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Anno 13 Numero 4
APRILE 2021
libertà informazione politica cronaca cultura sport VACCINI MA NON SOLO: IL NOSTRO VIAGGIO ALLA BASE MILITARE DI POMEZIA
D E N T R O L’ H U B VA C C I N A LSPO E D I P R AT I C A D I M A R E INCHIESTA AD ARDEA
3 stabilimenti su 4 non sono in regola
NUMERI E PANDEMIA Tutto quello che “non torna” nella gestione del Covid Il Professore Luca Andreassi: «Le restrizioni di marzo non hanno portato particolari benefici»
LAURENTINA Ancora solo annunci ma zero fatti
Reportage DENTRO LA BASE DI PRATICA DI MARE
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OPERA “SCOMPARSA” Intervista con gli artisti che l’avevano realizzata Intanto terminato il grande murale alla Biblioteca di Agostino Iacurci LE FOTO
“Lo chiamavano Tyson” In libreria l’ultimo lavoro di Mauro Valentini L’INTERVISTA
l grande aeroporto militare di Pratica di Mare diventato dal 31 gennaio scorso il sito nazionale di stoccaggio per i vaccini contro il Covid-19. Quel giorno erano state consegnate infatti le prime dosi di vaccini provenienti dagli stabilimenti del Belgio: si trattava di un lotto composto da 66.000 fiale che furono poi subito ridistribuite su tutto il territorio nazionale. Da allora altre migliaia di dosi sono continuate ad arrivare e sempre con l'obiettivo di raggiungere poi le destinazioni finali e dunque la popolazione. All'interno della base è stato allestito, in termini tecnici, un hub intermodale militare di ampie dimensioni che viene utilizzato per la distribuzione dei vaccini in grado di accogliere vettori aerei e elicotteri. Da lì i vaccini vengono quindi distribuiti a cura delle Forze Armate in tutta Italia. (continua a pag.4)
APRILE 2021 NUMERO 4
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INCHIESTA AD ARDEA
Reportage D e n t r o l a b a s e m i l i t a r e d i P ra t i c a POLITICA Vaccini, Regioni in ordine sparso....................p. 14 Il flop dell’App Immuni....................................p.15 CRONACA Numeri e Covid, parla il Prof. Andreassi..pp.16-19 «Sol Indiges», finita l’opera alla Biblioteca.....p.21 Laurentina (ancora) piena di buche................p.24 Ardea, ok alla riqualificazione di Viale Forlì.........p.25
Intervista a Mauro Valentini.......................da p.28 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 32
S g o m b e r i n o n e ff e t t u a t i e s p i a g g e libere attrezzate che diventano stabilimenti balneari: il caso
SPORT ECCELLENZA
Si torna in
campo: date e regole
Sul web Tutte le notizie sul territorio le trovi su www.ilcorrieredellacitta.com
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REPORTAGE
Il Corriere della Città aprile 2021
Viaggio nell’HUB vaccinale di Pratica di Mare (segue dalla copertina) A distanza di due mesi abbiamo allora deciso di portarvi con noi, attraverso un dettagliato reportage, a visitare la base, seppur da “remoto” per raccontarvi come avviene tutto il processo che abbiamo visto poco fa. Non solo. Pratica di Mare, oltre al ruolo chiave che gli è stato assegnato in questo momento storico così delicato, è molto di più: la base ha infatti al suo interno tutta una serie di reparti molto importanti sia dal punto di vista strategico, sia logistico, sia per ciò che riguarda i servizi –alcuni sono delle vere e proprio eccellenze –resi al Paese. Vaccini ma non solo: tutto quello che si può vedere a Pratica di Mare Rimanendo sempre in ottica sanitaria la base di Pomezia è un importante punto di riferimento per il trasporto di pazienti particolarmente infettivi (cd. biocontenimento, ndr). Nell'ultimo anno, inutile a dirsi, molte risorse sono state impegnate anche qui per trasferire malati Covid con l'impiego di un'equipe medica specializzata. A febbraio 2020, non a caso, il
volo per rimpatriare gli italiani rimasti bloccati nella cittadina di Wuhan, da dove è partita la pandemia, decollò proprio da Pratica di Mare. Un altro importante servizio in cui sono impegnate le forze armate è quello del trasporto di urgenza attraverso i mezzi dell'aeronautica di pazienti in gravi condizioni i quali necessitano il trasporto verso strutture sanitarie specializzate nel minor tempo possibile. Ma andiamo avanti.
Pratica di Mare è famosa anche per il suo reparto di volo sperimentale – che come vedremo ha subito delle modifiche recentemente ma senza per questo perdere la sua importanza – il servizio meteo nazionale o, ancora, per il centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche. “Buon viaggio” allora! (continua a pag. 8)
A Pratica di Mare c’è un’equipe specializzata per il trasporto di pazienti in ‘biocontenimento’. Qui ha sede inoltre anche la Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale che ha assorbito l’ex reparto sperimentale di volo
La base di Pratica di Mare è diventata l’hub nazionale per la distribuzione dei vaccini
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(segue da pag.4) Vaccini anti Covid, dentro l'Hub Nazionale di Pratica di Mare Ad accompagnarci nel nostro viaggio è stato il Generale di Divisione Aerea Mauro Lunardi, Comandante della Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale (D.A.S.A.S.) di Pratica di Mare. Come è cambiata l'organizzazione interna e, di conseguenza, le attività svolte all'interno della base di Pratica di Mare dopo lo scoppio della pandemia? «L'aeroporto militare di Pratica di Mare è stato in prima linea nella gestione dell'emergenza epidemiologica sin dalle primissime fasi, dai voli per il rimpatrio dei connazionali dalle località maggiormente colpite dal virus, ai trasporti in alto biocontenimento di pazienti contagiati, dalla Certificazione Tecnico Operativa degli aeromobili utilizzati in tali missioni di volo (affinché fosse possibile imbarcare barelle di diverse tipologie sia su velivoli da trasporto per esigenze di lungo raggio, sia su elicotteri per voli che richiedono distanze più contenute), al trasporto di equipe mediche e di materiale sanitario, dalla sperimentazione e produzione di maschere facciali da snorkeling trasformate in dispositivi di protezione medica, alle più recenti attività legate all'operazione EOS di stoccaggio e distribuzione dei vaccini Covid-19, attività, quest'ultima, che vede l'aeroporto romano dell’Aeronautica designato quale unico hub
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Operazioni di arrivo dei vaccini presso gli hangar della base nazionale. Non solo l’organizzazione interna dell’aeroporto ma quella dell’Aeronautica stessa è cambiata per dare supporto alle molteplici mansioni messe in campo per il contrasto alla pandemia, ed è grazie al continuo addestramento, ai mezzi ed equipaggiamenti tecnologicamente avanzati ed alla profonda specializzazione del personale che è stato possibile affrontare le difficoltà imposte da questo periodo così complicato. Una fra tante i voli in biocontenimento per i quali i nostri operatori si sono sempre addestrati, anche quando
Base scelta come HUB nazionale per la sua posizione geograficamente strategica. Una volta giunti a Pratica di Mare i lotti vengono poi spediti in tutta Italia con i mezzi più idonei
Arrivo di lotti AstraZeneca all’aeroporto di Pratica di Mare
l’ipotesi di una pandemia globale sembrava essere solo un assurdo scenario. Mi preme anche sottolineare che tutte le attività legate alla mission della Forza Armata, in primis la difesa dello spazio aereo nazionale, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, sono state portate avanti senza interruzioni, garantendo ininterrottamente la sicurezza dei nostri cieli e la difesa degli interessi nazionali vitali, in Italia e all’estero». La base è stata scelta come HUB per la distribuzione dei vaccini in Italia: perché proprio Pratica di Mare? Qual è il suo ruolo nella battaglia contro il Covid-19 da un anno a questa parte? «Qualche mese fa, su richiesta del Commissario Straordinario per l'emergenza e del Ministro della Salute Roberto Speranza, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha reso disponibile l’aeroporto di Pratica di Mare quale hub nazionale di stoccaggio per la campagna di vaccinazione anti-COVID19. Localizzandosi al centro della nostra Nazione, l’aeroporto ha una posizione geograficamente strategica per la successiva distribuzione dei vaccini su tutto il territorio. Inoltre, la sua estensione (con 830 ettari è uno fra i più vasti aeroporti militari d'Europa) garantisce l’adeguata cornice di sicurezza necessaria e comunque intrinseca di un’istallazione militare. Si tratta dunque di un hub intermodale militare, in grado di accogliere vettori aerei ed elicotteri, oltre ad essere baricentrico per la connettività stradale». (continua) Nuova organizzazione interna, addestramento costante del personale, specializzazione e alta tecnologia: così gli 830 ettari di superficie di Pratica di Mare (tra i più grandi aeroporti militari d’Europa) sono stati rimodulati per gestire l’emergenza Coronavirus
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aprile 2021 (segue) Come avviene l'arrivo e il successivo trasporto dei lotti vaccinali? Come viene garantita la catena del freddo? «I vaccini di Astra Zeneca e di Moderna vengono consegnati direttamente dalle case farmaceutiche tramite corriere presso l’hangar di Pratica di Mare, appositamente adattato dal Servizio Infrastrutture e dal Comando Aeroporto di Pratica di Mare per assolvere la funzione di ricezione e conservazione dei vaccini. La struttura, allo scopo di garantire gli standard richiesti, è stata ricondizionata grazie all’intervento dei Reparti Genio dell’Aeronautica Militare, coadiuvati dal Comando Aeroporto di Pratica di Mare, che ne hanno curato, oltre alle diverse opere edili di adeguamento, anche la distribuzione delle rete elettrica con la realizzazione di un’apposita centrale elettrica fornita di gruppi di continuità, e la realizzazione della componente impiantistica necessaria per l’alimentazione di tutte le apparecchiature presenti per la custodia e gestione dei vaccini. Qui sono disponibili shelter frigo di ampie dimensioni forniti dalla Struttura Commissariale idonei ad assicurare l’immagazzinamento e la conservazione degli stock consegnati. In una fase
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Vaccino Pfizer stoccato temporaneamente nella base immediatamente successiva, un team interforze guidato dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI), in funzione del piano di distribuzione fornito dalla Struttura Commissariale, procede allo spacchettamento e immediato riconfezionamento dei vaccini per essere poi spediti sia con mezzi ruotati o tramite vettore aereo in funzione della distanza da percorrere. Durante tutto il processo, una speciale attenzione deve essere rivolta al mantenimento della necessaria ca-
tena del freddo, oltre che agli aspetti di custodia e sicurezza, particolarmente importanti e garantiti da una installazione militare». (segue) L’hangar della base è stato adattato per assolvere la funzione di ricezione e conservazione dei vaccini. Tra le altre è stata realizzata anche un’apposita centrale elettrica fornita di gruppi di continuità
A sinistra l’hangar dove vengono immagazzinati i vaccini; a destra operazioni di carico su un’areo dei lotti da consegnare
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(segue) Sappiamo che la base dispone di un'unità speciale medica, un'equipe esperta nel trattamento di pazienti particolarmente infettivi (cd. Biocontenimento). Qual è il suo ruolo e come viene impiegata nei trasporti sanitari nazionali e internazionali? «Fino a poco più di anno fa non erano in molti a conoscere questa importante capacità Trasporto in biocontenimento di operativa, eppure l’Aeronautica Militare pazienti infettivi con mezzi svolge questa attività strategica, certificata a dell’aeronautica: l’attività fa livello mondiale, da oltre 15 anni. Infatti dob- riferimento all’Infermeria biamo risalire al 24 gennaio del 2006 per tro- Principale di Pratica di Mare. vare il primo intervento effettuato con un Il numero di specialisti varia a velivolo C-130J, a favore di un paziente af- seconda del tipo e livello fetto da una grave forma di tubercolosi pol- dell’intervento richiesto monare resistente a ogni trattamento febbraio, sono state effettuate complessivafarmacologico. La lungimiranza di dotarsi di mente 87 missioni, con circa 448 persone una capacità operativa, frutto di apparecchiaevacuate. Aggiungo con orgoglio che lo ture con caratteristiche specifiche tecnologiscorso dicembre 2020, alla luce dell’emercamente avanzate e personale specializzato, genza sanitaria, il velivolo KC-767A del si è dimostrata assolutamente vincente. Lo 14°Stormo di Pratica di Mare ha utilizzato hanno dimostrato le oltre dieci missioni opeper la prima volta una nuova configurazione rative di trasporto di pazienti altamente condi carico che ha permesso l’impiego simultatagiosi, prima dello scoppio del Covid-19. neo di 10 barelle di biocontenimento “AirDopo il primo caso nel gennaio 2006, sono craft Transit Isolator” (ATI). Si è trattato stati trasportati altri pazienti, sempre di un traguardo estremamente imaffetti da malattie altamente conportante in quanto ha consentito tagiose, tra cui, nel 2014, il all’Aeronautica Militare di auEMERGENZA primo caso di contagio da mentare le proprie capacità, virus ebola del medico itaCOVID fino a pochi mesi fa limitate liano di Emergency Fabri- Da febbraio 2020 sono al trasporto di un massimo di zio Pulvirenti, trasferito in 2 barelle ATI contemporastate svolte 87 missioni Italia dalla Sierra Leone neamente. Un risultato raged evacuate 448 dove stava operando. Questa giunto grazie al lavoro di attività viene svolta dall'unità persone squadra e alla collaborazione tra d'isolamento aereo impiegabile il personale del 14° Stormo, delper una evacuazione sanitaria in l’Infermeria Principale di Pratica di biocontenimento, che fa riferimento alMare e del Centro Sperimentale Volo (oggi l'Infermeria Principale di Pratica di Mare, ed Divisione Aerea di Sperimentazione Aeroè costituita da un numero di specialisti che nautica e Spaziale - DASAS) che hanno può variare in ragione del tipo di velivolo immesso a disposizione le proprie professionapiegato e del tipo e livello di intervento rilità e competenze. In particolare, il Reparto chiesto. Con lo scoppio della pandemia Sperimentale di Volo (RSV), tra le molteplici questa unità che già esisteva con capacità liattività svolte a favore dell’emergenza Covidmitate, è stata potenziata in modo significa19, si è occupato di raccogliere le evidenze tivo. Si pensi che solo nel 2020, a partire da tecniche a supporto delle Certificazioni Tec-
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niche Operative (CTO) per il trasporto delle 10 barelle ATI. E’ proprio il successo delle operazioni condotte in questi 15 anni, unita alla quasi totale esclusività della dotazione italiana nel panorama internazionale, che ha reso l'Aeronautica Militare leader nel settore del trasporto aereo in alto biocontenimento. Possiamo considerare questo tipo di trasporto come una capacità militare, disponibile ad uso e finalità civili. Essa è stata sviluppata infatti in coordinamento con i Ministeri della Salute, degli Interni e degli Affari Esteri, nonché con la Protezione Civile, responsabili del trasporto di terra dei pazienti e della gestione delle operazioni di emergenza sanitaria in ambito nazionale. Il Servizio Sanitario del Comando Logistico dell'Aeronautica Militare opera poi in stretta sinergia con gli ospedali di riferimento sul territorio nazionale, ad elevata competenza specialistica: l'Istituto di Ricerca e Cura per le Malattie Infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma e l'Ospedale "Luigi Sacco" di Milano"» (continua) Eccellenze a Pratica di Mare: il velivolo KC-767A del 14°Stormo di Pratica di Mare ha utilizzato per la prima volta una nuova configurazione di carico che ha permesso l’impiego simultaneo di 10 barelle di biocontenimento “Aircraft Transit Isolator”
Il primo trasporto in biocontenimento venne effettuato nel 2006. Nel 2014 venne rimpatriato dalla Sierra Leone il medico di Emergency Pulvirenti contagiato dall’ebola
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aprile 2021 (segue) Generale, lo scorso anno, a febbraio, proprio da Pratica di Mare partì il volo per rimpatriare gli italiani rimasti bloccati a Wuhan. E' ancora vivido il ricordo di quell'operazione? «Si lo è. Il velivolo KC-767A del 14° Stormo, messo a disposizione del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI), decollò da Pratica di Mare il 2 febbraio 2020 e riportò in Italia i connazionali che si trovavano a Wuhan, in Cina, a causa dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Il velivolo, con a bordo 56 italiani di cui sei bambini, e l'equipaggio costituito da 4 piloti, 6 operatori di bordo ed un team sanitario composto da 4 militari e 2 civili, atterrò sull'aeroporto di Pratica di Mare dopo circa 12 ore di volo dalla Cina. Grazie alla sua autonomia di volo, che può essere estesa anche grazie al rifornimento in volo, il KC-767A fu in grado di coprire l’intera distanza senza scali intermedi, mitigando il rischio associato a quei Paesi che, in un periodo di assoluta incertezza per tutto il mondo, ostacolavano l’atterraggio di un velivolo con personale “potenzialmente infetto” a bordo. Ci fu un lavoro di squadra intenso tra il Comando Aeroporto di Pratica di Mare, il 3° Stormo di Villafranca (VR) ed
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il Servizio Sanitario dell'Aeronautica Militare, che fornì la necessaria cornice di sicurezza per l'accoglienza dei passeggeri e del personale militare a bordo. Infatti, tutti i passeggeri, incluso il personale militare furono sottoposti ad un iniziale screening da parte del team medico militare specializzato. Questo fu possibile grazie all'allestimento di una
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zona campale predisposta dall'unità di difesa chimica, batteriologica, radiologica e nucleare di Forza Armata. Anche in questa occasione gli specialisti del 3° Stormo garantirono immediatamente il supporto necessario sia per la realizzazione del campo logistico, composto da tende pneumatiche dedicate al triage, sia per il posizionamento della tensostruttura modulare in dotazione all'Infermeria Principale di Pratica di Mare per l'attività di biocontenimento. Mi preme qui evidenziare che la realizzazione e la gestione della linea per la decontaminazione biologica del personale e per l’assistenza ai malati e quella per la decontaminazione biologica interna alle infrastrutture campali, agli automezzi e ai velivoli, rappresenta una delle eccellenze dell'Aeronautica Militare». (continua) In alto: trasporto in biocontenimento con un elicottero; sotto: il volo che partì da Pratica di Mare il 2 Febbraio 2020 per riportare in patria i 56 italiani, tra cui 6 bambini, rimasti bloccati a Wuhan. Il trasferimento, senza scali,impiegò circa 12 ore; a lato invece il team cbrn di Pratica di Mare
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(segue) Pratica di Mare è rinomata anche per il suo Reparto Sperimentale di Volo: dall'8 marzo è stata costituita la Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale (D.A.S.A.S.) nella quale, se non andiamo errati, è confluito il Comando Aeroporto. Ecco, cosa cambierà rispetto al passato? Qual è il ruolo di questa nuova Divisione? Pratica di Mare sarà ancora un'eccellenza sotto questo punto di vista? «Quello che dice è corretto; lo scorso 8 marzo, presso l'aeroporto militare "Mario de Bernardi" di Pratica di Mare, è stata costituita la Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale (DASAS), un nuovo Comando, alle dirette dipendenze del Comandante Logistico dell’Aeronautica, che ha inglobato la struttura e le competenze dei preesistenti Centro Sperimentale di Volo e Comando Aeroporto. La DASAS è nata per affrontare con metodologie interdisciplinari (tecnico-operative, ingegneristiche e mediche del settore aeronautico, chimico-fisico e sanitario) e in sinergia con le eccellenze aeronautiche nazionali e internazionali, le attività di studio, sperimentazione, collaudo, valutazione tecnico-operativa e supporto alla ricerca dei nuovi sistemi d'arma aeronautici, anche a beneficio di altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato. La Divisione Aerea, inoltre, assicura il supporto tecnicologistico, amministrativo e operativo ai 22 Enti e Reparti sia dell'Aeronautica Militare sia di altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato presenti sul sedime aeroportuale, garantendo i servizi necessari per il sicuro ed efficace svolgimento delle attività da parte degli otto reparti di volo, nonché la gestione delle operazioni connesse alla ricezione, imbarco e sbarco di uomini, materiali e mezzi di tutta la Difesa in partenza ed in rientro dalle missioni internazionali fuori area, tramite l'Air Terminal Operations Center. Infine non va trascurato che l’aeroporto
romano è l’unico Point of Entry sanitario nazionale per tutta la Difesa». Pratica di Mare e il servizio meteorologico nazionale: che ruolo svolge in questo caso la base? «Il Servizio Meteo dell'Aeronautica Militare, oltre a fornire il supporto meteo a tutto il comparto Difesa, rappresenta il Paese in diverse Organizzazioni Internazionali per lo sviluppo dei modelli di previsione, della meteorologia satellitare e dello Space Weather, ed esprime il Rappresentante Permanente dell'Italia presso l'OMM (Organizzazione Meteorologica Mondiale). Operando da quasi 100 anni per la collettività tramite una rete di 138 stazioni di osservazione, l'Aeronautica Militare assicura ogni giorno, ogni ora, le emissioni di bollettini fondamentali non solo per la sicurezza del volo, ma anche per moltissime altre attività. Tra l’altro, dall’inizio del mese di febbraio, tramite il Centro Nazionale per la Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA), le previsioni meteo dell'Aeronautica Militare sono disponibili anche sui canali social della Forza Armata con la rubrica Meteo #WeekEnd, ampliando così l'offerta del Servizio Meteorologico dell'AM, assetto fondamentale per l'assistenza al volo militare e civile ma da sempre anche fornitore privilegiato delle previsioni del tempo per il grande pubblico. Si tratta di un ulteriore servizio a disposizione del pubblico, che si aggiunge al portale dedicato www.meteoam.it, nel solco di una tradizione ormai quasi centenaria portata avanti dall'Aeronautica Militare nell'ambito della meteorologia. A Pratica di Mare è presente
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anche il Centro Operativo per la Meteorologia (COMet) che è l’articolazione operativa del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare che fornisce il supporto ad enti e reparti della Difesa e ad altre Amministrazioni dello Stato (sulla base di accordi o convenzioni), nonché alla NATO, all’Unione Europea ed ai singoli partner internazionali». E' sempre presente il Centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche? «Le confermo che il C.I.G.A. è ancora presente sul sedime di Pratica di Mare. È un Reparto di eccellenza pienamente integrato nel dispositivo difensivo nazionale ed internazionale, che opera per supportare efficacemente l'attività dei propri utenti sia in Patria che nei teatri fuori dai confini nazionali, allo scopo di migliorarne costantemente le capacità operative. In particolare, si occupa di assicurare il supporto alle operazioni aeree attraverso la produzione, l’elaborazione e la disseminazione delle informazioni geotopografiche aeronautiche sia in forma cartacea che digitale, nonché dei dati immagine provenienti dai sensori di ricognizione, sorveglianza ed acquisizione della Forza Armata quali satelliti e aeromobili a pilotaggio remoto, promuovendo, nel contempo, lo sviluppo tecnico-scientifico e tecnico-operativo nel relativo settore». Luca Mugnaioli A Pratica di Mare un ruolo importante lo rivestono anche il servizio meteorologico nazionale e il Centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche ancora presente nella base di Pomezia
L’ex reparto di volo sperimentale è confluito nella Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale. Si occupa di studio, sperimentazione, collaudo, valutazione tecnico-operativa e supporto alla ricerca dei nuovi sistemi d'arma aeronautici, anche a beneficio di altre Forze Armate e CorpiArmati dello Stato
PMI in crisi: «Per ripartire bisogna guardare avanti» Il territorio di Pomezia e Ardea duramente colpito in tutti i comparti: l’appello di Protopapa a situazione economica da un anno a questa parte, causa l'emergenza sanitaria, ha trascinato lo stato di molte famiglie nel baratro. Nel territorio a sud di Roma, nell'area tra Pomezia e Ardea, soffia un vento di tristezza che sta colpendo l'indotto intorno al settore terziario e non solo. Secondo Sergio Protopapa, presidente di Area PMI, l'associazione che raggruppa molte società di servizi, il presente è pieno di incertezze che pesa soprattutto in quelle famiglie che vivono con un reddito variabile. «La zona di Pomezia - dice Protopapa - si nutre di commercio e industrie, un settore che purtroppo è tra i più colpiti dal Covid. Se è vero che esiste una fetta di dipendenti pubblici, altresì è presente una folta schiera di persone che vivono di artigianato, commercio e impresa. Se solo pensiamo a Castel Romano e al suo centro commerciale, vien subito da dire che i forti disagi in termini di posti occupazionali si riversano su Pomezia, città dalla quale provengono molti lavoratori in forza all'Outlet. Per non parlare della crisi dell'indotto, come quella che affligge il comparto ricettivo e alberghiero, che ha una contrazione economica profonda, con
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Nella foto: il Presidente di Area PMI Sergio Protopapa
conseguenti cassaintegrazioni e chiusure, originate dai divieti sugli spostamenti. Ecco, la crisi in una città come Pomezia tocca tanti comparti, non ne salva uno». Il quadro della situazione nell’area attraversata dalla Pontina, dunque, è a tinte fosche e richiama a profonde riflessioni. «Sì, purtroppo i ristori promessi dal governo sono stati insufficienti - continua Protopapa - passato il Covid bisognerà guardare avanti, risalire la china, anche se ci vorrà del tempo. Oggi il problema principale è l'emergenza sanitaria, ma rimangono immutati i problemi quotidiani: dalle infrastutture alle strade, essenziali per ambire al rilancio dell'economia
locale. La via Pontina è un asset fondamentale, il riassetto del nodo stradale porterebbe ricavi a tutta le collettività, benefici che si tradurrebbero in posti di lavoro e opere. Urge che Governo e Regione guardino con più attenzione alla risoluzione dei problemi che investono quest'area, anni fa luogo di sviluppo e creazione di posti di lavoro, oggi abbandonata al suo destino. Ecco, a mio avviso c'è bisogno di una riqualificazione della Pontina crocevia per lo sviluppo territoriale. Necessità impellenti – continua Protopapa - l'interconnesione tra le aree industriali e le vie di comunicazioni sono il principale sbocco per affrontare i retaggi della crisi dovuta al Covid». La pandemia, dunque, è una parentesi da dimenticare subito, nella speranza che anche i settori della ristorazione e del fitness, voce rilevante dell'economia locale, tornino a recuperare il terreno perduto. «Sono settori martoriati, a Pomezia e hinterland sono a rischio molti posti di lavoro, sia perché ci sarà una riduzione di personale sia perché ritroveremo saracinesche abbassate per sempre. I sostegni del governo sono inadeguati e insufficienti a far sì che venga ridotto il deficit causato dalle chiusure e restrizioni. Ci vogliono misure serie, veloci, che siano commisurate alle perdite del fatturato».
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INCHIESTA
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Ardea, 3 stabilimenti su 4 non sono in regola Sgomberi non effettuati e spiagge libere attrezzate che diventano stabilimenti balneari: il caso inverno sta per finire e già si pensa – Covid permettendo – alla prossima estate. Ma guardando al litorale nostrano la situazione non è proprio rosea. Facendo una perlustrazione da Marina di Ardea fino a Lavinio le cose che non vanno sono parecchie, a partire dalla spiaggia, resa impraticabile per colpa delle canne trasportate dalle acque dei canali e poi depositate lungo la riva. Ci sono centinaia di metri di canne, ammucchiate dal vento e dall’acqua. Ogni volta che vengono tagliate dai canneti lungo le rive dei canali per opera del Consorzio di Bonifica, invece di essere portate via vengono lasciate perlopiù a terra. Il vento e il maltempo le trascinano in acqua, portandole fino al mare, dove si depositano sul bagnasciuga. La pulizia dell’arenile, a questo punto, diventa a carico del Comune, quindi dei cittadini. Ci si chiede quindi perché non si obblighi il Consorzio a smaltire le canne ogni volta che vengono tagliate, per evitare che queste vengano trasportate dall’acqua fino al mare e poi depositate lungo l’arenile. Sempre sulla spiaggia, oltre ai rifiuti “comuni” ci sono dei misteriosi fusti blu, portati dalle mareggiate: nessuno ha il coraggio di aprirli per vedere cosa contengano (né tantomeno qualcuno li porta via). Il timore è che possano contenere rifiuti tossici, altamente inquinanti. Cosa potrebbe succedere se ci
L’
fosse una fuoriuscita? Ma questi non sono di certo gli unici problemi che abbiamo riscontrato: procedendo verso sud si nota che ci sono delle spiagge libere attrezzate trasformate in veri e propri stabilimenti balneari. Luoghi dove in cui si dovrebbe semplicemente noleggiare l’ombrellone, il lettino o la sdraio, posizionando l’attrezzatura nel momento dell’arrivo del cliente e togliendola quando va via, in realtà viene lasciata “fissa”, con preposizionamento per tutta la stagione (comportamento vietato, perché si tratta di spiaggia libera in cui chiunque deve poter
andare anche con propria attrezzatura). Ma la cosa peggiore è che quelli che dovrebbero essere dei semplici chioschetti (e qualcuno si chiede come sia possibile che chioschi fatti con i pannelli ad infilare possano avere l’abitabilità e l’agibilità tecnica), magari con licenza di bar, nel giro di qualche mese abbiano ampliato le loro superfici, creando parcheggi esterni, ristoranti vista mare, chiudendo parti di spiaggia libera, cementando parti di arenile e lavorando come stabilimento, visto che c’è il preposizionamento. Si trovano anche container e una veranda mattonata e chiusa, utilizzata come ristorante da circa tre anni. Tutto qui? Ovviamente no. C’è un’altra chicca. C’è un noto stabilimento, a Marina di Ardea, sul quale pende un’ordinanza di sgombero datata 25 luglio 2019 a causa del decadimento, sin dal 22 agosto del 2018, della concessione demaniale. Un po’ come la situazione dei 9 stabilimenti di Torvaianica, che, al contrario, non hanno invece più potuto lavorare sin da quando è stata notificata la decadenza, nonostante i vari ricorsi. Questo stabilimento, invece, è sempre rimasto aperto, malgrado l’ordinanza di sgombero: la polizia locale, infatti, non è mai andata sul posto a notificare l’atto. Come mai? Quale causa “ostativa” ha impedito agli agenti di andare sul posto e almeno tentare di far rispettare le regole? (continua)
Su un noto stabilimento a Marina di Ardea pende un’ordinanza (mai eseguita) di sgombero dal 2019
Litorale senza regole? Dai rifiuti fino ad arrivare alle spiagge attrezzate ‘trasformate’ in veri e propri stabilimenti. E ancora: chioschi che si allargano diventando veri e propri ristoranti (con tanto di parcheggio) e parti di arenile cementificate
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INCHIESTA
(segue) La domanda: considerando l’elevato nuMa la situazione degli stabilimenti balneari mero di concessioni non in regola e sulle ad Ardea è molto più ampia e complicata: an- quali si attende l’esito delle verifiche come diamo a vedere la situazione delle concesmai non si è intervenuti prima di oggi, sioni demaniali. Al momento risultano impedendo quella che appare essere una esserci 4 concessioni decadute, che saranno concorrenza sleale? rimesse a bando insieme a 2 che non hanno delle concessioni, infatti, è avvenuta perché presentato richiesta di proroga. Sono invece non sono stati pagati i canoni concessori, 8 le concessioni in regola, alle quali il Conella loro totalità o in modo parziale. Questo mune potrà concedere sicuramente la proha creato una oggettiva disparità con chi, inroga. Per le restanti, 28 in totale, gli uffici vece, ha sempre corrisposto allo Stato ogni tecnici comunali, da noi interpellati in mecentesimo richiesto. Ovvio dunque che lo rito, dovranno fare delle verifiche per motivi stabilimento che non pagava i canoni poteva vari: mancati pagamenti di canoni, canoni permettersi di tenere bassi i prezzi al cliente contestati per presunto calcolo errato, abusi finale, facendo offerte concorrenziali che il edilizi, richieste di ampliamenti in fase di vagestore fiscalmente onesto non poteva perlutazione e altro. Facendo un riassunto, sul mettersi di offrire. Torniamo quindi all’esemlitorale rutulo il 14% delle concespio dello stabilimento su cui grava sioni demaniali sarà rimesso a l’ordinanza di sgombero dal luglio CONCESSIONI bando (anche se al moI NUMERI AD ARDEA del 2019: perché nessuno ha avuto mento non si ha una data il coraggio di provare ad ese4 concessioni decadute certa di quando questo guirla? Magari ci sarebbe stata 8 concessioni in regola avverrà), mentre – come un’opposizione, probabilmente riferisce il Comune 28 concessioni sulle quali l’Ente anche a ragione, ma – da quanto stesso alla nostra do- dovrà effettuare verifiche 14% ci risulta – nessuno si è mai recato (sul totale) le concessioni manda – al momento solo a notificare l’atto, sul quale vi è coil 19% degli stabilimenti è che andranno a bando munque scritto che la notifica saregola per la proroga. Ma, nurebbe stata disposta anche a mezzo Pec. meri a parte, le nostre domande Ma è stato realmente fatto? In ogni caso, il sono queste: come mai non si è intervenuti gestore continua a lavorare (ormai da quasi prima di oggi, impedendo quella che appare essere una concorrenza sleale? La decadenza
Il ‘business’ delle spiagge attrezzatte IL CASO - Perché tante spiagge libere attrezzate ad Ardea? La ragione è semplice: oltre a dare un servizio ai cittadini si tratta di un modo, per il Comune, di risparmiare sul costo della sorveglianza dell’arenile. Con la concessione il gestore deve assicurare il controllo del tratto di spiaggia assegnato attraverso un assistente bagnante, sgravando così l’amministrazione comunale per quanto riguarda i costi che avrebbe dovuto sostenere se avesse invece gestito in proprio il servizio di sicurezza per i bagnanti. Ma non è una prerogativa rutula: viene fatto in tutte le città di mare, solo che, mentre ad esempio nella vicina Anzio questo tipo di concessione prevede solo il noleggio delle attrezzature (ombrelloni, lettini, pedalò, ecc.), ad Ardea si consente anche la somministrazione di cibo e bevande, rendendo la spiaggia libera attrezzata molto più simile a uno stabilimento balneare, a costi (per chi la gestisce) decisamente molto più convenienti, visto che i canoni sono infinitamente più bassi.
13 Nella foto: il “mistero” dei fusti blu presenti sulle spiagge di Ardea
due anni) senza averne il diritto semplicemente perché nessuno del Comune è andato sul posto a dirgli di andare via. Maria Corrao
Qualcosa si muove SVILUPPI - Dopo aver esposto le nostre domande (e i nostri dubbi) al Comune qualcosa si è smosso: nei giorni seguenti la Capitaneria di Porto ha fatto una visita in alcuni stabilimenti, tra cui quello che sarebbe dovuto essere sgomberato, per acquisire alcuni documenti che stabilirebbero la regolarità o meno della concessione. Altra novità è quella della nomina di un nuovo assessore al demanio: il sindaco Mario Savarese ha chiamato per questo ruolo l’ingegnere Claudio Di Biagio, assegnandogli anche le deleghe ai lavori pubblici, urbanistica e usi civici.
Sul litorale di Ardea il 14% delle concessioni sarà rimesso a bando. Ma solo 1 stabilimento su 4, a detta del Comune, è in regola per la proroga
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POLITICA
Il Corriere della Città aprile 2021
Vaccini, Regioni avanti in ordine sparso Desta perplessità il dato “altro” sulle categorie vaccinate: e intanto i morti toccano quota 109mila l 30 marzo Londra ha registrato zero morti a causa del Covid. Lo stesso giorno, in tutto il Regno Unito, erano stati 55 (certo sempre tanti purtroppo), ovvero nulla a che vedere con i 1,820 decessi toccati il 20 gennaio. La campagna vaccinale di massa insomma, condotta in prevalenza con AstraZeneca e in parte con Pfizer, sembra funzionare. E in Italia? Malgrado l'incremento delle vaccinazioni (al netto dei “no vax”, dei “saltafila” ma anche dei cosiddetti panchinari che mischiano un po' le carte in tavola) ancora non si vedono risultati importanti, specie sul fronte della mortalità. Decessi ancora alti Al 30 marzo il nostro Paese ha fatto registrare 529 morti a causa del Covid, un'enormità ancora. La media resta alta: oltre 400 decessi calcolata sui sette giorni. Ma come è possibile? Posto che le vaccinazioni non abbiano raggiunto ancora livelli rilevanti di popolazione, e lo stop temporaneo di AstraZeneca non ha aiutato, a fine marzo siamo arrivati vicini alle 225.000 dosi giornaliere. Dal punto di vista dell'efficienza, ovvero il rapporto vaccini somministrati sulla base dei lotti consegnati, le Regioni sembrano fare la loro parte seppur con qualche eccezione. Alcune sono vicine perfino al 100% e anche il Lazio si difende bene, con un 88% al 31 marzo. La domanda: chi stiamo vaccinando? Questo è il primo grande punto interrogativo. Il Ministero della Salute ha
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Decessi: in Italia superate le 109.000 vittime
reso noto che al 1 marzo 2021 l’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 era di 81 anni (mediana 83). Più della metà delle vittime sono nella fascia 80 e ultra 90, numero che arriva a 82,900 sommando anche la fascia 70-79. Insomma, parliamo di quasi la totalità delle morti da Covid (109,000 circa a fine marzo) che fornirebbe, sempre in linea teorica, un punto di riferimento verso cui concentrare gli sforzi della vaccinazione. E in effetti così è stato. I dati però, cioè alla prova dei fatti, mostrano diverse anomalie. Al 31 marzo sono state somministrate 3,711,411 vaccinazioni alla fascia Over 80 su un totale di poco meno di 9 milioni. Tanto? Poco? Difficile stabilirlo ma considerando che è questo il range d'età più a rischio forse servirebbe accelerare ulteriormente. Altri soggetti fragili, come gli ospiti delle RSA sono in torno alle 500,000 somministrazioni. Bene il personale scolastico, vicino al milione di vaccinati, se non fosse che poi le scuole sono sempre le prime a chiudere. Regioni: ognuno fa come vuole
Un altro problema riguarda come si stanno muovendo le Regioni in tema di priorità. I numeri rivelano che l'Italia è spaccata: ognuno procede in ordine sparso e forse anche questo è un problema. Guardando ad esempio alla percentuale dei vaccinati con la doppia dose agli Over 80 ci accorgiamo che Regioni hanno inoculato le dosi al 3040% della popolazione di riferimento; altre, come il fanalino di coda della Sardegna, appena il 5%. La categoria chiamata “altro” E ancora: tra le categorie a cui sono stati destinati i vaccini troviamo Operatori Sanitari e Sociosanitari, Personale non sanitario, Ospiti Strutture Residenziali, Over 80, Forze Armate, Personale Scolastico e un generico “altro” che racchiude un non meglio precisato universo della popolazione. Il problema è che a quest'ultima voce corrisponde in Italia il numero di 1.419.308 vaccini somministrati (al 30 marzo), insomma non proprio “briciole”. E, anche qui, ogni Regione fa un po' come gli pare. Alcuni casi sono però davvero eclatanti: in Sicilia, scossa dal “terremoto” politico dei dati sui contagi, la categoria “altro” (236,034) supera addirittura gli Over 80 a cui sono stati destinati 176,574 vaccini. In Campania ne abbiamo 191,954 contro 257,135 destinate alla popolazione più anziana. Nel Lazio il dato è più “normale”: gli “Over 80” guidano le vaccinazioni con 368,714 somministrazioni seguiti dagli operatori sanitari con 320,577. La categoria “altro” è terza con 142,564. Luca Mugnaioli (si ringrazia per i grafici il Prof. Andreassi)
Chi stiamo vaccinando? I dati a fine marzo
Vaccini sulle dosi consegnate: le Regioni (quasi tutte) si stanno muovendo bene; ma sulla doppia dose agli Over 80 la percentuale cala (a dx)
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POLITICA
Il fallimento dell’applicazione “Immuni” Psicosi collettiva o fallimento del Governo? Così l’app è finita nel dimenticatoio oronavirus. Da più di un anno non si parla d’altro, tuttavia negli ultimi mesi le pagine di cronaca stanno sottolineando non tanto la criticità del virus quanto gli errori commessi nella gestione dell’emergenza. Parliamo, ad esempio, della riapertura delle discoteche, delle mascherine non a norma comprate dall’Italia, della psicosi AstraZeneca, del piano vaccini che esclude i più fragili, delle scuole chiuse e i parchi aperti, della Pasqua blindata nella propria Regione ma della possibilità di andare al- mente è possibile. Immuni ci aiuta a farlo l’estero. Tra i tanti scivoloni che il Governo prima e senza rinunciare alla privacy”. Si sarà ha commesso, o lasciato commettere, ce n’è improvvisamente risvegliata la consapevouno del quale sembra non interessare più a lezza del valore della riservatezza? Ahimè, la nessuno: l’App Immuni. Immuni, per chi non risposta è in bilico proprio perché ad oggi lo sapesse, è un’applicazione promossa dal l’app è divenuta un fantasma e, qualcuno, si chiede: che fine ha fatto Immuni? Ministero della Salute italiano che ha lo Cosa non ha funzionato? scopo di aiutare il monitoraggio e il Immuni è stata lanciata gratuitacontenimento della pandemia mente sul mercato delle App il attraverso il tracciamento dei I NUMERI DEL 1 giugno 2020, in vista delcontagi. Sostanzialmente FLOP l’estate, proprio per aiutare il l’applicazione Immuni, monitoraggio del Coronavi10 milioni di download sfruttando la tecnologia, avvisa gli utenti se sono stati ma solo 11.500 persone rus. Dopo il polverone sulla privacy, tuttavia, ad oggi esposti a rischio Coronavihanno registrato la sembra che la maggior parte rus e li invita ad effettuare un propria positività degli italiani si sia dimenticata tampone, anche per controllare dell’esistenza dell’applicazione. un’eventuale a-sintomaticità. Guardiamo i numeri: ci sono stati La psicosi da privacy Quando il Governo lanciò l’applicazione gli circa 10 milioni di download ma solo 11.500 italiani si divisero come fosse stato eretto il persone hanno registrato la propria positimuro di Berlino: una parte ne apprezzava e comprendeva la funzionalità, un’altra era vità. È evidente che il numero sia troppo terrorizzata dal tracciamento dati - c’è da basso rispetto alla reale curva dei contagi e dire che in Italia, inspiegabilmente, in al numero di positivi registrato quotidianamolti hanno vergogna nel dichiarare di esmente. Con un numero di registrazioni così sere positivi. I primi dubbi emersi sulbasso è palese che il sistema non funzioni: l’identificazione portarono così i Ministri l’esposizione al rischio risulta inefficace se e portavoce vari a rilasciare dichiarazioni non vi sono tracciamenti reali e costanti. su dichiarazioni nelle quali si garantiva l’asCom’è possibile, quindi, che l’applicazione sia soluta privacy dell’utente. Scaricando l’apstata un vero e proprio flop? In primis per la plicazione si viene semplicemente associati psicosi da privacy di cui abbiamo parlato, in ad un numero (mai al proprio nome e cosecondo luogo perché probabilmente lo Stato gnome,) per tanto è impossibile sapere che ha fatto davvero poco per promuovere l’apCaio Sempronio ha il Coronavirus, tuttavia plicazione. Con ‘promozione’ si intende verrà indicato che X è risultato positivo al un’integrazione efficacie tra tecnologia e vita tampone. Una volta segnalato l’utente poquotidiana, ad esempio non è mai stata ansitivo l’app capirà in automatico se quedata in porto una collaborazione tra l’applist’ultimo sia stato in contatto (prima del cazione e il sistema sanitario. Sicuramente la tampone di conferma) con altri utenti. A difficoltà che si aveva nel dichiarare all’applitutti arriverebbe così un messaggio di cazione la propria positività ha incrementato “esposizione al rischio” e l’invito ad effetil fallimento di Immuni; per inserire il referto tuare un tampone. Molti italiani comundel tampone sull’app era necessario l’interque hanno deciso di non credere in questa vento degli operatori sanitari: una sinergia ‘discrezione’, tant’è che per comprenderne che, come abbiamo ben capito, non è mai la psicosi derivata basta andare sul sito di stata tale. Ad oggi, tuttavia, caricare i dati su immuni.italia.it; come slogan principale ci Immuni sembra essere più semplice: si è insi imbatte in un: “Tornare a vivere normal-
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fatti passati dalla chiamata al call center, alla possibilità di registrare in autonomia di inserire i dati all’interno dell’App. La domanda che ci si pone, però, è non sarà troppo tardi ora? Guardare all’estero e parlare di come le App per il tracciamento, fuori dai confini italiani, abbiano realmente funzionato potrebbe sicuramente far bene. In Inghilterra, come in Germania, le applicazioni simili ad Immuni hanno portato a risultati concreti, impedendo la diffusione del Coronavirus dove e quando possibile, e soprattutto le applicazioni hanno ricevuto il consenso della popolazione. L’Italia è ancora in zona rossa, la campagna vaccinale va avanti ma procede a rilento: forse sarebbe utile un bagno di consapevolezza affinché gli strumenti che abbiamo vengano davvero utilizzati. Anna Di Rocco
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CRONACA
Il Corriere della Città aprile 2021
Numeri e pandemia, intervista al Prof. Andreassi: «Le res n anno fa commentavamo con lei la rubrica da lei creata “Zona mista” che aveva preso il posto di “Virologia Numerica”. Da qualche tempo le denominazioni si sono nuovamente scambiate: può spiegare brevemente, a chi ancora non la conosce, in cosa consiste questo appuntamento? «È una rubrica cresciuta nel tempo. Nata a marzo dello scorso anno come reazione alla modalità barbara di comunicazione dei dati da parte del Governo. Certamente ricorderete le lugubri conferenze stampa delle 18 della Protezione Civile. Ed ho iniziato ad analizzare i dati con modelli sviluppati da me per provare ad interpretare al meglio i numeri della pandemia. Risultando spesso in interpretazioni diverse da quelle proposte dal CTS».
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farne un numero adeguato. Abbiamo perso la battaglia del tracciamento, con anche l’umiliazione del fallimento totale dell’App IMMUNI. Abbiamo perso la battaglia della tempestività, intervenendo sui focolai con 15 giorni di ritardo, ritardo caratteristico dell’Rt utilizzato dal CTS. Abbiamo perso la battaglia della tutela delle categorie fragili, non riuscendo a stabilire una modalità specifica di protezione. Abbiamo perso la battaglia della scuola, dato che siamo stati il Paese con il maggior impatto in termini di giorni di chiusura. E i nostri figli pagheranno questa nostra incapacità. Incapacità coperta dalla foglia di fico del lockdown. Unica Nella foto: reale strategia proposta l’Ing. Luca dal Governo e dal Mini- Andreassi, Professtro speranza. Senza mai sore all’Università una spiegazione scientidi Tor Vergata
mediata non fosse l’Rt, che arriva con un paio di settimane di ritardo, ma il tasso di crescita del contagio. Una sorta di velocità di diffusione del contagio, valutata sulla base di confronto dei dati, mediati, su base settimanale. Indicatore che, associato all’analisi della grande quantità di dati di cui oggi disponiamo, sia qui in Italia che nel mondo, consente di prevedere con una buona efficienza la progressione del virus. Consentendo, al contempo, di evidenziare gli effetti, qualora ce ne siano, delle misure restrittive. Anche per capire cosa frena il virus e cosa no. Che non mi pare un dettaglio, ma, anzi, l’elemento fondamentale su cui una vera discussione mi pare non ci sia stata». Veniamo ai numeri che poi sono il focus della sua rubrica. I dati che lei presenta spesso raccontano una realtà diversa da
Covid, un anno di ‘sconfitte’: «Abbiamo perso la battaglia del tracciamento del virus, non riusciamo a proteggere le categorie fragili e abbiamo un tasso di mortalità tra i più alti al mondo. Tutto quello che poteva andar male c’è andato» Dodici mesi fa eravamo in 'lockdown' e adesso ci risiamo di nuovo dentro. Cosa non “è andato bene” secondo lei? «Essere il Paese con il più alto, o uno dei più alti, tassi di mortalità nel mondo e, contemporaneamente, la Nazione che ha subito la più grande recessione economica in termini di PIL mi pare sia la plastica dimostrazione che tutto quello che poteva andare male sia andato male. Non abbiamo mai provato ad anticipare il virus. Lo abbiamo sempre inseguito e abbiamo sempre perso. Abbiamo perso la battaglia dei tamponi, incapaci a
fica sulle decisioni prese, senza quella descritta dai media nazioIL METODO mai una correlazione tra causa nali: qual è l'andamento della I modelli matematici ed effetto che aiutasse le perpandemia in Italia quando proposti si basano sul “tasso siamo giunti quasi a fine sone a capire». di crescita di contagio”: Può spiegarci qual è il suo marzo? al contrario dell’RT fornisce metodo di analisi dell'anda«Nella seconda metà di febrisposte immediate e consente braio c’è stato un rinvigorimento dell'epidemia? di capire l’efficacia o meno «La comunità scientifica, mento del virus. Qualcuno delle restrizioni, cioè quella che si occupa di nul’ha definita terza ondata. Io “cosa frena e cosa no” meri, quando è partita la secredo che, visto anche il valore il virus conda ondata ha concordato sul massimo dei contagi giornalieri fatto che l’indicatore maggiormente che si è fermata intorno ai 22000 casi, esaustivo e che consentisse una risposta im- ben lontano dagli oltre 40.000 della seconda ondata e preconizzati dai catastrofisti di casa nostra, si possa parlare di uno strattone. Il tasso di crescita dei contagi si è raggiunto il 1° marzo e da allora è iniziato il calo della velocità. Che ancora prosegue in maniera perfettamente costante. Costanza che dimostra inequivocabilmente come, ad oggi, non essendosi verificata alcuna variazione di pendenza, le misure restrittive di metà marzo non abbiano portato benefici particolari». (continua) La pendenza della curva dal 2 marzo non è mai cambiata sia prima che dopo le misure restrittive. In pratica le limitazioni non hanno portato benefici particolari
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CRONACA
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strizioni di marzo non hanno portato particolari benefici» (segue) «Chiudere tempestivamente aree Lei più volte ha sottolineato l'inadeguatezza limitate responsabilizza anche i cittadini di misure generalizzate sostenendo che, per piuttosto che imporre regole contro, bisognerebbe agire su base prevalenindifferenziate su territori ampi» temente locale o comunque circoscritta alle province. E cita come esempi, tra gli altri, che, ben presto, ci siamo accorti di due fatti. Umbria e Abruzzo. Perché allora non lo si fa? Intanto, che l’area regionale è troppo estesa. Quali risultati diversi si potrebbero ottenere Bisogna lavorare su base provinciale al massimo. E soprattutto che il sistema non funviceversa? «Difficile rispondere perché non lo si faccia. ziona se non si è tempestivi e, con un indice Io dico che i numeri dimostrano che la mag- che arriva in ritardo di 15 giorni, si rischiano giore efficacia delle misure restrittive si ha decisioni inutili e dannose. Un esempio. Il quando tali misure vengono prese quando il Lazio entra in zona rossa con 180 contagi settasso di crescita del virus inizia a crescere. timanali su 100.000 abitanti. Dalla zona rossa Ovvero, subito. Responsabilizzando i citta- ne esce con 208 contagi settimanali su dini. In Umbria, ad esempio, di fronte alla si- 100.000 abitanti. Dunque, peggio di come ci tuazione in cui Perugia si trovava ad oltre 350 è entrato. Farebbe ridere se non fosse dramcontagi settimanali su 100.000 abitanti men- matico perché sono scelte che condizionano tre Terni viaggiava a 50, sono state imposte drammaticamente le vite delle persone». misure restrittive sull’area di Perugia, dove Quali sarebbero, a suo avviso, i parametri da servivano, e non sull’area di Terni, dove evi- tenere in considerazione e quando si dodentemente non servivano. E lo si è fatto vrebbe accendere il campanello d'allarme? tempestivamente, ovvero in fase di crescita «Al quinto giorno consecutivo di aumento del tasso di crescita dei contagi. Il risultato è del tasso di crescita del contagio e, comunstato che da metà marzo l’Umbria è la Re- que, se si supera il 10% di crescita. Misure su gione che sta messa meglio, anche in contro- base provinciale. Anche di area più ristretta tendenza col dato nazionale. Grazie anche laddove possibile». alla responsabilizzazione dei cittadini. Quelli Un passaggio lo dedichiamo proprio al lockdi Perugia che hanno percepito l’importanza down: in uno degli ultimi appuntamenti di del loro gesto di responsabilità, visto che non “virologia numerica” ha ribadito il concetto si è trattato di misure generali uguali per che le restrizioni non hanno portato benefici tutti, ma specifiche per loro. Stesso discorso significativi. In pratica, anche senza le attuali per l’Abruzzo con atteggiamenti diversi su chiusure, ci saremmo trovati esattamente allo Pescara e Teramo, tanto per dire. Abruzzo stesso punto. E' la verità? che se la batte con l’Umbria come migliore «La verità è che la pendenza della curva dal 2 marzo non è mai cambiata. Si è mantenuta Regione». Ormai tutti (o quasi) si sono accorti che il si- allo stesso valore sia prima che dopo le mistema delle “Regioni a colori” si basa su dati sure. A testimonianza del fatto che particoche vanno “indietro nel tempo” anziché lari effetti non si sono registrati. Ma non lo guardare avanti estremizzando molto i con- dico io. Lo dicono i numeri. Ma credo sia cetti. Intanto lei ritiene che un sistema così bene ribadire un fatto, per non essere frainconcepito sia servito a qualcosa in ottica di tesi. Le misure restrittive su base geografica limitata, se attuate tempestivamente, contrasto alla diffusione del virus? hanno dimostrato di funzionare. Il Quali modifiche apporterebbe? problema è quando vengono GLI ESEMPI «Il passaggio alle Regioni coloapplicate tardi ed in maniera In Umbria sono state rate l’ho visto come una cosa indifferenziata sul territorio prese misure severe per positiva perché consentiva un approccio più chirurgico Perugia ma non per Terni. Da ampio». rispetto alla decisione iden- metà marzo è la Regione che è C'è infatti già chi ha ventitica per tutto il territorio messa meglio anche in contro- lato la proposta di allungare nazionale. Considerato che tendenza col dato nazionale. oltre Pasqua le restrizioni. da marzo vediamo situazioni Stesso discorso (e risultati) Un commento su questo? «Io credo che le misure doper l’Abruzzo molto differenti che differentevrebbero essere prese sulla base mente vanno approcciate. Solo
di una logica scientifica. Se esiste evidenza scientifica che alcune attività, realtà, situazioni favoriscano i contagi, le si chiudano. Al contrario, se questa evidenza non c’è, le si lasci aperte. Per esempio le scuole. Tutti gli studi fatti in questo anno sulle scuole hanno dimostrato che non sono sedi di focolai. Qual è la logica di chiuderle allora? Per questo non possiamo che essere felici del fatto che il Governo abbia deciso di mantenere aperte le scuole, almeno fino alla prima media, anche in zona rossa. Una decisione che i giornali ci raccontano sofferta, per la contrarietà di Regioni e Comuni. Ma che, siamo ben lieti sia arrivata». Numeri e comunicazione. La pandemia ha tanti parametri di misurazione: si può parlare di morti, di contagi, di terapie intensive, tutti fattori che, benché correlati tra loro, producono peraltro effetti dilazionati nel tempo. Praticamente ogni giorno si può dare un taglio diverso alle notizie. Manca secondo lei, a fare da contraltare, una comunicazione istituzionale adeguata alla situazione che sia anche in grado di spiegare il perché e su quali basi scientifiche vengano prese determinate decisioni? «Trovo che la comunicazione in questo anno sia stata drammatica. Un pensiero unico veicolato da organi di stampa e mass media secondo una linea governativa incarnata da Conte e speranza per cui “oltre il lockdown solo desolazione, disperazione e morte”. Ma non solo. Una straordinaria macchina di fango pronta ad attivarsi contro chiunque non fosse in sintonia con questo pensiero unico. Con una evidente e drammatica conseguenza. Ovvero lo scollamento con le persone che dopo i primi mesi, non hanno saputo e non sanno più a chi credere e di chi fidarsi. Situazione aggravata dalla drammatica crisi economica, sociale e psicologica in cui tutti noi siamo caduti e troppo spesso dimenticata. E non sarà facile ristabilire una connessione positiva con le persone». (continua) «Scuole? Così come per le altre attività se esistono delle evidenze scientifiche che dimostrano che in alcune vi è facilità di contagio allora che le si chiuda. In coso contrario si lasciano aperte. Gli studi sulla scuola ad esempio rientrano in questa seconda circostanza»
«Le restrizioni funzionano se prese quando il tasso di crescita inizia ad aumentare , cioè subito. Ma devono essere “mirate” e agire al massimo su base provinciale. E i risultati in questi casi ci sono. Ma non lo dico io, lo dicono i numeri»
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CRONACA
(segue) Veniamo al caso del Lazio diventata zona rossa il 15 marzo. Lei ha dichiarato che i numeri però tutto dicevano tranne che ci fosse bisogno di una stretta così forte (tranne per la Provincia di Frosinone), come poi ha anche ammesso l'Assessore D'Amato (ricollegandoci a quanto detto prima). Ora siamo di nuovo arancioni anche se per pochi giorni prima di Pasqua sempre per numeri e dati riferiti, nel migliore dei casi, a una settimana fa (l’RT è del 10 marzo). Lei che fotografia ha invece del Lazio in questo momento? «Non dovevamo diventare rossi allora e non siamo da rosso ora. Fa ridere il fatto che si torni arancione in condizioni peggiori di quando siamo diventati rossi. Anche qui, bisognava semplicemente prestare attenzione a Frosinone e Rieti, non applicare una misura che non serve, e non viene capita, a Roma, Viterbo e Latina. E che, purtroppo, non viene capita neanche a Frosinone e Rieti dove, invece, servirebbe». Vale per il Lazio ma per qualunque Regione. Quale sarebbe secondo lei, numeri alla mano, il momento giusto invece per intervenire con delle restrizioni forti? Quali sarebbero, a suo avviso, i parametri da tenere in considerazione e quando si dovrebbe accendere il campanello d'allarme? «Al quinto giorno consecutivo di aumento del tasso di crescita del contagio e, comunque, se si supera il 10% di crescita. Misure su base provinciale. Anche di area più ristretta laddove possibile». Il “miracolo” della Sardegna 'bianca' è già finito. Un commento anche qui? «Anche qui. La Sardegna, sebbene con con«Cambi nel Comitato Tecnico Scientifico? Spero che avere nel CTS scienziati che si occupano di numeri, per la prima volta dall’inizio dell’epidemia, possa portare a delle soluzioni diverse dalle attuali»
I numeri
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tagi bassi, aveva dato segnali che stesse cre- scienziati che si occupano di numeri, per la scendo come velocità. Ma non ovunque. prima volta dall’inizio dell’epidemia, Si fosse prestato attenzione a quelle possa portare a delle soluzioni diaree e solo a quelle quando sono verse dalle attuali. Che magari QUANDO arrivati i segnali, il “miracolo” finalmente ci aiutino ad antiINTERVENIRE CON Sardegna sarebbe tranquillacipare il virus anziché inseLE RESTRIZIONI? mente proseguito». «Al quinto giorno consecutivo guirlo. Oggi abbiamo Una battuta sul CTS che è di aumento del tasso di crescita l’ultima chiamata. La chiastato recentemente modifi- del contagio e, comunque, se si mata dei vaccini. Ed è il cato nella composizione. Lei momento reale di accelerare supera il 10% di crescita. l'ha definita una specie di “ri- Misure su base provinciale clamorosamente sulle vaccivoluzione”. Per ora però di nazioni». o anche in aree più cambiamenti non se ne sono visti Luca Mugnaioli ristrette». e, in realtà, anche tra Conte e Draghi «Miracolo della Sardegna già finito? Si l'impronta base nella lotta al Covid sembra fosse prestato attenzione alle aree dove il essere rimasta la stessa. Ci sarà qualche camvirus era in crescita, intervenendo lì e biamento secondo lei? solo lì, il “miracolo” Sardegna sarebbe «Me lo auguro. Spero che avere nel CTS tranquillamente proseguito»
«Il Lazio non doveva diventare rosso allora così come non siamo da rosso ora. Fa ridere, se non fosse drammatico, il fatto che si torni in arancione in condizioni peggiori di quando siamo diventati rossi»
Lazio arancione con dati “peggiori” IL CASO - Il Lazio torna arancione con dati peggiori di quando entrava in zona rossa. Sembra un paradosso ma, basta guardare i dati, così non è. Domenica 14 marzo infatti, un giorno prima di subire le restrizioni della zona di rischio più alta, la percentuale di pazienti Covid in terapia intensiva, sebbene al limite, era al 29%, al di sotto della soglia critica fissata al 30%. I ricoverati in T.I. erano 293 mentre i pazienti non gravi erano 2.297. Infine i posti letto in area medica: qui la percentuale di occupazione era al 34%. NUMERI PEGGIORI - Ebbene: al 30 marzo avevamo 380 persone in terapia intensiva e siamo ad una percentuale di occupazione del 40% contro la soglia critica del 30%, cifra più alta toccata fino a questo momento. 3.013 erano invece i ricoverati non gravi. Infine la percentuale di posti letto in area medica – ovvero i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia – oggi al 47% contro una soglia critica 40%. A destare forti dubbi è proprio il meccanismo che porta alla classificazione delle zone di rischio delle Regioni basato sul report settimanale diffuso dal Ministero della Salute ogni venerdì. DATI VECCHI? - I dati si riferiscono infatti, nella migliore delle ipotesi, alla setti-
mana precedente ma c’è di più: il valore RT, tra i parametri utilizzati per determinare il passaggio di “fascia”, va indietro di oltre 15 giorni rispetto alla pubblicazione del report. Risultato: c’è il rischio – che come vediamo è quasi certezza – che vengano applicate restrizioni (o viceversa allentate) applicandole a periodi temporali che spesso non corrispondono al reale andamento dell’epidemia. Un problema già sottolineato tra queste pagine e che oggi porta il Lazio a tornare arancione – e dunque tutti pensano a un miglioramento della situazione – con dati invece peggiori di 15 giorni fa quando entravamo in zona rossa. Ricordate la famosa frase dell’Assessore Regionale alla Sanità Alessio D’Amato all’indomani dell’ingresso in zona rossa? «Ci chiudono per dati vecchi di 14 giorni». Ecco, valeva in quella circostanza, vale ancora oggi. L’ANALISI - Luca Andreassi spiega così il caso del Lazio: «Peggioramento del Lazio? Le cause sono state Frosinone, e Rieti, che con costanza è in crescita inesorabile e sfiora i 300 contagi a settimana su 100.000 abitanti. Se qualche misura restrittiva doveva essere presa, bisognava farlo in queste città ma già da un mese. Evitando di mettere in ginocchio il resto del Lazio, ad iniziare da Viterbo che è stata una città sempre incredibilmente a posto coi numeri».
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L’andamento dell’epidemia nel Lazio Il caso Rieti
Agg. al 29/03
IL PUNTO - «Nel Lazio il 30 marzo tasso di crescita dei contagi, in leggerissimo rialzo, si colloca intorno allo 0%. Dopo essere sceso fino a-4% quattro giorni fa. Non ci piace ma almeno abbiamo una spiegazione. Si chiama Rieti. Che oggi registra una crescita pari al 53% e un numero di contagi settimanali su 100.000 abitanti pari a 325. Invece di concentrarsi su chiusure ingiustificate ed indifferenziate nella nostra Regione, ci si potrebbe impegnare su azioni chirurgiche. E tempestive». (da “Virologia Numerica”, 30/03/2021)
LAZIO IN ZONA GIALLA LAZIO IN ZONA ROSSA Colleferro (RM) e Carpineto Romano (RM) zone rosse Roccagorga (LT) diventa zona rossa
PROV. FROSINONE ZONA ARANCIONE
Monte S.G. Campano (FR) zona rossa
LA RUBRICA “VIROLOGIA NUMERICA” Dove seguirla: quotidianamente sulla pagina Facebook del Professore Luca Andreassi. Il venerdì anche su TeleRoma 56.
Misure sbagliate? CONTROSENSI - «Il Lazio è tornato arancione con 209 contagi settimanali su 100.000 abitanti. Il 15 marzo passò da arancione a rosso con 183 contagi settim. su 100.000 abitanti. Frosinone viaggia invece intorno ai 250 contagi settimanali su 100.000 abitanti; Rieti, partito un mese fa da una situazione florida, sta crescendo inesorabilmente e oggi supera i 300 casi settimanali su 100.000 abitanti. E torna arancione». (da “Virologia Numerica del 29/03/2021)
Sol Indiges. Arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro
Il progetto del Comune di Pomezia che ha cambiato volto alla biblioteca comunale antiporta è il titolo del grande murale di circa 1000 mq che Agostino Iacurci ha realizzato sulla facciata esterna della Biblioteca Comunale Ugo Tognazzi, proponendo un’inedita lettura dell’edificio e un nuovo ruolo nel percorso narrativo della città. L’artista si è ispirato al libro VI dell’Eneide in cui si narra l’incontro con la Sibilla Cumana, la veggente che predice ad Enea lo sbarco sul litorale laziale. Il suo antro viene descritto da Virgilio come una caverna con cento porte che si spalancano automaticamente all’unisono nel momento del responso. Le soglie che conducono nell’oltretomba, la misteriosa porta in tufo dell’Heroon di Enea conservata al Museo Archeologico Lavinium, le porte varcate da Virgilio e Dante nella Divina Commedia, sono altrettanti riferimenti derivanti dal confronto con i classici e amplificano la funzione simbolica della biblioteca, che diventa tempio del sapere, oracolo laico della città, luogo privilegiato in cui ottenere risposte alle proprie domande. Il murale si inserisce nel progetto Sol Indiges. Arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro, nato in collaborazione con la Fondazione Pastificio Cerere, a cura di Marcello Smarrelli: il contributo di Pomezia alle celebrazioni nazionali per il settecentesimo anniversario della morte di Dante, considerato il ruolo centrale che Enea e Virgilio hanno avuto nella Divina Commedia. Sol Indiges è infatti il nome del santuario dedicato al dio Sole progenitore di tutte le cose, sorto nel luogo dello sbarco di Enea alla foce del Numico nelle campagne limitrofe all’attuale Pomezia – dove sorgerà Lavinium – e l'epiteto con cui i romani indicavano il loro eroe fondatore. Emblema della pietas per Virgilio, metro di comparazione e confronto per Dante, Enea – che antepone al proprio destino individuale quello del bene comune torna ad essere un esempio civico e modello d’ispirazione per le nuove generazioni. Cogliere lo spirito del racconto mitologico e reinterpretarlo in chiave contemporanea facendolo rivivere nel presente attraverso l’arte, contribuisce in modo determinante a proiettarlo verso il futuro. “Abbiamo sempre considerato la cultura – dichiara la vice Sindaco Simona Morcellini – il tassello fondamentale per la costruzione di una comunità e la bellezza la luce evolutiva che ne guida il percorso. Il progetto Sol Indiges è veicolo di un messaggio unico e identitario, capace di illuminare gli spazi cittadini e riannodare i fili che collegano il mito al futuro, con i più giovani a fare da testimoni”. “Abbiamo l’obiettivo ambizioso di rivoluzionare il volto di Pomezia – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – portandolo ad identificarsi con quelli che oggi sono i tratti distintivi della nostra Città: storia, futuro, giovani, tecnologia, innova-
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Nella foto: “L'antiporta”, Foto: Andrea Pizzalis (Courtesy Fondazione Pastificio Cerere)
zione, sostenibilità. Pomezia è uno dei laboratori più innovativi d’Italia capace di mettere a sistema le aziende, il turismo e la vita in tutte le sue meravigliose declinazioni. Le opere realizzate restituiranno un panorama cittadino rivitalizzato e vivace, con l'impronta indelebile dell'arte di strada condivisa con gli studenti del territorio”. Sol Indiges si articola in due fasi: dopo l'inaugurazione del murale di Agostino Ia-
curci, nel prossimo autunno sarà presentato il lavoro di ivan (Ivan Tresoldi), che porterà l’arte e la poesia di strada nelle scuole medie Orazio e Marone con Chiamata alle arti Fare scuola che prevede la realizzazione di azioni collettive e partecipate per dare vita ad una serie di opere d’arte e a una performance che coinvolgeranno tutti gli studenti. Il grande murale di circa 1000 mq è stato realizzato dall’artista Agostino Iacurci sulla facciata esterna della Biblioteca Comunale Ugo Tognazzi
Agostino Iacurci L’ARTISTA - Agostino Iacurci è nato a Foggia (1986), vive e lavora a Berlino. Ha studiato Arti Visive e Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. I suoi lavori sono stati presentati in numerose personali tra cui: Tracing Vitruvio, Musei Civici, Pesaro (2019); Gypsoteca, M77 Gallery, Milano (2018); Trompe l’oeil, Celaya Brothers Gallery, Città del Messico (2017); Long story short, Die Kunstagentin, Colonia (2016). Ha inoltre partecipato a diverse collettive tra cui: Talent Prize 2019, Mattatoio, Roma (2019); Urban Art Biennale, Völkinger Hütte, European Centre for Art and Industrial Culture (2017); Cross the streets, Museo Macro, Roma (2017); FADA, House of Madness, The Watermill Center, New York, (2016); 16° Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano (2015); From Street to Art, Italian Cultural Institute of New York (2015). I suoi murales monumentali sono presenti in tutto il mondo. Tra i progetti recenti: Eight
rooms, Principal Place, Londra (2020); BBDO Headquarter, Southbank, Londra (2018); Yakutsk Biennale, Yakutsk (2017); Distrito Tec University, Monterrey (2016); Govind Puri Metro Station, New Delhi (2016); Istituto Mario Penna, Belo Horizonte (2015); Puerto Rico's Stadium, Bayamón (2015); “Fubon Art Foundation”, Taipei (2012). Ha collaborato con importanti brand internazionali tra cui: Adidas, Apple, Starbucks, Vespa, Warby Parker. Le numerose collaborazioni editoriali includono: Einaudi, Interni Magazine, La Repubblica, Laterza, Penguin Random House e The New Yorker. Nel 2019 ha ricevuto il Premio New York (2019-20) promosso da: MiBACT, Ministero degli Affari Esteri, IIC di New York, Italian Academy-Columbia University e ISCP. Nel 2020 Ha ricevuto il premio Cantica21, Italian Contemporary Art Everywhere. Ha un sito web personale: www.agostinoiacurci.com.
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Il Corriere della Città aprile 2021
Opera “coperta” a Pomezia, il Sindaco incontrer mergono alcuni retroscena sul “caso artistico”che ha tenuto banco nel mese di marzo a Pomezia. Parliamo dell'opera “cancellata” e sostituita alla Biblioteca Comunale presso la quale, mentre scriviamo, è in via di ultimazione la creazione dell'artista Agostino Iacurci. Prima infatti “dell'Antiporta” questo il nome dell'attuale murale, un'altra opera era stata realizzata sull'edificio dal titolo “Futuro Antico” Si trattava di una Venere “pixellata” realizzata in occasione della seconda edizione del “Pomezia Light Festival nel 2018”e simbolo stesso peraltro della kermesse; un'opera che, a quanto emerso, era stata molto apprezzata dai cittadini considerando il moto di disappunto emerso sui social alla notizia della sua cancellazione. Il caso dell'opera “sovrascritta” la ricostruzione dei fatti In molti si sono infatti interrogati sul perché il Comune di Pomezia abbia deciso di cancellare - e non integrare ad esempio un'opera che appena tre anni fa era stata inserita nell'ambito di un'importante manifestazione voluta dall'Ente stesso. Non solo. L'altra domanda ricorrente è stata: i precedenti artisti sono stati avvisati di quanto stava avvenendo alla Biblioteca? Per saperne di più, allora, ci siamo messi in contatto proprio con gli autori della creazione artistica “cancellata” Damiano Petrucci e Valerio Bernardini, noti nel mondo dell'arte urbana sotto il nome di “Controllo Remoto” L'intervista
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«Avviso del Comune? Diciamo che c’è stato anche se...il “fatto” era già compiuto. Noi lo avevamo già saputo dai social. Con l’invito del Sindaco diciamo che la cosa è già superata»
“Controllo Remoto”, le altre opere
Partiamo dalla domanda fatidica. Il Comune vi ha avvisato della cancellazione della vostra opera? «La risposta a questa domanda sembra semplice ma non lo è. Diciamo di sì, anche se...un po' in ritardo. Spieghiamo meglio: a noi è arrivata, tramite i social, la foto con l'artista che stava già lavorando e dunque noi abbiamo appreso la notizia in questo modo. Il giorno dopo però siamo stati contattati dal Comune che ci ha “avvisato” della cosa anche se, in realtà, il “fatto”era già compiuto in un certo senso. Diciamo che è stata una comunicazione “post” e non “pre” una specie di tentativo un po' singolare, ecco. Non che fosse una cosa dovuta, pensiamo, probabilmente è più una questione di “etichetta”. Da quanto ci è stato riferito, ad ogni modo, è stato lo stesso artista che sta lavorando sulla Biblioteca, prima di mettersi all'opera, a chiedere subito al Comune se i precedenti artisti fossero stati avvisati. A scanso di qualsiasi polemica dobbiamo dire comunque che il Comune di Pomezia ha poi rimediato abbastanza prontamente a questa, passateci il termine, défaillance e questo ci ha fatto molto piacere. La questione è già superata insomma». In che modo? «Ci è stato proposto di incontrare il Sindaco e valutare se ci siano i margini per programmare il rifacimento dell'opera che è stata cancellata. Possiamo dire che ne parleremo volentieri sicuramente anche e soprattutto alla luce del “calore” ricevuto dalla cittadinanza per la scomparsa della nostra creazione. Sicuramente andremo oltre a quanto accaduto nello specifico». Al momento di andare in stampa, come appreso da entrambe le parti, l'incontro è stato fissato ufficialmente. Ma andiamo avanti. (continua)
Nelle foto: “Futuro Antico”, l’opera di Valerio Bernardini e Damiano Petrucci, “in arte” Controllo Remoto, è stata “sovrascritta” a marzo
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rà i precedenti artisti del murale alla Biblioteca (segue) La proposta del Comune a “Controllo La vostra opera si intitolava “Futuro AnRemoto”: un incontro per riprogramtico”: cosa rappresentava? mare, laddove si raggiungesse un’intesa, «L'idea non era stata nostra. Inizialmente noi l’opera in un’altra parte della città abbiamo preso parte al Festival esponendo delle tele e avevamo inoltre un'altra opera a questo calore. Abbiamo avuto la conferma tutt'altro tema che poi si sarebbe inserita che l'opera era stata accolta favorevolmente nella kermesse. Poi, qualcuno dell'organizza- dalla cittadinanza. Ci ha fatto piacere ricezione, ma anche qualcuno legato all'Ammi- vere così tanti complimenti». nistrazione di cui ora non ricordo il nome, Al di là del caso specifico è giusto secondo espresse il desiderio di vedere realizzata e ri- voi, quando si parla di arte urbana, sovrapproposta il simbolo della manifestazione porre un'opera ad un'altra opera? come murale sulla Biblioteca. Quando ci è «E' una domanda molto difficile. Non esistono risposte o verità assolute, né tanto stato chiesto di realizzarla non ci abbiamo meno vogliamo imporre il nostro pensato su due volte. Si è trattato di pensiero a nessuno. So che un'opera offerta alla città nel quando si tratta di un'opera di senso che il Pomezia Light FeFUTURO ANTICO street art patrocinata dal Costival ci ha fornito i materiali e noi l'abbiamo realizzata L’opera era una rivisitazione di mune si può essere un po' più attenti a sommare le un’immagine “iconica” del con molto piacere per i citopere invece di rimanere a passato in chiave moderna, tadini. Non abbiamo rice“somma 1”. Questa è la cosa utilizzando i pixel dato che vuto insomma nessun che fondamentalmente un sono simbolo e unità di compenso. Per ciò che ripo' stona. Diciamo però che, misura del digitale guarda il significato dell'opera con l'invito che ci è stato fatto si trattava di un tentativo di rivisitare e aggiornare in qualche modo un'immagine iconica di un'arte passata, la Venere di Botticelli, in chiave moderna. Così abbiamo pensato di riproporla a modo nostro dandole un senso futuristico. Abbiamo scelto i pixel considerando che sono espressione e unità di misura del digitale». Lo avete già accennato voi ma credo sia doveroso sottolinearlo: a giudicare dalle reazioni la vostra opera era piaciuta ai cittadini... «Sì, come detto non ci aspettavamo tutto
eventualmente a farne un'altra, ecco che si realizza la somma delle due opere». Luca Mugnaioli
La “Venere” nella locandina del “Pomezia Light Festival del 2018”
«Giusto sovrascrivere un’opera? Forse in caso di opere realizzate per un Comune sarebbe preferibile “sommare” le creazioni anziché rimanere con una sola. Ma con l’invito a farne un’altra forse si porrà rimedio»
Quale decoro? “CONTRASTI” - No, non è il nome di un’altra opera ma quanto è possibile osservare oggi alla Biblioteca Comunale di Pomezia. Da un lato infatti c’è la nuova opera, molto bella, terminata da Iacurci. Giusto di fronte però il palazzo si presenta, ancora, in condizioni fatiscenti. A quando gli interventi?
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Il Corriere della Città aprile 2021
Buche Laurentina, ancora solo annunci La strada è sempre più devastata da buche e crateri: il rischio di incidenti è costante trada Provinciale Laurentina, proseguono gli annunci ma di interventi neanche l'ombra. L'ultimo, in ordine di tempo, è arrivato a fine marzo quando la Città Metropolitana di Roma, competente per gran parte del tratto che attraversa Ardea, ha fatto il punto sullo stato dei finanziamenti. «Dal MIT fondi per lavori fino a Ardea» «Dopo aver sbloccato 4 milioni di euro di finanziamento per il rifacimento del tratto stradale dal GRA alla rotonda del Cimitero della Laurentina,arriveranno dal Mit ulteriori finanziamenti che ci consentiranno di proseguire i lavori fino ad Ardea. Sono stati messi a disposizione di Città metropolitana di Roma 1 milione e settecentomila euro che ci permetteranno di completare un lavoro atteso da tempo. Sono state posizionate le telecamere di sorveglianza collegate alla nostra centrale operativa per operazioni di controllo, prevenzione e repressione», a renderlo noto è stata Teresa Zotta, Vice Sindaco della Città metropolitana di Roma in una nota. Intanto però...
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La strada continua a creare gravi problemi all’incolumità degli automobilisti Intanto però la strada continua a minacciare l'incolumità degli automobilisti. C'è solo l'immancabile cartello del limite dei 30km/h che avvisa i cittadini del pericolo. E alcuni tratti,chiaramente, sono più pericolosi di altri: come la tratta dalla Rocca per arrivare alla rotonda dell'Idrica, oppure, andando verso Pomezia il tratto che da Via Pontina Vecchia (eccezion fatta per i pochi metri a ridosso degli svincoli e del semaforo)
conduce alla Nuova Florida. Le foto, scattate proprio a fine mese, testimoniano in effetti che la situazione è ancora drammatica. Non solo. Basta stare pochi minuti nei pressi dei punti dove l'asfalto è ammalorato che si assiste a continui “invasioni” di carreggiata da parte degli automobilisti per evitare buche e crateri, con conseguente rischio di incidenti.
L’ennesimo annuncio della Città Metropolitana di Roma: i fondi per i “lavori fino ad Ardea dovrebbero arrivare dal MIT”. Sì, ma quando?
«Questa strada è una vergogna!» LA LETTERA - Buonasera, vi scrivo per segnalare lo stato veramente pietoso in cui si trova la via Laurentina nel tratto ardea Ardea - Tor San Lorenzo. E' ormai un colabrodo, ci sono veri e propri fossi, che poi, con la pioggia, diventano veramente pericolosi. Si è costretti a procedere in mezzo alla strada con il rischio di scontrarsi con le macchine nel senso opposto. Personalmente ho scritto più e più volte alla Città Metropolitana di Roma, che la prima volta mi ha risposto dicendomi che avrebbero fatto un sopralluogo, ma era ottobre scorso e ancora niente; dopodiché ho reiterato la segnalazione allegando
anche un video, ma ancora niente di niente. Insomma è una vera vergogna! A questo punto solo voi, con il vostro giornale, potete aiutare i cittadini. Denunciate questa vergogna e chi ne è responsabile, Sindaco compreso, perché, come Primo Cittadino, dovrebbe farsi carico in primis della sicurezza dei suoi concittadini che ogni giorno si trovano a percorrere una strada che non è più degna di essere chiamata tale. Vi ringrazio anticipatamente per il vostro interesse. Un cordialissimo saluto. Un cittadino di Ardea
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Viale Forlì: via libera alla riqualificazione Esulta l'Associazione Rivalutiamo Marina di Ardea che da anni chiedeva interventi sulla strada inalmente ce l'abbiamo fatta!», esordisce così Michele Di Stefano P r e s i d e n t e d e l l ’A s s o c i a z i o n e RivaluTiAmo Marina di Ardea-OdV che da tempo chiedeva interventi per contrastare il degrado di Viale Forlì. «Questo ampio e splendido viale alberato che attraversa la campagna rappresenta l’asse principale di collegamento tra il quartiere di Nuova Florida e il mare», spiega Di Stefano. «Per questo, in estate è percorsa dai turisti a piedi e in auto ma anche d’inverno è frequentata da ciclisti e da sportivi che praticano la corsa e la camminata», prosegue. Degrado, buche, zero illuminazione e marciapiedi Ma le condizioni disastrate della strada, nonché i cumuli di rifiuti che periodicamente tornano ad invadere cigli e fossi, come più volte abbiamo denunciato anche noi come Corriere della Città, rappresentano un pessimo biglietto da visita per chi prova a percorrerla (oltre che chiaramente a costituire un pericolo per la propria incolumità). «Qui si rischia costantemente di essere investiti dalle auto per la mancanza di marciapiedi e di illuminazione – aggiunge Di Stefano Inoltre, alle buche sull’asfalto si aggiungono i rifiuti ingombranti che si accumulano costantemente lungo la strada e che determinano costosi interventi straordinari di Nella foto: il pulizia». L'ultimo Presidente giusto un mese fa dell’Ass. raccontato proprio tra RivaluTiamo questi spazi. Marina di Ok alla riqualificazione Ardea Qualcosa però, finalmente, Michele Di sembra essersi finalmente Stefano
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Il 16 marzo è arrivato l’ok definitivo con la Giunta che ha “dirottato” dei mutui per finanziare gli interventi di riqualificazione
degli Ardeatini, si prevede l’illuminazione a led e delle telecamere per debellare l’inciviltà di alcuni che da anni hanno scambiato il Viale in una discarica a cielo aperto». Il 16 marzo quindi c'è stato l’ultimo atto della mosso. Il primo febbraio 2021 con vicenda, con la Giunta comunale che ha Deliberazione n.11 è stata infatti approvata definito il finanziamento dell’opera dalla Giunta comunale la “Riqualificazione approvando, con deliberazione n. 55, un di Viale Forlì e la contestuale realizzazione di “diverso utilizzo dei mutui per la una pista ciclabile”. «Il 26 febbraio scorso realizzazione di lavori di riqualificazione siamo stati convocati dall’Ufficio Tecnico Viale Forlì e realizzazione pista ciclabile e comunale per essere informati sul pedonale”. progetto, fare osservazioni e dare Le tempistiche suggerimenti prima della Secondo l’Ufficio i lavori conclusione dell’iter dovrebbero iniziare prima amministrativo», dichiara dell’estate. «Siamo Michele Di Stefano. convinti che IL PROGETTO «Oltre al rifacimento quest’opera, per la dell’asfalto e la creazione di quale ci siamo tanto ✔Rifacimento asfalto una pista ciclabile, che si battuti, oltre a ✔Realizzazione pista ciclabile ricongiungerà a quella in restituirci un bel ✔Illuminazione a led previsione sul lungomare tratto di paesaggio ✔Telecamere contro potrà dare impulso l’abbandono dei rifiuti ad una rinascita della Marina di Ardea. Infatti, con l’attuazione della riqualificazione del Lungomare degli Ardeatini, anch’essa in programma, le attività commerciali e il turismo potranno ritornare ad essere un elemento dello sviluppo di questa città», chiosa Michele Di Stefano.
La discarica abusiva di Viale Forlì è stata transennata e bonificata dai rifiuti abbandonati
La via, benché rappresenti uno dei collegamenti principali tra la Nuova Florida e il lungomare, versa da tempo in uno stato di profondo degrado: tra buche, rifiuti, assenza di illuminazione e marciapiedi, transitarvi è veramente pericoloso sia in auto che a piedi
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Certificati in tabaccheria, i primi numeri Parte bene il nuovo servizio ad Ardea: prossimamente la “rete anagrafica” verrà estesa ad altri esercenti distanza di alcuni giornidall’attivazione del sistema dei certificati in tabaccheria il Comune di Ardea stila il primo bilancio. «Come più volte ho scritto - dichiara l’Assessore Alessandro Possidoni il rilascio dei certificati anagrafici è l’attività per cui la maggior parte delle persone si presentano allo sportello dell’anagrafe: questi rappresentano circa il 60% del lavoro, il restante 40% sono altre procedure anagrafiche compresa l’emissione delle carte di identità», prosegue. I primi dati Continua l’Assessore: «Ebbene, in dieci giorni sono stati rilasciati dalle nove tabaccherie abilitate circa 280 certificati con una media di 30 certificati al giorno. L’attivazione della zona rossa, la copertura sul territorio delle tabaccherie e la maggiore apertura oraria hanno permesso di arrivare a questi numeri che, come anche i responsabili della FIT hanno dichiarato, non sono stati raggiunti in così poco tempo neppure in comuni con una popolazione più elevata di Ardea. Sono sod-
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Il lancio del servizio ad Ardea avvenuto nel mese di marzo disfatto della risposta positiva dei cittadini e riodo di prova, la FIT estenderà a tutte le tadel risvolto che avrà sugli stessi uffibaccherie la possibilità di aderire al ciali di anagrafe, che saranno servizio in maniera tale da creare meno impegnati in questa attiuna vera e propria “rete anaI NUMERI vità: con il graduale ritorno grafica”. Vi anticipo che semalla normalità le richieste di pre su argomento certificati In dieci giorni rilasciati 280 certificati aumenteranno e certificati con una media di 30 al ci saranno altre novità. la convenzione Comune di Continuo ad insistere sulgiorno. In programma Ardea-FIT avrà un valore l’estensione del servizio ad altre l’importanza della digitalizmaggiore», aggiunge ancora zazione: un comune con tabaccherie per creare una Possidoni. pochi dipendenti come il no“rete anagrafica” Come aderire stro deve cercare di automatiz«Alcune tabaccherie mi hanno zare tutte le procedure possibili. E chiesto cosa fare per aderire a questo serquesta è la strada che stiamo seguendo. vizio: vi informo che terminata queste pe- Stiamo programmando il futuro», conclude.
Covid Ardea, dati in crescita PICCO DI CASI - E’ stato diramato il 29 marzo l’ultimo bollettino con i dati riferiti alla città. Ebbene, rispetto al 22 marzo 2021, data del precedente aggiornamento, si registrano 119 nuovi casi e purtroppo, altre 4 vittime (che salgono così a 30 da inizio a pandemia). In tutto gli attualmente positivi al 29 marzo sono quindi 449.
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In libreria arriva «Lo chiamavano Tyson» Lo scrittore pometino Mauro Valentini esordisce nella narrativa con un noir mozzafiato ormai uno scrittore affermato per aver trattato casi di cronaca come quelli di Marta Russo, Mirella Gregori e Marco Vannini. Ma oggi Mauro Valentini, pometino d’adozione, ha voluto stupire tutti con un noir in cui ha dato sfogo alla sua fantasia, mostrando un’inaspettata bravura in un campo in cui non si era mai cimentato. Con questo libro sei approdato alla narrativa: come è nato “Tyson”? “In realtà erano già due anni che lo avevo in mente, ma gli incontri avuti con le famiglie Gregori e Vannini mi hanno fatto rimettere ‘nel cassetto’ questo romanzo, facendomi scegliere di dare la priorità alle storie drammatiche di Mirella e Marco. Ma, terminato quel ruolo, è rispuntato in me in modo prorompente il bisogno di raccontare qualcosa di diverso, che non fosse la cruda realtà, pur essendo una storia dura, drammatica e piena di colpi di scena. Avevo necessità di scrivere una storia inventata, perché la cronaca vissuta come la vivo io, fianco a fianco con le famiglie delle vittime, ti segna: per questo non so se tornerò mai a farlo. Al momento dovevo liberarmi e anche sorridere, perché in questo libro c’è un po’ di tutto: dalla violenza all’alienazione dei personaggi rispetto alla società”. Ma c’è qualcosa di reale e di te nel racconto? “Non c’è Mauro Valentini, però ci sono persone che ho conosciuto, che sono ovviamente trasformate, ma che sono il simbolo del posto dove sono cresciuto e dove sono riuscito ad avere una vita normale mentre invece molti non ce l’hanno fatta: parliamo della periferia di Roma. La dedica del libro infatti è per le persone che sono state sradicate dalle loro zone di origine negli anni ’70 e ’80 e portati in questi “quartieri-ghetto’
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come il Laurentino 38 o Tor Bella Monaca e, per certi versi, anche Spinaceto. Ma in ogni città italiana ci sono quartieri così, posti a sé dove tutto è più difficile: questa è la storia di chi ce l’ha fatta e di chi, al contrario, ha fallito. Tyson ha un’ultima occasione per dare una svolta alla sua vita. Nel libro ci sono dei fatti realmente accaduti, ovviamente ‘nascosti’ nella narrativa. Quindi, più che qualcosa
Lo scrittore Mauro Valentini CHI E’ L’AUTORE - Mauro Valentini, giornalista e scrittore. Nel 2020 con Armando Editore è stato tra i primi dieci libri più venduti in Italia con Mio figlio Marco – La verità sul caso Vannini scritto con Marina Conte. Ha pubblicato tra gli altri Mirella Gregori – Cronaca di una scomparsa e Marta Russo – Il Mistero della Sapienza (Armando editore). Con quest’opera ha vinto il premio letterario Costa d’Amalfi 2017 e si è classificato secondo al Premio Piersanti Mattarella 2019. Lo chiamavano Tyson è il suo primo romanzo.
di me, c’è qualcosa delle mie esperienze”. Una volta scritta la parola ‘Fine’ cosa ti è rimasto? “Non posso dirlo, altrimenti svelerei quello che è successo a Tyson e agli altri protagonisti del romanzo. Si tratta infatti di una storia corale, nonostante il titolo richiami al protagonista principale. Posso dirti che mi è rimasta la voglia di raccontare una nuova storia e la tenerezza per questi personaggi, che agiscono sempre spinti dalla loro fame d’amore. Questo potrebbe sembrare assurdo in un noir, ma i personaggi che ho creato si muovono non con fame di violenza, soldi o visibilità: rileggendoli, ho rivisto in loro predominante proprio la necessità di sentirsi amati”. Ti sei quindi riletto: cosa ti ha colpito di più del tuo romanzo? “Probabilmente il fatto che tante persone violente abbiano questi comportamenti perché vivono per l’approvazione di questi atteggiamenti. Molti sono violenti loro malgrado, nati e vissuti in contesti dove ci si aspetta che il comportamento sia per forza quello”. (continua)
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aprile 2021 (segue) Nel tuo libro ha un ruolo centrale la gabbia dove vengono rinchiusi i personaggi che tentano di rubare nella villa custodita da Tyson. “Il nucleo della villa custodita da Tyson e Alcide è formato da una gabbia antintrusione che racchiude un senso narrativo molto intenso. Lì si trovano coloro che provano a entrare nella villa: tra chi è all’interno e chi è all’esterno della gabbia si viene a creare un rapporto in cui, paradossalmente, chi è dentro diventa più forte di chi è fuori e deve gestire la prigionia del carcerato. Questo gioco psicologico e anche fisico è al centro del romanzo ed è un escamotage narrativo che mi piacerebbe trattare nuovamente in un prossimo libro perché ritengo che il fatto che qualcuno che rimanga prigioniero di qualcun altro sia simbolico di molte situazioni, soprattutto quelle in cui dove non c’è fisicamente una gabbia, ma dove le pareti sono mentali. In questo caso sia Tyson che gli altri protagonisti hanno anche gabbie mentali, dovute a quello che gli altri si aspettano che loro siano. Tyson si aspetta che gli altri lo approvino per la sua rudezza e questo lo pone in una gabbia mentale e comportamentale”. Ma ecco chi è Tyson Fausto Colasanti è un cinquantenne che sopravvive facendo piccoli lavori saltuari. È da
CRONACA tutti chiamato Tyson oltre che per l’aspetto, per la sua atavica incapacità a controllare la rabbia. Un compagno d'infanzia, oggi famoso chef, lo segnala per un lavoro al Com-
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mendatore Peroni, manager nel campo dell’edilizia. Egli dovrà però trovare un aiutante e per non perdere quella che sembra un’ottima e ultima occasione lavorativa, Tyson proporrà il suo amico Alcide Pennello. Tyson e Alcide saranno i custodi della villa del costruttore per 24 ore al giorno, completamente immersa nel verde del quartiere romano dell'Eur. L'edificio è dotato di un originale sistema antintrusione: una gabbia blindata che imprigiona i ladri permettendo ai custodi di avvertire la Polizia. Ma la durezza di Tyson e l'avventatezza di Pennello, insieme a un crescendo di azioni grottesche e imprevedibili, scateneranno una serie di eventi sorprendenti che inchioderanno il lettore fino all'ultima pagina. Lo stile di Lo chiamavano Tyson, a tratti grottesco, violento e claustrofobico, richiama alcuni scrittori che hanno influito sulla formazione e sull’immaginario dell’Autore: Niccolò Ammaniti e Carlo Lucarelli, ma anche Roberto Saviano e Giancarlo De Cataldo. La musica, nel romanzo di Valentini, ha un ruolo centrale (soprattutto i “Jethro Tull”) sia nella costruzione dell'ambientazione sia nella descrizione delle relazioni tra Tyson e gli altri protagonisti. Maria Corrao
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SPORT
Il Corriere della Città aprile 2021
Eccellenza (finalmente) si torna a giocare Calcio: Unipomezia, Indomita Pomezia e Pomezia ai nastri di partenza, ecco le regole I Comitato Regionale Lazio ha annunciato la ripartenza ufficiale dei campionati di Eccellenza e di Serie C di calcio a 5, maschili e femminili, dopo l'approvazione della FIGC dei calendari inviati. In contemporanea, le competizioni sono state riconosciute dal Coni d'interesse nazionale, motivo per il quale le squadre che hanno aderito alla ripartenza hanno ripreso già da qualche settimana gli allenamenti collettivi seguendo lo stesso protocollo delle altre competizioni nazionali. Nel Lazio, nell'Eccellenza maschile verranno promosse due società in totale (non a girone), e non ci saranno retrocessioni. Dunque, “nuova” stagione 20/21 al via soprattutto per Indomita Pomezia, Unipomezia e Pomezia Calcio che dovrebbe iniziare, salvo variazioni, l’11 aprile e finire il 2 giugno. La società del Presidente Valle risiederà nel girone B insieme all’Indomita Pomezia mentre il Pomezia Calcio di patron Bizzaglia battaglierà nuovamente nel girone A. L’Unipomezia esordirà contro lo Sporting Ariccia ed a fare il punto ci ha pensato Emanuele Morelli: “Finalmente possiamo tornare in campo. Era la decisione che tutti noi aspettavamo e che abbiamo atteso per molto tempo – chiosa il vicepresidente rossoblù - I ragazzi possono riprendere a la-
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Le regole per la ripartenza: nel Lazio, nell'Eccellenza maschile verranno promosse due società in totale (non a girone), e non ci saranno retrocessioni
vorare senza restrizioni, siamo contenti perché torniamo a parlare di calcio. Siamo pronti a ricominciare e ad affrontare questo mini girone, sul format ne ho sentite di tutti i colori ma la cosa più importante è il fatto stesso che si ricominci. Per quanto ci riguarda. la parola d’ordine adesso è il lavoro, pedalare a testa bassa per giocarci le nostre carte. Soltanto alla fine tireremo le somme”. In casa Pomezia Calcio, patron Bizzaglia ha blindato il mister della prima squadra. “Cristiano Gagliarducci è l’allenatore del Pomezia Calcio – afferma il Presidente Bizzaglia – e con il suo fondamentale contributo cercheremo di vincere il mini campionato di Eccellenza che riinizierà a breve per salire in Serie D, la categoria che ci compete.
La “nuova” stagione 2020/21 vedrà impegnate Indomita Pomezia, Unipomezia e Pomezia Calcio. Si partirà, salvo variazioni, l’11 aprile e si terminerà il 2 giugno.
Eccellenza Gir. B Centro Sportivo Primavera Astrea Pro Calcio Tor Sapienza Gaeta Falaschelavinio Anzio Unipomezia Sporting Ariccia Lupa Frascati Indomita Pomezia
Eccellenza Gir. A Eccellenza Gir. C Civitavecchia Boreale Vigor Perconti Pomezia Calcio Aranova Città di Cerveteri Fiumicino Real Monterotondo Scalo Ottavia Polisportiva Cimini Ladispoli
Audace Luiss Città di Anagni W3 Roma Team Tivoli Città di Paliano Casal Barriera Atletico Lodigiani Atletico Vescovio Sora Villalba
Prima giornata
11/04/2021
Girone A Vigor Perconti – Pomezia
Girone B Unipomezia - Sporting Ariccia Lupa Frascati - Indomita Pomezia
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CRONACA
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Unipomezia, Andrea Ronci si presenta Il terzino: «Società seria e ambiente al top, con le qualità che abbiamo ci divertiremo» ultimo arrivo in casa Unipomezia risponde al nome di Andrea Ronci. Terzino destro, classe 2002, vanta già una buona dose di esperienza nonostante la giovane età. Cresciuto nel settore giovanile della
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Lazio, passa poi al Padova prima di trasferirsi al Sudtirol in Serie C con cui festeggia l'esordio tra i professionisti in Coppa Italia. L'ultima stagione lo ha visto vestire la maglia dell'Adriese in Serie D e ora sbarca a Pomezia con tutta l'intenzione di vivere un grande finale di stagione: “La serietà e l'ambizione che vedo qui sono ben al di sopra di quanto ci si aspetterebbe di trovare in una società di Eccellenza. All'Unipomezia c'è un ambiente unico e una squadra di grande qualità, sono felice di essere in un club che ha davvero tutto per andare in Serie D”. Ronci scalda i motori e si prepara alla volata finale: “Dopo uno stop così lungo, ci sarà tanto da lavorare sul campo e tenere sempre alta la concentrazione. Io però sono sicuro che, se avremo la giusta mentalità, con le qualità che abbiamo ci divertiremo davvero tanto”. Ufficio Stampa Unipomezia www.unipomeziavirtus.com
Dl sostegno RISTORI - Dei 32 miliardi stanziati nel Dl Sostegni, approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri, 350 milioni andranno in favore del mondo dello sport. BONUS COLLABORATORI SPORTIVI - Non ci sarà più la cifra unica per tutti (prima 600 euro poi diventati 800), con la creazione di tre fasce diverse a seconda di quanto i beneficiari abbiano percepito nel 2019. Chi ha guadagnato meno di 4 mila euro nel 2019 avrà un contributo di 1200 euro per coprire le mensilità di gennaio, febbraio e marzo (vale per tutte le fasce). Coloro che si trovano nella fascia tra 4 mila e 10 mila euro, avranno diritto a 2400 euro e infine i collaboratori che abbiano superato il reddito di 10 mila euro percepiranno 3600 euro. I pagamenti dovrebbero essere effettuati da Sport e Salute entro il 15 aprile.
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Conosci il tuo Ikigai? 生き甲斐 alla filosofia giapponese possiamo scoprire il segreto che racchiude la parola IKIGAI che significa da IKI = vivere e da GAI = ragione: quindi ragione di vivere, ragione di essere. Si parla del centro perfetto della persona composto dalla "soddisfazione di tutte le proprie soddisfazioni". E' quel qualcosa per cui vale la pena alzarsi la mattina. E' accessibile a chiunque ed aiuta a capire che la lezione fondamentale è imparare a riconoscere la propria ricchezza nel regno delle piccole cose, come il primo raggio di sole, il caffè fumante della mattina … In psicologia è chiamato "flusso" ed è definito come quel momento magico dove tutto scorre perfettamente e il tempo sembra svanire. Nel mondo di oggi il valore di una persona è dato dal potere e dal successo, le
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La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia (Mahatma Ghandi) giornate sono formate dall'accumulo di stress per dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, facendoci dimenticare i giusti valori di riferimento Non lo sappiamo o meglio non ne siamo consapevoli, ma tutti possediamo un Ikigai che si potrà raggiungere seguendo delle buone abitudini di vita e ricominciando a prendersi cura di sé. In poche parole a cercare di essere felici. L'ikigai si basa su 5 pilastri che sono i punti di riferimento da cui è formato e su cui vanno a riflettersi i cambiamenti da apportare alla propria vita per cercare di migliorarla. Sono: iniziare in piccolo, lasciarsi andare, armonia e sostenibilità, gioia per le piccole cose e l'essere nel qui ed ora. Ci sono poi altre 4 parti
che, se in equilibrio tra loro, portano al raggiungimento della perfetta armonia con se stessi. Come si può vedere nel disegno rappresentato in basso appaiono dei cerchi figurativi dove si intercalano delle intersezioni che rappresentano l'imperfezione e le insoddisfazioni. L' ikigai si trova proprio nel punto in cui si incrocia la passione con la missione, professione e vocazione. Laura Piacentini
Asl Roma 6
VACCINI - Sono riprese regolarmente le vaccinazioni AstraZeneca anche nella Asl Roma 6. Procedono inoltre ad alto ritmo le vaccinazioni con Pfizer sugli over-80, sui disabili gravi e sulle categorie estremamente vulnerabili indicate dal piano nazionale. Alle persone non autosufficienti ed estremamente fragili sono destinate invece le vaccinazioni domiciliari. Lo rende noto la Direzione Aziendale della Asl Roma 6 in una nota. I NUMERI - Sono 25.136 al 23 marzo 2021, le persone nella fascia over 80 che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Di questi 7.956 hanno effettuato un ciclo completo di vaccinazione. 3.496 sono gli ultranovantenni con almeno una somministrazione ricevuta. E ancora. 202 sono ad oggi le dosi somministrate ai caregiver, 1446 alle forze di polizia e alle forze dell’or-
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31/03/2021
Numero 4 Anno 13
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao
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aprile 2021
IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Anna Di rocco, Irene Tozzi
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Non solo vaccini anti Covid-19 attuale pandemia ci ha ormai trasformato in esperti virologi made in internet, sappiamo tutto di infezioni, distanziamento, tamponi e in forma forse ancora un po' incerta anche di vaccini. Negli ultimi mesi si è molto dibattuto sui vari sieri anti covid, farà bene, farà male, quale preparato è migliore e più sicuro, quale faranno a me? C’è chi non vede l’ora di avere la sua dose e chi al grido di: “Non mi avrete mai!” parla di complotto mondiale. Ecco oggi voglio parlarvi proprio di vaccini, ma non di quelli anti covid, ma di quelli consigliati in dolce attesa, perché anche se le nostre vite hanno rallentato, non tutto si è fermato e di certo i centri vaccinali non hanno mai sospeso la loro attività. Partiamo con il dire che alcune malattie possono rendere difficile il concepimento o essere pericolose durante la gravidanza e che per questo il Ministero della Salute nel Programma Nazionale Vaccinale ha dedicato uno spazio anche alle donne in dolce attesa definendo cosa sarebbe meglio fare prima del concepimento, cosa durante la gestazione e cosa in caso prevedere subito dopo il parto. Andiamo con ordine! Se una donna sta programmando una gravidanza, per prima cosa dovrebbe accertarsi di essere protetta contro il morbillo, la parotite, la pertosse e la varicella. Quest’ultima può essere particolarmente pericolosa per il nascituro se contratta durante la gravidanza, specialmente nelle prime settimane e particolarmente rischiosa anche per la mamma se invece il contagio avviene in prossimità del parto. Tutti e quattro sono contenuti in un solo vaccino non indicato se la gravidanza è già iniziata in quanto contiene virus vivi e attenuati cioè virus che mantengono la loro potenziale capacità di infettare l’organismo ospite, anche se in maniera meno aggressiva. Il senso è quello di indurre una malattia molto leggera, spesso paucisintomatica o anche asintomatica, che sappia però attivare la risposta immunitaria del suo ospite inducendolo a produrre anticorpi, ecco perché sarebbe meglio che il ciclo vaccinale fosse concluso da almeno un mese rispetto al concepimento. Tuttavia in nessuna donna vaccinata che non sapeva di essere incinta, si sono mai registrati casi di aborto o malformazioni e quindi né questo evento, né il caso di una gravidanza insorta prima di un mese dalla somministrazione dell’ultima dose di vaccino costituiscono indicazione all’interruzione volontaria di gravidanza. Se una donna scopre di essere incinta e sa di non essere protetta contro queste malattie, sarebbe bene eseguire la vaccinazione prima della dimissione dal reparto di maternità o comunque nel periodo immediatamente suc-
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cessivo al parto. Diverso è il discorso per il tipo di vaccino che comprende difterite, tetano, pertosse (dTpa) e per l’anti-influenzale che invece sono vaccini sicuri anche in gravidanza essendo inattivati, cioè in grado di indurre la risposta immunitaria nell’ospite, ma non la malattia. Questi vaccini si somministrano ad ogni gravidanza anche se la mamma è in regola con vaccinazioni e richiami o abbia contratto in passato la pertosse, in quanto l’immunità conferita non è permanente. Questa malattia può risultare particolarmente grave se non addirittura mortale per un neonato. Si tratta di una malattia respiratoria altamente contagiosa, causata da un batterio che si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva e il muco emessi parlando, starnutendo o tossendo (vi ricorda qualcosa?). I neonati nei loro primissimi mesi di vita corrono grossi rischi non avendo difese immunitarie mature, vaccinare la mamma in gravidanza significa fornirgli un pacchetto di anticorpi belli e pronti ancor prima della nascita e che li proteggeranno per un paio di mesi. Tale vaccinazione è quindi fortemente consigliata e gratuita. Il periodo raccomandato per la somministrazione è compreso tra la 27sima e la 36 sima settimana di gestazione, con un perfetto timing alla 28 sima settimana. Anche in questo caso se la mamma non si fosse vaccinata in questa fase sarebbe bene farlo nell’immediato post partum. Anche per il discorso del vaccino anti-influenzale,
sempre che la gravidanza capiti nel periodo di picco dell’influenza, vaccinarsi vuol dire ridurre il rischio di ospedalizzazione, di parti pretermine con bimbi con basso peso alla nascita e di aborto. L’argomento vaccini è sempre molto dibattuto, trovo difficile giudicare anche perché generalizzare a volte è davvero troppo superficiale, ognuno ha una propria morale e un proprio senso civico, vaccinarsi a volte non è solo per noi stessi, i vaccini salvano tante vite e ne tolgono qualcuna e se nel conto generale quelle poche vite perse sono trascurabili, quelle stesse vite perse lo sono per sempre e creano vuoti, dubbi e dolore che merita rispetto, ma non certo speculazioni mediatiche e chiacchiere da bar. La sfortuna, il fato, il destino ognuno gioca questa vita con le carte che gli vengono servite, però… le malattie che praticamente non esistono più come il vaiolo o la poliomielite sono scomparse perché qualcuno ha scoperto un vaccino capace di sconfiggerle. Come sempre non devo convincervi, ma solo invitarvi a riflettere e a fare scelte consapevoli! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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Il Corriere della Città aprile 2021
In virus veritas, la resurrezione dell’uomo anno 2020 sarà ricordato come un “annus horribilis”, l’epidemia di Covid-19 ha costretto molti paesi a confrontarsi con un male “senza spiegazione”, esperienza ancor più inaudita e sconvolgente per le società moderne adagiate su illusorie sicurezze. La pandemia ha fatto irruzione con un gesto brutale nelle vite di ognuno portando cose nuove, nuovi spaventi e nuove soluzioni (distanziamento sociale, l’uso istituzionalizzato della tecnologia a supplenza del contatto umano, la passivizzazione di fronte alla narrazione scientifica, l’accettazione delle restrizioni alla libertà personale), sullo sfondo angosciante di uno scenario di morte, di separazione dagli affetti, di isolamento, di paure di contagio da ogni dove. La narrazione scientifica ha tenuto, come un nuovo Mosè, l’onda traumatica di terrore all’interno di un muro di parole scientifiche: curve di contagio, numeri, tabelle, previsioni epidemiologiche, zone multicolorate, ad evitare il panico disorganizzante, il prevalere di una logica di sopravvivenza: “mors tua, vita mea” (di cui non sono mancati episodi da caccia alle streghe di stampo medioevale). Cifre e dati, algoritmi hanno preso il posto di “arcani rivelati” utilizzando tuttavia la stessa struttura: dettare senza sosta cosa si deve fare, cosa si deve dire e soprattutto cosa si deve pensare. D’altronde, quale replica opporre a fatti narrati con un linguaggio tecnico presentato come un’autorità suprema che offre una cornice di senso - anche se tra contraddizioni e discordanze spesso a dir poco imbarazzanti. Il bisogno individuale di occultare i pericoli più temuti, quelli ignoti e improvvisi che più di ogni altro minacciano la sicurezza e la sensazione di invulnerabilità nella quale ci si dondolava come in una culla dorata appesa ad un filo, ha indotto alla sottomissione passiva al potere forte, quasi in una forma di schiavitù volontaria, la paura resta sempre il più antico ed efficace strumento di potere. In un mondo sempre più orientato verso il numero e la quantificazione, la medicalizzazione estrema della vita e la cancellazione del pensiero critico, le scienze umane, letteratura, storia, arte restano le custodi della dimensione singolare della vita umana, uniche in grado di resistere ad ogni procedura teorica o pratica di omologazione ad un ideale normativo dell’uomo; come la missione di San Paolo che diffondeva il messaggio di Cristo, capaci di generare nuovi eventi altrettanto impensabili come la religione cristiana, anche la resurrezione dell’uomo fa appello alla sola credenza soggettiva. Il Covid 19 ha fermato il tempo ma un tempo pazzo che correva a tutta velo-
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cità verso la distruzione totale del pianeta, ne ha svelato la precarietà, ha donato tempo per leggere, scrivere, dipingere, etc., ha rivelato la vera natura di molti rapporti, relazioni, ha azzerato l’inquinamento climatico, l’influenza stagionale, ha annunciato, come una buona sentinella, il possibile arrivo di altri (il passato lo insegna) anche più pericolosi che potrebbero non lasciarsi sterminare con una saponetta e una mascherina, ed ha ricordato la vulnerabilità dell’essere umano. Ogni nuovo evento, anche se positivo, è traumatico in quanto infrange la naturale barriera antistimolo che l’uomo costruisce a scopi difensivi durante il suo sviluppo, si accetta più facilmente il già visto, il già conosciuto, il nuovo spaventa almeno fino a quando non è assimilato dal pensiero. Il rapporto col trauma ha radici profondissime nell’originaria impotenza dell’uomo, quando da piccolo viveva tutto come un trauma e, ancora privo della parola, registrava ogni sensazione sul suo corpo. Ogni nuovo evento del presente trova vigore nelle paure inespresse del passato, basta una crisi improvvisa, ignota e unica (hanno un brillìo particolare, qualcosa di nuovo anzi di antico direbbe Pascoli) che si piomba ipso facto nello stesso stato d’animo di allora. Poi si tende a cancellare, a rendere i fatti non avvenuti semmai incrementando a fini compensatori le sicurezze materiali, ma il diniego del trauma non è la
strada giusta, l’ignoto è una forza latente che si insinua silente nelle tensioni individuali, della società, scorre sotto le nostre strade come un’ inquietudine, basta un nulla perché ingrossato dalla piena risalga dal sottosuolo, sollevi i chiusini sorprendendo ogni volta, e riduca tutti a “manichini ossibuchivori” (E.Gadda ne “La cognizione del dolore”) nei quali iniettare paure o ogni antidoto miracoloso, con un carico di sentimentalismo in un alone di ammonimento da fine del mondo. Datemi una leva e vi solleverò il mondo disse Archimede, un piccolo virus l’ha fatto e ha capovolto il mondo dell’opulenza e del benessere svelandone la natura sottostante nociva. L’uomo della pietra, con la sua sola intelligenza, ( mai più raggiunta) - ha dato avvio ad imprese gigantesche quando ancora non era convertito al dio denaro, era felice come i bambini ai quali basta un sorriso, un gioco inventato con la fantasia, la sorella gemella del pensiero, la leva che l’uomo può utilizzare o per la sua resurrezione, riscoprendo i suoi valori, o per affrettare la sua sepoltura insieme con tutta la natura che lo circonda, una scelta ancora possibile. Viviamo in un mondo in cui si pone con estrema urgenza la questione della sopravvivenza del genere umano mentre gli Stati ancora cercano di impadronirsi delle armi, vecchie e nuove, per minacciare terrore. L’inquinamento di aria, acqua e terra ha raggiunto livelli impensabili, l’imperativo della sopravvivenza del genere umano imporrebbe la rinuncia delle proprie libertà non più contro <<l’empia natura>> ( come scriveva Leopardi ne “La ginestra”) che manda i virus (forse i suoi estremi gridi di allarme oscurati dalla presentazione orrifica di mostri, pipistrelli - innocui e utili animaletti che l’uomo va a cacciare nei loro ambienti-), ma per soccorrere una natura fragile, guasta e vulnerata dal cosiddetto “Homo sapiens sapiens”. Dott.ssa F.Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it
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Pillole di diritto: obbligo e vaccini
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apevate che… in Italia l’obbligo di vaccinazione non può essere imposto se non per legge ed in presenza di determinati presupposti?
L’art. 32 della Costituzione, difatti, stabilisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”; questo principio però ha subito di recente una interpretazione estensiva da parte della Corte Costituzionale chiamata a decidere sulla legittimità o meno del c.d. Decreto Lorenzin (DL 73/2017 cov. L. 119/2017) con il quale l’allora Ministro della Salute aveva reso obbligatori 12 vaccini (poi ridotti a 10, di cui 4 “storici”) per i minori dei 16 anni di età in relazione all’obbligo di iscrizione scolastica, appunto con un decreto legge e non con una legge. La differenza tra i due strumenti normativi, che forse vale la pena di evidenziare, consiste nella preventiva sottoposizione al Parlamento, e cioè all’organo investito ufficialmente del potere legislativo perché costituito da tutte le rappresentanze politiche, nel caso della legge, mentre i decreti legge sono di emanazione governativa - quindi sono espressione della maggioranza politica di turno chiamata a governare eseguendo la volontà parlamentare/popolare - e, pur entrando in vigore immediatamente, hanno bisogno di essere convertiti in legge entro 60 giorni altrimenti perdono efficacia. Il vaglio del Parlamento nel caso dei DL avviene quindi a posteriori e sulla base di un testo già scritto (dal Governo) al quale è possibile apportare solo alcune modifiche oppure non convertirlo facendolo decadere (ed in questo caso si aprirebbe la questione – altra ma comunque rilevante - relativa alla necessità di regolare i rapporti sorti nelle more della vigenza del DL). La differenza tra le due tecniche legislative fa capire che modifiche importanti dovrebbero passare dal Parlamento ed essere emanate sotto forma di legge mentre solo le questioni urgenti, e direi anche abbastanza pacifiche, dovrebbero/potrebbero essere introdotte con decreto legge; questo perché entrambi gli atti normativi hanno alla fine la medesima valenza erga omnes e quindi debbono essere rispettati e vanno ad incidere
sulla vita di tutti. Motivo per cui dovrebbero godere della più ampia discussione preventiva in Parlamento, ed anche, conseguentemente, della capacità di rappresentare e tutelare diritti ed interessi del maggior numero di persone, prima di entrare in vigore. Salvo ovviamente si tratti davvero di questioni urgenti ed indifferibili rispetto ai tempi lunghi del normale iter parlamentare di una legge. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 58/2018, di cui fu relatrice l’attuale Ministro della Giustizia Marta Cartabia, decise allora di salvare il Decreto Lorenzin ritenendo valida l’introduzione dell’obbligo vaccinale attraverso un DL anziché con una legge stabilendo allora che rientrasse “nella discrezionalità – e nella responsabilità politica degli organi di governo apprezzare la sopraggiunta urgenza di intervenire, alla luce dei nuovi dati e dei fenomeni epidemiologici frattanto emersi, anche in nome del principio di precauzione”; siamo quindi più che convinti che oggi, con la situazione pandemica in atto, tale urgenza di provvedere sarà maggiormente avvertita ma non di meno il Governo se ne assumerà la piena responsabilità politica. I presupposti affinché un trattamento sanitario che comporta sicuramente una limitazione del primario diritto di autodeterminazione dei sin-
goli - possa essere imposto e quindi sia compatibile con l’art. 32 della Costituzione, sono a) che il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri; b) che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili; c) che, nell’ipotesi di un danno ulteriore, sia prevista comunque la corresponsione di una equa indennità in favore del danneggiato. In merito quindi al dibattito recente sulla giustizia o meno dell’introduzione dell’obbligo vaccinale per il virus SarsCovid-19 (ancora in fase di sperimentazione, questo anche va tenuto presente) sono sicuramente apprezzabili le parole del neo Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, secondo il quale «La possibilità di trattamenti sanitari obbligatori è prevista dalla Costituzione, ma richiede una legge (…) Nelle nostre sentenze abbiamo scritto che, in primo luogo, serve la certezza dei dati scientifici, attestata dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali competenti. In secondo luogo, è necessaria l’accertata responsabilità, per la tutela della salute e della vita dei cittadini, di un così pervasivo intervento». Ferma restando, mi sento di aggiungere, la possibilità di esimersi da tale obbligo motivando la richiesta di esenzione con un diritto/interesse ugualmente meritevole di tutela e salvo il risarcimento dei danni “ulteriori” che il vaccino dovesse provocare rispetto a quelli previsti e prevedibili. Avvocato Ida Nazzaro Patrocinante in Cassazione Sede studio di Pomezia Via F. Domenico Guerrazzi n. 2 CAP 00071 Tel.: 06.60674482 – Cell.: 3383616295 E-mail: avvocatoidanazzaro@alice.it
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Il Corriere della Città aprile 2021
Chi parla male, pensa male, vive male isogna sempre trovare le parole giuste poiché le parole sono importanti.Questa è una celebre frase del film “Palombella Rossa “ di Nanni Moretti. La parola è una facoltà che va coltivata e affinata per tutta la vita, ora più che mai che la svolta digitale è irreversibile si avverte la necessità di ritornare a parlare, specie in bambini adolescenti in quanto psicologicamente più fragili vi è il rischio della chiusura in se stessi: lo smartphone da strumento per conoscere e comunicare diventa una prigione, una condizione di vita artificiale. Ruolo importante è senza dubbio la scuola che insegna a “riflettere prima di decidere e pensare prima di credere”, nonché ad alimentare il dubbio, “compagno fidato anche se inquietante del ragionamento” (cit.). Imparare a discutere, a formarsi un opinione, a saper argomentare, a confrontarsi con gli altri è l’obiettivo più alto ed importante che la scuola deve porsi. Ma deve anche insegnare a saperla usare la parola, a conoscere le regole grammaticali ed applicarle nella giusta composizione, poiché la comunicazione è in assoluto il perno centrale di qualsiasi rapporto. Pertanto non può essere soggetta alla singola persona che può dire o scrivere come le pare, poiché in questo caso “ la forma fa la sostanza”. Il primo suggerimento è quello di utilizzare sempre le parole che si conoscono, onde evitare brutte figure. Anche nelle telefonate, negli appuntamenti, nelle riunioni e in tutti gli impegni che scandiscono la nostra giornata non dobbiamo mai dimenticare il buon uso della nostra lingua e delle buone maniere. Essere educati non è indispensabile solo al lavoro, lo è ovviamente anche nella vita privata, ma sicuramente nell’ambito lavorativo costituisce un fattore di successo così come lo sono le competenze tecniche ed i titoli di studio. Con i colleghi una divergenza di opinioni può essere costruttiva, ma affrontatela a tu per tu e non in pubblico. Alzare la voce o
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«Non promettete ciò che sapete di non poter mantenere ma parlate con semplicità e sinceramente»
Ruolo importante è senza dubbio la scuola che insegna a “riflettere prima di decidere e pensare prima di credere”, nonché ad alimentare il dubbio, “compagno fidato anche se inquietante del ragionamento” usare espressioni improprie è segno di debolezza, a maggior ragione verso chi è in posizione inferiore. Se lavorate con correttezza, dedizione e intelligenza, sia i colleghi, sia i superiori se ne renderanno conto. In questi brevi incontri, anche se solo virtuali, abbiamo affrontato alcune situazioni che spesso incontriamo durante la nostra attività sia essa lavorativa che sociale, senza avere la pretesa di essere additati quali unici depositari delle buone maniere, ma il nostro unico scopo è stato quello di suggerire alcuni comportamenti corretti da tenere in determinate situazioni che possono generare un migliore e più proficuo rapporto con gli altri. Iniziamo da quello che, probabilmente, interessa la maggior parte di coloro che si trovano nella situazione di dover affrontare un colloquio di lavoro, soprattutto in questo periodo. Quale comportamento usare quando si viene convocati da un datore di lavoro? Innanzitutto bisogna dire che cercare un impiego è in ogni
caso un lavoro duro, che richiede volontà, grinta, flessibilità, capacità di auto-analisi e soprattutto fornire informazioni vere e sincere. Per cominciare bisogna avere un curriculum ben fatto, deve saper destare interesse. Non renderlo generico ma personalizzarlo adattandolo alle esigenze dell’azienda a cui state rivolgendovi e della quale cercherete di sapere il più possibile. Dovete presentarvi come la migliore soluzione del problema che quell’azienda si è posta cercando qualcuno per quella data posizione. Non si tratta di dire bugie su di sé ma solo di valorizzare al meglio i vostri punti di forza: si tratta, insomma, di “vendersi bene”. In poco spazio dovete concentrare il meglio di voi e invogliare chi vi legge a conoscervi di persona. Prima del colloquio siete carichi di aspettative, ma provate a stare tranquilli: compostezza nell’apparire, stretta di mano sicura, sguardo diretto, sorriso comunicativo. Soprattutto cellulare spento!!! Attendete che la persona che vi riceve, una volta accolti, si sieda per prima e solo a quel punto sedetevi. Se vi offrono un caffè o altro, prendete ciò che sceglie l’intervistatore: è una buona mossa. Rispondete alle domande riflettendo e soprattutto ascoltate. Non promettete ciò che sapete di non poter mantenere ma parlate con semplicità e sinceramente. Sapere quanto valete vi infonde certo sicurezza, ma questa vostra convinzione non deve mai sfociare in presunzione o arroganza, altrimenti rischia di nuocervi. Ricordate che un’azienda non cerca il più intelligente, il più bravo ed il più competente, ma la persona più indicata per quel dato posto e quindi un’eventuale giudizio negativo non riguarderebbe la vostra persona nel suo complesso, ma soltanto le vostre specifiche competenze e attitudini per quel dato compito: non abbattersi troppo facilmente è il primo consiglio da dare a chi cerca lavoro. In ognuno di noi è presente un talento nascosto. Portarlo alla luce è compito nostro, ma in molti casi ciò avviene in maniera imprevedibile ed inaspettata. Bisogna sapersi osservare, percepire in quale situazione ci si trova più a proprio agio, quando non si sente la fatica per le cose che si fanno, quando ci si perde in quello che facciamo senza avere più la cognizione del tempo che passa: questi sono segnali che indicano che stiamo sulla strada giusta e se tutto ciò non accade è il caso di attendere che qualcosa di più emozionante e convincente si manifesti. … in bocca al lupo! Antonio Guido «In ognuno di noi è presente un talento nascosto. Portarlo alla luce è compito nostro, ma in molti casi ciò avviene in maniera imprevedibile ed inaspettata»
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L’importanza dell’educazione alimentare egli ultimi anni sono state avviate una serie di campagne di informazione ed educazione alimentare promosse dal MIUR nelle scuole di ogni ordine e grado, per tutelare il diritto alla salute, sensibilizzare gli studenti sui temi della prevenzione e promuovere corretti stili di vita. L’ordine dei Biologi da sempre sensibile a tali tematiche non solo ha deciso di collaborare attivamente con molti Istituti inviando i propri iscritti esperti in nutrizione nelle scuole, per affrontare i temi della alimentazione con seminari o specifici progetti, ma ha anche avviato altre iniziative autonome. Prima della pandemia, ad esempio, ogni anno si svolgeva la “La Giornata Nazionale del Biologo Nutrizionista in Piazza” in collaborazione con l’ENPAB. Questa premessa è indispensabile per sottolineare la crescente importanza del tema della educazione alimentare. Acquisire da giovani un corretto comportamento alimentare ed un sano stile di vita è il primo passo per assicurarsi una buona salute in vecchiaia. Ma a tutte le età è possibile correggere i principali errori alimentari e mitigare almeno in parte gli effetti delle tante patologie su base alimentare di cui soffre buona parte della nostra popolazione. Ma perché ora abbiamo bisogno di imparare cosa mangiare e soprattutto quanto mangiare? Una volta si moriva perché si mangiava troppo poco ora si muore perché si mangia troppo. Il cambiamento della nostra società a seguito del boom economico degli anni 60 è stato troppo rapido, non eravamo culturalmente preparati, ma soprattutto i nostri corpi non erano preparati. Millenni di selezione naturale, in ambienti in cui il cibo era sempre stato troppo scarso ci hanno dotato di straordinari meccanismi che permettono di accumulare sotto forma di riserve di grasso una fortuita ed occasionale disponibilità di cibo. Ora che viviamo in un’epoca di grande abbondanza, questo meccanismo si ritorce contro di noi. Non solo mangiamo troppo, ma mangiamo male e soprattutto non siamo più in grado di individuare gli alimenti dannosi. Nel corso della nostra evoluzione abbiamo imparato a riconoscere dal sapore dal profumo e dal colore gli alimenti tossici. Chi da ragazzo ha mangiato qualche frutto acerbo sa bene quali sono gli spiacevoli effetti gastro-intestinali, la natura ci avvisava che quel frutto non era pronto. Ora consumiamo abitualmente frutta di importazione, raccolta acerba e fatta maturare artificialmente in modo che sapore e colore sembrino naturali, ma in realtà si tratta di frutta acerba e quindi piena di sostanze leggermente tossiche. Buona parte dei
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Dobbiamo imparare a mangiare di meno e meglio. Riscoprire i prodotti del nostro territorio, le tradizioni e le abitudini alimentari precedenti all’eccesso di cibo industriale che ci sta uccidendo nostri cibi sono alimenti industriali i cui colori, sapori e profumi sono stati abilmente combinati per invogliarci a mangiarli. Questi cibi hanno un aspetto straordinariamente invitante, già a partire dalla confezione, ma se impariamo a leggere l’etichetta scopriamo che in realtà sono pieni di additivi, grassi saturi, coloranti, ecc. sostanze in larga misura poco salutari. Il nostro ambiente ormai è questo, i nostri figli e noi stessi non viviamo più come cacciatori raccoglitori in selvaggi ambienti naturali, ma in jungle urbane fatte di cemento smog e traffico selvaggio. Ma ai figli dei cacciatori-raccoglitori i genitori insegnavano a riconoscere i cibi commestibili, i nostri genitori invece non sono più in grado di insegnare quasi nulla. Millenni di cultura alimentare basata sulla nostra straordinaria dieta mediterranea sono stati spazzati via da un finto ed insostenibile modello di sviluppo. I nostri cibi tradizionali semplici e naturali sono stati sostituiti da cibi industriali chiusi in confezioni con immagini ingannevoli, pieni di esaltatori di sapidità e di altre sostanze che creano piacere e dipendenza. Se i ragazzi non imparano a leggere le etichette degli alimenti e soprattutto dei “deliziosi” cibi “spazzatura” e se non vengono educati alla “cultura dei cibi industriali” che presuppone un minimo di conoscenze per interpretare le etichette
dei cibi, non saranno mai in grado di capire cosa li nutre e cosa invece li intossica o li rende obesi. Affrontare il tema della alimentazione senza avere le necessarie basi è molto rischioso, il problema non è estetico come molti pensano, ma coinvolge la nostra salute, il nostro benessere psico-fisico e persino il nostro rendimento scolastico o lavorativo. Nonostante gli sforzi fatti dalle istituzioni a cui ho accennato nella introduzione, purtroppo adulti e ragazzi si informano troppo spesso a partire da fonti non attendibili. Piuttosto che ridurre le quantità di cibo e migliorare la qualità degli alimenti, a partire da quelli “naturali e sostenibili” della nostra straordinaria dieta mediterranea, ci affidiamo a blog, siti internet, e presunti esperti che proliferano ovunque. Acquistiamo prodotti dietetici industriali nella speranza di compensare gli effetti negativi causati da un eccesso di altri cibi industriali. Una spirale poco salutare che crea profitto solo per alcuni e danni alla salute per tantissimi altri. Leggere le etichette degli alimenti è un primo indispensabile passo per mantenerci in buona forma fisica, ma occorre conoscere anche il modo in cui le sostanze presenti nei cibi e negli integratori alimentari, di cui troppo spesso si abusa, interferiscono con i processi biochimici del nostro organismo. Dobbiamo imparare a mangiare di meno e meglio. Riscoprire i prodotti del nostro territorio riscoprire le nostre tradizioni ed abitudini alimentari, quelle precedenti il benessere economico e l’eccesso di cibo industriale ed a basso costo che ci sta uccidendo. Monica Grosso Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it
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POSTA
Fontanelle sempre aperte
Fontanelle sempre aperte e possibile spreco d’acqua a Pomezia. La prima è a Santa Procula in zona Cinque Poderi accanto al Supermercato. La seconda è a Martin Pescatore, incrocio Via Piripoli angolo Via Signa. E’ normale così? Nessuno interviene?
Il Corriere della Città aprile 2021
Campi=discarica
Torvaianica alta in via Mar libico ci sono questi rifiuti abbonati da un po' di tempo. E’ possibile che nessuno controlli? Peraltro è “in “mezzo” a una strada molto trafficata dato che in tanti la usano per andare a campo jemini. L’altro punto dove abbandonano rifiuti è via della Selva Piana : ci sono rifiuti di ogni genere, è diventata una discarica a cielo aperto. Possibile che nessuno controlli le zone?