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INCHIESTA
Restiamo aperti
La sfida più difficile non è riaprire ma fare in modo che la scuola resista alla pandemia e conviva con il virus senza nuove chiusure Il primo ostacolo sono i trasporti e non è solo un problema di capienza Saranno sufficienti bus e pulmini? Riusciremo a garantire a tutti di andare a scuola? A pochi giorni dalla riapertura si corre ai ripari, ma ancora non ci sono certezze su bidelli, maestre e prof per aumentare le classi e garantire il distanziamento. Non solo lezioni, c’è da gestire l’arrivo e l’uscita, l’intervallo e l’accesso alla toilette e ci sono ancora tanti interrogativi a cui studenti, famiglie e corpo docente dovranno dare una risposta
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La sfida più difficile, quella che è indispensabile combattere. Chi vincerà ancora non lo possiamo sapere, ma l’apertura delle scuole è ormai ad un passo. La data dell’anno scolastico più difficile della storia è quella del 14 settembre. Abbiamo passato mesi a dibattere sul come, ancora molte nubi sono più che all’orizzonte, sopra la testa di studenti e insegnati. La scuola è l’architrave della
cittadinanza e si potrebbero sprecare paginate di retorica sull’importanza dell’istruzione per il funzionamento della nostra società, della democrazia e del mondo del lavoro, ma noi vogliamo essere molto più terra terra, la scuola è la regina del palinsesto quotidiano di tante famiglie. Senza la scuola ci sono babbi e mamme che devono occuparsi direttamente dei figli e quindi non possono dedicarsi al lavoro, se sono dipendenti possono beneficiare di congedi o di misure ad hoc, ma per tutta quella fetta di lavoratori atipici, imprenditori e partite iva si tratta di un guaio. È anche per questo motivo, dopo una crisi economica che ha fatto precipitare di 20 punti la produzione industriale in provincia di Arezzo, che la riapertura della scuola veste anche il significato della ripresa. Il primo passo per la riapertura della scuola è quello di verificare accuratamente lo stato di salute dei propri figli. All’ingresso non ci sarà misurazione della febbre, così, salvo diverse indicazioni degli enti locali, la febbre andrà misurata a casa e andranno anche valutate tutte quelle condizioni (raffreddore e tosse) che possono non accompagnarsi a temperature sopra i 37 gradi, ma che costituiscono sintomatologia respiratoria.
Non c’è posto per tutti, ma chi è che resta a piedi?
Mentre andiamo in stampa ancora non è chiaro quante persone potranno salire sui bus e sui pulmini, gli ultimi appelli chiedono di salire dal 60% all’80% della capienza massima. Di certo in pullman o sul pulmino si potrà salire con mascherina, da comprendere se i gestori metteranno a disposizione dei dpi per i viaggiatori smemorati, oppure se dovranno lasciarli a terra. La questione non è di poco conto perché la stragrande maggioranza degli studenti è minorenne. Inoltre c’è un’altra criticità dietro l’angolo, se i bus non garantiscono il trasporto della totalità degli utenti/ studenti, chi decide chi non può salire? Inevitabilmente saranno gli utenti delle fermate più vicine al capolinea a rischiare di restare a piedi. Se il bus transita già all’80% della capienza tirerà dritto e l’unica speranza è che ne sopraggiunga un altro. Altra piccola novità dell’anno scolastico 2020/21 è quella della settimana corta delle scuole superiori. Salvo che all’istituto Giovanni Da Castiglione, le lezioni ci saranno dal lunedì al venerdì, ma cambieranno gli orari, a Cortona, Foiano e alle Capezzine si entrerà prima e uscirà dopo, ma di questo parleremo più avanti. Partiamo proprio dal Tpl (trasporto pubblico locale) che oltre a fare i conti con i protocolli del comitato tecnico scientifico, in Toscana ha il suo bel da fare con la matassa del passaggio di gestore. Ad agosto la Regione Toscana ha firmato il contratto di servizio con Autolinee Toscane, il soggetto che dovrà subentrare agli attuali gestori, battuti nella famosa gara bandita anni fa. Sul caso è aperta anche un’inchiesta della magistratura, ma al di là dei risvolti giudiziari, non è ancora chiaro quando avverrà e se avverrà mai questo passaggio di consegne, nel frattempo la Regione si è coperta le spalle ed ha dato un ordine di servizio al vecchio consorzio di gestori. Di fatto sarà Tiemme per il territorio aretino ad organizzare il trasporto pubblico locale e quindi anche le corse degli studenti. Intanto si fanno i conti e in provincia mancano circa 20 pullman extraurbani, le corse erano già sature un anno fa prima che scattasse la pandemia e quindi a spanne serve un autobus in più ad ogni «giro di giostra». Lo scorso 31 agosto la Regione ha deliberato di destinare 3 milioni di risorse aggiuntive al sistema del tpl regionale. Si tratta di un fondo che servirà per finanziare servizi aggiuntivi straordinari da svolgere anche con il ricorso ad autobus o altri mezzi privati ordinariamente non adibiti a trasporto pubblico. In altre parole per i gestori è impossibile far fronte ai servizi con mezzi e personale propri, pertanto potranno affittare bus e conducenti ad altre società di trasporto locale. Ma non è finita qui perché la stessa Regione, dopo aver firmato il contratto di servizio con il nuovo gestore, per le vicende giudiziarie collegate alla gara – ha adottato nei riguardi del vecchio gestore che raccoglie le attuali aziende di servizio, un decreto che impone con atto d’obbligo la continuità del servizio di tpl per il mese di settembre. La vicenda infatti ora è ferma al tribunale civile, dove vecchi e nuovi gestori si confrontano sul passaggio dei beni. Ma non è finita qui perché poi ci sono i pulmini dei Comuni, le criticità nel nostro
NON SOLO COVID I lavori nei plessi scolastici (qui siamo alla scuola media di Castiglion Fiorentino) riguardano anche gli infissi e quindi vanno a migliorare ad incidere su sicurezza e risparmio energetico. Tuttavia, a causa della pandemia è necessario garantire maggiore aerazione nelle aule, per questo in alcuni casi viene cambiata l’apertura delle finestre in modo da ridurre l’ingombro delle ante.
C’È POSTO PER TUTTI Si va di corsa per evitare di lasciare qualcuno a piedi, la capienza massima sugli autobus sale all’80% e il resto? La Regione ha stanziato 3 milioni di euro per fare in modo che le ditte di autotrasporto possano affittare mezzi e conducenti per garantire il servizio. Al momento in Valdichiana mancano almeno 5 corse, senza pensare alla direttrice per Arezzo.
territorio non riguardano i territori più piccoli. Qui il principale ostacolo è dovuto al limite massimo di 15 minuti di circolazione in piena capienza. Nei territori più piccoli, come Foiano, Lucignano e Marciano, si è risolto cambiando il percorso e facendo prima le fermate più distanti, in altri casi ci sono volute iniziative drastiche. A Castiglion Fiorentino il Comune ha chiuso le iscrizioni al servizio in anticipo rispetto agli anni precedenti, anziché tre proroghe sulla data di scadenza ne sono state concesse due. Il risultato è quello di una riduzione degli utenti. A Cortona mentre andiamo in stampa la questione dà grattacapi al Comune.
Le classi non sono più quelle di una volta
In giro per la Valdichiana le scuole più vecchie ritrovano l’antica conformazione, quelle che avevano le aule divise le vedono riaperte. Accade alle medie di Castiglion Fiorentino dove sono stati buttati giù due tramezzi, ma anche a San Pietro a Cegliolo di Cortona (foto sotto, con il preside Alfonso Noto). Anche qui per ottenere maggiore spazio due aule di un asilo sono diventate una cosa sola, ma ci sono anche interventi di moltiplicazione dei volumi. È per questo ad esempio che al Galileo Galilei di Foiano sparisce il refettorio e spuntano due aule, oppure a Lucignano dove il consiglio dei docenti si fa in San Francesco perché lo spazio originario è diventato un’aula. Addio aule magne, tutte a disposizione della didattica, resistono pochi laboratori, molti vengono trasformati in spazi per le lezioni. Alla riapertura gli studenti non ritroveranno le aule come le hanno lasciate, molto spesso la lavagna viene spostata dal lato originario (quello più corto) a quello della porta, quello più lungo. Si cerca di sfruttare lo spazio in orizzontale e quindi di garantire il distanziamento riducendo al minimo la perdita di posti disponibili. Sulla scissione delle classi numerose, tutto dipende dal personale aggiuntivo, richiesto dai vari istituti secondo le necessità e sul quale – mentre andiamo in stampa – ci sono solo verbi condizionali. Conto alla rovescia anche per l’arrivo dei nuovi banchi monoposto, rispetto ai boatos del dibattito estivo nel 99% dei casi gli istituti scolastici hanno ordinato banchi tradizionali in legno. In tutta la Valdichiana saranno stati ordinati 50 banchi con le ruote, quelli così tanto chiacchierati, che andranno nei laboratori e che comunque verranno utilizzati in futuro. Qui l’unica incognita è quella dei tempi di consegna, dal canto loro i Comuni si sono impegnati negli allestimenti dei locali mensa e per questi ordini, che vanno in coda a quelli del commissario nazionale, ci vorrà ancora più pazienza. In alcuni casi, vuoi per il numero elevato di alunni, vuoi per le misure ridotte, l’aula non può essere utilizzata e l’edificio scolastico non è sufficiente ad accogliere tutte le classi. È quello che è accaduto a Castiglion Fiorentino dove cinque classi della scuola media sono state trasferita all’ex Margaritone. Ancora una volta il plesso che si trova dietro la scuola elementare Ghizzi riprende vita. Era già accaduto alcuni anni fa con i bambini della scuola dell’infanzia Brogi durante i lavori. E così i vecchi edifici scolastici in disuso diventano oro colato, allo stesso modo le piccole scuole di campagna di Castiglion Fiorentino e Cortona, spesso con ampi spazi rispetto al tasso di natalità, si riscoprono tremendamente alla moda. A Lucignano in soccorso alla scuola dell’infanzia, la conclusione dei lavori slitta a fine ottobre, arrivano i locali Aism nella zona dei Girasoli, è qui che per tutto il prossimo mese troveranno spazio 70 bambini, prima del rientro alla Pieve Vecchia.
Si riparte con le lezioni «vere», quelle in presenza
La didattica a distanza viene ridotta al minimo. Oltre che per i corsi di recupero, solo alcune classi quinte delle superiori ne faranno uso. Ad esempio l’istituto Signorelli di Cortona a cui mancano tre classi, una in più le è stata concessa dal Comune a canone zero, ma gli spazi pubblici in centro sono tutti occupati. Per questa ragione la scuola farà fare i turni a rotazione ad alcuni maturandi. Inoltre c’è la novità della settimana corta e qualche classe potrà recuperare le ore del sabato anche con lezioni a distanza il pomeriggio. La scelta della settimana corta è stata sposata anche a Foiano e alle Capezzine, dove i ragazzi che soggiornano nel campus si godranno un weekend più lungo a casa. La scelta non è andata in sincronia in tutto il territorio perché a Castiglion Fiorentino gli studenti delle superiori il sabato continueranno ad andare a scuola. Il risultato sarà qualche grana in più per il gestore dei bus, orari più dilatati dal lunedì al venerdì e servizio da garantire anche il sabato. Ve la ricordate la storia degli ingressi/uscite scaglionate? Ecco, non è roba per scuole di campagna, la misura può tornare utile nei grandi centri urbani, qui le percorrenze sono abbondanti.
La mascherina nuova protagonista del corredo
Le scuole ne riceveranno in quantità dal Ministero, sono previste anche quelle trasparenti per gli insegnanti che a quanto pare, con la distanza di due metri dai banchi potranno non utilizzarle. Per il «sostegno» invece è previsto l’uso di visiera, visto che in questo caso il rapporto docente-alunno è ravvicinato. Gli studenti arriveranno in mascherina e solo una volta seduti al loro posto potranno toglierla. Ogni volta che ci si alza, la mascherina va rimessa. La ricreazione? In gran parte degli istituti si farà in classe e per andare in bagno si faranno i turni, il bidello diventa un piantone della toilette e se ci sono quattro bagni, non potranno entrare più di quattro persone alla volta. Si formerà una coda? L’indicazione è quella di non prevederla e quindi si dovrà attendere in classe e chissà se qualcuno nel frattempo non si inventerà una app. Per la stessa ragione, la febbre non sarà misurata all’ingresso della scuola, sarà compito delle famiglie tenere a casa bambini e ragazzi che mostrino sintomi. Altra questione è la distinzione fra Covid19 e altre malattie, come il raffreddore e la classica influenza. La Regione Toscana ha allo studio la gratuità per il vaccino antinfluenzale per studenti e personale scolastico. Secondo molti studi, in una situazione pandemica, frenare un virus (come quello della nuova influenza) rallenta anche la diffusione di tutti gli altri. Il valzer della quarantena. Cosa succede se uno studente accusa malessere in classe? Si va in aula Covid? E se l’aula Covid è già occupata? Si fa subito il tampone, oppure si aspettano i genitori e si fa a casa sulla base delle decisioni del medico curante? E gli altri compagni di classe che fanno nel frattempo? È questo il banco di prova più importante, occorre capacità di rilevare la presenza del virus, di tracciare i contatti rapidamente e testarli. Mettere in quarantena classi su classi significherebbe di fatto riaprire la scuola per richiuderla.
PLEXIGLAS È diventato il divisorio fondamentale quando non è possibile mantenere le distanze (come in alcuni laboratori) oppure agli sportelli dedicati agli utenti. Come nel caso della scuola «Gino Bartali» di Terontola (foto), dove è stato ricavato uno sportello bucando una parete della segreteria.
BANCHI E POLEMICHE Nella stragrande maggioranza dei casi i presidi hanno ordinato banchi singoli in legno. I banchi con le ruote, sui quali si è innescata una polemica estiva sono una minima parte e serviranno solo nei laboratori, anche se probabilmente verranno usati dopo la pandemia.
Lo stile essenziale di Porta Fiorentina Rapini dal Cile vince il contest per la bandiera e il fazzoletto
Il debutto ufficiale ci sarà nel mese di ottobre, ma Porta Fiorentina ha già scelto la nuova grafica del fazzoletto e della bandiera, l’annuncio è stato dato lo scorso primo agosto, dopo l’apertura del concorso avvenuta con bando pubblico dello scorso febbraio. «Con enorme piacere – scrive il terziere – possiamo comunicare che la votazione da parte del Consiglio, dei Maggiorenti e degli Ex Provveditori, del 6 Luglio 2020 ha decretato vincitore l’architetto Gugliemo Rapini. Ringraziamo e facciamo le nostre congratulazioni al vincitore che ha saputo incarnare la storia e l’identità del Terziere senza s t r a v o l g e r e ma innovando con semplicit à la nostra b a n d i e r a . Ora il p e r c o r s o continua con la realizzazione che ricordiamo è in mano alla Commissione Tecnica che in collaborazione con il vincitore eseguiranno le eventuali modifiche necessarie. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i partecipanti, è stato un bellissimo percorso e siamo veramente orgogliosi di aver ricevuto tanti bei lavori da tutta Italia». Ad annunciare il verdetto sono stati il priore Federico Golini con i rappresentanti della commissione Giacomo Turchi e David Pausilli,
presente anche l’assessore del Comune Chiara Cappelletti (foto in alto) Il fazzoletto e la bandiera saranno presentati ufficialmente in occasione della Festa Titolare del Terziere, dove saranno esposti tutti i bozzetti che hanno partecipato. Il progetto grafico di Rapini (foto nel tondo), è stato denominato «Essenza», l’architetto per questioni di lavoro si trova in Cile, zona da cui è complicato rientrare in questa estate pandemica, da dove ha relizzato i bozzetti.