Il Corriere della Città - Giugno 2010

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della Anno 2 Numero 6 GIUGNO 2010

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Politica

IL RIMPASTO

MENTRE L'OPPOSIZIONE A POMEZIA CERCA DI SFIDUCIARE IL SINDACO, DE FUSCO RISPONDE CON "AGGIUSTAMENTI" DI GIUNTA. NEL FRATTEMPO, AD ARDEA, FIOCCANO GLI AVVISI DI GARANZIA.

In questo numero:

• INCHIESTA SICUREZZA: LA VOCE DEI CITTADINI PAG.12 • INCHIESTA PESCATORI: DA 40 ANNI IN ATTESA DI UN APPRODO PAG.14 • MACCHIOZZA E LIDO DEI PINI: QUARTIERI ALLA RICERCA DI IDENTITÀ. PAG.25

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QUESTIONE DI S...FIDUCIA LE SORTI POLITICHE POMETINE SONO AD UN NODO CRUCIALE: MA SI SA COME E SE “SCIOGLIERLO”? i risiamo. Ognuno con le sue ragioni, gli altri con i loro torti. In questi giorni Pomezia ha visto il suo governo sul filo di un rasoio: un momento da una parte, l’attimo dopo dall’altra. Le voci in piazza e nei corridoi si rincorrevano veloci: De Fusco ha le ore contate, la sfiducia è ormai matura; no, ormai la maggioranza è solida, i nuovi assessori sono stati nominati, l’assetto è soddisfacente per i partiti e per i singoli, quindi si va avanti con tranquillità. Ma qual è la verità? Come dicono i saggi, non c’è una sola verità e se, c’è, sta nel mezzo. Il 24 maggio 12 consiglieri di maggioranza, tra cui persone che fino al giorno prima non si potevano vedere tra loro, hanno firmato la richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale per votare la mozione di sfiducia al Sindaco. Appena 24 ore dopo il Primo Cittadino ha risposto presentando la composizione della nuova Giunta, frutto di una ritrovata armonia tra i partiti del centrosinistra. Armonia dichiarata a gran voce anche il 13 maggio dagli stessi partiti, che, nel rinnovare la fiducia a De Fusco, hanno ammonito tutti i consiglieri del proprio schieramento, comunicando che chi non si allinea alla decisione dei direttivi è fuori dalle liste da presentare

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alle prossime elezioni. Fronte compatto, quindi, dove si può stare dentro o fuori per sempre, senza vie di mezzo. Abbiamo ora uno scenario imprevedibile fino a qualche tempo fa, che vede contrapposti due schieramenti – e non più le decine di quando tutti erano contro tutti – da cui si tirano fuori, almeno per il momento, solo quattro persone: l’unica rappresentante dell’UDC, Maria Rotonda Russo, il “ribelle” Nicolò Barone, da poco uscito dalla lista civica “Pomezia Unita” ed i due esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà Maurizio Battistelli e Mario Borgo Caratti. Solo in quattro, ma con un peso enorme, che è quello di far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Le firme dei 12 Consiglieri di opposizione sono infatti sufficienti per richiedere la convocazione del Consiglio, ma non abbastanza da far cadere la Giunta. Ricordiamo infatti che, per poter sfiduciare il Sindaco, occorrono 16 firme, ovvero la maggioranza dei componenti dell’Assise cittadina. Analizzando brevemente la situazione attuale, si nota che la bilancia ha una taratura “imperfetta”, che tende a spostare l’ago più da una parte piuttosto che dall’altra, visto che appare improbabile che i due consiglieri di SEL possano accet-

tare di mandare a casa quello che è comunque un esponente della loro stessa area politica, soprattutto tenendo conto dell’apertura che il loro partito - pur rimanendo all’opposizione - ha dimostrato nei confronti di De Fusco. Apertura che potrebbe anche portare ad un confronto che sfocerebbe nelle primarie per la scelta del nuovo candidato Sindaco alle prossime elezioni. Per la Russo, invece, vale tutto un altro discorso: pur schierandosi con l’opposizione nella firma di altri documenti che vanno contro l’azione amministrativa e, in particolar modo, contro le decisioni prese da Mesturini sulla nomina dei Revisori dei Conti – questa volta ha preferito astenersi. Ovviamente le abbiamo chiesto perché, e la risposta è stata “Io sono comunque all’opposizione, ma voglio prima vedere bene quali siano le ragioni di questa richiesta di sfiducia e valutarle in sede di consiglio. Al momento non so dire se firmerò o meno, ma di certo non lo escludo”. Lei forse no, ma potrebbe farlo Gaetano Penna, attuale Assessore della Giunta De Fusco e, contemporaneamente, coordinatore e commissario dell’UDC, partito a cui la Russo appartiene. Rimane Barone, che nell’ultimo mese ha prima giurato fedeltà alla maggioranza e poi ne è uscito sbattendo la porta. Ora la sua posizione è meno netta: sembra infatti in atto un riavvicinamento alle forze di governo. Non si capisce come mai, come non si capiva il comportamento precedente. Misteri della politica? Per saperlo servirebbero i superpoteri, che noi non abbiamo. Per tenere informati i lettori utilizzeremo quindi i nostri modesti mezzi, occhi, orecchie e cervello, ed agendo esattamente al contrario delle tre famose scimmiette. Maria Corrao

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NOMINATI I NUOVI ASSESSORI LA GIUNTA RIPARTE DAI PROBLEMI FONDAMENTALI DELLA CITTÀ: BILANCIO, CRISI ECONOMICA E LAVORATIVA, CONCORSI PUBBLICI, PIANO REGOLATORE, SERVIZI PRIMARI E RILANCIO DEL TURISMO ono onorato dell’attenzione che mi dedica l’opposizione e desidero ringraziare coloro che hanno firmato la richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale avente come punto all’ordine del giorno la E’ serio il mozione di sfiducia nei miei confronti. Sindaco di Pomezia mentre pronuncia questa frase nel corso della conferenza stampa svoltasi lo scorso 25 Maggio per presentare il nuovo assetto di Giunta, ma gli occhi tradiscono una certa ironia. “In un momento politico in cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ricorre sempre al voto di fiducia e riesce ad andare avanti solo grazie a quello, è gratificante sapere che io sono invece oggetto di un voto di sfiducia che credo mi consentirà lo stesso di procedere fino alla fine del mandato. L’unica cosa che non mi è chiara riguarda le motivazioni di questa sfiducia, che viene da per-

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DIRETTORE RESPONSABILE:

Numero 6 Anno 2 Giugno 2010 Distribuzione gratuita

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sone che, fino a qualche tempo fa appoggiavano le mie scelte. Cosa è cambiato in così poco tempo? Io no di certo...”. Enrico De Fusco esce dai binari degli argomenti prefissati per la conferenza stampa per parlare del documento protocollato da 12 consiglieri del centrodestra, togliendo la scena per qualche minuto ai protagonisti dell’incontro, ovvero gli Assessori. “Si accusa questa amministrazione di aver accumulato solo debiti, portando ad esempio i problemi che stiamo vivendo in questi giorni con la Pontina Ambiente, società alla quale il Comune deve circa 13 milioni di euro. Ma le persone che lanciano accuse dimenticano che, quando erano loro al governo, come Assessori o come consiglieri di maggioranza, la stessa società riceveva i pagamenti con 2 anni di ritardo: ovvio che adesso ci troviamo con un pregresso notevole. Sono le stesse persone

EDITORE: La Città

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che, nel 2005 – dati alla mano, consultabili da tutti i cittadini – avevano portato l’indebitamento pro capite a 3200 euro. Oggi, a 5 anni di distanza, il debito si è dimezzato, scendendo a 1800 euro. E sempre le stesse persone che hanno consentito all’Aser di fare quello che ha fatto. E si continua a parlare di una nostra cattiva gestione economica? Abbiamo numerose pendenze, è vero, ma sono frutto dei grossi mutui contratti in passato, quando la capacità di indebitamento del Comune era arrivata la 15%, limite massimo fissato dalla legge, mentre ora è stato da noi riportato al 8,7%, nonostante non si possa più contare su entrate cospicue come quelle dell’ICI sulla prima casa”. Il Primo Cittadino è un fiume in piena, mentre illustra il suo punto di vista anche in merito alle spese sostenute per la gestione del personale, aumentate di circa 5 milioni all’anno. “Questi soldi sono puro investimento per i cittadini, che hanno maggiori servizi, tra cui 34 agenti di Polizia Municipale in più che vigilano per la sicurezza del territorio, impiegati che velocizzano le pratiche amministrative, delegazioni più efficienti. Nei 5 milioni bisogna poi calcolare gli aumenti riconosciuti al personale già in carica e le progressioni verticali, senza contare che riusciamo comunque a spendere meno di quanto incassiamo, azzerando così di fatto questa spesa”. Tornando all’argomento principale, ossia alle nomine della nuova Giunta, le novità partono dalla location scelta per dare l’annuncio: non più nell’ufficio di Piazza Indipendenza a Pomezia, ma nella nuova Delegazione di Torvaianica. “Si riparte

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Studio Grafico O.K.

E-MAIL: CHIUSURA REDAZIONALE: 31/05/2010

IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille Cristina Lucci Luigi Simone Pietro Conti Milena Salini Claudia Sperduti Oscar Perrotta

STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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dal mare – dichiara il Sindaco – perché è una delle nostre ricchezze e come tale va tenuta in considerazione. Sono stato accusato di aver trascurato Torvaianica, mentre invece, da quando mi sono insediato, ho fatto di tutto per riportare questa cittadina agli antichi splendori. Certo c’è ancora molto da lavorare, ma prima di noi non era stato fatto nulla. Quello che si vede adesso è frutto di questa amministrazione”. Amministrazione che torna ad essere guidata da dieci Assessori grazie ai due nuovi entrati: Daniele Martinelli, nome proposto dalla lista civica “Pomezia Unita” - anche se si dice che sia molto vicino a Sinistra Ecologia e Libertà - che si occuperà dell’assessorato Tutela Ambientale e Demanio, ed Antonio Flore, dimessosi dalla carica di consigliere comunale che ricopriva fino a ieri, al quale va l’Edilizia Privata e Convenzionata. Confermati gli altri Assessori, tra i quali si assiste a però qualche cambiamento di deleghe, dal momento che il Sindaco ha “voluto ridistribuire anche tenendo conto della professionalità e dell’esperienza dei singoli”. Dunque Stefano Arciero, con la sua esperienza di preside ed insegnante di scuole medie superiori, passa alla Cultura, eventi speciali e Turismo; Cinzia Marinelli, grazie al suo passato di sindacalista passa al Personale, Rapporti istituzionali e Protezione Civile; Edgardo Cenacchi, uomo di fiducia del Sindaco, passa al difficile settore dei Lavori Pubblici, mentre Stefano Caporaletti, oltre allo Sport e alle Politiche Giovanili, si occuperà anche di Pubblica Istruzione, Università ed Edilizia Scolastica. Mantengono i loro incarichi Francesco Palazzo ai Trasporti, Polizia Municipale e Servizi Cimiteriali; Davide Tintinago alle Finanze; Anna Mirarchi ai Servizi Sociali e Gaetano Penna alle Attività Produttive. Fuori dai giochi l’ormai ex Assessore all’Urbanistica Eugenio De Cristofaro. La nomina di vicesindaco, che nei giorni scorsi era stata data per certa, non è stata fatta: De Fusco ha infatti deciso che, ogni volta che si dovrà assentare, lascerà la poltrona e le responsabilità ad un Assessore diverso. “Di volta in volta – ha spiegato – nominerò chi mi sostituirà, a rotazione, partendo dall’assessore più giovane, quindi da Caporaletti. Questo perché così ognuno avrà modo di capire il significato della responsabilità totale di un’amministrazione”.

Tra le nomine firmate anche quella del nuovo delegato per Torvaianica, il consigliere Leonardo Mecca, che prende il posto del compianto Giancarlo Gatti. Per la prima volta il delegato sarà Ufficiale di Governo, con responsabilità anche sull’ordine pubblico e sulla sanità. A proposito di Gatti, il suo nome verrà dato alla delegazione in segno di stima per il lavoro svolto. “D’ora in poi non tollererò più che un Assessore, al nascere di un problema, dica “adesso mi consulto con il Sindaco”. Chiedo a tutti la massima collaborazione e disponibilità con i cittadini. L’Assessorato è il vostro e lo dovete gestire nel migliore dei modi ed in maniera completa. Il Sindaco ha altri compiti. Se dovesse risolvere sempre i problemi degli Assessori non avrebbe più il tempo di svolgere il suo lavoro”. Ed i compiti che il Primo Cittadino è chiamato a svolgere sono quelli che portano alla risoluzione dei problemi principali della città, raccolti dallo stesso De Fusco in sei punti essenziali: il risanamento casse comunali, senza dubbio la priorità maggiore in questo periodo in cui i debiti dell’amministrazione sono nell’occhio del ciclone; il problema dell’occupazione, per risolvere il quale, sostiene il Primo Cittadino, occorre trovare insieme alle altre Istituzioni risposte concrete per i tanti posti di lavoro a rischio; l’avvio dei concorsi pubblici a tempo indeterminato, che aiuterebbe in parte a risolvere la crisi occupazionale, senza contare – spiega il Sindaco - che il personale serve per poter dare risposte e servizi

ai cittadini; i servizi primari, ovvero ampliare e portare a compimento la rete idrica e fognaria nell’intero territorio comunale; l’assetto del territorio, che deve sì dare spazio all’edilizia privata, ma nel contempo dare la giusta importanza anche a quella convenzionata e per ultimo, ma non per importanza, il rilancio del litorale, con un’attenzione particolare al patrimonio naturale che è il mare. “In questi anni abbiamo cercato di avere cura del nostro mare – ha dichiarato De Fusco – tant’è vero che la Regione Lazio ha premiato questi sforzi riconoscendolo come uno dei più puliti della Provincia di Roma. Non abbiamo divieti di balneazione, se non quelli obbligati per legge alla foce dei canali. Dobbiamo puntare sul turismo, per far sì che i nostri commercianti ed i nostri concittadini in genere possano contare sulla ripartenza di un’economia da troppo tempo stagnante”. Tutto a posto, quindi. I partiti sono contenti, i consiglieri (quelli di maggioranza) pure, gli Assessori anche ed il Sindaco ancor di più, visto che “si sa che i nomi degli Assessori sono proposti dai partiti, ma vi posso assicurare che, se tali nomi non fossero stati di mio gradimento, non li avrei mai accettati. Posso quindi tranquillamente dire, senza timore di essere smentito, che questi sono i miei Assessori, scelti da me, che godono della mia totale fiducia”. Sperando che, almeno una volta, nessun granello di sabbia blocchi questo ingranaggio prima ancora che inizi a funzionare. Maria Corrao

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STAVOLTA E’ VERO! L’OPPOSIZIONE, PER NULLA PREOCCUPATA DALLE CONTROMOSSE DEL CENTROSINISTRA, AVANZA COMPATTA PER CERCARE DI FAR CADERE LA GIUNTA DE FUSCO el rimbalzare di colpi tra la maggioranza e l’opposizione abbiamo provato a sentire cosa pensano alcuni esponenti della minoranza della mossa del Sindaco Enrico De Fusco di annunciare una nuova Giunta proprio all’indomani della presentazione di una richiesta di convocazione di Consiglio Comunale per votare la mozione di sfiducia al Primo Cittadino. C’è da dire che gli esponenti del centrodestra si aspettavano il rimpasto, al quale hanno risposto il giorno seguente protocollando una nuova richiesta di convocazione del Consigli, stavolta per nominare i nuovi e legittimi Revisori dei Conti. Perché il vero cavallo di battaglia sarà ora il bilancio.

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PUGGIONI: “La cosa più importante per noi è la compattezza che stiamo dimostrando dopo 4 anni di incomprensioni. Questo significa che non solo Alleanza Nazionale e Forza Italia, ma anche il resto dell’opposizione, si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. Se anche il centrosinistra ha ritrovato unità ed ha proposte valide, ci confronteremo in sede di consiglio, perché a me invece queste idee sembrano invece un ulteriore rattoppo, che non migliorerà la situazione, ma la peggiorerà. Avrebbero dovuto avere un po’ di coscienza e prendere atto del loro fallimento, scegliendo di andare a casa anzitempo. Saranno quindi i cittadini a giudicare il lavoro svolto dall’una e dall’altra parte e, in quell’occasione, nessun rattoppo potrà tenere”.

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“La maggioranza ha capito che doveva fare qualcosa che tamponasse la fuoriuscita di gente dalla loro coalizione. Quindi, pur di sopravvivere, ha fatto un ultimo

tentativo per evitare l’implosione che da troppo tempo è nell’aria, mischiando le carte all’interno della Giunta e assegnando deleghe e compiti a chi li richiedeva. Così, almeno per un po’, tutti dovrebbero essere contenti e tranquilli, ma penso che si tratti solo di una calma apparente, perché il centrosinistra si trova in un tunnel che non vede luce e dal quale sarà difficile uscire. Per quanto riguarda noi, la richiesta fatta per la mozione di sfiducia al Sindaco è sintomatica dell’ottimo stato di salute di cui gode in questo momento l’opposizione, che si è unita per perseguire un unico scopo. Sono felice della situazione che si è creata, perché il centrodestra ha dato un segnale preciso: siamo pronti ad un’azione politica seria e coesa. Finalmente siamo un gruppo che va nella stessa direzione, e non persone che si trovano insieme per caso”.

SCHIUMARINI: “Credo che questo goffo tentativo che la maggioranza sta facendo per salvarsi non sia altro che la messa requiem della Giunta De Fusco, che qualcuno più “bizzarro” di me ha definito la “Giunta Tip e Top”, per etichettare questo “istituto dell’accontento tutti”, grazie al quale il Primo Cittadino non ha fatto altro che distribuire deleghe a destra e sinistra. Il bello è che non si tratta di deleghe meritocratiche, ma, nella maggior parte dei casi, sono anzi supportate da una assoluta mancanza di preparazione professionale nei singoli campi che si vanno a ricoprire. Questo dimostra come questo Sindaco, pur di rimanere ancorato alla poltrona, sia disposto a qualsiasi tipo di compromesso. Di fatto i numeri lo hanno già sfiduciato, così come avevano fatto nel recente passato i partiti della della sua coalizione. Oggi si ritrovano ad essere una mera accozzaglia

di consiglieri ripescati attraverso la danza delle poltrone, in totale assenza di rispetto nei confronti dei cittadini. L’opposizione sta però reagendo a questo stato di cose e i documenti che stiamo sottoscrivendo, come quello di richiesta di mozione di sfiducia al Sindaco, lo dimostrano. Credo che, in sede di Consiglio, finiranno i giochini, perché chi continua a proclamarsi fuori dalla maggioranza, di fronte ad un voto palese come quello previsto per la sfiducia, dovrà mostrare davanti a tutti da che parte sta davvero. Quindi, tutti quelli che a parole sono all’opposizione e poi giocano sempre nelle stanze del potere, trattando posizioni amministrative, dovranno darsi un ruolo definitivo, che potrà essere quello di traditore del cittadino che lo ha eletto o quello di amministratore responsabile in virtù del mandato ricevuto. Io sostengo che tutti i consiglieri hanno il diritto di svolgere la propria attività amministrativa, ma hanno anche il dovere di rispondere sul piano politico a quello che è il mandato che la gente gli ha dato”. Quali pensa potrebbero essere i 4 nomi mancanti per poter raggiungere il quorum previsto per la sfiducia? “Io non penso, non ne ho né voglia né intenzione. Io leggo i giornali,e come tutti so quali sono state le dichiarazioni di esponenti importanti di questo consiglio comunale. Aggiungo anche che la danza dell’appoggio esterno non ha più motivo di esistere. Non si può più andare nei bar a fare proclami e poi ritrovarsi nelle stanze dei bottoni ad appoggiare la maggioranza. Abbiano il coraggio di portare nel primo consiglio comunale il bilancio: vedremo chi è in grado di votarlo. Il Sindaco dovrebbe poi avere il coraggio di presentare in Consiglio la nuova Giunta, spiegando le motivazioni di questi giri di valzer e spiegando quali sono le capacità amministrative e le competenze tecniche di questi signori che dovrebbero far ripartire la città. Probabilmente si dirà che una certa persona ha fatto il bagno a Torvaianica e quindi conosce i problemi del suo mare, che qualcun altro ha costruito casa e quindi conosce a fondo l’urbanistica, che un altro ancora ha fatto il sindacalista e quindi conosce le problematiche del personale: mi scusi, ma a questo punto il mio gatto potrebbe fare il rappresentante degli ambientalisti d’Italia, visto che vive in giardino!”. Maria Corrao


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ARDEA IN BILICO

IL DEGRADO AVANZA, MENTRE LATITA L’AMALGAMA NEI PARTITI MAGGIORI, CON IL RISCHIO DI CADERE NEGLI ERRORI DEL PASSATO ’amore per Ardea, antica culla di civiltà, storia, cultura e archeologia, ci porta ad analisi ed approfondimenti distaccati, possibilmente oggettivi, cosa che non piace AD ALCUNI SOLONI E nostalgici di un passato spesso inquietante e pieno d’ipocrisia, oltre che contraddistinto da un girovagare politico senza fine né pace. Ma un territorio “baciato” da Dio (o dalla natura per i non credenti!) e “maledetto” dagli uomini, non merita l’ulteriore umiliazione di un continuo vissuto nella menzogna. Raccontiamo, per chi abbia voglia di conoscere la verità vera, che Ardea è da tempo in preda ad un irrefrenabile degrado sia sul piano politico che amministrativo. A questo triste riscontro fa da corollario la constatazione che neanche l’amalgama all’interno dei due maggiori partiti sia ancora riuscita, mostrando uno scollamento maggiore di quello che si riscontra a livello nazionale. Non bisogna poi dimenticare che in questo scenario ogni tanto fa capolino, come emerge dalla cronaca giudiziaria, la magistratura di Velletri, che rivela un malaffare da “ladri di polli” della combriccola amministrativa. Ormai i due schieramenti di centrodestra e di centrosinistra tendono a somigliarsi anche troppo. Da una parte si nota che la granitica compattezza degli ex AN sembra ormai definitivamente archiviata: fioccano le

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contrapposizioni e si coltiva il proprio orticello con crescente arroganza e sprezzo d’idealità e mandato elettorale, mentre tra gli ex Forza Italia segna il passo l’egoistico acume di vecchi navigatori di antico notabilato politico, a vantaggio di brulicanti epigoni del vivacchiare paesano E impegnati in ogni modo a respingere gli “assalti” di apparenti nuovi adepti, in realtà mai realmente allontanatisi, ma semplicemente camuffati sotto l’emblema, anch’esso sbiadito, delle liste civiche per operazioni di becera transumanza partitica. Si può quindi affermare che il Pdl sia ormai in una condizione di sbandamento evidente, che può preludere ad una pratica ormai nota: uscita dal partito, costituzione di altri “contenitori” o uso di quelli già consunti, per far valere il proprio potere clientelare e riproporsi con rinnovato slancio in nuove avventure poco edificanti, ma molto profittevoli. Dall’altra parte, in quello che fu il centrosinistra, si assiste a un simulacro di alleanze tra controfigure sbiadite di quelli che furono i protagonisti del “glorioso” passato caratterizzato da due o tre candidati a sindaco, che nell’ultima tornata elettorale hanno dato il meglio attraverso sotterranee intese col centrodestra, successivamente portate alla luce con premiali assessorati e presidenze varie, una triade che ora appare in evidente crisi fiduciaria.

Eppure un rimedio ci sarebbe, ma tarda a emergere a causa delle menti offuscate dei gestori politici che non sono in grado di concepire o elaborare nulla d’innovativo o propositivo per l’immediato futuro. Non un’idea pregnante, se si eccettua un avvilente e misero scopiazzamento; non un’iniziativa degna di questo nome; men che meno un sussulto di dignità, con la presa d’atto di aver fallito (e trarne le conseguenze): emorragia di voti, allontanamento di molti, masochistica propensione alla divisione interpersonale. Bisognerebbe consegnare il PD in mani in grado di rimuovere desueti steccati, antichi retaggi di contrapposizione per favorire un’auspicabile unità d’intenti e un rinnovato progetto politico, oltre che ad un programma condiviso di governo del Paese. Al fine, bisognerebbe cogliere subito i nuovi orizzonti politici e programmatici, investendo nelle potenzialità di un’alleanza ferrea con l’IDV e la parte migliore del centro e del centrodestra, nella speranza di un ravvedimento sull’onda di quanto sta avvenendo a livello nazionale. Da quanto detto finora ci si potrebbe attendere qualcosa di buono sul piano amministrativo per la stremata e ignara popolazione rutuliana? Ovviamente no! Eufemi regna sempre in bilico sulla sua maggioranza bulgara e la sua forza è direttamente proporzionale al suo immobilismo. Condizione paradossale, che gli impedisce di sapere se il suo mandato andrà avanti fino alla fine o cesserà con la prossima primavera, al ritorno dalle ferie estive o al prossimo “starnazzare” di inadeguati consiglieri comunali. Nel frattempo tutto langue: iniziative appena adombrate e subito abortite; nessun progresso neanche per scommessa: debiti a livello di dissesto finanziario, come quello con la Pontina Ambiente; strade sempre uguali; nessuna iniziativa per i giovani e gli anziani; nessun sostegno o incentivazione per il tessuto economico, mentre della sanità è meglio non parlarne. Va forte, invece, l’autoreferenzialità, mentre si allarga a dismisura la presa sul già fragile apparato amministrativo la colonia di personaggi provenienti da Nettuno, favorita dal Sindaco mai dimentico delle sue origini. Michele Lotierzo


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AVVISI DI GARANZIA AD ARDEA

POLITICI ED AMMINISTRATORI TRA I PROTAGONISTI DI QUESTO ULTERIORE SCANDALO GIUDIZIARIO a notizia ha iniziato a girare per le strade e le piazze di Ardea già nella mattinata di venerdì 21 Maggio, arrivando ben presto anche a noi giornalisti: il paese era stato nuovamente investito da uno scandalo che coinvolgeva politici ed amministratori, oltre ad un ufficiale della Polizia Municipale, tutti colpiti da avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Velletri a seguito di indagini sulle feste estive svolte negli anni passati a Tor San Lorenzo. I nomi ed i fatti hanno cominciato a rincorrersi, ma nessuna ufficialità è arrivata né da parte degli interessati né dalle forze dell’ordine. La miccia che ha innescato questa bomba sembra essere la denuncia presentata da Salvatore C. qualche tempo fa. L’uomo, che farebbe parte del comitato organizzatore delle feste del quartiere, sembra abbia notato che qualcosa non andava ed avrebbe fatto una denuncia direttamente al Tenente Colonnello dei Carabinieri Luciano Martinelli, oggi in pensione. Utilizziamo il condizionale semplicemente perché queste notizie, benché note, non sono state, almeno fino al momento di andare in stampa, confermate ufficialmente dagli inquirenti. Il

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Comandante avrebbe sottoposto la denuncia all’attenzione della Procura, da cui sarebbero partite le indagini. Il lavoro degli inquirenti avrebbe portato ad individuare un dirigente, un ex assessore, un impresario teatrale e un ufficiale della Polizia Municipale, oltre a qualche consigliere. Ma di questi presunti avvisi di garanzia gli interessati, da noi contattati telefonicamente, non ne hanno avuto notifica fino a lunedì 24 Maggio. Un lungo week end di interrogativi rimasti senza risposta, anche se, sin dal primo momento, a parlare della vicenda senza alcuna remora, facendo nomi è cognomi, è stato il consigliere comunale Luca Fanco. “Questa faccenda è venuta alla luce grazie alle numerose denunce, esposti e segnalazioni fatte da me e dal mio collega, il compianto Luigi Mancini, sulla dubbia legalità delle numerose feste organizzate nel nostro territorio – ha raccontato Fanco – Ad essere coinvolti sono Amministratori e Politici del Comune di Ardea che hanno avuto a che fare con i Settori dello Spettacolo e del Commercio, oltre al vice comandante della Municipale Luciano De Paolis, che all’epoca aveva sostituito un collega, rimanendo così invischia-

to suo malgrado. Partendo dal presupposto che quando interviene la Magistratura è comunque un fatto spiacevole, perché dimostra che si è operato in modo non trasparente e legale, oggi ho la risposta a degli interrogativi che mi facevo da tempo. Risposta che purtroppo conferma i miei peggiori sospetti, ossia che a volte si procede per oscuri motivi, con arroganza e presunzione, rilasciando autorizzazioni senza fare le verifiche e i controlli necessari. Tra tutti i personaggi che hanno preso parte a questa brutta vicenda, esprimo la mia solidarietà proprio al Vice-Comandante della Polizia Locale Col. Luciano De Paolis, il quale ha sempre operato sempre nella massima trasparenza e legalità. Penso sia stato vittima di questo Provvedimento Giudiziario pur non essendo lui il titolare dei controlli. Sono convinto che dimostrerà la sua buona fede e la sua estraneità nella fase successiva delle indagini”. “In merito all’avviso di garanzia notificatomi in data 24 maggio 2010 dichiaro di essere stato accusato ingiustamente e tra l’altro per una problematica a me sconosciuta. Mi auguro che i miei legali insieme alla Magistratura possano dimostrare la mia innocenza e condannare i veri responsabili della problematica”, ci ha dichiarato Luciano De Paolis, il quale chiarisce anche che “L’accusa avanzata nei miei confronti è riferita alla festa svoltasi l’anno scorso a Tor San Lorenzo. Al centro delle indagini ci dovrebbero essere anche altre feste, ma io non c’entro niente”. Le altre persone a cui abbiamo chiesto informazioni non ci hanno rilasciato dichiarazioni, quindi non ne riportiamo neanche i nomi. “Non so nulla, devo informarmi con i miei legali per capire cosa sta succedendo, visto che non ho mai fatto alcunché di illegale o di scorretto”, è stata la risposta standard. Intanto la Procura sta ancora vagliando le accuse, e non si esclude che si possa arrivare, almeno per qualMaria Corrao cuno, a dei rinvii a giudizio.


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Inchiesta Sicurezza

LA SICUREZZA SECONDO I CITTADINI IL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI QUARTIERE DI POMEZIA E TORVAIANICA HA EFFETTUATO UN DETTAGLIATO SONDAGGIO SULLA REALE PERCEZIONE DI SICUREZZA SUL TERRITORIO. ECCO I RISULTATI n’indagine durata più di due mesi, effettuata nella maniera più capillare possibile: è così che il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Pomezia e Torvaianica ha raccolto i dati sulla percezione che i cittadini hanno sulla sicurezza del territorio. Da Marzo, attraverso migliaia di questionari distribuiti attraverso gazebo appositamente posizionati nei vari punti della città, hanno raccolto informazioni, rigorosamente anonime, che, analizzate, danno il quadro preciso delle sensazioni che la popolazione avverte su questo delicato tema. “Abbiamo distribuito più di 10.000 schede – spiega Massimo Falco, presidente del Coordinamento – Si tratta di un’iniziativa che ci ha visti impegnati al massimo, ma che sentivamo come necessaria”. Qual è stata la risposta della gente? “Molto soddisfacente. Le persone sono molto ricettive su questo argomento, ed hanno compilato volentieri i questionari, rispondendo a tutte le domande che venivano poste. Abbiamo quindi dato voce al reale pensiero dei cittadini. Questo è sicuramente utile non solo per noi, ma anche per le forze dell’ordine come riferimento oggettivo sulla situazione e come suggerimento su come intervenire per migliorare eventuali carenze su punti specifici, ovviamente senza

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avere la presunzione di volerci sostituire a nessuno!”. Il questionario parte chiedendo il sesso, la fascia d’età ed il quartiere di appartenenza, poi passa alle domande vere e proprie. La prima è “Sicurezza vuol dire garantire”, con risposta a scelta multipla tra La tutela della salute, Il lavoro, La vivibilità ambientale, Il controllo della criminalità, Il recupero della moralità e dei valori. A questa domanda, che prevedeva la possibilità di barrare più caselle, la risposta che ha trovato d’accordo addirittura l’80,72% delle persone è il controllo della criminalità, seguita, al 60,28% dalla vivibilità ambientale. Quasi a pari merito (37,42% e 36,27%) la tutela del lavoro e quella della salute, mentre l’esigenza meno sentita è quella relativa al recupero della moralità e dei valori, che si ferma al 31,55%. Il secondo punto chiedeva “Per il pericolo della criminalità comune Pomezia/Torvaianica è”. Le risposte possibili andavano da molto a per niente sicura e le risposte sono state poco sicura per il 43,30% e per niente sicura per il 42,27%. Il 10,73% ritiene il territorio abbastanza sicuro, lo 0,89% molto sicuro e il 3,19% non sa o non vuole rispondere. Passando alla terza domanda, “Rispetto al recente

passato, la criminalità a Pomezia/Torvaianica è”, per il 66,54% aumentata (soprattutto a Torvaianica), per il 20,43% rimasta ai livelli precedenti, per il 4,34% è diminuita ed il 6,51% non risponde. Il quarto quesito chiede ai cittadini se sono mai stati vittime di un crimine/reato: il 52,23% dei cittadini ha risposto di sì, il 43,17% di no. Tra chi ha risposto di sì, le tipologie di reato sono state così identificate: 33,84% furto, 4,09% scippo, 1,79% rapina e 1,02% violenza. L’8,56% risponde “altro reato”, senza specificare quale ed il 50,70% non risponde a questa domanda. Il punto successivo è più articolato, perché chiede “Quale intervento, secondo lei, potrebbe essere più efficace?”, dando come possibili risposte Videosorveglianza di alcune zone, Maggiore presenza di Vigili Urbani e Carabinieri, Educazione alla legalità e prevenzione della devianza giovanile, Iniziative di manutenzione vivibilità/fruizione degli spazi pubblici e Iniziative per favorire l’integrazione dei residenti immigrati. L’80,20% dei cittadini – ricordiamo che si potevano segnare più risposte – ritiene necessaria la maggiore presenza di Polizia Municipale e Carabinieri, il 45,98% pensa sia utile puntare sulle iniziative di


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– soprattutto nei paesi di provincia – ognuno, oltre ai suoi, guardava i figli degli altri, per verificare che non corressero pericoli. Ognuna di queste soluzioni potrebbe essere valida o completamente errata, non sta certo a noi poterlo dire. Proprio per discuterne tutti insieme, il Coordinamento dei Comitati di Quartiere ha organizzato per il prossimo 11 Giugno alle ore 18:00, presso la sala parrocchiale della chiesa centrale di Torvaianica, un incontro pubblico a cui sono invitati tutti i cittadini, il Sindaco, l’amministrazione, i politici e le forze dell’ordine. In quella sede verranno analizzati i dati e forniti suggerimenti. Perché, al di là dei numeri, i Comitati di Quartiere sono sempre a contatto con le persone e vivono i loro stessi problemi, compreso quello della sicurezza. Alfredo Corrao

manutenzione vivibilità e di fruizione degli spazi pubblici, il 41,89% crede che l’educazione alla legalità e prevenzione della devianza giovanile sia fondamentale, il 37,04% vorrebbe la videosorveglianza di alcune zone e il 19,16% le iniziative per favorire l’integrazione dei residenti immigrati. A rispondere sono stati per il 50,32% uomini, contro il 46,87% delle donne. La percentuale (2,81) mancante indica chi non ha barrato nessuna delle due caselle. La fascia d’età che più ha aderito all’iniziativa è quella compresa tra i 35 ed i ed i 44 anni (28,48%), seguita dai 45/54enni che hanno risposto per il 22,09%. Il giovani tra i 25 ed i 34 anni sono il 17,37%, mentre le persone tra i 55 ed i 64 anni arrivano al 14,18%. Il 9,71% sono ultra sessantacinquenni, mentre il 7,28% è composto da ragazzi dai 18 ai 24 anni. Abbiamo quindi dei dati precisi, che fotografano un certo aspetto della realtà quotidiana. Le persone, nonostante l’aumento della presenza degli agenti di Polizia Municipale (10 in più a Pomezia, 24 nel nuovo

distaccamento di Torvaianica), ancora non si sentono completamente tranquilla, vorrebbero poter mandare i propri figli in giro senza paura che corrano qualche rischio, far girare le ragazze senza il timore che vengano importunate o seguite, far giocare i bambini al parco giochi senza il timore che si pungano con una siringa infetta o che assistano a spettacoli poco edificanti, non vedere le risse tra ubriachi. Alcune di queste cose si possono ottenere, altre, obiettivamente, no. Certi reati, come quello della prostituzione – soprattutto in zone come Santa Palomba – sono praticamente impossibili da sconfiggere, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, anche a causa delle leggi in vigore. E’ abbastanza complicato anche contrastare il fenomeno degli immigrati clandestini, perché, anche se identificati e forniti del foglio di via, tornano sempre, così come i venditori ambulanti ed abusivi. Bisogna quindi capire se si vuole far applicare un regime di controllo molto più severo o se, in determinati contesti, è sufficiente una maggiore cooperazione tra cittadini e tra quest’ultimi e le forze dell’ordine. Tornare un po’ al passato, insomma, quando

ED IL COMUNE CONVOCA I COMMERCIANTI E GLI IMPRENDITORI Proprio per far fronte all'emergenza sicurezza, l'Assessorato alle Attività Produttive ha organizzato un incontro, che si svolgerà Lunedì 7 Giugno presso il Campus Universitario "Selva dei Pini", al quale sono stati invitati, oltre ai rappresenti delle Forze dell'Ordine del terirrorio, tutti i commercianti e gli imprenditori che vivono o lavorano nel Comune di Pomezia. Il Convegno, che si svolgerà alla presenza del Sindaco De Fusco e di tutti gli Assessori interessati all'argomento, cercherà di fare mettere a fuoco le varie problematiche vissute nella nostra zona, per trovare strategie comuni che servano a sconfiggere la criminalità locale. "Il punto di vista dei cittadini, soprattutto di quelli che rivestono anche la posizione di commercianti o imprenditori, è importantissimo per trovare soluzioni incisive e soddisfacenti", ha commentato l'Assessore Gaetano Penna, promotore dell'iniziativa.

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IN CERCA DI UN PORTO SICURO

I PESCATORI DI TORVAIANICA, DOPO 40 ANNI, SONO ANCORA IN ATTESA DI UNA COLLOCAZIONE DEFINITIVA E SICURA PER LORO E PER L’AMBIENTE uaranta anni di promesse, di speranze, di illusioni: così, in poche parole, si può riassumere come hanno vissuto, e continuano a vivere, i pescatori di Torvaianica. A parlarcene è Eleuterio Conte, storico – nonché il più anziano, con i suoi 81 anni – pescatore della cittadina balneare. “Sono arrivato a Torvaianica a 16 anni, nel 1945, quando non c’era praticamente nulla, ma mi sono fermato solo pochi mesi. Sono poi tornato nel 1951, dopo il servizio militare, e non me ne sono più andato”. Il signor Conte ha visto crescere il paese, tra lottizzazioni e costruzioni abusive. Per anni Torvaianica ha mantenuto le caratteristiche di un borgo di pescatori, poi – un po’ a causa della curiosità morbosa che aveva suscitato il “caso Montesi”, un po’ perché Ugo Tognazzi ne aveva fatto la sua base estiva, trascinando con sé numerosi personaggi dello spettacolo – ha assunto l’aspetto di una cittadina turistica. “Si sarebbe dovuto approfittare del boom di presenze di quegli anni per fare di questa località un gioiellino, ma le varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo hanno sempre trascurato questa zona. Nessuno è stato capace di mettere in risalto la bellezza delle nostre spiagge, che sono dotate di una sabbia finissima che

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molte località alla moda ci invidiano. Al contrario, l’incuria e la cementificazione selvaggia che ha distrutto le dune della macchia mediterranea, hanno portato alla rovina quella che era una magnifica costa. E, per finire in bellezza, hanno abbandonato anche noi pescatori, che da decenni ci battiamo per avere un punto di approdo definitivo”. Le barche, infatti, si trovano nella spiaggia libera antistante la piazza centrale, con grande disappunto di residenti e turisti che vorrebbero sfruttare in maniera diversa lo spazio occupato dai pescatori. “Non abbiamo scelto noi di stare qui, ma questo la gente non lo capisce e spesso sentiamo critiche feroci nei nostri confronti. Da anni cerchiamo il dialogo con i vari Enti, soprattutto con il Comune di Pomezia, ma sembrano tutti sordi alle nostre richieste”. Richieste accompagnate da studi e progetti, mai presi seriamente in considerazione. “Ci sentiamo presi in giro, perché, soprattutto in fase di campagna elettorale, tutti ci fanno promesse su promesse, che poi vengono puntualmente disattese”. Eleuterio Conte a questo punto fa un mea culpa: “Anche io, tanti anni fa, ho fatto l’amministratore a Pomezia, ma mi sono scontrato con persone che hanno sempre ostacolato la crescita di

Torvaianica e di noi pescatori. Purtroppo non sono stato abbastanza abile a far valere le mie ragioni e quelle dei miei colleghi, forse perché non ho voluto adattarmi al modo di fare politica che imperava ai quei tempi. All’epoca avevo fatto preparare uno studio per la costruzione di due darsene, ma qualcuno si impuntò per non fare passare questo progetto solo perché era stato presentato da me”. In che anno fu presentata questa proposta? “Negli anni ‘70. Ne conservo ancora tutta la documentazione”. Nel tempo furono presentate altre idee, come quella di un porto turistico, che si riproponeva ad ogni scadenza elettorale. “Torvaianica si trova più o meno a metà strada tra Anzio e Fiumicino, quindi era il posto ideale dove far sorgere un punto d’approdo, ma questo progetto, così come veniva presentato, finiva poi nel dimenticatoio ad elezioni concluse. L’occasione migliore si perse quando l’allora sindaco Walter Fedele non si presentò ad una riunione indetta dalla Regione, durante la quale Torvaianica – presentando gli opportuni piani paesaggistici - avrebbe potuto offrire la propria candidatura con la certezza di essere accontentata”, spiega Conte. Ma se l’anziano pescatore giustifica le amministrazioni del passato remoto in quanto gestite


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“da persone non sempre in grado di comprendere il valore delle spiagge ed anche di noi pescatori, forse per ignoranza, visto che gli amministratori venivano presi quasi a caso, senza valutare la preparazione tecnica e culturale”, non tollera le mancanze degli ultimi 10 anni, durante i quali Pomezia è stata guidata da “persone colte, preparate, persino laureate, che avevano ed hanno a disposizione fior di tecnici per fare valutazioni serie e compatibili con l’ambiente, ma che non si sono mai sforzate per trovare una soluzione definitiva. Si è sempre parlato di mancanza di fondi, ma mi sembra che i soldi per fare tante altre cose, magari anche superflue, si sono trovati”. I pescatori avrebbero poi voluto approfittare dell’“era Zappalà”, quando i collegamenti con gli Enti superiori erano facilitati dalla presenza dell’ex Sindaco nelle file del Parlamento Europeo. In quel periodo si parlò di spostare le imbarcazioni vicino alla foce del canale della Crocetta. “Per noi sarebbe andato bene, ma, per proteggere le nostre barche dalle correnti, abbiamo chiesto la costruzione di due frangiflutti verticali, uno per ogni lato del fosso. Questo ci avrebbe consentito anche di installare dei fermi per poter legare le barche, senza essere costretti a trascinarle a secco ogni volta, con la fatica che lascio immaginare. Sembrava che questa potesse essere finalmente la soluzione, ma, ancora non so perché, la cosa è rimasta a livello di chiacchiere e basta”. Infatti siete ancora qui. Possibile che non esistevano altre alternative? “Si è parlato anche di un porto-isola: solo per progettazioni e prove sono stati spesi più di 200 milioni di lire, ma neanche quella volta si è con-

cluso nulla. In pratica, oggi ci troviamo nello stesso punto e nelle stesse condizioni in cui eravamo nel 1945, con la differenza che allora le spiagge erano incontaminate ed avevano ancora la macchia mediterranea che fermava e proteggeva la sabbia che il mare e gli agenti atmosferici spostavano”. La spiaggia era infatti tutta a livello della battigia ed essendo in piano impediva alle mareggiate di “mangiarsi” metri e metri di arenile. “Adesso, anche a causa del calpestio dei numerosi bagnanti, la sabbia si è “ammorbidita” ed il mare riesce a formare con più facilità dei gradini che man mano riducono lo spazio della spiaggia. Per contrastare questo fenomeno servirebbe ripianare l’intero litorale, riportando la spiaggia a livello del mare. Solo così si potrebbe contrastare la forte erosione a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni”. Ma ci sono fior di studiosi che stanno cercando soluzioni a questo fenomeno, non mi dica che un “semplice” pescatore sa cosa andrebbe fatto... “Qui, più che lo studio, serve la pratica. Noi pescatori siamo nati e cresciuti sul mare e lo conosciamo meglio di tutti questi “scienziati”. Mettere i sassi, come hanno fatto questo inverno, è controproducente, perché – così come è successo anche ad Ostia – si distrugge l’ecosistema della spiaggia. Posizionare questi massi sulla riva, creando dei frangiflutti orizzontali, significa distruggere l’habitat naturale di telline, vongole e di tutti i molluschi. Bisogna invece rispettare ed assecondare la natura. Questa è una zona con correnti parallele fortissime: se si utilizzassero i frangiflutti verticali, in poco tempo la spiaggia riacquisterebbe il suo aspetto originario”.

Questo non è un aspetto che riguarda solo voi pescatori, ma soprattutto l’ambiente... “Ovviamente! Se solo si usassero determinate accortezze a guadagnarci sarebbe l’intero paese e, di conseguenza, anche noi”. Ma qual è il problema più urgente che vorrebbe far risolvere per la sua categoria? “Torniamo al discorso iniziale, ossia quello di avere un posto dove poter attraccare e lavorare senza arrecare disturbo, ma, nel contempo, in maniera sicura e più confortevole di quella attuale. Così come stiamo adesso, siamo soggetti a continui furti e danneggiamenti, visto che non esiste una rete di protezione che delimiti la zona riservata ai pescatori”. Quante sono le famiglie che vivono di pesca, qui a Torvaianica? “Circa una cinquantina. Inizialmente eravamo tutti uniti in un’unica cooperativa, quando ancora Pomezia ed Ardea facevano parte dello stesso comune, mentre adesso ne sono nate altre due. C’è quindi stata una specie di suddivisione del territorio”. Cosa chiederebbe all’attuale amministrazione in questo scampolo di legislatura? “Veramente non vorrei chiedere niente, perché sanno già quello di cui abbiamo bisogno. Reputo l’attuale sindaco, con il quale ho affrontato discorsi e discussioni per un quarto di secolo, un galantuomo, ma anche lui, come chi lo ha preceduto, è stato capace solo di fare promesse, peccato che non siano state mantenute. Adesso aspettiamo i fatti, ma ci saranno mai?”. Dopo 40 anni di attesa, crediamo proprio che i pescatori di Torvaianica se li meritino. Tra qualche tempo ricomincerà la campagna elettorale: speriamo che almeno stavolta i politici non facciano i marinai.

LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE ARCIERO

LA RISPOSTA DEL SINDACO DE FUSCO “Mi dispiace apprendere che i pescatori abbiano perso la stima nei miei confronti, perché io ho molto rispetto per loro e per il lavoro che svolgono. Non è vero che mi sono dimenticato dei problemi che li affliggono ormai da tempo, tant’è vero che una delle mie prime richieste alla neo presidente della Regione Lazio Renata Polverini è stata quella di trovare una sistemazione definitiva a questa categoria di lavoratori. E’ stato quindi proposto un progetto per un porto canale. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, dipenderanno da vari fattori non gestibili esclusivamente dal Comune”. Ma come mai nei quattro anni in cui lei ha governato Pomezia non è stato fatto nulla? La sua amministrazione era anche agevolata dal fatto che la Regione, fino a pochi mesi fa, era guidata da una coalizione di centrosinistra... “E’ vero, ma da parte nostra non c’era la disponibilità economica neanche per poter pensare di presentare un progetto. Adesso che la pianificazione del bilancio potrebbe consentirci di muoverci meglio, passeremo finalmente all’azione”.

Stefano Arciero, Assessore all’Ambiente e Demanio dal 29 Luglio 2009 al 25 Maggio 2010 – data in cui è stato “trasferito” alla Cultura – ha seguito la vicenda dei pescatori nei 9 mesi in cui è stato a capo dell’ufficio competente. “Il problema dei pescatori e della loro attività si è riproposto in tutta la sua drammaticità anche questo inverno – ha dichiarato - Al di là degli interventi del settore demanio per fronteggiare l’emergenza, si è avviato un percorso con Provincia e Regione per arrivare ad una soluzione definitiva della situazione, che offra una location definitiva e soddisfacente per tutte le parti coinvolte”. Qua le po tr ebbe e sse re la so luz ione m igl io re? “Da parte dell’assessorato si è ipotizzata un soluzione provvisoria, perché per quella definitiva sono necessari tempi molto più lunghi. Non è immaginabile, infatti, pensare ad un intervento come quello realizzato ad Ostia, risultato- come si poteva facilmente immaginare molto prima della sua attuazione - fallimentare. Il problema dell’erosione non può essere contrastato con dei frangiurti paralleli alla costa, ma deve essere combattuto con delle strutture a pettine, posizionate verticalmente rispetto al litorale. Ma anche questa ipotesi ,per poter essere efficace, ha necessità di uno studio preliminare sulle correnti marine, onde evitare le problematiche riscontrate dei porti di Anzio e Nettuno. Quello che conta è che, comunque, ogni tipo di intervento venga condiviso con gli operatori, per i quali sarebbe necessario un spazio dove poter esercitare attività di supporto alla pesca, quali la vendita del prodotto o forme di pesca-turismo, come accade in tante altre zone. L’obiettivo finale resta quello di realizzare un Villaggio dei Pescatori, che potrebbe significare per l’intero territorio un elemento aggiuntivo di attrazione turistica”. Ora si spera che il passaggio di consegne tra Arciero e il nuovo Assessore, Antonio Flore, avvenga nella maniera più veloce possibile, in modo che i pescatori non debbano attendere altri 40 anni per veder soddisfare le loro richieste. Alfredo Corrao

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RACCOLTA DIFFERENZIATA: LA PRIMA DIFFERENZA E’ TRA I CITTADINI LA RACCOLTA DI FIRME PROMOSSA NEI QUARTIERI DI MARTIN PESCATORE E TORVAIANICA ALTA PONE IL PROBLEMA DELLA GESTIONE DEL PORTA A PORTA

due anni dall’inizio della raccolta differenziata dei rifiuti nei quartieri di Martin Pescatore e Torvaianica Alta i cittadini, che all’inizio avevano accolto favorevolmente l’iniziativa, cominciano a pensare che qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto. A farsi portavoce del malcontento dilagante Omero Schiumarini che, pur ricoprendo la carica di consigliere comunale, tiene a precisare che, in questo caso, si è mobilitato solo ed esclusivamente come cittadino. “Non ho voluto legare questa iniziativa a nessun colore o simbolo politico, perché si tratta di un problema che riguarda tutti gli abitanti di questi quartieri. Mi sono quindi “spogliato” del mio ruolo pubblico ed ho agito come un qualsiasi residente, tant’è vero che mi sono firmato Schiumarini Omero G811, che è il codice di Pomezia per quanto riguarda proprio le finanze. Due anni fa la raccolta porta a porta ci è stata presentata innanzi tutto come una soluzione ambientalista all’inquinamento dilagante – e su questo ci siamo, se la raccolta viene fatta come si deve dall’inizio alla fine – poi come un qualcosa che avrebbe sì creato dei disagi iniziali, visto che nessuno di noi era abituato a differenziare, ma che poi avrebbe portato dei vantaggi anche economici, come la riduzione della tassa sui rifiuti. Da bravi cittadini abbiamo quindi iniziato a dividere la plastica dal vetro, l’umido dalla carta e via dicendo. Abbiamo seguito scrupolosamente giorni e orari di ritiro, siamo stati attenti a non combinare pasticci, ma alla nostra buona volontà non è seguita nessuna buona azione da parte dell’amministrazione. Sia lo scorso anno che nel 2010, infatti, le cartelle esattoriali della Tarsu riportavano gli stessi importi (con i dovuti aumenti Istat) degli anni in cui l’immondizia si metteva tutta nello stesso sacchetto e si “lanciava” nel primo cassonetto disponibile”, dichiara Schiumarini.

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Il problema è che ancora adesso si assiste al “lancio” dei sacchetti, solo che i cassonetti che fungono da canestro sono quelli di altre zone, come il centro di Torvaianica, i quartieri periferici di Pomezia o addirittura i cigli delle strade. E’ infatti facilissimo incontrare automobilisti che si fermano in prossimità dei cassonetti, preferibilmente defilati, e che scaricano dalla propria vettura buste ricolme di ogni tipo di rifiuti. “La gente si è sentita presa in giro, soprattutto quando si è diffusa la notizia che sono già state preparate le imposte per il prossimo anno, dove ancora una volta non è prevista nessuna riduzione, ed alcuni hanno reagito così. Certo ci sarà pure chi, per propria comodità, ha sempre agito in questo modo, ma io ho notato che, se prima in questi quartieri tutto era in ordine, con i contenitori giusti all’ora giusta, adesso c’è una sorta di rifiuto a questa disciplina che sembra dovuta solo da parte dei cittadini. Per questo mi sono fatto promotore – più per scommessa con me stesso che per altro – di una raccolta di firme contro questo stato di cose”. Ma perché? La raccolta differenziata, a prescindere dall’eventuale abbattimento dei costi di smaltimento dei rifiuti, è comunque una pratica che aiuta l’ambiente e favorisce il riciclo... “E’ vero, ma la raccolta deve essere gestita in modo corretto. E se le dicessi che, dopo essermi recato, sempre da privato cittadino, fino alla discarica di Albano, ed aver fatto qualche domanda, mi fossi sentito rispondere “Ma quale differenziata fa Pomezia?”, lei cosa penserebbe? Io male, e visto che a pensar male non si sbaglia mai, ho cercato di sensibilizzare i miei concittadini. La cosa che mi dà fastidio, poi, è che a fare i virtuosi dobbiamo essere solo noi di Martin Pescatore e di Torvaianica Alta, seguiti dai residenti della Macchiozza e dei 16 Pini, mentre gli altri buttano tranquillamente

tutto nella stessa busta. Ho voluto quindi cercare di capire cosa pensavano gli altri abitanti”. E quali sono stati i risultati? “In pochissimo tempo, nei due quartieri, abbiamo raccolto più di 600 firme vere, fatte da gente che si è mossa da casa con molto senso civico, ha raggiunto il gazebo - che abbiamo posizionato una volta a Torvaianica Alta ed un’altra a Martin Pescatore - ed hanno mostrato il loro documento, mettendoci quindi la faccia. Io ringrazio tutte queste persone, così come ringrazio quelli che, pur volendo, non hanno potuto firmare, perché amici di questo o quel partito. La raccolta di firme non vuole essere una speculazione politica, ma solo un modo per dire a chi ci sta governando che, pur volendo contribuire ad un’iniziativa di grande importanza qual è la differenziata, non vogliamo sentire questa partecipazione come se fosse una punizione. Per far capire meglio quanto dico, nel mese di giugno inviterò tutti i cittadini in piazza, visto che non abbiamo luoghi adatti a grandi riunioni, per illustrare tutti i disastri che sono stati fatti nella gestione della raccolta dei rifiuti porta a porta. Se il servizio fosse stato gestito bene, i risultati si sarebbero già visti, invece i dati sulla raccolta non esistono. E allora il vantaggio, sia per l’ambiente che per i cittadini, dov’è?”. Me lo dica lei... “Io le posso parlare di svantaggi, tipo il costo del kit iniziale, che l’ex assessore all’ambiente, Garzoli, ha pagato, ovviamente con i soldi dei contribuenti, almeno sei volte in più rispetto a quanto costava realmente. Di fronte ad un costo, in un qualsiasi supermercato, di circa 6 euro a kit, l’amministrazione ha sborsato ben 40 euro. Moltiplicando per tutti i kit distribuiti, c’è uno spreco enorme di risorse pubbliche. Abbiamo poi avuto i disagi legati all’acquisto dei sacchetti per l’umido, più cari dei normali sacchi dell’immondizia, e quelli legati alla potatura del verde, che non poteva essere garantita a livello di smaltimento. Stiamo poi ancora aspettando l’isola ecologica per gli ingombranti. Pur avendo da tempo individuato l’area e proclamata l’apertura, dell’isola non c’è traccia. Da privilegiati, quindi, alla fine ci siamo sentiti presi in giro, anche perché era stato detto che, nel giro di un anno, tutta la popolazione sarebbe stata coinvolta, cosa che non è ancora avvenuta. Se ci sono stati vantaggi per l’amministrazione, che lo dicessero, visto che non mi sembra che si sia approfittato dei siti di smaltimento riconosciuti dalla Provincia, che avrebbero dato in contropartita dei contributi”. Anna Maria Greco


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Lavoro

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LAVORATORI SEMPRE PIU’ IN CRISI ALLE AZIENDE CHE MINACCIANO CHIUSURE, LICENZIAMENTI E MOBILITÀ SI AGGIUNGE ANCHE LA CRONOS, CALL CENTER IN OUTSORCING A POMEZIA. E INTANTO ALLA PLAYTEX LA TENSIONE SALE SEMPRE PIÙ

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La crisi avanza sempre più tra i lavoratori di Pomezia ed Ardea. Se il mese scorso, nonostante i licenziamenti, le mobilità ed trasferimenti annunciati, si intravedeva qualche spiraglio, anche grazie all’interessamento delle due amministrazioni comunali, ad oggi la situazione si mostra in tutta la sua tragica realtà. Per un’azienda che dà speranze ai suoi 50 lavoratori – quelli del salumificio Cecconi di Ardea, che hanno avuto rassicurazioni sul loro futuro - di contro abbiamo 65 su 170 operatori di Call Center, la Cronos di Pomezia, che hanno ricevuto l’annuncio di un’imminente mobilità, confermata a più riprese anche dopo l’intervento dei sindacati. E’ infatti risultato inutile l’incontro avvenuto il 25 Maggio nella sede dell’Unione Industriali di Roma tra la RSU, i segretari di Ugl, Uil e Cgil e i vertici della Cronos. La motivazione data dall’azienda per il drastico taglio del personale è quella di una forte riduzione di produttività, a causa del calo delle commesse esterne che provengono quasi esclusivamente dalla Telecom, che porta a mancati guadagni pari a 230

mila euro al mese. Da qui la necessità di ridurre le spese, ovviamente colpendo i lavoratori. Nonostante lo sciopero, organizzato dalle sigle Cgil, Ugl e Uil, al quale la quasi la totalità del personale ha aderito il 22 Maggio, durante l’incontro di Roma la proprietà del call center Cronos ha ribadito la volontà di andare avanti con la procedura di mobilità per ben 65 lavoratori, su un totale di 170 occupati. “Il sindacato respinge il ricorso a tale procedura e chiede di iniziare un confronto per mettere a fuoco le reali difficoltà dell’azienda ed individuare, semmai, strumenti temporanei che non incidano in alcun modo drasticamente sull’occupazione”, hanno dichiarato i sindacalisti. La Cronos ha la sede legale a Torino, ma l’unica operativa è quella di Pomezia. Il sospetto degli addetti ai lavori è che possano esserci dei veri e propri travasi di commesse in nuove aziende e in altre regioni, addebitando eventuali costi di mobilità straordinaria verso la regione di collocazione attuale e quelli di start-up per l’ospitante. Il prossimo incontro tra azienda e sindacati è fissato per il 9 giugno,

ma le speranze che il dialogo porti risultati positivi per i dipendenti sono davvero poche. Così come ormai sono ridotte al lumicino anche le speranze dei lavoratori della Playtex, ormai in assemblea permanente davanti ai cancelli dell’azienda, che vuole chiudere il sito di Pomezia nonostante i dati oggettivi che dimostrano l’eccellenza, la produttività e l’efficienza della sede laziale. Esasperati a causa la rottura delle trattative aperte per impedire la chiusura dello stabilimento ed il licenziamento dei 122 dipendenti, il 25 Maggio i lavoratori hanno bloccato per ben tre volte, creando una sorte di “muro umano”, il camion che doveva fare il carico della merce da portare nei punti vendita in tempi rapidi, visto che si trattava di nuovi prodotti che l’azienda avrebbe voluto lanciare all’inizio di Giugno. I lavoratori si sono seduti tutti a terra, annullando i tentativi dell’autista di forzare il blocco, ed impedendo di fatto la fuoriuscita della merce dal magazzino. Alla protesta dei lavoratori si sono uniti i rappresentanti sindacali della CGIL e della CISL, che stanno tentando in tutti i modi di riaprire il dialogo con l’azienda insieme alle RSU. Lo scenario che si presentava davanti ai cancelli della fabbrica era davvero impressionante: decine di bandiere e di striscioni, dove il più emblematico era quello che recitava “120 persone in mutande”, facendo chiaro riferimento alla tipologia di merce che la Playtex commercializza. “Non ce andremo fino a quando l’azienda non ci darà ascolto - hanno dichiarato i dipendenti, che dal 1° Luglio non avranno più il loro lavoro, a meno che non si trasferiscano a Bergamo – Da soli non possiamo farcela, quindi chiediamo l’aiuto delle Istituzioni”. E la Provincia ha immediatamente risposto all’appello attraverso l’Assessore alle Politiche del lavoro, Massimiliano Smeriglio, che condividendo la preoccupazione dei lavoratori, ha annunciato per il 3 Giugno un incontro con le rappresentanze sindacali dell’azienda, per recepire posizioni e richieste dei dipendenti e trovare insieme un risultato soddisfacente. Anche la Regione Lazio, attraverso le dichiarazioni provenienti dal Coordinamento Regionale del PDL, si è interessata al problema. “La Regione deve intervenire al più presto per scongiurare la chiusura della Playtex – ha dichiarato Fabio Desideri - Per questo chiedo alla presidente Polverini e all’assessore al Lavoro Zezza di aprire subito un tavolo di confronto con i sindacati per tentare di raggiungere un accordo con l’azienda”. Anna Maria Greco


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Viabilità

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PARCHEGGIATORI ABUSIVI SUL LUNGOMARE TOGNAZZI LE AUTO TROVANO POSTO A CARO PREZZO E SENZA RICEVUTA

he sia giunta la stagione balneare quest’anno non ce ne accorgiamo tanto dalle temperature ancora incerte, quanto dalla presenza degli extracomunitari che, più puntuali delle rondini a primavera (quelle ancora non le abbiamo viste, gli extracomunitari sì) arrivano ad occupare il tratto di strada che va dal Villaggio Tognazzi all’inizio di Torvaianica. Forniti di ombrellone (di solito rosso, quindi anche abbastanza visibile) e di sedioline, si suddividono il lungomare per controllare meglio le auto che vogliono parcheggiare. La tariffa, salvo aumenti dell’ultima ora, è di 5 euro, a prescindere da quante ore si resta. Se non si paga, si corre il rischio di non trovare più la pro-

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pria auto, o di trovarla rovinata. E quindi si paga. Ma non sarebbe meglio per tutti (tranne che per i parcheggiatori abusivi) mettere dei parcometri con le famigerate ed odiate strisce blu, che al centro del paese sollevano tante polemiche e che proprio lì invece potrebbero invece essere una panacea? Oppure, stile Sabaudia qualche anno fa, non sarebbe utile mettere un paio di giovani autorizzati dal Comune al posto di quelli illegali? Loro guadagnerebbero onestamente uno stipendio, sul quale verrebbero ovviamente trattenute le tasse, e l’Amministrazione ricaverebbe bei soldini dai turisti mordi e fuggi, che non portano al nostro territorio altro che sporcizia sulle spiagge e ulteriore

traffico sulle strade. La tipologia di vacanzieri che affolla quel tratto di arenile, infatti, è solitamente quella che si porta il “cestino da picnic” da casa (scelta giustissima, soprattutto in tempo di crisi, ma che non crea movimento economico sul territorio): almeno pagassero il parcheggio al Comune, e quindi a noi cittadini, invece che agli abusivi (che si portano il panino da casa pure loro)! Ricordiamo inoltre che proprio in quel tratto sorge la spiaggia che il Comune ha dato in uso all’Associazione “A Tutto Tondo”, che riesce a portare i diversamente abili che utilizzano la carrozzina fino al mare grazie ad una passatoia, che dal ciglio della strada arriva quasi al bagnasciuga. Peccato che troppo spesso, a causa delle auto parcheggiate anche dove non dovrebbero essere, il pulmino che trasporta i portatori di handicap non trovi un posto dove sostare almeno per il tempo necessario per farli scendere e poi risalire a fine giornata. Purtroppo queste scene, che pure si ripetono da decenni sul Lungomare Tognazzi, sembrano sfuggire all’attenzione degli Amministratori e della Polizia Municipale. Eppure ogni anno ne parliamo, con la speranza che prima o poi qualcuno si decida ad aprire gli occhi per vedere quante sono le auto che ogni giorno parcheggiano lì. A 5 euro a vettura, quasi quasi ci si paga qualche debituccio del Comune... Alfredo Corrao

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Cronaca

COSI’ NON VA! APPALTI E SUBAPPALTI DELL'AMMINISTRAZIONE: MA CHI CONTROLLA I LAVORI PAGATI DAI CITTADINI? IL NOSTRO PARERE: L’iniziativa è ottima e a costi contenuti, ma... chi ha fatto i lavori? E chi ha controllato come sono stati eseguiti? A distanza di pochissimo tempo, tutti i “cat eyes” sono letteralmente “saltati” dal manto stradale, riducendosi a meno della metà. Forse si trattava di prodotti scadenti, oppure non sono stati ancorati bene all’asfalto. Questo non lo sappiamo, ma sappiamo che sono stati spesi dei soldi (pubblici) senza che si sia ottenuto il risultato sperato.

grande soddisfazione degli abitanti delle zone limitrofe.

IL NOSTRO PARERE: Non possiamo dare un parere, perché stiamo ancora aspettando di vedere gli operai al lavoro. Che fine hanno fatto?

LA NOTIZIA: L’Amministrazione Comunale di Pomezia è lieta di comunicare l’apertura della nuova Biblioteca di Torvaianica, sede distaccata della Biblioteca di Pomezia, situata in Via Lungomare delle Sirene (accanto alla sede della Polizia Municipale). L’apertura al pubblico è prevista dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

IL NOSTRO PARERE:

LA NOTIZIA:

L’orario di apertura comporta per gli utenti che per consultare o prendere in prestito un libro occorre prendere un giorno di ferie oppure, per gli studenti, saltare la scuola. Forse è più economico comprarseli, i libri.... Suggeriamo all’amministrazione un’apertura pomeridiana, in modo che tutti possano usufruire del servizio.

L’amministrazione Comunale di Pomezia, vista l’emergenza provocata dal maltempo dello scorso inverno, ha dato mandato alla Pomezia Servizi e ad eventuali ditte da essa incaricate di “tappare” le buche che si erano create nelle strade comunali.

LA NOTIZIA:

Anche qui i lavori sono stati fatti “alla carlona”: a parte le buche che si sono riaperte dopo poche ore, non si riesce a capire la logica con cui sono state eseguite queste opere. Ci sono buche contigue dove una è stata ricoperta e l’altra no, “crateri” riempiti alla rinfusa e “livellati” da qualcuno che probabilmente in quel momento era quantomeno confuso, visto che la copertura mostra chiaramente avvallamenti e notevoli dislivelli con l’altezza del manto stradale originario. Questo, a volte, provoca agli automobilisti gli stessi danni della buca iniziale. Ma chi controlla come vengono eseguiti questi lavori?

L’amministrazione Comunale di Pomezia ha installato, all’inizio del 2010, una serie di catarifrangenti orizzontali nei pressi degli attraversamenti pedonali, per aumentare la sicurezza stradale migliorando la visibilità.

IL NOSTRO PARERE:

LA NOTIZIA: Lo scorso febbraio è stato dato ampio rilievo all’apertura del cantiere che avrebbe finalmente installato i pannelli fonoassorbenti nel tratto urbano della Pontina, con

LA NOTIZIA: Rotonda di Via Pratica di mare: Tolto il semaforo, il traffico si è notevolmente snellito. I lavori svolti hanno anche abbellito il paesaggio, visto che al posto di un anonimo incrocio adesso possiamo vedere una rotonda che presto si riempirà di fiori e piante ornamentali.

IL NOSTRO PARERE: Vorremmo conoscere il "genio" che ha fatto asfaltare questo tratto di strada: attraversare la rotonda è come andare al luna park, visti i dislivelli del manto stradale. Altra cosa secondo noi negativa è l'ampiezza del bordo della rotonda: è talmente grande che tutti gli automobilisti, nel curvare, ci vanno a finire sopra. Si riuscirà a rimediare senza mettere di nuovo mani nelle casse comunali?

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NASCE LO STADIO DELLA GENTE

CAMPO JEMINI, GRAZIE AL COMITATO DI QUARTIERE, AVRÀ UN SUO CENTRO SPORTIVO E RICREATIVO

a data del 22 Maggio 2010 resterà impressa a lungo nelle menti degli abitanti di Campo Jemini perché, dopo anni di lotte burocratiche, ha preso vita il progetto per la realizzazione del centro sportivoricreativo, con la solenne cerimonia della “posa della prima pietra”. Finalmente il lavoro profuso e l’impegno senza sosta messo in campo dal Comitato di Quartiere ottiene la meritata ricompensa, proseguendo la strada verso il miglioramento delle condizioni di vita di questa zona emergente. Tale complesso si estenderà su circa 8500m2 , comprenderà un campo da calcetto, un’area ricreativa per i più anziani e per i bambini, un campo da pallavolo nonché l’insieme delle strutture fisiche necessarie a mantenere e gestire queste attività; per quanto riguarda il terreno utilizzato invece, situato in Via dei Fiordalisi, esso è interamente di proprietà del Comitato di Quartiere e in quanto tale sarà amministrato dai suoi componenti presenti e futuri, senza intromissioni esterne. Noi eravamo presenti e per documentare al meglio la giornata abbiamo voluto rivolgere qualche domanda ai principali protagonisti dell’intera opera; uno fra questi è stato il vice-presidente del Comitato Ciro Di Vivona, spesso simbolo e portavoce delle numerose iniziative di quartiere. Cosa vuol dire per un quartiere come il vostro la realizzazione di un simile progetto? “E’ il giusto premio per anni di impegno e di lotta a livello burocratico; finalmente anche per gli abitanti di Campo Jemini ci sarà un luogo dove ritrovarsi e passare il tempo libero sia per quanto riguarda le persone un po’ più avanti negli anni sia per i nostri bambini. E’ decisamente un sogno che si realizza”. Per quanto riguarda il finanziamento? “Ci teniamo a precisare che tutto quello che verrà realizzato sarà esclusivamente a carico dello stesso Comitato di Quartiere con i fondi raccolti nel corso degli anni; il Comune si è limitato solamente ad approvare il progetto.”

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Certo quest’ultimo punto fa un po’ riflettere, ma noi abbiamo preferito non approfondire tale questione (il rischio era quello di cadere in polemica) perché non ci è sembrato opportuno gettare ombre su una giornata bellissima ma soprattutto di festa per gli abitanti di questo territorio; ci saranno senza dubbio altre sedi e altri momenti per andare a fondo alla questione. Tornando alla cronaca, la cerimonia ufficiale è iniziata con buona puntualità intorno alle undici e trenta, proprio con l’arrivo del Sindaco Enrico de Fusco, in uno dei terreni dove sorgeranno i complessi; nel discorso di apertura la massima carica cittadina ha cercato di focalizzare l’attenzione sul lavoro svolto dalla sua amministrazione ribadendo i traguardi raggiunti, fra tutti l’apertura dell’arteria che collega Torvajanica Alta a Pomezia, mai tagliati dai governi precedenti. Il tutto per sostenere la tesi che non è importante da quanto tempo si aspettino i vari servizi, come sempre gli ricordano giustamente i cittadini, ma che alla fine parte di essi vengano realizzati concretamente, perché quello è il punto da cui ripartire. In ultima analisi il Primo Cittadino ha elogiato le numerose iniziative proposte dal Comitato nel corso degli anni, che hanno reso Campo Jemini uno dei quartieri più attivi di Pomezia. La parola è poi passata al consigliere comunale Maurizio Battistelli, che ha voluto semplicemente ringraziare i vari protagonisti, soprattutto Piero Sanna, vero e proprio valore aggiunto dell’amministrazione del quartiere e donatore materiale delle superfici edificabili. “Ringrazio tutti coloro che ci hanno dato una mano, soprattutto Sanna poiché senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile; vogliamo che questo centro diventi punto di riferimento per tutti i cittadini, con l’obiettivo di trasformare Campo Jemini in una comunità a tutti gli effetti”, ha dichiarato il consigliere nel suo intervento. La rassegna “formale” si è conclusa con la posa della prima pietra ad opera del Sindaco, per poi lasciare spazio alla benedizione religiosa di Don Marco, parroco della

chiesa locale, che ha riunito i presenti in un momento di raccoglimento e preghiera, prima del rinfresco all’interno dei locali della pizzeria “Il Celestino”. Quest’ultimo atto ha permesso agli abitanti del quartiere di intrattenersi con lo stesso De Fusco, discutendo delle varie problematiche della zona. Noi non siamo stati da meno, e cogliendo un attimo di relativa calma ne abbiamo approfittato per chiedere al Sindaco un parere ufficiale riguardo ad una questione di vitale importanza per Campo Jemini: la sicurezza. In questo quartiere ci sono dei punti veramente critici per la viabilità, che giornalmente mettono a rischio l’incolumità dei cittadini; oltre ai ben noti Ponticelli, vi sono ad esempio strade in cui la visibilità è pressoché nulla ed altre veramente in condizione disastrose. Lei si sente di assicurare gli abitanti che tali questioni verranno trattate al più presto? “Con la nomina del nuovo Assessore ai Lavori Pubblici, sono sicuro che riusciremo a riportare l’ordine nei punti più critici della città, tra cui questo; noi purtroppo viviamo in una situazione di difficoltà economica non indifferente, provocata da vari fattori, tra cui predomina la mancata riscossione dell’ICI, il debito lasciatoci dall’Aser e, soprattutto, l’eredità ingombrante lasciata dalle precedenti amministrazioni. Senza contare la gestione scriteriata, sempre degli anni passati, della raccolta dei rifiuti urbani, che crea ancora non pochi problemi. Per quanto riguarda Campo Jemini siamo già un passo avanti rispetto ad altre situazioni, perché abbiamo già conseguito diversi risultati importanti come ad esempio la fornitura d’acqua e la realizzazione della rete fognaria; ora ci proponiamo come obiettivo la costruzione di tutte quelle altre strutture che permettono ad una comunità di potersi chiamarsi tale. Nel piano di previsione triennale abbiamo inoltre inserito la realizzazione di una nuova arteria che permetterà al traffico locale di suddividersi in due sensi unici, evitando che queste strade, nonché gli stessi ponticelli, diventino ancora causa di incidenti per la loro dimensione ridotta. Per metà dell’anno prossimo dovremmo avere già i primi risultati concreti”. Le idee per migliorare il quartiere quindi ci sono: proposte e progetti che speriamo trovino il loro compimento con il passare del tempo; noi saremo sempre qui per testimoniare e documentare che le promesse non restino soltanto sulla carta, pronti a far valere, in caso contrario, i diritti della cittadinanza. In questa giornata è nato un qualcosa di nuovo, dove la volontà e l’intraprendenza di un gruppo di persone hanno finalmente preso forma; da domani viene il difficile, ma oggi è solamente un giorno di festa. La festa del nuovo quartiere Campo Jemini. Luca Mugnaioli


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MAXI OPERAZIONE ANTIDROGA SEQUESTRATI 10 KG DI COCAINA BRILLANTE OPERAZIONE DEGLI UOMINI GUIDATI DAL CAPITANO AUGUSTO DELL’AQUILA, CHE GRAZIE AD INDAGINI PARTITE NELLO SCORSO GENNAIO, SONO RIUSCITI A SGOMINARE UNA BANDA DI TRAFFICANTI DI DROGA CHE AGIVA SUL LITORALE la zona compresa tra Pomezia, Torvaianica, Ardea e parte di Roma Sud. Appena sono state individuate esattamente tutte le persone coinvolte e le loro abitazioni, la Guardia di Finanza ha fatto scattare il blitz, che ha portato all’ingente sequestro. I due kg di cocaina sequestrati nell’auto provenivano da Prato, in Toscana, dove i pusher erano andati a rifornirsi. I finanzieri hanno seguito tutte le mosse dei trafficanti accodandosi alla loro vettura e, appena arrivati al casello di Roma nord, li hanno fermati e perquisiti, trovando la sostanza stupefacente nascosta nei passaruote dell’automobile. I sei sono stati tutti arrestati per traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e tradotti nelle carceri di Velletri, Regina Coeli e Rebibbia. Ma l’arresto non ha fermato l’attività della Guardia di Finanza, che continua ad indagare per scoprire quali siano i narcotrafficanti che fanno arrivare la droga in Italia. rosso colpo degli uomini della Guardia di Finanza di Pomezia, che, guidati dal Capitano Augusto dell’Aquila, sono riusciti ad arrestare 6 persone, cinque uomini albanesi ed una donna greca, che avevano costituito una rete capillare dello spaccio sul litorale sud di Roma, con basi a Pomezia, Torvaianica ed al Laurentino 38. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati più di 3 kg di cocaina in un appartamento di via Rumenia, a Torvaianica, 5 in via Laurentina ed altri 2 all’interno dell’automobile di uno degli spacciatori.

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Le indagini che hanno portato a questo brillante risultato erano partite lo scorso gennaio, quando i finanzieri, grazie a studiati appostamenti, avevano individuato due extracomunitari intenti a vendere la droga nella zona delle Salzare, vicino Tor San Lorenzo. Comprendendo che dietro quello spaccio c’era in realtà dietro qualcosa di molto più grande, gli agenti non hanno bloccato i due albanesi ma, anche grazie ad un sistema di GPS che sono riusciti ad installare nelle loro automobili, li hanno seguiti per mesi, riuscendo a risalire ad un’organizzazione che riforniva di cocaina tutta

L’ATTENZIONE RIMANE ALTA Quantità decisamente inferiori, ma che indicano l’alto tasso di attenzione che le forze dell’ordine hanno nei confronti del territorio, sono state contemporaneamente sequestrate dai Carabinieri di Pomezia. Gli uomini del Maggiore Rodrigo Micucci hanno infatti arresto due spacciatori marocchini, colti in flagranza di reato mentre tentavano di spacciare 2 grammi di cocaina, 4 di marijuana e 3 di hashish. I due uomini, al momento del fermo, sono stati trovati in possesso anche di una notevole somma di denaro, ritenuta provento dell’attività illecita. Le sostanze stupefacenti ed il denaro sono stati sequestrati, mentre i due spacciatori sono stati trasferiti presso il Tribunale di Velletri, dove sono stati giudicati con rito direttissimo.

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Macchiozza

LA MACCHIOZZA? DOV’E’? “EPPURE ESISTIAMO ANCHE NOI”: GLI ABITANTI DEL QUARTIERE SI SENTONO SEMPRE PIÙ ABBANDONATI DALL’AMMINISTRAZIONE.

a prima cosa che viene da chiedersi andando alla Macchiozza è: “Ma questo è un quartiere?”. La domanda sorge spontanea, visto che ci sono solo alcune strade, di cui solo una asfaltata in parte e molte case, sia villini che piccole palazzine. C’è però un campo sportivo, il “Fausto Autiero”, dove i ragazzi giocano a rugby con eccellenti risultati. E’ l’unica valvola di sfogo, ma è impensabile che nella zona tutti amino, sappiano o possano praticare il rugby. Cos’altro c’è? Guardandoci in giro non vediamo nulla che valga la pena di essere riportato. “La Macchiozza può essere citata come massimo esempio di degrado sotto tutti gli aspetti – commenta un passante – E’ uno dei quartieri di Pomezia più dimenticati dall’amministrazione, nel senso assoluto del termine. Talmente dimenticato che nemmeno i giornali ne parlano mai. Molti non sanno nemmeno che esiste, anche se magari abitano a Pomezia da una vita. Promesse e propagande elettorali hanno lasciato i cittadini in completa balia degli elementi. Ancora oggi non esistono acqua, luce e gas, e, se non ci fosse stato l’intervento di terzi – e non certo di chi adesso spaccia per proprio il merito – non avremmo avuto nemmeno la speranza che in prossimo futuro questi servizi potessero arrivare fino a noi”. Sembra infatti che le opere di urbanizzazione primaria verranno eseguite anche qui a breve. “Sarebbe anche ora, visto che le tasse le paghiamo da sempre”, conclude il passante prima di girare l’angolo per entrare nella sua abitazione. Continuiamo a vagare per le strade in cerca di Piero Bove, il presidente del Comitato di Quartiere della Macchiozza. Già, perché quello che non sembra neanche un quartiere ha un suo Comitato. “Era l’unica maniera per riuscire ad esporre le nostre esigenze, i nostri problemi e le nostre proposte”, ci spiega Bove, che prova per l’ennesima volta a denunciare lo stato di degrado in cui ancora

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vivono famiglie con bambini e persone anziane. “Nonostante le varie riunioni organizzate dal Comitato, a cui sono stati invitati gli amministratori ed i politici del Comune di Pomezia, che per loro stessa ammissione non conoscevano neanche l’ubicazione del quartiere – figuriamoci le problematiche – non siamo ancora riusciti a risolvere nulla – dichiara il Presidente – Ci troviamo a ridosso della prestigiosa zona dei 16 Pini e a ridosso dell’altrettanto rinomato quartiere dei Colli di Enea, entrambe zone sorte dopo la nostra, ma già dotate di tutti i servizi primari. Senza contare che, a poche centinaia di metri in linea d’aria, sta sorgendo il nuovo quartiere della Sughereta: vediamo le gru e le ruspe e siamo sicuri che nel giro di poco tempo quella che che una volta era una distesa d’erba sarà fornita di tutti i comfort. Ci sentiamo quindi come cenerentole, che si vedono occupare la casa dalle sorellastre che si prendono tutti i privilegi, lasciando a noi i problemi”. E, in effetti, i problemi stanno tutti qui. Strade “bianche”, in terra battuta, piene di buche riempite alla bell’e meglio dai residenti stanchi di forare le gomme delle loro automobili. “Gli automobilisti rischiamo di danneggiare le macchine, mentre i pedoni respirano nuvole di polvere”, fa presente Bove. Ma il vero e grosso problema è rappresentato dalla mancanza della rete fognaria. “Le acque nere vengono scaricate sul terreno e, visto che per mancanza della rete idrica tutte le famiglie sono costrette ad utilizzare l’acqua dei pozzi, lascio a voi immaginare la logica conclusione...”. Come vede il suo quartiere? “Al momento non si può definire tale. E’ solo un insieme di case e strade, nonostante le variegate e numerose promesse fatte da amministratori e politici in occasione della zonizzazione. Qui non esistono collegamenti urbani o extraurbani, per poter prendere i mezzi pubblici occorre arrivare, a piedi, per-

ché non ci sarebbe neanche il modo di lasciare l’auto, sulla via del Mare, in un punto anche abbastanza pericoloso, visto che si trova all’altezza di una curva”. Ovviamente non esistono negozi né punti di ritrovo, quindi chi ha voglia di fare o vedere qualcosa deve per forza recarsi altrove. “Abbiamo però i ladri – dichiara Bove – soprattutto nell’ultimo periodo diverse abitazioni sono state svaligiate, forse anche perché i malviventi sanno di poter agire in tutta tranquillità, dal momento che qui non si è mai vista una pattuglia dei carabinieri o della polizia municipale”. Il presidente invita quindi le forze dell’ordine a farsi un giretto alla Macchiozza, di tanto in tanto, giusto per vedere che anche loro possono essere presi in considerazione e non soltanto in giro. “Chiediamo anche l’intervento dell’amministrazione comunale per far crescere non solo a livello di quantità di costruzioni il nostro quartiere, perché noi tale lo sentiamo. Vogliamo dare una vita più dignitosa ai nostri figli ed anche a noi stessi, per non vergognarci della zona in cui viviamo e per non sentirci più dire: dove abiti? Alla Macchiozza? E che cos’è?”. Gli amministratori sono quindi avvisati: nel prossimo programma elettorale inserite anche questo quartiere, che, per prima cosa, meriterebbe anche qualche cartello che ne delimiti i confini, in modo che chi ci passa davanti sappia finalmente dove si trova la Macchiozza. Alfredo Corrao


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Quartieri Ardea Lido Dei Pini

LIDO DEI PINI: DUE COMUNI, DOPPI GUAI, META’ SERVIZI GLI ABITANTI DEL QUARTIERE DI ARDEA SONO STANCHI DI DOVER PAGARE DI TASCA PROPRIA, ATTRAVERSO LA COSTITUZIONE DI UN CONSORZIO, PER AVERE I SERVIZI PRIMARI

ido dei Pini, un quartiere a metà: potrebbe sembrare la solita retorica, ma è la pura realtà. Situato al confine dei Comuni di Ardea ed Anzio, invece di godere dei “privilegi” e dei servizi forniti dalle due amministrazioni, sembra essere invece terra di nessuno. Dei disagi che si vivono in questa zona parliamo con Ivo Monteriù, Presidente del “Consorzio Lupetta”, oltre che albergatore proprio a Lido dei Pini. Lei abita e lavora qui: come ci vive, vista l’anomalia della presenza di due amministrazioni comunali nello stesso quartiere? “Essere a cavallo dei due Comuni significa avere una doppia disgrazia: con la scusa che non si capisce bene chi deve fare cosa, alla fine nessuno fa niente. Per quanto riguarda la parte ubicata nel Comune di Ardea, noi cittadini – o almeno gran parte – ci siamo riuniti in un Consorzio, in modo da poterci fornire dei servizi necessari”. Cosa avete fatto? “Tutto quello che serviva, quindi portare acqua, fognature e gas, la pavimentazione e l’illuminazione delle strade, il mantenimento, la pulizia e la cura dell’intero territorio consorziato. Il problema è che sono passati ormai 40 anni quando abbiamo fatto questi lavori, ed è giunto il momento di rimetterci mano”. Come? “Le strade sono vecchie e piene di rattoppi: bisognerebbe riasfaltarle completamente. L’illuminazione è obsoleta e non più a norma. Il lungomare è completamente da rifare. Si dovrebbero eliminare i vecchi cassonetti e sostituirli, oppure procedere con la differenziata”. Ma il Comune vi ha mai aiutato? “Finora si può dire di no, visto che i soldi, tranne una percentuale minima, sono stati messi solo dal Consorzio e quindi da noi cittadini. Ora però vorremmo arrivare ad un accordo con l’Amministrazione, per poter dividere le spese, visto che bisogna rifare tutti i lavori”. Ci sono speranze che l’accordo si raggiunga?

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“Pare di sì, visto che si parla della firma, ormai prossima, di un protocollo d’intesa tra il Consorzio ed il Comune che prevede l’accollo delle spese da parte di quest’ultimo per una quota pari al 50%. Si tratterebbe di un risultato davvero soddisfacente per noi cittadini, soprattutto in un periodo di crisi come questo”. Ma quali sono le spese che dovete sostenere? “Oltre alle normali tasse, noi dobbiamo versare delle quote al Consorzio, per poter avere quei servizi che il Comune ci dovrebbe dare proprio in virtù delle tasse che paghiamo. Ora la gente si è stancata, non ne può più, infatti sono molti quelli che minacciano di non voler più partecipare a questa forma di cooperazione”. C’è qualche servizio fornito interamente dal Comune? “Per quanto mi sforzi, non mi viene in mente nulla che abbia un riscontro positivo. I trasporti urbani sono insufficienti ed inadeguati, ma per questo siamo rassegnati: abbiamo tentato in tutti i modi di far capire che siamo isolati dal mondo, ma nessuno ci ascolta. Gli albergatori si sono quindi riuniti ed hanno deciso di mettere, almeno per il periodo estivo, un servizio navetta gratuito per gli utenti che colleghi il nostro quartiere con Anzio e Nettuno dalle otto di sera fino alle tre di notte, per dare modo a turisti e residenti di spostarsi anche senza automobile e di raggiungere luoghi più attrezzati del nostro”. Perché verso Nettuno e non verso Ardea? “Credo che la domanda sia superflua: verso Ardea c’è il niente, ad Anzio e Nettuno qualcosa da fare e da vedere si trova sempre”. Torniamo ai servizi: cosa avete e cosa manca? “Abbiamo un bel Campo sportivo. Peccato che sia stato fatto interamente a spese dei cittadini, che continuano a pagare per la cura e la manutenzione dello stesso ed adesso non ne vogliono più sapere. Per quanto riguarda ciò che manca, non esiste un centro di aggregazione pubblico, né per i ragazzi né per gli anziani. Ovviamente non c’è un parco giochi comunale o del

verde pubblico attrezzato. Sto ancora cercando di capire cosa ha fatto finora, il Comune, per Lido dei Pini, ma per quanti sforzi io faccia, non ci riesco proprio”. Quando c’è qualche manifestazione vi ritrovate nel campo sportivo... “Sì ma, ripeto, il campo è privato e la gestione costa tantissimo. Proprio per questo abbiamo più volte tentato di cederlo al Comune, in modo da non dover più sostenere almeno questa spesa, ma stiamo ancora aspettando che ci rispondano, nonostante siano passati anni dalla prima richiesta”. Parliamo del lungomare: il vostro è uno dei pochi, nel Comune di Ardea, che ha sempre avuto l’accesso libero alle spiagge. Gli altri consorzi, infatti, avevano chiuso le entrate con delle sbarre, impedendo il passaggio ai non residenti, cosa non più possibile dopo la recente ordinanza del Sindaco Eufemi. Ma qual è lo stato delle vostre spiagge? “Pietoso. Proprio perché il passaggio è sempre stato aperto, tutti ne hanno approfittato, senza però avere cura di quello che veniva utilizzato. Siamo sempre stati costretti a pulire le spiagge ed il lungomare a spese nostre e le assicuro che non è cosa di poco conto, a maggior ragione se si aggiunge al fatto che paghiamo anche i costi del trasporto delle potature degli alberi. Adesso il lungomare è pieno di immondizia, soprattutto all’altezza dei due fossi che lo delimitano. Vorremmo quindi la collaborazione dell’amministrazione, perché non ci sembra giusto dover mettere le mani in tasca per avere quello che chi abita in altri quartieri ha di diritto”. Gli amministratori non vengono mai a vedere come stanno le cose? “Certo che vengono, ma solo in campagna elettorale, per cercare di racimolare quanti più voti possibili. Peccato che, passata la tornata, si dimentichino completamente di noi e quindi non si parli più di quello che che manca a Lido dei Pini. Nessuno ha mai considerato l’aspetto sociale di questo quartiere”. Avete provato a fare delle proposte concrete all’amministrazione? “Oltre alle proposte abbiamo anche presentato dei progetti, ma ogni volta non abbiamo ottenuto nulla. Speriamo che i politici si accorgano del potenziale di questo quartiere, che ha una spiaggia che potrebbe attirare migliaia di turisti, facendo muovere e risollevare un po’ l’economia locale”. Nei confronti di chi amministra Ardea c’è più sfiducia o speranza? “Rispondo con un paradosso: siamo sfiduciatamente speranzosi, nel senso che, pur non credendo più alle favole, speriamo ancora, fino all’ultimo, che qualcosa possa cambiare”. Alessia Ambra Achille

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LAVORI IN CORSO? AD ARDEA NUMEROSI CANTIERI PER OPERE PUBBLICHE NON RISPETTANO I TEMPI PREVISTI. MA C’È CHI VIGILA…. Pubblichiamo le foto che ci hanno inviato Nicola Pisani ed Elena Russo, dell’ufficio stampa del PD di Ardea, sulla situazione dei cantieri e delle opere in corso (?) nel territorio. I due esponenti della sinistra contestano l’amministrazione - colpevole di aver proclamato in pompa magna quanto fatto e quanto in cantiere, sostenendo che l’attività è pieno regime e che verranno rispettate tutte le scadenze previste dal programma - mentre la realtà mostra ben altre immagini: cantieri fermi, lavori abbandonati o mai iniziati, rallentamenti immotivati. “I casi più clamorosi riguardano Villa Nicoletti (sequestrata alla criminalità organizzata, già di proprietà comunale da tanti mesi) che avrebbe dovuto semplicemente essere convertita, con adeguamenti alle normative in materia, secondo le allora dichiarazioni del Sindaco, ad asilo nido o quant’altro di interesse socia-

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le – dichiarano all’unisono Pisani e la Russo - la costruzione dell’Aula Consiliare, con appalto assegnato e fondi stanziati; il completamento della scuola di via Verona, che vede un cantiere in completo stato di abbandono ed incuria ai limiti delle normative inerenti la sicurezza; l’ex C.I.M., oggetto di lavori infiniti, che ancora non riesce ad ospitare i preziosi reperti archeologici provenienti da Castrum Inui; la lentissima opera di completamento e restauro dell’area archeologica “Casarinaccio”; la famigerata Scuola Superiore che, nonostante la Provincia di Roma abbia già interamente finanziato all’epoca dell’amministrazione Gasbarra, non vede luce”. Ma il pessimismo che pervade l’area di centrosinistra non si ferma qui. “Il panorama si fa ancora più desolante se aggiungiamo la lentezza con cui l’Idrica spa sta portando avan-

ti i cantieri per la realizzazione della rete fognaria. Invece di agire, si parla e basta. Sono oramai mesi e mesi che assistiamo ad avvicendamenti di deleghe e di incarichi, oppure di richieste di dimissioni di quel capogruppo invece che di quell’altro. Perché? Tutti manifestamente incompetenti? Scelte continuamente sbagliate di persone? Come mai amministratori eletti in una coalizione impiegano settimane di iter per cambiare “casacca”? Le motivazioni, per i cittadini, sono poco importanti. Quello che conta è vedere dei risultati, scorgere all’orizzonte la fine di tutti quei lavori promessi, che permetterebbero ad Ardea di diventare finalmente un paese degno di questo nome. Certo, alcune cose sono state fatte, ma manca ancora troppo, e le foto che ci hanno invito ne sono la testimonianza. Anna Maria Greco

Villa Nicoletti

Recinzione rudimentale

Giardino interno scuola Via Verona

Fogne alla Banditella

Ex CIM

Cantiere scuola Via Verona

Cantiere Aula Consiliare

Area di contorno scuole di via Laurentina

Area archeologica del Casiranaccio


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Ambiente Ardea

AMBIENTE NELLA BUFERA IL SERVIZIO DI DIFFERENZIATA TRA INCENDI AI RIFIUTI, DISSERVIZI E POLEMICHE SEMBRA NON DECOLLARE, MENTRE QUELLO DI RACCOLTA DEGLI INGOMBRANTI BATTE I RECORD NEGATIVI DELLA SANITÀ: PER UN FRIGORIFERO 2 MESI DI ATTESA!!!

onostante siano già passate tre settimane dall’incendio che si è sviluppato, quasi sicuramente per origini dolose, nell’isola ecologica di via Pavia, sul luogo si trovano ancora rifiuti di ogni genere, accompagnati ancora dall’odore acre del fumo, visto che nessuno ha provveduto a bonificare l’area. Già una volta l’area era stata incendiata, ma allora fu posta sotto sequestro, in modo che nessuno potesse più – per diversi mesi – depositare i rifiuti. Ma il problema comprende aspetti complessi, che vengono commentati aspramente dall’opposizione. “Brucia l’isola ecologica e, brucia ancora di più, la notizia di un aumento alla ditta incaricata di un milione ed ottocentomila euro l’anno per l’appalto della raccolta differenziata”. E’ quanto affermano gli esponenti di Italia dei Valori di Ardea, Valtere Roviglioni e Alberto Delli Colli, che affermano: “Avevamo ragione quando affermavamo che l’importo dell’appalto per la raccolta Rsu era sottodimensionato, infatti pochi mesi dopo spunta un probabile incremento in quanto nel capitolato la differenziata è prevista solo nel centro storico e che allargarla a tutto il territorio ha costi maggiori. Ci troveremo ancora una volta come è avve-

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nuto per il contenzioso SPE SrL e con 11 milioni di euro da pagare? Conoscendo i metodi amministrativi del centrodestra è possibile che trovino altri termini per far lievitare un appalto molto discutibile dal punto di vista dei costi. Non fummo i soli a sollevare dei dubbi, anche comitati ed associazioni segnalarono ‘anomalie’ cadute nel vuoto, oggi purtroppo confermate. Intanto brucia l’unica isola ecologica del territorio situata in via Pavia, un fatto che assume contorni torbidi e ci fa pensare ad un lontano contenzioso mai risolto con una ditta di Anzio. Più volte si è provato a affrontare il contenzioso di via Pavia che si trascina da più di 10 anni mai risolto. Trasparenza, legalita’ e moralita’ sono state il cavallo di battaglia di Eufemi in campagna elettorale. Un fallimento totale! Brucia l’isola ecologica e con lei le speranze dei cittadini di avere un paese pulito e civile”. Ovviamente le polemiche hanno coinvolto anche i cittadini, come il signor Romano, che si è rivolto ai giornali per segnalare uno dei tanti disservizi legati all’ambiente che la popolazione è costretta a subire. “Per far portare via il mio vecchio frigorifero, sostituito all’improvviso perché rotto, ho chiamato l’apposito numero per il ritiro degli ingombranti. Sapete cosa mi hanno risposto? “Lo metta fuori casa noi passiamo il 23 luglio”. Avrei voluto rispondere a tono, ma sono troppo educato per farlo”. Un’altra segnalazione attiva da un abitante di viale Nuova Florida all’incrocio con via Pisa. Come previsto dalle norme diffuse dal Comune, segue scrupolosamente le indicazioni per la raccolta differenziata, mettendo fuori dalla recinzione del suo giardino i sacchetti dell’umido quando previsto. E’ arrivato a collezionarne sette, davanti al portone e si sta ancora chiedendo se e quando li ritireranno. Critiche e polemiche fioccano quindi sull’assessorato, che per tutta risposta ha convocato una conferenza stampa per

spiegare il punto di vista del Comune e “la reale situazione”, di cui vi aggiorneremo via web sul nostro sito, visto che tale conferenza ci sarà quando il nostro giornale sarà in lavorazione in tipografia. Anna Maria Greco

A POMEZIA LA PONTINA AMBIENTE ACCETTA LA PROPOSTA Intanto Pomezia sembra aver arginato il problema del pericolo chiusura discarica. La Pontina Ambiente ha infatti, nel corso dell’incontro svoltosi alla Regione Lazio tra i vertici della ditta proprietaria della discarica di Albano, la Federlazio ed il sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, accettato la proposta di soluzione portata dal Primo Cittadino. “Abbiamo cercato la soluzione migliore per mettere mano al debito – ha detto De Fusco - Erano presenti anche i rappresentanti di banca Impresa Lazio, che ora stanno studiando la possibilità di elargire al comune un finanziamento per pagare le fatture del 2009. E’ stata tracciata una linea netta di demarcazione tra le fatture pregresse e quelle di quest’anno”. Per il pregresso si potrà contare sui crediti vantati nei confronti dell’A.ser, che consentiranno di ottenere un prestito dalle banche. Il comune di Pomezia ha infatti presentato a garanzia, come crediti esigibili, il lodo arbitrale vinto contro A.Ser, che prevede la restituzione all’ente di 7 milioni di euro. “Per i debiti precedenti – ha aggiunto il sindaco – stiamo studiando un accordo a lungo termine, mentre invece abbiamo già dato la disponibilità a pagare d’ora in avanti le fatture dell’esercizio corrente e la prima tranche sarà liquidata entro metà giugno”.

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NON SO PARLARE MA SO FARMI CAPIRE ANTONIO DI PIETRO, IN UN’INTERVISTA ESCLUSIVA, CI SPIEGA IL VALORE DELLE PAROLE

l Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a Pomezia in occasione del Seminario svoltosi il 24 Maggio al Campus Universitario, ci ha rilasciato un’intervista in esclusiva sull’importanza delle parole. Visto che il tema principale è la comunicazione, quanto pensa sia importante saper parlare, nel mondo della politica, dove troppo spesso ci sono più parole che fatti? “La politica è una di quelle attività dove conta maggiormente il binomio “saper produrre – saper vendere”. Lo dico perché mi è stato di lezione quello che è accaduto a mio padre quando ero bambino. Avevamo un campo, che decise di coltivare a meloni. Ci mise fatica e sudore, fino a che i frutti non furono maturi. Non aveva però calcolato che, una volta pronti, i meloni andavano venduti nell’arco di un paio di giorni, altrimenti si sarebbero rovinati. E a chi venderli, se nessuno sapeva che c’erano? Tutta il suo lavoro era quindi stato vanificato dalla mancanza di organizzazione e comunicazione. Per non buttarli, fu costretto a fermare le persone per strada ed a regalarli. Ovviamente si beccò i rimproveri di mia madre, che, in dialetto, gli disse: “Caro Peppino, dovevi immaginare come pubblicizzare quello che produci, non ti puoi limitare a farlo, altrimenti il risultato è questo: tanto sacrificio per niente”. Quindi, alla base ci vuole senz’altro una grande qualità, ma

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dietro ad essa serve una struttura basata proprio sulla comunicazione”. Quindi basta sapersi vendere bene? “No, perché bisogna innanzi tutto vedere cosa si vende. In politica, così come in tanti altri campi, serve la novità, la “primizia”. Bisogna trasmettere un’idea nuova; tutto quello che non è nuovo è “sempre la solita solfa”, che non vuole ascoltare più nessuno Ed ecco spiegato il binomio produzione-vendita, che se ben applicato porta al successo”. Ed è quello che succede adesso nella politica nazionale? “Semmai è proprio il contrario. Oggi si sentono discorsi “paludati”, ristagnanti di luoghi comuni triti e ritriti. La politica parla più con sé stessa che con i cittadini”. Ed è per questo che la gente si è stancata e non crede più nella politica e nei politici? “Il motivo è anche un altro: lo scollamento che esiste tra promesse e fatti reali. Le promesse sono tante, i fatti...beh, si vede quanti e quali sono. Nonostante i proclami, la situazione non cambia: chi era ricco resta ricco, chi era povero forse è ancora più povero. Questo porta ad un crollo della credibilità dei politici che fanno tutte queste promesse mai mantenute”. Sarà anche perché se ci sono da fare sacrifici devono essere i comuni cittadini a farli, mentre se ci sono

privilegi sono i politici ad accaparrarseli? “Certo che anche questo influisce molto. Vorrei fare un esempio, per assurdo: il Giappone sembra avare la classe politica più corrotta del mondo, eppure nessuno mette in dubbio la loro credibilità, cosa che invece avviene in Italia, i cui rappresentanti sono sbeffeggiati da tutto il mondo. Questo perché in Giappone tutto funziona, tutto è efficiente al massimo, anche la corruzione. In Italia, invece, persino la corruzione è inefficiente. Ovviamente non voglio neanche lontanamente giustificare qualsiasi tipo di corruzione, funzionante o no, ma solo far capire che in certi atteggiamenti siamo proprio ridicoli: al danno si aggiunge la beffa”. Per quanto riguarda il prossimo futuro, l’IDV ha in serbo qualche primizia per gli italiani? “La più importante è quella che usiamo ormai da qualche anno, ossia la rete: internet ci consente di stare vicino alla gente, di avere un rapporto diretto. Si tratta di un modo diverso di fare politica e di ascoltare i cittadini. Certo, il metodo tradizionale resta, questo è un valore aggiunto che vogliamo dare a chi ci vuole ascoltare senza filtri e senza veti. Utilizzando questo sistema ormai da tempo, ovviamente non è più tanto primizia, quindi dobbiamo sforzarci per trovare sempre nuovi stimoli e nuovi canali per poter arrivare al cuore ed alla mente delle persone”.


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Cosa pensa dei risultati ottenuti nelle ultime elezioni regionali? A Pomezia, così come nel resto della Regione Lazio e dell’intera Nazione, la vostra lista ha ottenuto degli ottimi risultati, cresciuti di diversi punti rispetto alle tornate precedenti... “Sono ovviamente molto soddisfatto del risultato ottenuto in una piazza importante come Pomezia. Penso che siamo cresciuti soprattutto per due ragioni. La prima è strutturale: prima eravamo solo un movimento di opinioni, ora siamo un’organizzazione di persone radicate nel territorio, che sanno come comunica-

re con i cittadini perché ne conoscono i problemi. La seconda è invece da ricercare nella chiarezza del linguaggio e nella determinazione delle azioni: in entrambi i casi c’è stata una coerenza che ha portato molti cittadini nel riconoscersi in quello che dicevamo e facevamo, che erano la stessa cosa. Si può essere d’accordo o meno con quello che diciamo, ma ci si deve riconoscere che quello che diciamo facciamo e viceversa. Noi facciamo opposizione e tutti lo sanno, così come tutti sanno che non ci metteremmo mai a fare intrallazzi con i Governo per trarne

benefici. Un altro nostro pregio è quello di riuscire a farci capire. Spesso io non riesco a parlare in italiano, sono in tanti a rimproverarmi per questo, ma vedo che, nonostante gli strafalcioni, le persone mi capiscono. Ci sono politici che, al contrario, parlano perfettamente, ma non sempre si fanno comprendere”. Forse perché il loro intento è proprio quello di confonderci e non farci capire? Maria Corrao

IL TRIBUNALE DELLA FAMIGLIA

APPRODA A POMEZIA IL CONSORZIO UNIVERSITARIO LANCIA L’IDEA DI UN DISTACCAMENTO DEL TRIBUNALE DEI MINORI na ne pensa e mille ne fa. Il Consorzio Universitario, tra le novità degli ultimi mesi, vanta anche quella di aver contattato il Giudice Bruno Ferraro, attuale Presidente della Corte d’Appello del Tribunale di Tivoli ed ex Presidente del Tribunale di Velletri, per portare un distaccamento del Tribunale dei Minori a Pomezia, con sede proprio all’interno del Campus. “Più che un Tribunale dei Minori si tratterà della sua evoluzione, ossia del Tribunale della Famiglia. Ci si occuperà quindi di tutte le problematiche che riguardano i minori, ma anche quelle relative ai nuclei familiari, come separazioni, divorzi, liti per la custodia dei figli, oltre a discussioni di vario genere sempre all’interno della famiglia”, ha spiegato Piergiorgio Crosti,

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Presidente del Consorzio. “Con questa rivisitazione di una formula che non è più all’altezza di tempi – così come anche il Legislatore sta appurando in questi giorni – vogliamo portare Pomezia all’avanguardia anche nel campo della Giurisprudenza, in particolare nel Diritto di Famiglia, anche in vista della prossima apertura dei corsi di Laurea proprio della Facoltà di Giurisprudenza”. Avremo quindi un distaccamento del Tribunale di Velletri? “Se l’accordo va a buon fine, e sembra che le condizioni ci siano tutte, pare proprio di si. Questo ci consentirà di far diventare il Polo di Pomezia un centro di eccellenza universitaria e di ricerca applicata”.

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Cinema

IL 63° FESTIVAL DI CANNES IL CINEMA PREMIA L’ITALIA ELIO GERMANO VINCE LA PALMA D’ORO COME MIGLIORE ATTORE E AFFIANCA MOSTRI SACRI DEL CINEMA COME TOGNAZZI, GASSMAN E MASTROIANNI

i è conclusa Domenica 23 Maggio la Kermesse di Cannes, festival del Cinema considerato da molti la più importante manifestazione culturale Europea. Ha vinto “Uncle Boonmee”, dell’impronunciabile regista Thailandese Weerasethakul, un film immaginifico e onirico, sul passato vissuto e poi raccontato da un vecchio zio morente, che è piaciuto moltissimo alla giuria (nella quale c’era anche la nostra Giovanna Mezzogiorno) ed al presidente della stessa, Tim Burton, regista maestro delle atmosfere intime e fiabesche. Forse un premio condizionato anche dalla solidarietà e dall’emozione per gli echi della guerra civile in Thailandia, ma sicuramente meritato. La cinematografia orientale, del resto, fa spesso incetta di premi nei Festival Europei (Venezia in primis). Sicuramente ricco di talenti, il cinema orientale appare però così distante dal pubblico europeo da essere fatalmente destinato all’oblio della distribuzione. Questo a volte ci induce a pensare che i premi siano

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un esercizio snobistico delle giurie, che amano sorprendere premiando la leggerezza stilistica dei cineasti dell’estremo Oriente ai danni del più rigoroso stile narrativo del cinema di casa in Europa ed in America. Narrazione che invece arriva dritta al cuore nei film che portano a casa i premi come miglior attori protagonisti, opere che penetrano nella vita di tutti i giorni e la attraversano con passaggi dolorosi e romantici. E quindi: premio Miglior Attore va ex aequo a Javier Bardem e al nostro straordinario Elio Germano, protagonisti in due ruoli molto simili in film ( “Biutiful” di Inarritu e “La nostra vita” di Daniele Luchetti) che raccontano entrambi, seppur in modo diverso, il difficile ruolo di genitori. Bardem e Germano infatti interpretano tormentati padri di famiglia, in scenari suburbani, alle prese con un destino avverso e disastri economici nelle periferie poco da cartolina e molto sofferte di Barcellona e di Roma.. Siamo felici quindi per questo premio all’attore romano, che alla soglia dei trent’anni entra di prepotenza

nella storia del Cinema Italiano. Luchetti si conferma il suo regista perfetto, ribadendo la loro speciale intesa evidenziata già in “Mio fratello è figlio unico” dove Germano aveva vinto il David di Donatello. Come migliore Attrice, il premio va a Juliette Binoche, la più brava di tutte non solo qui a Cannes ma in ogni Festival, per il Film “Copia conforme” di Abbas Kiarostami, regista iraniano che ha ambientato in Italia questa storia delicatissima e romantica, metafora del cambiamento e dell’originalità della vita e dell’arte. Il film ha una produzione tutta italiana, del coraggioso Angelo Barbagallo, produttore straordinario e irriverente, che vede premiato una sua opera nove anni dopo “La stanza del figlio” di Nanni Moretti, ultimo Italiano a vincere a Cannes come migliore pellicola. Sconcertante che il nostro Ministro per le attività culturali Sandro Bondi non fosse presente e abbia fatto mancare la presenza delle Autorità ad una festa per il nostro Cinema, forse perché impegnato nei preparativi delle sue nozze, o molto più plausibilmente preoccupato di poter incontrare Sabina Guzzanti, il cui filmdenuncia “Draquila”, presentato fuori concorso, che racconta la gestione affaristica del post-terremoto a l’Aquila criticando il Governo e la Protezione Civile, molto è piaciuto alla Croisette ed ha strappato molti sorrisi beffardi al pubblico. Ed in questo clima avvelenato che molto rumore ha fatto e farà la frase con cui Elio Germano ha ringraziato polemicamente al ritiro del Premio: “Dedico questo premio all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il Paese migliore nonostante la loro classe dirigente” , riferendosi ai politici nostrani, perfetta sintesi del panorama Culturale Nazionale, diviso ormai irrimediabilmente tra chi fa spettacolo e cultura e chi governa sordo ad ogni richiesta di attenzione, forse perché la “Cultura” non può aver colore e né essere di ossequio al potere. Mauro Valentini

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Sport Calcio

STELLA POLARE: UNA STAGIONE DA INCORNICIARE DOPO DUE ANNI DI “PURGATORIO” LA JUNIORES RICONQUISTA L’ÈLITE a stagione sportiva 2009-2010 si è da poco conclusa per quasi tutte le società sportive; è quindi tempo di tirare le somme finali, raccogliendo i frutti o le delusioni del lavoro compiuto. La nostra rubrica ci porta ancora una volta allo Sport Campus, per celebrare l’annata trionfale di una delle squadre giovanili più promettenti nel panorama pometino, la juniores della Stella Polare, ramificazione calcistica della Marina Militare o Guardia Costiera. La squadra si è classificata al secondo posto dopo aver inseguito per quasi tutta la stagione il sogno proibito di conquistare addirittura il titolo, salvo poi cedere il passo nelle ultime giornate ad uno spietato Formia, vera e propria corazzata indistruttibile. Eppure erano stati proprio i pometini a “perforare” tale corazzata, vincendo tra le mura amiche lo scontro diretto che qualche tempo fa voleva dire primo posto condiviso; purtroppo la squadra ha pagato alla distanza e alla fine ha vinto la squadra più forte o , più propriamente, la più organizzata. L’importante era crederci fino alla fine e così è stato; peccato, sì, ma il risultato ottenuto è comunque straordinario. Infatti la seconda “piazza” ti permette di effettuare la sfida a distanza con le altre squadre (classificate nel medesimo modo) degli altri gironi, al fine di determinarne la migliore che avrà comunque accesso alla categoria superiore, la juniores d’èlite o “fascia A”. Proprio la Stella Polare, con i suoi 64 punti ottenuti, si è aggiudicata il prestigioso premio, ed il prossimo anno tornerà a militare nella serie abbandonata due anni fa. Per capire come si è arrivati a tale risultato questa volta partiremo dalla fine, ovvero dalla festa e dalla gioia scatenatesi al termine dell’ultima gara interna con il Trigoria, nonostante la superflua sconfitta, per poi ripetersi in settimana con una bellissima festa all’aperto. Noi c’eravamo in entrambe le occasioni, ma se la prima volta mister De Santis ci è sfuggito, anche a causa del contemporaneo festeggiamento della squadra romana all’ottenimento della salvezza, la seconda volta no, e con estrema disponibilità ci ha concesso una lunga intervista di cui riportiamo i passaggi fondamentali. Mister, iniziamo da questo grande risultato ottenuto; secondo posto che vuol dire, se non sbaglio, accesso all’èlite. Come si può descrivere un anno così esaltante? “Non si può. Troppa è la soddisfazione e l’unica cosa che posso fare è ringraziare i miei ragazzi che hanno veramente dato il massimo per tutta la stagione e sono stati meritatamente ripagati. Sono stati sempre presenti a tutti gli allenamenti nonostante

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pioggia, freddo, grandine o altri fattori; sono stati semplicemente fantastici”. Ovviamente non possiamo nascondere il fatto che fino a due giornate dalla fine del campionato lottavate per il titolo, fino a quel maledetto 3-3 con l’R-11; cosa è mancato a questo gruppo rispetto al Formia ma soprattutto, ritiene giusto il verdetto finale? “Innanzitutto premetto che la nostra squadra non era stata costruita per vincere il campionato e questo ha sicuramente inciso. Poi abbiamo pagato le grandi sfide, perché se escludiamo la gara vinta proprio contro il Formia, nelle altre c’è sempre mancato quel pizzico di rabbia agonistica necessaria per portare a casa i risultati. L’esempio eclatante è la partita con il S.Rita, dove in vantaggio per 1-0 ci siamo fatti raggiungere in pieno recupero, dopo aver rischiato troppo. Altro fattore sono i stati i campi dove abbiamo giocato; purtroppo essendo abituati ad un terreno sintetico dove puoi esprimere al massimo un gioco tecnico, trovandoci in campi di terra veramente ai limiti della praticabilità abbiamo sofferto non poco. Per il resto non ho altro da rimproverare ai miei e credo che se alla fine avessimo vinto noi non sarebbe stato di certo uno scandalo”. Quel 3-3? Eravate in vantaggio di ben due reti e poi il crollo.. “Sì, vincevamo 3-1 ma quando abbiamo appreso il contemporaneo risultato del S.Rita, che aveva perso dandoci la matematica certezza del secondo posto, abbiamo un po’ mollato; inoltre se rivediamo i gol incassati, veramente evitabili, emerge questo calo di concentrazione che alla fine ci è costato caro”. I suoi ragazzi si sono distinti in tantissime partite per la compattezza e l’ordine con cui hanno affrontato i vari impegni.. Secondo lei, qual è stato il punto di forza della sua squadra? “Al 100% il gruppo. Nessuno dei giocatori ha dei meriti maggiori rispetto agli altri perché tutti hanno veramente dato il massimo; a turno c’è sempre stato un elemento che ha saputo caricarsi di responsabilità e trascinare la formazione ai risultati ottenuti”.

In conclusione le chiediamo qualcosa sul suo futuro; visto il risultato ottenuto, cosa si propone di fare per l’anno prossimo? “Lascio la Stella Polare. Non so ancora dove allenerò ma il mio futuro sarà certamente lontano da qui”. Quest’ultima risposta ci ha un po’ spiazzato, ma in fondo è meglio così; una verità diretta vale più di mille parole che non portano da nessuna parte e non ti fanno capire la realtà dei fatti. Tornando alla squadra abbiamo individuato in due episodi fondamentali la causa del fallito aggancio alla Capolista: per prima la clamorosa sconfitta sul campo della Lupa Frascati per 6-2 proprio a seguito della vittoria casalinga contro il Formia, mentre la seconda ovviamente è questo famoso 3-3 con l’R-11. Due partite che alla fine purtroppo si sono rivelate decisive ma che non intaccano in nessun modo il grande lavoro che hanno fatto i ragazzi. In ultima analisi ci sentiamo di conferire dei meriti speciali anche allo stesso allenatore, che è riuscito a gestire non solo la juniores ma anche la prima squadra militante nel campionato d’eccellenza, in un doppio compito che alla fine ha portato ai risultati sperati. Il futuro, anche viste le stesse parole del ct, resta tutto da decifrare per entrambe le categorie, ma adesso, dopo il grande lavoro compiuto, è tempo di godersi le meritate vacanze. Luca Mugnaioli

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Rugby

RUGBY: LA PASSIONE NASCE A SCUOLA SI STA SVOLGENDO IN QUESTI GIORNI A POMEZIA IL “TORNEO STUDENTESCO DI RUGBY A 10 - CITTÀ DI POMEZIA”, RISERVATO ALLE SCUOLE SUPERIORI PRESENTI NEL TERRITORIO.

IPSIA POMEZIA rganizzato dal Torvaianica Rugby presso il Centro Sportivo Comunale “Fausto Autiero”, si sta svolgendo in questi giorni a Pomezia il “Torneo Studentesco di Rugby a 10 - Città di Pomezia”, riservato alle Scuole Superiori presenti nel territorio. Le formazioni scolastiche impegnate nel Torneo hanno dato vita ad una gara appassionante, ricca di sorprese e di episodi da raccontare. Come non parlare della eroica difesa del punteggio da parte dell’Albafor contro lo squadrone dell’IPSIA “ Cavazza”, o del valore mostrato di ragazzi del Liceo Scientifico Pascal contro l’Istituto d’Arte? Attualmente, prima della disputa dell’ultima giornata del torneo, sembra prevalere la squadra dell’IPSIA “ Cavazza” del prof. Lionello Durastante, ormai lanciatissima per la vittoria finale, ma nulla è scontato. Anche perché l’Istituto Copernico- Monti è attualmente in grado di sconvolgere la classifica finale. Al Prof. Silvestro Spampinato, docente della Federazione Italiana Rugby e Direttore Sportivo del

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ALBAFOR POMEZIA Torvaianica Rugby, abbiamo chiesto una sua riflessione su quanto hanno saputo mostrare sino ad oggi i ragazzi e le squadre impegnate nel torneo. “Dalla prima giornata ad oggi abbiamo assistito ad un continuo innalzamento del livello tecnico delle squadre, segno che man mano che si succedono le partite i ragazzi riescono ad imparare e migliorare la loro tecnica. Bisogna considerare che nelle squadre scolastiche sono presenti, oltre ai neofiti, anche giocatori di ottimo livello federale, come ad esempio Adriano Daniele, capitano della squadra del Liceo Scientifico Pascal e giocatore dell’Accademia di Alta Specializzazione Federale, oppure di Cesare Meneghetti, dell’Istituto d’Arte, pure lui in Accademia FIR, oppure il capitano dell’IPSIA CAVAZZA, Danilo Zarbo, anche lui nelle selezioni. Ci sono ragazzi che sono già rugbysti formati, per cui il maggior merito va a tutti quei ragazzi che si sono affacciati per la prima volta al mondo della palla ovale e che hanno saputo inserirsi negli schemi di gioco degli atleti più esperti.

PASCAL POMEZIA Una menzione speciale voglio farla ai ragazzi dell’Albafor di Pomezia: il loro capitano Matteo Del Nero ha fatto miracoli, mettendo sul campo una formazione composta da soli ragazzi non rugbysti, cioè principianti; eppure è riuscito a costruire una squadra capace di reggere il passo con il Liceo Scientifico Pascal e con l’IPSIA Cavazza, due delle pretendenti alla vittoria finale, pareggiando entrambe le partite e gettando in campo il cuore, sostenendosi sempre l’uno con l’altro senza mai mollare, proprio come chiedeva loro il prof. Paolo Perilli, ex rugbysta del Frascati e primo sostenitore dei suoi ragazzi. Anche gli studenti dello Scientifico Pascal, formazione composta prevalentemente da giovani alle prime esperienze nel rugby, hanno fatto un lavoro splendido, perché a mio avviso è quella che riesce meglio ad esprimere un gioco corale. Questa è la prova che gli studenti, messi in condizione di potersi esprimere fuori dalle mura scolastiche, sanno dare il massimo di se, rispettando le C.L. regole e il gioco leale”.


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Sport Volley

CAMPIONI SENZA PALESTRA L’APPELLO DELL’ASD T.S. LORENZO: IL PRESIDENTE DELLA SQUADRA CHIEDE AIUTO AGLI AMINISTRATORI

uturi campioni senza palestra. La denuncia arriva da Tor San Lorenzo, in particolare da Giovanni Ussia, presidente dell’ Asd T. S. Lorenzo volley e basket, che denuncia l’assenza di una struttura idonea per accogliere gli incontri dei campionati di serie. “Siamo stati costretti a collaborare con la società Pianeta Volley di Aprilia - spiega Ussia - per poter affrontare la stagione appena conclusasi”. “Un anno di grandi soddisfazioni - sottolinea - ma anche di grandi sacrifici”. Non solo per la società, ma anche per gli atleti e, soprattutto, per i genitori che, per 10 mesi, quattro volte la settimana, hanno fatto la spola tra Ardea e Aprilia per far praticare l’attività sportiva ai propri figli. La società è a Tor San Lorenzo, gli allenamenti ed alcuni incontri si svolgono nella palestra della scuola media Virgilio, in via Campo di Carne. “Qui i ragazzi cominciano fin da piccoli e qui dovrebbero rimanere una volta raggiunti risultati importanti -

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denuncia il presidente - non è giusto che il vivaio rutulo debba vestire altre maglie, solo perché i nostri amministratori non riescono ad offrire strutture idonee”. I ragazzi della pallavolo stanno regalando alla loro città molte soddisfazioni. Hanno raggiunto il titolo di campioni provinciali under 18 maschile e sono vice campioni regionali. Eppure, questi piccoli fuoriclasse di casa nostra, che nella prossima stagione disputeranno la serie D, non hanno ancora una palestra idonea ad ospitare gli avversari. “La ricerca - spiega Giovanni Ussia - si sta dirigendo verso i Comuni limitrofi, ma dopo anni passati a formare degli atleti, lascia molta amarezza dover vedere sulle maglie dei nostri ragazzi il nome di altre società. Siamo una realtà importante - continua il presidente - affiliata alla M. Roma Volley, unica realtà capitolina promossa in serie A1 maschile”. Il vivaio è ricco ed ha già raggiunto diversi risultati. “In fondo - continua Ussia - stiamo

contribuendo anche a far conoscere il nome di Ardea nel mondo dello sport giovanile scolastico”. Alcuni ragazzi dell’ Asd T.S. Lorenzo volley, infatti, sono anche membri della squadra della scuola media statale Virgilio, che ha vinto i campionati provinciali, classificandosi così per le regionali. Incontri organizzati dalla Fipav (Federazione Italiana Pallavolo), giocati il 26 maggio ad Alatri, nel frusinate. Gli sudenti rutuli si sono piazzati al secondo posto. Risultati, questi, che portano prestigio non solo alla scuola, ma anche alla città. Lo sa bene il preside della scuola media, il sindaco di Ardea Carlo Eufemi, che ha assistito alle premiazioni, avvenute dopo la finale nello scenario delle Terme di Fiuggi. “I risultati raggiunti dai ragazzi della nostra città, quindi, sono molti - afferma il presidente dell’ Asd T.S. Lorenzo - Tra le nostre fila ci sono anche la M. Roma volley T.S. Lorenzo, che sta per giocare la semi finale del Trofeo di Roma, e la Under 16 femminile, prima in classifica. Insomma - denuncia Ussia come spiegare a questi ragazzi che non possono andare avanti nello sport nel loro territorio, solo perché ad Ardea non ci sono delle strutture idonee? Spero che i nostri politici ed amministratori possano aiutare le società e soprattutto gli atleti, ponendo attenzione sulla necessità di offrire maggiori strutture sportive”. In un Comune che ha pochi luoghi di aggregazione giovanile, ricordiamo a chi di dovere che lo sport porta socializzazione, aggregazione, impegno e passione, apprendimento di regole e valori e, cosa importantissima, distoglie i giovani dalle strade. Claudia Sperduti

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Viaggi

ALLA SCOPERTA DEL PARADISO TERRESTRE LE MALDIVE SONO ORMAI ALLA PORTATA DI TUTTI, BASTA COGLIERE L’OCCASIONE GIUSTA

e ne parla come del “paradiso terrestre”, un posto dove la natura ha dato il meglio di sé. Luoghi da sogno, che spesso rimangono, appunto, solo un sogno. Stiamo parlando delle Maldive, centinaia di piccole isole disposte in atolli che, visti dall’alto, fanno sembrare il mare pieno di “bolle”. Andare alle Maldive oggi non è più così difficile come in passato: offerte last minute o prenota prima danno la possibilità di godere di una vacanza indimenticabile allo stesso prezzo che si spenderebbe per villeggiare in Sicilia, e molto meno di quello che occorre sborsare per la Sardegna in alta stagione. Il viaggio dall’Italia a Mahè, con il volo diretto, dura circa 9 ore: un “sacrificio” che vale la pena di affrontare, ripagato già dalla vista che si può scorgere dagli oblò poco prima dell’atterraggio. Nonostante l’altezza, nel mare – che mostra colori che vanno dal verde chiaro al blu intenso - si vede la barriera corallina. E pensare che da noi non si vede il fondo neanche stando a mollo! Dall’aeroporto, a seconda che l’isola prescelta sia vicina o lontana, si arriva alla destinazione finale con la motobarca veloce o con l’idrovolante. Noi, che abbiamo scelto l’isola di Madhiriguraidhoo, nell’atollo di Lhaviyani, siamo andati con l’idrovolante, un’esperienza sicuramente da vivere: il pilota ed il suo vice viaggiavano scalzi, in totale nonchalance; il vice ad un certo punto ha addirittura poggiato il piede fuori dal “finestrino”, mentre sorseggiava placido la sua Coca-cola. Bisogna pensare, però, che per loro l’idro-

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volante è come il nostro taxi o come le gondole a Venezia: sono talmente abituati ad usarlo che viene naturale essere disinvolti! Il viaggio su questo piccolo velivolo -9 posti più i bagagli – dura 40 minuti, che passano in un lampo, mentre si guarda affascinati giù di sotto, dove il blu del mare si alterna al verde della vegetazione ed al bianco delle spiagge, creando un contrasto spettacolare. Arrivati nel resort altra meraviglia: ogni stanza è in realtà un mini appartamento, nonostante sia della tipologia standard: una zona giorno con divano e televisore satellitare, la zona notte, uno spazio guardaroba dove cambiarsi ed il bagno. Ed è nel bagno che troviamo la sorpresa: solo metà, quella con i sanitari, è coperta dal soffitto. La parte con la vasca e la doccia è a cielo aperto e lascia vedere le cime delle mangrovie ed il volo degli uccelli di giorno e la magia del cielo stellato – pienissimo di stelle! - di notte. Ma restare ad ammirare la stanza è un’inutile perdita di tempo. Prima di partire pensavamo: andiamo alle Maldive solo per riposare, tanto lì non c’è niente da fare. Credevamo addirittura che ci saremmo annoiati! Invece, uscendo alla scoperta dell’isoletta, una delle più grandi delle Maldive, lunga quasi 2 Km e larga 400 metri, ci accorgiamo che avremo molto da fare. Prima di tutto esploriamo gli eccezionali i 4 km di spiagge che la circondano con una vegetazione davvero rigogliosa. Sulla punta nord dell’isola si allunga verso il mare una spettacolare lingua di sabbia, che con la bassa marea arriva a

misurare svariate centinaia di metri, ideale per godersi il tramonto. Attorno all’isola c’è una grande laguna e il livello dell’acqua è più basso nel versante orientale. Questa parte sembra un acquario: basta guardare dalla riva per vedere miriadi di pesciolini colorati che nuotano senza alcuna paura dell’essere umano. Vicina al lato esterno dell’atollo, il reef è raggiungibile a nuoto. Dalla parte interna dell’atollo, invece, l’acqua è più alta ed i pesci di maggiori dimensioni: si nuota tra pesci pappagallo, pagliaccio e napoleoni, squaletti nutrice, innocui nei confronti degli uomini, e placide tartarughe marine. Se si è fortunati si vedono anche le mante, che, al tramonto, nuotano in branchi avvicinandosi alla riva. Gli sport che si possono praticare sono soprattutto quelli acquatici: non siamo certo arrivati fin qui per passare le ore in palestra, o per giocare a calcetto o a tennis, anche se ne avremmo la possibilità, visto che il resort è attrezzatissimo. Preferiamo quindi dedicarci allo snorkeling, adatto a tutti: basta saper stare a galla. Con pinne, maschera e boccaglio si nuota a pelo d’acqua, faccia in giù, rivolta verso le meraviglie del mondo sommerso. Coralli, anemoni e poi la dorsale oceanica, che lascia senza fiato per la sua spettacolarità: il fondale, dai suoi 5, 6 metri di profondità, passa improvvisamente e verticalmente a centinaia di metri. Il colore del mare e la temperatura dell’acqua cambiano all’improvviso, sembra un muro eretto al contrario. Per i più esperti, ma anche per i principianti che decidono di fare l’apposito corso, ci sono le immersioni, che ti fanno davvero entrare in un’altra dimensione. Un altro sport “tranquillo” è la canoa: perfetta da fare al mattino, quando il mare è immobile, consente di guardare il fondale anche a chi non sa nuotare. Per gli appassionati del genere c’è poi la pesca d’altura, che noi non abbiamo provato per mancanza di tempo. Già proprio così: ma non dovevamo annoiarci? Le giornate sono invece scivolate in fretta, forse troppo in fretta, tra una gita all’isola deserta ed un’altra a quella dei pescatori, tra la SPA dove delle ragazze thailandesi fanno dei massaggi favolosi ed il ristorante, dove si gustano pranzetti (e cenette) indimenticabili...Quando è arrivato il momento di ripartire ci saremmo voluti legare ad una palma pur di non lasciare l’isola! Invece siamo dovuti risalire sull’idrovolante che ci ha riportati all’aeroporto di Mahè, dove ci attendeva il volo di ritorno. E, a proposito di ritorno, è a questo che stiamo pensando: a quando riusciremo finalmente a tornare in questo paradiso.


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Rubrica Bon Ton

ESSERE EDUCATI E’ UN ARTE LA BUONA EDUCAZIONE È COME UNA PIANTICELLA CHE VA ANNAFFIATA E COLTIVATA

“ Sono mamma di due bambini piccoli e spesso mi chiedo: qual è l’età giusta per insegnare loro le regole dei buoni comportamenti?” Laura RUDI roprio qualche settimana fa in una scuola materna del modenese, alla Peter Pan di Vignola, si è tenuta una specie di gara delle Buone Maniere. Una bellissima esperienza per i bambini, che magari potrebbe essere adottata anche in qualcuna delle

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nostre scuole. Certo sarebbe utile insegnare, oltre alla storia e alla matematica, anche la buona educazione e la gentilezza come materie scolastiche. Salutare, dire Buongiorno, Grazie, Prego, dare del Lei agli adulti; rispettare i beni comuni e l’ambiente. I bambini devono comprendere il messaggio: se ti comporti bene hai più amici. Ma siamo altrettanto coscienti che spesso sono i genitori a dover essere rieducati. A casa si danno regole e punti di riferimento certi ai bambini. Essi percepiscono gli atteggiamenti diseducativi dei loro genitori: dicono bugie e parolacce, urlano e insultano al volante e quindi i bambini non capiscono il motivo per cui loro dovrebbero comportarsi diversamente. E’ il periodo in cui, se i genitori danno ai figli una buona istruzione e nello stesso tempo un cattivo esempio, è come se gli dessero del cibo con una mano e del veleno con l’altra. In questi anni il bambino non impara i valori attraverso le parole o le minacce; li apprende mediante l’esempio e comincia a sviluppare le inclinazioni che in seguito lo condurranno alle grandi decisioni riguardo al tipo di persone con cui associarsi, allo stile di vita, al rispetto per gli altri. I bambini imparano persino da quello che potrebbe

sembrare il più insignificante dei comportamenti, come una sorta di “Imitazione”. Per esempio quando il bambino è nella culla e il genitore si avvicina con gesti e con parole, il bambino inconsciamente sta copiando il modo di battere le palpebre del padre, il suo sorriso, il tono di voce, i gesti e comincia ad imitarlo. Immaginate le enormi conseguenze che può avere su un figlio il fatto che i genitori fumino, si droghino o si ubriachino. Anche se non è presente nel momento in cui lo fanno, sta comunque imparando a farlo anche lui. Quindi, gentile Laura, è dalla nascita che inizia il periodo di apprendimento, anzi tutta la vita dei nostri figli dipende dall’esperienze dei primi anni di vita, perché è lì che avviene il processo di costruzione dei valori. Pertanto tutto quello che volete che vostro figlio sia, dovete esserlo voi per primi. “Se vuoi vedere tuo figlio felice per un giorno, fagli un regalo; se lo vuoi vedere felice per tutta la vita, insegnagli a vivere” (M.Grunberger) Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale

NUMERI UTILI

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FORZE DELL’ORDINE

INDIRIZZO

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Vigili Urbani Pomezia Vigili Urbani Torvaianica Vigili Urbani Ardea Vigili Urbani Tor San Lorenzo Carabinieri Pomezia Carabinieri Torvaianica Carabinieri Ardea Carabinieri Tor San Lorenzo Guardia di Finanza Pomezia Vigili del Fuoco Pomezia Capitaneria di Porto Torvaianica Protezione Civile Torvaianica Soccorso Stradale

Piazza san Benedetto da Norcia Lungomare delle Sirene, 111 Via del Tempio, 29 Via Campo di Carne, 3 Via Roma, 26 Lungomare delle Meduse, 10/A Via Rieti Via Del Gattopardo, 6 Via Cavour, 37 Via Cincinnato Lungomare delle Meduse, 70 Via La Spezia, Via Pontina Vecchia Km 34,2

069100586 0645419407 0913800500 - 09135959 0691014264 0691628859 0691722439 - 069157009 069137655 - 091141103 0691014142 - 0691011777 0691601189 115 069155395 869174469 069145782 - 069146085 (notturno )

SANITA’ PRONTO INTERVENTO INDIRIZZO

TELEFONO

Ambulanza/ Pronto soccorso Guardia Medica Notturna e Festiva Confraternita di Misericordia di Pomezia Centro Igiene Mentale Pronto Intervento Disabili Clinica S. Anna ASL RMH ACEA fogne e depurazione

118 069882366 - 069888302 069121193 069105083 0691602989 06913331 06911451 0657994073

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Giochi

SCONTRO TRA

TITANI Genere: Action/Adventure Versione: PlayStation 3, Xbox 360 PEGI: 16+ Publisher: Namco Bandai Distributore: Namco Bandai Sviluppatore: Game Republic Data uscita: 27 Giugno 2010 contro tra Titani, dopo l’esordio al cinema, si appresta a sbarcare sulle nostre console preferite, proclamandosi come action a sfondo mitologico dalla propria identità e non frutto di una semplice licenza cinematografica. Nonostante il film sia uscito ad Aprile, dovremmo aspettare la fine di Maggio per mettere le mani sul nuovo action/adventure in terza persona targato Namco-Bandai.

S

La trama racconta le vicende di Perseo, un giovane pescatore che nell’età adulta perde la propria famiglia a causa del perfido Ade, Dio degli Inferi, e scopre allo stesso tempo di essere un semidio e figlio del re dell’Olimpo, il grande Zeus. Il protagonista è quindi costretto a battersi per l’umanità, schiavizzata dagli Dei egoisti e falsi. Inizia cosi il viaggio di Perseo verso il proprio destino, un cammino difficile e pericoloso a causa di temibili creature, come scorpioni giganti e antichi mostri della mitologia greca. Durante l’avventura il protagonista sarà affiancato dalla bella Io, dal cavallo alato Pegasus e da un esercito di valorosi guerrieri pronto ad aiutarlo fino alla morte. Secondo Game Republic, casa di sviluppo del titolo, il comparto grafico offre un aspetto piuttosto curato, a partire dagli scenari, tutti molto vari e decisamente

accattivanti, come il covo di Medusa o le città distrutte dagli Dei. I modelli poligonali dei protagonisti e dei nemici si mostrano tanto nel dettaglio quanto nella fluidità dei movimenti davvero promettenti, ad esclusione di quelli facciali che ancora non dimostrano abbastanza realismo. Buono il comparto sonoro, che aggiunge oltre alle tracce della pellicola, pezzi originali e ricchi di fascino. Ottimi anche gli effetti sonori durante gli scontri, in cui i rumori delle armi e le grida dei nemici, danno il meglio di se per innescare coinvolgimento e tensione nel giocatore. Se come trama e ambientazione Scontro tra Titani assomiglia in tutto e per tutto alla sua controparte cinematografica, una volta impugnato il pad le cose cambiano radicalmente. Questo action in terza persona, sulla falsa riga di God of War 3 e Dante’s Inferno, offre la possibilità di scegliere due modalità: la prima seguirà le orme del film, con gli stessi colpi di scena e lo stesso finale, la seconda sarà invece un’avventura inedita, che vedrà Perseo e compagni alle prese con scenari, nemici e approcci totalmente diversi alla trama. L’obiettivo degli sviluppatori è infatti quello di far apprezzare questo titolo non solo agli appassionati della mitologia greca e del film, ma anche agli amanti degli action, che magari cercano un’ alternati-

va piacevole a Kratos e compagni. E se le due storie non vi dovessero bastare non allarmatevi, sarà presente infatti anche una divertente modalità cooperativa per gli amanti del gioco di squadra. Purtroppo però si conosce e si è visto ancora troppo poco per essere in grado di arrivare ad esprimere un giudizio dai connotati più concreti. Che sia la fine dei soliti tie-in? Non ci resta che attendere la fine Maggio per il verdetto finale. Matteo Acitelli www.cyberludus.com

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