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teatro ragazzi
Lupus in fabula, quando le storie rinnovano lo stupore
Lombardia ed Emilia Romagna sono palcoscenico di due rassegne estive e di un premio dedicati ai giovani spettatori: a Vimercate Ragazzi e a Colpi di Scena, appuntamento con le compagnie “mature”, al Premio Scenario Infanzia con le “nuove promesse”.
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di Mario Bianchi
Il più furbo (foto: Delpapa)
L’estate dei festival è iniziata con due appuntamenti dedicati al teatro ragazzi: la seconda edizione, rinnovata, del Vimercate Ragazzi Festival (dall’8 al 10 giugno, con la triplice direzione di Campsirago Residenza, delleAli Teatro e Teatro Invito) e il biennale Colpi di Scena, organizzato da Accademia Perduta Romagna Teatri (dal 2 al 5 luglio, in quattro località della Romagna). Diversi gli spettacoli di qualità presenti nei programmi, fra i quali scegliamo quelli che ci hanno più colpito per leggerezza e intensità. Ecco, a Vimercate, uno spettacolo storico del Teatro Città Murata – Pinocchio Pinocchio, pezzo di legno – ora riproposto in una collaborazione di Anfiteatro, Rassegna Senza Confini (Teatro Pan, Teatro Città Murata, Centro Culturale Chiasso) e Mumble Teatro, diretto da Pino Di Bello, bellissimo e trascinante omaggio a suon di musica al teatro di una volta, alla Commedia dell’Arte, al cinema di Totò e Peppino. Sempre a Vimercate l’emozionante omaggio al calcio di Teatro Invito con La testa nel pallone, regia di Luca Radaelli, che vede protagonista un oscuro portiere di calcio, Orlandi, mentre ripensa alla sua vita sportiva e umana, di fronte a un rigore che deciderà la sua esistenza. Marco Continanza incarna perfettamente le molte sfumature del protagonista, mentre Stefano Bresciani dà spessore emozionale a tutti i personaggi che ha incontrato e che lo hanno formato. Bello ci è sembrato, nello stesso festival, anche Pronti aspetta via! dei friulani Teatro al Quadrato, uno spettacolo parlato in esperanto, lieve e suggestivo, per nulla intriso di retorica, sul viaggio e sulla possibilità di ogni essere umano di ricostruirsi la vita in terra straniera. Protagonisti sono due fratelli, Joseph e Selma, che, affrontano un viaggio pericoloso in cerca di un domani migliore. Dietro a una sottile parete che ci rimanda un mondo di ombre, ne intuiamo le fasi, la nave
che si inabissa e i due protagonisti, salvatisi, che dovranno ricostruirsi il proprio mondo in una terra sconosciuta. Tra le novità ci piace segnalare anche Linea mondo, di e con Michele Beltrami e Paolo Cannizzaro, alla loro prima prova autorale per Teatro Telaio, deliziosa performance per bambini piccolissimi, con tanto corpo e poche parole. Protagoniste a Colpi di Scena sono state invece le fiabe. Ecco la semplice e bella narrazione, a suon di musica e di filastrocche, dedicata con grazia e delicatezza ai più piccoli, de I musicanti di Brema di Marco Cantori (Teatro Perdavvero), L’acciarino magico di Baule Volante, raccontata da Andrea Lugli con l’efficace accompagnamento sonoro dal vivo di Stefano Sardi, ecco Il gatto con gli stivali di Marcello Chiarenza, con Maurizio Casali e Mariolina Coppola, ecco poi il tambureggiante Thioro, versione senegalese di Cappuccetto Rosso del Teatro delle Albe-Ravenna Teatro/Ker Théâtre, su regia di Alessandro Argnani. Emanuela Dall’Aglio, per il Teatro delle Briciole, ha poi proposto una sontuosa versione di Hänsel e Gretel dove una semplice gonna, complici anche le musiche e i suoni di Mirto Baliani, si trasforma in mondi incantati, dominati da una Strega in carne e ossa. Davvero rimarchevole, nel Festival, è stato Zuppa di sasso, prodotto da Tanti Cosi Progetti, in cui Danilo Conti, utilizzando la sua voce e la sua corporeità, dà forma a un universo zoomorfo divertente e inconsueto, muovendosi a suo perfetto agio, con le strabilianti maschere e sagome di ogni dimensione realizzate da Massimilano Fabbri. Uno spettacolo di teatro di figura, originale e coinvolgente, che narra di un pranzo davvero speciale. Sempre a Colpi di Scena, la bellissima, ultima creazione di Teatro Giocovita, Il più furbo, mette in scena l’omonimo libro per l’infanzia di Mario Ramos, con le sue stesse illustrazioni, create da Nicoletta Garioni e mosse con perizia da Andrea Cappone. La storia narra di un simpatico lupo, tutt’altro che furbo, che, invece di mangiare nonna e nipote, si vedrà costretto, a causa di un divertente incidente, a venire a patti con la famosa protagonista dal cappuccetto rosso.
Largo alle nuove generazioni
La settima edizione del Premio Scenario Infanzia (sezione del Premio Scenario dedicata alle compagnie per ragazzi) ha avuto la sua degna conclusione a Cattolica, dal 21 al 24 giugno, per la prima volta all’interno di un vero e proprio festival interamente dedicato allo storico premio del teatro emergente italiano. La giuria (composta da Maria Maglietta, presidente, Stefano Cipiciani, Cira Santoro, Cristina Valenti e Federica Zanetti), ha assegnato il premio allo spettacolo Storto, di InQuanto Teatro, e due menzioni a Fratellino e Fratellina di Asini Bardasci e a Domino di Generazione Eskere. Con Storto due giovanissimi attori, Davide Arena ed Elisa Vitiello, utilizzando anche immagini grafiche, narrano in modo fervido e vitale di un’evidente altrui diversità – il fratellino della ragazza. A emergere è la loro stessa diversità di adolescenti, persone ancora in formazione e alla ricerca di un’identità, in un percorso che non deve essere represso, essendo esso stesso valore esistenziale. In Fratellino e Fratellina, Asini Bardasci si avvalgono, anche attraverso l’utilizzo di video significanti, della fiaba di Hänsel e Gretel per parlare dell’infanzia di oggi. I due celebri fratelli (Filippo Paolasini e Paola Ricci) sono così immessi in un mondo adulto che, come la strega della fiaba, «invece di ingrassarli, li obbliga a diventare grandi e produttivi, senza aver compiuto il naturale processo di crescita». La seconda menzione va all’esilarante Domino, di Generazione Eskere, gustoso e volutamente caotico frammento teatrale, in cui nove attori danno vita a una bizzarra famiglia sempre pronta a soddisfare anche i minimi desideri del piccolo Gianmaria. Il rapporto del bambino con l’unico rappresentante extra familiare, il fidanzato della sorella, sembra però aprire nuovi scenari. ★
SAN LAZZARO DI SAVENA Teatro dell’Argine: L’eredità di Babele, un laboratorio ad arte di convivenza fra i popoli
Capita raramente di vedere esiti di laboratori teatrali che restituiscano senso al fare teatro oggi tanto nel processo quanto nel risultato. Se i partecipanti non sono attori di professione, ma un gruppo di persone con habitus diversi e provenienti da terre lontane, la qualità della dimostrazione sarà direttamente proporzionale alla capacità dei conduttori di percepirne limiti e potenzialità. Non sarebbe una buona scelta, per esempio, quella di far “recitare”, e in lingua italiana, performer privi di un’adeguata, strutturata formazione. Lo sa bene la compagnia Teatro dell’Argine di San Lazzaro di Savena che, ne L’eredità di Babele, (nella foto: Lucio Summa) esito del laboratorio internazionale e interculturale Esodi 2018 tenuto da Vincenzo Picone, Micaela Casalboni e Mattia De Luca (laboratorio musicale di Francesca Quadrelli, Timothy Trevor-Briscoe, Barbara Zanchi) e realizzato con il supporto dell’Unhcr-Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha lavorato con oltre cinquanta ragazzi e ragazze, bianchi e neri, nell’ambito del progetto Acting Together #WithRefugees2, finalizzato all’inclusione sociale di rifugiati e richiedenti asilo. Il mito biblico è diventato metafora del cammino dell’umanità. Una parabola dove prevaricazione e violenza si fanno fisiche, tangibili. Il pubblico si è disposto sul perimetro rettangolare della scena: un’arena, un luogo di fondazione identitaria in cui i corpi giovani ed energici degli allievi hanno agito a stretto contatto, attorno a una spirale dipinta a terra ripresa da una telecamera in alto, che su un lato ha amplificato le immagini dal vivo. Il fragore caotico delle voci è bastato a tradursi in racconto, strumento di discordia e sottomissione, per poi trasformarsi in un canto all’unisono, un inno all’armonia tra i popoli, sulla scena per farsi vita. Alla fine, al Circolo Arci San Lazzaro-Sala 77, tra i bianchi e i neri, gli abbracci, i sorrisi, gli applausi, e forse il desiderio di rivedersi insieme, magari a teatro. Da spettatori, da attori, che importa? L’esperienza ha rilasciato emozioni e benessere. E sono già uno spettacolo. Renata Savo