Il giardino mediterraneo Dott.ssa Agr. Emanuela Caprio
Che cosa si intende per clima mediterraneo? ď‚— Temperature miti con estati calde e asciutte, inverni piovosi ma non eccessivamente rigidi, primavere ricche di piogge con giornate calde e autunni con climi temperati
Stesso clima in diversi luoghi del pianeta
Il Cile Stretta banda di terra tra le Ande e l’Oceano Pacifico si allunga per oltre 4000 km da sud a nord comprendendo tutti i climi.
La parte centrale compresa tra La Serena e Concepción è a clima mediterraneo. Lungo il litorale molte specie arbustive approfittano delle nebbie che si originano dalle correnti fredde dell’oceano: Berberis, Senna, Cestrum etc.
California
La California • Anch’essa beneficia lungo il litorale della nebbia proveniente dal Pacifico.
• Procedendo verso l’interno il paesaggio muta e compaiono querce e corbezzoli
• Tra San Francisco e San Luis Obispo la costa è coperta dal chaparral vegetazione bassa e piena di fiori regolarmente rigenerata dagli incendi.
• Scendendo verso Los Angeles l’aridità aumenta e la costa si arricchisce di numerose specie di salvia.
• A sud comincia il deserto che si estende verso l’Arizona e il Messico.
Sudafrica
Il Sudafrica • La vegetazione che domina la regione del Capo si chiama fynbos ed è caratterizzata da tre grandi famiglie: proteacee, ericacee, e restionacee che ricordano giunchi e bambù. Molte piante comuni nei giardini mediterranei provengono dalla regione del Capo: gazania, euryops, myrsine e molti pelargonium.
• Più a nord troviamo numerose succulente, piante da bulbo e aloe
Sud-ovest dell’Australia
Il sud-ovest dell’Australia • Troviamo più di 6000 specie di cui la maggior parte non cresce in nessun altro posto del mondo. I suoli sono molto poveri e la siccità è molto spinta. Le famiglie dominanti sono Callistemon, Banksia e Grevillea.
• Presso la punta sud occidentalesi ha la massima piovosità e qui troviamo maestosi Eucalyptus, e ricchi sottoboschi.
• Più a nord troviamo le Acacia e verso est arriviamo al deserto privo di vegetazione.
Bacino del mediterraneo
Bacino del mediterraneo • Un incredibile mosaico di essenze suoli e microclimi che ospita differenti ecosistemi.
• Il Mediterraneo è un mare intercontinentale situato tra Europa , Africa e Asia.
• La flora del mediterraneo è una delle più ricche al mondo con 25.000 specie vegetali cioè quasi il 10%della flora mondiale.
Strategie di adattamento • Morire in estate ossia scomparire quando le condizioni diventano difficili: le piante annuali germinano, crescono, fioriscono e producono semi in pochissimo tempo.
• Nascondersi dal sole (geofite o piante bulbose):
strategia simile alla precedente, ma durante il periodo di vegetazione la pianta accumula i nutrienti e l’acqua negli organi tuberosi sotterranei. Al caldo la pianta scompare, ma il bulbo resta vivo in attesa delle nuove piogge autunnali. Ciclamini, Crocus, iris, narcisi, Allium, Agapanthus..
Strategie di adattamento • Doppio sistema di radici per meglio resistere all’aridità: la parte aerea di una plantula (es. cisto) nata in autunno cresce di appena qualche centimetro in inverno ma la crescita più importante avviene sottoterra. Rapidamente emette una radice lunga che scende in profondità fino al punto più umido che le garantisce la sopravvivenza. In un secondo momento se la plantula sopravvive alla prima estate, sviluppa una rete di radici superficiali in modo da assicurarsi l’umidità proveniente dalla pioggia e gli elementi nutritivi.
L’apparato radicale delle piante a clima mediterraneo si accresce in autunno, inverno e inizio primavera. Ne consegue che il momento migliore per piantare in clima arido è l’autunno perché essendo la pianta all’inizio del suo ciclo naturale di emissione delle radici, radicherà bene e sarà praticamente autonoma l’estate successiva.
Strategie di adattamento • La fotosintesi utilizza l’energia solare per produrre zuccheri
utili alle piante. Il processo utilizza CO2 presente nell’aria e libera O2 attraverso gli stomi situati sulle foglie. Durante la fotosintesi la pianta traspira perdendo una parte importante di vapore acqueo.
• Ridurre la traspirazione: alcune piante (sclerofille) hanno
sviluppato foglie spesse e coriacee la cui faccia superiore è coperta da una cuticola cerosa impermeabile e gli stomi si trovano sulla superficie della pagina inferiore. (lecci, corbezzoli, filliree, alaterni, lentischi, mirti..)
• La traspirazione è necessaria per la crescita delle piante
perché questo è il processo che genera la “pompa d’acqua” quindi le piante che combattono contro l’aridità in questo modo entrano spesso in una fase di dormienza estiva.
Strategie di adattamento Dormienza estiva: piante decidue in estate Alcune piante invece del riposo estivo perdono tutte le foglie all’inizio della stagione asciutta (Euphorbia acanthothamnos). Niente foglie niente fotosintesi nessuna perdita d’acqua.
Strategie di adattamento • Ridurre la superficie esposta (rosmarino) perchÊ oltre che per traspirazione, le foglie perdono acqua per semplice evaporazione. Le foglie vengono arrotolate, si riducono di dimensione fino a divenire scaglie (ginepro) o spine (cactus), si posizionano in verticale lungo l’asse dei raggi solari, mutano le dimensioni a seconda della stagione e quelle che cadono in primavera, decomponendosi, liberano sostanze antigerminative (Phlomis).
Strategie di adattamento  Piante pelose e fogliame grigio: (Stachys bizantina) sono ricoperte di peli bianchi che riflettono la luce solare, riducono il calore a livello della superficie della foglia diminuendo l’evaporazione e fanno da filtro frangivento.
Sotto i peli la foglia è verde!!
Strategie di adattamento Captare l’umidità dell’aria attraverso i peli. Le goccioline imprigionate impiegheranno molto tempo ad evaporare mantenendo per ore freschezza e umidità intorno all’epidermide della pianta.
Strategie di adattamento  Produzione di oli essenziali sia per difendersi dai predatori come insetti o erbivori, sia per lottare contro altre specie competitive perchÊ le lettiere di foglie in decomposizione liberano sostanze che limitano la germinazione di specie concorrenti, sia per creare una sorta di bolla climatizzata all’interno della quale le piante si difendono dalla aridità .
Strategie di adattamento Conservare l’acqua come le succulente. Inoltre, grazie alla loro forma a coste verticali, riescono a proiettare l’ombra su una superficie più ampia del fusto beneficiando di una relativa freschezza.
Aridità fisiologica Una pianta sottoposta a carenza idrica perde per evapotraspirazione più acqua di quanta ne riesce ad assorbire dalle radici.
Per le piante a clima temperato il deficit idrico provoca: appassimento delle foglie, progressiva bruciatura dei giovani getti, caduta generale delle foglie, possibile morte della pianta. Tutto ciò non accade per le piante che negli anni si sono evolute ed hanno acquisito strategie di adattamento all’aridità
La pluviometria annuale non è un parametro che da solo permette di definire l’aridità. Il rapporto tra temperatura e pioggia determina il deficit idrico
A ciascuno la sua aridità Molti sono i parametri che determinano l’effettiva aridità per le piante dei singoli giardini:
Tessitura e profondità del suolo Esposizione Competizione radicale Vento Sale
Tessitura del suolo Argilla: 0.002 mm di diametro Sabbia: 2 mm di diametro
Limo: 0.02 mm di diametro
Terreno argilloso Molto fertili, pesanti, poco drenanti, si riscaldano lentamente in primavera e in estate si compattano e induriscono (mantiene bene l’umidità).
Per migliorarlo si può aggiungere torba e sostanza organica.
Terreno sabbioso e limoso Più drenanti, richiedono frequenti irrigazioni e concimazioni. (mantengono poco l’umidità)
Possono essere migliorati con l’aggiunta di sostanza organica
Esposizione Influisce molto sull’evapotraspirazione. A seconda dell’esposizione
ad esempio sulla montagne mediterranee si può vedere come cambia la vegetazione in funzione dell’esposizione di un versante al sole o all’ombra.
Competizione radicale  I grandi alberi agiscono come vere e proprie pompe idrovore appropriandosi dell’umidità disponibile del terreno per mezzo della rete estesa delle loro radici.
Il vento Esaspera tutte le condizioni difficili a cui sono sottoposte le piante: freddo in inverno, aridità in estate, salinità in riva al mare, azione abrasiva della sabbia, aumento dell’evapotraspirazione delle foglie.
Il sale Trasportato dall’aria salmastra, il sale che si deposita sulle piante ha un’azione brutale sulle foglie. Il sale infatti brucia le foglie sotto l’effetto della potente disidratazione da contatto in quanto assorbe l’acqua attraverso la membrana cellulare.
Scegliere la pianta adatta senza fretta Non tutte le piante crescono bene nei nostri giardini. Invece di cambiare le condizioni di coltivazione è il caso di cambiare la gamma di piante da utilizzare.
La prima cosa da fare è studiare ciò spontaneamente ci circonda e poi osservare i giardini circostanti concentrandovi su quelli poco curati o i vecchi parchi abbandonati per reperire le piante che sopravvivono senza aiuto esterno.
Non fatevi abbindolare dal colore dei fiori Prima di provare una nuova pianta bisogna sapere: Resisterà al freddo? Resisterà all’aridità? È adatta al mio tipo di terreno?
Terreni calcarei Evitare le specie acidofile perché il calcare impedirà alle piante di assorbire ferro contenuto nel suolo provocando clorosi, arresto della crescita e deperimento.
Si potranno piantare: lavande (tutte tranne la stoechas che è acidofila), rosmarini..
cisti,
ceanothus,
callistemon,
Il freddo Talvolta si associa il clima mediterraneo a un concetto di mitezza, eppure ad esclusione di alcune zone, ci si può trovare di fronte a temperature minime molto basse.
Molte piante mediterranee tollerano un freddo secco ma possono morire in condizioni di freddo e umidità del terreno. È importante favorire un buon drenaggio intorno al colletto.
Qualità delle radici Acquistando una pianta si è portati a controllare la qualità del fogliame dimenticandosi delle radici.
In vaso la pianta emette radici in tutte le direzioni, poi la loro crescita è bloccata dalla parete del vaso. Siccome per nutrire la pianta devono continuare a crescere, esse seguono la parete e si ritorcono all’interno del vaso. Se la pianta resta troppo a lungo nel vaso le radici forma o un fitto manicotto. A questo punto messa in terra la pianta farà fatica ad emettere nuove radici verso l’esterno come se avesse memoria della deformazione imposta dal vaso. La pianta si ingrandirà ma le radici stenteranno a svilupparsi bene e ad ancorarsi convenientemente al suolo.
Qualità delle radici A volte capita per i vegetali legnosi che le radici strangolano il colletto della pianta portandola a morte prematura.
Inoltre il manicotto radicale rende la pianta più sensibile all’aridità.
Per le piante erbacee perenni questo problema è meno grave poiché la pianta stessa si rigenera per propaggine o rizomi.
Cosa fare? Cercare di acquistare piante giovani Se il manicotto non è troppo grosso al momento del trapianto si può provare a srotolare le radici per espanderle nella buca
Si possono incidere leggermente le radici con un taglio verticale su 4 lati in modo da stimolare la pianta a generare nuove radici che si allargano.
Preparazione del terreno Le piante mediterranee non richiedono ristagni quindi se si è in presenza di un terreno che dopo le piogge resta impregnato d’acqua a lungo è necessario cominciare con il drenaggio.
Il modo più semplice per drenare il suolo consiste nel sopraelevare le aree di impianto.
Un viottolo ghiaioso ai piedi delle aree rialzate (è sufficiente un’aggiunta di terra dai 30-40 cm) è sufficiente per drenare l’acqua. La terra aggiunta può essere un misto di terreno argilloso recuperato dallo sbancamento misto a torba, ciottoli e sabbia di fiume.
Quando piantare Il momento ideale è l’autunno giusto prima che inizi la stagione delle piogge per approfittare del ciclo naturale di crescita della pianta che ha tutto il tempo di attecchire nelle condizioni ideali.
Le piante adatte all’aridità hanno un ciclo vegetativo diverso rispetto a quelle dei climi temperati: crescita in autunno inverno primavera e riposo assoluto in estate.
Che succede alle piante? Dalle prime piogge autunnali le radici cominciano ad allungarsi approfittando del suolo umido e della terra ancora calda. La pianta cresce poco durante i primi mesi ma non è importante perché il vero sviluppo avviene sottoterra. L’apparato radicale si sviluppa e si ramifica e cerca di scendere il più rapidamente possibile. Il primo anno non è importante lo sviluppo della parte aerea quindi è da evitare qualsiasi prodotto che forzi la vegetazione e che aumenti l’evapotraspirazione. È solo durante il secondo anno che la vegetazione acquista volume. A questo punto infatti l’apparato radicale è abbastanza potente per tollerare una crescita vigorosa.
La tazza Per un giovane arbusto coltivato in vaso da 1-2 litri (1820 cm di diametro)occorre creare una buca di 30cm di larghezza e 40 di profondità che rappresenta in media il volume che le radici andranno a colonizzare durante il primo anno.
Una volta messa a dimora la pianta, pressata per evitare le sacche d’aria, si procede alla creazione della tazza che ha il compito di trattenere l’acqua d’irrigazione impedendo che scappi in tutti i lati in superficie.
SOLO L’ACQUA CHE PENETRA IN PROFONDITA’ E’ UTILE ALLA PIANTA
La tazza La dimensione della tazza dipende dal tipo di terreno ma deve essere in genere 60 cm di diametro e 20 di profondità per contenere in una sola volta dai 15 ai 20 litri d’acqua.
Se la piantagione è fitta si può fare una tazza più grande che comprende più piante.
Sempre, dopo aver messo in terra la pianta, si pratica una prima irrigazione che assesta il terreno intorno alla zolla e procura alla pianta una profonda riserva di umidità.
ď‚— Per le piante assestate da anni nel giardino la
stagione asciutta non è un problema, esse si comporteranno come piante selvatiche degli ambienti aridi, mentre per le piante di meno di una anno l’estate potrebbe essere dura quindi bisogna tenere sotto osservazione l’irrigazione.
Come e quando irrigare Per abituare una pianta giovane all’aridità la soluzione migliore è quella di irrigarla il meno spesso possibile ma con una grossa quantità d’acqua. L’acqua deve formare una profonda chiazza di umidità andando ben al di sotto della zolla della pianta per attirare le radici verso il basso.
Con irrigazioni distanziate ma abbondanti lo sviluppo avverrà verso gli strati più bassi del terreno dove l’umidità persiste a lungo senza evaporare. In queste condizioni la pianta può resistere 15 giorni in estate senza problemi anche se vento e sole essiccano le superfici. Al contrario un’irrigazione superficiale ripetuta genera radici poco sotto la superficie dove l’evaporazione è più intensa.
Come e quando irrigare A seconda della natura dei suoli e delle condizioni climatiche occorre modulare il ritmo di irrigazione.
Un suolo molto sabbioso trattiene poco acqua e nutrienti. Va quindi aumentata la frequenza delle irrigazioni.
Un suolo argilloso conserva l’umidità a lungo, quindi le irrigazioni possono essere più distanziate nel tempo
Un suolo roccioso è dotato di tasche umide sotto le rocce che sono un vero toccasana per le radici.
Perdite d’acqua per evaporazione diretta Per arbusti e perenni l’irrigazione a pioggia è la cosa peggiore perché bagna solo la superficie e l’effetto a ombrello delle piante e il sole fanno sì che solo una piccola parte viene utilizzata dalle radici e allo stesso tempo stimola la germinazione delle infestanti. Inoltre favorisce la comparsa di numerose malattie fungine.
L’irrigazione nella tazza alla base della pianta fa sì che l’acqua può scendere lentamente fino a 40cm sotto terra.
Impianto a goccia Se ben programmato l’impianto a goccia può essere efficace. Un piccolo apporto d’acqua più volte a settimana crea una zona superficiale umida dove si formeranno le radici. Occorre dunque realizzare come per la tazza, un’irrigazione in profondità a intervalli molto ampi.
I gocciolatori sono utili nei vasi e per irrigare gli orti.
Come dosare la quantità d’acqua? Per imparare a dosare la quantità d’acqua si può praticare un solco di controllo.
All’inizio dell’estate (quando il periodo è già asciutto) si riempie la tazza intorno alla pianta fino all’orlo misurando l’acqua versata.
Attendere 48 h affinché la superficie si asciughi bene Scavare ad una distanza utile che non danneggi le radici della pianta un solco stretto e profondo che vi permette di verificare l’umidità del suolo in profilo verticale. 2-3 giorni dopo l’irrigazione il suolo deve essere ben umido a 30-40 cm sotto la zolla della pianta. Se così non fosse la prossima volta si raddoppia la quantità d’acqua e si rifà il controllo.
Esempio di irrigazione In un’estate normale senza grosse piogge si versano 20 litri d’acqua ogni 20 giorni alle piantagioni dell’AUTUNNO precedente. Questi 20 litri in genere bastano per una quindicina di giorni ma se si aspettano un altro paio di giorni prima di irrigare nuovamente, si vedono le piante in stress idrico le foglie ingialliscono e cadono, ma questo breve stress aiuta la pianta a sostenere l’aridità, è in questo momento che per sopravvivere la pianta emetterà radici profonde.
Questo ritmo non è pensabile per le piante messe a dimora in primavera che si innaffieranno con 10-15 litri d’acqua una volta a settimana.
La mia pianta sembra sempre aver sete.. La specie è adatta alla vostra regione? Appena comprata la pianta era piccola con un volume della chioma equilibrato in rapporto al volume radicale?
Le radici sono di buona qualità senza manicotto? Il suolo ha uno scavo di piantagione adeguato? È stata piantata in autunno prima delle piogge? Si controlla che l’irrigazione sia sufficientemente abbondante?
NON SIATE TESTARDI: SE DURANTE LA PRIMA ESTATE QUALCHE PIANTA NON VEGETA COME DOVREBBE ABBANDONATELA SENZA RIMPIANTI
Perché un giardino senza irrigazione? Interesse paesaggistico nelle piante mediterranee Scelta ecologica di non sprecare una risorsa preziosa Diminuzione della bolletta dell’acqua
Tuttavia… Se si irriga l’errore da non fare è quello di miscelare le specie senza tener conto del loro fabbisogno d’acqua.
Le piante esigenti avranno sempre sete mentre le piante mediterranee deperiranno per eccesso d’acqua.
Si può concepire il giardino come una trama invisibile di cerchi concentrici intorno alla casa. Più ci si allontana più il giardino sarà di ambiente arido, mentre vicino alla casa in una zona facilmente accessibile all’irrigazione si raccoglieranno le piante con un bisogno d’acqua più elevato.
Dal diserbo alla pacciamatura Il modo più semplice per limitare il problema delle erbe infestanti è quello di occupare la superficie coprendo il terreno. Minore sarà la superficie esposta minore sarà la quantità di infestanti. Quindi si possono usare piante tappezzanti di diverse altezze.
Un’altra soluzione è la pacciamatura che può essere organica: corteccia, sfalci d’erba, paglia (circa 10 cm di spessore) e inorganica: lapillo, pietrisco, sabbia (circa 5-8 cm)
A che serve la pacciamatura? Trattiene l’umidità nel terreno Evita la formazione della crosta superficiale Protegge il suolo dall’erosione Modifica la temperatura del terreno sia in estate che in inverno
Riduce la crescita delle infestanti Se organica, disgregandosi aumenta la sostanza organica del terreno migliorandone la struttura