ALESSANDRO SENATORE
Volevo scriverti frasi d’amore
A mia madre e a mio padre A mia moglie Giovanna Ai miei figli Marco e Claudia
La poesia di Alessandro Senatore è un viaggio, un cammino, una ricerca di attimi e passioni da fermare dentro e fuori di sé, nella meraviglia del creato, nelle increspature delle correnti marine, negli orizzonti che ramificano prospettive e ricordi. Ma il suo viaggio nell’anima, come quello quotidiano della vita ha un incipit chiaro: l’amore che si fa scopo e méta di ogni passo. La ricerca poetica di Senatore comincia infatti dal suo cuore, dai palpiti provati, sentiti per la sua donna, quell’unicità del sentire, dell’essere e della pelle che fa scrivere a Pablo Neruda: “Non assomigli più a nessuna da quando ti amo”. Come quella di Neruda, anche la passione di Senatore si fa unica ed irripetibile: travolge, completa e riempie, si fa porto per il naufrago e pienezza del sentire. È un inferno della carne che convive con l’estasi della tenerezza, fino a diventare una sola cosa: “Ed è per Te / che invadi i miei pensieri / e graffi la mia mente / che la mia vita / è una danza / tra / paradiso e inferno”. Un amore che vuole essere saziato, ma anche straziato dalle tenerezze: “Baciami / e dimmi che mi amerai ancora. / Troppo tempo è passato / e io ho fretta di vivere”. Amore e vita diventano sinonimi e lo sguardo del poeta si ferma nei dettagli, come l’attimo rubato ad un profilo che in silenzio si racconta: “I tuoi sogni, / vele bianche / che tagliano il mare”. Un amore che vuole essere icona, porto o faro del viaggio: “…fai di me / naufrago esausto / tra le tue braccia”. Ma anche un amore incapace di ferire o fare del male, anche quando sembra dividere, allontanare per farsi polpa di fico 6
d’india: “Sarà per questo / che non ti lasci accarezzare, / temi che la tua pelle, / come buccia di spine, / mi possa far male”. È con questo amore nel cuore che Senatore si specchia e respira l’armonia dell’Universo. La ricerca del poeta si sposta nel fuori, nell’incanto e nei misteri della natura. Il poeta si lascia così travolgere e carezzare dal vento, dai suoi silenzi irreali: “Un tuffo / giù nel mare profondo / e il corpo squarcia il blu dell’infinito”. Mare e cielo si confondono, fino a farsi un unico che avvolge e protegge. La natura spiega, insegna, regala leggerezza, una gioiosa armonia: “Arriverà scherzosa la brezza marina / a spettinare le chiome degli alberi / e colorare di bianco le onde del mare”. Ma il mare è anche la voce che trattiene i ricordi e, a volte, lascia il sapore amaro della salsedine sulle labbra, il sapore della nostalgia. I ricordi allora riemergono dal profondo, dai fondali sabbiosi, come il gioco innocente vissuto dal poeta con i figli, quel semplice trasformare una canoa in un galeone che cerca pirati: “Il mio remo taglia ora le onde / mentre navigo solitario su quella canoa / che mai più sarà / quel galeone / che solcava i mari / a caccia di pirati”. La nostalgia può farsi assedio, eco di una solitudine esistenziale che lascia i suoi segni: “Sotto la pioggia di stelle cadenti, / l’assedio dei ricordi, / la nostalgia del tempo passato / il dolore di un respiro profondo / l’urlo soffocato di chi è solo”. Amore, armonia, nostalgia e solitudine, il cammino continua tra conoscenza ed incanto dei luoghi, in modo particolare l’Avana, così cara al poeta: “Gioiosa danza di velluto / di corpi meticci, / misteriosamente attratta da quell’azzurro orizzonte / che segna il confine / ed esorta al viaggio”. Navigare è l’imperativo categorico di Senatore, tra i flutti, le maree, le tempeste e l’estasi dell’anima facendo i conti con la gioia e la solitudine, 7
l’amore e il dolore: “Pulpiti di dolore, / di urla soffocate / di storie sbagliate / di amori finiti / di diritti negati. / Discorsi spezzati / di maschere parlanti / ingenue e bugiarde”. Qui le consapevolezze lasciano segni e cicatrici sulla pelle ed inevitabilmente trascinano il poeta nelle correnti calde della malinconia. Federico García Lorca ha scritto: “Arrivò l’Assenza con la sua amarezza. / L’Anima penetrò nel cuore”. Il fuori spesso racconta ingiustizie, sconfitte, arrese, il peso della finitezza, ma anche consapevolezza di sé, di ciò che si è: “Siamo piccole barche che navigano, / lentamente, / nel mare sconfinato. / Buono è il legno / e ottimi furono i maestri d’ascia / che, / al tempo, / ci forgiarono”. Lo sguardo del poeta non resta indifferente alle sofferenze degli altri, ai baci negati, all’amore incompreso, alla solitudine di un’intera generazione privata del futuro, della speranza: “Resto qui / nella stanza / a sprecare il mio tempo sbagliato / mentre i giorni uguali / se ne vanno via”. Senatore predilige il verso libero, senza orpelli retorici, illuminato da allegorie convincenti. La sua è una poesia immediata, d’impatto emotivo che ferma il momento per afferrare l’eterno. La sua è una ricerca vitale, un viaggio che continuerà: “Porterò con me / i raggi rossi del sole / per ripararmi dai venti freddi della notte, / e cercherò la mano sicura / di chi mi ha sempre amato, / prima di riprendere il cammino”. Elena Varriale
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poesie che parlano d’amore
volevo scriverti frasi d’amore Volevo scriverti frasi d’amore ma i miei pensieri, bugiardi, volavano via. Avrei voluto sussurrarti dolci parole che accarezzassero il tuo corpo ma i suoni che riecheggiavano non si coloravano d’amore. Irresistibile forza della natura, dolce, sensuale, distante, per me irraggiungibile sogno il tuo sguardo sconvolto e il tuo respiro affannoso. Quel che resta della tua innocenza mi incendia, il tuo disincanto mi istiga, la tua bellezza mi assale, ed io profondamente turbato dalla tua essenza, incapace di provare amore, taccio.
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sei apparsa silenziosa Sei apparsa silenziosa, come il battito d’ali di una farfalla. E da allora che, a tratti, respiro di te che sai di tempesta, di mare profondo, di sguardi silenziosi.
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solchi di vinile Ci sono tracce di te nella mia vita. Ovunque. Attimi eterni impressi sui muri delle città. Le strade, come solchi di vinile, mi restituiscono, in ogni dove, la tua voce. Dovunque sia stato il tuo volto di spettatrice assente mi ha sorriso. Sui lidi di Cartagine ho sentito l’odore della tua pelle, per le strade dell’Avana la tua struggente assenza. Dolce compagna di lunghe attese solitarie, muoio all’idea di una vita dolente senza te.
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è ancora notte Giù in strada è ancora notte e lì, lontano, il mare è ancora buio. La notte, con il suo sapore di aria bagnata, a poco a poco svanirà. Il sole scalerà la Montagna, e cancellerà le avverse luci dell’oscurità, sottili e taglienti come pugnali, e con l’azzurro riapparirà il mondo. Tra le lenzuola bianche distesa al mio fianco c’è lei, col suo viso che non invecchia. Tra veglia e sogno provo a dormire, incapace di immaginare una vita senza lei.
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le mie parole Le mie parole, domani, voleranno via. Lontano. Ma quando vorrai le ritroverai nelle strade dimenticate che conducono alla Cattedrale, o sulle mura, assediate dall’oceano, sazie di salsedine. A me non resterà altro che scrutare dal cielo le luci, che a mille e mille ancora, di notte scacciano via le tenebre dall’Avana, per cercare quella più preziosa che, dolce, illumina il tuo viso, prima di annegare nel buio dell’oceano.
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mi nutro di te Mi nutro di te, dei tuoi silenzi, dei tuoi piccoli gesti che conosco. Vivo di te, che sei come il mare, che anche d’inverno modella la roccia. E per te tremo, che affronti la vita come una gazzella impaurita che, di notte, si reca alla fonte.
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dolce vertigine Ti basta un attimo per catturarmi e sono dentro i tuoi occhi, prigioniero di te. Dolce vertigine, abisso di luce precipito dove vola la notte, e piango l’inganno del tuo sguardo.
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indice
poesie che parlano d’amore pag. 11 volevo scriverti frasi d’amore 12 sei apparsa silenziosa 13 solchi di vinile 14 è ancora notte 15 le mie parole 16 mi nutro di te 17 dolce vertigine 18 sudore e pelle 19 la tua complice resa 20 le luci tremanti 21 riempimi di baci 22 di vento il respiro 23 i tuoi baci negati 24 un attimo 25 i tuoi sogni 26 rosa di gerico 27 per te 28 nuda 29 il dono infinito 30 spiaggia senza vento 31 naufrago esausto 32 polpa di fico d’india 33 come ape su un fiore
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poesie che parlano dell’estate l’estate mi appare di silenzio irreale a caccia di pirati gioiosa armonia eterna cantilena notte di san lorenzo per i sentieri di montagna ai piedi del bosco di bianco l’azzurro pioggia d’estate giunsi stanco ultimi giorni d’agosto la linea curva dell’orizzonte la luce di settembre sicilia malecon una vecchia chevrolet avana sidi bou said
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poesie malinconiche dolce malinconia come piccole barche gli amici di sempre le spalle curve a mio padre solo nella stanza amari fossati antichi sacerdoti adesso ho paura pulpiti di dolore tiepidi raggi di sole dove tutto tace rassicuranti abitudini l’inganno delle parole oltre la siepe giovani vite prima di riprendere il cammino
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PANTONE
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ALBERTO CORBINO
Poesía de la Reína 7476
SALVIO FORMISANO
L’accordatore di destini 7683
ALBERTO CORBINO
Questo è un bel libro 877
FRANCESCO VELONÀ
Buio blu 194
SERGIO CALIFANO
Spartito doppio 327
VINCENZO GAMBARDELLA
Scricchiolii 7496
LUCA OTTOLENGHI
Questa terra 127
CARLO NICOTERA
Lettere dal Faro 032
FRANCESCO PUCCIO
Rosso Lupo 669
ROSARIO BOENZI
Una sera di luglio 578
CARLO NICOTERA
Gli orti della Sirena
finito di stampare per conto di Iemme edizioni nel mese di ottobre 2018 presso Vulcanica – Nola (Na)