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ROBERTA FONTANA

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DANZA E SOCIETÀ

DANZA E SOCIETÀ

Roberta Fontana studia danza a partire dai 6 anni al Balletto di Roma sognando una vita da danzatrice classica, poi un’insegnante che riconosce in lei tanta passione le consiglia di provare il modern: secondo lei il fatto di non avere un collo del piede particolarmente sviluppato non l’avrebbe fatta emergere così come si sarebbe meritata. Al momento è stato un brutto colpo da digerire, un colpo che infrangeva i suoi sogni di bambina, nella realtà quel cambiamento ha significato per Roberta Fontana una carriera che, a partire dagli anni ’90, l’ha vista come danzatrice modern in numerose produzioni televisive e teatrali, chiamata a far parte di numerose compagnie di danza. Roberta, presente tra i docenti del tradizionale Campus Dance Summer School che IDA organizza ogni estate, ci ha raccontato perché per lei insegnare è stato un modo per sentirsi più libera. “Nasco dalla danza classica ma a 17 anni la mia insegnante di allora mi ha fatto notare che non avevo il collo del piede adatto per diventare un’ottima ballerina di danza classica. Ho vissuto un momento non piacevole ma essere insegnanti è responsabilità. La mia insegnante lo ha fatto e mi ha indirizzato in un nuovo binario, quello della danza modern. Una brava insegnante lo può e lo deve fare con i giusti modi e i giusti termini. Avevo una grande passione e questa determinazione mi ha guidato seguendo il consiglio della mia insegnante”. Roberta Fontana ha capito grazie a quella indicazione che aveva preso la strada giusta e ci confessa in che modo ha scoperto la sua vocazione di insegnante: “ho danzato in diversi angoli del mondo e in diverse situazioni ma ad un tratto ho sentito il forte bisogno di creare e di liberare quello che desideravo. Ho iniziato ad insegnare nelle pause da danzatrice ma poi ho sempre di più riscontrato che l’insegnamento per me era uno spazio di libertà.” Ci racconta che quello spazio libero non se l’è mai sentito dentro come danzatrice perchè c’è sempre stato un coreografo che decideva per lei e questa libertà le è piaciuta talmente tanto che nella sua vita professionale la coreografia e l’insegnamento hanno avuto uno spazio sempre più ampio. Per lei, come si legge nella sua nota biografica, “l’interpretazione musicale costituisce l’elemento essenziale del suo stile che

esalta la dinamica, la tecnica e l’espressione del ballerino”. Chiedo a Roberta di spiegarmi meglio cosa intenda e mi risponde con grande franchezza: “ascolto le musiche e poi nascono le mie coreografie, le ho dentro il mio corpo e tutto esce “giusto”, in modo del tutto naturale. Non devo creare, è tutto lì… esce tutto da solo. Parto sempre dalla musica e per questo faccio grandi ricerche in tal senso; ma una volta trovata la musica giusta il mio senso naturale del ritmo mi porta alla coreografia. Non faccio nessuno sforzo… è già pronta per essere ballata. Nell’insegnamento ho trovato la libertà di creare, mettere in pratica la mia ispirazione. Ho un insegnamento carnale, un modo diretto, spiegando cose che ho provato sulla mia pelle… forza e energia sono quello che servono ai miei allievi.”

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Viaggia e ha viaggiato tantissimo per lavoro incontrando sulla sua strada tantissimi studenti, ci ha raccontato la sua esperienza: “in Russia certamente ho avuto studenti più regolati e “rigidi”, a Madrid gli allievi hanno un’energia fantastica, a Tokio e in Brasile sono invece dei stakanovisti. Lavorare con allievi francesi poi dà molta soddisfazione perché il livello è molto alto: in Francia infatti non si smette mai di studiare e di formarsi, in Italia invece molti si bloccano nella formazione. Lavoro molto in Francia e mi trovo molto bene con i ballerini francesi, direttori e colleghi perché c’è certamente un rispetto più alto per l’arte e per la formazione tersicorea e ci sono anche più occasioni essendo organizzati più eventi e più festival di danza e di teatro e per questo chi studia riesce sempre a trovare un lavoro. Anche per questo motivo consiglio di non aver paura di vivere esperienze in altri paesi”. Roberta ci confessa poi: “come insegnante cerco sempre di lasciare qualcosa e questo mi dà grande soddisfazione. Sono me stessa e do tutta me stessa ai miei ragazzi… vedo il mio ruolo di insegnante come uno scambio energetico così importante che dopo che ho dato una lezione di danza mi sento come se avessi fatto una doccia: mi sento meglio, più carica”.

Le chiediamo poi cosa si sente di consigliare ai propri allievi in generale: “non smettete mai di essere affamati di studio, nessuno ottiene tutto e subito, anche se spesso te lo fanno credere, ma questo non è certamente il miglior approccio per affrontare questa arte. Danzare è un lavoro così pieno di sacrifici che se non hai la passione giusta non ce la fai. Lo so, sono una privilegiata, il mio è un lavoro e una passione, mi pagano per fare quello che amo. Per questo motivo sprono i miei allievi ad ottenere quello che vogliono e cerco di essere sempre sincera come la mia insegnante lo fu con me a suo tempo”. L’ho intuito profondamente anche osservandola mentre spiegava, correggendo con delicatezza e rigore, cercando di far passare oltre alla tecnica, l’energia che occorre per farla diventare più giusta e adatta ad ogni allievo che interpreta le sue coreografie… Sono certa che dopo una lezione di Roberta Fontana puoi ritrovarti uno studente “rinnovato” e “con un sapere di cui fare tesoro” per il proprio futuro, qualunque esso sia.

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