Tecniche di scrittura 2009/2010
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Tecniche di scrittura Appunti lezioni Design della Comunizione
Prof. Michelangelo Coviello
Ilaria Iacoviello 749638
Appunti Lezioni
Appendice 01
Appendice 02
da pag 3 a pag 49
da pag 53 a pag 74
da pag 77 a pag 97
Indice *
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Linguaggi pubblicitari 7 Ottobre 2009
*La scrittura creativa ha due aspetti: uno teorico e uno pratico. Per scrittura creativa si intende la scrittura fisica, quella in cui non si deve vedere la tecnica anche se c’è. Si parla di tecnica above the line e below the line: la prima si segue per sedurre (headline, redazionali, bodycopy, mass
media), la seconda riguarda l’informare (lavoro meno creativo, informazione quotidiana). Per line si intende la linea della visibilità: sopra di essa ci sono i mass media, sotto di essa nulla.
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Mass Media 7 Ottobre 2009
*Quando si parla di mass media molto spesso si cade nell’errore di definirli come la comunicazione di massa, ma in realtà non è così (un concerto è una comunicazione di massa ad esempio). È la comunicazione raggiunta a tu per tu. Il mass media si rivolge ai singoli, che
nella loro molteplicità generano poi la massa. Non hanno quindi un contatto con la massa e il giudizio. Informano, istruiscono a seconda dei procedimenti che seguono. La comunicazione implica sempre un giudizio (comunicazione dal punto linguistico, ossia del come lo dico). I mass media hanno il grande
potere di formare le coscienze. Il mass media, quindi, è sì una comunicazione di massa ma fatta attraverso un’intermediario a tu per tu con l’utente. Qui sorge una delle contraddizioni del mass media ovvero una comunicazione per il singolo ma per tutti. È un’arma di “istruzione di massa” in quanto forma le
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coscienze degli utenti (anche se è avulsa dal giudizio) poiché rappresenta la realtà.
Realtà e Rappresentazione 7 Ottobre 2009
*Ciò che rappresenta la realtà fa parte della realtà stessa? La realtà comprende tutto quello che succede. La rappresentazione della realtà ne fa parte, dal momento che succede anch’essa. La realtà è ciò che è.
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Understanding Media 7 Ottobre 2009
*Popper dà una definzione di media che non è però considerata corretta. I mass media sono sia buoni che cattivi, così come dice Marshall McLuhan. Il mezzo è il messaggio che capiamo e rimuoviamo tutti i giorni. Il mezzo stesso comunica prima di dire qualcosa.
Ad esempio, la differenza tra radio e televisione, che sono entrambi strumenti di intrattenimento, però diversi dal giornale, che fornisce notizie. La televisione è evasione, per questo il telegiornale è il programma meno tollerato quando viene trasmesso. Essa è l’opposto della scrittura, dal momento che può dire una cosa e
affermare poi, allo stesso tempo, il suo contrario. Questo si può definire come il sistema dell’opposizione, della contraddizione che ha uno scopo ben preciso: quello di cancellare la memoria. Ci sono poi quei giornali detti anche ibridi, quelli che parlano cioè di gossip. Anche
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se si parla di un programma come Anno zero, si parla sempre di spetttacolo non di informazione. Quindi, Il mezzo comunica ancor prima di comunicare. La TV è fatta in modo da contraddirsi subito (struttura a mosaico), è il suo punto di forza, mentre in un libro (struttura lineare) questa struttura non potrebbe funzionare.
La Pubblicità 7 Ottobre 2009
*Tuttavia c’è qualcosa che è più importante dei mass media e della realtà, ossia la PUBBLICITÀ. È ciò che mantiene tutti: giornali, televisione... tutto il sistema della comunicazione universale. È essa che produce il mercato. La prima regola della pubblicità è quella di dire sempre la
verità. La pubblicità non deve però essere presa come un’ideologia. Essa deve dire sempre la verità perché deve poter sostenere la concorrenza, altrimenti la concorrenza la utilizzerebbe contro di questa. Si rivolge a stili di vita differenti e deve permettere al consumatore di identificarsi con il
testimonial. La pubblicità è inoltre l’unico settore in cui non esiste la raccomandanzione. In questo caso la creatività è importante proprio perché non puoi dire bugie e rappresenta così il plus in più rispetto alla concorrenza. La pubblicità testimonia che nessun prodotto è meglio di un altro nella storia della concorrenza.
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Ad esempio la Nike, tratta sempre una scarpa, ma crea differenza là dove la differenza non c’è. Un testo non è finito finché non viene riletto ad alta voce. La lettura è una riscrittura di ciò che si è fatto. Per chi ascolta è invece essa è uno spunto per paragonare il proprio lavoro con quello degli altri.
La Pubblicità 7 Ottobre 2009
È un momento molto costruttivo, importante per imparare. Imparare che significa anche un po’ rubare agli altri, ascoltare gli altri e quindi crescere. Leggere è meglio che scrivere, perché il giudizio altrui permette la crescita. Inoltre serve per mettere in discussione ciò che si è fatto.
In questo esercizio dato le dieci parole creano una gabbia che può dare risultati prevedibili. La creatività è ciò che fa uscire da questa routine.
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Mass Media 14 Ottobre 2009
*Il primo mass media della storia è il libro, la stampa. La stampa di Gutenberg è l’inizio dell’epoca moderna, non la scoperta dell’America. Prima del libro non c’era niente solo scrittura su tavolette di argilla, papiro, come accadeva tra Sumeri, Babilonesi, Egizi.
Le tavolette di argilla avevano il vantaggio di essere molto resistenti (infatti sono arrivati a noi molte informazioni su questo popolo) ma lo svantaggio di essere poco trasportabili. Il papiro invece era per natura meno resistente, ma molto più trasportabile ed economico.
Poi giunse il cavallo che portava la posta ovunque, cavallo che giunge dal Caucaso, dall’Oriente. È l’uomo a cavallo che scardina la civiltà del bronzo. Fu poi introdotta la pergamena, dopo il papiro, a Pergamo nel 100 a.C., dove era nata la biblioteca più grande dell’epoca, anche di quella di Alessandria d’Egitto. Gli Egizi per fermare
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la concorrenza non forniscono a tale biblioteca i loro papiri. Per cui a Pergamo si cominciano a studiare nuovi supporti. Studiano la stoffa che però è difficile da impiegare; iniziare ad utilizzare le pelli, che vengono conciate. Da qui nasce il libro. I vantaggi delle pelli sono due: la possibilità di scrivere fronte e retro e di cancellare le parole.
Mass Media 14 Ottobre 2009
(palinsesto consiste nella raschiatura del testo precedente). Dopo la pergamena fu introdotta la carta. Essa è stata inventata dai Cinesi nel II secolo a.C.: il ministro cinese nota delle donne che lavano dei panni e osserva come alcune fibre si sbriciolano. Dopo qualche giorno nota che questi detriti si sono solidificati formando una
sostanza compatta. Egli rileva queste fibre e prova a scriverci: riproduce questa sostanza e inventa una vera e propria macchina per fare la carta. (prima la unica macchina conosciuta era il telaio) Il ministro riproduce quest’esperienza: mette le fibre in vasca a macerare, le fa asciugare, le pesta e le trasforma in carta. Essa è
simile all’attuale carta assorbente, una carta adatta per la scrittura cinese realizzata con un pennello. La macchina per produrre la carta fa si che si realizzi una scrittura su carta volgare. Prima carta usata per fare confezioni di oggetti. Quando scoppia la guerra con la Persia viene persa la città di Samarcanda e viene
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rubata la macchina per fabbricare la carta. Essa viene portata in Persia, ma ha poco successo dal momento che la scrittura araba è sillabica. Nell’anno 1000 i Veneziani comprano la macchina e la portano in Europa. Essa raggiunge anche Fabriano. Vengono introdotti metodi innovativi:
Mass Media 14 Ottobre 2009
carta di allora non era adatta per la scrittura alfabetica. Quindi si decide di aggiungere ad essa della colla di pesce che rende la carta impermeabile. (1100 d.C.) Giunge poi la rivoluzione in Europa: la Rinascenza nasce da ciò. Si esce dal Medioevo quando appare la carta. Essa diventa strumento di comunicazione
socialmente importante.
storia delle persone.
Harold Innis ha una grande intuizione: dimostra come l’uomo viva sempre in simbiosi con la propria tecnologia. Quando essa cambia, cambia anche lo stare al mondo. Per studiare la storia non si deve guardare la storia dei ricchi, bensì quella della tecnologia. È la tecnologia che fa la
Quando giunge il libro si ha un passaggio dallo scrivere a mano, ancora come succedeva con il papiro, alla stampa che risulta essere più facile. Esso è quindi il primo mass media dal momento che può comunicare con tantissime persone nello stesso momento.
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Prima di Lutero non c’era il libro, era il prete che diceva com’era la storia. Un’altra potenza del libro è che può essere riprodotto all’infinito. La struttura del libro è opposta a quella della televisione: è univoco e coerente, caratteristiche che non appartengono al mondo televisivo. Il libro deve dire una cosa e la deve argomentare.
Mass Media 14 Ottobre 2009
La televisione si presenta, invece, pi첫 come un mosaico. La radio ha una struttura simile a quella dei giornali e delle riviste.
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Mass Media 21 Ottobre 2009
*I mass media che tratteremo sono: Libro: lineare/ coerente/ monotematico/ informativo/ approfondimento/ memoria/ ideologico primo prodotto della conoscenza Stampa: str. Mosaico/ pluritematico/ informativo/ evasivo
Radio: str. Mosaico/ pluritematico/ informativo/ evasivo/ no memoria Cinema: lineare/ coerente/ monotematico/ informativo/ approfondimento/ memoria/ideologico/ letteratura/ intrattenimento si può fare un paragone con la letteratura TV: str. Mosaico/
pluritematico/ informativo/ evasivo/ no memoria Internet: condensa tutti i mass media/ ha memoria/ nasce come imitazione del libro Come diceva McLuhan il mezzo è il messaggio e notiamo come ogni mass media abbia una struttura propria che lo caratterizza.
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Ancora sulla Realtà Principio di Realtà 21 Ottobre 2009
*J. Lennon: La realtà è tutto ciò che accade quando non ci sono. La realtà è un concetto iperdeterminato, ognuno di noi ha un proprio principio di realtà altrimenti non potremmo vivere (capire la propria esistenza, fame, freddo, sonno). Questo principio però
non lo si conosce, ma lo si costruisce. Questo principio viene determinato da noi stessi durante la crescita. Chi nasce in Europa ha un proprio principio di realtà diverso da chi nasce in altri parti del mondo. Esso nasce dall’incrocio della propria personalità e dall’ambiente (geografico e sociale) in cui si vive. Quindi esso
influenzato da: scuola, famiglia, il contesto in cui ci si trova a crescere. Il principio di realtà entra in contatto con i mass media e questi lo modificano. Come? LIBRO: permette di svilupparlo in modo più consapevole, rassicura perché produttore di memoria. Il principio
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di realtà quindi CRESCE RADIO: il principio di realtà comincia a vacillare, non permette di far crescere il principio, quello che c’è rimane tale. Il principio di realtà quindi NON AUMENTA. La radio non è produttore, ma toglie la memoria.
Ancora sulla Realtà Principio di Realtà 21 Ottobre 2009
INTERNET: è produttore di ONNIPOTENZA, ma causa depressione. È il principio di realtà che produce il nostro IO. Il libro alimenta il nostro io, anche il cinema e la letteratura. Però a contatto con il cinema il nostro IO non si permette di paragonarsi con i suoi “divi”, sono inarrivabili, esempi di perfezione
ineguagliabile. Nella TV invece questo non accade. Essa è formata da tutti, illude il proprio IO di essere un divo. Non a caso Berlusconi è un frutto della Tv e non del Cinema. Il cinema crea i MITI, la Tv no: prende l’IO e lo fa sentire un personaggio. Questa è la potenza della televisione: chiunque può diventare importante, perché
essa ha caratteristiche democratiche e popolari. In essa la contraddizione può perdurare senza che accada nulla. La Tv è un po’ come il mito di Narcisio, in quanto instauriamo con essa un rapporto a specchio. Noi pensiamo di vedere qualcosa di più di noi, ma in realtà guardiamo solo noi nulla di più,
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guardiamo qualcosa che già ci appartiene. Questo lo diceva già McLuhan degli anni Sessanta. Egli dice che la Tv è un messaggio tattile. Crediamo di vedere la Tv in realtà vediamo noi stessi. Noi ci guardiamo nella Tv a livello profondo. Una stupidità che ci appartiene che passa senza filtro.
Ancora sulla Realtà Principio di Realtà 21 Ottobre 2009
Con internet il principio di realtà viene scardinato: c’è tutto su internet. L’uomo perfetto di internet è colui che NON CREDE A NIENTE, MA CERCA TUTTO. Quindi l’IO in Internet perde la propria realtà. L’uomo che naviga in Internet è un uomo che non crede/ interessa niente ma è solo curioso, gli basta “spiare” le
informazioni che vuole senza approfondirle. Si stacca da Internet senza esaudire appieno i propri desideri. Se la Tv ha un rapporto a specchio con la persona con Internet si ha un rapporto più coinvolgente in quanto la persona è dentro internet. Si ha un POTENZIAMENTO dell’IO, ma anche uno SVUOTAMENTO.
Ogni mass media ha il suo messaggio da dare e instaura un certo rapporto con la realtà e con un dato IO. Si deve capire un media per poterci lavorare senza farsi schiacciare da esso.
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Il Mondo della Pubblicità 28 Ottobre 2009
*Quando si parla
L’hardware non comunica NIENTE.
di mass media si dice che essi sono composti da Hardware e Software:
Software: Il contenuto da comunicare ovvero la parola.
Hardware: Il mezzo di comunicazione in quanto materia (strada, muro, papiro, stampa). In quanto tale è il vuoto, non comunica nulla da solo, ha bisogno del software.
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Tecnologia della Parola 28 Ottobre 2009
*Quando la parola incontra l’hardware avviene la rivoluzione: ogni volta che la parola ha cambiato tipo di hardware è cambiata la civiltà. Dalla parola al papiro poi alla carta poi alla stampa e poi alla Tv, ogni volta che è accaduto vi è stata una rivoluzione.
L’affermazione il mezzo è il messaggio toglie quindi quella finta neutralità che si attribuisce al mezzo. Il giornale è fatto per fare notizia, se lo si usa in un altro modo non è più un giornale ad esempio.
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La Pubblicità 28 Ottobre 2009
*Nasce con il primo mass media, la stampa. L’attuale struttura delle agenzie pubblicitarie, ovvero account, art e coywriter, media planner e marketing, derivano dalle prime agenzie pubblicitarie nate nel 1700 in Inghilterra dai primi giornali.
Nei primi giornali l’editore era anche stampatore. Il trasmettere le notizie e la pubblicazione della pubblicità aveva portato la democrazia a tutti i livelli sociali. Infatti la pubblicità rende tutti uguali, senza di essa la democrazia non potrebbe avere luogo. La pubblicità rende anche il piccolo produttore visibile come chi ha un
monopolio grazie ad una piccola somma. Da qui nascono gli annunci divisi per argomento (Classified) riducendo il costo del giornale al pubblico. Con la pubblicità nasce anche la concorrenza. Nasce la figura professionale del COPYWRITER (ovvero colui che copiava gli annunci dai clienti spesso analfabeti).
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È considerato il padre fondatore della pubblicità. Prima era un giornalista interno al giornale, in seguito diventa una figura autonoma che lavora da casa e viene pagato sulla percentuale del 15% (ancora in vigore) per ogni pubblicità realizzata per il giornale. Il copy fa quindi pubblicità anche a se stesso.
La Pubblicità 28 Ottobre 2009
La figura dell’ACCOUNT nasce come esigenza di creare e mantenere i rapporti tra il cliente, il copy e l’editore del giornale. L’ART DIRECTOR invece nasce dall’esigenza di ridurre la lunghezza, e il costo, degli annunci con l’utilizzo di una illustrazione che facilitasse anche la comprensione da parte degli analfabeti.
Il disegno aiuta infatti la lettura. Successivamente il copy e l’art director creano un loro unico studio e lavoro per conto proprio. Con il passare del tempo il copy si evolve e non vuole più fare annunci per prodotti scadenti, e per controllare l’andamento del mercato nasce la figura del MARKETING e quindi
delle ricerche di mercato. Il copy vuole infatti che gli annunci siano veritieri e ritiene che il pubblico debba essere difeso. Un redazionale è un articolo che promuove un prodotto, non è pubblicità tradizionale (bugiardo). Il pubblicitario si mette nel ruolo del giornalista e tira fuori le soluzioni; firma però tutta la redazione così
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nessuno si prende la responsabilità. In un redazionale si deve dare un minimo di notizia, si deve partire dal problema generale e poi si deve giungere al prodotto. Deve rispondere allo schema delle 5 W ( where, when, who, what, why). Deve avere un titolo accattivante.
Le Ricerche di Mercato 4 Novembre 2009
*Sono utili perché permettono di verificare se il prodotto è quello che si dice, servono per fare uno screening della realtà del prodotto. Il copywriter vuole conoscere, infatti, la verità sul prodotto. Come si fa però a conoscere il mercato?
Il copy inizialmente si fa un’opinione sulle cose che la gente compra. Egli prende nota delle soddisfazioni, insoddisfazioni e abitudini di acquisto. Lo scopo degli studi è capire l’andamento del prodotto. Quindi le prime ricerche di mercato erano effettuate dal copy writer che faceva il giro del mercato raccogliendo
dati su consumi e abitudini dei consumatori. I risultati della ricerca erano sottoposti al cliente che, una volta seguiti i suoi suggerimenti, vedeva aumentare le sue quote di mercato. Siamo ancora nella fase in cui è il prodotto che comunica. Gli usi e i costumi sono quindi codificati
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in due forme di analisi: RICERCHE QUANTITATIVE: basate su domande che hanno bisogno come riposta o sì o no. Sono basiche e usate a livello sociale. Non dicono molto sulle motivazioni del consumatore. Tuttavia sono molto semplici e non danno problemi. RICERCHE QUALITATIVE: nelle quali si indagano
Le Ricerche di Mercato 4 Novembre 2009
le motivazioni, le ragioni dell’acquisto. (MOTIVAZIONALI: motivazioni dell’acquisto). Sono più difficili da analizzare (mediante focus group) e spesso danno risultati scomposti. È difficile analizzare psicologicamente le risposte. Per cercare di risolvere questo problema lo Psichiatra Roger elabora un
proprio metodo, ricordato proprio come metodo Roger. Sostiene che già il modello della domanda è sbagliato perché l’intervistato si sente in un certo modo aggredito e alla fine risponde dicendo quello che vuole l’intervistatore. Infatti il metodo Roger non prevede alcuna domanda ma invece di instaurare una conversazione
con l’intervistato in cui vengono discussi e rilanciati vari argomenti e si è sicuri della loro sincerità. Questo viene anche chiamato metodo a “imbuto” ovvero si parte da un largo numero di argomenti per poi arrivare alle informazioni ricercate.
mai fare domande rilanciare quello che dice l’intervistato in modo che sembri quasi una domanda intervista con metodo ad imbuto
Quindi riassumendo il metodo Roger consiste:
Cosa più difficile da fare ad esempio è compilare un questionario
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Si deve dirigere l’intervista sempre verso ciò che ci interessa.
Comunicazione Pubblicitaria 11 Novembre 2009
*I testi della pubblicità scritti dal copy sono: Headline: Ovvero il titolo che deve attirare l’attenzione del cliente che deve essere facile da ricordare. Il suo concetto deriva dal giornalismo in quanto i primi annunci erano pubblicati sui giornali e da questi cercavano di copiarne il carattere di “informazione
affidabile”. Body copy: Rappresenta il pezzo informatico che giustifica il titolo e che parla del prodotto con informazioni utili costituendo il “corpo” della pubblicità. C’è un rapporto linguistico tra la headline e il body copy, il lettore affascinato dalla headline deve ritrovare questo fascino anche nel body.
Payoff: È il motto d’azienda. Dove azienda e prodotto combaciano non c’è payoff (es. Coca Cola). Molte headline di vecchie aziende oggi sono diventate payoff in modo da rimenere meglio nella memoria collettiva. Sub-headline: Se la headline “apre” la comunicazione la sub in un certo senso la
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“chiude” dando una risposta immediata alla head eliminando in tal modo il body copy. HEADLINE & BODY COPY È un termine che nasce in America. I suoi obiettivi principali sono: creare attenzione semplice da ricordare rimanere nella memoria
Comunicazione Pubblicitaria 11 Novembre 2009
La headline nasce dalla comunicazione commerciale, essa ricopia e si adegua al contesto. Si rifà al titolo come quello del giornale, ma poi il pubblicitario si distacca da ciò. Tuttavia la comunicazione di un prodotto non può limitarsi ad una frase, per questo si accosta alla headline una body copy. Essa giustifica il titolo e
dà informazioni sul prodotto. Se il titolo è di 1-2 righe la body copy deve essere di 6-7 righe e il rapporto che deve esserci tra questi deve essere di tipo linguistico. Se il lettore è affascinato dalla headline deve ritrovare lo stesso fascino nella body copy. PAYOFF Parla dell’azienda e del marchio: è utilizzato per
mantenere alto il nome dell’azienda. Si sviluppa ad inizio secolo, quando i budget aumentano e la competizione è più agguerrita. Lo si usa quindi per far ricordare all’utente il marchio, per non farsi dimenticare. (l’utilizzo di una campagna precedente può essere un payoff). Tutte le campagne del secolo scorso
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possono essere considerate dei payoff, rimangono infatti nella memoria collettiva. SUB-HEADLINE Quando la headline è divisa in due parti: in questi casi non si ha bisogno di una body copy. MAI GIOCARE CON IL NOME DEL PRODOTTO: VINCOLA IL MESSAGGIO.
Creatività 11 Novembre 2009
*Rappresenta la separazione che c’è con il linguaggio comune. Più questa distanza è maggiore è la percentuale creativa del messaggio, ma quando questa distanza aumenta troppo si corre il rischio di non poter decodificare il messaggio.
Noi stabiliamo sempre che qualcosa è creativo confrontandolo con qualcos’altro, non lo definiamo in sé per sé. Appunto questo qualcos’altro è quello che abbiamo definito linguaggio comune. (esempio. Ne vale la penna). È la differenza che c’è con il linguaggio piatto. Una differenza che però non deve eccedere.
La creatività aiuta ad entrare nella memoria delle persone.
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Medium: cos'è? 18 Novembre 2009
*Un medium è l’estensione di una nostra capacità sensoriale: la ruota è l’estensione delle nostre gambe, la radio della nostra voce. Se ogni medium estende un nostro senso, concentriamoci su quali sensi estende la Tv. La tv li estende e li implica tutti per questo, secondo McLuhan, essa è
un’estensione del nostro sistema nervoso. Ogni medium ha un suo modo di comunicare: quindi avremo diversi sistemi e diverse comunicazioni. Vediamo ora ogni medium e descriviamolo. Affissione: Estensione del concetto di
stampa ma differente dal giornale, si legge in movimento e in poco tempo. La sua peculiarità è infatti quella di essere dinamica e la qualità che la diversifica dagli altri medium è il tempo. L’affissione deve essere letta in pochi secondi, quindi si abolisce la bodycopy e questo contenuto viene mantenuto nell’headline. Tuttavia
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deve essere di più rispetto, ad esempio, all’headline delle riviste. Devono essere più lunghe. Questo proprio perché l’affissione si fonda solo sull’headline, che deve essere più esauriente. In questo caso anche l’immagine è importante. Se vi è un payoff deve essere inserito anch’esso.
Medium: cos'è? 18 Novembre 2009
Tv e Cinema: la tv utilizza un linguaggi quotidiano, invece il cinema un linguaggio più mitico, elitico. La tecnica che si utilizza è però la stessa. La differenza sostanziale sta nel tipo di mezzo: se l’affissione è lo spazio, la tv e il cinema sono il tempo. Essi raccontano l’azione e la situazione, si avvicinano di più alla
letteratura. Nel tempo la comunicazione di questi media si sviluppa su una sceneggiatura, ossia una scrittura fondata su delle scene. La sceneggiatura è il prodotto finito a cui si arriva per gradi: primo tra tutti il soggetto. Esso è composto da poche righe che spiegano l’idea che si vuole mettere nella scena.
Successivamente si ha la stesura della sceneggiatura, ossia la divisione del soggetto in scene. Ci sono due modi per scrivere la sceneggiatura: all’americana e all’italiana. La maniera americana è di derivazione teatrale in quanto vengono descritte la scena e il dialogo in maniera sequenziale.
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Dato che in questo modo è difficile immaginare la scena in tempo reale vengono impiegati anche gli storyboard. La maniera italiana invece prevede la divisione del foglio dalla linea temporale (da 0 sec in alto a 30 sec in basso) e viene descritto l’audio nella parte sinistra e il video nella parte destra. In questo modo si
Medium: cos'è? 18 Novembre 2009
spiega meglio come e quando avvengono i fatti e non si ha piĂš bisogno di uno storyboard. Quindi, si deve essere molto precisi, si deve scrivere tutto senza tralasciare niente o dare qualcosa per scontato.
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Medium caldi Medium freddi 2 Dicembre 2009
*Mc Luhan sostiene
deve completare la comunicazione).
che esistano due tipi di media, quelli caldi e quelli freddi. I media caldi sono quei media che hanno la massima capacità di comunicare (es al cinema, ridiamo o piangiamo perché veniamo coinvolti dal film). I media freddi sono quei media “a bassa definizione” (es fumetto dove il lettore
Viva la polizia = comunicazione di servizio W la polizia = Abbreviazione creativa LA P ♥ LIZIA – LA POL†ZIA = Si è agito sulla grafica ovvero sul significante Ogni parola ha un significante (aspetto fisico, grafico, sonoro) e un significato. Anche il significante
ha un suo significato. Così come dice Ferdinand de Saussure, studioso del linguaggio. Egli compie una ricerca importante e dimostra come si debba distinguere la parola dal flatus voci, ossia fiato, parola, senza attribuzione. Quindi il Flatus voci è quando una parola non ha più un attributo. Il passo avanti che
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si fa in questo caso è che ciò è valido sempre non solo per gli attributi di Dio. Le parole hanno diversità anche dal punto di vista del significante e a seconda del contesto userò un certo significante e ciò gli attribuirà un significato. Se è vero che ciascuna parola ha un significato e un significante, quando
Medium caldi Medium freddi 2 Dicembre 2009
essi vengono messi insieme, come in un discorso, cosa succede? La poesia ad esempio è giocata tutta sul significante (ovviamente importante anche il significato). Quando usiamo più parole i significanti si concatenano fra loro. Agglomerati di significanti dicono qualcosa di e su chi parla.
Quindi: -catena di significati = lingua/lung codici -catena di significanti = soggettività di chi parla, stile/parol La catena dei significati costruisce “la lung” ovvero la lingua. La catena dei significanti compone la soggettività da cui poi deriva lo stile ovvero “la parol” il rapporto tra soggetto
e lingua. Quindi il lung rappresente l’oggettivo, il parol il soggettivo. Se è vero che le parole hanno un significante e un significato e l’insieme dei significanti determina lo stile, e se è questo è vero oggi, vuol dire che è vero sempre. Perché la lingua cambia però? Il significato non cambia, cambia la
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società, cambiano le persone. L’evoluzione della lingua riguarda il significante, che è quindi più importante del significato. Il significante è la comunicazione, riguarda anche lo sviluppo etico. Il lavoro sul significante è un lavoro impegnativo che fa il copywriter che ha come compito quello di suscitare emozioni.
Medium caldi Medium freddi 2 Dicembre 2009
Il significato viene dato dal cliente, il significante è il modo in cui si comunica. Si deve quindi passare da qualcosa di concreto a qualcosa di astratto. L’evoluzione della lingua può essere graffitizzato attraverso un diagramma con due assi: l’asse diacronico (asse verticale indicante il tempo) ovvero come
il cambiamento del significante cambia la società, e l’asse sincronico (asse orizzontale indicante lo spazio) ovvero come i significanti cambiano attraverso i luoghi geografici. Quindi l’evoluzione della lingua riguarda i significanti, i cambiamenti della lingua i significati. La lingua si rinnova ma senza rinunciare alle sue origini.
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Jacobson: Modello della Comunicazione 2 Dicembre 2009
*È un linguista che si interessa alla comunicazione che è composta da 3 elementi principali: emittente, messaggio, destinatario. Questo è il modello della comunicazione. Quando si proietta questo modello nella pubblicità abbiamo: prodotto, campagna, cliente (consumatore).
Quando si parla di marketing invece: azienda, prodotto, mercato. Questo schema permette di capire cosa c’è dietro alla cosa detta e dedurre tutto. Conoscendo l’emittente e il destinatario posso dedurre il messaggio. Il maggiore problema è appunto il destinatario: quando
si hanno risposte negative, ad esempio dal mercato, diviene un’incognita. Oggi il Marketing è in difficoltà perché il suo destinatario è in tilt e non è più identificabile facilmente. Quando bisogna capire a chi rivolgersi bisogna studiare il mercato a vari livelli. Lo studio del mercato può far risalire al messaggio e al prodotto più appropriato. Il
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destinatario è quindi la parte più debole che però deve essere conosciuta molto bene per produrre il messaggio. L’aspetto linguistico è molto importante.
Poesia 9 Dicembre 2009
*La poesia fa parte della parol, quello che è importante è andare oltre al significato. La tecnica musicale permette di fare ciò. L’insieme delle regole che creano il significante sono state tramandate con il nome di METRICA, ossia misura del ritmo, del suono, della melodia. Tutto è misura.
Non tutte queste regole sono uguali per le diverse lingue. Per esempio la divisione in versi è costante per tutte le lingue mentre il sistema degli accenti è diverso per ognuno ( il francese ha gli accenti finali ad esempio) In italiano vi sono due tipi di accenti: tonico (dà il tono alla parola, tensione,
acume: capelli, capperi) ritmico (dipende dal ritmo fra le parole, non è detto che dipenda da quello tonico)
penultima michele, domani) sdrucciolo (cade sulla terzultima, calice, musica) tronco (accento cade sull’ultima come perché)
TONICO L’accento tonico si divide a sua volta in: piano (regolare, presente nella maggior parte delle parole, cade sulla
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L’uso degli accenti ci fornisce la regola per contare le sillabe: ad esempio nell’endecasillabo se l’accento è piano (11 sillabe), se è tronco (10 sillabe), Sdrucciolo
Poesia 9 Dicembre 2009
(13 sillabe).
RITMICO
Ei fu’ siccome immobile dato il mortal sospiro
Le stelle sono tante >7 Milioni di milioni >7 Ma quella di Negroni >7 Vuol dire qualità >6+1 Sono tutti settenari
Ei fu’ = 3 sillabe siccome immobile = 5 sillabe in realtà dato il mortal sospiro = 7 sillabe
C’è un ordine ben preciso, che è sempre rispettato, e che dà il ritmo.
La lunghezza determina la forma, quella più usata è il sonetto (14 versi, 2 quartine e 2 terzine. Lo strombotto consiste in 8 versi, invece il distico consta di 2 versi (veloce come un aforisma). Vi sono poi delle forme aperte che vengono reiterate come nei racconti o nelle narrazioni.
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Abbiamo poi la terzina di Dante, e l’ottava di Ariosto (endecasillabi). In grammatica: il dittongo di vocali non è mai divisibile, lo iato è una licenza poetica, ma è un errore. VARIABILI Le lingue non alfabetiche sono ad esempio l’inglese, quelle alfabetiche invece l’italiano, il
Poesia 9 Dicembre 2009
greco, parte dello spagnolo, il francese. Le lingue orientali sono invece ideogrammatiche, concettuali. La poesia cinese è una poesia “lunga” a 8 versi. Lo zen, che è un modo di riflettere, usa 3 versi. Il primo verso è la prima cosa che viene in mente. Il secondo è il suo
esatto contrario. Il terzo è la sintesi del primo e del secondo, la meditazione parte da questo. La poesia Haiku è una poesia sillabica 5, 7, 5 che ha come temi principali la natura e l’amore, ognuna descrive l’altra.
tramandata a voce e quindi doveva rimanere nella mente. La poesia nasce come comunicazione orale. Omero è considerato infatti l’ultimo dei poeti.
Quindi perché la metrica è importante? La poesia faceva parte della cultura orale, veniva
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Le Parti del Discorso 9 Dicembre 2009
*Le parti del discorso sono in tutto 7: nomi, verbi, aggettivi, avverbi, preposizioni, articoli e segni di interpunzione. Utilizziamo queste parti per ottenere il risultato di comunicare qualcosa, ma lo potremmo avere anche usando solo uno di questi (per esempio la pubblicità
della Levissima... Altissima, purissima ecc). Le singole parti hanno un determinato effetto se utilizzate da sole. NOME rappresenta la parte più arcaica della lingua (la nominazione delle cose). Fondamentale che per noi il nome è il prodotto.
VERBO la differenza con il nome è l’azione. Il verbo diventa interessante se usato da solo (dire, fare, popolare) Una volta che si nomina la cosa e si ha l’azione il discorso è chiuso. AGGETTIVO che è qualcosa in più, usato per sottolineare, è il giudizio sulla
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cosa nominata. Proprio in questo senso del giudizio, non è mai oggettivo, tiene conto di chi emette il giudizio,è un’aggiunta. Da solo funziona anche lui. PRONOME significa al posto del nome. “lui ha detto che ...lei...noi” . Serve ad alleggerire il discorso.
Le Parti del Discorso 9 Dicembre 2009
AVVERBIO come il pronome sta al nome, così lui sta al verbo. Per sempre, ora, mai, dunque, comunque. Implica un verbo, da solo non ci azzecca, ma può essere usato creativamente. In pubblicità una delle campagne più importanti è dettata da un avverbio Forever - Always Coca cola 1890. Non si ha bisogno di
niente, con sempre si dice sempre del prodotto. ARTICOLO “Metti il tigre nel motore”, pubblicità della benzina Esso. Perché the tiger è maschile, e in italiano femminile. Allora hanno giocato con il tigre per dare forza alla benzina. Dà visibilità al prodotto.
SEGNI DI INTERPUNZIONE efficaci per sostenere la comunicazione (Fallo!). Tutte queste parti sono importanti ma si possono usare una per volta per ottenere un dato effetto.
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La Retorica 13-20 Gennaio 2010
*L’arte di convincere gli altri, è anche definita come il metodo che il linguaggio assume per esprimere qualcosa. È un arte persuasiva che fonda le sue radici nell’antichità. Bisogna scindere il sostantivo dall’aggettivo retorico. L’aggettivo retorico sono parole prive
di significante o valore, ha quindi una connotazione negativa. Il sostantivo retorico ci riporta verso una produzione linguistica del parlare.È l’abilità della conoscenza. L’arte del parlare nasce con il teatro in Grecia prima per rappresentare il sacro e la tradizione e poi impiegato nella
rappresentazione del dramma umano. L’antica Grecia era una civiltà basata sull’oralità per tramandare le tradizioni, quindi il loro problema principale era la memoria. Con le invasioni e gli scambi commerciali l’uso della scrittura arriva anche in Grecia ed Omero fu il primo a trascrivere le storie tramandate a voce. Con la scrittura si
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rende impotente la figura del sapiente poiché la scrittura rende accessibile il sapere a tutti. I personaggi mitici diventano metafora per il dramma umano. Gli attori sostituiscono i poeti facendo tutti i ruoli (da cui il termine ipocrita) e mette in scena le paure di tutti. La prima definizione di retorica ci viene data da Cicerone:
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1) Inventio (ovvero l’inventario di ciò che si ha a disposizione) 2) Dispositio (la giusta disposizione di ciò che devo dire) 3) Elocutio (la capacità di argomentare) 4) Memoria (la capacità di ricordare ciò che mi serve) 5) Dictio (la dizione ovvero la giusta rappresentazione)
Vediamo meglio l’Inventio come si divide: prologo: parte in cui il relatore si presenta al pubblico, è una parte soggettiva. Lo fa per la captatio benevolentia, catturare la benevolenza di chi ascolta appunto narratio: vengono raccontati i fatti, i luoghi e e le persone, Vi è una descrizione
di essi confirmatio: la conferma di ciò che si dice, della narratio, che viene attraverso le prove Le Prove si dividono in “Prove nella Tecnae” (che appartengono alle mie capacità retorica) Exempla : casi già esistenti, luoghi comuni che sono i mattoni della società
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Entimema: ragionamenti basati sui luoghi comuni simili ai sillogismi “Prove fuori dalla Tecne” (prove basate su pregiudizi, rumori, confessioni, atti ossia documenti, giuramenti, confessioni) Non si fa uso della retorica, ma sulle voci del popolo, sul “si dice che...”
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epilogo: Chiusura con richiesta al giudice ALTRE DISCIPLINE La filosofia è sempre stata il regno della retorica fino al XVI secolo con l’avvento di Galileo e della rivoluzione copernicana. La spiegazione scientifica infatti rende del tutto superfluo la spiegazione filosofica
del mondo. Infatti è con la scienza che la retorica va in crisi. Ad esempio la retorica stabiliva che la terra fosse il centro dell’universo, ma la scienza scardina questa credenza. L’apparato retorico si disgrega e rimane solo nella giurisprudenza. Il ritorno massiccio della retorica si ha con l’avvento della
democrazia, dei giornali e quindi con la pubblicità e di conseguenza con il banco di prova del mondo: il mercato. Qui la retorica rinasce con una potenza inaudita. Il mercato è il luogo dove il consumatore va informato, reso consapevole, ma soprattutto lo si deve convincere a comprare con fatti e argomenti.
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Uno dei primi esempi di retorica lo si trova nella Coca Cola con il motto “Always”. La Coca Cola vuole convincere i generali a portare la Coca cola anche in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, perché essa ricorda la patria. In questa situazione nasce la famosa lattina della Coca Cola. In questo caso viene usata la retorica
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per convincere il Pentagono a permettere l’uso di questa bevanda. Cosa che non accadde alla Camel, dal momento che tali sigarette venivano già usate Quindi il consumatore va convinto con l’uso delle prove (derivazione diretta della Confirmatio). Con la pubblicità rinasce la retorica e li
studi di settore. Essa viene nuovamente studiata per adeguarsi agli standard odierni di comunicazione, ma soprattutto per vendere di più. L’Inventio nella pubblicità diventa il Brief ovvero la strategia comunicativa che sta dietro al prodotto, ma che non è ancora campagna pubblicitaria. Negli slogan uso invece l’elocutio,
giochi di parole, la sintassi, ma soprattutto ciò che viene usato al 99% sono le figure retoriche. Ciò viene fatto per diverse ragioni: esse attirano l’attenzione perché sono creative. La loro virtù principale è proprio quella di catturare l’attenzione, ma anche di essere ricordate. La memoria è il dettaglio della vita. La comunicazione
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deve dire una cosa sola perché solo in questo modo può sperare di rimanere nella memoria delle persone. La memoria funziona sul dettaglio e sull’immagine. Perché accade ciò? Perché ricordiamo più le immagini delle parole? Secondo lo psicologo Yung la mente ricorda più facilmente le immagini rispetto alle parole in quanto
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il linguaggio della parola è un linguaggio artificiale imparato nella crescita mentre il linguaggio dell’immagine è un linguaggio naturale. Non si fa fatica ad associare qualcosa ad un’immagine: i pubblicitari hanno compreso ciò, cioè che l’immagine è una metafora che entra facilmente nella testa.
Shakespeare appunto diceva: Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. Tutti i mammiferi sognano, per questo il linguaggio delle immagini è un linguaggio naturale. La figura retorica è un ragionamento tradotto con il linguaggio visivo/creativo. Infatti guardando la figura retorica utilizzata in una pubblicità
è possibile risalire al brief originario. L’immagine è la traduzione di quello che la testa pensa per decodificare i sensi. Se in una pubblicità bisogna ragionare sulle parole essa non funziona, se invece si ragiona su immagini essa funziona. Quando si parla di figure retoriche si sa che si ha
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una serie infinita di classificazioni, una vera furia tassonomica. Tutte le civiltà hanno usato o ideato figure retoriche, i Greci sono stati i primi a classificarle. La classificazione fa scoprire un’altra forza delle figure retoriche: esse non vengono ricordate non solo perché la mente ragiona per immagini, ma perché esse
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sono di per sé dei ragionamenti creativi. A seconda del tipo di ragionamento abbiamo delle particolari figure retoriche. Esse risolvono in modo creativo un ragionamento altrimenti noioso. Vediamo alcune campagne storiche che hanno sfruttato la loro potenza.
AMERICAN KEWOOD “Il mondo può andare piano, la musica forte”, degli anni ’70 L’immagine di questa campagna, ciò che crei con le parole rivisto poi con tutti i sensi, è la traduzione di quello che la testa pensa per decodificarla con i sensi. Si capisce con i sensi, attraverso associazioni.
Le figure retoriche appartengono all’età primitiva del linguaggio. Infatti una delle prime forme di linguaggio era di tipo difensivo in quanto comunicavano pericoli imminenti. Da queste stesse parole è derivata poi una funzione religiosa del linguaggio per comunicare l’attenzione nei confronti del divino.
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Nel linguaggio in fase animistica primitiva, la parola evocava una sensazione, tutto è uguale, la si utilizza per evocare sia il pericolo che la felicità. Il linguaggio è un’invenzione. Successivamente non si raccontano più le emozioni, ma ciò che succede, si passa ad una fase mitica, mitologica. La fase più recente è quella logica.
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Esistono quindi tre dimensioni per comunicare quindi, esse convivono, ma creano confusione. Chi comunica in modo emotivo necessita una risposta emotiva, se ciò non accade il messaggio non riesce a raggiungere il suo destinatario. Le figure retoriche appartengono alla fase emotiva, a quella più antica, e
producono per questo immagini. Quindi noi oggi usiamo il linguaggio più antico per comunicare aspetto più moderno, quello logico, il ragionamento. In qualche modo la figura retorica risponde a qualcosa che manca, è un prestito nei confronti dell’apparato emotivo.
Una figura che rappresenta proprio questo, che colma cioè un vuoto è la katacresi. La Katacrèsi/ catacresi (dal greco katáchrasis, «abuso», derivato da katachráomai, «io adopero») è una figura retorica ormai normalizzata, impiegata per designare qualcosa per cui la lingua non offre un termine
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specifico. Si tratta soprattutto di antiche metafore e metonimie. Significa abusare, è un abuso linguistico, una violenza. Le gambe del tavolo ad esempio è un abuso del corpo per dare il nome a qualcosa che non c’è. Coda dell’occhio lo stesso, non si tratta di una figura retorica precisa, come letto del fiume. Non ha una funzione
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creativa, ma simbolica: con una parola che non è di quel contesto colmo un vuoto. La katacresi è un transfert quindi: trasferisco la funzione di una parola in un altro ambito. (il letto del fiume è il greto infatti). La katacresi può essere ritenuta la capostipite, il progenitore delle figure retoriche, perché tutte le altre
sono un ornamento non necessario, non vi è più la funzione di abuso. Solitamente si classificano le figure in figure di pensiero e figure di linguaggio, ma tutto ciò è complesso. Tutte o quasi le figure retoriche possono essere suddivise in: paragone: metafora (sei un angelo)
sostituzione: metonimia (ho bevuto un bicchiere) Per arrivare prima al significato salto un passaggio e compio un errore logico, che correggo però facilmente. È un’accelerazione linguistica. Tutte le altre fanno parte di una o dell’altra sfera tranne una, l’APOSTROFE. Essa consiste in un
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repentino cambio di direzione, creano un senso particolare. È lo spiazzamento che produce questo senso. Non è né un paragone né una sostituzione. Ed è subito sera La metafora è una figura retorica che implica un trasferimento di significato. Si ha quando, al termine che normalmente
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occuperebbe il posto nella frase, se ne sostituisce un altro la cui "essenza" o funzione va a sovrapporsi a quella del termine originario creando, così, immagini di forte carica espressiva. La similitudine, che è una metafora “allungata”, distinguibile perché c’è il come. La metafora una volta
detta finisce lì, invece la similitudine si può ingigantire.
prosopopea anche il discorso di un defunto.
La prosopopea o personificazione si ha quando si personifica qualcosa, gli si attribuiscono caratteristiche che non gli appartengono. Mi si stringe la gola. Si ha quando si fanno parlare oggetti inanimati o animali, come se fossero persone. È una
La sinestesia è una metafora particolare; alcuni esempi sono Il silenzio del Sole, Un’alba sudata, lo sguardo blu. Prevede quindi l'accostamento di due termini appartenenti a due sfere sensoriali diverse.
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L’ossimoro è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini in forte opposizione tra loro. (ghiaccio bollente, dolce morte, caro nemico) L'antitesi è una figura retorica di accostamento di due parole o frasi di significato opposto.
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Il paradosso si quando in una frase o concetto da premesse plausibili derivano assurdità illogiche. Es.: Io sto mentendo, se è vera, non sto dicendo la verità quindi è falsa; se è falsa, sto dicendo la verità, quindi sto mentendo.
parola o una perifrasi che ricordi in modo univoco la qualità della persona o cosa stessa. Es.: Il flagello di Dio per Attila; - Eroe dei due mondi per Garibaldi; - La regina del pop per Madonna; - La pantera di Goro per Milva.
della realtà tramite espressioni che l'amplifichino, per eccesso o per difetto.
L’antonomasia consiste nel sostituire ad un nome proprio o ad una cosa una
L'iperbole è una figura retorica che consiste nell'esagerazione nella descrizione
La litote è una figura retorica che consiste nel dare un giudizio o fare un'affermazione adoperando la negazione di una espressione di senso contrario. Può avere intento di attenuazione o enfasi, ma anche di eufemismo o ironia.
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L’ipotiposi è la descrizione, verbale o scritta, di una persona, di un oggetto o di un avvenimento con una tale vivacità e ricchezza di particolari da offrirne quasi una rappresentazione visiva L'eufemismo è una figura retorica che consiste nell'uso di una parola o di una
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perifrasi al fine di attenuare il carico espressivo di ciò che si intende dire, perché ritenuto o troppo banale, o troppo offensivo, osceno o troppo crudo. La metonimia è una figura retorica che consiste nel sostituire un termine proprio con un altro appartenente allo stesso campo semantico, che
abbia col primo una relazione di contiguità logica o materiale. Sineddoche, come Hey Biondo! La sinèddoche è una figura retorica che consiste nell'uso in senso figurato di una parola al posto di un'altra, mediante l'ampliamento o la restrizione del senso.
Chiasmo la figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB,BA. Processo metonimico.
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La Retorica Esempi 27 Gennaio 2010
*L’EUROPA RICORDA LE VITTIME DEL NAZISMO = prosopopea
LA CRISI SI BATTE MANGIANDO = metafora FAI GOAL AI PREZZI = metafora
CHI NON HA TEMPO DA PERDERE ALZI LA MANO = metonimia
POLEMICHE DERBY = metonimia
ORA IL MONDO È GRATIS = metonimia
IL PC SU MISURA PER LE TUE TASCHE = metonimia e metafora
IL DOLORE DI UN PAESE DOVE PIOVE DI CONTINUO = metafora
FINE MESE A IMPATTO CONVENIENZA = metafora
SBARCA DA MCDONALD IL PANINO DOC = metafora KIA VENGA: GRANDE E PICCOLA = antitesi
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QUATTRO MESI DENTRO, LA EX RITRATTA = metonimia
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Appendice 01*
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Filosofia Comunicazione
*Per linguaggio si intende essere, il parlare, il rivolgersi a qualcuno che noi definiamo target o interlocutore. (ci sono sempre dei parametri precisi da considerare) L’interlocutore come lo si riconosce?
Oggi non si può parlare di comunicazione senza parlare prima di globalizzazione, che è un concetto difficile da definire. Secondo il sociologo Antony Giddens si deve tenere conto di tre fattori: 1) Bisogna confrontarsi con un nuovo concetto di spazio e tempo in
modo che possiamo comunicare in modo che sia valida in tutto il mondo. Lo spazio non esiste più, grazie al villaggio globale abbiamo stessi negozi, auto ecc. L’omologazione facilita il compito della comunicazione ma provoca allo stesso tempo nelle persone una repulsione nell’essere omologati generando quindi
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delle sottolineature del particolare. Tale repulsione accade ad esempio a livello politico come i Catalani, in Scozia, in Slovenia o in Slovacchia. Il tempo non esiste più, tutto viene comunicato in tempo reale (quando il fatto accade viene immediatamente comunicato). La somma di
Filosofia Comunicazione
entrambe le componenti crea la necessità di un linguaggio comune,un basic international english, perché bisogna essere informati sempre anche a livello linguistico. 2) Nasce una nuova consapevolezza della responsabilità personale: la Riflessibità Sociale. La morte delle grandi
ideologie e le notizie contraddittorie della scienza spingono le persone a cercare notizie per supportare la propria tesi. Necessitiamo di qualcosa che ci induca ad avere una vera e propria responsabilità nei confronti dell’informazione a cui ci accostiamo: siamo noi a scegliere se è giusta o no.
(Es. Il fumo genera il tumore ma salva dal Parkinson). 3) Rivoluzione a livello antropologico: la Donna! 80% di tutti i prodotti sono destinati alla donna diventando punto di riferimento per la comunicazione (e la tecnologia? In realtà è destinata al fattore Junior, ovvero sono i più piccoli a suggerire cosa
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comprare). Il concetto di famiglia è decaduto nei paesi del primo mondo, ma tendiamo comunque a tendere ad esso (Mulino Bianco). Fino agli anni’50 il concetto di donna era assimilabile a quello di schiava. Chi non era sposata non aveva visibilità sociale ed era ritenuta in modo dispregiativo una “zitella”. La donna sposata
Filosofia Comunicazione
invece veniva accolta nella nuova famiglia, dove comunque a comandare era l’uomo. Negli anni successivi le donne che si trasferivano dai mariti emigrati al nord e vivono prettamente in casa diventando più autonome. Successivamente ancora non vorranno più rinunciare alla propria autonomia. Sono infatti
l’industrializzazione e l’emigrazione che determinano dei cambiamenti. La famiglia degli ultimi 50 anni ha sempre visto la donna a casa e l’uomo a lavorare. Oggi questo non è più possibile, la donna vuole affermarsi! La centralità di tutto è occupata dalla donna che si è evoluta.
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Globalizzazione e Italia
*Cosa ci differienza? -Mercato: vi è la presenza di una valanga di prodotti “Me too”, ovvero tutti uguali. La scelta viene fatta in base alla pubblicità, all’esperienza precedente. La vera differenza tra i prodotti oggi consiste nel plus valore comunicazionale,
dato da caratteristiche speciali del prodotto (il packaging, la pubblicità e le offerte commerciali). Giampaolo Fabris sostiene che quando andiamo al supermercato riempiamo il carrello non in base alla lista della spesa ma in base agli acquisti di impulso. L’86% di questo tipo di acquisti sono poi fatti in base
a questo plus valore. Non si ha inoltre dubbi sul dire che la nostra epoca è la meno materialista di tutte, anzi ci stiamo avviando verso un mondo “asensoriale” dove gli acquisti non sono più eseguiti su base merceologica e i prodotti muoiono per “desemantizzazione”, perdono valore, ossia la capacità di parlare bene a noi. Infatti oggi non compriamo
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più in base a valori merceologici, ma compriamo altri valori. Proprio per questo si deve sempre più investire nella comunicazione. Spuntano poi sempre nuovi mercati creati dal marketing e si deve quindi creare una differenziazione enorme per rispondere al meglio agli obiettivi di acquisto. Si ha purtroppo invece un
Globalizzazione e Italia
eccesso di spesa e di comunicazione, quando invece si dovrebbero affrontare le nuove richieste di un mondo sempre in cambiamento. - Distribuzione: Il primo supermercato in Italia fu fondato negli anni ’70 con circa 20 anni di ritardo dal primo supermercato americano. Il ritardo fu dovuto ad un tacito
accordo tra le piccole aziende al dettaglio degli alimenti con la Democrazia Cristiana del tempo. Vi era una vera e propria lobby contro i supermercati. Il concetto di supermercato portò nuovi livelli di scelta, sicurezza e ottimizzazione dei costi e quindi nuovi modi di comunicare. Il problema però risiede nell’accesso difficoltoso a
queste catene di distribuzione. (Es. Il piccolo produttore di pomodori a cui sono richiesti ingenti somme di denaro per accedere alla Esselunga per poi essere comunque relegato agli scaffali bassi). Tuttavia per il distributore la conoscenza del consumatore è qualcosa di più importante
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dell’azienda stessa, e questo viene fatto attraverso le carte di credito, gli scontrini, per capire quindi la media della spesa e la media degli acquisti. Si sviluppano poi le private labels, prodotti fatti dal supermercato e messi in vendita vicino ai prodotti di marca: esse costano meno perché non hanno le spese legate alla pubblicità e alla comunicazione.
Globalizzazione e Italia
La comunicazione sul punto vendita è difficoltosa: non è possibile fare pubblicità sul punto vendita del supermercato, dal momento che gli acquisti vengono fatti di impulso. È però nell’interesse del supermercato quello di creare fedeltà al punto vendita e non al prodotto. La promozione viene
sempre fatta al massimo, ma c’è poca comunicazione. Bisogna essere homo - economics, essere colui che ha responsabilità nell’acquisto. Inoltre si deve capire la differenza tra acquirente (chi già acquista) e utilizzatore, tra consumatore primario e secondario.
La consumatrice poi è colta: necessita di argomentazioni, di più informazioni e solo in questo caso il prodotto ha successo. Anche la dimensione del singolo è cambiata, muta la forma mentale rispetto alla dimensione singola di acquisto (Es in una famiglia il pranzo è differente per tutti i
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componenti). A Milano il 50% delle famiglie sono in realtà monofamiglie composte da single. Quindi si deve cambiare la comunicazione poiché essi hanno una visione diversa.
Target e Piramide Socio-economica
*Definire un gruppo di utenti. Per group si intende infatti il modo per definire una classe in modo generalizzato e potersi rivolgere a questa in modo corretto. Si deve sempre conoscere il contesto e la persona che abbiamo davanti. In tale piramide troviamo la low class, la classe media e così via. Bisogna scegliere
sempre l’oggetto e decidere a chi rivolgersi. La comunicazione non è mai innocente, ad ogni stimolo pretende una risposta. Lo studio del target è nato in America negli anni ’40 creando questa piramide socio economica che partiva da una base “Low Class” fino alla cima “Superior” e in base a questa
dividere il mercato. Il risultato fu però un fallimento. Negli anni ’50 Maslow elabora la piramide dei bisogni, dai primari fino al quelli più ingenti che l’uomo può avere. Ma non sempre si poteva applicare a tutti. Questa piramide comprende quindi: -bisogni fisiologici (fame, sonno, sete,
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sesso) -sicurezza -appartenenza -autostima ed eterostima -autorealizzazione Negli anni successivi tale piramide viene aggiornata con la “Teoria dei valori”, dove si considerano i bisogni costanti. Vediamo una tabella che riassume il tutto
Target e Piramide Socio-economica
Primari
Poveri Rassegnati/Resigned Poor (per lo piĂš donne, etĂ avanzata, senza cultura, senza reddito) Ha come valore: cibo, famiglia, religione. Poche cose da dire 3 milioni in tutto in Italia Povero Combattente/Struggler Poor (giovane maschio, senza cultura, senza reddito) Ha come valore: fuga ad ogni costo (elemento per il crimine) QUESTI TARGET NON SONO INTERESSANTI
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Target e Piramide Socio-economica
Sicurezza e Appartenenza
Mainstreamer età media 35/55 (reddito medio, cultura media, casa media, auto media) A loro è destinata la maggior parte della comunicazione Ha come valore: status quo, ha paura della rivoluzione e dei grandi cambiamenti, ha fede nello stato, famiglia conservatrice(considerata stato nello stato), religione come segno di appartenenza. 60% dei prodotti industriali sono per loro I figli di questa fascia sono diversi. Loro sono raggiunti dalla tv generalista 61
Target e Piramide Socio-economica
Stima degli altri
Aspirer etĂ < 35 anni (giovane, alta cultura, alto reddito, 7-25 mila euro) Ha come valore: Lo status symbol in tutto 20% dei prodotti industriali sono per loro, ma vale lâ&#x20AC;&#x2122;80% in valore monetario.Si tratta di gente esibizionista, che ama ostentare quello che ha, dotati di grande creativitĂ e audacia. Grande plus valore In America DINKids (Double Incomes No Kids) La persona che si sposa per avere doppio redditoma non ha figli. Tutto viene speso per il proprio piacere e consumo 62
Target e Piramide Socio-economica
Autostima
Succeders etĂ medio - alta (maturo, alta cultura, alto reddito) Ha come valore: lo stile elegante sottotono
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Target e Piramide Socio-economica
Autorealizzazione
Transiscional (Tutte età e lavoro, crema della società) Ha come valore: volontariato Difesa della dignità dell’uomo e degli altri Parigi Londra Bobob giovani molto aperti di mente età 30 anni (cultura altissima, reddito da paura, rappresentano l‘0.2% di Parigi ad esempio) Il loro punto di riferimento è una cultura avanzata, disdegnano le marche, vivono in periferia ma in villa, usano la bicicletta o la limousine
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Forme di Testualità
*Un testo è una struttura di segni indipendenti. L’affresco ad esempio è un testo con una sua struttura linguistica, così come la musica e il cinema. Stiamo, quindi, per intraprendere un viaggio nella avantestualità. Un avantesto è un sintagma ossia
un testo di senso compiuto. La più grande raccolta di avantesti si trova a Pavia. Quindi l’avantesto è un’idea, un’intuizione. Se ne può parlare anche in pittura, trattando ad esempio gli avanquadri (Tobarisko, Soulè). Un avantesto è composto da frammenti da sviluppare.
L’intertestualità è il rapporto tra testi di razza differenti (ad esempio un testo verbale ed iconico). Per esempio la pubblicità è un esempio perché convergono testo, immagini e musica per creare una innovativa intelligibilità. Esempio Pubblicità del Mc Donald su Corriere della sera “Chi siamo noi? San Sebastiano”.
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Caption: i no global dicono che, i medici dicono che...etc etc In questo caso notiamo l’uso dell’iconografia (San Sebastiano viene solitamente rappresentato trafitto da frecce), unito a quello verbale fornisce un link che spezza il senso. Relazione di questo testo verbale con un altro tipo di testo si definisce
Forme di Testualità
quindi intratestualità, ottenuta con citazioni e proverbi. La pretestualità è ciò che è un pretesto e deve essere uguale per tutti. Mettere sempre la didascalia che spieghi. Nel villaggio globale per fare uno spot alcuni pretesti/ Icone (Il romanticismo di Parigi, il mistero di
Venezia) non sono riconoscibili ovunque. Per questo si parla di luoghi mentali, ossia quando si inserisce una storia e i personaggi in un contesto intellegibile. (Roma, Venezia, Praga) I mondi possibili sono quelli che non esistono, sono alcuni mondi di fantasia che sono possibili nella nostra intelligibilità
per rendere più intellegibile la nostra realtà (Es Don Chisciotte). Alice nel paese nelle Meraviglie è il mondo dei contrari che l’autore crea in contrapposizione al determinismo dell’accademia Inglese ad esempio. Servono per avere un confronto nuovo e totale.
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I personaggi immaginari sono tutti quei personaggi che devono essere creati quando si ha la necessità di raccontare qualcosa che non si può narrare con personaggi veri. I macrosegni sono personaggi già esistenti, già pronti come personaggi storici, ideali (Romeo e Giulietta), la parola del cavaliere. Vengono
Forme di Testualità
chiamati Figmenta Vera (personaggi plausibili). In questo caso la parola dell’uomo veicola una visione eroica ed orgogliosa, mentre la donna è sempre in difesa della vita. Ad esempio il gesto di Ettore ora è assunto come simbologia del gesto del padre e ha una sovrastruttura culturale che lo determina
I personaggi a specchio sono quelli inventati per creare un personaggio con le caratteristiche della società.
non plausibili, figmenta eterocosmica, finzione totale (come Superman)
Tale tipo di rappresentazioni producono due tipi di personaggi:
Qualunque cosa raccontiamo non si può prescindere dal reale: si parla quindi di realismo e di esso ne esistono di diversi tipi
plausibili, figmenta, personaggi che possono esserci nel nostro mondo
Realismo attualizzato: Documentario (anche film sull’incoronazione di Napoleone)
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Realismo Ideologico: realismo imposto da un’autorità politico/ religiosa. La visione reale è quella che viene imposta da essi. Realismo Culturale: Il neorealismo di De Sica nell’Italia del dopoguerra. Racconta la realtà dal vero. Si gira sulla strada, con luci naturali e non artificiali. Questo vale
Forme di Testualità
anche per la musica e la scrittura. - Realismo Magico: Raccontare una favola con i crismi della realtà (come La vita è bella). - Realismo Futuribile: Non si intende la fantascienza, piuttosto elementi prevedibili ed imprevedibili che vengono inseriti nella realtà.
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Quattro I Quattro C
*Parametri su come si fonda una corretta comunicazione QUATTRO I 1. Impatto: Ovvero la forza e la capacità da parte del messaggio di uscire dall’effetto “marmellata” (ovvero dall’eccesso di produzione di messaggi pubblicitari). In media
un consumatore italiano riceve 860 input pubblicitari al giorno (Americani 4000), di cui (grazie alla nostra capacità di censura) solo 60 passano la nostra linea dell’attenzione e di questi solo 10 vengono seriamente considerati. Si usa la creatività per poter fare impatto. Conoscendo le abitudini del target si va ad utilizzare
i suoi canali di comunicazione di massa. La creatività è ad esempio la pianificazione nei mezzi, l’impatto da solo non basta. 2. Interesse: Essere in grado di suscitare l’interesse del target, adeguandosi al target stesso. Si può utilizzare un approccio diretto (Hey tu pelato!) oppure utilizzare un approccio tarato
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meglio per determinati tipi di target (Per una testa più bella). In questo caso si parla di PAR= Primary Effective Reaction, ossia la reazione emotiva dell’interlocutore al messaggio. Informazione: l’interlocutore è rassicurato se si danno tante e precise informazioni.
Quattro I Quattro C
Si ha una cultura di consumo maggiore quindi di conseguenza il cliente richiede di essere rassicurato maggiormente.
QUATTRO C
4. Identificazione: La comunicazione non funziona se l’interlocutore non si identifica con il messaggio. (Nota del prof: l’identificazione è un auspicio ma non dipende da noi).
2. Coerenza: Ogni messaggio deve rimanere coerente e non deve uscire dal suo contesto d’uso. Ogni prodotto, argomento è legato ad un’area ben precisa.
1. Comprensibilità: Il messaggio deve essere chiaro e comprensibile.
3. Credibilità: Oggi è data per acquisita ma ancora non è del tutto così. Bisogna tarare il messaggio per la parte più debole della popolazione. 4. Convinzione: L’utente deve essere convinto del messaggio comunicato. (Nota del prof: ciò non può dipendere da noi).
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Creatività
*Non è creazione, ma bensì la capacità di risolvere problemi (Problem Solving), capacità di produrre immaginazione. La prima parola della cultura occidentale, dell’Iliade, rispetto alle traduzioni ufficiali, è la parola IRA. Essa è intesa come reazione eroica alla FISIS ovvero tutto ciò
che è già presente in natura, che è fermo e conformato affinché venga distrutto e si possa avere una nuova visione del mondo. La creatività è trasgressione, capacità di rompere le regole. Prima però si imparano le regole e poi si distruggono. La creatività è fare le cose quotidiane in modo nuovo.
De Saussure dice che la creatività è l’incontro di enti diversi o uguali che producono connessioni imprevedibili. Il cervello è diviso in due emisferi. PARTE SINISTRA DEL CERVELLO Logica, Razionalità,Tutto ciò che è verbalizzato
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PARTE DESTRA DEL CERVELLO Intuizione, Sensibilità, Emozione, Tutto ciò che non è verbalizzato, Fantasia, Immaginazione Nei bambini queste parti lavorano in sintonia. Tuttavia poi per costrizione ci si fissa sulla parte sinistra, quella della razionalità.
Creatività
La razionalità si basa su: Principio di identità A=A (da qui nasce la speculazione scientifica) - Principio di non contraddizione A≠B - Terzium non datum A o è vero o è falso, non ci sono terze vie. La parte della creatività (il cervello delle donne è forse
più creativo) per essere tale deve seguire un percorso creativo: Osservazione e Analisi: Non si risolvono i problemi senza prima averli analizzati. Incubazione: I dati analizzati vengono assorbiti dalla mente. Illuminazione Verifica
La creatività non nasce dal talento, dalla bravura, ma è un aspetto dell’intelligenza. Un’idea è creativa se: 1) Originale 2) Innovativa Statisticamente infrequente È l’imprevedibile connessione tra enti diversi o lo stesso ente.
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La creatività può essere alimentata attraverso lo studio delle avanguardie artistiche: Futurismo, Dadaismo, Surrealismo e Cutting up. Per la creatività è necessario il sapere (anche non approfondito) più vasto possibile.
CreativitĂ
Prima di comunicare bisogna capire se si vuole: - Persuadere: ottenere una risposta attraverso un approccio emozionale - Convincere: ottenere una risposta attraverso un approccio razionale
proprio denaro userĂ un approccio di convinzione e non di persuasione.
Ogni comunicazione ha a sua personalitĂ , infatti una banca che chiede ai propri clienti di investire il
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Destrutturazione del Testo
*I fondamenti del testo sono: - Coesione: è la politica interna del testo, la materia di cui è costituito (verbo, soggetto ecc). - Coerenza: è la politica estera del testo ovvero quello che dichiara, è la sua plausibilità psicologica. - Dichiaratività: il
testo deve indicare subito quale è la sua intenzione (informare, intrattenere). - Accettabilità: quando si scrive dobbiamo fare in modo che l’interlocutore possa capire il nostro messaggio nel suo contesto antropologico. Vige il principio di cooperazione ovvero il passaggio dall’aspetto letterario
all’aspetto di senso comune. - Informatività: Non ha niente a che vedere con l’informazione. È la capacità di creare pensiero generativo. Si usa il “testo pigro”, ovvero parole e strutture già conosciute, per essere più comprensibile dal grande pubblico. Se si usano altri tipi di parole e strutture meno comuni, la
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persona dovrà fermarsi a capire e si stupirà. Ermeneutica: la filosofia del nostro tempo ovvero l’arte dell’interpretazione.
Appendice 02*
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Esercizi
1) Comporre un testo utilizzando le 10 parole seguenti: Mattino, telefono, giornale, mare, buio, metropolitana, sole, libro, marciapiede, Maria Il racconto deve essere al tempo presente e scritto in terza persona. Tutto al presente e in terza persona. Il telefono squilla. È una calda mattina d’estate. Il sole splende. Maria, guardandolo perplessa, si incammina lungo il bagno asciuga. Non ha mai visto il mare così tranquillo come quel giorno. Porta con sé solo un libro e tanti pensieri. Si siede sulla sabbia morbida, tiepida, avvolgente e lì sprofonda nei suoi sogni. Le onde interrompono però il suo fantasticare. Maria apre gli occhi ed ecco lì, proprio vicino a lei, un giornale. Lo afferra e incuriosita legge la data: 7 Ottobre 2009. D’improvviso intorno a lei c’è solo buio, un marciapiede e il grigiore della città. È stata tutta solo una fantasia. È ora di prendere la metropolitana e abbandonare la soffice bolla che l’ha coccolata fino a quel momento. Dimenticare per un po’ i sogni e perdersi nella quotidianità della vita.
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Esercizi
2) Inventare un dialogo su due persone che sono andate al cinema, hanno visto un film, sono usciti e stanno decidendo cosa fare. Dal dialogo si deve capire chi sono, che relazione c’è tra loro, che film hanno visto, cosa faranno dopo. - L’ho trovato un film interessante e ben fatto. Che dici? - Sì credo che risponda appieno alle esigenze della mostra. - Lo inseriamo nella lista allora? - Sì, comunque Clint Eastwood è un grande attore e anche un bravo regista. - Poi il tema della mostra è proprio questo: film del 2008 diretti da grandi attori. - Allora è deciso, anche Clint è nell’elenco! - In questo film è davvero eccezionale nel ruolo dell’anziano reduce di guerra che instaura un rapporto di amicizia proprio con quei coreani che aveva combattuto. Ok, allora andiamo a comunicare la nostra scelta ora!
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Esercizi
3) Scrivere una recensione di un evento, un film, un libro ecc. con la seguente struttura: titolo/autore/casa editrice; breve riassunto della trama; contesto critico (dove si colloca); giudizio critico con motivazione; citazione; giudizio finale. Circa 10-15 righe. ANDREA VITALI, OLIVE COMPRESE, GARZANTI LIBRI “Olive comprese” di Andrea Vitali narra le vicende che si susseguono a Bellano, piccola cittadina della Valsassina che si affaccia sul Lago di Como, durante gli anni del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale. I personaggi sono molti: c'è per esempio il Crociati, un esperto cacciatore che non ne becca più uno. C'è Luigina Piovati, meglio nota come l'Uselànda. C'è Eufrasia Sofistrà, in grado di leggere il destino suo e quello degli altri. Ci sono soprattutto, ad animare la quiete di quegli anni sulle rive del lago, quattro ragazzotti che mettono a soqquadro il paese. E c'è la sorella di uno di loro, la piccola, pallida, tenera Filzina, segretaria perfetta che nel tempo libero si dedica alle opere di carità e che, come molte eroine di Vitali, finirà per stupire. È un romanzo che descrive quegli anni in modo ironico. Il tutto è arricchito dalle esilaranti disavventure che ravvivano la narrazione e smorzano i toni cupi che riguardano i tristi avvenimenti della guerra.
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Esercizi
“Pesava in tutto un chilo....olive comprese” Questo romanzo è in grado, quindi, di mediare e mescolare perfettamente contesti così diversi in modo quasi impercettibile. È un libro piacevole, scorrevole, che ti catapulta in un modo passato. Merita sicuramente di essere letto.
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Esercizi
4) Scrivere un redazionale. È un articolo che promuove un prodotto, ma non è pubblicità tradizionale, è bugiarda. Lo firma la redazione, rimane anonimo. Brief: acqua Vitasnella nuova confenzione da ½ litro. Insistere sul problema dell’inquinamento dell’acqua, il pubblico preferisce l’acqua minerale, Vitasnella è famosa per la sua leggerezza e dolcezza. ACQUA: INODORE, INCOLORE, MA DAVVERO INSAPORE? Quando si sente parlare di acqua i commenti che scaturiscono da queste discussioni si possono riassumere tutte nella frase “Ma l’acqua ha tutto lo stesso sapore”. Tuttavia non è davvero così, anzi è esattamente l’opposto. Recenti studi realizzati dall’Università di Pavia, ormai veterana in questo campo, hanno dimostrato come l’acqua di Milano sia una delle migliori della Lombardia. Pulita, limpida, con un residuo fisso molto basso. Tuttavia i Milanesi non sono soddisfatti del suo sapore e preferiscono consumare quella in bottiglia. Quindi questi dati validi e accreditati non convincono il consumatore. Acqua Vitasnella ha deciso di puntare proprio su questa qualità spesso sottovalutata dell’acqua.
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Esercizi
Fresca, piacevole, delicata, dolce: così si presenta l’acqua Vitasnella. Soddisfa anche i più scettici con mezzo litro di puro gusto e piacere. Un’acqua che delizia non solo il palato, ma anche la vista con la sua nuova ed elegante confezione dal colore celeste. Acqua Vitasnella, l’acqua inodore, incolore, ma dal sapore dolce e leggero.
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Esercizi
5) Inventare un dialogo tra due persone, intervistatore e intervistato. Si devono capire il sesso, l’età e il prodotto (Pelikan, penna stilografica), senza dirli esplicitamente. - Buongiorno! Sono Ilaria e lavoro nel campo della comunicazione. Mi piacerebbe parlare con lei di scrittura. Le andrebbe? - Certo! Mi piaceva molto scrivere quando ero giovane. - Sul serio? mi racconti per favore. - Scrivevo poesie, racconti. Pensi, mi piaceva anche esercitarmi a scrivere in bella calligrafia - Capisco. Da come lo dice, immagino che ora non si dedichi più a questa passione. - No, ho troppi impegni: i figli, il lavoro, le faccende di casa. Ormai tutto quello che scrivo è la lista della spesa con una semplice penna biro. - Già ora non si ha nemmeno più il tempo per fermarsi e fare cose semplici come scrivere. - Esatto. Da giovane io usavo una bellissima stilografica e scrivevo pagine e pagine. Ma ormai ci sono le biro più comode e veloci. Sa che sbavature altrimenti? Scrivere una lista della spesa di corsa! - Possiamo quasi dire che la vita frenetica abbia diminuito l’uso delle penne stilografiche - Penso proprio di sì! Il solo fatto di cambiare la cartuccia può essere considerata una perdita di
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Esercizi
tempo quando si hanno i minuti contati. - Ho capito. La ringrazio moltissimo per il tempo dedicatomi. Il tempo è molto prezioso per lei! - Grazie a lei! Buona giornata! - Buona giornata a lei!
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Esercizi
6) a. Creare un annuncio con headline e bodycopy. Brief: penna stilografica Kappa, forse macchia e costa, ma è uno status symbol. Importante: mai giocare con il nome del prodotto perché si vincola troppo il messaggio. PENNA STILOGRAFICA KAPPA, L’ELEGANZA CHE STA IN UNA MANO Kappa, la stilografica raffinata e sofisticata. È l’alternativa alla solita penna, un gioiello prezioso da mostrare che ti accompagna in ogni momento della giornata, regalandoti stile ed eleganza. Leggera, comoda, puoi portarla sempre con te. Un modo per sfuggire alla banalità quotidiana con il semplice gesto di una mano. - Possiamo quasi dire che la vita frenetica abbia diminuito l’uso delle penne stilografiche - Penso proprio di sì! Il solo fatto di cambiare la cartuccia può essere considerata una perdita di b. creare un annuncio con headline e bodycopy. Brief: Kappa ha il 30% di inchiostro in più rispetto alle altre penne.
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Esercizi
PENNA STILOGRAFICA KAPPA, DAI PIÙ TEMPO AI TUOI RICORDI PENNA STILOGRAFICA KAPPA, L’INCHIOSTRO DI TUTTA UNA VITA La nuovissima penna stilografica Kappa dà più tempo ai tuoi ricordi con il 30% di carica in più rispetto alle altre penne stilografiche. Da oggi non dovrai più preoccuparti di rimanere senza inchiostro e non fissare su carta i ricordi più importanti della tua vita. PENNA STILOGRAFICA KAPPA: RISPARMIA SULL’INCHIOSTRO, NON SULLE PAROLE La nuovissima penna stilografica Kappa non ti lascia mai senza parole con il 30% di carica in più rispetto le altre penne. Da oggi non dovrai più preoccuparti di rimanere senza inchiostro, grazie a queste nuove straordinarie cartucce che durano di più. Perché Kappa ti fa risparmiare sull’inchiostro, non sulla tua voglia di scrivere.
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Esercizi
7) a. Creare un annuncio per un’affissione. Brief: scarpe Susa, city shoes, scarpa elegante italiana con la tomaia sportiva, eleganti ma comode, flessibile, multiuso. Scarpa Susa, la tradizione italiana diventa una city shoes: comode ed eleganti le indossi sempre quando sei in città. Scarpa Susa, la tradizione italiana diventa una city shoes, che ti accompagna sempre, senza lasciarti mai senza eleganza. Scarpa Susa, cent’anni di tradizione ed eleganza corrono con te nella frenesia della città.erdita di
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Esercizi
b. creare una sceneggiatura per uno spot. Il brief è quello dell’esercizio 7a. AUDIO
VIDEO
rumori di passi e voci
folla che cammina per la strada, vestita elegante e persone che guardano con insistenza l’ora
motivo musicale allegro e vivace
cartina di una città vista dall'alto (ad es. Milano) Appaiono delle impronte che delineano un percorso: stazione ore 8.00, ufficio ore 8.30, ristorante ore 12.30, fermata metro ore 18.30, casa ore 20.00
Fine musica
Dissolvenza
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Esercizi
AUDIO
VIDEO
Voce fuori scena che dice:
Primo piano delle scarpe all'interno di una scarpiera.
"Scarpe Susa, la tradizione italiana in una city shoes che corre sempre con te"
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Esercizi
8) a. Dare un nome alla penna stilografica. Styl-ink Stilo-ink Miss-ink b. creare una headline e un bodycopy. Brief: il Corriere della sera regala un cd con le poesie degli autori del â&#x20AC;&#x2DC;900 lette dagli stessi. POETICAMENTE INSIEME Il 7 dicembre insieme al Corriere della Sera potrete trovare un regalo davvero unico: una raccolta di poesie lette proprio da coloro che le hanno ideate. Scaturite dalle loro penne ora fluiscono attraverso le loro voci. I grandi autori del â&#x20AC;&#x2DC;900 come Montale, Ungaretti, Saba, Pavese ci narrano le loro opere creando un legame unico con chi li ascolta.
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Esercizi
9) a. creare un jingle sulla musica di quello di Negroni. (Le stelle sono tante, milioni di milioni, ma quella di Negroni vuol dire qualità) Brief: il Corriere della sera regala un cd con le poesie degli autori del ‘900 lette dagli stessi. C’è un dono poetico una raccolta preziosa di voci del passato il Corriere ti dà. Ti senti raccontare dalle voci dei poeti i versi del passato e son da lunedì.
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Esercizi
b. creare una poesia zen. Regole di questo tipo di poesia: è composta da 3 versi. 1° la prima cosa che viene in mente; 2° l’opposto del primo; 3° la sintesi dei primi due. I fiocchi di neve cadono leggeri gli elefanti invece sono pesanti è bene che non cadano elefanti I fiocchi di neve cadono lentamente i pensieri scorrono veloci soffici sono i pensieri
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Esercizi
c. creare un haiku (poesia giapponese). Regole di questo tipo di poesia: è composta da 3 versi. Il primo di 5, il secondo di 7 e il terzo di nuovo di 5 sillabe. I due temi piĂš ricorrenti sono la natura e lâ&#x20AC;&#x2122;amore. La neve cade leggera sulla strada resto solo qui
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Esercizi
10) creare vari esempi di campagne usando solo alcune parti del discorso (usando quindi una volta solo aggettivi, unâ&#x20AC;&#x2122;altra solo verbi, eccâ&#x20AC;Ś). Dentifricio, liquirizia, nero che fa diventare i denti bianchi. NOME = parlare del prodotto Cenere Sdirty Onice Perla Liquorice AGGETTIVI DENTIFRICIO LIQUORICE, nero, brillante, ghiotto VERBI DENTIFRICIO LIQUORICE, lustra, smacchia, sbianca
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Esercizi
11) scrivere un pezzo, tipo un’arringa, in cui si difende (o si attacca) il servizio di bikesharing a Milano. Sono un'ecologista che da anni si occupa di inquinamento e della sua prevenzione, soprattutto nei grandi centri abitati. Sono qui oggi per dimostrare perché il servizio di bike sharing di Milano risulti profondamente utile al fine di combattare le polveri sottili che affliggano il capoluogo lombardo. Il bike sharing è facile, pratico ed ecologico. Esso non è un semplice servizio di noleggio bici, ma un vero e proprio sistema di trasporto pubblico da utilizzare per i brevi spostamenti. BikeMi, poi, è la risposta più adeguata ad una città che chiede meno traffico, meno code, ma soprattutto meno inquinamento. È stato dimostrato, infatti, che lo smog uccide 20 persone al giorno e che i costi dovuti all'inquinamento in Italia sono di circa 4,5 miliardi di euro all'anno. Inoltre siamo tra i paesi europei in cui si registra, in media, la maggior percentuale di popolazione urbana esposta ad elevate concentrazioni di sostanze inquinanti. Si sa che è il traffico automobilistico a causare questa condizione, per questo si pensa che il bike
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Esercizi
sharing sia la soluzione pù efficace e semplice da adottare. Si è potuto constatare che il blocco delle macchine è stato caratterizzato da un aumento del 400% dell'utilizzo del servizio di bike sharing: un risultato stupefacente. Quello che si chiede al cittadino non è di rinunciare alla comodità della propria automobile, ma piuttosto di predersi cura della propria salute, di se stessi e anche degli altri. Infatti non sono da sottovalutare gli effetti benefici che il bike sharing può determinare: ti permette di fare movimento sfruttando i brevi spostamenti e ti aiuta a mantenerti in forma e a combattere lo stress. Il bike sharing è quindi un aiuto per l'ambiente, uno strumento per prevenire lo smog e per prendersi cura di se stessi.
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Esercizi
12) riprendendo il tema dellâ&#x20AC;&#x2122;esercizio precedente, creare una headline utilizzando una o piĂš figure retoriche. Bike sharing a Milano, la condivisione pedala con te 13) usare una figura retorica a piacere in riferimento ad uno shampoo, durando, che dĂ forza ai capelli SHAMPOO DURANDO, annaffia i tuoi capelli con una formula rivitalizzante
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