16 Feb./ Feb./15 Mar. 2010 IT 08 I PL 38
Speed down!
Velocità e adrenalina
Il “gioco delle coppie”
fra sensualità e nuove esperienze
Special Amerie intervista
MUSE
Il rock in movimento
www.moveout.it
Edizione Italiana
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MOVE OUT FEBBRAIO/MARZO 2010
Editoriale
Chi si nasconde dietro una maschera? Il carnevale è arrivato, le mille feste incombono. E voi con chi avete passato San Valentino? Ci sono mille modi di vivere il rapporto di coppia: Move Out questo mese ve ne descrive uno (molto piccante!). Magari ascoltando i Muse e il loro ultimo album “The resistence”, o la bravissima cantante americana “Amerie”, con cui Move Out ha scambiato quattro chiacchiere al telefono. Questo mese Move Out vi parla di Cam Girls, di geniali progetti di design, di come farsi un perfetto “Long Island”, e, come al solito, vi segnala centinaia di eventi, spettacoli, concerti della Vostra zona. Un ringraziamento a tutti i visitatori del sito che quotidianamente prendono come punto di riferimento Moveout.it, sempre più ricco di articoli, sezioni, eventi. Da questo mese la sezione Move Out Gallery. Continua la preziosissima partner con lo IED di Torino per la rubrica Fashion & Design e il MEI di Faenza per la Indie Music Like. Leggi le ultime uscite discografiche nella rubrica “Play” e dove scaricare musica legalmente. Buona lettura!
www.moveout.it aut. Trib di Alba n° 48/09 del 23-01-09 editore I.Com Multimedia s.n.c. via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 www.icommultimedia.eu info@icommultimedia.eu Direttori PierMario Mignone (Direttore Responsabile) Guido Mignone (Direttore Generale) Joanna (Asia) Tupta (Direttore Creativo) Grafica I.com Multimedia Redazione Alberto Debenedetti, Luigi Ferrando, Michele Isnardi, Paolo Del Pozzo, Alessia Mangiapane Collaboratori Francesca Armato, Chiara Casadei, Naomi Galdo, Rossella Guerrini, Arcigay, Grafimated Cartoon / Scuola del Fumetto Palermo, Rivista Mono
Concessionarie pubblicità I.Com Multimedia s.n.c. via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 pubblicita@moveout.tv Adria Marketing & Service s.r.l. Viale Vincenzo Randi 106, 48100 RAVENNA (RV) Tel. 0544 4087.00 - 2 / Cell: 338 9801.370 g.adriano@adriamarketing.info Marketing Planet s.r.l. Via Vittorio Emanuele 15, 20052 MONZA (MI) mktplanet@mktplanet.it Tel. 039.2308.568 / Fax. 039.9796.304 Stampa Pasaż • Kraków • tel. +39 3292054916 info: info@moveout.tv redazione@moveout.tv
Cover - Muse
SOMMARIO 08 Cover 10 Dance & Live 16 Play 22 Cinema 27 Events 30 Calendar / Guide 60 Special 63 Lifestyle 70 Cities 72 Fashion & Design 76 For Her&Him 78 Gay & Lesbian La redazione non è responsabile delle eventuali variazioni alla programmazione degli eventi inseriti nel calendario, che sono stati comunicati direttamente dai locali o reperiti da fonti di dominio pubblico. La redazione non è responsabile del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Nessuna parte di questo magazine, comprese le inserzioni pubblicitarie, può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
MoveOut Cover
E S MU ita le l’usc ufficia singolo è : 0 1 io 20 erzo Genna esistance” t ce”. Album n a t di “R is s bre, e “the r orso settem to m u lb c la s a c lo s del’a o a t ca si h pubbli giro di 3 me e. e tutto è l h e c n e che delle classifi ccherà San to e le vett r il tour che iugno 2010. e G p 8 o l’ t n o Sir pro
Siamo al quinto album da studio per gli inglesi MUSE e il loro contaminato progressive rock. Uscito a settembre 2009, “The resistance” è entrato subito nelle “Top charts” di tutto il mondo. Nominati per i “NME awards” in 7 categorie: miglior band inglese, miglior album, miglior “live band”, miglior evento live, miglior copertina, miglior website, miglior blog (muse. mu). E’ proprio piaciuto. E i concorrenti non erano certo “alle prime armi”, parlo dei Green Day, Depeche mode, Editors. Attuali nella comunicazione visiva, peraltro molto elettronica, e nella stessa promozione dell’album, utilizzando gli
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idolatrati social network come twitter. “Undisclosed Desires”, “Uprising” e “Resistance” i singoli estratti dall’album. Ho personalmente conosciuto la musica dei Muse con “Plug in baby” singolo estratto da “Origin of Symmetry”. Effettivamente quella chitarra del front man Matthew Bellamy, mi era piaciuta subito per l’innovazione sonora e ritmica. E’ una comune dei Muse la
sperimentazione senza però eccedere in “cozzaglie” di suoni, ritmi e melodie diverse che li renderebbero magari “osannati” fra 70 anni da qualche critico. Hanno mantenuto la loro integrità di suono continuando a confermare la loro “bravura” sia come produttori che come showmen (“miglior evento live”!). E’ una delle poche band che è riuscita ad avere i consensi anche di quelli che il rock non lo “masticano”. Piacciono (tanto per essere un po’ “classisti”) alla gente Hip-hop, ai seguaci dell’Elettronica, agli amanti della Pop. 11 brani e 54 minuti di bell’ascolto. Tutti i brani hanno una propria identità, mai ripetitivi, e sempre “qualcosa da dire”. Molto interessante il progetto sinfonico “Exogenesis”, gli ultimi 3 pezzi dell’album. Scelta molto coraggiosa, e perfettamente riuscita. Il mixaggio di “Mark Stent” in “The Resistance, è come al solito ineccepibile. Rispetto ai precedenti album, il suono di chitarra e dei synth è più indietro rispetto a basso e pianoforti. Una band che non si è mai banalizzata, nè lasciata trascinare da facili richieste
di mercato. I 10 anni di attività discografica lo dimostrano. Quindi, innovazione, sperimentazione, “resistenza” a perseguire un sound sempre in evoluzione, ma sempre concreto. I Muse sono la risposta a quelli che... “il rock è morto!” MO
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QueL SOUND CHIAmAtO NEW tROLLS Il gruppo è nuovamente unito per tornare a cantare tra la gente. Previsti tour fino alla fine del 2010. tutti diretti da Pepi morgia, light designer e regista musicale.
Trionfa la musica con “La leggenda New Trolls”. Ma è solo il nome d’arte completamente rinnovato. Perché il gruppo, quello storico, resta sempre uguale, senza alterare la qualità. Per tornare a cantare tra la gente, come quarant’anni fa. C’è attesa per l’esibizione della nota formazione italiana, ricomposta nel suo nucleo originario: Vittorio De Scalzi, Nico Di Palo, Gianni Belleno e Giorgio D’Adamo. Sono loro a battezzare, nel 1967, quella che può essere definita la prima band italiana del “rock progressive”. Il sound prima maniera, accompagnato dai più famosi frammenti pop del periodo successivo, nonché da alcune composizioni inedite, sarà il protagonista dei concerti proposti dai New Trolls durante il 2010. Tutti rigorosamente diretti dall’amico di sempre, Pepi Morgia, che proprio con loro iniziò la sua attività di light designer e regista musicale. Nati dal forte incoraggiamento di Gianni De Scalzi, papà di Vittorio, che stimolò il figlio ad esibirsi nel suo ristorante “La caravella d’oro” di Genova, custoditi dalla madre Armanda, che registrò il nome a causa dell’età non adulta del figlio, i giovani Trolls interpretavano il cosiddetto “beat psichedelico”, ponderato mix dei classici ritmi beat del periodo, insieme al rock e alle nuove tendenze, primo unico esempio di musica progressiva, genere non a caso definito
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ancora oggi “Prog”. A differenza di formazioni a loro contemporanee quali i Nomadi, i Camaleonti e i Corvi, interpreti principalmente di cover di brani stranieri, i New Trolls crearono una musica improntata esclusivamente alla ricerca. Il primo grande successo fu “Senza orario senza bandiera”, vittorio De Scalzi, Nico Di Palo, Gianni Bellino e Giorgio D’Adamo protagonisti della prima band italiana del “rock progressive”
scritto nel 1968 insieme a Fabrizio De André, considerato universalmente il primo concept album italiano, proseguendo con “Concerto Grosso” per i New Trolls, composto appositamente per il gruppo nel 1971, dal maestro Luis Enrìquez Bacalov, Premio Oscar di levatura internazionale. ma come definireste il vostro sound? “E’ assolutamente personale, il frutto di una condivisione
mentale e musicale. All’inizio ci siamo ispirati alla musica di gruppi storici che imperversavano negli anni Sessanta. Stiamo parlando dei Beatles. Il gruppo inglese venne a Genova nel 1965, in uno dei loro primi concerti. Noi, invece, facevamo parte di quattro formazioni musicali differenti, ma ci ritrovammo ad ascoltare quella musica per coglierne il senso più profondo. Vittorio suonava con i Trolls, Nico con i Bats, Giovanni Belleno con i Jet (che hanno dato vita a gruppi come i Ricchi e Poveri e i Matia Bazar) e Giorgio D’Adamo con i Terremoti. Era la seconda metà degli anni Sessanta, capimmo subito che c’era una rivoluzione da operare non solo nella tecnica ma anche nell’ascolto. Siamo nati con i Beatles e la rabbia ci è venuta stando a contatto con i primi dischi dei Led Zeppelin e di altri grandi maestri del rock. Il nostro suono era inimitabile e allo stesso tempo fresco. Fu così che emerse l’originalità del sound, una volta uniti per formare nel 1967 i New Trolls, venne fuori da
Dance & Live MoveOut subito, con grande consenso di pubblico e di critica. Fu il padre di Vittorio a coniare il nome tradotto de “I nuovi folletti”, e da allora, nonostante il molteplice cambio di organico operato in più di quarant’anni di carriera, il pubblico continua appassionatamente a seguirci. Il nostro sound è figlio del suo tempo, ma in ogni caso quest’affermazione non basta perché oggi più che mai, visto che i ragazzi si guardano indietro, il sound è proiettato anche nel futuro”. Perché tornate a cantare? una scelta obbligata? “Cantare è la nostra vita e in realtà non abbiamo mai smesso. Ognuno di noi seguiva percorsi differenti dalla formazione originale, ricercando magari nuove possibilità, ma una volta provato, ci rendevamo conto che era meglio ritornare insieme e ricostruire la nostra identità sonora, naturalmente ognuno arricchito della nuova evoluzione che aveva ottenuto con le personali esperienze. Quando, la scorsa estate, ci siamo rivisti per prendere un caffè, una persona
a tutti molto vicina ci ha fatto una sorta di proposta alla quale nessuno, in effetti, dopo tanti anni, aveva mai pensato: ritornare alle origini. Inizialmente pieni di preoccupazioni, siamo andati in studio per esercitarci a reinterpretare i nostri primi successi e, con grande meraviglia, abbiamo constatato all’unisono che il suono era identico a quello di un tempo. Non si può immaginare la sensazione che si prova vivendo le stesse identiche emozioni di una volta. Questa è stata la molla che ci ha fatto convincere a riunirci. In realtà questa “reunion” segna il ritorno sulle scene specialmente di Giorgio D’Adamo che, dopo 28 anni circa (aveva nel frattempo intrapreso un altro tipo di carriera, sicuramente più remunerativa), ha deciso di riprendere il suo basso. Non solo Anche Gianni Bellino, fino a poco tempo fa gregario nell’altro gruppo “Il Mito New Trolls”, ha brillantemente superato la prova dell’età, sfidando il pubblico del Teatro Carlo Felice alla prima del 30 gennaio a Genova, con un assolo di ben 15 minuti. Vittorio e Nico, invece, avevano iniziato a
riesibirsi insieme qualche anno fa, già sotto l’attuale nome, “La leggenda New Trolls””. La musica diventa espressione della società? Quando? “Non bisogna sforzarsi con l’intelletto davanti alla musica. La musica, chi la capisce la capisce e basta. Senza mezzi termini. Alla prima nota devi essere in grado di dire che questo mi sembra bravo o questo non sa quello che fa ed è meglio che vada a casa. Oggi ci sono tante persone intorno ad un progetto musicale, ma spesso non c’è gente che sappia interpretare una sola nota. Rifiutiamo, in ogni caso, il legame tra musica e società, preferendo una dimensione più intima, quindi emotiva”. Angosce, stati d’animo. Come si esprimono in melodia? “Gli stati d’animo si esprimono con la melodia e soprattutto con la dolcezza che uno possiede nella sua anima, mentre le angosce si dimostrano non facendo niente, o meglio facendo della gran confusione intorno ad un concetto musicale, come potrebbe essere scatenare un rumore: un conto è quello in cui il musicista crede, un’altra cosa è ciò che realmente è in grado di suonare: spesso ci si ritrova a scatenare proprio dell’inutile rumore”. Tra le tappe del tour c’è anche Milano, al Teatro Smeraldo il 4 marzo. I concerti si concluderanno il prossimo anno, con uno spettacolare tour planetario nel quale sarà presentato, in anteprima mondiale, il Terzo Concerto Grosso, scritto e diretto da Luis Enrìquez Bacalov. Francesco Fravolini mOve Out 2010
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teDDY PENDERGRASS La star del “satin soul”, interprete seduttivo e autore di classici come “Don’t leave me this way” e “Bad Luck” Alcune band si ricordano ed identificano perfettamente con la voce inconfondibile del cantante. E’ il caso di Herold Melvin & The Blue Notes, combo di Philadelphia attivo negli anni ’70 e caratteristico dell’allora preminente Philadelphia Sound, ideato dalla coppia Gamble & Huff. Il Philly sound era una sorta di deriva della Soul Music in una Disco molto elegante ma anche appassionata e la voce in questione, potente e piena di calore era quella di Teddy Pendergrass, di cui da pochi giorni si è appresa la notizia della sua scomparsa. Il grande pubblico conosce bene la ballata dei Simply Red “If you don’t know me by now”, ma la versione originale del 1975 è interpretata con classe ineguagliabile da Teddy l’Orsetto, così era soprannominato, e sono di quegli anni alcuni straordinari classici come “Bad Luck” o “Don’t leave me this way”. A seguito di alcune divergenze con Herold Melvin,
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TP lascia la band e prosegue una carriera solista che gli vale 20 dischi d’oro e 5 nominations ai Grammy per la musica. Brani come “Close the door” e “Love T.K.O.” lo collocano come uno dei massimi interpreti mondiali del Satin Soul, musica afro-americana lenta ed estremamente seduttiva. Ma, al contrario di molti interpreti contemporanei di R&B, i testi delle sue canzoni non sono mai espliciti e l’erotismo è espresso tutto dalla cruda emotività della sua voce che è anche capace di offrirsi a brani di groove inequivocabilmente funk e torridi, come “Only you”, estratto dal suo album forse
più bello “Life is a song worth singing” del 1978. Tipicamente nello stile afroamericano – quella sfacciata rivalsa che nasce dalla povertà più estrema con padre che abbandona la famiglia e condizioni di vita miserrime – nel 1982 Teddy è all’apice della carriera e la sua vita un tripudio di guardie del corpo e lusso sfrenato. Proprio nel Marzo del 1982, però, i freni della sua Rolls Royce lo tradiscono e finisce contro un albero rimanendo paralizzato dalla vita in giù. Ma dopo solo un anno di terapia riabilitativa Teddy Pendergrass, nel 1984, torna in studio per registrare
Dance & Live MoveOut altro materiale. Esce quindi “Love Language” che contiene un duetto con l’allora sconosciuta Whitney Houston. Un uomo forte, non può fare tour ma produce un discreto numero di album di buona qualità e partecipa al Live Aid tenutosi a Philadelphia nel 1985. Nel 1988 il suo album “Joy” riceve un’altra nomination ai Grammies, mentre il cantante fonda anche un’associazione senza scopo di lucro per raccogliere fondi a vantaggio dei disabili. Si dedica soprattutto a quello nel tempo e la sua carriera musicale si chiude definitivamente nel
2007 quando annuncia il ritiro dalle scene. I vecchi brani di Herold Melvin & the Blue Notes intanto assurgono al ruolo di autentici classici della Black Music. “Wake up everybody”, con le sue liriche di grande impegno sociale, è uno degli anthem ancora adesso più
ascoltati in ogni parte del globo. Purtroppo la brutta notizia. Un uomo forte ma sfortunato. Un cancro lo sconfigge definitivamente il 10 Gennaio. Come ha detto Kenneth Gamble della Philadelphia Records, oltre alla sua musica che sarà indimenticata ci si può ricordare di Teddy Pendergrass anche per il fatto che, dopo l’incidente, non solo non ha perso la speranza e non è sprofondato nella disperazione e nella rabbia, ma è stato un simbolo vitale e positivo e un aiuto concreto per chi si è trovato nelle sue stesse condizioni. Bobby Soul
FuNK-IN-ItALIA NEWS Funk-in-Italia presenta due appuntamenti live assolutamente da non perdere e le ultime uscite discografiche per gli artisti che fanno parte del movimento.
Dopo avere compilato per la Cramps Music l’Anthologia del Funk italiano, da dicembre nei negozi e nei distributori on-line (www.cramps.it), uno presso il Blue Moon a Genova, locale retrò con arredamento anni ’70 perfettamente in stile e La Flog di Firenze, dove gìà l’anno scorso ci fu il primo raduno Funk italiano ritratto dal fotografo Alberto Terrile. Le date fissate sono rispettivamente il 30 Aprile e il 1 maggio e vedranno impegnate live bands, deejay sets e altre sorprese. Intanto parliamo di alcune uscite discografiche per gli artisti che fanno parte del movimento. Il A cura di Funk in Italia
deejay e scratcher pugliese DJ Trinketto ha dato alle stampe Fattelerikke, un viaggio sonoro post-moderno che attraversa praticamente tutto lo scibile dell’HipHop contemporaneo, verso i ritmi giamaicani più futuribili e con un piede ben piantato nel buon vecchio Funk della OldSchool. Il tutto è impreziosito dai sapori della sua terra di Salento. (www.myspace.com/djtrinketto). “HardFunkInvation” è invece il primo lavoro del cantante bolognese The Soul, dotato di straordinaria voce e di grande carica umana. 11 tracce in inglese in cui spiccano i due brani inclusi nelle compilation di Funk-in-
Signor Wolf Funk Exp
Italia “Hidden Words” e “People on the move” e la formidabile “Let ‘em out”(www.myspace. com/hardfunkinvasion). La band che accompagna The Soul è di tutto rispetto e l’album è una grande festa di Funk & Soul music alla bolognese sulla scia di artisti come Andrea Mingardi. Da segnalare infine che fra poco uscirà per la Irma Records il nuovo album dei pesaresi Signor Wolf Funk Exp, con grandissimi ospiti fra cui Andrea Braido.(www. myspace.com/signorwolfunkexp) More Funk to Come. Stay tight! mOve Out 2010
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a cura di MO / Audiocoop
INDIE MUSIC LIKE Ecco la classifica delle web radio e delle radio locali curata dal MEI, il Meeting degli Indipendenti. Sono oltre 150 i media e i new media che da tutta Italia inviano i brani di musica italiana indipendente preferiti. Ecco la Indie Music Like del 5 Febbraio 2010
comune tipico dei figli della stessa terra.
1) Il Teatro degli Orrori: A sangue freddo (La Tempesta) “A Sangue Freddo” è l’atteso nuovo album dei Il Teatro Degli Orrori, la band capitanata da Pierpaolo Capovilla (già leader dei One Dimensional Man) che arriva a due anni dal clamoroso debutto “Dell’Impero Delle Tenebre”.
4) Marta Sui Tubi: Dominique (Tamburi Usati) New entry col botto per questa “canzone di gelosia”, tratta dall’ultimo album “Sushi e Coca”della band siciliana e uscito per la loro etichetta Tamburi Usati.
2) Legittimo Brigantaggio: Mi lamento (Cinico Disincanto) “Mi lamento” è il secondo singolo estratto dall’album “Il cielo degli esclusi”. All’album hanno partecipato tra gli altri Betty Vezzani (M.C.R.), Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi), Sergio “Serio” Maglietta (Bisca), Roberto Napoletano (Riserva Moac). 3) 2Pigeons: Boing 737 (La Fabbrica) Appena usciti con il nuovo album “Land”, e subito sul podio della Iml. Il secondo capitolo discografico dei 2Pigeons, è dedicato alla terra: quella dove hanno registrato e quella dove per ora sono atterrati durante il loro viaggio intergalattico. Qui vi hanno incontrato diversi abitanti; ogni canzone ne ritrae l’aspetto e le varie sfaccettature caratteriali. Ne risultano nove brani dal temperamento musicale e letterario diverso ed unico, legati da quel tratto
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5) Chiarastella: Dafne (ACN Music) Reduce dalla scorsa edizione di X-Factor, la cantautrice romana talentuosa, eccentrica e originale dalla vocalità limpida, fresca e delicata incalza col suo brano intriso di atmosfere fiabesche ed avvolgenti che conquista con una preziosa miscela di sonorità pop, indie-rock ed elettroniche. E’ stata definita la Bjork italiana! 6) cocKoo: Voodootech (CNI) Il brano della giovanissima band piemontese, accompagnato dallo scenografico video balza in Top Ten. Il loro debut-album “La teoria degli atomi”, prodotto artisticamente da Max Zanotti (Deasonika, Rezophonic...) sta raccogliendo numerosi consensi, tanto da essere considerati una delle rivelazioni di fine 2009 per ecletticità stilistica, tessuto sonoro ed impeto comunicativo. 7) Faust’ò/Flavio Giurato/Rosybyndy: Dogma (Interbeat)
Uno spaccato della società di oggi, una riflessione acerba e profonda, una tecno-melodia, note stridenti, rimbombate stalattiti di un malessere diffuso, un groove battente e tre artisti assolutamente fuori schema! 8) Eva Mon Amour: Randagi (29 Records) Randagi è il singolo estratto da “La doccia non è gratis” Questo secondo disco voluto e realizzato in tempi brevi, dopo appena pochi mesi dall’ultima pubblicazione, propone 11 nuove canzoni nate durante alcuni viaggi e le numerose tappe di un lungo tour. 9) Makako Jump feat. Dj Tubet: Threee Monkeys (autoprodotto) Dopo 7 anni di lunghissimi tour europei e italiani tornano i 9 Makaki con una canzone di denuncia, dura, diretta, caratterizzata da un mood reggae incalzante con sfumature crossover che possono ricordare (in alcuni momenti) lo stile di gruppi come Rage Against The Machine. 10) Alibia: Il moto circolare (CNI) E’ pronto il Manuale apocrifo delle giovani marmotte, terzo album della band campana, anticipato da questo singolo: Dalla cinematica alla musica e dalla musica al videoclip il passo è più breve di quel che sembrerebbe.
a cura di mO / mArteLive
Dance & Live MoveOut
mARteLIve ARRIVA ALLA 10^ EDIZIONE move Out è orgoglioso di annunciare la neonata partnership con mArteLive, uno dei più prestigiosi e innovativi festival/concorso a livello nazionale, capace di coinvolgere ogni anno migliaia di artisti tra musicisti, attori, registi, autori, pittori, fotografi, grafici, fumettisti, dj, vj, performer, ballerini, artisti di strada, artigiani e altro ancora. Abbiamo incontrato “quei bravi ragazzi” di MArtelive a fine Novembre dell’anno appena passato, ovviamente al Mei di Faenza, ci siamo presentati, abbiamo parlato e ci siamo “piaciuti”......poi sono passati un paio di mesi di gestazione ed infine eccoci qui: siamo media partner di MArteLive. MArteLive approda quest’anno al suo decimo compleanno, e
si conferma a livello nazionale come una delle iniziative più interessanti degli ultimi anni, uno spettacolo totale sempre nuovo ma fedele a se stesso, un movimento che nella scorsa edizione ha coinvolto circa 6.000 giovani artisti, realizzando
quasi 300 eventi grazie ad uno staff di giovani appassionati che credono nel progetto. Si tratta di un festival dal format molto particolare e sicuramente unico in Italia, che riesce ad abbinare cultura a divertimento, avanguardia e pop, artisti emergenti e artisti affermati a livello nazionale ed internazionale. Musicisti, attori, registi, autori, pittori, fotografi, grafici, fumettisti, dj, vj, performer, ballerini, artisti di strada, artigiani rappresentano l’universo artistico intorno al
quale gravita un vero e proprio movimento giovanile che, negli ultimi anni ha permesso al MArteLive di crescere a livello nazionale coinvolgendo molte città come Roma, Bologna, Napoli, Bari, Torino, Milano, Parma e Cosenza. MArteLive non è solo un festival, ma anche un concorso nazionale capace di dare spazio e visibilità a migliaia di giovani emergenti.....oltre tutto ad iscrizione gratuita. Per questa edizione le iscrizioni sono aperte, e sono già 350 gli iscritti al concorso nelle diverse sezioni artistiche che, oltre a quelle più classiche come Musica, Pittura, Teatro, comprendono anche Arte Circense, Moda e Riciclo e Vj, tra le altre. Le selezioni per le categorie Musica, Letteratura, Teatro e Corti avranno luogo, come già negli anni passati, nel circuito LocaliFriendsMArteLive delle diverse regioni d’Italia, per dare la possibilità di esibirsi dal vivo anche agli artisti che non accederanno alle serate finali che si terranno da Aprile a Giugno. Tra le novità del 2010 l’introduzione della Community sul sito web di MarteLive, dove ogni artista iscritto potrà condividere con il pubblico e gli utenti del sito musica, video e immagini autopromuovendo la propria arte e le proprie attività. Potete saperne di più visitando il sito www.martelive.it. mOve Out 2010
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MoveOut Play
FRee DOWNLOAD...PILLOLe ...PILLOLe et voilà! Nuova selezione dalla redazione di move Out di grandi pillole indipendenti che è possibile scaricare gratuitamente e legalmente, dalla rete.
ALBOROSIe: ROTOTOM FREE
http://www.rototomsunsplash.com/index.php?id=293,2697,0,0,1,0 Alborosie ha annunciato di avere composto e registrato una canzone a sostegno del Rototom Sunsplash dopo aver ricevuto la notizia dei problemi giudiziari che sta attraversando il festival: il brano si intitola ‘Rototom Free’ ed è ora scaricabile gratuitamente. Aiutiamo il Rototom!!!
QuARtIeRe COFFe: SUFFER RIDDIM
http://www.onesteprecords.it/qcsuffer Il collettivo reggae grossetano del Quartiere Coffee annuncia, in collaborazione con One Step Records, l’uscita, il 24/01/2010 del “SUFFER RIDDIM”, raccolta di 10 version dell’omonimo brano della band, pubblicato nell’aprile del 2009. In questa raccolta è possibile ascoltare come, su questa potente ed energica tune, artisti italiani e stranieri si siano espressi, realizzando delle ottime version sulla base originale del Quartiere Coffee. Troviamo così, ben 10 tracce, compresa l’originale cantate da KG MAN, realizzate da un gruppo di artisti d’eccezione: Kg Man, Formulla, Lion D I, Jaka & Ciscomanna, Peter Spencer, Rootsman I, Shaka Root, Dr. Boost, Il Generale, El V. Tutte le versions sono scaricabili gratuitamente dal sito.
AA.vv.: FATTI IN BRIANZA
http://www.viaaudio.it/mp3.html Più di 20 progetti per Via Audio Records e per una nuova compilation che celebra il meglio di una scena musicale ultimamente infuocata. Dalla canzone d’autore di Stefano Vergani al sapore jazzato dell’Arturo Fiesta Circo, dalle sfumature eteree degli Aim alla rabbia metropolitana dei Grenouille, dal sapore d’oltreoceano di TheBigSoundOfCountryMusic all’elettronica dei Keibe, passando per la sperimentazione rock poetry dei Paradisi Noir e il pianoforte di Sara Denova. E molto, molto altro ancora.
PuNI: TABULA RASA
http://www.puni.biz/audio.html Terzo incredibile album con la partecipazione di Primo dei Cor Veleno, Liv L’Raynge (New York), Sista Neish (Los Angeles), Kay Lee e K-Ant. Un mix di atmosfere allucinate, elettronica, funk, rock, testi reali e crudi e tanto altro lo rendono un lavoro unico ed originale che continua ad essere scaricato da migliaia di persone e a far parlare di sé. 10 tracce + 1 remix, featuring Primo (Cor Veleno), Liv L’Raynge (N.Y.), Sista Neish (L.A.), Kay Lee e K-Ant!
AA.vv.: HAUNTED BY GHOSTS
http://ghostpr.wordpress.com/2009/09/23/aa-vv-haunted-by-ghosts/ Haunted By Ghosts è la prima compilation targata Ghost PR, disponibile in download gratuito! Fanno parte della compilation tutti i gruppi che hanno lavorato con l’etichetta nei primi 9 mesi del 2009: Hot Gossip, 65Daysofstatic, The Ties And The Lies, The Shadow Line, Reigns, Jeniferever, Dente, Barzin, Black Eyed Dog, En Roco, The Lonely Rat, Canadians, Lorenzo Bertocchini & The Apple Pirates, Ronin.
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Play MoveOut
ANtHONY LOuIS FeAt RvJ KING JAMAICA
GeNeRe: DANCE
etICHettA: HIT BEAT RECORDS
DAtA: 12/2009
DIStRIBuZIONe: SELF
Antony Louis e Rvj King sono i protagonisti di Jamaica. Gran bella produzione firmata Hit Beat records e Trumen records. Da Torino, un singolo esplosivo, carico di sonorità “apri-pista” dalla “main version” alla “dancehall version” firmata Jahcool. Una bellissima Sofia al centro dell’attenzione, rincorsa dalla voce convincente di Rvj, artista e cantante Torinese, assolutamente pronto ad “attenzioni” internazionali. 7 tracce, più un bel video clip firmato I.Com Multimedia, girato all’Operà di Alpigiano (To): “una dancefloor piena, scatenata al ritmo di Jamaica!”. Alla “Main version” segue un “Euromix Version”, coerente nelle sonorità di genere, con un bel editing sulle voci. Segue una “Electro soka version”, di sicuro impatto, ma per gli amanti del genere un pò “scuro” ed “ipnotico”. Alla quarta traccia troviamo una Re-edit Version. Seguono le “Radio edit” per la “Main e l’Euromix version”. Bellissima produzione è la “Dancehall version”. Ottimi i beat, l’editing delle voci e dei suoni. E’ sicuramente un brano che correrà in parallelo alla “main version”, dotato di una propria e ben precisa identità. Un singolo ben riuscito: ottimamente prodotto e mixato. Lo dimostra la reazione della gente nelle dancefloor, da quelle prettamente Dance a quelle ben più black. Da avere. Guido M.
CHOP CHOP BAND SUNSHINE
GeNeRe: REGGAE ROCK
etICHettA: SANARECORDS
DAtA: 27/11/2009
DIStRIBuZIONe: VENUS
I Chop-Chop band. Interessante. La Puglia come al solito, pioniera di Sound all’avanguardia, di comunicazione diretta, sociale, che parte dalla gente, da sentimenti vissuti in prima persona. Sunshin: il quarto album per i Pugliesi Chop-Chop, tante influenze ed esperienze che la Band ha fatto proprie. Un album che vede partecipazioni di Musicisti e Dj come Tuppi B, Simon Duffy (Planet Funk) e Mono. Inizia il viaggio con “Sunshine”, a mio avviso la traccia più riuscita del’Album. Uno skank reggae alternato a chitarre indie, con ritmi sostenuti tipici della dance. Un mix ottimamente riuscito. “Lost control”, cantato reggae su un beat squisitamente elettronico. Le sonorità indie/rock, a volte presenti solo in inserti all’interno dei brani, sono sicuramente la vera evoluzione della band (“Jungla”). Con “lasciatemi cantare”, ascoltiamo un tentativo di proporre un mix dal Funk all Hip-hop, con fraseggi di chitarra a volta chiara, a volta distorta. Non convince. Bel basso “Dub” quello di “La trappola”. Decisamente Pop, “Amico Mio”. Si susseguono altri brani, mantenendo in equilibrio la matrice reggae (mai dominante), dance, rock, hip-hop, (in tipiche distorsioni ritmiche di strumenti solisti, come per la tromba in “Parte di me” o per i beat in “meraviglioso”), elettronica. Tutto il disco è cantato in Italiano. I testi sono curati e sono messaggi di non-violenza, ottimismo, libertà. Presente nel disco una seconda versione di “lost control” e due remix di “Sunshine” (molto interessante e ben prodotto quello di Mono). Un disco sicuramente ben riuscito, ma non entusiasmante. Aspettiamo il prossimo lavoro. Guido M. mOve Out 2010
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PeteR GABRIeL SCRATCH MY BACK GeNeRe: CLASSICA / POP
etICHettA: REAL WORLD / VIRGIN
DAtA: 12/02/2010
A 60 anni appena compiuti, e a otto anni dal suo ultimo lavoro “Up”, Peter Gabriel ritorna con “Scratch my Back” un coraggioso disco di cover, caratterizzato dall’assenza di batteria e chitarre, e costruito interamente su arrangiamenti per pianoforte, strumenti orchestrali e voce. Oltretutto, si tratta di un’orchestra di quaranta elementi, e Gabriel ha voluto con sè niente meno che Bob Ezrin (il produttore di “The Wall” dei Pink Floyd!!), e l’ingegnere del suono Tchad Blake (quello di Tom Waits), ragion per cui il disco ha un impatto sonoro a dir poco portentoso. Anche la scelta dei pezzi è interessante e va da una melanconica “Heroes” di David Bowie, alle romantiche atmosfere di “The Power of Heart” di Lou Reed, all’epico arrangiamento di ‘My Body Is A Cage’ degli Arcade Fire, e ancora a “The Boy In The Bubble” di Paul Simon, a “Listening Wind” dei Talking Heads, a “Street Spirit” dei Radiohead. La voce dell’ex leader dei Genesis si fonde perfettamente con la melodia e gli arrangiamenti orchestrali, ed è sempre una voce efficace e splendida che sprigiona le emozioni di cui è parvaso tutto il disco, insomma Gabriel dimostra in “Scratch my Back” il suo inconfodibile gusto e tutto il suo “mestiere”. Ciò nonostante ho trovato questo disco un pò “troppo coraggioso”, per cui potrebbe risultare noioso ad un primo ascolto; il motivo sta semplicemente nella scelta di escludere totalmente gli strumenti che stanno alla base della musica pop (batteria e chitarre in testa), per lasciare spazio unicamente agli strumenti orchestrali: una scelta a mio parere troppo estrema. Pit
vv.AA
L’ANTHOLOGIA FUNK GeNeRe: FUNK
etICHettA: CRAMPS MUSIC
DAtA: 28/11/2009
DIStRIBuZIONe: SELF
Quanti pensano che il vero funk sia solo “nero” come James Brown? Speriamo pochi perchè non è così. La Cramps, storica etichetta del progressive rock made in Italy, è qui per dimostrarlo con questo doppio cd dall’ eloquente titolo “Anthologia Funk. Dagli anni ’70 ad oggi gli italiani che hanno scelto il funk”. Questi 34 brani riescono in pieno a tracciare un percorso del groove tutto italiano, iniziato più di trent’anni fa, per arrivare poi ad affermarne una rinascita, proprio in questi ultimi anni nel paese della pizza, spaghetti e mandolino. Questa “Anthologia” per “funkofili” e non, presenta nel primo disco, grandi nomi della musica italiana come Eugenio Finardi, Patty Pravo, Rino Gaetano, Alberto Radius, Area, Pino Daniele, Loredana Bertè, New Trolls e tanti altri, sotto un profilo alternativo, portandoci a scoprire come gli artisti di casa nostra negli anni ’70 hanno “fatto” e intrepretato il funk. Il secondo cd invece è quello della rinascita attualissima, testimoniata da artisti come Elio e le Storie Tese, grandi musicisti con “Supermassiccio”, o Tullio De Piscopo, o dall’incredibile voce di The Soul che sprigiona tutta la sua carica in “People on the move”, da Bobby Soul & Les Gastones (che tra l’altro, insieme a Ernesto De Pascale è l’artefice di questa splendida Anthologia), e poi Bisca, Capone & Bungtbangt, e molti altri. Questa compilazione dal ritmo pulsante, “energetica” e viva ci da un motivo serio per sotenere il Funk in Italia. Pit
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Play MoveOut
mASSIve AttACK HELIGOLAND GeNeRe: TRIP-HOP
DAtA: 05/02/1
Il quinto album da studio della band Inglese, Heligoland. Band nata nel lontano 1987, ma già con le modalità degli attuali “Social Network”. Molte le collaborazioni, molte le influenze, molte le mani che hanno suonato, arrangiato I brani dei Massive Attack. Ma il nocciolo non cambia: Robert Del Naja e Grant Marshall. Duo che ha visto lontano nell’impostare il proprio lavoro come se fosse una “Crew”, un collettivo. Hanno mischiato hip-hop, rock, soul, psichedelia. I padri del Trip-Hop. Un suono sperimentale, coinvolgente, moderno, che unisce chitarre distorte ad arpeggi “chiari” (Rush Minute”), bassi distorti tipici della “core music” (“Girl I Love You”) insieme a sound prettamente elettronici (“Atlas Air”), melodie mai scontate, accompagnate da suoni di “eletric vibes” insieme a un bel “original Piano”, il tutto armonizzato ed esasperato da una seizone d’archi (“Atlas Air”). Negli ultimi tre anni Robert Del Naja ha scritto e prodotto colonne sonore per film e documentari come ‘Trouble In The Water’, ’44 Inch Chest’, ‘In Prison My Whole Life’ e ‘Gomorra’, vincendo per quest’ultimo il David Di Donatello nella categoria “Best Song”. Quest’anno i Massive Attack hanno inoltre vinto il premio “Outstanding Contribution to British Music Award” nell’ambito dei prestigiosi Ivor Novello Awards. Un disco da collezzione, insieme a tutti gli album dei Massive attack. Guido M.
SuN SOOLeY
ONE DAY IN A BABYLON GeNeRe: REGGAE
DAtA: 19/02/2010
Decisamente convincente. Eleganza nel canto, coerenza nel sound e molto “Solare”. Un mix fra rootz e new reggae. Sun Sooley, senegalese, è la nuova rivelazione del panorama reggae africano. Ottimi beat, a volte concimanti con chitarre più tipiche di assoli rock (“Justice”, “Dread a Lion”). I ritmi sono sempre abbastanza sostenuti, a volte con arrangiamenti strumentali molto pop (“By my side”). Bel “flow” quello di “Hungry Mouth”. Interessante il beat di “Come Again” che unisce dancehall e reggaeton. Sun Sooley è accompagnato e prodotto da due vecchie conoscenze dell’ambiente reggae italiano, Lorenzo e Fabrizio Catinella rispettivamente chitarra e basso dei Ganjamama, a cui si aggiungono alla batteria Marco Bazzi e alle tastiere Riccardo di Paola. Sooley arriva da un passato Hip-hop (influenza che personalmente non sento in “One day in babylon”) con i P. Froiss e i Jant Bi con cui ha inciso “Il Sole” (in dialetto wolof). Ma la vera affermazione nell’ambito reggae è avvenuta con gli Akiboulane. In perfetta sintonia rasta, ci parla di spiritualità nella musica, nella vita, unità, democrazia, fratellanza (“Sen System”). Un bel disco, afro-americano ma molto anche afro-europeo. Non è da considerarsi un disco originale, ma un “biglietto di rispetto” nel panorama reggae mondiale. Un disco da avere. Guido M mOve Out 2010
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WAX KILLeRS TECHNOLOGY GeNeRe: HIP-HOP
etICHettA: BLASTAFUNK
DAtA: 2009
DIStRIBuZIONe: SELF
“C’è ancora chi crede nel potere dell’Hip-Hop che ti fa muovere la testa ma anche dire di no”. Bel lavoro quello dei Wax killers. 16 traccie per il secondo lavoro del duo di Milano, (con alle spalle oltre 100 serate nell’interland Milanese) e distribuito da Self. Un viaggio Hip - Hop contaminato dalle influenze delle molte collaborazioni, Bollagee, Skema, Dj Spoon, Mr Ace, Principe, Enmicasa, Blind Drivers & Shezan Il Ragio E Deepemilia. Roots Hip-Hop (“Storie nere”), New Hip-Hop, (“Jedi Funk”), Funk (“Take me Home”), Sperimentale (“Answering”), Elettronico (“Videogamez”). Questi sono gli ingredienti dell’ultimo lavoro dei Wax killer, un album sicuramente non banale, dal sound originale che possiamo definire Electro – black. Guido M.
RIvA StARR I WAS DRUNK GeNeRe: BALCANIKA/HOUSE
etICHettA: TIME
DAtA: 15/01/2010
Gran bel singolo quello dei Riva Starr. Nuova scena, sempre più presente non solo nei circuiti undeground, quella della “New Balkan beat”. Lo ricordiamo Stefano Miele, forse come Stefano forse come Madox. Il singolo “I Was Drunk”, uscito per la Time il 15 Gennaio, è già suonatissimo nelle dancefloor di tutta Europa. Un sound che unisce I fraseggi tipici la musica gitana (immaginia l’icona Goran Bregovic) con il sound più attuale della House Music. Un mix freschissimo, soprattutto per chi non è amante della house troppo “tech”. Presenti nel singolo la versione originale, la strumentale la radio edit, a e l’album edit. Da ballare. Guido M.
LISAGeNetICA EX VUOTO GeNeRe: INDIE ROCK
etICHettA: LATLANTIDE
DAtA: 26/02/2010
DIStRIBuZIONe: GIUCAR
Dopo le prime autoproduzioni obbligatorie per la gavetta di una formazione indie, e uno split del 2004, la band di Cuneo si presenta a dieci anni dalla nascita, con questo album intitolato “Ex Vuoto”. Si tratta di un disco indie rock abbastanza classico, con sfumature a tratti pop, sostenuto però da una sezione ritmica assolutamente scafata, suonato con il cuore e altrettanto ben cantato, che alterna morbide ballate a pezzi decisamente più grintosi, e ancora a spunti più introspettivi e cantautoriali. Immergendosi nel disco troviamo delle piccole perle come “Croce”, pezzo delicato, con un’anima, dove Riccardo Sereno Regis ricorda l’ormai scomparso Ivan Graziani, e poi il bellissimo attacco di basso di “Miocardio”, subito raggiunto dalla chitarra e dal cantato in coro, e ancora la botta di energia da puro rock di “Resina” il pezzo di chiusura. I Lisagenetica hanno avuto anche le “palle” di inserire, in “Ex Vuoto”, nientemeno che la cover di “Summer on a solitary beach” del maestro Franco Battiato...con un risultato che, devo confessare, mi ha sorpreso, insomma, contro ogni mio preconcetto, l’ho ascoltata molto volentieri. Pit
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MoveOut Cinema
a cura di Piermario mignone
Visioni
NON È mICA FINITA QuI !
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Proprio no. Credevamo di aver preso una decisione epica buttando via il televisore 4:3, perfettamente funzionante, insieme al decoder per il terrestre, - pare troppo complicato per tanti, inoltre fra due anni va cambiato comunque perché arriva il dvbt 2 (per forza che c’è la crisi). Appena piazzato il nuovo grande tv piatto, lcd, led o plasma che sia, - Full HD o solo Ready, chi sa distinguere? -, non c’è stato il tempo di goderselo che già è (sarebbe) ora di cambiarlo di nuovo: si può? Forse no, più probabilmente si. Chissà. I fattori che ci hanno portato a questo punto sono presto riassumibili: il Blu-ray è un mezzo fallimento, commerciale si intende, - pare tenga soprattutto grazie alla Playstation -, lo home video dvd ha una battuta d’arresto sia nel noleggio che nelle vendite, mentre nelle sale sta trionfando il 3D con un traino stratosferico dato da “Avatar”, e la tendenza è ormai irreversibile nonostante le cefalee provocate dall’uso prolungato degli occhialini, - ma è una tecnologia provvisoria, sarà presto (?) superata. La conclusione, mercato (cioè noi compratori) consentendo, è ovvia e unica: anche la tv sarà 3D, da subito. Ovvio ma non indolore per il portafoglio: bisogna (bisognerebbe) cambiare di nuovo tutto, televisore (incluso il decoder), lettore Blu-ray, macchina fotografica, camcorder, software per il computer, oltre al computer (attenti a quelli che circolavano già da dicembre: usano gli
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anaglifi, i vecchi occhialini rosso-blu, senza futuro), ecc. Dato sfogo alle debite imprecazioni, uno si chiede perché, - non è obbligatorio, ma … Ci sono due categorie disposte a spendere e quindi a condizionare il mercato: quella massiccia degli “sportivi” (forse solo “fan”, detti anche “calciofili”) che vogliono vedere i prossimi mondiali di calcio come Dio comanda, e poi quella meno imponente ma ostinatissima dei cinefili che mai si abbasserebbero a vedere a casa il film di Cameron e gli altri nell’ormai “banale” 2D, declassante, del tutto “out”. Ergo: sin da gennaio i colossi Intanto è già arrivata la tecnologia SonyPrevost di proiezione bivalente 4k/2k per 2 e 3D: la prima finora era stata usata per i restauri dei film, come ha fatto Coppola per “Il Padrino”, e l’altra è attualmente ancora la più diffusa per le proiezioni digitali in sala. La 4K è quattro volte superiore (4.096 × 2.160 pixel) all’attuale Full HD e 2K, - ma negli studios già si servono dell’8K e oltre.
giapponesi e coreani dell’elettronica, Panasonic e Sharp, Sony e Samsung, LG e Philips (europea,ma se li fa fare in Asia) hanno incominciato a distribuire tv HD 3D. E pazienza per gli occhialetti. Costosissimi e provvisori, in attesa che i prossimi schermi ne facciano a meno. Tuttavia, i televisori si comprano se ci sono i programmi, decisivi commercialmente. E stanno arrivando: Murdoch ha annunciato in GB un suo canale satellitare 3D, la Disney, pure, per gli States dove trasmetterà i mondiali, e poi IMAX e un altro canale 3D per bambini della Discovery Communication. E anche in Italia si stanno approntando le strategie. Risparmiate, gente, risparmiate … (continua)
a cura di Piermario mignone
Cinema MoveOut
Re-Visioni
IL GRANDE SONNO di michael Curtiz, con Ingrid Bergman, Humphrey Bogart, Paul Henreid; usa, 1942 di Howard Hawks, con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, John Ridgely, Usa, 1946 “Turning point” memorabile nella storia del “noir”, per il suo cinismo e il fascino sessuale di Lauren Bacall che sostituisce la mitica presenza romantica di Ingrid Bergman in “Casablanca” con una più sensuale. Tratto dal famoso romanzo di Raymond Chandler e co-sceneggiato da William Faulkner, “Il grande sonno” è referenziale per il poliziesco “hard boiled” in cui “Bogey”, duro e ironico, (“Così tante pistole in giro per la città e così pochi cervelli!”) ci dà la più impressionante interpretazione di Philip Marlowe, pietra
promettenti per via dei suoi debiti di gioco, con un seguito di assassinii, su cui deve indagare il detective privato Marlowe. Il caso però presto si rivela più complicato, e viene coinvolta anche la sorella maggiore di Carmen, Vivian: suo marito è scomparso mentre lei sente una crescente attrazione per il detective che deve fronteggiare una realtà sempre più intersecata e indecifrabile, lacerato com’è tra il suo “idealismo morale” e il suo “realismo di uomo d’azione”. La storia è frammentata in momenti ed
Hollywood sa ben mescolare la vita privata dei suoi attori con i personaggi che interpretano in una confusione tra arte e vita che costituisce in buona parte il “glamorous gossip” che alimenta la leggenda del film. Bogey e Bacall si sposarono nel maggio del 1945, essendo le riprese di “Il grande sonno” finite nel gennaio: per sfruttare ulteriormente la celebrità della coppia, la Warner impose modifiche all’editing del film stesso per farne risaltare la relazione speculare tra i personaggi dello schermo e gli attori in persona. di paragone per tutti gli altri interpreti successivi, mentre il regista Hawks costruisce un’atmosfera morbosa di seduzione e cospirazione rimasta ineguagliata nel genere. Carmen, la figlia più giovane del Gen. Sternwood, è ricattata con alcune foto com-
episodi che si susseguono l’uno all’altro come “tableaux”, quadri come scene (“cercavamo di fare in modo che ogni scena reggesse da sola”) non tutte e non sempre immediatamente comprensibili (particolari elusivi persino per lo stesso Chandler oltre per gli
interpreti) secondo una logica sequenziale auto-esplicativa, per via della complessa ramificazione di bugie e tracce sfuggenti in un intrico che gradualmente retrocede in una sorta di sfondo, quasi un pretesto per il confronto tra i due principali personaggi. Era già negli intenti di Chandler, ma qui è destinata a resistere nel tempo grazie all’interazione alchemica e dialogica unica di Bogart e Bacall, sua compagna sin dalla lavorazione di “Acque del sud”, del ‘44, e allo stile irripetibile di Howard Hawks. L’eccellente fotografia di interni e la colonna sonora di Max Steiner completano l’opera. mOve Out 2010
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a cura di Piermario mignone
Percorsi
ARCHetIPI MITICI e BIBLICI vol 3 nella SCI-FI e nel FANTASY Due anni dopo Ridley Scott, la rivolta delle creature continua con “terminator” di James Cameron (usa, 1984) più i sequel, prequel e varianti tipo “transformers”). Fantascienza a rovescio nel senso che dal futuro arriva nell’oggi un cyborg da combattimento, vero “corpo mutante”mai visto prima, mandato dalle armate dei robot in rivolta contro gli umani per uccidere la madre del (futuro) leader degli uomini, che deve ancora nascere, modificando così il futuro stesso. Arriva però anche un uomo con il compito di rivelare alla donna la sua condizione e proteggerla. Il presupposto del racconto è quindi doppiamente biblico: da una parte c’è l’ “annuncio fatto a Maria” che sarà madre del “salvatore”,
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dall’altra Il cyborg (ora governatore della California …) il quale più che un angelo sterminatore “a progetto”, è un nuovo Erode a caccia di innocenti. “Matrix” dei Wachowski (Usa,1999) porta all’estremo la rivolta delle macchine contro i creatori umani, ad un livello molto sofisticato, come quello di Hal9000 nel film di Kubrick : non più cyborg antropomorfi , ma entità ingegneristiche come demiurghi, costruttrici di una realtà virtuale che nasconde l’orrore reale del mondo (ben oltre la semplice, triviale “reality” di “The Truman Show”) . Solo
la resistenza, guidata da Morpheus, conosce ciò che sta succedendo e la figura di Neo assume le caratteristiche del Salvatore, anche nella scelta del sacrificio finale (analogamente il Leone in “Le cronache di Narnia”). Film pre-apocalit-
a cura di Piermario mignone
tici, annunciano pure le apocalissi della modernità: dopo “Apocalypse Now” di Coppola e “Apocalisse nel deserto” di Herzog, in “Il Signore degli Anelli” di P.Jackson (New Zealand, 2001-3) collassa un mondo pagano senza metafisica nè salvezza per i “salvatori”: un mondo declinante di eroi (cui segue un mondo naturale di piccoli umani) senza Dio né religione rimpiazzati dalla magia (come in Harry Potter) e il sacerdote dallo stregone. Se questo era un “ante” storia, nella “post” storia annichilita dal virus, il sopravvissuto di “L’esercito delle 12 scimmie” (di T.Gilliam, Usa,1996) è un essere erratico in una indecifrabile babele del tempo, preda di cortocircuiti della memoria, come nei Repli-
Anche Salvatores ebbe in “Nirvana” delle intuizioni sulla (ri)creazione del virtuale e la percezione cosciente da parte del personaggio del videogame che chiede al suo “creatore” di essere “spento”: l’illusorietà della rappresentazione si sovrappone al reale dissolvendolo in un circuito elettronico. L’aveva già intuito Shakespeare nella “tempesta”. “Così è (se vi pare)”, concludeva Pirandello. canti, che in una totale confusione di sincronismi gli saldano il tempo dell’infanzia con quello della morte. E’ forse nella fantascienza e nel fantasy di prima che si incontra una più luminosa positività: la “forza sia con te” in “Star Wars” (G.Lucas,
Cinema MoveOut
Usa, 1977) richiama da vicino l’augurio cristiano “Lo spirito sia con te”, ovvero la “forza” come Grazia, sia pur con una punta di energia sfuggente, mentre nell’incontro finale di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (S.Spielberg, Usa, 1977) la Devil Tower torreggia spettacolarmente sull’astronave aliena in un fantasmagorico gioco di luci e note musicali come in un rinnovato Monte Sinai sul quale gli Alieni buoni prendono il posto del Dio legiferante. Alieni come messaggeri di speranza dallo Spazio (“Non siamo soli …”), sorta di Angeli ad alta tecnologia, buoni, commoventi e indifesi di per sé come E.T. L’ultimo. (fine) mOve Out 2010
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Popoli
a cura di Piermario mignone
QuA E LA NELLA COmmeDIA FRANCESE
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Si sa, gli Americani e i Francesi si sentono piuttosto diversi tra di loro, per cultura, modi di sentire, pratiche quotidiane. Cosicché, quando un “étranger” arriva al Nord, possono succedere dei corti circuiti di incomprensione se non di rigetto, come narrato in questi due film molto diversi per il resto. In “2 giorni a Parigi” di Julie Delpy (Fr/Ger., 2007) Jack, arredatore americano vive a New York con Marion, fotografa parigina. Di ritorno da una vacanza a Venezia, si fermano due giorni nella ville lumière per fare visita ai genitori di lei (c’è anche il gatto da ritirare) e, occasione portando, rivedere alcuni amici e un ex fidanzato. Jack rimane gradualmente perplesso per la libertà dei costumi, le consuetudini per lui stravaganti dei Francesi, sconcertato soprattutto per il passato alquanto libertino di Marion: il rapporto tra i due inizia a incrinarsi pericolosamente, generare smarrimento e chiusure traumatiche. Nella commedia di costume si insinua così quella sentimentale: il menage tra Jack e Marion poggiava su una conoscenza reciproca superficiale, sono ora costretti a rivelarsi più a fondo, anche nelle negatività, ad accettare ciò che è stato, a condividere una nuova serena concezione di sé. Dialoghi scoppiettanti , arguzia corrosiva in una storia abilmente intrigante che non disdegna registri caricaturali e toni grotteschi in un ritmo piuttosto mosso. Scritto, diretto, interpretato, ecc., con umore graffiante, vivace anche nel luogo comune, e anche un po’ astuto. Altra gente “Les Ch’tis”: è
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il nomignolo che in Francia si dà agli abitanti dell’area di Lille, nel Nord Passo di Calais, e si riferisce alla loro singolare pronuncia, che inevitabilmente genera equivoci . Molto va perduto nel doppiaggio: in italiano, si è dovuto ricorrere a qualche artificio per mantenere l’effetto spiazzante e comico, Va inoltre ricordato che Rilevanti nel cinema francese i due autori: Julie Delpy era già attrice per il polacco Kieslowski e l’americano Linklater ed era presente a Berlino 2007 e in concorso per gli oscar europei, mentre Dany Boon ha lasciato il suo segno come popolarissimo comico coprotagonista in tanti titoli di successo. il Nord della Francia è la parte meno benestante del Paese, e quindi un po’ sbeffeggiata dal Sud, ben più ricco e movimentato, diversamente che da noi, di qui il titolo italiano “Giù al Nord” (Fr., 2008). In una cittadina tra Tolone e Marsiglia, un funzionario delle Poste, viene trasferito per punizione al Nord, - aveva finto di essere paraplegico: la diceria popolare che là si muore dal fred-
do, gli abitanti non sono dei più furbi, in più sono gretti e provinciali, indigenti e in preda ai fumi dell’alcool, crea un’aspettativa terrificante nel povero Philippe. Ovviamente non sarà così, ma il direttore Philippe non smentisce il pregiudizio alla moglie che rimasta nel sud lo compiange per il “sacrificio”. Finchè non va a fargli visita … E’ quasi un atto di nostalgico amore per la propria terra e la propria gente tributata dall’attore e regista Dany Boon, anche se dopo una brillante e dinamica mezz’ora, perde un po’ il controllo sui toni e sui personaggi, che si riducono a elementi bozzettistici di una farsa strapaesana, il che dopo tutto non è poi così riprovevole. Tant’è che in Francia ha subissato i record di incassi di ogni tempo, compreso quello che apparteneva a Tre uomini in fuga. (fine) Noleggio e vendita, Dvd: Dnc € 9,90, Medusa € 9,90.
Events MoveOut
MoveOut Party MoveOut party, gli eventi firmati MoveOut. Un nuovo format di evento, coinvolgente, multimediale, unico. Musica, scenografia, tecnologia, location, organizzazione, promozione: questi i punti cardine dei MoveOut Party. Realizzare un MoveOut party è facile. Contatta la redazione: due art director verranno a fare un sopralluogo direttamente nella Tua Location e a presentarTi il progetto nei particolari, per poi svilupparlo e costruirlo su misura. Un’opportunità, un’occasione per conoscere persone, un nuovo modo di fare “business”, un modo nuovo di divertirsi!
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MoveOut Special Cities
merie A
Intervista
Finalmente e’ uscito “in Love & War” il primo album di Amerie sotto contratto con la DefJam record. Il disco e’ carico di hits: partendo dal tormentone “why R u” il cui video e’ ancora in programmazione su tutte le televisioni musicali italiane fino ad arrivare al secondo singolo “Heard em All” nella versione remix con Lil Wayne. tra i produttori che hanno partecipato alla realizzazione troviamo: teddy Riley (“tell me You Love me”), Sean Garrett & eric Hudson (“Heard ’em All”), and Jim Johnson & Rico Love (“Swagback”), Brian michael Cox (“Red eye”).
Nata da genitori coreani e afro-americani, Amerie cresce fra le basi militari americane sparse per il mondo prima di piantare le sue radici a Washington DC, dove si guadagna un diploma in Lingua Inglese e Arte. I suoi primi demo la conducono sulla strada del debutto di un primo album per la Columbia Records “All I Have”. Questo album le valse il riconoscimento del RIAA grazie anche alla forza del R&B/pop crossover della hit “Why Don’t We Fall in Love,” con la quale Amerie conquisto’ il premio di “Soul Train” Music Awards’ come migliore nuova artista R&B/Soul. “Amerie” continuo’ sull’onda del RIAA gold con “Touch” (2005). L’album conteneva una delle canzoni migliori dell’anno , la #1 R&B smash “1 Thing,” che vinse il VIBE Award per Club Banger dell’anno. La canzone raggiunse il top quando fu inclusa nella colonna sonora del film di Will Smith-Eva Mendes, /Hitch/. “1 Thing” divenne uno dei pezzi piu’ venduti in via digitale (vendite-platino) e lei fu nominata come Migliore voce femminile di R&B Grammy; “Touch” fu invece nominato come migliore album contemporaneo di R&B.
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Lifestyle MoveOut
Move Out ha intervistato Amerie. Collegamento con Washington. Amerie: Ciao Guido, come va?! MO: Bene, grazie. Moveout magazine è particolarmente attento alle nuove produzioni di generi musicali come hip-hop, soul e raggae. Abbiamo ascoltato una vasta gamma di musica proveniente da oltreoceano e l’R&B e’ generalmente molto apprezzata da queste parti. Abbiamo trovato qualcosa in piu’ nella tua musica, specialmente nelle melodie, in cui si sentono varie contaminazioni provenienti dal rock (come quello dei Led-Zeppelin) e il soul di James Brown, o piu’ in generale dalla musica degli anni ’70. Parlaci della tuo lavoro con la Def Jam. In particolare, sei contenta e soddisfatta del sound di quest’ultima produzione ? Amerie: Beh, come sai, questo e’ il mio primo album distribuito con defjam. E’ stata una esperienza nuova ed eccitante quella di lavorare insieme e si poteva sentire l’entusiasmo di tutti quanti. E’ divertente perche’ spesso mi capita di registrare e riprovare l’emozione del primo album, ma questa volta piu’ delle altre perche’ il team intorno a me era completamente diverso. MO: Puoi dirci come il tuo partner Lenn-Nicholson ha contribuito alla realizzazione finale di questo album ? Amerie: Lenny ha sicuramente un sacco di idee e nonostante mi move out 2010
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MoveOut Special Lifestyle
trovi ad interagire con diverse persone mentre stiamo registrando, rimane la persona su cui faccio piu’ affidamento in fatto di ascolto. Ed e’ sicuramente un fatto importante per me avere qualcuno li presente su cui poter contare. mO: Considerando l’eccellente risultato di “Love & War” ci piacerebbe sapere come e’ stato lavorare con diversi produttori. Amerie: Sai, mi e’ sempre piaciuto lavorare con persone che hanno una passione genuina per la musica Una cosa che mi e’ piaciuta molto lavorando con Campbell e’ la sua capacita’ di suonare diversi strumenti come la chitarra o la batteria e questo ci ha permesso di creare musica in modo sistematico praticamente da zero. mO: Quindi immagino che ogni produttore ha contribuito in modo diverso alla realizzazione dell’album. Amerie: Si, e’ stato proprio cosi. E’ una bella sensazione scoprire che alla fine della giornata sono sempre io con la mia musica ma con un po’ di energia presa di qua e di la’, da diverse persone intendo.
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mO: Un’ultima domanda: ha sempre avuto la possibilita’ di fare la tua musica oppure sei dovuta scendere a compromessi per lavorare con le persone intorno a te ? Amerie: Ho sempre avuto molta liberta’ creativa. Anche quando firmai con la casa discografica per la registrazione del mio primissimo album, mi accorsi subito che sapevano gia’ cosa sarei andata a registrare. Mi sento molto fortunata per questo. mO: Bene! Grazie per la piacevole chiacchierata. Amerie: Grazie! mO: Una dedica speciale ai lettori di Move Out magazine? Amerie: Assolutamente! “Hey what’s up everybody ! Let’s check it out, Move Out magazine. I just wanted to say thanks for your support, all of your love. I really really appreciated! and I’m a big fan of Italy... it’s such a beautiful country!”
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MoveOut Lifestyle
SCAteNAte L’INFERNO…
e’ SPEED DOWN!
velocità e adrenalina sdraiati a pochi centimetri dall’asfalto
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Street Luge ed altro ancora. Quest’ultimo è il mezzo preferito per lanciarsi dalle ripide strade di montagna nel nord Italia. Il nome è composto da “street” e “luge” vocabolo che
Ci si lancia da tortuose e ripide discese con mezzi senza motore solitamente costruiti con le proprie mani, ecologici, mossi solamente dalla forza di gravità. mixa il termine inglese “strada” ed il termine francofono “slitta” (il luge è infatti il nome della disciplina olimpica
Down
Non è un nuovo mezzo di locomozione alla 007, ma la nuova frontiera del divertimento a rotelle: è lo Speed Down. Sport catalogato fra quelli “estremi”, di origine statunitense, è ora diffuso in tutto il mondo che conta migliaia di appassionati e di associazioni sportive che lo praticano in tutta Italia. Di cosa si tratta è molto semplice: ci si lancia da tortuose e ripide discese con mezzi senza motore solitamente costruiti con le proprie mani, ecologici, mossi solamente dalla forza di gravità. Naturalmente, come per ogni disciplina, esistono varie categorie e varianti a seconda dei mezzi in gara. Da quelli legati alle tradizioni popolari come il Brusì bresciano, alle loro successive evoluzioni, fino ad arrivare a mezzi concepiti dalla fantasia made in USA come spesso accade per molte forme di divertimento condite con una forte dose di adrenalina. Alle gare di Speed Down partecipano carretti in legno, con telai in ferro e ruote in ferro o gommate, Bob Car, Caisse a Savon, Carrioli,
Speed
Sfrecciare a 100 km/h orari sull’asfalto liscio e fumante di strade di montagna, sdraiati a 20 cm da terra su una piccola tavola, o dentro “scatole di legno” dalla stabilità incerta, senza ammortizzatori né freni. Ruote in gomma o ferro, niente sterzo e l’unico modo per rallentare è consumare le suole delle scarpe…
Lifestyle MoveOut invernale dello slittino su pista). Una corsa su slittino a rotelle senza motore, quindi. Indispensabili nervi saldi e una buona dose di adrenalina, tutto il resto lo si costruisce da soli, pezzo dopo pezzo. I mezzi sono molto semplici, costituiti da un telaio che ospita il pilota (rider) in posizione distesa con gambe in avanti. Nella maggior parte dei casi è una struttura auto-costruita ed è fornito di un sistema di guida tipicamente derivato dallo skateboard. Non ha uno sterzo manovrabile direttamente dalla mano del pilota, ma lo Streetluge viene condotto seguendo lo spostamento del corpo della persona.
Se è difficoltoso restare in equilibrio e correre lungo la strada non lo è meno fermarsi. Nessun sistema frenante meccanico è collegato al mezzo, ma il rider utilizza le suole delle scarpe facendo attrito sul manto stradale.
extreme-adrenaline.com
Se è difficoltoso restare in equilibrio e correre lungo la strada non lo è meno fermarsi. Nessun sistema frenante meccanico è collegato al mezzo, ma il rider utilizza le suole delle scarpe facendo attrito sul manto stradale. Le scarpe tipiche per questa disciplina sono attrezzate e rinforzate con un ritaglio di una copertura in gomma ottenuta dalle carcasse di un vecchio pneumatico, fissato alla suola della calzatura. Lo Streetluge viene utilizzato per gare in discesa su percorsi con un manto stradale ben curato, ma spesso è
Gli streetluge riescono a raggiungere una velocità anche superiore ai 100 km/h quindi ogni dettaglio va curato nei minimi particolari. impiegato in discese piuttosto impegnative, tortuose e con un coefficiente di rischio non per tutti. Può essere realizzato utilizzando qualsiasi materiale: legno, ferro, alluminio, carbonio, resine, ma secondo un proprio personale progetto. Che mira a costruire un mezzo sì confortevole ma con caratteristiche di rigidità alla torsione per trasmettere con il movimento del corpo la forza che serve a variare la geometria del sistema sterzante. Gli streetluge riescono a raggiungere una velocità (relativamente alla lunghezza e pendenza del tracciato) anche superiore ai 100 km/h quindi ogni dettaglio va curato nei minimi particolari. Fate largo… Alessia Mangiapane mOve Out 2010
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MoveOut Lifestyle
CAm GIRLS Si apre una finestrella in cui compare la sensuale immagine di una ragazza, Jasmine, Tatiana, Vanessa...tutti nickname, alias, di ragazze (nella maggior parte dei casi) normalissime, che conducono una vita come tutti. Al lavoro o all’università durante il giorno, nude la sera. Ma sono proprio tante, e sono pure bellissime: brune, bionde, magre, grasse, bianche, nere. Per tutti i gusti. I servizi sono diversi (in base a quanto paghi): puoi avere una video chat privata, solo Tu e “Jasmine” o puoi chiederle addirittura di fare sesso esplicito in diretta, sola o in coppia o in gruppo. C’è un bel giro economico (sarà tassato?) dietro questa attvità. Ragazze che si pagano gli studi, bollette, il caro vita o sem-
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plicemente un extra shopping. Se appaga è sicuramente un sesso sicuro! ...L’utenza è enorme: dall’America, all’Europa, all’Asia. E le statistiche lo dimostrano; qualche sito arriva anche a 10.000 visite giornailiere! Ci sono annunci di aziende che ricercano “Cam girl”, perché non riescono a soddisfare le domande sempre crescenti e più esigenti degli utenti! Chi vuole la casalinga, chi la dog-sitter, chi l’infermiera, chi la segretaria e via dicendo...“ E’ un mondo in cui ci si perde, vario quanto fittizio. Uno dei tanti servizi, simulacri, offerti dal “World Wide Web”. Sono siti però di troppo facile accesso ai minori. Sarebbe meglio un pò più di controllo. MO
* i personaggi citati con i relativi nomi sono puramente inventati, e qualsiasi riferimento a fatti o informazioni personali è puramente casuale
Ragazze in cam. Il Web pullula di siti che offrono i più svariati servizi di Chat erotica, porno. O meglio di video chat. ti siedi davanti al computer, inserisci i tuoi dati della carta di credito, o telefoni a qualche numero a costo maggiorato ed entri in un’area riservata.
C
Lifestyle MoveOut
Le MASCHERE
Hanno origini nelle ere primordiali, quando l’australopiteco diventato umano, o quasi, se ne serviva per funzioni magiche e religiose nella ritualità tribale di stregoni e sciamani, interpreti e intermediatori delle divinità: forme sacrali di potere che dovevano proteggere dagli spiriti maligni, ma servivano anche a ostentare forza e incutere terrore in guerra, mentre si dipingevano anche il corpo di colori non solo terragni e fangosi. Non solo di gente primitiva: i Greci se ne servirono come fonte espressiva al punto da trasferirle nelle rappresentazioni teatrali: amplificavano la voce, consentivano agli attori di interpretare ruoli diversi, comprese quelli femminili, soprattutto stabilivano dei “caratteri”, tipologie umane con comportamenti definiti e ricorrenti, subito identificabili, quelli che ora chiamiamo appunto “tipi” da cui ci si aspetta una certo comportamento e conseguenti reazioni
con gli altri. Momenti centrali e diffusi nella vita del Latini, intendo la Roma imperiale e post, con i Saturnali, i Lupercali, i Baccanali e così via, nel Medioevo, poi, i cortei in maschera consentivano un prodigioso, quanto momentaneo scambio di ruoli sociali, il travestimento e l’anonimato consentivano al povero l’ostentazione di una sfrontata quanto inesistente ricchezza, drogante parentesi di illusioni come nel carnevale di Rio, mentre al ricco, in una simulata
miseria, faceva ben riapprezzare la reale abbondanza. In ciò il carnevale di Venezia, fu, e rimane, di suprema, inarrivabile eleganza. Con un tocco funereo. Ciò che resta delle maschere oggi, è testimonianza di un mondo quasi scomparso, quello dei tipi locali, - Gianduja come Arlecchino e Pantalone -, e quelli degli eroi virtuali e mediatici. E qui non c’è limite ad essere per poco ciò che non si è ma si vorrebbe. P.M.
Cocktail of the Month
drink
LONG ISLAND ICe teA What: Cocktail How:
Coc
Vodka 2/10 Gin 2/10 Rum 2/10 Triple sec 2/10 Sweet and sour (succo di limone e zucchero liquido) 1/10 Coca Cola 1/10 Mescolare in un bicchiere da Cocktail con ghiaccio pieno per i 2/3. Servire con spicchio di Lime
Where:
Cocktail bar, lounge bar, discoteche
For Who:
Non è proprio il cocktail di San Valentino. Per “palati” resistenti.
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MoveOut Lifestyle
MoveOut Girl
l r i
Claudia Genesio
Sono nata a Savigliano e ho 21 anni. Dopo un lungo periodo passato ad aiutare e prendermi cura della gente, anziani, malati (5 anni in una casa di cura), ho deciso di pensare piÚ a me stessa e alla mia carriera. Ho aperto un centro estetico, che nel giro di pochissimo tempo è diventato uno dei piÚ rinomati della provincia di Cuneo. Se vuoi diventare una moveOut girl, invia le tue foto a: redazione@moveout.tv
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2009 mOve 2008 2010 LutY Out LIStOPAD
Lifestyle MoveOut
tROPPO POCO SONNO,
UN CeRveLLO PIÙ PICCOLO.
Conviene dunque dormire. molti sono gli studi che hanno dimostrato il legame tra il dormire poco e la nostra salute: qualità di vita, capacità di relazionarsi, depressione. Ci siamo un po’ documentati. Uno studio, presentato a Singapore preso la Duke-NUS Graduate Medical School, ha messo in evidenza la difficoltà di dare un senso alle immagini percepite dagli occhi a cui va incontro chi non ha dormito a sufficienza. Ad esempio guidare o leggere senza avere dormito. Interessante la spiegazione di Michael Chee, professore del Neurobehavioral Disorders Program: “Il team ha scoperto che il cervello delle persone private del giusto sonno riesce normalmente a processare dei semplici stimoli visivi, come delle scacchiere lampeggianti. Invece le aree visive superiori, quelle responsabili di attribuire un significato a ciò che si vede, non funzionano altrettanto bene”. Quante volte ci è capitato di essere
nervosi dopo una notte passata a “contare le pecorelle?”. E’ stato infatti dimostrato, come l’insonnia abbia un influenza sull’umore, sull’aggressività (che aumenta vorticosamente quando ci si accorge di essere in ritardo sul lavoro!!). Utilizzando tecniche di imaging (chiamati voxel-based morphometry, VBM) Ellemarije Altena e Ysbrand van der Werf dell’Istituto olandese di Neuroscienze presso l’Accademia Reale delle Scienze e Arts hanno valutato il volume del
cervello delle persone con insonnia. Si è scoperto che i pazienti afflitti da insonnia cronica, la quantità di materia grigia (nella parte sinistra della corteccia) aveva una densità inferiore rispetto a persone “normali”. James E. Gangwisch, ricercatore presso il Columbia University Medical Center di New York, autore di un interessante studio pubblicato sulla rivista
medica Sleep, dimostra che i ragazzi che vanno a letto dopo le 22.00, l’ora consigliata dagli esperti per un sonno adeguato, sarebbero esposti ad un rischio depressione superiore di ben il 24% rispetto a coloro che invece si coricano alle 22.00. Ma non è tutto. Da un ultimo studio presentato al convegno annuale della North American Association for the Study of Obesity, a Las Vegas, il dormire poco aumenterebbe il rischio di diventare obesi. Causa degli ormoni, processi neurali? Lo stress, vera malattia dei giorni nostri, non aiuta sicuramente a fare “sogni tranquilli”: lavoro, tempistiche, studi, esami, traffico!! E’ innegabile il legame che c’è tra sviluppo economico (non sempre a braccetto con sviluppo civile) e la sempre crescente difficoltà a prendere sonno. Si deve prendere qualche rimedio.....se avete qualche idea scriveteci in redazione! Sicuramente è importante la qualità del sonno, oltre che alla durata. Il dormire bene e profondo è primario. Dicono che è meglio una bella dormita di 20 mn rispetto a 3 ore disturbate! Effettivamente se pensate a grandi personaggi come Napoleone, che dormiva due/quattro ore per notte, a Winston Churchill e Luigi Pirandello che arrivavano a tre ore, o al genio di Leonardo, che dormiva quindici minuti ogni quattro ore... MO mOve Out 2010
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MoveOut Cities
IL «GIOCO DeLLe COPPIE»
FRA SeNSuALItÀ E NuOve ESPERIENZE
DA NORD A SUD IL PIACERE DeLLO SCAMBISMO uomini e donne. Donne con uomini, donne con donne e uomini. Dall’antica Roma ad oggi persiste con slancio “il gioco delle coppie”. e fra molte idee accattivanti c’è chi pensa a qualcosa di originale… sotto le lenzuola o fra i divanetti di un club privè.
Scambisti, voyeristi, coppie curiose, inesperte o veterane, single in cerca di emozioni forti. Ecco il variegato popolo dei club privé: locali dalla facciata anonima e dagli arredi talvolta al limite del kitsch dove si può trovare un’idea originale per passare la serata o puntare a rafforzare il rapporto col proprio partner. Paradisi del sesso, dove incontri, erotismo e scambismo diventano volentieri sinonimi. «Tradire è lecito. Ma solo se lo fa anche il partner». E’ questa la filosofia del gioco. Lecito ma soprattutto eccitante. Che i protagonisti siano amici o perfetti sconosciuti, l’importante è essere tutti d’accordo e trovarsi per
lo stesso intento. Un limbo aperto ai giochi più segreti, dove per una sera l’oggetto del desiderio potrebbe diventare il partner di qualcun altro… Nel privè di un club, una casa sconosciuta, piazze, parcheggi nascosti, vie al buio oppure in auto. Sono questi i posti più intriganti dove passare una notte di passione con il partner altrui. Da nord a sud la solfa è la stessa. Che lo si pratichi per pura curiosità, per
La Lombardia: regione “a tutto sesso”, in pole position per iscritti al web a luci rosse ed in cima alla classifica dei club privè. Solo il capoluogo ne ha almeno una ventina.
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Peter Fendi
provare qualcosa di eccitante o proprio per rafforzare l’intesa col proprio partner, in Italia è una tendenza molto diffusa. Sembra essere diventata quasi la moda erotica del momento, ma ha origini ben più lontane e condivise. Un costume amoroso ampiamente praticato già nell’antichità, che ha sempre avuto un radicato proselitismo. Già nelle civiltà Greche e Romane sembra che le “orge” fossero, più che un evento per praticare sesso di
Cities MoveOut
Khajuraho Temple, India
gruppo, un affare privato con tanto cibo e vino. Le orge, intese come incontri amorosi con più di due persone o dallo scambio di più coppie, erano un atto comune: gli abitanti della stessa zona, ristrettamente alle categorie benestanti, erano soliti organizzare cene e feste durante le quali si attuava lo scambio di coppia, sia etero che omosessuale. Passano gli anni e questa tendenza resiste, rafforzandosi. I capoluoghi d’Italia brulicano oggi di locali per scambisti. L’universo delle coppie aperte al “sesso condiviso” è un fenomeno che ancora non conosce crisi, o almeno
non così profonda. Il mercato nazionale si stima in oltre 400 locali. Secondo i dati, le coppie italiane che frequentano i club per scambisti sono più di 500mila. Non esiste Le coppie italiane che frequentano i club per scambisti sono più di 500mila. Non esiste un’età prediletta: è un gioco condiviso che si sposa con qualsiasi momento della vita.
un’età prediletta: è un gioco condiviso che si sposa con qualsiasi momento della vita. Persone di ogni età e di ogni genere, adulti ma anche giovanissimi. Persone di ogni gruppo sociale e ceto. Dal medico al commerciante. Milano, Torino e Roma sono le città con più coppie
che professano “l’amore libero”. A Torino sono stimate in più di tremila, ma è Milano ad essere in testa a tutte le classifiche, con locali per ogni occasione. La parte del leone la fa, infatti, la Lombardia: regione “a tutto sesso”, in pole position per iscritti al web a luci rosse ed in cima alla classifica dei club privè. Solo il capoluogo ne ha almeno una ventina, alcuni storici dove serve prenotare per tempo. Questo “nuovo” gioco amoroso sta prendendo piede in misura esponenziale e sempre più coppie decidono di provare questa esperienza. Un aumento di più del cento per cento negli ultimi dieci anni, e sta cambiando in fretta le sue abitudini. Ad esempio, non è più solo la notte regno prediletto dalle coppie scambiste. I nuovi appassionati dell’amore di gruppo si trovano anche di giorno: al cinema, nelle saune, nei negozi, in palestra. Di conseguenza anche i locali si sono adeguati. Aprono all’ora di pranzo o nel bel mezzo dell’orario di lavoro!! Alessia Mangiapane mOve Out 2010
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MoveOut Fashion & Design
mAuRIZIO CATTELAN maurizio Cattelan nasce a Padova nel 1960, autodidatta, entra presto nel mondo degli artisti. Fare della burla un’arte è una delle cose che riesce meglio a Cattelan. Stupire e provocare, sdegnare, sono i suoi strumenti di lavoro. Le sue opere brillano non tanto di per se ma per la luce riflessa della enorme attenzione che ricevono. I suoi lavori sono tra i più pagati e desiderati dal mercato del collezionismo di arte contemporanea. Già dagli esordi Cattelan si rivela astuto, dissacrando le opere di Fontana, le famose tele squarciate, proponendo un’opera
Stupire e provocare, sdegnare, sono i suoi strumenti di lavoro. Le sue opere brillano non tanto di per se ma per la luce riflessa della enorme attenzione che ricevono. I suoi lavori sono tra i più pagati e desiderati dal mercato del collezionismo di arte contemporanea. “Untitled” con la Z di Zorro incisa sulla tela. E Zorro vuole dire volpe. E le volpi sono furbe. Altra sua performance tra le prime consiste in un lunghissimo calcetto, l’opera si chiama Stadium 1991, ai due lati del quale si fronteggiano due vere squadre di calcio, da una parte 11 riserve del Cesena e dall’altra 11 giocatori senegalesi. Pure famosa la performance con cui incolla al muro
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con rotoli e rotoli di scotch americano il suo gallerista. Ma le opere con cui Cattelan getta il panico tra i critici d’arte e la gente comune sono il manichino del papa schiacciato da un meteorite, intitolata “La Nona Ora” e il manichino di Hitler, Him, raffigurato piccolo, in ginocchio, in preghiera, nell’atto di chiedere perdono. In entrambe le opere la dissonanza tra il personaggio e la sua posa stridono al punto da suscitare scandalo. Nel 2001, sulla discarica retrostante Palermo appare una gigantesca scritta “Holliwood”, anche qui si tratta dello zampino della volpe Cattelan che trasforma
Fashion & Design MoveOut
un luogo pieno di immondizia nel paradiso delle speranze cinematografiche. Pure molto famosi e discussi sono i bimbi impiccati ad un albero, a Milano, che un passante indignato cerca di tirare giù, provocandosi peraltro alcune fratture. Non importa che se ne parli bene o se ne parli male, l’importante è che se ne parli, direbbe qualcuno. Cattelan scherza non solo con la pelle degli altri ma anche con la sua, in modo ironico e leggero, a volte grottesco e si ritrae appena uscito dall’uovo, come un pulcino umano oppure ancora, appeso per la collottola ad un attaccapanni. Utilizza pure il potere macabro degli animali impagliati per figurare disperazione o impotenza come nel cavallo impagliato “la ballata di Trotsky” , da lui definito una potente immagine dell’impotenza. Anche nei confronti
Cattelan scherza non solo con la pelle degli altri ma anche con la sua, in modo ironico e leggero, a volte grottesco e si ritrae appena uscito dall’uovo, come un pulcino umano oppure ancora, appeso per la collottola ad un attaccapanni. delle istituzioni gioca il ruolo del libero smarcato, come quando affitta nel 93, lo spazio a lui dedicato alla Biennale di Venezia ad una agenzia pubblicitaria, azione che nomina “lavorare è un brutto mestiere” o come quando, in occasione della sua laurea honoris causa all’università di Trento si presenta recando un asino impagliato, opera chiamata “Un asino tra i dottori”. Attualmente le sue opere non fanno che aumentare di valore, scandalizzando i perbenisti e galvanizzando i collezionisti. Che piaccia o non piaccia si deve essere contenti che sia uno dei pochi artisti italiani a giocare ad armi pari con il mercato internazionale dell’arte. Luigi Ferrando mOve Out 2010
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MoveOut Fashion & Design
NeW SABAUDIAN StYLe Non mi dispiacerebbe affatto essere un torinese, per una serie di motivi sui quali non posso dilungarmi. Il destino ha deciso però che io nascessi altrove e che mi trovassi oggi ad abitare e lavorare a milano, città che ha accolto, qualche anno fa, me insieme alla mia passione per la moda. Ogni volta che arrivo a Torino, per lavoro ma più spesso per piacere, vuoi per deformazione professionale, vuoi per le suggestioni di questi spazi in elegante grigioperla , faccio molta difficoltà a resistere alla tentazione di immaginare una lunga, immensa, luminosa passerella che si snoda lungo Via Roma con annesso giro e (perché no?) ‘cadutacon-nonchalace-di-modella’ su piazza San Carlo. Passeggiando per questa
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città non posso fare a meno di pensare alle “sartine torinesi” degli anni venti e che la moda in fondo è nata qui, in questi Concetto di moda inteso come mutamento, comunicazione, affermazione di sé. salotti, tra queste mura, in questa cornice… Ed è la mia preziosa amica Elide, irresistibile novantenne che mi accoglie in casa sua per il tè,
rigorosamente vestita in Chanel, coi capelli a carrè e un filo di perle al collo, a raccontarmi di quel tempo… Di quando le commesse si chiamavano ‘venduse’, di quando le signore non uscivano di casa senza guanti e senza ‘magiostrina’ in testa, tutte avvolte nei loro ‘mantò’…Di quando esisteva il dressing time per cui alle cinque del pomeriggio si indossava l’abito da cocktail e poi quello da gran sera per il teatro. Insomma, un tempo passato di questo presente impoverito. Negli occhi blu e nell’aria aristocratica si legge una passione mista a malinconia per quello che fu. Sorseggiando il nostro earl gray, colgo negli occhi blu di Elide un velo di malinconia per i bei tempi andati, e mentre la lascio un momento perdersi nei ricordi, circondata dalla sua aura gentilmente aristocratica, sono certo che forse è stata anche la sua città stessa a regalarle questa modernissima eleganza senza tempo.
Fashion & Design MoveOut Torino che le somiglia e ogni tanto si sorprende a ricordare… Una città che si impone sulle mode per lasciare spazio a quel concetto più vasto (e in un certo senso assoluto) del “vestire”. È difficile pensare che la mia cara amica sia la bisnonna di tanti ragazzi che ricercano affannosamente (a volte senza riuscirci mai) il loro concetto di moda inteso come mutamento, comunicazione, affermazione di sé. E se è vero che Torino è magica, allora dobbiamo augurarci che faccia presto l’incante-
simo di riportare nei suoi salotti quel perduto allure di eleganza, affermandosi capiSe è vero che torino è magica, allora dobbiamo augurarci che faccia presto l’incantesimo. tale e culla di tendenze (com’è già successo per Berlino per esempio) interpretando in chiave moderna le sue tradizioni, proponendo una sorta di “new sabaudian style” che non perderà mai di fascino e charme.
A mio avviso, se la Carlà che i cugini d’Oltralpe hanno conquistato è una delle donne più eleganti del mondo (come la mia amica) è nata qui, un motivo ci sarà… Anzi, se si è fortunati e si aguzza lo sguardo, ogni tanto la si incontra nascosta dal colbacco e stretta nel suo cappotto alle caviglie: ecco accontentato anche il mio vip watching- on-catwalk in piazza San Carlo. A Torino accade anche questo. Gianni Cinti
ARte E mODA
SBARCANO A CUBA
Arte e Moda: un connubio sempre più celebrato che prende forma in un inarrestabile e coinvolgente turbinio di tessuti e drappeggi. L’Istituto
Europeo di Design di Torino punta su questo incontro vincente: la creazione di Luca Palazzo e Giuliano Gregnanin, studenti del Corso di Fashion and Textile Design, ispirata alle opere del pittore contemporaneo cubano Angel Ramirez, sfilerà nell’aprile 2010 sull’inedita passerella di Arte y Moda all’Avana e sarà riproposta nella tappa torinese dell’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Calipso, in occasione di Italia 150 Torino 2011. Guarda le immagini su: www.ied.it
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Billingham
MoveOut For Her & Him a cura di Luigi Ferrando
Il mondo della fotografia è spaccato in due tra nostalgici e tecnocrati. I primi faticano ad abbandonare la loro massiccia Bessa del ’64, le pellicole in bianco e nero, i filtri di gelatina, i secondi sono sempre alla ricerca di qualche milione di megapixel, dell’ultimo mostro di tecnologia giapponese, dell’ultima evoluzione di Photoshop. I primi scattano sei rullini durante il viaggio in Grecia, i secondi fanno settecento foto alla partita di calcetto del nipote domenica pomeriggio. I tecnocrati ripongono la loro attrezzatura dentro valige antiurto pressurizzate, zaini tattici pieni di cinghie e fibbie, i nostalgici infilano tutto con cura nella loro vecchia Billingham. Billingham è uno storico marchio inglese di borse da fotografo. Fondato nel 1973 ha equipaggiato con qualità e stile molti dei grandi reporter di questi ultimi quarant’anni. Riprende nella forma alcune bisacce militari molto più antiche, con qualità costruttive eccellenti. La stoffa, impermeabilizzata con gomma naturale è leggera e resistente, il pellame delle cinghie e delle rifiniture è della migliore qualità, gli ottoni delle chiusure sono degni di una nave ammiraglia, le cuciture robuste e rifinite a mano. È un prodotto cui ci si affeziona, che se possibile migliora con il tempo, che richiama i tempi eroici della fotografia di reportage, è anche un’ottima borsa, disponibile in molti colori e formati, cui affidare oltre alla macchina fotografica anche le mille fragili tecnologie che ci perseguitano.
Bloomsbury
Bloomsbury, Londra, 1830. Nasce il Tanqueray London Dry Gin. Charles Tanqueray, discendente di una famiglia clericale, sceglie la strada della perdizione fondando una distilleria specializzata nella distillazione delle bacche di ginepro da cui si ricava il prezioso Gin. Nonostante la fabbrica sia completamente distrutta nella seconda guerra mondiale e un solo distillatore, “Old Tom” riesca a salvarsi, la fortuna di questo alcolico continua tuttoggi. La sua ricetta originale prevede oltre alle bacche di ginepro anche le bacche di coriandolo, bucce di agrumi e le radici di angelica, alla base del suo gusto elegante. Molti gin più economici hanno l’odore della vernice nitro mentre il Tanqueray è raffinato, sia liscio che nella composizione del famoso Martini cocktail. Anche la sua bottiglia di spesso vetro verde è un’icona classica, con il bollo in ceralacca marchiato con la T. Esiste anche un profumo elaborato a partire dalla famosa bevanda, realizzato dal naso Maurizio Cerizza ha note di testa fresche ed agrumate, di arancio, di pompelmo, note di cuore di ginepro e coriandolo ed avvolgenti e prolungate note di testa legnose, di vetiver e liquirizia. Il profumo si chiama No. Ten, lo stesso nome del Gin Tanqueray elaborato per il Martini. Si potrà quindi indossarlo e non solo berlo. Alcune altre case di alcolici stanno elaborando profumi a partire dalle bevande. Forse tra poco ci sarà il profumo alla birra e quello al vinello dei castelli romani.
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Lava Lamp
For Her & Him MoveOut
Negli anni ’60 i giovani hanno scoperto molte cose, hanno scoperto i pantaloni a zampa di elefante, le camicione a disegni floreali, hanno scoperto la guerra e gridato contro il napalm, hanno scoperto la musica rock e le sostanze allucinogene e psichedeliche. Si narra di visioni di elefanti rosa, sottomarini gialli, omini verdi, di scale che salgono in paradiso e di maggiolini giganti. Ne cantano ad esempio i Beatles e i Pink Floyd. Di tutto questo si è dato la colpa per anni all’ LSD ma da una mia personale ricerca risulta che tutti gli storici si sono sempre sbagliati. Le visioni che popolavano i sogni e le canzoni di quel tempo erano causate dalla prolungata visione delle Lava Lamp. Le Lava Lamp sono lampade molto curiose, realizzate con una paraffina colorata, spesso in colori fluo, arancione, verde, giallo e acqua, contenuti in una bottiglia di vetro, illuminata e riscaldata da una lampadina. Questa, oltre a fare luce, fonde la paraffina che scaldandosi e sempre senza mischiarsi con l’acqua, sale verso l’alto in grandi bolle che raffreddandosi ridiscendono verso il basso creando il famoso effetto lava. Negli anni delle prime conquiste spaziali le Lava Lamp assumono spesso forme fantascientifiche di razzi ed astronavi. La marca più conosciuta è la Mathmos, di dove se non di Londra, che produce anche la Fluidium disegnata dal famoso designer Ross Lovgrove. Se guardare la TV vi stufa accendetevi una Lava Lamp e fissatela…viaggi intergalattici assicurati.
Desert bootdi Clark
Sono poche le scarpe che possono vantare la longevità dei desert boot di Clark. Sembra che il nome abbia origine dal fatto che una scarpa del tutto simile fosse stata indossata dalle truppe inglesi in nord Africa, terra appunto di deserti. La loro sagoma è inconfondibile, immutata dal 1950 quando la scarpa fu presentata con grande successo alla fiera della calzatura di Chicago.
A forma di polacchino, con la suola di Para naturale, ricavata dall’albero della gomma e la pelle scamosciata morbida come un velluto chiamata “suede”, il desert boot ha assunto nel tempo molti significati, diventando nel 68 l’uniforme dei giovani universitari contestatori, fino a essere oggi un’icona vintage ma sempre moderna e minimale. In occasione dei sessant’anni dalla sua prima apparizione al grande pubblico il desert boot si veste a nuovo con edizioni limitate, dedicate ad ogni decennio della sua storia, in tweed tessuto a mano quelli anni ’50, in stoffa decorata a motivi floreali pop per gli anni ’60. Quelle anni ’70 sono in camoscio viola con le frange mentre quelle anni ’80 celebrano il jeans con il taschino. La bandiera inglese l’union jack spicca ricamata sulla tomaia nell’edizione degli anni ’90 mentre quella del 2000 ripropone il modello classico con impunture rosse, lo stesso creato dal fondatore nel lontano 1950. Insomma, la tradizione lanciata verso il futuro, innovando ma poco per volta e senza mai dimenticare le proprie radici. E soprattutto con i piedi ben piantati per terra. mOve Out 2010
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MoveOut Gay & Lesbian
INteRvIStA
L’INCONSAPevOLe...
e SILENTE POteRe DELLE DONNe di Lucretia Serthra mOve Out ha incontrato Lucretia, autrice di “L’inconsapevole... e Silente Potere delle Donne” (edizioni Lulu) Il libro, “scevro da misoginia e misandria” è un’analisi semiologica, esclusivamente contemporanea, vissuta e redatta da una transgender di torino, la quale estrinseca, interpreta e dipana la complessità delle controverse convenzioni sociali con dettagliate descrizioni, esempi e sillogismi che, a poco a poco, appalesano una realtà difforme da quella usualmente percepita...
mOve Out: Ripercorrendo la sua vita, come e quando ha maturato la consapevolezza di cercare una identità che meglio esprimesse la sua vera natura di “persona” in cui potersi riconoscere con pienezza?
la mia connaturata indole…
LUCRETIA: quando decisi di accogliere nella sociale e pubblica quotidianità la mia attuale identità di genere fu un piacevole turbinio emozionale ma, soprattutto, cessarono d’incanto i tormenti delle endogene ordalie che avvilivano in concreto la mia sfera psicofisica, quindi ho naturalmente raggiunto il mio equilibrio non con cervellotiche ricerche, bensì gradualmente accogliendo con semplicità
LUCRETIA: le influenze possono essere socio-psicologiche,
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mOve Out:Quali sono i film o gli autori di cinema che possono avere avuto una qualche influenza sulla sua formazione?
Le dissertazioni del libro sono mirate allo svelamento della scaturigine dei problemi, relativi soprattutto alla libertà di gestione d’immagine fra le identità di genere, nonchè alle innumerevoli ed insospettabili influenze sociali che essi generano...
poi successivamente somatizzate dall’organismo umano, oppure biologiche e/o genetiche ; la scienza, ancora oggi, brancola nel buio… molti umani invece speculano sul fenomeno con sagace opportunismo misto ad indebita saccenza... mOveOut: Nel suo libro si parla della maggiore possibilità delle donne di esprimere la propria personalità e il ruolo che hanno nella società soprattutto per quanto riguarda la cura e la gestione della loro immagine e il conseguente potere che ne deriva: questo
Gay & Lesbian MoveOut esclude una qualche forma di spiritualità che non sia semplice psicologismo? LUCRETIA: ho escluso l’argomento della spiritualità poiché sconnessa dalle tematiche affrontate nel libro, le quali sono osservabili, analizzabili, desumibili e tutt’altro che spirituali….. mOve Out: Lei ricorre spesso ad un tipo di linguaggio di livello medio-alto, con termini specialistici, non proprio “popolari”: non crede che questo possa creare una difficoltà di comunicazione e di coinvolgimento nei confronti del cosiddetto “lettore comune”?
LUCRETIA: sicuramente sì, ma è una premeditata scelta dettata
dall’esigenza di realizzare una estrema sintesi volta ad inquadrare quasi schematicamente una problematica sociale sommersa, quindi scarsamente percepita… dunque mi sono avvalsa di singole terminologie le quali, spesso, racchiudono in se ampi significati che evitano la stesura di troppi vocaboli che svierebbero l’attenzione del lettore ; inoltre ho anche arricchito i capitoli con simboliche immagini contestualizzate d’ausilio alla lettura ; tutto ciòunitamente ai diffusi strumenti disponibili in rete non dovrebbe ostacolare il coinvolgimento dei lettori che poi delibereranno senza sconti… CM
XIII CONGRESSO NAZIONALe ARCYGAY
Si è svolto il XIII Congresso nazionale di Arcigay a Perugia dal 12 al 14 febbraio 2010. Il Congresso ha come slogan “Per Costituzione, io c’entro”, forte richiamo alla nostra Carta Fondamentale, garanzia dei diritti di tutte e tutti. Il massimo organo decisionale dell’associazione ha avuto il compito di discutere ed approvare il progetto associativo fino al 2013, può discutere ed approvare proposte di modifica dello Statuto ed elegge gli organi dirigenti, tra cui il nuovo presidente e il nuovo segretario nazionali. [...] Breve tratta da http://www.arcigay.it
FACeBOOK OSCURA LA PAGINA DI GAY.tv
La pagina Facebook del webmagazine GAY.tv, regolarmente registrato come testata giornalistica online presso il Tribunale di Milano, è stata oscurata senza alcuna spiegazione nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 dicembre. Nello stesso frangente anche i profili personali dei quattro amministratori nella pagine nonchè redattori della testata sono stati rimossi da Facebook senza alcuna notifica o spiegazione. Si suppone che ciò sia accaduto in seguito a alcune segnalazioni di abuso, e che il fatto sia da ascrivere al particolare clima di reazione che è seguito alla grave aggressione fisica ai danni del Presidente del Consiglio. [...]
Breve tratta da http://www.arcigay.it mOve Out 2010
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MoveOut Gay & Lesbian
tv ITALIANE, FeRmAte Le OFFESE ALLe PERSONE LGBt
Il mio è un appello accorato affinché in nome dell’audience non si continui a dileggiare la dignità delle persone omosessuali e transessuali. Negli ultimi mesi nelle trasmissioni di punta pomeridiane di Rai e Mediaset e in trasmissioni popolari, come il Grande Fratello e le Iene, abbiamo assistito attoniti a diverse risse, siparietti, frasi ingiuriose nei confronti delle persone omosessuali e transessuali. In alcuni casi alla presenza di coppie e di persone lgbt, talvolta strumentalizzandole, facendo leva sulla loro inesperienza rispetto a commentatori professionisti e aggressivi, si sono utilizzati termini offensivi senza che i conduttori delle trasmissioni o i gli autori siano in qualche modo intervenuti. [...] Breve tratta da http://www.arcigay.it
IL PRESERVATIVO PROteGGe
Sarà appesa nei comitati provinciali, nei circoli ricreativi e in altri spazi di socialità, a partire dal 1° dicembre 2009 Giornata mondiale per la lotta contro l’HIV/AIDS, la nuova campagna Arcigay IL PRESERVATIVO SÌ, composta da tre locandine, sull’uso del preservativo, unico presidio per evitare il rischio di contagio da HIV. Quest’anno abbiamo voluto puntare, con un pizzico di ironia, a ribaltare tre dei pregiudizi legati alla diffusione delle malattie a trasmissione sessuale. Non sono infatti la fortuna, l’amore o la religione che diminuiscono il rischio di trasmissione del virus HIV, ma solo i nostri comportamenti. Pregare dopo avere fatto sesso, avere relazioni stabili con il proprio partner o tentare la sorte non diminuiscono la possibilità di rischio! Quindi godiamoci il sesso sicuro, usando il preservativo con una buona dose di lubrificante a base d’acqua e non mettiamo la bocca a contatto con sperma e sangue mestruale. La campagna è stata ideata e realizzata da Federico Sassoli, in collaborazione con il gruppo salute Arcigay e la redazione di Pegaso. [...] Breve tratta da http://www.arcigay.it
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Events MoveOut Congo, Kinshasa. Costruiamo insieme il centro di accoglienza Talitha Cum per bambine di strada.
Fotografo: Piero Pomponi
Basta una mano.
www.forasmile.org C/C POSTALE n째 72960131 C/C BANCARIO IBAN: IT21 A 03211 01001 052876651990
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MoveOut Mleczko
Mono è la rivista monotematica antologica della Tunué Editori dell’immaginario - nata da un’idea di Marco Rizzo e Sergio Algozzino – e curata da Sergio Badino e Daniele Bonomo. http://blog.komix.it/mono/ - www.tunue.com
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Guide MoveOut
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