foglie che si trovano in posizione ombreggiata nella chioma producono una quantità di carboidrati inferiore a quella da esse consumata con la respirazione, di conseguenza queste foglie, diventando un costo per l’albero, cadono precocemente e così le parti ombreggiate della chioma si spogliano. Sui rami nelle zone ben illuminate della chioma si formano più frutti e questi hanno una maggiore dimensione ed un più elevato contenuto in olio rispetto a quelli posizionati in zone con minore disponibilità di luce. L’esposizione dei frutti alla luce diretta migliora anche le caratteristiche qualitative dell’olio. Quando occorra promuovere la formazione di vegetazione sulle porzioni basali di branche principali spogliatesi a causa dell’ombreggiamento, si deve sfoltire la porzione superiore della chioma per favorire la penetrazione della luce e stimolare così sul legno delle branche la formazione di succhioni, fra i quali possono essere scelti quelli poco vigorosi idonei a formare nuove branchette.

Le olive posizionate nelle zone più illuminate della chioma hanno una maggiore dimensione ed un più elevato contenuto in olio rispetto a quelle che godono di minore disponibilità di luce (da Ortega Nieto, 1959).


Influenza sulla fisiologia della pianta  Altera i rapporti fisiologici tra le diverse parti

dall’albero e agisce sulla crescita vegetativa ed i processi riproduttivi della pianta.  Caratteristiche peculiari: habitus di crescita basitono, risposta di rami all’inclinazione, elevata capacità pollonifera, ciclo riproduttivo.


Habitus di crescita  Ramificazioni basali che prevalgono su quelle

apicali;  La pianta non tagliata cresce in modo cespuglioso, la chioma si forma dai numerosi fusti che si originano direttamente dalla zona del colletto;  La risposta all’inclinazione accentua la tendenza dei rami basali a prevalere su quelli apicali.


Le principali forme di crescita  Eretta o assurgente (Moraiolo)  Aperta o espansa (Leccino)  Semi-pendula (Frantoio, Coratina)  Pendula (poco comune es. Pendolino)

L’identificazione dell’habitus è importante per poter eseguire in modo corretto la potatura.


Stati fenologici principali: 1. Stadio invernale con apici e gemme ferme 2. Formazioni dei grappoli fiorali 3. Inizio e piena fioritura 4. Allegagione (i frutticini emergono dalla

cupola del calice) 5. Ingrossamenti dei frutti 6. Invaiatura 7. maturazione


Ciclo vegetativo dell’olivo


Tipologia di rami dell’olivo  Un ramo è una struttura vegetativa che si è formata

 

nell’anno stesso (ramo dell’anno), o nell’anno precedente (ramo di un anno). Le strutture più vecchie si chiamano branche. I principali tipi di rami che si trovano sull’olivo sono: Rami a legno: sono rami di medio-alta vigoria, che si trovano abbondanti nella fase improduttiva. Possono dar luogo a rami misti. Rami a frutto: sono rami che portano prevalentemente gemme a fiore. Sono in genere piuttosto deboli, e spesso orizzontali o rivolti verso il basso. Portano gran parte della produzione. Rami misti: Portano gemme di entrambi i tipi e hanno una vigoria intermedia tra i due tipi precedenti.


Tipologia di rami dell’olivo  - Polloni: rami molto vigorosi con caratteri di giovanilità che si originano

dalla ceppaia della pianta. In caso di danni ci consentono di riformare l’intera pianta. Altrimenti, come i succhioni, vanno eliminati perché esercitano forte concorrenza per le risorse con gli altri rami.  - Succhioni: rami vigorosi che si formano da gemme latenti disposte nella parte vecchia dell’albero (tronco o branche) . I polloni come i succhioni sono sintomo di un qualche squilibrio della pianta (eccessivi tagli, eccessi nutrizionali, ombreggiamento della chioma, ecc.). In entrambi i casi questi rami si “ingentiliscono”  dopo 2–3 anni, cioè inizieranno a produrre normalmente, nel caso in cui si decida di non eliminarli.


Succhioni femmine


FertilitĂ dei rami in relazione alla posizione che occupano sulla branca


Potatura ed equilibrio fra attività vegetativa e produttiva Quando l’attività produttiva è eccessiva (elevato carico di frutti) quella vegetativa si riduce (scarsa formazione e sviluppo dei germogli) pregiudicando la produzione dell’anno successivo. D’altra parte, quando si ha un’eccessiva attività vegetativa si riduce quella produttiva (scarsa formazione delle gemme a fiore e allegagione). Di conseguenza, per ottenere la massima produttività negli anni, con la potatura si deve tendere ad equilibrare queste due attività. L’equilibrio favorisce la formazione dei germogli migliori per garantire una buona produzione e cioè quelli di media lunghezza (20-60 cm), a portamento semi-assurgente, orizzontale o pendulo e posizionati in zone ben illuminate; infatti, rami più lunghi hanno un carattere eccessivamente vegetativo, mentre quelli più corti hanno uno scarso numero di gemme e quindi una bassa potenzialità produttiva. Accrescimento dei germogli

Induzione delle gemme a fiore Mignolatura – maturazione frutti

La formazione e lo sviluppo del frutto (attività riproduttiva) avvengono da maggio a dicembre con una parziale sovrapposizione temporale con lo sviluppo dei germogli (attività vegetativa) che si realizza soprattutto da maggio a inizio luglio e, in alcune zone, in settembre-ottobre. Anche fra due cicli di fruttificazione successivi si ha una parziale sovrapposizione poiché durante l’estate nelle gemme sui germogli formatisi in primavera inizia l’induzione a fiore e contemporaneamente, sui rami formatisi l’anno precedente, si ha lo sviluppo dei frutti. La sovrapposizione del ciclo vegetativo e di fruttificazione origina fenomeni di competizione fra lo sviluppo dei frutti, l’accrescimento dei germogli e l’induzione a fiore delle gemme. Una conseguenza di tali competizioni è l’alternanza di produzione. Con la potatura di produzione, proporzionando il potenziale carico produttivo alle disponibilità nutritive dell’albero, ecc., si può controllare l’alternanza.

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.


 I fiori e i frutti sono portati sui rami formatisi l’anno precedente. Più

rara è la fruttificazione sui rami dell’anno o su branche di due anni.  Nella foto sottostante si identificano:  una parte distale vegetativa che si è sviluppata nella stagione in corso;  Il ramo di un anno dove avviene la fioritura e la fruttificazione. 


Alternanza di produzione  Caratteristica che indica la tendenza della pianta a

produrre un raccolto abbondante un anno (carica) alternato da un anno seguente con produzione scarsa (scarica).  Cause: sono in gran parte dovute a squilibri di tipo ormonale e nutrizionale, ad incentivare il fenomeno concorrono diversi fattori tra i quali: condizioni climatiche sfavorevoli, attacchi parassitari, irrazionali pratiche colturali (concimazione e potatura), carenza idriche, predisposizione della varietà coltivata.


Strumenti per la potatura

1

1 . Attrezzi con manico telescopico 2. Segaccio 3. Forbici

2 3


Attrezzi con manico telescopico



Risposta della pianta agli interventi di potatura

 I tagli dei rami servono a ridurre la competizione, stimolare

   

l’attività vegetativa, migliorare la penetrazione di luce nella chioma. I tipi di tagli possono essere così distinti: Tagli di eliminazione; Taglio di raccorciamento (cimatura); Tagli di ritorno; Inclinazione, intaccatura, decorticazione anulare


Tipi di taglio (diradamento)


Tipi di taglio (cimatura)


Tipi di taglio (cimatura)


Procedure per il taglio  Il “taglio di eliminazione” deve essere

effettuato in prossimità del punto di inserzione sull’asse principale del ramo da eliminare lasciando intatto il collare della branca (disinfezione degli attrezzi utilizzati per il taglio ed eventuale disinfezione delle superfici di taglio. Sali di ammonio quaternari).  I tagli di maggiore dimensione devono essere fatti prima di quelli di dimensioni minori.



Scosciatura



Procedure per il taglio  Il taglio di raccorciamento (cimatura) consiste

nel raccorciamento del ramo mediante asportazione della cima ha lo scopo di stimolare la ramificazione laterale.  Il taglio di ritorno consiste nel raccorciamento di un asse principale in prossimità dell’inserzione di un ramo laterale, il quale assume il ruolo di apice.


Taglio di ritorno


Taglio di ritorno



Taglio di ritorno rimozione freccia


Epoca di potatura  La potatura deve essere eseguita tra la fine

dell’inverno e la fioritura (potatura secca), protrarla oltre il momento di piena fioritura comporta una perdita di sostanze nutritive con riduzione della crescita annuale dei rami. I tagli stimolano il metabolismo e la crescita e ciò rende i tessuti sensibili ai danni da freddo.  La potatura verde, effettuata durante la stagione vegetativa, ha il solo scopo di eliminare polloni riducendo la competizione per le sostanze nutritive.


Intensità di potatura  L’intensità varia da pianta a pianta nel

medesimo oliveto e deve essere regolata tenendo conto di tutti i fattori che influenzano la vigoria della pianta: età, cultivar, carico di frutti, disponibilità idrica.  In base alla % di legno rimosso si può avere una classificazione della potatura in leggera, moderata ed intensa.


Turno  Il turno è il lasso di tempo che passa tra un

intervento di potatura e il successivo; determina la frequenza degli interventi.  Il turno è in relazione alla forma di allevamento praticata in azienda, nella forma a chioma libera ad es. cespuglio non è richiesta la potatura annuale a differenza delle altre forme di allevamento (es. vaso).


Turno  Il turno di potatura annuale è quello più

utilizzato nell’olivicoltura italiana.  Tendenza alla potatura biennale.  Il criterio finale di scelta è quello economico, riduzione dei costi.


Regole generali  La potatura non deve essere effettuata con tempo piovoso;  L’intensità varia in funzione di: età, fertilità, stato vegetativo;  Procedere dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno;  I tagli grossi devono essere effettuati prima di quelli piccoli;  Rinnovare gli apici vegetativi, eliminare i rami esauriti;  Correggere le differenze di vigoria tra le branche;  La potatura dovrebbe essere la più semplice e rapida possibile.


La potatura di formazione o allevamento  Inizia dal momento dell’impianto fino al

raggiungimento della piena produzione. Gli obiettivi sono quello di favorire una rapida crescita, formare una chioma equilibrata e robusta, ottenere una precoce entrata in produzione.  La potatura deve essere leggera, infatti, tanto più intensa è la potatura durante la fase di allevamento tanto più tardi avverrà la messa a frutto della pianta e minore la sua produttività nei primi anni.


La potatura di allevamento  E’ importante decidere la forma di allevamento e

l’intensità di potatura sin dall’impianto.  Tagli di eliminazione vengono effettuati per diradare i rami a legno vigorosi, i succhioni e i polloni (già a partire dal primo anno di formazione).  Tagli di cimatura vengono effettuati per stimolare l’emissione e la crescita di rami laterali.



La potatura di allevamento  Tecniche di potatura che conducono a diverse

forme di allevamento finale

Vaso cespugliato

Vaso monocaule e chioma libera

Monocono


La potatura di produzione  Con la potatura di produzione si cerca di

distribuire regolarmente la vegetazione sulla pianta mantenendo la forma di allevamento ad avere un numero equilibrato di formazioni a frutto e di avere una regolare illuminazione di tutta la chioma, eliminare la parti esaurite.


La potatura di produzione Interventi  Identificare l’altezza massima per lo sviluppo     

dell’albero ed eseguire un taglio di ritorno sulle cime; Diradare la parte centrale della chioma; Eliminare succhioni e polloni; Limitare l’espansione della chioma; Eliminare rami esauriti, in sovrannumero, il legno secco o danneggiato; Procedere sempre dall’alto verso il basso e dall’interno all’esterno.


La potatura di produzione  Zona vegetativa: i rami a legno sono presenti

in posizione prossimale e ventrale della branca, crescono verticalmente e vegetano per uno o due anni prima di iniziare a produrre. I rami verticali tendono a prevalere su quelli che si trovano in posizione distale e devono essere eliminati (possono servire per ringiovanire la branca una volta esaurita);


Classificazione dei rami


La potatura di produzione  Rami a frutto: sono localizzati nella parte distale della branche e

costituiscono la porzione più esterna della chioma. La potatura può essere eseguita in due modi: 1. Diradando i rami a frutto, al fine di ridurre la competizione, lasciando intatta la lunghezza dei rami; 2. Accorciando la branca con un taglio di ritorno. La scelta di uno dei due metodi dipende se si vuole lasciare inalterata l’inclinazione della branca o ridurre l’espansione laterale della stessa.


La potatura di produzione  L’esaurimento dei rami a frutto avviene dopo

che questi hanno prodotto per due anni consecutivi. Sono riconoscibili per la ridotta crescita nell’ultimo anno e per le poche foglie presenti al termine di lunghe porzioni di legno nudo. Devono essere eliminati con la potatura.


La potatura di ricostituzione  E’ un tipo di potatura che viene fatta in casi

particolari quali: 1. Olivi invecchiati o danneggiati; 2. Condizioni di grave danneggiamento da eventi fisici; 3. Altezza e/o dimensioni eccessive della pianta; 4. Modifica della forma di allevamento delle piante adulte (potatura di riforma).


Potatura ed equilibrio fra foglie e legno Quando nell’albero, a causa dell’età e/o di potature irrazionali, si accumula molta massa legnosa, le risorse necessarie per il mantenimento della struttura scheletrica aumentano fortemente e allora risorse sempre più scarse rimangono disponibili per la formazione di nuovi germogli e radici. Conseguentemente, l’attività dell’albero diminuisce ed inizia un progressivo indebolimento (senescenza) dell’albero. La potatura deve allora tendere a mantenere L’elevata funzionalità di un albero è connessa ad un alto rapporto massa fogliare/massa legnosa (sinistra); questo rapporto si riduce elevato il rapporto massa fogliare/massa progressivamente a causa dell’età e/o di potature irrazionali (destra). legnosa, soprattutto procedendo al rinnovamento Germoglio (meno di 1 anno) delle strutture legnose invecchiate ed evitando Ramo l’allontanamento della vegetazione dalla struttura (da 1 a 2 anni) scheletrica. A proposito di quest’ultimo punto, va considerato che nell’olivo le infiorescenze, come i germogli, si formano sul legno di un anno, cioè sul ramo derivante dal germoglio formatosi nell’annata precedente: i rami tendono a fruttificare nella porzione mediana e basale e ad emettere germogli nella parte apicale, per cui se Branchetta non si correggesse con la potatura questo modo (più di 2 anni) di accrescersi si avrebbe uno spostamento nell’olivo si formano sul legno di 1 anno (rami). I rami tendono centrifugo della vegetazione con progressivo Iafrutti fruttificare nella porzione mediana e basale e ad emettere germogli, che produrranno frutti l’anno successivo, nella parte apicale. accumulo di legno.


Potatura ed equilibrio fra foglie e legno

Per contrastare la tendenza allo sviluppo centrifugo della vegetazione, le branchette fruttifere esaurite (defogliate e con pochi e corti germogli) vanno rinnovate utilizzando uno dei succhioni deboli (maschiocelli), o meglio una delle branchette da essi derivata, che in genere si formano alla base della branchetta esaurita, in modo da riportare indietro la porzione vegetativa. Così operando, con il procedere degli anni, si formano strutture composte da una serie di archetti che portano all’estremità la porzione fruttificante; quando la serie di archetti si allunga eccessivamente, si riporta indietro la vegetazione utilizzando un succhione alla base della struttura. Nelle cultivar con portamento eretto, in cui le branchette fruttifere sono assurgenti, per far slargare la branchetta se ne spunta l’asse centrale e si speronano adatti germogli laterali alla branca per sostituire successivamente la branchetta esaurita. Anche in questo caso, così operando, si evita che le branchette si allunghino eccessivamente.

2

2 4

2

3 1

5

Le branchette esaurite (1) vanno rinnovate utilizzando un succhione, o la branchetta da esso derivata, che si forma alla loro base (2). La branchetta esaurita si asporta con un taglio effettuato appena sopra l’inserzione della nuova branchetta (3). Con il passare degli anni si formano una serie di archetti (4) che quando supera un certo allungamento (5) si eliminano tagliando in corrispondenza di un succhione basale.


La potatura di ricostituzione  Viene fatta allo scopo di stimolare l’attività

vegetativa attraverso tagli pesanti che riducono la quantità di legno vecchio presente sulla pianta;  Interventi drastici. Il legno asportato è pari circa al 50% del legno presente sulla pianta.  Il recupero di grossi olivi dura almeno tre anni, non intervenire il secondo anno, selezione dei succhioni il terzo anno.  capitozzatura


Esemplare di olivo abbandonato


Potatura di ricostituzione (capitozzatura)


Potatura di ricostituzione (capitozzatura)



Diradamento dopo capitozzatura


La potatura di ricostituzione  Succisione: qualora la pianta sia giudicata

irrecuperabile, si può procedere in maniera drastica (succisione o taglio alla base).  Dopo il taglio, dalla ceppaia nasceranno numerosi polloni, si interviene (dopo qualche anno) con un diradamento, lasciandone i 3-4 migliori sui quali verrà poi effettuata una potatura di formazione.


Forme di allevamento  Il fattore più importante per scegliere la

forma di allevamento più adeguata è: 1. Metodo di raccolta che dipende dalle dimensioni dell’appezzamento. La scelta del metodo di raccolta viene fatta sulla base di valutazioni economiche. Una volta effettuate queste scelte si potrà decidere il forma di allevamento da adottare.


Forme di allevamento principali in olivicoltura Le forme di allevamento di maggior interesse per l’olivo sono:  vaso;  globo;  monocono;  asse centrale.

vaso

globo

Principali forme di allevamento per l’olivo.

monocono

asse centr.


Forme di allevamento  Vaso – è la forma più utilizzata in olivicoltura

dalla quale si originano diverse varianti. Consiste in un tronco unico sul quale sono inserite le branche primarie (3-6) inclinata opportunamente. Le branche secondarie sono inserite principalmente nella parte esterna di quelle primarie.  Il vaso viene preferenzialmente potato ogni anno.


Vaso


Forme di allevamento  Vaso policonico: rappresenta la versione moderna

del vaso tradizionale, tra i vantaggi: si accorciano i tempi di entrata in produzione, si riducono i costi di raccolta e potatura, ottimizzazione della luce all’interno della chioma, si riduce la tendenza della chioma a scappare in alto.  Ciascuna branca principale è potata secondo una forma irregolarmente conica e culmina con una cima molto evidente (“palmetta”). Si evitano le biforcazioni dicotomiche (la scala non è più indispensabile).


Vaso policonico


Forme di allevamento  Vaso cespugliato: Le branche si originano

direttamente dalla zona del colletto oppure sono inserite su un tronco brevissimo, non è altro che un vaso senza il tronco principale. Si realizza facilmente dopo la potatura di ricostituzione per succisione scegliendo i polloni migliori.  Vantaggi: la maggior parte delle operazioni possono essere eseguite da terra.


Vaso cespugliato


Forme di allevamento  Vaso globoso: è costituita da una chioma

piena inserita in un tronco unico, anche la zona centrale è rivestita di vegetazione, inserita su branche secondarie. Dopo alcuni anni la produttività tende a diminuire in quanto la superficie a frutto rimane localizzata nella fascia esterna.


Forma a globo È una forma molto utilizzata in ambienti caldi e a forte insolazione, dove ridotti sono i problemi di ombreggiamento, mentre elevati sono i rischi di ustioni sulla struttura legnosa; per proteggere quest’ultima dalla radiazione solare diretta si fa assumere alla chioma una forma sferoidale con branche secondarie anche internamente; quindi a differenza del vaso, la chioma non è vuota all’interno.

Struttura del globo Il tronco ha un’altezza da 60 a 120 cm e l’altezza complessiva dell’albero dovrebbe essere contenuta entro i 4,55 m da terra.(Figura 4). Le branche principali generalmente sono più numerose (4-5) e assurgenti rispetto al vaso. È necessario evitare l’infoltimento eccessivo della chioma, che favorirebbe attacchi parassitari. La fruttificazione si concentra nella zona periferica della chioma e per una profondità dipendente dallo sfoltimento che si esegue. Il globo differisce dal vaso perché la chioma ha una forma sferoidale con un maggior numero di branche principali e branche secondarie anche nella parte interna.


Forme di allevamento  Monocono: consiste in un tronco centrale,

libero da rami laterali almeno da un metro da terra. Il numero delle branche primarie è molto numeroso sono disposte lungo l’asse centrale in modo elicoidale, si favorisce la massima occupazione dello spazio e la minima sovrapposizione dei rami.


Monocono



Forme di allevamento  Cespuglio: presenta una chioma

completamente libera ottenuta con pochissimi interventi di potatura sin dall’impianto. Forma di allevamento non adatta alla raccolta con macchine scuotitrici. La potatura di allevamento è limitata all’eliminazione di succhioni e polloni vigorosi.


Forma di allevamento a cespuglio: è la forma di allevamento che si avvicina di piÚ a quella spontanea. Tronco cortissimo o inesistente, chioma libera.


Forme di allevamento  Forme di allevamento utilizzate per oliveti ad

altissima intensità – obiettivi.  Ipsilon  Siepe o siepone


Forma di allevamento ad asse centrale È una forma utilizzata per impianti superintensivi, dove l’insieme degli alberi, con distanze di impianto intorno a 1,5 x 4 m, forma una parete di vegetazione lungo il filare, progettati per attuare la raccolta meccanica in continuo con macchine scavallatrici (vendemmiatrici opportunamente modificate) e per meccanizzare la potatura (Figura 6). È realizzabile solo con varietà a bassa vigoria, portamento compatto, a rapida entrata in produzione e poco sensibili ai parassiti (alla rogna in particolare). La sensibilità ai parassiti, infatti, aumenta a causa del microclima che si realizza all’interno della parete di vegetazione e delle ferite prodotte dalla raccolta e potatura meccaniche. Utilizzando varietà di normale vigoria, per contenere lo sviluppo delle chiome e per eliminare le branche di grosso diametro, sono necessari energici interventi di potatura e ciò comporta l’accentuarsi dell’attività vegetativa a scapito di quella produttiva.

L’asse centrale è utilizzato per impianti superintensivi progettati per la raccolta meccanica in continuo con macchine scavallatrici e per meccanizzare la potatura. È costituito da un asse centrale su cui si inserisconobranche di eguale lunghezza. L’insieme degli alberi forma una parete di vegetazione le cui dimensioni non devono superare 2,5 m in altezza e 1,5-2 m in spessore.


Confronto tra le varie forme di allevamento adottate  Numerosi studi sono stati sviluppati su questa

tematica. Dal punto di vista tecnico la forma migliore è quella che permette all’olivicoltore di ottenere maggiori redditi cioè quella che riesce a ridurre i costi per la potatura e la raccolta.  Es. la presenza di un tronco unico è fondamentale in caso di raccolta con vibro-scuotitori. Rispetto agli oliveti allevati a cespuglio la forma a monocono ha un più alto costo complessivo della potatura.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.