Expression dance magazine maggio 2017

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Rivista ufficiale I.D.A. International Dance Association ANNO XXVIII n. 1 - maggio 2017 - Centro Studi La Torre S.r.l.

In caso di mancato recapito inviare al CPO Ravenna, ufficio detentore del conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la dovuta tariffa. CONTIENE I.P.

E PRESSION dance magazine

SCUOLA Laura Comi punta sugli allievi NUOVE TECNOLOGIE La danza nell'era digitale MEDICINA Il piede nella danza

INTERVISTA

Sara

RENDA Speciale CAMPUS 2017 All'interno DANCE ACADEMY


Campus

SUMMER

SCHOOL

R AV E N N A • 1 2 / 1 7 L U G L I O 2 0 1 7 Campus, la Summer School IDA all’insegna dell’innovazione, offre un ampio ventaglio di proposte formative rivolte ai docenti di danza, così come agli appassionati e ai giovanissimi Under 12. Per chi già insegna, sarà una settimana ricca di percorsi monotematici sulle varie discipline della danza, dal classico al modern/contemporaneo fino all’hip hop. Veri e propri focus in cui studiare con alcuni dei migliori artisti che forniranno utili consigli e strumenti di apprendimento. Come sempre, durante Campus sarà inoltre possibile seguire le lezioni dello stage, con un occhio di riguardo per i più piccoli che avranno classi a loro riservate.

WORKSHOP DI AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE PER INSEGNANTI DAL 12 AL 17 LUGLIO 2017

LEZIONI DI DANZA IN TANTI STILI DIVERSI DAL 12 AL 17 LUGLIO 2017

LEZIONI PER GLI ALLIEVI PIÙ GIOVANI DAL 15 AL 17 LUGLIO 2017

Per maggiori informazioni, iscrizioni e quote

www.idadance.com


LEZIONI DI DANZA IN TANTI STILI DIVERSI

DAL 12 AL 17 LUGLIO 2017 Iker Karrera MODERN/CONTEMPORANEO

Fusion di stili unisce lo studio dell’ampiezza del movimento della danza contemporanea con i movimenti frammentati della danza urbana. La musicalità e i cambiamenti di dinamica sono due dei punti chiave.

Roberta Fontana MODERN/CONTEMPORANEO

L’interpretazione musicale costituisce l’elemento essenziale di questo stile che esalta la dinamica, la tecnica e l’espressione del ballerino attraverso una gestualità raffinata e rigorosa fatta di veloci cambi di direzione e ampiezza dei movimenti.

Virgilio Pitzalis MODERN

Lia Courrier DANZA CLASSICA

Per riscoprire forme, ritmo, dinamica e coordinazione arricchite di conoscenze provenienti dall’anatomia, fisiologia, yoga e danza contemporanea

Loreta Alexandrescu DANZA CLASSICA

Le lezioni di classico si propongono di approfondire la metodologia della danza classica accademica attraverso esercizi mirati a sviluppare la forza, la velocità, la coordinazione , la musicalità, la presa di coscienza del corpo e della sua capacità espressiva.

SBARRA

Dalla tecnica allo stile: lezioni di approfondimento fra pliés, adagi e diagonali per applicare i principi base del modern al floorwork.

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO E COMPOSIZIONE

Non solo si affronteranno gli elementi fondamentali della tecnica e le dinamiche spaziali, ma anche moduli coreografici. Il lavoro porterà il partecipante alla creazione di una struttura coreografica che unirà il materiale dato e la propria individualità espressiva.

La sbarra costituisce il vero e proprio strumento di studio del danzatore, il quale se ne serve per sviluppare la muscolatura necessaria al “centro”. Lezione volta al miglioramento della qualità tecnica dell’esecuzione dei passi e della giusta postura, elemento irrinunciabile per ogni ballerino.

Massimiliano Scardacchi DANZA CLASSICA

Dai principi del balletto classico alla scena: il valore della lezione in funzione del lavoro teatrale.

Carla Rizzu CONTEMPORANEO FLOOR IN RELEASE Ricerca di ascolto del proprio corpo

Carla Rizzu/Giovanni Gava CONTACT IMPROVISATION

Attraverso fasi di ascolto, di gioco, di percezione corporea si analizzeranno diverse modalità di approccio di partnering.

Ilenja Rossi / Daniele Baldi HIP HOP

Partendo da una fase di riscaldamento, si andranno ad approfondire elementi di stile e tecnica per arrivare allo sviluppo di una coreografia adatta a diversi livelli.

Giovanni Gava CONTEMPORANEO FLOOR IN BREAK

Lezione dinamica che unisce e miscela elementi di break dance alla tecnica di suolo.

Matteo Addino MODERN

Modern ad alto tasso di energia e creatività, alla scoperta del carisma e della massima espressività per rendere unico e speciale il proprio modo di danzare.

Jean Nunes HIP HOP

Direttamente dallo Studio Vibes di Bruxelles, uno stile che unisce la old school e la new school dell’hip hop!

LEZIONI PER GLI ALLIEVI PIÙ GIOVANI

DAL 15 AL 17 LUGLIO 2017 Loreta Alexandrescu Massimiliano Scardacchi CLASSICO

Roberta Broglia Matteo Addino MODERN

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WORKSHOP DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI

DAL 12 AL 17 LUGLIO 2017 FOCUS

CARLA RIZZU E DONATO DE BARTOLOMEO SPIRAL TRAINING - Seminario di riscaldamento in movimento di ricerca

Rivolto a insegnanti di qualsiasi disciplina e tecnica di danza. Il riscaldamento muscolare è molto importante in quanto consente al corpo di prepararsi ad affrontare l'allenamento nelle migliori condizioni possibili. Sarà proposto un protocollo di lavoro che aiuta a sciogliere la tensione muscolare attraverso una accurata preparazione di preriscaldamento, aumentando così la mobilità articolare, sviluppando la forza unita all’equilibrio e ad un saldo contatto con il suolo.

ROBERTA BROGLIA E MATTEO ADDINO COMPOSIZIONE COREOGRAFICA PER BAMBINI

Confine tra divertimento e tecnica nelle composizioni coreografiche sui bambini Il workshop ha lo scopo di fornire all'insegnante metodi didattici al fine di creare composizioni coreografiche originali e coinvolgenti per giovani allievi.

LORETA ALEXANDRESCU DALLA TECNICA ALLO SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE RITMICO MOTORIA

Come instaurare un adeguato rapporto tra la musica e la danza per arrivare gradualmente all’utilizzo della tipologia di ritmo e melodica più adatta, per l’accompagnamento degli esercizi che compongono le lezioni di danza classica.

MARCO BATTI LE PUNTE

Il workshop ha lo scopo di fornire elementi metodologici per l'insegnamento della tecnica di punta. Approfondimenti sulle differenti morfologie di piede e le conseguenti scelte consigliabili in merito alla scelta della scarpa da punta. Come cucire, preparare, ricamare ed ammorbidire la scarpetta da punta. Riconoscere i principali errori e come correggere vizi e atteggiamenti scorretti.

DANIELE BALDI E ILENJA ROSSI / FOCUS HIP HOP STUDIO COREOGRAFICO, DALLA TECNICA ALL'EMOTIVITÀ NELL’HIP HOP

Un seminario interamente dedicato agli insegnanti di hip hop, disciplina che può assumere molteplici declinazioni. Si approfondisce in particolare lo studio della coreografia e della musica, cercando di fornire spunti utili per la scelta dei brani in rapporto al tipo di creazione proposta. Sotto il profilo didattico, si offrono strumenti in grado di sviluppare e semplificare lezioni per gruppi di allievi diversi per livello e stile praticato.

MAÏTHÉ N’KOSI (Studio Vibes - Bruxelles) / FOCUS HIP HOP RAGGA JAM

Nata e cresciuta a Bruxelles, Maithe Nkosi è presto diventata membro della crew “Brothers and Sisters”. Nel 2009 incontra la sua più grande ispirazione: Laure Courtellemont e il Ragga Jam, mix di Hip Hop con inflessioni afro su musica e ambienti ragga.

FOCUS U12 CLAUDIO CAMPANELLI HIP HOP

Due ore di intenso lavoro creativo che, partendo dallo studio tecnico dei passi base e approcciando il free-style, porterà alla composizione di una frizzante coreografia finale.

KIRA ANIMAL MOVE

Tecniche di lavoro corporeo per bambini finalizzate all’allenamento per la danza. Partendo dai movimenti degli animali, si studieranno sequenze coreografiche che fondono preparazione atletica, danza e breakdance… per allenarsi divertendosi!

RITA VALBONESI E SARA TISSELLI ACROBIMBO - SPICCO IL VOLO

Proposte di posizioni acrobatiche adeguate ai bambini attraverso un movimento creativo danzante

Grazie alla tecnica dell’acrobatica, all’eleganza della danza e all’ausilio del Body Flying si potrà sperimentare a 360 gradi la libertà di movimento nello spazio. Mobilità, coordinazione, propriocezione permettono di lavorare sull’allungamento e la flessibilità della colonna dei bambini attraverso le “acrobazie”. Il Focus “Acro-bimbo - Spicco il volo”, dedicato agli allievi under 12, può essere frequentato anche dagli allievi over gratuitamente in qualità di “uditore”, purché siano iscritti ad almeno uno degli altri Focus (in viola). Il numero di posti è limitato. La direzione si riserva di chiudere le iscrizioni agli uditori al raggiungimento del numero massimo. 4

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Per maggiori informazioni, iscrizioni e quote www.idadance.com


PROGRAMMA

Orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti su www.idadance.com. Lezioni e Focus sono a numero chiuso. La Direzione si riserva di chiudere le iscrizioni al raggiungimento del numero massimo.

MERCOLEDÌ 12

SALA 1

SALA 2

SALA 3

SALA 4

10,00 - 11,30

Lia Courrier CLASSICO

Iker Karrera MODERN

Jean Nunes HIP HOP

11,45 - 13,15

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO

Virgilio Pitzalis MODERN

Daniele Baldi HIP HOP

14,00 - 15,30

Virgilio Pitzalis MODERN

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO

Jean Nunes HIP HOP

15,45 - 17,15

Lia Courrier CLASSICO

Iker Karrera MODERN

Daniele Baldi HIP HOP

GIOVEDÌ 13

SALA 1

SALA 2

SALA 3

9,30 - 11,00

Lia Courrier CLASSICO

Iker Karrera MODERN

Jean Nunes HIP HOP

11,30 - 13,00

Iker Karrera MODERN

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO

Ilenja Rossi HIP HOP

14,00 - 15,30

Virgilio Pitzalis MODERN

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO

16,00 - 17,30

Lia Courrier CLASSICO

Virgilio Pitzalis MODERN

14,00 - 18,00 FOCUS HIP HOP Daniele Baldi e Ilenja Rossi STUDIO COREOGRAFICO, DALLA TECNICA ALL’EMOTIVITÀ

VENERDÌ 14

SALA 1

SALA 2

SALA 3

9,30 - 11,00

Lia Courrier CLASSICO

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO

Ilenja Rossi HIP HOP

11,30 - 13,00

Virgilio Pitzalis MODERN

Matteo Addino MODERN

Ilenja Rossi HIP HOP

14,00 - 15,30

Emanuela Tagliavia CONTEMPORANEO

Matteo Addino MODERN

16,00 - 17,30

Loreta Alexandrescu CLASSICO

Virgilio Pitzalis MODERN

SABATO 15

SALA 1

SALA 2

SALA 3 - UNDER 12

10,00 - 11,30

Loreta Alexandrescu CLASSICO

Matteo Addino MODERN

10,30 - 11,30

Roberta Broglia MODERN

12,00 - 13,30

Roberta Fontana MODERN

Virgilio Pitzalis MODERN

12,00 - 13,00

Loreta Alexandrescu CLASSICO

14,15 - 15,45

Virgilio Pitzalis MODERN

Roberta Fontana MODERN

16,00 - 17,30

Loreta Alexandrescu BARRE

DOMENICA 16

SALA 1

SALA 2

SALA 3 - UNDER 12

10,00 - 11,30

Massimiliano Scardacchi CLASSICO

Carla Rizzu CONTEMPORANEO FLOOR IN RELEASE

10,30 - 11,30

Matteo Addino MODERN

11,45 - 13,15

Matteo Addino MODERN

Roberta Fontana MODERN

12,00 - 13,00

Massimiliano Scardacchi CLASSICO

14,00 - 15,30

Giovanni Gava CONTEMPORANEO FLOOR IN BREAK

Roberta Fontana MODERN

15,45 - 17,15

Massimiliano Scardacchi CLASSICO

14,00 - 16,00 FOCUS U12 Kira Giovanni Gava e Carla Rizzu ANIMAL MOVE CONTACT IMPROVISATION

LUNEDÌ 17

SALA 1

SALA 2

SALA 3 - UNDER 12

9,30 - 11,00

Massimiliano Scardacchi CLASSICO

Giovanni Gava CONTEMPORANEO FLOOR IN BREAK

10,00 - 11,00

Matteo Addino MODERN

11,30 - 13,00

Roberta Fontana MODERN

Carla Rizzu CONTEMPORANEO FLOOR IN RELEASE

11,15 - 12,15

Massimiliano Scardacchi CLASSICO

13,30 - 15,00

Giovanni Gava e Carla Rizzu Roberta Fontana CONTACT MODERN IMPROVISATION

12,00 - 17,00 FOCUS Carla Rizzu Donato De Bartolomeo SPIRAL TRAINING

SALA 4

14,00 - 18,00 FOCUS HIP HOP Maïthé N’Kosi RAGGA JAM

11,30 - 15,30 FOCUS Loreta Alexandrescu DALLA TECNICA ALLO SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE RITMICO MOTORIA

SALA 4

14,00 - 16,00 FOCUS U12 Claudio Campanelli HIP HOP

12,00 - 16,00 FOCUS Roberta Broglia e Matteo Addino COMPOSIZIONE COREOGRAFICA PER BAMBINI

SALA 4

13,00 - 17,00 FOCUS Marco Batti LE PUNTE

13,00 - 15,30 FOCUS U12 Sara Tisselli e Rita Valbonesi ACROBIMBO - SPICCO IL VOLO

Per maggiori informazioni, iscrizioni e quote www.idadance.com

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editoriale a cura di Roberta Bezzi

La danza, un bene ‘morale’ prezioso! L’aria profuma già di estate e l’anno accademico volge ormai al termine. Molte scuole sono impegnate negli ultimi preparativi del saggio-spettacolo che racchiude gli sforzi di un anno intero, con gli allievi entusiasti e desiderosi di esprimere il meglio di sé. Dopodiché inizierà il tempo del relax e del meritato riposo che, in realtà, per tanti giovani diventerà l’occasione di continuare a specializzarsi e perfezionarsi nell’ambito di stage, corsi e workshop. Perché la danza, come amiamo ripetere da anni, non va mai in vacanza! Va però detto che la lunga pausa estiva è anche il momento migliore per fare il punto sul proprio percorso tecnico e artistico, per decidere come ricominciare a settembre, dandosi nuovi obiettivi. Al riguardo, il miglior consiglio è quello di non perdere mai di vista ciò che più conta: il divertirsi con la danza, il trarne nutrimento, l’aver voglia di saperne sempre di più. Perché come sottolinea spesso un’icona vivente quale Carla Fracci, per tutti la personificazione della danza, “è un’arte che esige lealtà, coraggio, onestà e non troppi grilli per la testa”. Ma in cambio dà molto. “Il bene morale che se ne riceve è superiore a qualsiasi bene ‘materiale’ che se ne potrà forse ricavare un giorno”. Queste le parole utilizzate dall’indimenticabile étoile, ancora capace di brillare nei teatri a 81 anni, che invita i giovani a continuare assolutamente a studiare, anche se poi le qualità fisiche non corrispondono al lavoro in scena. E in tal senso, un ruolo fondamentale è rivestito dalle scuole di danza, che sono non solo fucine di talenti ma ambienti ‘puliti’ e sani in cui tanti giovani – non necessariamente destinati a diventare primi ballerini – hanno la possibilità di crescere e maturare seguendo delle regole e imparando il rispetto e il confronto con gli altri. “C’è un grande desiderio di balletto in Italia. Purtroppo, c’è una decadenza di mecenati e una scarsa lungimiranza da parte dei politici. A volte la danza viene giudicata ingiustamente perdente, ma basti pensare al continuo fiorire di scuole di danza private che sono la nostra più grande ricchezza”. E se lo dice la Fracci c’è da crederle. A tutti voi che amate la danza in tutte le sue molteplici forme e a tutte le scuole che, con entusiasmo e impegno, fanno crescere le nuove generazioni, l’augurio di una buona estate per ripresentarsi a settembre con tante nuove idee!

In copertina Sara Renda Foto di Sebastien Cottereau Direttore responsabile Claudio Vacchi Caporedattore Roberta Bezzi Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Albisetti, Elena Baldisserri, Chiara Brighi, Omar De Bartolomeo, Massimiliano Craus, Angela Lonardo, Roberta Fadda, Luca Mattonai, Martina Pedrotti, Mariangela Treglia. Art Director Elena Zanfanti Fotografie Rudy Amisano, Luigi Bilancio, Alberto Calcinai, Luca Concas, Sebastien Cottereau, DS Photo, Fabrizio Ferri, Yasuko Kageyama, Laurent-Philippe, MFly!, Gillian Murphy, Rosalie O' Connor, Julien Palus, Federico Riva, Shutterstock, Piero Tauro, Teatro Franco Tagliavini-Novellara. Un ringraziamento particolare a Marco Batti, Marta Castelletta, Laura Comi, Luigi Crispino, Cristina Defendi, Cristina Di Paolo, Barbara Fabbrizzi – Spazio B di Sesto San Giovanni (Milano), Roberta Fontana, Laura Fruncillo – Studio Danza di Quarto d’Altino (Venezia), Angela Giancotti – Angie Dance di Paderno Dugnano (Milano), Emma Mardegan, Théo Maréchal, Matteo Moretto, Sven Otten, Emma Portner, Sara Renda, Genny Ruggeri – Centro Danza di Messina, Patrizia Salvatori e Federica Galimberti di E.sperimenti GDO Dance Company, Roberta Siciliano, Zvetomira Todorova – Dance Studio di Capriate San Gervasio (Bergamo), Ufficio stampa e Segreteria organizzativa Danza in Fiera. Editore Centro Studi “La Torre” Stampa Rotopress International - Bologna Redazione di Expression c/o Centro Studi “La Torre” via Paolo Costa n. 2, 48121 Ravenna Tel. 0544/34124 Fax 0544/34752 e-mail: expression@idadance.com www.idadance.com

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sommario

EXPRESSION | anno XXVIII n. 1 - maggio 2017

63 L'angolo dell'esperto a cura di Luca Mattonai I rimborsi spese degli associati ASD

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Intervista LA GRINTA DI SARA RENDA di Roberta Bezzi

14 La danza nell'era digitale a cura della D.ssa Mariangela Treglia

16 Emma Portner, energia

Le rubriche 8 News dal mondo della danza 40 Rubrica scuole IDA e news 64 IDA Social Community 66 IDA Breaking News

Speciale IDA 44 Concorso Expression Le interviste a quattro giovani vincitori

42 Il primo corso di qualifica per Maestro di Danza

50 Il corso di danza Classica un percorso altamente qualificante

Programmazione didattica 2017

corsi, seminari, workshop, scuole, stage, concorsi, master a marchio IDA a pag. 29

e talento di Roberta Bezzi

20 Laura Comi, punto tutto sui miei allievi di Massimiliano Craus

22 Sven Otten e il suo

inconfondibile Neoswing

24 Roberta Siciliano, la bellezza della danza di Angela Lonardo

27 Il Dubstep di Marquese Scott 52 Roberta Fontana, ballare emozionandosi di Angela Lonardo

54 Il volo dal San Carlo a

New York di Luigi Crispino di Massimiliano Craus

57 E.sperimenti fucina giovane e dinamica di talenti di Roberta Bezzi

60 I traumi del piede nella danza A cura di Dott. Omar De Bartolomeo e D.ssa Alessandra Albisetti

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NEWS

DAL MONDO DELLA DANZA

IL MITO DI

JOSÉPHINE BAKER

IN MOSTRA ALL’AND DI ROMA Resterà aperta fino al prossimo 13 giugno la mostra che l’Accademia Nazionale di Roma dedica alla cantante e danzatrice afroamericana, naturalizzata francese, Joséphine Baker, divenuta subito simbolo una grande vedette internazionale, oltre che figura simbolo nella lotta contro il razzismo. La mostra, in collaborazione con il Museo Parigino a Roma e la Nixi.it, è curata da Cesare Nissirio e ripercorre alcune tappe dei suoi successi da quel teatro iniziale degli Champs-Elysées, alle Folies Bergère, al Bobino. Manifesti, foto, spartiti, dischi, oggetti vari: un affresco affascinante dell’artista, riassunto in una serie di pannelli zeppi di immagini d’epoca e di suggestioni. Apertura dalle 10 alle 19.

CALMELS,

STELLA DEL JOFFREY BALLET DI CHICAGO

LA DANZA AL Foto Piero Tauro

RAVENNA FESTIVAL 2017

La danza ha un suo spazio definito al Ravenna Festival 2017. Da non perdere l’ultima creazione di Olivier Dubois, “Les mémoires d’un Seigneur”, una produzione del Ballet du Nord/CCN Roubaix Nord-Pas de Calais. Il noto coreografo, geniale ex allievo di Jan Fabre, ritorna a Ravenna per esplorare le vertigini e gli abissi del potere, un vero e proprio ‘inferno’, una riflessione sul rapporto fra uomo e potere e su arte e potere. Spazio anche al Ballet Nacional de Cuba che porterà sul palcoscenico “La magia della danza”. La serata è un meraviglioso ‘ripasso’ del balletto occidentale (Giselle, La Bella Addormentata, Lo Schiaccianoci, Coppélia, Don Chisciotte, Il Lago dei Cigni), e un tuffo in quello cubano, con assaggi della Sinfonia di Gottschalk, tra ritmi caraibici e sapori criolli. Il gran finale è affidato a Svetlana Zakharova & Friends, spettacolo in cui l’étoile sarà affiancata da un gruppo di artisti scelti fra i primi ballerini del Bolshoi, i solisti del Mariinskij e guest star di altre prestigiose compagnie.

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Con i suoi 198 centimetri di altezza, Fabrice Calmels è – secondo il Guiness World Record – il ballerino più alto del mondo. Nato e cresciuto in Francia, dove ha studiato alla Scuola dell’Opéra di Parigi fino ai 17 anni, oggi è soprattutto la stella del Joffrey Ballet di Chicago. Fuori dal palcoscenico scrive una rubrica di danza per il Chigaco Tribune, si dedica alla fotografia ed è spesso in giuria nel programma americano ‘So You Think You Can Dance’. Di recente, ha deciso di iniziare anche la carriera di modello firmando un contratto con la prestigiosa I M G Models.


IL PROGETTO: DANZA E MUSICA PER STUDIARE MATEMATICA

Si chiama WeDraw il nuovo metodo di insegnamento multisensoriale al centro di un progetto europeo coordinato dall’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia, nato dalle ricerche di un gruppo di 25 studiosi guidati da Monica Gori e Gualtiero Volpe. Si rivolge a bambini dai 6 ai 10 anni e, basandosi sull’utilizzo dei sensi nell’apprendimento, è adatto anche a chi ha disabilità sensoriali o problemi di apprendimento. Una volta indagate le preferenze sensoriali dei bambini, queste saranno indagate per verificare un effettivo apprendimento dei concetti presentati. Un esempio? La comprensione della geometria con il movimento del corpo, che è associato naturalmente all’idea di spazio e sarà sfruttato attraverso la danza o il disegno.

OLIVIERI,

Sarà direttore del corpo di ballo del Teatro alla Scala per i prossimi tre anni, il maestro Frédéric Olivieri che renderà presto note le sue linee artistiche in vista della stagione di balletto 2017/2018. Un incarico in realtà che aveva già ricoperto dal 2002 al 2007 e negli ultimi mesi a cavallo tra il 2016 e l’inizio di quest’anno ‘ad interim’. Durante la sua direzione il repertorio del balletto scaligero si è ampliato e rinnovato con nuove prodizione come “Il lago dei cigni” di Vladimir Bourmeister e “La Dame aux Camélias” di John Neumeier e “Sogno di una notte di mezza estate” di George Balanchine. Non sono mancate le creazioni di coreografi italiani tra i più apprezzati come Mauro Bigonzetti, Fabrizio Monteverde e Jacopo Godani.

FIRMA “MAMMA MIA!” TUTTA ITALIANA A vent’anni dal debutto di “Mamma Mia!”, il musical da 60 milioni di spettatori al mondo, portato al cinema da Meryl Streep, arriva in una nuova versione tutta italiana, non solo le canzoni ma anche scene e allestimento, voluta dai produttori inglesi e diretta da Massimo Romeo Piparo. Cast da 28 performer per la storia di Sophie, che vorrebbe il padre ad accompagnarla all’altare. Ma chi sarà tra i tre ex fidanzati della mamma? Il format originale del musical in versione italiana, con le liriche delle canzoni tradotte da Stefano D’Orazio, era già stato prodotto in Italia nel 2010 da Stage Entertainment. Il debutto è atteso per il 7 e 8 luglio al Teatro Antico di Ostia, per arrivare poi al Teatro Greco di Siracusa, allo Sferisferio di Macerata, in piazza degli Scacchi a Marostica e poi al Sistina di Roma a fine anno.

ROBERTO BOLLE,

IN GIRO PER IL MONDO E LE DATE DEL GALA

Orgoglio della danza italiana all’estero, Roberto Bolle si esibirà in giugno nel ruolo principal Armand nel balletto “Marguerite and Armand” alla Royal Opera House di Londra, mentre in settembre danzerà il ruolo principale del balletto “L’Arlésienne” al Tokyo Bunka Kaikan di Tokyo. Sono state inoltre rese note le date del tour estivo del galà “Roberto Bolle and Friends”: il 7 e 8 luglio all’Opera di Firenze –Teatro del Maggio Fiorentino, dall’11 al 13 luglio alle Terme di Caracalla di Roma, il 15 luglio al Festival di Spoleto, il 17 luglio all’Arena di Verona, il 21 luglio alla Forte Arena di Santa Margherita di Pula (Cagliari).

Foto Rudy Amisano

NUOVO DIRETTORE DEL CORPO DI BALLO DEL TEATRO ALLA SCALA

PIPARO

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Foto di Sebastien Cottereau

LA GIOVANE ÉTOILE DEL BALLETTO DI BORDEAUX: UN SOGNO DIVENUTO REALTÀ!

Sara Renda

L A G R I N TA D I

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Foto di Julien Palus

di Roberta Bezzi

Il suo corpo è minuto, ma flessuoso e scattante. Il suo volto dolce, con occhi caldi color nocciola, ma pieni di grinta e passione. Ed è grazie a queste e altre qualità – talento, determinazione e coraggio – che è diventata protagonista di un percorso di successo nel mondo della danza. Partita da Alcamo, in provincia di Trapani, è cresciuto artisticamente all’Accademia Teatro alla Scala di Milano, dove si è diplomata con il massimo dei voti. Poi, si è vista subito corteggiare dalla scene del teatro dell’Opera di Bordeaux, riuscendo in breve tempo a bruciare le tappe: a soli 24 anni, il 15 dicembre 2015 al termine della prima del balletto “La Bella Addormentata”, è stata infatti nominata étoile dai direttori Charles Jude e Thierry Fouchet, entrando quindi a pieno diritto nell’Olimpo della danza francese. Numerosi i premi che le sono stati assegnati in questi anni: il premio DanzArenzano Arte 2015, il premio Danza&Danza come migliore ‘danzatrice italiana all’estero’ sempre nel 2015, la medaglia di bronzo al prestigioso Concorso internazionale di balletto di Varna (ndr, a tutt’oggi è la prima italiana a salire sul podio nei cinquant’anni di competizione). Il suo è un bel percorso che può essere da esempio per tanti giovani con l’amore per la danza nel dna. Sara Renda, com’è nata la tua passione per la danza? Che influenza hanno avuto i tuoi genitori? «Credo che questa mia attitudine provenga da vite passate… Ho sempre ballato fin da bambina, tant’è che i miei genitori conservano video incredibili in cui – già a due anni – ballavo e preparavo da sola delle coreografie. Mia madre ama raccontarmi che, anche quando ero nella

sua pancia, mi agitavo e sembrava che io danzassi. È stata soprattutto lei ad avere un certo ascendente su di me, perché desiderava tanto una figlia ballerina… E, come ben si sa, il pensiero è energia e quindi l’ho ‘accontentata’. Mai desiderio è stato così facile da soddisfare…». Puoi raccontare i tuoi inizi? Cosa maggiormente ti è rimasto impresso? «Mi vengono in mente tanti momenti e, in modo particolare, i miei primi anni alla Scala. Non era facile rimanere da sola in convitto ma, allo stesso tempo, il mio amore per la danza era tale da darmi la giusta tenacia per andare avanti. Sicuramente i primi ricordi sono indelebili: i primi giorni in una scuola così faticosa e impegnativa, i primi professori, le prime conoscenze, i tanti pianti fatti perché mi mancavano i genitori, quella grande città chiamata Milano piena di negozi e gente sempre di corsa. Se chiudo gli occhi posso rivivere tutti quei momenti, come se fosse ieri.». «Sono stata notata a un concorso da Marco Pierin e lui si è preoccupato di parlare direttamente con i miei genitori. Non è stata una decisione facile da prendere. Di quel periodo, mi ricordo la tensione che si era creata in casa visto che, non essendo figlia unica e avendo un fratello di pochi anni più grande, non sapevano cosa fare, se restare in Sicilia o ‘traslocare’ con me. Alla fine hanno deciso di rimanere per non sradicare anche lui. Dopo molti anni mi rendo conto che è stata la scelta migliore per entrambi». Quando hai preso coscienza del tuo talento? Quando hai capito che la danza poteva rappresentare il tuo futuro professionale? «Il talento va alimentato con un grande amore. Certo, ci vuole anche tanta volontà ma questa, produce solo risultati discreti. Solo l’amore per la danza può consentire di raggiungere importati traguardi e io, di mio, ho sempre saputo di amare tanto la danza. La consapevolezza del talento è arrivata presto, percependo e concependo sin da bambina quello che volevo diventare. Devo anche ammettere che sicuramente, oltre ad aver dimostrato da subito di avere delle doti particolari nella danza, la mia vera forza è sempre stata il carattere». Quali sono stati gli incontri più significativi o le esperienze che più hanno contribuito alla tua

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Foto di Julien Palus

crescita artistica? «Tutti i professori dell'Accademia mi hanno molto aiutata nel modellarmi e farmi diventare quello che sono oggi, ma sicuramente le persone più importanti sono state Marco Pierin come ho detto prima, Patrizia Campassi che mi ha accudito e donato tanti consigli utili e ovviamente Charles Jude che ha creduto in me». Cosa rappresenta la danza per te? La tua personale definizione... «La danza è legata a questa meravigliosa immagine, quella di una ballerina che si trasforma in una piuma, che vola in un vento di note colorate le quali pitturano una tela chiamato palco. A livello personale, la danza rappresenta una delle più alte forme di comunicazione come la musica». Quali sono stati i momenti di maggiore difficoltà? Hai mai pensato di lasciare tutto e vivere una vita diversa? «La lontananza dagli affetti in un’età così giovane, è stata la principale difficoltà. Ma non ho mai pensato di mollare. Per me, la parola ‘no’ non esiste, al massimo può significare ‘non ora’, figuriamoci la parola ‘arrendersi’ o ‘lasciare’, non fanno parte del mio vocabolario». Dopo il diploma, avevi già in testa di trasferirti all’estero piuttosto che restare in Italia? O è stata una scelta dettata dall’opportunità offerta dal Balletto di Bordeaux? «La Francia ha creduto subito in me e io sono contenta della mia scelta. Ovviamente l’Italia mi manca, magari un giorno tornerò alla Scala». Com’è vivere a Bordeaux? Come ti trovi in compagnia con i colleghi e i maestri?

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«Tutto perfetto. La città è molto accogliente e sinceramente posso dire che mi trovo molto bene con tutti. Certo, le dinamiche della compagnia e il grande impegno non danno molto spazio al divertimento, ma non è un problema perché per me danzare è pura gioia. Comunque, posso dire di essere fortunata e di aver incontrato un bel gruppo anche piuttosto coeso. L’unione fa la forza si dice e in Francia questo proverbio funziona alla grande». All’interno della compagnia hai bruciato le tappe, diventando prestissimo étoile. Cosa ricordi della nomina? «Non mi aspettavo questa nomina perché l’anno prima ero già stata promossa prima ballerina. Quando ho visto i direttori salire sul palco non credevo che fosse per me. Poi però ho riflettuto: “Il direttore della compagnia e del teatro insieme sul palco?”. E ho capito che era per qualcosa di importante e grazie a Dio ero la protagonista di quella serata». Come valuti la situazione della danza in Italia rispetto a quella in Francia? «Credo che la danza sia presa seriamente sia in Italia che in Francia. La differenza sta in una parolina chiamata ‘meritocrazia’. Oltralpe conta come balli e basta, mentre spesso in Italia a volte tante altre cose. Ma non sto forse toccando un tasto dolente che riguarda ogni ambito in Italia? In ogni caso, non sono una catastrofista, credo che tutto stia migliorando e sono contenta dei cambiamenti che stanno avvenendo in Italia». Qual è il ruolo che hai interpretato, che più ti ha emozionata? Con quale ballerino ti sei trovato meglio in scena? «Ogni ruolo mi ha emozionato a modo suo. Anche se quello che mi ha realmente fatto venire la pelle d'oca sul palcoscenico è stato Giselle. Roman Mikhalev, che è un ottimo étoile e anche il mio partner nella danza, è sicuramente il mio preferito, anche perché è stato lui a credere in me e a volermi al suo fianco». Che consigli daresti ai giovani di oggi che sognano un futuro da ballerino? Quali caratteristiche sono necessarie e quali gli ostacoli da affrontare? «Il presupposto di base è l’immenso amore per la danza, che deve crescere progressivamente e mai


Foto di Julien Palus

«IL VERO SALTO DI QUALITÀ È FRUTTO DI UN ATTENTO LAVORO INTERIORE CHE CONSISTE NEL PORTARE SE STESSI A CREDERE NEL PROPRIO TALENTO IGNORANDO I GIUDIZI ESTERNI»

venire meno. E che ha poco a che fare con l’apparire o con il cercare approvazione nel settore, è puro amore soggettivo che ci appartiene e non ci incasella in classifiche. Un secondo requisito essenziale è la mente: se si lavora solo a livello fisico e si ottiene un corpo ben modellato è un ottimo traguardo, ma il vero salto di qualità è frutto di un attento lavoro interiore che consiste nel portare se stessi a credere nel proprio talento al 100 per cento, ignorando gli altri e i vari giudizi esterni. Come si dice: “Spesso nessuno vuole il tuo grande sogno vicino al loro piccolo sogno”. Quindi, la soluzione è solo amare alla follia ciò che si fa e proseguire per la propria strada senza curarsi troppo degli altri». Com’è la tua giornata tipo? Cosa ti piace fare al di fuori della danza? «Mi sveglio sempre un po’ in ritardo, per cui corro sempre a lezione come una pazza, ottenendo così già un ottimo riscaldamento… Dopo le lezioni, ci sono le prove. Quando torno a casa mi dedico ai miei affetti. Ho solo 26 anni, appena compiuti, ma credo che il fatto di vivere da sola da quando avevo 11 anni abbia accelerato la mia maturità. Anche se poi, per il resto, mi sento come una diciottenne… Sono un amante di serie tv amo mangiare bene. Anche se non mangio carne, solo pesce qualche volta, devo dire che mi preparo delle belle cenette». Progetti futuri? Ti piacerebbe ritornare in Italia? «Sì, vorrei tanto sfatare il proverbio secondo cui nessuno è profeta in patria. Mi piacerebbe tornare alla Scala un giorno, non lo nego, ma sinceramente andrò solo dove mi vogliono veramente. Non ho intenzione di andare a far numero da nessuna parte. Mi impegno ogni giorno al 100 per cento e la mia sfida è sempre quella di combattere ogni pensiero tipo: “Forse non mi merito questo…”. E vinco sempre. Sono una testarda e so che Dio ama gli insistenti». Un sogno nel cassetto? «Spostarmi per andare a lavorare come étoile in uno dei miei cinque teatri preferiti al mondo. Ma per scaramanzia, preferisco non dire quali… Poi, nella vita privata, mi piacerebbe creare una bella famiglia per diventare una donna tutta danza e famiglia!».

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La danza nell’era digitale

a cura della Dott.ssa Mariangela Treglia psicoterapeuta e ricercatrice Roma (ITCI)

No allo smartphone in classe, sì ai gruppi di WhatsApp fra allievi e alla pagina Facebook per le scuole. Grande attenzione sul web dove si sa ciò che si pubblica ma non dove ‘finisce’. Cosa si intende per ‘era del digitale’ o ‘era di internet’ e quali sono le caratteristiche principali? Si fa riferimento a un preciso periodo storico caratterizzato dall’irrompere della tecnologia. Agli inizi degli anni Novanta il web fa il suo ingresso nel mondo diventando ben presto un mezzo attraverso il quale intendere un nuovo modo di conoscere, di lavorare, di mediare la relazione con l’altro, la cosiddetta “tecno-mediazione della relazione”. Il mondo del virtuale incontra l’uomo del terzo millennio – definito uomo post-moderno dal professor Tonino Cantelmi – mettendo in crisi l’architettura del sapere e della conoscenza fino ad allora concepita. Con l’avvento di internet, si assiste dunque a una vera e propria rivolu14

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zione non solo psicologica e sociologica ma soprattutto antropologica: nuove forme di apprendimento caratterizzano la mente dei “nativi digitali” per i quali si rendono necessari nuovi modelli di insegnamento. Come è cambiata la danza e il modo di concepirla, e cosa invece è rimasto invariato? La danza, intesa come espressione artistica e culturale dell’essere umano sin dai tempi remoti, è una dimensione che è mutata nella storia, si è trasformata e, come uno specchio puntuale, riflette le peculiarità e le tendenze delle varie epoche. Nell’era digitale, si assiste frequentemente alla ‘spettacolarizzazione della danza’ concepita spesso in termini competitivi e di esibizione mediatica e dove la rappresentazione di se stessi e l’immediata condivisione sembrano essere gli ingredienti indispensabili per esistere. Se da un lato la danza conserva le sue caratteristiche, immutate nel tempo, di espressività del corpo attraverso il movimento, dall’altro diventa sempre più frequente l’idea che attraverso “esibizioni spettacolarizzate” si possano raggiungere successo e popolarità. Dunque, l’eccessiva enfasi sulla forma e l’immagine rischia di offuscare il contenuto più autentico della poesia della danza. Come si riconosce un bravo insegnante-educatore? Dalla capacità di farsi comprendere dai suoi allievi/e di trasmettere in modo autentico nozioni e informazioni, ma anche di dare una disciplina e impartire delle regole con fermezza, anche a livello psicologico.


Come può un insegnante recuperare gli elementi essenziali e originari dell'arte della danza, fondata sulla centralità del corpo? Credo che, in un’epoca nella quale il digitale e il virtuale la fanno da padrona, la danza si scontri con queste dimensioni in un inevitabile paradosso: l’insuperabile dimensione della corporeità, del sentirsi e del percepirsi. Il punto di partenza per l’insegnante dovrebbe essere innanzitutto creare una “relazione autentica”. Il suo compito è di educare, oltre e soprattutto di insegnare. Fare questo, oggi, rappresenta un’ardua sfida per l’insegnante, un grande lavoro: ciò implica mettersi in discussione, crescere. È molto più semplice e immediato creare una relazione virtuale (tecno-mediata) nella quale la fisicità è in secondo piano, il livello di inibizione è più basso, richiede meno tempo e meno responsabilità. Quanto conta la comunicazione? Molto perché è un’altra caratteristica imprescindibile dell’essere umano. Senza dimenticare che, del resto, la danza è essa stessa una forma di comunicazione che consente di esprimere i propri stati emotivi attraverso i movimenti del corpo. Alcuni sostengono che la danza non abbia mai avuto un amico migliore della tecnologia, perché consente di fare circolare e condividere più velocemente idee, immagini e progetti. È vero? Penso che il migliore amico della danza sia proprio colui che l’abbia generata e le abbia dato quelle qualità trasmesse e mutate nelle varie epoche: l’essere umano. A mio parere la tecnologia ad oggi ha consentito progressi enormi in molti campi ma il bisogno irriducibile dell’incontro con l’altro, della relazione con l’altro, è una caratteristica esclusiva dell’essere umano. Qual è il modo migliore con cui un insegnante dovrebbe rapportarsi ai propri allievi nativi 'digitali' per catturare la propria attenzione? Indubbiamente oggi un insegnante che ha di fronte a sé dei “nativi digitali”, farà fatica a utilizzare lo stesso metodo di insegnamento che utilizzava fino a qualche decennio fa. I nativi digitali sono rapidi e “geniali” nell’apprendere

l’uso di uno smartphone ma meno attenti e capaci a memorizzare, più inclini a connettersi che a creare relazioni reali. Oggi l’insegnante non può trascurare questa rivoluzione antropologica ma, in maniera simile a un qualunque “immigrato digitale” avrà bisogno di chiedere il passaporto ai veri abitanti del mondo digitale: i “nativi digitali”, e conoscere il loro linguaggio. In virtù della facilità con cui i giovani si annoiano e si distraggono, il primo consiglio è quello di alternare in modo efficace la parte teorica, più pesante, con quella pratica, in genere più accattivante. L’impatto di un’immagine o un filmato che gli allievi possono vedere è molto forte rispetto a una presentazione teorica o simulata. Perciò il docente dovrebbe registrare alcune coreografie da mostrare a lezione, oltre che da usare sulle proprie pagine web come biglietto da visita personale. Smartphone, sì o no in classe? In un corso di danza lo smartphone personale non è necessario, perché la danza è prima di tutto fisicità. Anche se nell’era digitale cambiano i tempi di comunicazione e di apprendimento, durante la lezione la priorità deve essere data all’insostituibile relazione tra insegnante e allievo. I ragazzi non dovrebbero poter ricevere distrazioni dall’esterno e possono tranquillamente

rimandare le comunicazioni via cellulare a dopo la fine delle lezioni. Inoltre, mi sento personalmente contraria all’uso del cellulare per registrare parti della lezione, perché un momento condiviso solo tra chi si conosce ha valenza superiore e richiede maggiore sforzo attentivo da parte dell’allievo/a, risultando più efficace. Oltre a ciò, a volte si registra qualcosa non tanto per rivederlo con calma in un secondo momento, ma per condividerlo con altri, con estranei al corso che, spesso, “impoveriranno” quel momento con critiche e giudizi negativi. Per questo stesso motivo sconsiglio di registrare coreografie e di postarle in modo indiscriminato sul web: ci sarà sempre qualche collega o scuola concorrente che, “tutelato” dallo schermo, non vedrà l’ora di boicottare il lavoro svolto. Qual è un uso positivo del web per chi fa danza? I gruppi su WhatsApp possono essere di aiuto come elemento di condivisione e confronto tra allievi. Chi insegna danza e ha una propria scuola può invece aprire una pagina Facebook, non tanto per farsi pubblicità ma per ‘essere’ presente anche sul web. Tutto questo, tuttavia, tenendo sempre presente che mentre si sa ciò che si pubblica, non si sa invece dove il materiale andrà a finire e come potrebbe essere utilizzato. EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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Emma Portner di Roberta Bezzi

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a giovanissima danzatrice e coreografa Emma Portner non conosce frontiere. Nata e cresciuta in Canada nel 1994, condivide le sue grandi doti a livello internazionale, che sia su un palcoscenico o sulle piattaforme dei più noti social media. Di recente, le sue performance e coreografie sono apparse sul celebre video “Life Is Worth Living” 16

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energia e talento

di Justin Bieber così come nel suo Purpose World Tour. È nota per la complessità e l’onestà del suo movimento, e questo è esattamente ciò che incarna nel video della stella del pop mondiale. Con grande coraggio, non si nasconde dietro il trucco o un abito ben fatto, e i suoi capelli sono semplicemente legati in un nodo. Il direttore della fotografia Jose Omar ha catturato magnifica-


mente le lentiggini della sua pelle e i lividi sulle ginocchia. Lei è completamente umana e assolutamente bella. I suoi movimenti eccentrici si allineano con il ritmo della musica e il suo viso esprime dolore e disperazione. Indossando una ferita sanguinante sul petto, si muove in uno spazio sterile con precisione e chiarezza. A un certo punto entra in scena Patrick Cook e i due danzano all’unisono, il suo articolato movimento. Alla fine del video, si abbracciano e la ferita di Emma sparisce. Il video, pubblicato su You Tube il 14 novembre 2015, ha avuto più di venti milioni e mezzo di visualizzazioni. Il “New York Times” l’ha definita ‘accattivante’, mentre di lei il “Dance Spirit Magazine” scrive: “Il suo intricato lavoro gestuale richiede l’energia di un grande predatore”. E sempre, secondo il “Dance Spiriti Magazine” è una dei tredici giovani coreografi che stanno ‘cambiando il mondo della danza’. Già nel 2012, l’American Dance

Awards l’ha nominata Giovane coreografa dell’anno. Da allora, il suo lavoro coreografico è stato più volte premiato, guadagnandosi fra l’altro il miglior piazzamento nel Capezio A.C.E. Awards 2014. Il suo stile è fisico, in continua evoluzione, e influenzato da tutte le forme della danza. La sua ‘ossessione’ per la danza è cominciata al Leeming Danceworks di Ottawa, poi ha fatto pratica nella prestigiosa scuola nazionale del Ballet of Canada, si è laureata con lode alla Canterbury High School of the Performing Arts ed è andata a studiare alla Ailey School di New York. Ha avuto il privilegio di fare esperienza con la compagnia di danza canadese Rubberbandance nel 2014 e di frequentare regolarmente Springboard Danse a Monreal, dove ha lavorato con Aszure Barton, Alexandra Wells, Bonni Jene Smith, Jermaine Spivey, Tom Weinberger, Spenser Theberge e Shannon Gillen. La sua danza ha trovato il suo primo pubblico collaborando con un suo caro EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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amico ballerino, Matt Luck. Il loro cortometraggio di danza “Dancing In the Dark” è diventato virale ed è stato proiettato ai Film Festival di tutta Europa. Ha poi continuato a portare avanti la danza nei film, con il suo recente lavoro per Blood Orange. Si è trasferita in pianta stabile a New York dove ha fondato una sua compagnia di danza contemporanea e insegna in tutto il Nordamerica e in Europa, oltre che stabilmente al Broadway 18

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Dance Center, Peridance e Intrigue Dance Convention. Si esibisce regolarmente con la compagnia di tip tap di Michelle Dorrance, Dorrance Dance. Cosa rappresenta la danza per te? «Un modo di vivere». Come ti piace descrivere il tuo stile di danza? «Un groviglio di molte cose che trovo stimolanti e di grande impatto estetico. Una collezione di cose che sento crescere in me, ma

che più spesso vengono fuori. Quello che cerco di ottenere nelle mie coreografie è una precisione sia nel tempo sia nell’integrità del movimento e della tecnica. Indipendentemente da ciò che si deve eseguire, un movimento profondamente classico, un gesto a contatto col pavimento, un complesso lavoro gestuale, voglio un’esecuzione eccezionale. Nel raggiungere l’obiettivo della ‘performance’, preferisco essere emotivamente

guidata ma mai ‘influenzata’, limitata o artificiosa». Pur così giovane, hai già ottenuto numerosi riconoscimenti. Quali sono i lavori che hai amato di più come danzatrice e coreografa? «Uno dei miei lavori preferiti è “Water that Came to my Wait”, che ho creato nel luglio scorso. È stato il primo pezzo che ho fatto senza l’aiuto di nessuno sotto il profilo concettuale. Tecnicamente, invece, sono stata supportata da Ruben Merchan per le luci, Evan Shafran per le animazioni e Kevin Aubin per la produzione. Il pezzo racconta semplicemente la storia della mia infanzia. Mi piace ballarlo con i componenti della mia compagnia, così come ho amato crearlo su di loro. Non c’è sensazione migliore che stare sul palcoscenico, condividendo energia e talento. Ci siamo sostenuti l’un l’altro. Un secondo spettacolo a cui tengo molto, è la versione originale di “Let go, or Be Dragged”, che è stato il primo pezzo professionale che ho presentato. Come per il ‘primo amore’, il modo in cui lo si guarda è per sempre speciale». Sei stata protagonista del video di Justin Bieber “Life Is Worth Living”, e hai realizzato coreografie per il suo Purpose World Tour. Com’è stata questa esperienza? «Quando ho ricevuto la chiamata di Parris Goebel, in un primo momento sono stata esitante, perché significava intraprendere una strada più ‘commerciale’, poi però ho pensato che non potevo farmi scappare l’occasione di partecipare a un progetto di livello mondiale. Creare il duetto è stato molto diverso dal coreografare per altre persone durante il tour. Il duetto


Lavorando con Justin Bieber ha raggiunto la massima popolarità e oggi è una delle più promettenti coreografe al mondo

era ispirato al lavoro e il tour era questo lavoro, ricreato per un più grande gruppo di ballerini non contemporanei. È stata una di quelle esperienze che cambiano la vita, in cui ho imparato come lavorare sotto la direzione di altri. Non direi che “amo di più” questa esperienza però ne sono sicuramente grata. Bieber ha avuto il grande merito di mettere in primo piano i ballerini in tutti i video di “Purpose”, e di rimuovere completamente se stesso in quelle immagini, anziché utilizzarli semplicemente come sfondo come spesso avviene. Quello che ha fatto per la comunità di ballo è enorme». Cosa pensi del futuro della contemporary modern dance? «Quello che vedo ora è che tutto sta diventando sempre più sintetico, online, virtuale e questo mi rattrista profondamente. Se

dipendesse da me… vorrei che la danza si evolvesse in un modo da spingere verso le persone in carne e ossa, che sia fatta in luoghi fisici, con musica vera e una reale connessione, e molto, molto di più. Purtroppo stiamo regredendo a livello culturale. Quindi, vorrei dare il mio contributo affinché la danza possa evolvere nella stessa direzione in cui vorrei che il mondo evolvesse. Promuovendo il progresso piuttosto che il regresso. Voglio usare la danza per raggiungere le persone e scambiare idee. Meno competizione, più scambio. Meno gerarchie, e più inclusione. Tutti quanti utilizziamo gli stessi strumenti e vorrei che ognuno di noi se lo ricordasse». Quali doti dovrebbe avere un giovane per diventare un buon danzatore? Quali qualità dovrebbe avere un insegnante per diventare un buon docente?

«Per i giovani, sono indispensabili: disciplina, coraggio e talento naturale. In tutti i grandi insegnanti che conosco è ‘radicata’ la verità, avendo un proprio vocabolario con cui comunicare in modo chiaro le proprie idee. Sono energici, carismatici e in grado di guidare la lezione. Non parlano mai a vanvera, ma danno sempre indicazioni molto precise». Hai un sogno o un desiderio che ancora non hai realizzato? «Tanti! Mi piacerebbe un giorno vincere premi quali Tony Award, Bessie o VMA. Poi vorrei danzare o dirigere il tour mondiale di un artista di cui ho veramente stima. Mi piacerebbe lavorare con Alexander Ekman e, ancora, fare un tour con Dorrance Dance. E la mia carrellata continua: vorrei insegnare in Ruanda con l’organizzazione Mindleaps, danzare per Sia, Grimes, Ani Difranco, Sonya

Tayeh, Crystal Pite e Spencer Theberge. Sogno di creare nuovamente un video personale, ma avrei bisogno di fondi per poterlo fare, di coreografare o danzare in un musical del New York City e di fare un film. Veramente tante cose, ma dovrei fermarmi perché altrimenti andrei avanti all’infinito. Ma prima di tutto, ho bisogno di stare bene. Voglio essere felice e fare il tipo di lavoro che amo, con le persone che amo. Senza rischiare la mia salute». Di cosa ti stai occupando attualmente e quali sono i tuoi progetti futuri? «Al momento sono reduce dall’estrazione di un dente del giudizio come una normale adolescente… Dall’inizio del prossimo anno sarò impegnata con le coreografie di un nuovo musical del West End, in Gran Bretagna, e con la prima di un nuovo pezzo con “Dorrance Dance” a New York City, dalla seconda metà dell’anno prossimo». EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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Foto di Yasuko Kageyama

di Massimiliano Craus

LAURA COMI

«PUNTO TUTTO SUI MIEI ALLIEVI!»

Ormai i primi cinque anni alla direzione della Scuola di danza del Teatro dell'Opera di Roma non sono più una novità. Del resto, Laura Comi ha passato una vita a piazza Beniamino Gigli, tra le quattro mura del Costanzi. Un teatro così caro ai romani che dev'essere stato difficile per lei immaginarsi altrove, a chissà quale latitudine del mondo della danza. E invece il destino le aveva riservato una meravigliosa sorte, quella di restare con i piedi ben puntati sui sampietrini capitolini di via Ozieri, sede della Scuola di danza immaginata e costruita nel suggestivo villino ubicato a ridosso dell’Acquedotto Felice che imprime alla scuola un aspetto storico e particolare. Questa atmosfera d’altri tempi la rende unica e affascinante, Luchino Visconti nel 1951 la scelse come sede per girarvi alcune scene del film Bellissima con Anna Magnani. 20

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Come se lo immaginava Laura Comi il suo futuro? «Ho interpretato così tanti ruoli di repertorio che mi chiedevo come poterne fare tesoro successivamente. E la chiamata in causa per la direzione della scuola del teatro, nel 2011, mi è parsa proprio una manna dal cielo. Avrei potuto finalmente rispondere a quell'interrogativo sul repertorio e da quel momento non ho fatto altro che proiettarmi sul mio nuovo incarico. Per fortuna al Teatro dell'Opera di Roma, dove mi sono diplomata e ho fatto parte del corpo di ballo fino al ruolo di prima ballerina étoile». Come ha voluto impostare la sua Scuola di danza? «Già negli anni di studio, ho avuto modo di pensare a come mi sarebbe piaciuto impostarla. Poi ci ho messo le mie sensazioni, la mia progettualità e la mia esperienza sul palco che non tradisce mai. Ho immaginato dunque

più step di selezione per gli aspiranti ballerini, così come ho pensato all'opportunità di concedere ai prescelti di studiare con noi per un periodo di prova. Mentre ai miei docenti ho chiesto la disponibilità ad aprirsi ai curiosi, agli appassionati e ancora agli aspiranti con stage studiati ad hoc. Un surplus di lavoro, insomma, che ci ha consentito di conoscere una mole significativa di nuovi adolescenti e bambini desiderosi di entrare a far parte della nostra scuola». Opera, Scala e San Carlo, qual è il futuro della danza italiana? «Con i colleghi, più volte ci siamo incrociati su palcoscenici nazionali e internazionali. Il livello delle scuole dei tre enti lirici mi pare sia più o meno equilibrato, ferme restando le specificità degli ordinamenti didattici e artistici impartiti dai rispettivi direttori. In particolare mi piace ricordare Stéphane Fournial, il direttore della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli, per aver interpretato insieme una Filumena Marturano molto suggestiva. Il destino di ciascun allievo dipenderà poi dalle motivazioni, doti e personalità, a prescindere dai direttori che, nel bene e nel male, lasciano il segno ma sono tasselli di un ben più grande mosaico». Ogni anno la sua scuola arricchisce il proprio repertorio com’è nel suo stile… «Sì. Una vera scuola di danza non può prescindere da un proprio repertorio. Per questo mi sono impegnata in prima persona a dotarci di un coreografo di chiara fama per ogni anno accademico così da portare gli allievi in scena con titoli significativi e sempre più complessi. Cito ad esempio le esperienze coreografiche con i vari Alessandro Bigonzetti, Massimo Moricone, Gheorghe Iancu, Alessandra Delle Monache e ora Luciano Cannito che ci ha condotti fin dentro


il repertorio dei “Ballets Russes” di Serge Diaghilev con “La bottega fantastica”, lo scorso novembre, con ben sette repliche al Teatro Nazionale di Roma. Mi piace ricordare le musiche di Ottorino Respighi e Gioacchino Rossini curate dal nostro consulente musicale Giuseppe Annese, le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Patrizio Maggi». Don Chisciotte, Raymonda, Sogno di una notte di mezza estate e tanto repertorio contemporaneo a disposizione anche della direttrice del corpo di ballo Eleonora Abbagnato… «Certamente. Il nostro ruolo è proprio quello di creare le condizioni per un turn over sempre crescente e all'altezza delle aspettative. La nostra Compagnia di Balletto contende al ballo scaligero la leadership nei termini quantitativi di rappresentazioni. Il ruolo della Abbagnato è quello di internazionalizzare ancor più il nostro ensemble e noi, nel nostro piccolo, vogliamo riuscire a fare altrettanto con i nostri ragazzi e supportare i professionisti con gli allievi chiamati di volta in volta ad aggiungersi agli elementi degli spettacoli in cartellone all'Opera. Anche per queste ragioni insisto sulla varietà di un nostro re-

pertorio utile a diversificare il più possibile la preparazione degli allievi. A quanto pare ci stiamo riuscendo bene». La distanza da piazza Beniamino Gigli a via Ozieri, sedi del teatro e della scuola, è davvero solo chilometrica? «Questa è una domanda che mi porta indietro negli anni e dentro le mie sensazioni più intime. Ho amato la scuola da allieva ma mi sono persa negli odori che solo un teatro sa dare. Naturalmente il palcoscenico è un mondo a sé stante ma con i miei collaboratori mi sto rifacendo una vita coreutica nuova ed entusiasmante. Ringrazio per questo ogni giorno i maestri Silvia Curti, Anna Maria Garagozzo, Ofelia Gonzalez, Carla Rossi, Alessandro Molin, Pablo Moret e Gerardo Porcelluzzi, Mauro Astolfi e la docente di repertorio classico l'étoile Gaia Straccamore». E oggi, invece, Laura Comi come se lo immagina il suo futuro? «Al momento non faccio che pensare a ogni ora di lavoro nelle sale della nostra scuola. Ci tenevo troppo a restare al Teatro dell'Opera e così, realizzato il mio sogno, non mi aspetto altro. Il futuro lo lego indissolubilmente ai ragazzi e al loro successo personale e di gruppo per cui sto qui a

Foto di Federico Riva

PER LA DIRETTRICE DELLA SCUOLA DI DANZA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA È FONDAMENTALE AVERE UN REPERTORIO RICONOSCIBILE

programmare attività e iniziative sempre nuove affinché possano crescere sempre meglio e imporsi sulle scene di tutto il mondo». Proprio come ha saputo fare Laura Comi nei suoi trascorsi con La Sylphide, Lo schiaccianoci, Giselle, Don Chisciotte, La bella addormentata nel bosco, La fille mal gardée, Romeo e Giulietta, La bisbetica domata, Onegin, Spartacus, Pas de Quatre, La Péri, Petruška, Il lago dei cigni, Cenerentola, Raymonda e tutto il mondo del balletto da più di un lustro a disposizione della Scuola di danza. EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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SVEN

OTTEN

E IL SUO INCONFONDIBILE

NEOSWING Ancor prima di sapere il suo nome, già milioni di persone erano rimasti colpiti dal vorticoso movimento delle sue gambe – che pare un effetto speciale – nel nuovo spot televisivo della Tim. Pubblicità che è diventata un grande successo, non solo per la coinvolgente colonna sonora (‘All Night’ del dj austriaco Parov Stelar, considerato pioniere dell’electro-swing), ma soprattutto per la magnetica coreografia

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che lo vede protagonista nelle strade di Milano. Ma c’è voluta la sua partecipazione – come super ospite – alla 67esima edizione del Festival di Sanremo, dove si è esibito sulle note di ‘All Night’ cantata dalla grande Mina, per farlo uscire definitivamente dall’anonimato. E ora, tutti sanno che lui è Sven Otten, in arte JustSomeMotion, un giovane ballerino tedesco di 29 anni, diventato famoso grazie al suo canale YouTu-

be, aperto dal 2012, che ha già raggiunto oltre 182mila iscritti e quasi 60 milioni di visualizzazioni. Numeri che lo hanno reso un vero fenomeno della rete, testimonial di numerose aziende, e tra i personaggi più richiesti nei vari programmi televisivi. Otten si definisce un autodidatta nella sua mini-biografia pubblicata su Facebook. «La danza è la mia più grande passione – scrive sul noto social network-. Mi è sempre


UNO SPOT DA RECORD In onda dallo scorso 26 dicembre, il nuovo spot Tim ha come slogan “È bello avere tutto” e presenta una sequenza travolgente di persone che danzano insieme a JustSomeMotion, sulle note di “All Night” di Stelar. La nuova campagna si basa sul ballo, un linguaggio universale e trasversale, che trasmette energia e positività, comunicando gioia e passione. Nella pubblicità infatti Sven Otten fa ballare il popolo di Tim, il più grande d’Italia con oltre 40 milioni di linee fisse e mobili, che in questo modo esprime la

piaciuto imparare nuovi passi di danza, così qualche anno fa ho iniziato a guardare tutorial YouTube e a esercitarmi provando tutte le mosse che mi piacevano. Ma anziché limitarmi a copiare quello che vedevo, ho deciso di combinare diversi passi e stili, creando così il mio stile molto personale che ho chiamato “neoswing”. La mia danza può essere definita un mix di Melbourne Shuffle, Tettonica, Rebolation e Charleston, e si adatta perfettamente alla musica swing elettronica di artisti come Parov Stelar o Jamie Berry». Dopo un anno di pratica, l’artista ha caricato il suo primo video su YouTube, inizialmente solo

con l’obiettivo di mostrare alla sua famiglia e agli amici quello che aveva in mente. A loro è piaciuto così tanto che un suo amico l’ha postato su Reddit, dando così inizio alla sua carriera. Il successo è arrivato molto in fretta. «In breve tempo – aggiunge Sven -, i miei video hanno fatto registrare 32 milioni di visualizzazioni, ottenendo la possibilità di danzare in tv. Così tante persone volevano imparare la mia danza che ho deciso di fondare la JSM Dance Academy, dove ho pubblicato dieci lezioni su come imparare le mie mosse». Alto, esile, dinoccolato: questo è il fisico del mago snodato nato a Heinsberg,

felicità e la leggerezza per avere finalmente tutto in un’offerta unica, con un solo operatore. Lo spot è stato girato dal regista Matthaus Bussman, per l’agenzia Havas Milan, con la direzione esecutiva di Giovanni porro, Tiziana Mariani (art), Clelia Roggero (copy). Oltre allo spot è stata realizzata una serie di video sul tema #BallaConTim in cui il brano electroswing viene danzato da diversi personaggi, sempre ispirati ai passi di Sven Otten. Il risultato è un tormentone senza precedenti!

città tedesca al confine con i Paesi Bassi. La sua storia è anomala rispetto a quella di gran parte dei suoi ‘colleghi’ perché l’amore per la danza si è fatto sentire non da bambino, ma da adulto. Da piccolo non ha mai ballato, non ci pensava proprio. Poi, verso i 24 anni, ha sentito la necessità di muovere il suo corpo e di allenarsi. Quando studiava, infatti, trascorreva la maggior parte della sua giornata seduto davanti allo schermo di un computer. Ed è così che si è messo a ricercare alcuni video di danza sul web che lo aiutassero a sgranchirsi le gambe, così come a contrastare il mal di schiena e la tendenza a ingrassare. Ma

non pensava certamente di diventare una star del web, tant’è che per diverso tempo ha continuato a dedicarsi alla danza per hobby mentre lavorava come project manager per un’azienda canadese. Ora però tutti conoscono il suo talento, le incredibili evoluzioni che i suoi arti riescono a produrre a ritmo di musica. Anche il suo look non passa inosservato: i suoi abiti, come l’immancabile cappello, sono perfetti per rievocare le atmosfere e lo stile musicale che interpreta, contemporaneo ma con un occhio di riguardo per il charleston.

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Foto di Fabrizio Ferri

DANZA E MODA

Roberta Siciliano

LA BELLEZZA DELLA DANZA

di Angela Lonardo

Sfogliando i giornali può capitare di imbattersi nel viso dai lineamenti perfetti e nel corpo snello e scolpito di Roberta Siciliano, che presta la sua immagine ad alcuni marchi italiani. Ma la moda è capitata per caso nella vita di Roberta, ballerina del Teatro di San Carlo di Napoli. Sbarra, tutù e punte sono il suo primo amore, il più grande. La giovane danzatrice napoletana però non disdegna shooting fotografici e copertine, coniugando la disciplina e l’armonia della danza con il glamour. Elegante e magnetica in scena come dietro l’obiettivo, Roberta è soprattutto una ragazza dai solidi valori, che le hanno permesso di rimanere con i piedi per terra anche quando ha conosciuto la popolarità con il reality in onda su MTV “Ballerini dietro il sipario”, di cui era una delle protagoniste. Roberta, cosa ti ha fatta innamorare della danza? «L'uomo è abituato a comunicare soprattutto con le parole, usa poco il linguaggio del corpo. Un limite di gran lunga superato da chi danza. Se non si riesce a comunicare verbalmente, lo si fa attraverso il movimento, che fornisce delle informazioni molto importanti della nostra persona, una sorta di segnale che il nostro animo vuol lanciare al mondo esterno. Un desiderio di esprimere ciò che abbiamo dentro di noi, di spogliarci di ogni maschera. Questa è una delle principali caratteristiche che mi ha fatto innamorare della danza». Quali sono i tuoi ricordi legati alla Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli? «Questo luogo dall'aspetto regale e maestoso è stato la mia seconda casa. Ricordo le lacrime, conseguenza di delusioni, momenti di scoraggiamento o pressioni date dall'imprescindibile impegno scolastico e quello accademico di danza. Ma tutto questo viene sovrasta-

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LA GIOVANE BALLERINA DEL SAN CARLO DI NAPOLI TRA I PROTAGONISTI DEL REALITY "BALLERINI DIETRO IL SIPARIO" E DI UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA CON FABRIZIO FERRI

to da ricordi di pura gioia e piena soddisfazione, come gli esami trimestrali e di fine anno superati, il diploma, gli spettacoli conclusi con l'applauso caloroso e sincero del pubblico». Dalla scuola al mondo del lavoro: è stato tutto come ti aspettavi? «Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro non può mai essere come ci si aspetta, soprattutto indolore. Si conoscono sensazioni nuove e ricche di responsabilità e la scuola non è in grado di prepararci adeguatamente per un impatto simile. Per me è stato meno ‘brusco’ perché il mio primo lavoro, dopo il diploma, è stato con la compagnia dello stesso Teatro di San Carlo. Ritengo che sia stato positivo per la mia crescita aver avuto la fortuna di inserirmi presto in questa realtà. Ma il mondo del lavoro prevede rivalità, lotta continua per emergere e spinge al desiderio di affermarsi a ogni costo. Meglio, a mio parere, impegnarsi per affermare la propria profes-

sionalità, per costruirsi come persona, cercando nei valori le basi sulle quali fondare la propria vita». La moda richiede standard di bellezza che sicuramente un danzatore può offrire. Come sei arrivata alla tua prima esperienza come modella? «Casualmente. Sono stata selezionata per il servizio fotografico relativo alla campagna pubblicitaria del Teatro di San Carlo, chiamata “Anima”. A scegliermi è stato il maestro Fabrizio Ferri, che mi ha voluto come protagonista». Com’è stato posare per un grande fotografo come Ferri? «Mi sono sentita, immodestamente, la vera ‘Anima’ del progetto, così come lo stesso Ferri ha voluto definirlo. La grande professionalità del maestro è contagiosa e coinvolgente, al punto tale che mi ha fatta sentire fin da subito molto importante, gratificandomi con la certezza di essere il vero soggetto del suo lavoro. Ancora oggi

godo degli effetti di quella esperienza, tra le più significative, che mi ha lasciato un profondo solco nel mio carattere e nella mia stessa concezione di professionalità». Cosa ti piace maggiormente del mondo della moda? E del mondo della danza? «Per quanto riguarda la moda, l'opera di un artista che tenta di comprimere tutto ciò che sa e tutto ciò a cui aspira in una singola creazione. Della danza, invece, amo il senso di libertà che ne deriva una volta calcato il palcoscenico, che ti permette di dimenticare le preoccupazioni quotidiane. Ma in realtà amo la danza nella sua totale essenza». Il tuo carattere si riconosce nelle immagini di copertina? «L'immagine di copertina deve sempre viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda della propria personalità. Spesso mi riconosco, a volte mi sorprendo, ma in qualsiasi immagine di copertina mi piacerebbe si riuscissero a visualizzare e a ‘leggere’ le parole chiave che inducono a capire il mio essere». Roberta Siciliano allo specchio: come si vede? «Vedo il riflesso di una ragazza che è stata fortunata a fare ciò che ama». Sei stata protagonista del programma “Ballerini dietro il sipario”. La tv può essere una scorciatoia per i giovani di talento? «La trasmissione è stata un'esperienza tutta nuova e non cercata. Ricordo ancora quel caldo pomeriggio festoso di sole in cui sono stata convocata, insieme agli altri ragazzi della scuola di ballo, per una sorta di riunione in una delle sale del Teatro. Ci comunicarono della nuova avventura che avrebbe accompagnato l'inizio del nuovo anno accademico

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«OLTRE A CERTI REQUISITI FISICI, CHE SONO IMPORTANTI E NECESSARI, UN DANZATORE DOVREBBE BERE OGNI MATTINA UN CENTRIFUGATO A BASE DI INTELLIGENZA, UMILTÀ E TENACIA»

di danza. C’erano telecamere ovunque, imbarazzo e piena concentrazione. Oggi in tanti non trovano nulla di più eccitante di quel ‘cubo nero’, ma non si possono condannare le scelte di nessuno. La mia domanda, però, è: si può sostituire la bellezza e la dimensione magica che può avere un palcoscenico, l'atmosfera che si respira in un teatro, con quella di uno schermo? Se le persone ritrovassero il piacere di andare a teatro per godersi la tridimensionalità del palcoscenico sarebbe più facile per noi danzatori, artisti. Aumenterebbero i soldi da investire e, di conseguenza, le produzioni. Ad ogni modo, per me il vero talento non ha bisogno di scorciatoie, qualunque esse siano». Quale dote non deve mancare a un danzatore? «Oltre a certi requisiti fisici, che sono importanti e necessari, un danzatore dovrebbe bere ogni mattina 26

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un centrifugato a base di intelligenza, umiltà e tenacia. L'umiltà per non sentirsi mai arrivati già in cima, poiché c'è sempre da imparare. Sono fondamentali anche l’ascolto e la pazienza. Per danzare devi esserci fisicamente e mentalmente in termini di concentrazione e determinazione». Qual è il ruolo che maggiormente ti è piaciuto interpretare? E quello che sogni di poter fare? «Non potrei mai dimenticare l'emozione provata ballando "Napoli", in cui ho interpretato i miei primi assoli, ricoprendo anche un ruolo principale. Danzare sulle note della melodica musica del compositore Adam, come una giovane paesana di nome Giselle, ha scaturito un'esplosione di splendide sensazioni gioiose dentro di me. Mi auguro di ballare presto questo balletto interamente. Mi è sempre piaciuta l'idea di danzare

titoli anche diametralmente opposti per stile e carattere come, ad esempio, la stessa “Giselle” e “Don Quixote”». Che cosa rappresenta per te la danza e qual è la sua magia più grande? «La danza è la mia vita. Avete presente quel piacevole torpore che ci prende a una certa ora della sera, quando gli occhi non ce la fanno più a restare aperti e, mentre ci infiliamo sotto le lenzuola, ci sentiamo scivolare in un mondo delizioso e soave? Ballare per me è come questo fenomeno ‘magico’, sentirsi creature ‘alate’ che volteggiano instancabili fino ai limiti del perimetro di questo mondo che, nella realtà, agli occhi di chi vede dal di fuori, si riduce ai quattro angoli del palcoscenico. Cosa speri per il tuo futuro professionale? «Mi auguro di riuscire sempre a emozionarmi e ad emozionare il mio pubblico».


IL DUBSTEP DI

MARQUESE SCOTT

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on sono i suoi movimenti a seguire la musica, ma la musica a seguire lui. Questa è l’impressione che si ha dando un’occhiata su Youtube a uno dei tanti video di Marquese Scott che vanta oltre 360 milioni di visualizzazioni. La sua danza è spettacolare, sembra quasi frutto di un montaggio per il modo in cui la normale forza di gravità viene messa a dura prova. Non ci sono aggettivi in grado di descrivere al meglio il suo stile, per cui è necessario osservarlo e farsi trasportare. Per esempio quando danza il Dubstep sulle note di “Pumped Up Kicks” dei Foster The People, video che ha fatto registrare più di 125 milioni di clic. In questi ultimi cinque anni, Scott è diventato uno dei fenomeni virali più visti in rete, riuscendo poi a invadere anche gli altri media televisivi, diventando protagonista di show americani. Per il suo modo di ballare è stato definito da alcuni come il nuovo Michael Jackson, arrivando a far pensare che i suoi video siano stati post-prodotti con effetti speciali. Inevitabile anche che alcune grandi aziende si accorgessero di lui,

decidendo di prenderlo come protagonista di uno spot. A farlo è stato addirittura la Coca Cola che, per un suo spot nel 2012, ha scelto di puntare sulla musica Dubstep, nata a Londra. Di cosa si tratta? A livello danzato, è uno stile che incorpora elementi dei waving, gliding, tutting e popping e che si basa su ritmi spesso sincopati e che in genere contengono un solo colpo di rullante. Questo differenzia il Dubstep dagli altri generi da ballo come la House e la Techno in quanto la ritmica risulta meno scontata, rallentata, spesso enfatizzata più dalla linea del basso che dalle percussioni. A quel punto la scelta del testimonial è stata quasi obbligata. Ed ecco che Marquese Scott ha potuto sfoderare le sue mosse fantascientifiche mentre beve la popolare bibita con le bollicine. Nato a Englewood in California nel 1981, Scott si avvicina alla danza per caso dove aver assistito a un contest. Inizia a studiare seriamente danza alla North Central High School di Indianapolis, ma è ad Atlanta che – insieme ad altri ballerini – impara la tecnica dell’animazione e inizia a caricare video mentre balla su YouTube. Con la

IL SUO VIDEO DI DUBSTEP SULLE NOTE DI “PUMPED UP KICKS” DEI FOSTER THE PEOPLE, HA FATTO REGISTRARE OLTRE 130 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI sua crew Remote Kontrol partecipa a trasmissioni tv quali “So You Can Think You Can Dance” e “America’s Got Talent”. Dopo aver raggiunto la popolarità, decide di lasciare la compagnia e di girare il mondo, arrivando a esibirsi anche in Giappone, Cina, Singapore, Francia, Germania e Spagna. Particolare è anche il suo stile nel vestire che fa tendenza, con la sua ricca collezione di cappelli e jeans, spesso abbinati alle sneaker Jordan. Ad Atlanta è co-fondatore di un evento di danza chiamato “Shut Up And Dance”, una sfida a cui partecipano i migliori ballerini americani. Per saperne di più: www.marquesescott.us.

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Danzainfiera

Foto di MFly!

Info: 0574 575618 www.danzainfier a.it info@danzainfier a.it

Il segreto del successo di Danzainfiera? Grandi collaborazioni e alta sinergia Con la XII edizione di Danzainfiera, la Fortezza da Basso di Firenze si è confermata il centro nevralgico della danza. Data la nutrita offerta di eventi nel panorama coreutico internazionale - in cui Danzainfiera occupa un posto di rilievo - viene da riflettere sul motivo del suo grande successo, decretato ogni anno da visitatori, addetti ai lavori e appassionati. L'elemento più importante della kermesse è il format originale: far convivere aspetti commerciali e artistici, amatoriali e professionali, ma anche affiancare stili e generi apparentemente distanti. Quali sono però gli ingredienti per creare e alimentare un evento di successo? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Sanesi, Patron di Danzainfiera.

Qual è la ricetta per confezionare un evento che è sulla cresta dell'onda da 12 edizioni? Contare su un gruppo di lavoro fatto da persone competenti e appassionate, non smettere mai di innovarsi e crescere, e collaborare con grandi partner. Ha parlato di partner. Con quali si sono create le migliori sinergie? Con tutti abbiamo creato o fatto crescere format vincenti, ma ci sono partner storici. Ad esempio ospitiamo IDA e il prestigioso Concorso Expression dalla nostra prima edizione, perché condividiamo la stessa mission: permettere ai migliori ballerini di crescere e migliorarsi, e con Expression possono accedere alle migliori accademie al mondo. Sono già molti anni che Professione Musical porta da noi Musical: il Concorso!, che apre ai talenti le porte delle più rinomate scuole per diventare performer professionisti. Con Fida Italia - AiMB Associazione Italiana Maestri di Ballo realizziamo il Trofeo Danzainfiera, per gli amatori di tutte le discipline del ballo di coppia. A proposito di talenti. Quali sono state le migliori occasioni per loro quest'anno? Ogni anno, Danzainfiera viene invasa da ragazzi promettenti a caccia dell'occasione giusta per la loro carriera. A parte concorsi e audizioni per le accademie internazionali, ci sono moltissime realtà - come associazioni ed Enti - che a Danzainfiera mettono a disposizione tante opportunità per i ballerini. Ad esempio, quest'anno si

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è creata un’interessante collaborazione con il Festival Fini Dance che ha selezionato dei ragazzi per farli studiare danza a New York. La forza di Danzainfiera è essere sempre aperta alle nuove tendenze. Quali sono i principali eventi delle discipline più in voga del momento? La Street Dance, con il suo ritmo accattivante, piace tanto ai giovani. Per questo l'Associazione Fundanza organizza il contest Kidz Hip Hop Hurrah!, dedicato ai più piccoli. Altra disciplina in rapida crescita è la DanceHall: da due anni ospitiamo Everybody Dancehall, l'evento dei Dah2AhDem dedicato a questo coinvolgente ballo, con stage, open class, contest e battle. Quest'anno, poi, ispirati dalla moda, abbiamo riscoperto stili di epoche passate. La compagnia The Hoppers ha realizzato Swingati: una fitta programmazione di lezioni, gare e showcase dedicati agli stili Vintage. Danzainfiera 2017 si è conclusa da poco, ma siamo sicuri stiate già lavorando alla nuova edizione... La nostra macchina non dorme mai. Dopo il normale follow-up a conclusione di ogni edizione, riconfermiamo le realtà e gli eventi già consolidati e ci rimbocchiamo le maniche per intercettare i gusti del pubblico e rintracciare le migliori realtà che possano portare a Danzainfiera nuove tendenze e discipline. Perché il nostro motore più forte è l'innovazione, e per questo siamo costantemente aperti a nuove proposte.


DANCE ÂŽ ACADEMY CENTRO DI FORMAZIONE

PROGRAMMAZIONE 2017

I corsi ida sono organizzati in collaborazione Con A.S.I. Ente di promozione culturale e sportivo Legalmente riconosciuto da coni e ministero dell’interno Segreteria didattica: CENTRO STUDI LA TORRE s.r.l. - Via Paolo Costa 2, Ravenna tel 0544.34124 - danza@idadance.com Organismo di formazione accreditato ai sensi della delibera di cui alla D.G.R. N. 461/2014. Ente Accreditato alla Formazione Azienda Certificata ISO 9001-2008

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com

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CORSO PER LA QUALIFICA DI INSEGNANTE DI

MODERN SEDE: RAVENNA, Centro Studi La Torre, Via Paolo Costa, 2 | DATE: dall'11 al 23 giugno 2017 INSEGNANTI: ROBERTA BROGLIA - Diplomata allo SPID di Milano (Scuola Professionale Italiana Danza), si è perfezionate nelle migliori scuole di New York.

RITA VALBONESI - Osteopata, fisioterapista e insegnante di danza, collabora da anni con l’IDA come docente.

È possibile iscriversi alla scuola con il fine di qualificarsi come insegnante, ma anche per migliorare le proprie conoscenze in questo stile di danza. Questo corso è il punto di inizio per coloro che vogliono dedicarsi all’insegnamento. È possibile approfondire ogni tappa evolutiva dell’allievo e ogni argomento grazie ai seminari e ai corsi di specializzazione. PROGRAMMA Il corso per insegnanti di modern si rivolge a tutti coloro che desiderino arricchire il proprio bagaglio tecnico attraverso un percorso didattico teorico e pratico che ha come fine il miglioramento delle proprie conoscenze tecnico - didattiche e il conseguimento della qualifica di insegnante. Il corso rappresenta il punto di inizio ideale per coloro che vogliano dedicarsi all’insegnamento. Esso offre ai partecipanti la possibilità di acquisire un metodo che permette di approcciarsi all’insegnamento di corsi di livello principiante e intermedio. Il programma è pensato, sia da punto di vista tecnico che anatomico funzionale, per organizzare e proporre lezioni per allievi a partire dall’età adolescenziale. Durante le lezioni si apprendono gli strumenti per costruire una programmazione didattica pluriennale attraverso lo studio della didattica e della pedagogia. Lo staff è composto da docenti che, alternandosi, sviluppano il programma da punti di vista differenti in modo da arricchire il più possibile le competenze degli allievi. OBIETTIVO DEL CORSO: Il corso intende fornire agli iscritti le nozioni fondamentali per l’insegnamento del modern jazz dall’età evolutiva ad un livello principianti/intermedio.

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DIPLOMA RILASCIATO: INSEGNANTE DI MODERN riconosciuto, in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno. Si ottiene previo superamento di un esame scritto e pratico

A CHI SI RIVOLGE: Ad aspiranti insegnanti con buona tecnica, ad insegnanti che vogliono compiere un percorso formativo che permetta loro di migliorare ed approfondire le loro conoscenze e a tutti coloro che vogliono comprendere il lavoro che si affronta nella lezione di modern jazz. SELEZIONE: Per accedere al corso è necessario inviare un curriculum vitae dettagliato, con l’indicazione di tutte le esperienze effettuate nel settore della danza, via fax al numero 0544/34752 oppure via e-mail a danza@idadance.com. QUOTA CORSO ESTIVO INTENSIVO: € 1190 da versarsi in un'unica soluzione almeno 15 gg prima dell'inizio del corso. MATERIALE DIDATTICO: Dispensa

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com


SEMINARI DI

CONTEMPORANEO SEDE: RAVENNA, Centro Studi La Torre, Via Paolo Costa, 2 ANCHE LA VOCE DANZA… 24/25 giugno e 23/24 settembre 2017 EMANUELE DE CHECCHI

Docente di vocalità per attori e danzatori, cantante e performer. Dal 1989 è insegnante di voce e canto alla Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Milano

PROGRAMMA

Durante gli incontri, i partecipanti sono guidati nell’esplorazione e ri-generazione, anche da vari repertori, evocazioni di cantanti, flussi di senti-menti, arie d’opera, grandi re-citazioni in movi-menti… Sarà possibile? Sì, se ci si abbandonerà all’utopia del ‘sentire’ e del ‘comunicare’.

IL DANZATORE CREATIVO: TECNICA E COMPOSIZIONE 16/17 settembre e 7/8 ottobre 2017 DAVIDE MONTAGNA PROGRAMMA Danzatore, coreografo e docente di danza contemporanea e di analisi coreografica. Insegna al corso di teatro-danza della Scuola Paolo Grassi di Milano e alla scuola di Beltrami Dancehaus.

Seminario tecnico e teorico diviso in due parti. Nella prima, è prevista una lezione per l’apprendimento degli elementi fondamentali della tecnica, della dinamica spaziale e della composizione coreografica. Nella seconda, un intervento teorico con apporti video, come indagine specifica sulle caratteristiche del corpo danzante e sull’analisi della composizione coreografica.

COREO-GRAFARE: ESTETICHE DEL MOVIMENTO E TECNICHE DEL CORPO NEL ‘900 11/12 novembre 2017 CARMELO ANTONIO ZAPPARRATA PROGRAMMA Giornalista e critico di danza (“La Repubblica-Bologna”, “Danza&Danza”, “Hystrio” e “Arte e Arti Magazine”). Membro del gruppo di studio della rivista scientifica "Danza e Ricerca” diretta da E. Casini Ropa, è docente di Storia della Danza al Liceo Coreutico "Niccolini-Palli" di Livorno. QUOTE Seminari da due weekend €420 Seminari da un weekend €210 MODALITÀ D’ISCRIZIONE L’iscrizione comporta l’accettazione del regolamento, consultalo e iscriviti su www.idadance.com

Attraversando i principali coreografi moderni e contemporanei e le loro produzioni, il corso analizza stili e correnti che hanno generato nuovi approcci e visioni dell'arte del corpo in movimento.

TITOLO RILASCIATO: ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE riconosciuto, in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno.

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com

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SEMINARIO

IL LINGUAGGIO DEL CORPO ANATOMIA E TECNICHE DI BODY WORK

SEDE: RAVENNA, Centro Studi La Torre, Via Paolo Costa, 2 | DATE: 8/9 luglio 2017 INSEGNANTE: RITA VALBONESI - Osteopata, fisioterapista e insegnante di danza, collabora da anni con l’IDA come docente. PROGRAMMA • Allenamento teorico e pratico per rendere il corpo armonioso e fluido. • Approccio dinamico alla ricerca di una evoluzione personale e professionale. Studio delle varie catene muscolari e rassegna delle diverse tecniche sensoriali. • Utilizzo del linguaggio sensoriale per localizzare sul corpo le tracce dei traumi emotivi non espressi ed eliminare i disturbi fisici a essi legati, creando così un equilibrio fra il corpo e le sensazioni. Ideale per la prevenzione e per migliorare la performance del ballerino. • Studio anatomico delle catene: posteriore, anteriore, laterale, spirale, profonda. Tecniche sensoriali per percepirle. • Integrazioni di tecniche di body work.

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TITOLO RILASCIATO: ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE riconosciuto, in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno. QUOTA: 195 euro da versarsi in un'unica soluzione 15 giorni prima dell'inizio del seminario. Dopo tale data la quota subirà una maggiorazione di €20. L’iscrizione sul posto comporta un ulteriore aumento di €20. MODALITÀ D’ISCRIZIONE: Per partecipare al seminario è obbligatoria l'affiliazione all’IDA per l'anno in corso come socio praticante. L’iscrizione comporta l’accettazione del regolamento, consultalo e iscriviti su www. idadance.com

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com


FOCUS

LEZIONI DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI SEDE: RAVENNA, Centro Studi La Torre, Via Paolo Costa, 2 I Focus sono proposti nel corso di Campus Sumer School, la scuola estiva di danza, e rappresentano un momento unico di approfondimento dedicato agli insegnanti. Per favorire il miglior studio possibile, è previsto il numero chiuso. Per maggiori informazioni su Campus vedi a pag. 2 e su www.idadance.com

TITOLO RILASCIATO: ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE

QUOTE • Iscrizione a un sigolo Focus: € 110 • Iscrizione a due o più Focus: € 100 cad. • Focus HIP HOP: € 80 cad. • Iscrizione ai Focus riservata ai soli iscritti a Campus con formula OPEN STAGE: € 50 cad. MODALITÀ D'ISCRIZIONE: Per partecipare ai Focus è obbligatoria l'affiliazione all’IDA per l'anno in corso come socio effettivo. L’iscrizione comporta l’accettazione del regolamento, consultalo e iscriviti su www. idadance.com

SPIRAL TRAINING - SEMINARIO DI RISCALDAMENTO IN MOVIMENTO DI RICERCA 12 luglio 2017 DOCENTI: Carla Rizzu e Donato De Bartolomeo PROGRAMMA

Rivolto a insegnanti di qualsiasi disciplina e tecnica di danza. Il riscaldamento muscolare è molto importante in quanto consente al corpo di prepararsi ad affrontare l'allenamento nelle migliori condizioni possibili. Sarà proposto un protocollo di lavoro che aiuta a sciogliere la tensione muscolare attraverso una accurata preparazione di preriscaldamento, aumentando così la mobilità articolare, sviluppando la forza unita all’equilibrio e ad un saldo contatto con il suolo.

STUDIO COREOGRAFICO, DALLA TECNICA ALL'EMOTIVITÀ NELL’HIP HOP 13 luglio 2017 DOCENTI: Daniele Baldi e Ilenja Rossi PROGRAMMA

Un seminario interamente dedicato agli insegnanti di hip hop, disciplina che può assumere molteplici declinazioni. Si approfondisce in particolare lo studio della coreografia e della musica, cercando di fornire spunti utili per la scelta dei brani in rapporto al tipo di creazione proposta. Sotto il profilo didattico, si offrono strumenti in grado di sviluppare e semplificare lezioni per gruppi di allievi diversi per livello e stile praticato.

DALLA TECNICA ALLO SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE RITMICO MOTORIA 14 luglio 2017 DOCENTE: Loreta Alexandrescu PROGRAMMA

Come instaurare un adeguato rapporto tra la musica e la danza per arrivare gradualmente all’utilizzo della tipologia di ritmo e melodica più adatta, per l’accompagnamento degli esercizi che compongono le lezioni di danza classica.

RAGGA JAM 14 luglio 2017 DOCENTE: Maïthé N’kosi (Studio Vibes - Bruxelles) PROGRAMMA

Nata e cresciuta a Bruxelles, Maithe Nkosi è presto diventata membro della crew “Brothers and Sisters”. Nel 2009 incontra la sua più grande ispirazione: Laure Courtellemont e il Ragga Jam, mix di Hip Hop con inflessioni afro su musica e ambienti ragga.

COMPOSIZIONE COREOGRAFICA PER BAMBINI 15 luglio 2017 DOCENTI: Roberta Broglia e Matteo Addino PROGRAMMA

Confine tra divertimento e tecnica nelle composizioni coreografiche sui bambini Il workshop ha lo scopo di fornire all'insegnante metodi didattici al fine di creare composizioni coreografiche originali e coinvolgenti per giovani allievi.

LE PUNTE 17 luglio 2017 DOCENTE: Marco Batti PROGRAMMA

Il workshop ha lo scopo di fornire elementi metodologici per l'insegnamento della tecnica di punta. Approfondimenti sulle differenti morfologie di piede e le conseguenti scelte consigliabili in merito alla scelta della scarpa da punta. Come cucire, preparare, ricamare ed ammorbidire la scarpetta da punta. Riconoscere i principali errori e come correggere vizi e atteggiamenti scorretti.

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com

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CORSO DI FORMAZIONE PER LA QUALIFICA DI INSEGNANTE DI

PILATES MATWORK®

Fusione di tecniche ed esercizi, tradizionali e innovativi, del metodo pilates SEDI E DATE SESSIONI FULL-IMMERSION Milano E. Cinelli dal 28 giugno al 2 luglio | Roma D. De Bartolomeo dal 28 giugno al 2 luglio Ravenna D. De Bartolomeo dal 5 luglio al 9 luglio | Ravenna G. Marongiu dal 18 agosto al 22 agosto Livorno E. Cinelli dal 6 sett. al 10 sett. DOCENTI RESPONSABILI: Elisabetta Cinelli, Giampiero Marongiu, Massimo Alampi, Donato De Bartolomeo, Michele Manca, Sara Sergi SINTESI DEL PROGRAMMA Principi standard posturali e tradizionali del metodo pilates • Esercizi pre-pilates codificati • Esercizi base • Laboratori di gruppo • Masterclass. Programma completo su www.idadance.com

DIPLOMA RILASCIATO: INSEGNANTE DI PILATES MATWORK® riconosciuto in ambito internazionale dall’EFA e in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno.

QUOTA D’ISCRIZIONE FORMULA FULL-IMMERSION 495€ da versarsi in un’unica soluzione entro 15 gg. prima della data d’inizio del corso. Oppure 270€ da versarsi almeno 15 gg. prima della data d’inizio del corso e 270€ da versarsi sul posto il primo giorno di lezione. Sconto 20% riservato a: Laureati in Scienze Motorie, Istruttori FIF/insegnanti IDA e titolari di Centri Associati FIF/ Scuole Affiliate IDA regolarmente tesserati come socio istruttore per l’anno in corso Risparmia il 10%! Come? Iscriviti pagando in un’unica soluzione almeno 30 gg. prima dell’inizio del corso. REQUISITI Si consiglia di aver praticato Pilates. ESAME Test scritto e prova pratica. | NOTE Il corso è a numero chiuso. MODALITÀ D’ISCRIZIONE: L’iscrizione comporta l’accettazione del regolamento. Consultalo e iscriviti su www.idadance.com. SUPPORTI ALLO STUDIO: Dispensa, DVD, E-learning

CORSO DI FORMAZIONE PER LA QUALIFICA DI INSEGNANTE DI

PILATES ADVANCED TRAINING

Didattica degli esercizi intermedi e avanzati del matwork integrata all’analisi posturale SEDI E DATE SESSIONI FULL-IMMERSION Ravenna E. Cinelli dal 21 luglio al 24 luglio DOCENTI RESPONSABILI: Elisabetta Cinelli, Giampiero Marongiu, Massimo Alampi, Donato De Bartolomeo, Michele Manca, Sara Sergi SINTESI DEL PROGRAMMA Introduzione; Teoria: struttura della lezione “Advanced”; Analisi scritta della lezione; Masterclass; Laboratori; Analisi postulare statica (A.P.S.); Analisi postulare dinamica (A.P.D.); Verifica dei risultati raggiunti Programma completo su www.idadance.com

DIPLOMA RILASCIATO: INSEGNANTE DI PILATES ADVANCED TRAINING riconosciuto in ambito internazionale dall’EFA e in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno.

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QUOTA D’ISCRIZIONE FORMULA FULL-IMMERSION 460€ da versarsi in un’unica soluzione entro 15 gg. prima della data d’inizio del corso. Oppure 240€ da versarsi almeno 15 gg. prima della data d’inizio del corso e 240€ da versarsi sul posto il primo giorno di lezione. Sconto 20% riservato a: Laureati in Scienze Motorie, Istruttori FIF/insegnanti IDA e titolari di Centri Associati FIF/ Scuole Affiliate IDA regolarmente tesserati come socio istruttore / insegnante per l’anno in corso Risparmia il 10%! Come? Iscriviti pagando in un’unica soluzione almeno 30 gg. prima dell’inizio del corso. REQUISITI Essere in possesso del diploma di Pilates Matwork ed essere tesserati per l’anno in corso come soci istruttori/insegnanti. ESAME Test scritto e prova pratica. MODALITÀ D’ISCRIZIONE: L’iscrizione comporta l’accettazione del regolamento. Consultalo e iscriviti su www.idadance.com. SUPPORTI ALLO STUDIO: Dispensa, DVD

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com


CORSO BIENNALE PER LA QUALIFICA DI INSEGNANTE DI

YOGA

Corso completo sulla disciplina al quale si è ispirato l’intero settore olistico SEDE: RAVENNA, Centro Studi La Torre, Via Paolo Costa, 2 | DATE: a partire da ottobre 2017 INSEGNANTI: Rita Babini, Paolo Taroni, Rita Valbonesi , Marco Neri, Roberta Mariotti, Alexander Bertuccioli, Cristina Morelli, Donato De Bartolomeo. Calendari lezioni Primo Anno: 7-8 ottobre 2017; 4-5 novembre 2017; 2-3 dicembre 2017 13-14 gennaio 2018; 10-11 febbraio 2018; 3-4 marzo 2018 7-8 aprile 2018; 5-6 maggio 2018; 19-20 maggio 2018 16-17 giugno 2018 (esami)

DIPLOMA RILASCIATO INSEGNANTE DI YOGA riconosciuto, in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno. Si ottiene previo superamento di un esame scritto e pratico

PROGRAMMA IN SINTESI Cultura e filosofia indiana; Nozioni fondamentali di anatomia e fisiologia; Posturologia e propriocettività; Asana: un aspetto dello yoga; Pranayama; Il rilassamento (tecniche e metodologia); Fisiologia sottile; Alimentazione; Avvio alla Didattica; Normative e aspetti legali.

QUOTA D’ISCRIZIONE ANNUALE 1450€ da versarsi in un’unica soluzione entro 15 gg. prima della data d’inizio del corso, o due rate da 800€ ciascuna, oppure quattro rate da 400€ ciascuna. Sconto 20% riservato a: Laureati in Scienze Motorie, Istruttori FIF/Insegnante IDA e titolari di Centri Associati FIF/ Scuole Affiliate IDA regolarmente tesserati come socio istruttore/insegnante per l’anno in corso. Risparmia il 10%! Come? Iscriviti pagando in un’unica soluzione almeno 30 gg. prima dell’inizio del corso. REQUISITI RICHIESTI Per poter accedere al corso è necessario, prima dell'iscrizione, inviare il proprio curriculum vitae. Struttura del corso Si articola in due anni e prevede ogni anno 10 week-end di studio a cadenza mensile. Il corso è a numero chiuso. Si consiglia di aver praticato yoga. TEST ED ESAME Al termine del corso del 1º anno si terrà un test a risposta chiusa e prova pratica. Per accedere al test è necessario aver frequentato almeno l’80% delle lezioni. Le giornate perse non saranno rimborsate e i contenuti costituiranno ugualmente materia d’esame. Al termine del 2º anno è previsto un esame con “tesi di fine corso”. SUPPORTI ALLO STUDIO Dispensa.

Nel secondo anno verranno sviluppati gli argomenti relativi a: Cultura e filosofia; Asana; Normative e aspetti legali; Didattica; Psicologia e comunicazione; Mudra; Pranayama; Fisiologia sottile; Raja-yoga: tecniche di meditazione

YOGA DYNAMIC SCHOOL Lo yoga per il fitness olistico

SEDE: RAVENNA, Centro Studi La Torre, Via Paolo Costa, 2 INSEGNANTI: Donato De Bartolomeo, Rita Babini.

| DATE: dal 30 agosto al 5 settembre

Il percorso Dynamic Yoga school è il frutto della collaborazione tra Donato De Bartolomeo e Rita Babini, entrambi docenti della scuola di Hatha Yoga fif/ SIO. Il corso ha l'obbiettivo di promuovere la pratica dello Yoga nella sua versione più attuale. La pratica del Dynamic Yoga è ideale non solo per chi già insegna Yoga, ma anche per chi si affaccia per la prima volta a questa magica disciplina. Il lavoro dinamico ha il vantaggio di preparare progressivamente in corpo rendendolo flessibile ed elastico oltre che a migliorare le capacità cardiovascolari. PROGRAMMA IN SINTESI Obbiettivi del corso e introduzione alla pratica Yoga Masterclass in stazione eretta (principianti e intermedi); didattica e insegnamento di una lezione Dynamic Yoga; masterclass: costruire gli addominali in chiave Yoga secondo il metodo Dynamic Yoga; l'importanza dei muscoli del pavimento pelvico (mula bandha); masterclass: le posizioni capovolte (benefici e controindicazioni); pranayama: Ujjayi pranayama, il respiro vittorioso; masterclass: fluire attraverso le posture di apertura e chiusura; costruire una lezione di Dynamic Yoga.

DIPLOMA RILASCIATO INSEGNANTE DI DYNAMIC YOGA riconosciuto, in base a convenzione nazionale, da A.S.I., Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal Ministero dell’Interno. Si ottiene previo superamento di un esame pratico QUOTA D’ISCRIZIONE 695€ da versarsi in un’unica soluzione entro 15 gg. prima della data d’inizio del corso. Oppure 370€ da versarsi almeno 15 gg. prima della data d’inizio del corso e 370€ da versarsi sul posto il primo giorno di lezione. Sconto 20% riservato a: Laureati in Scienze Motorie, Istruttori FIF/Insegnante IDA e titolari di Centri Associati FIF/ Scuole Affiliate IDA regolarmente tesserati come socio istruttore/insegnante per l’anno in corso. Risparmia il 10%! Come? Iscriviti pagando in un’unica soluzione almeno 30 gg. prima dell’inizio del corso. DOCENTE RESPONSABILE DEL CORSO D. De Bartolomeo. SUPPORTI ALLO STUDIO Dispensa.

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com

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MANTRA SEMINARIO DI DISCIPLINE OLISTICHE 25-26-27 AGOSTO 2017 • VOLTERRA (PI)

DOCENTI E OSPITI

VENERDÌ 25 AGOSTO Arrivo e sistemazione 13.00 Pranzo 14.45/16.15 Donato De Bartolomeo - Preparazione al pranayama 16.00/16.30 Rita Babini - Pranayama 16,45/18,00 Rita Babini - Architettura Asanale linee curve

RITA BABINI

RITA VALBONESI

DONATO DE BARTOLOMEO

Insegnante di yoga

TdR, Osteopata, posturologa e insegnante di yoga

Insegnante di yoga e pilates

18.15/20.00 Prof. Giuliano Boccali - La Bhagavadgita e la sua visione spirituale 20.30 Cena 21.30 Racconti intorno al fuoco

GIULIANO BOCCALI

ALBERTO CHIESA

Professore di Indologia, lingua e letteratura sanscrita

Psichiatra, psicoterapeuta e istruttore di Mindfulnes

SABATO 26 AGOSTO 7.30/8.00 Rita Babini e Giuliano Boccali - Pranayama 8.00/9.00 Colazione 9.00/10.00 Donato De Bartolomeo - Hatha Yoga 10.30/11.45 Rita Babini - KRIYA

SEDE AGRITURISMO FATTORIA LISCHETO Strada Provinciale del Monte Volterrano, 56048 Volterra (Pisa) Tel +39 0588 30403 www.agrilischeto.com L’agriturismo Lischeto è una struttura accogliente, ospitale, restaurata in bioedilizia, che si trova in piena campagna, tra pascoli e campi coltivati con il metodo biologico. Un ambiente agreste particolare, semplice e cordiale, tranquillo, lontano dai rumori della città, un’atmosfera unica anche grazie al vasto parco artistico.

12.00/13.30 Rita Valbonesi - Bimbi e genitori incontrano lo yoga 13.45/15.00 Pranzo 15.00/16.30 Donato De Bartolomeo - Yoga dinamico 16.45/18.15 Rita Babini - Architettura dell’Asana: i Triangoli 18.30/19.30 Rita Valbonesi - Passeggiata e tecniche di meditazione sugli elementi 20.30 Cena 21.30 Yogagrafico - Esercizi visivi per rilassare la mente DOMENICA 27 AGOSTO 7.00/7.30 Rita Babini - Preparazione alla meditazione 7.30/8.30 Colazione

QUOTA

8.30/10.00 Rita Valbonesi - Anatomia esperienzale e yoga

QUOTA D'ISCRIZIONE: €365

(comprende seminario, vitto e alloggio) È possibile versare un acconto di euro 150,00 e il saldo della quota è da versarsi entro e non oltre il 15 luglio 2017. La quota non è soggetta a sconti e verrà maggiorata di € 50 dopo il 15 luglio. Per consentire un adeguato svolgimento delle lezioni, il seminario è a numero chiuso. L’organizzazione si riserva di chiudere le iscrizioni al raggiungimento del numero massimo di partecipanti. Per poter accedere occorre essere affiliati per l’anno 2017/2018 a IDA, FIF o SIO.

Informazioni dettagliate, programma completo e iscrizioni su www.idadance.com 36

DANCE ACADEMY

10.00/11.00 Pausa check-out camere 11.15/13.45 Dott. Alberto Chiesa - Gli interventi basati sulla mindfulness:dalle origine ai giorni nostri 13.45 Pranzo Consegna Attestati

Date, orari e docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti e iscrizioni su www.idadance.com


800.129.444


PROGETTO DIDATTICO PER LE SCUOLE DI DANZA ASSOCIATE

Il Percorso Formativo IDA è un progetto didattico pensato per tutte le scuole che vogliono offrire ai propri allievi la possibilità di sostenere esami per verificare e attestare il livello raggiunto nel percorso di studi. Per l’allievo è uno stimolo ad applicarsi nello studio, per l’insegnante un’occasione di confronto e di crescita professionale. Sono previsti esami nelle seguenti discipline: Classico, Modern Jazz/Contemporaneo e Hip Hop.

CENTRI PROFESSIONALI

Per partecipare al percorso formativo le scuole devono essere regolarmente affiliate all’IDA e inviare lo speciale modulo di adesione entro il 30 dicembre. La data d’esame deve essere concordata entro il 1° aprile con la segreteria IDA e può essere fissata in qualsiasi periodo dell’anno in base alle esigenze della programmazione didattica e artistica della scuola di danza.

I.D.A.

ESAMI DI LIVELLO DIRETTAMENTE NELLE SEDI CON RILASCIO DI ATTESTATO

Servizi e supporti didattici offerti alla scuola che aderisce: • Il Teacher Workbook sulle discipline scelte, in cui l’insegnante trova indicati i livelli d’esame che gli allievi possono sostenere durante gli anni di studio. Per ogni livello sono indicati i risultati da raggiungere e le difficoltà tecniche che devono essere affrontate in sede d’esame. • Targa di “Centro Professionale IDA” da esporre nella scuola. • Servizio di assistenza domanda/risposta attraverso la e-mail dedicata didattica@idadance.com a cui gli insegnanti possono scrivere per porre domande su problematiche e dubbi relativi all’attività didattica. Le risposte saranno fornite dai docenti/esaminatori del percorso formativo. • Visita (su richiesta) di un docente tutor IDA nella propria scuola, per la supervisione del lavoro prima degli esami. Possibilità di richiedere un preventivo contattando la segreteria IDA.

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LIVELLI

Il programma didattico prevede differenti livelli in base alla disciplina prescelta:

CLASSICO

MODERN JAZZ CONTEMPORANEO

La danza e il gioco (3-4 anni) Propedeutica 1 (5-6 anni) Propedeutica 2 (7 anni) Propedeutica 3 (8 anni) Base 1 (9-10 anni) Base 2 (11-12 anni) Intermedio 1 (13-14 anni) Intermedio 2 (15-16 anni) Avanzato 1 (dai 17 anni in poi)

La danza e il gioco (3-4 anni) Propedeutica 1 (5-6 anni) Propedeutica 2 (7-8 anni) Base 1 (9-10 anni) Base 2 (11-12 anni) Intermedio 1 (13-14 anni) Intermedio 2 (15-16 anni) Avanzato 1 (dai 17 anni in poi)

HIP HOP

La danza e il gioco (3-4 anni) Propedeutica 1 (5-6 anni) Propedeutica 2 (7-8 anni) Principiante (9-10 anni) Principiante - Intermedio (11-14 anni) Intermedio – Avanzato (15-18 anni)

NOTA: La suddivisione dei livelli per età è solo indicativa. In base al livello raggiunto dagli allievi resta infatti a discrezione dell’insegnante della scuola di danza, che aderisce al progetto, decidere a quale grado presentare l’allievo. Il docente giudicante potrà poi assegnare all’allievo, al termine dell’esame, il livello ritenuto più opportuno.

Gli allievi che supereranno gli esami di livello, riceveranno l’attestato rilasciato e riconosciuto dall’International Dance Association. Per partecipare agli esami ogni allievo deve versare una quota di iscrizione.

ESAMI

Quote esami di classico e modern jazz / contemporaneo La Danza e il gioco e Propedeutica: €20 Base: €35 Intermedio: €45 Avanzato: €60 Quote esami di hip hop La Danza e il gioco e Propedeutica: €20 Principiante: €35 Principiante/Intermedio: €35 Intermedio/Avanzato: €45 La richiesta di adesione al Percorso Formativo dovrà pervenire entro il 30 dicembre e la richiesta di esami dovrà pervenire ad IDA entro il 1° aprile. Dopo tale data la segreteria si riserverà di accettare o meno gli esami con una penale di €50. Contestualmente alla richiesta di adesione si richiede il versamento di €100 a titolo di caparra. In seguito al versamento la scuola riceverà il materiale e la targa "Centro Professionale IDA". La caparra verrà poi detratta dalle quote di iscrizione al momento del pagamento. La quota d’esame dovrà essere versata dall’allievo per ogni singolo esame. Questo significa che l’allievo che partecipa a esami di diverse discipline deve versare una quota per ciascuna disciplina. Le quote di iscrizione dovranno essere raccolte dalla segreteria della scuola ed essere versate in un’unica soluzione all’IDA almeno trenta giorni prima della data d’esame concordata. Gli allievi più meritevoli e dotati di maggior talento potranno ricevere, a discrezione dell’esaminatore, una borsa di studio per gli stage dell’IDA.

Nell'ottica di seguire con particolare attenzione gli insegnanti dei propri centri professionali, IDA promuove nel periodo estivo un nuovo servizio di aggiornamento didattico, a cura dello staff IDA. Chi desidera perfezionarsi dal punto di vista tecnico e ricevere utili indicazioni didattiche, può seguire i laboratori e i percorsi teorico-pratici organizzati nella sede IDA di Ravenna nei mesi estivi al termine dell'anno accademico. L'aggiornamento didattico è rivolto a tutti gli insegnanti delle scuole affiliate IDA e ai diplomati IDA dei corsi finalizzati all'insegnamento.

BORSE DI STUDIO

AGGIORNAMENTO DIDATTICO

Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria organizzativa: Via Paolo Costa 2, Ravenna - tel. 0544 34124 danza@idadance.com www.idadance.com EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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SCUOLE AFFILIATE I.D.A. ENTUSIASMO, PASSIONE E POLIEDRICITÀ AL SERVIZIO DELLA DANZA CENTRO DANZA

ANGIE DANCE

Paderno Dugnano (Milano) Direzione artistica: Angela Giancotti La scuola di danza diretta da Angela Giancotti è un centro di formazione artistico culturale, fondato sulla disciplina e la crescita di ogni allievo. Numerose i corsi proposti: propedeutica, danza classica, modern jazz, hip hop, break-dance, acrobatica aerea con i tessuti, laboratorio coreografico, repertorio, zumba, danza in acqua, reggaeton, fitness per gli adulti e lezioni private di tecnica. «Lo scopo – spiega la direttrice artistica – è quello di insegnare agli allievi come avvicinarsi alla danza sia a livello amatoriale che professionale, in una scuola attenta a creare armonia e collaborazione». Angela studia danza da 26 anni, ha partecipato a stage di livello nazionale e internazionale in particolare a Londra e New York. Fin da piccola la passione per la danza e per i bambini la portano a intraprendere la strada dell'insegnamento. Dopo anni di esperienza, ha aperto la sua scuola nel 2010 cercando di offrire agli allievi svariate discipline dalle più classiche accademiche alle più innovative e creative come lo studio dell'acrobatica aerea sui tessuti. È attenta alla crescita psico-fisica del singolo allievo e cerca di proporre e organizzare stage, concorsi ed esibizioni per offrire ampie opportunità a tutti.

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Messina Direzione artistica: Genny Ruggeri Centro Danza è frutto della passione per l’arte coreutica di Genny Ruggeri che, dopo un lungo percorso nel settore e dopo aver insegnato in centri polifunzionali, è riuscita a raggiungere il suo obiettivo più ambizioso: aprire una scuola tutta sua in cui far crescere i talenti di domani. La scuola è aperta a bambini dai quattro anni in su e a ragazzi interessati alle seguenti discipline: danza classica, modern, contemporaneo e hip hop. La direttrice artistica conduce personalmente le lezioni di classico e modern/contemporaneo mentre si fa aiutare da validi professionisti, fra cui anche due ex allievi, per gli altri corsi. «Ho iniziato da bambina con il classico – ricorda Genny -, per orientarsi verso gli altri stili dai 18 anni in su. Fondamentale nella mia crescita tecnica e artistica è stata la partecipazione a workshop e stage di perfezionamento, in particolare durante il periodo in cui ho vissuto a Roma e ho frequentato alcune iniziative dell’Accademia Nazionale di Danza. L’incontro con maestri stranieri mi ha dato poi la giusta apertura mentale, consentendomi di provare stili differenti». All’inizio, non è stato facile, ritornare nella sua Sicilia e aprire una scuola tutta sua, ma grazie a costanza e dedizione, è riuscita a diventare un punto di riferimento di tutti gli appassionati di danza. Anche con gli allievi che ha aiutato a crescere, si è instaurato un bel rapporto di amicizia e affetto, al punto che alcuni di loro continuano a collaborare con la scuola. Durante la stagione accademica, Centro Danza organizza stage con maestri ospiti, spettacoli in collaborazione con realtà locali e stimola gli allievi a partecipare a concorsi.


NEWS

BRILLANTI RISULTATI PER LA SCUOLA STUDIO DANZA DI QUARTO D’ALTINO

SPAZIO B

DANCE STUDIO

Capriate San Gervasio (Bergamo) Direzione artistica: Zvetomira Todorova Si appresta festeggiare i primi sette anni di attività la scuola Dance Studio aperta nel 2010, inizialmente come un esperimento che ha avuto successo al punto da veder crescere – anno dopo anno – il numero degli allievi. Anche sotto il profilo dell’offerta formativa, la scuola si sta mettendo in evidenza come una vera e propria accademia in cui gli allievi maturano sotto il profilo tecnico e artistico. Ai bambini e ragazzi sono proposti corsi di classico, moderno, hip hop e break-dance. La direttrice artistica Zvetomira Todorova si avvale della collaborazione di altri docenti per le discipline urbane, mentre insegna personalmente classico e modern/contemporaneo. L’apertura di una scuola di danza rappresenta la realizzazione di un sogno per la titolare del centro, che ha mosso i primi passi nella danza in Bulgaria. Una volta trasferitasi in Italia, ha proseguito lo studio a livello accademico, per poi emigrare qualche anno in Belgio per dedicarsi alla carriera di ballerina. Ma è in Italia che trova la giusta dimensione e la possibilità di farsi conoscere come insegnante. «Lavorare in provincia non è facile – afferma -, ma ci siamo fatti conoscere dai ragazzi e dalle famiglie e aspiriamo a diventare un centro professionale a tutto tondo. Durante l’anno, gli allievi sono continuamente stimolati, grazie alla partecipazione a concorsi in Italia e all’estero per tirar fuori le giuste qualità e la necessaria determinazione».

Sesto San Giovanni (Milano) Presidente: Barbara Fabbrizzi Dall’insospettabile incontro tra danza e karate, nel 2014, nasce Spazio B – Kyudokan, che in breve tempo diventa luogo di incontro per le famiglie: bambini, genitori e nonni. Per ognuno di loro c’è un’attività dedicata: per i più piccoli, i corsi di danza classica, moderna, hip hop, contemporanea e, dallo scorso anno, anche di danza aerea; per gli adulti e fino alla terza età e le donne il Pilates, anche in gravidanza e con il bebè; per tutti il karate. «In questa zona di frontiera – ricorda la direttrice artistica Barbara Fabbrizzi -, tra Milano e Sesto, non c’era praticamente nulla. Avendo colmato una lacuna, la risposta del territorio non si è fatta attendere. Abbiamo cominciato con appena trenta allievi e, dopo appena tre anni, oggi ne contiamo duecento. Si è creato un bell’ambiente, molto accogliente e familiare, dove le mamme, i papà e persino i nonni si conoscono fra loro, scambiandosi consigli e anche ricette, mentre assistono alle lezioni dei figli o nipoti». Nel corso dell’anno, gli allievi sono sempre impegnati nella preparazione del saggio finale, di piccoli spettacoli da inserire in manifestazioni locali e di concorsi in giro per l’Italia. Per fare ulteriormente crescere gli allievi, tra i prossimi obiettivi di Spazio B vi è la promozione di stage ed eventi di specializzazione.

Si è messa in evidenza su più fronte Studio Danza, la scuola di danza che fa parte di Annia Polisportiva Dilettantistica con sede a Quarto d’Altino, in provincia di Venezia. Il 14 maggio scorso, è risultata la migliore scuola durante il concorso “Danzando per la mamma” che si è svolto a Jesolo. Di fronte a una giuria composta da Michele Villanova, Mia Molinari e Giorgio Azzone, un gruppo di allievi dai 12 ai 18 anni ha conseguito il primo posto con la coreografia di classico “Prima dell’alba”, un balletto nazionalpopolare sulle note della celebre canzone “E va’… e va’”, cantata da Alberto Sordi. «Un pezzo molto allegro – racconta la direttrice artistica Laura Fruncillo – che è stato molto apprezzato durante la manifestazione e che sorprende sempre ogni volta che lo riproponiamo». Si è classificato sul gradino più alto del podio anche il gruppo di allievi del contemporaneo avanzato con “Spazio tempo”, mentre qualche secondo e terzo posto è arrivato anche grazie a degli assoli. Anche la direttrice artistica Fruncillo ha vinto un premio coreografico a Jesolo, con il pezzo “Armonia di piccoli passi” che – grazie all’interessamento della maestra Roberta Fontana – sarà riproposto durante l’estate a Olbia, in Sardegna. A chiudere un anno accademico ricco di soddisfazioni, è stato poi il consueto saggio-spettacolo “Je Danse 2017” che si è svolto il 27 maggio al teatro Metropolitano Astra di San Donà di Piave. Per l’occasione, sono stati ospiti anche Martina Nadalini ballerina professionista di “Amici di Maria De Filippi” e Roberto Carrozzino che collabora con il coreografo Fabrizio Mainini e con la trasmissione tv “Tale e Quale Show”.

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CENTRO STUDI “LA TORRE” / I.D.A. E ISCOM E.R. PRESENTANO

IL PRIMO CORSO DI QUALIFICA PER

MAESTRO DI DANZA IL CORSO È GRATUITO

IN QUANTO FINANZIATO CON RISORSE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO CON RILASCIO DI TITOLO VALIDO A LIVELLO NAZIONALE ED EUROPEO 6° LIVELLO EQF Partirà il prossimo luglio e avrà una durata di 500 ore, il primo corso di qualifica per maestro di danza, promosso dal Centro Studi “La Torre” e Iscom E.R. Ravenna, riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna e finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Si tratta di un importante traguardo perché è la prima volta in Italia che un corso, riconosciuto a livello giuridico, conferisce una prestigiosa qualifica in grado di aprire nuove prospettive professionali. A spiegarne le caratteristiche è Elena Baldisserri, tutor del corso per il Centro Studi “La Torre”. Perché il corso rappresenta un’importante novità nel settore della danza? «Questa nuova qualifica, riconosciuta a livello nazionale ed europeo 6° livello EQF, valorizza da un lato la professionalità dell’insegnante di danza, offrendo dall’altro garanzie ai genitori che alle scuole di danza affidano i loro figli sin dalla più tenera età. Sino ad ora, infatti, al di là del diploma riconosciuto dalla Accademia Nazionale di Danza di Roma, si è sempre parlato in Italia di ‘libero insegnamento della danza’. Con questa nuova qualifica regionale, si riuscirà così a meglio discriminare chi ha competenze per insegnare». Sulla base di questa nuova qualifica, chi è il maestro di danza? «È quella figura tecnica – nell’ambito dello spettacolo – in grado di progettare e condurre lezioni di danza classica, moderna e contemporanea, graduando gli obiettivi didattici in relazione alle caratteristiche psico-fisiche degli allievi. Il ruolo di maestro di danza è molto importante, non solo dal punto di vista artistico, ma anche sotto il profilo pedagogico, per meglio comunicare con i propri allievi e avviarli alla danza nel 42

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modo più corretto». Il titolo conseguito è riconosciuto solo nella Regione Emilia-Romagna? «No, è una qualifica valida in tutte le regioni d'Italia e in Europa». Cosa prevede il programma di studi? «La durata è fissata in 500 ore complessive. Le giornate in aula impegneranno 300 ore, i principali contenuti saranno: conduzione delle lezioni, preparazione alla produzione dello spettacolo, valutazione dei risultati dell’apprendimento, storia della danza e della musica, igiene della persona e degli ambienti, principi di corretta alimentazione, codice deontologico, principi di anatomia, fisiologia del movimento, psicomotricità, traumatologia, la sicurezza sul lavoro. Grande rilevanza sarà inoltre data agli stage pratici che occuperanno le restanti 200 ore». Il corso è gratuito? «Sì, interamente, perché finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Ed è previsto il numero chiuso, come per tutti i bandi regionali». A chi è rivolto il nuovo corso? «Per partecipare al bando, è necessario essere disoccupati, residenti o domiciliati in Emilia-Romagna, in possesso di diploma di scuola superiore e avere un curriculum artistico coerente con i contenuti del percorso, ossia: aver frequentato corsi di danza per almeno cinque anni e aver effettuato un’esperienza almeno biennale come ballerino in rassegne/spettacoli teatrali o aver conseguito un diploma di qualifica di danzatore». Cosa è previsto per chi non ha, invece, i requisiti del bando regionale? «Il Centro Studi è in procinto di presentare la richiesta di autorizzazione per il corso di maestro di danza destinato ai residenti di tutte le regioni italiane, a mercato». Qual è la scadenza per presentare le richieste? «Abbiamo già ricevuto numerose adesioni per cui sono rimasti pochi posti. Entro il 22 luglio 2017, i candidati dovranno presentare una domanda di iscrizione al corso riportante, oltre ai dati personali, anche una autocertificazione – in base all’art. 15 della L. 183/2011 – di possesso dei requisiti richiesti. Se le domande supereranno i posti disponibili, ci sarà una selezione. Le domande vanno inviate via e-mail a formazione@cslatorre.it. Per qualsiasi ulteriore informazione, è possibile contattarmi al 0544-34124, da lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30». Quando inizierà il corso e dove si svolgerà? «L’inizio è previsto per il 30 agosto. Il corso si svolgerà nella sede del Centro Studi La Torre – segreteria organizzativa dell’IDA (International Dance Association), in via Paolo Costa 2, a Ravenna».


CORSO PER LA QUALIFICA DI

MAESTRO DI DANZA Operazione Rif. PA 2016-6300/RER approvata con delibera di Giunta Regionale n. 33 del 23/01/2017

CORSO

GRATUITO FINANZIATO DAL FONDO SOCIALE EUROPEO

CORSO A NUMERO CHIUSO Un'anteprima del corpo docenti: Loreta Alexandrescu Insegnante di danza classica presso la Scuola di danza dell'Accademia Teatro alla Scala. Emanuela Tagliavia Danzatrice e coreografa, docente di danza contemporanea all’Accademia del Teatro alla Scala, al corso di teatro-danza della Scuola “Paolo Grassi” di Milano. Alessandro Pontremoli Insegna Storia della danza all'Università di Torino, è membro della commissione consultiva danza del MiBact e dirige il gruppo di danza storica Il Leoncello. Ha al suo attivo monografie e numerosi articoli su riviste scientifiche inerenti la danza del Rinascimento e la danza del nostro tempo. Monica Morleo Esperta di danza, teatro e musica, da anni si occupa di organizzazione e distribuzione teatrale, tournée e consulenze in ambito associativo. Elisabetta Ceron Diplomata all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, insegna tecnica della danza classica, promuove progetti ed eventi artistici/didattici. Giampaolo Testoni Compositore italiano tra i fondatori del movimento musicale cosiddetto “neoromantico”. La sua musica è edita da Casa Ricordi e Casa Sonzogno e Edizioni Sconfinarte. Francesca Rosso Giornalista, studiosa di cinema e danza, autrice di diversi libri fra cui “Cinema e danza. Storia di un passo a due” (UTET Università, 2008). Rita Valbonesi Osteopata, fisioterapista e insegnante di danza, collabora da anni con l’IDA come docente. Marco Neri Laureato in scienze alimentari. Insegna all’interno di corsi ECM rivolti a medici e farmacisti su tematiche di salute e benessere. Marco Batti Affiliato American Ballet Theatre NTC®, Direttore Artistico dell’Ateneo della Danza/Balletto di Siena. Roberta Broglia Diplomata allo SPID di Milano (Scuola Professionale Italiana Danza), si è perfezionate nelle migliori scuole di New York. Rita Babini Insegnante di Yoga.

Sede del corso: Ravenna - Centro Studi “La Torre”, Via Paolo Costa 2. Moduli di studio: • Conduzione delle lezioni, • preparazione alla produzione dello spettacolo, • valutazione dei risultati dell’apprendimento, • storia della danza e della musica, • igiene della persona e degli ambienti, • principi di corretta alimentazione, • codice deontologico, • principi di anatomia, • fisiologia del movimento, • psicomotricità, • traumatologia, • la sicurezza sul lavoro. Date: le 300 ore di lezione in aula si svolgeranno nelle seguenti giornate*: 30/31 agosto; 1/2/23 settembre; 7/20/21 ottobre; 11/25 novembre; 2/16 dicembre 2017; 13/27 gennaio; 3/16/17 febbraio; 2/3/17 marzo; 7/14 aprile; 5/12 maggio; 16/30 giugno; 9/10/11/12/13/14 luglio; 27/28/29/31/31 agosto; 1 settembre 2018

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Le date e i docenti possono subire variazioni. Tutti gli aggiornamenti su www.idadance.com

Le richieste devono essere inviate entro il 22 luglio 2017 via mail a formazione@cslatorre.it

Ente Accreditato alla Formazione Azienda Certificata ISO 9001-2008

Per maggiori informazioni: I.D.A. International Dance Association - Dott.ssa Elena Baldisserri Tel. 0544/34124 dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30 formazione@cslatorre.it - www.idadance.com EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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SPECIALE

CONCORSO EXPRESSION

Ogni anno migliaia di giovani provenienti da tutta Europa partecipano al concorso internazionale di danza Expression, organizzato dall’IDA – International Dance Association nella cornice di Danzainfiera a Firenze (dal 24 al 26 febbraio 2017). Per i giovani, il concorso è un’ottima occasione per confrontarsi con ballerini di formazione diversa e per mettersi in evidenza davanti a una giuria quasi interamente formata da artisti provenienti da tutto il mondo. Quest’ultima è una caratteristica, da sempre tipica di Expression, che conferisce al concorso trasparenza e imparzialità. L’edizione del 2017 è stata particolarmente ricca di borse di studio e occasioni di studio in celebri scuole francesi, statunitensi, inglesi, irlandesi, belghe, portoghesi, spagnole, tedesche e slovene.

Foto di DSPhoto

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Grazie

A TUTTI I PARTECIPANTI PER L’ENTUSIASMO, IL TALENTO E L’IMPEGNO DIMOSTRATO.

Arrivederci al 2018 PER UNA NUOVA EDIZIONE RICCA DI BORSE DI STUDIO, OPPORTUNITÀ FORMATIVE E NOVITÀ!

www.concorsoexpression.com

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Quattro giovani solisti di talento che hanno fatto il pieno di premi e borse di studio

MATTEO MORETTO (17 anni)

Al concorso Expression, ha vinto il 1° premio con il gruppo classico "Ricordi" coreografato da Federico Veratti, il 2° premio sempre classico con il gruppo "French collage" coreografato da Susanna Plaino, il 2° premio classico con il passo a due da "Lo Schiaccianoci", poi il 3° premio classico con la variazione da "Paquita". Ammirato da più giurati, ha ricevuto una borsa di studio per l’Ecole Supérieure de Danse de Cannes-Mougins, per l'Ecole Supérieure de Marseille, per la Scuola di danza di Maria de Avila di Saragozza, in Spagna, e per il Conservatorio Profesional de danza de "Mariemma". Un commento sul concorso Expression a cui partecipi già da qualche anno. Cosa ti piace particolarmente? «Prima di tutto l’efficiente organizzazione. È un concorso a cui non manca davvero nulla, con una giuria molto professionale che dà l'opportunità a ragazzi come me di frequentare, scuole e compagnie. Mi piace anche il fatto che i giurati, nelle varie edizioni non siano sempre gli stessi. Trovo ben fatta anche la suddivisione delle categorie 46

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e delle sezioni che permette uno svolgimento più rapido della competizione, anche in virtù di più palchi. Bella anche la cornice, Danzainfiera, con tanti maestri ospiti che danno lezioni da cui si può imparare sempre qualcosa di nuovo o anche semplicemente prepararsi qualche ora prima di andare in scena». Credi che il concorso possa aprirti una nuova porta o offrirti nuove possibilità? «Il concorso in sé offre molte opportunità, grazie alle numerose borse di studio assegnate. Personalmente mi reputo fortunato e credo che almeno un paio di esse mi offriranno molte possibilità di studio/lavoro. Ho parlato con alcuni dei maestri-giudici che mi hanno assegnato le borse di studio, che mi hanno spiegato come usarle al meglio». Puoi descrivere in breve il tuo percorso nella danza fino a ora? «Ho cominciato a ballare all'età di 11 anni, a seguito di un piccolo infortunio mentre facevo ginnastica artistica. È poi grazie a mia sorella che sono entrato a far parte della scuola di

danza "Il Balletto" diretta da Susanna Plaino, di cui lei faceva già parte. Sempre di più mi sono appassionato alla danza che ora è diventata parte della mia vita. Negli anni ho conosciuto molti maestri grazie agli stage organizzati a scuola dalla nostra direttrice e a periodi estivi al Royal Ballet o all'Operá di Parigi. Tutti i concorsi a cui ho partecipato mi hanno insegnato anche cosa significhi ballare davanti a un pubblico». Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? «Dopo il diploma di danza stavo pensando di fare un anno di studi all'estero per poi cominciare a fare audizioni per alcune compagnie. Durante l’estate cercherò invece di sfruttare almeno una delle borse di studio vinte al concorso Expression».

Cosa rappresenta per te la danza? «È una gran parte della mia vita! Mi ci dedico molto e vorrei farne un lavoro. Ogni giorno mi alzo presto, la sveglia suona alle 5.30, poi prendo il treno per Castelfranco Veneto. La mattina frequento un normalissimo liceo, poi vado a danza e a partire dalle 14 fino a sera, la mia mente è immersa nella danza. Dopodiché prendo il treno per il ritorno a casa. Mentre fino a qualche anno fa, quando ancora facevo sport, ero più confuso sul mio futuro, ora credo fermamente che continuare a fare danza sia la cosa giusta. Un ringraziamento particolare va ai miei genitori che mi sostengono e aiutano nel realizzare questo sogno, così come a Susanna che mi ha preso sin da bambino e mi ha seguito fino a ora».


THÉO MARÉCHAL (18 anni)

Al concorso Expression si è guadagnato ben tre borse di studio: quella del Conservatorio Nazionale di Musica di Parigi, quella del Conservatorio di Angers e una stagione nel Balletto Junior Kayzer in Portogallo. Come hai cominciato a fare danza? «Studio classico, modern jazz e contemporaneo da nove anni, dividendomi fra due scuole a Moulins e Yzeure in Francia. Ballare è la mia passione fin dall'infanzia. Dopo la morte di mio padre nel 2008, si può dire che mi sono prati-

camente ‘rifugiato’ in questa disciplina». Partecipi regolarmente a dei concorsi di danza? «Sì, sia di livello regionale che nazionale, soprattutto in Francia dove vivo. Per la prima volta, quest’anno, ho deciso di partecipare a un concorso internazionale e ho scelto Expression nella cornice di Danzainfiera a Firenze. È stata un’occasione speciale di incontro e confronto che mi ha colpito anche per il livello molto alto dei partecipanti. Accompagnato dalla mia insegnante Stéphanie Du-

chézeau, resterà per sempre un’esperienza indimenticabile». Quali saranno i tuoi prossimi impegni? «A settembre sfrutterò la borsa di studio del Balletto Junior Kayzer in Portogallo, una grande opportunità per me. Il mio sogno è quello di diventare un ballerino professionista e ce la metterò tutta, anche se questo richiederà tanti sacrifici. Finora devo un ringraziamento particolare a mia madre Malika Coclard che mi ha sempre sostenuto».

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MARTA CASTELLETTA (16 anni)

Al concorso Expression ha conquistato il podio più alto nelle categorie solisti modern-jazz/contemporaneo over, solisti composizione coreografica over, passi a due composizione coreografica over e passi a due modern-jazz/contemporaneo over. Si è inoltre guadagnata due borse di studio: quella dell’International Workshop Plesno poletje della M&N Dance Company (Nova Gorica) assegnata da Michael Rynia e Nastja Bremec e quella del Summer Intensive Tokyo The Academy (Baton Rouge, Lousiana), assegna da Richard D’Altron. Quali sono i punti di forza del concorso Expression? «Credo molto in questo grande evento e sono convinta che sia un buon punto di incontro nonché un’ottima vetrina per farsi vedere. Partecipo ormai da molti anni e fino a oggi mi ha regalato sempre soddisfazioni. Ciò che lo caratterizza è sicuramente il potersi confrontare con realtà diverse non solo a livello nazionale ma anche internazionale, grazie anche alla presenza di pre-

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stigiosi maestri provenienti soprattutto dall’estero». Cosa può offrire un concorso come questo a una giovane di soli 16 anni, come te? «Expression apre tantissime porte e offre ai giovani danzatori tante possibilità non solo di studio, ma anche di lavoro. Le meravigliose borse di studio che vengono offerte permettono sempre di spostarsi, conoscere e sperimentare, regalando esperienze formative e di grande crescita artistica». Come ti sei avvicinata alla danza e qual è stato in breve il tuo cammino? «Studio danza sin da quando avevo appena quattro anni. Ho iniziato il mio percorso professionale all'età di sei anni per il classico e il moderno. Poco tempo dopo ho scoperto il mondo del contemporaneo che ad oggi fa parte del mio percorso in maniera costante. Lo scorso anno, grazie a una borsa di studio, ho frequentato un corso di perfezionamento in danza contemporanea al DAF di Roma. Quest'anno ho sco-

perto la passione per la coreografia che mi piacerebbe tanto riuscire a portare avanti insieme all’attività di danzatrice. Ho inoltre avuto la possibilità di studiare con grandi maestri e coreografi che hanno contribuito ad arricchire il mio bagaglio formativo». Quali sono i tuoi prossimi impegni? «Vorrei spostarmi all’estero per studiare e conoscere più da vicino nuovi momenti e, successivamente, per trovare una compagnia stabile per cui lavorare. Mi sto inoltre organizzando per sfruttare al meglio le borse

di studio vinte, perché opportunità così importanti non vanno sprecate». Quando pensi alla danza, pensi a… «All’ossigeno per la mie mente e il mio cuore. La mia vita ruota attorno alla danza, tutto nasce da lì. Mi regale le emozioni più forti, è come un’amica che mi sta sempre a fianco e che richiede tante attenzioni e sacrifici. Ma ne vale la pena perché si rivela sempre fedele e riconoscente. La danza è un luogo magico dove tutto sembra un sogno».


Al concorso Expression si è classificata prima nel pas de deux classico over e come solista classico junior, ma è arrivata anche seconda come gruppo classico over. Tre le borse di studio ottenute: Conservatorio di Madrid, Ecole Supérieure de Danse Cannes-Mougins, Escuela de Danza de Madrid. Partecipi al concorso Expression da diversi anni. Perché? «Adoro il contesto internazionale che offre e, quindi, l’opportunità di incontrare e condividere la passione per la danza con ragazzi di varie nazionalità. Anche se a volte la diversa lingua ci ostacola, la danza ci unisce negli stessi passi, variazioni e sogni che tutti noi speriamo si possano realizzare. La danza è una grande lingua internazionale senza confini e limiti». Dal punto di vista della tua crescita artistica, cosa offre Expression? «Ogni esperienza è sempre in grado di arricchirmi personalmente e professionalmente. Il concorso Expression è in grado di regalare una bella visibilità, grazie soprattutto a una prestigiosa giuria internazionale che, grazie alle borse di

EMMA MARDEGAN (15 anni)

studio assegnate, permette di andare all’estero e di studiare a fianco di insegnanti importanti». Come si è sviluppata la tua passione per la danza? «Studio danza da ormai dieci anni. Ho cominciato a cinque anni, in una piccola scuola vicino a casa, mentre negli ultimi tre anni mi sono trasferita a Castelfranco Veneto alla scuola “Il Balletto” di Susanna Plaino. Durante l’anno partecipo a numerosi concorsi, fra cui Expression, così come a stage con maestri internazionali. Lo scorso novembre, ho danzato all’Auditorium della Conciliazione a Roma per il

programma tv “Prodigi”. In maggio sono stata in Cina, a Pechino, al concorso Royal Dance Grand Prix. Durante l'estate continuerò il mio studio partecipando a stage in accademie nazionali e internazionali, sfruttando alcune delle borse di studio vinte al concorso Expression». Qual è il tuo modo di vedere la danza? «Per me la danza esprime libertà, perché quando danzo mi sento libera di esprimermi al meglio per ciò che sono. Mi sento trasportata in un’altra dimensione che amo, fatta di musiche ed emozioni». EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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IL CORSO DI DANZA CLASSICA UN PERCORSO ALTAMENTE QUALIFICANTE Intervista allo specchio a Cristina Defendi e Cristina Di Paolo, neo-diplomate dell’edizione 2015/17

Le diplomate alla seconda edizione del corso biennale per insegnante di danza classica: ASHIKHMINA NADEZHDA DEFENDI CRISTINA DI PAOLO CRISTINA GRILLI CICILIONI ELISABETTA INVERNICE MARA PIEROTTI AGNESE QUATTROCCHIO SARA REBECCA GIULIA SALVATI GIANNA

A sinistra Cristina Defendi, a destra Cristina Di Paolo

Non è più una scommessa ma una realtà. Per il secondo anno consecutivo, il corso di danza classica dell’IDA ha riportato un grande successo grazie a partecipanti motivate e dotate di buone qualità. Quello proposto dall’International Dance Association è un corso ad hoc in cui il maestro Marco Batti – per un anno e mezzo – ha fornito alle allieve, basandosi sulla metodica Vaganova, strumenti per costruire la lezioni di danza classica, correggere gli errori e progredire con una programmazione adeguata al corretto sviluppo psico-motorio per allievi dai 5 ai 13/14 anni. «Un percorso lungo e faticoso, alternativo, ma altamente qualificante – afferma Batti - , destinato a chi vuole aggiornarsi senza necessariamente laurearsi in Danza all’Accademia Nazionale di Danza a Roma. È una scelta lodevole perché molte delle partecipanti si mettono in gioco, avendo già cominciato un’attività o aperto una propria scuola. Mi ha dato molto soddisfazione, in particolare, vedere giovani insegnanti che, già durante il periodo di studio, riescono a mettere in pratica con successo quanto imparato per avere piccoli riscontri sui propri allievi». Al termine, le candidate hanno preparato una tesina e sono state valutate da una commissione composta, oltre che da Batti, dai maestri Massimiliano Scardacchi e Bruno Vescovo. Ecco le testimonianze a confronto di Cristina Defendi e Cristina Di Paolo. 50

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Come è iniziata la vostra ‘avventura’ nella danza? Cristina Defendi: «Mi sono iscritta a un corso di danza a Casale Monferrato quando avevo 8 anni. A 17, ho partecipato alla mia prima audizione per frequentare la scuola professionale di arte e spettacolo M.A.S. di Milano, dove mi sono diplomata tre anni dopo. In seguito, ho partecipato ad alcune produzioni di vario genere e, per un certo periodo, ho studiato a New York nelle scuole Peridance Centre, Step’s on Broadway e Alvin Ailey, e per breve tempo in Australia alla Sidney Dance School. Una volta rientrata in Italia, ho deciso di intraprendere la strada dell’insegnamento seguendo alcune scuole tra Milano e Alessandria. Non sono mancati i corsi per Insegnanti che ho frequentato molto spesso con l’IDA». Cristina Di Paolo: «Ho iniziato danza classica all'età di 5 anni nella mia città natale, Pescara, e da quel giorno non ho più smesso. Nel corso degli anni ho intrapreso anche lo studio di altre discipline come la danza moderna e l'hip hop. A 18 anni, dopo il diploma, ho capito che la mia strada sarebbe stata quella dell'insegnamento così, grazie al consiglio e all'appoggio della mia insegnante e della mia famiglia, ho deciso di andare a Roma per frequentare la Dance Professional School per insegnanti di danza moderna. In quel contesto ho conosciuto il maestro Steve La Chance che mi ha consigliato di proseguire i miei studi, all’IDA Ballet Academy di Ravenna. Al termine di questo bellissimo percorso ho avuto l'opportunità di fare alcune esperienze sul palco e di cominciare a insegnare in varie scuole del territorio».


LA PROSSIMA EDIZIONE DEL CORSO PRESENTERÀ MOLTE NOVITÀ! Per maggiori informazioni vedi pag. 42 o vai su www.idadance.com

Gli esami per il primo anno della terza edizione Sono nove le allieve che hanno superato, lo scorso maggio, gli esami relativi al primo anno della terza edizione del corso per insegnante di classico, iniziato nel dicembre 2016. Le allieve hanno conseguito l'Attestato di frequenza e riprenderanno le lezioni il prossimo settembre. Il docente Marco Batti ha avuto tra gli assistenti Iride Sauri ex prima ballerina, coreografa e insegnante per le più prestigiose accademie e Isabella Ruzzier, insegnante diplomata alla prima edizione del corso.

Come hai deciso di iscriverti al corso di classico dell’IDA? Cristina Defendi: «Prima di tutto, perché da tempo ero alla ricerca di un percorso che mi desse la possibilità di apprendere quale fosse il giusto approccio all’insegnamento della tecnica accademica, visto che studiarla in prima persona non è a mio avviso sufficiente. Ho scelto l’IDA, in quanto è una associazione che già conoscevo e che ritengo molto valida dal punto di vista organizzativo. Decisivo è stato anche il fatto di aver seguito con soddisfazione il percorso di Fisiodanza con il maestro Batti, con cui mi ero trovata molto bene». Cristina Di Paolo: «Insegnando danza moderna alle mie allieve, ho sentito la necessità di dare loro qualcosa in più specializzandomi anche come insegnante di danza classica. Da qui la mia decisione di proseguire con il percorso per insegnanti di danza classica dell'IDA tenuto dal maestro Marco Batti». Come valutate questa esperienza al corso? Elementi positivi e/o aspetti da migliorare? Cristina Defendi: «Valuto l’esperienza positivamente, in quanto dal punto di vista tecnico e teorico mi ha dato moltissimo, colmando mie lacune, chiarendo dubbi e confermando alcune conoscenze acquisite. Gli esami e i test intermedi, che inizialmente sembravano troppi, si sono rivelati invece utilissimi per arrivare all’esame finale preparate e pronte ad affrontare esaminatori di alto livello. Il corso così strutturato mi è piaciuto, il tempo è ‘volato’ fin troppo velocemente per i tanti argomenti da affrontare. Cosa suggerirei per il futuro? Di inserire nel percorso un approfondimento sulle punte e uno musicale, con musiche idonee a ogni livello». Cristina Di Paolo: «È stata un'esperienza molto impegnativa poiché, avendo studiato in passato un metodo differente come il RAD, ho dovuto resettare il mio modo di pensare e aprire la mia mente e il mio corpo a un metodo del tutto nuovo. Sicuramente la grande preparazione del maestro Batti e l'ambiente che si è creato tra noi compagne di corso è stato di grande aiuto. Per contro sarebbe stato utile e interessante avere forse qualche lezione aggiuntiva approfondita sulla parte musicale».

In quale misura pensate che quanto avete appreso, possa servirvi per la vostra professione? Cristina Defendi: «Molto di quello che ho imparato in questo corso mi è stato di grande aiuto a livello professionale. A dire il vero, mano a mano che scoprivo cose nuove, provavo a metterle in pratica nelle mie classi, comprendendone spesso il valore. L’idea con cui mi sono avvicinata a questo percorso era quella di arricchire il mio bagaglio personale e soprattutto professionale, così da poter far crescere al meglio delle mie possibilità i miei allievi». Cristina Di Paolo: «Ciò che ho appreso è di fondamentale importanza per l'arricchimento del mio bagaglio professionale e artistico. Ne vedo quotidianamente il riscontro sulle mie allieve e su me stessa». EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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H A G I R ATO I L M O N D O P E R I N S E G N A R E L A S U A D A N Z A...F I N O I N S I B E R I A

oberta fontana BA L L A R MOZ I O N A N D OS I

di Angela Lonardo

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Per Roberta Fontana danzare significa emozionarsi ed emozionare. Ed è questo l’insegnamento che prima di ogni altro si impegna a trasmettere ai suoi allievi nelle scuole e nelle accademie di tutto il mondo. Romana, classe 1971, ha iniziato gli studi nella sua città, proseguendoli a Parigi, a Londra e a New York. Ha ballato in teatro e in numerosi programmi televisivi, per poi dedicarsi alla coreografia e all’insegnamento. Partendo dal suo ruolo di insegnante, quale aspetto la gratifica di più? «Il mio lavoro mi ha portata a insegnare in ogni parte del mondo: Miami, Brasile, Polonia, Spagna, Francia, Germania. Ovunque, anche nel posto più lontano come la Siberia, ciò che mi gratifica di più è lo scambio energetico che si crea, il riuscire a trasmettere tutte le emozioni che ho ad ogni singolo allievo. Io do a loro e loro danno a me. Non è

facile riuscire ad arrivare sempre a questo tipo di incontro». Nei Paesi in cui ha insegnato ha potuto notare un approccio diverso allo studio della danza rispetto all’Italia? «Nei Paesi dell’Est come la Russia, l’Ucraina e la Polonia le bambine sono fisicamente dotatissime, hanno gambe lunghe, collo del piede perfetto e la loro tecnica è a un livello altissimo. Tuttavia, molte volte non si lasciano andare perché pensano troppo alla precisione, al dover eseguire. È sicuramente bellissimo trovare a lezione dei ballerini bravissimi, ma io ho lavorato per sconvolgere la loro formazione, insegnando loro a lasciare andare il corpo ed il cuore. In Brasile ricordo che avevo una classe con cento allievi, incredibilmente eterogenea: c’erano allieve sovrappeso, magre, quelle più brave e quelle meno dotate,

ma tutti avevano un’energia meravigliosa ed una grande voglia di imparare. In Germania, invece, gli allievi inizialmente sono timidi, ma appena capiscono qual è il modo di lasciarsi andare si arriva al punto più alto, che è ballare con il cuore». Quale consiglio si sente di dare ai giovani che sognano un futuro come danzatori professionisti? «Il suggerimento che do a tutti i ballerini è di seguire sempre la propria passione. Volere è potere è sempre stato il mio motto. C’è chi arriva al suo obiettivo in un mese, chi impiega un anno o dieci; c’è chi diventa ballerino, ma anche chi fa il coreografo, l’assistente o l’insegnante: non c’è limite, un modo per continuare la propria passione c’è sempre. E se non si trova lavoro nel proprio Paese si può cercarlo altrove, se un’audizione va male c’è la successiva. Inoltre, dico ai giovani che non si è mai arrivati e non


bisogna accontentarsi. Fare questo lavoro è come salire una scala ed ogni giorno si fa un gradino in più». Facendo un balzo indietro nel tempo, quando comincia la sua passione per la danza? «Nasce a sei anni, momento in cui ho capito che avrei voluto diventare una ballerina classica. Da allora ho iniziato a studiare e non ho mai smesso di farlo». Desiderava diventare una ballerina classica ma poi è entrata la danza moderna nella sua vita. «Ho studiato al Balletto di Roma con Franca Bartolomei. Penso che lei abbia visto in me tanta passione. Per questo motivo un giorno mi prese in disparte e mi consigliò di provare il moderno poiché il fatto di non avere un collo del piede particolarmente sviluppato avrebbe potuto rappresentare un limite per la carriera come danzatrice classica. All’epoca non avevo simpatia per il moderno, tanto che presi male le parole della mia insegnante. Ma il giorno dopo mi decisi a fare una lezione con Roberto Salaorni allo Ials. Fu amore a prima vista, un amore che è cresciuto giorno dopo giorno. La passione per la danza classica è sempre rimasta, è la mia base, ciò che mi ha permesso di studiare tutto il resto. Ma il moderno mi ha fatto sentire da subito libera. Quali considera le tappe fondamentali del suo percorso professionale?

«Il teatro raccoglie le esperienze più belle perché sul palcoscenico c’è l’energia pura, l’adrenalina, l’emozione, l’applauso diretto del pubblico. Il primo lavoro è stato “Quando c’era il Varietà” con Romolo Siena a Roma, poi sono seguiti “La Bella e la Bestia” a Parigi, “Otello”. La televisione rimane comunque importante perché ti forma, ti fa capire un altro aspetto della danza, però il sudore che nasce sul palco per me è unico». Sul suo sito Internet scrive: “Dietro la tecnica del danzatore c’è qualcosa che va oltre la danza: l’espressione”. «Il ballerino deve avere una base tecnica, ma quello che cerco di far capire a tutti gli allievi è che oltre la tecnica c’è qualcosa di più importante: l’espressione, la musicalità, la personalità. Al pubblico quello che colpisce e rimane impresso di un ballerino è ciò che trasmette più di ciò che esegue. Per questo insegno ai danzatori ad aprirsi, a lasciarsi andare e a emozionarsi. Perché è fondamentale emozionare chi guarda». Lei ha ancora un sogno professionale da realizzare? «Quello che sto facendo è quello che mi piace, spero che la mia passione non abbia mai fine. Mi auguro che riuscirò sempre a formare talenti ed a dare qualcosa a tutti. Sogno che i miei allievi si ricorderanno di me, sogno di poter lasciare qualcosa nelle persone che mi hanno incontrata».

ROBERTA FONTANA A CAMPUS 2017 Tra le novità di Campus 2017, ci sarà proprio Roberta Fontana, chiamata per la prima volta dall’IDA a insegnare durante lo stage aperto a tutti. L’interpretazione musicale costituisce l’elemento essenziale del suo stile che esalta la dinamica, la tecnica e l’espressione del ballerino, attraverso una gestualità raffinata e rigorosa fatta di veloci cambi di direzione e ampiezza dei movimenti. Le sue creazioni coreografiche si esprimono, rinnovandosi, nel suo insegnamento.

Maggiori informazioni a pag.2

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C’è sempre una porta aperta, soprattutto all’estero, per i tanti giovani italiani che si diplomano nelle scuole di ballo della Scala di Milano, del San Carlo di Napoli o dell’Opera di Roma, vere fucine di talenti. Ma è un peccato pensare a quanti debbano ‘arrampicarsi’ sulle Alpi e andare ben oltre, al di là dell’oceano, per riscrivere la storia della danza e del balletto dei nostri giorni. Tra i tanti baldi giovani che, sin dalla più tenera età era molto apprezzato e ‘osservato’, c’è il ventenne Luigi Crispino che, una volta diplomatosi alla scuola di ballo del Teatro San Calo sotto la direzione di Anna Razzi, ha deciso di partire con la valigia dei ‘sogni’ verso lidi più rassicuranti e gratificanti dei nostri.

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E oggi è il volto bellissimo dell'American Ballet Theatre Studio Company diretta da Kate Lydon a New York, che è la compagnia giovanile dell’ABT, l’Olimpo della danza a stelle e strisce. Un volo transatlantico da Napoli ti ha concesso di scoprire gli Stati Uniti. Come descrivi questo tuo momento? «È davvero un'esperienza entusiasmante! Sto lavorando con tanti insegnanti diversi e con coreografi di fama mondiale. Negli ultimi mesi ho avuto l’onore di ballare in diverse nuove creazioni: “Kabalevsky Violino Concerto” di Marcelo Gomez, “See The Youth Advance” di Ethan Stiefel e “New Scarlett” coreografia di Liam Scarlett creata in

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di Massimiliano Craus

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DI LUIGI CRISPINO collaborazione con la Royal Ballet School. Lavorare su questi magnifici nuovi pezzi è stato davvero stimolante ed emozionante. Ho inoltre danzato al Lincoln Center al David Koch Theater una coreografia di Alexei Ratmansky “Rondo Capriccioso” in occasione del gala che inaugurava la stagione autunnale della compagnia. Insomma, le opportunità sono infinite. Sono davvero felice di essere parte di questa compagnia di giovani e vivere in una città stupenda come New York. È un anno speciale e pieno di sorprese, sto imparando molto e non vedo l'ora di imparare ancora di più». Sei ancora giovane.. Come ti è capitato di essere catapultato da una scuola

a una compagnia di tutto rispetto negli Usa? «Ero ancora un allievo della scuola del San Carlo quando partecipai al Premio Roma "Jia Ruskajia", promosso dalla Fondazione dell'Accademia Nazionale di Danza presieduta da Larissa Ansimova. E proprio in quell'occasione ho conosciuto Franco De Vita, ex direttore della Jacqueline Kennedy Onassis School at the American Ballet Theatre, che mi ha offerto una borsa di studio per partecipare ai corsi estivi a New York. E al termine di quella Summer Intensive, mi è stata conferita un'altra borsa di studio per frequentare un anno alla scuola dell'American Ballet Theatre di New York, fino a firmare il nuovo e attuale

contratto con l'ABT Studio Company». Chi ricordi con piacere nei tuoi momenti di serenità? «Innanzitutto, i miei genitori che hanno avuto la sensibilità di intuire la mia vena artistica. E poi tutti quelli che hanno cominciato a seguirmi da vicino. Dalla direttrice Anna Razzi alla mia maestra Antonina Randazzo, per poi passare a Dino Verga che mi ha insegnato la tecnica contemporanea fino all'insegnante dei corsi maggiori Martha Iris Fernandez. Terminata l'esperienza sancarliana ho poi conosciuto Franco De Vita, deus ex machina del mio percorso artistico con il trasferimento a New York. Ho imparato tantissimo dal maestro De Vita e dal maestro Raymond Lukens durante la mia bellissima esperienza con la scuola JKO dell’ABT e adesso mi sento molto fortunato nel poter lavorare con i grandi nomi della danza e a essere seguito dalla direttrice della Studio Company Kate Lydon e dal Ballet Master Sascha Ratdensky. Sarò per sempre riconoscente a tutti i miei insegnati nella loro determinazione nel credere in me aiutandomi a raggiungere i miei obiettivi». Come vivi la tua New York? «È una città incredibile. Inoltre l’ABT Studio Company è composta da quindici ragazzi di sette nazionalità diverse per cui la vena multietnica della città è ampiamente confermata nella mia vita professionale. Si lavora sodo sei giorni alla settimana dalle dieci del mattino alle cinque del pomeriggio

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Nelle pagine precedenti: foto di Luigi Bilancio. A lato: foto di Gillian Murphy. Sopra: foto di Rosalie O' Connor.

per perfezionare la tecnica e lavorare sulle diverse coreografie che rappresentiamo di volta in volta. Il resto del giorno lo passo svolgendo attività sane, perché è indispensabile che il mio fisico sia pronto per poter affrontare tutto il lavoro. Nel tempo libero mi piace esplorare la città insieme ai miei amici della compagnia. Ogni volta riscopro luoghi stupendi e interessanti. In altre parole, New York non smetterà mai di stupirmi». Hai ballato “Kabalevky Violino Concerto”, una nuova creazione di Marcelo Gomez. Raccontaci di quest’esperienza… «Marcelo Gomez è un ballerino straordinario, dotato di una artisticità unica. Lavorare con lui è stato indescrivibile. Ha usato tutte le nostre potenzialità , stimolandoci e ispirandoci ogni giorno sempre di più. È impressionante come i movimenti che ha creato si fondino con la musica diventando tutt’uno. Il balletto è diviso in tre parti: un passo a due brillante, uno romantico e un finale d’assieme che fonde le diverse dinamiche. La difficoltà maggiore di questo pezzo sta nella resistenza: infatti, bisogna ballare in modo intelligente risparmiando le energie e spingendo al massimo nel momento giusto. Ho ballato entrambi i passi i due in diverse

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serate con la mia partner Zimmi Coker e sembra davvero che il pubblico abbia più che gradito il lavoro fatto». Di recente, sei stato protagonista di un servizio fotografico realizzato da Luigi Bilancio ambientato nel paesino di Apice, in provincia di Benevento. Quale messaggio volevi trasmettere? «Apice è luogo abbandonato e sospeso in un arco temporale indefinibile. Qui il fotografo ha pensato di ricreare l'immagine della sospensione anche coreutica, legandola al mio stato di artista alla ricerca dei miei sogni sospesi in un viaggio lontano da casa e da tutti

gli affetti. Di Luigi mi fido ciecamente. La sua vena artistica e la sua visione della realtà attraverso la fotografia è davvero fonte di grande ispirazione. Per quanto mi riguarda, se è vero che ho abbandonato quasi definitivamente la mia città e il mio teatro, per trasferirmi a New York, è anche vero che condivido appieno l’idea della sospensione e del ritorno. In quegli scatti, quel salto sospeso in aria vorrei tanto che poi mi portasse in ogni dove ad arricchirmi sempre. Per poi tornare a casa qualche volta in più, come il fotografo immagina che possano fare un giorno gli abitanti del paesino fantasma».


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E.SPERIMENTI fucina giovane e dinamica di talenti

PERFORMER DI ESTRAZIONE E VISSUTI DIFFERENTI CHE MANTENGONO L A P R O P R I A I N D I V I D U A L I TÀ, M A S O N O U N T U T T’U N O Q U A N D O L AVO R A N O I N S I E M E di Roberta Bezzi

Mai visto ballare la break-dance sulle note di Mozart? Con la compagnia di danza E.sperimenti Gdo Dance Company, tutto questo è possibile nell’innovativo spettacolo “Hopera”, un viaggio poetico e onirico nelle arie e melodie del ‘bel canto’ italiano ed europeo che, con raffinatezza e ironia, sono riportate all’oggi per farne apprezzare bellezza e immortalità. Le arie di Verdi, Leoncavallo, Rossini, Handel, Mozart, Beethoven, sono esaltate attraverso un linguaggio elevato ma fruibile, contaminato da intrecci gestuali, non sense e un sagace pizzico di follia. Dopo il debutto all’International Dance Festival, in Thailan-

dia, questo sorprendente gruppo di ballerini italiani under 35, diretto da Federica Galimberti, sarà in tournée sino alla fine di luglio. «Acrobatica, modern, break-dance, teatrodanza – racconta Galimberti -. In questo spettacolo abbiamo mescolato tanti generi diversi per rendere meno ‘indigesta’ la musica cosiddetta colta. Al centro, il gusto del gioco e dell’ironia. I nove ballerini sul palco mettono in scena uno spettacolo che parla un linguaggio giovane, contaminato, a tratti irriverente. E che sorprendentemente riesce a unirsi in modo ideale alle melodie dell’opera ottocentesca». Hopera propone dunque un punto di vista uniEXPRESSION DANCE MAGAZINE

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co e originale per avvicinarsi, anche da neofiti, a questo tipo di musica, divertirsi e godere della sua freschezza e attualità. A livello di trama, lo spettacolo propone un originale accostamento fra mondo reale e immaginario. A entrare in scena per primo è un danzatore vestito di grigio che rappresenta il mondo attuale. Al suo risveglio, si trova circondato da ragazzi colorati che lo trascinano in un mondo virtuale, facendolo quindi passare dal rigore dell’adulto alla spensieratezza dei bambini. Piano piano, anche il protagonista comincia a vedere la realtà da un nuovo e diverso punto di vista, che lo porta ad abbandonare i ‘vecchi’ abiti. A raccontare l’originale percorso della compagnia, quasi un unicum nel suo genere in Italia, è l’ideatrice Patrizia Salvatori, direttore artistico dell’associazione culturale GDO fondata nel 1978. «Il progetto è nato casualmente – racconta -, mentre mi occupavo della parte produttiva di alcuni eventi di Vittoria Ottolenghi per la trasmissione tv “Terno Secco” alla fine degli anni Novanta. Fino a quel momento mi ero sempre occupata di danza classica e poi contemporanea. Ma, in un momento in cui la ricerca si era ‘contorta’ su se stessa, ho trovato nuovi stimoli e una inaspettata freschezza in alcune compagnie di hip hop a Roma. A livello di comunicazione, l’hip hop era un fenomeno meritevole di grande attenzione per il forte senso di aggregazione, per l’idea sana di sfida, per il tentativo continuo di superare i propri limiti». L’incontro 58

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con questo nuovo stile ha contribuito a dare una svolta alla carriera di Salvatori che, da sola, dà vita al progetto Bottega, mettendo insieme più stili e più ballerini di diversa formazione. Nel 2013, dopo quindici anni, insieme a un gruppo di danzatori che facevano parte del progetto Bottega, Prosegue il percorso attraverso E.sperimenti Gdo Dance Company, una realtà in cui ‘sperimentare’ appunto una nuova formula espositiva. «L’incontro tra i ‘blocchi’ tipici della old school – spiega Salvatori – e il modern/contemporaneo, produce movimenti molto molto interessanti. In E.sperimenti Company portiamo gli estremi a incontrarsi a metà strada, tra classico e hip hop appunto. Tutti gli stili si fondono quindi, facendo nascere un nuovo linguaggio, una nuova formula compositiva, che ha il profumo dell’hip hop, la danza contemporanea per eccellenza». Attualmente, la compagnia è composta da tredici danzatori, tutti italiani e sotto i 35 anni, che si alternano nei vari spettacoli in giro per l’Italia e per il mondo. Fra di loro c’è chi è specializzato prevalentemente in hip hop, in contemporaneo, in arti marziali asiatiche, in danze aeree e acrobatiche. Ma sono tutti accomunati dalla grande duttilità mentale ed emotiva, nonché dalla capacità di sfruttare sapientemente la tecnica dell’improvvisazione. Sono ‘individual performer’, come ama definirli Patrizia Salvatori, capaci di mescolarsi molto bene tra loro, al punto da formare un unico grande gruppo indistinto. Sanno anche essere

Immagini ©Teatro Franco Tagliavini, Novellara.


IL MODELLO MONTALVO-HERVIEU Se E.sperimenti GDO Dance Company è per il momento un caso unico in Italia, guardando oltre confine viene in mente il modello della compagnia francese Montalvo-Hervieu di Marsiglia, famoso in tutto il mondo. Si tratta di una vera e propria tribù multicolore, del gruppo più emblematico del divertissement contemporaneo danzato, della fantasia più fervida e tecnologica, della leggerezza colta e popolare. In tutti i loro spettacoli, la danza – sempre frutto di contaminazioni – è spiritosa, veloce, contagia per energia e freschezza, spaziando dalla break-dance al jazz, dallo smurf alla classica, ai ritmi africani, all’hip hop. I ballerini dotati di grande virtuosismo, esprimono ciascuno il proprio genere, interagendo fra di loro e con le estrose immagini virtuali che vivono su di un enorme schermo.

intercambiabili, tant’è che ciascuno ha provato il ruolo degli altri, passando anche dal femminile al maschile e viceversa, se necessario. Questa peculiarità, unitamente alla grande italianità, piace molto all’estero. Il prossimo obiettivo? Lanciare un percorso di affiancamento, offrendo la possibilità ad alcune persone di seguire le prove e di andare in scena insieme ai danzatori titolari, per far comprendere questo nuovo modo di lavorare. Sotto il profilo artistico, la compagnia E.sperimenti guarda già in avanti con il nuovo lavoro “Convergenze”, presentato – sotto forma di ‘estratto’ da venti minuti – all’estero, in particolare in due festival internazionali in Thailandia e Portogallo e al Women in Dance Leadership Conference a Baton Rouge negli Stati Uniti. In Italia, dopo il

debutto a fine maggio, sarà portato in giro dopo l’estate. «Protagonisti in tal caso sono solo quattro danzatori – spiega la coreografa Federica Galimberti – che si muovono sulla musica elettronica un po’ ricercata. Lo spettacolo affronta il tema della primitività dell’uomo e della scansione del tempo. Una specie di lotta contro il tempo, fra giorno e notte, fra umanità e animalità che ha saputo suscitare la curiosità del pubblico internazionale. E proprio in quest’ultimo lavoro, la break-dance è una componente fondamentale. D’altra parte la ‘matrice’ hip hop è alla base della formazione di tutti i nostri ballerini, perché è una delle discipline più complete per la grande consapevolezza del corpo che offre. È la danza contemporanea per eccellenza. Questa è la nostra visione».

Nell'immagine la Compagnia Montalvo-Hervieu in un momento di "Paradis" (1997). © Laurent-Philippe

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ANATOMIA, FORMA DEL PIEDE, ERRORI TECNICI, CRESCITA, OVERLAVORO LE POSSIBILI CAUSE DEI...

... traumi del PIEDE

nella danza a cura di Dott. Omar De Bartolomeo e Dott.ssa Alessandra Albisetti 60

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Il piede per i ballerini rappresenta un distretto anatomico importantissimo in quanto è strumento espressivo e artistico. Viene lavorato e preparato nel corso degli anni ad assolvere a funzioni specializzate (relevé, en pointe, salto) in posizioni non prettamente fisiologiche (en dehors). Il piede e la caviglia sono, per questi motivi, soggetti a numerosi traumi sia acuti (distorsioni) che cronici, e da overuse/overlavoro (tendinopatie, fratture da stress, etc.). In modo didattico, è possibile distinguere i traumi del piede e della caviglia tra quelli legati: 1) alla anatomia e alla forma del piede 2) a errori tecnici 3) alla crescita 4) all’overuse/overlavoro. Il piede è un complesso osseo e legamentoso costituito da 26 capi ossei uniti da 29 articolazioni, in cui si possono distinguere tre regioni: retropiede, mesopiede e avampiede (Figura 1). Le numerose articolazioni del piede, insieme alle strutture cap-

Figura 1 La struttura del piede in cui si distinguono tre regioni: retropiede, mesopiede e avampiede

Figura 2 A) piede egizio con I dito nettamente più lungo. Osservare l’errore tecnico con griffes delle altre dita che rende il I dito ancora più lungo. Immaginare quindi lo scorretto carico nel puntale. B) piede greco con segni di sovraccarico sulla metatarso falangea del II dito per errore tecnico.

sulari, legamentose e tendinee fanno sì che il piede possa essere rigido ma flessibile allo stesso tempo, in relazione alle richieste funzionali necessarie. Basti pensare alle modificazioni di forma che il piede subisce nella deambulazione e nella corsa e, nell’ambito della danza classica, durante l’esecuzione dei fondamentali come, ad esempio, la prima posizione, il relevé in mezza punta e l’en pointe. La forma stessa del piede può predisporre a infortuni. Nella danza, sono soprattutto la forma e la lunghezza del primo e del secondo dito a condizionare le caratteristiche di appoggio plantare e in mezza punta. Il piede è caratterizzato dall’avere tre morfologie principali: greco (con secondo dito più lungo rispetto al primo), quadrato (dita lunghe uguali) ed egizio (primo dito più lungo del secondo e poi le altre a scalare, configurando quindi un piede di forma triangolare con vertice sull’alluce). Il piede più idoneo alla danza è il piede quadrato, in quanto si adatta più facilmente al lavoro in mezza punta e al puntale della scarpa da punta. Un piede egizio invece potrebbe predisporre a tendinopatia poiché, soprattutto in mezza punta, il piede e la caviglia perdono l’appiombo corretto e ‘rotolano’ verso l’esterno (Figura 2A). Un piede greco (Figura 2B), invece, per la presenza di un secondo dito più lungo, potrebbe sviluppare lesioni a livello della metatarso falangea o del secondo dito stesso; in mezza punta, il metatarsale lungo, può subire un sovraccarico facendo sviluppare metatarsalgie fastidiose. L’anatomia del piede cambia con la crescita, e il piede in accrescimento è predisposto ad alcune patologie che gli insegnati di danza dovrebbero conoscere. Tra queste, le più frequenti sono a carico del tallone e delle teste dei metatarsali. Vengo chiamati ‘dolori di crescita’ ma sono vere e proprie patologie, denominate osteocondrosi, che in alcuni distretti del piede guariscono senza problemi, in altri invece possono portare a progressiva deformità e dolore cronico. Le ostecondrosi sono: - Morbo di Haglund-Sever-Blanke: processo infiammatorio del tallone che colpisce soprattutto i maschi da 8 ai 15 anni, per eccessiva trazione del tendine Achilleo, della muscolatura plantare e della spinta accrescitiva del piede. Tipicamente colpisce piedi pronati o piatti, con tendine d’Achille poco distensibile. Guarisce spontaneamente anche se, talora, occorrono molte settimane. - Morbo di Kohler II e III: interessa la testa del II e del III metatarsale, di solito in ballerine dagli 11 ai 18 anni. Occorre riconoscere precocemente questa patologia, in cui la testa del metatarsale può andare incontro a progressiva deformità e appiattimento, EXPRESSION DANCE MAGAZINE

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forma che impedisce il carico e la mezza punta poiché assai dolorosa.

Figura 3 A) Dolore e difficoltà all’estensione in presenza di os trigonum. B) RX in carico in mezza punta dimostrante la presenza e il conflitto del trigonum.

Figura 4 A) Winging del piede in punta, con sovraccarico del I raggio e sviluppo di tendinopatie del tibiale posteriore e flessore dell’alluce, ma anche dei peronei. B) Rolling in della caviglia (mancato sostegno della caviglia) e screwing del ginocchio (avvitamento tra coscia e gamba nel tentativo di aumentare la rotazione esterna del piede in en dehors).

Figura 5 RMN del piede mostrante edema a livello della base e della porzione prossimale della diafisi del metatarsale, tipico nel caso di frattura da stress.

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Tra le patologie legate alla crescita e all’anatomia, ricordiamo la presenza di alcune ossa accessorie a livello della caviglia, che potrebbero limitare l’escursione articolare. Tra le più famose, l’os trigonum. Questo è un ossicino posizionato posteriormente a livello della caviglia, assai doloroso nel movimento di estensione del piede, quindi capace di rendere impossibile la mezza punta e la punta (Figura 3 A e B). Questa patologia rientra nel grosso capitolo chiamato sindrome da conflitto posteriore di caviglia e ha trattamento fisioterapico, tecnico/atletico e di correzione degli errori tecnici. Solo in pochi casi selezionati è prevista la rimozione chirurgica del trigonum. Vogliamo inoltre ricordare le patologie da tecnica errata e da overuse/overlavoro. Nel corso di questa rubrica abbiamo più volte sottolineato come gli errori tecnici, chiamati screwing del ginocchio e rolling in e winging della caviglia, possano predisporre a molte lesioni: alluce valgo e tendinopatie del tibiale posteriore, flessore dell’alluce e peronei (Figura 4 A e B). Una delle patologie da overuse/overlavoro più frequenti ma la cui insorgenza è spesso subdola è la frattura da stress. Tipicamente i ballerini sviluppano la frattura da stress alla base del secondo metatarsale. L’origine del dolore è incostante, dorsale, soprattutto dopo la lezione, ma che ben presto persiste anche durante le lezioni. Sono colpite soprattutto le ballerine, sia dotate di grande collo piede che di scarso collo piede, cui si associa spesso anche un ginocchio molto recurvato. Il quadro viene completato da errori tecnici (rolling in) e da abitudini alimentari sbagliate. Su quest’ultimo punto, da segnalare che – per motivi metabolici – una dieta sbilanciata (eccessivo consumo di carboidrati) o le restrizioni alimentari possono indebolire la struttura ossea, partecipando alla genesi della frattura da stress. Anche l’assenza del ciclo mestruale (amenorrea primaria o secondaria) è un fattore di rischio importantissimo (Figura 5), perché provoca una anomalia ormonale caratterizzata da una riduzione degli estrogeni e un ‘indebolimento’ dell’osso, più prono alla frattura da stress. La terapia delle fratture da stress deve essere precoce e precisa, occorre eliminare tutti i fattori predisponenti, correggere l’alimentazione e gli errori tecnici, curare la amenorrea (se possibile) ed eseguire terapie adatte a influenzare il trofismo osseo. Concludendo, in questa veloce rassegna abbiamo voluto elencare i problemi principali che possono capitare a un ballerino, sperando che questi siano campanelli di allarme per evitare di cronicizzare le patologie e allontanare per lungo tempo i ballerini dalla classe.


L’ A N G O LO D E L L’ E S P E R TO d i L uc a M a t t ona i

Consulenz a f iscale e am m inist r at i v a

I RIMBORSI SPESE DEGLI ASSOCIATI ASD Quelli documentati e contenuti nei limiti preventivamente stabiliti sono esenti da imposizione, mentre se qualificati come ‘forfettari’ sono considerati compensi tassabili

Per andare esenti da imposizione, gli esborsi elargiti dalle associazioni, che siano delle Asd o di altro tipo (volontariato, etc.), devono necessariamente rispettare i requisiti previsti dal comma 2 dell’art. 2 della legge 266/1991. È questo il principio di diritto elaborato dalla Sesta sezione civile tributaria della Corte di Cassazione (sentenza n. 23890/2015), con il quale è stato accolto il ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate ribaltando così la Sentenza della CTR Lombarda. Al riguardo, la Suprema Corte ha infatti chiarito che – per poter ottenere l’esenzione da tassazione -, i rimborsi spese debbono necessariamente essere documentati e contenuti nei limiti preventivamente stabiliti. Il fatto trae origine da un accertamento col quale l’Agenzia - dopo avere riqualificato come compensi le somme erogate a titolo di rimborso forfettario da un’associazione ai propri associati - recuperava a tassazione la corrispondente ritenuta alla fonte. Dopo un primo giudizio sfavorevole al contribuente, la CTR ha accolto il ricorso considerando le somme rimborsi di spese sostenute dai volontari, ponendo a base della propria decisione l’esiguità della somma e la modalità di pagamento utilizzata. Con pedissequo ricorso per

Cassazione, l’Agenzia contestava l’errata qualificazione delle somme erogate ai volontari come rimborsi assumendo che CTR avesse proceduto a un’erronea interpretazione del secondo comma dell’art. 2 della legge 266/91. Per meglio comprendere il contesto normativo, risulta necessario effettuare un'ulteriore digressione per chiarire la disposizione cardine del presente giudizio testé citata: “Al volontario possono essere soltanto rimborsate dall’organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, entro limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse”. La prima parte dispone che non possono considerarsi rimborsi di spese – e pertanto andranno qualificati quali compensi – le somme erogate ai propri associati a titolo di rimborso forfettario. La seconda parte della norma impone invece di considerare rimborsi di spese solo quelle somme che, oltre a essere puntualmente giustificate, sono contenute nei limiti preventivamente stabiliti dall’associazione medesima. È opportuno specificare che alcun rilievo assumeranno le previsioni di uscite per rimborsi apposte nei bilanci preventivi. Facendo leva sulla interpretazione dell'articolo 2, così come appena espo-

sta, i Giudici di Piazza Cavour hanno pertanto accolto le contestazioni dell’Agenzia limitatamente, e segnatamente, al fatto che i rimborsi fossero stati erogati in misura forfettaria, aspetto questo trascurato dalla CTR, ricordando inoltre che tale disposizione – inserita in una legge sul volontariato – persegue, in una chiara ottica antielusiva, il fine precipuo di far sì che il rimborso non mascheri in realtà alcun compenso e conseguentemente un rapporto lavorativo. Per tutto ciò sopra esposto la sentenza citata fissa alcuni principi indispensabili per le associazioni: • i rimborsi qualificati come forfettari devono essere sempre assoggettati a tassazione, anche se di importi esigui e indipendentemente dalla modalità di pagamento; • non è necessario che tali somme siano indicate in sede di bilancio previsionale, tuttavia è necessario che tali somme siano comunque preventivamente individuate dagli organi deliberativi; • per essere qualificati come rimborsi, le spese sostenute dall’associato devono essere individuate ed effettivamente sostenute dai precettori.

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Alcuni dei vostri scatti nelle fasi del Concorso Expression 2017 a Firenze.

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la sfida #idadanza/ L'ELEGANZA Nello scorso numero di Expression vi abbiamo lanciato un’appassionante sfida. Quella di mandarci degli scatti sul tema “L’eleganza”, visto che la danza regala non solo gesti, posture e persino espressioni eleganti mentre si è in scena, ma anche un portamento naturalmente elegante a chiunque la pratichi. Un argomento dunque che vi ha appassionato e che ha reso la nostra scelta alquanto difficile per l’alto numero di belle foto ricevute. Grazie per il vostro sforzo e per la grazia dimostrata. A lato i vincitori.

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TAGGA #IDADANZA SE ANCHE TU VUOI COMPARIRE SUL PROSSIMO NUMERO DI EXPRESSION DANCE MAGAZINE Il nuovo tema dei tuoi scatti:

La danza all'aria aperta Con l’arrivo della stagione calda per eccellenza, è bello stare all’aria aperta sfruttando la luce del sole che dura a lungo, fino al tramonto. Anche nell’universo della danza tutto cambia: molti spettacoli si svolgono in arene o anfiteatri sotto il cielo stellato, anziché dentro i tradizionali teatri ed è piacevole studiare anche in luoghi più a contatto con la natura. Così come diventa più piacevole lasciarsi andare a qualche improvvisazione o ‘siparietto’ in strada, in spiaggia, al parco, nel giardino di casa, ovunque vi porti la passione per la danza. Mandateci dunque i vostri scatti, cercando di stupirci non solo con il movimento ma anche con le suggestioni dei luoghi che vi ispirano! Le regole sono sempre le stesse: ricordatevi di taggare su Instagram le vostre foto con #idadanza e le più toccanti ‘esplosive’ compariranno sul prossimo numero di Expression Dance Magazine. I vincitori saranno comunicati su Instagram sul nostro account: @idadancza Mostrateci il bello della danza all’aria aperta!

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I.D.A. COMMUNITY BREAKING NEWS AL VIA “RIMEMBRI ANCORA” DELLA NEO COMPAGNIA VERE SUSTANZE DI MICHAEL D’ADAMIO Sta portando avanti la sua carriera artistica Michael D’Adamio, ex allievo dell’IDA Ballet Academy, che con la sua nuova compagnia Vere Sustanze ha portato lo spettacolo “Rimembri ancora” in un luogo insolito come il Museo Nazionale di Ravenna, lo scorso 13 maggio. Liberamente ispirato alla poesia di Giacomo Leopardi e basato sul tema del ricordo, il lavoro è diviso in due parti per una durata complessiva di venti minuti. D’Adamio, oltre che interprete insieme ad altri

“L’ULTIMA MADRE”, SPETTACOLO DELLA COREOGRAFA E BALLERINA

CARLA RIZZU

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ballerini, è regista, coreografo e scenografo. Insieme a Cristina Di Paola, anche lei formatasi all’interno dell’IDA, ha dato vita un gruppo sperimentale aperto a giovani studenti amatoriali di danza, desiderosi di avvicinarsi al mondo professionale. Con un recente lavoro “Verde” di D’Adamio, la compagnia si è aggiudicata il terzo posto all’ultima edizione del concorso Expression nella categoria gruppi modern/contemporaneo. (Foto di Luca Concas)

Si intitola “L’ultima madre”, il nuovo spettacolo della coreografa e ballerina Carla Rizzu che da anni collabora con l’IDA anche come insegnante. Il lavoro, che vede come unica interprete la stessa autrice, sarà portato in scena nel sito architettonico della Chiesa romanica di San

IL DEBUTTO A MILANO DI

“FUNAMBOLIA”,

NUOVA COREOGRAFIA DI EMANUELA TAGLIAVIA Ha debuttato lo scorso marzo, al Teatro Gerolamo di Milano, uno spettacolo in due parti con Luciana Savignano nel ruolo di protagonista: un estratto di “Luminare Minus” e “Funambolia”. Quest’ultima è una nuova creazione della coreografa Emanuela Tagliavia – che da anni collabora come docente con l’IDA – creata per l’occasione. La coreografia nasce grazie all’intreccio e alla combinazione drammaturgica di diversi filoni tematici. Il principale è suggerito dalla collaborazione con Luciana Savignano e un gruppo di danzatori che, insieme, danno vita a un bizzarro gruppo familiare all’interno del Giuliano Selargius a Cagliari, con musica live Andhira in sottofondo, nell’ambito della rassegna “Sulle orme. Il Mediterraneo, il corpo, il viaggio”, con la direzione artistica di Simonetta Pusceddu. Si tratta di una coproduzione della compagnia Nervitesi, creata da Rizzu, con il Festival Oriente Occidente, che si avvale del contributo CEDAC. Nello spettacolo, l’autrice esplora una figura arcaica e leggendaria della sua terra di origine, la Sardegna: l’accabadora, ovvero tra sardo e catalano ‘colei che porta a termine’. Quella donna che carica di pietas si reca in piena notte a dare l’ultimo saluto ad anziani e infermi, colei che risponde portando conforto all’ultima parola degli altri.

quale la stessa arte si tramanda di generazione in generazione, senza soluzione di continuità. Un secondo tema ricava la sua ispirazione dalla lettura di Neve, delicato racconto di Maxence Fermine, mentre un terzo è la metafora di un dispositivo che, a partire dalla fune, rimanda alla vita, al gioco, al sentiero terreno degli amanti e che costituisce una sorta di ragnatela di significati ‘altri’ nella ricerca continua ed estenuante dell’equilibrio e della leggerezza. Le musiche di autori vari sono a cura di Giampaolo Testoni mentre i costumi di Mauro Carlo e Lou Antinori. (Foto di Alberto Calcinai)

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