16 Mar./15 Apr. 2010 IT 09 I PL 39
Special Gorillaz Uovo
l’emblema della Vita
Osamu Tezuka il piĂš grande disegnatore di Manga
BOB SINCLAR Suoni senza frontiere www.moveout.it
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MOVE OUT MARZO/APRILE 2010
Editoriale
Un altro numero entusiasmante di Move Out. Le nuove sonorità di Bob Sinclair, e il suo nuovo progetto, direttamente da Kingston. Sonorità più malinconiche e più sperimentali, quelle dei Gorillaz e il loro ultimo album: Plastic Beach Abbiamo scambiato quattro chiacchere con Amir e i Toys Orchestra. Ci hanno raccontato dei loro successi, dei loro progetti. Abbiamo selezionato per voi nuove uscite discografiche e nuovi link per scaricare (legalmente) musica dal world wide web. Brillantissima, aggiungerei come al solito, la rubrica cinema a cura di PierMario Mignone. Il segreto per non invecchiare? Cercatelo nella rubrica Lifestyle! E ancora, Uova uova uova: il significato del simbolo della pasqua. Questo mese, un giro per le vie di Napoli: storie, leggende, luoghi magici e simboli sinistri. Vi presentiamo Osamu Tezuka, unanimemente riconosciuto come il più grande disegnatore di Manga di tutti i tempi. E ancora gadgets e idee “For her and Him” e fashion a cura dello IED di Torino. Forti, nella sezione “Gay & Lesbo”, le lettere di accuse di omofobia contro mediaset. Un numero pieno di emozioni. Come sempre Move Out c’è! www.moveout.it aut. Trib di Alba n° 48/09 del 23-01-09 editore I.Com Multimedia s.n.c. via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 www.icommultimedia.eu info@icommultimedia.eu Direttori PierMario Mignone (Direttore Responsabile) Guido Mignone (Direttore Generale) Joanna (Asia) Tupta (Direttore Creativo) Grafica I.Com Multimedia Redazione Alberto Debenedetti, Luigi Ferrando, Michele Isnardi, Paolo Del Pozzo, Alessia Mangiapane Collaboratori Francesca Armato, Arcigay, Gianni Cinti (IED), Stefania Rubini (IED), Carlotta Invrea, Grafimated Cartoon / Scuola del Fumetto Palermo, Rivista Mono
Concessionarie pubblicità I.Com Multimedia via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 pubblicita@moveout.tv Adria Marketing & Service s.r.l. Viale Vincenzo Randi 106, 48100 RAVENNA (RV) Tel. 0544 4087.00 - 2 / Cell: 338 9801.370 g.adriano@adriamarketing.info Marketing Planet s.r.l. Via Vittorio Emanuele 15, 20052 MONZA (MI) mktplanet@mktplanet.it Tel. 039.2308.568 / Fax. 039.9796.304 Stampa Pasaż • Kraków • tel. +39 3292054916 info: info@moveout.tv redazione@moveout.tv
Cover - Bob Sinclar
SOMMARIO 08 Cover 10 Dance & Live 16 Play 22 Cinema 27 Events 29 Calendar / Guide 60 Special 63 Lifestyle 70 Cities 72 Fashion & Design 76 For Her&Him 78 Gay & Lesbian La redazione non è responsabile delle eventuali variazioni alla programmazione degli eventi inseriti nel calendario, che sono stati comunicati direttamente dai locali o reperiti da fonti di dominio pubblico. La redazione non è responsabile del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Nessuna parte di questo magazine, comprese le inserzioni pubblicitarie, può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
MoveOut Cover
B O B
R A L C SIN
llo rioso o a live osciut sere quel cu suo n o ic r s il e Dj i . o o d d ic n o smess ostalg ostrue ente n non ha mai influenze, c m il b dia ie ta, irrime tto il piane ine di suon mpre ato se system di tu na moltitud t s è r cla lub so u Per aprire in modo Bob Sin le, star del c ia attraver inanti… gg sc ia originale il 2010, Chris ha mond ente che via ritmiche tra u sc scelto dunque di ‘emigraicale s adole s u m so re’: “Ogni anno remixo i univer
miei brani; ma nell’ultimo anno mi son detto che, questa volta, sarebbe interessante rivisitarli in una veste diversa, riarrangiandoli in maniera più organica…. Volevo andare laddove non mi si aspettava”, spiega l’artista. Direzione Kingston, dove Bob Sinclar trova un’équipe di lavoro da urlo, la stessa che ha “modellato” l’album di Gainsbourg “Aux Armes”, etc: Sly & Robbie! “ Sono stato in Jamaica per cercare vibrazioni positive da condividere con le persone”, riassume Chris. Sinclar incontra Sly Dunbar & Robbie, la “crème”
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del “vecchio” Reggae, con cui realizza un moderno rifacimento delle sue più grandi hit; così, anche le mitiche “The Beat Goes On”, “Feel For You”, “World, Hold On” o “Love Generation”, si ritrovano a ritmo rallentato e con i cori decuplicati. La maggior parte delle voci originali restano le stesse (Steve Edwards, Gary Pine, Tony Rebel..), altre sono andate ad aggiungersi, come quella di Queen Ifrica, scoperta nell’ultimo album pop-dance Born In 69. Fedele ai suoi capricci, al di fuori delle mode e
Un album eccitante e originale, geniale, melodico, dalle vibrazioni contagiose
delle tendenze, Bob Sinclar ha ricostruito il suo mondo attraverso il prisma del raggae “old school”. Il risultato? Un album eccitante e originale, geniale, melodico, dalle vibrazioni contagiose. Il repertorio, totalmente rivisitato in questa nuova chiave solare, assume una freschezza estiva, un suono “feel good” impareggiabile. Per il primo brano di questo Best Of Version Kingston, Bob Sinclar si affianca Shaggy, uno degli artisti giamaicani più talentuosi della sua epoca, così come il Duo Sahara, per l’inebriante singolo “I Wanna” solare e radiofonico. Universal Music
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AmIR INTERVISTA move Out ha incontrato Amir, il rapper “meticcio” di Roma che si è imposto nel panorama Hip-Hop Italiano, con le sue Song da solista e non solo. Dal 2006 ha prodotto tracce e album di successo. tra le altre: “vita di prestigio”, “Paura di Nessuno”. e’ appena uscito “Pronto al peggio”.
move Out: “Ciao Amir, come va? Sei soddisfatto di “Pronto al Peggio”? AMIR: Ciao!, va alla grande e sono molto soddisfatto di questo disco ma purtroppo non riesco mai ad adagiarmi aspettando il cosiddetto “successo” e mentre sto rispondendo a queste domande sto già pensando al disco successivo! move Out: “che tipo di rapporto hai e hai avuto con gli ospiti dei tuoi dischi, parlo di quei personaggi molto conosciuti nell’ambito Hip-hop e che se vuoi hanno contribuito molto a fare uscire dalla nicchia questa musica, come Bassi maestro, Dj Shocca, Ceasar, Don Joe e via dicendo… AMIR. C’è e c’è sempre stato un rispetto reciproco a livello artistico. Nel caso di Ceasar ad esempio siamo legati anche a livello umano visto che ci siamo conosciuti attraverso una passione in comune ma attualmente posso ritenerlo uno dei miei migliori amici, mentre con altri magari ci si vede di rado ma resta comunque una grande stima reciproca che ci porta spesso a collaborare! move Out: “le collaborazioni sono parte integrante di queste produzioni. un artista
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internazionale con cui ti piacerebe fare un Feat.? AMIR: Visto che stiamo giocando voglio puntare in alto e se dovessi farlo sarebbe sicuramente Jay – z.
stanno sempre lì a giudicare “quello è commerciale”, “quello non ha abbastanza tecnica” e bla bla bla..un po’ come succede nel calcio dove la domenica si va al bar sotto casa e tutti si sentono degli allenatori!
move Out: “Il rap Italiano. Dalla posse a Fabri Fibra. un periodo relativamente breve. Parliamo di meno di 30 anni! Cosa ne pensa un “Rapper Italiano” del “Rap Italiano”? AMIR: Il rap italiano gode di ottima salute a livello artistico, nel senso che dal periodo posse si sono fatti dei grandi passi avanti ma il problema è che non esiste un grande pubblico a livello mainstream e quindi visto che la maggiorparte degli ascoltatori non sono degli “ascoltatori, punto” come esiste in altri generi musicali o come è all’estero, qui tutti sono degli esperti e di conseguenza
move Out: Grazie della chiaccherata. Non dimenticare di avvisare move Out magazine quando vieni a suonare dalle parti di torino! Assolutamente e spero di passare a breve...colgo questa occasione per salutare la “Makenoize” che è una casa di produzione Torinese che ha realizzato il videoclip del mio primo singolo “Le mie illusioni” che giusto per sottolineare è stato girato interamente nella vostra splendida citta’, vi consiglio di andare a cercarlo in rete. Grazie ancora a tutto lo staff di Moveout! Guido Mignone
Dance & Live MoveOut
A TOYS ORCHeStRA INTERVISTA A tre anni dal loro ultimo lavoro, seguito da un lunghissimo tour italiano ed europeo, il 2 Aprile uscirà “midnight talks”, il quarto album dei toys, per la prestigiosa urtovox. Siamo anche alla vigilia del tour italiano, con la presentazione in anteprima del disco su Rai Radio 2 il 16 marzo, che toccherà tutti i più importanti live club della penisola: l’Init di Roma, il magnolia di milano, Duel Beat a Napoli, Auditorium Flog a Firenze, Spazio 211 a torino e tanti altri ancora. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Enzo Moretto, voce dei Toys...eccole:
mO: Ciao enzo, con i toys siete in circolazione da più di un decennio, con alle spalle 3 dischi + 1 in uscita, live in tutta Italia e tour europeo nel 2008. Come vi sentite adesso rispetto ai primi anni, cosa è cambiato? TOYS: Abbiamo qualche prima ruga, qualche sporadico capello bianco e la memoria decisamente più logora... Per il resto è cambiato solo quello che facciamo... come lo facciamo... Abbiamo modificato e ricercato il nostro modo di esprimerici musicalmente e di comunicare; ma la motivazione e l’entusiasmo sono gli stessi degli inizi. Non vogliamo sentire parlare di maturità... abbiamo tanto da scoprire e da imparare ancora... ci sentiamo sempre in gioco e musicalmente giovani.. La nostra filosofia è che dopo la “maturazione” resta solo da marcire.
mO: Attualmente nel panorama indie italiano e internazionale chi è che apprezzate di più artisticamente?
TOYS: Beh... più che altro stiamo ancora scoprendo tutto quello che ci è stato regalato dagli anni 30 ad oggi, dall’America all’Inghilterra, dall’Italia alla Francia... ma anche dal Sudamerica nonchè dall’Africa... Tutta la grande musica del passato che non finiamo mai di imparare.. Però è pur vero che oggigiorno ci sono grandi band in giro... A livello internazionale ci sono realtà che non hanno bisogno di presentazioni nè dei nostri elogi... Black
Rebel Motorcycle Club, MGMT, Flaming Lips, Black Heart Procession, White Stripes, Cat Power, Anthony, Queens of the stone age, Wilco, Coldplay, Blonde Redhead, Radiohead e tutti quelli che finiscono per “head”... In Italia poi attualmente ci sono delle realtà di assoluto valore... si pensi al riscontro che sta ottenendo “Il Teatro degli Orrori” ...amavo già gli “One Dimentional Man” ...Pierpaolo è un grande musicista e un gran comunicatore... un frontman carismatico e sta dando molto al nostro paese... Trovo molto valida poi Beatrice Antolini, è un progetto nuovo per il nostro paese.. ci vuole... Siamo molto amici.. e da conoscente ti dico che è una persona incredibilmente talentuosa... Ultimamente poi sono in fissa con i Calibro 35 ... sono semplicemente fantastici... sono forse la cosa che sto ascoltando di più... e il loro live è devastante! Mi piacciono molto anche Jennifer Gentle, Appaloosa, Zu, Julies Haircut, Mariposa, Vinicio Capossela.... mOve Out 2010
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MoveOut Dance & Live Tutti artisti autentici... mO: Ho ascoltato il promo di “midnight talks”, sul quale, tra parentesi, io riuscirei a scrivere solo parole belle!! Per favore mi fai un commento libero sul disco? TOYS: Ti ringrazio molto... penso però che il mio commento
sarebbe quello di una persona inevitabilmente troppo coinvolta. Ovviamente amo quello che faccio altrimenti non lo farei... per cui sarebbe un giudizio di parte. E’ giusto quindi lasciare agli altri questo tipo di cose. Come tutti i musicisti ci esponiamo ad un pubblico, non spetta a noi autogiudicarci. Per cui mi rifugio nel celebre aforisma di Frank Zappa “parlare di musica è come ballare di architettura”. mO: Come mai la scelta dell’inglese per i testi? voglio dire, l’italiano non ti darebbe più sicurezza di esprimere esattamente quello che
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vuoi? TOYS: E’ paradossale ma scrivere e cantare in inglese è la cosa che mi viene ormai più naturale. E’ come essere destrorsi o mancini. Dipende da come impari. Io ho iniziato con le cover dei gruppi che amavo nella mia gioventù. Erano gli anni novanta
quando ho iniziato a suonare e l’influenza dell’America grunge era fortissima sulla mia generazione. Con le mie prime bands riprendevamo le canzoni di Sonic Youth, Nirvana, Melvins... poi per gioco scrivi le prime canzoni partendo proprio da qui modelli. In un attimo passano quindici anni
ed ecco che è inevitabile che la mia formazione si sia sviluppata solidamente sull’inglese, a tal punto da non riuscire più a rapportarmi con disinvoltura con il cantato nella mia lingua originale. Riesco ad esprimermi perfettamente a mio agio con l’inglese ...anzi credo che sia l’unico modo in cui potrei farlo. Non rinnego questa scelta, anche se riconosco che forse l’italiano ci avrebbe semplificato un pò di cose. Preferisco pensare che siamo una band europea, come è per dEUS, Air, Notwist, Bjork, Hives, Motorpsycho e altre band non di origine anglosassone che hanno abbracciato l’inglese.. mO: Dopo le polemiche idiote su morgan e coca e crack e palle varie, mi viene questa domanda. Quando scrivi canzoni, componete o durante il live, la chimica, l’essere un pò “fuori”, incide o vi stimola positivamente? Attenzione alla risposta, perchè potresti pregiudicarti una futura partecipazione a SanRemo!!! TOYS: Tranquillo... proprio per il fatto dell’idioma che usiamo, a Sanremo non ci vedrai tanto facilmente. Cosa che di certo non mi fa perdere il sonno. Per quello che concerne Morgan... non saprei ... credo molto nel rispetto della vita privata. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, giuste o sbagliate che siano. Non so quanto realmente Morgan sia vittima
Dance & Live MoveOut e quanto artefice di questo “gossip de noantri” ... certo è che è davvero di pessimo gusto... Dai patetici paternalismi di Vespa ai rimbrotti di Don Mazzi... Agghiacciante... Un attegiamento che è figlio dei nostri tempi e dell’epopea mediatica “Berlusconiana”. Dio mio! ..Preferisco ricordarmi il Morgan cantante dei Bluvertigo e come un buon autore di canzoni e persona preparata e colta. Per quanto concerne “l’essere un pò fuori” non amo molto questo stereotipo. Il rocker maledetto lo trovo antico oltre che noioso e io non ho voglia di annoiare nessuno... non credo che la mia vita privata possa essere interessante per qualcuno. In genere ammiro i personaggi come Thom Yorke
o Chris Martin piuttosto che Marylin Manson o Brian Molko. mO: ultima cosa. Ho visto le date del tour che toccherà praticamente tutti i principali live club della penisola, dallo Spazio 211 di torino, al magnolia di milano, Init di Roma ecc. e nel 2008 avete fatto un tour europeo; che differenze ci trovate tra pubblico italiano e pubblico straniero? TOYS: Beh... gli applausi sono uguali ovunque... parlano una sola lingua.. e li apprezziamo allo stesso modo, che provengano da visi pallidi e teste bionde o da facce abbronzate e mediterranee. L’empatia non ha nazionalità. Ogni pubblico è diverso e uguale al contempo...
All’estero abbiamo notato un attenzione e un abitudine più marcata, una maggiore predisposizione... In Italia ci sono dei posti in cui il calore umano crea un energia tale da poter far funzionare gli strumenti anche senza la corrente elettrica... c’è più “fame” e un entusiasmo ancora freschissimo. Ribadisco però il concetto che il pubblico è uno... e l’importante è che ci sia... Non mettermi davanti alla condizione di scegliere... farei come Re Salomone. mO: Ok. Grazie enzo...Ah, ancora una una frase per i lettori di move Out. TOYS: Beh... Let move out! ... in tutti i sensi! ;) PIT
FuNK-IN-ItALIA NEWS mentre l’Anthologia Funk di Cramps continua a far parlare di sé e verrà presentata in due eventi live a Genova e Firenze, 30 Aprile e 1 maggio.
Funk-in-Italia è gia al lavoro su altre iniziative. Abbiamo realizzato un’intervista esclusiva con l’autore del libro “Funk” Rickey Vincent, uno sbalorditivo viaggio che descrive una storia mai raccontata su questa musica che è disponibile su www.allinfo. it/funkfunk. E stiamo progettando una nuova compilation che riguarda gli artisti afro-americani che hanno interpretato brani italiani. Lo scorso 12 Maggio intanto Valerio Manni, uno degli artisti inclusi nella parte riguardante il Funk contemporaneo dell’Anthologia Cramps, ha presentato il suo primo CD “Il momento giusto” A cura di Funk in Italia
al ChaChaRum di Candiolo (Torino), dal quale è stato tratto un video molto divertente del singolo “Sempre nei guai”. Un brano pop-rythm&blues con una spiccata pulsazione ritmica e un testo ironico ed efficace. Questo per dire che Funk-in-Italia non spinge esclusivamente gruppi o musicisti con una connotazione di genere precisa ma sta con chi, soprattutto, ha un’attitudine funky come Valerio Manni. Invece i Fun-Key di Cagliari, che stanno suonando nelle casse di Funk-in-Italia ora, sono grezzi e ruvidi con un portentoso groove sull’Uno alla George Clinton e un intreccio di chitarra e basso
perfetti. Scuri, irriverenti e anche molto provocatori nei testi, il che proprio non guasta. Concludiamo con qualche parola di Rickey Vincent per Funk-in-Italia: “Grazie per il vostro amore per il Funk e il vostro amore per l’Uno. La ricerca del Funk e la ricerca del Groove è una delle cose più sane che potete fare, perciò in ogni caso state ispirati e continuate a fare quello che fate” mOve Out 2010
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a cura di MO / Audiocoop
INDIE MUSIC LIKE Ecco la classifica delle web radio e delle radio locali curata dal MEI, il Meeting degli Indipendenti. Sono oltre 150 i media e i new media che da tutta Italia inviano i brani di musica italiana indipendente preferiti. Ecco la Indie Music Like del 5 Marzo 2010 1) Calibro 35: Milano odia (Ghost Records) Il supergruppo milanese entra direttamente sul podio della IML con questa nuova canzone tratta dall’ultimo album “Ritornano quelli che…”. “Milano Odia, ...” e’ il brano principale della colonna sonora realizzata da Ennio Morricone per l’omonimo film del 1974, che i Calibro rielaborano in maniera magistrale. 2) Il Teatro degli Orrori: A sangue freddo (La Tempesta) “A Sangue Freddo” è l’atteso nuovo album della band capitanata da Pierpaolo Capovilla che arriva a due anni dal clamoroso debutto “Dell’Impero Delle Tenebre”. 3) Mariposa: Sanremo (Trovarobato) Una piccola storia ignobile ambientata proprio al Casinò della città rivierasca, dove una vecchietta intenta a dilapidare la pensione su una slot machine viene colta da un malore quando un’altra vecchietta vince giocando sulla slot dove lei aveva puntato fino a poco prima. 4) Legittimo Brigantaggio: Mi lamento (Cinico Disincanto) E’ il secondo singolo estratto dall’album “Il cielo degli
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esclusi”. All’album hanno partecipato tra gli altri Betty Vezzani (M.C.R.), Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi), Sergio “Serio” Maglietta (Bisca), Roberto Napoletano (Riserva Moac). 5) 2Pigeons: Boing 737 (La Fabbrica) Il secondo capitolo discografico dei 2Pigeons, è dedicato alla terra: quella dove hanno registrato e quella dove per ora sono atterrati durante il loro viaggio intergalattico. Qui vi hanno incontrato diversi abitanti; ogni canzone ne ritrae l’aspetto e le varie sfaccettature caratteriali. Ne risulta nove brani dal temperamento musicale e letterario diverso ed unico, legati da quel tratto comune tipico dei figli della stessa terra. 6) Marta Sui Tubi: Dominique (Tamburi Usati) Una “canzone di gelosia”, tratta dall’ultimo album “Sushi e Coca”della band siciliana e uscito per la loro etichetta Tamburi Usati. 7) Eva Mon Amour: Randagi (29 Records) E’ il singolo estratto da “La doccia non è gratis” Questo secondo disco, dopo appena pochi mesi dall’ultima pubblicazione, propone 11 nuove canzoni nate durante alcuni viaggi e le numerose
tappe di un lungo tour. 8) Chiarastella: Dafne (ACN Music) Reduce dalla scorsa edizione di X-Factor, la cantautrice romana talentuosa, eccentrica e originale , incalza col suo brano intriso di atmosfere fiabesche ed avvolgenti che conquista con una preziosa miscela di sonorità pop, indie-rock ed elettroniche. E’ stata definita la Bjork italiana! 9) Makako Jump feat. Dj Tubet: Threee Monkeys (Autoprodotto) Dopo 7 anni di lunghissimi tour europei e italiani tornano i9 Makaki con una canzone di denuncia, dura, diretta, caratterizzata da un mood reggae incalzante con sfumature cross-over che possono ricordare (in alcuni momenti) lo stile di gruppi come Rage Against The Machine. 10) Faust’ò/Flavio Giurato/ Rosybyndy: Dogma (Interbeat) Uno spaccato della società di oggi, una riflessione acerba e profonda, una tecno-melodia, note stridenti, rimbombate stalattiti di un malessere diffuso, un groove battente e tre artisti assolutamente fuori schema!
Dance & Live MoveOut
CONFeSSIONI DI uN WIGGER Wiggers Beware! e’ la minaccia che appare sui siti di klanisti, miliziani e nazi americani. “State attenti, negri bianchi!”. Wigger – contrazione di white nigger – è chi appartiene a quella categoria umana per lo più statunitense ma poi anche europea, che si caratterizza per l’adorazione del Grande Bambù. Io sono uno di loro, un Wigger de noantri. Noi Wiggers, presenti sin dai tempi dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, siamo trascinati da una forza inesorabile verso il centro della terra. Attraversiamo il tempo fino agli albori dell’umanità alla ricerca del ritmo. Non lo possediamo, ma lo riconosciamo in un popolo che riteniamo superiore. I loro corpi, il modo in cui si muovono, la spontaneità e la naturalezza che li contraddistinguono, lungi dall’essere nostri attributi, scatenano in noi un irrefrenabile istinto emulativo, quasi ci riconoscessimo in una sorta d’etnia scomparsa. E’ Wigger ammirare a bocca aperta una copertina dell’incommensurabile Johnny Guitar Watson ritratto su un divano di pelle dall’iperbolica forma fallica accanto ad un barboncino nero con la pelliccia d’ermellino, ai piedi due donne seminude.
ROY AYERS
Come lo è sfoggiare improbabili tenute da B-Boy pur avendo architetture fisiche chiaramente inadatte all’uopo ed essendo un po’ avanti con l’età. Un adolescente Wigger sarà probabilmente la perenne riserva della locale squadra di Basket, anche se magari è il più anziano. Wiggers di mezza età continuano a languire in sedicenti vite noir, malinconiche e jazzose mentre la variegata schiera dei Bluesmen porterà volentieri il peso del mondo sulle spalle ipnotizzata da quel giro di dodici. Molti musicisti sono Wiggers e – ahivoi! – io sono uno di loro. Ci distinguiamo dai veri neri per non essere mai stati in grado di scrivere un pezzo autenticamente porno. Un groove con il
RICK JAMES
Grande Bambù dentro intendo, percepibile nell’avvolgente pulsare ipnotico e ripetitivo del basso di un qualunque brano Funk, lo stesso Grande Bambù che è pietra conficcata nella terra di Sardegna e in tante altre lande. Sì, è vero: noi veneriamo il Grande Bambù e riconosciamo che tutto è una metafora di Esso, ma il segreto – il vero segreto – è che pure il Grande Bambù in carne ed ossa è una metafora. I nazi-suprematisti questo non lo hanno mai capito. Ci danno la caccia. Ma noi resistiamo, anzi tendiamo ad espanderci. Infine un auto-ammonimento per noi Wiggers: “Chi rusca prima o poi le busca”, come insegna Tigerwoods. Bobby Soul
OHIO PLAYERS mOve Out 2010
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MoveOut Play
FRee DOWNLOAD...PILLOLe ...PILLOLe Dalla redazione di move Out, eccovi la selezione di marzo, di grandi pillole indipendenti che è possibile scaricare gratuitamente, e legalmente, dalla rete.
ALmAmeGRettA: DROP & ROLL
http://xl.repubblica.it/ Dal 1°marzo 2010, in download gratuito “Drop & Roll” di Almamegretta. Un ep di 4 brani, che anticipa l’uscita del nuovo album, “Almamegretta presents DUBFELLAS vol.2”, prevista per fine aprile su Sanacore Records (distrib. EDEL). Si tratta di un nuovo capitolo del viaggio Almamegretta nell’universo Dub. E’ un album che mette in primo piano l’approccio sperimentale e di ricerca tipico del Dub e che si avvale della collaborazione di Neil Perch (Zion Train) e dell’apporto vocale di Marcello Coleman, di Julie Higgins aka Princess Julianna e di Raiz.
mASSImO BuBOLA: UN BES IN BICICLETA – MARIETTA MARIU’
http://www.megaupload.com/?d=8B2492HW “Un Bès in Biciclèta - Marietta Mariù” di Secondo Casadei nella rivisitazione di Massimo Bubola è il brano tratto da “Romagna nostra”: i classici del liscio reinterpretati in un album di sei brani da un maestro della canzone popolare italiana come Massimo Bubola. Da “Ciao mare” a “Polvere”, la musica da ballo diventa rock-folk contemporaneo.
COR veLeNO: PACE ARMATA
http://www.corveleno.com EP in diffusione selvaggia e virale, da scaricare in esclusiva dal sito dei Cor Veleno. 8 tracce dal suono che sfonda e che non vuole tacere, quello inconfondibile del Veleno, che rivolta i canoni e riempie il cuore di chi lo sente da sempre, e rompe le gambe ai tavoli.
DID: KUMAR SOLARIUM LIVE EP
http://www.foolicarecords.com/?page_id=200 ...E i DID regalano ai loro fan 4 brani live del loro ultimo album “Kumar Solarium”. Festeggiano la conclusione di un anno che li ha visti salire su oltre 60 palchi, in tutta Italia e in Europa, data la loro naturale propensione nel ritrovare nel live la giusta onda per comunicare il loro sound potente ed incisivo. Ecco a voi questo meraviglioso estratto: “Kumar Solarium LIVE EP”. Si tratta di quattro brani registrati al release party @ Fondamenta Jahier di Milano l’8 ottobre scorso. Anche questa volta c’è il tocco di Bruno Germano (Vacuum Studio, Settlefish) che dirige e orienta la potenza sonora e creativa dei quattro Torinesi.
AA.vv.: ANOTHER WAY TO FIGHT VOL. 1 – 2 – 3 – 4
http://www.beehave.fr/telechargements/compile-gratuite-another-way-to-fight-vol-1.html Compilation che risale allo scorso anno. Sono 4 cd, 450Mb!!! scaricabili singolarmente oppure tutti insieme. Cliccando su questo link oltre al download, è possibile vedere la track list prima del download. ….A tutto rock, metal, hardcore.....
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Play MoveOut
tIeStO FeAt NeLLy FuRtADO WHO WANTS TO BE ALONE GeNeRe: TRANCE/DANCE
etICHettA: TIME
DAtA: 10/02/2010
Un gran bel singolo. La voce di Nelly Furtado si incastra alla perfezione in questa produzione del Dj Olandese. Singolo estratto dal quarto lavoro di studio di Tiesto, “Kaleidoscope”. Il sound di Tiesto lo conosciamo: potente, elettronico, trance, mi piace definirlo “Hi-Tech”. Non tutti sanno che il 26 marzo 2009 sono stati resi pubblici i risultati degli IDMA 2009, ossia la 24ª edizione degli International Dance Music Awards: Tiësto, presente nelle nomination di 5 gategorie, ne ha vinte ben 4: Best Global DJ (miglior dj al mondo), Best Full Length DJ Mix (miglior compilation in sequenza mixata) grazie al suo ISOS vol.7), Best Podcast (miglior podcast) con il suo Tiësto’s Club Life e Best Artist Solo (miglior artista solista). 7 versioni di “Who wants to be alone”. La radio edit, dal suond ovviamente più accessibile al grande pubblico. Grandi nomi per i remix: Robbie Rivera firma il Juicy Remix, il Juicy Dub e il Juicy Radio Edit. Gli altri remix sono firmati Any Duguid e David Tort. La settima traccia è “l’album version” di oltre 4 mn. Kaleidoscope contiene collaborazioni con molti artisti di fama internazionale, fra cui Nelly Furtado, Emily Haines dei Metric, Tegan and Sara, Jónsi dei Sigur Rós, Kele Okereke dei Bloc Party e Calvin Harris. L’album inoltre contiene una collaborazione con Sneaky Sound System intotolata “I Will Be Here”, che è il primo singolo dell’album. Guido M.
AmIR
PRONTO AL PEGGIO GeNeRe: HIP-HOP
etICHettA: VIBRARECORDS
DAtA: 19/03/2010
Non è una novità che il Rap Italiano è uscito dalla nicchia dell’underground. Amir ne è una conferma. Facciamo un passo indietro. Roma, 2001. Partecipa al progetto Med In Rap i 2 Buoni Motivi (gruppo realizzato con il rapper Gufo Supremo) realizzano un EP Meglio Tardi Che Mai e unendosi con Sparo formano il gruppo Triodiddio. Nel 2004 Amir si distingue con il brano Abbiamo Il Piano. 2006. Amir si lancia come solitsta con la Prestigio Records e firma “Uomo di prestigio”. Distribuito da Self nel 2007 l’album “Vita di prestigio” (25 tracce su beat inediti) e al finire del 2008 “Paura di nessuno” con ospiti del calibro di Bassi Maestro. 2010, “Pronti al peggio”. Un disco maturo, con forte personalità. Mai banale nei ritmi, coinvolgendo grandi beatmaker del genere, tra gli altri, Dj Shocca, Ceasar, Don Joe. Beat assolutamente freschi dal sound internazionale, cosi come la collaborazione con gli Inglesi S.A.S. (“Multilingua”). “Una lotta continua”, “Ricordi di....che mi fanno soffrire”, “La solitudine mi ha reso cattivo...”, “...aspetto che qualcosa cambia”. Incomincia duro l’album. Parole forti sulla vita quotidiana, sui luoghi comuni, parole di rabbia, a volte autobiografiche, di un artista disilluso dalla società e le sue false promesse. Ma tutto questo non lo ferma perché Amir “...rincorre il tempo mentre và contromano..vuole vederci chiaro (“Vada come vada”) “ cercando la verità...” in questo “incubo Italiano...” (“Dimmi che succede”). Un tuffo nell’old school con “Cerchiamo ancora” e “Stessa madre”. Bel pezzo “Non attendo”, che vede come protagonista un bel synth su un beat funkeggiante. Un’altra conferma da Vibrarecords. Guido M. mOve Out 2010
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MoveOut Play
BeAt & StyLe FeAt JuStIN tAyLOR FRIENDS GeNeRe: POP/DANCE
etICHettA: TIME
DAtA: 12/03/2010
Ve la ricordate “Dance, dance, dance”? Abbiamo incontrato Dj Control dei Beat & Style al Mei di Faenza (www.youtube.com/icommultimedia#p/u/5/ flRm1Czr9CY tanto per rinfrescare le idée). I Beats and Styles sono 2 produttori Finlandesi: DJ Alimo e DJ Control. Insieme a Justin Taylor ne è uscito “Friends”. Un singolo molto melodico, ben prodotto, dal sound “inglese”, Pop. Piacerà sicuramente. Facile all’ascolto, suoni già conosciuti e ben radicati nella pop/dance che siamo abituati a sentire dalle radio. Singolo remixato da Cristian Marchi, Paolo Sandrini, Roberto Rodriguez, J-Oliver. Alla settima traccia una version Nu-Disco. Guido M.
meCK FeAt. DINO FEELS LIKE A PRAYER GeNeRe: HOUSE/DISCO
etICHettA: TIME
DAtA: 09/03/2010
Craig Dimech in arte Meck featuring Dino Lenny in arte Dino. Entrambi produttori e Dj. Il primo ha iniziato la Sua carriera con l’etichetta Ministry Of Sound (che non necessita presentazioni) producendo singoli di successo, come “Thunder In My Heart Again” nel 2006 (#1UK Chart), e “Feels Like Home” nel 2007 che ha visto l’inizio della collaborazione con il dj/vocalist e produttore italiano Dino Lenny. Nato a Lewisham ghetto a sud-est di Londra, oggi terra delle nuove gang “Ragga e reggae” di Londra, si trasferisce presto in Italia, dove incominci a subito a lavorare in Radio. Madonna ha aperto parecchie tappe del suo ultimo Tour mondiale Sticky & Sweet Tour del 2009 con un mashup di “Like A Prayer” e “Feels Like Home”. Ne deriva questo mashup “Feel like a Prayer”. Guido M.
GABRy PONte DANCE AND LOVE GeNeRe: DISCO
DAtA: 12/02/2010
Ecco per gli appassionati della dance, quella dell’estate, il volume 1 di “dance and love”. 12 tracce presentate da Gabry Ponte. Tanti artisti, remix, featuring per un disco che sarà sicuramente suonatissimo nelle Dance Floor di tutta Italia. Una selezione azzeccata, che vede protagonisti nomi come Edward Maya & Vika Figulina con “Stereo Love”, (pezzo suonato in almeno 4 discoteche su 5!) remixato da Gabry Ponte; una Feat con Steve Robelle con “Dance and Love” (suoni potenti, un po’ dark), Andrea Tarsia feat Maturi con “I’m the one”, Francesco Esse con “Snake”. Un altro feat con Format C per “Dreams”, (versione eurodance). E Ancora Paki & Jaro, Phaxo con “Children of Africa” (la traccia più interessante, anche se già sentita, con suoni medio-orientali, e cori afro uniti a bassi electro.); La Miss con Something I Should Know. Il disco chiude con due bonus track di Gabry Ponte: Vivi nell’aria (feat Miani) e Rock the dex: tracce cool dal sound old school! Guido M.
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Play MoveOut
BeN HARPeR AND ReLeNtLeSS7
LIVE FROM THE MONTREAL INTERNATIONAL JAZZ FESTIVAL GeNeRe: ROCK
etICHettA: VIRGIN RECORDS
DAtA: 05/03/2010
E’ uscito da pochi giorni il nuovo live ufficiale di Ben Harper allo storico Montreal International Jazz Festival. Si tratta di tredici pezzi potenti, energici, assolutamente rock, quasi hendrixiani, con Harper accompagnato dai Relentless7, la band con la quale ha registrato l’ultimo album in studio “White Lies For Dark Times”, dal quale sono tratti molti dei brani suonati in questo album dal vivo. La potenza delle distorsioni si sprigiona tutta già a partire dalla prima traccia “Faster Slower Disappear Come Around”, per continuare con altri quattro pezzi tratti dal disco poco fa nominato, fino a.....sorpresa che già pregustavo... “Red House”, mitico blues già interpretato da giganti come Jimi Hendrix. La versione di Ben Harper è inconfondibile, la pelledoca si alza subito appena parte la prima strofa, e Ben si conferma un “grande”. Subito di seguito, in versione elettrica, una delle ballad che io personalmente apprezzo di più “Another Lonely Day”, tratta da “Fight For Your Mind”, disco che lo ha reso famoso. Da segnalare ancora le due bellissime jam in “Keep It Together” e nel brano che chiude il disco “Serve Your Soul”. Ultima chicca...”Under Pressure” dei Queen. L’unico neo (ma che per qualcuno potrà essere un pregio) di questo live, è la sonorità e l’impronta troppo rock, dove compaiono raramente le sfumature “black” e “soul” alle quali Harper ci aveva abituato nella sua prolifica carriera. Ciò nonostante, se vi piace Ben Harper, questo è un disco da avere. PIT
tRe ALLeGRI RAGAzzI mORtI PRIMITIVI DEL FUTURO GeNeRe: DUB / PUNK
etICHettA: LA TEMPESTA
DAtA: 05/03/2010
I Tre Allegri Ragazzi Morti, ormai da 16 anni nome di spicco del panorama indipendente italiano, al loro sesto album ufficiale, cambiano pelle! Complice l’incontro con il produttore e musicista Paolo Baldini (B.R. Stylers, Africa Unite, Dub Sync), con “Primitivi del Futuro” i Tre Allegri Ragazzi Morti contaminano i generi, si rinnovano nelle sonorità, esprimendosi in contesti musicali per loro nuovi, come il dub e gli stili ritmici in levare, dimostrando in pieno la loro vitalità artistica. Ho ascoltato questo disco tutto d’un fiato, rapito dai potenti bassi e dai loops tipici della cultura musicale jamaicana e africana, da atmosfere che non rinnegano le radici punk e new wave della band, e soprattutto dalle melodie che Davide Toffolo ha sapientemente costruito e amalgamato, che ti entrano in testa per non uscirne più. I testi sono, come di consuetudine, in parte austeri e crudeli, ma sono anche poetici, e ti spingono a reagire come “Codalunga non sa quando è nato non si guarda allo specchio non vive il social network Codalunga ha scritto sul suo viso questo è il momento giusto per ammutinarsi...” (da “Codalunga”) oppure “Io mi sono ritrovato nell’idea di far qualcosa mica solo consumare che mi annoia. Oggi costruirò una bomba da far brillare fra le casse del tuo computer maledetto dimmi cosa ascolti, dimmi come ascolti. Hai mai provato una chitarra? a urlarci dentro il tuo tormento hai mai provato una chitarra? prova adesso, entra dentro” (da “La Cattedrale di Palermo”). E’ un esperimento totalmente riuscito, un disco che, a mio parere, piacerà moltissimo. PIT mOve Out 2010
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MoveOut Play
WHIte RABBItS IT’S FRIGHTENING GeNeRe: INDIE ROCK
etICHettA: MUTE
DAtA: 26/03/2010
Esce in Italia, con quasi un anno di ritardo rispetto agli Stati Uniti, questa seconda e superba prova del sestetto newyorkese White Rabbits. “It’s Frightening”, prodotto da Britt Daniels degli Spoon, si potrebbe catalogare come un disco indie rock, precisando però che i White Rabbits viaggiano su binari alernativi, particolari e il classificarli non gli rende particolare giustizia. Basti pensare alla loro formazione che comprende ben due batteristi e le percussioni, che insieme al piano e al basso danno la personalità a questo disco. Lo si nota subito dalla prima traccia “Percussion Gun”, una cavalcata percussiva dove emerge forte la bellissima melodia del cantato di Stephen Patterson, e poi ancora in “Rudie Fails” o in “Right Where They Left”. Ma anche quando i ritmi rallentano come nella splendida “Midnight and I” o quando le atmosfere si alleggeriscono come in “Company I Keep”, le sonorità, il carattere e l’istinto non vengono mai snaturati. PIT
NOeSIA SCOPRI COSA C’è DI MALE GeNeRe: ROCK INDIE
etICHettA: LIBELLULA / WITHOUT MUSIC
DAtA: 19/03/2010
Con alle spalle due Ep autoprodotti, diversi concorsi vinti, molto attività live, la band di Torino approda al suo terzo Ep che rappresenta anche il suo esordio ufficiale, con la produzione artistica di Nino Azzarà (Mambassa, Petrol). “Scopri cosa c’è di male” contiene 5 tracce, ognuna a identificare uno stato d’animo diverso: rimorso, reazione, disprezzo, resa e speranza. I Noesia riescono bene nel loro intento attraverso testi sempre curati e vividi, ma soprattutto attraverso le melodie di Stefano Ferrari che colgono nel segno suscitando emozioni diverse ad ogni brano. “Fiele” e “Trasformi in Me” colpiscono forte con chitarre energiche, incisive e graffianti, subito seguite da “Verlaine”, particolarmente toccante e malinconica, che vede la produzione artistica e la partecipazione al Fender Rhodes di Marco Notari. Un bel lavoro di esordio, nella musica dei Noesia si incomincia già a percepire una certa identità e personalità, ma forse non ancora abbastanza forte e marcata. Ma questo è solo il primo Ep ufficiale..... PIT
S.KImKO’ SEX DANCE GeNeRe: DANCE
etICHettA: HIT BEAT RECORDS
DAtA: 03/2010
Gran bella produzione firmata Hit Beat records (Torino) quella di “Sex Dance”. Un singolo che anticipa l’uscita del doppo CD del Dj Samuel Kimkò. Dj Toscano, nasce artisticamente nel 1991. Si può dire che il suo bagaglio di esperienza è notevole. 20 anni tra consolle di tutta Italia e produzioni. Sex Dance è l’ultima nata e la prima in anteprima dell’atteso doppio in uscita tra un paio di mesi. Un brano che inevitabilmente farà vibrare le dancefloor di mezza Europa. Nel singolo troviamo una track remixata da A. Louis (A. Louis reworked), Dj Fede (acid remix), Groovy (Euromix version). Una track molto melodica, ben riuscita negli arrangiamenti di chitarre e synth che si intrecciano senza mai creare confusione, trascinante nel loop di sax (Original sax mix). Un assaggio di tutte le version lo trovate sullo space officiale della Hit Beat Records: www.myspace.com/hitbeatrec. Guido M.
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MoveOut Cinema
a cura di Piermario mignone
Visioni
NON è mICA FINITA QuI !
vol 2
Si parlava della ricezione tv 3D (inclusi cellulari e videogame), ma è naturale che questa coinvolga a ruota la produzione foto/video, amatoriale e non. e infatti, le voilà, les jeux sont faits, (quasi): indiscrezioni fatte trapelare ad arte, con smentite e conferme dal Sol Levante, ci dicono che eppur si muove. La Fuji (film e supporti vari, apparecchi di diverso genere, hardware vario) ha già un modello di fotocamera compatta a doppio obbiettivo e due sensori che in effetti è un sistema completo: si chiama Finepix Real 3D System e oltre ad un visore, consente anche la stampa tridimensionale. Dicono pure che l’effetto di profondità è mantenuto anche ad occhio nudo, senza occhialini (pare solo nella sua cornice digitale Lcd da 8”), ma qui, al momento non s’è ancora vista (è solo sul suo sito web). La Panasonic, intanto, ha pronto un camcorder 3D a due obbiettivi, due sensori e due capsule microfoniche, dalle caratteristiche strabilianti e dalle dimensioni compatte, confrontabili con il digitale leggero “prosumer”. Da parte sua, la Sony (che ha espressamente realizzato le telecamere e relativo sistema di produzione per “Avatar”) vuole, come al solito, sbalordire: se ne sa poco, ma starebbe lavorando ad una soluzione di telecamera 3D ad un solo obbiettivo. Imprevedibile quale sarà la reazione del mercato, vista la scarsa diffusione del Full Hd e del Blu-ray. Intanto anche le
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webcam non restano al palo: la Lifecam Cinema della Microsoft già lavora in HD, seguita dalla Live! Cam Socialize della Creative Labs, tutte rivolte ai social networks, prezzi bassi e Skype, qualità alta, per rendere You Tube e simili un forum alternativo alla quotidianità di tutti, un vero sostituto della fisicità del reale. Il virtuale. Perfino la carta stampata, periodici per il momento, ha impeti di evoluzione: si va verso la “realtà aumentata”, una sorta di grafica alternativa avanzata che si serve della webcam per andare in rete e consentire una interazione nella spazialità degli oggetti per un’arricchita offerta di news (e gossip). Per i cellulari ci ha pensato Google con il suo “Goggles” (cfr. dizionario): ci dà sul display, tramite webcam o fotocamera del cellulare, delle informazioni sul reale inquadrato che nel reale non ci sono. Da perdersi. Finchè non si prova. Il procedere del virtuale sul reale si dilata a dismisura: arriveremo alle situazioni del videogame di “Nirvana” ? Chiedetelo a Salvatores (forse non lo sa neanche lui). fine
a cura di Piermario mignone
Cinema MoveOut
Re-Visioni
LA DOLCE vItA “La dolce vita” ha cinquant’anni giusti giusti. Quando uscì nel febbraio 1960, fu mezzo finimondo, tra interpellanze parlamentari (pochi mesi dopo ripetute per “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino visconti) e anatemi vaticani che invitavano a pregare il “pubblico peccatore” Federico Fellini. Tanta era la forza innovatrice di questo capolavoro unico destinato a diventare un pietra di paragone nel modo di fare cinema e di rapportarsi con il suo tempo, - anche se in seguito forse solo Robert Altman, con “Nashville”, e neanche in Italia, seppe cogliere a fondo la grande lezione. Uguagliato, o forse anche superato, soltanto da se stesso con l’irripetibile, inenarrabile, magico “8 e ½” del ’63, con cui il cinema pareggiava un ritardo di oltre quarant’anni nei confronti della letteratura joyciana del “flusso di coscienza”. Autentico, grande affresco di storie in una cornice unificante, la Roma che tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 stava diventando uno dei centri del “jet set” internazionali, e pur manteneva residui cospicui di quella provincialità che era una cifra tipicamente italiana. Quella “douceur de vivre” che dall’età dei lumi a Coco Chanel, e oltre, sembrava una costante del modo di essere non solo parigino, ora contagiava la Roma di Via Veneto: frenetica, babelica, multilinguistica, era un crogiolo di aspirazioni al successo quasi ignote prima ed esplose
allora con l’irruenza incontrollata di chi vuole recuperare subito e tutto il ritardo dal dopoguerra, alimentato dal crescente benessere, la motorizzazione di massa e l’inurbamento vorticoso. Lo sguardo inquieto di Marcello, perfetto alter-ego di Fellini, giornalista insoddisfatto con il suo “paparazzo”, è lo sguardo itinerante del regista stesso tra uno stuolo di personaggi rivelatori: Steiner, l’intellettuale che non regge il peso dell’esistenza, l’esuberanza fisica della carnalità seducente di Anita Ekberg nella celebre sequenza della fontana di Trevi, il padre di Marcello attratto da night club e ballerine, ma che pur avverte l’implicita corrosione di quel mondo, e se ne va all’alba, i nobili decaduti e decadenti in una notte debosciata, e l’ultima notte in villa a Fregene, tra striptease annoiati e la ragazzina acqua e sapone che tenta di comunicare con Marcello sulla spiaggia con il mostro pescato che sembra vivo ma è morto da giorni … Se “8 e 1/2” era una battuta d’arresto, premonitrice però,
nell’interiorità creativa di un artista di fama, “La dolce vita” era stata la crisi morale della capitale, Roma, come “Rocco e i suoi fratelli” e il successivo “La notte” di Antonioni erano la crisi esistenziale del capitale, Milano: tutti emblemi di un’Italia cresciuta eccessivamente in fretta in economia e industria, ma non altrettanto in coscienza etica e consapevolezza civile. Il cinema percepiva quel disagio profondo e pur ancora impalpabile. Per poco, ancora. Nel giugno di quell’anno, il tentativo di svolta a destra del governo Tambroni scatenò rivolte di piazza finite nel sangue. mOve Out 2010
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MoveOut Cinema
a cura di Piermario mignone
Percorsi di Popoli
StORIe e StORIA: Quando il cinema italiano era grande
C’è stato un tempo in cui il cinema italiano, tutto o quasi, era grande, amato da pubblico e critica, con la forza etica ed estetica di incidere sul costume nazionale, agitare idee, elevare la sua visione della realtà a paradigma interpretativo della Storia, e della socialità del proprio tempo, anche mediandola con la revisione del “passato prossimo” da un rinnovato punto di vista del presente. Era il cinema tra la fine degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60, e non nasceva di colpo come i funghi dopo la pioggia di fine estate: era anzi intimamente legato all’ evoluzione di quel cinema neorealistico che nei primi anni ’50 perdeva gradualmente la propria forza innovativa per diventare qualcos’altro. Dei padri storici, Rossellini, De Sica, Visconti, soltanto il primo era destinato nel decennio ad uscire dalla scena cinematografica, per “perdersi” nella didattica televisiva, gli altri iniziavano percorsi nuovi dai diversi sviluppi, ma non erano i soli, anzi. Un stuolo di ex aiuto registi, assistenti vari, sceneggiatori, ebbero un effetto trascinante su un’intera generazione di cineasti, tra le traslazioni del neorealismo e una più allargata presa di coscienza degli anni successivi. Artefici non ultime le trasformazioni stesse della società, gli eventi politici e il nuovo assetto economico e industriale del paese. Che cominciava nell’immediato dopoguerra, prima con il referendum monarchia-repubblica del ’46 per culminare con il
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Fronte Popolare dell’aprile 1948 che segnava la sconfitta della sinistra, PCI, filosovietica, in favore dello schieramento per l’asse atlantico filoamericano, comunque occidentale. Iniziava la ricostruzione del paese, con i fondamenti di una robusta base produttiva e imprenditoriale, mentre la realtà, progressivamente più complessa, sfuggiva ormai all’immediatezza della poetica neorealista. La nazione nel frattempo si ricostituiva sulle strutture arcaiche ma pur sempre vitali del paese di campagna, e le stesse città erano più spesso percepite in modo simile nella variegata esuberanza dei loro quartieri e sobborghi, nella ricchezza umana dei personaggi che li popolavano, negli intrighi sentimentali, amorosi, nell’arte familiare e ingegnosa di “tirare a campare” eludendo il dramma quando si può, con una proverbiale capacità di arrangiarsi tutta italiana, spesso partenopea. E’ il momento del neorealismo “rosa”: “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini (1953) con una Gina Lollobrigida prorompente “maggiorata” e
un rinnovato Vittorio de Sica attore e maresciallo di fascino, in una storia che mescola con arte sogni e realismo, sentimentalità interregionali (il carabiniere veneto e l’aggressiva “bersagliera” del centro-sud) e colore locale. Mentre l’urbanità periferica si impone con gli straordinari personaggi di Aldo Fabrizi, ormai lontano dal clima tragico di “Roma città aperta”, brigadiere di stazza e uomo di cuore, e il fantasioso quanto dignitoso artista della sopravvivenza, spacciatore di patacche e truffatore di turisti americani, - ma non si ritiene un ladro: “Non ho mai rubato ad un Italiano”-, Totò nel memorabile “Guardie e ladri” di Steno e Monicelli (1951), dal finale umanissimo nella sua paradossalità. Era del resto quell’Italia che dopo il ’48, si riposizionava specie nel nord, su un anticipo di compromesso storico: giunta e sindaco comunisti, prete dc intransigente che dialoga con il Crocifisso, rappresentazione del proprio io raziocinante,
a cura di Piermario mignone
nemici-amici inseparabili a vita in “Don Camillo” di Julien Duvivier (1952), dai romanzi di Guareschi, successo alle stelle, con Fernandel e Cervi icone di un’Italia che fu. (Ri)vedere per credere. Nasce la grandissima tradizione della commedia “all’italiana”. In cui c’era anche la provincia, luogo remoto e sparpagliato nel quale l’arrivo del circensi era l’irruzione della fantasia, o l’estensione della solitudine: “La strada” di Federico Fellini (1954) era un andare errabondo e senza meta di anime perse, l’ingenua e sognante Gelsomina e il rozzo Zampanò, la favolizzazione su impianto realistico di paesaggi umani periferici, con quello struggente pianto finale liberatorio in riva al mare che tanto sarebbe piaciuto al Chaplin di “Luci della ribalta”. Le nuove generazioni di giovani, passate indenni, soprattutto inconsapevoli attraverso il periodo bellico e diventate adulte nel periodo della ricostruzione che dava anche inizio ad un incipiente
quanto prima sconosciuto benessere a metà anni ’50, sono assai diverse da quelle che fecero la Resistenza: le cose sono più facili, la famiglia in qualche modo accondiscende, gli impegni adulti e il lavoro sono rimandabili, le trasgressioni invece molto appetibili. Somigliano un pochetto a certi “bamboccioni” di oggi, hanno preannunci di “dolce vita” tra poco a venire: “I vitelloni” (1953), primo capolavoro corale di Fellini (tutti si ricordano Alberto Sordi nel gestaccio con il braccio ai lavoratori lungo la strada, e la fuga precipitosa per il guasto all’auto), l’episodio finemente boccaccesco della pizzaiola Sofia Loren, amante astuta, e l’anello “perso” in “L’oro di Napoli”(1954), grande rentrèe registica di De Sica. E poi la frivolezza leggera e irresponsabile di amori e sentimentalità di una gioventù inurbata e ancora inconsapevole, perché non ancora responsabilizzata dalla vita e coinvolta dalla
Cinema MoveOut
Storia. Qualcuno già lo era: nel 1954 con “Senso”, Visconti dà inizio ad una fase profonda di riconsiderazione critica del passato contro l’opprimente retorica ufficiale del tempo, segnando il passaggio dal neorealismo, “inteso come registrazione della realtà, al realismo, inteso come interpretazione critica di esso”. Ambientato a Venezia nel 1866 durante le guerre di indipendenza e la rovinosa sconfitta di Custoza, racconta in chiave melodrammatica come il Risorgimento, con le figure della patriota Contessa Serpieri e dell’ufficiale austriaco e disertore Mahler, insieme ad eroismi, fu anche un intrigo di tradimenti che da sentimentali e personali diventarono di schieramento, degrado morale e vendetta, che inscenano sontuosamente la caduta di una classe, la nobiliare, non più in grado di determinare la Storia. (continua) mOve Out 2010
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Events MoveOut
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orillaz Il 5 marzo è uscito il terzo album dei Gorillaz, anticipato dal singolo Stylo. Chi sono i Gorillaz? Che facce hanno i Gorillaz? Queste sono le domande che più frequentemente sento. effettivamente quando si parla di Gorillaz si parla di una “Band virtuale”, che viene dall’Inghilterra, creata da Damon Albarn (Blur) e Jamie Hewlett, co-creatore del comic book tank Girl, e che ha venduto oltre un milione di copie il loro primo lavoro, “Gorillaz” con al Hit “Clint eastwood”. Sommando tutte gli album e lavori i Gorillaz hanno superato le 15 milioni di copie.
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Lifestyle MoveOut I Gorillaz sono 4 caricature, animazioni: 2D, Murdoc, Noodle e Russel. Tante collaborazioni, artisti, voci, feats, insieme al fondatore Albarn hanno contribuito alla creazione di un sound estremamente originale, che ha come filo conduttore il Rock, il Rap, il Trip-Hop. E siamo arrivati al terzo visionario album, “Plastic Beach”. 16 tracks, 1 viaggio alla “Plastic Beach”, traghettati da una “Orchestral intro” molto romantica, nel senso storico della parola, e accolti sull’isola da un “mix” di benvenuto: rap (feat Snoop Dog) , fiati tipici dei pulp movie, british Pop, archi. E ti senti subito a Tuo agio! Con il terzo pezzo “White Flag”, i Gorillaz ri-confermano la loro voglia di “melting pot” e di uscire dai “canoni discografici”: un preludio della The National Orchestra for Arabic Music apre gli interventi di Kano, Bashy e le loro rime contro la guerra, il crimine e la religione. Segue Rhinestone Eyes, pezzo ’80, ipnotico cantato dal personaggio 2D. Pezzo melanconico e melodico, mix che
è alla base di tutta la ricerca del sound dei Gorillaz. Stylo, il singolo è seguito da “Superfast Jellyfish” (feat. Gruff Rhys & De La Soul), un tuffo nel rap ’90. E ancora synth (“Glitter Freeze”), melodie, atmosfere melanconiche (“Melancholy Hill”), suoni da “Giostra” (“To Binge”), featuring (“Some Kind of Nature” feat. Lou Reed) intrecci di ritmi. Un disco tanto sperimentale quanto ben riuscito. I Gorillaz si rinconfermano come una della band, meglio parlare di progetto musicale, più all’avanguardia in campo di innovazione sonora, e sperimentazione inter-genere. Guido M. mOve Out 2010
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NON è BELLO CIò CHE è BELLO…
Si può essere “belli come il sole” o “come un dio”, che poi è la stessa cosa, visto che Apollo era sia il dio della bellezza che del sole. Se Helena Rubinstein afferma che “non esistono donne brutte, solo donne pigre” Marcello Marchesi ha rielaborato questo concetto: “Non ti buttare giù se non sei una bellezza, aiutati che Dior ti aiuta”. Soprattutto le donne, ma da qualche tempo anche gli uomini, danno sempre più importanza all’aspetto esteriore. Il maggior investimento pare vada nelle tinture per capelli (soprattutto quelle schiarenti) Questo è un antico retaggio. Già nel Cantico dei cantici la protagonista afferma: “Sono bella ma bruna” ed il titolo di un vecchio film è diventato ormai proverbiale: “Gli uomini preferiscono le bionde ma sposano le brune”. Un articolo del Times affronta la nuova mania sbocciata in Inghilterra negli ultimi anni: l’uomo perfetto. Un marchio spagnolo, invece, propone una serie di prodotti efficaci per soddisfare le esigenze di entrambi i sessi. Era già successo con i profumi: le note asciutte, secche e legnose piacciono sia agli uomini che alle donne. Ora anche la cosmetica diventa unisex. Negli ultimi anni hanno preso piede tecniche fisiche e terapeutiche orientali, considerate vicine al massaggio o ad esso assimilate. Parliamo dello Shiatzu, del massaggio Thai e di quello ayurvedico. Lo Shiatzu (in lingua giapponese Shi= dito e atzu=pressione) è una tecnica nata in Giappone a partire dal VI secolo. E’ un trattamento piacevole e rilassante che favorisce il libero ed armonioso fluire del
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Ki (energia vitale). L’Ayurveda è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dal IV millennio a.C. Ayurveda è una parola composta da ayu= vita e veda=conoscenza. Altro tipo di massaggio orientale è quello Thai praticato dai monaci buddisti della Tailandia. E’ stato tramandato da maestro e allievo per oltre 2500 anni. Combina
Lifestyle MoveOut i punti di digitopressione della Medicina Cinese con uno stretching assistito ispirato allo yoga di derivazione indiana, che apre il corpo energeticamente e fisicamente. La medicina estetica occidentale si pone con una venatura meno spirituale di quella orientale ed è un mix tra dermocosmetica e chirurgia estetica. Come far ringiovanire la pelle? Quali sono le armi efficaci contro le rughe? Ecco le risposte: botox, acido ialuronico e mesoterapia. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita degli innumerevoli Hammam sparsi ormai in tutte le città italiane. Questo rito affonda le sue radici nell’antica Arabia ed indica il complesso termale in cui i mussulmani effettuano il lavacro purificando sia il corpo che lo spirito. Peeling, savonnage, maschere varie, trattamenti mani-piedi, docce aromaterapiche e cromoterapiche, idromassaggi, henné per rinforzare e colorare i capelli mirano a far incontrare la bellezza del corpo con l’armonia della mente. Se si preferisce un caldo più secco rispetto a quello umido dell’Hammam, ci sono le saune (antica parola finlandese dall’etimologia non del tutto chiara, ma che probabilmente poteva essere originariamente legata al significato di “dimora invernale”). La sauna si riallaccia ad un’antica tradizione di medicina naturale che in occidente è stata tramandata principalmente grazie agli insegnamenti di Ippocrate e Galeno, ma di cui si può trovare traccia anche in altre tradizioni dal mushiboro giapponese, al
banja russo, alla capanna del sudore degli eschimesi o degli indiani d’America, al temazcal messicano oppure, per restare più vicino a noi alle terme romane. Diffusissima e apprezzata soprattutto in Francia e negli Stati Uniti è la Nutricosmesi. Branca specifica della ricerca cosmetica sfrutta la valenza nutrizionale di alcuni alimenti
funzionali. Combatte soprattutto lo stress contribuendo a migliorare l’aspetto esteriore
Come far ringiovanire la pelle? Quali sono le armi efficaci contro le rughe? attraverso un’azione che agisce dall’interno. In ogni caso preparare una maschera di bellezza, un impacco o un bagno rilassante e tonificante non è difficile. Possiamo trovare tutto quello che ci occorre in cucina. Via libera quindi a frutta, verdura e yogurt. Voglia di relax? Immergetevi nella vasca da bagno aggiungendo nell’acqua del sale marino, bicarbonato ed alcune gocce di olio di rosa centifolia. Volete mantenere la tintarella? Ottimo il “frullato” di banana, yogurt ed alcune gocce di olio di oliva da spalmare sul corpo. In ogni caso da non dimenticare mai l’affermazione: “La bellezza si vede, il fascino si sente”. Carlotta Invrea mOve Out 2010
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MoveOut Girl
l r i
edyta Stelmach
Sono nata a Cracovia e ho 23 anni. Sto studiando all’ Università di Cracovia - Scienze e Tecnologie Alimentari. Ho vissuto un anno a Londra, perchè adoro il movimento, la gente e quell’atmosfera multietnica. Ho lavorato come modella, hostess, ma adesso mi sono un pò stufata e mi sono dedicata allo studio e ai mei hobby. Mi piace viaggiare: per me è una sensazione di liberazione mentale. Leggo tantissimo e sono anche una brava “snowbordista”. Se vuoi diventare una moveOut girl, invia le tue foto a: redazione@moveout.tv
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2009 mOve 2008 2010 Luty Out LIStOPAD
Lifestyle MoveOut
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MoveOut Lifestyle
CHe CI FACCIO
“...Ci farei una dozzina di alloggi, no forse un museo, magari un centro commerciale, però manca del parcheggio in questa zona. trovato: una bella discoteca!” Palazzi abbandonati, ex officine, o palazzine dimenticate per motivi sconosciuti e invase di erbaccia, gatti e qualche topo. Non è assolutamente cosa rara nelle metropoli Italiane (e non solo). E’ incredibile vedere a volte anche isolati interi in completo disuso. Edifici invisibili. Gli si passa accanto a piedi o con la macchina e non ci si pone neanche la domanda: che ci fanno qui? Basta, una passata di bianco sulla facciata per sentire lo stupore della gente: ma da dove è sbucato quel palazzo? Ci sono diverse tipologie di strutture abbandonate: ex fabbriche, edifici che sono nati come funghi durante la piena rivoluzione industriale, soprattutto al nord (parliamo dal 1900
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QUI?
Segni imponenti di un passato lontano, a cui qualcuno si rivolge con malinconia, altri con quell’orgoglio di dire “io c’ero”.
in poi), sede della grandi industrie metalmeccaniche. Industrie che col passare degli anni si sono trasferite, (magari all’estero) o hanno chiuso; strutture ex depandace legate a stazioni, ferrovie, palazzi sotto sequestro, palazzine comunali, edifici non finiti ma perfettamente abitabili a cui non è stata concessa alcuna licenza, scantinati. Alcune di queste vengono occupate, e diventano “centri sociali occupati” (poi sgombrati e di nuovo occupati e cosi via), organizzando spesso attività lodevoli come incontri culturali, accoglienza per disagiati, concerti, dopo scuola per bambini; altre vengono demolite, altri rivalorizzati.
C
Lifestyle MoveOut Ce ne sono tanti di esempi. Tanto per stare in Italia. “Lingotto” a Torino, ex fabbrica Fiat. Oggi sorge un centro commerciale, cinema, sala giochi, un Hotel; “La fabbrica del vapore”, “Officine del Volo” centri culturali e spazi polifunzionali a Milano, “Officine Baronali”, a Palermo, trasformazione di un caseggiato agricolo della Piana dei Colli in spazio per eventi, le “Officine Farneto” a Roma, l’Hangar Bicocca a Milano. E la lista sarebbe veramente lunga. Fortunatamente sempre più spesso si effettuano opere di
riqualificazione di questi spazi, o vengono dati in gestione a ragazzi che hanno qualcosa da dire e da fare. Mostre d’arte, concerti (attività in via di estinzione in Italia!), laboratori teatrali. Strutture simbolo dell’Italia del 900, segni imponenti di un passato lontano, a cui
qualcuno si rivolge con malinconia, altri con quell’orgoglio di dire “io c’ero”. E se ne vedono tante di persone, che passandoci accanto si fermano con quell’aria di nostalgia e stanchezza a ricordare i ’50 i ’60, i ’70. Vite intere legate a quelle mura ora ricoperte da schizzi di bombolette spray. Per le nuove generazioni sono solo file di mattoni a vista, e pure sporchi, di macchie in una ideale metropoli tecnologica (e isterica). Di lavoro ce n’è ancora tanto. MO
Cocktail of the Month ANGeLO AzzuRRO
drink
What: Cocktail
Coc How:
6/10 Gin 3/10 Triple sec 1/10 Blue Curacao
Prepararlo in un Tumbler pieno di ghiaccio. Shekerarlo e servirlo
Where:
Cocktail bar, Club
For Who:
Raffinato da guardare ma per palati resistenti. Pronti a spiccare il volo (alcolico)
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MoveOut Lifestyle
uOvO UOVO uOvO L’uovo è sempre stato l’emblema della vita, fertilità e un po’ di mistero, scrigno esterno che è prigione e protezione al contempo, biologicamente potente e autonomo pur nella sua meccanica fragilità. Simbolo naturale della Pasqua, festa mobile legata al risveglio primaverile della natura, alla rigenerazione ciclica della vita, quindi anche alla Risurrezione e all’eterno ritorno. Già nella tradizione dell’antica Cina, le origini della Terra erano ricondotte ad un uovo gigante, e alcuni pagani ritenevano che Cielo e Terra fossero le due metà di un unico uovo. Memorie della simbologia risalgono ai Persiani, tremila anni fa, mentre gli Egizi donavano all’equinozio uova augurali, dipinte con i colori brillanti e luminosi della primavera; per i Romani “omne vivum ex ovo”, ogni vita giunge da un
...dall’America appena scoperta, arrivò il cacao, cibo degli Dei, le uova diventarono magicamente di cioccolato uovo. Quelle ritualità erano praticate ancora nel Medioevo ove uova sode dipinte di rosso, - come il sangue di Cristo -, venivano offerte alla servitù, e fino al XV secolo era consuetudine servire una frittata approntata con le uova che le galline avevano deposto il Venerdì Santo. Poi le trasformazioni “culturali”: nel XIII sec., Edoardo I di Inghilterra fece rivestire d’oro e decorare 450 uova da regalare a Pasqua; quando , dall’America appena scoperta, arrivò il cacao, cibo degli Dei,
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le uova diventarono magicamente di cioccolato, forse grazie a Luigi XIV di Francia, il Re Sole, nella seconda metà del XVII sec. E fu giusto un altro francese che, due secoli dopo, nel 1883 mise dentro l’uovo la sorpresa: un ben noto orafo francese, Peter Carl Fabergé, con un uovo di platino smaltato che conteneva un altro uovo d’oro con dentro un pulcino, ovviamente d’oro e una miniatura della corona dello Zar. Per la zarina Maria. Pieno di grazia (l’uovo) pmm
Lifestyle MoveOut Congo, Kinshasa. Costruiamo insieme il centro di accoglienza Talitha Cum per bambine di strada.
Fotografo: Piero Pomponi
Basta una mano.
www.forasmile.org C/C POSTALE n째 72960131 C/C BANCARIO IBAN: IT21 A 03211 01001 052876651990
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FRA MITI e LEGGENDE, ALLA
SCOPERTA DeLLA NAPOLI eSOteRICA
Storie, leggende, luoghi magici e simboli sinistri. una città avvolta dal mistero e ricca di fascino. Napoli città occulta. Napoli, città sempre in primo piano. Realtà dalle mille sfaccettature. un presente pregno del passato misterioso che si respira ad ogni angolo. Nei vicoli del centro storico come nelle piccole cappelle, coi muri che trasudano mistero.
Con il favore delle tenebre si va a spasso per i vicoli alla scoperta di misteri, del passato e delle leggende oscure che i palazzi storici di questa città ancora conservano. Quattro passi nella Napoli antica e misteriosa, attraverso il decumano maggiore, tra immagini che paiono rubate al tempo. I tre Decumani costituiscono la struttura fondamentale del nucleo antico partenopeo. Via Anticaglia, il Decumano superiore, via Tribunali, il Decumano centrale e via Benedetto Croce/San Biagio dei Librai, ovvero il Decumano inferiore, quello più noto. Sono infatti le tre strade parallele che attraversano il cuore antico di Napoli da una parte all’altra.
ingresso: La lapide dedicatoria di Alessandro de’Sangro sull’ingresso della Cappella Sansevero
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Per apprezzare le bellezze della città, non può mancare un viaggio all’insegna dell’esoterismo. Da piazza Bellini a via dei Tribunali, dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, a via Nilo con il palazzo dalla Testa d’Elefante. Luoghi magici, spettri, miti, leggende e personaggi che hanno fatto la storia. Il viaggio comincia dal Centro storico, percorrendo vico dei Carbonari si giunge a Castel Capuano, sede del Palazzo di Giustizia dal XVI secolo fino al 2006. Nel 1231 il castello fu teatro di sfarzosi festeggiamenti per le nozze di principi e regnanti, ma anche luogo di congiure e celebri delitti. Come la bella e crudele Giuditta, la cui anima senza pace, pare vagare tra i corridoi del castello, dopo essere stata impiccata insieme all’amante, al padre e ad altri complici, per aver organizza-
Scheletro visibile all’interno Cappella di Sansevero
La bella e crudele Giuditta, la cui anima senza pace, pare vagare tra i corridoi del castello, dopo essere stata impiccata insieme all’amante, al padre e ad altri complici, per aver organizzato l’assassinio del marito.
to l’assassinio del marito. Percorrendo i vicoli di Napoli ci si imbatte in una delle pagine più crudeli, ma anche più emozionanti, della storia napoletana. Siamo nel vero e proprio “corpo di Napoli”, tea-
Cities MoveOut
tro di uno dei più famosi omicidi, quello di Maria D’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, che consumarono notti d’amore, nelle discrete stanze del Palazzo San Severo, fin quando l’innamorato consorte, Don Carlo, pazzo di gelosia, finì per ucciderli per poi abbandonare il palazzo e vagare senza meta, tra pianti e gemiti di dolore che si odono ancora oggi nelle notti della città. Quando si tenta di penetrare nei mille misteri di una città tutt’altro che prevedibile come Napoli, è impossibile non imbattersi nel celebre Raimondo De Sangro, principe di San Severo, ricordato dai napoletani come “l’uomo dalle capacità diaboliche”. Alchimista che, secondo la leggenda, iniettò nel corpo dei suoi servi un terribile liquido che calcificava il sangue. Ancora oggi, nella Cappella di Sansevero, nel cuore della Napoli antica, si può ammirare il frutto di tali esperimenti: gli scheletri d’una coppia di servi ricoperti dal loro sistema sanguigno perfettamente conservato...
Di Sangro era innanzitutto a conoscenza di incredibili segreti scientifici, inerenti la fabbricazione di stoffe particolari, ma anche marmi Raimondo De Sangro, principe di San Severo, ricordato dai napoletani come “l’uomo dalle capacità diaboliche”, iniettò nel corpo dei suoi servi un terribile liquido che calcificava il sangue.
“Cristo Velato” Giuseppe San Martino 1753 - Napoli Cappella di Sansevero
straordinari (il caso del Cristo velato). Dal racconto popolare, riportato anche da Benedetto Croce, aveva infine previsto la propria resurrezione dopo morto, ma per un banale errore, cadde in pezzi. Il tema dell’esoterismo napoletano trova sicuramente la sua figura centrale in “Virgilio Mago”, di origine medioevale, ma comincia molto prima con i misteri isiaci, legati alla cultura degli alessandrini che a Napoli costituirono una rilevante colonia. Tutta la zona che si estende dalla Cappella di Sansevero a Palazzo Corigliano, costeggiando piazza San Domenico e inoltrandosi in piazzetta Nilo è dominata da queste forze misteriose che si aggirano sui luoghi ove sorgeva il tempio di Iside, al di sotto del quale si dice che scorra ancora un fiume sotterraneo che influenza tutta la zona con la sua “forza buona”. Alessia Mangiapane
Interno della Cappella di Sansevero mOve Out 2010
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OSAmu TEZUKA Osamu tezuka è unanimemente riconosciuto come il più grande disegnatore di manga di tutti i tempi, i suoi personaggi sono immortali e ogni tanto vengono riscoperti dalle nuove generazioni che tornano ad apprezzarli. È stato soprannominato il Dio dei manga e questo la dice lunga. I suoi lavori non sono rimasti solo relegati sulla carta stampata ma sono diventati serie televisive di successo e film come nel caso del recente metropolis. Tezuka nasce in Giappone nella piccola città di Takarazuka e comincia a disegnare da piccolissimo, con una decisione uno stile e una dedizione che impressionano i suoi genitori. Viene assecondato nei suoi talenti ma si iscrive ugualmente alla facoltà di medicina di Osaka presso la quale si laurea nel
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1952. Nonostante sia quindi un medico non eserciterà mai questo mestiere dedicandosi solo al disegno. Il suo tratto fine e sottile, i colori pieni, le atmosfere misteriose ed i tagli di inquadratura quasi cinematografica lo fanno da subito distinguere ed affermare. I suoi disegni, per quanto privi di volumi come si conviene ad un disegno al tratto hanno un dinamismo mai visto nei manga. I suoi personaggi si dividono con una certa chiarezza tra cattivi cattivissimi ed eroi senza macchia, le sue ambientazioni spaziano da città futuribili fino a regni antichi e passati e selve
desolate. Il suo personaggio più famoso è Astro Boy, il ragazzino robot in grado di volare, creato dal dottor Tenma in sostituzione del suo figlioletto morto e a cui sono affidati i destini del mondo. Cattivi senza scrupoli tramano nell’ombra per conquistare il potere e ad Astro boy, il bambino con i pugni d’acciaio spetta risolvere la situazione. Pure molto famoso in Italia il Fumetto di Kimba, il Leone Bianco. Molti accusano la Disney di aver copiato il soggetto per farne il protagonista del Re Leone…Altro soggetto di grande successo e dalle atmosfere tetre e avventurose è invece la Principessa Zaffiro, primo esempio di
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cartone animato transessuale che si conosca a quanto pare. A causa dell’errore di un angelo il principe nasce nel corpo di una principessa e si trasforma in un nobile giustiziere sempre in lotta con il male. Anche i Bon Bon Magici di Lilly susciteranno in qualcuno qualche ricordo profondo. Tra i manga pubblicati i più famosi sono inoltre “La storia dei Tre Adolf” racconto di un incontro di destini tra misteriose scatole del tempo, “Buddha” , una personale reinterpretazione della storia di Siddharta e “Black Jack”. Osamu muore nel 1989 all’età di sessant’anni lasciando un grande vuoto nel mondo del fumetto e numerose opere incomplete come al esempio il grandioso progetto Fenice sulla storia del mondo o i nuovi manga Ludwig B. (1987) e Neo Faust (1988). Poco prima della sua morte, la stampa giapponese si è pronunciata più volte per caldeggiare la sua candidatura al premio nobel per la letteratura. Nel 1994 la sua città natale ha aperto un museo in sua memoria, e, nel 1997, il governo giapponese gli ha dedicato una serie di francobolli. Ma al di la dei francobolli, per gli amanti del fumetto e del cartone animato sarà sempre un maestro. Luigi Ferrando mOve Out 2010
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Le FORME DeLLA MODA
Nel periodo dell’adolescenza di maria Antonietta si applicavano delle spalline per ridurre le malformazioni di chi, come nel suo caso, aveva una spalla più alta dell’altra. 230 anni dopo, gli anni Ottanta si sono impossessati di questa imbottitura e ne hanno fatto la loro bandiera. è molto interessante leggere il capitolo di Desmond Morris nel libro L’animale Donna che ci spiega come le spalline andassero tanto di moda in quel periodo, conferendo alla donna una corporatura più mascolina che la avvicinava all’ideale di emancipazione a cui aspirava: la parità. Era un periodo di abbondanza, lusso e ricchezza ed era normale che la gente investisse il proprio denaro nel culto di se stessi. Trovo quindi molto strano che oggi stiano tornando di moda le giacche over size e le spalle importanti. Sarà forse un modo per esorcizzare la crisi e la povertà di questo periodo? Un altro fatto molto particolare è che, se negli anni Ottanta l’ampiezza della parte superiore della manica era davvero enorme, in questo periodo si hanno delle ampiezze leggermente diminuite, ma comunque così abbondanti “da poterci tener dentro un cagno-
lino” , magari uno di quelli tanto amati dalla nostra generazione di starlette (tutto ciò citando il parere del fratello della suddetta Marie Antoinette, l’imperatore Francesco, circa le mastodontiche pettinature della delfina di Francia). Perché è di enormità che si parla: se non è imponente non è niente, fatta eccezione per la corporatura, ovviamente, dove vige la legge del less is more, con modelle che sembrano uscite da Nightmare before Christmas per approdare direttamente sulle passerelle di quasi tutti gli stilisti. Rimanendo in tema di enormità, è stata un’enorme sorpresa vedere che la collezione primavera estate 2009 di Cavalli è stata sorprendentemente minimal rispetto al suo solito. è persino arrivato a stupirci mandando in passerella un vestito leggero e impalpabile, tinta unita, sciancrato con una svasatura alla base e senza applicazioni di sorta: quindi niente
my OWN SHOW Milano Moda Donna: una vetrina d’eccezione per Andrea Piccione, neodiplomato in Fashion and Textile Design all’Istituto Europeo di Design di Torino. Il giovane stilista sarà protagonista di My Own Show, l’evento che presenta al pubblico le migliori collezioni realizzate dagli studenti IED e sviluppate in collaborazione con importanti aziende di moda italiane. “Icaro Decadente”, il progetto
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di Andrea Piccione prodotto da ViDiEffe, propone una lettura leggera e poetica di un racconto mitologico, svecchiando archetipi e convenzioni legati all’uso del cashmere e del mohair. IED, via Bezzecca 5, Milano. Dal 26.02 al 03.03 ore 11.00 -19.00 www.ied.it www.myownshow.it
fantasie né pellicce, che tuttavia non siamo riusciti a debellare dalle sue catwalks. Chissà, magari aizzandogli contro la seriorissima Rei Kawakubo riusciremo a farle sparire! Anche il caro Lorenzo Riva si merita un rimprovero! Le sue sfilate sono sempre più attempate, presentando ogni anno capi che francamente, per taglio e tessuti, sembrano usciti dall’armadio della mia nonna reduce da un viaggio nel tempo. Va bene reinterpretare le divise delle hostess anni Sessanta, ma se andiamo a vedere gli archivi dell’Alitalia probabilmente troveremo gli stessi abiti che lui fa sfilare di anno in anno. Per non parlare poi degli abiti alta moda che fa sfilare a Roma…God save youth! E se i giovani non dovessero prendere il potere, ecco spiegata la predizione maya del 2010. Stefania Rubini, II anno Fashion and Textile Design IED Torino
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Bicicletta pieghevole MoveOut For Her & Him a cura di Luigi Ferrando
A Londra è proibitissimo parcheggiare le biciclette sui marciapiedi. Cartelli avvisano con perfetto senso della giustizia che i veicoli abusivi verranno asportati, che cosa succeda dopo non si sa.
Ma anche a Milano o Roma parcheggiare una bicicletta sul marciapiede non è cosa saggia, sia per il pericolo di rimozione ma soprattutto per il pericolo di furto! Non bastano lucchetti da serranda a garantire che il nostro velocipede sia ancora li al ritorno. Le soluzioni sono due, ho avere una bici talmente schifosa che anche i ladri non ne vorranno sapere oppure arrivati a destinazione, piegare la bicicletta e portarla con se. è proprio l’idea che ha animato il progettista della Strida, Marck Sanders, una bicicletta pieghevole per tragitti urbani da sistemare sotto la scrivania o da caricare sul treno. I primi progetti risalgono al 1987 ma l’evoluzione non si è mai fermata prevedendo modelli speciali e super accessoriati. Sempre all’insegna di un design minimal e tecnologico. Oggi Strida ha i freni a disco, la cinghia di trasmissione in gomma e Kevlar che non macchia i pantaloni, piccole ruote a raggi da 16 o 18, sellino regolabile ed il portapacchi incorporato. In Giappone è diventata un mito e molti turisti la utilizzano per raid di migliaia di chilometri. In Italia, pur essendo in vendita in molti negozi e naturalmente su internet è poco conosciuta. Quando la si incontra per strada fa sempre effetto per la sua forma originale e per la velocità con cui riesce a schizzare tra una macchina e l’altra. Poi con un click si trasforma in un piccolo e poco ingombrante bagaglio a mano.
Buon calcetto
Come cambiano i tempi. Anche le scarpe da ginnastica non sono più quelle di una volta. O forse si? C’è stato il tempo delle scarpe gonfiabili, le mettevi e poi dovevi schiacciare una pompetta che ti stringeva il piede come un bracciolo da piscina. Per toglierle bisognava sgonfiarle con l’apposita valvola. Mi ricordo pure le scarpe con la camera d’aria, simpatico cuscinetto trasparente che capitava spesso di forare con una puntina da disegno. Allora non c’era gommista in grado di ripararle. Mi ricordo le scarpe con il contapassi, quelle con le impronte degli animali, quelle che si allacciavano con stringhe d’acciaio e quelle che si torcevano su se stesse. Una profusione di kevlar, carbonio, gomme di supposta derivazione extraterrestre, una moltitudine di cuciture, di colori, di forme, di testimonial famosi. Adesso però se devo comprare un paio di scarpe le compero semplici, eleganti, senza troppi problemi, che non mi facciano sembrare ne un maratoneta ne un famoso schiacciatore. Munich nasce a Barcellona, verso la fine degli anni trenta, cominciando la sua produzione nel campo delle scarpe da calcio, specializzandosi in scarpe da calcetto all’inizio degli anni 60. Adesso le sue calzature, coloratissime, modaiole ma semplici e ben fatte sono le sneakers preferite sia per il lavoro, che per il tempo libero. Coniugano forma tradizionale, suola in gomma, finiture in pelle, con tessuti lucidi e colorati, giocando su tinte mai ovvie o scontate. Roc, Acropol, Goal e Minimunich sono le serie in produzione, l’ultima, Minimunich, per bambini è così bella da comprare anche se siete single. Stringhe multicolore completano il lavoro. Buon calcetto e buone Munich a tutti.
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Fotocamera & Proiettore
For Her & Him MoveOut
Oggi tutti hanno una macchina fotografica sempre pronta in tasca, sono talmente piccole, talmente potenti che non ci si risparmia di scattare in qualsiasi situazione.
Le fotografie ed i filmati sono diventati il nostro modo per catturare i ricordi, gli amici, le emozioni. E siccome le foto digitali non hanno la pellicola e si può vedere subito il risultato non ci si risparmia con il dito sul pulsante. Si scatta per strada, in vacanza, al lavoro, ci si autoscatta, si scatta pure quando non si dovrebbe, insomma….le schede di memoria si riempiono in un attimo e ci portiamo a casa migliaia e migliaia di foto, giga e giga di dati grossi come la punta di un’unghia. Ne sviluppiamo però pochissime e la maggior parte delle volte siamo costretti a vederle sul televisore, sullo schermo del computer o sul telefonino. Oppure non le vedremo mai, cosa che capita alla maggior parte dei filmini di matrimonio. Nikon ha inventato una macchina fotografica rivoluzionaria, la S1000PJ COOLPIX che è in grado di proiettare le fotografie su una superficie bianca, con una risoluzione VGA e una diagonale massima di 40 pollici funzionando ininterrottamente per un ora con le batterie di bordo. Un’ottima idea per visualizzare immediatamente ed in grande stile le foto scattate, con gli amici o al lavoro, stupendo senza dubbio chi ci guarda. Qualcosa di simile ad un apparecchio di Star Trek che proiettava addirittura gli ologrammi. Per questo però alla Nikon stanno ancora lavorando. La S1000PJ è ovviamente anche una ottima macchina fotografica, dotata di più di 12 megapixel, il riconoscimento dei volti e una funzione che scopre se sorridi?!?!?
Occhiali Persol
Marcello Mastroianni indossava un paio di occhiali Persol durante le riprese del film “Divorzio all’italiana”, Reinhold Messner, li portava durante le sue imprese alpinistiche, Gabriele d’Annunzio, se ne fece costruire un modello apposta durante il suo volo aereo su Vienna.
Pure Greta Garbo e Steve MQueen li hanno portati sul naso. Li ha portati Alberto Tomba e anche Alessandro del Piero, li portano da sempre generazioni di sportivi ed intellettuali. Sono probabilmente gli occhiali da sole Made in Italy più famosi e conosciuti, con il loro classico look un po’ retrò, la montatura in celluloide ad imitazione della tartaruga e le cerniere dal profilo inconfondibile. Anche le aste sono particolari con un originale sistema di gommini che consente una perfetta aderenza al viso. Persol nasce nel 1917 a Torino, per opera di un ottico, Giuseppe Ratti, che si specializza in lenti per sportivi ed aviatori anche se la nascita della marca così come la conosciamo è successiva, del 1938. Il nome è la contrazione di per e sole, insomma occhiali per guardare in faccia la luce più intensa. Gli occhiali Protector diventano i preferiti dai piloti d’aereo e questo aumenta sicuramente il fascino del marchio. Un mix perfettamente riuscito di classico e moderno, una qualità dei materiali indiscutibile fanno di questi oggetti un’icona di sicuro risultato per non farsi abbagliare dal successo. mOve Out 2010
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MoveOut Gay & Lesbian
Dossier. La situazione attuale dei gay e delle lesbiche in Russia [...] L’atteggiamento della società nei confronti degli omosessuali Negli ultimi anni l’opinione della società nei confronti degli omosessuali si sta facendo più tollerante. La società sovietica si distingueva per l’estrema intolleranza verso qualsiasi dissidenza e verso i comportamenti insoliti, persino quelli completamente innocui. Gli omosessuali erano il gruppo sociale più stigmatizzato. Secondo i dati dell’inchiesta del Centro Panrusso di Ricerca sull’Opinione Pubblica (VCIOM) del novembre 1989, alla domanda “Come si dovrebbe agire nei confronti degli omosessuali?” il 33% degli interpellati rispose “liquidarli”, il 30% “isolarli”, il 10% “lasciarli a se stessi” e solo il 6% “aiutarli”. L’atteggiamento verso di loro era considerevolmente peggiore di quello verso le prostitute, i tossicodipendenti, i portatori di handicap dalla nascita, i malati di Aids, i vagabondi, gli alcolizzati e i “rockettari”. Tuttavia, già un anno dopo l’abolizione della persecuzione penale un’inchiesta del VCIOM ha rivelato un certo aumento della tolleranza rispetto al 1989. La percentuale di coloro che desideravano “liquidarli” era calata dal 31% del 1989 al 22%
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del 1994. Al contrario, l’8% - al posto del 6% - si pronunciò a favore di un “aiuto”, mentre il 29 % - al posto del 12 % - a favore dell’opzione “lasciarli a se stessi”, una percentuale 2 volte e mezza superiore. I parametri di quell’inchiesta sono significativi del livello sociale e dell’età degli interpellati. E’ pronto a lasciare gli omosessuali a se stessi il 40% delle persone sotto i 24 anni e solo il 12,3% di coloro che hanno più di 55 anni. Tra le persone che possiedono o non hanno completato un’istruzione superiore, il 43,4% ha scelto tale opzione, mentre l’ha scelta il 20,4% degli interrogati che possiedono un’istruzione inferiore alla scuola media. Nel 1997, secondo un sondaggio degli studenti delle classi 7°,
8° e 9° (si tratta della scuola secondaria inferiore, con alunni di rispettivamente 14, 15 e 16 anni. N.d.T.) il 37% dei ragazzi e il 53% delle ragazze si trovavano completamente d’accordo con il parere “le relazioni omosessuali non devono venire condannate, sono una questione personale”; il 17 e il 19% era “più d’accordo che contrario”, il 24,4% dei ragazzi e il 10,4% delle ragazze non era d’accordo. Nei confronti di tale questione gli adolescenti sono 2-3 volte più tolleranti dei propri genitori e dei propri insegnanti. Nel maggio 1998, rispondendo alla domanda del Centro Panrusso di Ricerca sull’Opinione Pubblica “Cosa pensate personalmente? L’omosessualità essenzialmente è…”, il 33% degli interrogati scelse l’opzione “una malattia o il risultato di
Gay & Lesbian MoveOut un trauma psicologico”, il 35% “una perversione, una brutta abitudine”, e solo il 18% scelse la risposta “un orientamento sessuale, che ha lo stesso diritto d’esistere che possiede l’orientamento comune”. Eppure, tra le persone d’età compresa tra i 18 e i 39 anni, il 31% privilegiò l’ultima opzione, mentre la scelse soltanto il 4% delle persone con più di 55 anni: per metà di loro si tratta semplicemente d’una “perversione”. L’intolleranza sociale nei confronti dell’omosessualità, quindi, sta diminuendo, ma rimane ciononostante sempre molto elevata. [...] Diritti politici e movimento gay Il movimento gay in quanto tale, e cioè come organizzazione che si batte per il riconoscimento dei diritti di gay e lesbiche, è rappresentato da alcuni gruppi isolati in diverse regioni del paese, generalmente finanziati da capitali stranieri (in prima fila, svedesi). Negli ultimi anni in Russia non è stata organizzata nessuna attività a livello nazionale, si tratti di campagne politiche, di propaganda e sottoscrizione di nuovi sostenitori, di raccolta di
Parigi 2009 - GAY PRIDE
mezzi di sostegno o di azioni di massa. Non si svolge un lavoro sistematico di documentazione delle violazioni dei diritti dei gay e delle lesbiche, né di tutela giudiziaria e amministrativa. Nell’ambito di internet, il sito Gay.ru risolve con pieno successo il problema dell’istruzione della popolazione e della creazione di una società virtuale di gay e lesbiche. La legge non proibisce la creazione di associazioni omosessuali, tuttavia nella pratica le autorità faranno sempre tutto il possibile per negare la registrazione ad un gruppo del genere. Quando ad esempio, nell’agosto del 1995, 27 organizzazioni locali crearono formalmente l’associazione di lesbiche, gay e bisessuali “Triangolo”, a livello nazionale, le autorità di Mosca negarono illegalmente la registrazione ufficiale, con il pretesto che la creazione del gruppo “forse contraddice le norme sociali della morale”. Nel corso degli anni 1999-2000 il sito internet Gay.ru ha tentato due volte di registrare presso l’ufficio moscovita del Ministero della Giustizia della Federazione russa i documenti costitutivi del Fondo d’assistenza di gay e lesbiche, entrambe le volte però la richiesta è stata respinta per ragioni formali.
Russia, Mosca, 16 Maggio 2009. (Foto: Misha Japaridze)
In campo politico, il fatto d’appartenere ad un’organizzazione gay o di mantenere un atteggiamento positivo nei confronti di gay e lesbiche viene utilizzato per screditare l’avversario durante la campagna elettorale. All’inizio del 2000 tale metodo è stato usato, con il sostegno della televisione di Stato, contro il candidato democratico Grigorij Javlinskij (segretario del Partito Democratico Unificato Russo “Jabloko”, partito socioliberale. Le elezioni a cui si fa riferimento sono le elezioni presidenziali allora vinte da Putin. N.d.T.). Testo tratto da roman.by, liberamente tradotto da Marta Testo originale: Реферат: Положение геев и лесбиянок в современной России Per leggere tutto l’articolo: www.gionata.org mOve Out 2010
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L’OmOFOBIA
COLPISCE ItALIA 1
Lettera 01. mentre ero a pranzo mi stavano andando le “chiacchiere” di traverso quando ho visto che si è compiuto l’ennesimo atto di omofobia mediatica. Alle ore 14:00 come di consueto viene mandata in onda una puntata dei griffin su italia uno, esattamente la numero 13 della quinta stagione intitolata “bill ti presento lois”. in questo episodio lois, la moglie del protagonista finisce a letto con bill clinton generando una crisi coniugale. verso la fine della puntata quando Peter Griffin decide di perdonare
sua moglie lois che lo aveva traditto con l’ex presidente degli usa, si dirige da Bill perchè chiariscano la vicenda e irrimediabilmente anche Peter finisce a letto con l’ex della casa bianca. Bene, questo è come si concluderebbe l’episodio se non fosse stato censurato, poichè su italia uno è stata tagliata la scena che ho descritto prima in cui Peter e Bill finiscono a letto. Mi ha davvero stupito che italia uno mandasse in onda i griffin che è notoriamente una serie molto spinta, sospesa anche negli usa varie volte a causa di critiche forti che aveva ricevuto, ma se è questo il prezzo che
bisogna pagare e soprattutto che noi gay dobbiamo pagare beh allora non ci stiamo, vi prego fate qualcosa non lasciate che quest’ennesimo atto vergognoso di disprezzo nei nostri confronti passi inosservato. Aggiornatemi vi prego spero che la cosa venga fuori. Mi sembra di esser tornato a brokeback mountain su rai due di qualche anno fa con la scena principale tagliata... ke skifo!
Lettera 02. Il giorno 16 febbraio 2010 stavo come di consueto godendomi il mio spazio tv gustandomi un pranzo fatto a base di una puntata de I Griffin, l’episodio in questione era 5×13 “Bill, ti Presento Lois” in inglese ”Bill And Peter’s Bogus Journey”. Sfortunatamente per la rete, io avevo visto l’episodio in versione integrale e in lingua originale. L’episodio parla di una mini-crisi coniugale tra gli sposini causata da un
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tradimento della moglie Lois con il presidente Clinton. Alla risoluzione dell’accaduto l’unica cosa che rimane da fare a Peter (il marito) è chiarire l’accaduto col pre-
sidente, ma ... sorpresa !!! La scena che ritrae i due sdraiati a letto , e preciso, SENZA FARE NIENTE DI OSCENO, in cui Peter fa capire che il presidente l’ha convinto
Gay & Lesbian MoveOut ad andare a letto con lui è VOLGARMENTE TAGLIATA, non solo togliendo qualsiasi significato alla scena, ma dimostrando che il nostro paese è un mondo che predica diritti uguali per tutti, sponsorizza pubblicità progresso come quella dei chirurghi la cui sessualità NON IMPORTA, ma che di fatto trova meno volgare un Beautiful dove madri sposano i figliastri e fratelli e sorelle copulano violando qualsiasi principio di scambio e miglioramento delle informazioni genetiche che far intendere E NON VEDERE che due uomini sono stati a letto assieme.
Beh io pretendo delle scuse, perché benché gli enti televisivi usino o meno le loro forbici virtuali per tagliarci via dalla loro vita, noi siamo qui con loro nel mondo reale, esistiamo con loro e soffriamo forse
anche più di loro, ma del resto perché dover usare distintivi come noi e loro? Chi è diverso da chi? Cito infine una frase dal film il ladro di orchidee: Il cambiamento non è una scelta, succede e ti ritrovi diverso. Breve tratta da http://www.arcigay.it
IL 1° CARCeRe PER tRANS
Ghettizzazione o Rispetto? Ci si pone ormai da un paio di mesi questa domanda, da quando a Empoli è stata creata una struttura per chi ha deciso di cambiare sesso. E’ il primo carcere in Italia destinato a Trans. Progetto nato a Novembre 2008 e con molte polemiche (specialità Italiana) a fine marzo dovrebbe già ospitare una trentina di detenuti. Una struttura inaugurata nel 1997 come fiore all’occhiello per il recupero di donne tossicodipendenti o ex. Oltre mille metri quadrati, 26 celle, una biblioteca, campo sportivo, ulivi. Una bella struttura, non c’è dubbio. Tutte le associazioni
e istituzioni Trans, e la stessa Vladimir si dicono soddisfatte. Leggevo opinioni e commenti sull’iniziativa. Un po’ di tutto effettivamente. “... ancora discriminazione!”, “...difronte alla legge siamo tutti uguali, perché dietro le sbarre no?”, oppure “...almeno ci trattano bene...”. Lancio a Voi la palla! (Scrivete sul Move Out Space)
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MoveOut Mleczko
Mono è la rivista monotematica antologica della Tunué Editori dell’immaginario - nata da un’idea di Marco Rizzo e Sergio Algozzino – e curata da Sergio Badino e Daniele Bonomo. http://blog.komix.it/mono/ - www.tunue.com
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Guide MoveOut
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