Il Corriere della Città - Aprile 2019

Page 1

Corriere Città

libertà - informazio il politica - sport - cro Il Corriere della Città www.ilcorrieredellacitta.com

della

Anno 11 Numero 4

libertà informazione politica cronaca cultura sport

APRILE 2019

Dalla dolce vita romana al degrado delle Salzare

SPO

La triste parabola di un'ex attrice che oggi vive senza acqua né gas

POMEZIA, TERRITORIO «SOTTO ASSEDIO» Non solo rifiuti: al confine della città le aree individuate da Roma per risolvere problemi sociali ed ambientali

SPECIALE

Intervista a Giacomo Castro di Latium Vetus MARINA DI ARDEA Sei giornate ecologiche per ripulire il "verde"

Pag. 18-19

ECOMOSTRO

Due processi per il cantiere di Via Tanaro a Pomezia

FABIO SAKARA L'impresa è riuscita: 24 ore di pedalata per la ricerca

Da pag. 22 CERCA LE FOTO CON IL SIMBOLO

Ardea - TSL Posta in ritardo? Il caso

Scarica l'App Hp Reveal e accedi a tanti contenuti speciali. Istruzioni a p.4



APRILE 2019 NUMERO 4

www.ilcorrieredellacitta.com

Lavori in corso EDITORIALE

Tutti con Sakara!

Pag.4

POLITICA ARDEA-POMEZIA Pomezia, territorio «sotto assedio».............pp.6-7 Intervista con Latium Vetus..........................p.8-9 Eutanasia legale, 7.500 firme raccolte........... p.15 CRONACA Ardea, posta in ritardo: il caso............................p.16 Murales del Picasso per il Parco Commerciale..p.28 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 30

Pag.38

Ardea, appello per la sicurezza: «Territorio troppo pericoloso» Pag. 14

SPORT

I risultati e le classifiche delle squadre di Pomezia e Ardea Pag. 36-37


4

EDITORIALE

Il Corriere della Città aprile 2019

Tutti in fila: l'odissea per andare da Pomezia al mare utti in fila. Specie sulla via del Mare e in via dei Castelli Romani, con Pomezia centro in tilt per il traffico e Torvaianica “staccata” dal resto del territorio. I lavori che da ormai un mese stanno interessando la SP 101a hanno stravolto e paralizzato la circolazione stradale, ma gli automobilisti – anime pie – hanno accettato di buon grado (più o meno) tutti i disagi che la presenza dei cantieri comportano, fiduciosi che, almeno, la strada verrà riasfaltata a regola d’arte, così come prevede il “Regolamento dei cavi stradali”. Ma sarà davvero così? Al momento, infatti, gli operai al lavoro – dopo aver bucato la strada e introdotto i cavi di conduttura – hanno “tappato il buco” e asfaltato solo la striscia relativa allo scavo fatto, allargandosi con l’asfalto solo di qualche centimetro, con lavori che non sono di certo perfetti, visto che si nota un certo dislivello con il manto originario, difetto che si “sente” percorrendo la strada in automobile. Il timore è che la strada venga lasciata così e non riasfaltata almeno per la sua metà così come da regolamento. Grazie a una delibera di consiglio comunale del 2010, approvata durante la

T

significa che, una volta terminata l’intera messa in posa dei cavi, gli operai dovranno riaprire i cantieri, grattare la strada e ripavimentarla? In questo modo non si crea un “doppio disagio” ai cittadini, agli automobilisti, ai pendolari, alle persone che lavorano e devono obbligatoriamente spostarsi? Altra domanda che sorge spontanea è: si allungheranno quindi i tempi previsti, andando a finire a ridosso dell’estate? Questo comporterebbe un disagio non solo ai residenti, ma anche ai turisti di fine primavera, che potrebbero decidere di cambiare meta per la loro giornata o weekend di relax, per evitare le lunghe file sulla Via del Mare. Il timore, poi, è che – una volta finito di mettere in posa i cavi – l’Azienda non ottemperi in tempi brevi (o non lo faccia proprio) ai suoi obblighi: è già successo con un’altra ditta. Il riferimento è a via Carlo Alberto dalla Chiesa, dove la strada è completamente rovinata a causa di una “striscia” di asfalto non pareggiato dopo la posa dei cavi. Lì il manto stradale non è mai stato ripavimentato e la vicenda è seguita da anni dai legali del Comune, che hanno fatto causa alla società che ha fatto i lavori. Sulla via del Mare, poi, già in precedenza si potevano notare diversi “rat-

toppi” dopo lavori di scavo: non sembra che il regolamento sia stato sempre rispettato. L’augurio è che questa volta ci siano serrati controlli e che la SP 101 venga riasfaltata così come d’obbligo, rispettando i tempi previsti per il “fine lavori”.

Lavori in corso: (sopra) gli scavi soltanto ricoperti; (sotto) il semaforo che regola il doppio senso alternato

Questa scelta significa che, una volta terminata l’intera messa in posa dei cavi, gli operai dovranno riaprire i cantieri, grattare la strada e ripavimentarla? In questo modo non si crea un “doppio disagio” ai cittadini, agli automobilisti, ai pendolari, alle persone che lavorano e devono obbligatoriamente spostarsi? prima consiliatura De Fusco, l’amministrazione di centrosinistra modificò la delibera fatta 5 anni prima durante il governo Zappalà, obbligando le società che richiedevano di effettuare lavori di scavo a ripavimentare la strada secondo determinati dettami e non solo nella parte interessata. Ma ecco cosa riporta il regolamento riguardo la “Fresatura successiva della superficie stradale sia sulla superficie del cavo che sulle superfici laterali”, che deve essere effettuata nei seguenti termini:a) scarica e ripavimentazione di metà carreggiata stradale quando la strada è superiore a metri 6,00;b) scarica e ripavimentazione di tutta la carreggiata stradale quando la strada è inferiore a metri 6,00. C’è poi l’esecuzione “dello strato di conglomerato bituminoso di usura nella superficie precedentemente fresata dello spessore minimo di cm3 rullato e finito” e il “ripristino segnaletica stradale esistente”. Come mai si è scelto di proseguire con i lavori andando avanti con la metratura, invece di sistemare definitivamente ogni tratto? Questa scelta



6

POLITICA

Pomezia, un «territorio sotto assedio» on solo rifiuti. Pomezia e il suo hinterland sempre più «panacea di tutti i mali (degli altri)». Vale tanto per chi opera nel settore dei rifiuti ma altrettanto per risolvere, nelle intenzioni, emergenze divenute sempre più stringenti intorno agli amministratori, spesso quelli romani. Ed una di queste zone borderline, in tutti i sensi, è quella di Santa Palomba, tra Pomezia e Albano, che, malgrado le sue ataviche difficoltà, continua ad essere designata per progetti completamente decontestualizzati dalla realtà. Pensiamo al cosiddetto Social Housing, una sorta di edilizia popolare ma imbellettata con tutta una serie di aggettivi socialmente dirompenti (buoni per il marketing politico ma poi?), o all'idea, per ora solo sulla carta, di trasferirvi gli autodemolitori di Centocelle. In mezzo al nulla, con scarsi collegamenti, e con industrie pesanti. A fronte di tutto questo, allora, ci sentiamo dunque di condividere l'allarme lanciato da “No Biogas Pomezia” che non ha esitato a parlare di «territorio sotto assedio»: sotto assedio per la gestione dei rifiuti, sotto assedio da una politica miope che cerca di scaricare altrove problemi sociali ed ambientali. E a rimetterci saranno i cittadini. Tutti. Autodemolitori a Santa Palomba: il caso Di cosa parliamo. Nonostante le promesse mai realizzate di bonifica, nel quadrante di Centocelle insistono oltre 120 ettari a verde pubblico in balia di roghi tossici, autodemolitori, falde inquinate, rifiuti interrati e suoli contaminati malgrado vincoli paesaggistici. Lo gridano i comitati locali che chiedono risposte oggi rivolte all’amministrazione 5 stelle. «Stiamo facendo un lavoro mai fatto prima», sostengono i pentastellati. Ma nel frattempo della risoluzione del problema nemmeno l’ombra. Il capitolo più importante riguarda poi proprio gli autodemolitori il cui lavoro procede a singhiozzo proprio a causa della matassa burocratica creatasi. Ma il punto vero è un altro: dove spostarli? E allora ecco rispuntare l'ipotesi Santa Palomba. «Virginia Raggi, Sindaco di Roma, rivela

N

questa idea senza specificare né modi né tempi di questo trasferimento. Quello che però non emerge nelle dichiarazioni della Sindaca è che questa scellerata idea risale a molto tempo fa. Sono anni che Santa Palomba viene indicata dai rumors come possibile luogo di trasferimento degli autodemolitori». A parlare in questo caso è Latium Vetus, associazione che difende a spada tratta il territorio di Pomezia. E che nei pressi di quella zona ha condotto una delle battaglie più importanti degli ultimi anni: quella del vincolo MiBac. «L’idea della politica romana, a conti fatti, è di utilizzare le zone periferiche di Roma Capitale come superficie da convertire da agricola ad edilizia popolare accanto a impianti industriali per la lavorazione dei rifiuti e autodemolitori. Le aree ubicate tra Albano e Pomezia verranno private di ciò che hanno di bello – la loro natura agraria – per scaricare su di essi problemi sociali ed ambientali». In altre parole, si decentrerebbe il problema, nulla di più, secondo Latium Vetus. Il Social Housing, case popolari nel nulla E arriviamo al secondo, macro progetto. Dubitiamo fortemente che a Cannes, dove è stato presentata l'iniziativa, qualcuno abbia la minima idea di cosa rappresenti la zona di Santa Palomba. Per chi ci vive, specie intorno. Si parla di Roma, ma il IX municipio è a più di 30km dal centro e per di più relegato ad una zona preda di industrie pesanti, scarsi collegamenti, prostituzione e degrado a cui sommare – ecco il punto - altro cemento. Guai a chiamarla edilizia popolare ma quello sembra. Il luogo scelto per far partire il progetto è proprio Santa Palomba, nella parte ricadente nell’IX Municipio, tra le stazioni di Pavona, Cancelliera e Pomezia. I quasi mille alloggi da costruire (stime parlano di circa 4.000 anime potenziali) a Santa Palomba sono già stati definiti una vera e propria colata di cemento targata Virginia Raggi in barba ai principi originali del Movimento 5 Stelle (non a caso il provvedimento è inviso a una parte della base) inneggianti al recupero di zone già esistenti anziché consumare nuovo suolo. Dopodiché,

A sx: No Biogas Pomezia. A dx: il territorio di Santa Palomba

Il Corriere della Città aprile 2019

Il Social Housing a Santa Palomba, No Biogas Pomezia: «Progetto folle!» COS'E' - E' un progetto finanziato dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, che ha investito 1 miliardo di euro. L’housing sociale dà una risposta a chi non può beneficiare delle case popolari per la propria condizione socio-economica. Ai finanziamenti ha aderito Roma Capitale, con il progetto “Santa Palomba Città Dinamica”. L'iniziativa prevede la realizzazione di oltre 950 alloggi, di cui più della metà in locazione calmierata per 15 anni, il 15% in locazione con riscatto e il 30% in vendita convenzionata. A beneficiare delle nuove abitazioni saranno famiglie monoparentali e/o monoreddito, anziani, disabili, studenti fuori sede, giovani coppie. I soggetti interessati potranno partecipare a bandi riservati, destinati a chi soddisferà dati requisiti di reddito stabiliti in un’apposita convenzione sociale. UN NUOVO 'GHETTO'?- Durissimo il commento di No Biogas Pomezia che in quella zona sta conducendo numerose battaglie. «È sbagliato il luogo, è sbagliato il modo, non c'è pianificazione territoriale, non c'è rispetto per quei cittadini che, loro malgrado, dovranno andare a vivere in case popolari (perchè di questo si tratta) in mezzo al nulla, o meglio in mezzo ai capannoni industriali. Niente servizi, niente collegamenti, nessuna speranza di riscatto sociale per chi abiterà quei grigi palazzoni. Un nuovo ghetto come Corviale, come Tor Bella Monaca, come via dei Papiri. Errori commessi nel passato che vengono commessi ancora, ancora e Ancora Una volta. Chi non lo vede è disonesto o è stolto. E vanno pure in giro a pubblicizzarlo! Un progetto folle nato con Alemanno, proseguito con Marino che vedrà la luce con la Raggi. Un pò di pazienza gente, il vento sta cambiando..» con la Capitale distante anni luce, i problemi resteranno verosimilmente in loco.

5 anni del Caseificio S. Pio, evento a Pomezia Il caseificio San Pio taglia quest'anno un traguardo davvero importante, ovvero il 5° anniversario d'attività. Per questa occasione, nella giornata di venerdì 5 aprile a Pomezia, ci sarà uno sconto sulla mozzarella del 15% oltre ad una degustazione dei prodotti durante la mattinata. Il Caseificio San Pio lo trovi a Pomezia (centro di produzione) e a Roma (punto vendita) in Via di Val Tellina 45. Info: 06/9121887 (Pomezia) o 06/44292785 (Roma). Mobile 3299413210 (Nicola).



8

POLITICA

Il Corriere della Città aprile 2019

Intervista a Giacomo Castro di Latium Vetus l territorio intorno a Pomezia è al centro di tutta una serie di progetti che spaziano dagli impianti di rifiuti, passando per la costruzione di nuovi comparti abitativi, il cd Social Housing, fino ad arrivare alla possibilità di veder trasferiti al confine della città perfino gli autodemolitori di Centocelle. E' un territorio sotto assedio come sostiene No Biogas Pomezia? «Siamo assolutamente d'accordo. Da anni il territorio di Pomezia è sotto assedio. Siamo preoccupati, e dispisaciouti, perché si è fatto poco o nulla per contrastare questo fenomeno. Siamo convinti che la qualità della vita dei cittadini sia in serio pericolo, soprattutto se questo trend dovesse, come purtroppo sembra,rimanere invariato» Partiamo dal tema rifiuti. A febbraio c'è stato tanto clamore mediatico, con i riflettori che si sono accesi - quasi improvvisamente - sugli impianti Intereco ed Ecocentro. Passato il picco del momento però l'attenzione è calata e questo, a prescindere da tutto, non è mai un bene. Ad ogni modo qual è la situazione che desta maggiore preoccupazione? «Devo dire che quanto successo non mi sorprende, è un po' un elemento tipico di Pomezia. In città scoppiano queste "bolle d'allarmismo" che nascono e muoiono rapidamente. Qual è l'impianto che ci desta maggiore preoccupazione? Il prossimo, anzi i prossimi che verranno. Chiaramente entrambi i progetti sono preoccupanti soprattutto perché hanno un impatto in termini di volumi di rifiuti trattati spaventoso. Ma ci sono altri progetti che continuano ad andare avanti, a proseguire i propri iter burocratici, ed è questo il dato più allarmante. Cito ad esempio quello dell'Ecosystem, di cui non si è saputo nulla fino a pochi giorni fa, che ha recentemente avuto l'AIA, dopo aver ottenuto la VIA, dalla Regione Lazio. Tradotto vuol dire che possono iniziare ad operare. Il segnale è chiaro: Pomezia, se continua così, rischia di diventare un territorio per la lavorazione dei rifiuti».

I

Ecocentro, Intereco, Service Lazio, Cogec, Trevi Ambiente. Sono i progetti, tra nuovi o per ampliamento di strutture già esistenti, al vaglio della Regione per ciò che riguarda il trattamento dei rifiuti di vario tipo. Abbiamo contato un potenziale di oltre 500 mila nuove tonnellate che potrebbero arrivare a Pomezia alle quali sommare quelle dunque della Ecosystem che lei ci ha rivelato in anteprima. Come si è arrivati a questo punto e quanto pesa, secondo L. Vetus, la mancata approvazione da parte del Consiglio Comunale delle cd. «distanze minime» nel giugno 2017? «Gli argomenti, seppur collegati, vanno distinti. Innanzitutto il vostro calcolo è corretto: 500mila tonnellate annue, più quelle della Ecosystem, rappresentano, per fare un parallelo, l'intero ammontare del rifiuto organico prodotto dalla città di Roma. Cito poi un altro dato: nell'incendio Eco-X bruciarono circa 8500 tonnellate. Confrontandole con 500mila, quelle cifre quasi scompaiono, eppure i danni che provocarono all'ambiente sono ancora sotto gli occhi di tutti. E veniamo alle distanze minime: l'argomento è correlato chiaramente, ma la vera domanda secondo noi è un'altra. Cosa fa l'ente comunale, qual è il progetto, per contrastare questa insorgenza? Qual è la linea politica, da tra-

sformare in azioni concrete, per contrastare il sorgere di nuovi impianti di rifiuti? A nostro avviso non c'è». Eppure il Comune di Pomezia ha richiesto recentemente la partecipazione dei Comitati di Quartiere per contrastare l'impianto di via Trieste. E' stata solo una mossa mediatica? «Crediamo che il coinvolgimento dei CdQ

Una valanga di rifiuti a Pomezia Ecocentro (Via dell'Industria) Ampliamento = Rifiuti non pericolosi, da 20.000 t/anno a 50.000 t/anno; rifiuti pericolosi da 10.900 t/anno fino a 70.000 t/anno. Intereco (Via Trieste) Nuovo = Rifiuti non pericolosi, 250mila t/a tra stoccate e riciclate Service Lazio (Via Messico) Ampliamento = Metalli ferrosi, da 131mila t/a a 232mila t/a Cogec Energia Ambiente (Via Pontina Vecchia km 32+900) Nuovo = Impianto per il recupero rifiuti derivanti dallo spazzamento stradale, dalla pulizia delle caditoie e dall'eliminazione della sabbia dei depuratori, 30mila t/a Trevi Ambiente (Via Vaccareccia) Nuovo = Soil Washing, 55mila t/a Ecosystem (Via della Solfarata) = Rifiuti non pericolosi e pericolosi, 191mila t/a (di cui 6.000 pericolosi)

sia sempre una buona cosa, a prescindere da tutto. Crediamo però anche che insieme a loro sarebbe stato più opportuno, anche logico, coinvolgere le associazioni ambientaliste in quanto senz'altro maggiormente vicine alle tematiche trattate. Dal punto di vista politico non mi esprimo: quello che valuto sono le azioni che il Comune di Pomezia ha messo in campo per difendere i cittadini. Ad oggi, la mia considerazione, è quella che una vera linea di contrasto all'insorgere di questi impianti non esista. E' un dato di fatto». (continua)

A sx Giacomo Castro; a seguire i loghi di No Biogas Pomezia, Latium Vetus e Associazione Tyrrenum


www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019 (segue) Avete presentato le vostre osservazioni per contrastare il rilascio della VIA ad entrambi insieme all'Associazione Culturale Tyrrhenum. Su quale linea fondamentale si è incentrata la vostra azione? «Abbiamo voluto ricordare alla Regione Lazio quelle che sono le criticità di questi due impianti. Sono quantitativi enormi di rifiuti che verrebbero lavorati in impianti attaccati al centro abitato. Quello della Ecocentro poi è a ridosso perfino di una scuola, di un ospedale, di ristoranti e anche qui di case. La nostra linea è chiara, speriamo di riuscire a farla valere» Cosa pensate del nuovo piano rifiuti regionale? «Intanto è bene precisare che per il momento sono state approvate solo le linee guida e quindi, in effetti, ancora non c'è in concreto un nuovo piano di rifiuti. Dopodiché si è aperta la fase delle osservazioni alla quale probabilmente anche noi parteciperemo. Detto questo ci sono comunque criticità che vanno sottolineate: la prima è che la Regione non mette mai nette linee di demarcazione. Ad esempio: non viene mai espressamente detto 'qui non si realizzano impianti di rifiuti' o impianti impattanti. E questa poca chiarezza, a cui si somma, nel nostro caso, la linea poco incisiva del Comune di Pomezia, si traduce, purtroppo, in impianti per la lavorazione di rifiuti sul territorio. Inoltre re-

1

POLITICA gistriamo una volontà ancora troppo marcata di individuare siti idonei per discariche e questo è un tornare indietro di anni» Questione autodemolitori e social housing, due progetti sempre destinati a Santa Palomba, un'area sì nel IX municipio di Roma ma completamente integrata con Pomezia: anche in questo caso qual è lo scenario che si prospetta secondo voi? «Questa domanda è molto interessante. Ragioniamo insieme: c'è un problema con gli autodemolitori a Centocelle, problema che può essere anche condivisibile. Cosa si fa? Si prendono gli autodemolitori e si spostano a Santa Palomba. Anche qui l'idea non è certo nuova dato che sono anni che circola questa ipotesi. E accanto a questi lotti industriali dove dovrebbero sorgere gli autodemolitori cosa si fa? Si progetta il social housing, case popolari in sostanza, per persone svantaggiate. Preciso: anche in questo caso l'idea non è di oggi, non è di ieri, perché io stesso partecipai ad una riunione sul tema nel 2013. Ebbene, in poche parole, a Centocelle avevamo gli autodemolitori accanto alle case, ora lo stesso scenario sarà spostato, identico, a Santa Palomba. Dov'è allora la differenza? E' questa l'idea di giustizia della politica italiana? A noi questa sorta di esportazione del degrado ci indigna. Chiudo dicendo che sul social housing emerge un'altra, triste realtà. La realizzazione di quel progetto andrà ad intaccare, di nuovo, suolo vergine, verde,

«Ebbene, in poche parole, a Centocelle avevamo gli autodemolitori accanto alle case, ora lo stesso scenario sarà spostato, identico, a Santa Palomba. Dov'è allora la differenza? E' questa l'idea di giustizia della politica italiana? A noi questa sorta di esportazione del degrado ci indigna»

9

rimasto intatto nel tempo, colando nuovo cemento. Credo che il quadro sia dunque decisamente inquietante». Luca Mugnaioli 1= L'impianto Intereco di Via Trieste 2=Autodemolitori 3= Il progetto di Social Housing

2 3


10

POLITICA

Il Corriere della Città aprile 2019

Pomezia, ecomostro di Via Tanaro: si va in Tribunale arà la giustizia a chiarire il caso riguardante il cosiddetto Ecomostro di Campo Ascolano. Due i procedimenti in corso, di cui uno al Tar. “Il Corriere della Città” era stato il primo a denunciare tutte le criticità di ciò che stava accadendo in quell'area tre anni fa raccogliendo le segnalazioni del Comitato di Quartiere e dei cittadini. La vicenda iniziò nel novembre 2015 quando il Comune di Pomezia rilasciò un permesso a costruire che suscitò sin da subito forti perplessità; dopodiché, circa un anno dopo, partirono i lavori. Lo stesso Comune di Pomezia, da noi interpellato più volte sull'argomento, decise, allora c'era la giunta Fucci, di mantenere la strada del silenzio – che definimmo “assordante” - contribuendo così ad alimentare i dubbi sul caso. E arriviamo così ai giorni nostri: sospetti e perplessità sull'ecomostro di Via Tanaro sono finiti ora negli incartamenti giudiziari in due processi: ora dunque, forse, si farà luce su una della pagine più controverse della storia urbanistica recente di Pomezia. Di cosa parliamo Il cantiere in oggetto riguarda la realizzazione di una palazzina a tre piani in Via Tanaro a Torvaianica. La struttura sorge sulle

S

ceneri di un ex villino bi-familiare in un contesto urbanistico totalmente inadatto. E' qui che il Comune autorizzò la costruzione di quello che i residenti, congiuntamente al CdQ, non esitarono a definire un vero e proprio “ecomostro”. Il perché è facilmente intuibile considerando le foto: accanto a delle villette sarebbe dovuto sorgere infatti praticamente un palazzo che nulla ha a che vedere con l’urbanistica presente nell’area. E quella che era soltanto un'ipotesi, anche se ribadita dagli esperti che contattammo all'epoca, è stata ora riconosciuta anche dal magistrato secondo il quale il permesso a costruire rilasciato sarebbe stato illegittimo in quanto in contrasto con le norme tecniche di attuazione della variante al piano particolareggiato esecutivo di Campo Ascolano. L’interrogativo di base era in pratica il seguente: può una costruzione essere divisa in due (quello che è successo), veder demolita una delle due metà e far sorgere al suo posto un “palazzo”? La risposta sembrerebbe esser scontata. In questa storia entrò peraltro anche il comproprietario della struttura che non solo manifestò il suo dissenso all'operazione ma che subì direttamente gli effetti di questa nuova costruzione, considerando le conseguenze prodotte dal distaccamento dell’immobile bifamiliare (infilitrazioni, tagli vi-

La Giunta Fucci non rispose mai alle nostre domande. Ora invece il Comune di Pomezia si costituirà parte civile al processo

Ancora l'avvocato Leoncilli CASO 'CURIOSO' - Sulla vicenda è emerso un ulteriore risvolto. Per ciò che riguarda i contenziosi in essere a destare particolare interesse è infatti il ruolo assunto dall'avvocato Luigi Leoncilli, balzato alle cronache in questi anni soprattutto per i numerosi - quanto lauti - incarichi ricevuti dal Comune di Pomezia. IL CAMBIO IN CORSA - Ebbene durante le indagini preliminari Leoncilli aveva assunto la difesa del Dirigente Curci salvo poi lasciare l'incarico proprio nei giorni in cui il Giudice doveva esprimersi in merito al rinvio a giudizio degli imputati. Ma, caso strano, ritroviamo Leoncilli anche nella partita che si giocherà al Tar, stavolta però dalla parte opposta, cioè quella del Comune di Pomezia. Viene dunque da chiedersi: perché l'ente locale ha assunto come difensore lo stesso avvocato che aveva deciso di prendere le parti di un indagato in un procedimento che vede proprio il Comune come parte lesa e a cui vuole chiedere i danni? sibile nella costruzione, ripercussioni derivanti dai lavori di demolizione, potenziali problemi connessi alle normative antisismiche, ecc.). 472 i metri cubi di volumetria preesistenti, quasi il doppio quelli che si sarebbero voluti realizzare e con in più il progetto di quel famoso terzo piano a far schizzare l'altezza totale fino a 9 metri contro i 7 e mezzo consentiti. Le sospensioni al cantiere e l'intervento della Regione C’è poi da tener presente che, tra maggio e giugno 2016, il suddetto cantiere era stato fermato per circa 45 giorni, dando seguito all’ordinanza n.2 del febbraio 2016; la sospensione era stata dettata proprio dal sospetto di alcune irregolarità ma poi i lavori ripresero a pieno regine. Nel 2017 intervenne anche la Regione Lazio. Sul caso si espresse infatti La Direzione Regionale Territorio, Urbanistica e mobilità – Area Vigilanza Urbanistico-Edilizia e contrasto all’abusivismo della Regione Lazio che scrisse a Piazza Indipendenza protocollando una nota, n. di riferimento 92787 del 22/02/2017, con la quale richiese all’ente di ri-verificare l’intera procedura, chiedendo inoltre “al Dirigente Comunale di voler verificare lo stato delle procedure […] e di voler disporre cautelativamente la sospensione dei lavori al fine di non compromettere le successive valutazioni di merito”. Ma i lavori nemmeno quella volta vennero fermati. (continua)

Il cantiere di Via Tanaro a Campo Ascolano (Pomezia) - Foto d'archivio


www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019 (segue) Le indagini e i due processi in corso E arriviamo alla cronaca recente. Le indagini chieste a gran voce da cittadini, comitato di quartiere e dall'altro proprietario dell'immobile, hanno portato agli attuali procedimenti giudiziari in essere. Abuso d'ufficio e abusivismo edilizio le ipotesi di reato contestate a vario titolo: ora il Tribunale di Velletri dovrà esprimersi sul dirigente all’urbanistica Renato Curci, il geometra dell’ufficio tecnico comunale Massimo Lauri, il direttore dei lavori Paolo Di Giovannantonio e il legale responsabile della ditta costruttrice, Francesco De Filippo; il quadro dipinto ha retto infatti all'udienza preliminare facendo partire così i rinvii a giudizio, con la prima udienza del processo che si terrà il prossimo 8 aprile. Il Comune di Pomezia, c'è da dire, nel mese di marzo, ha deciso di costituirsi parte civile nella vicenda prendendo le distanze, di fatto, dal modo in cui venne gestito il caso dalla precedente amministrazione a 5 stelle (di cui comunque l'attuale Sindaco faceva parte). Ma non finisce qui. L'ente locale, a dicembre scorso, ha deciso di annullare il contestato permesso a costruire con un atto a firma dello stesso Curci. Il documento è stato impugnato dalla ditta costruttrice che ha chiesto al Tar la sospensiva del provvedimento

POLITICA (negata però dai giudici,ndr) dando così vita anche ad un contenzioso amministrativo. In questo caso la partita si giocherà nel merito direttamente il 9 giugno del 2020 quando verrà trattata anche l'altra sospensione dei la-

11

vori, disposta dal Comune di Pomezia nel 2016 e che portò al blocco dei lavori per 45 giorni.

Le domande senza risposta rivolte alla precedente Giunta 1) In un quartiere privo di servizi è stata autorizzata la costruzione praticamente di un palazzo in una zona già completamente satura di abitazioni. Come è stato possibile? Non esistevano vincoli ambientali tali da impedire una costruzione completamente in contrasto con quelle esistenti? È possibile dividere un villino bifamiliare, staccarlo dalla sua struttura “madre”, operare una demolizione completa e realizzare una cubatura più del doppio rispetto a quanto sussisteva? 2) Lo stesso CdQ ci ha comunicato inoltre che il cantiere era stato sospeso (tra maggio e giugno) salvo poi riprendere regolarmente i lavori dopo 45 giorni. Come mai c’è stata la sospensione? Che verifiche sono state fatte e con quali esiti?

II Corriere della Città aveva denunciato subito ciò che stava accadendo nell'area


12

POLITICA

Il Corriere della Città aprile 2019

Eutanasia legale, raccolte 7.500 firme in un weekend ltre 7.500 firme per sollecitare la discussione della proposta di legge Eutanasia Legale, da due mesi nell’agenda dei lavori delle Commissioni Giustizia e Affari Sociali, ma finora discussa per un totale di sole tre ore. Manca poco infatti al 24 settembre 2019, quando scadrà il termine che la Corte Costituzionale ha dato al Parlamento per estendere le tutele costituzionali anche alle libertà fondamentali delle persone che chiedono di essere aiutate a porre fine alla propria vita, a causa di una condizione di sofferenza insopportabile nel quadro di una malattia irreversibile. I banchetti: a Pomezia raccolte 50 firme 56 città, 113 tavoli e 7.500 firme – che vanno

A

la Camera dei Deputati è ancora nella fase delle audizioni» sostiene Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. «Di questo passo, la scadenza del 24 settembre indicata dalla Corte costituzionale sarà mancata. In quella data, i giudici costituzionali potranno comunque decidere su quella che il loro Presidente Giorgio Lattanzi ha definito “incostituzionalità prospettata”. Ma sarebbe un’occasione persa da parte del Parlamento per esercitare la propria funzione legislativa, a 5 anni e mezzo dalla presentazione della legge di iniziativa popolare sottoscritta da ormai oltre 140.000 persone». Giuseppe di Bella: «La politica deve muoversi» A margine di queste giornate così importanti ha parlato con noi anche Giuseppe Di Bella,

Legge, è corsa contro il tempo

LA SCADENZA - Il 24 settembre 2019 scadrà il termine che la Corte Costituzionale ha dato al Parlamento per estendere le tutele costituzionali anche alle libertà fondamentali delle persone che chiedono di essere aiutate a porre fine alla propria vita, a causa di una condizione di sofferenza insopportabile nel quadro di una malattia irreversibile. Finora però la proposta di legge discussa per un totale di sole tre ore: se non ci sarà un cambio di rotta sarà difficile rispettare la scadenza.

L’iniziativa «Con te per l’Eutanasia Legale» ha mobilitato 56 città: 113 tavoli, dibattiti, confronti e una media di quasi 70 firme a tavolo. A Pomezia raccolte 50 adesioni ad aggiungersi alle 130.000 raccolte dal 2015 e già depositate in Parlamento – sono i numeri dell’intensa campagna di sensibilizzazione nazionale condotta nel week end da Associazione Luca Coscioni, UAAR, Radicali Italiani, Chiesa Pastafariana e gruppi locali di Più Europa. Una tre giorni ricca di dibattiti e confronti e un messaggio finale al Parlamento. Anche Pomezia ha contribuito alla causa: il 23 marzo 2 tavoli sono stati allestiti in Piazza Indipendenza e in via Orazio. 50 in tutto le adesioni raccolte. Qualcosa si muove A seguito della mobilitazione, nel calendario delle Commissioni alla Camera è ricomparsa la ripresa della discussione in programma il giorno 28 marzo, alle ore 9, con le audizioni degli esperti. Manifestazione a Roma Dalle 11.30, il 28 marzo, fuori da Montecitorio l’Associazione Luca Coscioni ha manifestato per chiedere un’accelerazione dei lavori. «Metà del tempo indicato dalla Consulta al Parlamento per garantire libertà fondamentali alla fine della vita è ormai trascorso ma

1

Eutanasia Legale: (1) e (2) banchetto per la raccolta firme anche a Pomezia; (3) l'ALC in protesta a Roma

Consigliere Generale dell'Associazione Luca Coscioni. «Abbiamo raccolto in tutta Italia oltre 7000 mila firme in un solo fine settimana il che significa che nonostante la letargia irresponsabile del governo, i cittadini chiedono a gran voce l'approvazione di una buona legge sull'Eutanasia Legale. Ma non sono solo i cittadini a chiederlo c'è anche la Corte Costituzionale che nel settembre scorso è stata chiamata a pronunciarsi in merito, dopo la disobbedienza civile di Marco Cappato sul caso Dj Fabo, il quarantenne milanese che dopo un incidente che lo ha reso immobile e cieco ha deciso di recarsi in Svizzera per vedere riconosciuto il proprio diritto al suicidio assistito. Sul banco degli imputanti non c’è tanto Marco Cappato, il cui coraggio potrebbe costargli dai 5 ai 12 anni di reclusione, ma l’articolo 580 del Codice Penale, un articolo approvato in periodo fascista quindi prima dell’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana che equipara l’aiuto al suicidio all’istigazione al suicidio – questo il commento di Giuseppe Di Bella, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni. «La Corte Costituzionale ha dato tempo al Parlamento fino al prossimo 24 settembre di legiferare in tema di fine vita perché ritiene che l’attuale normativa “lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione”. Proprio per questo chiediamo ai Parlamentari che non lo hanno fatto di aderire all’intergruppo per l’Eutanasia e ai rappresentati locali dei partiti di sensibilizzare i propri rappresentanti alle Camere».

2 3 Pomezia, PEBA inserito nel bilancio di previsione NOVITA' - La Giunta ha finalmente approvato il “Documento Unico di Programmazione 2019-2021” dove si elencano le attività e si valutano le risorse necessarie per realizzarle. Purtroppo però della spesa per la stesura del PEBA, ovvero il piano con cui un Comune predispone, per legge, gli interventi per la rimozione delle barriere architettoniche sul territorio, ancora non c’è traccia. In campagna elettorale, lo ricordiamo, anche l'attuale Sindaco aveva sottoscritto tutta una serie di impegni in tal senso con relative scadenze. Si attendono pertanto ulteriori novità.


POLIAMBULATORIO

Sant’Anna

Accudire è Curare

Poliambulatorio Sant’Anna

Orari di Apertura
 Lunedì - Venerdì 08:00 - 20:00
 Sabato
 08:00 - 17:00

www.poliambulatoriosanna.it
 info@poliambulatoriosanna.it
 +39 06 91633680

Specialità

ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA ANESTESIA TERAPIA DEL DOLORE ANGIOLOGIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA GENERALE CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE CHIRURGIA PLASTICA ESTETICA CHIRURGIA VASCOLARE DERMATOLOGIA DIETETICA E SCIENZA DELL'ALIMENTAZIONE EMATOLOGIA ENDOCRINOLOGIA GASTROENTEROLOGIA GERIATRIA

GINECOLOGIA LIMFA THERAPY MALATTIE APPARATO RESPIRATORIO MALATTIE INFETTIVE MEDICAZIONI CHIRURGICHE MEDICINA DEL LAVORO NEFROLOGIA NEUROCHIRURGIA NEUROLOGIA ONCOLOGIA ORTOPEDIA PEDIATRIA REUMATOLOGIA UROLOGIA


zia) a

a

I AI

LI A

14

POLITICA

Il Corriere della Città aprile 2019

Ardea, appello per la sicurezza: «Territorio pericoloso» roposto dal Consigliere comunale Edelvais Ludovici ed accolto con entusiasmo, dopo aver messo sul tavolo le ormai incontrollate problematiche territoriali, le liste civiche Liberiamo Ardea rappresentata da Rita Corrado, Presenza Popolare rappresentata da Fabrizio Pucello e le associazioni territoriali “ Per Lupetta”, “Comitato per vederci chiaro”, Namaste' insieme per l'arte”, “ CNA Balneatori Ardea”, “Comitato ribelli di montagnano”,” CMFM” di Montagnano, “Pro-loco di Tor San Lorenzo” e “Mafalda”, scrivono al Ministro degli Interni Matteo Salvini, al Prefetto, Vice Prefetto, alla Compagnia di Anzio dell'arma dei Carabinieri, al Commissariato di Anzio e alla compagnia della Guardi di Finanza di Pomezia per un incontro ufficiale per discutere un tema di primaria importanza per il nostro territorio, la criminalità e lo stato di abbandono territoriale. Criminalità quotidiana «Ogni giorno leggiamo sui giornali casi di furto e rapine con conseguenti danneggiamenti agli esercizi commerciali e alle abitazioni: il territorio è diventato terreno fertile per ogni genere di delinquenza. Lo stato di degrado sociale, non permette ai cittadini di vivere in tranquillità e non fermando una così grave situazione si rischia la paralisi della città. “Leggiamo” è il modo più corretto per capire lo stato grave in cui versa la città poiché la carenza delle forze dell'ordine demotiva il cittadino a denunciare fatti meno gravi e le istituzioni non hanno dati sufficienti per percepire la vera difficoltà in cui ogni singolo cittadino vive. Non a caso qual-

P

che giorno fa, proprio il Sindaco ha riferito ai giornali che il Prefetto non ritiene ci sia una così grave situazione a questo si evince che non vi è la percezione poiché non si denuncia. Vogliamo ricordare il 15.03.2019 ad Ardea in un appartamento è stato rinvenuto il corpo senza vita di un neonato», si legge nella lettera inviata alla nostra redazione. Già una manifestazione «A Novembre - prosegue il testo - per sensibilizzare le istituzioni, i cittadini sono scesi in campo per una manifestazione senza alcuna risposta se non la richiesta di qualche tempo fa, da parte del Ministro degli interni Matteo Salvini che ha chiesto di sapere la situazione del nostro Comune, richiesta di cui non si sa nulla. E’ opportuno prendere in considerazione il vero stato di emergenza. Chiediamo quindi, come rappresentanti di cittadini e come cittadini, che si prenda in considerazione questa nostra missiva, al fine di chiarire il vero stato di abbandono in cui viviamo mettendo sul tavolo le tante problematiche che su carta sono difficili da spiegare perchè vissute sulla pelle di tutti noi. Questa non è una semplice richiesta di aiuto: questo è un lavoro capillare fatto con cognizione e studio del territorio per mettere in evidenza le zone più colpite. Non a caso le associazioni

Il Sindaco chiede un incontro per parlare dell'emergenza furti sul territorio ma per le forze dell'ordine «l'allarmismo e' infondato»

A sx: il Consigliere Edelvais Ludovici; a dx: il Sindaco Mario Savarese

sopra citate rappresentano quasi tutto il territorio, vastissimo e ingestibile per le forze dell’ordine presenti sul territorio. Consigliere Comunale “Con la gente per Ardea” Dott.ssa Edelvais Ludovici

Ardea, Prefetto e Carabinieri 'gelano' Savarese: «Crimini ad Ardea? Sono in diminuzione» NESSUNA EMERGENZA - L’emergenza sicurezza ad Ardea, a quanto pare, non c’è. E’ questo quanto ci dichiara Mario Savarese, con tono chiaramente amareggiato, a seguito dell’incontro avvenuto stamani con il Prefetto di Roma e con alcuni vertici dei Carabinieri con giurisdizione sulla Capitale e provincia. CRIMINI IN CALO - In parole povere dai dati in loro possesso, dichiara il Sindaco, «risulta che i casi delittuosi nel comune di Ardea siano in diminuzione e che quindi non si ravvedano motivazioni particolari tali da giustificare l’allarmismo che da più parti viene lanciato». Parole che, siamo sicuri, lasceranno di stucco i lettori così come, possiamo immaginare, hanno fatto col primo cittadino. Solo negli ultimi mesi infatti – non a caso ha già avuto luogo una manifestazione dei cittadini per protestare contro furti e degrado –si perde il conto dei furti registrati. Ad essere colpite sono state indistintamente attività commerciali, banche, negozi e abitazioni private. Su quest’ultimo punto Prefetto e Carabinieri avrebbero peraltro puntualizzato che benché «siano rimasti costanti» si tratterebbe in prevalenza di «furti negli appartamenti vuoti ovvero lasciati incustoditi perché seconde case utilizzate solo nel periodo estivo». USO 'IMPROPRIO' DEI CARABINIERI - Ma non finisce qui. Oltre a non aver condiviso le preoccupazioni del Sindaco, o comunque solo in parte, Savarese si è visto comunicare anche una richiesta ben precisa, ovvero quella di potenziare l’organico della Polizia Locale. Il motivo? I troppi interventi dei Carabinieri per sostituirsi ai caschi bianchi in caso di incidenti stradali (e per le buche). Insomma, oltre al danno una sorta di beffa. Con buona pace dei cittadini alle prese col dramma dei furti.



16

POLITICA

Il Corriere della Città aprile 2019

Ardea, posta in ritardo? «Colpa della toponomastica» roblemi ad Ardea circa l'arrivo regolare della corrispondenza ai cittadini. Nei giorni scorsi abbiamo lanciato un sondaggio tra i lettori proprio per cercare di approfondire il caso e in tantissimi hanno risposto inoltrandoci la propria segnalazione. Da una rapida ricerca è emerso peraltro che non si tratta di una questione del tutto nuova: non a caso l'attuale amministrazione, a giugno 2017, poco dopo cioè le elezioni, aveva attivato un indirizzo di posta elettronica proprio per raccogliere eventuali disservizi nella zona. «Il Comune di Ardea dispone di due uffici postali. Uno dislocato ad Ardea centro e uno a Tor San Lorenzo», comunicava il Movimento 5 Stelle attraverso i propri canali ufficiali. «Come cittadini viviamo sulla nostra pelle i disagi che spesso si sono verificati sul recapito della posta e il Comune ha ritenuto importante creare un indirizzo di posta elettronica dove ricevere le vostre segnalazioni e fare da tramite verso Poste Italiane. Da oggi è attivo questo indirizzo di posta elettronica. disservizirecapito@comune.ardea.rm.it Invitiamo tutti i cittadini a divulgare questa utilissima informazione». L'email è ancora attiva come si può leggere sul sito del Comune di Ardea: ma rispetto a due anni fa è cambiato qualcosa? Le segnalazioni Stando a quanto raccolto dalla redazione i

P

problemi sarebbero ben lontani dall'esser stati risolti in questo lasso di tempo. Scrive Selvaggia: «A Tor San Lorenzo, le bollette non arrivano. Ho fatto io stessa la segnalazione alla posta già da Maggio scorso per me e per altre 5 famiglie della mia via ma non è cambiato nulla! Non mi è arrivato nemmeno il sollecito della bolletta che, a detta dell Enel, era stato mandato per raccomandata ma non ho ricevuto nemmeno il tagliandino per ritirarla in Posta». Laura commenta: «No! A volte arriva in ritardo ma spesso, anzi spessissimo, la posta non viene proprio recapitata! Io sono della zona di Tor San Lorenzo finale vicino la posta, ho dovuto attivare la ricezione delle fatture via email per ovviare a questo problema che trovo davvero scandaloso». Anche Elena ha riscontrato disagi: «No, la posta non arriva in maniera regolare. Fino a dicembre il postino passava regolarmente ogni giorno, da più di un mese e mezzo non passa quasi mai». Ma i problemi riguardano anche altri servizi come «gli abbonamenti alle riviste che non sempre vengono consegnati» o per la consegna «della tessera sanitaria». Monica quantifica il tempo da cui si protrae il disservizio: «Io sono circa tre mesi che nn ricevo posta». Va peggio a Melissa che invece segnala ritardi «da circa un anno». Auguri di Natale...a maggio! Ma i problemi riguardano anche altre zone Non mancano poi i casi davvero particolari, come quanto successo a Marilena: «Vi dico

Poste Italiane precisa però che il servizio di recapito risulta regolare e ad oggi non si rilevano giacenze né code di lavorazione. Gli unici rallentamenti sono imputabili a quegli invii che arrivano con indirizzi errati. E invita i cittadini a verificare

L'Ufficio Postale di Tor San Lorenzo

solo che gli auguri di natale che mi ha inviato un'amica a novembre 2017 mi sono arrivati a maggio 2018!». Ma i disservizi non riguardano soltanto Tor San Lorenzo. Fabio ad esempio scrive: «Ad Ardea, zona Nuova Florida, arriva una o due volte a settimana con la scadenza delle utenze o scaduta od a breve ridosso della data preposta! Inoltre non suonano mai per le raccomandate, lasciano sempre gli avvisi per il ritiro». A Sabrina va anche peggio: «A Nuova Florida (evidentemente un'altra zona, ndr) non la riceviamo da almeno tre anni...più volte sono stata costretta ad andare a recuperarla a Pomezia». Problemi anche per Cinzia - «Alla Castagnetta, Comune di Ardea, sono mesi che non arriva» - e per Pietro che dice: «Da qualche mese la posta non arriva regolarmente, le ultime bollette di dicembre sono arrivate a gennaio, alcune non sono mai arrivate». Un altro cittadino, che trova comunque migliorata la situazione rispetto al passato, aggiunge: «Ultimamente pare di si. O almeno più di prima. I primi 2 anni che ho vissuto qui (sono al sesto) arrivava ogni tanto e tutto scaduto. Sono a nuova California». Chiudiamo con Claudio che lancia, per così dire un messaggio di speranza: «In fondo sono piccoli ritardi di più di un mese, basta essere fiduciosi!». Risponde Poste Italiane Ricevute le segnazioni da parte dei cittadini abbiamo contattato Poste Italiane per saperne di più. La sezione Media Relations fa sapere quanto segue: «In riferimento alle segnalazioni sulla consegna della corrispondenza nella zona di Tor San Lorenzo, Poste Italiane precisa che il servizio di recapito risulta regolare e ad oggi non si rilevano giacenze né code di lavorazione. Gli unici rallentamenti sono imputabili a quegli invii che arrivano con indirizzi errati. Infatti, nonostante il Comune di Ardea abbia provveduto ad una sistemazione della toponomastica su gran parte del territorio, sono ancora molto diffusi i casi di incongruenza tra gli indirizzi riportati sulle spedizioni in arrivo e gli effettivi domicili dei destinatari che non permettono l’agevole individuazione del destinatario. Come previsto dalle “Condizioni generali di servizio per l’espletamento del servizio universale postale”, l’Azienda non può garantire la corretta esecuzione del recapito nei casi in cui l’indirizzo risulti inesatto oppure insufficiente. Poste Italiane, pertanto, invita i cittadini a provvedere, laddove necessario, ad inviare ai mittenti i propri indirizzi corretti e completi. Correggere tali anomalie consentirà ai portalettere di svolgere un servizio di recapito agevole e puntuale».



18

CRONACA

Il Corriere della Città aprile 2019

Marina di Ardea: sei giornate ecologiche per il 'verde' Organizzazione di Volontariato “RivalutiAmo Marina di Ardea”, assegnataria delle aree verdi comunali sotto elencate in quanto vincitrice del bando comunale (Protocollo LL.PP. 36928 del 22/07/2016), a seguito della comunicazione presentata all’Ufficio Protocollo n. 20190017862, nell’ambito delle iniziative di promozione dell’igiene e decoro urbano, in riferimento al programma manutentivo, comunica che nei giorni 16-17-18-19-20-21 marzo 2019 dalle ore 08:00 alle ore 17:00, sono stati eseguiti e completati da volontari regolarmente iscritti ed assicurati dall’O.d.V. stessa, i lavori di falciatura e pulizia delle aree verdi comunali sotto elencate: (1) Giardino per bambini situato tra Via Firenze e Via Foggia; (2) Giardino Pubblico situato a Largo Nicosia; (3) Campo di Calcio situato in Via Bologna angolo Via Cremona (Centro Regina); (4) Aiuola spartitraffico situata in Via Firenze incrocio Lungomare degli Ardeatini; (5) Aree verdi comunali situate in Viale Forlì (tra Via Bolzano e Via Foggia). Il ritiro dei materiali L’Igiene Urbana preventivamente informata delle pulizie in oggetto, riguardo il ritiro dei rifiuti nel pieno rispetto per la differenziata, ha poi ritirato tutti i sacchi del fogliame, rami potati, plastica e indifferenziata. Per il vetro ha provveduto l’O.d.V. stessa a depositarlo nella campana per il vetro in Via Bologna. Si ringraziano vivamente, tutti coloro che hanno voluto partecipare con noi alla falciatura dell’erba alta ed alla rimozione dell’erba tagliata mettendola dentro i sacchi trasparenti ed alla pulizia delle aree verdi, per rimuovere tutti i rifiuti vari sparsi. Sono stati sei giorni di duro lavoro, ma alla fine ieri sera, ci siamo salutati soddisfatti di aver svolto un buon lavoro per noi cittadini residenti e per i nostri ragazzi che hanno bisogno e diritto di spazio per giocare all'aria aperta. Nel nostro piccolo, possiamo dichiararci soddisfatti per aver dato un contributo per ridurre il forte degrado persistente nel nostro Quartiere di Marina di Ardea e non solo. Ovviamente c’è ancora tanto da fare… Il motto dei cittadini Siamo convinti, che questo nostro grande gesto di responsabilità civile, non rimanga vano e che possa essere preso come esempio anche da altri cittadini, associazioni e soprattutto dalle nostre istituzioni vigenti. Il nostro motto: «Rispetta l’ambiente, rispetta te stesso!» Michele Di Stefano Rivalutiamo Marina di Ardea

'Zozzoni' beccati a Pomezia

L'

PRESI - Continua senza sosta il controllo sul territorio per il contrasto all'abbandono dei rifiuti. Grazie al sistema di videosorveglianza e al costante lavoro dell'Ufficio Ambiente e della Polizia Locale del Comune di Pomezia, sono sempre di più le persone che vengono individuate e sanzionate per abbandono dei rifiuti.

Earth Hour: Pomezia c'è

Sei giorni dedicati allo sfalcio dell’erba alta e alla pulizia delle aree a verde pubblico

L'ORA DELLA TERRA - Il Comune di Pomezia ha aderito al WWF Earth Hour #Connect2Earth. Sabato 30 marzo alle 20:30, il Comune di Pomezia parteciperà all'iniziativa mondiale denominata “l'Ora della Terra”. L’evento, targato WWF, è alla sua dodicesima edizione e lo scorso anno ha coinvolto 188 paesi e 18.000 monumenti storici o simboli cittadini che per un'ora non hanno usufruito d'illuminazione pubblica. Per il Comune di Pomezia, i 60 minuti simbolici di buio, riguarderanno il palazzo comunale e la Torre Civica di Piazza Indipendenza. Quest’anno lo slogan dell'iniziativa è #Connect2Earth e interpreta il legame tra uomo e natura, tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità. L'obiettivo è dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 a livello globale. L'INIZIATIVA - «Il Comune di Pomezia prende parte all'Earth Hour. Un momento di riflessione sul tema dei cambiamenti climatici.” Ha dichiarato il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà. “Negli ultimi tempi la nostra città ha dato grande importanza alla natura ed è nostro compito tutelare l'ecosistema per lasciare alle generazioni future un valido patrimonio ambientale. Per l'evento di sabato 30, dalle 20:30 alle 21:30, verrà spenta la sede del Comune unitamente alla Torre Civica.»


www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019

CRONACA

19

Ardea, Viale Forlì KO dal punto di vista “ambientale” Organizzazione di Volontariato "RivalutiAmo Marina di Ardea" a seguito delle precedenti istanze presentate all'Ufficio Protocollo Comune di Ardea nel corso degli anni, relative alla discarica abusiva a cielo aperto di Viale Forlì, ripresenta nuovamente l'istanza al fine di sensibilizzare il Comune ad effettuare una bonifica completa visto che ormai i rifiuti di ogni genere compreso bidoni di vernice, pneumatici, rifiuti ingombranti e laterizi di blocchi in cemento, oltre ad invadere la carreggiata, hanno invaso ed ostruito anche i canali che costeggiano il Viale stesso, ostruendo il drenaggio naturale dell'acqua. Verso l'estate...così? Visto che siamo alle porte della stagione estiva, onde evitare eventuali ricadute sulla

L'

salute delle persone come già accaduto nel mese di settembre del 2017, si richiede la bonifica urgente almeno per i corsi d'acqua dei canali di cui sopra, in quanto l'ostruzione di questi canali provoca il ristagno dell'acqua, habitat ideale per il proliferare delle zanzare. Chiesta l'illuminazione Inoltre, nel Viale suddetto, si richiede la pubblica illuminazione con l'installazione delle telecamere, le quali "Hera Luce" avrebbe dovuto già montarne qualcuna a costo zero per il Comune, visto che ne aveva promesse oltre trecento per tutto il territorio di Ardea. L'insistenza della pubblica illuminazione e delle telecamere è per debellare una volta per sempre la recrudescenza dell'inciviltà di alcuni, dato che attualmente è l'unico deterrente efficace. Michele Di Stefano Rivalutiamo Marina di Ardea

Chiesta la bonifica completa al Comune: i rifiuti oltre che ad invadere la carreggiata, hanno ostruito perfino i canali, compromettendo il drenaggio dell'acqua




22

INCHIESTA

Il Corriere della Città aprile 2019

Dalle stelle alle...stalle: andata e ritorno. Un’ex attrice vive i uanti personaggi, quante storie nasconde il nostro territorio? La domanda potrebbe sembrare strana, visto che ognuno di noi ha la sua storia ed è a suo modo un “personaggio”. Ma ci sono storie che si distinguono dalle altre, come quella che vogliamo raccontare adesso. È la storia di Veronika: una donna bellissima, nata nella più estrema povertà, vissuta nella ricchezza e, ora, invecchiata nella miseria. “Sono nata in una mangiatoia – dice lei stessa – adesso ci sono tornata per morirci”. Dalle stalle alle stelle e viceversa. La vicenda Attrice di discreta fama negli anni ’70, pittrice, stilista, protagonista degli ultimi anni della Dolce Vita romana, oggi vive in una baracca a Tor San Lorenzo, nel degrado più assoluto, senza acqua potabile né riscaldamenti. Per raccontare tutta la vita di Veronika Korosec, in arte Veronika Sava, non basterebbe un libro: e uno è già stato scritto (“Ti innalzerò fino al cielo”, edizioni Vertigo, collana Amori invincibili), mentre l’altro è in cantiere. La nostra redazione è venuta a conoscenza della sua esistenza attraverso una richiesta di aiuto per salvare un cane: un bel labrador nero di 12 anni, affetto da un brutto tumore alla bocca. Un cane buonissimo, che da anni fa da guardia, amico e da aiuto a questa donna, adesso disperata perché non sa come fare per farlo guarire. L’operazione, molto costosa, è stata rifiutata da un veterinario di Torvaianica, che inizialmente aveva dato la sua disponibilità a lavorare a prezzo ridotto, salvo poi ripensarci non appena vista la complessità del caso. “Non voglio aiuto per me – ha dichiarato Veronika – solo per il mio cane”. Negli occhi leggermente lucidi ma ancora bellissimi e luminosi, si può leggere solo quanta sofferenza ha vissuto nei suoi 67 anni, anche nei momenti migliori, quelli della fama e della ricchezza. La storia di Veronika

Q

Veronika Sava, è stata un'attrice, pittrice e scultrice

Le condizioni in cui vive la donna: una baracca senza acqua potabile né gas Partiamo dalla fine: Veronika vive alle Salzare, in via delle Mente. Una non-strada, una mulattiera piena di buche, senza illuminazione né asfalto o marciapiede. La sua è un’abitazione costruita abusivamente, come tutte quelle intorno, che le è stata ceduta in cambio di un credito che aveva nei confronti della precedente proprietaria. Peccato che la debitrice le avesse nascosto il particolare che la casa fosse sfornita di servizi essenziali come l’acqua potabile e il gas. Da qualche tempo nella casa manca anche tutto il resto: durante un’assenza della donna alcune persone straniere hanno occupato l’abitazione, portando via tutto, mobili compresi. Adesso c’è un vecchio tavolo, una sedia, un frigo sgangherato, un fornello da campeggio, tutti oggetti malridotti che le sono stati regalati, insieme a un letto e a un armadio. Lei vive relegata in pochi metri, sempre seduta, perché le malattie che ha avuto negli ultimi anni le hanno praticamente tolto l’uso delle gambe. La sua unica compagnia è rappresentata da Kicco, il labrador, e da due gatti. Non ha alcun reddito: essendo straniera (è nata in Istria e non ha mai preso la cittadinanza italiana, pur avendo vissuto tutta la vita in Italia) non ha diritto alla pensione. Dopo aver venduto praticamente tutto quello che aveva, adesso anche il fondo del barile è rimasto vuoto. La sua unica speranza è legata al libro, scritto da lei stessa, che racconta la sua romanzata vita. Nonostante le sue richieste, infatti, né i servizi sociali né varie associazioni sono riusciti ad aiutarla. “Chiedevo solo dei pacchi alimentari, invece mi è stato proposto di andare a vivere in una casa-famiglia e di lasciare i miei animali in canile. Non potrei mai farlo, voglio morire qui”. Pur avendo solo 67 anni, Veronika è sicura di dover morire presto: pensa che i due tumori avuti oltre

a tutti gli altri malanni, abbiano segnato il suo destino. Il periodo della ricchezza Quarta di 5 fratelli, Veronika è nata e cresciuta nella miseria più assoluta: poco cibo, nessun capriccio, vestiti malandati. Suo padre si suicida, impiccandosi, la notte di Natale, quando lei è ancora una bambina. Per una serie di incredibili coincidenze, a 16 anni inizia a lavorare nel cinema con il regista Leopoldo Savona: tra loro, nonostante 40 anni di differenza, nasce un grande amore, durato tutta la vita anche se con tante sfaccettature diverse, nonostante lui sia sposato. Viene a vivere a Roma, dove frequenta il jet set: bellissima, di lei si innamorano attori, cantanti e registi. Eppure i problemi non mancano mai: dalle tentate violenze sessuali sia da parte di uomini che di donne, alle vessazioni e violenze fisiche da parte della madre e della sorella. E poi le avventure, gli amori fuggevoli, quelli più intensi. Con Leopoldo, anzi “Poldino”, sempre presente ma a margine, ormai più padre che amante.Gli uomini più importanti della sua vita, oltre a Leopoldo, sono due: Walter, il ragazzo con cui pensa di formare una famiglia e con cui fa un figlio, e Mike. Padre Mike. Un monaco dell’ordine dei Camaldolesi, eremiti di clausura. Anche con padre Mike nasce un amore che durerà decenni. Un amore contrastato, visto che lui è un prete, sofferto, pieno di pentimenti, ma appassionato e passionale. Scrivere di questa storia in poche parole sarebbe riduttivo e potrebbe portare a giudizi affrettati. Anche il rapporto con Walter, precedente alla conoscenza di Padre Mike, era complesso: volendo riassumere tutto in due righe, lui da principe azzurro si trasforma in un carnefice e lei fugge lontano. (continua)


www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019

INCHIESTA

23

in una baracca alle Salzare, senza acqua potabile né gas (segue) Le mille rinascite Dopo aver recitato in diversi film (nel frattempo aveva frequentato l’Accademia di recitazione a Roma), addirittura anche con Fellini, Veronica, ormai 30enne, è leggermente ingrassata e non corrisponde più all’ideale di attrice, pur restando talmente bella da far impazzire gli uomini. Uno su tutti, Little Tony, da sempre innamorato di lei. Non si perde d’animo e inizia a reinventarsi, prima come stilista, frequentando un’Accademia triennale dalla quale esce come la più brava, poi come pittrice. In trent’anni vive di questi lavori e, quando il lavoro non c’è più, inizia a vendere alcuni degli oggetti preziosi accumulati quando era diventata ricca: cristalli, gioielli, mobili di valore. Pur non riuscendo a stare senza un uomo, o più di uno, accanto, non si fa mai mantenere da loro, ma resta sempre indipendente a livello economico. Mai a livello emotivo. Da Roma si trasferisce in Umbria per seguire Padre Mike, intento nel restauro di un eremo a Monte Cucco. Poi, quando Leopoldo si ammala gravemente, torna a Roma per accudirlo fino alla morte. E da Roma si passa a Torvaianica e poi a Tor San Lorenzo, alle Salzare. “Vivevo in una bella villa a Torvaianica, al Villaggio Laurentum – racconta Veronika – Era una casa grande, sarei dovuta andarci con Poldino, perché aveva bisogno di aria di mare. Ma la sua morte ha cambiato di nuovo tutta la mia vita”. Negli ultimi mesi di vita di Leopoldo, Veronika trascura sé stessa e non si accorge di essere malata. A Torvaianica, oltre a dipingere, non sa quale altro lavoro poter fare per guadagnare il necessario per vivere. La soluzione arriva inaspettata e incredibile: viene pagata per accompagnare e andare a riprendere i transessuali che si prostituiscono a Ostia, ma che vivono a Torvaianica. Questo “mestiere” dura fino a quando uno di loro non tenta di violentarla. Un incidente stradale proprio in quel periodo rende inutilizzabile la sua auto, quindi in ogni caso il suo lavoro sarebbe finito. Sola, senza alcuna entrata, decide di lasciare la villa per trovare una soluzione più economica. Accetta quindi la proposta di una donna: le deve dei soldi che non ha e, per sdebitarsi, le offre di andare a vivere nella sua casa alle Salzare, gratuitamente fino all’estinzione del debito. In pratica, per sempre.

Veronika chiede aiuto per il suo labrador Kikko: ha bisogno di fare una costosa operazione La vita alle Salzare Anche se piccola – un soggiornino con angolo cottura, una camera e un bagno, oltre a un giardino – la casa piace a Veronika, che però ancora non sa della mancanza di acqua potabile e gas. Porta i suoi mobili – tutti di valore – nella nuova abitazione e la sistema al meglio per le sue esigenze. Non è da sola: nel tempo arrivano diversi gatti e un cane, Kicco, salvato quando aveva appena un mese. Gli anni passano, Veronika si mantiene dipingendo e vendendo i suoi quadri, ma sempre di più vendendo gli oggetti del passato. “Un giorno ero andata a fare la spesa al supermercato di viale San Lorenzo. Al ritorno, mentre ero nei pressi del ‘bar Trovato’, mi si sono bloccate le gambe: non riuscivo più a camminare. Dalle 4 del pomeriggio fino alle 8 di sera ho provato a fermare le macchine che passavano, chiedendo di darmi un passaggio, anche a pagamento, fino a casa, che distava 400 metri. Quasi nessuno si è fermato

scura la sua salute: pensando di essere semplicemente ingrassata, non fa caso alla sua pancia sempre troppo gonfia e ai problemi alle gambe. Solo per una serie di coincidenze fortunate un amico medico la porta in ospedale, a Villa S. Pietro, dove le trovano un tumore di ben 11 chili nell’utero e un altro più picco all’altezza dello sterno. (continua)

Veronika Sava: il successo con i film negli anni '70

e quei pochi che lo L'ATTRICE - Veronika Sava recita in tre hanno fatto non mi hanno accompagnata. film tutti datati nel periodo degli anni Solo alla fine un signore che doveva fare'70. la Il primo è "Allegri becchini...è arrivatoTraTristessa strada mi ha dato un passaggio”.

nità" (1972) per la regia di Ferdinando Merighi. La ritroviamo poi nel thriller con Edmund Purdom (99 film in attivo, l'ultimo nel 2001) "Dagli archivi della polizia criminale" (1973) regia di Paolo Lombardo, film western. Nel 1976 recita invece nella pellicola drammatica "Le due orfanelle" dove il regista è proprio uno dei suoi grandi amori Leopoldo Savona.

La fama, il successo, il declino. La sua unica compagnia è rappresentata da Kicco, il labrador, e da due gatti. Non ha alcun reddito, non ha diritto alla pensione. A 67 anni vede solo la morte davanti a sé a causa delle malattie. Ed è costretta a vivere in condizioni di estrema povertà nella zona peggiore di Ardea


24

INCHIESTA

I

ali m-

Veronika vive relegata in pochi metri, sempre seduta, perché le malattie che ha avuto negli ultimi anni le hanno praticamente tolto l’uso delle gambe (segue) Il tumore le porta una trombosi alle gambe che le impedisce di camminare per più di quattro o cinque passi. Resta parecchio tempo in ospedale, senza che nessuno vada mai a trovarla. Tornata a casa, sola e senza macchina, non esce più dalla baracca in cui vive. Per fare la spesa chiede aiuto a conoscenti, che le acquistano il necessario dietro una “mancia” di 10 euro oltre al costo della spesa. 5 euro per prenderle l’acqua alla fontana, visto che nella casa non è potabile. “Mi hanno derubata e imbrogliata in tanti”, racconta amareggiata. Adesso i soldi scarseggiano: ormai ha venduto tutto ciò che aveva, restano solo i libri. Ne ha acquistati tanti per cercare di venderli direttamente e ricavare qualcosa in più rispetto alla percentuale data dall’editore. “C’è stato anche chi si è preso alcuni libri dicendomi che li avrebbe venduti

e che mi avrebbe portato i soldi: non ho più visto né loro né i libri né i soldi”. “A proposito – aggiunge – quanto devo per il fatto che siete venuti qui ad ascoltare la mia storia?”. La domanda ci lascia perplessi, così lei spiega che chiunque la vada a trovare, per un motivo o per un altro alla fine le chiede dei soldi. “Ho sempre pagato tutto e tutti. Quando non ho soldi non chiedo niente. Sono stata anche 5 giorni senza mangiare. Per me è più importante che i miei animali abbiano il cibo per andare avanti, io alla fame e alla miseria sono abituata. Forse questo era il mio destino: sono nata in una mangiatoia e adesso sono tornata in una mangiatoia”. Tutto il racconto di Veronika è stato fatto in maniera pacata. Non ha esaltato i periodi d’oro, né si è commiserata per quelli di miseria. La dignità ha sempre accompagnato le sue parole. “Non voglio l’elemosina, mi faccio bastare quel

Il Corriere della Città aprile 2019

poco che posso permettermi. Chiedo aiuto solo per portami da mangiare e da bere, perché io non posso camminare e per arrivare al primo negozio bisogna percorrere più di 400 metri. Non ce la faccio. Ma non voglio andare in un centro di ricovero solo perché non riesco a camminare. Vorrei restare qui, ho trovato la mia pace pregando il Signore. La mia fede si è fortificata con tutte le cose brutte che mi sono successe, ma anche con i tanti miracoli che hanno accompagnato la mia vita. La mia grande pena è Kicco, perché adesso è molto malato. Vorrei che potesse passare i suoi ultimi giorni nel miglior modo possibile. Lui mi ha accudito quando stavo male, è lui che mi aiuta ad alzarmi dalla sedia o dal letto facendomi da bastone. Per me è molto più di un cane. Riguardo me, non mi importa di morire: ho avuto comunque una vita molto piena, se anche dovessi andarmene domani non avrei alcun rimpianto. Ma, per quanto io abbia odiato questi posti, vorrei restare in questa casa”. Maria Corrao

Quarta di 5 fratelli, Veronika è nata e cresciuta nella miseria più assoluta: poco cibo, nessun capriccio, vestiti malandati. Suo padre si suicida, impiccandosi, la notte di Natale, quando lei è ancora una bambina. Adesso, dopo una vita in cui ha conosciuto anche il successo, è tornata a vivere in povertà Chiama ora per la tua pubblicità!



x

e

6)

Murales del Picasso per il Parco Commerciale Pomona urales presso il “Parco Commerciale Pomona” (Pomezia). Tra passato e futuro con un linguaggio del presente. È con questo gioco di parole che potrebbe essere descritto quanto sta prendendo forma nel piazzale del nuovo parco commerciale intitolato a Pomona, figura centrale della storia cittadina. L’opera commissionata e finanziata dall'imprenditore Mario Serafinelli, vede la partecipazione degli studenti del Liceo Artistico ‘Pablo Picasso’ di Pomezia. Nel ruolo di coordinatrice del progetto in Alternanza Scuola-Lavoro, la docente Simonetta Trabocchini, che ha coinvolto due ex studenti del precedente Istituto d’Arte, l'Architetto Armando Gibertini e l'Art Director televisivo Andrea Paolini. L’obiettivo? Organizzare un’opera complessa in grado di valorizzare il nuovo spazio urbano. Dall’incontro di queste figure è nata l’idea di realizzare un soggetto artisticamente e tecnicamente complesso e in grado di rendere l’opera viva, mutevole nella sua percezione sfruttando una superficie di disegno molto estesa e uno spazio da percorrere e scoprire. L’opera L'immagine principale è infatti una inedita raffigurazione della Dea Pomona, Patrona pomorum, "signora dei frutti" già simbolo della Città di Pomezia ed è realizzata come restituzione anamorfica del soggetto pensato per rappresentare il dualismo, l’evoluzione storica della cittadina. Da un lato, quello di sinistra, vedremo la fondazione (e lo sbarco di Enea); sul lato opposto la Pomezia che “vogliamo”. Quella proposta dai ragazzi del liceo, espressione di una visione ottimistica proiettata in un futuro sempre più tecnologico ma al contempo ecologico, rispettoso dell’ambiente. Il dualismo è ben visibile nel volto della “Dea” anch'esso diviso in due a sottolineare le differenze temporali. Un'immagine tradizionale (sulla sinistra), l'icona con il cesto di frutta in vimini e lunghi capelli che avvolgono la parete da un lato mentre dall’altro (lato destro) una versione “comics”; una supereroina “aliena”, evoluta, che ci guiderà nel nostro futuro. Pomona e i suoi celebri Papà Il character di Pomona è stato “interpretato” e realizzato da due tra i maggiori street artist italiani, Solo e Diamond. Questi artisti di fama nazionale ed internazionale sono stati coinvolti nel progetto, su suggerimento di Andrea Paolini e Armando Gibertini alla docente Simonetta Trabocchini e al committente che ne hanno avallato l’idea. I ragazzi hanno beneficiato, nella fase preliminare, del supporto di una parte dei professori per le materie legate al progetto, circoscritto all’ambito dei programmi dei propri corsi. Nella fase di chiusura del progetto, la docente di

M

scultura Carola Masini insieme agli organizzatori, ha permesso di gestire in maniera ottimale la preparazione e lo studio della fase finale dei bozzetti, mentre il coordinamento artistico dei ragazzi, anche al di fuori dell’orario scolastico e la proiezione per la restituzione dei bozzetti sulla parete ha visto impegnati principalmente la professoressa Trabocchini e i due professionisti, Gibertini e Paolini. Lo studio dello spazio per l’anamorfosi, le indicazioni sullo sviluppo dei bozzetti oltre che il supporto per l’organizza-

zione della logistica dell'intero progetto svolto dagli organizzatori ha trovato una risposta positiva nel lavoro dei ragazzi e degli Artisti. I ragazzi della sezione di grafica parallelamente al progetto del murales sono stati impegnati nella progettazione di quello che diverrà il logo, vero simbolo del parco commerciale. Quindi parliamo di un intero percorso progettuale che spazia, collaborando, in molteplici aspetti delle arti applicate. Per il raggiungimento del risultato finale, hanno contribuito altri determinanti fattori, come la collaborazione tra studenti ed ex studenti e la contaminazione delle loro opere come sintesi delle loro idee progettuali, che è stata il risultato più importante vista la loro giovane età. Gli studenti sono entrati in un meccanismo lavorativo, per molti aspetti a loro ignoto appassionandosi allo stesso man mano che ne comprendevano il valore e arricchendolo con due murales. Le opere dei ragazzi, con pochi elementi essenziali, riescono a dialogare con l’intera opera, integrandosi pienamente alle esigenze dell’opera complessiva. Oltre a questi aspetti artistici,l’interessamento della dirigenza del Liceo Pablo Picasso ha fornito una pronta risposta nel far intraprendere ai ragazzi un corso di formazione in grado di prepararli a

gestire la realizzazione del proprio progetto in sicurezza. Le collaborazioni Oltre a quella iniziale e fondamentale dovuta alla passione e all’attenzione del territorio di Mario Serafinelli, motore e primo supporter del progetto, è stato particolarmente apprezzato il patrocinio del Comune di Pomezia, le cui figure istituzionali hanno mostrato interesse per il progetto e grazie al loro supporto che è stato possibile risolvere alcuni temi di hospitality con la collaborazione del direttore dell’Hotel Selene Paolo De Gregorio che ha fornito l’alloggio richiesto per l'evento, ai due Artisti ponendoli in grado operare nelle migliori condizioni possibili. La disponibilità fondamentale della Maga Immobiliare impegnata a fornire attrezzature sotto la direzione di Mario Serafinelli e Piero Striano. La generosità di Luca Pompili della società del Punto Colore 98 che ha fornito i colori per la parte del murales eseguita dai ragazzi. E ancora, la disponibilità di Iper Maury’s, di MD discount e di McDonald’s, nel fornire supporto a problemi del momento. Insomma, un lavoro che è frutto di collaborazioni, buona volontà, sacrifici, e altri fattori, piccoli e grandi, senza i quali molte opere significative non vedrebbero luce. La proiezione e il visuale Il progetto ha richiesto l'utilizzo di più proiettori per la realizzazione (in notturna) delle tracce sulle tre facciate della piazza, forniti dalla scuola. Per la proiezione principale si deve ringraziare la Stas Allestimenti s.r.l. il quale ha fornito strumenti tecnologici di proiezione adeguati alle dimensioni dell’opera. Prendendo spunto da questi aspetti più tecnologici per ciò che riguarda la percezione, possiamo aggiungere che il murales avrà anche una terza modalità di lettura, variabile nel tempo, nella forma e nei contenuti, sarà infatti arricchito (ed è un progetto in fase di sviluppo) dalla presenza di contenuti multimediali daranno vita alle tre pareti. Attraverso una specifica APP per Smartphone, sarà possibile fruire di eventi in augmented reality, un nuovo spazio per accrescere le conoscenze e la propositività degli studenti dell’Liceo Artistico di Pomezia. L’inaugurazione del Murales nel Parco Commerciale Pomona, avverrà il prossimo 5 Aprile dalle ore 17:00 con la presenza di una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale e allietata da una esibizione della prestigiosa scuola di danza di Pomezia la Rules Dance Studio. 1= Andrea Paolini, Armando Gibertini, Simona Morcellini (Vice Sindaco), Mario Serafinelli (ImprenditoreMaga Immobiliare), Studenti Del Liceo Artistico Plablo Picasso 2= Pomona con firme street artist





30

RUBRICHE

Il Corriere della Città aprile 2019

Fumo? No grazie! E in gravidanza è pura follia ensare che qualcuno ancora oggi nel 2019,con tutto quello che sappiamo in merito, inizi a fumare sembra davvero una sorta di follia consapevole, ma se a questa scelta associamo la concomitante condizione di essere in gravidanza, allora direi che potremmo parlare di follia e basta o quanto meno di colpevole incoscienza! A tal proposito, ormai 15 anni fa, nasceva la campagna “Mamme libere dal fumo” un progetto di prevenzione voluto dal CCM (Centro Nazionale Prevenzione e Controllo Malattie) e rivolto sia alle pancione che agli operatori sanitari. Questa campagna, a livello nazionale, coinvolgeva molte regioni italiane e nasceva dal progetto iniziale dell’ OMS sul counseling breve il quale puntava ad educare la popolazione ad uno stile di vita globalmente più sano coinvolgendo diverse abitudini scorrette. Tra i vari progetti che si sono affiancati, vorrei attirare la vostra attenzione sulla malattia tabagica legata in particolar modo alla gravidanza. Il fumo in dolce attesa infatti si associa statisticamente a complicanze sia materne che fetali e addirittura puo’ interferire con la capacita’ di rimanere incinta e portare a termine la gravidanza. Fumare espone le giovani donne in cerca di un bambino al rischio di gravidanza extrauterina e aborto spontaneo e i bimbi appena nati ad un aumento del rischio di bronchiti acute, broncopolmoniti, asma e otiti ricorrenti per non parlare poi dell'aumento del rischio di sids (Sudden Infant Death Syndrome) cioè della morte in culla. Tutto questo portò il PSN (Piano Sanitario Nazionale) a sentire l'esigenza di favorire la sospensione del fumo in gravidanza tramite interventi di informazione, sensibilizzazione, educazione e assistenza e ovviamente parlando di gravidanza le prime figure professionali coinvolte furono appunto le

P

ostetriche. La gravidanza infatti è un periodo in cui le donne sono particolarmente propense a cambiare le proprie abitudini di vita per cercare uno stile sicuramente più salutare se non per se stesse, quantomeno per il nascituro volendo proteggerlo da eventuali rischi dovuti a comportamenti poco responsabili. Diciamo quindi che la gravidanza può essere considerata come un Teachble Moment nella carriera da fumatrice, cioè un momento particolarmente adatto per smettere. Del resto non esiste un momento in cui la motivazione per abbandonare il vizio del fumo e’ tanto forte come durante l’ attesa del proprio figlio. Semplicemente il counseling e quindi soltanto interventi di informazione ed educazionae fatti alle donne in gravidanza ha dimostrato che l'efficacia risulta essere dalle 2alle 4 vaolte migliore rispetto a quello che succedeva facendo lo stesso tipo di intervento al di fuori della gravidanza. Diciamo quindi che in questo progetto si è a puntato ad agire sulla maggiore sensibilità delle donne in relazione al problema del fumo proprio perché oltre alla forte spinta sociale ricevuta dalla comunità, che in qualche modo tende a chiudere un occhio su chi ancora non ha buttato l’ultima cicca per sempre, di certo non perdona una donna in dolce attesa che mostra disinteresse non tanto per la propria salute, ma soprattutto per quella del nascituro etichettandola come una cattiva madre, ma risentono anche del proprio istinto materno venendo animate dal desiderio di non far danno al proprio bambino e quindi diciamo mostravano una sorta di predisposizione a interrompere l’abitudine al fumo spontaneamente. Si’! Il 61% delle donne ha smesso spontaneamente di fumare nel momento in cui ha scoperto di essere incinta. In Italia i fumatori sono circa 11 milioni e di questi 5 milioni sono donne di cui la metà ha un'età compresa tra i 20 e i 40 anni e quindi un'età che coincide con la possibilità di avere figli cioe’ un’ eta’ fertile. Dei 500.000 bambini nati ogni anno del nostro paese in media uno su due ha o il papà o la mamma che fuma, questo serve a rendere l’idea di quanto sia elevato il rischio di esposizione dei bambini al fumo passivo nella nostra società e quanto il problema necessiti di interventi mirati per ridurre il numero dei fumatori soprattutto tra le giovani donne che si trovano in età fertile o

in gravidanza, sostenendole anche dopo per non ricadere nel vizio. L’ostetrica incontra le coppie e i bambini molte volte durante il percorso nascita e anche nell’assistenza post natale quindi risulta essere la figura principale per fare campagna di informazione e intervenire ad ogni livello nella lotta contro il fumo. Alla luce di questo possiamo capire quanto l’ ostetrica possa fare per aiutare le donne che si trovano in gravidanza a smettere di fumare, diciamo che riveste un ruolo privilegiato nel contesto del counseling ma anche che possiede gli strumenti e i mezzi per fare informazione ed educazione rivolgendosi non solo alle pancione, ma anche alle donne in generale in ogni fase della loro vita. Insomma care mamme e future mamme nel fumo non c’e’ proprio niente di buono ne’ fuori dalla gravidanza ne’ tanto meno in gravidanza. Personalmente non sono mai stata attratta dalle sigarette, probabilmente non riuscirei ad accettare il compromesso dei vestiti che sanno di fumo, dei capelli che sanno di fumo, del non sentire piu’ il gusto di una bella carbonara… senza parlare del rischio di sviluppare magari un cancro… non che le sigarette siano le uniche responsabili, questo non lo direi mai, pero’...e per avere in cambio cosa? Due minuti di pausa tossica? No grazie non fa per me, ma questa sono io e non e’ nel mio stile giudicare le scelte altrui, pero’ vi faccio come al solito un invito a riflettere. So che la motivazione che a volte non si trova nella vita di tutti i giorni si puo’ trovare per amore di un figlio o di quel fagiolino che lo diventera’, so che a volte e’ difficile fare scelte sane per noi stessi perche’ un po’ ci sentiamo “immortali” e poi boh. ..”io mi sento bene!” , ma so anche che mia madre mi obbligava a mangiare le verdure e a bere il latte… perche’ una madre ha questo potere! E allora se trovate la forza, che fino a ieri neanche cercavate, per smettere di fumare mentre siete in attesa del vostro bimbo… perche’ non ne conservate un po’ per continuare a prendervi cura di lui e di voi anche dopo il parto? Vedetela cosi’: vostro figlio avra’ bisogno di voi per sempre, avete l’obbligo di offrirgli la “voi”migliore! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis Dovevolalacicogna@libero.it

Il fumo in dolce attesa si associa statisticamente a complicanze sia materne che fetali


www.ilcorrieredellacitta.com

CRONACA

aprile 2019

31

L'avvocato risponde iene richiesto alla redazione una illustrazione della disciplina che riguardi le unioni tra persone dello stesso sesso. «Sono utili brevi cenni di carattere storico sociologico sulla evoluzione del diritto di famiglie e dei suoi istituti. Le norme che hanno ad oggetto i rapporti giuridici ed i soggetti che costituiscono la famiglia sono passate da una concezione di famiglia, gerarchico-patriarcale e discriminatoria nei confronti della moglie, ad una concezione di istituzione gerarchicamente organizzata in società tra uguali. In effetti, la legge 151, del 1975 si basava sull’uguaglianza tra uomo e donna e cancellava la contrapposizione tra figli nati in costanza di matrimonio e figli nati da genitori non uniti in matrimonio. Successivamente la legge 54, del 2006, ha introdotto l’affido condiviso dei figli e le leggi 219/2012 e 154/2013 hanno avuto il preciso fine dell’uguaglianza giuridica tra figli. Mentre le leggi 162/2014 e 55/2015 hanno introdotto innovazioni procedurali, come la negoziazione assistita ed il divorzio breve. Ma la legge che ha più innovato il sistema giuridico interno adeguandolo alle reali spinte sociali è stata la L. 76/2016, nella quale hanno trovato riconoscimento e regolamentazione nuovi modelli familiari, ossia le Unioni Civili tra persone dello stesso sesso e le Convivenze di Fatto. Tale legge era ormai improcrastinabile nel diritto interno, attesa la evoluzione sociale già ormai sancita nella legislazione dei paesi europei, nonché rinvenibile nel riconoscimento delle coppie dello stesso sesso operato dalla Corte Costituzionale (Sentenza 11/06/2014, n° 170) e della Suprema Corte di Cassazione ( 09/02/2015, n° 2400). Secondo l’art. 8 della CEDU, richiamato nelle predette sentenze, per famiglia dove intendersi, non solo ogni relazione fondata sul matrimonio, ma anche ogni stabile legame affettivo di fatto e, non solo, anche alle coppie omosessuali deve essere riconosciuto il rispetto e la tutela del diritto fondamentale di vivere liberamente il loro rapporto. Al termine di tale processo si inserisce la legge 76 del 2016, la quale ha riconosciuto e regolamentato le unioni tra persone dello stesso sesso, escludendo che dette unioni possano essere definite come matrimonio. La costituzione, quindi, delle unioni civili è contrattuale e vengono qualificate come specifiche formazioni sociali idonei a favorire lo sviluppo della persona nella vita di relazione. Ciò significa aver riconosciuto alla relazione tra persone dello stesso sesso l’idoneità a essere titolari di diritti e obblighi. L’unione civile si costituisce attraverso una dichiarazione resa di fronte all’Ufficiale dello stato civile, il quale

V

provvede alla registrazione degli atti dell’unione nell’archivio di stato civile ed ha la mera funzione di certificare la volontà delle parti. Venendo ai doveri ed ai reciproci obblighi derivanti dall’Unione, deve riferirsi, in primo luogo, che i doveri sono correlati alla solidarietà e concernono l’assistenza morale e materiale, la coabitazione e la contribuzione ai bisogni comuni, mentre è espressamente escluso l’obbligo alla fedeltà. Dunque, per assistenza morale si intende il dovere di prestare al partner condivisione ed attenzione nella quotidianità, nonché aiuto nei momenti di difficoltà. Nell’obbligo di assistenza materiale rientra il concetto di mantenimento, nonché fornire tutto ciò che è necessario per un’esistenza libera e dignitosa. La nuova legge ha riconosciuto al convivente alcuni diritti che prima non lo erano, come quello di rappresentare l’altro in caso di malattia che comporti incapacità di intendere e di volere e in caso di morte, per quanto concerne la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie. L’unito civilmente può altresì essere nominato tutore, curatore, amministratore di sostegno dell’altro ed il Giudice tutelare nella scelta dell’amministratore di sostegno deve preferire, ove possibile, il civilmente unito all’amministrando. Quanto agli effetti di natura patrimoniale la disciplina delle unioni civile richiama integralmente le norme previste per il matrimonio, quindi, in mancanza di espressa pattuizione, il regime patrimoniale è costituito dalla comunione dei beni. Allo stesso modo, si applicano all’unione civile tra persone dello stesso sesso le disposizioni relative agli alimenti. In ragione di ciò il contraente civile è tenuto a prestare gli alimenti al partner che si trovi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. Anche per quanto riguarda la successione per causa morte, il civilmente unito è parificato al coniugato, riconoscendogli anche il diritto di abitazione nella casa familiare e le indennità di fine rapporto lavorativo. Allo scioglimento dell’unione civile si applica la disciplina del divorzio, ma non è richiesto il passaggio dalla fase di separazione prima di pervenire allo scioglimento. Per lo scioglimento dell’unione civile è sufficiente la domanda congiunta o disgiunta delle parti, che dichiarino all’ufficiale dello stato civile l’intenzione di sciogliere l’unione; decorsi tre mesi dalla suddetta manifestazione di volontà, l’unito civilmente (o la coppia congiuntamente in caso di accordo) potrà rivolgersi al Tribunale al fine di ottenere la pronuncia di scioglimento. Allo stesso modo è applicabile la norma secondo la quale il Tribunale ha la possibilità di attribuire ad una delle parti il

diritto di ricevere, dopo lo scioglimento dell’unione, un assegno di mantenimento, la cui disciplina coincide con quella dettata per il divorzio. Dunque, l’assegno avrà funzione assistenziale e per la quantificazione si applicheranno gli stessi criteri utilizzati per le coppie unite in matrimonio. In ambito procedimentale si applica la normativa sulla negoziazione assistita e ci si potrà rivolgere anche al Sindaco. In definitiva la legge 76 del 2016 ha ampliato il tradizionale concetto di famiglia, ricomprendendovi anche le unioni civile e la convivenza di fatto, tenendo in debito conto dell’evoluzione sociale, peraltro già viva in molte realtà europee. Avv. Antonio Aquino

www.ilcorrieredellacitta.com


32

RUBRICHE

Il Corriere della Città aprile 2019

Perché crediamo nell'oroscopo erché molte persone, anche intellettuali e razionali, credono all’oroscopo o alla lettura delle carte, della mano, etc. Dal punto di vista scientifico non ci sono prove che le pseudoscienze come l’astrologia abbiano un fondamento, anzi: analizzandole con logica è chiaro che si basano su convinzioni sbagliate. L’oroscopo è una pratica illusoria fondata su un meccanismo psicologico che porta le persone a identificarsi con le previsioni. Previsioni generiche valide per tutti, nei quali tutti, in virtù di tale meccanismo giungono a riconoscersi. Gli astrologi, maghi, veggenti (a volte anche studenti liceali per pochi euro lo redigono), creano 12 profili, tanti quanti i segni zodiacali, validi per tutti i 7,5 miliardi di persone esistenti nel mondo. Una valutazione impossibile, considerando che la crescita di ogni individuo è unica e dipende da svariati fattori ereditari, costituzionali e anche dall’ambiente in cui si trova a vivere, e nulla dal suo giorno di nascita. Si tratta dell’”effetto Forer”, dal nome dello psicologo statunitense Bertram Forer che lo ha dimostrato scientificamente nel 1948, (definito anche Barnum, dal nome di un imprenditore americano che si arricchì enormemente, nel 2012, costruendo un circo nel quale faceva credere alla gente le cose più bizzarre. Quando ci troviamo davanti a un profilo psicologico generico e ci dicono che è stato creato su misura per noi, tendiamo a ritenerlo preciso e accurato grazie alla presunzione che sia stato creato esattamente per noi. Il dr. Forer fornì un’analisi della personalità per ogni suo allievo dove gli studenti dovevano dare una valutazione da 0 a 5 per stabilire se il profilo corrispondeva al proprio, ottenendo un assenso pieno quasi da tutti, ( 4,26). Solo alla fine Forer rivelò di aver consegnato a tutti la stessa analisi di personalità, identica per ognuno, completamente inventata, scegliendo descrizioni che si adattavano a chiunque, < hai scoperto che è imprudente essere troppo sinceri>>, << a volte sei estroverso, affabile ma altre che sei introverso, diffidente>>, <<a volte dubiti di aver fatto la cosa giusta>>,<< la sicurezza è uno degli obiettivi della tua vita>>…etc , affermazioni alle quali tutti possono aderire. Lo studio della posizione degli astri è scientifico, la sua logica comincia a vacillare quando si ritiene che la posizione degli astri influenzi il carattere e il destino di una persona, questa stima non si basa su prove dimostrate, ma su credenze tramandate in secoli di storia, l’astrologia è una branca antica. I primitivi, a digiuno delle cause che scatenavano la pioggia, danzavano per provocarla o impedirle di arrivare, oggi se il ginocchio fa male… pioverà, non è molto

P

differente. Non essere in grado di prevedere il futuro, gestire il caso, fa paura, crea insicurezza, costringe a confrontarsi con le proprie debolezze, contro le forze della natura, con i venti, che solo a Eolo obbediscono silenti. Le previsioni attecchiscono su tali paure, anche se sconfessate dai fatti, tipo…presto riceverai una fortuna, incontrerai l’anima gemella, e poi non accade nulla, si ritorna a leggere l’oroscopo il giorno dopo, quando si tratta delle nostre illusioni più care funziona sempre il pensiero magico, una modalità di pensiero preponderante nell’età infantile che riemerge nelle situazioni difficili della vita,

lutti, fine di un amore, terremoti, che creano paura, incertezza. La divinazione e l’oroscopo offrono scorciatoie mentali e prospettive positive per il futuro che la mente accoglie volentieri, è chi legge che riconosce informazioni dettagliate e aggiunge particolari precisi e corrispondenti per se stessi. La nostra mente è pigra, è nella struttura del cervello cercare di sprecare meno energie possibili, se trova una via facile per avere una risposta, prende quella, il dramma della cultura affidata sempre più esclusivamente ai social, è questo. L’uso di scorciatoie mentali per arrivare a una soluzione è chiamato euristica: se l’euristica fallisce, entrano in campo i pregiudizi e solo in seguito la logica. La mente è anche abituata a mettersi in mostra, ad essere egocentrica, quando vede qualcosa attorno a sé, fa subito una valutazione del “mio” e “loro”, cioè associa tutto a se stessa. All’interno di descrizioni più precise

negli oroscopi non mancano mai i “se” i “ma” che rendono il tutto di nuovo aleatorio, il risultato è identico, soltanto un po’ più subdolo da sviscerare, tipo «hai la tendenza a essere critico con te stesso», ( dove comunque molti sarebbero d’accordo, non esistono comportamenti stabili) ma la parola, “tendenza”, apre il margine di errore. Inoltre, se è una persona autorevole a creare un profilo preciso e pure positivo, la nostra mente, inorgoglita, subisce maggiormente l’effetto Forer , così accade anche che se sono in molti a crederci (che fa sentire normali, in osservanza di un concetto di salute normosociale), deve essere vero. In tanti ogni bizzarria può divenire normale, n Africa è normale girare con un cappello di piume di pavone in testa, è strano chi non lo porta, al centro di Roma un po’ meno, anche se i pavoni in giro senza cappello non mancano. Sradicare il fenomeno innescato dall’effetto Forer è molto difficile, perché le persone tendono a non uscire dalle proprie convinzioni, che si sono create con anni di fatica e rinunciarvi sarebbe come rinnegare se stesse. L’impossibilità di pensare è il vero inferno, chi sta male attacca coscientemente gli altri (si accusano sempre gli altri delle proprie debolezze, nella speranza e nel timore che ci aiutino)e inconsciamente il proprio pensiero. Lo scopo è impedirsi di pensare, il pensiero inaugura la depressione, ci costringe a rinunciare alla necessità di sapere tutto subito cedendo il posto alla necessità dell’erranza, per consentire al non detto, al non ancora capito, a una ferita di rimarginarsi il tempo necessario. Lo stato di non avere sempre tutte le risposte a disposizione crea disagio ma non sarà mai una scorciatoia a risolvere un problema. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass. Culturale Tyrrhenum V.F.Durati,12 Pomezia Cell. 3317996787 Corso di psicologia mercoledì h.17,00/18,30


www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019

L'INTOLLERANZA

«Ho sempre saputo che non esistono le razze. Il cervello degli uomini è lo stesso. Esistono i razzisti e bisogna vincerli con le armi della sapienza» (Rita Levi Montalcini) rendiamo spunto dal recente fatto di cronaca dove un 13enne di nome Ramy è riuscito a sventare una strage, in quanto è stato decisivo nel contattare i soccorsi a bordo dell’autobus dirottato, per riflettere sulla necessità di richiamare ad un atteggiamento più obiettivo nel giudicare le persone, invece di etichettarli secondo la loro nazionalità. Sfogliando i giornali o ascoltando qualche trasmissione televisiva appare evidente che l’importante, da tempo, non sia più affermare le proprie idee, chiarire i concetti ed esprimere le convinzioni in maniera più chiara possibile, quanto smantellare l’avversario aggredendolo verbalmente, insultarlo, metterlo in ridicolo magari approfittando di qualche difetto fisico. In questo modo si crede di avere la meglio, di apparire più forti nei confronti di chi, in maniera più pacata, cerca di esprimere le proprie convinzioni. Questo avviene non solo in politica ma in qualsiasi aspetto della vita sociale: affari, sport, spettacolo, economia dove

P

RUBRICHE il dialogo è troppo spesso caratterizzato da un linguaggio offensivo e violento. Ma in politica, soprattutto in politica, non dovrebbe essere così. La politica dovrebbe essere il territorio in cui gli interessi collettivi devono essere la guida ad ogni ragionamento; il luogo dove esistono solo le idee promosse da individui dove: che sia alto o basso, bianco o nero, con o senza orecchino, non deve fare nessuna differenza. Il problema sorge quando dietro all’immagine, che alcuni nostri politici ostentano in maniera esagerata, si nasconde un vuoto di idee e convinzioni e, di conseguenza, ci si ritrova ad essere governati da uno sgargiante sorriso di un uomo bianchissimo che copre un arido deserto della mente e del cuore. Non è un caso che il razzismo trionfi maggiormente nei paesi ricchi, dove prevale l’individualismo e la mancanza di solidarietà che vuol dire mancanza di rispetto per gli altri, con la conseguenza che tali comportamenti generano spesso violenze inaudite. Ignobili gesti compiuti da qualche schiavo dei pregiudizi e di un modo di agire che è lontano da qualsiasi progresso. Forse ha ragione chi dice che a certe provocazioni ed a questi comportamenti non bisogna dare risalto; che a parlarne gli si da soddisfazione e popolarità, che poi è quello che cercano. Ma il rischio che certe cose passino quasi sotto silenzio si finisce per ammetterli, darli per scontati. Ma proviamo ad allargare il ragionamento cercando di capire perché si è schiavi di questa intolleranza verso altri essere umani. Questo accade perché in qualcuno ancora esiste il culto della razza. Ma è una realtà evidente che le razze non esistono. Non esiste una razza bianca, nera o gialla. Siamo tutti quanti simili e diversi.Il termine razza, se usato per gli umani, è improprio. Ha un significato se riferito per gli animali, così diversi tra loro come per esempio i cani possono essere di razze diverse. Non così gli umani. Perciò ignorarlo vuol dire trattare l’uomo come un animale. Ciò che definisce un essere umano sono i suoi geni, il suo DNA, non il colore della sua

33

pelle. Nessun comportamento può essere riferito a un dato esteriore, o in altri termini, all’aspetto fisico di una persona. A definirci sono le nostre qualità, le nostre capacità, la nostra volontà, la nostra fedeltà o infedeltà ai valori fondamentali che sono alla base di ogni civiltà. Cosa importa il colore della pelle? Apparteniamo tutti ad una sola ed unica razza: la razza UMANA, che comprende i sette miliardi di abitanti del nostro pianeta. Quindi, in conclusione, potremmo dire che la stupidità del razzismo si combatte con l’istruzione e con la buona educazione, smantellando ogni pregiudizio. Una volta affermato che le razze non esistono, diventa più difficile trovare una giustificazione alle discriminazioni basate sul colore della carnagione. Il razzista non rispettando gli altri manca di rispetto a se stesso. E’ un disgraziato, a disagio nella sua stessa pelle e quindi bisognoso di rassicurazioni. E lo Stato è giusto che faccia la sua parte, cominciando a garantire a tutti lo stesso diritto ed il punto di partenza non può che essere l’eliminazione di qualsiasi discriminazione e sperare in un domani dove ci si senta tutti uguali nonostante le nostre differenze. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it


34

RUBRICHE

Il Corriere della Città aprile 2019

Io Chakra, e tu? Alla scoperta dell'energia del corpo l Chakra traducibile come "ruota" o "cerchio" è un concetto delle tradizioni religiose orientali, dove il corpo umano è visto composto da molti livelli di energia che è distribuita tramite vari canali. Così come ogni nostra cellula ha un centro di energia, così i Chakra sono da considerarsi dei centri di forza connessi ad alcune ghiandole endocrine, rilasciano l'energia accumulata che si trasforma in potere creativo, in piacere sessuale, intellettuale, emotivo e spirituale. Sono le energie sottili del corpo umano. I Chakra possono essere paragonati ad una scala interiore che mette in comunicazione la Terra con il Cielo ossia la nostra parte conscia con la nostra parte divina. Vengono visualizzati come dei fiori dai diversi colori: rosso-vita, arancione-energia, giallointelletto, verde-amore. azzurro-creatività, indaco-intuizione, violetto-spiritualità. La classificazione 1°chakra - ghiandola surrenale - MULADHARA o “chakra della radice” E' situato nella parte inferiore del bacino, tra coccige e pubeSignificato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita,avere la capacità di governare gli istinti e l'autoconservazione; è il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l'atto sessuale. Il suo colore è il rosso. 2° chakra- gonadi - SVADHISTANA o “chakra sacrale” Sta nella metà inferiore del ventre Rappresenta il piacere e la gioia di vivere . Il colore è l'arancione. 3° chakra- pancreas - MANIPURA o “chakra del plesso solare- dell'ombelico” Nella metà superiore del ventre Rappresenta la volontà e l'autostima, quindi la capacità di agire con autonomi Il colore è il giallo 4° chakra-timo - ANAHATA o “chakra del cuore” E' situato nella zona pettorale. E' la capacità di comunicare affettività, amando di un amore che parte dal cuore e non dalla mente. Il suo colore è il verde.

I

Il Corriere della Città Numero 4 Anno 11

www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019

EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

5° chakra- tiroide - VISHUDDHA o “chakra della gola” Sta sul collo, a livello delle clavicole. Il colore è l'azzurro Rappresenta la creatività, la forte percezione estetica e la comunicazione. In senso spirituale rappresenta la connessione con le dimensioni che superano quella umana. 6° chakra- ipofisi - ADJNIA o “chakra del terzo occhio”La sua posizione è al centro della fronte, in senso spirituale è il "terzo occhio"Il suo significato è la mente razionale, la saggezza e la fiducia in se stessi. Colore: indaco. 7° chakra - epifisi -SAHASRARA o “chakra della corona o loto dai 1000 petali”Sta sopra il cranio è considerato la dimora del Dio creatore Brahma. Rappresenta la capacità di pensare strategicamente, in senso individuale è l'autorealizzazione, in senso spirituale è la comunione con il Divino. Il colore è il viola. Foto e testi di Laura Piacentini

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 31/03/2019

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


I

A g m w c


36

SPORT

Il Corriere della Città aprile 2019

Team Nuova Florida extraterrestre: si punta al double omezia Calcio - Il Pomezia Calcio resta aggrappato alle prime posizioni del girone. La squadra di patron Bizzaglia comincia marzo nel migliore dei modi, espugnando il campo della Boreale Don Orione grazie a Laghigna e Di Ventura. La giornata successiva vede ancora i pometini prevalere, questa volta sul Grifone Gialloverde che si arrende ad un gol di pregevole fattura tecnica del centrocampista Lo Pinto. La 27esima giornata è da dimenticare: i pometini cadono di misura (2-1) sul campo della Vigor Perconti. Stesso discorso per la 28esima che vede il Pomezia capitolare in casa all’inglese contro l’Itri Calcio. La scossa arriva ed è firmata Andrea Bizzaglia, il giovane attaccante pometino decide la gara (01) in casa dell’ostico Morolo. Ora la classifica vede orbitare 6 squadre nel giro di soli punti a 5 giornate dal termine. UniPomezia I ragazzi del presidente Valle vincono la prima gara del mese di marzo, grazie ad un gol di Delgado contro il Campus Eur al Comunale di Pomezia. Alla 26esima i pometini calano addirittura la manita (2-5) sul campo del Montespaccato, a segno Delgado con una tripletta, un gol di Ciaramelletti e ad un’autentica perla di Valle. La giornata successiva è un pari casalingo contro il Cynthia (1-1). I crimsini cadono rovinosamente alla 28esima fuori casa: il Real Monterotondo cala il poker ed a segno va anche l’ex di turno Marco Lupi. Alla 29esima ne scaturisce un pirotecnico pareggio per 3-3 contro il Ronciglione United. La vetta dista ora 18 punti mentre il secondo posto ne dista 16. Per l’Uni Pomezia si prospetta un tranquillo finale di stagione iniziando a programmare il prossimo anno calcistico… Team Nuova Florida Gli ardeatini sono un’autentica macchina da vittorie. I biancorossi guidano magistralmente il proprio girone di appartenenza in

P

Eccellenza e sono riusciti Andrea De Marchi incontra il Sindaco Zuccalà nell’impresa di approdare TENNIS - Pomezia aballe semifinali nazionali di braccia il baby campione Coppa Italia Dilettanti. di Tennis Andrea De Un marzo 2019 che entra Marchi - Proseguono gli di prepotenza nella storia incontri tra l'amministradel sogno biancorosso zione comunale di Pomegrazie a 4 vittorie su 5 in zia e le personalità che campionato attestandosi danno lustro alla città. momentaneamente sulla vetta del girone ma so- Questa è stata la volta del baby campione di Tennis Anprattutto grazie alla dop- drea De Marchi. Reduce dalla recente affermazione al prepia vittoria nei quarti di stigioso torneo giovanile “Lemon Bowl” (under 12), il finale contro i campani giovane atleta vanta nel suo palmares anche i titoli di del Tre Pini Matese (0-1 e Campione regionale, Campione italiano a squadre e vice 2-1). Nella doppia sfida campione europeo con la nazionale italiana. “Siamo orgonelle semifinali, la squa- gliosi di aver avuto come ospite Andrea De Marchi, un dra del presidente Mar- grande talento cittadino nel Tennis” ha dichiarato Giucucci incontrerà i pugliesi seppe Raspa Assessore allo Sport. “Il ragazzo è un simbolo del Casarano Calcio fre- di come lo sport può dare un contributo positivo alla creschi della vittoria del scita giovanile.” "Spero che tanti giovani pometini poscampionato. Andata in sano prendere spunto dal nostro piccolo sportivo. La casa il 3 aprile (nella foto). storia di questo atleta è la dimostrazione che Pomezia è La domanda ora è legit- un luogo dove i sogni e successivamente le aspettative di tima: sarà double per il T. giovani e adulti possono prendere vita” ha affermato Nuova Florida di mister Adriano Zuccalà Sindaco di Pomezia. Andrea Bussone? vera pronta ad approfittare a 59 punti con Indomita Pomezia – Selva A.P. L’Indomita Pomezia resta la regina del girone sole 5 giornate ancora da giocare. G di Prima Categoria. Il mese di marzo vede i pometini pareggiare due volte e vincere 3. Pareggi maturati rispettivamente sui campi di Real Marconi Anzio (1-1) e Real Velletri (1-1) mentre le vittorie sono state ai danni di Clembofal (1-3), P.C Cecchina (4-1) e Divino Amore (5-1). Grande rammarico per i tre punti persi per la squadra di Aiello che ora conduce il girone con 62 punti con il Centro Sportivo Prima-

Il Team Nuova Florida guida magistralmente il proprio girone di appartenenza in Eccellenza e sono riusciti nell’impresa di approdare alle semifinali nazionali di Coppa Italia Dilettanti


www.ilcorrieredellacitta.com

aprile 2019

37

SPORT

Indomita ancora in testa, Pomezia a -5 dalla vetta Eccellenza girone A

Seconda Categoria gir. H

Calcio a 5 - Serie C2/A

Calcio a 5 - Serie C2/B

Eccellenza girone B

Prima Categoria girone G

Terza Categoria Roma B

Nba jr League: c'è l'IC Via della Tecnica di Pomezia QUI POMEZIA - Anche quest’anno un’eccellenza sportiva di Pomezia sta tenendo alto il valore del territorio all’interno del torneo Jr NBA League 2019. I ragazzi della scuola media Marone (Via della Tecnica) partecipano infatti alla rassegna organizzata dalla lega di pallacanestro statunitense e dalla FIP, riservata soltanto a 30 scuole del Lazio. La scuola media Marone compete con il nome dei Cleveland. Ad ogni istituto è stato infatti assegnato un nome di una delle squadre di basket dell’NBA. L’istituto di Pomezia è stato inserito nella Central Division, uno dei sei raggruppamenti nei quali sono state suddivise le scuole laziali, in questo caso di Roma e Provincia (il torneo si svolge infatti in altre zone dello stivale, ndr). Alla fine del girone l'IC Via della Tecnica si è classificato al terzo posto: la formula del Torneo prevede il passaggio agli ottavi solo delle prime due squadre per girone e delle due migliori terze. Attesa dunque per capire se il cammino dei pometini proseguirà.

La nuova torre Totem a Pomezia: la presenta il Sindaco Zuccalà Calcio a 5 - Serie B/E

«La nuova torre totem, inaugurata lo scorso giovedì in Piazza Indipendenza, insieme alla rete commercianti di Pomezia Centro, rappresenta una storia di collaborazione tra pubblico e privati. Oltre ad essere un elemento di arredo davvero particolare, è anche un punto informativo sempre aggiornato, a servizio della cittadinanza, grazie ai due monitor installati. Abbiamo avviato da tempo un percorso di condivisione con le realtà del territorio, dalle grandi aziende ai piccoli commercianti, passando per le scuole e la cittadinanza. Tanti progetti sono in cantiere e presto la città di Pomezia sarà esempio anche nel fare network».


38

SPORT

Il Corriere della Città aprile 2019

Fabio Sakara orgoglio di Pomezia: riuscita l'impresa abio Sakara riesce nella sua impresa. E’ stata un’autentica impresa a favore della ricerca. Fabio Sakara, in sella alla sua Bike Erg, è riuscito pedalare per 24 ore di fila. Grande è stata la partecipazione dei pometini accorsi in Piazza Indipendenza all’evento “In sella con Sakara-Pedaliamo per la ricerca” iniziato sabato 30 alle 10:30 e finito questa mattina alle 11.30. La ventiquattro ore è iniziata con la pedalata simbolica del Sindaco Adriano Zuccalà ed alcuni componenti della Giunta e del Consiglio, a testimoniare la vicinanza all’atleta e promuovere la donazione in favore della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. Tanti sono stati gli ospiti, artisti e cittadini che hanno letteralmente accompagnato Sakara nella sua impresa. «Sono state 24 ore emozionanti, ricche di partecipazione e solidarietà; ringrazio Fabio Sakara, un atleta con un cuore immenso» ha affermato Miriam Michela Delvecchio, Assessore ai Servizi sociali – «La

F

Fabio Sakara, in sella alla sua Bike Erg, è riuscito a pedalare per 24 ore di fila per sostenere la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica

manifestazione ci ha ricordato di quanto è

importante stare al fianco della ricerca affinché si riesca a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia e si riesca con il tempo a giungere ad una cura definitiva». «E’ stato un fine settimana da ricordare sotto tanti aspetti» - ha dichiarato il Sindaco Adriano Zuccalà - «Voglio sottolineare il grande cuore di tutti i cittadini di Pomezia che hanno donato, anche un piccolo contributo, in favore della Ricerca. Inoltre, faccio i miei complimenti a Fabio Sakara per aver portato a termini una grande impresa, che sono sicuro sarà da esempio per tutti noi».




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.