Nascere Mamma - Natale 2018 Ideal Bimbo

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copia omaggio Natale 2018 - Anno 3 n. 8

Nascere Mamma La rivista dei nuovi genitori Baby news

ASILO NIDO: QUANTO MI COSTI?

Crescere sani

LAVAGGI NASALI: QUANDO, COME, PERCHÉ

Vita da baby

URLARE NON SERVE A NULLA

In viaggio

BRESLAVIA, NATALE CON GLI GNOMI Mondo papà Leggere insieme Mamme sul web Amici a 4 zampe Ultimissime

e t t e Ric r pe e st e f le



editoriale

A cavalcioni sulla stella cometa «Punta alla luna. Male che vada, atterrerai tra le stelle». Les Brown, autore statunitense. Frase affascinante, vero? Visto che questo è il periodo delle stelle comete, mi è sembrata perfetta per aprire l’editoriale del nostro numero natalizio. Anche perché ogni bambino sogna di atterrare a cavalcioni su una stella cometa per guardare il mondo dall’alto... Per fortuna, a Natale possiamo sognare un po’ tutti, anche restando coi piedi per terra. Magari frequentando i più bei presepi d’Italia (come raccontato nella sezione In Viaggio) o i mercatini a tema; oppure scrivendo una letterina a Babbo Natale – pronti a scegliere i doni nella sezione dedicata allo shopping delle feste? Ma questa edizione del magazine non sarà solo lucine e fiocchi di neve. Non mancherà infatti qualche spunto legato all’attualità, come il tema della diffusione e dell’uso dell’epidurale in Italia. In Spazio Cicogna, qualche dritta per praticare lo yoga in dolce attesa. Come sempre, cercheremo di essere un supporto per i genitori, spiegando che urlare non serve a nulla attraverso un’intervista all’illustre pedagogista Daniele Novara, e insegnando i

trucchi per i lavaggi nasali, particolarmente utili in questo periodo; illustreremo, inoltre, alcune ricette golose per avviare lo svezzamento e proseguire con gusto. E visto che il metodo Montessori regala sempre interessanti suggerimenti per l’educazione dei piccoli, abbiamo dedicato quattro pagine a questo indirizzo pedagogico. Quanto al viaggio, una meta che è una caccia al tesoro (ancora più divertente sotto la neve): Breslavia, in Polonia. Per finire, le rubriche: le più famose mamme del web, il rapporto tra bambini e animali, i libri da mettere sotto l’albero e il mondo dei papà, con un’intervista alla nota sociologa Elisabetta Ruspini. Ora non resta che puntare alla luna. Male che vada, atterreremo tra le stelle... comete. Buon Natale.

Laura Sciolla Direttore responsabile

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sommario Baby news  Epidurale:  Asilo  La

un diritto di tutte le donne

nido: quanto mi costi?

cultura fa bene (anche ai neonati)

 Parliamo

di… fasciatoi

Spazio cicogna  Yoga

col pancione

 Soffro

di endometriosi e sono mamma

 Fattore

Rh: positivo vs negativo

 Shopping

mamma

Crescere sani  Quanto

cresce il bebè nel primo anno?

 Lavaggi

nasali: quando, come, perché

 Gastroenterite  A

da rotavirus

tu per tu con l’esperto di primo soccorso

 Pillole

di benessere

18 22 25 26 32 36 40 42 48 50 54 59 60


sommario Tutti a tavola  Non  Le

ricette dell’inverno

 Le

ricette di Natale

 Frutta  Viva

66 70 72 75 77

svegliare il bambin che dorme

secca, regina delle feste

la pappa

Vita da baby

82  Libertà e/è indipendenza 86  Educare al rischio 92  A tu per tu con la logopedista 95  Giocolandia 96  Urlare

non serve a nulla

In viaggio  Alla

scoperta dei presepi più belli d’Italia

 Dolci

momenti per mamme e bebè

 Breslavia.

 Idee

La città degli gnomi

sotto l’albero

RUBRICHE MONDO PAPÀ APPUNTAMENTI LEGGERE INSIEME MAMME SUL WEB AMICI A 4 ZAMPE MONDO MAMMA ULTIMISSIME

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Baby news

Curiosità

È stato approvato il decreto che prevede l’obbligo di montare in auto un seggiolino con dispositivo anti-abbandono quando si viaggia con bambini a bordo. La misura, resa necessaria dal crescente numero di casi di amnesia dissociativa, entrerà in vigore il 1° luglio 2019. Devono ancora essere specificate le caratteristiche che i seggiolini, o i dispositivi tecnologici a essi integrati, dovranno avere per essere a norma. Si parla anche di un incentivo economico per la sostituzione dei vecchi seggiolini. Si applicheranno le stesse sanzioni previste per chi non allaccia la cintura o per chi fa viaggiare il bambino fuori dall’apposito seggiolino: multe a partire da 81 euro e 5 punti in meno sulla patente.


baby news

Epidurale

Di Carlotta Cordieri

un diritto di tutte le donne È STATO L’OMS, A INIZIO ANNO, A DICHIARARLO IN MODO UFFICIALE: L’EPIDURALE È UN DIRITTO DELLE PARTORIENTI. CHE USO SE NE FA IN ITALIA? CHE IMPATTO AVRÀ QUESTO DOCUMENTO CONSIDERATO DA MOLTI RIVOLUZIONARIO? 18

Il 2018 può essere considerato un anno da ricordare per chi si batte da anni per l’analgesia durante il travaglio. L’Oms, massima autorità sanitaria mondiale, ha stabilito il diritto all’epidurale per le partorienti attestandolo con la pubblicazione di un documento specifico su questo tema. L’Italia ne è stata particolarmente ‘scossa’, visto che nel Bel Paese la pratica è assai meno diffusa che in altri stati europei e nordamericani. Solo un quinto delle donne che partoriscono nella nostra nazione, infatti, ricorre all’analgesia epidurale contro il dolore, il che pone l’Italia in fondo alla classifica della sua diffusione: il 18-20% di casi accertati, mentre la Francia è al 75% (sebbene all’ospedale della Croix-Rousse di Lione, uno dei più rinomati centri di natalità del paese, il 98,6% delle future mamme scelga la peridurale), gli Stati Uniti al 65%, la Spagna al 60%, la Svezia al 45%, il Regno Unito al 30%.


baby news Vertebra

PERCHÉ L’EPIDURALE VIENE POCO PRATICATA IN ITALIA? Sono due le spiegazioni da attribuire alla limitata diffusione di questo trattamento farmacologico nella penisola: motivi organizzativi e ridotta richiesta da parte delle future mamme. La partoanalgesia è ancora oggi definita un ‘diritto fantasma’ in molti ospedali per mancanza di personale, come riportato dall’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani (Aaroi – Emac). Si stima che, in generale, manchino all’appello almeno 3mila medici, anestesisti e rianimatori, senza considerare l’analgesia del parto: se si volesse garantirla in tutti gli ospedali, questa cifra andrebbe raddoppiata. E c’è poi un altro fattore, oltre alla carenza di dottori: è quello strutturale. In molti casi, la sala travaglio (l’analgesia si effettua nella camera di degenza dove avviene il travaglio) è fisicamente distante dalla sala operatoria d’emergenza dove si effettua il cesareo.

Nervo spinale

Midollo spinale

Spazio epidurale Anestesia epidurale

LE PERCENTUALI

COS’È L’EPIDURALE?

In Italia, in media, il 20% dei parti avviene con analgesia epidurale.

Si tratta di un’anestesia praticata al momento del travaglio, in grado di inibire il dolore legato alle contrazioni. L’iniezione si effettua sulla schiena, nello spazio compreso fra la dura madre (la membrana di rivestimento del midollo spinale) e la superficie interna del canale rachidiano (cioè nel tratto lombosacrale della colonna vertebrale), per anestetizzare i nervi che si diramano al torace e alla metà inferiore del corpo. Per effettuarla si usa un ago, lungo e sottile, detto ago di Tuohy, che viene inserito tra la seconda e la terza vertebra lombare (o tra la terza e la quarta), in prossimità dei nervi periferici che raccolgono gli stimoli dolorosi per trasmetterli al midollo spinale. L’introduzione dell’ago viene effettuata dopo una lieve anestesia locale da un’anestesista qualificato in collaborazione con il ginecologo, che provvederà a controllare il benessere fetale con un monitoraggio cardiotocografico.

COSÌ NEL MONDO Usa - 2017

67%

Francia - 2008

48,2%

Canada - 2017

40%

G. Bretagna - 2017

24%

Armenia - 2017

8%

Hong Kong - 2016

19,7%

Norvegia - 2008

25,9%

Svizzera - 1999

23%

Giappone - 2007

65%

Svezia - 2015

66,1%

Finlandia - 2010

66,6%

Danimarca - 2010 Spagna - 2015 Fonte: Ansa

31% 56,3%

Al di là della scelta individuale o della disponibilità organizzativa, non sempre l’epidurale è consigliabile. Le principali controindicazioni sono legate a problemi di coagulazione, per malattie congenite o terapia anticoagulante; allergia ai farmaci da iniettare (anestetici locali e oppiacei); gravi problematiche alla schiena o deformazioni della colonna vertebrale; malformazioni del midollo spinale, come la spina bifida; infezione generalizzata (setticemia) o locale in corrispondenza del sito di iniezione.

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baby news

In caso di cesareo d’urgenza, è ovvio che questo abbia la priorità sull’analgesia del parto. L’indicazione del Ministero della Salute sarebbe di offrire la partoanalgesia con epidurale solo nei centri più grandi, quelli cioè che effettuano più di mille parti all’anno. Le donne sarebbero portate a scegliere gli ospedali che offrono l’epidurale 24 ore su 24. La svalutazione degli ospedali più piccoli potrebbe sembrare una negatività, ma in realtà, così facendo, si raggiungerebbe anche l’obiettivo di centralizzare i parti nelle strutture più sicure. C’è poi la questione del diritto all’informazione. Conoscere in cosa consista l’epidurale e quali ne siano i vantaggi e gli svantaggi permetterebbe alla partoriente di scegliere,

soprattutto se ha vissuto esperienze traumatiche in parti precedenti o se è consapevole della propria bassa soglia del dolore. Un percorso che pare ancora difficile in Italia. L’Associazione Onda ha dimostrato che spesso sono le donne a richiedere il cesareo: più della metà di queste richieste (soprattutto nei piccoli punti nascita) sono dovute alla paura del dolore durante il travaglio. Ma è come se le donne venissero ‘dirottate’ sul parto cesareo. Garantendo l’accesso all’epidurale, invece, si ridurrebbe anche il numero degli interventi, la cui incidenza in Italia è altissima, soprattutto in Campania e in tutto il sud, dove si rilevano numeri intorno al 40% . Alcune piccole strutture arrivano a effettuare anche il 50-70% di cesarei, mentre si dovrebbe restare sotto il 20%.

IL ‘PIANO DEL PARTO’ Si tratta di un documento che viene intestato alla direzione dell’ospedale e ai responsabili del reparto, in cui è possibile presentare un elenco delle richieste di parto ideale: formalmente è un documento ufficiale a cui il personale medico dovrà attenersi il più scrupolosamente possibile. Il piano del parto contiene le volontà della gestante sulla presenza di familiari in sala parto, rispetto dei suoi valori e delle sue tradizioni e consuetudini religiose, induzione del parto, scelta del Vbac (parto naturale dopo un precedente parto cesareo), somministrazione di farmaci, rottura artificiale delle membrane, scelta autonoma della posizione da mantenere nel corso di travaglio e parto, pratica dell’episiotomia e, appunto, scelta di ricevere o meno l’epidurale.

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baby news Ci sono comunque donne che rifiutano l’epidurale in modo consapevole: alcune partorienti desiderano un parto non medicalizzato, facendo riferimento all’esperienza millenaria delle donne nella gestione del dolore; oppure scelgono di partorire in casa, una soluzione che non prevede l’uso di antidolorifici; oppure sono decise a essere al 100% protagoniste del parto, dato che l’epidurale rende le contrazioni meno percepibili. Ci sono poi problematiche fisiche che ne impediscono l’uso, come malattie neurologiche, patologie della coagulazione del sangue, infezioni in corso nel punto in cui va effettuata l’iniezione, scoliosi gravissime o esiti di interventi chirurgici importanti lungo la colonna vertebrale.

Un po’ di storia L’epidurale esiste dal 1921, quando il medico militare spagnolo Fidel Pagés Miravé la inventò. Nel 1931 fu introdotta in Italia dal professor Achille Mario Dogliotti, chirurgo e precursore della Scuola Italiana di Anestesiologia. In una pubblicazione la citò come ‘promettente metodo di anestesia tronculare in studio’ e la descrisse nei minimi particolari. Questa tecnica è rimasta praticamente inalterata fino a oggi. Le sole differenze stanno nell’uso dei materiali, oggi monouso e biocompatibili, e di farmaci anestetici meno tossici e più efficaci.

Il problema, spesso, si conferma essere l’informazione. Anche per chi rifiuta l’epidulare esistono alternative più naturali, che consentono di vivere il parto al meglio: protossido d’azoto, parto in acqua, tecniche di rilassamento e respirazione, vocalizzazione, supporto uno a uno dell’ostetrica, posizioni alternative, massaggi, musicoterapia, hypnobirthing, aromaterapia, agopuntura, riflessologia. Ma non tutti gli ospedali le propongono.

PARTECIPARE AL PARTO In Italia, nel 30-35% dei casi viene usata la tecnica Pca (patient-controlled analgesia), ovvero il metodo di somministrazione del farmaco che consente alla partoriente di regolare da sola tempi e quantità del rilascio, con una forte connotazione psicologica più che tecnica, perché si ha la sensazione reale di partecipare maggiormente al parto.

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baby news UN RAPIDO EXCURSUS SU ALCUNI TEMI LEGATI AL MONDO DEGLI ASILI NIDO ITALIANI: QUANTI BAMBINI SOTTO I 3 ANNI USANO I SERVIZI EDUCATIVI PUBBLICI? QUANTI POSTI SONO DISPONIBILI? QUALI SONO I COSTI PER LE FAMIGLIE? ANALIZZIAMO LO STATO DELLE COSE NEGLI ULTIMI ANNI

Asilo nido

Di Lucia Modici

quanto mi costi? Dopo la maternità, che si tratti dei 5 mesi obbligatori o dell’ulteriore periodo facoltativo, arriva per ogni mamma il momento di tornare al lavoro. Sorge così la domanda che tanto tormenta: a chi lascio il mio bambino? In Italia, i bambini con meno di 3 anni che utilizzano i servizi educativi pubblici sono il 12,6% della popolazione di quella fascia d’età. Nel caso degli asili nido, il valore medio è di 11,6%, e si passa dal 23,7% dell’Emilia-Romagna all’1,2% della Calabria (una percentuale molto variabile, dunque, in base alla regione di riferimento). Per quanto riguarda il tipo di servizio, prevalgono nettamente

i nidi o micronidi, che rappresentano l’80,5% dei posti disponibili sull’intero territorio nazionale; il 10,5% è invece coperto dalle sezioni primavera, quelle cioè che accolgono bambini di 24-36 mesi all’interno delle scuole dell’infanzia, mentre i cosiddetti ‘servizi integrativi per la prima infanzia’ (nidi in contesto domiciliare, spazi gioco e centri per bambini e genitori) contribuiscono con il 9%. I servizi a titolarità pubblica sono il 36% del totale (nell’anno educativo 2014-’15 sono state censite sul territorio nazionale 13262 unità di servizi socio-educativi per la prima infanzia) e offrono il 51% dei posti complessivi: le strutture pubbliche, infatti, sono mediamente più grandi rispetto a quelle private e hanno una capienza media di 38 posti contro i 21 delle altre.

QUANTO COSTANO GLI ASILI NIDO (ALLO STATO E ALLE FAMIGLIE)? Secondo una ricerca Istat pubblicata a fine 2017 e riferita al biennio 2014-’15 (ultima indagine sul tema), per i servizi socio-educativi rivolti alla prima infanzia i Comuni, nel 2014, ave-

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baby news Bonus asilo nido 2018

vano impegnato 1 miliardo e 482 milioni di euro, il 5% in meno rispetto all’anno precedente. La spesa sociale dei Comuni per questi servizi era infatti aumentata a un tasso medio annuo del 6% fra il 2003 e il 2009; dal 2010, questo andamento positivo si è interrotto, con una sostanziale stabilità (+0,7%), per poi diminuire di circa un punto percentuale l’anno fra il 2011 e il 2013. Notevoli, però, le differenze nella spesa comunale delle diverse città: confrontando i capoluoghi, la spesa più alta si è avuta a Trento, con 3545 euro per bambino residente, seguito da Venezia, con 2935 euro, Roma, con 2843 euro, e Aosta, con 2804 euro; sul versante opposto i Comuni di Lanusei e Sanluri, che non hanno riportato spese per questo tipo di servizi, Reggio Calabria (19 euro per bambino), Catanzaro (38 euro) e Vibo Valentia (46 euro). Sempre nel 2014, il 20,3% della spesa complessiva è stato a carico delle famiglie, che contribuiscono in misura crescente nel tempo ai costi del servizio (nel 2004 era il 17,4%). Da una pubblicazione di Cittadinanza Attiva risulta che, nel 2017, la città con gli asili nido comunali più cari d’Italia è stata Lecco, con una

E LE MAMME RINUNCIANO AL LAVORO Nel 2017 l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha evidenziato che, nell’anno precedente, il 5% delle 30mila donne che si sono licenziate l’ha fatto per via dei costi troppo elevati che implica la gestione dei figli; a questo dato si aggiunge un altro 20% (6mila donne) che si è licenziato perché non c’erano più posti liberi all’asilo nido per il bambino. Le ricadute dei problemi socioeconomici sull’occupazione femminile sono concrete e significative: per questo le istituzioni dovrebbero prestare attenzione al tema.

Introdotto con la Legge di Bilancio 2017, anche nel 2018 è stato confermato il contributo economico per l’iscrizione all’asilo nido pubblico o privato (e per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in caso di bambini con patologie gravi croniche che non possono frequentare il nido), richiedibile fino al 31 dicembre 2018 in relazione ai bambini nati o adottati dal 1° gennaio 2016 per le mensilità comprese tra gennaio e dicembre 2018. Si tratta di mille euro all’anno (per un totale di 3mila euro a figlio), senza limiti di reddito.

tariffa mensile richiesta alle famiglie pari a 515 euro, seguita da Bolzano (506 euro), Belluno (477 euro), Vicenza (465 euro) e Cuneo (458 euro). Le più economiche, invece, sono state Ragusa (150 euro), Cagliari (133 euro), Vibo Valentia (129 euro) e soprattutto Agrigento e Catanzaro, con solo 100 euro al mese. Sempre secondo questa ricerca, in alcune regioni si è registrata una diminuzione della retta nel 2017 rispetto al 2014: in Molise, per esempio, con il -28,2%, ma anche in Piemonte (-11%), Toscana (-3,2%) o Sardegna (-2,9%). È la Basilicata, insieme al Trentino, ad aver visto l’aumento più consistente: +10% in 3 anni.

NUOVE SPERANZE PER IL FUTURO A fine 2017 il Consiglio dei Ministri aveva dato il via libera definitivo al Piano nazionale pluriennale di azione per la promozione del sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni, che contiene principi e regole per dare seguito a una delle principali novità previste dalla Legge 107 del 2015 (Buona Scuola), che ha sancito la nascita di un sistema integrato d’istruzione per la fascia 0-6 anni, stanziando risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie, per l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori, per garantire alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione. Fra gli obiettivi strategici del nuovo sistema c’è il 33% di copertura della popolazione sotto i 3 anni di età, la presenza di nidi in almeno il 75% dei Comuni, la qualificazione universitaria per le insegnanti, la formazione in servizio per tutto il personale, il coordinamento pedagogico fra nidi e scuole dell’infanzia, la riduzione delle rette. Per il primo anno di attuazione sono stati già stanziati 209 milioni di euro.

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baby news SI CHIAMA NATI CON LA CULTURA ED È UN’INIZIATIVA A SUPPORTO DEI GENITORI NELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI. CONCEPITA NEL 2014 ALL’OSPEDALE SANT’ANNA DI TORINO DALLA ONLUS FONDAZIONE MEDICINA A MISURA DI DONNA, OGGI È STATA ADOTTATA DAL COMUNE DI TORINO. ED È SOLO L’INIZIO

La cultura fa bene (anche ai neonati) Dal 14 settembre, i neonati iscritti all’anagrafe di Torino ricevono il Passaporto Culturale, che consente alle famiglie, per il primo anno di vita del bimbo, il libero accesso a 32 musei del Piemonte accreditati Family and Kids friendly: luoghi accoglienti, sereni e stimolanti, capaci di contribuire al supporto genitoriale nell’educazione, appositamente selezionati dagli ideatori del progetto. Nati con la Cultura – questo il nome dell’iniziativa, concretizzata nel 2014 all’Ospedale Sant’Anna di Torino dalla onlus Fondazione Medicina a Misura di Donna in collaborazione con il Museo Civico di Arte Moderna-Palazzo Madama – è nato da questa domanda: perché le famiglie con neonati dovrebbero visitare un museo? Ce lo spiega la professoressa Chiara Benedetto, presidente della onlus, offrendoci una risposta fondata su basi scientifiche: «La traiettoria della vita è influenzata non solo dal patrimonio genetico, che ereditiamo dai nostri genitori, ma anche dalle esposizioni ambientali, dalle relazioni familiari e sociali, da scelte comportamentali e dal contesto storico-culturale. Già l’ambiente intrauterino è in grado di condizionare l’espressione dei nostri geni e, se si pensa che a partire dal concepimento fino ai primi 3 anni di vita le aree di comunicazione fra i neuroni del nostro cervello, le sinapsi neuronali, si sviluppano molto rapidamente a fronte di vari stimoli, è ipotizzabile che sollecitazioni fisiche e psichiche positive possano contribuire al pieno raggiungimento delle nostre potenzialità cognitive, relazionali e sociali. Per questo i

Di Laura Sciolla

primi mille giorni di vita sono una priorità di salute pubblica». In questi quattro anni, le famiglie hanno ricevuto il Passaporto Culturale all’interno dell’Ospedale Sant’Anna: partendo dal principio che la cultura fa bene alla salute, la cultura è così entrata di diritto nelle raccomandazioni per la buona crescita, creando inoltre una connessione tra famiglie, ospedale e città. E questo vale ancora di più adesso: in virtù dell’accordo tra la onlus e Abbonamento Musei, le famiglie possono accedere liberamente a 32 musei in tutta la regione. Inoltre, grazie all’Assessorato all’Innovazione, dal quale dipende il servizio dell’Anagrafe Centrale, ogni neonato riceve il Passaporto direttamente all’atto dell’iscrizione delle nascite. Dati questi presupposti, Nati con la Cultura ben si inserisce oltretutto nell’Anno europeo del patrimonio sul tema dell’accessibilità culturale universale. Il progetto torinese è operativo anche a Pavia, con i Musei Civici e il Policlinico San Matteo, e a Brescia, con tutti gli Spedali civili e la Fondazione Musei Civici. Sono al lavoro per l’adozione Roma, Milano, Firenze e Napoli. Per info: www.naticonlacultura.it

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baby news QUESTO MESE PARLIAMO DI... f a s c ia t o i INTERAMENTE MADE IN ITALY Cassettiera Orso è caratterizzata da colori neutri, stile romantico e cura dei dettagli, per garantire massimo comfort e funzionalità. Con un design moderno e ricercato, è dotata di 3 cassetti con guide scorrevoli, morbido fasciatoio in pvc, coperchio con dispositivo anticaduta, spaziosa vaschetta con due sedute anatomiche ideali da 0 a 12 mesi, tubo per lo scarico dell’acqua, pomoli in legno e 4 ruote (di cui 2 con freno). Cam

APERTURA CON UNA SOLA MANO Pratico è il bagnetto che si apre e si chiude con una sola mano, grazie al suo esclusivo gancio automatico (brevetto Brevi). Può essere posizionato sopra i sanitari ed è molto compatto da chiuso. Brevi

MULTIFUNZIONE INTELLIGENTE Komodo è un fasciatoio a muro in legno, trasformabile in scrivania. È pratico e funzionale perché segue la crescita del bambino e, quando è chiuso, occupa uno spazio limitato: solo 17 centimetri di profondità. Il materassino imbottito è incluso e sono presenti 2 pratici ripiani interni. Nella versione fasciatoio, è adatto fino agli 11 kg del bambino. Il piano è verniciato con vernici atossiche. Foppapedretti

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baby news

ESSENZA NATURALE Flip è la vasca da bagno-fasciatoio superleggera e resistente. Comprende vaschetta ergonomica reversibile ed è regolabile a seconda dell’età: 0-6 mesi e 6-12 mesi. Chiusa ha dimensioni ridotte. La Nature Edition è ispirata alla natura, abbinata a funzionalità, qualità e innovazione. È creata avvicinando le ultime tendenze in fatto di arredamento all’ambiente familiare, e pensando soprattutto ai più piccoli. Jané

ROMANTICO ED ELEGANTE Ariel è il bagnetto dotato di 3 ampi cassetti, vaschetta anatomica a scomparsa, un piano fasciatoio con materassino rivestito in pvc e 4 ruote piroettanti di cui 2 con freno. Il primo cassetto è decorato con 3 applicazioni di orsetti (con una stella, con un cuscino e con la luna). Disponibile nella variante bianca. Pali

LA SIMPATIA DEL MARE A OGNI CAMBIO Fasciatoio bianco con 4 cassetti e decoro Marlin. È dotato di vaschetta per bagnetto e ruote piroettanti. Dimensioni: 47,5x55 cm. Picci

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Nuova linea cosmetica per bebè e mamma di Suavinex: la formula della tenerezza Suavinex presenta la linea di cosmetica pediatrica, che comprende prodotti studiati appositamente per rispettare il ph della pelle dei più piccoli, senza parabeni e petrolati, e la linea cosmetica mamme, che trasforma la cura quotidiana della pelle in un rituale di sensazioni estremamente piacevoli Suavinex, brand di riferimento nel mondo della prima infanzia che da oltre 30 anni aiuta i bambini a crescere sani e felici, ha pensato a un’intera gamma di prodotti studiati per la detersione della pelle del neonato, caratterizzata da formulazioni delicate e rispettose delle esigenze dei bebè. La linea comprende: il gel shampoo delicato 2 in 1 dalla formula senza sapone; il gel shampoo schiumoso, che preserva il manto acido della pelle del neonato; la lozione idratante corpo, caratterizzata da una texture leggera ad assorbimento rapido; la crema cambio pannolini; la mia prima crema viso, formulata per nutrire e proteggere l’epidermide grazie a olio di nocciola, aloe vera, vitamina E e olio di cotone, per un’idratazione a lungo termine; con fattore di protezione Spf 15, è indicata fin dai primi giorni di vita per proteggere la pelle dalle aggressioni esterne provocate da freddo, vento e sole. Tutti i cosmetici per la detersione e la cura della pelle del bebè Sauvinex sono adatti anche a chi è allergico alle proteine del latte e alle uova e sono formulati con principi attivi di alta cosmetica. Suavinex ha inoltre creato una linea cosmetica per la gravidanza e il post parto. Realizzati con formule specifiche per la pelle della donna e privi di parabeni, fenossietanolo e caffeina, i nuovi prodotti sono ipoallergenici e compatibili con il periodo dell’allattamento. La nuova linea cosmetica, dalla profumazione estremamente gradevole, comprende: la crema antismagliature da 400 ml, che aumenta il livello di idratazione e riduce il prurito dovuto alla tensione della pelle; la lozione ristrutturante corpo

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da 400 ml, con un’esclusiva combinazione di ingredienti che potenzia la formazione del collagene e aiuta a combattere la rilassatezza cutanea migliorando la compattezza e tonicità della pelle; l’olio massaggio perineale da 30 ml a base di germe di grano, rosa mosqueta e vitamina E, che rispetta il ph delle donne in gravidanza; la crema per capezzoli da 20 ml con lanolina pura e olio d’oliva, che protegge e idrata dando sollievo, prevenendo e aiutando a ridurre le screpolature. www.suavinex.com




Spazio cicogna Curiosità È dimostrato che le donne che fumano in dolce attesa mettono a rischio non solo la gravidanza ma anche la salute dei loro bambini. Alcuni effetti dannosi, come un peso neonatale inferiore alla norma, si possono verificare anche col solo consumo di poche sigarette al giorno. Ai papà si ricorda invece che il fumo diminuisce la potenza sessuale e la fertilità; studi recenti indicano inoltre che può provocare danni agli spermatozoi e un aumentato rischio, nei figli, di sviluppare alcune malattie. Per smettere di fumare esistono i centri antifumo, individuabili sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it/fumo) o chiamando il numero verde 800554088.


spazio cicogna

Yoga col pancione

NON È SOLO UNA MODA. È DIMOSTRATO CHE PRATICARE YOGA IN GRAVIDANZA PUÒ PORTARE BENEFICI ALLA FUTURA MAMMA, ALLEVIANDO DISAGI COME NAUSEA E MAL DI SCHIENA. L’IMPORTANTE È NON SOTTOVALUTARE I SEGNALI DEL PROPRIO CORPO E PRENDERE LE GIUSTE PRECAUZIONI

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Di Laura Sciolla

Ascoltare i messaggi che il corpo ti manda. È questo uno dei consigli per chi si avvicina allo yoga, un approccio che diventa ancor più rilevante quando si è in dolce attesa. Ogni corpo è differente e ogni donna vive la gravidanza in un modo unico. Quindi, benché abitualmente si suggerisca di tenere ogni posizione dai 15 secondi a qualche minuto, è giusto ricordare che nello yoga non ci sono regole, se non il perseguimento del proprio benessere.

QUALE YOGA? Esistono molti stili di yoga, alcuni piuttosto impegnativi. Lo stile più indicato durante la gravidanza, soprattutto se non si è mai praticato in precedenza, è l’Hatha Yoga, che implica ampio uso della respirazione e della meditazione. Da evitare gli stili più fisici e dinamici, come l’Ashtanga Yoga, il Power Yoga o il Vinyasa Yoga, troppo faticosi. Anche per le yogini più esperte sarebbe opportuno evitare il Bikram Yoga (chiamato anche Hot Yoga), che consiste nel praticare una serie di posizioni in modo vigoroso all’interno di una stanza riscaldata fino a 40°C.


spazio cicogna COME PRATICARE IN SICUREZZA ■ Consultare il medico e chiedere l’approvazione del proprio ginecologo. Lo yoga potrebbe essere controindicato per chi rischia il parto pretermine o in presenza di cardiopatie o disturbi gravi alla schiena. ■ Idratarsi: fare yoga in una stanza ben ventilata e non eccessivamente calda, idratandosi durante e dopo la lezione con acqua, tè leggeri o centrifugati di frutta e verdura freschi. ■ Iniziare lentamente evitando posizioni troppo avanzate e praticando per un massimo di 30 minuti al giorno (sebbene questo punto sia soggettivo e dipenda dall’esperienza). ■ In caso di dolori al basso ventre o di altri segnali d’allarme (sanguinamenti vaginali, riduzione dei movimenti fetali o contrazioni addominali), sospendere la sessione e contattare immediatamente il ginecologo. Si può scegliere di praticare a casa o di iscriversi a un corso, per essere seguite da un insegnante. La cosa più importante – non ci stancheremo mai di dirlo – è ascoltare se stessi, senza sforzarsi oltre.

LO YOGA PER OGNI TRIMESTRE Primo trimestre È il periodo della trasformazione, ormonale, fisica, mentale. Potrebbe insorgere la paura di un aborto, oppure legata alla responsabilità di diventare genitori. Lo yoga può essere molto utile nell’aiutarci a gestire questi cambiamenti. Bisogna però praticare con grande attenzione, essendo effettivamente un periodo delicato: quindi ampio spazio al riposo, alle tecniche di respirazione, alla meditazione e al rilassamento guidato. Consigliate le asana da eseguire in piedi, in quanto aiutano a rafforzare le gambe e a migliorare la circolazione del sangue. Andrebbero evitati gli esercizi o sforzi addominali e le torsioni intense. Secondo trimestre È la fase dell’energia. La pratica dello yoga dovrà essere indirizzata per lo più ad asana che mirino a rafforzare la colonna vertebrale, per aiutare la muscolatura della schiena a sostenere il peso della pancia, e ad aprire il bacino, preparando la muscolatura pelvica al parto. Date queste premesse, chi è già allenato può tornare a rendere la pratica un pochino più intensa, almeno in questo periodo. Se non si è esperti, sono invece da evitare le posizioni che richiedono equilibrio. Verso la fine del trimestre, si dovrebbero evitare le posizioni sulla pancia e a qualche mamma potrebbe iniziare a dar fastidio sdraiarsi

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spazio cicogna 4 ESERCIZI ‘TOP’ 1. ESERCIZIO ANTI NAUSEA Roteate le articolazioni di caviglie e ginocchia, lentamente in un senso e nell’altro, con gli occhi chiusi: contate da 5 a 10 respiri per articolazione (si respira sempre dal naso), quindi sdraiatevi con le gambe sollevate supportate da un muro, disponendo possibilmente un cuscino sotto i glutei per sollevare leggermente il bacino. Tenendo le braccia distese lateralmente con i palmi verso l’alto, riposate nella posizione da 3 a 10 minuti. Per uscire, portarsi prima sul fianco sinistro, senza sollevare la testa per almeno 30 secondi. La pratica aiuta a diminuire la pressione degli organi interni sulle valvole dello stomaco. 2. PER LA SCHIENA La Posizione del Gatto è un toccasana per la schiena. Mettetevi a 4 zampe con le ginocchia e le mani sul tappetino, assicurandovi di avere i polsi sotto le vostre spalle e le ginocchia sotto i vostri fianchi. Aprite bene le dita delle mani e fate pressione a terra con le nocche. Inspirate con il naso e inarcate la schiena verso il basso. Poi alzate la testa e guardate verso l’alto. Buttate fuori l’aria sempre attraverso il naso e fate il movimento contrario, inarcando la colonna verso l’alto, abbassando la testa, guardando verso il torace e cercando di portare il mento verso il petto. 3. PER LA CIRCOLAZIONE Le rotazioni dei polsi e dei piedi sono due esercizi semplici, ma che funzionano riducendo gonfiore e aumentando la circolazione. Sedute o in piedi su un tappetino, intrecciate le dita formando un pugno e muovetelo in maniera da creare dei grandi cerchi con i polsi. Sollevate poi le braccia verso il soffitto, sempre mentre i polsi ruotano, e poi riabbassatele di nuovo. Ripetete l’esercizio per 10 volte. Per i piedi: sedute su un cuscino o sul pavimento con le gambe distese di fronte a voi, compite grandi movimenti circolari (tenendo i piedi distanti l’uno dall’altro) in entrambe le direzioni. Ripetete per 10 volte in ogni direzione. 4. PER LA RESPIRAZIONE​ Sedute a gambe incrociate, su un cuscino o per terra, incrociate le dita, girate i palmi verso l’alto e sollevate le braccia il più in alto possibile, tenendo giù le spalle. Mantenete la posizione per 5 respiri, espirate e abbassate le braccia di nuovo. Ripetete quante volte volete: questo semplice esercizio aiuta a creare spazio nel proprio corpo per il bambino e apporta benefici ai polmoni e alla respirazione.

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sulla schiena: in tal caso, scegliere le posizioni da svolgersi sul lato. Si suggerisce anche di mantenere le posizioni solo per pochi minuti, in modo da evitare rallentamenti del circolo sanguigno, e di eseguire le transizioni da una posizione all’altra senza fretta. Terzo trimestre Questo è il periodo dell’attesa. Con lo yoga, ci si può preparare al parto con le tecniche di controllo del respiro e le visualizzazioni positive che questa disciplina insegna. A livello fisico si lavora per rinforzare i muscoli del pavimento pelvico, elasticizzare i muscoli perineali, rilassare la schiena, aprire il bacino e migliorare la circolazione sanguigna. Si consiglia di non tenere troppo a lungo le posizioni supine, per evitare di comprimere la vena cava inferiore.



spazio cicogna

L’ENDOMETRIOSI COLPISCE IL 5% DELLE DONNE ITALIANE: COMPORTA DOLORI FISICI E DISAGI PSICOLOGICI, OLTRE A ESSERE UNA POTENZIALE CAUSA DI STERILITÀ FEMMINILE. MA È ANCHE VERO – E NON MANCANO I CASI A DIMOSTRARLO – CHE UNA GRAVIDANZA ‘FELICE’ È POSSIBILE ANCHE PER CHI SOFFRE DI QUESTA MALATTIA. SCOPRIAMOLA NEI DETTAGLI

Soffro di endometriosi e sono mamma

Di Lucia Modici

Iniziamo dalla definizione: l’endometriosi è una malattia che si manifesta nella donna, caratterizzata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero (mentre dovrebbero rivestire esclusivamente la cavità uterina). Quest’anomalia determina un’infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile, che implica conseguenze e disagi più o meno rilevanti.

I SINTOMI I principali sintomi dell’endometriosi sono rappresentati da dolori molto intensi nel periodo mestruale e premestruale e durante l’ovulazione, insieme a dolori pelvici cronici, dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica costante. Solo in una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica.

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LE CAUSE La causa dell’endometriosi è sconosciuta. Diverse teorie sono state proposte, ma nessuna può essere considerata universale. Una delle ipotesi accreditate è il passaggio, causato dalle contrazioni uterine che avvengono durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero nelle tube e da queste nell’addome, con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici, raramente su fegato, diaframma, pleura e polmone.

LA DIAGNOSI Per una diagnosi corretta il primo passo è rivolgersi a uno specialista. Alle visite ginecologiche seguono esplorazioni rettali,


spazio cicogna diagnostica per immagini attraverso risonanza magnetica, ecografie pelviche transvaginali ed esami del sangue specifici.

LE CURE Non sono ancora state individuate terapie risolutive e definitive (le donne con endometriosi tendono a essere recidive). Senza dubbio, la terapia oggi riconosciuta come più immediata ed efficace è l’asportazione dell’endometrio tramite intervento chirurgico in laparoscopia, senza intaccare l’apparato genitale e riproduttivo della paziente. La terapia ormonale ha invece lo scopo di tenere sotto controllo la malattia. Alimentazione, stile di vita e integratori specifici, che puntano a lenire l’infiammazione, si rivelano i migliori ausili per una riduzione sostenibile, a lungo termine e sana della malattia.

ENDOMETRIOSI E STERILITÀ L’endometriosi, da sola, non comporta necessariamente sterilità. Nonostante ciò, ne soffre il 30-40% delle pazienti affette dalla malattia. Sono attualmente in corso molti studi scientifici che indagano la relazione tra endometriosi e sterilità. Non esiste una voce univoca, ma è certo che la malattia intacca in diversi modi l’apparato riproduttivo femminile, i tessuti coinvolti nell’attecchimento degli embrioni e le riserve ovariche

(nella fase acuta della malattia, anche l’ovulazione risente dei suoi effetti e tende a diventare sempre più rara), portando così all’impossibilità di fecondazione. Nei casi più gravi, quando la malattia annulla qualsiasi possibilità di ovulazione nonostante le cure, l’unica strada percorribile diventa la fecondazione assistita.

I NUMERI I dati del Ministero della Salute mostrano che in Italia è affetto da endometriosi circa il 5% delle donne: in totale si stimano circa 3 milioni di casi, nei vari stadi clinici. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. Poiché la gravidanza di frequente causa una remissione temporanea della sintomatologia e poiché si pensa che l’insorgenza di sterilità diventi più probabile con il perdurare della malattia, si consiglia alle donne con endometriosi di avere una gravidanza al più presto.

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spazio cicogna Nella definizione di endometriosi rientrano condizioni alquanto diverse per livello di gravità. Vi sono casi semplici che non richiedono trattamento (ma solo visite periodiche), così come casi gravi e invalidanti, che possono interferire pesantemente con il concepimento e l’andamento della gravidanza. Per non aggiungere difficoltà ulteriori a una situazione già a rischio di complicanze, in caso di fecondazione in vitro è necessario ipotizzare di non trasferire più di un embrione, per evitare gravidanze multiple che presentano i rischi maggiori.

ENDOMETRIOSI E GRAVIDANZA Affermare che l’endometriosi può rendere più complicato il concepimento non significa che questo sia impossibile. Anzi, una gravidanza è in grado di circoscrivere lo sviluppo dell’endometriosi al di fuori dell’utero, grazie a una maggiore presenza nel corpo di progesterone, l’ormone della gravidanza. Questa non è certo una modalità ‘terapeutica’ definitiva per l’endometriosi, perché dopo 9 mesi la patologia si può ripresentare tale e quale a prima del concepimento, ma costituisce comunque una pausa dai dolori e dalla tipica spossatezza che accompagna la malattia (per non parlare della gioia di diventare mamma). È però dimostrato che, purtroppo, molte donne affette da endometriosi hanno maggiori possibilità di incorrere in gravidanze a rischio e, quindi, in aborti spontanei o di portare avanti gravidanze extrauterine. Le statistiche riportano dati nettamente superiori rispetto alle donne sane: per esempio, il rischio di aborto spontaneo è superiore del 76%. Inoltre, sono state osservate altre condizioni di pericolo, soprattutto oltre la 24a settimana di gravidanza, come emorragie, parto pretermi-

ne, infiammazioni, anomalie nello sviluppo della placenta e nell’impianto embrionale, gestosi. Gli studi stanno procedendo per giungere a conclusioni certe sul legame tra endometriosi ed esito della gravidanza, nonché per escludere che le maggiori complicanze osservate non siano invece dovute a condizioni associate, quali l’età avanzata delle donne, il concepimento mediante metodiche di fecondazione assistita, stili di vita inadeguati (alimentazione scorretta, fumo) o patologie come ipertensione e diabete. Ma non bisogna abbattersi: attraverso i monitoraggi e le giuste precauzioni (magari con l’assistenza di un centro di alta specializzazione per le patologie dell’età riproduttiva), una gravidanza felice è possibile anche in presenza di endometriosi.

I MOMENTI PIÙ FAVOREVOLI In presenza di endometriosi, le condizioni ideali in cui cercare il concepimento sono: ■ la fase iniziale della malattia (più la donna è giovane, più l’endometriosi potrebbe essere a un primo stadio di gravità); ■ il periodo immediatamente successivo a un intervento in laparoscopia per endometriosi; ■ il periodo immediatamente successivo un intervento per eliminare un polipo endometriale.

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spazio cicogna QUANDO, IN GRAVIDANZA, SENTIAMO PARLARE DI INCOMPATIBILITÀ DEL FATTORE RH SAPPIAMO COSA SIGNIFICA? VE LO SPIEGHIAMO IN QUESTA PAGINA

Fattore Rh positivo vs negativo Di Lucia Modici

Prima di tutto, è necessario definire cosa sia il fattore Rh: un gruppo di molecole che possono essere presenti o meno sulla superficie dei globuli rossi. L’Rh è positivo se il fattore è presente, negativo se è assente. Nella vita quotidiana, la cosa ha poca rilevanza (unica attenzione in caso di trasfusione di sangue, ma anche questa è un’eventualità poco comune). Quando, invece, una donna in dolce attesa è Rh negativa, potrebbe verificarsi la cosiddetta incompatibilità del fattore Rh: si tratta di una condizione in cui la mamma è Rh negativa mentre il feto è Rh positivo, situazione dovuta al fatto che il bambino ha ereditato questa caratteristica dal papà positivo. Il rischio si manifesta quando la mamma Rh negativa entra in contatto con il sangue del feto Rh positivo: riconoscendo i globuli rossi del bambino come estranei, la mamma può cominciare a produrre anticorpi anti-D per contrastarli. Il fenomeno è detto immunizzazione della mamma. Ciò può accadere durante il parto (quindi senza conseguenze), ma anche prima, durante esami come amniocentesi o villocentesi, oppure in occasione di gravidanze successive se il feto è nuovamente Rh positivo, dato che il corpo della mamma, nel tempo intercorso tra le due gestazioni, ha prodotto anticorpi come conseguenza del primo parto. In questi casi, gli anticorpi della mamma attraversano la placenta e raggiungono il sangue fetale, distruggendone i globuli rossi (anemia): una condizione chiamata malattia emolitica fetale-neonatale, che può anche portare alla morte in utero del feto.

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Altri eventi immunizzanti possono essere rappresentati da aborti spontanei, minacce d’aborto, traumi addominali o manovre ostetriche per il rivolgimento cefalico del feto. Quando una donna Rh negativa ha un partner Rh positivo, in caso di gravidanza deve sottoporsi ogni mese al test di Coombs indiretto, un esame che svela l’eventuale presenza nel sangue di anticorpi anti-D contro l’Rh positivo del feto. Un test positivo significa che la madre sta producendo anticorpi contro i globuli rossi del feto, ma la loro presenza è preoccupante solo se supera certi livelli, e sarà il ginecologo a valutare caso per caso. Per evitare il rischio di immunizzazione della mamma Rh negativa con figlio Rh positivo, viene condotta la cosiddetta immunoprofilassi, la somministrazione di immunoglobuline specifiche contro il fattore Rh capaci di bloccare la produzione di anticorpi anti-D. Di norma, l’immunoprofilassi viene eseguita entro 72 ore dall’evento immunizzante (per esempio il parto), ma alcuni centri – seguendo quanto suggerito dalle linee guida per la gravidanza fisiologica del Ministero della Salute – la propongono di routine a tutte le donne Rh negative a 28 settimane.

Oltre che alle donne Rh negative, il test di Coombs indiretto è offerto dal Servizio Sanitario Nazionale anche alle donne Rh positive nel primo e nel terzo trimestre, perché potrebbero verificarsi altri casi di incompatibilità del gruppo sanguigno, sebbene più rari e meno gravi.



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La pelle dei bambini: una guida alla sua cura La pelle dei bambini è diversa da quella degli adulti. È infatti assimilabile a una spugna: contiene naturalmente più acqua, ma la perde altrettanto rapidamente, in quanto è più sottile e sprovvista di sistemi barriera efficaci. Per quanto possa sembrare tonica e perfetta, la pelle dei piccoli, per la sua particolare struttura, richiede maggiori attenzioni Come posso prendermi cura della pelle del mio bambino durante il bagnetto? Potresti non accorgertene, ma dopo il bagnetto la pelle del tuo bambino potrebbe essere più secca di prima. Proprio il contatto con l’acqua, infatti, può seccare la pelle. Non devi tuttavia preoccuparti: con qualche accorgimento prima, durante e dopo il bagnetto, potrai proteggere la pelle del tuo bimbo. Non è necessario fare il bagnetto tutti i giorni: 2 volte a settimana (o a giorni alterni) è sufficiente. Chiaramente, man mano che il bambino crescerà e comincerà a gattonare ed esplorare l’ambiente, verrà più spesso a contatto con lo sporco e, in simili circostanze, potrà avere bisogno di bagnetti più frequenti. Accertati che l’acqua del bagnetto non sia troppo calda, tra i 35 e i 37 gradi. Prima di fare il bagnetto al tuo bambino esegui un controllo con un apposito termometro e immergendo il gomito. È consigliabile utilizzare prodotti specifici per il bagnetto dei bimbi. Ricordati che, quanto più la pelle resta a contatto con l’acqua calda, tanto più aumenta la perdita di acqua e grassi. Per questa ragione la cute può essere indebolita e diventare secca. Un bagnetto di 5 minuti è sufficiente, specialmente nei primi mesi. Rendi questo momento divertente per il tuo piccolo. Dopo il bagnetto, assicurati di asciugarlo perfettamente, preferibilmente tamponando (e non frizionando) con un panno assorbente. Non dimenticarti di tamponare ogni piega per evitare possibili irritazioni. Passa una crema per il corpo apposita per bambini, così aiuterai a mantenere la sua pelle idratata e soffice.

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Crescere sani

Curiosità

Per anni è stata opinione comune che il neonato, soprattutto pretermine, non avvertisse dolore, per via dell’incompleta mielinizzazione delle fibre nervose (da cui l’idea erronea di un mancato funzionamento del suo sistema nervoso). Altre ragioni venivano ricondotte all’immaturità dei recettori sensoriali (poiché non si sapeva che ciò non pregiudica la conduzione delle sensazioni) e alle alte concentrazioni plasmatiche di beta endorfine (ormoni del benessere prodotti dal neonato nel venire alla luce), in quanto non se ne considerava la diminuzione rapida dopo la nascita. Oggi si sa che il neonato percepisce dolore, come ognuno di noi.


crescere sani

Quanto cresce

Di Sara Lanfranchini

il bebè nel primo anno?

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NEL PRIMO ANNO DI VITA, IL NEONATO È SOGGETTO ALLE TRASFORMAZIONI PONDERALI E STATURALI MAGGIORI. IL MIGLIOR MODO PER VERIFICARE CHE IL SUO ACCRESCIMENTO SIA ADEGUATO È AFFIDARSI AI CONSIGLI DEL PEDIATRA. EVITANDO COSÌ L’ANSIA DA BILANCIA

peso alla nascita: per l’appunto 14-15 giorni con latte materno, 10-11 con latte formulato. In seguito, e per tutto il primo trimestre, è considerato fisiologico un accrescimento con latte materno di almeno 120 grammi a settimana. Nel primo mese, in particolare, una crescita adeguata è di 10 grammi per chilogrammo di peso al giorno: così, un bambino che nasce di 2 chili aumenta di 20 grammi al giorno, uno di 4 chili aumenta di 40 grammi al giorno, ed entrambi crescono fisiologicamente. Poi, ogni soggetto è un caso a sé: oltre al peso neonatale, molto contano il temperamento – il bebè più agitato andrà incontro a una maggiore dispersione calorica – il numero delle poppate, quello delle scariche…». In seguito, è possibile stabilire una crescita media (tra al-

Per rispondere alle tante domande che i genitori si pongono quando si parla di accrescimento corretto del neonato – peserà abbastanza? Peserà troppo? Sarà sufficientemente alto? Ogni quanto lo devo pesare? – abbiamo intervistato il dottor Loredano Guaraglia, specialista in pediatria. Quanto aumenta il peso del bambino nei primissimi tempi? «La prima verifica di accrescimento adeguato coincide con il primo controllo post dimissioni dall’ospedale, tra l’11° e il 15° giorno di vita del neonato. Già a quest’epoca, la fisiologia di crescita varia a seconda del tipo di allattamento, materno o artificiale. Nel primo caso, il calo ponderale post nascita può raggiungere il 10%, nel secondo è più limitato e non supera il 7-8%. Conseguentemente, variano i tempi di recupero del

lattamento materno e artificiale)? «200 grammi a settimana nel primo trimestre, 150 nel secondo, 100 nel terzo e 50 nel quarto. Ma si tratta di valori puramente indicativi, ed è perfettamente adeguato l’accrescimento anche di chi non raggiunge queste quote, ma è in pieno benessere e non presenta carenze». E per quanto riguarda la lunghezza? «Anche qui vale lo stesso discorso: esistono valori di media (+5 centimetri nel primo mese, +3 nel secondo, +2 dal terzo al settimo, +1 dall’ottavo all’anno, con riferimento alle curve di crescita dell’Oms, le più utilizzate universalmente, ndr), ma poi le variabili sono infinite, compresi fattori di familiarità e costituzionalità. La crescita staturale viene misurata dal pediatra con il paidometro».


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Curve di crescita Oms – Lunghezza della bambina dalla nascita a 6 mesi

A cosa servono le curve di crescita o percentili? «Si tratta di grafici che rappresentano rispettivamente l’accrescimento ponderale, staturale e della circonferenza cranica dei bambini, suddivisi per sesso ed età (quelle dell’Oms sono così organizzate: 0-6 mesi, 6-24 mesi, 2-5 anni…, ndr). Servono da parametri di riferimento per accertarsi che l’accrescimento sia costante e regolare nel tempo nell’ambito di ciascun percentile. Poco importa che si cresca al 20° percentile, al 50° o al 70°: ciò significa solo che esistono bambini più o meno alti o robusti; quel che conta, invece, è che la crescita pro-

ceda in maniera lineare lungo la sua curva. I percentili, inoltre, sono utili perché consentono, in presenza di un rallentamento, di riscontrare il punto, il momento in cui qualcosa è cambiato (una malattia, l’introduzione di un nuovo alimento…)». Ogni quanto ha senso pesare il bambino? Molti genitori vivono con apprensione la questione, una specie di ‘ansia da bilancia’. «Nei primi tempi, e se il bambino è in salute, pesarlo una volta alla settimana può rassicurare il genitore. Ma acquisito che l’accrescimento c’è, constatato lo stato di benessere e soddisfazione del lattante e stabilita con lui una buona conoscenza, allora si può accantonare la bilancia, perché si è in grado di capire da soli se le cose procedono correttamente. Il mio consiglio è di sganciarsi dalla fobia del controllo del peso e di vivere con più serenità l’allattamento, specialmente se materno, dato che le poppate sono necessariamente tutte diverse, più o meno

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corpose e frequenti. Ritenendo inadeguato l’accrescimento solo perché il peso è basso, si rischiano approcci errati, come ricorrere ad aggiunte di latte artificiale anche se non ci sono carenze». Quindi, sono sufficienti i bilanci di salute per pesare il bambino? «Sì, servono anche a questo scopo. Quelli codificati hanno cadenza variabile: il primo a 15 giorni dalla nascita, poi a 2, 4, 6, 8, 10, 12, 15-18 mesi circa, e in seguito una volta all’anno. L’importante è non viverli con apprensione: il miglior medico del bambino è sempre la mamma, che nel rapporto di comunicazione e fiducia col pediatra troverà risposte a tutte le sue domande».

RITARDO NELL’ACCRESCIMENTO Qualora venisse riscontrato un ritardo marcato, il pediatra prescriverà ulteriori visite specialistiche. Queste le cause principali: ■ deficit dell’ormone della crescita (Gh) ■ celiachia ■ infezioni delle vie urinarie ■ patologie del tratto gastroenterico ■ disturbi della tiroide. Per ciascuna patologia, la crescita limitata non è la sola manifestazione, ma si associa a un quadro clinico più vasto e specifico.

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crescere sani

Lavaggi nasali

Di Mattia Lerner

quando, come, perché

SONO LA PRIMA, PIÙ SICURA E PRATICA SOLUZIONE PER PREVENIRE IL RAFFREDDORE E DECONGESTIONARE IL NASO OSTRUITO. UNA BREVE GUIDA E QUALCHE AVVERTENZA PER SCEGLIERE I PRODOTTI GIUSTI, CASO PER CASO, E PER EFFETTUARE I LAVAGGI NASALI IN MODO CORRETTO ED EFFICACE, ASSICURANDO SOLLIEVO AL BAMBINO FIN DAI PRIMI MESI DI VITA 50

Tanto nei neonati quanto nei bambini (che in genere, almeno fino ai 3 anni, non sono in grado di soffiarsi il naso da soli), mantenere il naso il più possibile pulito e libero dal muco è essenziale: non solo per prevenzione, in quanto farlo garantisce una minor frequenza di raffreddori e altre affezioni delle vie respiratorie, ma anche perché rappresenta la prima e principale terapia per alleviare i disturbi quando compaiono. Inoltre, più il bambino è piccolo e più il fastidio dovuto all’ostruzione nasale sarà probabilmente sgradevole: i neonati, infatti, respirano esclusivamente attraverso le vie nasali, non dalla bocca. È dunque facile immaginare il loro disagio in particolare durante le poppate e la nanna (e un neonato dovrebbe dormire molto, addirittura la maggior parte della giornata, nei primi tempi). Il rimedio (pratico da fare a casa, anche se ai bambini potrebbe non andare molto a genio) consiste nell’effettuare i lavaggi nasali con soluzioni e prodotti specifici: in questo modo si ammorbidisce il muco, facilitandone la successiva aspirazione, o lo si allontana direttamente, si elimina il catarro e si ripuliscono le mucose da eventuali allergeni, virus e batteri.


crescere sani COSA USARE? I prodotti da impiegare sono differenti a seconda delle necessità: soluzione fisiologica (o salina), acque termali, acqua di Sirmione o acqua marina sterilizzata, disponibili in comode fiale monodose o in erogatori spray più grandi. In alternativa, è sempre valida la soluzione salina fatta in casa (90% di acqua bollita, quindi sterilizzata, e 10% di sale), da instillare nelle narici (5-10 ml per parte) con una siringa senza ago. Quanto alle soluzioni saline in commercio, ne esistono essenzialmente di due tipologie: ■ soluzioni isotoniche (9 g/l): si utilizzano per la prevenzione e la detersione quotidiana, in quanto aiutano a rimuovere l’eccesso di muco e a evitare la diffusione delle infezioni. Hanno la stessa concentrazione di sali delle cellule nasali; ■ soluzioni ipertoniche (22 g/l): utili per decongestionare il naso chiuso e calmare il raffreddore. La concentrazione di sali è superiore a quella delle cellule nasali.

COME FUNZIONA IL NASO DEI BAMBINI? Fin dal primo giorno, il naso deve funzionare al meglio, poiché il benessere nasale influenza molte delle principali attività del bambino: il sonno e le poppate, ma anche l’umidificazione e la termoregolazione dell’aria che respira, affinché raggiunga i polmoni né troppo calda né troppo fredda. Inoltre, il naso svolge un importante compito di filtraggio: il muco intrappola gli agenti dannosi presenti nell’aria (batteri, smog, polveri…), impedendone il passaggio alle vie respiratorie.

COME SI FANNO I LAVAGGI NASALI? L’operazione in sé è semplice (l’unico ostacolo può essere la scarsa collaborazione del bambino, che soprattutto crescendo potrebbe non gradire il lavaggio e agitarsi). ■ Distendete il bambino supino sul fasciatoio e inclinategli la testa da un lato (ad esempio a destra).

■ Introducete la punta della fialetta, dello spray o della siringa nella narice sinistra e spruzzate il liquido delicatamente ma con fermezza; uscirà dalla narice opposta. ■ Ripetete l’operazione dall’altra parte. ■ Soffiate il naso del bambino o, se è molto piccolo, usate un aspiratore nasale per rimuovere il muco non allontanato con il lavaggio. Basta avvitare un beccuccio monouso sulla sommità dell’aspiratore, inserirne la punta nella narice del bambino e aspirare; in seguito, il beccuccio va gettato e l’aspiratore lavato e asciugato accuratamente.

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crescere sani

L’aerosol Le soluzioni saline isotoniche possono essere impiegate anche nell’aerosol, con nebulizzatori pneumatici o a ultrasuoni, per trattare raffreddore, tosse e sindromi influenzali. Chiedete consiglio al pediatra per valutarne la reale necessità, i tempi e i modi di utilizzo. Un’ulteriore possibilità è il rinowash, un apparecchio che si collega all’aerosol e permette di far arrivare il getto direttamente nelle cavità nasali.

DA RICORDARE ■ I lavaggi nasali sono un ottimo metodo di detersione anche quotidiana. ■ Renderli un gioco può farli sembrare meno sgradevoli al bambino. ■ La soluzione va instillata sempre a temperatura ambiente. ■ Meglio scegliere un momento lontano dai pasti. ■ In caso di necessità, è possibile ripetere l’operazione più volte al giorno. ■ I lavaggi nasali non presentano nessuna controindicazione.

CONSIGLI UTILI PER NASINI IN SALUTE ■ In casa, mantenete una temperatura di 18-20°C: un calore eccessivo indebolisce le difese dei neonati, non ancora in grado di regolare la propria temperatura corporea. ■ Umidificate gli ambienti per aiutare il bambino a respirare meglio: aria troppo secca indurisce le mucose nasali creando terreno fertile per i batteri. ■ Fatelo bere (o allattatelo) spesso per fluidificare il muco e agevolarne l’espulsione. Un’idratazione corretta contribuisce inoltre a mantenere in salute il sistema immunitario. ■ Pulite la stanza in cui il piccolo dorme e trascorre la maggior parte del tempo; lavate spesso peluche e giocattoli. ■ Non coprite troppo il bambino: imbacuccarlo non ridurrà la frequenza di raffreddori e altre infezioni. ■ In caso di naso chiuso, mettete un cuscino basso sotto il suo materasso in corrispondenza della testa: la posizione ‘in discesa’ lo aiuterà a dormire meglio. ■ Naso chiuso, che cola, starnuti frequenti, prurito o pizzicore a naso, gola e occhi possono essere sintomi di rinite e congiuntivite allergica: non sottovalutateli, possono manifestarsi anche nei bambini molto piccoli.

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crescere sani FREQUENTE TRA I BAMBINI, ANCHE MOLTO PICCOLI, SI MANIFESTA CON VOMITO, DIARREA, FEBBRE E, IN GENERE, SI RISOLVE DA SÉ IN POCHI GIORNI; TALVOLTA, PERÒ, PUÒ PRESENTARSI IN FORME ACUTE CHE COMPORTANO DISIDRATAZIONE E CONSEGUENTE RICOVERO OSPEDALIERO. UN VACCINO ESISTE, NON OBBLIGATORIO IN ITALIA Di Nora Cinaschi

Gastroenterite da rotavirus Il rotavirus è la prima e più comune causa di gastroenteriti virali nei bambini sotto i 5 anni. È un virus ‘democratico’: entro quell’età, vi entrano in contatto in tantissimi, la prima volta tendenzialmente tra i 6 mesi e i 2 anni. La conseguenza è una gastroenterite acuta, che si manifesta con diarrea, vomito, febbre e, nei casi più gravi, disidratazione. Dopo la prima gastroenterite da rotavirus, altri episodi possono ripresentarsi, dovuti a tipi diversi di rotavirus, ma con gravità e intensità minori.

COME CI SI INFETTA? Il virus penetra nell’organismo attraverso la bocca e si replica nei villi intestinali. Conseguenze dirette dell’infezione sono un ridotto assorbimento di sodio, zucchero e acqua, un deficit di lattasi e, quindi, la diarrea. L’incubazione è rapida, anche inferiore alle 48 ore. Il contagio, che si registra soprattutto all’interno delle comunità infantili (asili e scuole materne), si verifica per via respiratoria e per contatto

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crescere sani con oggetti contaminati da feci. Il malato trasmette il virus per 10 giorni a partire dal momento in cui inizia l’incubazione. In alcuni casi, il virus è stato rintracciato nelle feci del soggetto infetto anche dopo 30 giorni dalla scomparsa dei sintomi, cosa che rende ancora più evidente la facilità del contagio.

COME SI MANIFESTA LA MALATTIA? Le manifestazioni cliniche variano da modeste (diarrea di lieve entità che scompare spontaneamente) a decisamente serie, compresa disidratazione grave per vomito, diarrea, acidosi metabolica e febbre, anche superiore a 39°C. I sintomi possono durare

IN ITALIA E NEL MONDO Nel mondo, il rotavirus è la causa più frequente di gastroenterite grave nel bambino: ogni anno provoca circa 25 milioni di visite mediche, 2 milioni di ricoveri ospedalieri e 500mila/600mila decessi, soprattutto sotto i 2 anni di età. L’85% di questi decessi avviene nei paesi in via di sviluppo, dove la malattia è considerata dall’Oms una vera e propria emergenza sanitaria.

in media da 3 a 7 giorni. Specialmente nel lattante, la diarrea da rotavirus può persistere addirittura per 3 settimane e, rispetto alla maggior parte delle altre gastroenteriti, conduce più frequentemente a disidratazione. In questi casi si richiede il ricovero del neonato, che corre i rischi maggiori poiché il suo corpo è composto per almeno il 70% di acqua (contro il 60% degli adulti). Nei casi lievi, non sono necessarie terapie specifiche. Il miglior rimedio è reidratare il bambino facendogli bere acqua a piccoli sorsi. In più, possono esser d’aiuto soluzioni reidratanti orali, che contengono in quantità adeguate zuccheri e sali che si perdono con vomito e diarrea, e fermenti lattici.

Il rotavirus che virus è? Il rotavirus appartiene alla famiglia Reoviridae ed è suddiviso in 5 sierogruppi. La malattia nell’uomo è causata dal gruppo A e, occasionalmente, dai gruppi B e C. Tutti i gruppi sono patogeni per gli animali.

Di tutti i decessi per malattie prevenibili tramite vaccino, ben il 16% è dovuto a rotavirus, che si classifica terzo per letalità dopo le malattie da pneumococco (28%) e il morbillo (21%); seguono pertosse (11%), tetano (8%) e altre malattie (1%). Nei paesi industrializzati, il rotavirus causa circa il 40% delle diarree registrate tra i bambini. In Italia, si stima il verificarsi di circa 250mila casi di gastroenterite da rotavirus ogni anno (la metà dei quali vengono risolti a casa), oltre 125mila visite mediche pediatriche e 50mila accessi ai pronto soccorso, che si trasformano in ricovero in più di 10mila casi. I decessi annui variano da 5 a 10 circa, una cifra apparente bassa ma tutt’altro che irrilevante.


crescere sani LA VACCINAZIONE ANTI-ROTAVIRUS I vaccini attualmente disponibili sono composti da virus attenuati selezionati tra i tipi che più di frequente circolano tra la popolazione; il vaccino viene somministrato per via orale in 2 o 3 dosi a partire dalle 6-8 settimane di vita e non oltre le 2432 settimane (le differenze dipendono dal prodotto utilizzato). La vaccinazione anti rotavirus si può somministrare contemporaneamente agli altri vaccini previsti dal calendario vaccinale nel primo anno di vita; la prima dose, in genere, nella stessa seduta del vaccino esavalente. Non sono previsti richiami, anche perché, dopo i 5 anni, la malattia non costituisce più un problema.

CONSIGLI AI GENITORI Dopo aver fatto vaccinare il bambino, chi se ne occupa deve prestare particolare attenzione alla sua igiene personale, lavando accuratamente le mani dopo ogni cambio di pannolino: il virus, infatti, si espelle tramite le feci, con un picco massimo intorno al settimo giorno. I soggetti affetti da immunodeficienza grave, o che assumono una terapia che riduce le difese immunitarie, devono evitare completamente il contatto con le feci del bambino.

L’efficacia del vaccino nel prevenire forme gravi di diarrea da rotavirus è almeno del 90%, del 74-85% nei confronti di manifestazioni più lievi. Chiaramente, la protezione è massima a ciclo vaccinale completo, ma anche con una sola dose si osserva una riduzione della morbosità.

Il vaccino è sicuro e ben tollerato e sono escluse reazioni collaterali gravi. Diarrea e irritabilità sono comunque molto comuni tra gli effetti indesiderati post vaccinazione. Solo raramente (meno di 1 caso su 10mila), nei 30 giorni successivi alla vaccinazione (e soprattutto nei primi 7) sono stati osservati fenomeni di invaginazione, condizione grave in cui un tratto dell’intestino viene avvolto da un altro tratto intestinale, con conseguente ostruzione. È necessario contattare immediatamente il pediatra se il bambino manifesta dolori violenti a stomaco o addome, vomito persistente, sangue nelle feci, gonfiore addominale e/o febbre alta. Nel nostro paese la vaccinazione è facoltativa, ma consigliata dalla comunità pediatrica. In particolare, è definita prioritaria nei casi a rischio: ■ nati pretermine o feti piccoli rispetto all’età gestazionale; ■ soggetti affetti da patologie croniche dell’apparato circolatorio, nefrourinario, nervoso centrale, respiratorio e metabolico; ■ bambini che viaggiano in zone del mondo soggette a inadeguata assistenza sanitaria. Il vaccino va rinviato in presenza di febbre o altri disturbi giudicati clinicamente importanti. Non deve essere eseguito in caso di reazioni allergiche note ai componenti del vaccino o nei bambini affetti da immunodeficienza combinata grave (Scid). Precauzioni vanno prese in caso di soggetti con deficit immunitari.

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crescere sani A cura di Maria Cristina Albertazzi Presidente dell’Associazione Spazio CentocannoniDue Tel. 0131.1826521 / 392.6970806 – scrivi@spaziocentocannonidue.it

A TU PER TU CON L’ESPERTO DI Primo soccorso pediatrico

PREVENIRE PER CRESCERE

Grazie al miglioramento delle condizioni di vita e alla prevenzione, nei paesi industrializzati la sopravvivenza dei bambini è aumentata di ben 200 volte nell’ultimo secolo. Dalla gravidanza alla nascita, e durante tutto l’accrescimento. Scoprire e sperimentare sono attività alla base della sana istintività dei bambini e del loro desiderio di fare esperienze nuove. I piccoli incidenti rientrano in questo processo, ma è necessario evitare ai bambini infortuni più seri, che possono avere un grave impatto sulla loro salute. Le statistiche dimostrano che gli incidenti sono la prima causa di mortalità e disabilità in età pediatrica e richiamano a un approccio consapevole da parte di genitori, familiari ed educatori.

della sicurezza infantile, fornendo le linee guida sulle manovre salvavita, sfatando qualche mito e soffermandosi sugli accorgimenti da adottare nel quotidiano. È proprio grazie a questi corsi che si possono imparare le manovre di disostruzione pediatriche e ricevere consigli utili per la sicurezza, fin dal momento in cui nasce il bambino: in culla (la posizione durante il sonno e le caratteristiche dell’ambiente), in casa (come prevenire gli incidenti domestici, i traumi e le intossicazioni, come affrontare le emergenze sanitarie pediatriche più diffuse), a tavola (come tagliare gli alimenti che attraggono maggiormente i bambini e in che quantitativi somministrarli) e in acqua (consigli per evitare l’annegamento in piscina e in mare, e cosa fare in caso di urgenza).

Cresce quindi la necessità di sensibilizzare e diffondere a genitori, insegnanti, nonni, addetti all’infanzia le nozioni di base per proteggere la vita dei nostri bambini. Semplici informazioni possono e devono fare la differenza: si deve porre l’accento sull’importanza della prevenzione per evitare che situazioni pericolose si trasformino in incidenti anche mortali. Per fortuna, sono sempre di più gli adulti che ogni giorno divengono più consapevoli dei rischi che corrono i figli di genitori non adeguatamente informati e formati.

Per informazioni: www.spaziocentocannonidue.it Pagina Facebook: Spazio CentocannoniDue

Con questo obiettivo, molti enti e associazioni organizzano corsi di prevenzione pediatrica che combinano teoria e pratica. L’Associazione Culturale Spazio CentocannoniDue di Alessandria, ad esempio, con ‘SOS bimbo sicuro: corso di prevenzione ed emergenze pediatriche’ propone un percorso che affronta le tematiche

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crescere sani

Bebè

PILLOLE DI BENESSERE

Protezione per pelli sensibili che si arrossano

Il giusto grado di umidità per una nanna migliore

L’emulsione lenitiva di Triderm Baby & Kids idrata e protegge l’epidermide di neonati e bambini. Ideale per pelli sensibili e che si arrossano facilmente. Nickel tested, senza conservanti, senza glutine e senza profumo, dona sollievo dai disagi della pelle secca e, grazie all’elevata tollerabilità, può essere utilizzata fin dai primi giorni di vita del bambino. BioNike

Effetto balsamico per tutta la notte

Il Gel Balsamico Profumato contiene estratti naturali e oli essenziali dalle proprietà balsamiche; la loro inalazione, favorita da un delica­to massaggio, mantiene libere le vie respiratorie e facilita la nanna dei più piccoIi per tutta la notte. Dermalologicamente testato sotto controllo pediatrico, non contiene coloranti né conservanti. Trudy Baby Care

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Un umidificatore che emette vapore a freddo attraverso gli ultrasuoni. Molto silenzioso, ha un’autonomia di 8 ore che facilita il riposo notturno del bambino, e può essere utilizzato in stanze fino a 15 mq. L’igrometro consente di controllare il livello di umidità della stanza e di regolare l’uscita del vapore. Suavinex


crescere sani

Acqua Profumata Musti, con il 92% di ingredienti di origine naturale e lo 0% di parabeni, ftalati e fenossietanolo, è formulata per minimizzare l’impatto ambientale: un mix aromatico che associa note agrumate alla dolcezza di rosa e lillà e a estratti di miele e camomilla, riconosciuti per le loro proprietà lenitive e calmanti. Disponibile nel cofanetto composto dall’Acqua Profumata e dal nuovo Orsetto, sia per femminucce che per maschietti. Mustela

Coccole profumate

Il Balsamo Labbra Biologico, con cera d’api naturale e oli biologici di altissima qualità, nutre e protegge le labbra delicate del bambino, prevenendone la secchezza. Formulato specificamente per le esigenze dei più piccoli, non contiene paraffina né coloranti. Si applica facilmente e non appiccica. Hipp Baby

Per i baci più dolci e morbidi del mondo

Nasini liberi, inverno più sereno

Un metodo delicato come una carezza per liberare il nasino dei più piccoli, facilitandoli nella poppata e migliorando la qualità del sonno. Si compone di due prodotti da usare in successione: la soluzione fisiologica, che ammorbidisce il muco, e l’aspiratore nasale soft, che rimuove il muco e i germi. Utile anche nella prevenzione dell’otite media e della rinosinusite. Narhinel

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Techno Soul: moderno, innovativo, made in Italy Dal 1969 Cam Il Mondo del Bambino cerca di soddisfare le esigenze di grandi e piccini, creando prodotti di qualità, moderni e pratici Cam Il Mondo del Bambino presenta Techno Soul, un prodotto unico nello stile e molto innovativo, caratterizzato dalla qualità, dalla sicurezza e dal made in Italy che da quasi 50 anni contraddistinguono il brand. La carrozzina è omologata per il trasporto in auto (0-10 kg), molto ampia, dotata di sistema di aggancio/ sgancio rapido, completamente foderata, con maniglione antiribaltamento, schienale reclinabile in 3 posizioni, materassino, moderna copertina con pregiati inserti in morbida ecopelle e alamari, capottina con finestra e zanzariera, copertina con alzatina frangivento, fondo aerato, base a dondolo, grande e moderna borsa con fasciatoio. Il passeggino ha il telaio in alluminio disponibile in 3 varianti colore (nero carbonio, bianco carbonio, alluminio spazzolato), con seduta reversibile (fronte mamma 0-12 mesi e fronte strada 12-36 mesi) dal design moderno e minimalista. Il maniglione unito è in morbida ecopelle sellata a mano e regolabile in altezza. Ruote posteriori ad ampio raggio, facilmente removibili, con cuscinetti a sfera in metallo; ruote anteriori piroettanti, freno sincronizzato con sistema on/off, morbide e lunghe sospensioni anteriori e posteriori. Schienale regolabile in 4 posizioni con una sola mano, davantino removibile, cinghia a 5 punti, capottina estensibile, ampio cestino portaoggetti. Pratica e facile chiusura a libro, anche con la seduta del passeggino in posizione fronte mamma e fronte strada. Chiuso sta in piedi da solo. Accessori inclusi: capottina, coprigambe, parapioggia, cestino. Infine, il seggiolino auto è omologato secondo la normativa ECE R44/04 per il gruppo 0+ (0-13 kg), con protezioni laterali, riduttore anatomico con sostegno lombare, capottina multiposizione, spallacci e spartigambe imbottiti, pratico meccanismo di regolazione delle cinghie, guidacinture direzionabile, base a dondolo antiscivolo. Si fissa con la cinghia a 3 punti dell’auto in direzione di contromarcia; tutti i rivestimenti sono sfoderabili e

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lavabili a 30°C. In questo prodotto si evidenziano le caratteristiche fondamentali del marchio: soluzioni innovative, cura dei dettagli e massima protezione per i bambini. Per maggiori informazioni: www.camspa.it www.facebook.com/cam.officialpage www.instagram.com/camspa_official




Tutti a tavola

Curiosità Borlotti, cannellini, azuki, ceci, lenticchie, fave, piselli, cicerchie: i legumi, la cosiddetta ‘carne verde’, sono un concentrato di proteine ad alto valore biologico; sono privi di grassi saturi e di colesterolo, ottimi nella dieta del bambino fin dallo svezzamento. Nel cuocerli (o già in ammollo, se si scelgono i legumi secchi), si possono aggiungere un pezzetto di alga kombu e qualche foglia di alloro, salvia o rosmarino, oppure semi di finocchio o anice: farlo li renderà più digeribili e ovvierà alla formazione di fastidiosi gas intestinali. Evitando il sale in cottura, si favorisce inoltre l’intenerimento delle bucce.


tutti a tavola

Non svegliare il bambin che dorme Di Sara Lanfranchini

BISOGNA SVEGLIARE IL BAMBINO PER LA POPPATA O È MEGLIO LASCIARLO RIPOSARE FINCHÉ NON APRE GLI OCCHI NATURALMENTE? ECCO UNA DELLE DOMANDE PIÙ CLASSICHE QUANDO SI PARLA DI ALLATTAMENTO (SIA AL SENO CHE ARTIFICIALE). VEDIAMO COSA FARE CASO PER CASO

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Il vostro bambino di poche settimane, che fino a ora vi ha abituati a poppate frequenti e regolari (la media per un neonato è di 8-12 assunzioni di latte quotidiane), un giorno senza preavviso dilata i tempi e dorme più del solito. È la prima volta e, invece che godervi questo insperato momento di quiete – di cui potreste approfittare per sgranchirvi le gambe, fare una doccia o una telefonata in libertà, leggere un libro… – vi assale una preoccupazione: forse sta dormendo troppo, forse qualcosa non va e dovrei svegliarlo. Chiaramente, ogni caso è a sé e andrebbe preso in esame nella sua specificità, ma in linea generale una nanna un po’ più lunga non implica nulla di negativo. Se il bambino fa almeno 8 poppate al giorno, se bagna regolarmente i pannolini di pipì chiara, se le scariche di feci sono come minimo 3 o 5 (parliamo delle prime 6 settimane, indicativamente, dopo i ritmi variano


tutti a tavola semplice eccezione, e che da domani si ristabilirà il ritmo frenetico di sempre. Sì, perché il problema di tante donne che allattano – vedremo infatti che, con il latte artificiale, i ritmi possono essere differenti – è piuttosto l’inverso: poppate molto frequenti che implicano grande disponibilità da parte della madre, per la quale l’allattamento, più che un piacere e un momento magico di relazione con il figlio, rischia di diventare, almeno talvolta, una fonte di stress. Ecco allora che, in condizioni di normalità, quell’ora in più di sonno va registrata e vissuta in piena serenità.

C’È LATTE E LATTE

da soggetto a soggetto), se il bambino cresce bene, è in salute, reattivo e si fa sentire quando ha fame – e se, in caso di allattamento materno, il seno non si ingorga a causa dei tempi più dilatati – allora lasciate dormire il bambino in pace. Vedrete oltretutto che, con molta probabilità, questo sonno particolarmente lungo non sarà la nuova regola del piccolo ma una

Un’altra variabile che spesso influenza i ritmi di veglia e sonno e la frequenza delle poppate è il tipo di alimentazione del lattante. Mentre il latte materno quasi non necessità di digestione, quello formulato richiede un processo digestivo piuttosto lungo e laborioso (circa 4 ore), cosa che genera sonnolenza perché il corpo è interamente impegnato in questo compito; un po’ come accade a ciascuno di noi dopo un pasto sostanzioso. Ne conseguono, quindi, sessioni di nanna di durata probabilmente diversa. Inoltre, se da un lato il latte artificiale mantiene inalterate le sue caratteristiche a ogni assunzione, quello materno cambia continuamente (e non stiamo parlando del suo fisiologico mutare in funzione della crescita del bebè). I fattori sono tanti: a ogni poppata il primo latte è molto meno grasso e corposo del secondo (che arriva dopo circa 10 minuti) e per questo deputato più a dissetare che a nutrire; dunque, a una poppata breve ne seguirà facilmente un’altra a distanza di poco, e il sonnellino tra le due sarà ridotto ai minimi termini. Va poi tenuto presente che di notte il latte è più ricco e sazia di più rispetto a quanto non succeda di giorno.

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tutti a tavola Parlando ancora di allattamento materno, anche un seno ‘che scoppia’, estremamente gonfio o dolente, autorizza la mamma a svegliare il piccolo (in alternativa, si può sempre ricorrere al tiralatte): l’allattamento a richiesta va infatti inteso come una relazione fondata sulla reciprocità, che deve offrire a entrambi il corretto appagamento.

IL BAMBINO CHE SI ADDORMENTA BEVENDO

Talvolta, infine, il bambino succhia per desiderio di coccole, per lenire un doloretto o per addormentarsi – vedrete che la cosa più naturale del mondo, ovvero prendere sonno quando si è stanchi, per un neonato può diventare un’impresa – avvantaggiandosi così non tanto del senso di sazietà quando del calore e della protezione che offre il seno materno. In tutti questi casi, la quantità di latte ingerita potrebbe essere minima, ma non verificabile (col biberon, invece, si rende immediatamente evidente quanto latte è stato assunto).

QUANDO SVEGLIARE IL BAMBINO? Fatto tesoro di quanto detto, è evidente che esistono casi in cui è opportuno svegliare il bambino che dorme molto a lungo. Le condizioni sono essenzialmente queste: ■ crescita bassa o non ancora del tutto chiara; ■ pochi, se non pochissimi pannolini sporchi; ■ parto pretermine e neonato che stenta a guadagnare peso. In via generale, un bambino che sta crescendo poco va svegliato ogni 2-3 ore di giorno e, se necessario, anche ogni 4 ore di notte.

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Come accennato, molto spesso il neonato (ma anche il bambino di qualche mese) si addormenta al seno. Qui i casi sono due: poppata lampo, che tendenzialmente implica un secondo round a breve distanza; poppata eterna ma inefficace, perché il piccolo succhia con poco vigore e si sveglia ogni volta che provate ad allontanarlo, riprendendo la suzione, anche se per poco. Si tratta di situazioni assai comuni per tutti i lattanti alimentati al seno; l’importante è che non diventino la regola, altrimenti il bambino potrebbe non ricevere il nutrimento necessario per crescere. In questo caso, l’ideale è rivolgersi a un consulente per l’allattamento o, in alternativa, a un’ostetrica o al pediatra, che sapranno tranquillizzare la madre e indirizzarla opportunamente. Anche il bebè alimentato al biberon si addormenta di frequente mentre beve. In questi frangenti, il rischio è che ingurgiti aria: meglio quindi svegliarlo delicatamente, appoggiarlo sulla vostra spalla e massaggiargli la schiena per fargli fare il ruttino, e poi provare a offrirgli nuovamente il biberon e a riprendere la poppata. Un neonato con l’ittero tende a dormire molto, per cui va svegliato e allattato ogni 2-3 ore; il medico, inoltre, verificherà che i valori della bilirubina siano nella norma, viceversa sottoporrà il piccolo a fototerapia. In alcuni ospedali è possibile allattare al seno il bambino anche durante la fototerapia: un contributo importante alla sua salute, perché il latte materno facilita l’espulsione delle feci e, con esse, della bilirubina in eccesso.



tutti a tavola LE RICETTE DELL’INVERNO Le parole d’ordine dell’inverno sono energia, salute e bontà. Le possiamo insegnare (e garantire) ogni giorno ai nostri bambini scegliendo per loro un’alimentazione bilanciata, che punti tutto su ortaggi e frutta di stagione, pesce fresco, frutta secca, e tanta fantasia. Il gusto poi è assicurato: queste ricette piaceranno ai bambini, ma anche a tutto il resto della famiglia.

DA 8 MESI

DA 18 MESI

Vellutata di patate

Baby ragù di verdure

Ingredienti (per 1 o 2 porzioni) 200 g di patate 1 carota ½ cipolla ½ litro di brodo di verdura fatto in casa 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato 1 cucchiaino di olio evo

Preparazione Lavate carote e patate, pelatele e tagliatele a pezzetti. Trasferitele in una padella insieme alla cipolla tritata finissima, coprite con il brodo e fate cuocere per circa 40 minuti, finché le verdure non saranno morbidissime e il liquido notevolmente ridotto. Poi frullate e aggiungete alla crema olio e parmigiano.

Ingredienti (per 4 persone) 1 cipolla 2 carote 250 g di zucca 1 gambo di sedano 1 patata 1 spicchio d’aglio (facoltativo) 400 g di pelati 1 pizzico di sale 2 cucchiai di olio evo Qualche foglia di basilico

zucca

Preparazione Pulite le verdure e tagliatele a cubetti minuti. Versate l’olio in una padella insieme allo spicchio d’aglio e a tutte le verdure, poi fatele appassire a fuoco medio per circa 10-15 minuti, aggiungendo un po’ d’acqua; togliete l’aglio, versate i pelati, schiacciateli e fate cuocere per almeno 30 minuti. Aggiustate con un pizzico di sale e cospargete con il basilico.

CONSIGLI E VARIANTI Quando si ha un po’ di tempo per cucinare, è una buona idea abbondare con le dosi e poi preparare tante porzioni da conservare in freezer e utilizzare in seguito. Le verdure, inoltre, possono variare a piacere, in base a ciò che si ha in frigo e alla stagione. Se poi i vostri bambini non le amano a pezzetti, potete frullare il ragù e ottenere un sugo cremoso e irresistibile.

L’idea in più Per arricchire la vostra vellutata di patate, potete aggiungere un cucchiaio di prosciutto cotto, perfettamente sgrassato e tritato finemente. La nuova versione piacerà molto al bambino, e rappresenterà inoltre un piatto completo, ideale per favorire la sua corretta alimentazione.

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tutti a tavola

DA 15 MESI

DA 24 MESI

Stelline di merluzzo

Crema di pere con granella

Ingredienti (per 2 persone) 200 g di patate 400 g di filetti di merluzzo 1 uovo 1 manciata di pangrattato 3 cucchiai di parmigiano grattugiato 1 pizzico di sale ATTREZZATURA: formine da biscotti a forma di stella Preparazione Private il merluzzo delle spine, lessatelo in poca acqua e frullatelo con il mixer a immersione; condite con l’uovo sbattuto, 2 cucchiai di parmigiano e un pizzico di sale. A parte lessate anche la patata, riducetela in purè e unitela al merluzzo, aggiungete il pangrattato e amalgamate. Lasciate riposare in frigo per 5-10 minuti. Stendete il composto in uno strato alto un centimetro e ricavatene tante stelle con una formina da biscotti; trasferitele su una teglia rivestita di carta da forno, cospargete con parmigiano, pangrattato e un filo di olio, poi infornate a 180°C fino a doratura.

Ingredienti (per 2 porzioni) 50 g di fiocchi d’avena e riso soffiato 1 cucchiaio di mandorle in scaglie 1 cucchiaio di uvetta 1 pizzico di cannella ½ cucchiaio di olio di semi 1 e ½ cucchiai di malto di riso 2 pere Abate o Conference mature 1 cucchiaio di farina di mandorle 1 pezzo di baccello di vaniglia

pere

Preparazione In una boule mescolate fiocchi d’avena, riso soffiato, mandorle, uvetta tritata e cannella. In una padella scaldate l’olio con un cucchiaio di malto, versate la miscela e mescolate per caramellare leggermente il tutto. In un pentolino mettete le pere sbucciate a pezzi, la farina di mandorle, la vaniglia, il malto rimanente e cuocete per 10 minuti; togliete la vaniglia e frullate. Trasferite la crema in due coppette e decorate con la granella.

LA FORZA DELLA MERENDA

Anche l’occhio vuole la sua parte

Ideale a merenda o come spuntino, questa crema vegetariana regala tanto gusto e il giusto apporto nutrizionale: la pera contiene vitamina C, potassio e pectina (che abbassa il colesterolo e riduce la glicemia), oltre a prevenire la stitichezza e il diabete; le mandorle sono ricche di acidi grassi insaturi, omega 6, proteine vegetali, vitamine B1 ed E; l’uvetta fornisce energia immediata, aiuta la digestione, contiene antiossidanti e acido oleanolico, potente antinfiammatorio.

Non c’è età per fare di ogni pasto un’occasione speciale in cui appagare tutti i sensi, gusto e vista innanzitutto. Ecco allora che un classico pesce gratinato si può trasformare in tante stelline divertenti, o in qualunque altra forma giocosa vi piaccia sperimentare. Provate a preparare questa ricetta insieme ai bambini, si divertiranno un mondo.

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tutti a tavola LE RICETTE DI NATALE Un menù ‘da adulti’ che conquisterà anche i bambini e insegnerà loro ad apprezzare cibi, piatti e modalità di cottura mai sperimentati prima. Le ricette presentate in queste pagine sono piuttosto ricche (ma d’altra parte è Natale, e qualche strappo alla regola è concesso): per questo, vi suggeriamo di concludere il pranzo portando in tavola un dessert fresco, come sorbetti, gelato allo yogurt o mousse all’arancia, e di accompagnarlo con un bel cesto di frutta fresca di stagione.

Torta salata di zucca Ingredienti 1 rotolo di pasta brisée 100 g di ricotta 70 g di pecorino grattugiato 50 ml di latte 50 g di prosciutto cotto 1 uovo Origano Erba cipollina 1 cipolla 500 g di polpa di zucca Brodo vegetale Sale qb ATTREZZATURA: stampo tondo Ø 24 cm

Preparazione In un recipiente mescolate ricotta, pecorino, latte, prosciutto, uovo e aromi. Tagliate la cipolla a fette e la zucca a dadini e fatele saltare in padella per 20 minuti, aggiungendo il brodo a poco a poco; salate appena e frullate in una crema; amalgamate al composto di ricotta. Stendete il disco di pasta nello stampo foderato con carta da forno, versate il ripieno e ripiegate leggermente i bordi verso l’interno. Cuocete a 180°C per 20 minuti.

Goloso, con moderazione Ecco una torta salata che piacerà sicuramente ai bambini. Ma attenzione: si tratta di un piatto ricco, soprattutto per via della pasta brisée. Per ovviare al problema, al posto dei prodotti in commercio potete prepararla in casa: impastate 180 g di farina 0, 70 g di farina integrale, 60 ml di olio e 90 ml di acqua fredda; formate una palla, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo per un’ora.

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Risotto al melograno Ingredienti (per 4 persone) 1 cipolla 350 g di riso Carnaroli 2 melograni 1 bicchiere di vino bianco secco Brodo vegetale 1 o 2 cucchiai di parmigiano grattugiato 1 noce di burro 1 cucchiaio di olio evo Pepe

melograno

Preparazione Sgranate i melagrani, facendo attenzione a eliminare tutta la buccia; frullate metà dei chicchi e tenete da parte gli altri; filtrate il succo con un colino. Versate l’olio in una padella, unite la cipolla tritata finemente e fate rosolare; aggiungete il riso, tostate bene e sfumate con il vino; lasciate evaporare e poi bagnate con il succo di melograno. Quando il liquido si sarà assorbito, è la volta del brodo, un mestolo alla volta; portate a termine la cottura lasciando il riso al dente. Mantecate con burro e parmigiano, spolverate con un pizzico di pepe e decorate con i chicchi di melograno.

CONSIGLI E VARIANTI Il melograno è tra i frutti più ricchi di antiossidanti e vitamina C: il suo gusto dolce e acidulo, il colore brillante e la consistenza sono golosi per i bambini; la buccia, invece, ha un sapore amaro e sgradevole, ragion per cui è bene eliminarla completamente. Per una versione più gustosa di questa ricetta, aggiungete dello speck o sostituire il parmigiano con caprino o taleggio.


tutti a tavola

Involtini di coniglio Ingredienti (per 4 persone) 1 kg di fettine di coniglio 2 hg di prosciutto crudo a fette sottili Qualche rametto di rosmarino 2 finocchi 2 patate 4 carote 2 coste di sedano 1 cipolla Olio evo 1 bicchiere di vino bianco Sale

spezie

Preparazione Stendete le fette di coniglio, cospargetele con un pizzico di sale, coprite con una fettina di prosciutto, arrotolate e legate ogni involtino con lo spago da cucina; inserite sotto lo spago un rametto di rosmarino. Lavate le verdure, dividete i finocchi in spicchi, affettate il sedano, pelate carote e patate e tagliatele rispettivamente a rondelle spesse e in pezzi grossolani. Accendete il forno a 200°C. Portate a ebollizione una pentola d’acqua, versatevi le verdure, lasciate cuocere per 5 minuti e scolate. Tritate finemente la cipolla, trasferitela in una teglia unta d’olio, unite le verdure e gli involtini: infornate per 10 minuti, poi sfumate con il vino, abbassate il calore a 180°C e proseguite la cottura per altri 15 minuti.

L’alternativa Un’altra ricetta semplice e gustosa a base di coniglio consiste nel preparare le lombatine arrosto: tritate le erbe aromatiche (rosmarino, salvia e timo) e cospargete abbondantemente le lombatine (2 a testa), dopo averle unte d’olio con le mani; ponete in frigo per un’ora. Poi scaldate una pentola antiaderente, ponetevi le lombatine con tutti gli aromi e fate rosolare a fiamma vivace finché la carne non si colorisce bene. Versate un bicchiere di vino bianco, portate a bollore, coprite, abbassate la fiamma al minimo e fate cuocere per un’altra ora o poco più, fino a quando il coniglio non sarà ben tenero e il sugo ristretto. Servite con contorno di patate e insalata.

coniglio

carote

BONTÀ E SALUTE La carne di coniglio è bianca, magra e poco calorica, ricca di proteine ad alto valore biologico. Contiene discrete quantità di vitamina B3, di ferro, fosforo e potassio. Data la sua composizione, è perfetta per la dieta di tutti, bambini compresi. È sempre preferibile scegliere animali ruspanti e non d’allevamento, soprattutto se intensivo.

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Nascere tutti aMamma tavola

Frutta secca regina delle feste Non c’è pranzo o cenone delle feste che possa dirsi degnamente concluso, se non quando in tavola arriva il cesto della frutta secca, una meraviglia per gli occhi a cui è impossibile resistere. Basta infatti questo, ed è subito Natale. Ma anche in tutti gli altri giorni dell’anno, la frutta secca – sia a guscio (noci, nocciole, mandorle, arachidi…) sia disidratata (meglio se naturalmente: fichi, datteri, prugne, albicocche, banane, cocco, uva, mango…) – è un alimento ottimo e un alleato del benessere, oltretutto consigliato, in piccole dosi e a dispetto dell’elevato apporto calorico, anche per favorire il mantenimento del peso forma (future e neomamme ne facciano scorta). Consumarne ogni giorno una piccola quantità assicura all’organismo il giusto apporto di proteine vegetali (fino al 20%), fibre, vitamine e acidi grassi Omega 3 (utili per lo sviluppo neurale del cervello e la protezione del cuore – soprattutto gli Omega 3 delle noci – e per prevenire malattie vascolari, invecchiamento dei tessuti e aterosclerosi – gli Omega 3 delle nocciole). Tra gli altri benefici ricordiamo la funzione sul sistema immunitario e la prevenzione di anemia, radicali liberi e costipazione. Nello specifico, i pistacchi sono antiossidanti efficacissimi grazie alla vitamina E; le mandorle (4 o 5 al giorno) sono un valido spuntino, poiché aiutano a ridurre il colesterolo cattivo (Ldl), a spezzare la fame e a tenere sotto controllo il peso; anche i datteri calmano l’appetito e la voglia di dolce; l’uvetta e le prugne sono diuretiche e lassative; i pinoli sono ricchi di ferro; il fico di calcio e vitamina B; le albicocche e le banane di potassio e magnesio (che aiuta la concentrazione). Date tutte queste prerogative virtuose, è facile intuire che i bambini, oltre a esserne ghiotti, è bene che mangino la frutta

Di Mattia Lerner

NON SOLO MERENDE E SPUNTINI La frutta secca, in cucina, rimanda facilmente a torte e biscotti, ma i suoi impieghi in realtà sono infiniti: a colazione è squisita macinata con latte e cereali, a pranzo e cena rende speciale qualsiasi piatto. Provate lo spezzatino di tacchino con prugne e mandorle (ai bambini piacerà tantissimo), il filetto di branzino in crosta di pistacchi, la pasta con granella di noci, i fagiolini coi pinoli. secca spesso, anche quotidianamente. Il suo alto potere nutriente ed energetico dà loro il giusto slancio, sostenendoli nei loro giochi scatenati.

PRECAUZIONI ■ La frutta secca può essere inserita nella dieta dopo l’anno di vita, quella a guscio solo se macinata finemente. I frutti interi (o a pezzi grossolani) potrebbero infatti essere inalati inavvertitamente e provocare il soffocamento: per offrirli ai bambini è meglio aspettare i 3 o 4 anni, quando ormai sono in grado di masticare e deglutire correttamente. ■ Se in famiglia si sono registrati casi di allergie, è bene posticipare al quarto anno di vita l’introduzione della frutta secca, nocciole e arachidi in primis.

La frutta secca è ottima quando il corpo ha bisogno di energia, durante la gravidanza o nei momenti di particolare stress psicofisico



Nascere tutti aMamma tavola VIVA LA PAPPA

Il mitico nel formato convenienza

Con calcio, vitamine del gruppo B selezionate e ferro, il Biscotto dei bambini contribuisce al normale sviluppo cognitivo. La sua forma unica è studiata apposta per le manine del bambino; si scioglie in bocca e nel latte. Prodotto in Italia, senza olio di palma. Plasmon

Il Latte Crescita Mio® è appositamente pensato per rispondere ai fabbisogni nutrizionali del bambino da 1 a 3 anni. Al goloso sapore di biscotto. Nestlé

Le tisane stick sono realizzate solo con estratti naturali di erbe biologiche, in pratiche monoporzioni pronte all’uso. Perfette per garantire il corretto apporto di liquidi, grazie all’assenza di carboidrati aggiunti, sono certificate non cariogene e non erosive dall’associazione no-profit Toothfirendly International. Hipp

Monoporzioni pratiche e salutari

Da 1 a 3 anni al sapore di biscotto

Biologici e più gustosi

I nuovi omogeneizzati con carne biologica e farina di riso, senza sale aggiunto, sono più gustosi grazie alla nuova lavorazione che esalta la naturale bontà della carne e più cremosi grazie alla doppia omogeneizzazione. Disponibili nei formati 2x80g e 4x80g. Humana

È pronta la pappa Il sughetto di pomodoro con legumi è prodotto con pomodori coltivati in Emilia Romagna e raccolti al giusto grado di maturazione, uniti a ceci e lenticchie. In aggiunta, purea di mela per rendere il sapore gradevole per i più piccoli. Alce Nero

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Arrivano i nuovi Huggies® Extra Care e Ultra Comfort Da Huggies®, tre soluzioni per i pannolini dei vostri bambini: Huggies® Extra Care Bebè, Huggies® Extra Care e Huggies® Ultra Comfort Nei suoi primi mesi di vita, la pelle del neonato è delicatissima.Proprio per questo motivo, Huggies® Extra Care Bebè è stato studiato per offrirgli tutta la protezione di cui ha bisogno: ■ capiente tasca posteriore, che trattiene la pupù liquida per evitare le fuoriuscite; ■ materiale soffice che assorbe la pupù liquida, per aiutare a mantenere la pelle del bambino asciutta; ■ barriere situate più in alto, attorno alle gambe, per una migliore protezione contro le fuoriuscite di pupù; ■ banda elastica in vita per una perfetta vestibilità; ■ indicatore di pipì, per aiutare a capire quando è il momento di cambiare il pannolino; ■ prodotto dermatologicamente testato; ■ decorato con disegni del personaggio Disney Winnie The Pooh; ■ disponibile nelle taglie 1 (2-5 kg) e 2 (3-6 kg). Dopo Huggies® Bebè, oggi arriva Huggies® Extra Care, anche per i bimbi che crescono. Per la cura e la protezione della pelle, Huggies® Extra Care è il nuovo pannolino traspirante che aiuta a proteggere la pelle delicata dei bambini, in tutte le fasi della crescita: ■ cuscinetti assorbenti porosi per la cura e la protezione della pelle; ■ banda elastica in vita per una perfetta vestibilità; ■ indicatore di pipì, per aiutare a capire quando è il momento di cambiare il pannolino; ■ decorato con disegni del personaggio Disney Winnie The Pooh; ■ disponibile nelle taglie 3 (4-9 kg), 4 (7-14 kg) e 5 (11-25 kg). Per bimbi sempre in movimento Huggies® conosce bene le esigenze dei bambini attivi: sono sempre alla scoperta di novità, esplorano il mondo, cercano

l’avventura. Per loro, il benessere è avere la massima libertà di movimento. Huggies® Ultra Comfort è il nuovo pannolino unisex studiato per offrire 24 ore su 24 di comodità: ■ canali attivi per distribuire il bagnato in modo più uniforme; ■ effetto anti-mucchio per una maggiore libertà di movimento; ■ forma anatomica per una migliore vestibilità; ■ banda elastica in vita; ■ decorato con disegni dei personaggi Disney Minnie & Micky; ■ disponibile nelle taglie 3 (4-9 kg), 4 (7-18 kg), 5 (11-25 kg) e 6 (15-30 kg). www.huggies.it

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Vita da baby

Curiosità Bambinese, sì o no? Pare proprio di no: secondo logopedisti e pediatri, parlare con un bambino di pochi mesi rimodulando e approssimando il proprio linguaggio al suo (ad esempio, sostituendo molti termini, o addirittura frasi, con i suoni che il piccolo emette per pronunciare le prime parole) può essere dannoso. Il cosiddetto bambinese rischia di rallentare l’apprendimento linguistico e di impigrire il bambino, facendolo propendere per il suo linguaggio privato come fosse una soluzione valida, alternativa alla lingua madre. Meglio, invece, utilizzare con lui le parole ‘vere’ e, piuttosto, evitare costrutti troppo lunghi o complessi.


vita da baby A DIRLO È UNO DEI PIÙ NOTI E AUTOREVOLI PEDAGOGISTI ITALIANI, DANIELE NOVARA, CHE IN QUESTE PAGINE OFFRE AI GENITORI QUALCHE STRUMENTO IN PIÙ PER EDUCARE I FIGLI, IMPARANDO A GESTIRE I CONFLITTI E A URLARE SEMPRE MENO

Urlare

Di Sara Lanfranchini

non serve a nulla Difficile trovare un genitore che non alzi mai la voce e non si lasci travolgere dall’emotività davanti ai capricci, anche i più esasperanti, dei figli. Difficile, anzi difficilissimo. Eppure, sebbene perdere il controllo e urlare ogni tanto sia quasi inevitabile – al punto da qualificare il genitore nella sua umanissima imperfezione – ciò non deve diventare un alibi. Il compito di madri e padri dovrebbe essere quello di impegnarsi per superare quest’impasse, di organizzarsi per recuperare il proprio ruolo genitoriale e così accompagnare i figli nel loro sviluppo. Di questo, di urla dannose e buone pratiche, parliamo con Daniele Novara, tra i più noti pedagogisti italiani e già autore, tra le tante pubblicazioni, del volume che dà titolo a questo articolo: ‘Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita’ (Bur, 2014). Una bussola utile per individuare modalità alternative alle urla e strategie efficaci da applicare nella gestione dei conflitti in famiglia. Perché urlare non serve? «Le urla possono spaventare, ma non educano: sono espressione dell’incontinenza emotiva del genitore, che urlando trasmette le sue ansie al figlio, mentre questi avrebbe solo bisogno di trovare una guida e dei punti di riferimento. Le urla,

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vita da baby

DANIELE NOVARA Pedagogista, counselor e formatore, nel 1989 ha fondato e da allora dirige il Cpp (Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti). È docente del master in Formazione interculturale all’Università Cattolica di Milano e direttore di Conflitti – Rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica. Ha ideato il metodo Litigare bene e diversi strumenti educativi: la Conversazione maieutica, il Cestino della rabbia, il Cassetto delle tracce… Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo ‘Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescerli più sicuri e felici’ (2013), ‘Meglio dirsele. Imparare a litigare bene per una vita di coppia felice’ (2015), ‘Punire non serve a nulla. Educare i figli con efficacia evitando le trappole emotive’ (2016), ‘Non è colpa dei bambini’ (2017) e ‘I bulli non sanno litigare. Insegnare ai ragazzi a vivere con gli altri e a rispettarli’ (2018). È appena uscito in libreria ‘Cambiare la scuola si può’ (Bur).

infatti, sono l’epifenomeno più evidente del genitore sempre attivo sul piano emotivo, e molto meno su quello educativo. Da anni sostengo una cosa molto semplice: l’educazione dovrebbe coincidere con l’organizzazione del processo di crescita e apprendimento di bambini e ragazzi. Il genitore emotivo (colui che “non si basa su un progetto, ma su una visione spontaneistica dell’educazione”, come si legge nel libro, ndr) fonda il suo metodo su una sorta di idea di onnipotenza relazionale: “Sono umano, non di ghiaccio, amo mio figlio e mi deve prendere per quello che sono”. Questo è un errore e uno degli equivoci più frequenti: l’amore non è un dispositivo educativo né un fine, semmai una condizione, un presupposto a partire dal quale impostare l’educazione dei figli. La quale, come accennato, è un fatto organizzativo e deve corrispondere alle diverse tappe evolutive. Pensiamo ad esempio al sonno: il bambino non può autoregolarsi, è l’adulto che, pur rispettando i ritmi naturali del figlio, deve scegliere per lui orari e luoghi, decidere una consuetudine e farla rispettare».

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vita da baby

Il libro si concentra su bambini già grandi, dai 4-5 anni, e sugli adolescenti. Qui vorremmo invece riflettere sui più piccoli, la fascia 0-3 anni: quella in cui arrivano i primi divieti, le prime norme, i capricci, le prime urla… «In quest’epoca si assiste al passaggio dal puro accudimento all’educazione, alla necessità di organizzarsi e organizzare la giornata del bambino. Di qui subentrano nuove tensioni e il genitore – perché succede a tutti i genitori – urla: in genere, ciò non capita fino all’anno/anno e mezzo, mentre nel secondo e terzo anno di vita del bambino è quasi inevitabile».

PROMEMORIA PER GENITORI EDUCATIVI

Possiamo dire che stabilire delle regole, che funzionino da binari per il bambino, può aiutare il genitore a educare bene e urlare di meno? «Sicuramente, anche se negli ultimi tempi ho iniziato ad abbandonare il termine regole a favore di abitudini. E poiché il bambino è naturalmente abitudinario, il genitore non deve far altro che far coincidere questa predisposizione con l’organizzazione della sua quotidianità, costruendo per lui un insieme di consuetudini che ne strutturino la giornata, rassicurandolo nel suo innato bisogno di ritualità (quando mangiare e cosa, quando fare la nanna e dove, quando e per quanto tempo guardare la tv, la buona norma di lavarsi le mani prima dei pasti, la routine della colazione, ndr)».

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+ Abitudini

- Comandi

+ Chiarezza

- Discussioni

+ Distanza

- Coinvolgimento


vita da baby Ma esistono strategie per ridurre gli episodi e aiutare i genitori a mantenere il controllo? «I piccoli sono molto ricettivi rispetto agli stati emotivi dei genitori, ma anche molto malleabili, per cui riescono ad adeguarsi bene alle disposizioni organizzative: la loro plasticità neurocognitiva è fantastica. Un consiglio che do sempre ai genitori è di non credere che, nei primi 3 anni, il bambino possa davvero ‘capire’ solo perché magari già parla: il suo cervello è ancora immaturo. Anche parlargli ‘da grande’ è un errore a quest’età, ormai è una moda diffusa ma deleteria. Servono invece una comunicazione chiara e la consapevolezza che, in questa fase, il bambino non è in grado di ragionare come un adulto, poiché la sua mente è ancora dominata dal pensiero magico: non dobbiamo immaginare che non ci ascolti o ‘ci prenda in giro’ solo perché non fa ciò che gli chiediamo, il suo sviluppo neurocerebrale è ancora limitato. Fino ai 3 anni ciò che conta è costruire un’educazione fondata sulle buone abitudini, molto più che sulle parole e il ragionamento: a forza di fare le cose giuste, il bambino interiorizza i giusti comportamenti». Nel suo libro cita due tecniche particolarmente interessanti: il precedente positivo e il passo indietro per prendere tempo e gestire le emozioni. Ce ne vuole parlare? «Il precedente positivo è una tecnica utile quando si osserva nel figlio un comportamento che si ritiene problematico e si vuole evitare di darne un giudizio definitivo, come fosse un tratto comportamentale immutabile. Il presupposto per scardinare questo giudizio è individuare un’occasione in cui, negli stessi frangenti, le cose siano andate per il verso giusto. Le faccio un esempio classico, la pipì a letto: se alcune notti l’incidente non si è verificato, il genitore può ripensare a quei casi per sospendere il giudizio. Il precedente positivo diventa così un espediente educativo per capire che il bambino non ha colpa, che i suoi comportamenti sono la conseguenza di uno stato evolutivo e di un processo di apprendimento non ancora concluso. Il fine è arrivare all’accettazione profonda dell’immaturità del figlio. Quanto al passo indietro, aiuta il genitore a evitare esplosioni

ATTEGGIAMENTI DA EVITARE

emotive fuori luogo, a non entrare nella bagarre nei momenti critici: il genitore educativo, autorevole, sta virtualmente a un metro di distanza. Pensiamo ai famosi ‘terrible two’: il bambino è a metà strada tra l’acquisizione dell’autonomia (sa camminare, parlare…) e la mancanza di un senso edipico dell’autorità, il che fa sì che ne combini di tutti i colori. È una fase complessa ma bisogna avere pazienza, evitare il ‘corpo a corpo’ e mantenere la giusta distanza. A questo proposito vorrei suggerire un’altra tecnica, che tratto in ‘Punire non serve a nulla’: il silenzio attivo. Il meccanismo è controintuitivo: invece che lasciarsi incalzare dall’emotività, per segnalare che un comportamento del figlio non è accettabile il genitore sospende la comunicazione per 5-10 minuti; una sorta di semaforo rosso che significa ‘alt, è ora di smetterla’. Prendiamo il caso del bambino che dà uno schiaffetto al papà, o che si ostina a mangiare con le mani: prima gli si dice che così non va; poi, se insiste, invece che punirlo si sospende la comunicazione per qualche minuto. Funziona decisamente meglio del batti-ribatti».

BUONE PRATICHE

Ordini Abitudini Messaggi troppo elaborati e lunghi

Chiarezza comunicativa

Discussioni e urla

Condivisione comunicativa tra i genitori

Sgridate che mortificano

Accettazione dell’immaturità del bambino

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vita da baby

Libertà e/è indipendenza Di Nora Cinaschi

DOPO ANNI DI RELATIVO DISINTERESSE, TORNA IN AUGE IL METODO MONTESSORI, TRA NUOVE SCUOLE D’ISPIRAZIONE MONTESSORIANA E UN’ATTENZIONE CRESCENTE VERSO I NUCLEI FONDANTI DELLA SUA PEDAGOGIA. CHE HA ORMAI SUPERATO LE MURA SCOLASTICHE, TROVANDO APPLICAZIONE ANCHE NELLE NOSTRE CASE

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A oltre un secolo di distanza dalla formulazione del metodo pedagogico di Maria Montessori – l’apertura della sua prima Casa dei Bambini, a Roma, è datata 1906 – torniamo a parlare dell’educatrice e pedagogista italiana più nota al mondo. E lo facciamo perché, proprio negli ultimi anni, anche in Italia si è risvegliato l’interesse verso l’intelligenza partecipata e la lungimiranza delle sue intuizioni: i fondamenti di un metodo scientifico che parte dall’osservazione accurata del bambino; un metodo che, paradossalmente, in principio trovò diffusione soprattutto all’estero, dall’Europa agli Stati Uniti, venendo invece osteggiato in Italia, dove la cultura del tempo era ancorata a precetti educativi tradizionali e autoritari, complice il clima del nascente fascismo che esaltava l’obbedienza. Ciò a cui, al contrario, il metodo Montessori ha sempre mirato è la liberazione del bambino. Così, in queste pagine ci avventuriamo nel cuore di alcuni principi ispiratori essenziali: i concetti intimamente legati di libertà e indipendenza del bambino, forse una delle idee più folgoranti e moderne di questo indirizzo pedagogico.


vita da baby AIUTAMI A FARE DA SOLO Partendo da due presupposti incrollabili – il bambino si rivela davvero solo se lasciato libero di esprimersi; chi viene servito troppo non può dirsi indipendente – Montessori elabora uno dei nodi cardine della sua pedagogia: un metodo che si fonda sulla libertà ha il dovere di «aiutare il bambino a conquistarla», come scrisse ne ‘Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini’, la sua opera principale (anche le citazioni che seguono, dove non meglio specificato, sono tratte dallo stesso volume). Afferma Montessori: «Un’azione pedagogica efficace sui teneri bambini deve essere quella di aiutarli ad avanzare sulla via dell’indipendenza. Aiutarli ad imparare a camminare senza aiuto, a correre, a salire e scendere le scale, a rialzare oggetti caduti, a vestirsi e a spogliarsi, a lavarsi, a parlare per esprimere chiaramente i propri bisogni, a cercare con tentativi di giungere al soddisfacimento dei desideri – ecco l’educazione all’indipendenza. Noi ‘serviamo’ i bambini; e un atto servile verso di loro è non meno fatale di un atto che tende a ‘soffocare’ un loro moto spontaneo utile […] Il nostro dovere verso il bambino è senza eccezione quello di aiutarlo alla conquista di atti utili». Ecco allora che ‘aiutami a fare da solo’ diventa il grande motto montessoriano: la vera richiesta che il bambino rivolge all’adulto, e che questi ha il dovere educativo di esaudire. È Claudia Porta, autrice dell’utile manuale ‘Montessori per tutti’, a ribadirlo correttamente: «Insegnare al bambino a fare da sé significa renderlo libero». E un bambino libero, e quindi indipendente, è un bambino attivo, che fa da solo con il dovuto supporto (da cui anche un altro concetto caro alla pedagogia montessoriana, quello di disciplina attiva, ovvero informata di libertà e non coercitiva). «La nuova educazione – afferma Montessori – non consiste solo nel dare i mezzi di sviluppo per le singole azioni, ma anche nel lasciare al bambino la libertà di disporne».

UN AMBIENTE A MISURA DI BAMBINO Per formare e stimolare questo bambino attivo, libero e indipendente – per educarlo – Maria Montessori immagina un ambiente strutturato in funzione del suo autosviluppo. Il contesto a cui fa riferimento è quello delle Case dei Bambini, quindi delle scuole dell’infanzia, i luoghi per eccellenza deputati alla prima educazione e formazione dei piccoli. Tuttavia, col tempo i suoi principi superano i confini scolastici, nuovi indirizzi pedagogici se ne interessano e madri e padri iniziano a sperimentare, a casa propria e in prima persona, il metodo Montessori.

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vita da baby Errore e responsabilità Facilmente, ogni tanto capiterà qualche incidente (un piatto rotto, acqua o sabbia per terra…), ma va interpretato come necessario all’apprendimento di ciascun compito. L’approccio Montessori, complici i materiali individuati dalla pedagogista attraverso i suoi studi, aiuta i bambini ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni e ad attivarsi per rimediare agli errori.

Ma com’è una casa a misura di bambino? Ci introduce al tema Claudio Lamparelli, che ha curato ‘Montessori. Educare alla libertà’: «Un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti siano modellati sulle misure e sulle esigenze dei piccoli, i quali si organizzano da soli». Ecco invece cosa scrisse la pedagogista in una delle sue pagine più celebri (riferita alla scuola, ma che possiamo applicare nelle nostre case): «La principale modifica degli arredamenti scolastici è l’abolizione dei banchi: ho fatto costruire dei tavolini […] ‘leggerissimi’, così che due piccoli bambini di quattro anni potessero facilmente trasportarli […] Fa parte dell’arredamento un lavabo molto basso in modo che il piano sia accessibile a un bambino di tre o quattro anni […] Le credenze sono basse […] la serratura è a portata di mano dei bambini, così che essi possano aprire e chiudere e disporre oggetti dentro ai reparti […] I tavoli, le sedie, le poltroncine leggere e trasportabili permetteranno al bambino di ‘scegliere’ la posizione più gradita […] e ciò sarà insieme un segno esterno di libertà e un mezzo di educazione». Oltre a un’accurata predisposizione dell’arredo, il metodo prevede d’insegnare al piccolo a prendersi cura dei materiali a disposizione – che vanno tutti sistemati ‘a vista’, perché possa farvi ricorso come e quando crede – e degli spazi in cui vive, gioca e ‘lavora’. A questo proposito, scrive ancora Lamparelli: «Il metodo non inneggia affatto, nonostante le apparenze (e molte critiche che nel tempo gli sono state mosse, ndr), alla pura e semplice mancanza di regole e disciplina». Al contrario, è un invito a responsabilizzare il bambino, dal momento che le azioni essenziali – prendere, spostare, rimettere a posto – sono suo esclusivo onere e sua prerogativa. «Il nostro scopo educativo della prima infanzia deve essere quello di aiutare lo sviluppo spontaneo della personalità psico-fisica, non di dare una cultura […] Qui risiede l’arte educativa: nel saper misurare l’azione di aiuto allo sviluppo della personalità infantile».

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Per saperne di più: www.operanazionalemontessori.it



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IL METODO MONTESSORI IN PILLOLE

MATERIALI MONTESSORI

■ Essere una presenza disponibile e amorevole. ■ Concentrare gli sforzi per rinforzare e incoraggiare ciò che di positivo c’è nel bambino. ■ Proporgli attività conformi alla sua età e ai suoi interessi. ■ Ripresentare a distanza di tempo le attività che ha rifiutato, per aiutarlo ad acquisire abilità nuove o a perfezionarle. ■ Non servire i bambini ma accompagnarli alla conquista di atti utili. ■ Insegnare la pazienza. ■ Da zero a tre anni la mente è di tipo ‘assorbente’: assimila senza sforzo i dati dell’ambiente, costruendo i fondamenti della personalità. ■ Il bambino va lasciato libero di agire: promuovere la sua libertà significa favorire in lui l’indipendenza. ■ L’arredamento ideale è a misura di bambino, perché usi e sposti gli oggetti a suo piacimento. ■ I materiali vanno disposti a vista, perché il piccolo possa prenderli e riporli in autonomia. ■ Il bambino è responsabile del luogo e degli oggetti con cui gioca e svolge le sue attività. ■ Insegnargli l’importanza dell’ordine: il piccolo deve imparare a rispettarlo e a servirsene; l’ordine, inoltre, rassicura e rilassa, secondo l’idea montessoriana che esista un legame intimo tra ordine interiore ed esteriore.

I materiali pedagogici, per Maria Montessori, sono quegli oggetti sensoriali che la pedagogista ha predisposto a partire dalle sue ricerche e dalle esperienze di studiosi che l’hanno preceduta, come Itard (1765-1835), Fröbel (1782-1852) e Séguin (1812-1880). Si tratta di oggetti da montare, incastri piani di legno o di cartoncino, incastri solidi, prismi da sovrapporre, tavolette cromatiche…, tutti accomunati dalle stesse caratteristiche: ■ regolano l’acquisizione graduale di capacità sensomotorie e danno al bambino la possibilità di agire; ■ favoriscono lo sviluppo intellettuale; ■ sono attraenti; ■ sono limitati in quantità: il bambino non ha bisogno di tantissimi oggetti (o giochi), quanto piuttosto di vederli disposti con ordine per non riceverne una sensazione di confusione; ■ permettono l’autocorrezione dell’errore: negli incastri solidi, ad esempio, i cilindretti hanno diametro e altezza diversi, quindi possono essere inseriti solo nello spazio a ciascuno corrispondente. Scrive Montessori: «Il controllo materiale dell’errore conduce il bambino ad accompagnare i suoi esercizi con il ragionamento, con la critica, con l’attenzione sempre più interessata all’esattezza, con una capacità raffinata di distinguere le piccole differenze».


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vita da baby OFFRENDO AI NOSTRI FIGLI GLI STRUMENTI GIUSTI PER AFFRONTARE QUALCHE PICCOLO RISCHIO QUOTIDIANO, CRESCEREMO BAMBINI E POI RAGAZZI PIÙ AUTONOMI E SICURI, PRONTI A MISURARSI CON LA COMPLESSITÀ DEL MONDO DI DOMANI Di Sara Lanfranchini

Educare al rischio «Stai attento, che ti fai male», «non correre», «vai piano», «non toccare»: con quante prescrizioni cerchiamo di proteggere i nostri figli. Ma siamo davvero sicuri che tanta prudenza sia giustificata, e non talvolta eccessiva o addirittura controproducente? Così sembrano sostenere i pedagogisti, concordi nel ritenere che, per crescere e acquisire competenze progressive, il bambino ha bisogno di confrontarsi con il rischio insito nelle nuove esperienze: un rischio moderato, calcolabile e ragionevole, eppure indispensabile.

INTENSIVE PARENTING A differenza di quanto avveniva solo alcuni decenni fa, oggi si è affermata una cultura genitoriale che tende all’iperprotezione, frutto di una società che carica madri e padri di responsabilità crescenti, le quali non fanno che aumentare in loro il senso di inadeguatezza e la paura di sbagliare. Nell’epoca dell’intensive parenting (o paranoid parenting), i genitori finiscono così per scegliere la politica della riduzione del rischio a tutti i costi. Ed è il paradosso: nella società del rischio per eccellenza, i bambini hanno meno occasioni che mai di toccarlo con mano e imparare a gestirlo. La prima ragione di quanto sta accadendo va ricercata nell’idea errata che i bambini debbano essere protetti da qualunque rischio, anche minimo, di farsi male. Per arrivare a questo obiettivo, i genitori tendono a limitarne in modo fin troppo drastico la libertà, scegliendo per loro spazi di gioco standardizzati, senza pensare che ciò porta con sé l’impossibilità di mettersi alla prova e la perdita dell’esperienza fisiologica del rischio durante l’infanzia.

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vita da baby LA DIMENSIONE PEDAGOGICA DEL RISCHIO È opinione degli esperti che l’attuale tendenza all’iperprotezione stia frenando lo sviluppo dei bambini. Per ovviare al problema, dovremmo permettere loro di riscoprire esperienze di gioco che li mettano in contatto con il mondo naturale e che siano in grado di allenare corpo e mente per favorire l’acquisizione di nuove abilità motorie ed emotive. Lasciare che i bambini, giocando, si assumano dei rischi non significa abbandonarli a loro stessi ma operare una scelta genitoriale responsabile: il vero rischio, infatti, è eliminare tutta una serie di stimoli funzionali al loro sviluppo fisico e mentale. D’altra parte, sono i bambini stessi a dircelo: per crescere hanno bisogno di rischiare, perché ciò fa parte del normale processo di apprendimento. Assumendosi dei rischi il bambino sperimenta il divertimento, la scoperta dei limiti, il confronto con gli altri, il senso di responsabilità e di colpa.

Il consiglio Piuttosto che mettere in guardia il bambino con avvertimenti generici, che potrebbero mortificarlo facendogli perdere fiducia in se stesso, offriamogli un’informazione oggettiva sul pericolo che ha davanti: invece che dirgli «guarda che se sali sul muretto cadi e ti fai male», spieghiamogli che quel preciso muretto è un po’ troppo alto, e che se dovesse cadere da lì potrebbe farsi male; meglio, per ora, scegliere un muretto un po’ più basso.

EFFETTO ANTIFOBICO Secondo Ellen Beate Hansen Sandseter, docente al Queen Maud University College of Early Childhood Education di Trondheim, in Norvegia, l’esposizione a un rischio moderato avrebbe una funzione evolutiva specifica: quella di attenuare le paure innate del bambino (buio, rumori forti, velocità, altezza). Esponendosi in modo progressivo alla fonte della paura stessa, il bambino a poco a poco può riuscire a vincerla, emancipandosi da una fobia potenzialmente invalidante per il suo sviluppo futuro.

E poi va considerato il fatto che i bambini sono abili nello stimare le proprie capacità, cosa che li mette al riparo da pericoli che non sono in grado di affrontare. Il bambino correndo può sempre cadere, ma finché non prova a farlo non percepirà mai il piacere della velocità, l’aria che sferza il viso e i capelli.

Occorre dunque imparare a dare fiducia ai nostri figli: è questa la base per un corretto percorso di educazione al rischio, in cui l’adulto resti sempre il punto di riferimento. Rimuovendo ogni elemento di pericolo, anche il più lieve, forse garantiamo la sicurezza del bambino nell’immediato, ma non gli insegniamo affatto a cavarsela: a capire che possono sempre presentarsi elementi di difficoltà, nel gioco come nella vita, ma che è anche possibile superarli. Un’azione educativa improntata a un approccio equilibrato al rischio favorirà invece la giusta autostima e autonomia.

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vita da baby A cura di Barbara Orlandi Logopedista e pedagogista relazionale del linguaggio Tel. 338.7695109 – www.studioriabilitazionebiella.it

A tu per tu con LA LOGOPEDISTA

E SE FOSSE DISFONIA INFANTILE? Sicuramente sarà capitato a tutti di sentire la voce del proprio bambino abbassata, rauca o addirittura forzata nel parlare. La maggior parte delle volte è conseguenza di patologie ricorrenti o acute a carico delle alte vie respiratorie. Ma se così non fosse? Se la situazione si presentasse in modo ricorrente o più volte l’anno, dobbiamo insospettirci e richiedere la consulenza dapprima del medico pediatra, il quale, se lo riterrà opportuno, chiederà un consulto al medico otorinolaringoiatra o foniatra, che valuterà lo stato organico delle corde vocali, da cui potrebbe risultare un quadro di disfonia infantile.

DI COSA SI TRATTA? Con il termine disfonia si fa riferimento ad alterazioni quantitative e/o qualitative della voce. Le disfonie infantili possono avere una causa organica (più rara), dovuta a patologie congenite come laringiti croniche, cisti, problemi neurologici… oppure una causa funzionale, dato un uso improprio delle corde vocali; ciò non esclude che possano essere presenti anche lesioni organiche concomitanti e che inadeguate abitudini vocali possano causare variazioni nella mucosa delle corde vocali, comportando la comparsa di lesioni in forma di polipi o noduli laringei (ovvero ispessimenti, spesso bilaterali e localizzati in maniera simmetrica nelle corde vocali).

I principali sintomi sono bruciore o dolore localizzato alla gola dopo aver parlato a lungo; saltuaria mancanza di voce (afonia); abbassamento del tono di voce abituale; sensazione di sforzo e affaticamento per continuare a parlare; sensazione di un corpo estraneo in gola; necessità di ‘raschiarsi’ o schiarirsi spesso la gola. Il logopedista, successivamente alla diagnosi di disfonia, ha il compito di eliminare le abitudini vocali scorrette cercando di ottimizzare la dinamica fonatoria e ripristinare la miglior voce possibile, attuando una terapia sul bambino, singola o in piccolo gruppo, e un counseling diretto a famigliari e insegnanti, per porre delle modifiche negli ambienti di vita quotidiana del bambino. Vediamole più nel dettaglio: ■ in quanto genitori siete il ‘modello comunicativo’ dei vostri bambini, per cui è importante che siate i primi a esercitare un buon controllo sulla vostra voce (non urlate al bambino di non urlare!); ■ evitate di urlare (ad esempio per richiamare l’attenzione), di parlare da una stanza all’altra o da una parte all’altra della strada; ■ prestate la massima attenzione al bimbo quando vi parla, in questo modo saprà che lo state ascoltando e non avrà bisogno di parlare ad alta voce; ■ abituatelo ad avvicinarsi alla persona con cui vuole parlare guardandola in viso; ■ evitate giochi rumorosi che potrebbero indurre il bambino ad alzare la voce; ■ allontanatevi, quando dovete parlare, dalle fonti di rumore (radio, televisione…); ■ evitate di far soggiornare il bambino in condizioni ambientali non favorevoli (ambienti secchi, fumosi, freddi o esageratamente caldi) e controllate sempre il grado di umidità; ■ non dimostrate fretta nel parlare, state attenti a rispettare il turno di conversazione.

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vita da baby GIOCOLANDIA Primi Passi Fiat 500 ha un design originale a licenza Fiat, con vano portagiochi sotto la sella. Colori disponibili: bianco, rosso, azzurro, rosa. Dimensioni: 60x29x40 cm. Ferrera

Pinypon Scuola include tre personaggi: un Pinypon insegnante e 2 Pinypon bambini. Ha due lati di gioco, uno con la classe, i banchi e la lavagna, un laboratorio di scienze con lo scheletro e tanti accessori e un’area ricreativa con una fontanella d’acqua. Dall’altro lato ci sono un campo da basket e l’altalena su cui far dondolare i Pinypon. Inclusi molti accessori e adesivi. Famosa

Telaio in acciaio, gomme gonfiabili, look grintoso arricchito da disco copriraggio, stabilizzatori e borraccia in dotazione, con la squadra dei mitici eroi della Marvel. Dino Bikes

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Oggi vi porto a spasso

A scuola con allegria Sono campione di incastri

Paladini della giustizia su 2 ruote

Simpatico cubo multiattività in legno, tanti giochi in 1. I lati sono formati da diverse attività: ingranaggi, forme a incastro, labirinto 3D nella parte superiore, orologio arcobaleno e sonagli scorrevoli. Globo


vita da baby

Lavagna 3 in 1 in legno. Ci sono la lavagna classica, quella magnetica e il rotolo di carta per colorare e scrivere con gessetti e pennarelli a secco. Formine con magnete e cancellino inclusi. Altezza regolabile; lavagna già montata. Globo

Un’astronave per imparare l’alfabeto

Io attacco e tu disegni Carotina Astronave Abc è una base educativa parlante con un piano didattico completo per imparare le lettere dell’alfabeto e le parole. Il bambino si divertirà con i tasti interattivi e tanti effetti sonori. Da 3 a 6 anni. Lisciani

La poltroncina che sa quando mi siedo

La Poltroncina del Cagnolino è il posto ideale dove sedersi e fare le prime scoperte. Rileva quando il bambino si siede e attiva divertenti canzoncine e frasi quando si alza. Premendo il telecomando oppure girando le pagine si possono ascoltare i numeri, le forme, i colori. Altre divertenti sorprese sotto la seduta. Fisher Price

Il cenone lo preparo io

Cucina Studio Bubble, con magico effetto acqua che bolle: metti l’acqua nel pentolino sul piano cottura, premi il pulsante e l’acqua sembra bollire davvero. La cucina include forno, frigorifero, lavastoviglie e ben 26 accessori. Smoby

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Arriva la nuova linea di latti di proseguimento e crescita Aptamil® 2 e Aptamil® 3 con Pronutra®-Advance Una ricerca all’avanguardia, una nuova formula di ultima generazione: a partire dai 6 mesi, i latti Aptamil sono arricchiti con una miscela esclusiva di ingredienti associati a un processo di produzione innovativo Nei primi anni di vita, i bambini sembrano fragili, mentre in realtà affrontano ogni giorno sfide importanti e avventure sorprendenti, che li aiutano a crescere e costruire la resilienza necessaria per prepararsi al futuro. Proprio per questo è importante sostenerli, contribuendo alla creazione di uno stile di vita sano, a partire da una nutrizione bilanciata e corretta. Aptamil® 2 e Aptamil® 3 sono gli unici latti per la prima infanzia con Pronutra®-Advance, una miscela esclusiva di ingredienti associata a un processo di produzione innovativo. Le nuove formule sono integrate con le vitamine A, C e D, che contribuiscono al normale funzionamento del sistema immunitario, e sono caratterizzate dalla presenza di olio di pesce e dalla miscela prebiotica brevettata Gos/Fos (9:1). La nuova linea è frutto di una ricerca all’avanguardia, che da oltre 40 anni è pioniera nel campo della nutrizione infantile e che si ispira al modello inimitabile del latte materno. Dopo la nascita, il latte materno è sicuramente il nutrimento perfetto: come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la scelta migliore ed esclusiva per i primi 6 mesi di vita e va favorito anche oltre, e comunque fino a quando mamma e bambino lo desiderano. Nel caso in cui il latte materno manchi, su indicazione del pediatra è possibile offrire al bambino un latte specifico per le sue esigenze.

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Aptamil® 2 Pronutra®-Advance è una soluzione adatta al bambino dal 6° al 12° mese, sempre se il latte materno dovesse mancare, e contiene Ala (acido alfalinolenico), che contribuisce al normale sviluppo cerebrale e del tessuto nervoso. Dopo Aptamil® 2, a partire dal 12° mese compiuto è possibile proseguire l’alimentazione lattea con Aptamil® 3 Latte di Crescita Pronutra®-Advance, che è anche fonte di ferro e contribuisce al normale sviluppo cognitivo del bambino. www.aptaclub.it




In viaggio

Curiosità Secondo la ricerca di Agoda, tour operator online, le famiglie cinesi viaggiano più delle altre. Il 70% delle famiglie occidentali e orientali fa annualmente almeno due viaggi, mentre quelle cinesi partono fino a cinque volte l’anno. Dopo la Cina, viaggiano le famiglie della Thailandia (77%) e delle Filippine (62%), mentre in Gran Bretagna solo il 7% dei nuclei effettua più di una vacanza all’anno. Tra gli australiani cresce la tendenza ad acquistare pacchetti-vacanze per intere famiglie nel segmento lungo raggio, Europa compresa. Rispetto agli asiatici, però, i nuclei familiari occidentali in vacanza interpellano agenzie di viaggi per ricevere servizi aggiuntivi, come babysitter o, addirittura, dog sitter.


in viaggio

Alla scoperta dei presepi più belli d’Italia

Non è possibile non vederlo, anche da lontano. A Manarola, nelle Cinque Terre, in Liguria, si trova un presepe luminoso dalle mille suggestioni. Ogni anno, dall’8 dicembre in poi la collina di Manarola si riempe di 17mila lampadine e più di 300 figurini a grandezza naturale (preparati con materiali inutilizzati o riciclati), che l’artista Mario Andreoli costruisce personalmente. Nel 2008 il presepe è diventato anche ecologico, grazie alla costruzione di un impianto fotovoltaico apposito. È un’opera unica nel suo genere, tanto da essere inserita nel Guinness dei primati. Di presepi viventi, invece, ne esistono svariati su e giù per la penisola, e alcuni tra i più spettacolari sono sicuramente quelli di Greccio, Matera e Alberobello. Il primo vanta origini nel primo presepe vivente della storia, dato che la più antica rappresentazione della natività fu organizzata nel 1223 da San Francesco d’Assisi proprio qui. Al santo, Greccio Presepe vivente di Greccio (Ri)

© ph. Archivio Agenzia Regionale ‘in Liguria’

Presepe di Manarola (Sp)

Di Lucia Modici

ricordava Betlemme, e così espresse il desiderio di celebrare in questi luoghi la notte di Natale. Dal 1972, il presepe vivente viene allestito dalla Pro Loco del piccolo centro in provincia di Rieti, con 6 quadri viventi dove ogni dettaglio è curato minuziosamente, dai costumi dell’epoca, presi in prestito dal Teatro dell’Opera di Roma, alla scenografia, resa ancora più magica dalla bellezza dei luoghi. Matera è già di per sé un palcoscenico di grande fascino. La rievocazione del presepe vivente si snoda su 3 chilometri e vede la partecipazione di oltre 450 figuranti. Tra le grotte scavate nel masso tufaceo e incorniciate dalle illuminazioni e decorazioni natalizie, i visitatori faranno un tuffo nella Galilea, tra pastori, Re Magi e bambini vestiti da angioletti. Con la possibilità di gustare le specialità della Basilicata. Sono i trulli di Alberobello (quest’anno dal 26 al 29 dicembre), patrimonio dell’Unesco in provincia di Bari, a ospitare un terzo presepe vivente degno di nota. La zona diventa un magico paesaggio Alberobello (Ba)

© ph. Phederica Mancini

OGNI ANNO, A NATALE, I PRESEPI INCANTANO GRANDI E PICCINI. NEL TEMPO SONO DIVENTATI VERE E PROPRIE ATTRAZIONI, TANTO CHE MOLTE LOCALITÀ ITALIANE HANNO RECUPERATO LA PROPRIA TRADIZIONE E, VALORIZZANDO USI, COSTUMI E TERRITORI, PROPONGONO PRESEPI DAVVERO SPECIALI


Presepe sull’acqua, Comacchio (Fe)

ottocentesco, illuminato da torce e lumi a petrolio. Più di 200 figuranti mettono in scena la quotidianità degli antichi borghi attraverso i mestieri artigianali e rurali di una volta, all’interno di circa 30 ‘casedde’, normalmente abbandonate e riaperte per l’occasione. L’ingresso al presepe è gratuito, ma è necessaria la prenotazione. Anche i materiali diventano spunto per la creazione dei presepi. Il presepe di ghiaccio più grande d’Italia, ad esempio, è in Umbria, a Massa Martana. Quest’anno sarà dedicato a una storica copertina della Domenica del Corriere del 1° gennaio 1967, sulla quale era raffigurato Papa Giovanni XXIII in adorazione davanti alla Sacra Famiglia. Per realizzare questo originale presepe di 13 metri quadrati, dovranno essere scolpiti più di 30 quintali di ghiaccio. Ci spostiamo in Sardegna, a Olmedo, in provincia di Sassari: qui ogni anno viene creato il presepe di pane artistico, realizzato nella suggestiva chiesa romanica di Nostra Signora di Talia. Le statuine del presepe di pane sono vere e proprie opere d’arte in cui la pasta, sebbene non commestibile affinché si preservi nel tempo, rimane comunque la materia prima. Per finire, l’acqua. Nell’Alta Val d’Ossola, nel cuore delle Alpi piemontesi, si svolge la 5a edizione di Presepi sull’acqua. Decine di presepi e installazioni artigianali fra tradizione e sperimentazione, con l’acqua come comune denominatore: l’acqua di fontane in pietra del Seicento; l’acqua di antichi lavatoi, luoghi di ritrovo delle

Presepe di ghiaccio dedicato a Papa Francesco (2013), Massa Martana (Pg)

donne di un tempo; l’acqua di rii che diventano anch’essi cornici naturali per i presepi di Crodo. Ancora acqua. Luogo di approdi e di partenze, la città di Comacchio, in provincia di Ferrara, offre un Natale all’insegna delle tradizioni. Il fascino della laguna in inverno regala atmosfere natalizie inusuali, complici i canali e i babbo Natale in barca o in bicicletta lungo gli argini intorno alle valli. I ponti della città, sotto le loro arcate, accolgono la natività trasformandosi in un singolare rifugio per i presepi sull’acqua. E poi fuochi d’artificio, cori e spettacoli di burattini. Presepi sull’acqua, Crodo (Vco)

© ph. Marco Benedetto Cerini

© ph. Saverio Rizzetto

in viaggio

Infine, chi è appassionato di presepi e artigianalità non potrà non recarsi in via San Gregorio Armeno, la pittoresca strada dei presepi a Napoli, famosa in tutto il mondo per le innumerevoli botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale. Un’esperienza da vivere tutto l’anno.

CURIOSITÀ Si trova fuori dai confini nazionali il presepe più grande del mondo: è quello di Città del Messico, che conta ben 1500 statuine ed è allestito nello stadio della città azteca.

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in viaggio ALZI LA MANO CHI NON HA MAI SOGNATO DI FARSI CULLARE DALLE MANI DI UN PROFESSIONISTA DEL MASSAGGIO. OGGI LE SPA SI STANNO FOCALIZZANDO SEMPRE DI PIÙ SUI TRATTAMENTI PER LA GRAVIDANZA E SULLA REMISE EN FORME DOPO IL PARTO. MA NON MANCANO LE PROPOSTE PER I NEONATI: ANCHE LORO HANNO DIRITTO A UN PO’ DI RELAX

Hotel Adria, Merano (Bz)

Dolci momenti

Di Carlotta Cordieri

per mamme e bebè HOTEL & SPA

Montebelli Agriturismo e Country Hotel, Caldana (Gr) – zona relax

Pronti a trascorrere qualche giorno di coccole per voi e il vostro bambino? La proposta del Montebelli Agriturismo e Country Hotel di Caldana, in provincia di Grosseto, è stata studiata proprio con questa finalità. Circondata dalla campagna toscana, la spa propone trattamenti speciali dedicati al benessere di mamme e bambini: tra questi la riflessologia plantare per bebè, applicabile sin dai primi giorni di vita e utile per rafforzare il sistema immunitario, stimolare le funzioni vitali, attenuare i disturbi gastrici e le infiammazioni gengivali della prima dentizione. La riflessologia plantare integrata con il massaggio ayurveda con olio caldo e oli essenziali è invece indicata per le neomamme, andando a riequilibrare la naturale comunicazione tra sistema endocrino, sistema nervoso centrale e sistema immunitario. La struttura riapre a Pasqua, dopo la chiusura invernale. www.montebelli.it Per chi preferisce trascorrere i primi mesi da mamma in montagna, l’Hotel Adria di Merano (Bz) presenta la Settimana Cicogna: tutto lo staff dell’albergo si prenderà cura del bebè e della neomamma, cui è dedicato un percorso post parto che

Montebelli Agriturismo e Country Hotel, Caldana (Gr) – piscina interna


in viaggio mixa trattamenti rimodellanti, allenamento motorio con personal trainer, getti kneipp e peeling corpo; per lei anche una lezione di baby massage. Intanto, una babysitter si occuperà del bebè durante i trattamenti e un istruttore qualificato lo accompagnerà alla scoperta dell’acquaticità. A disposizione anche una ginecologa per superare tutte le incertezze. www.hotel-adria.com Restando in provincia di Bolzano, non si può non menzionare la nuova Family Spa Blue Planet all’interno dell’Amonti & Lunaris Wellnessresort. La zona acqua è stata studiata appositamente per la famiglia, con vasca bambini a 33 gradi, scivolo baby separato, sauna dress-on e angoli delle coccole creati ad hoc per genitori e figli. Nella zona trattamenti c’è grande attenzione per le future mamme: ecco il Go Well – massaggio dinamico di piedi e gambe, oppure i massaggi di testa e viso o testa e nuca; il massaggio aromatico parziale con oli essenziali, invece, favorisce il rilassamento migliorando il tono della pelle, alleviando i dolori e lasciando fluire liberamente l’energia bloccata. Ma qui anche bambini e adolescenti sono protagonisti, grazie a massaggi specifici per ogni età. www.wellnessresort.it L’infinity pool del Lefay Resort & Spa Lago di Garda è già un buon motivo per scegliere questo relais affacciato sul lago. Il menù dei trattamenti prevede il percorso Dolce Mamma, che comprende un massaggio premaman all’olio extravergine d’oliva Lefay, una pulizia del viso, un massaggio Gambe Leggere e una lezione di ginnastica specifica premaman. I bimbi dovranno aspettare i 4 anni per poter sperimentare il Benessere per Bimbi, percorso breve con benefici sulla circolazione e sulle piccole tensioni muscolari. www.lefayresorts.com

Hotel Adria, Merano (Bz)

Family Spa Blue Planet, Valle Aurina (Bz) – mini club

Family Spa Blue Planet, Valle Aurina (Bz) – family pool

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in viaggio

Lefay Resort & Spa Lago di Garda, Gargnano (Bs)

Amore d’Acqua al Tata-o Family Spa, Palazzago (Bg)

Amore d’Acqua è invece completamente focalizzata sui neonati, da 0 a 6 mesi, e sulle gestanti. È un progetto nato da poco all’interno del Tata-o Family Spa. Non lontano da Bergamo, all’interno di questo centro benessere (a cui sono annesse 7 accoglienti camere d’albergo) è stata creata una sala calda, intima e accogliente in cui sono presenti alcune vasche ideate per trattamenti di profondo relax e connessione tra madre e figlio. L’idea è sfruttare il potenziale dell’acqua per riportare il neonato nell’ambiente acquatico a pochi giorni dalla nascita e, prima, per la mamma, per arrivare al parto con maggiore consapevolezza e fiducia. Qui, infatti, è possibile prepararsi al travaglio in acqua, così come fare esperienza del bonding prenatale. Per il bebè sono consigliati alcuni semplici passaggi di Watsu (con operatrice fuori vasca) e due proposte per vivere appieno l’esperienza

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Amore d’Acqua al Tata-o Family Spa, Palazzago (Bg)

di abbandonarsi all’acqua, come primo approccio al mondo dell’acquaticità neonatale, a cui segue un massaggio con olio di mandorle dolci praticato secondo la scuola Aimi. www.tata-o.it

GRAVIDANZA E TRATTAMENTI ESTETICI Normalmente, per sottoporsi a trattamenti estetici gli esperti suggeriscono di aspettare il secondo trimestre, quando il corpo ritrova un certo equilibrio dopo i cambiamenti dei primi mesi. L’importante è rivolgesi a centri professionali e ascoltare i segnali che il corpo manda, per recepire i gesti, i profumi e le situazioni che possono arrecare disagio.



in viaggio

Mommy’s Beauty Lounge, Roma

Il primo centro di integrale benessere per neonati da 0 a 12 mesi ha sede nel cuore di Milano. Baby Bubble presenta un benefico e studiato percorso di sviluppo motorio, sensoriale, cognitivo e relazionale dei più piccoli: i neonati vengono immersi in vasche individuali di acqua monouso (per assicurare massime precauzioni anche a chi non è ancora vaccinato), purificata e mantenuta a temperatura costante nel rispetto del calore corporeo; poi, all’attività in acqua segue la sessione di massaggio dedicata alle esigenze del piccolo. In sintesi, una concezione innovativa per vivere l’esperienza del primo sviluppo mediante acquaticità, balneoterapia e massaggio neonatale, di cui oltretutto beneficeranno anche i genitori: dopo la seduta – ci assicurano dal centro – i bambini si abbandoneranno più facilmente tra le braccia di Morfeo. www.babybubble.it

SPA, E MOLTO DI PIÙ Mommy’s Beauty Lounge è il primo istituto di bellezza in Italia dedicato alle mamme. La sua fondatrice, Isotta Ognibene, ha sognato e realizzato un luogo speciale in cui tutto è studiato per andare incontro alle esigenze di mamme e future mamme che desiderano dedicare del tempo al loro benessere e ‘bellessere’. Fra i rituali e i programmi specifici ricordiamo Mom to Be, per la dolce attesa, BodyFit, per tornare in forma dopo il parto, e Skin Comfort, per mantenere il patrimonio di giovinezza. A disposizione delle mamme anche servizi come il babyparking con assistenza qualificata, per permettere alle mamme di rilassarsi mentre i bambini si intrattengono nel parco divertimenti attiguo alla struttura. A Roma. www.esteticapermamme.it

Baby Bubble, Milano

Thermana Laško, Laško, Slovenia – cupola acquatica

OLTRE CONFINE Per le future mamme alla ricerca di momenti di riposo prima del parto, la Slovenia, a pochi chilometri dal confine italiano, propone diverse destinazioni termali. Abbiamo scelto il pacchetto Mum to Be del gruppo Lifeclass Portorož: momenti wellness specifici (linfodrenaggio e massaggio thailandese), uso delle piscine, soggiorno in una delle camere ‘aroma al rosmarino’ ed esperienza gourmet al ristorante dell’hotel. www.lifeclass.net

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Ma anche il Thermana Laško pensa alle mamme con un programma che comprende, oltre al massaggio, una lezione di yoga individuale per gestanti. Le piscine di questo centro termale sono famose in tutto il paese e di certo sognerete di tornarci con i vostri bambini, visto l’ampio padiglione acquatico con piscine, scivoli e idromassaggi adatti anche ai piccoli. www.thermana.si/it



in viaggio BRESLAVIA, MIGLIOR DESTINAZIONE EUROPEA 2018, REGALA MOMENTI DI SUGGESTIONE E FASCINO IN OCCASIONE DEL NATALE, CON LE ATMOSFERE TIPICHE DELLE CITTÀ DELLA POLONIA. MA TUTTO L’ANNO È APERTA LA CACCIA AL TESORO ALLA RICERCA DEGLI GNOMI, SIMPATICI SIMBOLI DELLA CITTADINA E DELLA SUA STORIA

Breslavia

Di Laura Sciolla Foto Ente del Turismo di Breslavia

La città degli gnomi

Li vedi su un ponte con un fiore in mano; mentre leggono, si baciano, mentre suonano il violino; uno lavora al computer, l’altro è un veterinario; un altro ancora sta prelevando al bancomat; uno sta per partire con la sua moto. C’è anche quello che fa il custode davanti alla porta che conduce al loro regno. Si tratta di statuette alte poco più 20 centimetri, che rappresentano una delle attrazioni principali di Breslavia (Wrocław in polacco). Se infatti la cittadina – che si trova sul fiume Oder, a 200 chilometri dal confine tedesco – conta circa 600mila abitanti, ufficialmente si può dire che oggi il numero esatto è di 600mila più 385 unità. 385 simpatici gnomi che tappezzano le strade della città e che, ogni anno, vedono aggiungersi nuovi compagni di gioco. Tutto cominciò a metà degli anni ’80. Contro il regime comunista si strutturarono gruppi di protesta che sognavano una vita diversa: quale vita alternativa poteva esserci, se non quella delle fiabe, in un paese in cui non si poteva esprimere la propria opinione? Iniziarono a vestirsi di arancione (di qui il nome di Alternativa Arancione) e a lanciare i loro slogan al mondo attraverso graffiti rappresentanti gnomi vestiti di arancio.

Gnomo Sisifo, il primo del progetto Porta per la città degli gnomi

Gnomo amico, simbolo della città

Gnomo al pc


in viaggio

Panorama su Breslavia

Gli gnomi divennero così simbolo della protesta. Oggi questi graffiti sono scomparsi, ma nel 2001, per ricordare quel periodo storico, la città di Breslavia ha deciso di installare la prima statuetta a forma di gnomo, Sisifo. Nel 2005 la seconda. Di lì, anno dopo anno, gli gnomi sono spuntati in ogni angolo della città. È stata pensata anche una mappa apposita con cui famiglie e turisti possono muoversi tra i vicoli del centro alla ricerca dei suoi piccoli abitanti, per una vera, entusiasmante caccia al tesoro. L’aspetto ancora più divertente è che ogni tour tra gli gnomi di Breslavia potrà essere diverso, visto che cittadini, aziende, attività locali propongono periodicamente le loro ‘idee’ di gnomi; la città raccoglie le proposte e fa produrre le statuette da una realtà artigiana del luogo. C’è quindi un orchestra al completo vicino alla music hall; il tuffatore nei pressi del parco acquatico; il lampionaio che accende le lampade a gas dell’Isola della Cattedrale, proprio alla base del famoso ponte Tumski, che unisce la parte più antica di Breslavia al resto della cittadina. La ‘caccia’ è aperta tutto l’anno. A fine estate viene anche organizzato un festival denso di iniziative per i più piccoli. In inverno, invece, i bambini si divertono a vestire i loro ‘amici’ per proteggerli dal freddo. In questo periodo, poi, Breslavia, anche detta la ‘città delle 12 isole e dei 100 ponti’ – per questo qualcuno l’ha soprannominata la Venezia polacca – diventa ancora più bella, impreziosita dall’atmosfera natalizia. Il centro storico, completamente rifatto alla fine degli anni ’90, viene illuminato e decorato da mille luci, mentre il Mercatino di Natale si estende dal Rynek (la piazza del mercato) alle vie Swidnicka e Oławska. Le bancarelle propongono dolci, regali, pezzi d’artigianato, gioielli, ornamenti, lampade, ceramiche, candele, oggetti in ambra e argento, giocattoli fatti a mano, oggetti con motivi folkloristici, vestiti e borse in puro lino, cosmetici naturali e molto altro. C’è anche un’area gastronomica con assaggi di specialità provenienti da

Mercatino di Natale

tutto il mondo (e in particolare, ovviamente, dalla cucina polacca, con i deliziosi pierniki, tradizionali biscotti speziati al miele, preparati per l’occasione con la forma degli edifici storici del centro di Breslavia). Proprio in concomitanza con il mercatino – che quest’anno inizia il 23 novembre – appare in piazza lo gnomo Prezentus (‘Regalino’): si narra che esaudisca i desideri quando si tocca per tre volte il suo cappello. Cosa aspettiamo?


in viaggio

Festival degli Gnomi

IL FESTIVAL DEGLI GNOMI A inizio settembre, ogni anno, la città di Breslavia rende omaggio ai suoi gnomi con tre giorni di festival. I bambini possono partecipare alla parata che si svolge nel centro città, assistere agli spettacoli a loro dedicati e, all’interno del parco che ospita il Villaggio degli Gnomi, giocare alle tante attività proposte: l’argilla, i colori, le perline, la musica, i travestimenti. Un appuntamento ormai imperdibile per le famiglie polacche e sempre più apprezzato dai turisti. www.krasnale.pl

Giardino giapponese

Mozambico, dove ammirare squali, mante e tartarughe. www.zoo.wroclaw.pl ■ Aquapark: divertente parco acquatico con ampia area al chiuso. Tante attrazioni con piscine anche per i piccolissimi. Giubbotti galleggianti a disposizione gratuitamente. www.aquapark.wroc.pl ■ Torre della Cattedrale dedicata a San Giovanni Battista: solo 50 gradini, poi c’è l’ascensore. ■ Hydropolis: per i più grandi, il mondo dell’acqua da scoprire divertendosi. www.hydropolis.pl

DA FARE TUTTO L’ANNO

DA FARE NELLA BELLA STAGIONE

■ Kolejkowo: il più grande modello ferroviario della Polonia. Un mondo in miniatura con case, animali, personaggi e ovviamente treni, tutto fatto a mano. www.wroclaw.kolejkowo.pl ■ Zoo: inaugurato nel 1865, è il più vecchio della Polonia. Oggi, i suoi 33 ettari sono stati rimodernati per ospitare 7808 animali di 1082 specie diverse, secondo il modello dei parchi faunistici contemporanei. La più grande attrazione è Afrykarium, con i quattro habitat africani più significativi. Da non perdere il Tunnel del Canale del

■ Giardino giapponese: fondato nel 1913, è un tripudio di piante, fiori e laghetti. Il posto ideale per fare la nanna. Non perdete le maxi carpe. Da aprile a ottobre. ■ Fontana multimediale: vicino al Giardino giapponese, offre a determinati orari 20 minuti di spettacolo d’acqua con luci e musiche. Da maggio a settembre. ■ Giro sull’Oder: con il battello turistico, il taxi boat o le nuovissime barche ecologiche con guida registrata. ■ Gita alla scoperta dei canali: in canoa o nella mini barchetta che anche il papà senza licenza potrà guidare.

Kolejkowo

Zoo



in viaggio DOVE DORMIRE Hotel Patio – www.hotelpatio.pl I bambini sotto i 6 anni sono ospitati gratuitamente; facilities in camera per i più piccoli; area giochi e menù dedicato. Art Hotel – www.arthotel.pl Colazione gratuita fino a 16 anni; menù dedicato al ristorante. Pacchetti weekend con ingresso al Parco Zoologico inclusi per tutta la famiglia. Hotel Duet – www.hotelduet.pl Boutique hotel vicino alla piazza del mercato. Ricca colazione; spazio giochi per bambini.

BRESLAVIA EUROPEAN BEST DESTINATION 2018 Breslavia si è aggiudicata il primo posto nel concorso internazionale European Best Destinations 2018, vincendo sulle più note destinazioni turistiche. Nel 2016 è stata Capitale Europea della Cultura e nel 2017 ha ospitato i World Games.

DOVE MANGIARE Pod Freda – www.podfredra.pl Sulla piazza principale, per gustare una magnifica… cotoletta alla milanese. Motyla Noga Tapas e fish&chips all’interno delle ex prigioni. Tempo permettendo, accogliente patio interno.

COME ARRIVARE Voli diretti per Breslavia da Bari con Wizzair e da Bologna, Milano-Bergamo, Napoli, Palermo e Roma Ciampino con Ryanair. Da altri aeroporti, comode coincidenze con Lufthansa.

Capitale della Cultura 2016

PER INFORMAZIONI Sito dell’Ente del Turismo polacco: www.polonia.travel/it Sulla città di Breslavia: www.wroclaw.pl/it e www.visitwroclaw.eu Sul Festival degli Gnomi (in inglese): www.krasnale.pl Sul Mercatino di Natale (in inglese): www.jarmarkbozonarodzeniowy.com Hotel Duet

Art Hotel

Hotel Patio



Il cuscino per allattare comodo per mamma e bebè FeedFriend® by Nuvita resta fermo in vita con la sua chiusura di sicurezza ed è ampio per accogliere meglio il bebè durante la poppata Allattare non è solo dare nutrimento, è anche condividere con il proprio piccolo un momento intenso di scambio d’amore e tenerezza, un dialogo magico senza parole fra mamma e bebè che rimarrà unico e prezioso per sempre. È importante dedicare un tempo di qualità, agevolato da un ambiente tranquillo e da una posizione comoda; se la mamma è rilassata nella posizione corretta per allattare, il bambino succhia meglio dal seno e ingoia meno aria durante la poppata, scongiurando il rischio di coliche gassose. Il latte, inoltre, fluisce meglio dal seno, che il bambino poppando riesce a svuotare naturalmente; questo aiuta le ghiandole mammarie a produrre latte in maniera costante, in un circolo virtuoso e sano. Un aiuto basilare per allattare in maniera comoda e rilassata è un cuscino studiato proprio per il confort totale di mamma e bebè. Per questo Nuvita, esaminando i movimenti e le azioni delle mamme che allattano sia al seno che con il biberon, ha sviluppato FeedFriend®, il nuovissimo cuscino adatto a soddisfare le esigenze pratiche di questo magico momento quotidiano. FeedFriend® ha una speciale chiusura a clip regolabile per un aggancio comodo in vita: preparandosi per la poppata, la mamma potrà indossare il cuscino ed essere più autonoma nei movimenti e nelle azioni, potendosi dedicare tranquillamente solo al bebè. Una volta seduta, il cuscino resta sempre fermo vicino al corpo della mamma: a differenza di altri modelli senza chiusura, non si dovrà interrompere la poppata per sistemare meglio il cuscino se il bebè si muove o se la mamma desidera cambiare leggermente posizione per stare più comoda. FeedFriend® è imbottito con speciali microsfere, che lo rendono adattabile alla forma e all’altezza più comode per allattare il proprio bambino, così da tenere rilassati il collo, le spalle e le braccia. È stato progettato per accogliere il bebè con il massimo confort; con i suoi 30 centimetri di larghezza, è uno dei cuscini per allattamento più ampi e permette al bambino di

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non scivolare dall’appoggio durante la poppata. È anallergico e traspirante e il tessuto in cotone certificato garantisce l’assenza di sostanze nocive e allergeni a contatto con la pelle della mamma e del bebè. Gli specialisti raccomandano alla mamma di bere durante la poppata per mantenere l’idratazione: FeedFriend® ha una comoda tasca a scomparsa per tenere la bottiglietta d’acqua sempre a portata di mano, oppure per contenere altri accessori. Disegnato e fabbricato in Italia, FeedFriend® è un dispositivo medico Ce di Classe I. Completamente sfoderabile e lavabile in lavatrice, si asciuga velocemente all’aria . Per scoprire FeedFriend®, tutte le sue particolarità, i colori e le fantasie: www.feedfriend.it




Idee sotto l’albero

n z ia a f in a im r p

Per principi e principesse

3 prodotti per l’igiene e la cura del bambino fin dalla nascita: Pasta Cambio 123, Hydra Bébé Crema Viso e detergente delicato; inoltre in regalo un quadretto segna porta. Disponibile in rosa e azzurro. Mustela

Baby Calendula Crema per il Corpo è ideale per un trattamento corpo nutriente, lenitivo e protettivo. L’estratto di calendula bio si prende cura della pelle; la lanolina, sostanza dermofila, la protegge dalla disidratazione. Weleda

Un inverno vellutato

Il succhietto che è una doppia coccola

Benvenuto al mondo

Set regalo per neonati che comprende 2 biberon anticoliche Easy Start 160 ml, 1 biberon anticoliche Easy Start 260 ml, 1 succhietto Start Nanò, 1 clip. Mam

Un simpatico animaletto mantiene il succhietto a portata di mano e offre una tenera coccola al bambino. Natural Flex è realizzato in morbido silicone e la tettarella ultraflessibile riproduce il movimento naturale del seno materno. Misura 0/6 mesi. Nuvita

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idee sotto l’albero

sa r e la x a c a

Sdraietta Fold da 0 a 9 kg è ultraleggera: struttura 100% in alluminio, schienale regolabile in 2 posizioni, riduttore avvolgente e chiusura supercompatta con una mano sola. Rivestimento imbottito, estraibile e lavabile. Jané

Luce, proiettore e sensore pianto

Pratica e ultraleggera

Tiny Dreamer è un proiettore musicale 3 in 1. Proietta stelle sul soffitto, riproduce 17 melodie e, grazie al lettore Mp3 integrato, permette di caricare la musica preferita dal tuo piccolo. Sensore pianto integrato e timer spegnimento automatico. Tiny Love

4 in 1 dalla nascita ai 3 anni

Baby Hug è la soluzione 4 in 1 per accompagnare il bambino della nascita fino ai 3 anni. Racchiude 4 prodotti diversi: la culla per i primi mesi, la sdraietta con la barra gioco, il seggiolone per mangiare con mamma e papà e la sedia da tavolo per le pappe da solo. Chicco

Sdraietta o seggiolone?

Il seggiolone prima pappa Follow Me è omologato dalla nascita fino ai 3 anni. Utilizzabile come sdraietta e poi come seggiolone, con schienale e pedana poggiapiedi regolabili, è adatto per i neonati grazie all’accogliente seduta; completo di doppio vassoio e spartigambe anatomico. Peg Perego

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idee sotto l’albero

nto e im v o m in

Monopattino portagiochi con altezza del manubrio regolabile e asta direzionale removibile. Segue la crescita del bambino ed è disponibile in azzurro, rosso e rosa. Colibrì

Io e i miei giochi facciamo un giro

Il seggiolino con l’airbag

Il nuovo AxissFix Air ha airbag integrati per testa e spalle e seduta girevole di 360 gradi per un utilizzo ancora più facile. Consente al bambino di viaggiare in senso contrario alla marcia fino a 2 anni circa (87 cm di altezza). Con un semplice gesto ruota in senso di marcia per bambini fino a 4 anni circa (105 cm). Bébé Confort

Prendiamo l’aereo?

Sacco Convert in piumone e soffice imbottitura in pile è ideale dalla nascita fino all’uso nel passeggino. Con poggiatesta trasformabile in cappuccio e cinghie di trattenuta perché il sacco non scivoli nel passeggino. Idrorepellente, protegge dal freddo e dal vento. Jané

Che bel calduccio qui dentro Quid è il nuovo passeggino ultraleggero (6,2 kg con gli accessori; 5,7 kg senza cappotta): compatto da chiuso, è perfetto anche in aereo come bagaglio a mano. Ruote più grandi, seduta ampia adatta fin dai primi mesi e cappotta estendibile con protezione Uv Upf 50+. Disponibile in 7 varianti colore. Inglesina

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idee sotto l’albero

il i sempre ut Progressi Mutandino è il nuovo pannolino a mutandina che assicura un cambio facile e veloce e un’ottima vestibilità, uniti all’asciutto perfetto della linea Progressi. Si rimuove velocemente grazie alla pratica apertura a strappo laterale. Pampers

Dolci stelline con musiche rilassanti

Non possono mai mancare

Tanti colori per la pappa

Feeding Collection è la linea di accessori per mangiare dentro e fuori casa. Accompagna il bambino dalla nascita fino a 2 anni e oltre. Con un peso leggero e un design innovativo adatto alle sue manine. Suavinex

Uno spazio tutto suo

Il proiettore da appoggio Orsetto Dolci Sogni crea l’atmosfera giusta per sogni d’oro, coniugando la proiezione di stelline, la luce notturna che cambia colore e una varietà di musiche e suoni con l’adorabile orsetto da coccolare. Fisher-Price

Manine in ordine

Set manicure che comprende 2 limette in cartone, 1 forbicina in acciaio inox con punte arrotondate e 1 tronchesino. Nuby

Soffice tappeto utilizzabile da entrambi i lati, con alfabeto, numeri e disegni semplici e divertenti. Perfettamente isolante, permette di giocare anche su superfici fredde. Spessore 1,5 cm; comoda borsa per riporlo. Globo

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mondo papa’

La rivoluzione dei papà

rubrica

Di Laura Sciolla

OGGI, LA PATERNITÀ E LE SUE TRASFORMAZIONI SONO TEMATICHE DI GRANDE INTERESSE PER LE SCIENZE SOCIALI E UMANE. SIAMO DI FRONTE A UNA RIVOLUZIONE? IN QUALE FASE CI TROVIAMO? NE ABBIAMO PARLATO CON LA SOCIOLOGA ELISABETTA RUSPINI

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L’immagine del papà che ‘papà non si sente’ sembra essere uno stereotipo lontano. Oggi gli uomini vogliono fare i padri, vogliono essere presenti nelle dinamiche famigliari, riconoscono l’importanza del proprio ruolo. È quanto emerge dagli studi sociologici, come quelli condotti dalla dottoressa Elisabetta Ruspini. «Possiamo affermare di essere davanti a un cambiamento sociale significativo. Certo, si tratta di una rivoluzione non compiuta. Né in Italia, né in nessuna parte del mondo si può ancora parlare di parità dei generi, ma i segnali di un’evoluzione sono evidenti». Da dove scaturisce questa tendenza? «Più fattori influenzano il processo: donne più istruite, donne lavoratrici, donne che reclamano una propria vita personale stanno rifiutando il ruolo tradizionale di mamma. Questa è già di per sé una spinta significativa per l’uomo, che si trova a doversi adattare alle richieste della partner. E poi c’è il contesto legislativo e istituzionale che favorisce l’affermazione del padre in quanto tale». Che età hanno i papà maggiormente coinvolti in questo fenomeno? «Sono i Millennials, quindi neopapà nati attorno agli anni ’80. Sono loro che hanno vissuto, da bambini e adolescenti, le prime novità in ambito famigliare (la mamma che lavora, la separazione dei genitori) e loro che oggi possono avvan-


mondo papa’ si vogliono partecipare, come si diceva. Analisi sociologiche e mediche dimostrano che questo maggiore coinvolgimento della figura paterna fa bene al padre, alla madre e ai figli. Insomma, anche gli esperti confermano che la direzione è quella giusta».

Elisabetta Ruspini, sociologa di fama internazionale, è professore associato di Sociologia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2012 coordina la Sezione Ais – Associazione Italiana di Sociologia ‘Studi di Genere’ e, dallo stesso anno, dirige la Collana ‘Generi, Culture, Sessualità’ di FrancoAngeli Editore. Ai papà interessati consigliamo il libro ‘Diventare padri nel terzo millennio’ (FrancoAngeli), scritto insieme a Marco Inghilleri e Valeria Pecorelli.

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taggiarsi delle leggi a favore della paternità, come la legge n.53 dell’8 marzo del 2000 (‘Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città’, ndr)». Dunque, papà più coinvolti, più felici, ma anche con qualche svantaggio? «Prendendo in considerazione questo nuovo ruolo del padre, si parla di possibili depressioni post partum maschili, ma tendo a precisare che normalmente sono situazioni legate a depressioni pregresse o in cui è già la partner a soffrirne. Casi specifici, che non farei rientrare nella norma». I papà Millennials sono quindi pronti al cambiamento che l’arrivo di un figlio comporta... «Anche loro hanno 9 mesi per prepararsi. Per la mamma è più semplice, visto che vive il cambiamento dentro di sé, ma oggi anche gli uomini vengono coinvolti nella fase ‘pre’, ad esempio attraverso i corsi di educazione prenatale. Così, in questa nuova vita possono trovare gioie e soddisfazioni uniche, e averne maggiore consapevolezza. In ogni caso non è un percorso immediato. Bisogna infatti tener presente che gli uomini non sono mai stati socializzati alla cura: la storia ha affidato a loro la gestione del potere e del lavoro, alle donne la famiglia. Ma le cose stanno cambiando: perché le donne vogliono lavorare, perché oggi sono necessari due stipendi, perché gli uomini stes-

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mondo papa’

rubrica

Lo sapete che...

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FREUD E IL PAPÀ

NON SEI MIO PADRE

Già Freud parlava del rapporto tra il figlio maschio e il padre: il figlio ama il papà, lo ammira, ma allo stesso tempo sente la forza della competizione. Secondo la psicologia contemporanea, però, il conflitto figlio-padre non sorge dalla gelosia erotica, ma dagli stessi meccanismi di invidia che si scatenano abitualmente tra simili. È lo stesso sentimento che si prova verso un collega più bravo, verso un’artista più famoso. E può insinuarsi fra coloro che vivono insieme: amici, fratelli, marito e moglie. C’è quasi sempre un momento in cui il figlio non vuole sentirsi inferiore al padre e cerca di fare come lui o meglio di lui. Ed è un’ottima cosa.

Negli States sono sempre di più le persone che ricorrono ai test del dna per ricostruire il proprio albero genealogico o avere indicazioni sulla propria salute. Oltre 12 milioni scelgono il test fai da te: grazie a un esame della saliva e meno di 100 dollari, si ricostruisce la storia di una famiglia. Ma spesso si hanno delle sorprese, come scoprire di avere un padre che non è anche il proprio genitore biologico. A questo proposito è stato creato il gruppo Facebook Not Parent Expected, il genitore inaspettato: una perfetta valvola di confronto e outing per chi si trova a dover affrontare questo trauma.

‘IO STO CON TE’

ANIMALI E PATERNITÀ

È nato a Parma un servizio a sostegno dei padri che, a seguito di una separazione, si trovano fuori casa con uno stipendio non più sufficiente. La cittadina ha il triste primato di capoluogo italiano con il più alto tasso percentuale di separazioni. Grazie all’Associazione San Cristoforo, un centinaio di padri possono avere una casa a una cifra sostenibile e un accompagnamento fatto di relazioni positive, per non affrontare da soli questo momento drammatico. In cambio, l’associazione chiede di condividere un ‘percorso di pace’, impegnandosi nel dialogo con la madre dei propri bambini.

Le femmine del casuario australiano (Casuarius casuarius), il secondo uccello più grande al mondo dopo lo struzzo, sono troppo indaffarate a cercare nuovi partner con i quali accoppiarsi – in genere due o tre esemplari a stagione – per badare alla prole. È quindi il papà a covare le uova: dopo una sessantina di giorni di paziente attesa, assiste alla schiusa. I piccoli rimangono accanto al padre, che li sfama e li protegge dai predatori, fino al raggiungimento della completa indipendenza, dopo nove mesi dalla nascita.


mondo papa’ PENSATI PER LUI I Budini Mio sono preparati con oltre l’85% di latte e contengono calcio e magnesio, minerali importanti per lo sviluppo delle ossa, e zinco, necessario per la crescita. Buoni e nutrienti, ideali per la merenda del bambino. Nestlé

Nuovo modello Avant per la borsa-seggiolino con lati rinforzati, perchè il bambino non cada di fianco. Apertura frontale per facilitare l’accesso allo scompartimento, con la borsa seggiolone già installata sulla sedia. Tasche laterali portaoggetti. Con cinghie da appendere al manubrio. Durevole e antimacchia. Jané

Fai merenda con me?

L’Olio per il Pancino è un prodotto completamente naturale a base di olio di mandorle dolci. Specifico in caso di coliche, per rilassanti massaggi all’addome del neonato. Il delicato profumo della camomilla romana svolge un effetto calmante sul bambino. Weleda

Mi siedo dove e quando voglio

Mi massaggi il pancino?

Cagnolino Primi Passi ha 2 modalità di gioco che si adattano alla crescita del bambino: siediti&gioca e alzati&cammina. Con diverse attività da svolgere con le mani e tante canzoni, musiche e frasi che introducono l’alfabeto, le forme, i colori e i numeri. Fisher-Price

Prova a prendermi

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appuntamenti

Natale, tempo di mercatini Da Trento all’area del Garda, passando per la Vallagarina, tutto il Trentino offre un’immersione fiabesca nella tradizione. Da non perdere il Mercatino di Rovereto (23 novembre-24 dicembre), con le sue casette e un cielo di luci sopra la testa, o quello allestito nel Castello di Avio (8-9 e 15-16 dicembre), tra le location più suggestive della regione. Grandi emozioni anche nei palazzi barocchi di Ala Città di Velluto (24 novembre-23 dicembre, solo nei weekend), con un mercatino ‘alternativo’ di sete, design e decorazioni natalizie creative. www. visittrentino.info – www.visitrovereto.it/natale

Spengono 20 candeline i Mercatini di Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo (7-9 dicembre), sulle Alpi piemontesi, tra i più grandi e amati d’Italia. Oltre 200 espositori presentano presepi artigianali, ceramiche, manufatti in vetro soffiato, decorazioni e addobbi natalizi, mentre negli chalet delle Eccellenze Artigiane si scoprono le specialità gastronomiche di queste terre, tra stincheèt, vin brulé e caffè vigezzino. Non mancano gli eventi musicali, i laboratori per bambini e, il 6 dicembre, l’accensione del grande albero di Natale. www.mercatininatale.santamariamaggiore.info

LA TRADIZIONE TEDESCA A FIRENZE

ALTO ADIGE/SÜDTIROL, PIÙ NATALE DI COSÌ

AD AOSTA ARRIVA IL MARCHÉ VERT NOËL

TUTTI A FINALE PER IL NATALE DI GIUELE

Per oltre un mese, l’area archeologica del Teatro Romano di Aosta si trasforma in un tipico villaggio alpino grazie al Marché Vert Noël (24 novembre-6 gennaio). Ogni giorno, i visitatori possono curiosare alla ricerca di idee regalo inconsuete tra specialità valdostane, vini e dolciumi, candele, saponi artigianali, ceramica, antiquariato, abbigliamento in lana cotta e feltro, pizzi, addobbi natalizi e ispirazioni nordiche. Assaporando la magica atmosfera del Natale ad Aosta. www.lovevda.it

5a edizione per il Villaggio di Natale di GiuEle, nella vallata di Calvisio, a Finale Ligure, con i suoi mercatini allestiti nei tradizionali chalet di legno (24 novembre-21 dicembre, solo nei weekend; 22 dicembre-6 gennaio, tutti i giorni). Oltre a tanti oggetti e prodotti tipici liguri, in programma mille attrazioni: il grande albero, i laboratori ludico didattici, l’ottovolante e il Tartaruga Express per la splendida Finalborgo, i menù della tradizione natalizia. www.ilnataledigiuele.it

© Regione Autonoma Valle d’Aosta

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Bolzano, Merano, Bressanone, Vipiteno e Brunico: ecco le principali località del Natale altoatesino, con i loro mercatini originali e a basso impatto ambientale, immersi nei profumi di cannella, zelten e strudel (23 novembre-6 gennaio). Scegliamo in particolare il Mercatino di Bressanone, in piazza del Duomo, tra i più caratteristici: oggetti in terracotta, articoli regalo tirolesi, decorazioni natalizie, statuine in legno, presepi e stand gastronomici con le specialità della Valle Isarco. Immancabile la visita notturna alla città, illuminata a festa. www.suedtirol.info ©Alex Filz

Nella splendida cornice di piazza Santa Croce a Firenze torna il Weihnachtsmarkt, il tipico mercatino di Natale tedesco, giunto alla 19a edizione (28 novembre-20 dicembre): 55 casette di legno ospitano manufatti e specialità gastronomiche, per un’iniziativa di valenza storica e culturale (oltre che commerciale) volta a far conoscere le tradizioni di città come Salisburgo e Monaco nel cuore della Toscana. In una casetta, come sempre, menù tradizionali fiorentini, mentre Babbo Natale si aggira tra gli stand, per la gioia dei più piccoli.

© Matteo Moro

ARTIGIANATO E SAPORI IN VAL VIGEZZO ©Stefania Ciurletti

TRENTINO, TRA BORGHI E CASTELLI

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Il biberon con la tettarella simile al seno della mamma Philips Avent ha progettato Natural, il biberon specifico per abbinare allattamento al seno e artificiale. Grazie all’esclusiva tettarella ampia e anatomica e ai diversi formati, facilita e accompagna dolcemente la crescita del bambino L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di offrire il latte materno come alimento esclusivo fino al sesto mese di vita del bambino, e di proseguire anche durante lo svezzamento, se possibile e se desiderato da mamma e bambino. A volte, però, accade che la mamma abbia bisogno di un aiuto, perché non può allattare o perché deve allontanarsi. In questi casi, la mamma può estrarre il suo latte in modo che anche i familiari possano provvedere alla poppata, dando al piccolo il miglior alimento possibile. In ogni caso, è importante scegliere il biberon giusto. Il biberon Natural è stato progettato da Philips Avent proprio per abbinare l’allattamento al seno a quello al biberon. La tettarella Natural in silicone è stata migliorata per assomigliare al seno materno: ampia, dalla forma anatomica e dotata di esclusivi petali, ultramorbida e flessibile, permette un contatto confortevole durante l’allattamento e aiuta il bebè a passare facilmente dal seno al biberon. La valvola anticolica, progettata per evitare l’ingestione di aria, aiuta a ridurre l’incidenza delle coliche. Grazie alla sua forma, il biberon è facile da assemblare, pulire e utilizzare. È disponibile in diversi formati, tutti privi di Bpa*, per seguire al meglio la crescita del bambino. I modelli in plastica (Pp) possono essere trasparenti, decorati o colorati, quelli in vetro borosilicato di alta qualità sono

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resistenti al calore e agli sbalzi termici e possono essere riposti in frigo, scaldati e sterilizzati. Anche la gamma di tettarelle Natural comprende misure per ogni fase dello sviluppo. *In conformità con il regolamento Ue 10/2011. www.philips.it/avent


leggere insieme

Libri sotto l’albero Quando arriva la zia

Testi di Christelle Saquet Illustrazioni di Eric Gasté Emme Edizioni, 2018 Pp. 32 Prezzo: 12,90 euro Da 3 anni

Testi di Valentina Rizzi Illustrazioni di Francesca Carabelli Franco Cosimo Panini, 2018 Pp. 16 Prezzo: 12 euro Da 1 anno

Quest’anno, ciò che attende Babbo Natale è la sfilata di moda più stravagante del mondo. Immaginate che, proprio mentre inizia il suo giro in slitta, volteggiando nei cieli notturni per consegnare i doni ai bambini, la sua bella giacca rossa si impigli in un’antenna su un tetto… Crack, a un tratto la giacca si strappa. Cosa può fare Babbo Natale? L’unica possibilità è invertire la rotta e correre a perdifiato dal folletto stilista, perché gli confezioni subito un nuovo vestito. Ma come sarà? A quadri no, forse tutto bianco? Oppure nero, snellisce… Idea: forse conviene riciclare l’abito dell’anno passato.

Quando arriva la zia, ci si diverte come matti: quante cose si possono fare con lei, soprattutto se non ci sono in giro mamma e papà... La zia è una confidente che capisce tutto, è la compagna di giochi ideale, ne conosce a milioni e non si stanca mai; e poi cucina benissimo, solo torte e biscotti. Ma voi le avete mai sentite le storie che racconta la zia? Sono le più originali, piene di dinosauri per il nipotino, di ballerine per la sua sorella maggiore. Un libro divertente perché bambini e bambine possano immedesimarsi e sorridere a ogni pagina, con una tasca speciale per i disegni dei piccoli lettori.

La mamma migliore del mondo

Arriva Babbo Natale!

Testi di Rafael Ordóñez Illustrazioni di Paloma Corral NubeOcho Edizioni, 2018 Pp. 40 Prezzo: 14,90 euro Da 3 anni

Un libro uscito qualche mese fa, che ci era sfuggito e ora presentiamo perché bellissimo, come tutti i titoli proposti da questa casa editrice giovane e pluripremiata: specializzata in albi illustrati e letteratura per l’infanzia di autori e illustratori spagnoli, si impegna per promuovere il rispetto della diversità, l’educazione sentimentale e la scoperta delle emozioni. ‘La mamma migliore del mondo’ è una storia tenera e divertente che racconta la relatività di una delle frasi che si sentono dire più di frequente ai bambini: e infatti Pulcino, Vitello, Porcellino e Orsetto hanno tutti la mamma migliore del mondo.

rubrica

Un vestito nuovo per Babbo Natale

Testi e illustrazioni di Nathalie Choux Gallucci Editore, 2018 Pp. 10 Prezzo: 9,90 euro Da 10 mesi

La prima storia animata dedicata al Natale, per avvicinare anche i bambini di pochi mesi alla magia della vigilia, un mistero dolcissimo che li accompagnerà per tutta l’infanzia. Di pagina in pagina, e con il supporto di mamma e papà, i giovani lettori possono muovere i cursori e, così facendo, aiutare Babbo Natale e gli elfi a leggere le letterine, a impacchettare i doni e, poi, a preparare la slitta. Quando ogni cosa è pronta, viene finalmente il momento di levarsi in cielo e di volare tutti insieme nella notte più speciale dell’anno, per consegnare i regali ai bambini di tutto il mondo.

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mamme sul web Di Carlotta Cordieri

ANCHE PER I VIP IL WEB È DIVENTATO IL MEZZO PER RACCONTARE AI FAN LA PROPRIA VITA PRIVATA. COMPRESA LA NASCITA DI UN FIGLIO. PANCIONI ‘STELLATI’ INVADONO I SOCIAL, INSTAGRAM IN PRIMIS, FINO A QUELL’ATTESO POST «È NATO/A...» Siamo ormai abituati a leggere annunci di dolci attese sui social, con le conseguenti, inevitabili immagini di pancioni in crescita. Quando poi si parla di future mamme vip, i loro post possono ottenere migliaia di like. Ma quali sono state le pance più seguite del 2018? La prima a nascere è stata la figlia di Laura Freddi, Ginevra, venuta al mondo il 3 gennaio. Su Instagram abbiamo visto la showgirl farsi dipingere sul pancione una Cenerentola Rock. Quasi in contemporanea è arrivata la figlia della tuffatrice 32enne Tania Cagnotto, nata dall’amore con lo skipper e commercialista Stefano Parolin, sposato nel 2016 dopo 9 anni di fidanzamento. La foto di Tania in versione Babbo Natale in dolce attesa ha scatenato i fan. E ora viene fotografata la bimba, già nuotatrice provetta. Il 16 febbraio è nato Andrea, il secondo figlio della food blogger Chiara Maci, il primo frutto dell’amore tra lei e lo chef Filippo La Mantia. Sulla sua pagina @chiarainpentola non sono tante le immagini del pancione, ma Chiara non si è lasciata sfuggire il classico scatto della primogenita che bacia il ‘futuro’ fratellino. Tenerissima. A marzo anche la cantante e atleta paralimpica Annalisa Minetti è diventata mamma per la seconda volta: la bambina si chiama Elena. I fan hanno potuto seguire su Instagram tutte le fasi della gravidanza, dallo shopping ai monitoraggi. Tanti anche i video pubblicati.

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2018, l’anno dei pancioni vip

Ma certamente la gravidanza più celebre dell’anno è stata quella di Chiara Ferragni. Leone, nato lo scorso 19 marzo dalla relazione con Fedez, è diventato una star prima ancora di nascere (e non sono mancate le polemiche). Le mamme più gossippare saranno inoltre a conoscenza della relazione tra Eugenio Colombo e Francesca Del Taglia, volti di ‘Uomini e Donne’. Una delle coppie più solide del talk di Canale 5 ha avuto il suo secondo bambino in primavera: Francesca ha pubblicato tantissime foto della gravidanza, non facendosi mancare scatti in costume e del suo bump painting. L’attrice romana Giulia Elettra Gorietti, legata al calciatore del Benevento Pietro Iemmello, ha avuto a giugno il primo figlio. Sulla pagina @giuliaelettrago, elegantissime immagini dell’attesa, con grande ricercatezza di colori e inquadrature. E ora l’attrice si mostra già in gran forma. Non è una coppia italiana, ma ha meritato l’attenzione di tutto il mondo: non possiamo quindi non menzionarla, parlando di pancioni famosi del 2018... Kate Middleton e il principe William, il 23 aprile, hanno dato alla luce il terzo ‘royal baby’, dopo George e Charlotte, nati rispettivamente nel 2013 e 2015. Si chiama Louis. Sulla pagina @theroyalfamily, ben poche foto di Kate in attesa (e ovviamente nessuna a pancia nuda, secondo l’etichetta), ma il post con l’annuncio della nascita ha ottenuto 250mila cuoricini. E che ne dite delle immagini romantiche diffuse in occasione del battesimo? Questa sì che è classe!

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amici a 4 zampe

Morsi e graffi 10 consigli utili Di Nora Cinaschi

Se siete proprietari di un gatto o di un cane – ma anche in caso contrario, perché questi animali si incontrano spesso, a casa di amici, in giro al guinzaglio, al parco… – è bene che prestiate attenzione quando vengono in contatto con i bambini. Persino l’animale domestico più docile, tollerante e disciplinato, capace di sopportare di buon grado lunghe sessioni di gioco e strapazzamenti, talvolta può reagire, mordendo o graffiando. Quando ciò accade, si scatenano le domande: come si cura la ferita? Bisogna andare al pronto soccorso o chiamare il pediatra? Servirà l’antitetanica, o magari l’antibiotico? E poi, perché l’animale si è comportato così? Cosa avremmo dovuto fare per evitare l’incidente? Grazie alla consulenza della dottoressa Valentina Bruson, medico veterinario, abbiamo stilato un decalogo per prevenire eventi spiacevoli e farsi trovare pronti in caso di morsi e graffi.

PRIMA

1 Non lasciare mai il bambino da solo con l’animale, che sia vostro o meno.

2 Insegnargli come si accarezzano cane e gatto: non

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avendo completa percezione della propria forza fisica, il bambino rischia di picchiare l’animale, più che accarezzarlo, di spaventarlo e suscitarne l’aggressività. Lasciare sempre una via di fuga all’animale. Spiegare al bambino che non si mettono le mani nella ciotola del cane e non gli si strappano gli oggetti di bocca. Anche cane e gatto vanno educati: dobbiamo conoscere bene i nostri amici a quattro zampe e il loro livello di sopportazione; mai sottovalutare un cane aggressivo, che spesso va gestito con l’aiuto di un comportamentalista. Se l’animale è sconosciuto ma accompagnato, il ge-

nitore chiede al proprietario se è possibile accarezzarlo, e lo fa sempre per primo; solo in seguito il bambino può seguire il suo esempio. 6 Se è randagio, lo si accarezza – con tutte le dovute cautele e precauzioni – solo se è lui ad avvicinarsi.

DOPO

rubrica

CANI E GATTI SONO GLI ANIMALI CON CUI È PIÙ FACILE CHE ENTRI IN CONTATTO IL BAMBINO, ANCHE DI POCHI MESI. ESPERIENZE SPLENDIDE, MA È BENE NON ABBASSARE MAI LA GUARDIA, PER SCONGIURARE LA POSSIBILITÀ DI MORSI E GRAFFI

7 In caso di morso o graffio, lavare bene la ferita con acqua e

sapone, eliminare eventuali materiali estranei e disinfettare. Evitare medicazioni occlusive. 8 Controllare la ferita nei giorni successivi: non dovrà gonfiare né infettarsi. 9 Se la parte lesa è estesa o stenta a guarire, contattare il pediatra o rivolgersi al pronto soccorso: verrà valutata la necessità di un antibiotico e di una vaccinazione antirabbica (l’antitetanica è invece inclusa tra i vaccini previsti dal Sistema Sanitario Nazionale). 10 Consolare il bambino, non farlo preoccupare ed evitare di dare troppo peso all’accaduto, perché non abbia in futuro paura degli animali.

ANIMALI MORSICATORI Quando pediatri e ospedali ricevono un paziente morsicato o graffiato profondamente, sono tenuti a segnalare l’evento all’autorità competente. Un medico veterinario dell’Asl effettuerà un controllo per certificare se si tratti effettivamente di un animale pericoloso o aggressivo, o solo di un incidente sfortunato. Nel primo caso, al proprietario (del cane, tendenzialmente) verrà consigliato un percorso rieducativo con un veterinario comportamentalista.

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Cullami: la nuova culla made in Italy firmata Cam Il Mondo del Bambino Cam Il Mondo del Bambino, attenta da quasi 50 anni alle esigenze di grandi e piccini, ha studiato Cullami. Per la sua multifunzionalità, definirla una semplice culla sarebbe riduttivo, senza tralasciare il fatto che è interamente progettata e realizzata in Italia Cullami è la nuova culla made in Italy ricca di funzioni, firmata Cam Il Mondo del Bambino. La culla è utilizzabile da 0 a 9 kg ed è dotata di 8 altezze, apertura sponda anteriore per funzione co-sleeping, posizione antirigurgito, movimento orizzontale della culletta (escursione fino a 16 cm) per compatibilità con tutti i tipi di letto, funzione dondolo, 4 ruote piroettanti di cui 2 con freno. Sono queste le variabili che rendono Cullami perfetta in ogni sua caratteristica. Cullami include: ■ cinghie per fissaggio al letto ■ struttura metallica, asta removibile per velo e giostrina ■ morbido materassino ■ interno in morbido tessuto ■ finestra in rete. Tra gli optional per rendere Cullami ancora più completa si consigliano: ■ kit tessile per Cullami ■ velo per Cullami ■ giostrina per Cullami. Questo prodotto è il risultato di un’attenta analisi svolta al fine di soddisfare i bisogni di mamme e papà, senza tralasciare le esigenze dei più piccoli. È una soluzione innovativa, studiata nei dettagli e perfetta nel design. Disponibile in 4 varianti colore, per abbinarsi a qualsiasi gusto e/o arredamento casa.

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mondo mamma

rubrica

Lo sapete che...

LA PAPPA REALE DOPO IL PARTO

PIANTI IRRESISTIBILI

La pappa reale è un ricostituente naturale in quanto contiene zuccheri, vitamine e proteine. Sebbene non siano noti studi scientifici sull’assunzione in gravidanza e allattamento, dopo il parto potrebbe aiutare la neomamma a riprendere energia, dati i suoi effetti stimolanti e rivitalizzanti. Può inoltre offrire ottimi risultati in caso di depressione post parto: incidendo positivamente sull’umore, può favorire nella donna il recupero delle forze, fisiche e mentali. Controindicazioni in presenza di soggetti allergici.

Sono quelli dei bambini per le loro mamme, predisposte biologicamente a soccorrerli e prenderli in braccio. Proprio come le femmine delle altre specie, le donne rispondono automaticamente ai segnali del neonato, e al pianto innanzitutto, essendo questo il suo primo atto comunicativo. Attraverso la risonanza magnetica funzionale si è scoperto che, quando un bambino piange, nell’encefalo materno si attiva un’area detta motoria supplementare: così la madre si muove verso il figlio, secondo una reazione allo stimolo uniforme in tutti i paesi e per tutte le culture.

CHI HA FIGLI VIVE DI PIÙ

PER I DIRITTI DI BAMBINI E RAGAZZI

Lo dimostra uno studio del Karolinska Institutet di Stoccolma, reso noto dal Journal of Epidemiology and Community Health, secondo il quale i genitori hanno un’aspettativa di vita superiore ai coetanei senza figli, addirittura fino a 2 anni in più. A quanto pare, sono soprattutto gli uomini a beneficiare di questo incremento, a prescindere dal sesso del bambino. Il rischio di morte, inoltre, si abbasserebbe soprattutto dopo una certa età e, per i ricercatori, i fattori determinanti potrebbero essere solitudine e mancanza di assistenza da parte dei figli.

Il 20 novembre è la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra proprio nel giorno in cui, nel 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò a New York la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. La Convenzione mirava a garantire anche ai bambini alcuni diritti universali (al nome, alla sopravvivenza, alla salute, all’educazione, alla libertà di espressione…) e portò risultati notevoli, come la cessazione delle punizioni corporali e la creazione di sistemi di giustizia minorili più efficaci.

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ultimissime

IMPARO COI GENITORI

DAL SANGUE LA DATA DEL PARTO

L’associazione Progetto Genitori di Chiasso ha messo in atto una serie di attività per sostenere i genitori nel percorso di educazione dei figli: esperti pedagogisti e psicologi seguono le famiglie (normalmente con bambini tra 0 e 3 anni) che vogliono aderire ai progetti. In particolare, Pat – Imparo coi genitori è un programma di prevenzione e integrazione volto a sostenere famiglie con scarse opportunità formative. Tutto parte dal presupposto che l’80% del cervello si sviluppa nei primi 3 anni di vita: creando le basi per l’apprendimento, si sosterrà il futuro di questi bambini, costretti a vivere in un contesto dagli stimoli limitati.

In Italia circa 32mila bambini, ovvero il 6,7%, nascono pretermine, un problema che rappresenta la prima causa di morte neonatale. Dalla Stanford University dichiarano di aver individuato un semplice test sul sangue che permetterebbe, tramite la valutazione del materiale genetico Rna, di prevedere un prossimo parto prematuro nel 75-80% dei casi. Questo test, più economico dell’ecografia, potrebbe essere utile anche nei paesi in via di sviluppo. I geni coinvolti sono ben sette, ma i meccanismi biologici alla base della prematurità non sono ancora noti. La ricerca continua.

STOP AI PIDOCCHI?

POCHI AIUTI PER LE FAMIGLIE

Uno degli incubi delle mamme sono i pidocchi. Tutte sognano un metodo risolutivo e non invasivo contro la pediculosi, e pare che negli States si sia trovata una tecnologia opportuna: brevettata dall’Università dello Utah, grazie allo sprigionamento di aria calda con l’ausilio di uno speciale applicatore monouso, permette di disidratare pidocchi e lendini (ovvero le uova) a tutti gli stadi, in una sola seduta. In Italia esistono già alcuni centri che applicano il metodo: un unico trattamento di circa un’ora, efficace e senza l’utilizzo di prodotti chimici e tossici.

Le famiglie che decidono di assumere una badante, una colf o di regolarizzare la babysitter spendono in media intorno ai 16mila euro all’anno, e soltanto in pochi comuni è possibile contare su contributi pubblici per l’assistenza ad anziani o disabili. A fronte di un costo già di per sé elevato, con le novità introdotte dal Decreto Dignità l’importo che le famiglie dovranno sborsare salirà di 160 euro. L’Inps ha già previsto, col nuovo decreto, che 8mila neo disoccupati, colf, badanti e babysitter potrebbero essere le prime categorie colpite.

ASILI GENDER

I MILLENNIALS PREFERISCONO I CUCCIOLI

In Svezia molte scuole dell’infanzia insegnano ai bambini a rifiutare le loro inclinazioni naturali per attività maschili o femminili, indirizzandoli verso quelle solitamente associate al sesso opposto. È dal 1998 che i programmi ministeriali svedesi sostengono progetti che contrastano i tradizionali ruoli di genere. Secondo alcuni esperti, però, il sovvertimento antropologico e la decostruzione dell’identità sessuata comporterà un radicale cambiamento della società, che renderà i governi più potenti, andando a consolidare il potere su individui soli, sradicati da ciò che è fondamentale per una crescita sicura e armoniosa: la famiglia.

I dati Istat confermano la tendenza alla riduzione della natalità, conseguenza della crisi: senza stabilità economica, mettere su famiglia diventa sempre più difficile. Per i Millenials, cresciuti circondati da piaceri low cost, ancora più accessibili grazie al web, possedere un pet sembra allora una via alternativa alla genitorialità: secondo un sondaggio di Mintel, il 50% dei nati tra il 1980 e gli anni 2000 possiede gatti, mentre i 3/4 degli intervistati preferirebbero avere un cane. Gli animali stanno diventando un rimpiazzo low cost, e se ne può adottare uno anche se non si è pronti a convivere o a sposarsi.

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Tendenze e novità dal mondo baby

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Direttore responsabile Laura Sciolla

Direttore creativo e impaginazione Ingrid Pintau

Redazione/Amministrazione C.so Piemonte, 45/47 - 10099 San Mauro Torinese (TO) redazione@elmora.it

Collaboratori Maria Cristina Albertazzi, Nora Cinaschi, Carlotta Cordieri, Sara Lanfranchini, Mattia Lerner, Lucia Modici, Barbara Orlandi

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Editing Sara Lanfranchini

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Immagini Adobe Stock, Pixabay, Freepik


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