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SOCIETÀ

La vita scorre lungo i giardini, la trasgressione e i ricordi affacciati in Valdichiana Le chiacchierate notturne degli amici, i turisti e gli amori: è questo il luogo delle relazioni sociali dei giovani e dei ragazzi di una volta

«Alò, andiamo ai giardini». Quante volte, autoctoni castiglionesi o confidenti contigui, avranno ripetuto questa celeberrima? Si azzarda assai poco a dire che tale formula sia il leitmotiv per l’eccellenza di chi frequenta il paese della torre del Cassero. In pieno centro storico ma altresì defilati dal corso, dunque intimi; un’oasi d’estate perché ventilati ed ombreggiati; un panorama sulla Val di Chiana che stupisce il visitatore ma che non smette mai di deliziare l’assiduo frequentatore: evidentemente, i giardini sono, sono stati e saranno, il luogo simbolo per eccellenza della nostra vita sociale. Se dovessimo sfogliare i nostri ricordi ci stupiremmo di quanti di questi abbiano come sfondo proprio loro: i giardini. Ai giardini, da bambini abbiamo iniziato a trascorrere i pomeriggi estivi con gli amichetti, sotto il vigile monito di mamma e papà; ai giardini, magari, abbiamo dato il primo bacio alla ragazza della classe accanto la nostra; ai giardini, le prime uscite con gli amici delle superiori; ai giardini oggi, ieri e domani, seduti su una panchina, con le gambe sul muretto, a parlar del più e del meno. Proprio a questo proposito, in sociologia si direbbe che, in luoghi come questi, avviene la socializzazione, cioè quel processo mediante cui il singolo entra nella società divenendo un essere autenticamente sociale o, con le parole di Aristotele, un animale sociale. Senza stare ad addentrarsi nella vasta letteratura accademica, è però interessante collocare questo percorso nel nostro vissuto ed appurare come i giardini ne facciano effettivamente da cornice, almeno in alcune fasi. Gli addetti ai lavori suddividono la socializzazione in primaria e secondaria: la prima avviene nell’ambiente domestico e si concretizza nell’interazione con i genitori;

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I giardini di Castiglion Fiorentino rappresentano un punto di incontro e socializzazione aperto agli abitanti della piccola cittadina ma anche ai turisti che ogni anno colpiti dalla tipica atmosfera Toscana visitano il paese. Mettendo ben a fuoco possiamo scattare foto di meravigliosi paesaggi e tramonti,sorseggiare un aperitivo in compagnia ammirando le luci della notte e stonare qualche ritornello messo dal dj, così è magia e tutto diventa brioso e frizzante a Castiglion Fiorentino.

La vita scorre lungo i giardini, la trasgressione e i ricordi affacciati in Valdichiana Le chiacchierate notturne degli amici, i turisti e gli amori: è questo il luogo delle relazioni sociali dei giovani e dei ragazzi di una volta

I giardini di Castiglion Fiorentino rappresentano un punto di incontro e socializzazione aperto agli abitanti della piccola cittadina ma anche ai turisti che ogni anno colpiti dalla tipica atmosfera Toscana visitano il paese. Mettendo ben a fuoco possiamo scattare foto di meravigliosi paesaggi e tramonti,sorseggiare un aperitivo in compagnia ammirando le luci della notte e stonare qualche ritornello messo dal dj, così è magia e tutto diventa brioso e frizzante a Castiglion

la seconda inizia quando il pargolo esce dal nido familiare e si ritrova ad interagire con altri soggetti, vuoi a scuola vuoi al lavoro. Questo secondo step è definito dall’interazione del singolo con il «gruppo dei pari», un insieme di persone accomunate da caratteristiche similari, quali l’età o la frequentazione della stessa scuola. Come volevasi dimostrare, i giardini sono - ogni sabato sera, ogni domenica pomeriggio - il milieu della nostra socializzazione secondaria. Gli insegnamenti sommistrateci dalla famiglia sono ben lungi dagli usi e costumi che caratterizzano un gruppo di amici. Infatti, immancabilmente andranno a cozzare. E infatti i giardini hanno anche messo a battesimo la nostra trasgressione rispetto il dettato della mamma e del babbo. Ai giardini, venendo meno a certi ammonimenti, abbiamo forse acceso la nostra prima sigaretta o, magari, bevuto prematuramente una birra; ai giardini ci siamo nascosti quella volta che abbiamo fatto chiodo perchè c’era il compito di matematica; ai giardini - speriamo di no - forse è volato anche qualche schiaffo al coetaneo che ci stava poco simpatico. E ancora. Sarà ai giardini che, arrivati alla veneranda età, ce ne staremo in una panchina a rispolverare, con gli amici di una vita, i tempi andati, con tono di nostalgia ed emozione; ai giardini ce ne staremo a raccontare ai nipotini di cosa accadde, tanti anni fa, laggiù vicino alla fontana. O, magari, più semplicemente ce ne staremo lì in silenzio. Sotto i suoi cedri e lecci a mirar il Monte Amiata. In silenzio. Come quei monotoni pomeriggi in cui l’ultima spiaggia per sfangare la domenica erano loro. I giardini. Luca Amodio foto di Giulia Barneschi

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