La vita scorre lungo i giardini, la trasgres
Le chiacchierate notturne degli amici, i turisti e gli amori: è questo «Alò, andiamo ai giardini». Quante volte, autoctoni castiglionesi o confidenti contigui, avranno ripetuto questa celeberrima? Si azzarda assai poco a dire che tale formula sia il leitmotiv per l’eccellenza di chi frequenta il paese della torre del Cassero. In pieno centro storico ma altresì defilati dal corso, dunque intimi; un’oasi d’estate perché ventilati ed ombreggiati; un panorama sulla Val di Chiana che stupisce il visitatore ma che non smette mai di deliziare l’assiduo frequentatore: evidentemente, i giardini sono, sono stati e saranno, il luogo simbolo per eccellenza della nostra vita sociale. Se dovessimo sfogliare i nostri ricordi ci stupiremmo di quanti di questi abbiano come sfondo proprio loro: i giardini. Ai giardini, da bambini abbiamo iniziato a trascorrere i pomeriggi estivi con gli amichetti, sotto il vigile monito di mamma e papà; ai giardini, magari, abbiamo dato il primo bacio alla ragazza della classe accanto la nostra; ai giardini, le prime uscite con gli amici delle superiori; ai giardini oggi, ieri e domani, seduti su una panchina, con le gambe sul muretto, a parlar del più e del meno. Proprio a questo proposito, in sociologia si direbbe che, in luoghi come questi, avviene la socializzazione, cioè quel processo mediante cui il singolo entra nella società divenendo un essere autenticamente sociale o, con le parole di Aristotele, un animale sociale. Senza stare ad addentrarsi nella vasta letteratura accademica, è però interessante collocare questo percorso nel nostro vissuto ed appurare come i giardini ne facciano effettivamente da cornice, almeno in alcune fasi. Gli addetti ai lavori suddividono la socializzazione in primaria e secondaria: la prima avviene nell’ambiente domestico e si concretizza nell’interazione con i genitori;
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il mensile della valdichiana - n. 30 settembre 2020
I giardini di Castiglion Fiorentino cittadina ma anche ai turisti che fuoco possiamo scattare foto di m le luci della notte e stonare qualc Fiorentino.