Il Cielo a
Garabandal
ilcieloagarabandal.wordpress.com
Scoprire e vivere i messaggi di Maria
ALL´OMBRA DEI PINI.....
LA MERAVIGLIOSA STORIA DELLE APPARIZIONI DI MARIA A GARABANDAL
Quinta parte: L´AFFLIZIONE DELLA VERGINE
il messaggio di faTIMA CONTINUÓ a GARABANDAL
Justo A. Lofeudo Signore, cosa vuoi da me? COME CONOSCERE LA VOLONTÀ DI DIO
il crocIfisso, carta d´identità spirituale
F. Sánchez-Ventura Padre Pio conferma di essere stato a Garabandal il 18 giugno 1965
On-line Magazine — Anno I — Numero 5 — Settembre-Ottobre 2014
SOMMARIO settembre-ottobre 2014
PRIMO PIANO
3 Fatima e Garabandal P. José Ramón García de la Riva
ALL´OMBRA DEI PINI
8 L´afflizione della Vergine nel suo secondo Messaggio
IL MESSAGGIO DI MARIA
SAN PIO DA PIETRELCINA
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Il crocifisso: carta d´identità spirituale
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P. José Ramón García de la Riva
Padre Pio era a Garabandal nel giorno del secondo Messaggio
INTERVISTA
Francisco SánchezVentura y Pascual
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Capitolo V
Intervista al Vescovo di Fatima, D. João Pereira Venâncio
Anna Fusari
P. Alfred Combe
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TESTIMONIANZE
36 “Dice la Vergine che suo figlio é in Cielo” Mercedes Salisachs
CUORE DI CRISTO
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San Padre Pio parló di Garabandal
Signore, cosa vuoi da me?
Redazione
P. Justo A. Lofeudo
Il Cielo a Garabandal Anno I - Numero 5 Settembre-Ottobre 2014 http://ilcieloagarabandal.wordpress.com/
email: ilcieloagarabandal@gmail.com
Hanno collaborato: Anna Fusari, Santiago Lanús, Justo A. Lofeudo, Giovanni Lombardi, Tiziano Romito, Alberto Victoriano.
Realizzazione: Anna Fusari Edizione originale in lingua spagnola
FATIMA E GARABANDAL di P. José Ramón García de la Riva
I
N TUTTE LE APPARIZIONI MARIANE È PRESENTE UN DENOMINATORE COMU-
NE CHE É L´UOMO, PERCHÉ L´UOMO É LO STESSO LUNGO LA STORIA, É INSIDIATO DALLE STESSE TENTAZIONI E ACCUSA LA STESSA SINTOMATOLOGIA QUANDO SI ALLONTANA DA DIO.
C
REDIAMO PERÓ CHE, TRA FATIMA E GARABANDAL CI SIA UNA SPE-
CIALE AFFINITÁ; CHE IL MESSAGGIO CHE VENNE CONSEGNATO A FATIMA CONTINUÓ PALESEMENTE A SAN SEBASTIAN DI GARABANDAL. veDIAMO PERCHÉ.
IL CIELO A GARABANDAL
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Per entrare in questo tema dobbiamo renderci conto che il Messaggio di Garabandal non é composto solo dai due famosi testi del 1961 e 1965, ma comprende numerosi “aneddoti” —chiaramente didattici— che bisogno tenere in considerazione quando compariamo le due manifestazioni mariane.
l´Ira di
Dio con i nostri sforzi” (1965).
Attraverso la veggente di Fatima Suor Lucia, a Tuy (Pontevedra, Spagna) il 12 giugno 1941, Nostro Signore si lamentó della condizione della Chiesa in Spagna:
“Fa sapere all’Arcivescovo (di Valladolid, Spagna) che Io desidero ardentemente che i vescovi si riuniscano in In entrambi i casi c´è un angelo Precursore Ritiro, per individuare e stabilire —di comune accordo fra loro— i mezzi da impiegare per la riforma del popodell´apparizione della Vergine. lo cristiano, e per rimediare al rilassamento del clero e di gran parte dei religiosi. Il numero di quelli che Mi Rosario. A Fatima si predica la devozione al servono nella pratica del sacrificio é molto limitato. Io Santo Rosario. A Garabandal la Vergine insegna alle ho bisogno di anime e di sacerdoti che mi servano, sacrifibambine come pregarlo, recitandolo insieme con loro candosi per Me e per le anime”. e addirittura in alcune occasioni con tutto il paese che
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accompagnava le bambine, quando loro in estasi lo pregavano per le strade del paese.
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denuncia DELLE modE. Nostra Signora di Fatima disse a Jacinta: “Si introdurranno certe mode che offenderanno gravemente Mio Figlio”. La veggente riferì anche che “le persone che servono Dio non dovrebbero seguire le mode. La Chiesa non ha mode; Nostro Signore é sempre lo stesso”. E´un commento che si adatta perfettamente alle Sacre Scritture: “Chi pretende di essere amico del mondo si fa nemico di Dio” (Giacomo 4,4), “Gesu Cristo é lo stesso ieri e oggi e per i secoli” (Ebrei 13,8).
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EucarEstIa. A Fatima si predica il rispetto del
Santissimo Sacramento (l´Angelo insegna loro ad adorare inginocchiate e con la fronte in terra, ricevendo la Comunione in ginocchio e sulla lingua) e la necessitá di riparare davanti a Lui i peccati del mondo. Poiché l´esempio di Fatima non é stato seguito, a Garabandal la Santissima Vergine si lamentò: “All´Eucaristia si concede sempre meno importanza” e chiese alle bambine veggenti che pregassero “Anima di Cristo” dopo le Comunioni spirituali, che ricevettero in ginocchio e con tanto amore.
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ConversiOnE/Castigo. La chiamata alla con-
versione per evitare i giusti castighi del Cielo. Se si fosse ubbidito alla richiesta della Vergine fatta a Fatima si sarebbe evitata la II guerra mondiale, la sanguinosa espansione del comunismo per il mondo, ecc.
Non si diede neppure retta alla richiesta che la terza parte del Segreto di Fatima venisse svelata nel 1960. Non c´é da meravigliarsi se l´anno dopo, a Garabandal, la madre di Dio riprese l´argomento per dirci che la “La Coppa sta traboccando”, “Se non cambiamo arriverá un Castigo molto grande” (1961), “Dobbiamo evitare
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EL CIELO A GARABANDAL
Due anni piú tardi, in una lettera del 28 febbraio 1943, Suor Lucia scrisse: “Se i Vescovi di Spagna considerano i desideri di Nostro Signore e iniziano una vera riforma tra il popolo e il clero, bene! Se no (la Russia) sará di nuovo il nemico attraverso il quale Dio li castigherá ancora una volta”. A Garabandal destò scalpore la parte del Messaggio che dice: “Molti cardinali, vescovi e sacerdoti vanno per il cammino della perdizione e trascinano con sé molte piú anime”.
Le bambine veggenti non sapevano niente del fatto. La Santissima Vergine sí. La Spagna era uscita dalla Guerra Civile (crociata contro il comunismo) del 1936-39. E Suor Lucia ci avvertí che la Russia, vale a dire il comunismo, sarebbe tornato ad essere un frusta per la Spagna. Ci chiediamo se il nemico menzionato non sia stata l´organizzazione comunista-terrorista dell’ETA, che cominció le sue uccisioni nel 1968 e che tuttora continua a spargere il sangue; e ció senza dimenticare altri gruppi terroristici della stessa matrice, come il GRAPO (Gruppi Rivoluzionari Antifascisti Primo di Ottobre) e il FRAP (Fronte Rivoluzionario Antifascista e Patriottico).
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Inferno. Fatima: “Molti si dannano perché nessuno adesso si sacrifica per loro”. Garabandal: “Vi amo molto e non voglio la vostra condanna”.
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PenitenZa E Sacrificio. Come accettarono
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La VERGINE del CarmeLO. Nell´ultima appa-
i bambini di Fatima le sofferenze che Dio mandò loro in riparazione dei peccati che tanto offendono Dio! A Garabandal la Santissima Vergine insistette: “Bisogna fare molti sacrifici e molta penitenza” (1961)… “Dovete sacrificarvi di piú” (1965).
rizione di Fatima, durante il Miracolo del Sole, allo scomparire della Vergine, i piccoli veggenti ebbero altre
visioni: “Vedemmo a fianco del sole San Giuseppe con il Bambino e Nostra Signora dei Dolori. Il Bambino Gesú sembrava benedire il mondo nello stesso modo di San Giuseppe. Poi svaní questa visione e comparve Nostra Signora del Carmelo.” Così la Vergine del Carmelo é l´ultima visione mariana di Fatima e la prima di Garabandal.
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Nostra Signora di Fatima si congedó dai pastorelli di Fatima con queste parole: “FINO A San Sebastián DI SPAGNA”. Si riferisce senza dubbio a San Sebastián di Garabandal. E´un dato al quale non si diede importanza al principio, che passò inosservato a quasi tutti, ma che fu raccolto da una pubblicazione portoghese. Vediamo: Monsignor Joao Pereira Venancio, Vescovo di Fatima, disse che la Santissima Vergine si congedó in Fatima come Nostra Signora del Carmelo e che venne a conoscenza della frase “fino a San Sebastián di Spagna” attraverso un libro carmelitano pubblicato in Brasile verso gli anni 1930, ma che non si rese conto del suo significato fino a quando venne a conoscenza delle apparizioni di San Sebastian di Garabandal. Monsignor Pereira considerava queste apparizioni come una continuazione di quelle di Fatima. Lo spiega Padre Alipio in una lettera inviata al Vescovo di Santander pubblicata nella pagina seguente.
“Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà” 10
RusSia. Fatima, 13 luglio 1917: “Se i miei desideri si realizzeranno, la Russia si convertirá e ci sará pace. Se no, la Russia spargerá i suoi errori per il mondo, portando nuove guerre e persecuzioni alla chiesa; i giusti saranno martirizzati e il Santo Padre dovrá soffrire molto, certe nazioni saranno annientate. Ma alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferá. Il Santo Padre mi consacrará la Russia che si convertirá e il mondo godrá di un periodo di pace.”
Garabandal, 20 luglio 1963. Locuzione del Signore a Conchita: “Il Miracolo servirá per convertire il mondo intero…
Anche la Russia si convertirá… E cosí tutti ameranno i Nostri Cuori”.
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“MOLTI CARDINALI, VESCOVI E SACERDO-
TI…”. Non abbiamo dubbi sul fatto che la denuncia fatta a Garabandal contro molti cardinali, vescovi e sacerdoti sia collegata al messaggio di Fatima.
Il Cardinale Ottaviani, che aveva letto il Terzo Segreto di Fatima e conosceva tramite Conchita i messaggi di Garabandal, in una conferenza stampa antecedente il 50° anniversario delle apparizioni di Fatima, l´11 febbraio 1967, dichiaró: “A Fatima Maria diede un messaggio per tutti e uno segreto… Maria chiese preghiera e penitenza, come i due mezzi capaci di evitare i terribili castighi che, come dice l´Apocalisse di San Giovanni, minacciano un mondo del quale si potrebbe dire, come disse il Profeta: “É stata profanata la Terra dai suoi abitanti”. Difficilmente il cardinale avrebbe usato queste parole se tra i profanatori non avesse voluto includere i pastori che “vanno molti per il cammino della perdizione e trascinano con sé molte piú anime”. Come prova di quanto sia appropriato il nostro commento ricordiamo da una parte le lettere di Suor Lucia del 1941 e 1943; venti anni prima delle apparizioni di Garabandal giá il Cielo si lamentava dei sacerdoti e dei religiosi; ma meditiamo anche un altro frammento della lettera che la veggente portoghese mandó al Padre Agustín Fuentes il 22 maggio 1958 e che quelle bambine di Garabandal erano ben lontane dal conoscere: “Ció che affligge il Cuore Immacolato di Maria e di Gesú, é la caduta delle anime consacrate, dei religiosi e dei sacerdoti”. “Il demonio sa che i religiosi ed i sacerdoti, quando trascurano la loro eccelsa vocazione, trascinano molte anime all´inferno”. “Il demonio vuole appropriarsi delle anime consacrate, lavora per corromperle e per indurne altre a una definitiva persistenza nel peccato; usa tutte le astuzie, suggerendo addirittura di abbandonare la vita religiosa. Da lí si origina la sterilitá verso la vita interiore e l´indifferenza nei laici per la rinuncia ai piaceri e alla totale immolazione a Dio”. Non c´é dubbio che questo messaggio continuò e divenne attuale piú tardi a Garabandal.
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Castigo. Ci sono quelli che pensano che il
Terzo Segreto di Fatima sia in relazione con il CastiEL CIELO A GARABANDAL
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TO N E UM CO C DO TORI S
Sao Paulo, 20 dicembre 1990.
Ecc.mo e Rev.mo Sr. Vescovo di Santander D. Juan Antonio del Val:
Il sottoscritto Padre Alipio Martínez Fernández CSA, e gli sposi Egesipo Campos Meireles e Diva Silva Campos, considerandolo un´obbligo di coscenza, riparano il silenzio incosciente che abbiamo tenuto da alcuni anni nei confronti dell´Autoritá Ecclesiastica competente circa l´esistenza e la lettura abituale di un libro sulle apparizioni di Fatima, dove la Vergine si congeda fino alla prossima apparizione in “Sao Sebastiao da Hespanha”. Considerando che dobbiamo alla Santissima Vergine la testimonianza di quello che abbiamo appreso in quel libro circa le parole con cui si congedó dai veggenti, abbiamo deciso di comunicarlo alla sua Reverendissima, attraverso questa dichiarazione, fatta in coscienza e totalmente fedele ai fatti.
PRIMO: In previsione di organizzare pastoralmente la Parrocchia di Nostra Signora di Fatima della cittá di Cola-
nia, Stato di Golás, Brasile, dal 1955, comprammo quell´anno vari libri sulle apparizioni e messaggi della Vergine Maria a Fatima, alcuni acquistati e altri donati da membri della colonia portoghese. Con essi preparavamo la catechesi sui messaggi per le famiglie, che chiedevano la visita presso la propria abitazione dell´Immagine Pellegrina, che restó nella suddetta parrocchia alla conclusione della sua seconda tappa di visite in Brasile.
SECONDO: Uno di quei libri attrasse in modo particolare l´attenzione di tutte le persone che lo lessero, particolarmente la mia e quella degli sposi Egesipo e Diva, che si prendevano cura dell´Immagine, organizzavano le visite e impartivano la menzionata catechesi il piú delle volte. Era un libro in lingua portoghese, rilegato in rustica, con carta giá secca, il piú antico fra quelli che usavamo, scritto con ortografia anteriore alla riforma del 1931. Si leggeva che Nostra Signora la Vergine Maria disse ai veggenti nel suo congedo del 13 ottobre 1917: “até Sao Sebastiao da Hespanha”. A motivo di quella frase molte volte mi fu chiesto di quale San Sebastián si trattasse. Allora io conoscevo solo San Sebastián della regione di Guipuzcoa, Spagna, ed era ciò che rispondevo. In quegli anni, dal 1955 al 1959, non percepii il valore profetico di quelle parole di congedo di Nostra Signora e, trasferito dalla parrocchia, la questione perse interesse.
TERZO: Crediamo che il libro che causò questa circostanza fu “Episodios maravilhosos de Fátima”, libro che
usavamo di piú e che rimase piú tempo a mia disposizione per un´attenzione speciale di Egesipo e Diva, perché furono loro che scoprirono la citata frase poiché avevano ricevuto il libro da una famiglia portoghese. Il dottor Marchí, nella sua opera “Era uma Mulher mais Bela que o Sol”, attribuisce questo titolo di “Episodios maravilhosos de Fátima” al dottor Formigao, e dice che fu scritto nel 1921.
QUARTO: Non conserviamo detto esemplare, perché della mezza dozzina di titoli che rimasero nella biblioteca
parrocchiale, oggi solo rimane “Era uma Mulher mais Bela que o Sol”. Gli altri vennero conservati dagli sposi menzionati, nel 1964 la Signora Diva li lasció sotto custodia di una famiglia e i libri sparirono, a seguito dell’uso dello scaffale per libri di altro tipo.
QUINTO: Nel luglio 1967 accompagnai il Padre agostiniano John Kelly a Garabandal e, arrivando al paese, lessi
nel cartello della strada stretta “San Sebastián di Garabandal”. Improvvisamente ricordai le parole su riferite “Ate Sao Sebastiao da Hespanha”, quel paese era il “San Sebastiao de Hespanha” del congedo della Vergine, raccontato nel libro che ho giá indicato. Io ero giá stato in Cile quattro anni fino alla fine del 1965 e non sentii mai menzionare il nome di “San Sebastián” di Garabandal. Solo ascoltai menzionare Garabandal da un compagno nel 1962, mentre ero a Valencia in partenza per il Cile.
Davanti alla sorpresa di incontrarmi nel “San Sebastiao” meraviglioso di Fatima, e con motivo di questo viaggio, scrissi agli sposi Egesipo e Diva, raccontandogli che ero stato a “San Sebastiao de Hespanha” e mandai loro diversi foglietti sulle apparizioni della Vergine, vestita da carmelitana, di Garabandal.
Questi miei commenti con gli amici vennero conosciuti dal Padre domenicano Francois Turner e le sue lettere hanno svegliato la mia coscienza e quella dei miei amici brasilegni Egesipo e Diva, che sono anch´essi disposti a firmare questa dichiarazione perché furono loro i primi testimoni dell´esistenza del congedo della Vergine, secondo il libro “até Sao Sebastiao da Hespanha”.
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IL CIELO A GARABANDAL
Firmato: Padre Alipio Martínez Fernández, CSA.
go che si annunciò a Garabandal. Non c´è niente di casuale nei Piani di Dio; per questo ci meravigliamo che - non avendo voluto pubblicare nel 1960 la terza parte del Segreto di Fatima - l´anno dopo abbiano avuto inizio le apparizioni di Garabandal, con la denuncia della classe sacerdotale e la chiamata alla conversione per prepararsi agli eventi dell´Avviso, del Miracolo e del Castigo. Sembra che addirittura Papa Giovanni XXIII negó la pubblicazione del terzo segreto perché non voleva essere “Profeta delle calamitá”. Questo fu fonte di sofferenza per Suor Lucia che, nella lettera prima menzionata, si lamentava cosí: “Padre, la Vergine é molto dispiaciuta perché non si ha fatto caso al Suo Messaggio del 1917. Né i buoni, né i cattivi vi hanno fatto caso. I buoni vanno per conto loro senza preoccuparsi e non seguono le Norme Celesti; i cattivi vanno per l´ampio camino della perdizione, senza preoccuparsi dei castighi che li minacciano”. E Suor Lucia avverte di un altro Castigo: “Mi creda, Padre, il Signore castigherá molto presto il mondo, materialmente. Si immagini quanta distruzione. Quante anime periranno all ínferno se non si prega e non si fa penitenza! Questa é la causa della tristezza della Vergine”. Questo Castigo materiale —una grande distruzione— non poteva riferirsi alla seconda guerra mondiale in quanto già conclusa, ma può essere lo stesso che, tre anni dopo questa lettera, annunziarono le veggenti di Garabandal. “Se non cambiamo ci
Castigo molto grande” arriverá un
(18.10.1961). Ma c´è una persona d´eccezione, lo stesso Vescovo di Fatima, Monsignor Joao Pereira Venancio che lo ha spiegato. Questo santo vescovo ha parlato piú volte con Suor Lucia di Fatima, e durante il suo incarico venne
portato a Roma il Terzo Segreto di Fatima. Ma conobbe anche Conchita di Garabandal. Questa testimonianza ci é arrivata attraverso un´intervista —molto conosciuta negli ambienti che studiano le apparizioni di Garabandal— che il vescovo concesse a Padre Alfred Combe, promotore del Movimento di Garabandal in Francia, il 5 luglio 1983. Pubblichiamo l´intervista al Vescovo di Fatima nella pagina 24.
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Finalmente accenniamo alla relazione tra Fatima e Garabandal rivelata dal Santo Padre Pio nella sua lettera alle bambine in cui si diceva, fra altre cose: “… Vi mando una copia del Santo Rosario di Fatima che la Santissima Vergine mi ha ordinato di mandarvi. Questo Rosario é stato dettato dalla Santissima Vergine e vuole che sia propagato per la salvezza dei peccatori e per la protezione dell´umanitá dai peggiori castighi con i quali il buon Dio la sta minacciando. Vi faccio solo una raccomandazione: Pregate e fate pregare, perché il mondo va per il cammino della perdizione. Non credono a voi né ai vostri colloqui con la Bianca Signora, ma crederanno quando sará troppo tardi”.
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LOURDES-FATIMA-GARABANDAL
C´é di piú: le apparizioni dell´Immacolata Concezione di Lourdes a Bernerdette sono in totale 18 (che é un numero molto ripetuto a Garabandal) e finiscono il 16 luglio (del 1858), festivitá della Vergine del Carmelo. Non esistono le coincidenze nei Piani di Dio. Bernardette ascoltó dire dalla Santissima Vergine “Penitenza, penitenza, penitenza! (24 febbraio). “Ti prometto che sarai felice non in questo mondo ma nell´altro”. E qualcosa del genere disse anche a Conchita e Mari Loli a Garabandal: “Dovrai restare nel mondo per soffrire, in qualsiasi luogo in cui ti troverai, soffrirai”.
Anche Bernardette soffrí la persecuzione: il commissario di polizia andó a prenderla per farle un lungo interrogatorio e la minacció di metterla in prigione se avesse continuato ad andare alla grotta. Ció mi ricorda le minacce rivolte dal dottor Piñal a Conchita, a Santander. Cominció a Fatima, continuó a Garabandal.
IL CIELO A GARABANDAL
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All´ombra dei pini
La afflizione della Vergine nel suo secondo messaggio Capitolo V Adattamento di Anna Fusari
Dal primo messaggio, ricevuto domenica 2 luglio 1961, sono trascorsi quattro anni. Quattro anni di lezioni quotidiane della Vergine, di miracoli, di conversioni e tante cose che non si possono dimenticare e che saranno raccolte in una cronologia che pubblicheremo prossimamente. Siamo ora nel 1965, un anno cruciale per le apparizioni mariane. Il 27 marzo di quello stesso anno, Paolo VI lesse il contenuto del Terzo Segreto di Fatima e restituì la busta all’ Archivio del Santo Ufficio, prendendo la decisione di non pubblicarlo. Nel 1966, Conchita venne a Roma convocata dal Cardinale Ottaviani e ricevette la benedizione personale del papa Paolo VI. Si sará ricordato il Papa della busta di Fatima quando venne a conoscenza degli eventi di Garabandal? Ma torniamo al 1965, l´anno del secondo messaggio pubblico di Garabandal. E come nelle grandi occasioni, dalla mano di San Michele Arcangelo.
P
oiché Conchita aveva annunciato una apparizione dell’ Arcangelo San Michele per il 18 giugno 1965, si compiva in quella data il quarto aniversario della sua prima manifestazione. Profetizzó la sua possibile estasi con piú di sei mesi di anticipo. La Vergine lo confermó, il primo giorno dell´anno. Da allora Conchita non dubitó di annunciare il futuro evento a chi le domandasse notizie. Il giorno prima, il 17, il paese era giá gremito di macchine con targhe di tutti i paesi. Attiravano 8
IL CIELO A GARABANDAL
specialmente l´attenzione i veicoli con la squadra tecnica del No-Do spagnolo (Notiziario-Documentario, era allora il servicio ufficiale di notizie con immagini) e della televisione Italiana, nel cui gruppo si muoveva in modo particolarmente attivo, il celebre attore Carlo Campanini. Quel pomeriggio venne organizzato un rosario completo salendo ai Pini, diretto da un sacerdote e recitato da un numeroso gruppo di uomini e donne di diverse lingue. Il sacerdote pronunció una bellissima predica sulla commemorazione del
DESTRA Processione del Corpus Domini a Garabandal, il giovedí 17 giugno 1965, vigilia del giorno del secondo messaggio. Il Santissimo é portato dal Padre Materne Laffineur, O.P. Alla sinistra, Ceferino (padre di Loli) e alla destra, Pepe Diez, testimone del “Miracolo della Comunione”. Il P. Laffineur (1897-1970), belga, formó parte della commissione che investigó le apparizioni di Beauraing (Belgio). Investigó, anche se in modo non ufficiale, gli eventi di Garabandal dal 1963 per incarico del Vescovo di Santander, Mons. Beitia. Diffusore dei messaggi di Garabandal in Francia e in tutto il mondo, lavoró instancabilmente affinché le apparizioni fossero riconosciute ufficialmente dalla Chiesa, riunendo la maggior documentazione che esiste a riguardo.
giorno, festivitá del Corpus Domini, e le speranze e illusioni che li avevano riuniti a Garabandal, in quel luogo dove si respirava la pace dell´anima e l´amore per la Vergine. Di notte si vide la moltitudine di gente dormire negli stipiti delle porte, nei pagliai, nelle stalle, nelle cucine, in mezzo alle strade, nelle macchine… Uno dei bar di Garabandal restó aperto durante tutta la notte, anche se poté ospitare solo da dodici a quindici persone. Con lo spuntare del giorno, l´affluenza di persone fu in aumento e l´animazione cresceva per le strade. I sacerdoti si distribuirono le ore delle celebrazioni. La Chiesa era piena di fedeli tutta la mattina. Quel giorno, Conchita attrasse in modo speciale l’attenzione di tutti. Ovunque si muovesse, la gente la seguiva. Quando Conchita uscí dalla Chiesa al termine della Messa venne circondata da una grande moltitudine che la baciava, le consegnava medaglie, le affidava incarichi, ecc. Il Padre Pel, un sacerdote
francese di 88 anni famosissimo in Francia per santitá e doni miracolosi occupó durante tutta la mattina un posto privilegiato in Chiesa. Era stimmatizzato e da qualche tempo seguiva gli eventi di Garabandal con interesse. Alle due del pomeriggio di quel 18 giugno, l´inviato speciale del settimanale barcellonese “¿Por qué?”, signor Poch Soler, riuscí ad ottenere una piccola intervista con Conchita. Avvenne nella cucina della sua casa, in presenza della madre e dei due fratelli: —Sei contenta? —Contentissima signore. Sento una grande allegria. —Perché? —Perché oggi vedró l´Angelo e ció é meraviglioso. —Hai osservato la quantitá di gente che é giunta a Garabandal? —Non smetto di pensarci! —E che impressione ti fa questa folla enorme? —E´difficile tradurre la mia allegria con parole…
SOTTO. Il famoso comico italiano Carlo Campanini, (1906-1984) figlio spirituale di Padre Pio. Entró nella Massonería il 25 ottobre 1945, nella Loggia Fulgor Artis di Roma, in cui “Maestro Venerable” era l´attore italiano Totó. Dopo essersi avvicinato di nuovo alla fede grazie a San Padre Pio, abbandonó la Massoneria in obbedienza alle Leggi della Chiesa Cattolica. Lo chiamavano “il sagrestano di Padre Pio” per la grande devozione che nutriva verso lui. E´sepolto nel cimitero di San Giovanni Rotondo.
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Quando il signor Poch uscí in strada, la folla gli si raccolse intorno. Tutti volevano che raccontasse quello che Conchita aveva detto, volevano sentire qualche spiegazione. Ce ne volle per convincerli che era stata solo una semplice intervista in cui la veggente non aveva detto niente sull´ora o il luogo dell´estasi atteso. Dalle sette del pomeriggio, la folla, sparsa per la strada, si era concentrata nel piccolo spiazzo davanti alla casa di Conchita. Non succedeva niente e cominciava a sentirsi l´impazienza. Suonarono le otto, le nove, le dieci di sera… Si pregava senza sosta; si elevavano al cielo canti e preghiere in tutte le lingue. All’mprovviso un brivido di emozione: la porte della casa si aprì ed uscì un sacerdote, Padre Luna di Zaragoza che, per mezzo di un altoparlante, disse: —Da parte di Conchita, che tutti vadano alla Calleja, al Cuadro, perché l´estasi avverrá lí. La confusione prodotta da queste parole fu inimmaginabile. Tutti correvano velocemente per riuscire ad avere il miglior posto di osservazione.
SOPRA 18 giugno 1965. La carovana di veicoli che arrivava fino a Garabandal. Folla in attesa dell´apparizione dell´Angelo.
Che contenta sará la Signora! —Sei sicura che oggi vedrai l´Angelo? —Sicurissima. —A che ora? —Questo non lo posso dire perché non lo so. Non so l´ora, ma immagino che sará un po´tardi. —Cosa senti quando ti appare la Vergine? —Un’ angoscia molto forte, che sale dal petto alla gola… e che poi si trasforma in una luce meravigliosa. —Cosa credi che ti dirá l´Angelo? —Certo, non lo so; possibilmente sará un messaggio… Ma non so, vedremo. 10
IL CIELO A GARABANDAL
Il signor Fontaneda scrisse in una lettera diretta a Padre Andrea: “Tutti volevano arrivare per primi; a me quasi mi spogliarono dalle spinte che mi davano da tutte le parti; molti rotolarono sul selciato; io stesso alzai Mercedes Salisachs e altri due che, percorrendo quelle salite, inciampavano e cadevano…”. Padre Luna scrive: “Dopo essere stati per diverse ore vicino a Conchita (precisamente per compiacermi della sua compagnia nel momento dell’aspettata estasi), quando la gente cominció a salire al Quadrato, mi trovai trasportato dalla velocitá della folla, che mi alzó in volo e finí per gettarmi sul selciato. Sopra di me, con le spalle a terra, passava la gente correndo verso il viottolo. Ad un tratto, nell´oscuritá della notte, due persone mi presero una per ogni mano e senza il minimo sforzo da parte mia, senza notare il peso dei miei ottanta chili, mi trovai in piedi, poi guidandomi per il muro sinistro della Calleja, formato da pietre messe insieme senza calcina…” Lo spostamento della gente lasció la casa di Conchita nel silenzio. Solo tre o quattro persone rimasero lí, alla finestra della cucina, con la voglia di scambiare qualche parola con la giovane che era ancora in casa. —Cosa facciamo adesso Conchita? —Andiamo al Quadrato come tutti gli altri.
L´incontro con l´Angelo Nel Quadro, la folla era diventata calma. Quasi tutti pregavano ad alta voce, formando due cori in cui si alternava lo spagnolo e il francese. Straordinaria notte quella, inspiegabilmente luminosa, con milioni di stelle brillanti, anche se mancava la luna… Dopo le undici di sera, Conchita si mise la giacca e aprí la porta di casa. Sei guardie civili la circondarono per accompagnarla. Appena uscita entró in una marcia estatica e, con la testa girata impressionatamente all’indietro e con gli occhi che guardavano in alto, cominció a correre come se avesse le ali ai piedi. Nell´oscuritá della notte, la seguirono i membri piú giovani della Guardia Civile. Arrivó al punto segnalato attraversando viottoli stretti pieni di pietre ed escrementi di vacca. Conchita avanzava con lo sguardo fisso. I flash dei fotografi cominciarono a bombardarla di luci. Una Guardia Civile le domandò: —É qui Conchita?
—Nossignore, un po´ piú su. Arrivando al punto stabilito, la giovane piomba in ginocchio sulle pietre affilate del sentiero. L´estasi é cominciata. Il momento é emozionante. Gli occhi di Conchita rimasero fissi al cielo; rise e pronunciò delle parole con voce molto spenta…; ma subito dopo cambiò totalmente l´espressione e delle lacrime corsero sulle sue guance. Fotografi ed operatori della televisione puntano le loro apparecchiature e quei fuochi di luce la colpirono in pieno negli occhi, pienamente aperti, ma lei non mosse palpebra né fece il minimo gesto. L´estasi era assoluta. Vediamo la testimonianza di Padre Luna: “Mi trovai alla fine, in alto, a poco piú di un paio di metri da Conchita che era giá in estasi e che vedevo ed ascoltavo perfettamente. Mi impressionó quella bellezza sovrumana del suo volto, parlando senza ciliare, fra torrenti di luce proiettati da macchine fotografiche e riflettori.
SINISTRA
DESTRA
Plácido, a fianco di Conchita, registra il suo dialogo con l´Arcangelo durante il secondo messaggio del 18 giugno 1965. Placido Ruiloba, commerciante, saliva a Garabandal da Santander in numerose occasioni dal giugno 1961
18 giugno 1965. Momento in cui Conchita, nel centro della foto e guardando in alto, riceve il secondo Messaggio dall´Arcangelo San Michele.
Con il suo magnetofono registró i dialoghi delle bambine in estasi con la Madonna, la preghiera del Rosario, canti e testimonianze.
IL CIELO A GARABANDAL
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Mi commossi nel vederla piangere come mai prima l´avevo vista. Dai suoi occhi sgorgavano lacrimoni che si riunivano in un canale e, dopo aver riempito la concavitá della sua orecchia sinistra, cadevano in terra come l´acqua di un rubinetto chiuso male…
ta disse che c´era da aspettare fino alla mattina dopo, sabato, dopo la Comunione.
La ascoltai dire con voce discontinua e affannata: “No…, no…! Non ancora!... Perdono, perdono...” Poi la vidi elevarsi di circa sessanta centimetri, con la mano destra in alto e senza nessun appoggio, poi cadere di nuovo sul pavimento, in ginocchio, con un schiocco tale da aver dei brividi.
L´alba del sabato 19 giugno arrivó presto, ma le strade del paese restarono vuote fino a tardi. La veglia e la fatica del giorno prima pesavano su tutti.
Poi diceva, come ripetendo e domandando: “Sacerdoti?... Vescovi?... Due luglio?...” La vidi farsi il segno della croce con lentezza maestosa… E immediatamente si portó le due mani al viso, cercando di proteggere i suoi occhi contro i potenti riflettori. L´estasi era terminata”. Dopo, abbassó la testa e, sorridente, senza nessun segno di fatica, si alzó. Le sei guardie civili riuscirono con difficoltá a proteggerla dalla folla: tutti volevano vederla da vicino, toccarla se era possibile, farle delle domande… Nel ritorno a casa, Conchita porgeva a tutti un crocefisso da baciare che le aveva lasciato il signor Fontaneda durante l´estasi e che disse essere stato toccato dall´Angelo. Fra le poche persone che riuscirono ad entrare in casa di Conchita dopo l´estasi, vi era il corrispondente di “Le Monde et la Vie”, il quale, in relazione al messaggio appena ricevuto, riuscí solo a farsi dire dalla veggente che “era piuttosto triste”. Per conoscerlo nei suoi particolari, Conchi-
“Siete agli ultimi avvisi”
Man mano che la mattina avanzava, cresceva l´affluenza dei curiosi verso la casa di Conchita, in attesa di conoscere finalmente il messaggio. La giovane apparve come nuova: si direbbe che quell´estasi del giorno precedente le aveva restituito tutta la sua freschezza e vigore. Instancabile e pazientemente cominciava a rispondere a tutti come meglio poteva. Alcuni volevano congedarsi; altri, che le dedicasse fotografie o immagini, o che baciasse qualche oggetto di pietà… La maggioranza si rivolgeva a lei con domande sul messaggio. Ma dovevano continuare a frenare la loro impazienza. Si celebrarono messe nella Chiesa parrocchiale. Ad una di esse andó Conchita, che era a digiuno. Nell’andare e tornare dalla Chiesa si vide piú assediata che mai di domande. Finalmente, a mezzogiorno, prima che un gruppo di francesi lasciasse il paese per tornare a casa con un autobus, si affacciò dalla porta della casa di Aniceta (madre di Conchita) la tanto anelata proclamazione. Un sacerdote, il padre Luis Jesús Luna, di Zaragoza, lesse a voce alta quello che Conchita gli aveva dato, scritto di proprio pugno. Lesse prima il testo originale spagnolo; poi lo disse in francese. Un altro sacerdote fece in seguito la traduzione all´inglese; e sembra che si fece anche in italiano…, con il quale la divulgazione del messaggio non aveva piú niente da desiderare. La redazione del testo sembra un po´ disordinata. Non é facile distinguere le parole che disse
SINISTRA
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IL CIELO A GARABANDAL
Conchita tra la folla che quel 18 giugno 1965 riempiva il paese di Garabandal.
SINISTRA Padre Laffineur con Conchita, davanti alla porta di casa della veggente, a Garabandal. DESTRA
Padre Marcelino Andreu S.G. a Garabandal, mentre legge il Messaggio in inglese.
Secondo Messaggio pubblico della Santissima Vergine dato a
San Sebastián
di
Garabandal
il
18
giugno
1965
SOTTO Ció che si lesse sotto il sole di Garabandal il sabato 19 giugno 1965. “Il messaggio che la Santissima Vergine ha dato al mondo per mezzo di San Michele. L´Angelo ha detto......”
“Visto che non si è compiuto e fatto conoscere il mio Messaggio del 18 ottobre, vi dirò che questo è l’ultimo. Prima la coppa si stava riempiendo, adesso sta traboccando. Molti Cardinali, Vescovi e Sacerdoti vanno per il cammino della perdizione e trascinano con essi molte anime. Ogni giorno si dà meno importanza all’Eucaristia. Dovete evitare l’ira del buon Dio con i vostri sforzi. Se gli chiedete perdono con animo sincero, Egli vi perdonerà. Io, vostra Madre, per mezzo dell’ Angelo S. Michele, vi chiedo di correggervi.. Siete già agli ultimi avvisi. Vi amo molto e non voglio la vostra condanna; Chiedete con animo sincero e noi ve lo daremo. Dovete sacrificarvi di più. Pensate alla Passione di Gesù” IL CIELO A GARABANDAL
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esattamente l´angelo e quelle proprie del lessico di Conchita, deposta a comunicare quello che aveva capito. Poi, anche se era San Michele che trasmetteva il messaggio, parlava in nome della Santissima Vergine, e cosí si mescolavano anche le cose che lui personalmente diceva (anche se per delegazione e incarico) con quelle che dava ripetendo semplicemente quello che aveva detto la Vergine. Il parlare diretto di Lei appare specialmente chiaro nell´ultima parte del messaggio: “Io, vostra Madre… Evidentemente, Conchita scrisse solo la parte piú importante di quello che ascoltó nell´estasi della Calleja. Quasi quindici minuti di comunicazione non entrano in mezzo foglio manoscritto… In piú, le poche parole che si riuscí a captarle allora, si riferiscono ad altre cose rispetto a quelle contenute nelle righe del suo messaggio. Come é giá noto, l´avviso diffuso da Conchita in un primo momento menziona solo la parola “sacerdoti”; poi, confessó che la denuncia della Madonna era diretta anche a Cardinali e Vescovi.
Reazioni a quel 18 giugno Le tante persone che erano arrivate da lontano fino a Garabandal abbandonarono il paese, abbastanza consolate e incoraggiate. Avevano presenziato una nuova manifestazione del Cielo: un´altra prova che non siamo soli nelle difficoltá del mondo e della nostra ora. Fra la gente del paese e quella dei paesi piú vicini, la reazione non fu cosí unanime né positiva; ci fu di
tutto. Padre Laffineur che forse, a motivo delle circostanze, si era mantenuto discretamente in disparte durante quelle intense giornate, alla fine, con la partenza in massa della gente poté muoversi per il paese liberamente. Non tardó molto ad incontrarsi con il muratore Pepe Diez, testimone di prima fila di tante cose: —Come va Pepe? Cosa dice adesso il paese? —Stavolta la cosa va bene. Mi sembra che tutti siano tornati a credere. Ma l´entusiasmo non era cosí generale come sembrava… Dove piú si sentí la reazione di rifiuto al messaggio del 18 giugno fu in un settore del clero della zona: diversi sacerdoti e un ingegnere che diceva essere membro della Commissione di Santander che investigava gli eventi di Garabandal interpretarono che il messaggio era diretto a tutti i sacerdoti e alla fine, andarono a Santander a presentare al Vescovato la loro energica protesta.
Il quarto “NO” del Vescovato Probabilmente quella reazione cosí palesemente ostile di un gruppo di sacerdoti ebbe il suo peso perché la Commissione di Santander si decise a pubblicare un nuovo annuncio sui fatti di Garabandal. Monsignor Eugenio Beitia Aldazábal, che aveva smesso di essere Vescovo titolare della diocesi ma che continuava a guidarla in qualitá di Amministratore Apostolico, firmó la comunicazione in data 8 luglio, e si pubblicó nel Bolletino Ufficiale del Vescovato,
SOTTO Libro di P. Laffineur sulle apparizioni della Vergine a Garabandal. Si puó ascoltare la voce di P. Laffineur che parla delle apparizioni di Garabandal durante un´intervista telefonica di 9 minuti rilasciata a Ina France: http://www.ina. fr/audio/PHD97005479/les-apparitions-de-la-vierge-audio.html SINISTRA Candé (Francia), anno 1968. Riunione annuale sugli eventi di Garabandal.
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IL CIELO A GARABANDAL
Da sinistra a destra, P. François Turner OP, P. Jean de Bailliencourt con un signore del nord della Francia, Padre Materne Laffineur, Suzanne Laudet, il Obispo J. Bretault Padre Bianco (Missionero di África), P. José Alba SG, P. Alfred Combe e Madame Pelletier.
DESTRA Padre Eusebio García de Pesquera ofcp, Plácido Ruiloba e Padre Ramón Andreu S.G., a Garabandal.
pagine 180-182: “… Questa nota sará la quarta. E la sua conclusione la stessa che quella delle precedenti. La Commissione che delibera i fatti non ha trovato ragioni per modificare il giudizio giá emesso, opinando che non consta la soprannaturalitá dei fenomeni, esaminati minuziosamente…” Padre Laffineur scrisse nel suo libro “L´Etoile dans la Montagne” (pagina 78): “Si compiva allora il quarto anniversario delle apparizioni. Effettivamente, tutto era cominciato quattro anni prima, il 18 giugno 1961… E in quattro lunghi anni la Commissione non aveva avuto ancora tempo di convocare né alle veggenti né ai loro parenti, né allo stesso parroco della parrocchia. “Inconcepibile” diranno quelli che conoscono la storia di Lourdes, Fatima o Beauraing. Sí, inconcepibile ma vero, piú che vero, per disgrazia. La Commissione si accontentava di mandare qualche emissario, alcuni dei quali nemmeno conosciamo, e sappiamo tutto il male che hanno fatto in questo povero paese, abbandonato a se stesso nel mezzo di eventi che lo debordavano completamente”. Nella data in cui si elaborava la quarta nota del Vescovato, le perplessitá di monsignor Beitia dovettero aumentare davanti al cambio di attitudine del Padre Luis López Retenaga. Questo sacerdote guipuzcoano (n.d.r., Guipuzcoa é la regione a destra della Cantabria), a cui abbiamo giá accennato nel corso della nostra storia, era dalla fine del 1962, per il Vescovo, il piú convinto e qualificato difensore dell´autenticitá degli eventi di Garabandal. Ma all´improvviso, inspiegabilmente, questo sacerdote fece marcia indietro, cambiando la sua difesa entusiasta per una manifesta opinione che tutto quello poteva considerarsi frutto dell´intervento del diavolo… Parte della storia del Padre Luis si puó leggere nel capitolo 22 del libro “L´Etoile dans la Montagne”: “Un sacerdote smette di credere in Garabandal” (senza dare il nome). Sconcertante, ma non troppo. Garabandal continuava ad essere, ogni volta piú intensamente, un
“segno di contraddizione”. In quest´anno 2014 la morte di Joey Lomangino é stata un segno in piú: alcuni che credevano negli eventi di Garabandal hanno smesso di credere per il fatto che Joey é morto cieco, mentre altri credono ancora piú intensamente perché pensano che questa contraddizione sia un segno che annuncia i tempi finali profetizzati. Circa la contraddizione che esiste su Garabandal padre Eusebio Garcia di Pesquera scrive nel suo libro “Se fue con prisas a la montaña”, pagina 567: “Qui sulla terra, siamo sempre tra luci e ombre. É a posto chi pretende che le cose di Dio abbiano la chiarezza meridiana del “due piú due fan quattro”, che tanto piace agli uomini!”
Nel prossimo numero: L´AVVISO, IL MIRACOLO E IL CASTIGO Tratto dal lavoro di Francisco Sánchez-Ventura y Pascual “La verdad sobre las apariciones de Garabandal” e dal libro “Se fue con prisas a la montana”, di P. Eusebio García de Pesquera. IL CIELO A GARABANDAL
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Il messaggio di Maria
Il Crocefisso: carta d´identitá spirituale di P. José Ramón García de la Riva Il giorno 22 agosto 1961, martedí, Ottava dell´Assunzione e festa del Cuore Immacolato di Maria, faceva per prima volta il cammino di Rio nansa un giovane sacerdote asturiano che sarebbe rimasto legato per sempre a Garabandal, padre José Ramón García de la Riva, parroco del paese di Barro, in Asturias (Spagna). Il
desiderio di andare a
Garabandal
gli nacque da una conversazione avuta con
un altro parroco che trascorreva qualche giorno a degli eventi.
Con
Barro,
il quale lo informó
il permesso del vescovo di
giunse
Garabandal
Passeggió
il
22
Santander,
rag-
agosto con suo padre.
per il paese chiedendo l´ora delle
apparizioni, fece delle fotografie alle bambine e, verso sera, andó in chiesa, una chiesetta
“semplice ma accoglievole”. Lí inginocchiato pensó: “Se questo viene da Dio, le cose migliori si vedranno sicuramente in chiesa”, e si mise a pregare con devozione. Avvenne proprio cosí. Dopo
ill
Santo Rosario,
proprio in quel luogo
le bambine veggenti caddero in estasi:
“Visto
questo e l´uscire le bambine dalla chiesa continuando in estasi per il paese, io tornai al presbiterio e non mi preoccupai d´altro che di
Signore. Il mio unico affanno era chiedere a Dio che illuminasse il signor vescovo e gli incaricati di studiare tutto quello che stava avvenendo”. parlare nella mia preghiera con il
Padre García
de la
Riva
ha lasciato una valoro-
sa testimonianza sulle apparizioni, in rias de un cura de aldea”
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IL CIELO A GARABANDAL
(1961
a
“Memo1968).
Cardinali, Vescovi e Sacerdoti camminano, in molti, sulla via della perdizione e trascinano con loro moltissime anime
Q
ueste parole —pronunciate quando stava terminando il Concilio Vaticano II— sembrarono un secchio d´acqua sulle aspettative della maggioranza del clero, assetato di riforme, e forse fu lo scoglio piú grande che fece sì che la gerarchia locale guardasse con buoni occhi quello che stava avvenendo a Garabandal. Si parlava di una “nuova Chiesa”, di un “aggiornamento” necessario, un rivestirsi di modernismo per influire sul mondo; e ció che avvenne fu proprio il contrario: lo spirito del mondo entrò nella Chiesa per sminuire la sua Missione, infettando ogni ambito: vocazionale, liturgico, pastorale, teologico, morale, ecumenico,…
Il messaggio del Cielo si conformava alla triste realtá. Le bambine di questo umile paese non sapevano niente delle apparizioni de La Salette (Francia, 19 settembre 1846) dove la Vergine denunció che alcuni sacerdoti si erano convertiti in “fogne d´impurezza”; certo che ció restava lontano, a un secolo di distanza. Ma in tutti i secoli si ripete la strategia dell´inferno: corrompere i pastori per disperdere le greggi. E nemmeno sapevano le bambine che la Madonna si era manifestata come Rosa Mistica (Italia, 1947) con il Suo Cuore attraversato da tre spade che simboleggiavano: la prima, la perdita colpevole della vocazione sacerdotale o religiosa; la seconda, la vita in peccato mortale delle persone consacrate a Dio; la terza, il tradimento di quelle persone che nell’abbandonare la loro vocazione sacerdotale o religiosa perdono anche la fede e si trasformano in nemici della Chiesa. In quello stesso luogo, la Santissima Vergine insisteva il 13 maggio 1966: “Per salvare l´umanitá occorrono preghiere, sacrifici e penitenze” (13 maggio 1966). E anni dopo: “Oh, sapessi quanti dei miei figli vanno
per la strada della perdizione… La preghiera, i sacrifici e la riparazione di tante anime trattengono il giusto castigo di Dio sull´umanitá… Pregate e sacrificatevi in silenzio” (8 aprile 1975). La veggente Pierina Gilli disse che la Madonna, quando le diede questo messaggio “commossa da indicibile dolore, si lamentó fra singulti e lacrime”. Non sono forse queste parole un eco del messaggio che si pretende sotterrare a Garabandal? Sono convinto che né le bambine né la maestra, come neppure il parroco don Valentin, conoscevano i messaggi della Santissima Vergine alla stimmatizzata Teresa Musco (Italia, 1951), figlia spirituale del Santo Padre Pio: “Molte anime vanno all´inferno. Non ci sará piú pudore IL CIELO A GARABANDAL
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né vergogna per le donne: satana si veste di esse per far cadere molti sacerdoti (…) I sacerdoti, vescovi, cardinali sono disorientati, cercano di afferrarsi alla politica per aiutarsi, ma ancora una volta sbagliano” (20.05.1951) “Molte anime si perdono per colpa vostra” (dei sacerdoti) (30.09.1951). Non sono i preludi del messaggio di Garabandal con dieci anni di anticipo? Non c´é ragione di meravigliarsi delle parole delle bambine in mezzo a tanti fatti “miracolosi”? Ogni volta che il popolo di Dio si perde, appare come responsabile un esercito di cattivi pastori. Questa é una costante nella storia della salvezza. E´naturale che si rompa l´argine della diga, che si perda l´acqua che contiene. La denuncia sul clero che si fa da Garabandal trova il suo eco nelle Sacre Scritture:
non sará ritardata piú a lungo ogni mia parola: la parola che diró l´eseguiró. Oracolo del Signore Dio” (Ez 12,27-28). Nel bollettino nº72 della Obra de Oración y Sacrificio por España (ottobre 1998), padre Ramón Gaztelumendi parla della crisi sacerdotale come la “Rivoluzione sacerdotale degli anni 60-70”. “Che rivoluzione! Fu un turbine che lasció il campo desolato, pieno di dubbi e confusioni. Soffocó la vita spirituale di molti sacerdoti e fedeli, provocó la diserzione di molti, fu un trionfo di satana. Che conseguenze terribili furono prodotte dallla crisi! Riuscí a far disertare e abbandonare molti sacerdoti ! (…) (...) In 7 anni, dal 63 al 70, ci furono 13.400 casi di domande di secolarizzazione. Solo a Parigi, nell´anno 71, c´erano piú di 3.400 sacerdoti sposati. Fu un vero uragano,… un attacco tremendo di satana, il suo trionfo piú sognato.
Profeti come Isaia, Geremia, Ezechiele, Osea, Michea, Malachia… denunciarono i cattivi pastoCerti slogan riuscirono a demolire tutto: il ri del Popolo di Dio. Giá allora c´erano sacerdoti sacerdote dev´essere come tutti gli altri, deve che, come oggi, non accettavano la denuncia provestire come gli altri, essere professionale come fetica (Am 7,10-17). gli altri, politico come gli altri, ecc. Tutto questo E si annunciavano anche dei castighi che fece in modo di spegnere gran parte della fede di sembra tardassero ad arrivare: “Dice la Casa molti sacerdoti. Fu la cosa piú dolorosa che potesse di Israele: la visione che costui vede é per succedere ai ministri di Dio. Entró in loro molto i giorni futuri; costui predice per i tempi progresso e con il progresso molto spirito luteralontani” (Ez 12,27). “Voi credete di ritarda- no. L´abito talare venne rifiutato e si perse il re il giorno fatale afferrandovi al presenso dell´identitá sacerdotale”. sente di una falsa pace ” (Am 6,3). Ma Dio Non possono stupirci le lamentele di Papa si rivolge a quanti si adagiano nel loro tepore: Paolo VI nella festivitá di San Pietro dell´anno “Ebbene, riferisci loro. Dice il Signore Dio: 1972: “Si credeva che dopo il Concilio sarebbe DESTRA Il Papa Paolo VI e il cardinale Ratzinger il 29 giugno 1972, Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Paolo VI, uno dei grandi pontefici del Novecento, nell´omelia che segnava l´inizio del suo decimo anno di pontificato affermò: “Si direbbe che attraverso alcune fessure sia entrato il fumo di satana nel Tempio di Dio. C´è il dubbio, l´incertezza, la problematica, l´inquietudine, l´insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce. 18 IL CIELO A GARABANDAL (…)”
venuto un giorno di sole per la storia della Chiesa, ma, al contrario, é arrivato un giorno di nuvole, tempesta e oscuritá, perché é intervenuto il potere avverso: satana” (29.06.1972).
rettamente o per volontaria omissione di aspetti importanti della Dottrina Cattolica: i Novissimi e il Santo Timor di Dio, ad esempio. Ma sarebbe lungo fare qui uno studio di questo tema.
Nel viso della Chiesa appaiono ancora, e lo abbruttiscono, i lividi degli scandali scoperti negli ultimi anni per abusi sessuali e pedofilia. Sono avvenuti in diversi paesi. In alcuni, come gli Stati Uniti, sono stati scoperti casi dal 1930, negli anni ll ucaristia si dà sempre 50, aumentando considerevolmente tra gli anni 60 e 70, precisamente gli anni scelti da Dio per meno importanza mandare la Santissima Vergine a Garabandal. Si dice che “l´aumento della frequenza degli abusi negli anni 1960 e 1970 fu consistente come esemostriamo alcuni esempi: questo era ció pio di deviazione della societá in quel momenche si diceva il 18 giugno 1965. Quattro to. Le influenze sociali si aggiunsero alle vulneraanni piú tardi, il 29 maggio 1969, il bilitá dei sacerdoti la cui preparazione individuale mondo cattolico riceveva l´Istruzione “Memoriaad una vita di celibato era insufficiente per quel le Domini” che apriva la porta alla Comunione tempo”. nella mano. Si apriva una porta ma subito si demolí quella porta e il muro che proteggeva il Deviazione della societá, ma anche della Chiesa “Santo dei Santi” ed a tutti si permise di maniad applicare lo Spirito postconciliare, che fece spapolare il “Pane Vivo disceso dal Cielo”. rire sottane e abiti dei consacrati, svuotó i seminari, instaurò l´improvvisazione liturgica, ecc, … Giá la stessa approvazione sembrava reggersi su una frode, perché l´Istruzione si basava su un D´altronde é vero che simili abusi sono successi parere richiesto a tutti i vescovi del mondo, dei anche in altre istituzioni; ma ció non giustifica i quali 1.233 NON VOLEVANO che si autorizzasmembri chiamati da Dio a essere “sale del monse questo rito e solo 567 erano a favore. Perché do” e “luce della terra”. E´anche vero che, se nel consultarli se poi non si dà loro retta? mondo ci sono mezzo milione di sacerdoti ed i casi denunciati si riferiscono ad un periodo di Leggendo l´Istruzione si rimane perplessi nel 50 anni, la percentuale é meno catastrofica di vedere come si erige un monumento alla contraquella che mostrano i mezzi di comunicazione; ddizione; perché nel testo si moltiplicano le lodi se in una camicia bianca ci sono solo 10 macalla Comunione tradizionale in bocca e si manichie di olio sará sgradevole alla vista e diremo festa: “Il Sommo Pontefice ha deciso di non camche é molto sporca. Ma non dobbiamo neppure biare il modo, stabilito molto tempo fa, di amgiustificarlo: lo scandalo prodotto da un anima ministrare ai fedeli la Sacra Comunione. Come sacerdotale é una bomba nel seno della Chiesa; conseguenza, la Sede Apostolica esorta vivamente é molto piú grande che nella societá civile. Come i vescovi, sacerdoti e fedeli a conformarsi diligenteé stato scritto: “Quando una persona collocata mente alla Legge vigente e confermata nuovamenin un posto di santitá cade, affonda di piú perché te, prendendo in considerazione il giudizio esprescade da un´altezza maggiore”. so dalla maggioranza dell´Episcopato cattolico… ed anche il bene comune della stessa Chiesa”. Ma non sono solo questi peccati contro il sesto e nono comandamento quelli che minacLa contraddizione é tangibile negli ultimi due ciano la salvezza dei consacrati. Quanti di essi in paragrafi del documento, che sembrano scritti da questo mezzo secolo si sono dedicati a predicare un´altra mano. In essi si dice che nei luoghi dove eresie, a giustificare ribellioni e immoralitá, diè radicata l´abitudine di ricevere la Santa Comu-
A ´E
M
IL CIELO A GARABANDAL
19
nione sulla mano, dovranno essere le conferenze episcopali che decideranno con maggioranza di 2/3 l´approvazione del nuovo rito. In questa maniera si dice di Sí ai disobbedienti. Ma non abbiamo appena letto —qualche riga piú in su— che il Papa ha deciso non cambiare il modo con il quale si assicura meglio il Bene della Chiesa? Il testo contradditorio sembra aprire una porta, fare una concessione, solo ai disobbedienti. Ció non era giusto. E il risultato lo sappiamo giá: maneggiare il Santissimo divenne un´abitudine in tutto il mondo. Non c´é da meravigliarsi che, da quella data, in supposte apparizioni della Santissima Vergine in numerosi paesi si disconosce questa forma di ricevere l´Eucarestia. Anzi, in una di esse (Manduria, Italia), alla disapprovazione del nuovo rito, Gesú aggiunge una protesta importante: “Un angelo non mi riceverebbe mai in piedi”. Perché questo é un altro punto che contribuí a desacralizzare la Liturgia che arginava le relazioni tra l´uomo peccatore e il suo Dio Salvatore. Comunicare in ginocchio andava unito a ricevere l´Eucarestia in bocca. Si compiva cosí la Parola di Dio: “Di fronte a me si piegherá ogni ginocchio” (Is 45,23). Nello stesso modo dice Gesú alla Maddalena il mattino della Resurrezione (Gio 20,17): “Noli Me tangere” (Non Mi toccare). E quando Dio si riferisce al suo popolo a cui promette di alimentarlo con “fior di farina” e “miele di roccia” gli ordina: “Spalanca la tua bocca e Io te la riempiró” (Sal 81,11). Ma un uragano —contrario al Vento di Pentecoste— permise che nella Elevazione minore, mentre si realizza l´ostensione dell´Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, i fedeli rimangano in piedi, mentre nella Liturgia celeste (e nella terrestre anteriore alla riforma postconciliare) si adorava in ginocchio (Ap 5,14); l´uragano fece alzare i fedeli per ricevere Gesú Eucarestia, per far passare sacerdoti e fedeli davanti al tabernacolo senza genuflessione, per permettere che i turisti vestiti da spiaggia passino davanti all´Altare ignorando il Santissi20
IL CIELO A GARABANDAL
mo, e in piú ha fatto sparire gli inginocchiatoi da numerose chiese e cappelle nelle quali non ci si inginocchia nemmeno alla Consacrazione. All´Eucaristia si da sempre meno importanza! Come aveva ragione la Vergine! Il Santissimo Sacramento viene offeso anche per il cattivo uso del Tempio che si edificó per custodire ed esaltare la Sua Presenza e facilitare la preghiera e l´adorazione. Ció nonostante, il tempio viene profanato dagli stessi fedeli che entrano vestiti in modo qualsiasi (soprattutto se poi devono andare in spiaggia), che cominciano a chiacchierare come se niente fosse appena il sacerdote pronuncia l´ “Andate in pace”, che si siedono come se fossero nelle panchine del parco,… che celebrano liturgie folkloristiche come in certe sagre popolari, piene di abusi liturgici. Ed é anche profanato da tutti quelli che entrano nel tempio per motivi non collegati alla preghiera e alla liturgia cattolica: atti culturali, festival e concerti folklorici, concerti di rock (Stati Uniti 15.01.10), carnevali (Germania, 10.02.10), profanazioni ecumeniche (Budda sopra il Tabernacolo ad Assisi, 1986); rito induista nella Cappella di Fatima (5.05.05), reclusione per via del lavoro, invasione turistica,… Sí: anche il turismo compie un´invasione di domicilio quando invade i tempi; e i pastori che lo permettono, e che rifiutano i cartelli che cercano di porre un freno a tante mancanze di rispetto, sono ancora piú responsabili. Si potrebbe scrivere un libro con gli esempi dolorosi di cui si lamenta la Madre dell´Eucaristia. Il 14 giugno 1979, arrivava a Garabandal il fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, Padre Gobbi. Lí ricevette una locuzione della Santissima Vergine sul tema dell´Eucaristia. Quattordici anni dopo il secondo messaggio di Garabandal, molti pastori della Chiesa rimanevano spensierati circa il Mistero Eucaristico. Inserisco solamente alcune parti della locuzione: “(…) Figli prediletti, disgraziatamente in questi tempi le tenebre hanno oscurato anche il Tabernacolo: intorno a Lui
SINISTRA P. Stefano Gobbi, Fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano a Fatima. Padre Gobbi ritornò alla Casa del Padre il 29 giugno 2011 nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, alle ore 15.
c´é tanto vuoto, tanta indifferenza, tanta negligenza. I dubbi, negazioni e sacrilegi aumentano ogni giorno. Il Cuore Eucaristico di Gesú é nuovamente ferito dai suoi nella Sua propria Casa, nello stesso luogo dove ha posto la Sua Divina Dimora tra voi.
Dovete con i vostri sforzi evitare la collera di Dio
L
´Ira di Dio nel linguaggio biblico è il Castigo di Dio. Come abbiamo visto nel primo messaggio di Garabandal, l´Apocalisse parla delle 7 Coppe dell´Ira… C´é chi dice che Dio non castiga. Probabilmente non ha mai letto le Sacre Scritture: le piaghe d´Egitto, la distruzione di Sodoma e Gomorra, il Diluvio Universale ai tempi di Noé, ecc
“Con i vostri sforzi” vuol dire essere
ogni giorno migliori, mantenerci in Grazia di Dio in ogni momento. Si potrebbe dare un´altra lettura cercando l´altra faccia della moneta: ogni uomo, liberamente, puó allontanarsi da Dio; e liberamente cadrá nel contrario che Dio gli offre.
Ma la chiamata della Vergine ha anche una Tornate ad essere gli adoratori perfetti, dimensione collettiva. Circa il primo messaggio, i ministri ardenti di Gesú Eucaristico che, c´é una parabola nel Vangelo di San Luca. Il testo attraverso voi, continua ad essere ancora si trova vicino alla parabola del fico secco: se presente, si immola ancora e si dona alle dopo averlo potato, concimato e innaffiato non anime. dà frutti bisognerá tagliarlo. E questo é quello che stava succedendo alla civiltà occidentale (…) Aiutate tutti ad avvicinarsi a Gesú negli anni 60. Cominciava a scivolare sul piano Eucaristico in modo degno, coltivando inclinato della ribellione contro Dio (Muro di nei fedeli la coscienza del peccato, inviBerlino o “Fascia della Morte” il 12 agosto 1961; tandoli ad avvicinarsi alla Comunione safondazione della “Chiesa di satana” da parte di cramentale in stato di Grazia, educandoli Anton Szandor Lavey in California il 30 aprile alla confessione frequente ed avverten1966, il maggio francese del 1968, l´infiltrazione doli che per ricevere la Sacra Eucarestia, del marxismo nelle universitá,…) arrivando, 50 la confessione é necessaria per chi si trova anni dopo, a legiferare contro la natura e il suo in peccato mortale. Creatore (aborti, divorzi, unioni omosessuali, … Figli prediletti, opponete una diga alla corruzione sessuale obbligatoria nei centri educativi,…), cercando di demolire la Chiesa dal di moltiplicazione dei sacrilegi: mai come in questi tempi si sono fatte tante Comunioni dentro (ribellione al Papa, al Dogma, alle Sacre Scritture, alla Dottrina Tradizionale, a…). in modo cosí indegno. La Chiesa é profondamente ferita per la diffusione delle Comunioni sacrileghe. E´arrivato il tempo in cui la vostra Madre Celeste dice: Basta! (…)”
Dopo 2.000 anni di cattolicesimo, i paesi che ricevettero dalla Chiesa la fede e la cultura rifiutano i principi del Vangelo per organizzarsi come se fossero degli déi loro stessi, perseguitando ed emarginando la Chiesa. Ci troviamo in pieIL CIELO A GARABANDAL
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na apostasia, anche se dei piccoli gruppi , senza forza sociale ne politica, a volte possano unirsi durante occasioni come la Giornata mondiale della gioventú, per lanciare al mondo ipnotizzato un messaggio di fede. Questi gruppi —tra cui i Gruppi di Preghiera di Padre Pio— sono indistruttibili e rappresentano il “resto di Israele”, che Dio sempre si é riservato per il tempo che segue il giudizio e purificazione dei popoli. Quindi, il mondo si é convertito in un “fico secco”. Se nel 1961 c´era bisogno di molti sacrifici e penitenze, puó darsi che il momento di avvicinare l´ascia alla base dell´albero che non dà frutto si avvicini: il Giudizio delle nazioni, il Castigo profetizzato a Garabandal.
Se gli chiederete perdono con animo pentito, Egli vi perdonerà
È
un richiamo alla fiducia e alla speranza. Dobbiamo essere convinti che, come dice la canzone, “se grandi sono le mie colpi, piú grande ancora é la Tua Bontá”. D´altronde, l´Avviso e il Miracolo sono due grandiosi esempi dell´infinita Misericordia di Dio, che “vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino a conoscere la Veritá”. Naturalmente la conoscenza dell´Amore di Dio non puó essere una scusa per tradirlo, offenderlo, crocifiggerlo … con le nostre cattive opere.
“Con animo pentito” vuol dire che
dobbiamo veramente convertirci; e sará vero se vogliamo cambiare vita per sempre, sforzandoci tutti i giorni di imitare Cristo e la Sua Madre Santissima. Non avrà valore una conversione solo durante i giorni delle prove (Avviso, 22
IL CIELO A GARABANDAL
Miracolo, Castigo); non c´é nessuno che possa ingannare Dio. La Santissima Vergine ci sta chiedendo di imitare il ladro buono, San Dimas, e non quello alla sinistra della Croce che bestemmiava contro Dio e imprecava contro Cristo.
Io, vostra Madre, per mezzo di San Michele Arcangelo, voglio esortarvi alla conversione. Questi sono gli ultimi avvertimenti. Vi amo volto e non voglio la vostra condanna. Chiedete sinceramente e
Noi vi esaudiremo
C
onchita scrisse al principio “per intercessione”; veramente voleva dire “per mediazione”; perché non é che San Michele abbia chiesto alla Vergine di poter dare quel messaggio, ma —come disse Conchita piú tardi— la Madonna scelse come portavoce San Michele perché il messaggio era forte.
“Gli ultimi avvertimenti” puó voler
dire gli ultimi avvisi a Garabandal; dopo tutto, dopo il 18 giugno 1965, Conchita ricevette solo un´ultima apparizione il 13 novembre dello stesso anno. Potremmo interpretarlo come avvisi che segnalano la tappa finale degli Ultimi Tempi; questo puó essere il significato piú corretto. E allo stesso tempo che cerca di infonderci il Santo Timore di Dio come “assicurazione di salvezza” —“Non voglio la vostra condanna”— la Madonna ci stimola con il suo amore materno a non lasciare la conversione per ultima: “Vi amo molto”. E richiama ancora alla sinceritá e alla fiducia: “Vi esaudiremo”… si riferisce senza dubio alle Grazie necessarie per la conversione e la perseveranza in essa fino alla fine.
Dovete fare più sacrifici. Meditate la Passione di Gesù
I
l finale é molto chiaro e anche molto denso. Il sacrificio é necessario per dominare la nostra natura inclinata al male. Il Santo Padre Pio, cosí esperto nella Passione del Signore diceva:
“Come il corpo ha bisogno di alimentarsi, cosí l´anima ha bisogno giorno per giorno della croce, per purificarsi e separarsi dalle creature… Non vogliamo capire che Dio non vuole, non puó salvarci né santificarci senza la croce, e che quanto piú attira un´anima a sé, piú la purifica per mezzo della croce… In questo mondo ognuno ha la sua croce; ma dobbiamo fare in modo di non essere il cattivo ladrone ma il buon ladrone”.
Quando si guarda il Crocefisso si deve pensare che tutto l´Amore e il Dolore che racchiude sono successi nella storia personalmente per me. Perché nella stessa maniera in cui nell´Eucaristia Cristo moltiplica la sua presenza in ogni Forma Consacrata per poter venire personalmente nel mio cuore, cosí moltiplica anche la sua Passione e Croce per redimermi personalmente; in modo che il Crocefisso dovrebbe essere per noi come la nostra carta d´identitá spirituale che dovremmo portare sempre con noi.
Nel Vangelo Cristo ci dice: “Nessuno ha un amore più grande che chi dà la vita per i suoi amici” (Gio 15,13). Per questo la Vergine a Garabandal ci dice: “Meditate la Passione
del Signore”.
Meditare la Passione del Signore é il modo migliore di conoscere la gravitá dei propri peccati e l´Amore che Dio ha per noi.
IL CIELO A GARABANDAL
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Intervista al Vescovo di Fatima, D. João Pereira Venâncio “Il messaggio dato dalla Santissima Vergine a Garabandal è lo stesso che Ella diede a Fatima, ma attualizzato al nostro tempo” Il secondo Vescovo della diocesi di Leiria-Fatima, Don João Pereira Venâncio nacque l´8 febbraio 1904 a Monte Redondo (Portogallo) e fu ordinato sacerdote nel 1929 a 25 anni. Dopo aver studiato Filosofia e Teologia alla Pontificia Universitá Gregoriana di Roma, a 50 anni venne nominato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Leiria dal Papa Pio XII, ricevendo la consacrazione episcopale l´8 dicembre 1954. Il primo marzo 1957, Mons. Pereira consegnó alla Nunziatura Apostolica di Lisbona il Terzo Segreto di Fatima, scritto personalmente da Suor Lucia di Gesú Rosa Santos. Il 13 settembre 1958, Mons. Pereira occupa il seggio di Mons. Correia da Silva come secondo Vescovo della diocesi di Leiria. Fondatore del Collegio San Michele di Fatima (1962), il Vescovo lasció il governo pastorale della sua sede l´1 luglio 1972 a 68 anni. Gli succedette Mons. Alberto Cosme do Amaral. Morí a 81 anni il 2 agosto 1985. Riposa nel cimitero pubblico di Monte Redondo.
Monsignor João Pereira Venâncio, Vescovo di Leiria-Fatima, é stato il Vescovo il cui nome sará sempre conosciuto per il suo vincolo con Fatima e Garabandal. Il Vescovo Venancio era conosciuto per la sua profonda pietá. Parló frequentemente con Suor Lucia, la veggente delle apparizioni mariane di Fatima, e visitó anche la veggente delle apparizioni di Garabandal, Conchita. Padre Alfred Combe, leader del Movimento di 24
IL CIELO A GARABANDAL
Garabandal in Francia, racconta il suo incontro con Monsignor Venancio: “Il 21 luglio 1983, mentre accompagnavo un gruppo di pellegrini da Saint-Etienne, Francia, a Fatima, ebbi la gioia di essere ricevuto dal Vescovo Venancio e intrattenere con lui una lunga conversazione privata. Prima di pubblicare questa intervista indimenticabile, vorrei far menzione di alcuni punti: 1. La prima volta che intervistai questo santo Vescovo fu a Leiria, nel 1961, nell´Ufficio della Cancelle-
ria. 2. Sapevo che nei due viaggi che lui fece negli Stati Uniti andó a trovare Conchita, che é la veggente principale di Garabandal, che vive a New York da quando si é sposata nel 1973. Queste visite non erano casuali perché Conchita era molto conosciuta da Lucia di Fatima. 3. Un dettaglio importante; io portavo alla mano destra un anello che Joey Lomangino, grande apostolo di Garabandal, mi consegnó nel 1977, quando mi recai a New York. Joey aveva fatto lo stesso regalo a Conchita e a diversi sacerdoti e laici, tutti “lavoratori” della Santa Madre, come pegno di “comunione” e collaborazione nella diffusione del messaggio di Nostra Signora. La conversazione che mantenni con il Vescovo Venancio fu la seguente: —Eccellenza, la ringrazio molto di ricevermi in quest´udienza privata. Questo é il nostro secondo incontro. —Caro Padre, la memoria mi tradisce. Per favore, mi aiuti a ricordare. —La prima fu nel 1961. Io ero venuto dalla Francia per implorare dalla sua generositá una statua di Nostra Signora di Fatima per un grande evento franco-portoghese che stavo organizando nel distretto di Lione. Era un’iniziativa che ebbe una grande risonanza in tutta la regione, giacché radunó piú di 10.000 persone.
SOPRA Padre Alfred Combe (alla destra) con Don Valentín Marichalar, parroco di San Sebastián di Garabandal.
—Lo ricordo perfettamente. Le consegnai una statua con una benedizione speciale, perché era una delle quattro che fecero il “percorso della pace” dopo la Seconda guerra mondiale. Quel giorno lo mandai dal Rettore della grande Basilica di Fatima con l´ordine di farle consegnare la stuatua di Nostra Signora. Quando lei tornó a Fatima, mi informó del magnifico programma e della festa che l´avevano impressionata, anche a motivo della qualitá del programa religioso. —Tutto quel programma, Eccellenza, fu per Grazia di Dio e per la sua benevolenza. Sa che quella statua di Nostra Signora di Fatima ha portato molte benedizioni spirituali e temporali? Ancor oggi Ella é venerata nella mia cappella privata. In casa mia ho una foto in cui appare lei (il Vescovo) in casa di una giovane che andó a trovare a New York, é una persona conosciuta da Lucia. —A casa di Conchita di Garabandal. Sí, caro padre, ho notato che lei porta al dito un anello che mi dice piú di quello che lei crede. Sí, mi recai a trovare a Conchita a New York. SINISTRA D. João Pereira con Il Santo Padre Paolo VI e Suor Lucía do Santos a Roma. IL CIELO A GARABANDAL
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Fui molto lieto delle ore trascorse a casa sua con la sua famiglia. Le diró una cosa, Conchita ebbe il bel gesto di togliersi l´anello che portava al dito, uguale a quello che lei porta, e di porgermelo dicendo: “Eccellenza, le dono questo solo fino alla sua morte”. Io lo accettai e, proprio come lei, l´ho portato sempre durante gli anni, vicino al mio anello pastorale. Come lei puó immaginare, ció ha dato spunto a una serie di speculazioni, certamente poco discrete, anche da parte di alcuni fratelli nell´Episcopato. Ho usato quest´anello fino a quest´anno, 1983, ma siccome sono invecchiato e volevo che quest´anello venisse restitutito alla sua proprietaria prima della mia morte, l´ho spedito a Conchita alcune settimane fa, con una lettera di ringraziamento e la mia benedizione piú viva (n.d.r.: il Vescovo morí due anni dopo l´intervista). —Eccelenza, quello che mi ha appena detto é stata per me una grande rivelazione. La ringrazio per averla condivisa con me. —Mio caro padre, é lei il sacerdote francese che lavora diffondendo il messaggio di Nostra Signora del Monte Carmelo di Garabandal?. —Sí, Eccellenza, ed é per questo che ho l´onore di incontrarmi con lei oggi.
SOTTO Monsignor João Pereira con Conchita di Garabandal.
Allora avvenne una cosa inaspettata che mi lasció un po´attonito e che racconto con un certo sforzo anche se devo dirlo con semplicitá: il Vescovo Joao Pereira Venâncio si alzó e si inginocchió ai miei piedi. Prese le mie mani fra le sue e guardandomi negli occhi mi disse: —Sia benedetto, caro padre, e grazie per il meraviglioso lavoro apostolico che sta realizzando per Nostra Signora del Monte Carmelo di Garabandal. Poi si sedette di fronte a me. —Il suo gesto mi ha sconcertato, signor vescovo, ma la ringrazio molto per le sue parole, non per me, ma per il Messaggio di Garabandal.
—Questo messaggio dato dalla Santissima Vergine a Garabandal é lo stesso che Ella diede a Fatima, ma attualizzato per i nostri tempi. —Ho sempre pensato la stessa cosa, Eccellenza, ma Lei enfatizza la parola “attualizzato”. Me lo puó spiegare? —E´molto semplice. Nel 1917 a Fatima la Madonna non ci avvertí della crisi che oggi soffre la Chiesa e che tanto male ci reca: crisi di dottrina, di catechismo, di morale, di liturgia, di disciplina, di sacerdozio, di vita religiosa, ecc., il cui risultato é la grande confusione che sentono i fedeli. Perché? Perché non c´era nessuna ragione di avvertirci di questi pericoli nel 1917. Allora infatti la situazione era normale e alcune cose anche perfette. Lei ricorda com´era allora la pietá eucaristica, la devozione mariana, il senso cristiano del peccato, il ricevimento frequente del Sacramento della Penitenza, la liturgia, la fedeltá al Papa come successore di Pietro?
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A Garabandal, nel 1961, la situazione era giá ben diversa. Noi non vedevamo i grandi pericoli che si avvicinavano, ma la Vergine Santissima sí che li vedeva. E siccome Ella é Madre e Profeta, andó in quel piccolo villaggio spagnolo per darci esplicitamente alcuni avvertimenti e richiamarci alla preghiera, al sacrificio, alla penitenza e alla conversione. In altre parole, a Garabandal, Ella attualizzó il suo messaggio di Fatima per la Chiesa attuale. IL CIELO A GARABANDAL
E questo eminente teologo aggiunse: “Per me questa é una prova piú che sufficiente che il messaggio di Garabandal é di origine soprannaturale.” —Questa é una ragione affidabile e che getta luce, anche se a Garabandal non mancano prove di credibilitá come Lei ben sa. Adesso mi dica, Padre, ha ricevuto qualche notizia recentemente da Conchita e dalle sue compagne? Potrebbe dirmi, secondo Lei, cosa pensa il Vescovo di Santander e quello di Roma su Garabandal? Allora informai quell´illustre prelato delle poche notizie che avevo. E la nostra conversazione finí cosí: —Grazie sinceramente, Eccellenza, per avermi concesso quest´intervista. Conserveró le sue parole nel mio cuore come una fonte di allegria e di pace. Ma prima di andarmene vorrei chiederle un ultimo favore, che mi dia la sua benedizione, a me e al mio gruppo di pellegrini francesi. SOPRA San Giovanni Paolo II con la Madonna di Fatima.
—Conchita di Garabandal ha detto con frequenza che il messaggio di Nostra Signora del Monte Carmelo era un “messaggio di salvezza”, cosí noi potremmo aggiungere “messaggio di salvezza per il nostro tempo. —Per me é ovvio. —Ció che Lei sta dicendo sulla crisi e la risultante confusione nello stesso seno della Chiesa mi ricorda una cosa che disse un grande teólogo, padre Lucio Rodrigo, Rettore Emerito dell´antica Universitá di Comilla, nella diocesi di Santander (Spagna). Dopo le apparizioni di Garabandal, verso l´anno 1967, feci conoscenza di questo gesuita e diventammo grandi amici. Un giorno mi disse:
—Con tutto il cuore. Prima a Lei e poi al suo gruppo. Inginocchiato, ricevetti la sua benedizione e lo ringraziai. —La benedizione al suo gruppo la dará lei a nome mio. Le concedo un permesso speciale e le permetto di impartire la mia benedizione episcopale al suo gruppo, a nome mio. In cambio, voglio ricevere la sua. Tutto confuso, mi negai; ma data l´insistenza del Vescovo che si era giá inginocchiato davanti a me acconsentii e lo feci con grande emozione: “Benedico con tutto il mio cuore questo grande e santo Vescovo di Fatima!. Che intervista cosí memorabile!
Dó fede davanti a Dio che tutti i particolari che racconto sono certi.
Dedicato a tutti i “lavoratori” di Nostra Signora del Monte Carmelo per incorag“A Garabandal la Santissima Vergine ci ha predetto la crisi sacerdotale e la grande confusione nella Chie- giarli e anche a tutti i Vescovi e Sacerdoti sa. Queste profezie si sono avverate. Il tutto con una della Chiesa. visione e una gravitá che nessuno in quel villaggio poteva aver previsto, di cui nemmeno i teologi —con tutto il nostro bagaglio di conoscenza— avevano avuto il minimo sospetto”.
Padre Alfred Combe,
Francia, 21 luglio 1983. IL CIELO A GARABANDAL
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San Pio da Pietrelcina
Padre Pio era a Garabandal il giorno del secondo messaggio di Francisco Sánchez-Ventura y Pascual
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Francisco Sánchez-Ventura, avvocato, cattedratico di Economia e specialista in studi mariologici, fu direttore della Fondazione Maria Messaggera e fondatore della rivista mariana con lo stesso nome. Conferenziere e scrittore, scrisse diverse opere di tipo professionale e vari saggi su fenomeni carismatici e mistici, oltre a opere teatrali.
Arrivó finalista al prestigioso Premio Planeta con la novella “Lettere al Re” e fu consigliere personale di Don Giovanni di Borbone. Collaboratore frequente di giornali e riviste, sviluppó e diresse frequenti corsi mariani nel Centro di Apostolato Secolare de La Pardina, tenendo conferenze in differenti cittá della Spagna e di paesi sudamericani come Messico, Argentina, e Portorico. SOPRA L´autore del libro “La verdad sobre las apariciones de Garabandal”, Francisco Sánchez-Ventura insieme a Conchita, nel parlatorio del convento di Burgos dove era stata ammessa Conchita, credendo di seguire la sua vocazione.
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IL CIELO A GARABANDAL
Ma prima di tutto, Francisco fu “il guerriero della Vergine”, come lo chiamó nostra Madre in un messaggio a Garabandal. Questo indimenticabile apostolo di Garabandal salí al Cielo il 13 giugno 2007.
I
l pomeriggio del giorno 17 trascorse lentamente. In coro si pregava il Rosaro in diverse lingue. Francesi, tedeschi, inglesi, italiani, polacchi, americani, ecc., si riunivano davanti all´umile casa di Conchita, accomunati in un unico sentimento di supplica e amore a Maria. Io aspettavo l´apparizione verso la fine del pomeriggio. Pensavo che se l´Angelo era apparso la prima volta verso le otto e mezza di sera, quattro anni dopo il prodigio che era stato annunciato si sarebbe manifestato all´incirca alla stessa ora.
Per questa ragione andai al centro del paese e salii la strada per accertare la provenienza delle macchine. Ció che vidi mi confermava una triste realtá: c´erano piú stranieri che spagnoli. Garabandal era molto piú conosciuto fuori della Spagna che dentro. Poteva essere dovuto alle direttive della Chiesa e al rispetto nel nostro paese delle decisioni della gerarchia? Perché gli eventi di Garabandal sono seguiti da vicino dai cattolici di tutto il mondo mentre la Spagna cattolica resta in silenzio mostrando ignoranza e indifferenza?. Quel pomeriggio parlai con padre Bernardino Cénnamo, del convento di San Pasquale, a Benevento, che mi regaló alcune fotografie di Padre Pio e come reliquia un pezzettino
di stoffa macchiato con il sangue delle sue stimmate; conobbi Gabriella Montemayor, una giornalista romana e anche un famoso attore della televisione italiana, Carlo Campanini. Era figlio spirituale di Padre Pio, il quale gli promise che sarebbe andato a trovarlo a casa sua; ed effettivamente, lo stimmatizzato si recó lí in bilocazione e parló con lui. Come ricordo di quel fatto, Carlo aveva fatto erigere un busto dello stimmatizzato nel luogo del suo domicilio in cui gli era apparso. Ebbi occasione di conoscere e fotografare tutte queste persone. Conobbi anche padre Pel e l´apostolo di Garabandal in Francia, padre Laffineur. Salutai il dottor Caux, che era quello che con la sua videocamera si stata preparando per fotografare il miracolo della Comunione visibile, ma non poté farlo perché —secondo lui— non si trovava in stato di grazia. Ebbi anche l´occasione di salutare Jean Masure, alla quale la Madonna avrebbe riservato una sorpresa quella notte e che mi spiegó come, da Torrelavega (una cittadina della stessa regione), stava quasi per far ritorno a Madrid poichè un sacerdote le aveva assicurato che Garabandal era un evento condannato dalla Chiesa.
SOTTO
SOTTO
Garabandal, 18.VI.1965. Con il breviario in mano, Conchita porta il messaggio che poco dopo avrebbe dato a conoscere, accompagnata da sua cugina.
Garabandal, 18.VI.1965. Prima di rientrare in casa, Conchita incontró il cieco Joey Lomangino, al quale la Madonna aveva promesso di restituire la vista.
Foto della sezione: Francisco Sánchez-Ventura.
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Quando al scendere dai Pini entrai nel bar, uno dei miei amici, del quale non ricordo il nome, mi disse: —É venuto padre Pel, uno stimmatizzato francese, di ottant´anni e molto conosciuto in Francia per i suoi doni miracolosi. Io l´avevo giá incontrato quella mattina, ma volli fare loro uno scherzo a causa di uno strano episodio che mi successe e che non potevo pensare possibile. Come ho giá detto, al scendere dai Pini avevo incontrato tre persone che parlavano tra loro e una di esse —un frate—
era per aspetto e caratteristiche personali identico a Padre Pio, almeno per quelli che lo conoscevamo per fotografía. Cosí, approfittando della somiglianza del frate con le foto che circolavano per tutto il mondo del famoso stimmatizzato, dissi loro – naturalmente senza credere in quello che dicevo - che sí, che era venuto lo stimmatizzato francese che avevo avuto modo di salutare la mattina, ma in verità c´era pure uno stimmatizzato italiano. Quella notizia fu accolta, logicamente, come uno scherzo senza nessun fondamento. É vero che m´incrociai con delle persone che parlavano con un frate di capelli e barba bianca e che 30
IL CIELO A GARABANDAL
la somiglianza con Padre Pio, secondo le foto, era tale che mi girai due volte per osservarlo meglio; mi fermai addirittura per fissarlo fino a quando egli giró la testa per guardarmi, ma quel movimento mi obbligó a proseguire nel mio cammino. Questa fu la ragione per la quale, quando mi parlarono dello stimmatizzato francese, senza prendere sul serio le mie parole, pensai di sfruttare la somiglianza del frate, aggiungendo che potevano venire a vedere anche lo stimmatizzato italiano. In realtá, non mi seguì nessuno, ma io ero cosí ossessionato dall´idea del frate che uscii dal bar e tornai al luogo dove lo avevo incontrato, per vedere se avessi avuto la fortuna di vederlo di nuovo, ma non lo vidi piú. Insisto in questo punto perché dopo si venne a sapere, tramite le manifestazioni della veggente e la conferma dello stesso stimmatizzato che, facendo uso delle sue famosi bilocazioni, quel giorno era stato lí nel famoso paese della montagna. Il fatto sembra incomprensibile ma davanti a Dio lo confermo solennemente, perché quando Conchita González, con sua madre Aniceta, con padre Luna, con la principessa di Borbone-Parma e la sua segretaria e con un nordamericano andarono in Italia chiamati dal Cardinale Ottaviani (numero due della Chiesa in quel momento, era il Prefetto del Santo Uffizio, come si chiamava prima la Congregazione per la Dottrina della Fede) che aveva preparato un´intervista tra Conchita e Paolo VI, nei giorni precedenti l’incontro con il Papa, vollero andare a trovare il frate delle stimmate nel suo convento di San Giovanni Rotondo, ritenuto il primo sacerdote stim-
matizzato della storia. Cosí, senza indugio si recarono al convento in un automobile che correva molto, tanto che padre Luna, spaventato, disse all´autista: “Non corra tanto che ci ammazziamo” e Conchita aggiunse: “A me non succederá niente perché prima di morire devo annunciare il miracolo…”; prova indubitabile della fede nei confronti del compito che le aveva affidato la Madonna in una delle sue apparizioni. Arrivarono a San Giovanni Rotondo e quando domandarono di padre Pio, ebbero delle difficoltá per vederlo. Lasciarono detto che Conchita di Garabandal era lí e che avrebbe voluto vederlo. Si recarono allora all´albergo dove avevano prenotato l´alloggio, e trovarono lí un messaggio telefonico del convento che chiedeva loro di tornare subito, perché il cappuccino era disposto a riceverli. L´incontro avvenne nella sacrestía. Quando lo salutarono,
le prime parole che il frate disse al gruppo furono che era stato con loro a Garabandal il pomeriggio del 18 giugno 1965! Questo per me fu una conferma che l´incontro con quel cappuccino – che mi aveva cosí impressionato al punto di tornare indietro per cercare di vederlo ancora - era una autentica realtá e si trattava di una delle giá famose bilocazioni del santo stimmatizzato, da cui nasceva la sua fama internazionale.
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SOPRA 18.VI.1965. Accompagnata dalla Guardia Civile e dagli amici piú fedeli, Conchita torna a casa dopo la lettura del messaggio, seguita da padre Cénnamo, figliio spirituale di San Padre Pio.
SOPRA e SOTTO Dopo aver letto il messaggio dell´angelo che consegnó a Francisco Sánchez-Ventura perché questi lo portasse dall´Arcivescovo di Zaragoza, Conchita parló con diverse persone del messaggio.
SOTTO Conchita nella cucina della sua casa parlando dell´evento che aveva appena vissuto e promettendo che il messaggio sarebbe stato diffuso il giorno dopo. Al suo fianco, la straordinaria garabandalista Carmen Cavestani.
SOTTO
SOTTO Padre Pel, stimmatizzato francese, nel centro della foto; arrivó all´improvviso a Garabandal, per ordine della Vergine, per essere presente durante la rivelazione del messaggio angelico. Forse, la stessa cosa era successa anche a Padre Pio....
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IL CIELO A GARABANDAL
La principessa Cecilia di Borbone-Parma assistette all´atto e fu fotografata subito dopo aver ascoltato il messaggio. Questa principessa, insieme alla sua segretaria, a Padre Luna e Aniceta, accompagnarono Conchita a Roma ed era anche presente alla visita che fecero a San Padre Pio.
San Padre Pio parló di Garabandal
NEL 1962, FU VOLONTÁ DI DIO CHE IL SUO SERVO PADRE PIO DA PIETRELCINA ENTRO’ NEGLI EVENTI DI GARABANDAL. COMINCIÓ COSÍ.
I
l 3 marzo 1962 le quattro giovani veggenti, Conchita, Mari Loli, Jacinta e Mari Cruz ricevettero una lettera anonima a San Sebastian di Garabandal. Il fatto fu raccontato dal Dr. Celestino Ortiz, un testimone autorevole e fu descritto anche da padre Eusebio García de Pesquera nel suo libro Se fue con prisas a la Montaña: “Félix López, un vecchio alunno del Seminario Maggiore di Derio (provincia di Bilbao) che oggi é maestro nella scuola di Garabandal, si trovava nella cucina di Conchita insieme ad alcune persone. La bambina aveva ricevuto una lettera che non comprendeva, perció chiese a Felix di tradurla. Era scritta in italiano e Félix, dopo averla letta disse:
«Per lo stile, potrebbe veramente essere di Padre Pio». Conchita gli chiese se conosceva l´indirizzo di padre Pio e quando egli le disse di sí gli chiese di aiutarla a scrivere una lettera di risposta ed esprimergli il suo ringraziamento. Dopo aver finito di scrivere la lettera, la lasciarono sul tavolo della cucina, senza piegarla. Dopo un po´, Conchita entró in estasi e recitò il Rosario. Quando tornó al suo stato normale, Félix le chiese:
—Hai chiesto alla Madonna se la lettera era di Padre Pio?
un foglio scritto a mano. Davanti a tutti mise il foglio nella busta che era giá stata indirizzata a Padre Pio dal maestro, e la chiuse. La lettera che Conchita aveva ricevuto, senza firma e senza mittente, ma con francobollo italiano, diceva questo:
Mie care bambine: Alle nove del mattino la Santissima Vergine mi ha raccomandato di dirvi quanto segue:
«Oh benedette bambine di San Sebastián di Garabandal! Io vi prometto che saró con voi
—Sí, e mi ha dato una risposta segreta da mandargli.
fino alla fine dei secoli e che voi
La bambina salí nella sua stanza, tornando piú tardi con
del mondo e dopo, unite con me
sarete con me durante la fine nella gloria del Paradiso».
IL CIELO A GARABANDAL
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Vi mando una copia del santo Rosario di Fatima che la Vergine mi ha chiesto di inviarvi. Il Rosario venne composto dalla Vergine e deve essere diffuso per la salvezza dei peccatori e perché l´umanitá sia preservata dai terribili castighi con i quali la minaccia il buon Dio. Vi do un consiglio: pregate e fate che gli altri preghino perché il mondo é all´inizio della perdizione. Non credono in voi né alle vostre conversazioni con la Dama vestita di Bianco; lo faranno quando sará giá troppo tardi. Il 9 febbraio 1975, Conchita concesse un´intervista alla rivista NEEDLES durante la quale le chiesero su questa sorprendente lettera che era stata dettata da Padre Pio: —Conchita, cosa ricordi di questa lettera? —Ricordo aver ricevuto per posta una lettera diretta a me e alle altre tre bambine, Jacinta,
Loli e Mari Cruz. Mi chiedevo cosa ci fosse scritto e siccome non era firmata, la misi in tasca fino a quando vidi la Santissima Vergine quel giorno. Quando apparve, le feci vedere la lettera e le chiesi chi ce l´aveva mandata. La Vergine disse che era di Padre Pio. Io non sapevo chi era Padre Pio, perció non domandai altro. Dopo l´apparizione raccontai alla gente il fatto della lettera; un seminarista che era lí mi spiegó chi era Padre Pio e dove viveva. Allora gli scrissi una lettera dicendogli che mi sarebbe piaciuto vederlo quando fosse venuto nel mio paese. Lui mi rispose con una piccola lettera dicendo: «Credi che posso salire per il camino?» A quell´epoca io avevo solo 12 anni e non sapevo niente dei conventi.
della Fede”. Durante questa visita Conchita ebbe un´udienza privata con il Papa Paolo VI alla quale assistettero cinque persone oltre al Pontefice. Su questo, abbiamo la testimonianza degna di fiducia del Professor Medi, allora presidente dell´Associazione Europea di Energia Atomica e amico del Papa, che era uno dei cinque presenti. Siccome Conchita doveva aspettare un giorno prima di incontrarsi con il Cardinale Ottaviani, il professor Medi suggerí di utilizzare il tempo andando a trovare Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Leggiamo le dichiarazioni di Conchita su quella visita, estratte dall´intervista concessa alla rivista NEEDLES nel 1975:
Visita a Padre Pío Nel mese di febbraio del 1967, Conchita arrivó a Roma con sua madre, un sacerdote spagnolo, padre Luis Luna, il Professor Enrico Medi e la Principessa Cecilia di Borbone-Parma. Era stata convocata dal Cardinale Ottaviani, prefetto del Santo Uffizio, oggi chiamato “Sacra Congregazione per la Dottrina
«Fummo tutti d´accordo, di modo che partimmo per il monastero in una macchina affittata dal professor Medi. Arrivammo lí sulle nove di sera e ci dissero che non potevamo vedere Padre Pio fino al mattino dopo nella Messa delle cinque. Prima della Messa, Padre Luna e il Professore si recarono in sacrestia. Il Professore mi raccontó piú tardi cosa successe. Disse che padre
IL ROSARIO
secondo SAN PADRE PIO
“ Pregatelo spesso, appena potete. Satana cerca di distruggere questa preghiera ma non ci riuscirá mai. È una preghiera che regna su tutto e su tutti. 34
IL CIELO A GARABANDAL
Ella ci insegnó a pregare con il Rosario, cosí come Gesú ci insegnó a pregare il Padre Nostro ”.
—Non mi sento bene e non potró riceverla fino a piú tardi. Il Professor Medi aggiunse: —C´è anche un´altra persona che vuole vederla. Conchita vuol parlare con lei. Padre Pio allora disse: —Conchita di Garabandal? Che tornino alle otto del mattino. Quando arrivammo, ci fecero entrare in una piccola stanza, una cella, nella quale c´éra un letto, una sedia e un tavolino. Chiesi a Padre Pio se era quella la sua stanza e se dormiva lí, e mi rispose: —Oh, no. Non potete vedere la mia stanza. Questa è una stanza da ricco.
DESTRA: Anni 60. Cecilia di Borbone-Parma (seconda a sinistra) con le sorelle, davanti al castello di Saussay, proprietá della famiglia, in Francia.
posó sul crocefisso, chiudendo le dita di quella mano sulla mia mano; con la sua mano destra benedisse la mia mano e la croce. Fece lo stesso con mia madre quando ella gli disse se poteva benedire il suo rosario, baciato anch´esso dalla Vergine.. Io rimasi in ginocchio tutto il tempo che ero con lui. Mi prese la mano, con la croce, mentre mi parlava.
Allora non sapevo la classe di santo che era Padre Pio come so adesso. Io ero allora molto giovane, avevo solo 16 anni. —Chi c´era lí con te? —Solo mia madre, Padre Luna e un sacerdote del monastero che parlava spagnolo e che stava facendo molte foto. Non ricordo se la principessa e il Professore erano lí. —Puoi dirci di cosa si è parlato durante la visita a Padre Pio?
DESTRA y SOTTO Foto del viaggio di Conchita a Roma e a San Giovanni Rotondo: Padre Luna, Conchita, Principessa di Borbone-Parma e Aniceta (madre di Conchita).
—Ricordo solo un poco. Ricordo che il sacerdote che stava facendo foto chiese permesso per farle a padre Pio che gli rispose: «Le hai fatte da quando sei arrivato». Ricordo che avevo il crocefisso baciato da Nostra Signora, e che dissi a Padre Pio: «Questa è la Croce baciata dalla Santissima Vergine. Vuole baciarla?» Padre Pio allora prese il Cristo e lo mise nel palmo della sua mano sinistra, sulla stimmata. Prese allora la mia mano e la
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“Dice la
Vergine che suo figlio è nel Cielo” di Mercedes Salisachs
Sposata nel 1935, ebbe cinque figli, il secondo dei quali, Miguel, morí in un incidente automobilistico in Francia ad appena 21 anni. Questa perdita la ispiró a scrivere una delle sue novelle piú conosciute, “La gangrena” (La cancrena), per la quale ottenne il Premio Planeta nel 1975. Pubblicó circa 40 libri e vinse una ventina di premi oltre alla Gran Croce di Alfonso X il Saggio nel 1999. Fu una delle scrittrici attive piú longeve del mondo. In un´intervista concessa nel 2009 al settimanario “Alba” le domandarono quando cominció ad approfondire la fede. La sua risposta fu precisa: “Nel 58, dopo la morte per incidente di mio figlio Miguel di ventun anni. Rimasi a pezzi. All´inizio mi arrabbiai con Dio. Fino a quando cominciai a scoprire piú cose: che Miguel andava tutti i giorni a Messa insieme alla sua fidanzata, che comunicava, che aveva fatto i primi venerdí del mese…” Questo lato di suo figlio le era sconosciuto anche se “...parlavamo molto di religione. Ma lui era molto umile. Divertente, aperto e artista, ma umile. Allora pensai: “Se voglio vederlo ancora, devo fare la stessa cosa che ha fatto lui”. Da allora, mi accosto alla Comunione tutti i giorni. E prego moltissimo”. Malgrado gli sforzi il suo cuore di madre non si consolava e quando seppe che la Vergine appariva a Garabandal si recó súbito lí. Questa é la testimonianza di quel primo viaggio che le cambió la vita.
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on so quello che avranno sentito altre madri nel perdere cosí un figlio, come Miguel. La sua morte stroncava il motivo essenziale della mia vita e, quando lo persi, mi trovai sommersa nel buio piú spaventoso. Mi dicevano che con il tempo mi sarei adattata; che anche se non sarei riuscita a dimenticarlo, il suo ricordo si sarebbe affievolito fino a diventare 36
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una evocazione amabile; che poco a poco mi sarei abituata a non vederlo e sentirlo, e avrei accettato la situazione senza lacerazioni. Ma il tempo trascorreva e io continuavo a sentirmi disperata. Anche se cercavo di dissimulare la mia tristezza, specialmente per non ferire gli altri quattro figli, man mano che il tempo passava, sempre piú si accentuava il vuoto, il disorientamento e il dolore.
Fuente: www.virgendegarabandal.com
Mercedes Salisachs Roviralta (1916-2014) é stata una delle più grandi scrittrici spagnole. Figlia di un ricco industriale barcellonese, ricevette una educazione elevata di tendenza liberale-conservatrice.
Alcune persone, per aiutarmi, portavano argomenti religiosi. Mi parlavano di rassegnazione cristiana; mi ricordavano la fede di Miguel, l´esempio della sua morte e mi dicevano che avrei dovuto ringraziare Dio per averlo chiamato a Sé in condizioni cosí buone per la sua anima. Ma io non mi rassegnavo e tutti quegli argomenti mi suonavano vuoti e inconsistenti. Arrivó il momento nel quale i dubbi contro la fede si fecero ossessivi e tutto ció che fino ad allora avevo ammesso e creduto, senza fare uno sforzo eccessivo, cominció a barcollare, lasciandomi sempre piú abbattuta. Mi convertii in una persona senza altri orizzonti che il passato, senza altre speranze che quella di morire; ma con l´impressione che con la morte finisce tutto, che la speranza é una grande bugia e la fede una puerilitá diffusa per tenerci in riga. Nonostante ció non tutti i miei dubbi radicavano. A volte, senza sapere perché, la speranza tornava in me: "E se Miguel mi vede… Se fosse vero quello della Comunione dei Santi". Allora non potevo nemmeno pregare. Andavo a sbattere sempre contro il muro del dubbio. Ricordo che una volta mia madre mi propose di pregare il Rosario con lei; mi negai perché lo consideravo “una volgaritá". In definitiva, avevo bisogno di una prova. Qualcosa che mi facesse provare che, oltre alla morte, la vita continuava. Ma la prova non arrivava, né io facevo niente per ottenerla. Per esempio, la mia devozione verso la Vergine era praticamente nulla fino a che un giorno, vicino alla festa della Purissima, istintivamente affrontai un´immagine della Vergine Addolorata supplicandole che se Miguel viveva, mi fornisse una prova. Da quel giorno non ebbi altro proposito che quello di tornare a Dio. E cinque mesi dopo, concretamente il 4 maggio 1959, dopo una confessione generale, mi avvicinai definitivamente a Dio con l´intenzione di non separarmi piú da Lui nemmeno un secondo di quello che mi rimaneva da vivere. Da quell´istante tutto cominció a cambiare per me. Anche se la nostalgia che sentivo per Miguel continuva ad essere enorme e la solitudine mi tormentava sempre, la calma interiore era molto grande. La preghiera del Rosario non mi sembrava piú una volgaritá e la mia devozione verso la Madonna aumentava di giorno in giorno. Perció, quando sentii parlare delle bambine di
Garabandal, pensai di andare in quel remoto paese non solo per curiositá ma con l´intenzione di rendere omaggio alla Vergine. Approfittando un viaggio in Svizzera della mia famiglia, partii da Barcelona il Giovedí Santo del 1962, accompagnata da José, il meccanico e da sua moglie, Mercedes. Arrivammo a Cosío il Venerdí santo, esattamente a mezzogiorno, e lí feci la conoscenza del parroco di Garabandal, don Valentín Marichalar. Mentre aspettavamo il veicolo che doveva portarci al paese, ebbi l´occasione di parlare con lui. Malgrado le sue comprensibili riserve, finí per confessare che, in fondo, era convinto che gli eventi che succedevano erano soprannaturali. Erano giá le due del pomeriggio quando arrivó la macchina che doveva portarci a Garabandal. L´autista, Fidel, ci disse che al paese padre Corta, un sacerdote gesuita venuto ad aiutare don Valentin durante la Settimana Santa, stava per dare la Comunione e che tutto il paese si trovava in chiesa..
Mercedes e suo figlio Quello stesso pomeriggio consegnai a Jacinta degli oggetti per farli baciare dalla Madonna e, tanto a lei come alle altre tre, feci la stessa supplica: “Quando vedete la Vergine, chiedetele di mio figlio”. Credo che fu Jacinta quella che mi chiese: —Cosa succede a tuo figlio?. —È morto!, le risposi. Tutti si trovavano riuniti in casa di Mari Loli, in attesa della apparizione. Io le porsi un pezzo di carta, scritto da ambi i lati;
DESTRA Mercedes Salisachs con suo figlio Carlos. IL CIELO A GARABANDAL
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e mentre glielo consegnavo le dissi: “Non aspetto nessuna risposta. L´unica cosa che mi interessa é sapere dov´é mio figlio”, non feci il suo nome. A quel tempo, io ignoravo come avvenivano le visioni. Anche se me lo avevano spiegato, mi risultava difficile immaginarlo. Ora, dopo essere stata a Garabandal varie volte, e aver presenziato a tante estasi, continuo a credere che non ci puó essere una spiegazione possibile per descrivere non solo la “caduta” delle veggenti, la loro espressione e i loro movimenti, ma il clima di rispetto che si produce sempre quando “arriva l´apparizione". Per quanto mi riguarda devo confessare che non avevo molte speranze, anche se lo desideravo molto. Avevo fatto quel viaggio disposta ad affrontare ostacoli e scomoditá. Mentre aspettavo, come ho detto, in casa di Loli, non ci volle molto per sentire il forte colpo caratteristico della “caduta” in estasi; veniva dal piano di sopra. Si fece un silenzio generale e poco dopo vedemmo Mari Loli scendere le scale, presa per mano con un´altra bambina, guardando all´insu con espressione rapita. Credo che nemmeno l´attrice piú consumata avrebbe potuto imitare quell´espressione. Mari Loli si avvicinó al tavolo dove erano posti gli oggetti da presentare alla Vergine e cominció a darglieli da baciare. Vidi come prendeva il mio pezzetto di carta, lo alzava, lo girava dall´altra parte e lo rimetteva di nuovo sul tavolo. Poi, sostenendo il crocefisso, uscí in strada. Il passo della bambina era leggero, armonioso, regolare. DESTRA Pellegrini che pregano davanti al Pino della Vergine nel 1965. Conchita e Loli sono inginocchiate al centro, dirigendo il Rosario. In piedi, con soprabito chiaro, sotto l´ombrello centrale, Mercedes Salisachs.
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Sembrava stesse camminando su un pavimento ben liscio e spianato, e che non esistesse per lei quello che avevamo tutti sotto i piedi: pietrisco, pozzanghere, pietre, fangaie. Come potei, mi afferrai al braccio della bambina sostenuta da Loli; ma quando, dopo essersi fermata alla porta della Chiesa, la veggente cominció a salire il monte, dovetti staccarmi. Non potevo seguirle: avevo l´impressione che il mio cuore si sarebbe fermato da un momento all´altro a causa della salita che portava ai Pini! Rimasi estenuata alla pendice del monte, aspettando che scendessero.
La risposta che non arriva Cominciai a pensare. La notte, fino a quel momento, non era stata molto gradevole per me. Ogni volta che la bambina porgeva a baciare il crocefisso alla gente, lo spostava visibilmente dalle mie labbra. Il sospetto che, nel caso fosse vero, la Vergine evitasse a proposito il mio bacio, mi feriva profondamente. Quando alla fine scesero, vidi Mari Loli scendere all´indietro, evitando ostacoli e buche come se avesse avuto occhi nella nuca. Quando entró in paese, si uní a Jacinta; sorrisero quando si incontrarono, poi diedero da baciare il crocefisso e camminarono a braccetto. Jacinta “si sveglió” alla porta della Chiesa, ma Loli tornó a casa ancora in trance. Fu allora che andai a cercare Jacinta e le domandai di Miguel. Mi
disse che la Vergine non aveva risposto alla sua domanda. Delusa, andai da Loli, che mi disse la stessa cosa. —Almeno ha letto il mio foglio?. —Sí, lo ha letto. Padre Corta era lí e, intuendo la mia delusione, chiese alla bambina se la Vergine sarebbe tornata. —Sí, dalle due alle due e trenta. Allora il Padre le raccomandó di parlare ancora con Lei della faccenda di mio figlio. All´ora prevista, Mari Loli cadde di nuovo in estasi; uscí di casa e si uní subito a Jacinta, che vagava anche lei in trance per la strada. Porsero a baciare il crocefisso a tutti quelli che erano lí; ma nuovamente mi schivarono, come se evitassero le mie labbra.
I “tempi” di Dio Il peggio arrivó quando si “svegliarono”; tanto Jacinta quanto Loli mi dissero: —La Vergine mi ha giá risposto; ma non posso dirglielo. Questo oltrepassava tutto quello che era successo prima. O io non meritavo l´attenzione della Vergine, o Miguel, malgrado le mie supposizioni, si trovava in un posto che era meglio ignorare! Ebbi ancora il coraggio di chiedere a Mari Loli se la risposta della Madonna era cattiva o buona. Disse: “Non posso…. Non posso…” e l´espressione del suo volto era veramente impenetrabile. Ancora un volta padre Corta volle aiutarmi. Domandó alla bambina: “Glielo potrai dire domani?” “Forse”, si limitó a rispondere Loli, stringendosi nelle spalle. Quando andai a letto, mi sentivo come un blocco di ghiaccio. Il sospetto che né Dio né la Vergine fossero contenti di me mi lasciava cosí abbattuta, come il supporre che Miguel stesse soffrendo un qualche castigo. Anche se mi sembrava illogico dubitare della salvezza di Miguel. Prima di dormire ripassai mentalmente uno per uno tutti i fenomeni ai quali avevo assistito durante il giorno e quella notte, con l´intenso desiderio di trovare qualche “errore” che mi dimostrasse la falsitá, qualcosa che mi rivelasse che tutta quella storia di Garabandal era una frode. Peró ogni volta che analizzavo i fatti, questi mi sembravano sempre piú autentici. Lo sbaglio doveva trovarsi
sicuramente in me! Per questo, senza dubbio, non mi porgevano il crocefisso da baciare. Il Sabato Santo non fu migliore. Malgrado la cordialitá con cui mi trattavano i Santa María, padre Corta, don Valentín, il brigadiere della Guardia Civile e persino le madri delle bambine, tutto nel paese mi stava risultando ostile. Sicuramente tutta quell´amabilitá si doveva alla pietá e alla diffidenza suscitate da quell’isolamento nel quale la Madonna mi aveva condannato. Ma non mi importava molto quello che poteva pensare la gente; ció che mi doleva di piú era percepire quel disinteresse costante che veniva dall´alto. Alla fine cominciai ad avere il presentimento che tutto quello che mi stava succedendo potesse avere qualche relazione con la data in cui ci trovavamo. Poteva esserci una relazione con il significato liturgico di quei giorni? Non osavo quasi pensarlo, mi sembrava troppo sottile. Ma veramente, dal momento che ebbi quel presentimento, la paura cominció ad abbandonarmi. Accettai il tutto e mi sottomisi alla Volontá di Dio. Di sera, cenai presto nel bar,da sola. Dopo, il brigadiere della Guardia Civile mi accompagnó a casa di Conchita. Fui accolta amabilmente da sua madre, che mi offrì un posto vicino a sua figlia. Il calore della fiamma era molesto e il mio malessere fisico aumentava, mentre il mio benessere morale cresceva con il trascorrere delle ore. Parlammo di un´infinitá di cose. La cosa che sbalordiva di piú in queste bambine era la loro naturalità negli avvenimenti quotidiani. Accettavamo il soprannaturale con una semplicitá che rischiava di essere inverosimile: pensavano che “vedere la Vergine” fosse una cosa comune e che quello che succedeva loro fosse normale. Quando Conchita cadde in estasi io mi trovavo fuori dalla cucina e perció non potei vedere esattamente IL CIELO A GARABANDAL
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come avvenne. Ma quando la bambina uscí in strada vidi bene quello che accadde al signor Mándoli, appena arrivato a Garabandal. Anche se credente, non accettava le apparizioni; all´improviso vidi che Conchita deviava dal suo cammino e si dirigeva verso noi, il signor Mándoli era al mio fianco, per offrirgli il suo crocefisso. Questo signore, forse vergognato o forse per “provarla”, la evitava; Conchita, sempre con la testa all´indietro - che non le permetteva di vedere quello che aveva davanti - lo seguiva tenace con la sua croce, fino a quando riuscí a fargliela baciare. Girandosi allora verso di me, il signor Mándoli mi confessó emozionato che aveva appena chiesto alla Madonna che se quello che avveniva era vero, Conchita lo avrebbe cercato per fargli baciare il crocefisso. Se non ricordo male, nemmeno quella notte me lo porsero da baciare. Conchita si uní poi alle altre tre bambine che andavano anche loro in estasi per il paese. A braccetto tutte e quattro, e con passo leggero come al solito, percorsero le strade, seguite da una moltitudine di gente con delle lanterne. Ricordavo che altre apparizioni, come Lourdes e Fatima, erano state molto tranquille e mi sembrava che la situazione che lí stavo vivendo avesse qualcosa a che fare con le caratteristiche della nostra attualitá. Era come se la Vergine adattasse la sua misericordia alla “inquietudine” dei nuovi bisognosi. Sarebbero apparse un po´strane, ai nostri tempi, estasi come quelle di Fatima o Lourdes; la gente aveva bisogno di un altro stile. E quello che riflettevano quelle bambine di Garabandal si adattava bene al nostro modo di essere. Attraverso loro, le apparizioni diventavano accesibili; tutti potevano parteciparvi, anche se guardando a distanza; con il proprio sforzo tutti potevano prendere parte, anche se indirettamente, ai dialoghi che le veggenti mantenevano con l´apparizione. E questo dal primo momento in cui la Vergine si era mostrata “disposta” ad avvicinarsi agli spettatori; permetteva Le facessero domande, rispondeva a suppliche, accettava oggetti da baciare. Dava veramente l´impressione di voler superare distanze o barriere. Ció nonostante, io mi trovavo allora cosí schiacciata dall´apparente “disprezzo” mostratomi dall´apparizione che, senza pensare all´indubi40
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tabile generositá che invece dimostrava a tante persone, decisi fermamente di non fare altre domande né di aspettare il minimo segno attraverso quelle bambine. Durante la Vigilia Pasquale, le donne del paese, seguendo un´antica consuetudine, cominciarono un Rosario cantato per le strade. Malgrado la mia stanchezza sentii il bisogno di seguirle. La devozione che si respirava lí era veramente impresionante. Non ricordo di aver vissuto una Pasqua piú fervorosa di quella!.
Succede l´ inaspettato Avanzando nel nostro Rosario, la notte mi appariva sempre piú chiara. I tetti brillavano nell´oscuritá quasi come la luna e le stelle. Credo ci trovassimo al terzo mistero quando avvenne l’inaspettato. Qualcuno mi diede un colpetto sulla spalla. Al girarmi, mi trovai di fronte a Rosario Santa María, che era a braccetto con Mari Loli; mi disse in tono confidenziale: —Dice Mari Loli che ha un incarico per te. In quel momento restai sconcertata, senza riuscire a pensare di cosa si trattasse. Avevo giá sofferto molte disillusioni e non aspettavo piú niente. Ma Rosario Santa María aggiunse: —Si tratta di qualcosa che la Vergine le ha detto ieri, sabato, ma con la promessa di non rivelarlo fino dopo l´una di notte. Mari Loli, un po´vergognosa, non faceva altro che ripetere: Dopo, dopo glielo dico. Io, stordita e interessata, non sapevo cosa pensare. Ma Rosario, che aveva vissuto da vicino i miei brutti momenti, intervenne: —“Dopo” niente; diglielo adesso, che non puoi lasciare per piú tempo questa signora con una tale inquietudine. Allora Mari Loli e io ci scostammo dalla comitiva; mi inclinai verso lei e lei, all´udito, ma con voce chiarissima, mi diede il messaggio: —Dice la Vergine che suo figlio é nel Cielo. Quello che successe poi, non saprei descriverlo. Tutto, assolutamente tutto, restava assorbito da quella dichiarazione meravigliosa. Ricordo solo con precisione che abbracciai Mari Loli come se fosse Miguel. Poi finii nelle braccia di Rosario; anche lei piangeva e mi diceva tante cose, ma io non potevo ascoltarla.
La gente cominció ad avvicinarsi a me e, come in una confusa mischia, vedevo don Valentín, padre Corta, Eduardo Santa María e il brigadiere della Guardia Civile. Tutti mi guardarono con stupore ed emozione. Arrivó anche la madre di Conchita, messa in allerta da quella piccola confusione e, volendo aiutare, esclamó: —Dicano a questa signora che se piange perché non le hanno fatto baciare la croce, che non si preoccupi, che nemmeno a me l´hanno fatta baciare in tutta la notte. Il resto del Rosario fu come andare in Cielo. Ricordo che lasciai il mio bastone a Rosario Santa María e mi attaccai al braccio di Mari Loli; mai in vita mia mi ero mai sentita cosí leggera e sicura. Ancora in pianto, continuammo con il Rosario per le strade, verso l´alba. Credo che pregassi piú con gli occhi che con le labbra, perche Mari Loli mi ripeteva sempre: —Non pianga, non pianga. Ma era impossibile per me darle retta. C´era tanto per cui piangere!. Non avevo piú bisogno della lanterna, non guardavo neanche il suolo; attaccata al braccio di Mari Loli e piena di fede nella Vergine, camminai il resto del tempo guardando solo verso l´alto; non ho mai visto un cielo cosí stellato e limpido! Ogni stella mi sembrava un sorriso. Verso le tre del mattino entrammo nel bar del padre di Loli, Ceferino, parlando di quello che era successo in quella memorabile notte. Io, stordida ancora per quello che mi era successo, vidi che Rosario bisbigliava qualcosa con Loli. Poco dopo venne da me: —Dice Mari Loli che il messaggio che ti ha dato era incompleto; ma siccome ti sei messa a piangere cosí presto, non ha potuto dirti il resto. Allora la bambina mi confidó quello che mancava, lasciandomi ancora piú perplessa: —Mi ha anche detto che suo figlio é molto felice, felicissimo, e che é con lei tutti i giorni. Io sapevo giá che suo figlio era in Cielo; lo sapevo da ieri perché me lo disse la Vergine. Ma stavo zitta perché Ella mi disse: Non dirglielo a questa signora fino a domani, dopo la
Messa di Pasqua.
Da quel momento, tutto cambió per me. Appena la bambina cadde nuovamente in estasi, mi resi conto che quel “gioco di silenzi” dei giorni prima
si era concluso. La bambina venne inmediatamente verso me e appoggió il crocefisso sulle mie labbra, una, due, tre volte; poi, facendo con esso il segno della croce sulla mia fronte, sulle mie labbra e sul mio petto, lo porse di nuovo al bacio della Vergine, come per sigillare definitivamente tutto quello che mi aveva confidato, e di nuovo me lo offrì. Poi, senza piú porgerlo al bacio di altri, uscí in strada. Una volta fuori casa, Ceferino, il padre della bambina, mi fece cenno di avvicinarmi. “Sta parlando di lei con la Madonna”, mi disse. Effettivamente era proprio cosí: —Io le dicevo che non piangesse, che doveva essere contenta, ma non mi dava retta. E se torna a piangere quando glielo dico?. Appena finí l´estasi, Mari Loli venne verso me e mi disse sottovoce che aveva un altro messaggio. Aspettó che fossimo sole e subito mi disse: —Quando stavo parlando con la Vergine vedevo che Lei sorrideva molto e che guardava in su; quando Le chiesi perché sorrideva tanto, mi ha risposto che nello stesso momento in cui Lei parlava, “lui” stava vedendo lei (sua madre) e che la sua felicità era molto grande. —Di chi parli, Mari Loli? Me… lui... ?. Non arrivai a pronunciare il suo nome, anche se lei mi interruppe: —Ecco! Miguel. Mi ha detto la Vergine:
"Di soprattutto a questa signora che mentre parlo adesso con te,
Miguel
la sta osservando e
che lui é felicissimo, che é molto contento, molto contento.
—Come fai a sapere che si chiama Miguel?. —Perché ho domandato alla Vergine: Chi é Miguel? E Lei mi ha risposto: "Il figlio di questa signora."
Quando tutto finí all´alba, ritornai al mio alloggio come se stessi camminando su una nuvola. Il paese si tingeva giá di azzurro sotto il cielo ancora stellato. Il sole aspettava dietro il monte. IL CIELO A GARABANDAL
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Cuore di Cristo
SIGNORE, COSA VUOI DA ME? come conoscere la volontà di dio di P. Justo A. Lofeudo TRATTO DAL COMMENTO AL MESSAGGIO DELLA MADONNA A MEDJUGORJE DEL 25 AGOSTO 2014
T
utti noi dobbiamo chiederci se stiamo veramente facendo la Volontà divina nella nostra vita. Per conoscere la Volontà di Dio occorre pregare e veramente, con cuore sincero, aperto alla luce divina che deve penetrare, per poi discernere personalmente o con l’ aiuto di una guida spirituale —un sacerdote con esperienza e santità— cosa ci sta ispirando Dio nella preghiera.
San Paolo esortava i cristiani di Roma a non vivere come questo mondo che passa ma di convertirsi, “affinché sappiate discernere —diceva— cio’ che è volontà di Dio, cio’ che è buono, cio’ che piace, cio’ che è perfetto” (Rom 12:1-2) . Vale a dire che attraverso la conversione dello spirito e della mente si arriva al discernimento. L’Apostolo presentava un punto molto interessante nella vita spi42
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rituale. Il primo è discernere cio’ che è buono e cio’ che è cattivo, non secondo gli uomini, ossia il criterio di questo mondo, ma secondo Dio. Oggi tutto cio’ non è così facile come sembrerebbe perché ci sono criteri, attitudini, interpretazioni anche dentro la stessa Chiesa che si presentano come buone, come proprie della misericordia di Dio e tuttavia non lo sono. Non lo sono quando queste idee o interpretazioni pretendono essere al di sopra della legge di Dio, quella che il Signore è venuto a far compiere fino all’ultimo iota (Cfr. Mt 5:18 ma vedere tutto il capitolo 5 del Vangelo di san Matteo). Non è buono né può essere volontà di Dio che, per esempio, si vada contro la verità con la scusa di adattarsi alle “nuove realtà sociali” e così schierarsi dalla parte del mondo. E dopo aver valutato, ossia pas-
sare al setaccio, ciò che è buono e cattivo secondo gli insegnamenti dello stesso Signore nelle Scritture e ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, per seguire un cammino di perfezione si deve conoscere cos’ è perfetto per Dio e realizzarlo. Quando una persona è lontana da Dio, non si ferma a pensare se quello che fa è buono o no per Dio, ma piuttosto ciò che è buono per lei stessa. Per esempio pensa che arrivare in alto nell’azienda o in politica è buono e usa tutti i mezzi, ma senza fare attenzione come e quali sono questi mezzi per raggiungere il proprio obiettivo. Evidentemente soddisfare le ambizioni personali, mentire e pregiudicare gli altri arrecandogli danno, non sarà mai voluto da Dio. Quando in cambio la persona comincia un cammino di conversione cerca di non offendere
Dio e di discernere sempre ciò che è buono e ciò che non lo è, sforzandosi di fare quello che è buono per Dio. Allora, presenta nella preghiera le sue buone intenzioni, i suoi buoni progetti affinché il Signore li benedica. A volte —e può succedere senza che ce ne rendiamo conto— si dice a Dio, quasi si spiega a Dio il perché ciò che vogliamo è buono e conviene che ce lo conceda.
LA TUA, NON LA MIA VOLONTÀ Ma quando più si avanza nel cammino spirituale, la preoccupazione è sapere unicamente qual è la Volontà di Dio nel caso particolare e chiederGli che ce la faccia conoscere. Non è piú il progetto personale che uno presenta alla benedizione e aiuto di Dio ma il progetto divino che si vuole chiarire per portarlo a termine. Perché il cuore sia aperto alla volontà di Dio, come chiede la Santissima Vergine in questo messaggio, deve essere puro, purificato non solo dai peccati gravi (mortali) ma anche da quelli lievi (veniali). L´anima deve essere pura da cattive intenzioni, da negligenza, ambiguità e doppiezza. Il cuore aperto a Dio implica di non avere affetti disordinati verso altre persone né verso le cose. E’ necessario allontanarsi dal mondano, dalla banalità, dai piaceri che allontanano da Dio, da
Nel
dialogo amoroso di un ani-
ma con
Dio
germinano i grandi
eventi che cambiano la rotta della storia.
(Santa Edith Stein)
ogni occasione che possa portare a commettere peccato, e sapere abbandonarsi fiduciosamente a Dio in ogni circostanza. Alcuni esempi possono servire per chiarire ciò che si sta dicendo, ad esempio, l’attaccamento alle mode; il godimento nei piaceri dei sensi; frugare in Internet o guardare una rivista o un quotidiano e fermarsi su pubblicità o notizie morbose o indecenti; il preoccuparsi fino all’angoscia per qualsiasi problema, tutte queste cose (e molte altre) allontanano l’anima da Dio. Il corpo deve essere disciplinato e sottoposto alla volontà dello spirito e non viceversa. Si dice che il corpo è come l’asino che più gli dai da mangiare e più ti chiede. Più piaceri e permissioni si concedono alla carne più essa ne vuole, cosí i sensi vengono storditi e si impedisce l’azione di Dio sull’ anima. Per questo è anche necessario digiunare e questa è una delle ragioni del perché la Vergine chiede il digiuno.
tutto, è qualcuno che sta scoprendo la sua vera dimensione e più adora più è cosciente della sua piccolezza e più ringrazia Dio di tutto ciò che gli deve. Perfino nel modo di ricevere il Signore nella Comunione si manifesta l’umiltà o l’autosufficienza, la superbia. Per questo, l’ Eucaristia in certe persone produce frutti mentre in altre questo non avviene. L’anima umile, che si riconosce piccola, spera tutto dal Signore e in Lui confida assolutamente. “Da me tutto temo, da Te tutto spero” è la giaculatoria al Sacro Cuore. Chi in cambio si riconosce bello o intelligente o con grandi doti e si compiace di questo, si scopre incatenato nella sua stessa compiacenza e non lascia che Dio operi sulla sua persona. Pregare. Pregare e pregare per conoscere la volontà di Dio. Pregare e ancora pregare per vivere secondo la Sua Volontà e perché Dio possa operare in noi e attraverso di noi.
La purificazione del cuore, mediante l’esercizio delle virtù conferisce maggiore libertà all’anima. Poiché il cuore si lega con le passioni e affetti disordinati e gli è così più difficile rendere la Signoria a Cristo.
Perseguire l´umiltÀ Quando una persona si crede “qualcuno” si allontana da Dio, diventa autosufficiente. E allontanandosi da Dio perde la grazia. Quanto è di aiuto all’umiltà la adorazione! Lo stare in ginocchio di fronte al Signore! Chi adora è perché sa che è nulla e che Dio è IL CIELO A GARABANDAL
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Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Il Cielo a Garabandal Anno I - Numero 1
Anno I - N. 5 Settembre-Ottobre 2014
ilcieloagarabandal.wordpress.com
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in ora mortis nostrae.