portfolio_Giulia Biagini

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GIULIA BIAGINI

ABILIT À

Interior Designer

Autocad

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Rhinoceros ••• 21 Novembre 1995, Viterbo (VT)

Tel. E-mail Instagram LinkedIn

3928895381 giuliabiagini@ied.edu Giuli Giulia Biagini

3DS Max

ESPERIENZE LAVORATIVE

PERCORSO

- 2014\ 2015

- Settembre 2016 \ Giugno 2019

Au pair a Londra

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Votazione: 110 e lode\ 110 - 2015\ 2016

Pacchetto ADOBE Photoshop

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Illustrator

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Indesign

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Premiere

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IED Roma

Assistente alle comunicazioni presso “Agriturismo Villa Torriti”

- Settembre 2015 \ Giugno 2016 UNITUS Università di lingue degli studi della Tuscia

Via Solunto n.4 Roma (RM)

After effects ••••

- Ottobre 2014 \ Luglio 2015 English college Cambridge school

LINGUE Italiano

Madrelingua

Inglese

B2

- Giugno 2014 I.I.S. Francesco Orioli Votazione: 94\100


Da sempre appassionata di architettura e design di interni, ho deciso di intraprendere il percorso di studi presso lo IED Roma. Nel corso di questi tre anni, ho partecipato a molti workshop interessanti, interni ed esterni all’ università. L’ultimo, “Excellence”, di cui io e il mio gruppo abbiamo ricevuto il primo premio. Ho partecipato per due anni di seguito all’ OPEN HOUSE di Roma. All’interno dello IED, abbiamo lavorato con “teatri di vetro” i quali ci hanno insegnato a creare diagrammi di carta e “digital detox”, con i quali abbiamo affrontato temi attuali ed interessanti. Ho vinto una collaborazione con lo IED, partecipando a 100 ore come borsista all’interno dell’istituto. Mi definisco una ragazza solare, e mi piace lavorare in gruppo. Credo di avere ottime capacità di problem solving. Nel tempo libero mi piace visitare città e musei d’arte.

INDICE 1. Diorama 2. Reminescenze 3. La Strada 5. Macro 4. Digital Detox 5. Fotografia


DIORAMA

Il diorama è una scenografia in scala ridotta che, all’interno di una scatola aperta da un lato, ricrea ambientazioni fiabesche o mitologiche attraverso un fondale dipinto e microsculture. Al di là di un vetro che chiude questo spazio magico, un insieme di viste dipinte, per effetto di prospettiva e giochi di luce, dà allo spettatore l’illusione di un panorama naturale e sfaccettato. Diorama, quindi, come involucro che racchiude in sè sfumature e rumori della vita e del suo palcoscenico. Dal concetto di diorama prende il via una riflessione sullo spazio pubblico inteso come teatro delle interazioni umane: un luogo in cui le percezioni spaziali sono scandite da incontri passeggeri e fortuiti in grado di innescare esperienze e generare ricordi. A

partire

da

questa suggestione, il progetto intende riprodurre all’interno dell’edificio la complessità compositiva tipica della città: attraverso elementi che si ripetono modularmente si dà forma ad una composizione articolata, in cui luci ed ombre, pieni e vuoti, configurano lo scenario di un luogo complesso e variopinto.


PREESISTENZA

Il progetto di tesi, con committenza la regione Lazio, prevede l’intervento nel padiglione XVIII dell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà. È un operazione di recupero dell’edificio, nel quale viene richiesto dalla committenza di progettare uno spazio che possa accogliere un cohousing di padri. L’operazione, a fine sociale, prevede la suddivisione degli spazi in modo che siano facilmente fruibili dall’utente. Si tratta di creare uno spazio adatto alle loro esigenze, con spazi privati, in condivisione e pubblici.


INTERVENTO

1. LAYOUT INIZIALE

2. DEMOLIZIONE DEL SOLAIO INTERMEDIO

4. INCISIONE

Incisione dei tre volumi per realizzare i collegamenti verticali

Realizzazione di uno spazio a doppia altezza che diventa il Viale Principale

6. AGGIUNTA DI NUOVI VOLUMI 3. LE TERRAZZE

Aggiunta di volumi che diventano le Terrazze in affaccio sul Viale Principale

5. LE SCALE

7. LAYOUT FINALE


RICOSTRUZIONE


VIDEO


MODELLO


REMINESCENZE

A Roma, a partire dal 1949, sulle direttive della legge Fanfani, l’ente INA-Casa sarà incaricato di attuare il piano di incremento dell’occupazione della manodopera mediante la costruzione di case per lavoratori, potendo attingere alle sovvenzioni dello stato nonché a trattenute percentuali da parte dei lavoratori. Proprio al Tuscolano i progettisti diedero forma tra il 1950 e il 1956 al più esteso quartiere di edilizia sovvenzionata di Roma: il quartiere viene articolato in tre interventi differenti, tutti caratterizzati da un’estrema attenzione alla varietà delle forme e delle tipologie architettoniche. I tre interventi presentano comunque tra loro delle differenze: il primo Tuscolano mantiene un impianto tradizionale e cerca la varietà con la differenziazione dei singoli interventi edilizi; i due interventi successivi, invece, nascono in un ambiente di sperimentazione e tentano di definire una omogeneità interna all’intervento. È in questo quartiere che andiamo ad operare in un appartamento di 80 mq, nel quale cerchiamo di comprendere l’ambiente circostante, cioè il parco degli aquedotti e di Tor fiscale. Il committente è un giornalista di una testata italiana, che richiede uno spazio che sia versatile e funzionale in cui poter lavorare e vivere allo stesso tempo, stando a contatto con la sua famiglia.


PROGETTO


VIDEO\ RENDER


LA STRADA Il progetto prevede l’allestimento di una delle gallerie del museo MAXXI di Roma. La galleria scelta è stata la numero due. Ciò che risulta affascinante ed interessante di questa galleria, è che, oltre ad avere la parete finale inclinata di trenta gradi, la stessa è molto lunga e dà un senso di dinamicità a chi la percorre. Attraverso l’allestimento, si è cercato di rallentare questo percorso, che se effettuato in modo diretto sembra quasi scorrere via veloce alla vista dello spettatore, che arrivato alla fine non si rende neanche conto di averla percorsa tutta. Il percorso prevede una serie di strutture cubiche e di nicchie, che sono state divise per colori che dividono le opere catalogandole in: - Ambiente naturale - Il corpo - La casa - Urbanity\ la città - La società - Lo spazio scenico

Prima fase Seconda fase: integrazione volumi allestitivi Terza fase Lo sviluppo creativo ha fatto si che i volumi, inizialmente permettesero al fruitore un persorco molto più libero

Il concept, quello della strada, viene pensato proprio per la conformazione della galleria stessa, per i cubi che ci ricordano il percorso di una via principale di una città e la cromia della mostra, che guidano lo spettatore attraverso lo spazio, quasi come in una strada le insegne.

Il concept espositivo illustra una serie di volumi in scala di grigio che mostrano le opere in base ad una corrispettiva catalogazione; ambiente naturale, il corpo, la casa, urbanity la città, la società permette al fruitore di seguire una linea di percorso che lo fa rivivere attraverso il tempo e la storia, guidato da una cromia

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Pianta opere, zoning Disegno in scala 1:300


ALLESTIMENTO

7

9 Do Espirito Santo, Correçòesc

11 Maurizio Cattelan, Mother

16 Campo Baeza, Casa unifamigliare a Zahare

23 Vedova Mazzei, Climbing

36 Edward Joseph Ruscha

2

28

27 Armin Linke, Tokyo

37 Andreotta Calò Giorgio, Prima che sia notte

17 West Franz, Diwans 19 Peris Jorce, Allegretto II

AEREA LETTURA

AMBIENTE NATURALE

IL CORPO

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LA CASA

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LO SPAZIO SCENICO AEREA LETTURA

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URBANITY/LA CITTA’ IL CORPO

LA SOCIETA’ AMBIENTE NATURALE

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Sezione longitudinale AA’ Disegno in scala 1:100

1 Basim Magdy, Asyut

5 Do Espirito Santo, Senza Titolo

16 Campo Baeza, Casa unifamigliare a Zahare

10

AEREA LETTURA

AMBIENTE NATURALE

1

Sezione longitudinale BB’

5

IL CORPO

9

20 Lambri Luisa, Untitled

10

LA CASA

12

14

26 Musmeci Sergio, Concorso Internazionale di idee per lo stresso Messina 30 Alighiero Boetti, Mappa

23 Vedova Mazzei, Climbing

9 Do Espirito Santo, Correçòesc

LO SPAZIO SCENICO

20

31 Sou Fujimoto, Energy Forest

32 Lawrencw Weiner, New York 1942

35 Gabriele Basilico

37 Andreotta Calò Giorgio, Prima che sia notte

URBANITY/LA CITTA’

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URBANITY/LA CITTA’

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DETTAGLI

Il dettaglio qui illustrato rappresenta la modalità di costruzione delle nicchie che sostengono i modelli in mostra, illuminandoli. Attraverso un sostegno in acciaio , i modellini vengono sostenuti dalla struttura in cartongesso. Al di sopra, troviamo un celino in barrisol , retro illuminato da una luce LED. Questo permette l’illuminazione soffusa dei modelli. Le nicchie sono creati tramite la scavatura delle strutture cubitali.


MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma - nasce dal riassetto delle strutture capitoline deputate alla promozione dell’arte contemporanea. E’ dotato di due sedi: l’ex stabilimento industriale Peroni, progettato all’inizio del Novecento da Gustavo Giovannoni, una delle poche testimonianze di archeologia industriale nella capitale, che fino al 1971 ha ospitato le attività produttive della Società Birra Peroni. Nel 1999 è terminata la prima fase dei lavori di ristrutturazione e conversione del sito, che ha visto il recupero all’edificio principale composto da due corpi di fabbrica paralleli collegati da una costruzione che corrisponde al prospetto di ingresso. Il completamento dei lavori è stato assegnato al progetto Territori Sensuali di Odile Decq, a seguito del concorso internazionale indetto dal Comune di Roma nel 2000. L’altra sede è dislocata in due padiglioni del complesso edilizio dell’ex Mattatoio di Testaccio realizzato tra il 1888 e il 1891 su progetto dell’architetto Gioacchino Ersoch. Abbiamo visitato il museo diverse volte, allo scopo di capirne la struttura progettata da Odile Decq. A tal fine, abbiamo fatto disegni in luogo dal vivo, cercando di rappresentare lo stesso dal nostro punto di vista.



ASCOLTO Digital Detox Workshop 7-11 Maggio 2018 - IED Roma

DIGITAL DETOX Attraverso diverse parole, si indagava sulla disintossicazione della tecnologia. Lo scopo del progetto era lo studio di un modulo attto a creare relazioni non scandite dalla tecnologia. La parola qui analizzata è l’ascolto. Attraverso una gabbia di 4 metri per 4 metri, si attacca una tromba, che funziona da amplificatore e permette alle persone di sentirsi a distanza, creando connessioni anche tra sconosciuti. All’interno la gabbia è accessibile, ed è previsto uno spazio verde, in cui vengano amplificati anche i suoni della natura.

L’ascolto tramite la natura. Comunicare attraverso un elemento immerso in un luogo naturale che rende possibile la comunicazione. Essa stessa diventa l’elemento principale di distacco dai tecnologici mezzi di comunicazione odierni. L’elemento rende possibile anche una relazione tra due parti sconosciute e porta ad osservare l’interlocutore, cosa che, nonostante sia definibile un atteggiamento normale, nell’era della comunicazione digitale diventa non più troppo scontata.

Concept

Pianta 1:50


MODELLO


SALONE DEL MOBILE\ MILANO 2019 Le foto colgono due particolari della mia visita al salone del mobile 2019 molto diversi tra loro. La seconda e la terza, rappresentano l’installazione commissionata da Fondazione Prada per la sua sede di Milano, “Whether Line”, l’installazione multimediale di grandi dimensioni realizzata da Lizzie Fitch e Ryan Trecartin, l’opera rappresenta il primo risultato di un processo creativo, attraverso il quale i due artisti indagano il concetto di “nuova” terra promessa e l’instabilità intrinseca all’appropriazione territoriale. Gli artisti modificano questi spazi attraverso dislocazioni di tempo e memoria per esplorare le nozioni di frontiera e limite esistenziale, psico-sociologico e fisico. La prima, rappresenta una delle installazioni che mi ha colpito particolarmente, di Louis Vuitton “Objects Nomades” la quale, attraverso la collaborazione di alcuni dei designer più importanti del panorama mondiale, indaga forme di arredo “nomadi” come definisce il titolo mostra stesso.


LA STRADA \ MAXXI Se da un lato la strada viene intesa da Hanru come luogo fisico dove confluisco e si autogenerano le istanze psicologiche pertinenti alla sfera pubblica e privata di ogni singolo individuo, allo stesso tempo si tratta di uno strumento di rigenerazione urbana concepito e sviluppato da architetti urbanisti, designer e artisti che nei vari secoli vi hanno operato; nuove modalità di creazione artistica, di manifestazione politica, di innovazioni tecnologiche e di condivisione degli spazi che nei cosiddetti vuoti urbani hanno trovato la propria personale espressione, dalla creazione della nota trama a scacchiera delle vie di Manhattan di inizio Novecento fino alla Skycar City immaginata nel 2006 dallo studio olandese MVRDV dove le automobili hanno lasciato il posto a mezzi volanti. La mostra analizza alcune questioni fondamentali necessarie per chiarificare le nuove funzioni e l’identità della strada nel mondo contemporaneo: l’analisi storica delle propose teoriche e progettuali (Mapping), le azioni pubbliche (Interventions), l’attivismo politico (Street Politics), la vita quotidiana (Good Design), la comunità (Community) e il ruolo dell’istituzione (Open Istitutions). Le opere esposte sono oltre 200, 140 gli artisti presenti per raccontare in maniera multicuturale, variegata e innovativa del luogo dove si “inventa” l’era contemporanea.


GRAZIE


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