Il Corpo settembre 2012

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IL CORPO 1/12 “… un agglomerato di eterogenei”

Lupus in lectore Luciano Liboni inseguito da Valerio Callieri Può suicidarsi una nazione? Enrico Pozzi sull’ultimo libro di Ian Kershaw

PELLE, PSORIASI E FANTASMI DELLA NATURA di Cristina Cenci e Enrico Pozzi NEL WEB 2.0

PELLE IMPURA FIN DE SIÈCLE Corpo e immaginario: un libro di Nicola Porro

Diario paranoico-critico: il corpo di Obama LIBRI DA NON LEGGERE Abstracts/résumés

rivista IL CORPO, n° 1, settembre 2012

ISSN: 2279-929X © ilcorpoedizioni


IL CORPO, rivista online nuova serie, anno I, n. 1, settembre 2012 SITO WEB: www.ilcorpo.com REDAZIONE: Cristina Cenci, Francesco Dimitri, Matteo Borsacchi, Enrico Pozzi CONTATTI: 0688816950, redazione@ilcorpo.com DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: Body & Society Lab, Via Ombrone 14, 00198 Roma. ISSN: 2279-929X Š ilcorpoedizioni


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Abstracts/Résumés V. Callieri

Lupus in lectore. Archeologia di Luciano Liboni come anti-eroe Lupus in lectore. An archeological inquiry into the killer Luciano Liboni as an antihero Lupus in lectore. Archéologie du meurtrier Luciano Liboni en tant qu’anti-héros.

Il 22 luglio 2004 Luciano Liboni, un piccolo criminale di provincia, sceglie di diventare un anti-eroe uccidendo inutilmente un carabiniere nelle Marche. 9 giorni dopo viene ucciso da un altro carabiniere a Roma. Tra queste due date si sviluppa la costruzione sociale e mediatica di Liboni come folk hero negativo. L’autore la indaga utilizzando il percorso, le fasi e i topoi della invenzione dell’eroe mitico sulla base del modello proposto da Joseph Campbell. In questo caso l’eroe – chiamato il Lupo nei media e nel discorso sociale - si configura come mostro sul confine tra natura e cultura, belva anomica che oppone il zoon al politikon, contenitore in cui il sociale colloca ciò che rimuove e nega dentro di sé. On July 22, 2004 Luciano Liboni, a petty criminal, decided to become an antihero by unnecessarily killing a policeman in the Marches. 9 days later he was killed by another police officer in Rome. Between these two events the social and media construction of Liboni as a negative folk hero unfolds itself. The author investigates it by using the overall pattern, the phases and the topoi of the invention of the mythical hero according to the model proposed by Joseph Campbell. This hero – dubbed “the Wolf” in the media and the social discourse – is build up as a ‘monster’ on the border line between nature and culture, an anomic wild beast which plays the zoon against the politikon, a projective container for inner contents which society cannot work through and must deny. Le 22 Juillet, 2004 Luciano Liboni, un petit délinquant de la province, choisit de devenir un anti-héros en tuant inutilement un policier dans les Marches. 9 jours plus tard, il est mis à mort par un autre agent de police à Rome. L’intervalle entre ces deux événements voit le développement et la construction aussi bien sociale que médiatique du folk hero Liboni comme un folk devil, un héro négatif. L’auteur étudie cette élaboration collective en utilisant le cheminement, les étapes et les topòi de l’invention du héros mythique à partir du modèle proposé par Joseph Campbell. Dans ce cas, le héros – dénommé “le Loup” par les médias et le discours social - est configuré comme un ‘monstre’ à la frontière entre nature et culture, une bête sauvage anomique opposant le zoon au politikon, le conteneur projectif des contenus internes que le social n’arrive pas à élaborer et qu’il est contraint de denier brutalement.


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Diario paranoico-critico. Il corpo di Obama (2009-2011) The Paranoiac-Critical Journal. Obama’s Body (2009-2011); Journal paranoïaque-critique. Le corps d’Obama (2009-2011) Il metodo paranoico-critico di Dalí applicato al corpo di Obama fa emergere i contenuti magico-sacrali che riempiono di senso e consenso il corpo del Re divino post-moderno. Gli aspetti ‘innocenti’ e demoniaci del potere come Potenza traspaiono dalle rappresentazioni immaginarie di Obama come fallo fertilizzante, corpo esemplare, re taumaturgo, Signore delle Mosche, angelo di violenza assoluta, Sovrano illimitato. Il carattere ‘mostruoso’ di questa condensazione numinosa lascia al presunto cittadino una sola identità – quella del suddito -, e una sola azione possibile: l’autoasservimento entusiasta. When applied to Obama’s body, the paranoiac-critical method introduced by S. Dalí elicits the sacred-magical content and consensus which impregnate the body of the post-modern Divine King. The ‘innocent’ and demonic aspects of authority (Herrschaft) as sheer Power (Macht) lurk below the imaginary representations of Obama as a fertilizing phallus, a model body, a thaumaturgic King, the Lord of the Flies, an angel of wrath exerting absolute violence, an unbridled Sovereign. The ‘monstrosity’ of such a numinous condensation leaves the so-called citizen with just one identity left– being a subject – and one path of action: enthusiastic self-subdual. La méthode paranoïaque-critique introduite par S. Dalí permet de traquer les éléments magiques et sacrés qui construisent la signification et le consensus du corps du Roi Divin post-moderne. Les aspects ‘innocents’ et démoniaques du pouvoir (Herrschaft) en tant que Puissance (Macht) condensent la filigrane des représentations imaginaires d’Obama en tant que phallus fécondant, corps idéal, Roi thaumaturge, Seigneur des Mouches, l’ange du Dies Irae de la violence absolue, le Souverain illimité. Le caractère monstrueux de cette condensation numineuse ne laisse au citoyen qu’une seule identité possible – se faire sujet – et un seule démarche: s’asservir avec enthousiasme. C. Cenci, E. Pozzi La pelle della carne sociale. Psoriasi e fantasmi della natura nel web 2.0 The skin of the social flesh. Psoriasys and the phantasies of nature in web 2.0 conversations La peau de la chair sociale. Le psoriasis et les fantasmes de la nature dans le web 2.0 La pelle è il luogo geometrico corporeo del negoziato tra corpo e sociale, tra l’artificialità della cultura e la pretesa naturalità della natura. La psoriasi è un incidente della pelle. Il discorso sociale sulla psoriasi condensa la dialettica natura vs artificialità che inerisce a quest’organo.


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I dati epidemiologici segnalano il rifiuto della medicalizzazione della psoriasi, una patologia di cui non si vuole che sia una malattia. Le rappresentazioni sociali sottese da questo rifiuto vengono esplorate tramite un corpus web 2.0 che campiona le conversazioni sociali italiane intorno alla psoriasi. Metodologie: l’analisi del discorso e la network analysis applicata ai testi. Le conversazioni sociali del web seguono due percorsi: a) la psoriasi è una aggressione eteronoma proveniente dalla società; b) la psoriasi è una eruzione autonoma proveniente dall’interno del corpo (l’Io colpevole: “non so vivere”). I due percorsi convergono nel rifiuto generalizzato della dimensione bio-fisiologica della malattia. Il fantasma rappresentativo sottostante rimanda al modello della rottura dell’equilibrio. La psoriasi testimonia/tradisce una rottura dell’equilibrio tra natura e cultura, una eccedenza patogena di cultura e di artificialità che disgregherebbe la naturalità della pelle. La cura esige il ristabilimento dell’equilibrio naturale perduto, e l’abbandono del campo della medicina: solo la natura può restaurare la natura. La risposta del dispositivo medico utilizza il mirroring semantico del fantasma dominante: il “farmaco bio”, opposto all’antibiotico, che nasconde un vertice di artificialità tecno-biologica. The skin is the locus of an ongoing negotiation between body and society, between the artificiality of culture and the supposed naturalness of nature. Psoriasis is an accident of the skin. The social discourse on psoriasis condenses the dialectic “nature vs artificiality” which is embedded in this organ. Epidemiological data show a widespread rejection of the medicalization of psoriasis, a pathology that ought not be a disease. The social representations underlying this refusal are explored by means of a corpus which samples the Italian web 2.0 conversations dealing with psoriasis. Methods: discourse analysis, and network analysis applied to texts. The conversations follow two paths: a) psoriasis is an outside aggression originating from society, b) psoriasis is an eruption bursting out of the inside of the body (the guilty Self: “there’s something wrong with my life”). Both paths converge into the overall refusal of the bio-physiological dimension of psoriasis. The underlying representational phantasy refers to the imbalance model. Psoriasis witnesses / betrays a rupture of the balance between nature and social culture, a pathogenic excess of artificiality that disrupts the naturalness of the skin. The treatment requires the restoration of the natural balance that was lost, and the refusal of the medical approach: only nature can heal by restoring nature. The response of the medical players mirrors semantically the dominating phantasy: here comes the supposedly nature-friendly “bio-drug”, as opposed to “anti-biotic”, which conceals a climax of techno-biological artificiality. La peau est le lieu géométrique corporel de la négociation entre le corps et le social, entre l’artificiel de la culture et le prétendu naturel de la nature. Le psoriasis (ps.) est un accident de la peau. Le discours social autour du ps. condense la dialectique de la nature et de l’artificiel qui est intrinsèque à cet organe.


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Les données épidémiologiques signalent le refus de la médicalisation du psoriasis: il s’agit d’une pathologie dont on ne veut pas qu’elle soit une maladie. Les représentations que sous-tend ce refus sont explorées en utilisant un corpus Web 2.0 qui échantillonne les conversations sociales italiennes autour du psoriasis. Méthodes: l’analyse du discours et de réseau. Deux filières: a) le psoriasis est une agression hétéronome venant de la société; b) le psoriasis est une éruption autonome venant de l’intérieur du corps (moi fautif, “je ne sais pas vivre”). Ces deux perspectives convergent vers le déni généralisé de la dimension biophysiologique de la maladie. Le phantasme représentatif sous-jacent renvoie au modèle de la rupture de l’équilibre. Le psoriasis témoigne/trahit une rupture de l’équilibre entre nature et culture, un surplus pathogène de culture et d’artificiel qui désagrège la naturalité de la peau. La cure exige le rétablissement de l’équilibre naturel perdu, et l’abandon du champ médical: seule la nature peut restituer la nature. La riposte du dispositif médical utilise le mirroring sémantique du phantasme dominant: en opposition à l’antibiotique, le soi-disant “médicament bio” veut cacher un climax d’artificialité techno biologique.

NEI PROSSIMI NUMERI R. Mandressi su Gli storici francesi e il corpo: la più ampia analisi pubblicata finora sulla tradizione storiografica che ha aperto la strada alle indagini storiche sulla corporeità, con una varietà e complessità di approcci finora insuperata. Un fondamentale strumento di lavoro F. Dimitri, Storie del/dal Necronomicon, ovvero la singolare vicenda di un libro che esiste in quanto libro che non è mai esistito E. Pozzi su un libro fotografico di Simone Casetta, Fanno finta di non esserci. ‘Loro’ sono i reperti morti dei quasi-vivi raccolti da R. Grützner, un anatomo-patologo tedesco, e conservati presso l’Ospedale Forlanini di Roma Materiali intorno alla Native Art nord-americana e ai suoi paradossi estetici e identitari: un poema-manifesto, può un non-indiano essere un artista indiano?, l’uso paranoico/commerciale delle katchinas di una comic story nel South West ecc Il Diario paranoicocritico: capro espiatorio, stato d’eccezione, il denaro come sterco del demonio, i complotti, l’Evasore fiscale come Nemico interno, e le altre modalità del discorso paranoico nella politica italiana attuale


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