Portfolio_Filippo Maria Abbandonati

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INDICE

PROGETTI

MONOLITE x MAKINARIUM 04-11 ATELIER 53 12-19 HIGHWAY 20-23 MACRO 24-29 RAP ATTITUDE 34-37

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iprogettazione degli studi a Cinecittà di Makinarium, una società specializzata nella produzione e nello sviluppo di sistemi di effetti speciali, fisici e integrati, che opera in ogni campo dell’industria dell’illusione visiva.

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l nostro modus operandis è partito dalle stesse motivazioni: ricreare uno spazio nel quale le diverse attività si mescolano naturalmente, per fornire un’immagine strutturata dove i membri di Makinarium potessero sentirsi a proprio agio, lavorare, riposare, mangiare, stare soli o in compagnia; in poche parole costruire un ambiente dinamico e collaborativo, uno spazio ideato per stimolare creatività e pensiero laterale.

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l risultato è stata la progettazione di un ufficio flessibile in grado di ospitare un mix spaziale e funzionale per rispondere ai diversi bisogni, in un ottica di “ area giusta al momento giusto”. Il tema della flessibilità e della trasformazione è stato fin da subito un collegamento chiave con il lavoro di Makinarium.

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a varietà degli spazi è di tipo misto: si generano spazi di lavoro individuale, sia come postazioni open-space, che uffici chiusi; spazi di discussione e confronto, come sale riunioni, o aree progetti; spazi di incontro informale e spazi di supporto, quali aree break-ristoro, archivi e receptions.

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INGRESS0

’ingresso all’edificio è segnalato dal primo monolite, immaginato come un vero totem, alto e luminoso che proietta digitalmente i lavori di Makinarium. Questa imponente scultura luminosa vuole attrarre i visitatori all’ingresso, invitandoli ad avvicinarsi agli uffici. Makinarium è infatti l’unica realtà fissa di Cinecittà.

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uperato il monolite ci si trova difronte alla porta di ingresso. La pavimentazione retro illuminata irrompe anche dentro l’ufficio mentre le due grandi finestre ai lati della porta permettono una continuità visiva tra il dentro e il fuori.

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EXPO-SERVIZI ppena entrati dentro l’edificio l’accoglienza è delegata ad un desk/reception, immerso in un ambiente suggestivo e dal forte carattere. L’intera parete è occupata dal primo sistema d’arredo progettato: una libreria/ archivio. L’obiettivo è quello di esporre in modo accattivante i lavori di Makinarium e allo stesso tempo creare un archivio per immagazzinare le loro opere, ad oggi sparse lungo le zone di lavoro. La libreria è composta da pannelli di legno verniciati in nero e da lamelle in acciaio che ospitano l’illuminazione. WW

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roseguendo verso sinistra si accede ad un secondo ambiente: l’ area espositiva e degli spogliatoi, concepita come completamente vuota ma con al centro il secondo monolite. Per coinvolgere nell’idea progettuale complessiva anche gli spazi dedicati ai servizi, abbiamo utilizzato un “escamotage” : un parallelepipedo luminoso, che funge da supporto espositivo dei lavori digitali di Makinarium, appariscente e suggestivo, nasconde al suo interno i servizi e gli spogliatoi per i lavoratori, da cui si accede facilmente alle zone lavorative.

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LAVORAZIONI DI FINO roseguendo in direzione dell’ala sinistra dell’edificio, una grande parete vetrata divide la zona spogliatoi/expo dagli spazi strettamente lavorativi. Qui gli ambienti sono divisi fisicamente e quindi schermati dalle contaminazioni di odori, polveri e rumori ma allo stesso tempo la trasparenza visiva riesce a renderli comunicanti. Il primo ambiente di lavoro che si incontra è quello dedicato al lavoro di fino.

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’intero ambiente è organizzato intorno al secondo sistema d’arredo, progettato come un modulo multifunzionale, ovvero mobilio e al tempo stesso elemento architettonico. Più che immaginare scrivanie mobili, che nella realtà del loro utilizzo restano spesso non-mobili, la progettazione di questo sistema di arredo si basa sulla possibilità di variare la sistemazione dei team nel medesimo spazio, rispondendo alle esigenze dei diversi progetti sui quali si sta lavorando. Nello specifico troviamo nove tavoli dedicati alle postazioni singole, un grande tavolo dedicato alla postazione in team, e/o alla modellazione di grandi oggetti, e due lunghi piani di lavoro. Questi ultimi sono muniti sia di credenze, utili a riporre tutti gli utensili necessari, sia di lavandini, la cui presenza è motivata dal fatto che spesso si lavorano stampi di cera e di argilla.

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a distanza che separa i due piani da lavoro e i diversi tavoli è pensata e calcolata in modo da permettere sia privacy che condivisione e il risultato è una corretta circolarità e fluidità di percorso lungo tutto lo spazio.

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LAVORAZIONI PESANTI

na seconda parete vetrata, munita di ampie porte per il trasporto di materiali e prototipi dalle grandi dimensioni, divide la zona del lavoro di fino da quella del lavoro pesante. In questa si concentrano e comunicano nel medesimo spazio i reparti di animatronics, carpentery e mold making. Dopo la fase preliminare di studio qui entra in campo la parte meccanica, elettronica, robotica. Supportato da tutte le tecniche per una finitura realistica, Makinarium concentra infatti le sue risorse tecniche anche nella creazione di movimenti realistici. Le diverse meccaniche del metallo, dell’alluminio, delle resine e della plastica di ogni tipo, sono costantemente riviste per poter eseguire nel miglior modo possibile, le realizzazioni di animazione dinamica.

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o spazio di lavoro è scandito al di sotto del terzo monolite: un grande deposito sospeso, che permette di immagazzinare i materiali da lavoro e di riprenderli quando piÚ fa comodo, grazie ad un montacarichi montato a parete sul fondo della stanza. Sospendere il magazzino, attraverso quattro travi scatolari in acciaio incastonate nei muri portanti, permette di sfruttare al massimo lo spazio a terra: due grandi piani da lavoro ancorati a parete ospitano i diversi macchinari necessari in questa zona. Dalle troncatrici da banco, al trapano a colonna, al tornio, alle stampanti 3D, alla parete aspirante per le verniciature e via dicendo. Per il rivestimento del monolite abbiamo deciso di ispirarci al concept art di Makinarium: da qui la scelta di pannelli in rame, ancorati alla parete di cartongesso con una sottostruttura metallica.

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RELAX, POST PRODUZIONE

pazialmente anche quest’area si sviluppa intorno alla presenza del quarto e ultimo monolite, quello dedicato agli uffici della post-produzione. La necessità in questo caso era quella di avere uno spazio isolato dalle varie contaminazioni di suoni e illuminazioni. Questo grande monolite ospita al suo interno dodici postazioni computer, distribuite su due grandi tavoli. La maggior parte della ricerca di Makinarium prende vita in questo spazio: tecniche di pre-visualizzazione e programmazione del software di gestione, metodi di supporto per raggiungere il puro VFX e la loro migliore integrazione con gli effetti ottici e pratici. L’uso di scanner di luce strutturati, droni di fotogrammetria e sensori di movimento coadiuvano il lavoro di artisti 3D e CGI che è alla base di molte soluzioni complesse.

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l di sotto del monolite della post-produzione si sviluppa l’area di supporto: un biliardino, dei divani, delle nicchie dedicate ai momenti di riposo, un piano cucina e dei tavoli per mangiare permettono ai membri di Makinarium di dedicarsi dei eventuali momenti di riposo durante le ore lavorative.

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Un progetto che inizia nello spazio bianco della carta, dove è una linea a definire il corpo dell’edificio, l’articolazione dello spazio. Un progetto che continua nelle sue sezioni minimali, dove una calibrata gerarchia di pieno e vuoto, di spazio pubblico e privato, si traducono in un esempio di poetica spaziale che costruisce lo spazio rendendo protagonista il suo negativo.

ATELIER L ATELIER | ZONA LAVORO

Un progetto estremo che ha come base fondante l’atto dello scavo, il togliere materia, la sottrazione di volumi ad una forma predefinita. Dando così forma e presenza al vuoto, vero elemento ‘costruttore’ del progetto. Il tutto si traduce spazialmente in una chiara partizione: il fronte dell’edificio, completamente svuotato dal precedente solaio e nuovamente riempito, piano per piano, da pedane di diverse forme, è dedicato ad una zona pubblica espositiva. Il fronte posteriore resta invece pieno, e viene dedicato alle stanze private degli artisti. L’operazione risulta vincente e suggestiva a livello compositivo, e funzionale al momento della fruizione. Gli ultimi due piani sono invece dedicati agli spazi comuni: al quinto piano una cucina e una zona living da vivere in comunità; al sesto un grande lucernario illumina l’atelier degli artisti, questa volta uniti nel medesimo spazio di lavoro.

CUCINA| ZONA LIVING

EXPO

Il progetto si pone, come altro obiettivo, quello di far risplendere l’architettura precedente del grande Adalberto Libera. Ecco perché è il precedente setto murario a tracciare la linea di suddivisone degli spazi. La trasparenza visiva generata della griglia Keller, rivestimento delle pedane espositive, e i giochi di luce, proveniente dalle aperture in facciata, che irrompono nello spazio, generano un volume scavato, astratto e assoluto. Le imponenti travi in acciaio, supporti strutturali delle pedane espositive, e il suggestivo corpo ascensore contribuiscono, nella loro ‘indifferenza’ rispetto agli elementi architettonici preesistenti, a raggiungere un effetto straniante e a rendere l’apparire dello spazio qualcosa tra il metafisico e l’onirico.

PEDANE ZONA EXPO

ASSONOMETRIE

PIANO

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PIANO

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PIANO

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SEZIONE

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RENDER

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MANIFESTO

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BADGE

BIGLIETTO

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