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della
Anno 11 Numero 8
libertà informazione politica cronaca cultura sport
AGOSTO 2019
Borgo di Pratica...tre anni dopo
SPO
Il (vero) centro storico di Pomezia ancora chiuso: sit-in di protesta
MERCATO AD OSTACOLI Buche e rifiuti in Via Taro a Tor San lorenzo
POMEZIA
Intervista alla Vicesindaco Simona Morcellini
SANTA PALOMBA Territorio ancora sotto "assedio": arriva il 'cemento' di Roma
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POMEZIA
Parla il Dott. Zulli, nuovo primario del PS della Sant'Anna MARINA DI ARDEA
Blocchi di cemento in mare
BANDIERA LILLA Interrogazione senza risposta e nuovi problemi di accessibilità a Pomezia
Da pag. 6
AEROPORTO DI PRATICA Nasce un comitato per realizzare uno scalo civile e cargo nell'area
SPECIALE GIOCHI SOTTO L'OMBRELLONE! P. 27
AGOSTO 2019 NUMERO 8
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Il ritorno della protesta EDITORIALE
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POLITICA ARDEA-POMEZIA Pomezia: il caso del Borgo...........................da p.6 Pratica di Mare e il nuovo PRG...............pp. 12-13 Bandiera Lilla: ancora polemiche...................p.14
CRONACA Marina di Ardea: blocchi di cemento in mare....p.18 Centro RAI abbandonato a S. Palomba.............p.20 Mercato di TSL in mezzo alle buche...................p.24 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 26
L'Estate dei Festival: parla la Vicesindaco Morcellini PAGG. 16-17
SPORT
Diana Bacosi sul tetto del mondo Pag. 38
100% LATTE DI BUFALA
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EDITORIALE
Il Corriere della Città agosto 2019
Il ritorno della protesta in piazza passato circa un anno dall'insediamento della Giunta Zuccalà e per il Sindaco di Pomezia è arrivato il momento di confrontarsi con la prima, vera protesta da quando ha assunto la carica di primo cittadino subentrando a Fabio Fucci. Domenica 28 luglio cittadini e associazioni hanno organizzato un sit-in dinanzi al piazzale dello storico Borgo di Pratica di Mare per chiederne la riapertura al pubblico dopo tre anni di chiusura. Un corteo - politico va ricordato, dato che a promuoverlo è stato il Consigliere di minoranza Stefano Mengozzi - con un notevole seguito c'è da dire, almeno un centinaio di persone che hanno inviato un messaggio ben preciso: «Vogliamo di nuovo il Borgo aperto». Senza entrare nello specifico del tema – vi rimandiamo all'ampio speciale che troverete nelle pagine successive – il dato registrato è importante perché segnala la volontà delle opposizioni, in questo caso dell'area di centrosinistra, di segnare un cambio di passo. “Passare dalle parole ai fatti”, direbbe qualcuno. Prima di quest'iniziativa però, è opportuno ricordarlo, un'altra mani-
E'
Per Zuccalà si tratta della prima, vera protesta di Piazza con cui fare i conti
festazione – molto più ampia sia nei temi che come potenziale coinvolgimento della popolazione, non ce ne voglia Mengozzi – si sarebbe dovuta tenere a Marzo. «Manifestazione a difesa del nostro territorio e della nostra salute»: locandina enfatica e grande preparazione dell'evento, promosso
dall'Unione dei Comitati di Quartiere. Ma l'evento saltò a causa di un episodio spiacevole quale la concomitante celebrazione del funerale di un ex consigliere comunale. Ma perché, sapendo che in piazza c’è una chiesa che celebra funerali e che – purtroppo – la possibilità che ne venga celebrato uno è alta, è stata data l’autorizzazione, poi revocata proprio per il funerale? E perché poi – considerando che la manifestazione aveva già ottenuto tutti i “crismi” dalla pubblica sicurezza
e si sarebbe potuta svolgere semplicemente in un altro orario – non è stata riorganizzata? Non lo sappiamo. Una “stranezza” non soltanto per noi, dato che qualcuno, a distanza di un mese, prese le distanze da quella decisione, come ad esempio i CdQ Monachelle Alta e Villaggio Bravetti i quali dichiararono di «non essere stati interpellati in merito». Del resto è questo l'altro fronte aperto delle rimostranze all'Amministrazione: qui la popolazione, e lo ha ribadito in una recentissima lettera aperta al Sindaco, aspetta ancora il mantenimento delle promesse elettorali rinnovate, ma puntualmente disattese, ad ogni elezione. Chiudiamo con il tema disabilità, altro argomento oggetto di dibattito pubblico (e di non poche polemiche) negli ultimi mesi: registriamo con piacere l'avvio dei tavoli tematici sull'argomento partiti a fine luglio, mentre rimaniamo decisamente perplessi su altri fronti, come ad esempio la decisione del Comune di non dotarsi di un mezzo idoneo anche per il trasporto dei disabili riguardo la navetta estiva. «Motivazioni economiche», ha spiegato l'ente. Ma è una ragione valida? No. Un altro scivolone evitabile insomma, sulla scia di quanto già successo con la Bandiera Lilla. Luca Mugnaioli
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POLITICA
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Territorio sotto “assedio”: cittadini in rivolta Pavona, Santa Palomba e Cancelliera: i luoghi dove spedire tutto ciò che non piace a Roma l territorio di Pavona, Santa Palomba e Cancelliera, al confine di sei comuni (Roma, Pomezia, Ardea, Ariccia, Albano, Castelgandolfo), continua ad essere trattato come un’area in cui mettere tutto quello che "non piace" a Roma (discariche, speculazioni edilizie, poveri, ecc.). Questo territorio fatto a pezzi da assurdi confini amministrativi é, in realtà, un luogo centrale del Lazio Latino e dell'agro romano con una storia antichissima testimoniata da straordinarie scoperte archeologiche (necropoli, santuari, ville, strade) e da monumenti medievali e rinascimentali (domusculte, torri, casali) tipici della campagna romana. La nuova speculazione edilizia dell'Housing Sociale a Santa Palomba, che non ha alcuna giustificazione se non quella di continuare a ghettizzare e sradicare le persone, è l'ennesimo esempio di una cementificazione selvaggia che consuma e distrugge tutto (suolo, acqua, patrimonio storico, identità locali). L'alternativa a questo stato di cose è la conososcnza e la collaborazione per difendere la propria terra, il luogo dove gli antichi Romani veneravano le origini latine e dove è nata la nostra civiltà. Questo il messaggio appassionato di Giosuè Auletta in occasione della conferenza di fine luglio che ha avuto luogo a Pavona. A dispetto dell'assenza delle amministrazioni locali, continua a crescere l'interesse dei cittadini, che hanno partecipato numerosi. Presente anche il presidente della Commissione Urbanistica della Regione Lazio, Marco Cacciatore, che ha colto l'occasione per stigmatizzare il progetto del Comune di Roma di portare avanti una cementificazione abnorme dell'agro romano, deliberata dalla giunta Alemanno dieci anni fa, lanciando una campagna per fermare il consumo di suolo, urgenza ormai indifferibile, vista anche la consolidata decrescita della popolazione. (da Pavona.info Portale della comunità di Pavona)
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Gli Autodemolitori
ALTRA GRANA - Nel quadrante di Centocelle insistono oltre 120 ettari a verde pubblico in balia di roghi tossici, autodemolitori, falde inquinate, rifiuti interrati e suoli contaminati malgrado vincoli paesaggistici. Lo gridano i comitati locali che chiedono risposte oggi rivolte all’amministrazione 5 stelle. Il capitolo più importante riguarda poi proprio gli auto-
demolitori il cui lavoro procede a singhiozzo proprio a causa della matassa burocratica creatasi. Ma il punto vero è un altro: dove spostarli? E allora ecco rispuntare l'ipotesi Santa Palomba, ovvero la periferia, per l'ennesima volta, chiamata come per la questione dei rifiuti - a risolvere i problemi della città di Roma.
Il Social Housing: cos'è IL PROGETTO - L'iniziativa è finanziata dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, che ha investito 1 miliardo di euro. L’housing sociale darebbe una risposta a chi non può beneficiare delle case popolari per la propria condizione socio-economica. Ai finanziamenti ha aderito Roma Capitale, con il progetto “Santa Palomba Città Dinamica”. L'iniziativa prevede la realizzazione di oltre 950 alloggi, di cui più della metà in locazione calmierata per 15 anni, il 15% in locazione con riscatto e il 30% in vendita convenzionata. A beneficiare delle nuove abitazioni saNelle foto (a sx): ranno famiglie moconvegno a Pavona; noparentali e/o (in alto) cittadini, monoreddito, anCdQ e associazioni in ziani, disabili, stuprotesta per denti fuori sede, il Social Housing
giovani coppie. I soggetti interessati potranno partecipare a bandi riservati, destinati a chi soddisferà dati requisiti di reddito stabiliti in un’apposita convenzione sociale. Per associazioni e comitati di zona tutto questo è però solo un modo per spedire migliaia di cittadini in mezzo al nulla e senza servizi. Insomma: un progetto evitabile.
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POLITICA
Il Corriere della Città agosto 2019
Borgo di Pratica: cittadini in protesta Il punto sulla vicenda con i recenti sviluppi. A fine luglio corteo per chiederne la riapertura ra la fine del 2016 quando l'apposizione dinanzi al centro storico di Pomezia, quello vero, autentico, infrangeva secoli di storia. Un pezzo della città sottratto alla libera circolazione dei cittadini come lo era stato praticamente da sempre. In mezzo un ambizioso progetto di rilancio e riqualificazione di un'area finita, questo sì è un dato di fatto, preda di uno stato di profondo decadimento; quindi la posizione dell'amministrazione comunale, quella precedente per il momento, che riconosceva quell'area estranea alle proprie competenze malgrado secoli di storia a sostenere il contrario. E poi i lavori che avrebbero dovuto svolgersi all'interno del Borgo ma che, ad oggi, a distanza di tre anni, hanno fatto sorgere più di una perplessità, con scadenze raggiunte e puntualmente rimandate. Due le notizie più recenti che potrebbero scompaginare le carte in tavola. La prima arriva dal Tribunale di Albano Laziale: è qui che è andato in scena a fine luglio un tentativo di conciliazione, fallito, richiesto dall'associazione “La Lente” con la famiglia Borghese a cui a preso parte anche il Comune di Pomezia. Un atto dovuto, anche se dall'esito scontato secondo alcuni osservatori, necessario per avviare l'azione legale che, stando a quanto comunicato dalla stessa associazione, partirà dopo l'estate; l'obiettivo, spiega l'ex consigliere e oggi Presidente de “La Lente” Roberto Mambelli, è quello di tutelare i diritti dei cittadini di Pomezia all'uso pubblico delle strade del Borgo. Ma a sorprendere tutti – ecco la seconda novità – è stato il Comune di Pomezia: due giorni prima della maniNella foto: festazione organizdicembre 2016, firma zata da Stefano del Protocollo d'Intesa Mengozzi per chietra Comune di Pomezia, dere la riapertura Belle Arti e Famiglia del Borgo, il SinBorghese. A sx la daco Zuccalà ha principessa Grazia annunciato che Borghese, a dx l'allora sarà lo stesso Ente Sindaco Fabio Fucci a rivolgersi ad un
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Tribunale. «Mettiamo così la parola fine a tutta la vicenda», ha dichiarato il primo cittadino, in questo modo «chiariremo definitivamente la titolarità nonché l’effettiva destinazione sia delle aree interne al Borgo di Pratica di Mare sia del cimitero limitrofo». La città si divide Come spesso accade tutto, in questi tempi “burrascosi”, sfocia nella dialettica politica. Cultura, memorie storiche, perfino esperienze personali, diventano pretesto per alimentare il fuoco di una sterile guerriglia politica. Il Borgo, ahinoi, non fa eccezione. Un confine poi, quello tra “privato” e “pubblico”, ovvero il vero nocciolo della questione su Pratica di Mare, che in questa vicenda sembrerebbero confondersi, talvolta sovrapporsi, ma che in realtà potrebbero esser stati semplicemente strumentalizzati allo scopo di legittimare la volontà di alcuni in merito al destino dell'area. E così, in attesa di capire l'effettiva realtà dei fatti, probabilmente ora ci penseranno i Giudici, c'è la parte dei cittadini e delle associazioni – con alcuni che, come visto in apertura, hanno perfino diffidato il Comune rivolgendosi ad un avvocato – che continua a sostenere che l'area a prescindere “andrebbe intanto riaperta come è sempre stato”; dall'altra, invece, i fautori “del diritto del privato di fare della sua proprietà ciò che vuole”. Che non sono pochi, c'è da dirlo, equamente divisi tra supporter politici e altri. Intanto però il tempo passa ed è questo, a nostro avviso, il principale elemento da considerare. La paura infatti che il futuro del Borgo rimanga semplicemente appeso all'incertezza “di ciò che potrebbe essere (ma che non è?)” in un modo o nell'altro si alimenta giorno dopo giorno; ma così facendo a perdere, alla resa dei conti, saranno tutti. Una nuova scadenza però, ad onor del vero, c'è, e l'ha data ancora il Sindaco di Pomezia: «30 giugno 2020», ovvero il giorno in cui dovrebbero chiudersi i lavori di ristrutturazione. Non dimentichiamoci però che, con la stessa onestà intellettuale, in passato le precedenti scadenze non hanno avuto effetti così “certi”. E stavolta? Staremo a vedere. Il protocollo d'intesa Questa storia merita comunque di essere riassunta dal principio. Il primo passaggio cruciale risale al 15 dicembre 2016. In questa data viene firmata un'intesa tra Comune di Pomezia, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e famiglia Borghese per rivalutare e rilanciare il sito dell’Antica Lavinium. Il primo passo è l'apertura al pubblico del Santuario delle XIII Are e l’area del c.d. Heroon di Enea con l’edificio c.d. arcaico e contigue fornaci. Un sito senza dubbio importante, da aggiun-
Sempre aperto
LA STORIA - Il piccolo nucleo fortificato ha superato il Medioevo e l’età moderna, giungendo fino a noi. Durante l’età romana, sul sito del borgo sorgeva l’acropoli di “Lavinium”, l’antica “civitas religiosa” fondata secondo la leggenda da Enea. Alle invocazioni dei sacerdoti romani e degli aruspici etruschi, si sostituirono nel medioevo le preghiere dei monaci benedettini, ed ancora il suono delle campane per l’arrivo di Papa Paolo V agli inizi del Seicento, ed ancora oltre il vociare dei bambini che vivevano nel borgo insieme alle loro famiglie all’inizio del Novecento, quando con il loro potente frastuono le macchine motrici portavano avanti i lavori della bonifica e la costruzione degli edifici della moderna Pomezia. Pratica di Mare è sempre stata accessibile alla cittadinanza che la viveva proprio come il nucleo del proprio territorio: sia nell’ultimo secolo quando al proprio interno sorgevano botteghe, alimentari, asili, scuole, il seggio elettorale e l’ufficio postale che ha espletato servizio ininterrottamente per circa ottant’anni, cosi come cento anni fa, alla fine dell’Ottocento, e ancor prima sia nel Seicento ai tempi del Catasto Alessandrino sia nel Cinquecento quando Eufrosino della Volpaia pubblicò la prima carta moderna della Campagna Romana. gere al già presente Museo Lavinium, a due passi dal borgo, inaugurato nel 2005. Ad ogni modo a siglare il protocollo d’intesa con il Comune di Pomezia quel giorno era presente anche la Famiglia Borghese, «proprietaria della Tenuta di Pratica di Mare che include le aree archeologiche in oggetto e che ha collaborato alla valorizzazione del Parco archeologico, agricolo e naturalistico dell’Antica Lavinium», scriveva il Comune. Nel testo della convenzione vengono specificate le rispettive competenze. (continua) Il confine tra “privato” e “pubblico” in questa vicenda sembrerebbe confondersi ma in realtà potrebbe esser stato semplicemente strumentalizzato allo scopo di legittimare la volontà di alcuni sul destino del Borgo
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POLITICA
(segue) In particolare si legge che in realtà è la «la Società Nova Lavinium s.r.l. ad essere proprietaria della Tenuta di Pratica di Mare della Famiglia Borghese» la quale «include una vasta porzione di territorio, comprendente ampli paesaggi e all' interno dei quali si situano le aree archeologiche oggetto del Protocollo d’intesa tra Comune e
Altre "ombre"
PLATANI E CIMITERO - Polemiche aveva sollevato la notizia ad esempio dell'abbattimento improvviso dei platani ottocenteschi, avvenuta nell'ottobre 2017 in circostanze poco chiare. Altre ombre emersero dal caso del cimitero dove è sepolto peraltro Sergio Leone: privato? Del Comune? Anche in questo caso la partita si giocò a colpi di documenti e l’epilogo può considerarsi senza dubbio un colpo di scena. Vecchi documenti – pubblicati dalla pagina facebook Salviamo l'Antico Borgo di Pratica di Mare dalla speculazione edilizia – considererebbero la struttura come parte del Comune di Piazza Indipendenza: nello specifico c’è ad esempio una delibera del Commissario prefettizio risalente addirittura al 1939, dove si fa menzione di “un cimitero capoluogo” e di un “cimitero Pratica di Mare” (e peraltro si cita Pratica di Mare come frazione del Comune, cosa diffusa anche sul web) quindi una delibera del 1972 avente come oggetto il prezzo di vendita dei loculi. Ma poi fu il catasto di Roma a fare chiarezza: secondo quanto riportato in un documento in nostro possesso è il Comune di Pomezia, ad oggi, il proprietario del Cimitero, ma è opportuno parlare di una sorta di “riappropriazione” dato che dal 2014, non si capisce bene in quali circostanze, l’area era finita tra le disponibilità della società Nova Lavinium. E da chi tale società aveva volturato il cimitero? Sempre dal Comune di Pomezia. Secondo l’impianto meccanografico del 04/08/1979 il cimitero di Pratica di Mare risultava intestato al Comune di Pomezia confermando, di fatto, la documentazione cartacea antecedente al ’79. Ma come è stato possibile per la società volturare il cimitero? Chi ha autorizzato tale passaggio? Il Comune di Pomezia era al corrente di tutto questo? Domande a cui, ad oggi, nessuno ha ancora dato risposta.
Soprintendenza». La Nova Lavinium si sarebbe impegnata quindi «a consentire l’accesso e la fruizione delle aree archeologiche», «a predisporre uno studio di fattibilità per la realizzazione e gestione del parco archeologico, agricolo e naturalistico dell’Antica Lavinium, in stretta consultazione con la Soprintendenza Archeologica»; infine, tra gli altri, «predisporre un'area di parcheggio a servizio dello storico Borgo» con precise modalità. Dal canto suo il Comune prendeva tutta una serie di impegni, come ad esempio la messa in sicurezza della strada che porta al Borgo e al Museo e «a garantire che la fruizione delle aree archeologiche specificamente oggetto della Convenzione tra Comune e Soprintendenza sia svolta con competenza da personale qualificato». Lo storico Borgo E' proprio in questi mesi tuttavia (fine 2016) che fa la sua comparsa, come visto, il cancello che, di fatto, ne impedisce l'accesso all'interno. Un cartello allegato indica dei non meglio precisati lavori e sopratutto delle scadenze che però, puntualmente, vengono raggiunte, superate e rimandate ulteriormente come già detto; ma di ciò che sta avvenendo nel Borgo, ieri come del resto oggi, si sa poco o nulla (anche se dall'attuale Sindaco apprendiamo che i lavori sarebbero «a buon punto») e anche l'ultima attività commerciale rimasta – dopo anni in cui c'era stato un po' di tutto, dalle scuole agli uffici postali – si trasferisce nel frattempo altrove. E arriviamo così al secondo passaggio cruciale della vicenda: nel corso di un consiglio comunale datato ottobre 2017 l'amministrazione comunale, allora guidata dal Sindaco Fabio Fucci, oggi consigliere di minoranza, scopre le carte. Il cancello resta La maggioranza di allora deve rispondere ad una mozione presentata dal consiNella foto: Roberto tutto (o quasi) fermo. A gliere Mambelli che che punto sono chiedeva al Sinrealmente i lavori?
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daco di procedere con un'ordinanza per rimuovere proprio il famoso cancello. Ma l'amministrazione ha un altro punto di vista sulla vicenda: per il Movimento 5 Stelle guidato allora da Fabio Fucci il borgo è proprietà privata. A riassumere la posizione di Piazza Indipendenza fu l'Assessore Giuliano Piccotti che nel suo intervento precisò: «Laddove un privato consenta, o abbia consentito in passato, l’accesso ad una propria area non vuol dire che automaticamente perda il diritto di deciderne una futura destinazione; quindi, nel tempo, può ridisporne un eventuale impedimento in termini di accesso al pubblico. Venendo dunque alla proprietà del Borgo, l’ente non può impedire che la proprietà ne disponga ciò che vuole. Del resto non sono stati rinvenuti atti che dimostrino un diritto del Comune di Pomezia su quegli spazi di Pratica di Mare che spetta per questo alla proprietà in virtù “di antichi atti notarili, debitamente esibiti all’Amministrazione comunale». Quindi un passaggio sulla delibera comunale degli anni '50 tirata in ballo spesso in questa vicenda. Per alcuni si tratta di un passaggio determinante in quanto in quel testo venivano indicati i nomi delle strade del Comune di Pomezia, comprese, si noti bene, quelle all'interno del Borgo di Pratica di Mare definito quale frazione della città: come si potrebbe procedere a dare il nome ad un qualcosa su cui non si ha competenza? E' la deduzione tratta da molti. Ma per l'amministrazione comunale targata Fucci tuttavia quel documento in realtà era una «semplice menzione di strade cittadine, al contrario della proprietà privata che vige invece dal 1617». Quindi, sempre all'interno di quel consiglio datato 11 ottobre, veniva precisato lo stato dei lavori: «Tutti i documenti dei lavori sono stati presentati agli uffici competenti, compresi gli ultimi in corso. Il dato di fatto è che il Borgo così com’era non era più fruibile, perfino pericoloso, ciò che nascerà consentirà di donargli nuova vita». (continua)
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POLITICA
(segue) E ancora sul futuro: «Per Pratica di Mare vi sarà un progetto – la creazione dell’area del Borgo e delle Tenute di Pratica di Mare molto più ampio: un progetto, che ha ricevuto parere positivo dal Ministero dei Beni culturali ed è stato apprezzato molto anche al Consiglio Europeo, che consentirà di promuovere al livello integrato i diversi aspetti culturali, paesaggistici che ne caratterizzano il luogo. Di renderlo cioè di nuovo vitale». Un progetto «sostenuto dal Comune di Pomezia» ma anche dalla «sovraintendenza», come si legge ora in un documento, di tutt'altro tema, del 2017 riguardante un contenzioso tra la Nova Lavinium e l'Università La Sapienza di Roma. «Ma Saranno i fatti a parlare», concludeva ad ogni modo Piccotti. Pubblico e privato Tale posizione dell'amministrazione comunale, che votò compatta per respingere l'iniziativa di Mambelli, è stata contestata in più occasioni da cittadini e da alcune associazioni, con in testa Latium Vetus. «Accampando fumosi vantaggi turistici, legati alla probabile realizzazione di strutture ricettive all’interno del Borgo, si rinuncia intanto a garantire il più elementare ed importante fra i diritti, ossia il diritto dei cittadini alla fruizione delle strade del Borgo medievale di Pratica di Mare e dei valori identitari e culturali connessi all’antica madre di Pomezia, luogo identitario dei cittadini e vetrina turistica del nostro territorio e più in generale della campagna romana», commentava a caldo Giacomo Castro, Presidente di Latium Vetus. Il vero punto del dibattito comunque ruota intorno alla definizione di pubblico e privato: nella vicenda del Borgo di Pratica di Mare infatti, tra “privato” e “pubblico” a vincere sembrerebbe sia stato il primo; un privato che, dopo decenni, ha deciso di tornare a recitare un ruolo di primattore, ma probabilmente alle proNelle foto (da sx): prie condizioni Giacomo Castro (benché condivise (Latium Vetus), Stefano dal Comune), noMengozzi (Pomezia nostante una storia Domani), l'ex Assessore secolare che aveva Giuliano Piccotti, Luca fatto del Borgo di Paonessa (Pomezia Pratica di Mare il Sparita). In alto: foto vero cuore pulrecente del Borgo
sante di Pomezia. Su questo ancora Castro non ha dubbi: «La Costituzione Italiana non parla di uno strapotere della proprietà privata, ma pone dei limiti e uno dei tanti è quello “dell’uso pubblico” ed è qui che viene fissata la visione di Pratica di Mare. Noi, come altre associazioni, crediamo che debba essere fatto un distinguo in particolar modo per le strade: ponendo infatti anche il caso che le strade siano private quello che noi diciamo è che per 600 anni circa sono state aperte. In questo ampio lasso di tempo ci sono stati locali, tabaccherie, alimentari, poste, insomma di tutto. Fino a sessant’anni fa c’era tutta una vita intorno al Borgo perché la città non era sviluppata così come la vediamo oggi; ecco perché sulle strade, è incontrovertibile, siano esse private o meno, che ci sia stato e ci sia un uso pubblico. Quindi noi non diciamo che in queste aree, il castello ma anche le varie abitazioni ecc., ci sia un uso pubblico ma parliamo di strade. La famiglia infatti, ed è un altro aspetto cruciale, non è poi che nel tempo ha “tollerato” chi entrava, o concedeva dei “permessi” per farlo; no, la famiglia ha sempre lasciato libertà di accesso, anzi voleva che si entrasse nel borgo anche per tutte le attività commerciali presenti all’interno. Per tutti questi motivi crediamo che l’uso pubblico sulle strade non solo si sia consolidato, ma che sia un vero e proprio dato di fatto». Altro aspetto da tenere in considerazione è che il Comune di Pomezia, negli anni, ha speso dei soldi all’interno del Borgo realizzando opere possibili solo su aree pubbliche – come quelli per l’acqua ad esempio – o dando luogo all'apertura degli uffici postali che, come sottolineato dallo stesso
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Mambelli, può avvenire che solo se subordinata alla predisposizione di un accesso su strada pubblica. E a Pratica di Mare l’Ufficio Postale c’era». Parla il Sindaco Adriano Zuccalà La nuova amministrazione, seppur uguale nel “colore politico” rispetto alla precedente, ancora non aveva espresso la sua posizione ufficiale sull'intera vicenda. Ma i recenti accadimenti, su tutti il sit-in andato in scena domenica 28 luglio e soprattutto la conciliazione dall'esito negativo avvenuta con la società Nova Lavinium, e dunque con i Borghese, probabilmente hanno accelerato i tempi. Ecco allora arrivare l'annuncio del ricorso al Tribunale e le dichiarazioni seguenti rilasciate al nostro giornale. (continua) L'ex Assessore Piccotti: «Non sono stati rinvenuti atti che dimostrino un diritto del Comune di Pomezia su quegli spazi di Pratica di Mare che spetta per questo alla proprietà in virtù di antichi atti notarili, debitamente esibiti all’Amministrazione comunale»
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In protesta
(segue) «I lavori, così come previsto dal permesso, dovrebbero concludersi ad oggi entro il 30 giugno 2020. Ho avuto modo di visionare l’entità dei lavori e mi sono parsi a buon punto». «Come amministrazione naturalmente abbiamo a cuore le sorti di quello che ritengo sia il sito più bello e affascinante del nostro territorio. La diatriba nata in questi ultimi anni, e la chiusura negativa del procedimento di mediazione tenutosi pochi giorni fa tra la società Nelle foto: (a dx) Nova Lavinium, Stefano Mengozzi; (in un’associazione lobasso) Chiara cale esteso anche al Martinelli, portavoce Comune, ci ha della Rete degli spinto a prediStudenti; Adriano sporre un ricorso Zuccalà, Sindaco di da depositare Pomezia; la pagina FB presso il compecreata da Stanislao tente Tribunale, Morganti che si sta allo scopo di metbattendo per la tere la parola fine a verità su Pratica di tutta la vicenda leMare; l'ex consigliere gata alla proprietà Roberto Mambelli
ed alla fruizione di quel quadrante. Sono convinto che questo sia il modo migliore per affrontare e chiarire la questione, e quindi dare una risposta definitiva a tutti gli interrogativi che, di volta in volta, vengono riproposti anche dai cittadini che, come me, hanno a cuore la vicenda». Luca Mugnaioli
Domenica 28 luglio un nutrito corteo è partito dai Colli di Enea fino ad arrivare nel piazzale dinanzi al Borgo di Pratica di Mare. Promotore della manifestazione, a cui hanno preso parte cittadini e associazioni, è stato il Consigliere Comunale di centrosinistra Stefano Mengozzi (Pomezia Domani). «Il Borgo di Pratica di Mare, la frazione di Pomezia, è “chiuso ai cittadini” da quasi tre anni», spiega la lista del consigliere. «Il cancello all'ingresso del borgo medievale è stato installato dalla proprietà degli immobili senza alcuna richiesta di autorizzazione al comune di Pomezia e senza che lo stesso ne abbia mai contestato formalmente l'installazione. Per questo va rimosso». Per Mambelli, dell'Ass, la lente, il «ricorso del Comune di Pomezia è puramente strumentale. La loro inziativia non avrà alcun valore. Quello che non fa l'ente lo stiamo però facendo noi. Citeremo in Tribunale sia la società che l'amministrazione, la quale non ha alcun interesse a risolvere la questione». Presente alla manifestazione anche Chiara Martinelli, portavoce della Rete degli studenti. «Io ho 18 anni, non ho mai visto il Borgo di Pratica di Mare. Non vogliamo vivere questo luogo solo attraverso i ricordi dei nostri genitori o dei nostri nonni. E' un luogo simbolo di Pomezia, è sempre stato aperto ai cittadini e così deve tornare ad essere». «Non ho nessuna intenzione di protestare – precisa invece Luca Paonessa, dell'Ass. Pomezia Sparita presente al sit-in - «sono qui per ricordare il borgo di Pratica di Mare come un centro abitato che ha bisogno di rinascere e di tornare ad essere aperto al pubblico come lo è sempre stato: per far questo è importante che possa esserci sempre un dialogo tra ente pubblico e proprietà privata e si possano studiare assieme soluzioni per il bene comune». Una battuta infine da Giacomo Castro, presente in qualità di privato cittadino: «Sono anni che anche come Associazione Latium Vetus denunciamo la grave situazione legata alla chiusura del Borgo di Pratica di Mare, negato alla fruizione pubblica, come è stato da tempo immemore, nonostante l'uso pubblico che ricade sulle strade del borgo. Ben vengano allora iniziative di questo tipo». (Interviste integrali pubblicate sul nostro sito www.ilcorrieredellacitta.com)
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Pratica di Mare: cosa dice il nuovo PUCG Fucci chiede di dar seguito all'iter per la pianificazione urbanistica, dentro c'è anche il Borgo a vicenda del Borgo di Pratica di Mare sembra essere collegata, in una sorta di binario parallelo, ad un altro caso “spinoso”, tornato in voga recentemente, ovvero quello della realizzazione (ma non solo) del cd Parco Archeologico Lavinium. Con tale denominazione viene indicata un'area, o ambito, individuata dalla passata giunta - di cui però anche l'attuale Sindaco faceva parte - rientrante in quello che dovrebbe diventare il nuovo “piano urbanistico comunale generale della Città di Pomezia” (ovvero l'aggiornamento del vecchio Piano Regolatore). Il nuovo PUCG Senza entrare troppo nello specifico, possiamo dire che quest'ultimo è uno strumento di gestione del territorio comunale composto da elaborati cartografici e tecnici, oltre che da normative urbanistiche, che regolano la gestione delle attività di trasformazione urbana. Esso determina infatti le norme d’uso delle diverse aree del territorio; in pratica indica come, quando e dove si potrà costruire. A Pomezia l'intenzione della passata Giunta era stata quella di aggiornare e integrare il vecchio piano regolatore generale riasalente agli anni '70. Secondo l'ex primo cittadino Fabio Fucci, oggi consigliere per Essere Pomezia, si tratta di un passaggio essenziale «per superare il documento del '74» e che quando rivestiva la carica di Sindaco era stato preparato con le delibere 69/2014 e n. 7/2017; oggi Fucci è tornato a chiedere all'attuale Giunta di dar seguito a quelle decisioni proponendo un ordine del giorno ad hoc da discutere nel primo consiglio comunale utile, con lo scopo di far «ripartire l'iter di approvazione del piano urbanistico di Pomezia fermo al palo da circa un anno». A che punto siamo Dal punto di vista dell'iter burocratico all’approvazione della citata deliberazione n.7/2017 seguì l'incarico affidato ad un professionista che aveva prodotto gli elaborati e le relazioni relative al DPI del PUCG; dopodiché era stata avviata l’interlocuzione con gli enti sovraordinati come la Città Metropolitana di Roma Capitale e la Regione Lazio che hanno offerto il loro contributo. Per Fucci però, «nonostante i solleciti della Regione Lazio a concludere la fase interlocutoria propedeutica alrilascio della VAS sul DPI, la strada che porta alla nuova pianificazione della Città di Pomezia si è inspiegabilmente arrestata» e chiede pertanto di «confermare gli indirizzi contenuti nelle deliberazioni sopracitate e di esprimere atto di impulso nei confronti del Sindaco e della
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Giunta affinché si completi l’iter di formazione della nuova pianificazione generale comunale che sarà il volano per lo sviluppo cittadino dei prossimi 50 anni». Il DPI e i passaggi su Pratica di Mare Siamo ad Agosto 2017. Il Sindaco e la Giunta di Pomezia deliberano, in tale contesto, l’atto di indirizzo per la stipula di un accordo di programma (una convenzione tra enti territoriali - regioni, città metropolitane o comuni - ed altre amministrazioni pubbliche mediante la quale le parti coordinano le loro attività per la realizzazione di opere, interventi o programmi di intervento) tra gli Enti pubblici competenti al fine di realizzare il Parco Archeologico, agricolo e naturalistico dell’Antica Lavinium. Il progetto, dichiarava l'amministrazione, punta a perseguire le linee di sviluppo del Documento Preliminare di Indirizzo (DPI) del nuovo piano regolatore per gli ambiti strategici identificati anche nella valorizzazione e promozione del patrimonio storico archeologico legato all’antica Lavinium e al Borgo di Pratica di Mare. L’obiettivo è quello di realizzare, secondo l'allora Giunta, il Parco Archeologico, agricolo e naturalistico dell'Antica Lavinium e il Parco Alba Lavinium, area naturalistica di congiunzione tra la Città e il complesso di beni archeologici, storici e paesaggistici della Tenuta di Pratica di Mare. Del Borgo di Pratica di Mare si parla inoltre anche nel punto 1 degli ambiti strategici contenuti nel DPI dove si legge che tra gli obiettivi vi è quello di «caratterizzare il borgo di Pratica di Mare per funzioni culturali, turistiche compatibili con i caratteri storicoarchitettonici del luogo anche attraverso iniziative realizzabili attraverso operazioni di partenariato pubblico privato». Le ombre Ma per Latium Vetus gli interessi sono tutt'altri: «Non è che dietro alle buone intenzioni legate al parco archeologico di Lavinium, si celi in realtà la volontà di realizzare la lottizzazione "Alba Lavinium"?», è il monito lanciato da Giacomo Castro. «Già, poiché secondo il documento preliminare del piano urbanistico, voluto dalla passata amministrazione di Pomezia, questa lottizzazione da 100 mila metri cubi - da realizzare su lotti oggi agricoli della Famiglia Borghese, tra i Colli di Enea e i 16 Pini - sarebbe anch'essa una delle 11 azioni di sviluppo strategico. Il motivo? Perché il Comune diventerebbe proprietario dei terA Pomezia il PRG è fermo agli anni '70. La passata Amministrazione aveva redatto il Documento Preliminare d'Indirizzo: oggi l'ex Sindaco Fabio Fucci chiede di proseguire l'iter iniziato nel 2017
reni limitrofi alle villette (è l'area in giallo nell'immagine in basso a destra che, si noti bene, non comprende gli scavi archeologici dell'antica città di Lavinium)». «"Mistero della fede" – tuona Castro - Come si vede dall'immagine tratta dal documento urbanistico, questo riporta già le sagome degli edifici della lottizzazione, che però non dovrebbero essere riportate su un piano urbanistico generale». (continua)
L'iter del PRG
TEMPI LUNGHI - Il procedimento per la formazione del piano regolatore comunale prevede la redazione e adozione di un progetto da parte del Consiglio comunale e la sua pubblicazione in modo che i cittadini e gli altri interessati possano prenderne visione e presentare le loro osservazioni, che debbono però essere ispirate al pubblico interesse; il Comune risponde alle osservazioni, eventualmente modificando le previsioni originarie; il piano viene infine approvato dalla Regione, che può apportarvi modifiche. Durante l'iter procedimentale, l'attività edificatoria non può svolgersi in contrasto con le previsioni del piano in corso di approvazione; questa disposizione è rivolta a salvaguardare gli obiettivi del nuovo piano ed è infatti definita misura di salvaguardia. Il piano deve contenere: la rete delle principali vie di comunicazione e dei loro impianti, la divisione in zone del territorio comunale, con l'indicazione delle zone destinate all'espansione urbana e la determinazione dei vincoli da rispettare in ciascuna zona, le aree da riservare a edifici pubblici o di uso pubblico e le opere ed impianti di interesse collettivo o sociale, i vincoli da rispettare nelle zone a carattere storico, ambientale e paesistico, le norme di attuazione del piano. Esso viene attuato anche per mezzo di altri strumenti urbanistici comunali, di portata limitata a zone determinate del territorio, quali i piani particolareggiati, quelli di lottizzazione, gli esecutivi convenzionati o di libera iniziativa, di insediamenti produttivi, per l'edilizia economica e popolare (P.E.E.P).
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agosto 2019 (segue) Le lottizzazioni infatti, ovvero le frammentazioni di un terreno fatte con il fine di ricavarne delle porzioni individuali tra di loro separate, dette per l'appunto lotti, sono una forma di attuazione della pianificazione ur-
POLITICA quelche modo “anticipata” (volutamente confusa?), diciamo così. «Chi ha dato, quindi, queste sagome al progettista del piano? E dove sarebbe l'utilità di attuare questa azione strategica? Far diventare l'amministrazione comunale proprietaria di nuovi
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Alba Lavinium, lo stesso è oggetto di confronto che ormai dura da diversi mesi e di una cosa sono certo, se venisse confermato l’intervento previsto, non sarà alle condizioni conosciute fino ad oggi; infatti, come anticipato, l’elemento dirimente della questione
Alba Lavinium, parla il Sindaco: «Il confronto dura da mesi ma di una cosa sono certo: se venisse confermato l’intervento previsto, non sarà alle condizioni conosciute fino ad oggi» banistica generale possibile soltanto dopo l'approvazione da parte del Comune di riferimento del piano regolatore generale. In poche parole si tratta di una fase successiva che invece negli elaborati grafici è stata in Di Pratica di Mare si parla negli ambiti strategici 1 e 7 del DPI approvato dalla passata Amministrazione
Colata di cemento? ALBA LAVINIUM - Nel 2018 anche il Consigliere regionale Gianluca Quadrana del resto presentò un'interrogazione. «Nel nuovo Piano Urbanistico è infatti prevista una vera e propria colata di cemento di 100 mila metri cubi, che andrebbe ad insistere su un terreno agricolo», scriveva il Consigliere. «Le nuove costruzioni sono l’oggetto di un accordo di programma, il cui avvio è stato deliberato dalla Giunta di Pomezia il 7 agosto 2017, in seguito all’approvazione del Documento Preliminare di Indirizzo per la valorizzazione del patrimonio di Pratica di Mare. La realizzazione del progetto contrasterebbe però con la Legge regionale 7 del 2017, la quale “mira a limitare gli interventi volti al consumo del territorio specie se agricolo“. Inoltre la Regione ha già espresso dubbi, in Conferenza dei Servizi, sulla viabilità: il traffico sulla via del Mare (SP101) sarebbe appesantito in maniera eccessiva, pur essendo già intenso». Sulla base di queste osservazioni, Quadrana ha posto due quesiti: «il primo, è se un semplice Documento preliminare di indirizzo sia sufficiente all’avvio di un accordo di programma, senza che dal Comune di Pomezia siano stati previsti termini per la presentazione di osservazioni. Il secondo propone dubbi sui vantaggi per la comunità, visto che solo il 15% della cubatura sarebbe riservato ai servizi privati, con il resto residenziale».
lotti da manutenere? Fumo Negli Occhi politico», attacca Castro. «Insomma si parla di salvaguardia e di sviluppo del territorio, ma in ballo c'è una nuova lottizzazione e nuovo consumo di suolo». Risponde il Comune Su questi temi abbiamo ascoltato il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà. Sul DPI approvato nel 2016. «I lavori per portare avanti la definizione del nuovo piano regolatore non si sono mai fermati. È un processo lungo, complesso e tecnicamente molto articolato. Attualmente la programmazione futura è ancora quella approvata nel 2016, fermo restando che il valore del DPI è relativo, infatti non escludo eventuali piccole variazioni da parte del Consiglio Comunale, il quale naturalmente rimane sovrano nella programmazione». Parco Alba Lavinium (ambito 7): molti la definiscono una "colata di cemento", una lottizzazione da 100 mila metri cubi che porterà benefici soltanto ai privati. Lei cosa risponde? «Nella fase di programmazione, come peraltro illustrato in diverse occasioni, si è considerata l'opportunità di trovare delle soluzioni per poter ricucire un quadrante territoriale interessato da diversi punti critici. Escludo a priori che nel territorio venga eseguito un intervento che possa favorire i soli privati e senza un ritorno per la città; sul punto colgo l'occasione per precisare che è di prossima approvazione un regolamento che va proprio a normare e quantificare, quello che è il ritorno alla pubblica utilità negli interventi edilizi. Partendo da regole chiare per tutti, ogni intervento sarà opportunamente valutato mettendo al primo posto sia l'interesse pubblico sia i benefici della collettività, aspetti che dovranno essere concreti e tangibili. Per quanto riguarda il progetto proposto dalla società
sarà il peso specifico sia dell’interesse pubblico che della qualità della vita dei cittadini».
La replica «E' molto strano che “la colata di cemento” così come viene chiamata ha già quasi tutti i pareri preliminari positivi, evidentemente chi sa leggere i progetti ne capisce anche i contenuti. Ci sono oltre 150 pagine di studio di fattibilità oltre alle numerose tavole relative all’accordo di programma di variante che spiegano chiaramente le ricadute sul pubblico. Per quanto riguarda il disegno sottolineo che non c’è nessuna norma che vieta di disegnare qualcosa. Lo stesso intervento non è evidenziato sul Dpi ma sulle schede dove tutti gli ambiti strategici sono spiegati e disegnati con degli approfondimenti chiari e del tutto legittimi. Infine faccio una consulenza gratuita: la legge sulla rigenerazione pensata per contenere il consumo di suolo approvata a luglio 2017 dalla regione Lazio non è applicabile al tema in questione perché essa interviene sulle aree già edificate o compromesse». Così in un commento l'ex Assessore Giuliano Piccotti sulla nostra pagina Facebook.
Latium Vetus: «Il DPI riporta già le sagome degli edifici della lottizzazione, che però non dovrebbero essere riportate su un piano urbanistico generale»
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POLITICA
Il Corriere della Città agosto 2019
Pomezia e il caso della Bandiera "Lilla" E' un'estate veramente accessibile? Continuano le polemiche attorno al riconoscimento on si placano le polemiche sulla Bandiera Lilla, a più di un mese dall’inizio della discussione sul reale valore del riconoscimento. A scrivere un nuovo episodio della vicenda è il Consigliere Comunale Stefano Mengozzi, che in un’intervista rilasciata alla pagina “Pomezia Senza Barriere” ha dichiarato di aver provato a presentare un’interrogazione sul tema, senza però riuscire ad avere risposta. L'interrogazione di Stefano Mengozzi Una prima interpellanza sulla Bandiera Lilla
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pari di molti comuni del nord Italia in materia di accessibilità”. Eppure, “Pomezia Senza Barriere” aveva subito sollevato dei dubbi in merito, venendo a scoprire che in realtà la Bandiera Lilla non certifica che un Comune è perfettamente accessibile, ma che l’amministrazione ha semplicemente lavorato per migliorare l’accessibilità. La questione si è così congiunta con quella del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.), su cui il Sindaco Adriano Zuccalà aveva firmato un impegno ormai disatteso. Per “Pomezia Senza Barriere”, i quasi diecimila euro pagati per aderire alla convenzione
mune ha messo a disposizione per raggiungere il Museo Lavinium durante “Eneadi Festival”, anche questa non accessibile. In questo caso sono stati assicurati parcheggi interni all’area del museo, riservati a persone con disabilità: per raggiungerli, però, bisogna affidarsi alla mobilità privata. Insomma, il contrasto tra la Bandiera Lilla e la realtà del territorio sembra evidente. L’estate a Pomezia è davvero accessibile? Se il Comune dice di sì e le associazioni di riferimento il contrario, dov’è che si crea il corto circuito? Mario Di Toro
Mengozzi ha dichiarato che l’amministrazione gli ha assicurato una risposta scritta sul tema: ma anche questa non è arrivata era stata presentata da Mengozzi nella conferenza Capigruppo precedente al Consiglio del 28 giugno. In quell’occasione, la Presidente del Consiglio Comunale Stefania Padula aveva respinto la richiesta di chiarimenti, non inserendola nell’ordine del giorno, perché non era stata presentata precedentemente alla conferenza. Durante la riunione consiliare, Padula aveva però detto che sarebbe stata discussa nel Consiglio successivo. Mengozzi ha dunque presentato una nuova interrogazione, mentre lo scontro politico con la Presidente Padula si accendeva sulla sua esclusione dalla conferenza Capigruppo. Nei punti all’ordine del giorno del Consiglio del 30 luglio, però, dell’interrogazione sulla Bandiera Lilla non c’è traccia. Mengozzi ha dichiarato che l’amministrazione gli ha assicurato una risposta scritta sul tema, ma anche questa non è arrivata. A questo punto, ci si inizia a chiedere perché non si diano chiarimenti a dubbi che arrivano da più parti, e che sul tema delle barriere architettoniche si moltiplicano giorno dopo giorno. Pomezia Senza Barriere In prima linea nell’evidenziare le contraddizioni tra lo stato reale della città e le dichiarazioni dell’amministrazione è la pagina “Pomezia Senza Barriere”, la prima a indagare sul reale valore della Bandiera Lilla. La convenzione firmata dal Comune di Pomezia con la cooperativa ligure Bandiera Lilla era stata presentata come un riconoscimento dell’offerta turistica inclusiva della città. Nelle parole del Sindaco Adriano Zuccalà, “la Bandiera Lilla certifica che Pomezia è al
sarebbero stati meglio usati per avviare il P.E.B.A. Nuovi problemi di accessibilità Negli ultimi giorni, poi, “Pomezia Senza Barriere” ha evidenziato nuovi problemi di accessibilità per gli eventi dell’estate cittadina. Dal 26 luglio il Comune ha attivato la navetta estiva gratuita dalla stazione di Santa Palomba a Torvaianica; è emerso però che la navetta non è accessibile alle persone con disabilità, poiché i fondi a disposizione non hanno permesso di attivare un bus dotato di rampa. Su Facebook il Comune ha suggerito l’utilizzo del servizio Amico Bus, che è però riservato all’accompagnamento per visite mediche, cicli di cure, centri diurni o Nelle foto (sotto): il riconoscimento della sociali. Un’altra criBandiera Lilla; (a dx) ticità nel panorama degli eventi estivi è il consigliere di rappresentata dalla Pomezia Domani navetta che il CoStefano Mengozzi
Nuovi problemi: dal 26 luglio il Comune ha attivato la navetta estiva gratuita dalla stazione di Santa Palomba a Torvaianica; è emerso però che la navetta non è accessibile alle persone con disabilità, poiché i fondi a disposizione non hanno permesso di attivare un bus dotato di rampa.
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POLITICA
Il Corriere della Città agosto 2019
Pomezia, intervista a Simona Morcellini La Vicesindaco e Assessore a Turismo e Cultura fa un primo bilancio dell'Estate Pometina ssessore è possibile effettuare un primo bilancio sull'Estate pometina? La risposta del pubblico sta seguendo le vostre aspettative? «Assolutamente sì. Tutti gli eventi sono stati molto partecipati, sia a Torvaianica, che è chiaramente più vissuta d’estate, che a Pomezia, con punte eccezionali per gli spettacoli del Pomezia in Musical, per gli incontri dell’Eneadi Festival, per il cinema in piazza e per la Festa di San Benedetto che quest’anno si è arricchita della notte bianca e di un programma di livello. Una risposta più che positiva da parte della cittadinanza e dei turisti, che ci conferma la bontà del calendario estivo e soprattutto ci dimostra che la strada intrapresa è quella giusta». Senza dubbio l'Eneadi Festival ha avuto un buon impatto e il riscontro in termini di presenze ai singoli eventi ne è la dimostrazione, così come la necessità, spesso, di trasferire gli incontri in Piazza Indipendenza. Ve lo aspettavate? «Non era semplice, ma ci abbiamo creduto fin dal principio. L’Eneadi Festival offre un programma di altissimo livello, coniuga buona musica, presentazione di libri e approfondimenti su temi di stretta attualità, inserendo Pomezia in un più ampio panorama intellettuale. Non sapevamo se la Città fosse "pronta" a un appuntamento così ricco e impegnativo, su 30 serate, ma la risposta è stata molto buona, a dimostrazione che i nostri concittadini hanno fame di cultura su più livelli. Proprio per questo, già da questa estate, ci siamo mossi nella direzione di una programmazione diversificata, per andare incontro alle esigenze di tutti. Siamo convinti che la cultura sia l’enzima indispensabile per catalizzare una coNelle foto (sotto): munità verso i val'Assessore alla lori che formano cultura e Vicesindaco una identità coSimona Morcellini; (a mune». destra) Paolo Qual è, a suo avviso, Gentiloni ospite la serata che fin qui all'Eneadi Festival ha incarnato meglio
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lo spirito del Festival e quali cose, invece, possono essere migliorate? «Sono state molte, a mio avviso, le serate interessanti, perché si rivolgevano a pubblici diversi assecondando tutti i gusti. Bruno Vespa con il racconto dello sbarco sulla luna, Luca Barbareschi in una veste inattesa, Monsignor Paglia per la profondità delle parole usate, il Ministro Bonafede che già solo con la sua presenza ha dato lustro alla rassegna. I miglioramenti sono insiti in un format in via di costruzione: serve certamente tempo per assestare gli equilibri, tarare le modalità di fruizione e stabilire un’abitudine di frequenza nella cittadinanza. Già dal prossimo anno siamo certi che l'organizzazione sarà più semplice». In alcune circostanze, anche il nostro giornale, ha evidenziato la mancanza dell'amministrazione nel voler puntare al cd "grande evento" di richiamo al momento della pianificazione della rassegna degli eventi estivi. Con l'Eneadi Festival tutto questo sembra invece essere avvenuto e per di più puntando su cultura e informazione, peraltro su un lasso di tempo notevole, 30 serate consecutive. E' d'accordo con questa analisi? «L’anno scorso, appena insediati, abbiamo organizzato l’estate in 12 giorni. Quest’anno, come avete visto, il programma si è sviluppato sulla traccia di rassegne che vogliamo diventino dei veri e propri festival: i musical, le Eneadi, il cinema, il food, le notti bianche in riva al mare. Non so se definirli ‘grandi eventi’, ma si tratta certamente di eventi di qualità, che possono soddisfare il grande
pubblico così come i palati più raffinati, e rilanciare Pomezia e Torvaianica con contenuti e una immagine di livello, come il nostro territorio merita. Sicuramente l’Eneadi Festival, che ha portato a Pomezia personaggi del livello di Bruno Vespa, Alfonso Bonafede, Peter Gomez, Paolo Gentiloni, Nello Trocchia, è la rassegna che ha avuto più risonanza sul territorio e non solo». In conferenza di presentazione è stato detto che l'obiettivo era quello di creare un format in grado di essere ripresentato anche per i prossimi anni. Si sta già pensando a questo? «Certo. La volontà dell’Amministrazione, in accordo con il Cipi che ha organizzato e finanziato interamente il festival, è quella di farlo diventare un appuntamento fisso della programmazione estiva. Colgo l’occasione per ringraziare le aziende IRBM, RedBox, aCapo, Caffè Trombetta e APA per aver creduto nella nostra Città, per il lavoro e l'impegno spesi nell'organizzazione del festival e per aver portato a Pomezia personaggi di altissimo livello. Un ringraziamento speciale va anche all’ufficio cultura, che ha svolto un lavoro eccezionale per la riuscita della manifestazione e di tutta l’estate». (continua) «L’anno scorso, appena insediati, abbiamo organizzato l’estate in 12 giorni. Quest’anno, come avete visto, il programma si è sviluppato sulla traccia di rassegne che vogliamo diventino dei veri e propri festival»
Esordio: l'Eneadi Festival ha riscosso tra il pubblico un buon successo. A Pomezia ospiti illustri come Bruno Vespa, Alfonso Bonafede, Peter Gomez, Paolo Gentiloni e Nello Trocchia
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agosto 2019 (segue) Caso Latium Vetus. Può dirci perché la proposta dell'Associazione era stata rifiutata inizialmente? Alla luce della recente sentenza del Tar - che ha definito ingiusta la loro esclusione - ora l'amministrazione dovrà comunque rivedere il progetto presentato: è già stato fatto? Tornando indietro, e considerando anche la spesa sostenuta dall'Ufficio Legale dinanzi al Tribunale, l'amministrazione rifarebbe la stessa scelta? «Occorre precisare che ci troviamo di fronte ad una ordinanza interlocutoria e non ad una sentenza, quindi prima di valutare il caso dobbiamo attendere l’esito della prossima udienza fissata al 1° agosto (il giornale sarà già in stampa, ndr), solo successivamente si potranno fare delle riflessioni, pertanto rimaniamo in attesa della sentenza che verrà emessa dal Tribunale solo alla fine del giudizio. Contrariamente a quanto riportato nei comunicati trionfali dell'associazione, infatti, il tribunale ha richiesto soltanto un riesame della posizione. L’occasione mi è però gradita per ribadire quanto già dichiarato in occasione della conferenza stampa di apertura dell'Eneadi Festival: questo territorio ha ricchezze, storia e potenzialità tali da non dover temere confronti; purtroppo l’atteggiamento provinciale che lo ha sempre contraddistinto ha fatto sì che ognuno si muovesse per pic-
POLITICA coli interessi personali a discapito del bene generale. Mi auguro davvero che su questo tema si riesca a fare un salto di qualità. La valutazione dei progetti è stata fatta in modo imparziale sulla base di un regolamento che viene applicato da 12 anni. Lo scorso anno, con lo stesso regolamento e la stessa Amministrazione, Latium Vetus aveva visto accettata la sua proposta. Eppure, di fronte all’esclusione di quest’anno, che ha ovviamente ragioni solide, non si è fatta problemi a chiamare in causa il Comune facendo spendere soldi a tutta la collettività per la difesa. Questo dovrebbe far riflettere». Al di là del caso specifico, verrà prodotto ora un nuovo regolamento per superare le criticità sollevate dai Giudici in materia di selezione delle proposte per eventi o manifestazioni da parte del Comune? «Come anticipato aspettiamo la sentenza del TAR a riguardo. Tutto è sempre migliorabile e perfettibile, se si riterrà opportuno il regolamento verrà rivisto. Già prima di questa specifica vicenda avevamo iniziato a studiare nuove strade: non è escluso che si scelga di cambiare alcune modalità di gestione a partire dal prossimo anno. Quest’anno abbiamo lavorato sui contenuti e sulla strutturazione di eventi da poter ripetere con solidità anno dopo anno e anche alla costruzione di rapporti di fiducia in grado di portare alla col-
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laborazione con molte realtà del territorio mai coinvolte prima, come i pescatori, i balneari e i parchi tematici locali». Luca Mugnaioli
La replica LATIUM VETUS - «Il TAR Lazio ha accolto in via d’urgenza il nostro ricorso, ordinando al Comune il riesame del progetto, che loro hanno nuovamente rigettato! Prendiamo atto delle parole dell’assessore Morcellini che prova a giustificarsi asserendo che negli ultimi 12 anni si è sempre fatto così, per noi infatti sbagliando: a Pomezia i progetti estivi sono stati scelti dalla giunta, ossia dalla politica, senza predeterminare i criteri e senza rendere note le motivazioni delle loro scelte discrezionali, alla faccia di imparzialità e trasparenza! Nell'ultimo anno sono stati bocciati tutti i progetti presentati da Latium Vetus e le nostre diffide non hanno mai ottenuto alcuna risposta. Attendiamo le prossime decisioni del TAR Lazio, chi si muove con “atteggiamento provinciale” e “per piccoli interessi personali”, infatti, non è certo Associazione Latium Vetus, se l'assessore lo pensa lo dica esplicitamente così valuteremo anche le sue esternazioni nelle opportune sedi».
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POLITICA
Il Corriere della Città agosto 2019
Ardea: allarme blocchi di cemento in mare Segnalata la presenza di grave pericolo sulla riva del mare di Lungomare degli Ardeatini Associazione di Quartiere “RivalutiAmo Marina di Ardea - ODV”, a seguito di alcune segnalazioni ricevute la sera di giovedì 11/07/2019 da parte di alcuni villeggianti, lunedì 15 luglio ha inoltrato ufficialmente l’istanza n. 0042312 agli enti preposi ed autorità competenti al fine di poter sollecitare con estrema urgenza, il serio pericolo per l’incolumità delle persone e bambini, mettendo in sicurezza la spiaggia situata a Lungomare degli Ardeatini altezza Via Cremona (Marina di Ardea). La missiva è stata spedita al Sindaco di Ardea Mario Savarese, all'Assessore all'Ambiente, all'Area Tecnica LL.PP. - Demanio/Ambiente nonché ai comandi di Polizia Locale di Ardea e della Guardia Costiera di Torvaianica. Il problema Sulla spiaggia del Lungomare degli Ardeatini, altezza Via Cremona, l’erosione del mare ha fatto riemergere alcuni grossi blocchi di cemento armato e grossi pezzi di muro. A prima vista, sembrerebbero residui di abbattimento strutture in cemento armato insabbiati illegalmente da ignoti da qualche anno proprio sulla riva stessa. Con l’arrivo della bassa marea, alcuni blocchi di cemento armato erano semi coperti dalle onde. Intorno a questi grossi blocchi, c’erano molti bambini che giocavano e correvano sulla spiaggia, rischiando di inciampare su di essi, cosa che rischiano anche gli adulti, specialmente se decidono di passeggiare sulla riva di sera all’imbrunire. Questi Nelle foto: blocchi di cemento il tratto di Lungomare armato, come si degli Ardeatini dove è nota dalle foto, sono stata riscontrata la molto pericolosi per presenza dei blocchi di l’incolumità delle cemento; (sotto) persone e dei bamMichele Di Stefano, bini. Pertanto, l’AsPresidente dell'Ass. sociazione con la Rivalutiamo Marina presente intende di Ardea sollecitare con
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estrema urgenza gli enti preposti ed autorità competenti, il serio pericolo di cui sopra, al fine di poter mettere in sicurezza la spiaggia.
La presenza di questi blocchi è molto pericolosa: perché nessuno interviene?
Sulla spiaggia del Lungomare degli Ardeatini, altezza Via Cremona, l’erosione del mare ha fatto riemergere alcuni grossi blocchi di cemento armato e grossi pezzi di muro
Follia alla Nuova Florida PADRE SPARA AL FIGLIO - Martedì 23 luglio, nel tardo pomeriggio, un uomo di 71 anni ha sparato al figlio 38enne, colpendolo all’addome ferendolo gravemente. E’ successo intorno alle ore 18:30. I due si trovavano nel lotto dove entrambi abitano, il figlio in una casa con la madre, il padre nella dependance dopo la separazione dalla moglie, e stavano avendo l’ennesima discussione quando la lite è degenerata. L’uomo più anziano ha preso un fucile ad aria compressa, arma regolarmente detenuta, e ha
sparato un colpo, ferendo all’addome i figlio. Immediatamente le condizioni del 38enne sono apparse gravi. Qualcuno ha chiamato il 118 per farlo soccorrere e, all’arrivo dell’ambulanza, i sanitari – visto l’utilizzo di un’arma – hanno allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i carabinieri della Compagnia di Anzio e della Tenenza di Ardea, guidati dal Capitano Lorenzo Buschittari, che hanno avviato le indagini e sequestrato l’arma.
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CRONACA
Il Corriere della Città agosto 2019
Centro RAI a Santa Palomba abbandonato Cittadini in campo per dare nuova vita ai locali ormai dismessi e preda del degrado n pezzo di storia italiana giace in uno stato di deprimente degrado e abbandono. Siamo a Santa Palomba, mix di case ma soprattutto industrie alla periferia di Pomezia, in un'area ricadente però sotto il Comune di Roma. Ben 30 ettari complessivi dove sorgono locali, immobili e ciò che resta della storica impiantistica di trasmissione degli anni '30. Tutto è fermo da 10 anni. Da qui non parte più nessuna "onda”. Adesso però i cittadini chiedono alla Rai, che ne detiene ancora la proprietà, di farne un uso diverso al fine di recuperare un'area che, attraverso determinati progetti, potrebbe davvero tornare ad essere utile alla collettività. La storia La costruzione della stazione iniziò nel 1929 su un terreno di circa 75000m² nella località di Santa Palomba lungo via Ardeatina, all'epoca ancora interamente ricompresa nel comune di Roma. L'impianto, della potenza di 50 kW, era alimentato dalla centrale elettrica San Paolo della Società di Elettricità e Gas di Roma nonché da una linea di riserva della Società Laziale di Elettricità. Tra le più potenti trasmittenti d'Europa in onde medie, aveva un'antenna alta 265 metri, poi ridotta a 175, da cui veniva trasmesso il segnale radiofonico di Roma 2 sugli 846kHz(pari a 354,3 metri di lunghezza d'onda) nonché tre tralicci da 120 metri su cui era installata l'antenna trasmittente del segnale radiofonico di Roma 1 sui 1 332 kHz (225 metri) Nel corso degli anni novanta l'impianto fu rinnovato tecnologicamente e adeguato a una potenza massima di 1 200 kW per il trasmettitore di Roma 2e di 600 per Roma 1, anche se a fine decennio il segnale fu ridotto a un quarto della potenza massima per rimanere nel rispetto dei limiti di emissione elettromagnetica; nel 2002 l'impianto cessò le trasmissioni di Radio 1, mantenendo solo Radio 2 e, dalla mezzanotte alle 5:57, il Notturno italiano. Dopo un periodo di inattività dei trasmettitori, dal 31 gennaio 2007 fu riattivato il trasmettitore operante sugli 846 kHz con potenza molto bassa. Il segnale fu irradiato dal traliccio autoportante da 75 metri allo scopo di verificare il livello di inquinamento elettromagnetico. Dal 14 gennaio 2008 iniziarono sulla frequenza di 846 kHz le emissioni con lo standard digitale DRM con una potenza di 25 KW. Il 31 dicembre 2011, con la chiusura di Rai International, cessarono pure le trasmissioni del Notturno italiano, in onda sugli 846 kHz. Nel giugno 2013 fu abbattuta l'antenna principale di trasmissione alta 186 metri e tuttora la zona, come testimoniano le foto, vige in uno stato di abban-
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dono ed incuria. Chiesto un incontro alla RAI Il 24 luglio scorso una delegazione di cittadini e associazioni – presente anche il Parroco di zona – si è recata al civico 2239 per chiedere al custode, che a quanto pare vigilia sull'area da anni, di entrare a visitare gli storici locali. Purtroppo però l'autorizzazione non è stata concessa. Sul posto erano presenti anche due dipendenti di Rai Way, la società che detiene le infrastrutture della Rai, ai quali è stato chiesto di organizzare un incontro o comunque una comunicazione con l'azienda in modo tale da avviare un rapporto di collaborazione. In particolare i cittadini, così come i CdQ presenti – Santa Palomba, con il
I cittadini chiedono alla Rai, che ne detiene ancora la proprietà, di farne un uso diverso al fine di recuperare un'area che, attraverso determinati progetti, potrebbe davvero tornare ad essere utile per la collettività
Presidente Paolo Ceccarelli, Roma 2, con il Presidente Rossella D'Orazio e Pavona Uno , con il Presidente Mauro Moretti– chiedono di utilizzare i locali per costruire una scuola, una chiesa o comunque spazi fruibili per la collettività. «Purtroppo abbiamo potuto vedere il complesso solo dall'esterno - dichiara Rossella D'Orazio - ci sono tre palazzine e una struttura più grande, tutte destinate al degrado e tanto, tantissimo spazio intorno. Sarebbe bello poterlo mettere a disposizione del nostro territorio! Adesso faremo una richiesta ufficiale a Rai Way per chiedere un incontro» Luca Mugnaioli
L’attività dei consorzi sempre più vicina ai cittadini. Prevenzione e gestione come parola d'ordine i è svolta recentemente l’assemblea nazionale dei consorzi di bonifica italiani. Presente anche il Consorzio di bonifica Pratica di Mare con il proprio Commissario, Avv. Antonio Marrazzo, il Direttore Generale Andrea Renna e una rappresentanza di dirigenti e dipendenti. L’Assemblea nazionale ha favorito uno scambio di vedute anche sul ruolo, sempre più preponderante, delle bonifiche nelle attività di gestione delle risorse idriche e ambientali, di difesa del suolo, di manutenzione del patrimonio idrografico e del tessuto produttivo regionale. Una promozione sul campo che, tuttavia, necessita di una decisa revisione del quadro normativo regionale, con la previsione di una netta attribuzione ai consorzi di deleghe e competenze. In questa direzione, tracciata dal presidente e dal direttore di Anbi Francesco Vincenzi e Massimo Gargano, va anche il protocollo d’intesa siglato con la Protezione Civile che individua nei consorzi i partner privilegiati nelle attività di prevenzione del rischio idrogeologico e gestione delle emergenze causate dai mutamenti climatici. Il Direttore Generale Andrea Renna è stato recentemente anche nominato Direttore della Unione Regionale dei Consorzi di Bonifica del Lazio. L’Unione Regionale Lazio promuove, in tutte le sedi istituzionali, maggiore consapevolezza del percorso evolutivo e del conseguente ruolo costantemente dinamico dell’attività di bonifica nell’ambito del governo del territorio, la piena conoscenza del ruolo fondamentale dei Consorzi. Coordina e realizza, a favore e per il tramite dei Consorzi, progetti e attività tecnico-economiche al fine di valorizzare l’attività di gestione della difesa del suolo e della risorsa irrigua, partecipando alla programmazione agricola comunitaria e nazionale, individuando linee di indirizzo programmatico. E’ fondamentale il ruolo di Anbi Lazio in termini di rappresentanza e di capacità relazionale con enti locali, comuni, province e con le istituzioni regionali. Siamo consapevoli del nostro ruolo e siamo pronti – dice Renna – a vivere da protagonisti questa nuova fase che completerà la rigenerazione del sistema consortile regionale. Avremo raggiunto l’obiettivo quando i cittadini del Lazio toccheranno con mano gli effetti del nostro riposizionamento. I consorzi non sono più soltanto i gestori delle risorse irrigue, non più solo custodi di fiumi e canali, ma diventeranno presidio di difesa del territorio, di tutela della sicurezza dei cittadini e delle at-
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«E’ fondamentale il ruolo di Anbi Lazio in termini di rappresentanza e di capacità relazionale con enti locali, comuni, province e con le istituzioni regionali»
tività produttive, non solo agricole”. Si è potuto fare anche il punto circa lo stato dell'arte sull’avanzamento dell’iter burocratico che porterà nelle casse dei consorzi di bonifica laziali 7,5 milioni di euro, grazie ai finanziamenti ottenuti dai progetti che gli stessi consorzi hanno elaborato e presentato per accedere ai bandi del Piano di sviluppo rurale. Risorse che saranno spese, creando virtuosità, per potenziare le reti e gli impianti irrigui, oltre ai sistemi di prevenzione idrogeologica. A seguito dell’adozione della Deliberazione Commissariale del Consorzio di Bonifica Pratica di Mare nr. 16 del 05.03.2019, sono Nella foto (sotto): state approvate le il Direttore Generale del Consorzio di Boni- modalità per il rilafica di Pratica di Mare scio dei pareri idraulici di compeAndrea Renna
tenza consortile, lo schema di convenzione che regolamenta i rapporti tecnico-amministrativi relativi ai pareri stessi. Si sono svolti, nei giorni scosi, incontri con i Sindaci ed i referenti degli Uffici Tecnici dei Comuni di Albano, Ariccia, Aprilia, Nettuno e Pomezia al fine di meglio esplicitare l’importante ruolo di tutela del territorio e di gestione delle acque meteoriche affidato al Consorzio. Si è instaurato un rapporto di sinergia e proficua collaborazione con i Comuni del comprensorio per poter rendere i rispettivi Enti, ognuno per quanto di propria competenza, parti integranti e fondamentali nel processo per il rilascio di autorizzazioni/concessioni edilizie che tenga conto delle necessità idrauliche di tutto il comprensorio. Nelle prossime settimane saranno programmati gli incontri con le altre amministrazioni.
Si è fatto il punto circa lo stato dell'arte sull’avanzamento dell’iter burocratico che porterà nelle casse dei consorzi di bonifica laziali 7,5 milioni di euro, grazie ai finanziamenti ottenuti dai progetti che gli stessi consorzi hanno elaborato e presentato per accedere ai bandi del Piano di sviluppo rurale
L’Assemblea nazionale dei Consorzi di Bonifica ha favorito uno scambio di vedute anche sul ruolo, sempre più preponderante, delle bonifiche nelle attività di gestione delle risorse idriche e ambientali, di difesa del suolo, di manutenzione del patrimonio idrografico e del tessuto produttivo regionale
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CRONACA
Il Corriere della Città agosto 2019
Pomezia: intervista con il Dott. Luigi Zulli Parla il nuovo primario del Pronto Soccorso della clinica S. Anna a due mesi dal suo arrivo ott. Zulli, che situazione ha trovato qui a Pomezia? «Sicuramente, parlando della situazione logistica, il presidio di Pomezia presenta un quadro complicato. Il Pronto Soccorso gestisce un bacino di utenza tra i 150 e i 200mila residenti, cifra che cresce ulteriormente nel periodo estivo. La difficoltà maggiore risiede nel fatto di dover gestire anche tutti quei pazienti che dovranno poi essere necessariamente trasferiti in ospedali di secondo livello: parliamo, tra gli altri, di patologie ad alto impatto quali infarto, ictus, traumi gravi, pazienti con problematiche vascolari, pazienti con insufficienze respiratorie gravi e pazienti con insufficienza renale che necessitano di dialisi e soprattutto pazienti con patologie infettive. Si sappia che nel solo mese di giugno abbiamo avuto ben 10 casi di morbillo, tutti complicati da patologie intercorrenti. Naturalmente questi pazienti devono essere primariamente “stabilizzati” e successivamente trasferiti in DEA di 2^ livello. Questo accade soprattutto perché nell'organizzazione del 118 del Lazio, a differenza di quanto accade in altre regioni, il principio guida è ancora quello del trasferimento al presidio medico di pronto soccorso più vicino, a prescindere se poi quell'ospedale sarà in grado o meno di gestire a 360° il paziente. E' evidente che tale sistema comporta delle conseguenze, soprattutto nella esecuzione di terapie “tempo dipendenti” come nel caso della angioplastica primaria negli infarti sca stemi e della trombolisi nell’ictus ischemico; ciò nonostante le procedure attuate presso il nostro PS permettono però di soddisfare al meglio tali prerogative.». Un primo bilancio? «Direi che è ancora presto per farne. Diciamo che, in questi casi, un primo bilancio, con relativi report, si può fare dopo sei mesi. La strada intrapresa è quella giusta. C'è chiaramente del lavoro da fare, ma posso contare su una direzione sanitaria molto attenta alle mie indicazioni. Questo è fondamentale se si vuole fare gioco di squadra e lavorare nella stessa direzione. Nelle foto (a dx): Devo dire che in efla nuova "sala rossa" fetti ci sono aspetti o "area critica di che mi hanno soremergenza" per i preso in positivo: pazienti più critici; non posso che essere (in alto) da sx: Dott. soddisfatto ad esemRosario Sciuto pio della capo sala Direttore Sanitario, qui in pronto socDott. Luigi Zulli corso nonché della Primario P.S. e il Dott. equipe infermieriFabio Bambini Diretstica, poi abbiamo tore Amministrativo già selezionato me-
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dici competenti e preparati, ancorchè giovani e freschi di laurea. Sicuramente si può partire da qui nell'ottica di realizzare ulteriori miglioramenti per la struttura». Nei mesi scorsi si sono verificati casi in cui, proprio in virtù di un maggiore afflusso, le ambulanze sono dovute restare ferme poiché le lettighe rimanevano al pronto soccorso. La situazione attuale com'è? «In questi due mesi, da quando cioè ho preso servizio, devo dire che una situazione del genere non si è più verificata. Non c'è stato mai un blocco delle ambulanze eccezion fatta per un'unica giornata che abbiamo ribattezzato come “lunedì critico”. Per il resto il dato di afflusso è grosso modo in linea con gli anni precedenti, sebbene nel 2019 si stia registrando un trend di aumento degli accessi. Ad ogni modo abbiamo attuato una ristrutturazione dei flussi in modo da efficientare al massimo gli ingressi e limitare al minimo i disagi: penso ad esempio ai casi ginecologici o pediatrici sotto i tre anni per i quali, al di là di emergenze immediate, viene disposto il trasferimento diretto presso altre strutture».
Lei ha lavorato al S.Eugenio, al S. Filippo Neri e al CTO di Roma. Che differenza c'è rispetto a Pomezia, realtà senza dubbio più piccola? «Chiaramente in strutture ospedaliere più grandi si hanno tutte le specialità a disposizione e a diretto supporto, con il paziente che può essere trattato a 360°. Si hanno specialisti direttamente in struttura, si può contare sulla emodinamica sulla stroke unit, sui Trauma Center, sul reparto infettivi, sulla chirurgia vascolare, insomma tutta una serie di servizi che ti permettono di affrontare nell'immediato anche i casi più gravi. La sfida per strutture come quelle di Pomezia, oltre ad avere medici di Pronto Soccorso preparati, che ci sono devo dire, è quella di avere specialisti di prima fascia - cardiologi, anestesisti, ortopedici per fare qualche esempio - che sappiano supportare le situazioni di vera emergenza». (continua) «La difficoltà maggiore risiede nel fatto di dover gestire anche tutti quei pazienti che dovranno poi essere necessariamente trasferiti in ospedali di secondo livello»
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agosto 2019 (segue) Quali cambiamenti ha apportato e quali saranno gli interventi futuri per migliorare il Pronto Soccorso di Pomezia? «Sicuramente il pronto soccorso verrà rimodulato per aree di competenza in modo da avere una gestione migliore degli accessi. La zona del “Triage” va poi ristrutturata: chiaramente oggi lo spazio è troppo esiguo e non risponde alla necessità di privacy di chi arriva al pronto soccorso; anche gli operatori hanno bisogno di spazi più idonei per svolgere il loro lavoro. Per questo siamo già in contatto con ingegneri e con la Direzione Sanitaria per predisporre i cambiamenti necessari. Sempre sul fronte dell'accettazione verrà introdotta una novità: il paziente verrà valutato non più solo sui parametri standard, che chiaramente continueranno ad essere fondamentali, ma anche sulla percezione del sintomo-guida per cui si richiede l'accesso al Pronto Soccorso. Così facendo si otterrà un report ancora più dettagliato del quadro clinico generale del paziente. E' già operativo invece il nuovo codice delle emergenze che ha sostituito il modello precedente: adesso a chi giunge al Pronto Soccorso viene assegnato un numero da 1 a 5 in base all'emergenza. Il codice 1 rappresenta il precedente colore rosso, il 2 il giallo, mentre i numeri 3 e 4 raggruppano il vecchio codice “verde”;infine il numero 5, infine, rappresenta il codice
CRONACA bianco. Un'altra modifica apportata è stata la ristrutturazione della cosiddetta “sala rossa” o area critica dell’emergenza”, per i pazienti di maggior gravità: la sala è dotata di 3 postazioni ognuna con ECG, Monitor Defibrillatore, e Monitor Multiparametrico ed in quella sede per i pazienti “gravi ed instabili” si applicano protocolli e procedure secondo le linee guida ACLS e PreHTLS. Uno degli obiettivi fondamentali sarà poi fornire una qualità di accoglienza ed assistenza sempre più elevata e per far questo l'obiettivo è quello di ridurre il più possibile il dato del paziente, chiaramente qui parliamo dei codici meno gravi e non urgenti, che abbandona il presidio a causa dell'elevato tempo di attesa. Un'altra idea sulla quale stiamo lavorando è quella di creare un'area Open Space sulla scia del modello americano per la gestione di pazienti critici. Chiudo con un interessante progetto in questo caso realizzato con la collaborazione del Comune di Pomezia: si tratta del Progetto Donna, uno sportello di ascolto e di rapido accesso con vie preferenziale per vittime di abusi o violenze». «La zona del “Triage” va poi ristrutturata: chiaramente oggi lo spazio è troppo esiguo e non risponde alla necessità di privacy di chi arriva al pronto soccorso anche gli operatori hanno bisogno di spazi più idonei per svolgere il loro lavoro»
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In ricordo di Maria Corazza
STOP ALLA VIOLENZA - Si è svolta il 25 luglio la fiaccolata in onore di Maria Corazza, la donna uccisa lo scorso 14 giugno a Torvaianica. Un un lungo corteo ha sfilato per le vie di Pomezia: l’iniziativa, organizzata per dire basta alla violenza sulle donne e ai femminicidi, ha avuto luogo a partire dalle 20 con partenza da Largo Mameli; i presenti hanno quindi percorso Via Roma fino ad arrivare in Piazza Indipendenza. Presente al corteo anche il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà.
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Tor San Lorenzo, mercato...ad ostacoli Passeggiata tra i banchi di Via Taro ad Ardea: tra crateri e rifiuti come si possono fare acquisti? on può dirsi certo piacevole fare compere nel mercato settimanale di Tor San Lorenzo. Tra un vestito e l'altro, tra un banco di frutta o uno di scarpe bisogna tenere infatti sempre gli occhi bene aperti: già, perché se normalmente buche e crateri rappresentano in questa zona, Via Taro a Tor San Lorenzo, un pericolo per automobilisti e motociclisti, di lunedì l'incombenza passa ai pedoni. L'ultimo giorno utile di luglio, su segnalazione di una nostra lettrice, ci siamo recati al mercato per un sopralluogo: ciò che abbiamo toccato con mano è una situazione davvero insostenibile. La segnalazione «Non è possibile andare avanti così. Ci sono buche a non finire, come si può passeggiare per il mercato?», scrive a tal proposito la signora Irene. «Nel mese appena passato, durante il mercato, una signora su sedia a rotelle è rimasta incastrata in una buca e non riusciva a venirne fuori. E' una Vergogna!». E in effetti lo scenario, come mostrano le foto, non è dei migliori. Anche gli stessi commercianti devono ingegnarsi come possono per proteggere banchi e potenziali clienti: ecco allora che, per fare un esempio, qualcuno decida di mettere un bancone “a cavallo” di una buca in modo da circoscrivere il pericolo. Ma in generale il quadro è critico. Altre proteste in passato Sull'attuale ubicazione del mercato settimanale non sono mancate le polemiche negli anni scorsi. Gli ambulanti, anche con diverse manifestazioni (come ad esempio la sospensione del mercato stesso per alcune settimane nel novembre 2017), avevano chiesto al Comune di Ardea il ritorno alla sede “storica”, cioè quella di Via del Pettirosso, mantenendo inalterato il giorno (lunedì, ndr). Il motivo della richiesta era semplice: spostare
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i banchi in zone più centrali e sicuramente più redditizie. Ora le buche e i rifiuti Ricapitolando dunque, a fronte di una sistemazione di per sé poco gradita dai diretti protagonisti, ora i commercianti del mercato devono fare pure i conti con una pavimentazione stradale disastrata che mette a rischio la sicurezza dei clienti. E non finisce qui. Come se non bastasse, in alcuni punti, a dividere i banchi ci sono anche cumuli di spazzatura maleodorante che rendono il quadro complessivo ancora più desolante. Evidente allora il messaggio lanciato dalle parti chiamate in causa: il Comune intervenga al più presto.
«Nel mese appena passato, durante il mercato, una signora su sedia a rotelle è rimasta incastrata in una buca e non riusciva a venirne fuori»
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Aeroporto di Pratica anche per civili e merci? Nasce il Comitato Scalo Civile Aeroporto di Pratica di Mare: nel progetto anche una linea metro l comitato Scalo Civile Aeroporto Pratica di Mare nasce, ufficialmente, il 1° luglio 2019 con l’obiettivo di promuovere la realizzazione a Pomezia di un aeroporto civile per passeggeri e merci in una vasta area esterna all’attuale aeroporto militare. Le fasi della costituzione del Comitato Promotore hanno visto una lunga serie di incontri che si sono protratti per diversi anni anche sulla scia di una società del settore, dalla quale abbiamo ottenuto il patrocinio e l’uso del simbolo, e per questo ha depositato il progetto e lo ha inviato alle istituzioni, competenti per la materia trattata. Gli obiettivi L’obiettivo del Comitato Promotore è di porsi come “organo di coordinamento” tra il tessuto economico, industriale, sociale e le istituzioni, in quanto non viene propagandato solo lo scalo civile: è nostro intento promuovere un “piano industriale” di cui lo scalo deve essere parte integrante. Non solo per l’apporto turistico, vista la vastità dei siti archeologici, centri commerciali e parchi di-
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forza lavoro indiretta che verrà a crearsi in funzione del progetto. La nostra idea è di far utilizzare, a imprese e società che verranno attratte dal piano industriale e dal progetto, edifici e capannoni già esistenti onde evitare
nazionali. È attivo un sito internet del comitato promotore, WWW.comitatoaeroportopraticadimare.it dove è anche possibile inviare quesiti e/o proposte utili al progetto ed al piano industriale. In questo breve co-
Il Comitato ha l’obiettivo di promuovere la realizzazione a Pomezia di un aeroporto civile per passeggeri e merci in una vasta area esterna all’attuale aeroporto militare vertimenti del luogo, ma anche verso quella parte merci che può essere integrata con il già esistente “Interporto di Santa Palomba”. È allo studio, sempre da parte della Società che ci sta patrocinando, la fattibilità di realizzare un porto darsena da collegare con lo scalo civile navigabile, che potrebbe sviluppare soprattutto il trasporto turistico via mare fino alla città di Roma utilizzando la navigabilità del Tevere, e risolvere anche l’annoso problema dei pescatori locali, e diportisti. È intendimento, inoltre e quando la capacità dei piazzali aeroportuali lo permetteranno, di promuovere il primo salone aeronautico e spaziale di Roma con cadenza biennale. La presenza del più che rinomato “Reparto Sperimentale Volo” nel sito aeroportuale è un ottimo viatico per una crescita del settore e, quindi, di una promozione dei nostri più che eccellenti prodotti aeronautici. I posti di lavoro Il piano industriale, coordinato con le eccellenze presenti nel territorio e oltre, darà una ricaduta occupazionale notevole. Non solo per il personale necessario per il funzionamento dello scalo civile e cargo (occupazione diretta) quantificato intorno ai 2500 addetti, per i primi anni, privilegiando i residenti limitrofi, ma anche per tutta la necessaria
colate di cemento non necessarie. Allo scopo di raggiungere questi eccellenti obiettivi, il Comitato darà mandato ai competenti settori universitari di sviluppare uno studio approfondito del settore con particolare riferimento al piano industriale, così come indicato dalla società patrocinante. È nostro intendimento coinvolgere più parti scientifiche per poter avere un quadro completo e attuarne i presupposti industriali e occupazionali che possano essere protratti nel tempo. Di fondamentale importanza, sarà programmare conferenze, con le realtà locali come comitati, pro loco, e associazioni culturali, per noi necessarie per avere suggerimenti e proposte. Il sogno di una metropolitana leggera Vogliamo anche, come previsto dal piano regionale, dotare l’aeroporto di una linea metropolitana, o treno leggero, da Ostia Lido (Cristoforo Colombo) a Pratica di Mare a levitazione magnetica, prima in Italia a bassissimo impatto ambientale. Le strutture necessarie al progetto saranno il più Ecocompatibili possibile. Nell’ambito degli studi universitari si darà ampio sviluppo al raggiungimento di obiettivi “Green” secondo le indicazioni europee e di leggi e regolamenti
municato di presentazione del Comitato Promotore Scalo Civile Aeroporto Pratica di Mare, abbiamo solo accennato alle grandi possibilità che offre questo progetto ed il relativo piano industriale collegato, per specifiche più dettagliate vi terremmo sempre informati tramite il sito e la stampa e con incontri sul territorio.
Progetto futuribile: «Il Comitato ipotizza di dotare l’aeroporto di una linea metropolitana, o treno leggero, da Ostia Lido (Cristoforo Colombo) a Pratica di Mare a levitazione magnetica»
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Sì ad una corretta informazione alimentare Da questo mese parte la nuova rubrica cibo&salute: la "bussola" per capire cosa mangiare o deciso di avviare questa rubrica perché oggi c’è un grandissimo interesse che ruota intorno al mondo della alimentazione, ma anche una grande difficoltà nell’orientarsi tra le tante informazioni disponibili, troppe delle quali prive di fondamento scientifico, anche se largamente pubblicizzate. Questo atteggiamento porta a sottovalutare i reali rischi e le numerose patologie che possono derivare da un errato regime ali-
sotto gli occhi di tutti. Quella della nutrizione è una scienza, non una questione di opinioni in cui prevale chi argomenta meglio le sue ragioni o chi vende meglio il suo prodotto. In questa rubrica vorrei quindi portare un piccolo contributo, affrontando di volta in volta un argomento più o meno controverso in tema di nutrizione, provando a fare il punto su quelle che sono le posizioni più condivise dalla comunità scientifica, ma semplificando il più possibile un linguaggio che per sua natura all’origine è abbastanza tecnico.
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«Quella della nutrizione è una scienza, non una questione di opinioni in cui prevale chi argomenta meglio le sue ragioni o chi vende meglio il suo prodotto» mentare, basato su diete non equilibrate o estreme. Vi dico questo perché io queste patologie purtroppo ho imparato a conoscerle molto bene. Infatti, prima di intraprendere la professione di Biologo Nutrizionista ho lavorato per oltre 15 anni in laboratori di analisi biomediche. Chiusa nel mio laboratorio non potevo associare dei volti ai nomi che scrivevo sulle provette, eppure ho imparato a conoscere profondamente quelle persone, attraverso le loro analisi, che, ripetute nel tempo, certificavano in modo obiettivo ed implacabile i danni che stavano producendo alla loro salute, semplicemente perché mangiavano male o consumavano un’eccessiva quantità di alcolici. Questa consapevolezza si è rafforzata nei reparti di diabetologia e nella scuola medica ospedaliera che ho frequentato dopo aver conseguito un master in Dietologia e Nutrizione e in Dietologia Clinica, nel lungo cammino di formazione che ho intrapreso per poter passare dalla professione di Biologo a quella di Nutrizionista. Provo quindi un grosso disagio di fronte alla diffusa disinformazione che dilaga intorno al mondo della alimentazione, un campo in cui tutti si sentono esperti ed in diritto di elargire consigli o in cui si vendono o si acquistano prodotti di tutti i tipi, in base alle sole esigenze di mercato e non a quelle della salute dei consumatori. Nei pubblici dibattiti si mettono a confronto professori universitari con personaggi televisivi che non hanno alcuna qualifica, ma che tuttavia sono assolutamente convinti che le loro conoscenze siano del tutto equivalenti a quelle di chi ha dedicato «Stessa cosa avviene nelle palestre, ove i ragazzi fanno largo uso di “integratori” per avere un rapido sviluppo muscolare, senza sapere quello che assumono realmente ed i danni a cui vanno incontro»
una vita allo studio ed alla ricerca su quell’argomento. Si cercano le informazioni in internet, come se la rete fosse la soluzione di tutti i problemi, illudendosi che una banale ricerca fatta su Google sia equivalente ad una fatta su PubMed (uno dei più importanti database bibliografici a contenuto biomedico). Vi è inoltre una diffusa ed errata convinzione che le “diete” possano essere “miracolose”, ovvero che una volta acquistata quella giusta, magari con il suo corredo di pillole, fitofarmaci pomate, ecc. si possa dimagrire senza fatica, continuando a mangiare in modo spropositato come sempre. Stessa cosa avviene nelle palestre, ove i ragazzi fanno largo uso di “integratori” per avere un rapido sviluppo muscolare, senza sapere quello che assumono realmente ed i danni a cui vanno incontro. Potrei continuare con altri esempi, ma la confusione e la disinformazione che regna sovrana in campo alimentare sono
Dott. ssa Grosso Monica Biologo Nutrizionista
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RUBRICHE
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Cenerentole in tacchi a spillo La domanda del mese: qual è il sesso forte nella coppia? Quando un'esperienza fa riflettere... ualche giorno fa per caso mi sono trovata ad ascoltare una conversazione molto singolare tra due uomini, mentre ero ferma a fare benzina. Attraverso alcune frasi e spezzoni di dialoghi non ho potuto fare a meno di provare a ricostruire la scena che raccontavano, davvero peculiare e indicativa per l'argomento che vogliamo trattare in questo nuovo numero. Sorridendo, ri-
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qualche notizia utile ai nostri lettori uomini: se sembra essere vero che le donne nella coppia a volte sembrano essere le più litigiose e nervose, pare che queste ultime siano da preferire alle donne calme e accondiscendenti (ammesso esistano ancora). Uno studio americano recente afferma che le più aggressive sarebbero le migliori con cui stare insieme: pochi sanno infatti che questo lato negativo possa essere favorevole in una relazione. Infatti, contrariamente a quanto crediamo,
Lo studio: il 38% delle donne intervistate dice di avere a che fare con uomini impacciati e passivi, il 32% li definisce poco autorevoli e incapaci di arrivare con disinvoltura al "dunque" penso ancora alle parole dell'anziano signore, che chiedeva basito al benzinaio indaffarato "Ma mi scusi, lui picchiava lei?" "No, no, era lei che picchiava lui!" "Menomale”, ho infine sentito sospirare l'anziano signore, basito sì, ma sollevato pure. La ricostruzione dell'accaduto è questa: una donna bloccata con l’auto, perché senza benzina, chiama in soccorso sia il marito che il padre. Arriva sul posto per primo il marito (poverino, aggiungerei), che accompagna la donna al distributore più vicino. Da qui la scena che di lì a poco avrei ascoltato. Moglie e marito discutono, lei è furiosa, lui ci ha messo troppo tempo ad arrivare, una parola tira l'altra e alla fine sono volati gli schiaffi: sì, quelli di lei a lui…Oggi vogliamo parlare di come si comportano le donne in coppia: Più cenerentole o più generali di ferro? Nelle principali città italiane, su 1000 soggetti a campione tra i 18 e i 50 anni, è stato fatto un sondaggio condotto dall'accademia interna delle discipline analogiche. Ecco i risultati: il 38% delle donne dice di avere a che fare con uomini impacciati e passivi, il 32% li definisce poco autorevoli e incapaci di arrivare con disinvoltura al "dunque". Ma attenzione, non è che gli uomini siano più teneri con le donne… ma entriamo nel dettaglio delle statistiche: il 30% degli uomini definisce le donne poco femminili e il 28% si spinge oltre definendole delle "vere egoiste". Insomma, il tema della nostra rubrica oggi è: qual è il sesso forte nella coppia? Ed è a questo che vi chiediamo di rispondere scrivendoci alla nostra mail redazione@ilcorrieredellacitta.it. Lo studio ameVogliamo sentire la vostra ricano opinione: allora al via com- Mentre aspetmenti, racconti e consigli. tiamo vostre Scriveteci a: redazione@ nuove, voilcorrieredellacitta.it gliamo dare specificando la rubrica
questo tipo di donna semplicemente tiene veramente a voi. Questo modo di fare evidenzia che lei sta cercando di pianificare al meglio la relazione per renderla armoniosa e equilibrata. Questo tipo di donna è sicuramente interessata a voi, e vede per la coppia un futuro lungo. La compagna apparentemente calma e accondiscendente forse non prende del tutto sul serio la vostra relazione, forse la considera passeggera e di poca importanza: avete mai visto la cosa da questa prospettiva? Ma sarà vero? Non lo sappiamo, ma non è detto che sia poi molto stimolante
avere una donna che vi dice sempre di sì con cui non discutere per niente, se è poi vero quello che diceva il nostro amato Sigmund Freud: "In una relazione dove si è sempre d' accordo su tutto, state pur certi che uno dei due sta mentendo". Quindi, se pensi di avere accanto una donna nervosa e litigiosa da oggi affrontala diversamente, prova a comprenderla, rifletti e prova a non essere il suo bastian contrario! Maria Grazia Gentile e Barbara Conte
Gli uomini non sono più teneri verso il "gentil sesso: il 30% le definisce poco femminili mentre il 28% si spinge oltre, definendole delle "vere egoiste"
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agosto 2019
Sei come tua madre grazie all'epigenetica L’ambiente che ci circonda può modificare il DNA? Ecco cosa succede nella gravidanza on so se mi è mai capitato di scriverlo qui, ma la mia tesi di laurea come ostetrica, di qualche anno fa ormai, si intitolava “Il parto è istinto” e parlava delle modificazioni che avvengono nel cervello delle donne durante il travaglio ed il parto e che nascono grazie ad un sottile, silenzioso e potentissimo dialogo ormonale a due tra mamma e bambino. Ricordo ancora dov’ero quando ho letto il famoso articolo che mi ha rapito e condotto verso le sinapsi cerebrali, i neuroni specchio, l’attaccamento e tutto il resto. Beh… qualche giorno fa, in un gruppo wapp di mamme di cui faccio parte, mi è capitato di vedere un video di una ventina di minuti dal titolo “Codice umano: dalla genetica all’amore” della Dott.ssa Erica Poli… semplicemente affascinante! Mi è sembrato di essere di nuovo seduta davanti al mare come tanti anni fa con la voglia di saperne di più e la certezza di essere pronta a scrivere una nuova tesi, ma basta preamboli, voglio condividere con voi! Nel video si parla di epigenetica, una branca della medicina abbastanza nuova, che di fatto si affianca alla genetica, ma in qualche modo la rinnova e la amplia. L’epigenetica infatti studia come l’ambiente che ci circonda riesce in qualche modo ad entrare in contatto con il nostro DNA modificandolo, diciamo attivando o disattivando alcuni geni e quindi alcuni comportamenti. Molto interessante è quello che succede durante la gravidanza, dove “l’ambiente esterno” per il bambino si riduce all’universo mamma e quindi la qualità dell’interazione tra lei ed il nascituro deter-
N
Con il termine “labiopalatoschisi” si indica una malformazione più o meno grave del labbro superiore, delle gengive o del palato
minerà tutta una serie di comportamenti futuri. Di fatto l’ambiente non modifica il nostro codice genetico strutturalmente, ma comunque lo “programma” attraverso input chimici che funzionano esattamente come interruttori “acceso/spento”. Nonostante il feto non abbia percezione della propria individualità e sia dipendente in tutto e per tutto dalla sua mamma, questa per lui rappresenta “l’ambiente esterno” per tutti e nove i mesi di gravidanza e ancora per molto tempo dopo la nascita, quindi le reazioni, le emozioni e i comportamenti materni in qualche modo condizionano e plasmano anche i comportamenti, le emozioni e le reazioni future del bambino. Diciamo che “l’ambiente mamma” riesce a modulare l’esperienza che arriva al nascituro attraverso i propri segnali epigenetici che determinano anche in lei una riorganizzazione neurale e un riadattamento genetico all’ambiente esterno e quindi al feto trasmette degli stimoli rielaborati che saranno espressione di una parte di se stessa, del proprio modo di essere, di sentire e di affrontare lo stress rendendo reale quella “somiglianza” che ci sembra di vedere tra genitori e bambini anche nei figli arrivati con fecondazione in vitro eterologa, come l’ovodonazione. Per capire meglio il discorso forse l’esempio del cibo rende meglio l’idea dello stimolo epigenetico. Se la mamma mangia bene durate la gravidanza anche il bimbo sarà sano, tuttavia il cibo che arriva al feto lo fa sotto forma di nutrienti, vitamine, sali minerali e non come bistecca, pasta o pollo ed è scelto dalla mamma in funzione anche dei suoi gusti, ma questo ha comunque non cambia l’effetto diretto e indiscutibile sul feto: crescerà sano e in modo equilibrato. Dagli studi pubblicati recentemente sembrerebbe che durante la gravidanza, in alcune particolari condizioni le donne sarebbero in grado, inconsciamente di modificare le proprie cellule, comprese quelle endometriali le quali in qualche modo sarebbero in grado di influenzare l’informazione genetica della cellula fetale trasmettendo questo loro cambiamento attraverso il fluido endometriale. Questi studi confermano quindi quello che finora si era solo ipotizzato e cioè che il feto e
l’endometrio comunicano tra loro e che questo “parlare” e “ascoltare” serva in realtà ad attivare o disattivare alcune peculiarità del nostro codice genetico. La relazione tra mamma e bambino quindi è talmente profonda da riuscire ad instaurare un dialogo epigenetico anche in caso di gravidanze in cui non esiste un legame biologico tra la futura madre e l’ovulo fecondato. La madre riesce a influenzare il codice genetico e a determinare un nuovo imprinting “personale” nel codice genetico dell’ovocita. A proposito di questo è bello poter dare una spiegazione scientifica a qualcosa che le mamme sottoposte a fecondazione eterologa in cuor loro lo hanno sempre saputo e cioè che quei bimbi per certo avevano ricevuto qualcosa da loro durante la gravidanza, che gli somigliavano anche senza il legame biologico in senso stretto , anche se poi, diciamocelo, se non è legame stretto crescere nel proprio corpo un’altra vita, non so proprio di cosa stiamo parlando, ma di fatto ora possono dirlo a voce alta e con cognizione di causa: “Ha preso tutto da me!” Lo dice l’epigenetica! Ecco perché somigliamo ai nostri genitori e soprattutto alla nostra mamma, non solo fisicamente, ma anche e soprattutto nel modo di comportarci, di reagire e di rispondere allo stress. Anche la trasmissione di alcune malattie infantili come il diabete e l’obesità o di alcune abitudini come il tabagismo trovano una giustificazione in più in questo contesto. La cosa forse più importante però è che l’epigenetica apre nuovi orizzonti nella prevenzione di quelle malattie che sono genetiche, ma che lo sono in senso epigenetico, cioè che non sono legate a modificazioni strutturali del gene stesso, ma al modo in cui questo viene espresso. Le potenzialità sono infinite! Ancora una volta dalla scienza ci arriva la conferma della potenza e della perfezione della natura e della fisiologia! Niente succede per caso! Ancora una volta care pancione e future mamme, vi invito a vivere serenamente la vostra gravidanza, a concedervi del tempo per voi, ad ascoltare quello che succede dentro e meno a quello che capita fuori. La gravidanza è un periodo unico e speciale in cui la vita di una donna cambia per sempre, cambia il corpo, cambia la mente… cambia tutto! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it . Ci sono bimbi che nonostante la labiopalatoschisi sono in grado di attaccarsi al seno della mamma e non hanno alcuno problema in questo senso
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CRONACA
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L'avvocato risponde gentile avvocato, ho da poco tempo cambiato lavoro e vorrei trovare una nuova abitazione nelle vicinanze. Il contratto di locazione della mia attuale casa è prossimo a scadere. Vorrei sapere a quali obblighi sarò soggetto al momento della restituzione dell’immobile. L’obbligazione di restituzione dell’immobile locato, posta a carico del conduttore, si determina in base al disposto dell’art. 1590 del codice civile. Tale articolo, prevede che il conduttore debba restituire la cosa al locatore nello stato medesimo in cui l’ha ricevuta, salvo il deterioramento o il consumo risultante dall’uso. Occorre, come previsto dall’art. 1587 c.c. che il conduttore prenda in consegna la cosa e se ne serva, con la diligenza del buon padre di famiglia, per l’uso determinato nel contratto o comunque ricavabile dalle concrete circostanze. Egli è tenuto a conservare la “res” e a prestare gli accorgimenti opportuni per impedirne il danneggiamento ed è responsabile della perdita o del deterioramento in corso di locazione, se non provi che i fatti si sono verificati per causa a lui non imputabile. Infatti, trattandosi di responsabilità contrattuale, è il conduttore a dover provare la mancanza di un nesso di causalità tra il deterioramento del bene e l’azione o l’omissione a lui imputabile. Quando termina il rapporto locativo, nel suo caso per scadenza del contratto, il conduttore può adottare le modalità di offerta di riconsegna dell’immobile, diverse dall’intimazione ex art. 1216 c.c., sempre che tali modalità siano serie,
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concrete e tempestive, con valore di offerta reale ex art. 1220 c.c. Tutto ciò è idoneo ad evitare la mora del conduttore riguardo la esecuzione della sua prestazione, come pure a escludere l’obbligo di continuare a pagare il canone per il periodo successivo all’offerta medesima, sempre che non esista un legittimo rifiuto del locatore e l’immobile risulti libero da persone e cose. Quanto affermato è conforme alla giurisprudenza dominante ed è stato ulteriormente ribadito dalla Suprema Corte con la sentenza 18 aprile 2016 n. 7639. Pertanto, sulla scia di tale orientamento, l’obbligo di restituzione dell’immobile locato gravante sul conduttore, deve ritenersi adempiuto mediante la restituzione delle chiavi o con la incondizionata messa a disposizione del medesimo. Inoltre, non sempre è necessaria la redazione di un verbale di consegna (Cass. 17 gennaio 2012 n. 550; Cass. 24 marzo 2004). È legittimo il rifiuto del locatore alla restituzione dell’immobile locato fino a quando il locatario non l’abbia rimesso in pristino. Infatti, se il conduttore abbia arrecato all’immobile locato gravi danni o compiuto innovazioni non consentite, da rendere necessario per eseguire le opere di ripristino l’esborso di notevoli somme, il locatore può legittimamente rifiutare di ricevere la restituzione del bene finché tali somme non siano state corrisposte dal conduttore. Il rifiuto legittimo del locatore comporta che da quel momento persisterà la mora del conduttore che rimane tenuto al pagamento del canone anche se abbia smesso di servirsi dell’immobile secondo la destinazione convenuta.
Occorre distinguere quando la cosa locata risulti deteriorata per non avere il conduttore adempiuto all’obbligo di eseguire le opere di piccola manutenzione. In questo caso, trattandosi di rimuovere deficienze che non alterino la struttura del bene, il rifiuto del locatore di ricevere la consegna dell’immobile sarà illegittimo. Fanno parte, ad esempio, del normale deterioramento per uso ordinario i buchi nella parete della cucina necessari per appendere i pensili, i fori per il sostegno delle tende, come anche la tinteggiatura, considerato che rientra nel normale degrado d’uso che dopo un certo tempo i mobili e i quadri lascino impronte sulle pareti. Lei potrà fare al locatore una offerta seria ed affidabile come ad esempio convocarlo per iscritto per consegnargli le chiavi dell’immobile in modo tale da non poter essere considerato in mora nell’adempimento dell’obbligo di restituzione dell’immobile alla scadenza del contratto, facendo così terminare l’obbligo di corrispondere l’indennità di occupazione, ammesso che il proprietario non voglia “ricevere” l’immobile. Avv. Antonio Aquino
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Il Corriere della Città agosto 2019
Collo da chat: è lo scheletro che si adatta Uno studio Australiano rivela che il nostro corpo sta mutando per via degli smartphone resce un osso alla base del cranio, recenti studi condotti dalla University of Sunshine Coast in Australia dimostrano la presenza di un adattamento scheletrico all’uso degli smartphone. Sta spuntando una protuberanza alla base del cranio di adolescenti (il 50% in età scolare), uno sperone osseo, visibile ai raggi X ma anche ad occhio nudo nei soggetti calvi, dovuto al peso della testa che accumulandosi sui muscoli posteriori provoca la crescita anomala dei tendini e dei legamenti come a formare un callo. I ricercatori hanno notato che questo sperone, (scientificamente protuberanza occipitale esterna), è più comune nei giovani nell’età dello sviluppo in quanto più sensibili alla modifica della struttura scheletrica in seguito ad alterazioni delle strutture meccaniche, in tal caso del primo tratto della colonna vertebrale (legamenti, dischi, articolazioni). Nei crani studiati in passato questo corno misurava 8 mm a fronte dei 30mm rilevati attualmente, una mutazione genetica; bimbi ingobbiti già alle elementari, con problemi alla schiena, al tratto cervicale, rapiti dai giochi virtuali, la nuova cioccolata. Stare con il collo piegato carica le vertebre cervicali di un peso mediamente di venti chili a seconda dell’inclinazione della testa, fino a raggiungere i 27kg con una inclinazione di 60°, quella comunemente assunta se si consulta il cellulare tenendolo in basso. Non sono trascurabili neanche le conseguenze psichiche sull’intelligenza derivanti dall’uso indiscriminato di queste nuove mamme-internet che tutto consentono con un semplice clic. I risultati degli ultimi INVALSI (Istituto Nazionale Valutazione Sistema Educativo) constatano un considerevole declino del livello di apprendimento nei giovani, cresce la distruttività, l’aggressività verbale, la smisuratezza, l’isolamento (la Sindrome di Hikikomori fa capolino anche in Italia, abbandono scolastico, autoreclusione nella propria stanza, sulla scìa della più nota Fobia sociale). Pulsioni liberamente espresse tramite le chat, ben protetti dietro ad uno schermo, lasciano immaginare di vivere una maggiore libertà ma è una schiavitù mascherata, di verba volant scripta manent, (che almeno consentiva uno sfogo verbale senza conseguenze penali) non è rimasto nulla, tutto resta scritto e tutto si può ritorcere contro, neanche l’errore è concesso, o l’utile oblio in quanto tutto si ritrova nelle chat a rinfocolare inutilmente odi e dispiaceri. Anche la memoria è un optional sempre più fuori uso, c’è tutto il tempo di riflettere sulle risposte da fornire, come se rispondesse un altro, quello che piacerebbe essere nella migliore delle
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ipotesi. Perdita delle capacità mnemoniche, di princìpi, del pensiero critico, autonomo, del desiderio di imparare (principale impegno per gli insegnanti, più della trasmissione di nozioni), e perdita progressiva anche di elementi umani, in assenza delle comunicazioni vis a vis. L’osservazione dei gesti, dei movimenti corporei, delle espressioni sul viso dell’altro, di gioia, interesse, o indifferenza, durante un dialogo, aiuta a modulare le risposte in funzione dell’ascolto, essa è la fonte più importanti per la corretta comprensione delle comunicazioni dell’interlocutore,
un vasto ventaglio di sensazioni, visive, uditive, tattili, cinestesiche, consentono la verifica della realtà, il giudizio di realtà, prima di procedere senza ritorno sulla via delle allucinazioni o delle paranoie preconfezionate, spesso indotte dalla sola modalità scritta delle chat, a parte le faccine alle quali è affidato il significato emotivo. La conquista della ragione, per la cui supremazia ci sono voluti anni di evoluzione della specie, come tutte le conquiste, è stata dura da ottenere ma facile da perdere, altre 2 generazioni senza porre rimedi e si tornerà tutti selvaggi, a cinguettare, ops, a twittare, o a dedicarsi a sfrenati zapping (dall’inglese eliminare, uccidere, sfrecciare). Si pensa e si agisce senza riflettere, ma non si accede al passaggio da adolescente ribelle a uomo saggio senza essere stati figli, una fatica oggi bypassata grazie all’auto installazione di un bypass nel cervello, il ricorso al provvido cellulare tutto fare, che s’illumina a comando in caso di vuoti mnemonici o intellettivi. Apprendere resta uno sforzo, per sviluppare le capacità mnemoniche, bisogna studiare, ripetere, affrontare le difficoltà, i rifiuti, imparare la pazienza e l’umiltà che aiutano a dominare le pulsioni libere, inoltre occorre imparare a gestire l’ansia, il vuoto (impedito dalla connessione costante in rete), a sopportare i tempi dove ancora non ci sono soluzioni, dove nasce il
pensiero e la forza di venire fuori da situazioni difficili, cose che non si acquistano online. Uno psicologo britannico geniale, W.Bion coniò il termine capacità negative per definire i suddetti stati mentali, momenti di attesa ricettiva (no passiva) che aiutano a comprendere le verità emotive ancora sconosciute, ciò per giungere ad una reale comprensione di sé, degli eventi e degli altri. Da tempo è noto, a parte le conferme attuali dellINVALSI, che l’uomo, nonostante le grandi opportunità e le innumerevoli conquiste scientifiche raggiunte, (con le quali tra l’altro sfrutta il pianeta oramai oltre le sue possibilità di sopravvivenza anzi lo sta distruggendo mostrando uno sguardo sempre più miope) ha toccato il punto più basso dell’intelligenza nella storia dei millenni. Il livello più alto fu raggiunto dall’uomo della pietra, (e forse al tempo dei Greci), egli da una pietra ricavò il fuoco, scavandola una ciotola per mangiare, affilandola un pugnale per difendersi dalle bestie feroci e nutrirsi, coprirsi con le pelli che, gonfiandole, utilizzava anche come imbarcazioni per navigarci sopra attraversando i fiumi, poi ne fece una ruota, inizialmente quadrata, e così via. L’intelligenza è principalmente la capacità di risolvere i problemi, capacità resa oggi inutile dall’offerta di soluzioni rapide, anche di problemi inesistenti creati ad hoc, come le macchine che si guidano da sole e l’uomo dorme dondolato come in una culla, ma perché? Ci vogliono liberare da ogni fatica, ogni impiccio ma allora a cosa serve il cervello, c’è una sola cosa più insopportabile dei problemi, è non averne, e lo sanno bene i pensionati, gli anziani che si sentono inutili. Forse lo scopo è quello di pascolare un gregge sempre più obbediente, un perfetto consumatore seriale. Intanto Elon Musk, che solo due anni fa presentò la sua società Neuralink, ha portato a termine l’idea di un computer craniale e fa sapere di essere pronto coi suoi dispositivi tecnologici da impiantare nei cervelli umani per collegarli all’intelligenza artificiale, inizialmente con lo scopo di consentire alle persone paralizzate di utilizzare smartphone, tablet etc. Il passo per fornire un supporto mentale a tutto il mondo è breve, fantastico, il bypass cerebrale di cui sopra non era solo una metafora, mai più vuoti di memoria, tutti ragazzi preparatissimi al loro posto a scuola ma forse mai….nella vita. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Gli incontri culturali di psicologia, aperti a tutti, riprenderanno mercoledì 11 Settembreh.17,00/18,30 c/o Ass.ne Culturale Tyrrhenum,V.F.Turati,12 Pomezia Per inf.e iscr. Cell. 3317996787 (Pres. Ass.ne)
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La superstizione
«“..e voi, quanto vi sentite fortunati?”» gnuno di noi, ammettiamolo, speriamo che prima o poi la “fortuna” giri dalla nostra parte. Alcuni ne sono totalmente convinti che bisogna rincorrerla continuamente e che bisogna saperla afferrare e chi fa strane cose per propiziarsela. Pare che almeno 13 milioni di italiani si rivolgono ogni anno al mondo dell’occulto tramite oroscopi, carte ecc.. generando un giro d’affari da sei miliardi e mezzo che dà occupazione a 155 mila operatori dell’aldilà. La maggior parte di noi sa che non è vero, ma se possibile eviteremmo volentieri di trovarci in alcune situazioni. Per es. passare sotto una scala appoggiata ad una parete che forma un triangolo, simbolo della Trinità. Passarci sotto significa non portare rispetto, avvicinandosi così a Satana; attraversare dopo che un gatto nero ci ha tagliato la strada, poiché nel Medioevo, infatti, di notte i cavalli venivano spaventati dagli occhi gialli dei gatti e da lì è partita la leggenda che li accomunava al demonio; inoltre aprire un ombrello in un ambiente chiuso; Sono tutte superstizioni, certo, ma un pensierino sulle conseguenze che potrebbero avere questi gesti, lo facciamo un po’ tutti. Donald Trump, per esempio, è superstiziosissimo, infatti ha l’abitudine di gettarsi un pizzico di sale dietro la spalla dopo aver mangiato. Certo non è serio sostenere che i portafortuna o le scaramanzie accrescano le possibilità di successo ma, di sicuro, attenuano l’ansia e infondono sicurezza. Alcuni esperimenti hanno offerto risultati sorprendenti: a metà dei giocatori viene consegnata una comune pallina da golf; mentre all’altra metà viene data una pallina identica alla prima, ma gli si dice che è una pallina fortunata. Ebbene il secondo gruppo riesce più del primo ad imbucarla, credendo appunto nella destrezza del tiro
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RUBRICHE causata dalla pallina più fortunata. Questo ci fa capire perché talismani e portafortuna sono presenti da sempre, in moltissime culture: funzionano un po’ come la coperta di Linus, dopotutto, anche l’effetto placebo funziona allo stesso modo “La fortuna quindi è una condizione mentale”: vincere alla lotteria, per esempio, è solo un caso e le persone che si credono fortunate non hanno più probabilità di vincere, anche se sono convinte del contrario. La questione interessante è un’altra. Ovvero, che tipo di personalità hanno coloro che si ritengono più fortunati. Alcuni studi hanno dimostrato che tra “fortunati” e “sfortunati” non c’è differenza per quanto concerne l’essere cortesi ed altruisti, tenaci e scrupolosi. Ma su altri tratti della personalità le differenze sono invece accentuate: le persone “fortunate” sono più estroverse, sorridono più spesso, guardano più frequentemente gli altri negli occhi, incontrano più gente e mantengono i contatti. E poi, le persone fortunate sono meno nevrotiche, cioè meno ansiose e più rilassate e questo permette loro di essere più disponibili agli stimoli esterni ed a cogliere le opportunità che si presentano. Sono più aperti alle nuove esperienze: viaggiano di più, evitano la routine, l’imprevisto non li spaventa. Infine i “fortunati” notano gli aspetti positivi semplicemente perché se li aspettano. Ed a proposito di routine, immaginate di vivere in mezzo ad un frutteto di pere e di dover riempire un cesto di pere ogni giorno. All’inizio non importa dove andate: ci sono pere dappertutto, ma dopo un po’ chi va sempre negli stessi punti trova meno pere. Solo cambiando posti le probabilità di trovarne altre aumentano. Un’ altro significativo modo di come può essere diverso il comportamento è
Pare che almeno 13 milioni di italiani si rivolgono ogni anno al mondo dell’occulto tramite oroscopi, carte ecc.. generando un giro d’affari da sei miliardi e mezzo che dà occupazione a 155 mila operatori dell’aldilà
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dato da quest’altro esempio. Siamo in un bar, ai tavoli c’è solo un avventore seduto e per terra ci sono 5,00 euro. Entra lo “sfortunatopessimista” va dritto al banco, chiede un caffè ed esce subito senza dire o notare nulla, riferendo di un ambiente squallido, senza nessuno e di un pessimo caffè. Dopodichè entra invece una persona più ottimista e quindi più “fortunata”, si accorge della banconota e tutto felice comincia a curiosare se trova qualcuno con cui condividere questa piccola fortuna, si accorge di questa persona seduta al tavolo e gli offre da bere. Lui è contento perché ha trovato dei soldi e incontrato una persona interessante con cui conversare. Così, la medesima situazione si trasforma in due storie differenti. Questo diverso atteggiamento fa scaturire, come è del tutto evidente, un meccanismo diverso di percezione della propria fortuna: si chiama “pregiudizio di conferma”. Consiste nel fatto che, quando le persone cominciano a convincersi di qualcosa, prestano più attenzione a tutto ciò che rafforza la convinzione. Dunque, le persone che si reputano fortunate stanno più attente a ulteriori eventi potenzialmente fortunati e trovano spunti positivi anche quando le circostanze sono avverse. Prendiamo ad esempio i vincitori di medaglie di bronzo: loro sono solitamente soddisfatti e grati poiché sono saliti comunque sul podio, mentre i vincitori di medagle d’argento sono più infelici poiché per un soffio hanno mancato il primo posto. Tutto ciò è paradossale.. Quindi, per concludere, bisogna imparare a prestare attenzione alle proprie fortune piccole o grandi che siano, è un modo per regalarsi aspettative positive e prospettive migliori. Antonio Guido
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RUBRICHE
Il Corriere della Città agosto 2019
Divertiamoci con la Visual Art Alla scoperta dell'arte che, modicando un oggetto comune, spalanca le porte alla fantasia isual art o anche Altered art: ossia arte alterata in quanto va a modificare un oggetto di uso comune come può essere un cotton fioc, delle attache, un paio di forbici. Avvicinarsi a questa nuova e stravagante forma artistica, armandosi di pazienza ma soprattutto di fantasia per cambiarne la desti-
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nazione d'uso , una piccola sorta di riciclo creativo per meravigliare gli altri con nuove creazioni. Dopo aver letto un libro, invece di buttarlo, sarà possibile e di facile impresa costruire una piccola fioriera per una piantina grassa, ritagliando con un taglierino la base quadrata all'interno di un vecchio libro e rivestendola con della carta da forno. Le pagine andranno incollate tra di loro e spolverate con un pennello
bagnato in una soluzione di acqua e caffè che impreziosirà le pagine donandogli uno stile vintage. Laura Piacentini
Ogni volta che apro un libro un albero sorride pensando che la vita dopo la morte esiste
Il Corriere della Città Numero 8 Anno 11
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EDITORE: La Città
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PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao
STAMPA: Tipografia Graffietti
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IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti, Alessia Achille, Giacomo Andreoli
CHIUSURA REDAZIONALE: 30/07/2019
Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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SPORT
Il Corriere della Città agosto 2019
Il Pomezia Calcio attende il responso per la D Come stanno preparando le società la prossima stagione? Il punto sulle squadre a fine luglio omezia Calcio - La società di patron Bizzaglia ha presentato la domanda di ripescaggio in Serie D. In forza del comunicato della Lega Nazionale Dilettanti, si procede ai ripescaggi, utilizzando in modo alternato, prima la classifica delle “Società perdenti spareggi seconde in Eccellenza”, e poi la graduatoria delle “Società Serie D perdenti play-out e retrocesse a seguito di distacco superiore ad 8 punti”. Ecco allora, che virtualmente, possono già festeggiare virtualmente la promozione in Serie D, l’Agropoli, il Legnago, il Pomezia, l’Olympia Agnonese ed il Legnano. In vista del probabilissimo ripescaggio, il Pomezia ha già ufficializzato Christian Massella, classe 1990, il nuovo attaccante rossoblù vanta una corposa esperienza in Serie D, avendo vestito le maglie di Fidene, Anziolavinio, Ostiamare, Lupa Castelli Romani, Lupa Roma, Trastevere e SFF Atletico ed infine T. Nuova Florida, dove ha dato un contributo importante per portare la squadra in D. Si attende quindi la composizione dei giorni di Serie D che dovrebbero essere presentati entro il 30 Luglio.
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T.Nuova Florida - Dopo aver piazzato già colpi importanti per quanto riguarda i giovani come Ferrara e Sterpone, la società di Marcucci ingaggia Menniti, uomo scudetto ed ex attaccante della Romulea. Oltre a lui è pronto per il suo esordio in Serie D nel prossimo campionato, anche Eloy Alfonsetti, attaccante classe 2000, ha vestito le maglie di Savio e Frosinone, con cui ha giocato a ottimi livelli in Primavera. La sua firma aggiunge certamente peso e prospettiva al reparto avanzato del Team Nuova Florida, che continua la sua campagna di rafforzamento, per ora assolutamente suggestiva e accattivante. Indomita Pomezia - In linea con quanto dichiarato più volte, il direttore Massimiliano Ricci ha voluto confermare in massa i giovani pometini che hanno contribuito significativamente alla conquista della Promozione: Spina, Frezza, Ranucci, Del Grosso, Cipolletta, Ferrara, Cariello e Gallo faranno nuovamente parte della rosa nella stagione 2019/20. Sono stati anche confermati i “senatori”: Cristofari, Oliva, Bacchiocchi, Mariani, Giacoia e Innocenzi che sono stati soprattutto d’aiuto ai giovani, oltre che determinanti. La new entry già ufficializzata
dalla società è Andrea Fantegrossi, portiere classe 2000 e pometino, ha vestito negli ultimi due anni la maglia della Juniores Nazionale del Racing Aprilia. “Proseguiamo imperterriti, come già ci siamo prefissati l’anno scorso, nel nostro lavoro di valorizzazione dei giovani del territorio con grande fiducia..“- ha bissato Massimiliano Ricci. Uni Pomezia - Grandi novità in casa Uni Pomezia. Dopo gli arrivi dell’ex AS Roma Fabrizio Romondini, l’ex Pomezia Laghigna, Renelli e le novità, di Manuel Vittorini (attaccante), dell'argentino Busto, del difensore Busti (ex Ternana tra le altre) e dell'altro difensore centrale, Babacar Tounkara, il club del presidente Valle ha chiuso con altri due top player. Infatti, il DS Salvatori è riuscito a portare a Pomezia il classe 2000 Francis Gomez, reduce da un titolo nazionale con la Juniores del CR Lazio, e un altro argentino, che arriva dall'Abruzzo: Franco Josè Del Giglio, che dopo aver vestito le maglie della seconda squadra del River Plate e del Cordoba nel suo paese, lo scorso anno calcistico è stato importato in Italia dal Monticelli.
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Torna la Maratonina alla Nuova Florida Ardea, tutto pronto per la quindicesima edizione della manifestazione. Percorso da 10km re, due, uno ... Via! Ormai ci siamo. Così ha esordito il presidente dell’Associazione Atlantis, Domenico Scrufari, presentando, la XV^ Maratonina della Nuova Florida, gara amatoriale. Quindici anni di sudore e divertimento in doppia cifra, traguardo importantissimo per una realtà sportiva nel Comune di Ardea. Dalla prima edizione ne sono stati fatti di passi avanti. Oggi possiamo affermare senza timore di smentita di avere sul territorio una gara seria ed importante che nulla da invidiare ha nei confronti di gare nazionali, di anno in anno infatti viene inserita nei calendari delle gare delle società podistiche di tutta Italia. Ciò significa che il team di Atlantis ha lavorato e lavora alacremente per l’ottima riuscita della manifestazione. Infatti andiamo fieri della rilevazione automatica dei tempi a mezzo microchip, quattro punti di ristoro lungo il percorso, oltre 70 premiazioni, riprese televisive e inserimento nei palinsesti di testate locali e nazionali nonché il coinvolgimento di tutte le associazioni di protezione civile del territorio, Comando Tenenza Carabinieri e Corpo di Polizia Municipale, con il patrocinio dell’Assessorato Sport e Cultura del Comune di Ardea e la Nelle foto: (sotto) partecipazione degli Domenico Scrufari e sponsor, amici e soRoberto Esposito; (in stenitori della maraalto) lo Staff Atlantis tonina.
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Una edizione dopo l’altra, stiamo raggiungendo un ottimo risultato di partecipanti, ha aggiunto Roberto Esposito, sempre di Atlantis, che speriamo di raddoppiare anche quest’anno, con le tante società podistiche e atleti pontini che quotidianamente vediamo allenarsi sulle nostre strade. Il raduno è previsto per il 24 agosto, alle ore 16 a Largo Milano, per poi dare il via con il fresco delle ore 18. Percorso cittadino di Km 9+800. Partecipazione Euro 8. Interessante per i residenti, villeggianti ed accompagnatori degli atleti, sarà l’11° Trofeo dell’Amicizia, un’allegra passeggiata di km 4+900 aperta a tutti, da percorrere in famiglia, genitori, figli, amici e quant’altro per le vie cittadine, che per un pomeriggio verranno invase da canottiere di tutti i colori, simbolo di pace e speranza per un periodo migliore di quello che stiamo attraversando. Partecipazione Euro 5. Per coloro che invece vogliono dare solo un cenno di partecipazione, Atlantis vi invita a scendere in strada ed applaudire gli atleti e magari sbandierare un tricolore al loro passaggio… sarebbe bellissimo!!! Il percorso Le strade interessate saranno: Largo Milano, Largo Messina, Via Lucca, Via Latina, Largo
Imperia, Via Gorizia, Via Livorno, Largo Rovigo, Viale Nuova Florida, Via Legnano e Via Modena. Chi invece volesse darci una fattiva mano nell’organizzazione, per la sicurezza stradale nella giornata di svolgimento della manifestazione, ci contatti direttamente a mezzo mail. Felicissimi di accogliere i cosiddetti “nonno-vigile”. L’incasso, come ogni anno, tolte le spese di gestione, verrà devoluto in beneficienza per regalare un sorriso ai residenti della Casa Famiglia Mater Dei di Lido dei Pini, in aiuto dei bambini meno fortunati, quindi fate passaparola e partecipate in massa per sentirvi promotori di un messaggio di speranza e solidarietà. Il motto di Domenico e Roberto è ormai sempre lo stesso: «Partecipate con pantaloncini e scarpe da ginnastica alla maglietta … per i primi 100 ci pensiamo noi e soprattutto… Buona Corsa Sempre!!” Info e preiscrizioni: asso.atlantis@alice.it Roberex Il raduno è previsto per il 24 agosto, alle ore 16 a Largo Milano, per poi dare il via con il fresco delle ore 18. Percorso cittadino di Km 9+800
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SPORT
agosto 2019
Diana Bacosi sale sul tetto del mondo La campionessa di Pomezia festeggia l'oro e si prende il primato del ranking europeo iana Bacosi sale sul tetto del mondo. Ai mondiali di Tiro a Volo la campionessa di Pomezia ha conquistato l'oro egugliando il record del mondo di 58 piattelli centrati. Battuta in finale la cinese Meng Wei che si ferma a quota 53. La Bacosi ha centrato poi un altro, grandissimo risultato: in virtù dei recenti successi ottenuti l'azzurra è ora Prima nel ranking Europeo e Seconda nel ranking Mondiale. L'atleta ha rilasciato le sue dichiarazioni ai microfoni della Fitav: «È stata una gara sofferta dal primo all’ultimo piattello. Ho sbagliato l’ultima serie di qualifica e sono stata costretta allo spareggio di ingresso alla finale, però poi mi sono chiusa e finalmente sono salita sul gradino più alto del mondo. Questa medaglia l’ho voluta con tutta me stessa e me la tengo stretta con tanto orgoglio. È un riconoscimento importante che premia i tanti sacrifici fatti ed il tempo che sottraggo a mio figlio, a mio marito ed alla mia famiglia. Il titolo di Campionessa del Mondo è tanto mio quanto loro. La condivido molto volentieri anche con la Federazione e con il Presidente Luciano Rossi, che
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L'azzurra è ora Prima nel ranking Europeo e Seconda in quello Mondiale. Ai mondiali di Tiro a Volo la campionessa di Pomezia ha conquistato l'oro egugliando il record del mondo di 58 piattelli centrati.
ci garantisce tutti i mezzi di cui abbiamo bisogno per farci esprimere al meglio, così come anche con l’Esercito Italiano e con gli
Pomezia, che colpo!
PENSARE IN GRANDE - L’ex capitano della SS Lazio ha firmato ieri con la società di patron Bizzaglia. Paglia: “Si torna a casa dalla famiglia rossoblù”. In attesa di conoscere l’esito della domanda di ripescaggio per un’eventuale stagione in Serie D, il Pomezia Calcio si sta muovendo con intelligenza e lungimiranza sul mercato. Il tassello che si andrà ad aggiungere alla rosa del Pomezia Calcio 2019/20 ha una storia romantica, visto che Davide Paglia ha vestito la maglia pometina con la scuola calcio per poi passare ai più prestigiosi campi professionistici come Lazio (per ben 7 anni), Ternana
sponsor, che non mancano mai di supportarmi».
e Cosenza. Il classe 2000 ha voluto anche descrivere sul suo profilo social le sue sensazioni: «Per questa volta spendo più di due righe. Tutto rinizia da qui da dove ho dato per la prima volta i primi calci a quel maledetto pallone…(di cui mi sono innamorato all’istante) con mio fratello al mio fianco e da qui inizio il mio maledetto sogno, il nostro. Dopo 8 anni di giri immensi tra Lazio, Ternana e Cosenza, torno qui non più da bambino ma torno da UOMO, da uomo che sa cosa significa stare in alto, ma anche da uomo che ha sofferto e continua a soffrire ma nonostante tutto non molla. Perché si sa i veri uomini non mollano mai.. Ringrazio tutte le persone che mi sono state intorno in questi anni che mi hanno dato tanto e che mi hanno fatto crescere…ma ora è tempo di tornare a casa, la casa in cui sono cresciuto, dove credono in me e di cui voglio ripagare questa fiducia. Si torna a casa dalla Famiglia, perchè questa società ha un pezzo del mio cuore. Grazie anche alle vecchie e alle nuove persone che sono entrate a far parte della www.ilcorrieredellacitta.com mia vita e che mi hanno visto mentre per gli altri ero invisibile. Ci divertiremo, Forza Pomezia». Manuel Ferrara