I.OVO n°024 - Maggio 2013

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MAGGIO 2013 c u l t u r a

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c o n t e m p o r a n e a


LIMITED EDITION international prints

Bacon Balthus Braque Burri Campigli Carrà Castellani Chagall

Dalì De Chirico Fontana Hartung Magnelli Magritte Manzù Marino Marini

Mirò Moore Music Picasso Pomodoro Rauschemberg Severini

cloning Carol eleven

Collage su stampa lambda, montata su leger cm 4, 81x100 pezzo unico 1/1 Archiviata 16

18 maggio 31 luglio 2013 Vernissage: Sabato 18 maggio 2013 ore 18.00 catalogo in galleria e on-line

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Via Roma, 45 – 57126 LIVORNO tel. 0586 808518 Fax 0586 813514 info@guastallacentroarte.com www.guastallacentroarte.com Guastalla Centro Arte


PAOLO VEGAS 15° anniversario dell’attività della galleria Inaugurazione venerdì 24 maggio ore 21,00 Durante la serata Paolo Vegas effettuerà una performance fotografica dal vivo per una sua modella, ballerina professionista di burlesque

w w w. a r m a n d a g o r i a r t e . c o m

Viale della Repubblica n° 64/66/68, Prato Tel. + 39 338 5924449 / +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 - studiomarchi@tin.it


i.ovo Direttore: Massimo Tonietti m.tonietti@iovo.it cell. +39 327 5303110; Direttore responsabile: Marco Zucchini; Caporedattore: Gabriella Di Tanno (gabrielladitanno@yahoo.it); Progetto grafico: Alexandra Barbieri; Responsabile progetto web: Andrea Angeloni ; Guida al Contemporaneo: Serena Vanzaghi; Dentro al Contemporaneo: Gabriella Di Tanno; Oltre lo specchio: Alessandra De Bianchi; 16mm: Francesca Versienti Bis!!!: Gabriella Di Tanno Recensori di “Dentro al Contemporaneo” e altre rubriche: Déborah Allegranti, Cecilia Barbieri, Serena Bedini, Yan Blusseau, Giulia Bucci Tommaso Capecchi, Francesco Ceni, Gabriella Cerbai, Eleonora Ciambellotti, Ilaria D’Adamio, Sara Ferrari, Costanza Focardi, Elisa Frego, Linda Giusti, Caterina Liverani, Eleonora Lombardini, Isabella Mancini, Martina Marolda, Isabella Martinelli, Silvia Migliaccio, Stefania Rinaldi, Elena Santoni,

In copertina: BARZAGLI - CORSINI – SAVINI Arte a declinare il tempo Galleria AlessandroBagnai

fino al 15 Giugno 2013

Ottavia Sartini, Caterina Tiberi, Lorenzo Tore, Sarah Venturini. Editing: Costanza Paoletti Perini Ufficio stampa: Alessandra Petrelli alessandra.petrelli@hotmail.it cell. + 39 338 2946943 www.iovo.it info@iovo.it Tel. +39 055 019 7897 Fax +39 055 019 7896

i.ovo Arte e Cultura Contemporanea n°024 - MAGGIO 2013 aut. trib. n. 5825 del 15/03/2011 distribuzione gratuita Editore incaricato: NARDINI PRESS S.R.L. Via Cavour n°15, 50129 Firenze Stampa: Nuova Grafica Fiorentina, Via Ambrogio Traversari n°64/r, 50126 Firenze iovoarteeculturacontemporanea IovoArteFirenze

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è in preparazione il catalogo generale di

Salvatore Magazzini

Per informazioni: Viale della Repubblica n° 64/66/68, Prato Tel. + 39 338 5924449 / +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 - studiomarchi@tin.it w w w. a r m a n d a g o r i a r t e . c o m


indice oltre lo specchio

n.024 - maggio 2013 ARTE E PUBBLICITÀ DIALOGO CON L’AUTORE ELIO GRAZIOLI

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di Alessandra De Bianchi IL SEGNO COME RACCONTO

dentro al contemporaneo

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di Déborah Allegranti BARZAGLI - CORSINI – SAVINI Arte a declinare il tempo

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di Ilaria D’Adamio DARIO MOSCHETTA – BIG PORTRAITS

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di Elena Santoni JOEL-PETER WITKIN

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di Martina Marolda Bart Herreman

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di Tommaso Capecchi MAURO MORICONI – LE CIRQUE

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di Sarah Venturini UPIM

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di Tommaso Capecchi Sculture da Ridere

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di Lorenzo Tore La nosta lgia dell’autore senz’opera di Silvia Migliaccio

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EDITORIALE

REASON WHY “Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito che ne fornisce i mezzi, e l’obsolescenza, accellerata e programmata dei prodotti, che rinnova la necessità” (Serge Latouche - Breve trattato sulla decrescita serena - 2007) Sarà vero che “si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la sua pubblicità”? * Fermiamoci a riflettere: quanti stimoli vengono gettati nella mente dello spettatore? Lo racconta la storia dell’arte, dal Manifesto del Moulin Rouge di Toulouse-Lautrec alla Pop Art di Andy Warhol, ma solo quando l’immagine arriva sul grande schermo, la merce viene messa in relazione con la realtà: cinema e pubblicità sperimentano, sin da subito, una relazione efficace e, ancora oggi, ci guidano ad una precisa ed anarchica lettura delle immagini ricercando, autonomamente, l’autentica realtà. L’informazione parla di noi: la pubblicità dimostra il suo potere persuasivo, dalla stampa alla televisione fino ad internet; è forma essenziale della società, influisce nella vita quotidiana di tutti noi, si mescola alle nostre conoscenze e ci fa evadere, attrae e seduce, è ludica, ma ripetitiva. L’arte della creatività non è spontanea, ma figlia del suo tempo, si serve di fattori emozionali: alle persone vengono venduti immaginari e vane parole, mentre le forme, i suoni, i colori, assumono un ruolo ben preciso, quello di catturare l’attenzione nel più breve tempo possibile. Deve convincere, deve farti sentire inadeguato, solo così si presenta davanti all’uomo la necessità di un bisogno vano; il bisogno favorisce il consumo, il desiderio colpisce e soddisfa, e nel nuovo contesto comunicativo i linguaggi si nutrono di versi ancor più lirici e soffocanti, e l’immagine ci imprigiona all’interno di un’ombra vuota di significati. Quindi, la pubblicità cos’è? Definirla in poche righe è impossibile, ma ciò che rende questa forma ancor più essenziale è la sua maniera di trasformarsi, diventare strumento efficace e influente, e anche se oggi abbiamo conquistato una maggior coscienza del suo potere, il suo campo d’azione è cambiato, la sua parola è diventata pagina alterata di uno stesso libro, che è il nostro mondo: lei ha bisogno di noi, dell’essere umano, ma ciò che provoca, consapevolmente, ogni giorno, è la diversità dai nostri valori primari... Non gettiamo al vento la nostra coscienza: le storie ci aiutano a trovare un senso, ma bisogna vestire il nostro immaginario, oggi più di ieri, perché solo il cambiamento nutre l’anima. Gabriella Di Tanno * (Norman Douglas)


save the date Cindy Sherman: Early Works Fino al 09 giugno 2013 Gucci Museo Piazza della Signoria n°10, Firenze Joel-Peter Witkin Fino al 24 giugno 2013 Museo Nazionale Alinari della Fotografia piazza Santa Maria Novella n°14A, Firenze Un'idea di bellezza Fino al 28 luglio 2013 Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Piazza degli Strozzi, Firenze Federico Guida: dipinti contemporanei in scena aperta Dal 23 maggio al 25 giugno 2013 Frascione Arte via Maggio n°60r, Firenze Farocki | Michalek | Klusik Fino al 25 maggio 2013 Galleria Poggiali e Forconi via della Scala n°35a, Firenze Aleksandra Zurczak, Francesco Chiacchio Fino al 19 luglio 2013 Galleria Il Ponte via di Mezzo n°42b, Firenze Giuseppe Menozzi - Dimensioni di spiritualità Fino al 30 maggio 2013 Simboli Art Gallery Via di San Giuseppe n°6, Firenze

maggio 2013


ALEKSANDRA ZURCZAK FRANCESCO CHIACCHIO Il segno come racconto

Aleksandra Zurczak, Frontiera, 2012 tempera e grafite su compensato, 210x210 cm

Francesco Chiacchio, Blue Monk, 2013 tecnica mista su cartone, 150x200 cm

a cura di Andrea Alibrandi

19 aprile 20 luglio 2013 inaugurazione: venerdì 19 aprile, h 18.30

Galleria Il Ponte via di Mezzo, 42/b, 50121 Firenze orario: lunedì / venerdì 15.00 19.00 - sabato su appuntamento chiuso i festivi Tel. 055 240617 | Fax 055 5609892 info@galleriailponte.com www.galleriailponte.com

in collaborazione con Galleria Tornabuoni |Firenze


ION GRIGORESCU Trauma of the Exposed Body

23 April / 29 May 2011 18 Maggio 26 Luglio 2013 a cura di Maria Rus Bojan Inaugurazione Sabato 18 Maggio 2013 ore 19

Orari d’apertura: Martedì – Venerdì, 15.30 – 19 o su appuntamento Prometeogallery di Ida Pisani Ex Chiesa San Matteo Piazza San Matteo 3 / 55100 Lucca info@prometeogallery.com www.prometeogallery.com T/F + 39 02 26924450

Ion Grigorescu, Ritual Bath, 1979-2013. Series of 32 color photographs, digital slideshow. Courtesy the artist and prometeogallery di Ida Pisani, Milan/Lucca.


GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI - FIRENZE

guida al contemporaneo L'attuale Geografia Artistica di Firenze e Oltre. A cura di Serena Vanzaghi


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea L’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea è costituita tra le Gallerie e le Associazioni culturali che operano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che esercitano l’attività di esposizione, promozione e/o vendita al pubblico di opere d’arte. L’ANGAMC ha lo scopo di rappresentare e tutelare, in ogni sede, gli interessi morali, economici e culturali della categoria rappresentata. L’obiettivo principale è quello di qualificare sempre più il mercato dell’arte e le sue potenzialità con la migliore preparazione professionale e culturale degli operatori, anche con interventi nell’ambito giuridico e amministrativo; inoltre promuove dibattiti e conferenze su temi d’interesse per gli associati. Il Delegato territoriale della Toscana è Mauro Stefanini: cell. 335 7054800 GALLERIE ASSOCIATE DELEGAZIONE TERRITORIALE TOSCANA ANGAMC GALLERIA CONTINUA

NEDKO SOLAKOV. Paintings with No Texts and I Want Back Home (said the big frog) | ZHANNA KADYROVA. Data Extraction; fino al 04/05/13. • MONA HATOUM. A body of work | NARI WARD. Iris Hope Keeper; 18/05/13 – 24/08/13. Sede: Via del Castello n° 11, 53037 San Gimignano (Si), Tel. +39 0577 943134. Orario: dal martedì al sabato 14:00 19:00, o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Silvia Pichini, press@galleriacontinua.com. Web: info@galleriacontinua.it www.galleriacontinua.com ELEONORA D’ANDREA ARTE CONTEMPORANEA

Sede: Via Vincenzo Gioberti n° 14, 59100 Prato, Tel. / Fax +39 0574 574670 / Cell. +39 345 2816111. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 19:00, sabato 10:30 - 13:00 / 16.00 - 20.00 (per tutti gli orari e i giorni non specificati su appuntamento al numero +39 345 2816111). Biglietti: ingresso libero. Web: gallery@elexpo.it www.elexpo.it SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALDO MONDINO. Tappeti stesi e appesi; dal 13/04/13. Autore: Aldo Mondino. Cu-


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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ratore: Marco Meneguzzo. Sede: Via Ghibellina n° 164r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 2340239 / Fax +39 055 2269190. Orario: dal lunedì al sabato 09:30 - 12:30 / 15:30 - 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@santoficara.it www.santoficara.it FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA

OBLIO; fino al 04/05/13. Autrice: Susanna Serpas Soriano. Curatore: Nicola Davide Angerame. Catalogo: OBLIO | Lontano lontano lontano | Susana Serpas Soriano, con testi di Nicola Davide Angerame e Carlo Frittelli. • LA RESPONSABILITA’ DELL’OCCHIO; 11/05/13 – 20/09/13. Autore: Paolo Masi. Curatore: Flaminio Gualdoni. Vernissage: sabato 11 maggio alle ore 18.00. Catalogo: a cura di Flaminio Gualdoni, edizioni Gli Ori. Sede: Via Val di Marina n° 15, 50127 Firenze, Tel +39 055 410153 / Fax +39 055 4377359. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:30, domenica e festivi su appuntamento. Web: info@frittelliarte.it www.frittelliarte.it GESTALT ART GALLERY

Sede: Via Stagio Stagi n° 28, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 790900. Orario: 10:30 12:30 – 18:30 00:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gestaltgallery.it www.gestaltgallery.it GALLERIA GIRALDI

GIOVANNI CAMPUS. Tempo in processo; fino al 25/05/13. Autore: Giovanni Campus. Sede: Piazza della Repubblica n° 59, 57123 Livorno, Tel. +39 0586 883022 / Cell. +39 329 8626020 / Fax +39 0586 887778. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 17:00 - 20:00, domenica su appuntamento. Web: info@galleriagiraldi.it www.galleriagiraldi.it ARMANDA GORI ARTE

UMBERTO MARIANI. Grigio pesante c/o Sala S. Ignazio, Via G. Carducci 7, Arezzo; fino al 5 maggio 2013. Autore: Umberto Mariani. Curatore: Fabio Migliorati. Orari mostra: venerdì 17:00 20:00, sabato e domenica 11:00 13:00 17:00 20:00. Info: Ufficio cultura Comune di Arezzo, Tel. +39 0575 377852, ufficiocultura@comune. arezzo.it. In collaborazione con: Armanda Gori Arte. Sede galleria: Viale della Repubblica n° 64/66/68, 59100 Prato, Cell. +39 335 303142 - +39 338 5924449 / Fax +39 0574 604901. Orari galleria: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00 o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: studiomarchi@tin.it www.armandagoriarte.com


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

GUASTALLA CENTRO ARTE

LIMITED EDITIONS – international prints; 18/05/13 – 31/07/13. Autori: Bacon, Balthus, Braque, Burri, Campigli, Carrà, Castellani, Chagall, Dalì, De Chirico, Fontana, Hartung, Magnelli, Magritte, Marino Marini, Mirò, Moore, Music, Picasso, Pomodoro, Rauschemberg, Severini. Vernissage: sabato 18 maggio alle ore 18.00. Sede: Via Roma n° 45, 57126 Livorno, Tel. +39 0586 808518 / Fax +39 0586 813514. Orario: dal lunedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 16:30 - 20:00, sabato 10:00 – 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@guastallacentroarte.com www.guastallacentroarte.com GALLERIA N° 38

Sede: Via del Battistero n° 38, 55100 Lucca, Tel. +39 0583 491104 / Fax +39 0583 491104. Orario: dal martedì al sabato 10:00 13:00 – 16:00 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gallerianumero38.com www.gallerianumero38.com GALLERIA OPEN ART

Group Show; fino al 31/05/13. Autori: R. Boero, S. Bozzolini, W. Fusi, R. Floreani, Q. Ghermandi, P. Jenkins, J. Kolàr, C. Marca-Relli, A. Monnini, M. Nuti, L. Parzini, B. Pepper, S. Piccoli, G. Pinzani, B. Querci, T.Scialoja, M.Staccioli. Sede: Viale della Repubblica n° 24, 59100 Prato, Tel. +39 0574 538003 / Fax +39 0574 537808. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 20:00, sabato 10:30 12:30 / 16:00 20:00, chiuso domenica e festivi. Biglietti: ingresso libero. Web: galleria@openart.it www.openart.it GALLERIA SUSANNA ORLANDO Sede: Via Carducci n° 10, 55042 Forte dei Marmi (LU), Tel. / Fax +39 0584 83163.

VETRINA: Via Sauro n° 3, 55045 Pietrasanta (LU). Orario: tutti i giorni 10:00 - 13:00 / 16:00 - 20:00, escluso lunedì e martedì mattina. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriasusannaorlando.it www.galleriasusannaorlando.it

BARBARA PACI

Balene; fino al 02/06/13. Autore: Andrea Collegano. Sede: Piazzetta del Centauro n° 2, Piazza Duomo n° 25, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. / Fax +39 0584 792666. Orario: dal martedì alla domenica 10:00 13:00 - !7:00 20:00. Bigliet-


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ti: ingresso libero. Ufficio stampa: Alessia Luppoli info@alessialupoli.it. Web: info@barbarapaciartgallery.com www.barbarapaciartgallery.com GALLERIA POGGIALI & FORCONI

DEFICIT (the lack)!; fino al 25/05/13. Autori: Harun Farocki, Krzysztof Klusik, David Michalek. Curatrice: Gaia Serena Simionati. Catalogo: disponibile in galleria. Sede: Via della Scala n° 35/A, 50123 Firenze, Tel +39 055 287748 / Fax +39 055 2729406. Orario: dal martedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:00, sabato 10:00 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@poggialieforconi.it www.poggialieforconi.it GALLERIA IL PONTE

Aleksandra Zurczak, Francesco Chiacchio. Il segno come racconto; 19/04/13 20/07/13. Autori: Aleksandra Zurczak, Francesco Chiacchio. Curatore: Andrea Alibrandi. Sede: Via di Mezzo n° 42/b, 50121 Firenze, Tel +39 055 240617 / Fax +39 055 5609892. Orario: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00, chiuso sabato e festivi. Ufficio Stampa: Susy Fabiani susy@galleriailponte.com. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriailponte.com www.galleriailponte.com SANGALLO ART STATION

Sede: Via Fra’ Giovanni Angelico n° 5r (fra il n°47 e il n°49), 50121 Firenze, Tel. +39 055 0517157 / Fax +39 055 0517518. Orario: dal martedì al sabato 10:00 - 13:30 / 15:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Patrocinio: Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Web: e.sarti@sangalloartstation.it www.sangalloartstation.it GALLERIA LA SUBBIA DI PAOLA RAFFO

Sede: Via Barsanti n° 11, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 283338 / Fax +39 0584 71647. Orario: tutti i giorni 10:00 - 12:00 / 17:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: gallerialasubbia@gmail.com TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE

Maestri moderni e contemporanei - Antologia scelta 2013. Sede: Lungarno Cellini n° 13/a, 50125 Firenze, Tel. +39 055 6812697 / Fax +39 055 6812020. Orario: dal lunedì al venerdì 09:00 – 13:00 / 15:30 – 19:30, sabato su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: info@tornabuoniarte.it www.tornabuoniarte.it


Barbara Vistarini I.S.H.O.P.T. (Io Solo Ho Occhi Per Te) 18 maggio - 15 giugno 2013

LINEA Spazio Arte Contemporanea | The New Florence Biennale Via delle Porte Nuove 10, Firenze, Italy dal lunedĂŹ al sabato 10.00-13.00, 15.00-18.00


La responsabilità dell’occhio

www.mauropispoli. com

Paolo Masi

11 maggio - 20 settembre 2013 a cura di Flaminio Gualdoni

Frittelli

ARTE CONTEMPORANEA

www.frittelliarte.it


OVERGROUND

AFTER ART GALLERY di Frederik Ivanaj

Sede: Via Ghibellina n° 38r, 50122 Firenze, Tel. +39 328 7156628. Biglietti: ingresso libero. Web: frederik.ivanaj@tin.it www.ivanaj.com ANTONELLA VILLANOVA – Contemporary art jewellery

Sede: Piazza Goldoni n°2 50123 Firenze, Tel. +39 055 6802066 Fax +39 055 213372. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13 15:00 – 19:00, lunedì su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: antonellavillanova@gmail.com www.antonellavillanova.it ARIA ART GALLERY

VOGUE ARABE; fino al 05/05/13. Autore: Hassan Hajjaj. Sede: Borgo Santi Apostoli n° 40/r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 216150 / Fax +39 055 4641406. Orario: dal lunedì al sabato 10:30 - 13:30 15:30 - 19:30, domenica su appuntamento. In collaborazione con: Ambasciata del Marocco in Italia. Biglietti: ingresso libero. Web: info@ariaartgallery.com www.ariaartgallery.com BABELE - Boutique d’Arte e Libri

FLORENCE & TUSCANY. Spica…nalisi in technicolor; 13/04/13 - 11/05/13. Autore: Pietro Spica. Curatrice: Laura Accordi. Catalogo: “Florence & Tuscany” della serie “Viaggio in Italia” – Babele Edizioni. Sede: Via delle Belle Donne n° 41/r 50122 Firenze, Tel./Fax +39 055 283312. Orario: dal martedì al sabato 10:30 - 19:30. Ufficio stampa: Carlo Gattai 337/677116 press@babelefirenze.com. Biglietti: ingresso libero. Web: babele@babelefirenze.com. www.babelefirenze. com GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI

Barzagli: Memorial Park | Corsini: Aspettando Neruda | Savini: Facts are the enemy of truth; fino al 15/06/13. Autori: Massimo Barzagli, Vittorio Corsini, Maurizio Savini. Sede: Palazzo Ricasoli, Piazza Goldoni n° 2, 50123 Firenze, Tel. +39


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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055 6802066 / 055 213372. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 15:00 – 19:00, lunedì su appuntamento. Ufficio stampa: Spaini & Partners. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriabagnai.it www.galleriabagnai.it BASE / PROGETTI PER L’ARTE

GIANNI CARAVAGGIO; fino al 31/05/13. • PIERO GOLIA; 03/06/13 – 10/07/13. Sede: Via San Niccolò n° 18r, 50123 Firenze, Tel +39 055 602102 / Fax +39 055 2207281. Orario: dal martedì al sabato 18:00 – 20:00 (dalle 20:00 alle 24:00 come vetrina). Biglietti: ingresso libero. Patrocini: Attività promossa dagli artisti del collettivo BASE X BASE e con il contributo della Regione Toscana/Toscanaincontemporanea 2011. Web: info@baseitaly.org www.BaseItaly.org DOLORESART LABORATORY

Donne del Mediterraneo; aprile-maggio 2013. Autore: Pino Bertelli. Curatore: Maria Dolores Cattaneo. Catalogo: Donne del Mediterraneo, scelta di foto di Pino Bertelli, testi dei Prof. Antonio Natali, Giovanna Giusti, Melchi Masali, Dott. Maria Dolores Cattaneo. Sede: Palazzo Viti, Sala Musica e Sala Mostre, Via dei Sarti n° 41, 56048 Volterra (Pi), Tel. +39 0588 84047 Cell. 333 4508779. Orario: tutti i giorni 10:00 13:00 – 14:30 18:30 . Web: doloresart57@gmail.com www.doloresart.it/galleria F_AIR - FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE

Plan B; fino al 24/05/13. Autore: Eric Mistretta. Curatrice: Lucia Giardino. Catalogo: disponibile in galleria. Orario: dal lunedì al giovedì 15:00 – 20:00, venerdì 12:00 – 17:00. • Of Limes and Camouflage; 28/05/13 – 14/06/13. Autrice: Victoria DeBlassie. Curatrice: Lucia Giardino. Catalogo: disponibile in galleria. Vernissage: martedì 28 maggio alle ore 18.30. Orario: dal lunedì al giovedì 15.00 – 18.00. Patrocinio: Florence University of The Arts. Sede: Via San Gallo n° 45/r, 50129 Firenze. Ufficio Stampa: Ufficio Stampa Palazzi communications@palazziflorence.com Web: fair@fua.it www.fair.palazziflorence.it FRASCIONE ARTE

Sede: via Maggio n° 60r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 2399205. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 15:00 – 19:00, lunedì 15:00 – 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@frascionearte.com www.frascionearte.com


The ascetism | 20

GUIDA AL CONTEMPORANEO

GALLERIA I.A.C. -Impruneta Arte Contemporanea-

6 aprile - 6 magg

vernice sabato

La forma della liquidità – Mostra personale di fotografia; fino al catalogo a cura di Dom 05/05/13. Autore: Nino Monastra. Curatore: Consiglio Direttivo Associazione Art-Art. Sede: Via della Croce n° 41, 50023 Impruneta (Fi), Cell. +39 333 7405522. Orario: dal martedì alla domenica 16:30 – 19:30. Patrocinio: Comune di Impruneta. Biglietti: inaperitivo gresso libero. Ufficio Stampa: inpiaz@alice.it +39 339 7854375. Web: artart@artartimpruneta.it www.artartimpruneta.it LINEA Spazio Arte Contemporanea

SMALL WONDERS, Piccole Meraviglie; fino al 04/05/13. Catalogo: immaginaria arti visive galle SMALL WONDERS, Piccole Meraviglie. • Io Solo Ho Occhi per Te; 18/05/13 – 15/06/13. via guelfa, 22/ar - firenze - t galleriaimmaginaria@alice. Autrice: Barbara Vistarini. Catalogo: Barbara Vistarini, Io Solo Ho Occhi per Te. Sede: Via h. lun/sab 9.30 - 13 / 15.30 delle Porte Nuove n° 10, 50023 Firenze, Tel. +39 055 3249173 / Fax +39 055 333540. Orario: dal lunedì al venerdì 10:00 – 18:00, sabato su appuntamento. In collaborazione con: Design Week. Biglietti: ingresso libero. Ufficio Stampa: Giulia Coli +39 339 5069593 giuliacoli@gmail.com - Francesca Puliti +39 392 9475467 francesca.puliti@gmail.com. Web: info@spaziolinea.org www.spaziolinea.org CASA MASACCIO -Centro per l’Arte Contemporanea-

Dissentire; 04/05/13 - 09/06/13. Autori: Fernando Sànchez Castello, Cristina Lucas, Cabello/Carceller, Yaima Carrazana, Michelangelo Consani. Curatrice: Alba Braza Boils. Vernissage: sabato 4 maggio alle ore 18.00. Sede: Corso Italia n° 83, 52027 San Giovanni Valdarno (Ar), Tel. +39 055 9126283 / Fax +39 055 942489. Orario: giorni feriali 15:00 – 19:00, festivi 10:00 12:00 – 15:00 19:00, lunedì chiuso. Biglietti: ingresso libero. Web: casamasaccio@comunesgv.it www.casamasaccio.it SCIATO’ DI SERRAVALLE

Ceramiche Figuratiste; 15/05/2013 - 30706/2013. Autore: Massimo Biagi; Vernissage: 15 maggio 2013 Sede: Via Garibaldi n° 49, 51030 Serravalle Pistoiese (Pt), Web: info@sciato.it SIMBOLI ART GALLERY

GIUSEPPE MENOZZI – Dimensioni di spiritualità; 04/05/13 – 30/05/13. Autore: Giuseppe Menozzi. Curatore: Prof. Giammarco Puntelli. Catalogo: disponibile in galleria. Vernissage: sabato 4 maggio alle ore 17.30, sarà presente l’artista. Sede: Via di San Giuseppe n° 6/r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 0502418, Cell. +39 349 1438941. Orario: lunedì 16:30 – 20:00, dal martedì alla domenica 10:00 – 13:00 15:00 – 20:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@simboliartgallery.com www.simboliartgallery.com



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MAPPA DEL CONTEMPORANEO - FIRENZE 1 / After art gallery Via Ghibelina n°38/r 2 / ARIA ART GALLERY Borgo Santi Apostoli n°40 3 / GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI Via del Sole n° 15/R, Firenze Piazza Goldoni n° 2, Firenze 4 / BASE / PROGETTI PER L'ARTE Via San Niccolò n°18/r 5 / GALLERIA BIAGIOTTI ARTE CONTEMPORANEA

Via delle Belle Donne n°39/r 7 / Galleria La Corte Arte Contemporanea Via Dei Coverelli 27r 8 / linea - spazio arte contemporanea Via delle Porte Nuove n°10 9 / F_AIR FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE Via San Gallo n°45/r 10 / SANTO FICARA ARTE

MODERNA E CONTEMPORANEA Via Ghibellina n°164/r 11 / FRASCIONE ARTE Via Maggio n°60/r 12 / FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA Via Val di Marina n°15 13 / GALLERIA d’ARTE MENTANA Piazza Mentana n°2/3/4r 14 / MNAF. MUSEO NAZIONALE ALINARI


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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PER LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA Piazza Santa Maria Novella n°14/ar 15 / PALAZZO PITTI Piazza Pitti n°1 16 / GALLERIA POGGIALI & FORCONI Via Della Scala n°35/a 17 / GALLERIA IL PONTE Via Di Mezzo n°42/b 18 / SAN GALLO ART STATION

Via Fra' Giovanni Angelico n°5/r 19 / Simboli art gallery Via di San Giuseppe n°6/r 20 / C.C.C.S. Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Palazzo Strozzi Piazza Degli Strozzi n°1 21 / STUDIO N.B. & ENTR’ARTe POSSIBILIT IES OF ART Via De’ Serragli N°79/r,

22 / immaginaria arti visive gallery Via Guelfa 22/ar 23 / TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE Lungarno Cellini n°13/a 24 / ANTONELLA VILLANOVA Contemporary art jewellery Piazza Goldoni n°2 Via della Spada n° 36/R




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OLTRE LO SPECCHIO

ARTE E PUBBLICITÀ

DIALOGO CON L’AUTORE ELIO GRAZIOLI "Non esiste infatti percezione senza desiderio e senza pensiero, né comportamento senza seduzione e persuasione " Elio Grazioli, Arte e pubblicità

Alessandra De Bianchi: Nell’introduzione al suo libro Arte e pubblicità troviamo scritto "il reale stesso è già pubblicità, se non addirittura pubblicità della pubblicità", ci spiega questa affermazione alla luce delle riflessioni che pervadono l'intero testo? Elio Grazioli: La pubblicità è diventata così pervasiva da essere considerata una sorta di categoria con cui non è più possibile non fare i conti. Quello che mi sembra interessante è che, così come l'arte è uscita dalla cornice e si mescola alla realtà, allo stesso modo la pubblicità ha rotto la sua cornice ed è entrata in circolazione in ogni ambito e comportamento. A.D.B.: Gli esordi dell'arte moderna hanno coinciso, non a caso, con l'inizio della pubblicità, l'apparizione dei manifesti, la nascita di grandi centri commerciali, il sodalizio con gli artisti stessi soprattutto in Francia. Quale rapporto sussiste, dunque, tra arte e pubblicità oggi? E.G.: Nella post-post-modernità tutto sembra possibile. Qualcuno pensa che la pubblicità sia la forma d'arte corri-

spondente a questa società ed epoca, altri che non si sa più che cosa sia arte. Io spero che i due ambiti conservino ancora un certo grado di conflitto. L'arte incita la pubblicità a non limitarsi a vendere un prodotto e a perseguire una certa qualità; la pubblicità non permette all'arte di illudersi di essere "pura", unica e senza interessi. A.D.B.: Esiste un'arte fine a se stessa, oppure l'arte che arriva al pubblico, che viene esposta ha comunque una valenza pubblicitaria, una volontà di


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Campagna pubblicitaria di D&G, 2006. Fotografia di Elio Grazioli.

attrarre, di essere desiderata anche materialmente e dunque quella "aggressività" e quel "narcisismo" che già Marinetti attribuiva alla pubblicità definendola "autopubblicità"? E.G.: Non è che l'arte sia fine a se stessa, ma essa è la parte fine a se stessa di ogni attività umana. Così quando diciamo che un idraulico è un artista, vogliamo evidenziare quella parte del suo atteggiamento nei confronti della propria attività. Poi c'è il narcisismo, ma c'è anche il suo opposto, la fuga, la provocazione, l'isolamento, fino alla follia. In arte noi le amiamo tutte queste storie che ci sembrano indispensabili perché l'arte nasca. A.D.B.: Dal Cubismo al Futurismo e al Dadaismo fino alla Pop art, il confine tra arte e pubblicità è stato dichiaratamente eliminato nelle correnti

artistiche del '900, oggi la fusione di prospettive è sempre esplicita o più subliminale? E.G.: Non credo che ci sia fusione assoluta. Sia pubblicità che arte cambieranno nome e statuto, ma credo che l'evoluzione dei media e nuovi comportamenti umani che emergono da ogni dove ci riserveranno ancora molte sorprese. Che cosa è (la) pubblicità in Internet? Che cos'è (l')arte nella cultura islamica o nella società dello spettacolo generalizzata? Elio Grazioli (classe 1954), critico d'arte e curatore, insegna all'Università e all'Accademia di Bergamo, vive e lavora vicino a Milano. Alessandra De Bianchi è laureata in Filosofia Teoretica-Estetica, vive e lavora a Firenze.


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DENTRO AL CONTEMPORANEO

IL SEGNO COME RACCONTO

A cura di Andrea Alibrandi Galleria il Ponte in collaborazione con Galleria Tornabuoni, Firenze ALEKSANDRA ZURCZAK e FRANCESCO CHIACCHIO

fino al 20 luglio 2013 E se il senso della realtà si potesse trovare solo nell’apnea, nell’illusione, nella deflagrazione di ogni logica, di ogni regola, di ogni certezza? E se fossero le increspature del reale le uniche vie di fuga, nicchie di ricordi, speranze e sobri deliri?

Due artisti trentenni - Aleksandra Zurczak e Francesco Chiacchio - graffiano il mondo con decisione e dispetto, rabbia ed eleganza. Un racconto interiore che si fa esteriore e viceversa, un continuo gioco di rimandi, capovolgimenti e specchi deformanti. Grandi tele, piccoli particolari, ma tanta, tanta, forza espressiva che dilania, sfida e rievoca una realtà che non risponde più, non prende più posizione, lasciando aperte le frontiere del cuore, della mente, dell’etica a una continua spinta al rischio, al vuoto. Cosa è reale e cosa non lo è? Tutto può essere invertito, applicato al contingente, all’interpretazione sommaria, alla paura. Cosa sono il bianco e il nero, il bene e il male, la luce e le tenebre? Perfino la forza di gravità

può cadere. Anche un passo di danza o un tuffo possono avvenire e fermarsi nell’aere, anche le mani di un pianista possono comporre note vibranti solo dentro le pieghe di una tela o riesumarle da qualche recondito angolo di memoria. Il filo rosso della carta che lega i due giovani artisti vuole raccontare, ma ancor più alludere – complice – al silenzio rubato dal caos, alla semplicità delle forme e dei colori elementari che si celano nell’autentico e nella serenità svanita nel rumore di fondo della contemporaneità. Matasse dense e intricate che rimandano a elementi naturali, materiale segnico che, travalicando la bidimensionalità, talvolta trova spazio in forme scultoree. Aleksandra Zurczak - nata a Konin, Polonia, nel 1983 - si


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Francesco Chiacchio, Tuffo, 2013, tecnica mista su cartone, 200x150 cm.

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Aleksandra Zurczak, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 2013, tecnica mista su 7 carte, 24x17,5 cm cad., 4 in cornice e vetro.

focalizza sulla potenza espressiva del segno grafico, che esplode netto nella sua semplicità primordiale, riconducendo l’origine del mondo alla sua fine, ineluttabile, inevitabile, come la vita rincorre la morte. In Esplosione (I e II), come anche in Frontiera, l’artista sonda la profondità del tratto, la potenza del nero che assorbe tutto, dalla luce all’attenzione; il racconto si fa nell’alternarsi di spazi e respiri, che costringono l’osservatore a prendere distanza e pensare, pensare, come sprofondare in una voragine o ricomporre un puzzle dai tasselli inconciliabili. Nelle immagini che prendono forma e si stagliano su fondali di carte vissute – recuperate da una loro precedente esistenza – si delineano i “personaggi” di Francesco Chiacchio (nato a Fiesole nel 1981, vive e lavora a Firenze). Grandi silhouette

nere affiorano, emergendo dalla nostalgia di un lontano passato. Un romanticismo struggente e consolatorio, che sfida il nodo della realtà e lo supera nell’ammissione della parzialità del ricordo umano, nella mera conservazione dell’emozione, dell’“impressione” di un valzer sulla luna (Movimento Danza I, II e III) o di un salto nell’ignoto (Tuffo). Immagini con grumi pastello in cui campeggiano il silenzio e ombre senza volto, smaterializzate e incorporate nello sfondo del tempo trascorso; un ritmo che narra ore allegre e ricalca invece la loro mancanza, la perdita, il rifugio nel sogno, ultimo luogo dove poter vivere davvero, dove potersi ritrovare, affidandosi alla magica melodia di Blue Monk, dove l’unico segreto è credere. Déborah Allegranti



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BARZAGLI - CORSINI – SAVINI Arte a declinare il tempo Galleria AlessandroBagnai

fino al 15 Giugno 2013 Visioni iconiche, incastonate nello scorrere del tempo. Tre artisti a confronto per la Galleria Bagnai a ritrarre la sospensione apparente dell’istante “congelato” nella durata.

La galleria Alessandro Bagnai prosegue il suo programma di esposizioni “a 3 artisti”, presentando la mostra, inaugurata il 23 aprile, dedicata a Massimo Barzagli, Vittorio Corsini e Maurizio Savini. è l'installazione in vetro di Vittorio Corsini (Cecina, 1956) ad accentrare l'attenzione della prima sala, accogliendo lo spettatore con il protendersi di una sensazione d'attesa. “Aspettando Neruda” è il nome dell’opera, che dà il titolo all’esposizione, e realizza il primo quadro in cui il tempo è congelato all’interno di uno spazio sublimato, in cui delle sedie-sgabello stilizzate si frappongono in maniera seriale a dei fusti di esili alberi. La ripetizione oggettuale sublima nel congelamento del tempo lineare, aprendosi alla dimensione temporale percettiva, che svela l’aspetto durevole dell’istante, proiettato nel surreale.

Maurizio Savini, Requiem for dissent, 2011, Chewing gum, cm h 155x110x110 Courtesy galleria Alessandro Bagnai.


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Massimo Barzagli, Memorial Park, 2013. Courtesy galleria Alessandro Bagnai.

Tre piccoli tronchi d’albero riprodotti in vetro, ognuno sorretto da una cintura rosa rappresentano, invece, il tema de “La Foresta Incantata”, seconda opera in mostra accanto ai due quadri luminosi intitolati “Sul finire dell’occhio”. Nella sala centrale, invece, le opere di Massimo Barzagli (Marradi 1960), realizzate con la tecnica del frottage, eseguite tra gennaio e aprile del 2013. La cartografia è la testimonianza del passaggio del tempo e della sua eredità impressa sul tronco di secolari faggi dell’Appennino toscano. Nelle carte, cm 100x150, restano impresse come calligrafie le incisioni ed i graffi. Le carte pressate sui tronchi rilevano, infatti, vecchie scritte, ferite della corteccia, cicatrizzate dal trascorrere del tempo,

che dà origine ad una sorta di unità stilistica come firme impresse dalla stessa mano. Nell’ultima sala è protagonista la scultura, lampadario pendente in chewing gum, di Maurizio Savini (Roma, 1962), dal curioso titolo “Requiem For Dissent”. Un’astrazione pop del contesto socio-economico contemporaneo a comporre formalmente la metamorfosi dell’intercedere del tempo nella sua liquefazione. “Facts are the enemy of truth” è l’aforisma di Cervantes, che dà il nome alla mostra e allude all’opera finita come effettiva antagonista delle aspirazioni artistiche. Ilaria D’Adamio


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DARIO MOSCHETTA – BIG PORTRAITSa cura di Samanta Chiarugi Galleria Chiarugi - Empoli (Fi)

fino al 31maggio 2013


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Una Grande dimensione è una bottega tutta da esplorare: un’atmosfera sospesa fra mito e icona, fra spot e opera d’arte. Cosa contraddistingue l’opera d’arte da un singolo prodotto? La Qualità è scomparsa definitivamente in questa nostra realtà? Dario Moschetta (Castelfranco Veneto TV, 1973) contribuisce a provocare ognuno di questi interrogativi. La mostra, allestita nelle stanze della Galleria Chiarugi, non si presenta formalmente come una personale, sembra piuttosto di entrare in una antica bottega dal fascino sofisticato, capace di stupire sin dal primo sguardo. Dario Moschetta impiega un figurativo dai tratti decisi e drammatici, crea personaggi che si stagliano con forza contro uno sfondo tenue, occupando tutta o gran parte della tela. Le sue opere catturano immediatamente l’attenzione, i grandi formati accompagnano lo spettatore verso un quotidiano popolato da personaggi ritratti con espressioni assorte. I volti che sceglie per i suoi ritratti appartengono a persone celebri, come Francis Bacon, Pier Paolo Pasolini e Mick Jagger, le imponenti dimensioni delle opere riescono a esaltare ancor di più la loro dimensione psicologica. Lo spazio fra l’uomo comune e il mito si fa più breve e la celebrità assume caratteri più quotidiani. Nel ritratto di Francis Bacon (2013), ad esempio, il volto occupa tutto lo spazio disponibile: lo sguardo accigliato dell’artista irlandese nasconde occhi struggenti, specchio della sua anima inquieta, rappresentata dalle sapienti pennellate di rosso che dipingono

il contorno degli occhi. La tecnica rapida, disinvolta e gestuale dell’acrilico, rivela una diversa condivisione, un’affinità segreta fra l’artista e l’effigiato che vive, grazie all’arte, un nuovo momento di comunicazione. Le opere di Moschetta sono in grado di superare i limiti concreti del quadro, per entrare improvvisamente nella stanza della nostra memoria. Il rapporto fra il soggetto e la tecnica determina lo stile dell’artista, rende personale ed immortale la sua opera. Lo stile rimane, però, solo un simbolo di una specifica manualità, perché sarà l’immagine la sola a rivelarci i contenuti di una poetica che è arte, perché l’unica in grado di produrre opere d’arte verso e fuori noi stessi. Elena Santoni

Nella pagina a fianco: Dario Moschetta, Mick Jagger, acrilico su tela, 150x200, 2013. Courtesy Dario Moschetta. Credits Samanta Chiarugi (part.). In alto: Dario Moschetta, Pier Paolo Pasolini, acrilico su tela, 150x180, 2013. Courtesy Dario Moschetta. Credits Samanta Chiarugi.


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DENTRO AL CONTEMPORANEO

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JOEL-PETER WITKIN IL MAESTRO DEI SUOI MAESTRI a cura di Baudoin Lebon MNAF Museo Nazionale Alinari della Fotografia, Firenze

fino al 24 giugno 2013 “Joel-Peter Witkin: un mistero? Un artista? Un fotografo? Un pittore? No, semplicemente un autore. Un autore intriso di storia dell’arte; di una storia dell’arte: la nostra, quella del mondo occidentale. Non per essere settario ma per una ragione in lui evidente: è sua la civiltà, che conosce, frequenta, ingurgita e digerisce dopo averla per lungo tempo osservata, analizzata e rimasticata” (Baudoin Lebon, 5 marzo 2013)

C’è un significato nascosto, un senso ulteriore e profondo che si annida sotto l’evidenza epidermica, che si insinua nell’intimo di quell’aspetto più superficiale delle cose, delle persone, della materia. Un messaggio altro, una voce latente e in potenza che si cela, che viene occultata dietro, o meglio, per mezzo dell’allegoria, dell’allusione, dell’orchestrazione compositiva e della scena teatrale. Tutta l’opera di Joel-Peter Witkin (New York, 1939) pare ruotare attorno a questo senso ulteriore, al tempo stesso nascosto ed emergente, volendo osare e comunicare messaggi subliminali, ma non esclusivi, bensì aggiuntivi. Le immagini di Witkin sono profondamente enigmatiche, alchemiche e con-

tinui, colti, incessanti, sono i riferimenti alla storia dell’arte che ha studiato e della quale ha una approfondita conoscenza: da Raffaello a Velasquez (Las Meninas, 1987), da Bosch (Agonistes of Eternal Wait, 1990) a Manet, fino al Surrealismo, ma soprattutto alle Vanitas. Molti i soggetti religiosi: San Sebastiano in Queer Saint, 1999, la testa di San Giovanni in Head of Dead Man, New Mexico, 1990 o in Still Life, Marseille,1992. Così come imprescindibile è il riferimento ai grandi nomi della fotografia di Muybridge, Rejlander e Holland Day: Woman once a Bird, 1990 è richiamo diretto a Man Ray. Ma l’ispirazione iconografica e la citazione si impastano per essere riformulate con la vita quotidiana e le esperienze che lo stesso autore ha vissuto, poiché,


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1 - Joel-Peter Witkin, Prudence, 1996, Š Joel-Peter Witkin, courtesy Baudoin Lebon.

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Joel-Peter Witkin, Self Portrait, reminiscent as a Self Portrait as a Vanité, 1995, © Joel-Peter Witkin, courtesy Baudoin Lebon.

come riporta il curatore Baudoin Lebon, è egli stesso ad affermare che “bisogna adattarsi alla realtà”. Il suo universo fotografico è allora popolato di santi queer, di freaks, di efebi, di cupidi, di modelli anormali ingaggiati in incontri fortuiti o tramite inserzioni: sono i fenomeni da baraccone ad interessarlo, i nudi antiestetici, i corpi difformi a metà tra l’umano e l’animalesco. Il suo è uno stile molto personale e riconoscibile, altamente sperimentale sia nella fotografia che nella tecnica di stampa, che ottiene trascorrendo tempi lunghi in camera oscura e arginando qualsiasi tipo di intervento digitale: le fotografie sono il risultato di una serie di passaggi manuali che comprendono le tecniche più diverse, dal graffio allo strappo dei negativi, dall’utilizzo di filtri a quello di ostacoli tra il supporto e l’ingranditore, fino al collage.

Minuziosa e studiatissima è la cura delle sue composizioni, impeccabili fin nei minimi dettagli. Come un incisore, più spesso un pittore, Joel-Peter Witkin ama il corpo nella sua nudità, carnalità e nella sua intima confusione con la spiritualità e la religiosità: il piacere è sofferenza, il deterioramento fisico è memento mori e per questo fonde la scultura greca e romana, l’arte barocca e neoclassica alla mostruosità e alla storicamente paurosa difformità di nani, ermafroditi e androgini, calati e ritratti in atmosfere sempre sublimi. Come afferma Lebon, Witkin “ talvolta, si diverte come un direttore di un Museo di Storia Naturale, divenuto un po’ folle, mescolando scheletri di scimmia, di struzzo e di umani (Cupid and Centaur in The Museum of Love, Marseille, 1992); un gesto surrealista molto presente allo stesso modo nell’opera Domestic Creature, 2004 ispirata a Dalì o in Harvest, New Mexico, 1981 vicina ad Arcimboldo. La sua creatività resta sempre aperta e reagisce spontaneamente alle difficoltà che incontra e tutto questo in ferma continuità rispetto ad assunti quali: “i corpi rispondono a criteri di bellezza che sono lontani dai canoni rinascimentali; la morte fa parte della vita, e da questo derivano quei pezzi di corpi o quei corpi morti che attraversano il tempo e che non bisogna confondere con i cadaveri che ‘sospendono’ la vita; un rispetto profondo per i suoi modelli e per l’umanità; un misticismo che va aldilà della religione, anche se l’autore scherza a più riprese sul fatto di essere allo stesso tempo di origine ebraico-slava e cattolico-italiana”. Martina Marolda


Pino Bertelli Donne del Mediterraneo

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VOLTERRA Palazzo Viti - Via dei Sarti 41 Sala Musica e Sala Mostre

maggio 2013

Aperto tutti i giorni 10/13 e 14,30/18,30 Tel. +39 0588 84047 - Cell. 333 4508779 www.doloresart.it/galleria doloresart@libero.it

di Maria Dolores Cattaneo Violinista nell’Orchestra Sinfonica Rai

(Ingresso libero al DoloresArt Laboratory Visita a pagamento per Palazzo Viti)


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DENTRO AL CONTEMPORANEO

I Paesaggi fantastici di Bart Herreman “Esefossevero” Palazzo Mediceo di Seravezza, Lucca

fino al 9 giugno 2013 “Quest’ idea può parerti piuttosto esagerata – la realtà può essere meno netta nei suoi contrasti, meno crudelmente drammatica, ma credo che il profilo generico della situazione sia vero, in fondo” (Tratto da “Lettere a Theo”, di Vincent Van Gogh) Ottanta fotografie del fotografo belga che sono in continuo dialogo fantastico con animali e dimensioni spazio-temporali intime e sbalorditive. Ottanta mondi che nascono dall’immaginazione, viaggi liberi dentro la cosmogonia di una natura fantastica e senza riferimenti al reale, per complessiva ricerca e singoli contenuti. Dopotutto, il dialogo fra animale e uomo è da varie decadi caro a tante espressioni contemporanee. Se queste prospettive erano difficili da esprimere prima, con la digitalizzazione dell’immagine fotografica è possibile ottenerle senza dipendere da altre figure tecniche, giungendo così a una piena indipendenza sulla creazione. “I tecnici sono stati sostituiti da Photoshop, utilizzato a modo mio. Se segui la tecnica esatta, perdi l’atmosfera. Le mie foto non vogliono essere perfette, devono essere un po’ balorde. Spesso è una luce eccessiva o

sporca a fare la foto. Quello che conta è sempre il risultato finale”. È quindi grazie all’innovazione tecnologica messa a servizio del mezzo fotografico che arriviamo a queste surreali e allucinanti creazioni. Ma soprattutto per mezzo dell’infinita fantasia creativa di Bart Herreman e dell’inconscio tecnologico che i suoi scatti portano con loro. Ricerca cominciata con la giraffa “Twiga”, della quale colpiscono le forme, le ombre e soprattutto il suo inserimento in spazi sempre mistici; il fotografo usa gli animali come nuovi approdi di una mitologia fantasy del tutto personale e originale. “In realtà tutti gli animali hanno qualcosa di assurdo se li sproporzioni o li collochi dove non ti aspetteresti di vederli. Una gallina enorme diventa paradossale, così come un rinoceronte in una cattedrale”; l’operazione consiste quindi nell’inserire animali in spazi che non gli competono,


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1 - Bart Herreman, Aladin. 2 - Bart Herreman, Duomo Safari. Courtesy Palazzo Mediceo di Seravezza.


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Bart Herreman, La Bolla. Courtesy Palazzo Mediceo di Seravezza.

ma che là dentro trovano la possibilità di produrre nuove strade e nuovi significati. L’accostamento fra animali e forme curiose, in spazi come biblioteche, passages, cattedrali o addirittura spazi inventati, crea, oltre a spaesamento e meraviglia, una percezione di concetti ancora non visti e vissuti. Le immagini sprigionano mondi mistici degni di una mitologia da raccontare nell’intimità di ognuno di noi, che ci affascinano oltre che per i singolari protagonisti, quali giraffe, rinoceronti, galli, anche per le ambientazioni fatte di luci, ombre, cattedrali e paesaggi naturali incontaminati. Lo sbalordimento di fronte a queste nuove e incredibili narrazioni è guidato mediante una cura meticolosa che quasi sfiora la leziosità, con luci, inquadrature e prospettive che sanno ricomporre

armonicamente un mondo fantastico vicino alla verosimiglianza. In questo gioco insiste la ricerca del fotografo belga, ovvero nel saper rendere come vicino alla realtà non una rappresentazione di essa, ma produzioni della sua più sfrenata e libera fantasia, attraverso geometrie che attingono a rappresentazioni della realtà, come quelle create dalla pittura o dalla fotografia stessa. La grande sfida dunque, è quella di proporre attraverso schemi visivi dell’uomo, mondi che abitano nell’intimità dell’artista e quindi lontani dalla quotidiana realtà, mostrandoli come oggetti naturali spontanei, ma in cui nulla è lasciato al caso, pensando ogni minimo dettaglio in anticipo per una costruzione senza contraddizioni e attendibile ai sensi del reale. Tommaso Capecchi


Ceramiche Figuratiste

Massimo Biagi

15 MAGGIO 30 giugno 2013 vernisssage mercoledi 15 maggio 2013

PRESSO IL RISTORANTE Sciat贸 a Serravalle via Garibaldi, 49 Serravalle Pistoiese Pistoia tel. 0573 51301 www.sciato.it info@sciato.it


GIUSEPPE MENOZZI Dimensioni di SpiritualitĂ

A cura del Prof. Giammarco Puntelli

SIMBOLI ART GALLERY Via di San Giuseppe, 6/r - 50122 FIRENZE Tel. +39 055 0502418 | Tel. +39 349 1438941 Orario: lun. 16.30-20 | mart.-dom. 10-13 / 15-20 www.simboliartgallery.com info@simboliartgallery.com

dal 4 al 30 maggio 2013 Inaugurazione: sabato 4 maggio ore 17.30 ---Ingresso libero Catalogo in galleria ---In foto: Pentimento, 2005. Tecnica mista su tavola, 50x40 cm.


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MAURO MORICONI – LE CIRQUE Galleria Die Mauer Arte Contemporanea, Prato

fino al 20 giugno 2013 Nel suo alienante meta-circo dal gusto bohémien, Mauro Moriconi illumina e redime le piaghe architettoniche di una società offuscata dai fantasmi del proprio passato, mostrandoci come solo attraverso la riappropriazione di quel fardello di negatività, ad opera dell’arte, si possa auspicare ad un rinnovamento finalmente autentico.

Oggi come non mai abbiamo un rapporto sempre più controverso col tempo, combattuti tra il naturale istinto di assecondarne con rispetto il trascorrere degli istanti, in virtù dell’inestimabile bagaglio di esperienza che ci lascia in eredità, e l’esigenza tutta post-moderna di accanirsi con smania ossessiva contro i temutissimi segni fisici che inevitabilmente porta con sé. Che si tratti di un oggetto animato o meno, poco importa. Le rughe di un volto, piuttosto che le crepe di un muro: senza distinzioni, censurabili a prescindere in quanto tracce allegoriche della continua trasformazione/degenerazione della realtà, colpevoli di testimoniarne le mancanze in modo fin troppo percepibile da poter essere accettato. Custodi omertose di una memoria storica che il livellamento mediatico sta insabbiando a colpi di frigide informazioni usa e getta, fagocitate dalla frenesia di un mondo in cui il perenne affannarsi per

cambiar pelle ad ogni costo è ormai la più vigliacca delle scappatoie per non soffermarsi a riflettere. Meglio correre ai ripari per occultare, rimpolpare, lucidare, laddove il rubinetto perde ed il piatto piange. Che sia ancora possibile allora riuscire a guardare in faccia i resti della nostra decadenza, con fierezza, e (ri)partire proprio da essi per erigere le fondamenta di un futuro solido e non più vacillante? Basterebbe solo rispolverare quel credito di deferenza che le dovremmo di diritto, come per tutte le esperienze trascorse, specie se negative: d’altronde dagli errori si dovrà pur trarre giovamento, prima o poi. A Mauro Moriconi (Lucca, 1980), questa forma di gratitudine non manca: nei suoi scatti fotografici egli sceglie di immortalare vecchi edifici caduti in disuso, vere e proprie rughe dell’edilizia industriale che richiamano fascinosi relitti di tempi andati, forte della consapevolezza, mista a quel pizzico di provocazione


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Mauro Moriconi, Le Cirque, stampa su alluminio con incisione. Courtesy Die Mauer Arte Contemporanea, Prato.

alla LaChapelle, che per veicolare un messaggio di tale portata serva qualcosa di più che un semplice obiettivo mirato con maestria. E non si limita solo a coglierne sterilmente l’atmosfera di latente abbandono, ma vi inserisce al suo interno veri e propri set fotografici, allestiti ad hoc in ogni minimo dettaglio, presentando come attori-pretesto di queste scenografie alla Orwell, personaggi del circo nell’atto di esibirsi, derubati alle loro originali esistenze e catapultati come in un sapiente collage Rotelliano in un contesto a loro del tutto estraneo. Pretesti, sì: perché nel “Le Cirque”, il circo che Mauro inscena, il protagonista in realtà è lo sfondo, che

egli battezza a nuova vita, adibendolo a contenitore espositivo di un teatro nel teatro. I soggetti diventano così l’allusivo strumento attraverso cui toccare le corde delle nostre coscienze, servendosi dell’arma potente della decontestualizzazione e di un immaginario di eccezionalità, che in realtà è solo apparente. Sebbene al di fuori del loro habitat sembrino tanto straordinari, essi non sono altro che figure di normali lavoratori, stereotipi-simbolo della nostra quotidiana condizione di funamboli, equilibristi, mangiafuoco, lanciatori di coltelli, nel panorama grottesco di una vita che ci costringe a fare i conti col suo circo di situazioni strampalate, adeguandoci


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Mauro Moriconi, Le Cirque, stampa su alluminio con incisione. Courtesy Die Mauer Arte Contemporanea, Prato.

ognuno a modo proprio. Col risultato, per usare il gergo circense di Fellini, che finiamo per divenire tanti Clown Bianchi, ciechi borghesotti perbenisti ed impostati, quando basterebbe essere solo un po’ più augusti, scanzonati e moderni clochard, per sfidare il sistema nell’unico modo davvero plausibile, prendendosi gioco di esso. Il lavoro di Mauro può vantare allora una morale dai duplici risvolti, che al giudizio e al rifiuto fini a sé stessi, preferisce la spinta all’attivismo individuale: rivalutare la cornice manchevole attraverso la consapevolezza di un giocoso alter-ego, per poter poi intervenire di persona a risanare, ed infine ricostruire. Di qui l’intervento del gesto artistico compiuto sulle sue fotografie: la stampa su lastre di alluminio spazzolato, le cui

venature nodose mimano gli effetti del legno pur strizzando l’occhio al progresso, e i colori blandi sfuggono di proposito alla luminosità del bianco, perché, ahimè, di luce ce n’è ben poca in questo mondo. Ma soprattutto l’incisione che egli opera lungo i perimetri fatiscenti delle immagini rappresentate, quasi a ribadirne ulteriormente l’importanza, e l’urgenza espressiva. Mauro scalfisce così i solchi dei nostri errori, affonda la lama nelle nostre ferite più profonde siglandone i contorni divertito come un vero Augusto, ed esortandoci a fare altrettanto, affinché ognuno di noi possa sentirsi il solo ed unico artista della propria, funambolica, esistenza.

Sarah Venturini


die mauer

arte contemporanea

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SarĂ presente

dal 10 al 12 Maggio 2013 al MIA Milan Image Art Fair con Paolo Meoni Mauro Moriconi Paolo Parma Maurizio Sapia

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UPIM Udine Prova a Immaginarti Migliore Palazzo conTEMPORANEO, Udine

fino al 12 maggio 2013 Capita che il negozio storico della Upim (proprio quell’azienda lì, la conosciamo tutti) getti la spugna, causa la crisi economica, il ribasso dei consumi, qualcosa che non merita più sforzo, né per le tasche proprie, né per quelle dei lavoratori. Capita che si debba decidere di lasciare lo storico negozio che guarda caso è ubicato nel centro della città friulana, in Via Cavour 4. Capita anche, come è già successo, che qualcuno drizzi le antenne e chieda quello spazio prima della demolizione, prima che un impresario edile lo acquisti. In fondo, le abitazioni si troverebbero nel bel mezzo del centro della città. Se a chiedere quello spazio non è qualcuno in particolare, poco importa; se è qualcuno in particolare, che in tutta questa storia di profitto, guadagno, cambio destinazione d’uso, al momento ci sta rimettendo e non poco, allora l’attenzione è da rivolgere e con dovere, almeno per noi. Ebbene sì, è capitato. Etrarte, una giovane associazione di operatori culturali ha richiesto lo stabile al Comune, e con una campagna di crowd funding, è riuscita a trovare i soldi necessari per

far nascere e sviluppare una gestione dello spazio prima della demolizione; un mese di esposizione per artisti under 35 da tutta Italia, incontri con storici dell’arte, operatori culturali e associazioni, seminari, performances e, insomma, tutto quello che riguarda il contemporaneo e ciò che ne consegue; tanto amore, il profitto più cercato e che non tratta di soldi. Capita quindi che chi se ne va, perché non trova più profitto, sia sostituito da una moltitudine di professionalità, più di cento per l’esattezza, che riesca a tenere in vita lo spazio non a fine di lucro personale, ma per far indirizzare la città e la regione su quegli introiti o su quelle ricchezze che mai sono considerate. Se UPIM rimane UPIM, non obbligatoriamente sancisce lo stesso senso di marcia. Nessuno pretende adesso una retribuzione, nessuno firma un contratto per qualche mese, nessuno ha problemi con il commercialista; dovevano essere trovati soltanto qualche migliaia di euro per pagare i costi di gestione, donati spontaneamente dalla città e non dal Comune (le elezioni regionali


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erano troppo vicine, per certe cose, si chiudono ironicamente i rubinetti) e la partita poteva essere aperta. Così è stato, per volontà di pochi e grazia di molti (finalmente!). Il progetto si snoda nelle seguenti fasi: riqualificazione urbana, mediante una continua e meticolosa documentazione di tutto ciò che succederà in questo mese, producendo così una testimonianza, forse irripetibile e, sicuramente unica; riflessione sugli spazi pubblici, necessità ormai appurata anche da altre esperienze nazionali e che reclama il diritto imprescindibile di una vita pubblica libera e indipendente; capacità di collaborazione, forza prima che porta alla produzione di nuove idee e realtà; stimoli culturali propositivi, ovvero, prendersi il coraggio di pensare un futuro bello e da costruire con gioia e volontà, pensando al progetto nella lungimiranza temporale del 2043; trentenni nel 2013, vista la partecipazione

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di organizzatori, curatori, giornalisti, artisti e operatori culturali della fascia d’età che va dai 25 ai 35 anni; un progetto partecipativo che si sviluppa dal basso, e che ha la pretesa o meglio, la volontà, di affermare la propria identità professionale ed espressiva, malgrado le numerose e gravi difficoltà incontrate nel percorso della costruzione. Sebbene il nome possa dare una pubblicità degna della più omologante piattezza, che ormai ha dichiarato il fallimento dell’uomo in quanto espressione libera, indipendente e originale, l’acronimo Udine Prova a Immaginarti Migliore, è il risultato di una comunione di sforzi eterogenei per provenienza, applicazione e metodo, e ci riporta ad un Palazzo conTEMPORANEO, degno di un futuro migliore e possibile da immaginare, quello di un 2043 che speriamo, nascerà in quella direzione. Tommaso Capecchi


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Sculture da Ridere Spazio Espositivo Ernesto Galeffi, Montevarchi (AR)

fino al 15 maggio 2013


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Satira socio–politica a cavallo tra ‘800 e ‘900. Oltre quindici artisti per un totale di centosettanta opere d’arte plastica e figurativa a ritrarre un’ideologia nazionale, dalle origini della sua Unificazione fino ai più importanti personaggi della scena politica della Prima Repubblica Italiana.

Visitando la mostra allestita allo Spazio Espositivo Ernesto Galeffi, sono innumerevoli i riferimenti e rimandi ad un mondo politico e ad uno stile di vita morigerata e spontanea, che nulla ha a che fare con il deterioramento ideologico e totale disinteresse riguardo la nostrana amministrazione statale al giorno d’oggi. Le cause che stanno alla base di questa terribile situazione sono molteplici, a partire dallo sfrenato uso degli strumenti di comunicazione fino alla pubblicità, sia manifesta che dissimulata. Essa entrando ogni giorno nelle nostre case condiziona occultamente le nostre scelte d’acquisto e consumo, è quindi nostro diritto cautelarci nell’unico modo possibile. L’arte. E quale miglior metodo di difesa se non l’accostamento di sarcasmo e cultura? La rivisitazione dei personaggi che hanno reso grande il nostro paese, nella cultura e nella politica, è il tema della Mostra curata da Alfonso Panzetta, in mostra dal 9 marzo al 15 maggio. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi passando per artisti contemporanei appartenenti ai più lontani movimenti artistico–figurativi, lo spettatore verrà introdotto ad un’escursione lunga un

secolo: dalla Prima Guerra d’Indipendenza alla Seconda Guerra Mondiale, dal Movimento dei Macchiaioli agli esponenti dell’Arte Informale. Incredibile attualità su un contesto che aiuta a far pensare e capire quale fosse la considerazione o stima che il popolo stesso aveva della propria classe dirigente. L’argilla e la ceramica, la creta ed il bronzo, sono gli elementi principali delle sculture e caricature figurative. Tra parodie che spaziano da Eleonora Duse a Giulio Andreotti, da Giosuè Carducci ad Enrico Caruso, s’intuisce quale sia stato il valore dell’ironia e della satira per la costruzione del nostro paese e per la valorizzazione degli elementi cardini della nostra società, che al giorno d’oggi sono stati messi da parte. Dando uno sguardo alla situazione odierna pare fin troppo facile, alle volte, prendersela con gli stessi politici (anche alla luce degli ultimi risultati elettorali, dalla Presidenza del Consiglio a quella della Repubblica), ma come comportarsi con personaggi che diventano materia di scherno senza bisogno di alcuna caricatura? Lorenzo Tore

Nella pagina a fianco: Quinto Ghermandi, Locumone sanpietrino (Giulio Andreotti), 1980 circa, terracotta policroma, h 9 cm.


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La nostalgia dell’autore senz’opera.

Il diritto a ciò che non ci appartiene. Scrive Giorgio Agamben in “Profanazioni” (edizioni Nottetempo, 2005): “Scrivere non questa o quell’opera, soltanto scrivere (…) vi è in me una potenza impersonale che spinge alla scrittura (…). Si scrive per diventare impersonali, per diventare geniali e, tuttavia, scrivendo, ci individuiamo come autori di questa o quell’opera, ci allontaniamo da Genius, che non può mai avere la forma di un Io e tantomeno di un autore”. Ma, chi è Genius? Scrive ancora Agamben: “Genius è la nostra vita, in quanto con ci appartiene (…) l’artista veramente geniale è senza opera”. Quale spunto migliore di questo per riflettere su un tema complesso come quello dei diritti d’autore e di un’arte libera? La mia intenzione è volta a sollevare questioni in merito, facendo così affiorare un punto di vista da cui poter ripensare l’argomento. Partiamo da ciò che, comunemente, s’intende con “impersonale”: ciò che non è legato al personale e, quindi al proprio. Bene, è sul proprio, sul personale che si avanzano diritti; nel linguaggio comune infatti si dice: “Mi spetta di diritto!” legando quest’ulti-

mo alla propria unicità singolare, suscettibile – se troppo enfatizzata – a sacralizzazione. Scrive Agamben: “Profanare significa restituire all’uso comune ciò che è stato separato nella sfera del sacro”. Sul piano artistico come su quello umano, si tende a considerare ciò che è unico, che contraddistingue un oggetto e/o un soggetto, quindi la sua essenza, come qualcosa che essendo legato alla singolarità di qualcosa o qualcuno, conferisce ad esso valore assoluto, proprio nel senso etimologico del termine, dunque “sciolto da ogni vincolo” e quindi, non più riconducibile all’immanenza, al finito, al mondano, ma avente caratteristiche trascendenti canonizzate e perciò inconfutabili, aventi valenza in sé. Nel suo libro intitolato “Questione di sguardi”, lo storico dell’arte inglese John Berger scrive: “L’unicità dell’originale sta ora nel suo essere. (...) La finta sacralità che oggi circonda gli originali delle opere d’arte, e che in ultima analisi dipende dal loro valore di mercato, ha finito per rimpiazzare ciò che i dipinti hanno perso quando la macchina fotografica li ha resi riproducibili. La


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sua è una funzione nostalgica”. Cos’è che la finta sacralità oggi rimpiazza, di cosa si sente nostalgia? Si sente nostalgia, come scrive Walter Benjamin ne “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” de “l’hic et nunc dell’opera d’arte – la sua esistenza unica ed irripetibile (…) la sua autenticità”. E perché questo nostalgico affetto? Perché, come scrive ancora Benjamin, l’epoca contemporanea è legata alla perdita dell’aura, del “singolare intreccio di spazio e tempo l’apparizione unica di una lontananza per quanto possa essere vicina”. Apparizione: quindi l’aura è qualcosa di evanescente, che, come appare, scompare, va a perdersi, lasciando in cuore la nostalgia per “ (…) ciò che” scrive sempre Benjamin, questa volta nei “Passages di Parigi” “(…) nell’attimo successivo è già irrimediabilmente perduto”. Aura sacrale, riverbero luminoso di una scintilla minima di caso, che i primi fotografi volevano ripristinare artificialmente mediante l’eliminazione del buio. Ma, appunto, essendo nascente dal caso, da un “qui-ed-ora” spazio-temporale, l’auratico è qualcosa di accidentale, contingente, che quindi non appartiene né all’opera, né all’autore e su cui non si ha diritto alcuno, e che, tantomeno, spetta di diritto. In questa faglia tra un autore senza opera ed un’opera senza autore, sta la nostra vita che non ci appartiene,

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la quale facendo risplendere le cose oltre i loro margini, si riflette in noi, riflettendoci a sua volta in ogni cosa illuminata, in cui non è più possibile distinguere la fonte illuminata-luminosa, dall’oggetto luminoso-illuminato, “là dove”, seguendo le parole di Agamben, “il più proprio è il più estraneo e impersonale, il più vicino è il più remoto e impadroneggiabile (…) la propria parte impersonale”. Questa parte impersonale comune all’umano è ciò che è comune a tutte le immagini, ciò che quindi accomuna l’umano all’immagine e viceversa: “(…) l’emozione, la passione, (…) il nostro principio vitale (…) che orienta e rende amabile la nostra esistenza”. Quell’amabilità che, benjaminianamente, come ho scritto in precedenza, è quell’amore che non ha diritto di proprietà ed il cui unico diritto è la manifestazione. Manifestazione che non appartenendoci “è ciò che è”, è “così e così”, “una necessità contingente” che, in quanto tale, pur nella sua ineludibilità ci restituisce all’irrisolto del nostro essere, amare, vivere. Che nessuna opera farà sopravvivere alla morte del suo autore, semplicemente perché anonimo, come tutti. L’unico diritto per un’arte libera, è quello di sprofondare in noi stessi, nelle nostre emozioni: luminose costellazioni di una vita che, come esse, non ci appartiene. Silvia Migliaccio


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