Roberto Colantonio
Lavorare in nero Breve manuale a tutela del lavoratore irregolare
Roberto Colantonio
Lavorare in nero ISBN 9788897776406 Š Iemme Edizioni 2013 Iemme Edizioni Via Costantinopoli, 53 | 80138 Napoli tel. 081 451358 | info@iemmedizioni.it Progetto grafico e impaginazione: Luca Mercogliano | luca@manifatturedigitali.it I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
al sogno di una cosa e alle mie sorelle
Indice
introduzione L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro… nero? prima parte La situazione del lavoratore irregolare
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1. Il diritto del lavoro: un tuo grande alleato 2. Un contratto di lavoro è davvero necessario? 3. “Mi offrono di lavorare senza contratto, che faccio?” 4. ”Quanti dipendenti ha il mio datore di lavoro?” Tutela reale e tutela obbligatoria 5. Per i lavoratori di imprese sino a 15 dipendenti 6. Per i lavoratori di imprese con più di 15 dipendenti
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6 bis. L’art. 18. Statuto dei lavoratori, prima e dopo la Riforma Fornero
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7. I Contratti Collettivi si applicano ai lavoratori in nero? 8. I diritti economici del lavoratore in nero
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9. Prepararsi alla causa 10. Impugnativa di licenziamento 11. La causa di lavoro per differenze retributive 12. I lavoratori in nero con partita iva
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12 bis. Il testo della riforma Fornero sui lavoratori in nero con partita Iva
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13. I lavoratori occasionali accessori 14. Emersione rapporto di lavoro in nero e maxi sanzione
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14 bis. La Legge n. 383/01 sull’emersione del lavoro nero, testo vigente
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Rassegna giurisprudenziale Link utili
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seconda parte La tutela del lavoratore irregolare
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro… nero?
1. Il “nero” che piace. A guardare i dati sulla circolazione di denaro contante, sull’evasione fiscale e sul lavoro irregolare si può senz’altro affermare che c’è un “nero” che piace. A tutti? Non alle categorie che ne fanno le spese e che si comportano correttamente. D’altro canto, le tesi assolutorie di datori di lavori, evasori, che non regolarizzano i propri dipendenti sono ben note e la crisi che dura dal 2008 c’entra non poco. Ognuno si formerà, se non l’ha già fatto, un’opinione. Questo, però, non è - e non vuole essere - un discorso moralistico. Non si hanno meriti o colpe quando non si può decidere. Non si può scegliere. Non possono scegliere i lavoratori dipendenti senza contratto, i cd. lavoratori in nero, che traggono il sostentamento loro e dei loro cari dalla retribuzione percepita senza busta paga, senza contributi previdenziali e spesso e volentieri in misura inferiore ai minimi garantiti per legge e con orari al di là di quelli normalmente previsti. Spaventati dall’esercito di disoccupati, inattivi, immigrati stranieri clandestini e non, che con disperazione attendono di poter prenderne il posto. Oltre alla “tentazione” dell’outsourcing, ovvero la delocalizzazione della produzione in Paesi dove il costo della ma-
introduzione
If you try black, you never come back Citazione di incerta attribuzione
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nodopera è “ridicolmente” basso. Vi sono delle aree geografiche nel Mondo dove, a confronto, persino la Cina risulta oramai essere diventata “cara”! Il dato di fatto da cui partire è che esiste lavoro nero e vi si ricorre così di frequente perché è economicamente conveniente, nonostante quanto si sia fatto e si faccia, a livello di leggi e di controlli, per debellare il fenomeno. Un lavoratore regolare in Italia costa praticamente il doppio, in imposte, contributi previdenziali e maggiorazioni varie su lavoro straordinario e simili rispetto ad un lavoratore in nero. Che svolge le stesse identiche mansioni. Capita anche che una stessa azienda stabilisca un rapporto tra dipendenti regolari e non, quasi rientrasse tra le scelte strategiche imprenditoriali. Creando peraltro un clima di tensione tra i lavoratori medesimi, distinguendoli in due categorie quando categorie non ce ne dovrebbero essere. La spiegazione non costituisce giustificazione. Perciò come punto di partenza del discorso che andrò a fare nel libro, se lavori senza contratto, non vergognarti, né devi colpevolizzarti. E, immediatamente dopo nell’ordine di importanza, non scoraggiarti. Sei appena all’introduzione del libro. Vi troverai molte cose che ti saranno utili.
2. Ma quanti sono i lavoratori irregolari in Italia? Perché non sei solo, tutt’altro. Un recente studio dell’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, disponibile gratuitamente on line sul sito www.istat.it, pubblicato il 31/10/2013 (dati riferiti a settembre 2013), riferisce di un tasso di disoccupazione generale pari al 12,5%, con un aumento di 1,6 punti rispetto ai dodici mesi precedenti, con drammatiche punte nel settore della disoccupazione giovanile. Per un totale di 3.194.000 disoccupati, senza contare i cd. inoccupati, neologismo coniato per definire le persone che hanno rinunciato a trovare lavoro e rendere le statistiche sulla disoccupazione meno preoccupanti. Il tutto a fronte di una forza lavoro occupata di 22.349.000 persone. Statistiche confermate dal rapporto annuale Censis divulgato nel dicembre 2013: “sono quasi 6 milioni gli occupati che nell’ultimo anno si sono
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trovati a fare i conti con una o più situazioni di instabilità e precarietà lavorativa”. Ma quanti sono i lavoratori in nero? E, prima di tutto, è possibile davvero calcolarli? L’Istat si rifà ad analisi indirette. E non potrebbe fare diversamente. Il lavoro in nero è detto lavoro sommerso per una ragione ben precisa: come per gli iceberg ne vediamo soltanto la punta. I lavoratori irregolari sono “silenziosi”, non scendono nelle piazze, non organizzano proteste. E gli imprenditori che li impiegano non vengono certo a vantarsene in pubblico. Per un’analisi indiretta si fa così: si prendono dei dati certi per ricavarne uno incerto. Nella nostra equazione, il numero della forza lavoro, intesa come la popolazione attiva di età compresa tra i 15 e i 74 anni - ci spiega l’Istat -, e si sottrae a questo numero il totale degli occupati. Meno ancora il numero degli inoccupati, che un lavoro non lo vogliono, ammesso e non concesso quanto libera sia davvero una scelta simile. La differenza che rimane è comunque notevole: 2.600.000 lavoratori in nero. (Cfr. Stima Istat per l’anno 2009, pubblicata nel 2010, quando la attuale Crisi era in fase ascendente). Sarebbe più corretto dire, non meno di 2.600.000 lavoratori in nero. Oltre due milioni e mezzo di persone privi di qualsiasi stabilità lavorativa e che possono aspirare, dopo un’intera vita a lavorare, quanto se non più dei loro colleghi “in bianco”, alla pensione sociale minima. Partiamo da qui. Per arrivare, alle pagine che seguono, con linguaggio semplice – perché le norme devono essere comprensibili a tutti – e senza vittimismi – che servirebbero a poco – al cuore del problema.
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3. Cosa troverai in questo libro. Nella prima parte di questo libro, partiremo dalla situazione per com’è. Lo status giuridico di un lavoratore irregolare. Un lavoro irregolare ti priva di molti dei tuoi diritti, ma è comunque un lavoro e tu sei, più del lavoratore assunto, il contraente debole. Se sei pagato e non hai altre offerte di lavoro, devi fare tutto quello che è nelle tue possibilità per conservare il posto.
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Nella seconda, parleremo di come puoi tentare di cambiare le cose. La tua tutela. Prepararsi alla causa. Raggiungere un accordo. Impugnare il licenziamento. Iscrivere a ruolo una causa di differenze retributive. Denunciare la situazione all’ispettorato del lavoro. Ho spostato i testi normativi in appositi capitoli “bis”, da consultare ad una seconda lettura del libro, per approfondimento. Come vedremo, non sempre è possibile ottenere la costituzione di un rapporto di lavoro regolare – dipendeva prima della Riforma Fornero dal requisito dimensionale dell’azienda e da cosa quest’ultima ha poi stabilito, rimescolando le carte – ; puoi comunque tutelarti contro un licenziamento, richiedere una congrua indennità risarcitoria e-o agire per il pagamento delle differenze retributive e il trattamento di fine rapporto. Troverai nel libro la risposta ai quesiti più comuni, ma non per questo meno importanti, che si pongono tutti i lavoratori in nero. In appendice, una rassegna giurisprudenziale sul lavoro irregolare. La lettura delle sentenze è un’attività da incoraggiare nei cittadini. Ogni causa fa storia a sé, ma sono ben pochi i casi non sottoposti all’attenzione del Giudice del lavoro negli ultimi quarant’anni. Quarant’anni a partire dalla legge n. 604 del 1966, con la creazione di un diritto del lavoro autonomo rispetto alla visione del codice civile, un argomento sui cui vale la pena tornare. Fino alla Riforma Fornero e alle sue ultime modifiche.
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