COME SI SCRIVE UN FILM - n. 3/2013

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Maurizio Fiume www.mauriziofiume.com

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ideato e curato da Maurizio Fiume

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giovedì 7 novembre 2013

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SOMMARIO 1. Il soggetto cinematografico. SLIDE • Fabula e intreccio, Soggetto 1, Struttura della storia, Sviluppo della storia • Studio del personaggio: aspetti esteriori, aspetti interiori, direzione del personaggio • Le tre dimensioni del personaggio • Studio dell’ambiente: domande preliminari, stadi sociali fondamentali 2. Soggetto “E’ imminente il finale”. 3. Sono state visionate sequenze da: • La premessa: INSEPARABILI (Dead Ringers) è un film del 1988 diretto da David Cronenberg. Il soggetto del film, di produzione canadese, è tratto dal romanzo omonimo di Bari Wood e Jack Geasland. Sceneggiatura David Cronenberg, Norman Snider • Il finale: I SOLITI SOSPETTI, I soliti sospetti (The Usual Suspects) è un film del 1995 diretto da Bryan Singer. Soggetto e sceneggiatura Christopher McQuarrie • Il personaggio: DON JUAN DE MARCO MAESTRO D’AMORE, Don Juan De Marco maestro d'amore (Don Juan De Marco) è un film del 1995 diretto da Jeremy Leven. Il personaggio principale è liberamente ispirato al protagonista del poema Don Juan di George Byron. Sceneggiatura Jeremy Leven


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E’ imminente il finale – soggetto di Ugo Pirro

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Elegante asciutto, brizzolato, dall’aria risoluta e con un sorriso sarcastico sempre pronto, l’ingegnere Benito Paliotti occupò un posto in prima classe nell’aereo diretto a Buenos Aires. Era un fumatore e non leggeva giornali illustrati. La signora dal portamento altero e dall’espressione ora capricciosa, ora dispettosa sedette accanto a lui, forse per caso. L’ingegnere le dedicò un rapido sguardo di valutazione e si immerse nelle sue letture preferite: gli piaceva leggere riviste sulla natura, sulla vita degli animali. — Disturbo se fumo? — chiede alla sua vicina senza alzare gli occhi, allorché furono in volo. — Fumo anch’io e siamo seduti nel reparto fumatori... L’ingegnere le offrì una sigaretta con distaccata galanteria e gliel’accese: l’accendino aveva la forma di una rivoltella. — Cattivo gusto - pensò Elvira La Fuentes (perché questo era il suo nome) mentre l’ingegnere la fissava negli occhi con un’insistenza inopportuna. Notò che la sua vicina aveva un collier carico di smeraldi. — Lei fuma molto. — disse l’ingegnere Paliotti. — Come fa a saperlo? — Era nervosa aspettando che si potesse fumare ... — Usted abla muy bien el castellano ...— disse lei. — Anche lei... — Ma io sono argentina ... — lo no ... sono italiano, ma mi piacerebbe essere svizzero ... E a lei le gusta essere argentina? Elvira ci pensò un attimo. — Sì.. .se posso ogni tanto venire in Europa... — A fare che? — chiese Benito Paliotti, riprendendo a sfogliare le sue riviste. — In Italia in cerca del melodramma ...a Parigi per sedermi in un bar dei Camps Elisée ... E lei perché va a Buenos Aires. — In cerca del tango ...— il tono di Benito ora era sarcastico, ma leggero — E lei come fa a sapere che vado a Buenos Aires?. . . e non a Rio .. non a Santiago? — A Rio ci vanno i turisti. . .a Santiago i giornalisti e chi cerca guai.. e lei non è il tipo ...chi cerca il tango può anche trovare dell’altro ... — Quando la finirà di mentire? — Non so perché dovrei essere sincera con chi non lo è. Servirono la cena, mangiarono scambiandosi opinioni sulla Cucina argentina e su quella italiana. A Elvira non piacevano gli spaghetti, Benito detestava l’Asado, ma forse mentivano ancora per il gusto di punzzecchiarsi. Spensero le luci e cercarono di dormire. Del tutto involontariamente, dormendo, Elvira appoggiò il suo capo sulla spalla del suo compagno di viaggio. All’aereoporto di Buenos Aires le operazioni di polizia e di dogana erano lunghe e meticolose. — Spero di incontrarla ... In che albergo alloggerà? — Al Plaza, naturalmente … invece non spero ... Sono sicuro di rivederla! — Perché ne è così sicuro?.. .Se non sa dove abito e come mi chiamo ... — L’ha previsto il mio oroscopo ... Sono del “toro”... — Anch’io sono un “toro” … sarà un bello scontro ... E si allontano lanciandogli un sorriso tentatore. Benito notò che le bastò presentare il passaporto per sbrigare in un attimo ogni formalità e allontanarsi. Per 1


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l’ingegnere Paliotti non fu altrettanto facile. La polizia volle aprire tutte le sue valigie: contenevano vestiti, camicie, cravatte, pigiami e molti depliant di armi sofisticate: missili, apparecchi di ascolto, costosi strumenti di puntamento. — Che cosa sono? — chiese sospettoso il poliziotto, sfogliando allarmato i depliant. — Non lo vede? ... Armi che non sparano fino a quando sono soltanto fotografate ... Provi se non ci crede ... — Ci dispiace...dobbiamo trattenerla per accertamenti. L’ingegnere non protesta, anzi sorrise con una sufficienza indisponente. Ma trascorsero pochi minuti e i poliziotti lo lasciarono con mille scuse, troppe. Fuori dall’aereoporto cercava un taxi, si sentì chiamare era la sua compagna di viaggio che le offriva un passaggio in città sulla sua auto con autista. Benito accettò. — Conosce Buenos Aires?...E’ la prima volta? — No... La seconda. . .Ci venni al tempo di Evita Peron. Elvira sorrise. — La troverà recito cambiata... — Per caso hanno dipinto dl rosso la Casa Rosada? — Le interessano tanto i colori... — Affatto ... Ho invece qualche interesse per lei ... anzi della curiosità ... ma non mi racconti nulla di sé ... preferisco … Una bella donna ha più fascino se non si sa nulla di lei . — E quando l’avrà saputo tutto ...o quasi tutto? — Potrà detestarla oppure invaghirmene ... ma non mi innamoro mai … — Perderà in ogni caso il suo tempo ... — No, mai ... per me il tempo è veramente denaro ... anche le donne le calcolo in moneta sonante ... Ha un meraviglioso collier di smeraldi.. .E’ questo che è andata a comprare a Roma, da Bulgari? ... Il melodramma le interessa come a me interessa il tango ... posso comprarla nonostante gli smeraldi e tutto il resto ... ma mi piacerebbe vincerla a poker ... Strapparla a suo marito ... O al suo amante ... con un full d’assi ... Lo merita! — E’ così presuntuoso e maleducato che sono incerta se sfidarlo o lasciarlo qui in mezzo alla strada... — Si fermi ... sono arrivato ... l’hotel è a due passi ... Elvira La Fuentes proseguì da sola verso il suo appartamento. Un poliziotto era di guardia davanti al portone, la salutò con energia militaresca. Un soldato accorse a prendere le valigie e da lui apprese che “il signor generale” era impegnato in una riunione molto importante. Si scusava per non essere andato a riceverla. Appena in casa fece appena in tempo a togliersi dal collo il suo collier dl smeraldi che trillò lì telefono. Era il generale che si scusava, che le chiedeva del viaggio. — Sì … è arrivato. — rispose alla sua domanda Elvira. — Che tipo è? ... Un maleducato ... ma un osso duro ... trattalo male ... Lo merita. Dall’altro capo del telefono il generale disse qualcosa di divertente perché Elvira rise di gusto. Si sarebbero visti per cena. — Ma che succede? Il generale riattaccò senza dare una risposta soddisfacente.

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