Hyde Park Photography Promo Ita

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Hyde Park

photography

il magazine dei Fotografi

tema del mese

street PHOTOGRAPHY INTERVISTA A

MARKUS HARTEL E ERIc KIM REPORTAGE

Jeronimo Palomares Galvan


indice

4

6

editoriale

cosa stiamo cercando?

8 FELIX LUPA

10 ANNA MONTUORI

INTERVISTA A MARKUS HARTEL

consigli street photography

14 DARIO DUSIO

osservare le fotografie

16 IAN BRUMPTON

LUCA NAPOLI

street e cultura pop

LUIGI ZEZZA

PAOLO BOLOGNA

MASSIMO NAPOLI

18 LUCA FARINELLI

migliori fotocamere per strreet

22

20 come fare outdoor fotografico

MARCO MARASSI

SAGI KORTLER

INTERVISTA a erik kim


28 GARY GUMANOW

SERGE BOUVET

LUIS A.DE JESUS

street proviamo a darne una spiegazione

30 JERONIMO PALOMARS GALVAN

ED HAWCO

JIM WICKS

LUKAS VASILIKOS

MADDALENAZAMPITELLI

JANE MACNEIL

OMAR BIAGI

BIAGIO DE GIOVANNI

RAFFAELLO FERRARI

SARA NICOMEDI

40 NACHO LOPEZ, PROVOCATORE DELLA STORIA

web site - http://photo.rivistahydepark.org email - redazionehydeparkphoto@gmail.com ART DIRECTOR - MArco Savarese photo editor - alessio coghe direttore responsabile - antonio borghese

42 il rompiscatole

foto copertina - ian brumpton REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI NAPOLI CON IL N. 66 DEL 28/09/2009


redazione hyde park

EDITORIALE

di alessio coghe

Q

uando Marco mi ha contattato per parlarmi dell’idea dietro al progetto HYDE PARK PHOTOGRAPHY avevo già la certezza che si sarebbe trattato di una grande iniziativa. Questo perché ho avuto modo di conoscere Marco grazie alla mia collaborazione come fotografo e articolista per HYDE PARK, il magazine free press, da cui nasce questa nuova sfida editoriale in cui rivestirò il ruolo di photo editor . E mentre accettavo, ho pensato: questa è l’occasione che hai per fare la rivista dei tuoi sogni, quella che ha sempre desiderato e mai trovato in edicola! La sfida è ambiziosa: offrire un magazine che parli di fotografia concentrandoci sul linguaggio e la cultura dell’arte di scrivere con la luce. Già, l’arte. Spesso si dimentica che stiamo parlando di arte quando parliamo di fotografia, e questo è purtroppo ancora più vero in Italia, dove, fatte salvo rare eccezioni, l’editoria specializzata tratta la materia fotografica quasi esclusivamente per aggiornare i propri lettori sulle ultime uscite del mercato fotografico spingendo su un solo aspetto editoriale e cioè la “commerciabilità” della rivista, e non scrivendo articoli sul “dagherrotipo” o su “Henri Cartier Bresson”. Il risultato di questa situazione è che chi non ha intenzione di comprare una nuova fotocamera si troverà un magazine infarcito di articoli che non gli interessano. Da qui è nata l’idea di realizzare una rivista di fotografia fatta dai fotografi pensata per i fotografi e per chi si occupa di immagine, tanto a livello amatoriale che professionale. Dietro tutto questo c’è una redazione impegnata a selezionare e scegliere la linea editoriale e quindi il contenuto che di mese in mese offriremo ai nostri lettori. Nostra intenzione è quindi quella di offrire una rivista di contenuto totalmente aperta alla collaborazione degli utenti, ma con una estrema cura del prodotto per offrirvi un magazine raffinato e innovativo. Le esigenze editoriali e di mercato impongono un saper stare al passo con i tempi e quindi il magazine sarà strettamente connesso con il web. Anche la comunicazione è cambiata con l’avvento di internet e di questo HYDE PARK MAGAZINE terrà conto nel modo di proporsi ai suoi lettori e ai suoi collaboratori. Disponiamo di un sito internet che presenta il magazine al meglio e si fa strumento attivo sia come presentazione del prodotto che come approdo e luogo di interscambio tra la redazione e i propri lettori/collaboratori. Dal punto di vista personale il mio ruolo di photo editor e supervisore dei progetti presentati è un ruolo che mi sta coinvolgendo e coinvolgerà tantissimo in futuro. Questo lavoro comporta tutta una prima fase di contatto con i possibili artisti da coinvolgere nel progetto del mese: il magazine avrà un tema portante e su quello organizzeremo tutta la progettazione e selezione dei fotografi e propositori di contenuti. Inevitabilmente questo comporta scartare molti progetti che vengono sottoposti alla mia attenzione: puntiamo alla qualità per proporci con credibilità a livello internazionale. L’obiettivo dichiarato è appunto quello di offrire una vetrina di qualità per i fotografi, e per farlo la selezione impone scelte accurate per offrire un prodotto di alto livello. Chiaramente chi si proporrà per la rivista non è un fotografo professionista, ma un fotografo amatore o experienced che ha voglia ed esigenza di farsi conoscere e presentare il proprio lavoro. In queste settimane ho avuto modo di ammirare tantissimi lavori validi, ma anche tanti progetti che non hanno una coerenza di linguaggio e le foto appaiono slegate tra loro sia a livello stilistico che contenutistico. Di questo avremo modo di parlare in un articolo che ho intenzione di preparare proprio sulla presentazione di un portfolio/ progetto di immagini. Detto questo e, tornando alle nostre scelte editoriali, vorrei precisare che all’interno del magazine non scarteremo a priori l’opportunità di inserire articoli che parlino di fotocamere e attrezzatura, ma certamente lo faremo con un approccio diverso, più improntato ad informare su dove sta andando il mercato fotografico che ad una classica recensione del prodotto testato. Da qui partiamo dunque, noi abbiamo la certezza di avere iniziato un’avventura editoriale che ci porterà lontano. Ci crediamo, e siamo certi che conquisteremo tanti lettori ma anche tanti collaboratori desiderosi di mettersi in gioco su un magazine di qualità fatto dai fotografi e pensato per tutti coloro che amano la fotografia.

4 | EDITORIALE editoriale


HP PHOTOGRAPHY | STREET PHOTOGRAPHY

photo.rivistaydepark.org | 5


redazione hyde park

COSA STIAMO CERCANDO? PICCOLA GUIDA PER GLI UTENTI DI HP PHOTOGRAPHY

V

edere la propria proposta fotografica pubblicata in una galleria del nostro social network o nelle pagine del nostro magazine è una bella soddisfazione. Però, HP Photography, per esigenze editoriali opera una selezione dei lavori inviati. Chiaramente non tutti i lavori che gli utenti ci inviano meritano di essere pubblicati, e questo ha molto a che vedere su come si presenta un portfolio di immagini. Conoscere questo aspetto si rivela fondamentale non solo per HP Photography, ma, visto nell’ottica del fotografo per la sua crescita. Mettere insieme le foto che andranno a comporre un portfolio di immagini presuppone innanzitutto una conoscenza del proprio fotografare e di quello che vogliamo raccontare che non può essere approssimativa. Preparare un portfolio non è selezionare un pò di foto dal proprio hard disk, e non equivale neanche a mettere tutte le nostre preferite. Un portfolio dovrebbe innanzitutto avere una sua struttura coerente, e dovrebbe proporre un linguaggio il più possibile omogeneo. Meglio ad esempio che le foto siano o tutte in bianco e nero o tutte a colori: altrimenti rischiamo di presentare un set di immagini già palesemente in contraddizione tra loro. Questa è la prima cosa che salta all’occhio di ogni photoeditor. Avere uno stile passa anche attraverso una propria visione del bianco e nero o del colore. Anche il formato delle foto dovrebbe essere univoco in un progetto:il rapporto dovrebbe essere sempre lo stesso: 2:3, 3:4, 1:1, 16:9... Per piacerci, evitate inoltre di inviarci 45/50 foto. Non serve, non è quello che cerchiamo. Il portfolio ideale conta da 7 a 12 foto, bastano per presentare il fotografo e per farci capire di che stoffa siete fatti. Quindi poche foto ma buone e ben selezionate. Saper selezionare dai propri lavori è fondamentale per ogni fotografo, ed è importante quanto il saper fare foto. Tenete a mente questa ricetta e non sbaglierete. E scoprirete che poi non è così difficile essere pubblicati su HP Photography.

6 | cosa stiamo cercando?


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foto di Luigi zezza photo.rivistaydepark.org | 7


bianco nero


street photography


FELIX LUPA

FELIX LUPA NATO NEL 72 IN UCRAINA, CHE FACEVA PARTE DELL’UNIONE SOVIETICA. E’ UN FOTOGRAFO DI SECONDA GENERAZIONE. FOTOGRAFO FREELANCE DAL 1995, LAVORA CON QUOTIDIANI ISRAELIANI. LAVORA A PROGETTI PER MAGAZINE E TELEVISIONE. HA ESPOSTO IN NUMEROSE MOSTRE INTERNAZIONALI. SPECIALIZZATO IN REPORTAJE, DOCUMENTALE E STREET PHOTOGRAPHY. Ultimamente Felix ha deciso di concentrarsi sulla street nella quale lui vuole presentare un occhio pubblico, veicolando messaggi sulla strada. Ci sono molte sfaccettature, messaggi complessi nel quale i sensi lavorano veicolando at alta velocitA’ la sensazione del momento decisivo della strada e della vita dell’uomo. L’abilita’ a vedere e connettersi con le situazioni umane E’ come un istinto primordiale, come respirare, e l’occhio pubblico E’ il mE’dium attraverso il quale l’artista esprime il suo particolare punto di vista.


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FELIX LUPA

street photography web: www.felixlupa.com nazionalitĂ : ucraina


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FELIX LUPA


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FELIX LUPA


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redazione hyde park

Semplici consigli per ottenere il massimo dalla Street Photography foto di MATTEO zannoni 8 | semplici consigli per la street photography


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A

A volte, mentre ricerchiamo di mettere in pratica tecniche “nascoste” ci scordiamo di tenere a mente quelle che sono le regole base della fotografia. Ecco, ad esempio, alcuni “ovvi” consigli da ricordare quando si scattano fotografie per le strade della vostra città. Avvicinatevi al soggetto. Molto spesso il soggetto che volete catturare nella fotografia, potrebbe confondersi con l’ambiente principale pieno di elementi a volte frenetici, tipici della fotografia di strada. Avvicinatevi al vostro soggetto e cercate di renderlo l’elemento primario dell’immagine Siate buoni osservatori. La fotografia in strada si basa fondamentalmente sull’osservazione della gente, sulle loro azioni e reazioni e sul loro collocamento contestuale. Tenete i vostri occhi in costante all’erta, come se vi trovaste su un campo di battaglia. Scattate molte fotografie. Solitamente tendo a scattare fotografie soltanto quando sono sicuro di avere un buon soggetto nella mia inquadratura. Mentre da un lato questa sia una buona pratica, dall’altro può farvi perdere diverse opportunità. Non abbiate il timore di scattare più fotografie del dovuto e soprattutto non abbiate paura di cancellare gli scatti “noiosi” e tecnicamente scadenti una volta trasferite le fotografie sul computer. Non perdete tempo con i settaggi di esposizione. Nella “Street Photograhy” capitano situazioni che tendono a scomparire molto in fretta. Non perdete tempo a cercare il miglior metodo di valutazione dell’esposizione e concentratevi sulla fotografia. Se necessario, scattate in modalità automatica o scattate in RAW, di modo che potrete correggere l’esposizione della fotografia in un secondo momento. Riducete al massimo il vostro equipaggiamento. Spesso la gente si spaventa nel vedere la vostra Canon EOS 5D con un obiettivo 24-70mm e il flash montato e tende a nascondersi. Cercate di essere discreti e di sembrare “normali” amatori fotografi (come quelli con gli occhi a mandorla che si incontrano nelle principali città d’arte in Italia). Utilizzate dei grandangoli. Partecipare alla scena significa anche essere molto vicini alla stessa. Utilizzando un grandangolo o una focale corta potete inserire nella vostra immagine un numero apprezzabile di element. Partecipate alla situazione. Cercate di interagire con la scena e, se possibile convincete i soggetti a “recitare” per voi; il vecchietto sulla sedia, lo strillone che vende i giornali, saranno lieti di posare per voi se vi vedranno come un amico, piuttosto che come qualcuno che vuole rubare la loro immagine per poi fuggire. Scattate di nascosto: In maniera opposta da quanto specificato nel punto precedente, approfittate di alcune situazioni delicate per scattare fotografie “di nascosto”. Per tale scopo armatevi di teleobiettivi e cercate di non dare nell’occhio tenendo un look casual. Le foto migliori le ho scattate in spiaggia, in costume, e confondendomi tra la folla. Imparate a conoscere il vostro equipaggiamento: La “Street photography” è spontanea e immediata e in alcuni momenti sarà necessario utilizzare velocemente i vostri strumenti, per cui una conoscenza approfondita degli stessi vi favorirà in questa direzione.

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ANNA MONTUORI

ANNA MONTUORI Sono nata a Napoli nel 1969, vivo a Milano dal 1974. Madre di due bambini, lavoro in una casa editrice e il mio settore E’ quello pubblicitario. Ho acquistato una fotocamera per la prima volta nel 2007, e da allora la mia visione del mondo E’ cambiata. Preferisco i ritratti e la street photography, specialmente la zona di transizione tra la luce e l’ombra.


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ANNA MONTUORI


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ANNA MONTUORI

street photography web: http://flickriver.com/photos/annamontuori nazionalitĂ : italiana


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ANNA MONTUORI


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markus hartel

INTERVISTA A MARKUS HARTEL street photography web: http://www.markushartel.com

10 | INTERVISTA A MARKUS HARTEL


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Q

uando abbiamo pensato a questo primo numero ed é stata accettata la mia proposta di dedicarlo alla street photography, súbito la mia mente é corsa a Markus Hartel e all’idea di intervistarlo. Conosco virtualmente Markus da qualche anno, e abbiamo modo alle volte di discutere nelle varie piattaforme che ci vedono connessi: dagli hamburgers di strada delle rispettive cittá alle reciproche iniziative web, per arrivare naturalmente alla fotografía. Lo conosco quindi per essere una persona estremamente disponibile e cortese. La sua affabilitá, confermata nel corso di questa intervista, é una lezione di umiltá per i fotografi di tutto il mondo: per quanto mi riguarda – ma non sono certamente il solo a pensarlo – Markus é il piú grande fotógrafo street contemporáneo. Ciao Markus, ti ringrazio del tuo tempo e della tua scelta di condividere la tua expertise ed esperienza con noi. Ci puoi raccontare un pò del tuo contesto prima dell’esperienza newyorkese? Raccontaci come hai incominciato con la fotografia di strada (street photography). Grazie a voi dell’invito… nasco come tipografo, uno dei profili professionali di grafici e print designers di vecchio stampo ma tuttora esistenti. Ricordo di aver usato la fotocamera a telemetro di mia nonna per le foto di famiglia e che ho sempre avuto un interesse nella fotografia, ma non ho mai fotografato nelle strade fino al mio arrivo al New York, che è stata una grande fonte di ispirazione per me. Quale è il tuo modo di lavorare, sei un fotografo costantemente in movimento alla ricerca di scene interessanti o piuttosto ti scegli uno sfondo di tuo interesse ed aspetti che le persone riempiono la

scena? Qual’è il tuo approccio nello scattare le foto di strada? Normalmente non sono molto paziente e non sono in grado di rimanere nello stesso posto a lungo. Ho bisogno di muovermi per mantenere alto il mio interesse. Raccontaci del tuo progetto Americans 2010… L’idea di viaggiare attraverso gli USA con i mezzi pubblici sembrava romantica all’inizio ma si è presto rivelata un’impresa ardua per il breve intervallo di tempo ed i pochi soldi a mia disposizione. Ho fatto del lavoro piuttosto interessante nel Nordest and nel Sud, specialmente a New Orleans, e mi auguro di poter presto tornare in strada. L’economia è stata molto instabile nell’ultimo periodo e questo vale un pò dovunque. Quanto è diventato più difficile la street photography negli ultimi anni, con l’incremento della diffidenza di fotografare in posti pubblici? Certamente c’è stato un incremento della consapevolezza dei fotografi da parte del pubblico, ma devo comunque aggiungere che i fotografi di strada in erba dovrebbero prendere piena coscienza dei loro dintorni e allo stesso tempo avere in mente di scattare una fotografia di strada con un fare cortese. Ritieni anche che il pubblico sia diventato più paranoico verso i fotografi? Il pubblico può essere influenzato dai media ed è diventato nel tempo più consapevole della presenza dei fotografi in pubblico. Come fotografo, quanto è importante l’attrezzatura fotografica per te, quale macchina fotografica usi? Quale ritieni possa essere la macchina “ideale” per la street photography? La macchina fotografica è importante a livello subconscio e ritengo

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markus hartel che ognuno debba usare ciò che sente più giusto o familiare “nelle proprie mani”. Dopo aver provato e scattato con tanti sistemi diversi, sembra che ritorni sempre alle Leica perchè trovo che il telemetro delle Leica sia quello giusto per me. Leica, complessivamente. Come mai? Sono fotocamere semplici, che fanno bene il loro lavoro, un eccesso di automatismi e autofocus possono essere controproducenti nel mio lavoro, anche se con alcune macchine mi piace usare la priorità di diaframma. Cosa pensi delle fotocamere senza specchio? Il 4°/3° sistema promette bene, abbinato alle lenti giuste, e la qualità dell’immagine migliora di generazione in generazione. Inoltre le aziende produttrici hanno capito che possono stipare solo un numero “x” di pixels sul sensore prima di degradare la qualità dell’immagine. Quale è stata una delle fotografie di strada più memorabili che hai scattato? Personalmente adoro lo studio della metropolitana in movimento di cui ho appeso una stampa di 60 pollici nel mio soggiorno. Nel tuo sito web c’è un settore con grandi tutorials. Stò parlando del settore IMPARA DA MARKUS… Ti ringrazio. Mi piace molto condividere la mia conoscenza - sentiti libero di mandarmi dei quesiti ed io pubblicherò tutorials che li riguardano appena ne ho l’occasione. Sei nato in Germania. Quanto è importante una città come New York per te e la tua fotografia? Sono cresciuto in una bella zona rurale della Germania e venire a New York è stata una profonda fonte di ispirazione – c’è sempre tanto da scoprire ad ogni ora della giornata. Quanto ti senti grato al fumo di New York City? Il fumo è un “elemento” molto caratteristico di NYC durante l’inverno e sono davvero affascinato dalle sfumature che assume. Un tuo consiglio per aspiranti fotografi di strada… Sii te stesso nell’ambiente, come se ti appartenga, e cerca di evitare la “foto rubata”.

DOMANDE VELOCI FOTOCAMERA PRINCIPALE: LEICA M9 LENTI PREFERITE: 28MM ELMARIT SOFTWARE PER IL POST PROCESSING: ADOBE LIGHTROOM 3 LUCE PREFERITA: LUCE NATURALE, SPECIALMENTE DURANTE O DOPO LA PIOGGIA UNA SCELTA: BIANCO E NERO O COLORE?: BIANCO E NERO ANALOGICO O DIGITALE?: DIGITALE CITAZIONE PREFERITA LEGATA ALLA FOTOGRAFIA: FOTOGRAFO PER SCOPRIRE COME APPARE CIO’ CHE HO FOTOGRAFATO. UN FOTOGRAFO DI STRADA DEL PASSATO: GARRY WINOGRAND UN FOTOGRAFO DI STRADA CONTEMPORANEO: BRUCE GILDEN UNA VITA SENZA FOTOGRAFIA E'. .. SENZA ISPIRAZIONE LIBRO PREFERITO: “CHOKE” CHUCK PALUHNIK MUSICA PREFERITA: REGINA SPEKTOR 12 | INTERVISTA A MARKUS HARTEL


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DARIO DUSIO

DARIO dusio Fotografo dall’etA’ di sedici anni. All’inizio street e lo studio sul bianco e nero, poi i colori, le luci, i ritratti in una spirale senza fine. Concerti e matrimoni sono i miei generi preferiti, mi piace scattare foto semplici il cui messaggio arrivi direttamente a chi guarda. Ho fatto un percorso di studi misto, liceo scientifico-tecnologico che E’ proseguito all’universitA’ in lettere e filosofia. Laureato con una tesi sul cinema di Hong Kong (di cui sono rimasto affascinato da colori, riprese ed inquadrature), ho iniziato a lavorare come informatico. Nel frattempo scattavo, studiavo fotografia, imparavo tecniche e coi soldi guadagnati compravo l’attrezzatura di cui avevo bisogno. Non ho seguito il classico percorso “artistico” ma non penso che sia un difetto ma qualcosa che mi ha permesso di avere una motivazione forte per continuare a scattare, nonostante tutto.


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DARIO DUSIO

street photography web: www.dusio.net nazionalitĂ : italiana


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DARIO DUSIO


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DARIO DUSIO


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OSSERVARE LE FOTOGRA

redazione hyde park

O

sservare...un istante però, prima: immaginare...immaginare un mondo vuoto di luce, senza occhi che lo osservano, perché a volte le cose non esistono o sono nel caos,in un enorme non senso. Altre volte ancora siamo immersi in un’immensa oscurità, dove non possiamo muoverci né comprendere né cambiare le cose e neanche trasformarle. Parliamo dell’ispirazione del fotografo. Deve essere ispirato questo gigante, altrimenti il mondo che lo circonda è buio e senza luce e forme. Già:allora? Allora è necessario osservare...osservare prima, aprire i nostri occhi e lasciare che tutto ciò che abbiamo intorno li riempia con gradualità ma per intero; guardare così e comprendere il nostro spazio e quello che noi siamo e vogliamo trasmettere attraverso un clic. L’arte viva delle immagini vive delle nostre osservazioni e delle nostre emozioni. Noi riusciamo a carpire da ogni cosa un qualcosa in più che gli altri non vedono, mentre per noi è caratterizzante e lampante. Il nostro osservare non è un semplice vedere: è qualcos’altro. E’ ricerca, invenzione, estrosità, brio e tanta fantasia. Le cose che vediamo ci parlano attraverso il nostro modo di osservarle. Un tramonto è sempre un tramonto ma il suo valore e il suo senso è racchiuso in noi, e noi vogliamo bloccarlo quel sentire, in una unica immagine che viva in eterno. Noi blocchiamo le sensazioni e i sentimenti in un clic. 14 | osservare le fotografie


E AFIE

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Il nostro è un mondo emotivo, e quello che vediamo non possiamo separarlo da quello che proviamo nel vedere. E’ reale quello che vediamo? Forse... Il mondo può essere raffigurato in un altro modo?Forse... Impariamo dai nostri occhi a capire il mondo, il mondo è in essi... noi osserviamo questo spettacolo, giorno dopo giorno, però non badiamo a tante cose fino a quando non ci poniamo dietro a una fotocamera. Dal mirino della nostra “compagna”le cose cambiano, perché la luce è implacabile,risalta o adombra, vivacizza od opacizza, ci dice che ci sono altre cose in più oltre a quelle che vediamo naturalmente coi nostri occhi. Allora il mondo si moltiplica, la nostra emotività si aggiunge alla perspicacia della lente, ci mostra quello che naturalmente noi possiamo vedere per un istante. La nostra è una catena di istanti... la fotocamera ci parla di quello che naturalmente ci sfugge, di quello che non possiamo fermare e osservare e meditare e comprendere...è l’occhio che cattura altri mondi e la possibilità di altri sentimenti aggiuntivi. Uno sguardo intelligente,attento,divino... di luci profonde. Con la fotocamera gli esseri si trasformano, viaggiano, si muovono, vanno e vengono, si moltiplicano, riempiono il mondo, lo popolano...uno scenario da ammirare. Le ombre diventano sostanza suggestiva; le luci si frammentano, si decompongono e si ricompongono. Il bambino con gambe come ali, gioca, lotta, infrangerà i suoi limiti? Il cane, bianco e nero, attraversa l’ombra per arrivare alla luce e la sua silhouette va in un’altra direzione rispetto all’ombra che marcia in senso opposto. Le ombre si muovono sugli oggetti: la bicicletta ha le gambe, il corpo non tiene una testa:allora nel mondo si muovono vari mondi che fanno loro leggi insolite. Qualsiasi cosa è possibile...è qui la forza della scrittura degli istanti che è la fotografia: una marea di grigi o di colori che si adattano al sottile sguardo di un istante che diventerà attimo di eterno.

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IAN BRUMPTON

IAN BRUMPTON Originario di Newcastle-on-Tyne, sono un fotografo attualmente residente a Londra specializzato in Street Photography in bianco e nero. Nella mia vita sono sempre stato un grande osservatore di persone ed E’ questo che mi ha condotto alla street photography. Amo la sfida di provare a catturare quei momentI unici dal mondo caOtico che ci passa davanti ogni giorno attraverso una fotografIa candid.


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IAN BRUMPTON

street photography web: www.ianbrumpton.com nazionalitĂ : inglese


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LUCA NAPOLI

LUCA NAPOLI sono nato a Taranto nel 1972. Laureato in ingegneria elettronica a Ferrara, mi sono trasferito a Milano dove lavoro. Vivo in una piccola cittadina vicino Milano. Autodidatta, influenzato probabilmente da mio padre negli anni 80 che mi coinvolgeva durante le uscite di street photography a Taranto. Nel 2006 ho comprato la mia prima dslr e da allora non piU’ abbandonato la fotografia. I miei progetti piU’ famosi sono Commuters e Taranto Vecchia. Sono affascinato dalla fotografIa di reportaje. Provo sempre a inserirE una storia nella foto. Bellissime foto senza una storia sono per me inutili, un pure esercizio stilistico. Sto attualmente laVorando ad un nuovo progetto sul servicio civile. Potete vedere qualche scatto nel mio Album su flickr.


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LUCA NAPOLI


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street photography web: www.flickr.com/photos/luca_napoli nazionalitĂ : italiana


LUCA NAPOLI


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redazione hyde park

16 | street photography e la cultura pop


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STREET photography e cultura pop foto di andrea bancone SE CERCATE ARTICOLI SUL WEB CHE TRATTINO DELLA STORIA DELLA STREET PHOTOGRAPHY VI ACCORGERETE CHE PARTONO TUTTI DAGLI ALBORI DEL GENERE, DALLA STRAIGHT PHOTOGRAPHY E/O DALLA FOTOGRAFIA DOCUMENTARIA E DI REPORTAGE. E’ GIUSTO, MA SE DOMANDO UNA DATA CERTA DELLA NASCITA DI QUESTO GENERE DI FOTOGRAFIA COSA MI RISPONDERESTE? IO CREDO CHE SI POSSA AFFERMARE CHE LA VERA STREET PHOTOGRAPHY SIA NATA NEGLI ANNI ‘60, ANNI IN CUI IN UNA CITTA’ EMBLEMA COME NEW YORK CITY (CHE TUTTI RICONOSCONO COME CAPITALE MONDIALE DEL GENERE DI MEYEROWITZ E HARTEL) SI CONOBBE UN’ INTENSA RIVALUTAZIONE DEL REPORTAGE. LEE FRIEDLANDER E SOPRATTUTTO GARRY WINOGRAND SI CONCENTRARONO SULLA CATTURA INCONDIZIONATA DI IMMAGINI PROVENIENTI DALLA VITA DI CITTA’ (CELEBRE IL PORTFOLIO “NEW YORK”, DEL 1963). IN PERFETTA CONTINUITY TRA REPORTAGE E APPUNTO LA STREET NASCENTE LA LEICA ASSURSE A MACCHINA FOTOGRAFICA FETICCIO CON LA QUALE CATTURARE SCENE CHE VEDEVANO SOGGETTI RIPRESI INCONSAPEVOLMENTE, SENZA LA MINIMA PREPARAZIONE O MESSA IN POSA DEGLI STESSI. WINOGRAND E FRIEDLANDER SCATTARONO UN NUMERO ENORME DI FOTOGRAFIE (NELL’ORDINE DELLE CENTINAIA DI MIGLIAIA), GUADAGNAN-

DOSI UN FIDUCIOSO APPOGGIO E SOSTENTAMENTO ECONOMICO DA PARTE DELLA FONDAZIONE GUGGENHEIM; NEL CONTESTO ESPOSITIVO, FURONO FREQUENTEMENTE OSPITATI DAL MOMA, IN PARTICOLARE NEL 1967 - CON DIANE ARBUS - PER LA MOSTRA INTITOLATA NEW DOCUMENTS. LA STREET PHOTOGRAPHY E’ INTRISA DI CULTURA POP, LO E’ TUTT’OGGI DOVE SPESSO GLI SCATTI CHE RISCUOTONO MAGGIOR SUCCESSO CI RICORDANO QUELL’EPOCA MITICA MAGARI ANCHE SEMPLICEMENTE CON UN PAIO DI OCCHIALI DA SOLE CON MONTATURA BIANCA O UN VOLTO DI UNA DONNA MATURA CON CAPELLI IPERCOTONATI (SEMPRE PIU’ RARI A VEDERSI)... E’ ANCHE PER QUESTO CHE LA STREET E’ SPESSO IN BIANCO E NERO. RIFLETTETECI... E LA STREET A MIO AVVISO HA NECESSITA’ DI PRESERVARE UNA CERTA ESTETICA, LASCIANDO LA LIBERTA’ DI LINGUAGGIO A TUTTI, NATURALMENTE, CHE HANNO POSSIBILITA’ DI ESPLORARE CERTAMENTE ALTRI UMORI E LIDI MENTALI, ANCHE I PIU’ FUTURISTI. MA DI CULTURA POP LA STREET SI NUTRIRE SEMPRE PERCHE’ POP E’ LA METROPOLI, LA GIUNGLA IDEALE (MA NON L’UNICA) CHE FACCIA DA LOCATION PER GLI SNAPSHOTS DELLO STREEPHER.

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LUIGI ZEZZA

LUIGI ZEZZA Sono nato a L’Aquila nel 1978 e vivo in un piccolo paesino del Molise. Il mio interesse per la fotografIa E’ nato nel 2009 e da allora studio da autodidatta per acquisire sempre maggiore conoscenza. Durante questo periodo mi sono impegnato e ampliato le mie conoscenze praticando vari generi di fotografIa. PiU’ imparavo e piU’ realizzavO che la Street Photography E’ il genere di fotografIa nel quale voglio maggiormente specializzarmi e migliorarmi.


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LUIGI ZEZZA


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street photography web: www.flickr.com/photos/luigizezza nazionalitĂ : italiana


LUIGI ZEZZA


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LUCA FARINELLI

LUCA FARINELLI Sono nato a Roma nel 1989. Ho studiato architettura per due anni, ma all’improvviso ho afferrato la mia vita per inseguire il sogno e sono scappato a Londra nel 2010 dove sono in attesa di una borsa di studio in Arti Fotografiche alla Westminster University. Non esco mai senza la mia Leica e qualche rullino.


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LUCA FARINELLI

street photography web: www.lucafarinelli.org nazionalitĂ : italiana


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LUCA FARINELLI


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LUCA FARINELLI


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redazione hyde park

LE MIGLIORI FOTOCAMERE PER LA STREET PHOTOGRAPHY foto di AMOS FARNITANO

P

remessa: in street photography non è importante la ricerca della bella foto,ma di riuscire a fare una foto significativa. Il contenuto è il fattore piú importante e spesso per arrivarci, l’unica condizione è puntare all’essenzialità. Quindi i bravi street photographers o streephers, come preferite, usano quello che vogliono senza tanti problemi. La sola cosa importante è il risultato, il contenuto, anche se la qualità tecnica degli scatti sarà sporca, a seconda di quel che utilizzerete.La street è bella anche per questo: c’è chi utilizza un iphone, chi una reflex, altri vanno di toycameras (Holga, Diana e derivati di plastica). In street photography è richiesta portabilità e compattezza, quindi le fotocamere devono essenzialmente rispondere a requisiti di leggerezza, discrezione e meno si vedono e meglio è. I grandi maestri del reportage nell’era dell’analogico si avvalevano di fotocamere, che ancora oggi in tempi di digitale, godono di una fama che sconfina nel mito. Partiremo dalle analogiche, per poi passare alle compatte e concludere con i nuovi sistemi mirrorless.

LE ANALOGICHE Le migliori analogiche per la street sono le fotocamere a telemetro, esempio Leica M o Voigtlander Bessa con ottiche di buona qualità, normali, dai 35mm ai canonici 50mm. Ottiche più grandangolari, possono essere una valida scelta per ricercare un linguaggio e un approccio diverso. Soffermiamoci sui punti di forza delle telemetro: - Compatte non richiamano molto l’attenzione. Immaginatene una attaccata al petto, assicurandola al collo con una tracolla e magari con fondo una tshirt o un maglione nero: praticamente invisibile. - Ringrazierete la loro leggerezza. La street photography richiede lunghe camminate. La vostra schiena e le braccia ringrazieranno. - Silenziosità allo scatto. Oltre alle telemetro considerate le medio formato: Rolleiflex su tutte, ma anche Mamiya 6x6. Una macchina come la rollei, mitica, vi permetterà di mirare e comporre guardando

18 | le migliori fotocamere per la strreet photography

nel pozzetto (o anche evitare di farlo) e scattare senza far sospettare le persone che state facendo foto.

LE COMPATTE Una premessa è d’obbligo per questa seconda parte di questo articolo. Niente di esaustivo e, ovviamente, questo speciale sulle fotocamere è molto influenzato dalla mia visione di fare street photography. Anche perchè c’è chi farà nel migliore dei modi fotografia di strada con una 5D e la mia non è nè ha la pretesa di essere una ricetta universale. Anche perchè c’è chi farà nel migliore dei modi fotografia di strada con una 5D e la mia non è nè ha la pretesa di essere una ricetta universale. Lasciatemi aggiungere che il digitale per sua natura soffre, rispetto all’analogico di un fisiologico invecchiamento precoce, per cui se la prima parte potrà essere valida anche tra 10 anni, questo paragrafo invecchierà come le fotocamere che andremo ad elencare. Le compatte o altrimenti dette point & shot hanno fatto passi da gigante nel loro sviluppo. Per fortuna dei fotografi evoluti e dei professio-


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nisti, esistono compatte creative che garantiscono un’assoluta libertà decisionale e appunto creativa. Definirle point & shot, va da sè sia operazione ingiusta e dequalificante per certi tipi di compatte. Pensiamo alla G Series della Canon, arrivata alla G12, può essere considerata per certi versi una mini reflex. Ha una struttura solida e compatta e prestazioni decisamente sorprendenti. Io da felice possessore della G12, ho definito certe performances, anche con scarsa luce, quasi magiche. Sempre targata Canon è la serie S con S90 e S95, praticamente lo stesso sensore della G12, una lente più luminosa ma un corpo decisamente più compatto anche in virtù di un range di focale meno ampio. Poi come non citare la serie LX di Panasonic? La LX3 gode, oramai, di fama da mito per gli street photographers che prediligono compattezza, discrezione ma anche buone prestazioni. Conta una gemella Leica (è praticamente la stessa fotocamera rimarchiata) e io che ce l’ho ancora mi sono tolto diverse soddisfazioni con questa macchinetta. Joe Wigfall utilizza anche lui una LX3. Altre compatte degne di menzione sono la Samsung EX1, la recentissima Olympus XZ-1,

la Ricoh GRD III, definita da molti la miglior soluzione per la street, dotata di tecnologia modulare, la Sigma DP1. Più indietro troviamo le Panasonic serie TZ. Alex Majoli, fotografo Magnum, ha utilizzato compatte Olympus e, di recente, si è portato con sè Olympus Pen in Afghanistan. Markus Hartel utilizza un’incredibile varietà di compatte che includono GRD II e Sigma DP1. Péter Van Agtamael, anche lui gfotografo con Magnum, utilizza GRD e Leica Digilux 2 ma anche altre.

LE ALTRE: MIRRORLESS, REFLEX, SOLUZIONi ALTERNATIVe Le cosidette EVIL cameras (Electronic Viewfinder Interchangeable Lens) hanno rivoluzionato il mercato fotografico. Questo. ormai, è un fatto incontestabile, sotto gli occhi di tutti: ogni giorno giungono novità e sempre nuove voci e rumours che vorrebbero l’entrata anche delle big del mercato reflex (Nikon e Canon) in questa

fascia particolarissima di macchine digitali. La portabilità di una point & shot e la qualità d’immagine e flessibilità di una reflex digitale, questa la promessa delle mirrorless: queste premesse/ promesse sono in taluni casi già realtà. Alcune “senza specchio” hanno eguagliato o superato in prestazioni (ad esempio in scarsità di luce) alcuni modelli di reflex. E sempre più professionisti si affidano a questo tipo di macchine, come l’esempio fornito nel precedente articolo con Alex Majoli. Le evil cameras, naturalmente, hanno riscosso grande successo presso gli street photographers, al punto di arrivare a pensare che alcuni modelli siano stati progettati e realizzati per assecondare le necessità di chi pratica fotografia di strada. Olympus Pen Series, Panasonic GF Series, Sony NEX, Samsung NX100 sono i primi nomi che vengono alla mente. Non sottovaluterei della serie NX di Samsung le simili NX10 e NX11, le quali pur avendo un design da DSLR sono nettamente più leggere e ben poco ingombranti, risultando comode e praticissime anche per la street con in più il vantaggio di avere un mirino elettronico incorporato. Ci sarebbero in questo senso anche le GH di Panasonic, ma sono un pò più grandi e quasi reflex per dimensioni... A proposito di reflex, sono tutte da dimenticare? Niente affatto. Evitiamo di citare le facili consumer di Nikon e Canon, anche se la D90 conta molti estimatori tra gli stradaioli e citiamo la Olympus E-420, un vero gioiellino di qualche anno fà, che però regala ancora molte soddisfazioni ai suoi utilizzatori. Un corpo macchina che dona buone sensazioni di solidità pur essendo estremamente compatto per una DSLR. L’altro nome che facciamo è quello della Pentax K5, robusta reflex, non economicissima ma anch’essa estremamente compatta in dimensioni e appunto dotata di una struttura particolarmente solida. Per concludere, un accenno a proposte decisamente intriganti ma con prezzi abbastanza alti. Un nome su tutti: Leica. M9, la rangefinder digitale nipotina della gloriosa serie M: prezzo che si aggira sui 5800 euro. Ci sarebbe poi la Leica X1, una super compatta di lusso alla quale di recente ha risposto Fuji con la sua X100, per molti versi simile per tipo di proposta e utenza alla quale si rivolge. In definitiva, anche in digitale di scelta ce n’è in abbondanza, anche se, per ovvie ragioni, quel che oggi va benegià domani potrebbe essere già superato. E’ questo il problema più evidente del digitale rispetto all’analogico. E’ bene, inoltre, ricordare che una macchina fotografica perfetta non esiste e la migliore sarà sempre quella giusta per voi, quella che utilizzate di più indipendentemente se si tratterà di un’analogica o di una digitale.

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PAOLO BOLOGNA

PAOLO BOLOGNA Nato a Milano all’inizio degli anni 50, fotografa sin da bambino per gioco con la macchina di papA’; e continua il gioco per tutta la vita con fasi alterne di impegno ed interessi. Nel pieno degli anni 60 e 70, quando ancora si viveva la fotografia fra parenti, amici e pochi circoli, scatta i primi portfoli in pieno stile ‘street’ in varie cittA’ italiane. Poi passa alla macrofotografia, continua fino alla microfotografia, ricercando colori e strutture forse non piU’ fotografiche in senso stretto; continua a sperimentare elaborazioni fototecniche fino a concludere poi che la sue vere immagini sono quelle semplici e dirette della vita e del quotidiano. Ma abbandona il gioco per molti anni, impegnato nella vita di tutti i giorni, che con rammarico, oggi dichiara di non aver documentato per troppo tempo. Usa oggi le macchine e le ottiche di allora, recuperate con pazienza ed amore, convinto che il fascino della pellicola sia insuperabile. La sua visione della fotografia E’ quindi la rappresentazione della realtA’, vera, esistente, tangibile; fermata in quell’attimo particolare con il mezzo adatto a registrare un infinitesimo del flusso del tempo.


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PAOLO BOLOGNA


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MASSIMO NAPOLI

MASSIMO NAPOLI Massimo Napoli, in arte (?) Bananocrate (!?!) Nasce anagraficamente nel febbraio del ‘78 in terra salernitana e, uscito apparentemente indenne dal ventennio ‘80-‘90. e dopo una serie di noiosi eventi che omettiamo, oggigiorno milita stoicamente nella sovrappopolata schiera degli avvocati della sua cittA’. Nasce invece figurativamente come fotografo amatoriale (e tale resterA’) intorno al 2007: di ritorno da un viaggio nell’arcipelago del Sol Levante (cui deve la propria automobile, fotocamera e fidanzata*), visionando il proprio bottino fotografico si rende conto che la propria abilitA’ di fotografo lascia piuttosto a desiderare. Spinto da carica di auto miglioramento, inizia un percorso d’apprendimento che si rivelerA’ arduo e, soprattutto, costoso. Dotato del peggior maestro possibile, da autodidatta in due anni raccoglie a caso nozioni tecniche e compositive come meglio puO’: nonostante abbia fatto progressi (ma dal punto di partenza non era difficile progredire), ad oggi i suoi scatti lasciano sempre a desiderare, ma quanto meno ha una vaga idea del perchE’. Forse. I colleghi fotografi, quando sono sicuri di non essere ascoltati, si azzardano a dire che sia un tipo “creativo”... il che, tristemente, va tradotto in “poverino, ci mette tutta la sua buona volontA’”.


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MASSIMO NAPOLI


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street photography http://flickr.com/photos/bananocrate nazionalitĂ : italiana


MASSIMO NAPOLI


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redazione hyde park

COME FARE OUTDOOR FOTOGRAFICO

foto di salvatore pappalardo

S

IA CHE VOI SIATE AL PARCO O IN UN VIAGGIO IN VIETNAM, AVRETE VOGLIA DI DOCUMENTARE AL MEGLIO CON LA VOSTRA MACCHINA FOTOGRAFICA QUELLO CHE VI COLPISCE. EBBENE, LA FOTOGRAFIA IN ESTERNA (OUTODOOR PHOTOGRAPHY), COMPORTA UNA CONOSCENZA TECNICA APPROFONDITA CHE POSSA FARVI AFFRONTARE LE INNUMEREVOLI SITUAZIONI CHE SI PRESENTANO DI FRONTE AI VOSTRI OCCHI. LA CONOSCENZA DEL VOSTRO MEZZO SARA’ DUNQUE LA PRIMA COSA INDISPENSABILE. LEGGETE IL MANUALE: APPROFONDITAMENTE, ANCHE PIU’ VOLTE, COME SE FOSSE IL LIBRO DELLA VOSTRA VITA. NON IMMAGINATE QUANTI FOTOGRAFI ANCHE PROFESSIONISTI SNOBBINO QUESTO CONSIGLIO, RITENENDO CHE SAPER SCATTARE FOTOGRAFIE INCLUDA LA CONOSCENZA DI TUTTE LE FOTOCAMERE CHE SONO STATE E SARANNO PRODOTTE... SUPERBIA, CHE PUO’ COSTARE CARA. UNA VOLTA CHE SIAMO CERTI DI CONOSCERE AL MEGLIO LA NOSTRA FOTOCAMERA, CI SONO DEI CONSIGLI CHE IN QUESTO ARTICOLO CHE VOGLIAMO DARVI.

20 | come fare outdoor fotografico

01 > Prima di uscire assicurati di aver ricaricato la batteria. O meglio, le batterie. Soprattutto se l'uscita e' lunga e' bene averne almeno una di scorta.

02 > Nella borsa assicurati che ci sia tutto ciO’ che puO’ servirti, anche in base al tipo di uscita che ti attende: panni per pulizia dell’obiettivo, schede di memoria, filtri, non dimenticare nulla, perchE’ una volta che sei fuori potresti pentirti di una dimenticanza che non ti permette di fare quello per cui sei uscito: fotografare!!!

03 > Ricordati che la migliore macchina E’ quella che ti consente di muoverti in libertA’, e mai, dico mai, deve diventare un peso e una scomoditA’...della macchina dovresti ricordartene solo quando decidi di scattare. Mal di schiena, torcicollo ecc. non sono compresi nel piacere di fare foto! Considera una compatta, o le nuove DSLR mirrorless piU’ compatte e leggere ma di qualitA’.

04 > Occhio alle previsioni! Il tempo recita un ruolo importante e uno studio preventivo della luce che ti attenderA’ ti metterA’ al riparo da brutte sorprese. Vero E’ che la pioggia E’ una nemica della maggior parte delle fotocamere (quelle con corpo tropicalizzato sono piU’ sicure in questo senso) e alle volte E’ necessario inventarsi dei rimedi un pO’ artigianali se proprio devi scattare con un nubifragio. Certo E’ che certe analogiche ti salverebbero...


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foto di pat keegan

05 > Lo studio della zona nella quale si va ad operare E’ fondamentale e alle volte vitale!!! Non esagero...in alcuni luoghi del mondo una reflex E’ vista come una minaccia e possono sbatterti in galera, o peggio ucciderti! In Kuwait ultimamente E’ stato bandito l’utilizzo di macchine professionali. Considera queste non rassicuranti eventualitA’ se sei in posti delicati dal punto di vista geopolitico e/o di criminalitA’. Se vieni assaltato, lascia seppur a malincuore la fotocamera e se te lo chiedono gli effetti personali, meglio portare a casa la pellaccia!!!

06 > Quando tu vedi un posto per la prima volta che cosa noti? Cosa senti? Dove vanno i tuoi occhi per primo? Cosa noti del posto inizialmente? Un odore? Il vociare della gente? Il caldo o il freddo? Il modo di fare delle persone? Come si muovono? I loro vestiti? Qualunque cosa sia, memorizzala. Le prime impressioni sono quelle che contano e sono il suggerimento, chiamala vocina interiore che ti rivela la creativitA’, quella tua. Ascoltala e asseconda ad essa il tuo fotografare.

12 > Cercate di imparare un po’ di lingua prima di partire. Anche solo poche frasi possono aiutare molto. In molti paesi persone non si aspettano che gli stranieri lo facciano, ma quando accade ne sono piacevolmente sorpresi, perche’ state loro dimostrando che che c’e’ un vero interesse da parte vostra. A proposito: questo puo’ far fruttare nuovi contatti, utili alla vostra mission fotografica.

08 > La maggior parte dei luoghi, specie quelli caldi, sono vivi dalle prime luci dell’alba al calar del sole, ma intorno a mezzogiorno lo sono al massimo. Sfrutta questo per programmare la tua giornata fotografica.

09 > Prova a tenerti lontano dai luoghi scontati e turistici. Raccogli informazioni, ma solo con chi sai che puoi fidarti. Prendi un taxi, e fermati dove ritieni che possa essere un luogo set.

10 > La fotografia in esterna, sarA’ scontato dirlo, E’ estremamente diversa da quella indoor. Tienine sempre conto, non puoi decidere nulla, o comunque poco perchE’ per la strada tutto cambia e non lo stabilisci tu.

07 > E nel tuo fare foto ci sei tu, le tue letture, la tua sensibilitA’, il tuo modo di rapportarti agli altri. La fotografia E’ esprimere se stessi e la propria visione, lo sguardo che hai del mondo che ti circonda.

11 > Rispetta altre culture. E tentate di fondervi con la cultura del luogo il piU’ possibile.

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MARCO MARASSI

MARCO MARASSI i interessa cogliere il momento decisivo di Bressoniana memoria, magari filtrato attraverso uno sguardo surreale che nel genere street photography non guasta mai. La mia street E’ indiferentemente a colori o in bianco e nero, tutto dipende dal tipo di scatto e delle composizione.


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MARCO MARASSI


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MARCO MARASSI

street photography web: http://flickriver.com/photos/marcomarassi/popular-interesting nazionalitĂ : italiana


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SAGI KORTLER


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SAGI KORTLER Abito in Israle, ho 38 anni la maggior parte dei quail passati a dedicarli alla fotografia, principalmente alla street photography qui in Israele ma anche in alter cittA’ del mondo da Cuba a Madrid. Penso che la street sia il genere piU’ affascinante che esista, per me E’ quando il docuMentare incontra l’arte. Percorro le strade sempre con la fotocamera pronta, in cerca di qualcosa di speciale, interessante e Unico, provando a catturare l’interazione tra la gente per strada, a caccia del momento decisivo, in cerca della composizione interesante.


SAGI KORTLER

street photography web: www.sagi-k.com nazionalitĂ : israeliana


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SAGI KORTLER


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SAGI KORTLER

s t r e e t

p h o t o g r a p h y


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eric kim

Intervista a ERIc KIM

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eric kim

street photography web: http://erickimphotography.com

E

ric Kim é un fotógrafo street con base a Los Angeles. E’ fotógrafo di strada attento, con un occhio naturalmente portato per tutto quello che di particolare accade nelle strade. Entrare nel suo sito e osservare il suo portfolio é un pó come fare il giro del mondo. Ci sono scatti fatti un pó dappertutto. Alle volte la street lascia il posto allo scatto prettamente urbano, ma é comunque l’attenzione per il particolare a fare la differenza nella sua fotografía. Kim é anche un fotógrafo molto attento alla realtá web, presente sui vari social networks, e proponendo sempre situazioni e iniziative interessanti sulla rete, confermando che il fotógrafo di oggi ha l’obbligo di conoscere i meccanismi e gli strumenti di condivisione esistenti oggi. Per iniziare, Parlaci un po ‘ di te? Ciao, mi chiamo Eric Kim e sono un fotografo di strada con sede a Los Angeles. Ho viaggiato il mondo in lungo e in largo in posti come Parigi, Roma, Firenze, Praga, Londra e Seoul.

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Hai studiato fotografia in una scuola? Non ho frequentato una scuola per studiare fotografia. Piuttosto, ho imparato tutto quello che so sulla fotografia attraverso internet e la semplice sperimentazione. Tuttavia, quello che ha studiato in una scuola era sociologia, che mi ha aiutato a capire come la gente comunica e interagisce con gli altri. Mi piacerebbe iniziare chiedendoti sul tuo approccio alla fotografia. Sei il tipo di fotografo che porta una macchina fotografica ovunque va? Una delle mie regole come fotografo è di avere sempre lcon me la mia macchina fotografica. Ho notato che spesso faccio le migliori foto nei posti più impensati. Quindi consiglio sempre agli altri di fare lo stesso. In strada ci sono due tipi di fotografi: coloro che si siedono e in un posto in attesa che qualcosa accada e coloro che sono costantemente alla ricerca. Vorrei chiederti qual’è la tua metodologia di fotografare per la strada... Il mio stile di street photography è una combinazione di entrambi gli


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eric kim

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approcci. Ci sono momenti in cui sarà essere a caccia per le strade e io abbastanza fortunato da fare una foto di qualcosa che accade proprio davanti ai miei occhi. Ci sono altri momenti in cui vedo belle scene in cui desidero catturarle con un particolare soggetto. Quindi a volte mi metto ad aspettare la persona giusta, ma io in genere non aspetto più di un minuto. Che cosa è la street photography per te? La street photography è catturare la bellezza nel quotidiano. Per questo significa catturare momenti ordinari nella nostra vita quotidiana . Si tratta di documentare la vita reale, che è spesso sottovalutata. Come descriveresti il tuo stile? Vorrei dire che mi piace catturare giustapposizioni — che si tratti di forme, colori o persone. Amo concentrarmi sugli elementi contrastanti nel mio osservare, che racconti qualcosa allo spettatore. Perché il bianco e nero? Amo in bianco e nero, perché ritengo che aiuti chi osserva a concentrarsi sull’immagine e a non distrarsi da altri elementi o dai colori. Non solo quello, perchè io ritengo che il bianco e nero sia in grado di catturare l’anima delle persone. Tu sei essenzialmente un fotografo digitale. Ma cosa pensi delle fotocamere analogiche per la street photography? Per esempio io sogno un Rolleiflex… Anche se per lo più scatto digitale, io ho recentemente fatto un pò di foto in analogico. Ho una vecchia Contax IIIa Film, una telemetro della seconda guerra mondiale, che fu ereditata da mio nonno. Ho notato che mi aiuta a rallentare e a concentrarmi sul fotografare meglio (perchè limitato dalla pellicola). Oltre a questo amo la grana e la ricchezza delle fotografie a pellicola. Tu sei molto occupato su internet. Quanto è importante il web per un fotografo oggi? Se desiderate diventare famosi per la vostra fotografia, utilizzare i mezzi di comunicazione sociale sul web è essenziale. Questo significa avere una presenza online attiva su Facebook, Twitter, Flickr, ecc. Anche se ci vuole un sacco di tempo, è un modo meraviglioso per costruire una comunità di fotografi come contatti. Inoltre ti dà un pubblico meraviglioso per condividere la tua fotografia. Lente fissa per la tua fotografia. Io sono in totale accordo con te. Vorresti spiegare ai nostri lettori il motivo di questa scelta? Per la fotografia di strada, ci si dovrebbe sempre attaccare le lenti

primarie (non zoom). Il ragionamento dietro questo è che con obiettivi grandangolari si è costretti aad avvicinarsi e quindi ad un approcciopiù intimo con i soggetti. Con lenti zoom, I fotografi spesso diventano pigri e con il risultato di risultare voyeurs di una scena, non partecipanti. Inoltre, le prime lenti consentono di diventare più creativi con i tuoi scatti attraverso le limitazioni della lunghezza focale — e concentrarsi sul fare immagini. Cosa pensi sul croppare un’immagine? Anche se è l’ideale fare una foto che non ha bisogno di ritaglio, non ho nessun tipo di problema con il ritaglio. Questo può aiutare spesso il fotografo a raccontare una storia migliore. Se la tua foto è meglio con un ritaglio perché non farlo? Che cosa è stato il lavoro più memorabile e perché? La mia fotografia di strada più memorabile è stata quando stavo girando per le strade di Beirut. Un paio di mesi fà, sono stato invitato da un’organizzazione chiamata Spreadminds per insegnare un workshop di fotografia di strada. Ho incontrato tante persone meravigliose e gentili, e persone a cui effettivamente piaceva fare foto per strada! Anche il cibo è stato sorprendente. Il tuo fotografo preferito? Dicci uno del passato e un contemporaneo… Il mio fotografo preferito dal passato è Robert Doisneau. Ho amato le immagini che fece a Parigi, che erano spesso edificanti e allegre. Inoltre fu in grado di catturare perfettamente l’innocenza e la bellezza dei bambini. Il mio preferito fotografo contemporaneo che nfluenza il mio lavoro è Daidō Moriyama, un fotografo giapponese street. Le sue immagini bianchi e nero sono pieni di emozione e di energia — crudo e grintoso con una vignettatura pesante. Prossimi progetti? Io sono in via di pubblicazione di un libro di fotografia di strada che si concentra su consigli pratici e consigli attraverso un editore svedese. Inoltre ho intenzione di insegnare un workshop di street photography a Brighton, in Inghilterra il 21 maggio. Spero inoltre di continuare a sviluppare il mio blog e incontrare altri famosi fotografi di strada contemporanei. Dai un consiglio per la fotografia di strada per I nostro lettori… Seguite il vostro cuore quando scattate foto strada e non avete paura. Avvicinatevi davvero alle persone quando fate loro le foto e vedetevoi stessi come loro amico piuttosto che come un estraneo. Apprezzate la vita intorno a voi e non date mai le piccole cose per scontate. Amate e catturare il mondo intorno a voi.

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GARY GUMANOW

GARY GUMANOW Nato e cresciuto a NY nei primi anni 60. Ho 49 anni e ora vivo a Austin, TX. La prima fotocamera a 6 anni, una Brownie e fatto esperienza usando una camera oscura per la prima volta a 8. Mi piaceva (e mi piace tuttora) riprendere le persone per strada per gli affari propri. Mi piace mescolare street e urban shots. Un po’ dI anni fA’ passai al digitale, anche se ho trovato terribilmente noioso sedermi di fronte ad un computer ad elaborare le foto. Oggi, scatto 100x100 analOgico, sviluppo e stampa e tutto quel che vedete qui. Amo il processo di stampa...per me, E’ una forma d’arte completamente diversa.


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GARY GUMANOW

street photography web: www.gumanowphotography.weebly.com nazionalitĂ : americana


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SERGE BOUVET


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SERGE BOUVET sono un fotografo francese che lavora per le imprese e la stampa. Ho comprato la mia prima fotocamera nel 2008, in occasione del compleanno della mia seconda figlia a Tokio. Io e l’immagine abbiamo una lunga storia d’amore. Dopo aver studiato Arti Grafiche e Audiovisuali alla Paul Valery University di Montpellier, ho lavorato con successo come grafico, come motion designer e regista a Parigi prima di passare alla fotografia. Attualmente, il mio lavoro combina l’interesse nel sociale e una passione per interpretare la realtA’. Dal 2008 fotografo per la stampa francese come freelance nell’arena politica e nell’arte. Dopo aver vissuto 5 anni in Giappone, a Tokio dove lavoravo, sono tornato in Francai. Ho capito quindi di non aver mai osservato il mio Paese. Da quel giorno provo a osservare meglio la gente francese che incontro.


SERGE BOUVET

street photography web: http://sergebouvet.com nazionalitĂ : francese


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LUIS A.DE JESUS

LUIS A. DE JESUS Newyorkese con origini portoricane, vivo a CittA’ del Messico. L’ossessione di catturare momenti di vita che possono sfuggire per farli eterni, questo contraddistingue la mia fotografia. Anche se mie foto sono state pubblicate in giornali, magazine, pubblicitA’ megli Stati Uniti e in Messico, mi considero un fotOgrafo amatoriale.


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LUIS A.DE JESUS

street photography web: http://myephemerality.com nazionalitĂ : americana


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redazione hyde park

street, proviamo a darne una spiegazione “LA DIFFICOLTA’ DI DEFINIRE LA STREET PHOTOGRAPHY E’ PROPRIO LEGATA ALL’IMPOSSIBILITA’ DI SPECIFICARE QUALI SONO I SOGGETTI RIPRESI.”

foto di matteo signanini 28 | street, proviamo a darne una spiegazione


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I

In tanti ancora mi chiedono: ma cos’è la street photography dopo aver detto loro quale è il genere di fotografia che amo e che pratico. Beh, ci credete che ogni volta ho le mie belle difficoltà a dare una definizione esaustiva? Eh, già, perchè quasi quasi è più facile a farsi che a dirsi, eppure sto parlando del genere probabilmente più complesso che esista. Parlo di complessità e non di semplicità perchè chiunque è in rado di farsi una passeggiata per il centro e scattare foto, ben altra cosa però è realizzare street efficaci. Ma allora cosa è ‘sta street? Vorrei una volta per tutte provare a definirla, anche se mi rendo conto che non ci riuscirò completamente. Ma è il mio dovere di fotografo di strada e di amministratore di una community dedicata a questo genere. La maggior parte dei generi fotografici può essere definita dai soggetti ripresi. E’ così per le foto di matrimonio. Così per i ritratti. Ed è ovviamente così per chi fotografa animali, piante e così via...si la fotografia naturalistica include una vasta area di soggetti ma è facilmente classificabile. La difficoltà di definire la street photography è proprio legata all’impossibilità di specificare quali sono i soggetti ripresi. Se io vi dovessi fare qualche nome di street photographer famosi i primi nomi che mi verrebbero in mente potrebbero essere Henri Cartier Bresson, Garry Winogrand, Elliott Erwitt... ma se provassi a chiedervi di definire la street photography, cosa mi rispondereste? Genericamente e molto superficialmente una prima risposta potrebbe essere che la street è sostanzialmente una fotografia candid di sconosciuti per la strada. Ma è davvero così? No, è solo in parte vero e potrebbe andar bene per iniziare a far inquadrare un pò il genere a chi ne sente parlare per la prima volta. Perchè questa definizione non riesce a descrivere completamente la street photography. Seguitemi. Scopriremo assieme che non necessariamente è una foto che si deve fare in strada per rientrare nel genere. E neanche, ci devono stare per forza le persone per parlare di fotografia di strada. Potrei fotografare un palombaro in acqua, in teoria ma facendolo in uno stile street rientrerebbe a pieno titolo nel genere. E’ pertinente perciò parlare di estetica street. Cos’ come un soggetto o scena possono essere rappresentate in uno stile minimalista, anche qualunque soggetto può essere ripreso secondo un’estetica street. E’ molto comune inoltre parlare di momento decisivo quando si parla di street photography. E’ inutile negarlo: è parte del dna del genere, ma non può essere che una sola parte e non obbligatoria in una fotografia di strada. Cogliere l’attimo è dunque importante, ma non è tutto. E non tutti i momenti decisivi sono street. Non è forse un momento decisivo il gol di un calciatore, certo che si, ma questa non è street photography. Il momento quindi non basta. Lo scatto per quanto lo possiamo programmare, vive proprio del non essere programmato. E come potremmo farlo, anche attendendo il soggetto giusto per una scena che abbiamo previsualizzato, con soggetti con ciu non ci siamo preventivamente messi d’accordo e che sono perfetti sconosciuti?

Se la street photography fosse un genere musicale sarebbe jazz. O rock ‘n’ roll. Generi che hanno dalla loro l’improvvisazione. La street photography non è fotografia documentaria. Non credete a chi la confonde con il reportage. A questo genere è affine perchè documenta una storia, ma l’accostamento finisce lì. La street derivata dalla straight si è presto smarcata dai suoi padri per divenire genere a sè, con un’identità ben definita che ha incorporato in sè elementi del surrealismo, l’arte pop e una marcata ironia. Il fotografo di strada è come se fosse un turista perpetuo. Con gli occhi sempre vigili, sempre pronto a cogliere ciò che altri non vedono. Locchio del reportagista è diverso. Il suo lavoro vive di una fase di preparazione: va dove sa che si verificherà tale evento e di quell’evento ne offrirà il suo racconto. Lo street photographer non sa cosa gli capiterà durante la sua uscita. Certo potrebbe anche darsi un tema, chessò fotografare una città di ombre o la spontaneità femminile, ma chissà cosa riserverà davvero la giornata metropolitana? E il suo occhio è come un mirino. Non fotografa solo quando ha la macchinetta al collo, ma anche solo coi suoi occhi magari finendo col rimpiangere di non aver potuto immortalare “lo scatto del secolo”... Altro aspetto non da poco: con la street photography non si campa, salvo rare eccezioni. Chi lo fa è spinto da passione pura e non sono pochi i reportagisti che a tempo perso si dedicano a questo genere. E io ne conosco anche tra i matrimonialisti... Ti accorgi che uno è un fotografo di strada non da ciò che loro fotografano, ma perchè e da come lo fotografano. In più, loro sono come pescatori sportivi: alla costante ricerca del pesce più forte e difficile da catturare. Lo street photographer è l’esatto contrario del fotografo commerciale che aggiusta ogni dettaglio dalle luci alla disposizione degli elementi. L’idea di far posare i propri soggetti fa rabbrividire i fotografi di strada. E non parliamo loro di post produzione esasperata!!! Lo street photographer inoltre, si muove come un ninja tra la folla. Consapevole che non tutte le persone reagiscono allo stesso modo di fronte alle attenzioni di un fotografo che punta loro una fotocamera in faccia, sono pronti a prendersi la loro dose di rischio pur di portare a casa il bottino. Ed è questo che spaventa maggiormente i neofiti. Noi fotografi di strada siamo l’ospite inatteso, quello che irrompe in una piazza e scatta una foto “non se ne capisce il motivo...”, specie in certe culture e contesti. Io sono pronto a scommettere che la maggior parte di noi ha desiderato anche una sola volta nella vita il dono dell’invisibilità per fare le foto senza che le persone notino la nostra presenza. In conclusione. Sono sicuro che anche con questo mio articolo non sia riuscito a dare una definizione esaustiva del genere. E’ anche questo il fascino della street photography: un genere non per tutti, complesso sin dal tentarne una definizione ma estremamente gustoso per chi ci si avvicina e lo pratica.

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ED HAWCO


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ED HAWCO Sono nato e cresciuto in Nuova Scozia nella costa Est del Canada. Poi mi sono trasferito a Montreal dove vivo da allora. Faccio fotografIa da quando sono adolescente, ocasionalmente in maniera professionale, ma non ho mai sviluppato uno stile. E’ un esperimento continuo.


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street photography web: www.blork.org/streetscene nazionalitĂ : canadese


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ED HAWCO

s t r e e t

p h o t o g r a p h y


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JIM WICKS

JIM WICKS Vivo nell’East England e porto sempre una fotocamera con me per essere sempre pronto a cogliere il momento decisivo. Amo la street photography e indiferentemente il bianco e nero e il colore.


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street photography web: http://photo.rivistahydepark.org/jimwix nazionalitĂ : inglese


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JERONIMO PALOMARS GALVAN

reportage del mese

QUANDO I GRILLI PIANGONO foto e pensieri di JERONIMO PALOMARS GALVAN

30 | QUANDO I GRILLI PIANGONO


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JERONIMO PALOMARS GALVAN

Sta per nascondersi il sole a Santa Cruz Pueblo Nuevo. I contadini di questa localita’ sono ancora a lavoro. Cosi’ come abitudine di ogni sera, sentiamo alcuni contadini mormorare: “Andiamo” mentre altri piu’ silenziosi, come se non volessero svegliare qualcuno “Quando i grilli piangono”. La gente di questa comunita’ popolata da circa un migliaio di abitanti, osserva le sue case ai piedi del Nevado di Toluca; il principale loro sostentamento e’ la coltivazione di patate, soffioni e carote. Li’ e’ comune che bambini e giovani abbandonino i loro obblighi scolastici per aiutare i genitori nella raccolta. Una delle storie piu’ diffuse tra la gente del posto e’ quella di Baltazar Mejia. E’ la storia di un giovane pastore che portava le pecore alla montagna, vent’anni fa’; in quel periodo lui era molto malato. I medici gli dissero che sarebbe morto presto. I suoi cari gli consigliarono di trovarsi una donna con cui vivere, pero’ lui non voleva: “Perche’?” – rispondeva – “Se sto per morire?”. Pero’ un fatto divino accadde da quello che e’ considerato il miracolo piu’ grande per molti fedeli messicani. Grazie all’apparizione della Vergine di Guadalupe a Baltazar Mejia, nella radura di Las Estacas, il suo male scomparve. Adesso lui ha moglie e figli, e da quel momento, il miracolo che non passo’ inosservato alla gente della regione, e cosi’ adesso, ogni anno, si festeggia quel giorno.

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LUKAS VASILIKOS

LUKAS VASILIKOS Nato nel 1975 a Heraklion, Creta. Nel 1996 si e’ trasferito ad Atene dove vive e lavora. Nel 2006 ha seguito un seminario di Manos Lykakis e questo e’ quello che lo ha condotto al mondo della fotografia. Da allora, lui si e’ concentrato sulla street photography come principale passione. Ha partecipato a collettive. Dal 2008 e’ membro del Photo Circle di Platon Rivellis.


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LUKAS VASILIKOS

STREET PHOTOGRAPHY WEB: www.lukasvasilikos.com/ NAZIONALITA’: GRECa


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LUKAS VASILIKOS

street photography http://www.lukasvasilikos.com nazionalitĂ : greca


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MADDALENAZAMPITELLI

MADDALENAZAMPITELLI A volte non e’ sufficiente solo un buon occhio ma serve una profonda, intensa coscienza per far capire la tua percezione e comunicare sentimenti agli altri. Sono nata a Napoli nel 1989. Di sicuro sono ancora alla ricerca della mia dimensione, ma desidero che la mia crescita non si fermi mai.


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MADDALENAZAMPITELLI


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MADDALENAZAMPITELLI

street photography web: www.maddalenazampitelli.tk nazionalitĂ : italiana


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JANE MACNEIL

JANE MACNEIL e’ una fotografa di strada residente a Liverpool. E’ membro di una collettiva di cinque fotografi e una contributrice del sito di cultura di Liverpool, Seven Streets.


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JANE MACNEIL

street photography http://streetsofliverpool.com nazionalitĂ : inglese


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JANE MACNEIL


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JANE MACNEIL


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OMAR BIAGI

OMAR BIAGI

Nato nel 1980, vivo e lavoro a Pietrasanta, Italia. Ho dipinto per tanti anni, poi mi sono innamorato della fotografIa ed E’ questo che faccio adesso. Mi piace suggerire un punto di vista alternativo delle cose per mostrare e celare quello che il mio occhio vede...


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Mars Attacks!

street photography http://photo.rivistahydepark.org/Omar%20Biagi nazionalitĂ : italiana


OMAR BIAGI


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OMAR BIAGI


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nacho lopez

NACHO LOPEZ, IL PROVOCATORE DELLA STORIA Foto protette da diritti d’autore Fondo Nacho López © tutti i diritti riservati/ all right reserved

“L

a fotografia è un intrigante documento visuale”, Boris Kossoy. Il Messico e la fotografia. Un rapporto intenso che ha generato frutti deliziosi conosciuti in tutto il mondo: da Manuel Alvarez Bravo a sua moglie Lola, dal prolungato soggiorno a Città del Messico di Henri Cartier-Bresson a Edward Weston e Tina Modotti che, legati da un’intensa relazione sentimentale arrivarono in un paese che dopo la rivoluzione terminata nel 1917 conosceva un fermento politico e culturale straordinario.

Ignacio López Bocanegra, conosciuto come Nacho López (Tampico, Tamaulipas 1923 - Ciudad de México, 1986) provocatore della storia e realizzatore di una realtà fotografica che prendeva sempre spunto dal contesto storico e politico dell’epoca, lavorò intensamente per tutta la sua vita arrivando a superare i trentacinquemila negativi e tremila diapositive prodotti. Dell’enorme archivio si conosce molto poco. Non solo fotografo ma anche cineasta, fotogiornalista, documentarista, docente e critico. Il grosso del suo lavoro fotografico si concentra negli anni cinquanta, ma la sua prolifica produzione è intensa dagli anni quaranta fino alla prima metà degli anni ottanta. Gli ultimi cinque anni della sua vita sono sperò segnati da una fase particolare, non molto studiata dai biografi storici, che però si

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rivela molto importante per la storia della fotografia: il ruolo di Lòpez, infatti, divenne influente per tutti i nascenti gruppi fotografi, che si organizzavano per definire le loro idee tecniche e concettuali. Come critico Lòpez prese le distanze da alcune scuole di pensiero predominanti all’epoca, in particolare si contrappose al Primer Coloquio Latinoamericano de Fotografia perché sosteneva che da esso erano scaturite idee e propositi che contravvenivano ai suoi principi ideologici. Già nel 1979, in un approfondito articolo pubblicato su unomàsuno dal titolo “Cuestionando al Consejo Mexicano de Fotografia” asseriva: “ Se le foto esibite in un ambiente museistico non sono sostenute da una posizione critica e di forte contrapposizione nel suo linguaggio estetico, corrono il rischio di trasformarsi in oggetti folcloristici tipici della sottocultura turistica”. E ancora: “ La bellezza non è certamente quella di un paesaggio, del folclore, della danza, dell’architettura, di un nudo ecc.[…] Parlare di bellezza è mistificare la realtà. E’ tradire ciò che è evidente: la miseria del nostro popolo si scontra con l’estetica del fotografo del bello.[…] La fotografia è fondamentalmente un mezzo di espressione documentale nel quale prima che i suoi elementi estetici sta il contenuto e che diviene opera d’arte solo quando presenta valori atemporali condivisi dalla maggior parte delle persone, perché il puro gioco estetico per me è operazione sterile”. Attraverso una visione personalissima della città e del tempo che viveva, Nacho Lòpez fu testimone attivo della trasformazione di una società in costante cambiamento. Filtrata attraverso la sua lente, la luce prese vita proponendo non semplici immagini ma storie reali. E lo fece con occhio a tratti surrealista, altre iper realista. Il risultato di questo lavoro fu un archivio di immagini nelle quali si osserva una Città del Messico fantasmagorica, grigia, brillante, gioiosa e divertente, celebre nel suo anonimato, divisa in quartieri e strade, festaiola, libidinosa, lavoratrice, coraggiosa, pigra, rituale, anarchica. Gli aggettivi si legano, però sfiorano soltanto il mondo di Nacho Lòpez. Carlos Monsiváis. L’enorme ricerca estetica e contenutistica dell’opera di Lòpez è un lascito importante per la fotografia mondiale, a cui guardare con assoluto rispetto non solo attraverso i suoi scatti ma anche, se non soprattutto, ai suoi principi ideologici rispetto al raccontare attraverso le immagini.

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BIAGIO DE GIOVANNI


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BIAGIO DE GIOVANNI ono nato in Svizzera il 20 dicembre del 1970. Ho iniziato con la fotografIa quando mi misi in cerca di un fotOgrafo per il mio matrimonio nel 1997. Il mio genere preferito E’ la street photography. Amo andarE in giro con la mia compatta e riprendere scene di vita. Vivo a Ferrara, una cittA’ d’origine medievale nel nord est italiano. Posseggo una Olympus E3 DSLR e una Olympus XZ-1.


BIAGIO DE GIOVANNI

street photography http://biagiodegiovanni.smugmug.com nazionalitĂ : italiana


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RAFFAELLO FERRARI

RAFFAELLO FERRARI Raffaello Ferrari si avvicina alla fotografia nel 1998, presenziando a corsi di primo-livello e poia “Educazione all’immagine”, tenuto da Bobo Evangelisti. Da allora poi ha preso parte a molte esposizioni collettive. Nel 2000, E’ stato uno dei fondatori di “Photolife Lucca”. centro culturale di fotografia. PIU’ tardi nel 2006, lui prese parte nelle officine (“Reportage e panorama Sociale”) tenuto dal fotografo Ivo Saglietti ed iniziato le esposizioni soliste a Lucca. Nel 2007, il reportage “Giovani Pescatori” realizzato durante un workshop di Ivo Saglietti E’ esposto nel corso del Lucca DigitalPhoto. Nell’estate dei 2010 Raffaello partecipaalla competition fotografica internazionale “The First Bends International Internet-based Photography Competition”. Non vince, ma una delle sue fotografie rientra tra le prime 500 (su piu’ di 32000 fotografie spedite) e la sua fotografia e’ esposta nell’esposizione del contest a Changsha in Cina.


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street photography web: www.raffaelloferrari.com nazionalitĂ : italiana


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SARA NICOMEDI


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SARA NICOMEDI Sara Nicomedi e’ nata a Roma nel 1984. Ha studiato grafica al Liceo Artistico e si e’ diplomata in fotografia al Roman College nel 2005. DL 2008 AL 2010 lei ha lavorato come fotografa presso lo Studio Inmagine A Bracciano. Dal settembre 2010 vive a Londra dove vive e lavora e dove intende stabilirsi come fotografa di reportage.


SARA NICOMEDI


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street photography web: http://www.flickr.com/photos/sara_nicomedi nazionalita’: italiana


SARA NICOMEDI


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redazione hyde park

di alessio coghe

IL ROMPISCATOLE Non colui che ignora l'alfabeto, bensi' colui che ignora la fotografia sara' l'analfabeta del futuro. (Walter Benjamin)

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timolato da una domanda che mi viene sempre piú spesso alla mente quando osservo il lavoro di molti colleghi, voglio ragionare un pó su un tema a me molto caro: perché sempre piú spesso si vedono fotografi ripetere cliché? E’ sempre piú diffuso il ricorso al giá visto, rifugio tranquillizzante per tanti fotografi, che ce lo propongono, incredibilmente premiati (e qui entreremo anche in una critica alle tante giurie sparse per il mondo, ma non é questo che ci interessa adesso) anche nei contest internazionali. E’ il caso di quella fotografa premiata con un ritratto completamente ricalcato sul famoso scatto alla donna afghana di Steve McCurry, e non importa che questa nuova proposta che ritrae Bibi Aisha abbia il naso orrendamente sfigurato.

Il ripetere vecchie formule é sicuramente piú semplice che cercare una via propria, un nuovo linguaggio. Ma come contrastare questo andazzo, questa rigiditá che impedisce la libertá? La risposta é nell’educazione ad una cultura visuale. Sin da piccolissimi, prima ancora di parlare e di apprendere il linguaggio, noi siamo abituati a pensare per immagini. Il pensiero altro non é che una serie di immagini che si susseguono. Inoltre la facilitá di utilizzo per tutti delle nuove tecnologie e un mercato avido di invogliare al consumo, hanno fatto del nostro pianeta, uno spazio fatto di immagini. Nonostante tutto questo peró questa realtá non é stata accompagnata da un’educazione visualeche permetta ai fruitori di disporre degli strumenti sufficienti per superare il livello di incoscienza e poter realizzare una lettura critica e interpretativa. Risultato: il no essere in grado di apprezzare un’immagine nel suo sentimento estetico e di contenuto. Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà


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foto di matteo signanini

l’analfabeta del futuro. (Walter Benjamin) Questa citazione é perfetta di quel che andiamo a significare con questo articolo, perché l’immagine contiene valori che richiedono di specifici strumenti culturali per essere compresa. E la capacitá di analisi é l’unica via per un’autentica condizione attiva nella cultura visuale. Disporre di una cultura visuale é importante non solo ai fotografi o a chi si occupa di arti visive, quindi, ed é strumento fondamentale anche per difenderci dall’aggressione di immagini che ci vengono vomitate addosso quotidianamente. Partendo da quest’assunto, perché un’educazione visuale non é fornita all’interno di una qualunque carriera scolastica? Dal punto di vista fotografico, se i giovani no dispongono di un’educazione visuale, poche opportunitá avranno di diventare individui creatori di immagini interessanti, che fanno pensare, propositive, e perché no, di rottura dalle regole, perché dall’infrazione dei codici comunemente accettati emerge la personalitá e qualcosa di nuovo da dire.

E dunque, difficilmente avranno l’istinto e il coraggio di affrontare il rischio di costruire una fotografia con una propria visione, perché non hanno avuto la possibilitá di sviluppare una propria visione. Conoscere la propria fotocamera é un requisito fondamentale per un fotografo, ma da solo non basta.Di recente ho ammirato degli scatti del Che Guevara, ed é la riprova che un fotografo prima di essere definito tale dev’essere innanzitutto un uomo, con la sua sensibilitá e la sua cultura, per ottenere una mirada filtrata attraverso il proprio retaggio culturale ma anche del suo vissuto. Come abbiamo detto, l’immagine vive con l’uomo da sempre. Ma la questione fondamentale é prenderne coscienza attraverso l’alfabetizzazione visuale. L’alfabetizzazione visuale é quella che ci permette di ragionare su quello che vediamo e non di accoglierlo in maniera passiva, interagire con una determinata immagine e porci delle delle domande su questo mondo visibile nel quale siamo immersi.

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Account La registrazione è gratuita?

Si, la registrazione è gratuita. HP Photography è un social network, e tutti possono iscriversi e iniziare a inserire i loro progetti.

La registrazione è aperta a tutti?

La registrazione è aperta a tutti e non vi sono preclusioni di alcun tipo.

Come posso aggiornare il mio account su HP Photography?

F

Per aggiornare il proprio account su HP Photography, una volta essersi loggati è sufficiente andare nella sezione SETTINGS oppure PROFILE e quindi cliccare sul pulsante Edit che trovate sotto il vostro avatar nella pagina.

Il campo Bio a che serve?

Il campo Bio è il biglietto da visita di ogni utente del social network. E’ importantissimo riempirlo con più informazioni utili possibile per farvi conoscere a tutta la community e al mondo intero! In più è necessario riempirla per la pubblicazione delle proprie foto sul magazine.

Nel campo website posso inserire anche un account di f lickr? Certo. L’importante è che il link inserito preveda l’iniziale http://

Gallery

Per inviare foto mi devo registrare?

Si. Solo gli iscritti ad HP Photography sono abilitati per caricare le foto sul nostro server e condividere così contenuti.

Come posso inviare le foto?

HP Photography vi mette a disposizione un pannello di controllo molto pratico ma estremamente potente. Per accedervi basta cliccare sul pulsante UPLOAD YOUR PHOTO in home page, una volta che avete effettuato il login. Verrete diretti al pannello da cui potrete facilmente aprire nuove cartelle e caricare quindi le vostre foto.

Che risoluzione devono avere le foto?

Mentre non abbiamo limitazioni per quanto riguarda la risoluzione massima, non accettiamo foto con meno di 800 px lato lungo. Se il vostro interesse è soprattutto la pubblicazione sul magazine più larga in dimensioni è e meglio è. Inoltre per la stampa il minimo richiesto in risoluzione è 300 dpi.

Quanto può essere grande una singola foto?

Come detto non abbiamo limitazioni per la grandezza delle foto. Però raccomandiamo di non inviarci files troppo grandi per dimensioni in megabyte. Importante come già detto, in ottica pubblicazione sulla rivista la risoluzione di 300 dpi.

Una volta uplodato le foto come posso avvisarvi?

Non c’è alcun bisogno di avvisarci. Il nostro staff controlla costantemente gli uploads e procede alla sua organizzazione per gli utilizzi previsti dal nostro sito.

Ho creato la mia gallery e uplodato le foto, ma non la vedo più nell’elenco, che faccio?

Niente paura! Questo può avvenire per tre motivi: o le tue foto sono state selezionate per la pubblicazione come gallery dell’autore o anche per il magazine. La terza eventualità è invece che la redazione abbia valutato che non corrispondano a quello che cerca nè per il sito nè per il magazine e ha provveduto a rimuoverle.


Posso inviare foto non inerenti al tema scelto per il mese?

Sarebbe preferibile inviare foto inerenti il tema corrente. Però siamo in grado di accettare qualsiasi lavoro e valutarlo per esigenze future. In particolare accettiamo dei portfoli per la rubrica fissa “il portfolio del mese”, lavori che andrebbero sempre integrati da testo a corredo per presentare al meglio il lavoro.

Ho già inviato le mie foto, posso inviarne altre da aggiungere alla mia gallery?

Sarebbe bene operare un’accurata selezione prima di procedere al caricamento. Questo per agevolare la redazione nel suo lavoro. Però specificando bene, magari contattandoci, che si tratta di un’integrazione a quanto già proposto, la redazione può valutare le nuove immagini.

F.A.Q. Il copyright delle foto resta sempre mio?

Il copyright rimane sempre dell’autore delle immagini e dei contenuti inviati. HP Photography utilizzerà il materiale solo per l’uso previsto dal sito e dal magazine.

Social Network Posso inviare messaggi internamente al sito?

E’ l’essenza stessa di un social network. Condividere idee e progetti è l’attività principale di HP Photography come sito, ed è il modo più semplice anche per mettersi in contatto con lo staff.

Posso mettermi in contatto con un utente di HP Photography?

Si. Si può farlo in due modi: scrivendo direttamente sulla sua bacheca, ma questo apparirà pubblicamente, o inviare un messaggio privato.

Posso commentare una gallery?

Certo! E’ uno degli strumenti migliori per l’interazione con gli altri utenti. Naturalmente ci aspettiamo commenti più articolati di un “Che bella gallery!”.

Come posso chiedere amicizia ad un utente di HP Photography? Tramite il pulsante add friend sotto al suo avatar.


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BIANCO e NERO foto di OMAR BIAGI

tema del prossimo mese


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