Prima dopo darwin

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PRIMA DI DARWIN Si riteneva che l’uomo fosse il centro del mondo vivente e gli animali e le piante fossero stati creati per appagare i suoi bisogni. L’uomo era stato creato tale e quale dalla divinità.

IL CONTRIBUTO DI DARWIN Dal 1831 al 1836 un giovane scienziato inglese, Charles Darwin, compì un lungo viaggio come naturalista di bordo sulla nave britannica Beagle. Nel corso di quegli anni Darwin raccolse un’enorme mole di osservazioni e di dati sulla vegetazione e la fauna dei Paesi visitati; particolarmente importanti si rivelarono le ricerche effettuate nell’arcipelago delle Galapagos. Tornato in patria, Darwin dedicò più di venti anni a riordinare e interpretare i dati raccolti e a confrontarli con quelli provenienti da altre fonti. Il frutto di questo lavoro è il volume dal titolo L’origine della specie per mezzo della selezione naturale, pubblicato nel 1859. Possiamo riassumere la teoria di Darwin nei punti che seguono. 1. Gli individui di una stessa specie non sono perfettamente identici: essi posseggono una grande variabilità di caratteri, che sono in parte ereditari, cioè possono essere tra-smessi alla prole. Notiamo che Darwin, pur considerando fondamentale nella sua teoria la variabilità dei caratteri, non sapeva come questa si originava. Oggi essa viene attribuita alle mutazioni casuali del patrimonio genetico e al «rimescolamento» dei caratteri dei geni-tori che ha luogo attraverso la riproduzione sessuale.

2. In ogni generazione il numero dei numero di nati è di gran lunga superiore a quello degli individui che riescono a raggiungere l’età adulta e a riprodursi


Ciò è dovuto a una dura lotta per la sopravvivenza: ogni essere vivente deve competere con gli altri per il cibo e il territorio, sfuggire ai predatori e superare le avversi-tà climatiche e le malattie. Si attua così una riduzione drastica del numero dei viventi, che altrimenti riempirebbero ogni angolo del Pianeta.

3. Nella lotta per la sopravvivenza sono avvantaggiati gli individui che posseggono casualmente caratteristiche più adatte all’ambiente, mentre quelli che sono meno capaci a sfruttare le risorse dell’ambiente sono destinati a soccombere senza lasciare discendenza Questo processo viene chiamato da Darwin selezione naturale. In altre parole, la selezione naturale favorisce la sopravvivenza dei più adatti. Le caratteristiche vantaggiose di questi individui sono trasmesse ai loro discendenti, che quindi sopravvivono e si riproducono trasmettendole a loro volta. Al contrario, individui con caratteristiche svantaggiose non vivono a lungo, generando perciò discendenti sempre meno numerosi e sempre più deboli. Quindi tali caratteristiche vengono a mano a mano eliminate. In questo modo l’evoluzione procede e ogni specie raggiunge un perfetto adattamento al proprio ambiente, in quanto conserva solo le caratteristiche adatte all’ambiente stesso.

DOPO DARWIN La teoria dell’evoluzione presentata nel libro di Darwin ha prodotto una rivoluzione in campo biologico di importanza pari a quella causata dalla teoria copernicana in astronomia. Per millenni l’uomo aveva pensato che la Terra fosse al centro dell’Universo: Copernico le tolse questa posizione privilegiata, dimostrando che la Terra ruota intorno al Sole. Le idee di Darwin furono all’origine di un analogo capovolgimento in campo biologico. Secondo la sua teoria l’uomo non è, come fino ad allora si era ritenuto, il centro del mondo vivente e gli animali e le piante non sono stati creati per appagare i suoi bisogni; l’uomo, al pari con tutti gli esseri viventi, è solamente il risultato finale di un lungo cammino evolutivo iniziato con la comparsa della vita sulla Terra.


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