Il Corriere della Città - Luglio 2012

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Il Corriere della Città

Pomezia

Politica

Anno 4 Numero 7 LUGLIO 2012

GRATUITO

CITTADINI CONTRO LA DROGA: INSIEME PER LA VITA PAG.14

SCRIVI E RISOLVI: LE SEGNALAZIONI DEI CITTADINI

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UN'ESTATE DA CRONACA NERA

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L'AMBIENTE SECONDO GLI STUDENTI LICEALI

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STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE, STESSI PROBLEMI

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i risiamo. E’ arrivata l’estate e con essa i parcheggiatori abusivi, che hanno come al solito occupato il tratto di lungomare che va dal Villaggio Tognazzi a Torvaianica. I turisti giornalieri, che non portano un solo centesimo nelle casse dei commercianti locali, pagano invece almeno 5 euro agli extracomunitari che “sorvegliano” le loro auto, mettendole al riparo da eventuali sfregi. Le vetture, soprattutto in fase di manovra, intralciano notevolmente il traffico, facendo innervosire i residenti, i quali non trovano una sola cosa positiva in questo tipo di turismo. Situazione analoga, di sera, in via Danimarca, all’altezza del Luna Park. I parcheggiatori abusivi trovano posto a tutti, anche se di posti non ce ne sono. Poco importa se così non solo si rallenta la circolazione, ma si mettono a rischio i pedoni. “Ma non sarebbe meglio per tutti (tranne che per i parcheggiatori abusivi) mettere dei parcometri con le famigerate ed odiate strisce

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blu, che al centro del paese sollevano tante polemiche e che proprio lì invece potrebbero invece essere una panacea? Oppure, stile Sabaudia qualche anno fa, non sarebbe utile mettere un paio di giovani autorizzati dal Comune al posto di quelli illegali? Loro guadagnerebbero onestamente uno stipendio, sul quale verrebbero ovviamente trattenute le tasse, e l'Amministrazione ricaverebbe bei soldini dai turisti mordi e fuggi, che non portano al nostro territorio altro che sporcizia sulle spiagge e ulteriore traffico sulle strade. La tipologia di vacanzieri che affolla quel tratto di arenile, infatti, è solitamente quella che si porta il “cestino da picnic” da casa (scelta giustissima, soprattutto in tempo di crisi, ma che non crea movimento economico sul territorio): almeno pagassero il parcheggio al Comune, e quindi a noi cittadini, invece che agli abusivi (che si portano il panino da casa pure loro)!” Questo paragrafo è in virgolettato perché riprende un nostro articolo di tre estati fa.

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Da allora nulla è cambiato, se non il fatto che le casse comunali sono sempre più vuote. Nessuno ha pensato di fare qualcosa, come se il problema non riguardasse direttamente l’Amministrazione. Riportiamo un altro passo dell’articolo pubblicato anni fa: “Purtroppo queste scene, che pure si ripetono da decenni sul Lungomare Tognazzi, sembrano sfuggire all'attenzione degli Amministratori e della Polizia Municipale. Eppure ogni anno ne parliamo, con la speranza che prima o poi qualcuno si decida ad aprire gli occhi per vedere quante sono le auto che ogni giorno parcheggiano lì. A 5 euro a vettura, quasi quasi ci si paga qualche debituccio del Comune...”. Ormai, per scrivere le notizie su Pomezia, per molti argomenti basta fare il copia ed incolla. Tanto i problemi sono sempre gli stessi, forse perché anche i nostri politici sono sempre gli stessi… Maria Corrao



Pomezia News Lettera

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entile Direttore,

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ho letto con interesse le ultime segnalazioni dei cittadini apparse sul mensile da Lei diretto. Ho anche appreso che alcune delle problematiche hanno avuto riscontro in azioni e risposte da parte delle istituzioni. Con questa mail desidero segnalarLe il degrado in cui versa Piazza San Benedetto. La centralissima piazza di Pomezia ha, come è noto, pochi anni, ma ne dimostra tanti, troppi. L’originario ruolo di aggregazione e incontro per le famiglie per il quale era stata concepita, strappando una buona fetta di territorio al traffico locale, è venuto meno con il passare dei giorni. Gli ampi spazi sono stati imperdonabilmente conquistati dal vandalismo locale. Le famiglie sono andate via. A nulla sono servite le segnalazioni fatte ai competenti Uffici. Nelle foto che allego alla presente, si può riscontrare non solo il degrado, ma l’assoluta mancanza delle condizioni di sicurezza (illuminazione carente, cestini dei rifiuti mancanti, alberi inariditi, marmi divelti, faretti in disuso, fontana non funzionate, scritte di ogni genere, ringhiere di protezione pericolanti, etc.). Un’amministrazione non può arrendersi all’incuria dietro lo scudo della mancanza di risorse. Anche perché non parliamo di cifre astronomiche. Una sana manutenzione ed interventi di ripristino della sicurezza, se realizzati in breve periodo, sarebbero sufficienti ad evitare di compromettere inesorabilmente la situazione. Mi sottraggo da fare proposte risolutive che risulterebbero offensive per tecnici e politici che, per esperienza e competenza, hanno tutti gli strumenti per recuperare la Piazza e restituirla al suo ruolo originario. Grazie per la cortese attenzione. G.A.

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entile lettore,

il problema da lei esposto è stato immediatamente girato agli uffici competenti, ovvero all’Assessorato ai Lavori Pubblici. Questa è la risposta che ci è pervenuta dal dirigente, l’ingener Renato Curci. “Per quanto riguarda Piazza San Benedetto ci siamo subito attivati in seguito alla segnalazione ricevuta. Ho contattato l’Impresa, che inizierà l’intervento

Scrivici all’indrizzo email: redazione@ilcorrieredellacitta.it

sui marmi caduti lunedì 9 luglio; contemporaneamente, in officina, verranno preparati i pezzi per sistemare le ringhiere, che verranno collegati - come già fatto in precedenza - in un tratto della stessa Piazza. Verranno inoltre messi dei rivestimenti, sempre metallici, per gli angoli dei rivestimenti in travertino, soggetti a beccature”. La piazza avrà quindi a breve l’aspetto che merita, sperando che i soliti vandali non distruggano quanto viene fatto.

ROMA 2, FINALMENTE L’ACQUA D opo ben 23 di attesa, gli abitanti di Roma 2 cominciano a credere che l’acqua sgorgherà davvero dai loro rubinetti. Il 28 Giugno, infatti,iIl prezioso liquido è arrivato nella torre piezometrica di Santa Palomba, dove il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco ha presieduto all’apertura dei serbatoi insieme all’Assessore ai Lavori Pubblici Edgardo Cenacchi, al dirigente Ing. Renato Curci, all’Ing. Ranelletta di Acea e al Comitato di Quartiere. “Oggi è un giorno importante per questa zona del territorio – ha dichiarato il Sindaco – i cittadini aspettavano l’acqua potabile da tempo e abbiamo dovuto affrontare e superare problemi legati al collegamento dell’impianto. Ma adesso siamo qui e sentiamo scorrere l’acqua: la fornitura

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di un servizio primario come questo è sinonimo di crescita culturale e di civiltà per la nostra Città. Mentre si procederà al necessario lavaggio della torre, che per ragioni igienico sanitarie durerà circa 45 giorni, lavoreremo tutti insieme, Amministrazione, Acea e Comitato di Quartiere, per formalizzare il prima possibile i contratti di utenza”. E’ infatti importante che, durante il periodo di lavaggio del serbatoio, i cittadini procedano con gli allacci alle loro abitazioni: per facilitare le procedure l’Acea metterà a disposizione uno sportello itinerante nel quartiere per informare e procedere ai contratti di utenza. Il costo dell’intera opera è stato di oltre 3 milioni di euro, finanziati interamente dal Comune di Pomezia.

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NO AI CONDIZIONAMENTI, SO RAGIONARE CON LA MIA TESTA

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Paolo Ruffini racconta un anno di maggioranza quasi in trincea

’ stato sicuramente l’uomo più all’opposizione della maggioranza guidata dal sindaco Enrico De Fusco. Paolo Ruffini, in questi 13 mesi di amministrazione, si è distinto per non aver mai accettato a priori le decisioni altrui, chiedendo sempre il confronto, per poter esprimere le proprie idee. Insieme ad Omero Schiumarini ha dato più volte filo da torcere alla sua stessa coalizione, esponendo a chiare lettere il proprio dissenso su vari argomenti, tra i quali spicca la vicenda Andreani, sulla quale Ruffini è stato l’unico, nel corso del consiglio comunale del 23 maggio scorso, a non adeguarsi alla decisione presa dal resto del suo gruppo, astenendosi dal voto sulla mozione per la revoca del servizio di riscossione dei tributi evasi alla società privata. “Mi dispiace di dare l’impressione di essere una sorta di bastian contrario, perché non è così”. E com’è, allora? Quel giorno, prima del voto, anche Schiumarini sembrava contrario a quanto deciso dal resto della coalizione, ma poi è “bastato” l’intervento del sindaco nel corso della riunione di maggioranza per fargli decidere di allinearsi, cosa che lei non ha invece fatto. “Per assurdo, credo di essere stato l’unico a capire fino in fondo il volere del sindaco. Il mio comportamento era finalizzato a smuovere le acque e le coscienze, affinché il problema venisse trattato in maniera diversa. Ed è quello che è stato fatto il giorno dopo proprio da De Fusco, che ha inviato una lettera di richiesta chiarimenti al dirigente del settore finanziario, riconoscendo così le sue responsabilità. Io capisco che votare una mozione presentata dall’opposizione risulta difficile a livello politico, ma qui si trattava di dover andare a fondo ad una questione che, da quanto emerso dalla relazione presentata dall’apposita Commissione, non è certo positiva. La cosa grave è che la maggioranza ha dato l’impressione di aver paura di pronunciarsi, perdendo una grande occasione per dimostrare compattezza e potere decisionale su questo argomento. Io ho fatto mio l’atteggiamento del sindaco, che ha voluto rimandare al dirigente le proprie competenze: secondo me è il resto della maggioranza che ha interpretato male le sue intenzioni”. Resta il fatto che lei spesso rappresenta la voce fuori dal coro. “Mi rendo conto che spesso dico cose molto dure: il mio carattere mi porta a prendere posizioni rigide in un modo che un politico più smaliziato di me non farebbe, ma questo non significa che io non sia pronto ad ammettere di aver sbagliato qualora con i fatti mi si dimostrasse la ragione altrui. Dopo un confronto posso anche cambiare idee ed opinioni: l’ho già fatto molte volte nella mia vita e sono pronto a rifarlo ogni volta che capisco che chi la pensa in modo diverso da me ha ragione. Però, da democratico, voglio che le mie idee, giuste o sbagliate che siano, possano essere esposte”. Lei, prima delle elezioni, ha parlato di continuità amministrativa, anche se non faceva parte del governo precedente. Adesso la pensa ancora così? “Sicuramente sì, secondo me la continuità amministrativa è un qualcosa che porta ricchezza alla città. M a questo non significa che nella continuità vadano inclusi anche gli errori del passato. Sono quelli che io cerco di combattere. Se c’è qualcosa chiaramente fatto male, non è che perché proviene dalla maggioranza io lo subisco senza discutere. Non ho mai accettato imposizioni da nessuno, né in politica né nella vita privata, e non inizierò adesso. Quindi, se qualcuno vuole farmi agire in un certo modo, deve prima convincermi della bontà di quanto afferma attraverso una discussione alla pari e carte alla mano. Quello che deve andare avanti è la forza delle idee, non la forza della prepotenza, che si cerca di utilizzare per alcuni argomenti”.

Quali? “Non serve dirli, tutti sanno quali sono gli argomenti dove non sempre a prevalere è la ragione”. Noi supponiamo che uno di questi sia l’urbanistica, ma Ruffini non conferma. Un altro potrebbe riguardare i concorsi, dove sospetti ed illazioni serpeggiano sin dal momento in cui sono stati indetti, tant’è che più di qualcuno ha presentato esposti alla Magistratura, soprattutto dopo aver visto le graduatorie finali. “Io ho fatto una battaglia affinché i concorsi avessero delle commissioni presiedute dai dirigenti, così come prevede la legge. Devo riconoscere che forse la mia è stata una battaglia che si sarebbe potuta evitare, anche se fatta in perfetta buona fede. Detto questo, non mi sento di condannare al 100% i dirigenti. Certo che sentir parlare di presunte irregolarità lascia l’amaro in bocca. Questo non vuol dire che sia vero che tali irregolarità ci siano state davvero”. E’ però inconfutabile che molti dei vincitori sono parenti o amici di politici ed amministratori. “Questo succede in tutto il mondo”. Ma non è certo una giustificazione. “Infatti non voleva esserla, perché non posso di certo dire che la graduatoria finale fosse premeditata. Da parte mia posso assicurare di non avere nessun parente che ha partecipato ai concorsi: questo mi da’ la libertà di dire che anch’io mi sarei aspettato andamenti diversi. Invece non ho trovato in graduatoria tanti ragazzi che hanno già lavorato in maniera più che buona per il nostro Comune. Ma io cerco di vedere il lato positivo: grazie a questi concorsi tante persone adesso hanno un lavoro sicuro, magari molti saranno anche parenti o amici di qualcuno, ma tanti altri no. Su una cosa avrei agito diversamente: per quanto riguarda coloro che verranno assunti a tempo determinato, forse sarebbe stato meglio prenderli part-time al 50%, per dare modo a più persone di lavorare”. Qual è la situazione politico-amministrativa che vede a Pomezia nel prossimo futuro? “A livello politico credo che la situazione nazionale influenzi sempre di più anche quella locale, con i partiti allo sbando. Sono quindi sempre più convinto che la scelta di appartenere ad una lista civica sia stata la migliore. Forza Pomezia in poco tempo si è radicata nel territorio, dimostrando che le idee di base, al di là dei singoli atteggiamenti, sono valide e finalizzate al bene della nostra città. Se poi guardiamo ai rapporti con gli altri partiti, riconosco che abbiamo rotto i vecchi schemi e gli equilibri che si erano creati tra PD e IDV. Siamo quindi una sorta di “terzo incomodo”, ma secondo me questo va visto in maniera positiva, perché rappresentiamo quell’innovazione che permette di vedere le cose da una prospettiva diversa. Questo non significa che Forza Pomezia voglia imporre le sue idee: come dicevo prima, quello che cerchiamo è il confronto. Guardando invece alla vita amministrativa penso che il “ritorno” del sindaco al suo ruolo sia stato fondamentale. De Fusco ha preso consapevolezza di quanto accaduto nei mesi scorsi ed ha garantito la sua presenza a tutto campo. Più volte è stato detto che io mi comportavo da sindaco: non è così, io sono il presidente del consiglio, fiero di esserlo, ma consapevole del ruolo ricoperto, che non è certo quello di Primo Cittadino. Ognuno deve avere le sue competenze: il fulcro della vita amministrativa è il sindaco, non altri. E’ lui che deve indicare quale sia la via da prendere, perché senza una guida autorevole ci si troverebbe davanti ad un bivio virtuale con trop pe strade”.

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Maria Corrao

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CONCORSI, RIFIUTI E POLITICA

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Un anno di amministrazione vista da Luigi Celori

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n anno e poco più di amministrazione vista dall’opposizione, o, più precisamente, dall’unico vero antagonista di Enrico De Fusco per la carica di sindaco durante le elezioni del 2011. Luigi Celori, capogruppo PDL, fa il punto della situazione. Ma cosa è stato fatto in questi 13 mesi? “Innanzi tutto sono stati presi in giro tutti quei cittadini che hanno partecipato ai concorsi. Il miraggio di un posto fisso al Comune è stato usato benissimo in campagna elettorale per illudere e promettere tutto a tutti, ma ora basta guardare le graduatorie per accorgersi di chi verrà assunto, sia a tempo indeterminato che determinato parziale a 30 ore settimanali per 3 anni, propedeutici all’assunzione definitiva. Nomi e cognomi dei vincitori fanno capire quale grande presa in giro siano stati questi concorsi”. Secondo lei, quindi, tutto parte da un’illusione, ma come prosegue? “Con la certezza di avere un sindaco sicuramente furbo ed estremamente capace, che conosce bene i suoi “polli”. Il problema è che a questi “polli” il mangime lo paghiamo noi”. Cosa intende? “De Fusco ancora una volta ha dimostrato di saper rimettere in riga i più ingordi minacciando le dimissioni, ricordando loro che alcuni sono entrati grazie al premio di maggioranza e che, se non fanno quello che dice il Primo Cittadino, li manda tutti a casa”. E la minoranza, nel frattempo? “Per quanto mi riguarda sto facendo una vera opposizione. Ho preso il 40% dei voti delle persone che si sono recate alle urne al ballottaggio: mi sento responsabile verso tutte le persone che mi hanno accordato la loro fiducia e cerco ogni giorno di guadagnarmela lavorando per la città, in mezzo ai cittadini e rappresentandoli degnamente in consiglio comunale, con interventi in aula e attraverso i manifesti che faccio affiggere per la città, attraverso i quali informo le persone di quanto accade”. E cosa accade? “Faccio solo qualche esempio: i debiti del Consorzio universitario, non di certo imputabili all’attuale presidente Giorgio Di Micco, ma dei quali sicuramente la maggioranza riconfermata, sindaco in testa, ha le sue responsabilità; la situazione della Pomezia Servizi, con il personale che non viene utilizzato nel modo corretto, rischiando addirittura, come nel caso dei lavoratori del settore manutenzione, per i quali c’è la serissima possibilità di restare senza lavoro tra pochi giorni. La situazione dei manutentori è l’emergenza, ma poi ci sono tutti gli altri problemi, che riguardano oltre 200 dipendenti: dagli stipendi a rischio alla mancanza di un orizzonte che vada oltre dicembre. La società Pomezia Servizi è in seria difficoltà economica per le mancate rimesse da parte del Comune. Non si capisce perché si abbia a disposizione una Municipalizzata con tanti lavoratori, se poi i lavori vengono fatti fare da altri, tramite appalti o affidati diretta-

mente attraverso consulenze esterne, con costi ovviamente di gran lunga maggiori e senza la possibilità di valorizzare e motivare i dipendenti interni, che potrebbero svolgere meglio i lavori da fare. Adesso si parla anche di ridare la gestione del verde pubblico ad una ditta esterna. C’è poi, ancora, il grande problema della raccolta dei rifiuti”. Che sarebbe dovuto essere stato risolto già dallo scorso settembre… “Questa era una delle tante favole che ci hanno raccontato: la situazione vera è sotto gli occhi di tutti, con continue emergenze rifiuti. La maggioranza si è riempita la bocca con la raccolta differenziata, ma in queste condizioni i cittadini la fanno a fatica, senza contare che spesso questa fatica viene vanificata dal fatto che i rifiuti vengono poi raccolti tutti insieme”. A questo si aggiunge lo spettro di una discarica a ridosso del territorio pometino. “E’ un problema che ritorna: già anni fa era stata avanza questa ipotesi, ma – contrariamente a quanto afferma qualcuno, sostenendo che non mi sono mai impegnato in Regione per il mio territorio – fino a quando ero consigliere regionale questo pericolo è stato sventato anche grazie alla mia ferma opposizione, tenendo la nostra città al riparo da scelte scellerate. Credo comunque che sia assurdo pensare ancora che i rifiuti debbano essere conferiti in discarica, nonostante il parere negativo dato dalla Comunità Europea ormai da 10 anni. Ricordo che tutta l’impiantistica che tratta i rifiuti nel Lazio, come i gassificatori, gli impianti di compost o i termovalorizzatori, è stata autorizzata ed inaugurata durante il periodo della mia presidenza nella Commissione Ambiente della Regione. Purtroppo adesso questo importante settore è in mano a persone incompetenti”. Torniamo alla questione dell’affidamento a privati di lavori che potrebbero essere gestiti in house: perché accade, secondo lei? Luglio 2012

“Perché, nonostante i proclami, il sindaco è interessato solo all’obiettivo “grosso”, ovvero all’urbanistica, appoggiato da soggetti privi di scrupoli che lo appoggiano in maggioranza per cercare di ottenere qualcosa, distruggendo così questa città”. Perché distruggerla? “Ai piani attualmente fermi se ne vorrebbero aggiungere altri altrettanto devastanti: io ho provato a spiegare ai cittadini l’impatto che avranno i progetti di questa amministrazione nei confronti di zone come Campo Ascolano o Torvaianica Alta, ma non sono riuscito a farmi capire, o forse non sono interessati: infatti non ho visto nessuna ribellione da parte dei comitati di quartiere o delle associazioni. L’urbanistica può essere una grande occasione per la città, ma solo a patto che venga utilizzata nella maniera corretta, ricavando a costo zero per l’Amministrazione quei servizi primari di cui il territorio necessita e che il Comune, a causa della mancanza di fondi, non potrebbe realizzare”. Un parere sull’attuale opposizione. “Pur nella sua enorme variegatezza e con gli opportuni distinguo, nelle cose importanti abbiamo dimostrato di poter anche essere compatti, presentando mozioni che vanno al di là degli orientamenti ideologici e votandole battendo la maggioranza”. Guardiamo al futuro più lontano: chi vede come futuro sindaco? “A Pomezia tanti hanno le capacità per ricoprire il ruolo di Primo Cittadino, è importante però che si facciano avanti già da adesso, per valutare la loro capacità ed affidabilità. Finora a Pomezia abbiamo visto solo candidati dell’ultima settimana, mentre questa città ha bisogno di persone davvero capaci e competenti, non di salvatori della patria o di fenomeni dell’ultimo minuto. Purtroppo, come dimostrato anche dalle ultime elezioni, dove hanno votato pochissime persone rispetto agli aventi diritto, i cittadini si disinteressano della politica, con il risultato che la politica poi si disinteressa di loro. Ho inoltre il sospetto che molti di coloro che si sono recati alle urne al ballottaggio lo abbiano fatto perché invogliati da promesse personali e non perché credevano veramente in quello che stavano facendo, come quelli che io chiamo “i camerati del bar”, che adesso danno consigli alla destra pur avendo votato la sinistra”. Qual è il futuro di Pomezia? “Domanda da un milione di euro a cui posso rispondere solo con la mia speranza, ovvero che questo si trasformi in un territorio davvero in crescita, economica, sociale e culturale, che possa offrire lavoro ai nostri figli, che non vada sui giornali solo per fatti negativi. Da parte mia, c’è l’impegno perché questo possa realizzarsi, ma affinché sia possibile servirebbe l’aiuto di tutti e non la superficialità ed il qualunquismo che si vede in giro”. Alfredo Corrao



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PESANTI NUBI SI ADDENSANO SUL GOVERNO DI FIORI di Michele Lotierzo S iamo a circa un mese e mezzo dalle elezioni di Ardea, appena alla seconda seduta del nuovo Consiglio Comunale e già il barometro politico non volge al bello per il sindaco Di Fiori, anzi sembra proprio che pesanti nubi si addensino pericolosamente sul prosieguo della consiliatura appena inaugurata. Il sistema democratico, come abbiamo osservato lo scorso mese, non è perfetto, ma uno migliore non è stato ancora inventato. In democrazia governa chi è eletto e fa opposizione chi perde. Questo, però, presuppone che la competizione si svolga con regole proprie del momento elettorale, da tutti accettate poiché promananti dalla legge. E’ noto che di solito chi perde cerca sempre di minimizzare, cerca di dimostrare che la sconfitta è stata di misura e per i più fantasiosi si innescano meccanismi populistici tendenti a far circolare voci che ci sono stati reati quali il voto di scambio o addirittura veri e propri brogli elettorali. Il voto di scambio è molto più facile a dirsi, molto più difficile a provarsi, anche perché presuppone che l’elettore fatto oggetto della pratica illegale si autodenunci o vi sia tal altro in grado di far valere delle prove al riguardo. Onde dunque, quando si parla di voto di scambio noi propendiamo per non tenerne conto. Stessa cosa, anzi anche meno concreta e molto più fumosa è la fattispecie che comunemente si definisce come broglio elettorale. Cosicché all’indomani delle elezioni di Ardea abbiamo riportato le dicerie che animano le piazze e i bar, ma abbiamo messo in guardia il lettore dal dargli il benché minimo credito, invitandolo anche ad attendere eventuali esiti della magistratura competente. Bene, a distanza di circa un mese, le cose sono fortemente cambiate e i brogli elettorali e moltissime altre irregolarità, sembrano veramente dimostrati e non più fantasie da piazze o bar. Come si sa le parole se le porta via il vento, gli atti sono atti e allora vediamo di comprendere lo stato della situazione che appare più ingarbugliata del previsto per il neosindaco, anche in relazione a altre vicende delle quali accenneremo più avanti. Il primo atto di riferimento è l’esposto presentato il 6 maggio alla Procura della Repubblica di Velletri dai partiti di Centrosinistra per il reato commesso da un candidato presentatosi su due liste. Apparentemente sembrerebbe poca cosa, ma in realtà si tratta di una criticità di forte rilievo per i seguenti motivi: a) tutto il materiale divulgativo del Comune recante i partiti, le liste e i candidati, presentava la doppia candidatura e quindi tutti gli organi d’informazione hanno portato a conoscenza dei cittadini una informazione errata e solo all’ultimo momento si è provveduto ad applicare sul nominativo un bollino, peraltro trasparente e quindi con ancora visibile il nominativo; b) con la doppia candidatura formalmente si è carpita la volontà dell’elettore che ha sottoscritto due volte per la stessa persona, ma in due distinte liste. Infatti, taluno potrebbero aver apposto la firma a causa della presenza di quel soggetto, la cui mancanza avrebbe potuto indurre l’elettore a non aderire alla richiesta di sottoscrizione. Poi ci sono le irregolarità sui verbali dei seggi: can-

A’: NOVIoT Risciò gi Noleg

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cellature, pezzi di carta incollata anche maldestramente e, soprattutto, la mancata corrispondenza tra le schede elettorali firmate e quelle utilizzate e consegnate. Vi sono casi di schede votate che risultano superiori al numero degli elettori di quel seggio. Ancora, mancherebbero all’appello circa tremila schede, un’enormità! Il secondo esposto è stato presentato da un candidato di centrodestra, il quale ha denunciato la mancanza di voti in suo favore, ma soprattutto ha vergato i nomi e i cognomi di consiglieri e funzionari che in ore piccole del mattino uscivano della struttura adibita a seggio centrale che doveva risultare chiusa già da molte ore. Al riguardo il Prefetto di Roma ha indirizzato all’interessato e all’Udc nazionale una nota con la quale conferma che gli elaborati in originale sono conservati presso il suo ufficio. Ancora, come si ricorderà, la Lista Eufemi fu oggetto di contestazioni, poiché in molti ritennero che fosse stata presentata oltre l’orario di scadenza. Bene, oltre al fatto inedito che un eletto ha fatto pervenire alla stampa una nota che a suo dire “gira su internet” con la quale si ricostruisce l’intera vicenda con l’affermazione che a causa della cancellazione di due nominativi dalla lista la documentazione fu presentata oltre le ore 12, confermando implicitamente la non corretta acquisizione delle sottoscrizioni di elettori. Al peregrino girovagare di detto documento si aggiunge la dichiarazione giurata rilasciata da un eminente personaggio del centrodestra che conferma punto per punto quanto già indicato nella lettera girovaga. A questo punto si può affermare che a tutt’oggi sono stati presentati tre esposti alla Procura della Repubblica e due ricorsi al Tar Lazio, uno per l’annullamento delle elezioni e l’altro per l’annullamento della proclamazione del sindaco e in tal caso si andrebbe al ballottaggio. Il Tar Lazio potrebbe adottare una decisione già il 18 ottobre 2012, data fissata per la prima udienza e non è affatto detto che non possa decidere subito per l’annullamento delle elezioni e l’arrivo del Commissario, anche perché arrivano a intrecciarsi la questione amministrativa con quella penale, qualora siano accertate le responsabilità denunciate con i tre esposti. Alle disavventure giudiziare si aggiungono altri “rospi” per il neosindaco: la minoranza pretende il rispetto della rappresentanza femminile come da precedenti giurisprudenziali e da leggi vigenti, ma la cosa non è fattibile poiché si andrebbe a eliminare un assessore che spetta a qualche capobastone. Nel frattempo la Giunta ha decretato l’aumento della Tarsu del 12% e, sempre sul versante giudiziario, nel prossimo mese di luglio arriva al “pettine” la vicenda giudiziaria della concussione riguardante il cimitero. In tal caso il Comune ben difficilmente potrà sottrarsi dal costituirsi come parte civile e considerati i personaggi eccellenti coinvolti le grane non sembrano di poca cosa, anche se è giusto ribadire che vale sempre la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva. Dunque si può concludere affermando che assai probabilmente l’estate del sindaco sarà molto calda e non solo per colpa del sole.

Costantino Brighenti: voglio ricordarti così, sorridente, mentre partecipi ad una delle tante manifestazioni sportive per amatori. Te ne sei andato a 70 anni, inaspettatamente ed improvvisamente, il 9 giugno, proprio mentre prendevi parte all’ennesima competizione. Ciao Nanà, dal tuo amico Antonio Maniscalco.

Luglio 2012


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Politica

IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 20 GIUGNO 2012

artita finalmente in perfetto orario (solo 45 minuti di ritardo!) con fischio d’inizio del presidente Giordani, la seconda “gara” dell’era Di Fiori. La prima, come si ricorderà, si era tenuta in quel della Pineta Dei Liberti, in un clima da stadio comunale; questa volta è tutto più dimesso, anche se a giudicare dai nominalismi dovremmo trovarci al cospetto della storia, dell’arte e dell’archeologia: infatti siamo in quella che pomposamente viene definita area museale. Nulla di più falso, di reperto museale c’è solo qualche vecchio “arnese” della politica rutula. Per il resto uno spazio enorme, di recente costruzione, banchetti rimediati e precari, sedie stranamente vecchie e polverose per un locale nuovo, spazio risicatissimo per la stampa, tanti ambienti vuoti e dei bagni raccapriccianti: uno dei quali vietato ai non magrissimi a causa dell’obbligo di scelta tra l’entrare o chiudere la porta!

CHE SPETTACOLO PENOSO! Per questa riunione ci verrebbe di mutuare lo slogan di un candidato alle recenti elezioni di Ardea che recitava: “Che spettacolo!”, riferito alla sua persona. Ce la sentiamo di adottarlo in parte, non potendo mancare di completare l’espressione nel senso più congeniale: che spettacolo penoso! Come potrebbe altrimenti etichettarsi una riunione dell’assise principale di un comune di 46.000 abitanti che ha cincischiato per due ore a parlare del nulla? E poi è proseguita sul nulla o quasi? Su iniziativa intelligente della Capraro, condivisa dalla minoranza, è stata presentata una mozione per un aiuto ai terremotati dell’Emilia individuato nella misura del 50% degli emolumenti dei consiglieri, assessori e sindaco. Immediata la reazione della maggioranza che ha inteso tenere col fiato sospeso l’intera platea di cittadini con un esercizio (dialettico?) grottesco, intriso d’iniziative aggiuntive che per eufemismo (ci perdoni chi pensasse a Eufemi) definiremo incommentabili.

L’INSULTO DEMAGOGICO - SINDACO DOVE SEI? Ma il peggio è arrivato subito dopo, allorché alcuni esponenti dell’intellighenzia di destra si sono lasciati avvincere dalla più bieca demagogia: devolvere ai bisognosi di Ardea il 50% del ricavato degli aiuti all’Emilia, ovvero qualche migliaiata di euro. A corollario di quanto precede è interviene la circostanza che i zelanti consiglieri comunali sono gli stessi che hanno in giunta i loro referenti, ovvero quei campioni di amministratori che, tanto per gradire, hanno già disposto l’aumento del 12% della TARSU. Pensate che spiccato senso di solidarietà: da una parte propongono l’aiuto ai bisognosi con i bruscolini, mentre dall’altra mettono la mano in tasca dei cittadini per depredarli. Sig. Sindaco, se questo è l’inizio per “Continuare il buon lavoro” e per compiacerci che “Ardea cresce” (suoi slogan elettorali), allora veramente abbiamo molto da rimpiangere. A proposito Sig. Sindaco, vuole spiegare ai suoi concittadini che fine hanno fatto i 12 milioni di euro pignorati da un fornitore e giudicati non dovuti dal Tribunale? Piuttosto che aumentare la Tarsu non sarebbe preferibile recuperare almeno parte dei soldi usciti dalle casse comunali semplicemente per inedia o per malversazione di qualche funzionario?

sentato una mozione tendente a modificare l’assetto della giunta comunale in favore della rappresentanza femminile. La consigliera proponente ha snocciolato una serie di normative intese a garantire rappresentanza femminile e le ha arricchite col riferimento alla Costituzione Italiana e le sentenze del Tar Lazio, soprattutto quella recentissima dello scorso anno che ha costretto “Aledanno” ad azzerare la Giunta e includervi una donna, come peraltro avvenuto anche a Viterbo, in Sardegna e Puglia. Ma il guru della Lista Eufemi ha convintamente sostenuto che non lo prevede lo Statuto comunale e in buona sostanza qualora vi si aderisse si commetterebbe una disparità. Da applauso come sempre! Invece il neofita di Città Nuove si è prodotto in uno sforzo intellettivo da far presagire un grande contributo alla causa della maggioranza. Ha sostenuto che loro hanno messo in campo una lista di sole donne. Per la minoranza Mauro Giordani ha sostenuto che la presenza femminile sarebbe anche un atto di eleganza, mentre la Capraro ha cercato in tutte le maniere di arrivare a favorire un ravvedimento e quando ha inteso che il vero motivo è semplicemente quello di non voler eliminare una poltrona per i capobastone è sbottata: “… c’è qualcosa che non va nella discussione, invito a fare un test antidroga!”. Abate si è dichiarato d’accordo e ha chiesto di votare la mozione. Risultato: un solo astenuto, sei favorevoli e nove contrari.

INTERRUZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO Mauro Giordani ha chiesto conto della chiusura degli uffici dell’urbanistica ad opera del dirigente preposto e motivata per carenza di personale. Giordani, documenti alla mano, ha dimostrato che le assenze erano fisiologiche. Finalmente Di Fiori ha battuto un colpo: ha comunicato di aver scritto una lettera di richiesta di chiarimenti e il Presidente dell’assise ha dichiarato che si darà la risposta al prossimo consiglio. COMMISSIONI CONSILIARI E RINVIO PUNTI ALL’ODG A proposito di produttività, l’augusta assise ha impiegato tre quarti d’ora per nominare i compenti delle commissioni consiliari e quando si è passati agli atri punti all’ordine del giorno, dopo ampia e inutile discussione, è prevalsa la giusta tesi del veterano Policarpo il quale, sorprendendo l’uditorio, si è accalorato sul rispetto delle regole e quindi sulla necessità che i punti all’ordine del giorno siano prima valutati nelle Commissioni. La seduta, convocata per le 18 ed iniziata alle 18:45, è termina alle ore 21:15. Michele Lotierzo

PRODUTTIVITA’ DA LICENZIAMENTO Se si potesse o volesse valutare la produttività della “azienda” consiliare comunale si potrebbe ben dire che sono molti i consiglieri - soprattutto di maggioranza, ma anche qualcuno dell'opposizione - già da censurare fortemente e da mandare subito a casa, se il Comune fosse un organismo privato volto alla produzione. QUOTE ROSA: UN MIX DI ARROGANZA, IGNORANZA E PATETICHE ARGOMENTAZIONI. La Capraro, ancora lei, con la condivisione della minoranza, ha pre-

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UN’ESTATE AL LAVORO

Niente ferie per Luca Di Fiori, che parla del suo ruolo di sindaco e del prossimo futuro

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n’estate senza ferie, ma con tanto lavoro da fare. E’ questo ciò che si prospetta per le prossime settimane per Luca Di Fiori, sindaco di Ardea da poco meno di due mesi. Ma qual è la prima impressione rispetto al ruolo ricoperto? E’ come se lo aspettava? “Se devo riassumere questo inizio in una parola, direi: faticoso. Ma in linea di massima sì, è come me lo aspettavo, anche perché provengo da cinque anni di consiliatura a stretto contatto con il mio predecessore Carlo Eufemi, e soprattutto perché vivo la città ogni giorno, da politico e da cittadino. Conosco quindi in modo abbastanza approfondito la situazione.”. Anche quella finanziaria? “Quella è stata una brutta sorpresa: Ardea si è ritrovata all’improvviso con 6 milioni di euro in meno. Quello che prima era il gettito dello Stato, infatti, non c’è più, ed al suo posto c’è un buco che bisogna colmare al più presto”. In che modo? “Innanzi tutto con i tagli alle spese, che abbiamo già iniziato a fare a tutti i livelli, tranne che nell’ambito dei servizi sociali. Questo ovviamente salvaguardando quelli che sono i servizi primari per tutti. Manterremo l’impegno con le scuole paritarie, anche se dovremo apportare alcune modifiche per cercare di risparmiare qualcosa”. Cos’altro state facendo? “Ho deciso di tagliare il nucleo di valutazione, portandolo da 3 elementi ad 1, ho rinunciato all’auto di servizio ed all’autista, mettendolo a disposizione di tutta l’Amministrazione. A questo si aggiungono tagli sulle spese telefoniche legate ai cellulari e su tutto quello che non è indispensabile. Il superfluo non può più esistere. Per quanto riguarda le entrate, invece, contiamo molto sull’IMU”. In campagna elettorale lei aveva promesso che l’aliquota sarebbe stata la più bassa consentita: conferma quanto affermato oppure i

cittadini riceveranno cartelle con cifre più alte di quanto previsto? “Per le prime case l’aliquota sarà quella minima, come promesso. Gli aumenti, seppur contenuti, riguarderanno solo le seconde abitazioni”. A livello nazionale si parla tanto di recupero dell’evasione fiscale. Cosa sta facendo in questo senso l’Amministrazione di Ardea? “Il servizio di accertamento e recupero dell’evasione fiscale è stato affidato qualche mese fa, prima che io diventassi sindaco, ad una ditta esterna, l’AIPA – Agenzia Italiana per le Pubbliche Amministrazioni - che ha il compito di scovare gli evasori, sia totali che parziali, e di portare nuovi flussi nelle casse comunali. Purtroppo non possiamo gestire questo servizio in house, perché non abbiamo sufficiente personale”. A questo proposito, il 19 giugno l’ufficio tecnico ed il protocollo del settore urbanistica sono rimasti chiusi per mancanza di personale. Come pensa di affrontare questo problema? “Ho richiesto formalmente spiegazioni al dirigente che ha affisso i cartelli di chiusura, ma non nego che il problema del personale mancante è davvero serio: a causa delle normative in vigore non possiamo fare nuove assunzioni e siamo stati costretti a mandare a casa i 30 lavoratori interinali che ci aiutavano a coprire i vari servizi. Nelle pieghe di bilancio cercheremo di trovare delle soluzioni, anche alternative, per poter comunque offrire tutti i servizi ai cittadini”. Ha parlato di bilancio: ma quando verrà discusso? “In Giunta è già stato approvato il 20 giugno. Come si dice in questi casi, è purtroppo un bilancio di lacrime e sangue, con sacrifici da parte di tutti. Siamo stati costretti a ritoccare le tariffe della TARSU, che è stata aumentata del 12%: senza questa modifica non saremmo stati in grado di garantire un servizio efficiente per tutto il territorio. Quest’anno non ci Luglio 2012

saranno nuove opere pubbliche, ma solo la prosecuzione dei lavori già iniziati, che sono comunque moltissimi”. L’opposizione afferma che tanti cantieri sono stati inaugurati nel corso della campagna elettorale per attirare voti, ma che ora gli stessi cantieri sono fermi, a chiara indicazione che si è tratto di un bluff. Come risponde a questa accusa? “L’opposizione ricopre il suo ruolo anche attraverso queste dichiarazioni, anche se non corrispondono al vero. Secondo qualcuno Ardea è addirittura una città allo sbando, secondo altri non è stato fatto nulla. Facendo un’analisi dei fatti, invece, in poco più di un mese di amministrazione abbiamo non solo fatto tutto ciò che la legge prevede, dalle nomine di Presidente del Consiglio, Assessori e Commissioni, ma la macchina amministrativa ha proseguito il suo lavoro senza alcuna interruzione. Il 90% dei cantieri in itinere sono in funzione, ce ne sono solo un paio fermi a causa di tecnicismi legati ad uno squilibrio del patto di stabilità dovuto al gap delle mancate erogazioni da parte dello Stato. Ma stiamo lavorando per farlo rientrare nei tempi previsti dalla legge attraverso percorsi virtuosi. Vorrei precisare che, al contrario di quanto qualcuno afferma, non ci sono ditte che devono prendere chissà quanti soldi dal Comune: con nessuna abbiamo ritardi maggiori di 3 o 4 mesi, che in un periodo di crisi come questo è un fenomeno più che normale”. Sempre l’opposizione, ma non solo, l’accusa di aver violato lo Statuto sulle quote rosa. "La polemica della minoranza non riguarda solo quello, visto che ha anche presentato due ricorsi al TAR per far invalidare le elezioni. Io affronto tutto con serenità: non ho violato alcuna norma o legge, perché lo Statuto non obbliga la presenza femminile. Per le quote rosa ribadisco tutta la mia stima nei confronti delle donne, ma ricordo che la scelta degli assessori è frutto di un equilibrio interno che non dipende solo dal sindaco, bensì dalle varie forze politiche. Sono favorevole alla modifica dello Statuto e non soltanto per quanto riguarda le quote rosa, ma per tutto ciò che andrebbe rivisto a favore della nuova condizione della città e dei suoi cittadini, che negli ultimi vent’anni anni sono triplicati. Per le accuse di brogli elettorali sarà la Magistratura, ad ottobre, a dare il responso: nel frattempo io continuerò a fare con onestà e correttezza il mio lavoro di sindaco, che svolgo tra la gente e con la gente”. Siamo in piena estate: pausa per tutti? “Assolutamente no, anzi, approfitteremo di questo periodo per recuperare il tempo perso durante la campagna elettorale. Devo dire che tutto il personale ha accettato questa mia richiesta di collaborazione: tra le tante cose che faremo, la messa a norma delle scuole avrà sicuramente la precedenza”. Alessia Ambra Achille


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IL CERTIFICATO ANAGRAFICO? ORA SI FA ALLA POSTA S e la mancanza di personale è un problema grave che non si può risolvere attraverso nuove assunzioni, ecco che arrivano partnership inaspettate. Ardea ha infatti preso parte all’iniziativa “Sportello Amico”, che vede le gli uffici postali dotarsi della strumentazione necessaria per poter rilasciare certificati anagrafici ai cittadini che fanno richiesta. “La nostra ne Amministrazione – ha dichiarato la Dott.ssa Antonella Liberatori, Responsabile dei Servizi Demografici Comune di Ardea – ha inviato al Ministero la propria disponibilità al progetto, mettendo a disposizione i database e tutta la tecnologia necessaria per il corretto funzionamento degli sportelli”. Ma di cosa si tratta? “Poste Italiane ha aderito al progetto “Reti amiche”, promosso dal Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione per facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi della Pubblica Amministrazione e ridurre i tempi delle procedure burocratiche – ha spiegato la

Altro mare si scopre alla vista dei cittadini. L’opera di abbattimento delle costruzioni abusive sul Lungomare degli Ardeatini è infatti proseguita a pieno ritmo anche con il neo sindaco Luca Di Fiori, che solo nel mese di giugno ha firmato ordinanze per 6 demolizioni, portando a quota 108 il totale di manufatti caduti sotto i colpi delle ruspe, aprendo nuovi accessi alla spiaggia e liberando il paesaggio per residenti e turisti. Nei prossimi giorni altre demolizioni verranno effettuate, trasformando

Liberatori - A seguito dell’accordo, Poste Italiane ha messo a disposizione la propria rete di infrastrutture e gli uffici postali per semplificare e migliorare il servizio pubblico istituendo un particolare gruppo di uffici postali denominato “Sportello Amico”, dotato di tecnologie adeguate, come la piattaforma multicanale, che consente l’erogazione di tutti i servizi progettati al fine di agevolare il rapporto tra la Pubblica Amministrazione ed il cittadino. Naturalmente ciò avviene attraverso i sistemi applicativi di Poste ed i database del Comune, adeguatamente predisposto per tali attività”. Ed Ardea ha già approntato lo start up del servizio, che consentirà a cittadini di Ardea di poter ritirare i propri certificati in tutta Italia, ovviamente rivolgendosi ad uno dei numerosi sportelli che Poste Italiane ha messo a disposizione. Servizio comodissimo soprattutto per chi lavora fuori Comune e che, finora, doveva chiedere dei permessi per potersi recare all’ufficio anagrafe di Ardea. “In

Cronaca

particolare –ha proseguito la responsabile - il rilascio certificati è il servizio di poste italiane che consente ai cittadini di richiedere una serie di certificati “securizzati” in tempo reale e senza recarsi più presso gli uffici anagrafici del proprio Comune. Ciascun cittadino può richiedere il proprio certificato presso gli Sportelli Amico abilitati al servizio, compilando l’apposito modulo di richiesta; l’operatore di sportello, attraverso i dati anagrafici del cittadino rilascia in tempo reale la copia “securizzata” del certificato richiesto. La richiesta viene inviata al sistema della P.A. L. (Pubblica Amministrazione Locale) coinvolta che, a seguito delle verifiche delle credenziali dei dati del cittadino, emette la documentazione richiesta. La stampa prodotta del certificato è effettuata su carta semplice e dispone della tecnologia dei glifi, che garantiscono la sicurezza dei dati inseriti”. Alfredo Corrao

così sempre più il litorale rutulo. “Quello che solo qualche anno fa poteva sembrare un sogno si sta trasformando in una bellissima realtà: liberare il mare dal cemento – ha dichiarato il Primo Cittadino – La mia Amministrazione si è assunta l’impegno di proseguire il lavoro iniziato da Carlo Eufemi, per il quale la lotta al cemento abusivo era diventata un dovere primario”. A.C.

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POMEZIA ED ARDEA TERRA DI EVASORI?

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L'evasione fiscale mina la credibilità dell'Italia nel mondo e il rapporto tra Stato e cittadini, pertanto contrastarla è priorità del Governo”. Queste le parole pronunciate dal Premier Mario Monti il 21 Giugno, in occasione del 238° anniversario della Guardia di Finanza. La lotta all’evasione, almeno a parole, è la priorità per il recupero di quella liquidità che manca all’Italia da ormai troppo tempo. E all’evasione si unisce la frode fiscale, forma ancora più subdola, che avviene con sofisticati meccanismi che creano un'apparenza di regolarità, al di sotto della quale si cela però l'evasione, rendendo così più difficoltosa l'opera di accertamento dell'amministrazione finanziaria. Le fatture di acquisto false per ridurre l'imponibile fiscale sono l’esempio più eclatante. Nell'evasione fiscale l'Italia tallona la Grecia. “La dimensione dell'evasione fiscale è particolarmente elevata, fino a 18% del Pil, collocando il nostro Paese al secondo posto della graduatoria internazionale guidata dalla Grecia”, ha denunciato il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino nel suo intervento alla Camera in occasione della Giornata della Giustizia tributaria. Ma qual è la situazione in Italia e nel nostro territorio, quindi a Pomezia ed Ardea? A livello nazionale, su 15 mila controlli effettuati dalle Fiamme Gialle nel corso di quest’anno è emerso che il 37% non ha emesso lo scontrino fiscale di acquisto merce. Ma l’evasione fiscale non è certo tutta racchiusa in uno scontrino: ci sono evasori totalmente sconosciuti al fisco, che non hanno mai dichiarato reddito. Oppure persone che dichiarano meno di mille euro al mese e nascondono ricchezze da capogiro. Imprenditori che guadagnano – secondo quanto riportato nei loro 730 o 740 meno dei loro operai, liberi professionisti che

Inchiesta sull’evasione fiscale in Italia, con particolare attenzione al nostro territorio

vivono con 600 euro al mese. Assurdità smentite poi dal tenore di vita elevato, da automobili costose e vacanze di lusso. Complessivamente l'evasione fiscale in Italia nel 2012 è stimata in circa 120 miliardi di euro l'anno, con una media di 2000 euro a persona, il cui recupero totale equivale all’azzeramento dell'intero debito pubblico - che nel 2012 ammonta a circa 1900 miliardi di euro in soli 16 anni. Nel corso della festa della Guardia di Finanza sono stati comunicati i dati dei controlli relativi ai primi 5 mesi del 2012, dai quali emerge una situazione di certo non rosea. Ecco cosa è risultato: oltre alle irregolarità relative a scontrini e ricevute fiscali, da gennaio a maggio 2012 sono stati scoperti redditi non dichiarati per 1,6 miliardi di euro e Iva evasa per 120 milioni: nel dettaglio, 292 grandi evasori sono stati denunciati per il reato di frode fiscale e dieci di essi sono stati arrestati. Sono inoltre stati sequestrati beni, tra cui ville, barche e conti correnti, per un totale di 49 milioni di euro. A seguito di verifiche mirate nei confronti di sei società che avevano trasferito in modo fittizio la propria sede in Paesi a fiscalità privilegiata, sono stati scoperti 637 milioni di redditi imponibili da recuperare a tassazione. Sul fronte del contrasto al lavoro nero, nei primi mesi dell'anno 568 opeLuglio 2012

rai, in 123 aziende, sono stati identificati come lavoratori in nero o irregolari, con il recupero di 9,4 milioni di ritenute Irpef non versate all'erario. Passiamo ora a “casa nostra”. Pomezia, per la sua struttura industriale e commerciale, anche se ormai in crisi, ha un tessuto sociale che potenzialmente potrebbe ospitare un gran numero di evasori fiscali. Ma qual è la realtà di questo Comune e di quello limitrofo, Ardea? La fotografia del territorio ricadente sotto il controllo della Compagnia di Pomezia appare assolutamente in linea con lo spaccato della situazione economico-finanziaria del resto del nostro Paese. Si tratta di un territorio ricco di attività produttive equamente distribuite tra diversi settori, quali attività manifatturiere, alberghi, ristoranti, attività finanziarie ed assicurative. Particolarmente fiorente, invece, è il settore edile e del commercio in genere, oltre il tradizionale settore dell’industria che da sempre ha caratterizzato la zona. Un terreno fertile, quindi, per l’evasione fiscale, che a Pomezia ed Ardea c’è, eccome, anche se non è possibile fare un confronto preciso tra dati locali e dati nazionali, così come non si riesce a collocare la realtà economica del nostro territorio in un’ottica nazionale: le statistiche della Guardia di Finanza, infatti, sono effettuate a livello centrale e non distinguono i singoli Comuni. E’ però possibile avere un quadro abbastanza preciso della situazione, verificando quali sono le cifre constatate sia a livello di importi evasi che di numero di evasori, dalle Fiamme Gialle pometine. Dal 1° gennaio al 31 maggio 2012 i finanzieri di via Cavour hanno ultimato, nel territorio di Pomezia ed Ardea, 25 verifiche nei confronti di “soggetti economici” anche di rilevanti dimensioni, oltre a più di 140 controlli nel settore IVA e IIDD, accertando complessivamente quasi 50 milioni di euro di imponibile sottratto a tassazione, che corrispondono ad oltre 10 milioni di euro di IVA evasa. Negli stessi mesi sono stati effettuati più di 800 controlli in materia di scontrini e ricevute fiscali, constatando circa il 30% di violazioni, quindi


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Seguici sul sito web per rimanere informato su tutte le ultime news leggermente al di sotto della media nazionale, la cui quasi totalità riguarda il mancato rilascio del documento fiscale. Moltissimi anche i controlli sui lavoratori in nero, dai quali è emerso che sono diverse le attività, non solo stagionali, che non mettono in regola i loro dipendenti. Un tipo di evasione difficile da combattere è quella legata agli “importi minori”: si paga 100 e si riceve uno scontrino di 20. Questo fenomeno riguarda soprattutto liberi professionisti, dall’idraulico all’ingegnere, ma anche il parrucchiere e l’estetista. Per non parlare poi degli insegnanti che danno ripetizioni agli alunni, soprattutto in vista degli esami. Ma qual è la categoria che maggiormente propende per l'evasione? Per i finanzieri non è facile distinguere una categoria rispetto ad un’altra più incline a non voler pagare le tasse: la piaga sociale dell’evasione fiscale, dell’elusione e dell’erosione fiscale, secondo le Fiamme Gialle trova diffusione nelle più svariate categorie sociali, soprattutto in un periodo di difficoltà e di crisi economica come quello che stiamo vivendo. In una zona che, ai tempi della Cassa del Mezzogiorno, è stata presa d’assalto sia da investitori “sani” che da meri speculatori, per poi essere abbandonata soprattutto da quest’ultimi al primo sentore di crisi o perché attratti da nuove sirene, la piaga dell’evasione nel comparto industriale è certamente di rilievo. Ma l’identikit dell’evasore è sicuramente

complesso e spesso nasconde persone insospettabili. Proprio per questo motivo, negli ultimi mesi la Guardia di Finanza di Pomezia ha cercato di rendere più incisiva l’azione di prevenzione e repressione nei confronti di quei soggetti che illegittimamente hanno avuto accesso o hanno tentato di accedere a forme di ammortizzatori sociali non avendone, di fatto, alcun titolo, recando danno all’intera comunità e, in particolare, a chi ne sarebbe il naturale destinatario. Stiamo parlando di un fenomeno che da anni è conosciuto soprattut-

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to a Pomezia, dove sembrano esserci diverse persone che girano in Suv, ma vivono in case popolari o usufruiscono degli aiuti dei servizi sociali comunali, dall’assistenza domiciliare all’esonero del pagamento della mensa o del pullmino scolastico, a discapito di chi ne avrebbe realmente bisogno e diritto. Per contrastare questo tipo di evasione, che supera i confini del semplice reato, la Guardia di Finanza necessita della collaborazione delle Amministrazioni locali. Da tempo il settore Servizi Sociali di Pomezia invia segnalazioni e liste alla Guardia di Finanza affinché vangano effettuati controlli. Controlli però non semplici, che richiedono molto tempo e che spesso non portano ai risultati sperati. Ma, al di là dei servizi sociali, ormai la cooperazione tra le Amministrazioni comunali e la Guardia di Finanza per la lotta al'evasione è diventata più stretta: a causa della riforma del fisco municipale e del riassetto delle modalità di finanziamento degli Enti Locali, della soppressione delle attuali trasferimenti statali e l’introduzione di nuove forme di entrate, come l’IMU, i Comuni hanno una maggiore autonomia di entrata e di spesa: voci che non possono essere bilanciate se da una delle due parti pesa in maniera abnorme l’evasione fiscale. Ed è per questo che, dopo Pomezia con la contestata Andreani, anche Ardea ha deciso di affidare il servizio di accertamento e riscossione dei tributi evasi ad una società esterna. Matteo Acitelli

Ad Ardea la prima confisca per frode fiscale Si è trattato di uno dei primissimi casi in Italia: l’8 Giugno gli agenti della Guardia di Finanza di Pomezia, guidati dal Capitano Paolo Lauretti, hanno confiscato un immobile in via Pisa, nel quartiere della Nuova Florida ad Ardea, formato da due villini bifamiliari, a seguito di reati fiscali. I finanzieri di via Cavour, nel corso di una verifica fiscale iniziata nel 2009 e conclusa un anno dopo, avevano appurato che una società di costruzioni edili di Ardea, la Puleo Costruzioni, non aveva dichiarato al fisco circa 700 mila euro, guadagni provenienti della vendita di vari immobili. La società aveva inoltre utilizzato fatture per operazioni inesistenti, per abbattere il reddito imponibile ed avere il credito d’imposta. Conclusa la verifica, è scattata immediatamente la denuncia alla Procura della Repubblica di Velletri, dalla quale era partita la richiesta di un sequestro preventivo, firmato dal Giudice delle indagini preliminari il 28 settembre 2010. Nel frattempo il Tribunale, accogliendo in pieno le risultanze degli accertamenti compiuti dai finanzieri pometini e l’impianto accusatorio del Pubblico Ministero, ha condannato l’amministratore della società e, in seguito al patteggiamento della pena, ha disposto anche la confisca degli immobili di sua proprietà. Tra questi, appunto, la bifamiliare di via Pisa. L’immobile è suddiviso in due appartamenti, le cui piantine originali prevedono poco più di 40 mq calpestabili. Ma all’interno la metratura è più grande: in una delle due abitazioni era già stata inserita una scala a chiocciola

che porta al sottotetto, trasformato in una stanza, mentre l’intercapedine, piuttosto ampia, stava per essere trasformata in una cameretta. In tutto ogni casa avrebbe potuto contare su una superficie superiore ai 60 mq, più un centinaio di metri di giardino. Per una delle due villette era già stato firmato il compromesso di vendita, con un acconto di circa 60 mila euro: l’atto era poi stato bloccato dal notaio in quanto pochi giorni prima la società aveva dichiarato fallimento, mentre gli immobili avevano subito un primo sequestro per abuso edilizio. “Questo è uno dei primi atti di confisca per frode fiscale avvenuti in Italia – ha dichiarato Luglio 2012

il Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Pomezia Paolo Lauretti – La normativa, entrata in vigore con la legge finanziaria del 2008, adesso prevede che sia obbligatorio chiedere la confisca dei beni in caso di evasione fiscale, beni che adesso seguiranno una procedura ben precisa: la sentenza emessa è stata notificata al rappresentante legale della società e trascritta nei registri immobiliari dell’Agenzia del Territorio. A breve l’atto sarà comunicato all’Agenzia del Demanio, che potrà destinare gli immobili a finalità di pubblico interesse”. Matteo Acitelli

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ARDEA (E NON SOLO) PER LA VITA, CONTRO LA DROGA Parla Marcello Sorgini, l’uomo che i pusher di Pomezia ed Ardea temono ed odiano

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a un nome che da solo dice tutto. “Ardea per la vita”, l’associazione nata nel 1997 per il recupero dei tossicodipendenti e alla lotta agli spacciatori è ancora in prima linea per combattere un fenomeno che, purtroppo, è ben lungi dall’essere sconfitto. I programmi portati avanti dall’associazione hanno raggiunto dei risultati molto apprezzabili per quanto riguarda il recupero dei giovani, ma è soprattutto nella lotta agli spacciatori in ausilio alle forze dell’ordine che l’associazione si è distinta in tutto il territorio che va da Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno ed Aprilia. “Questo è un territorio dove la droga che circola è almeno tre volte superiore alle stime fatte dalle forze dell’ordine – spiega Marcello Sorgini, tra i fondatori dell’associazione – Qui si trova di tutto, dalle droghe leggere a quelle più pesanti, soprattutto in aree ben circoscritte”. Secondo lei perché circola tanta droga in questo territorio? “Credo sia colpa di infiltrazioni camorristiche, che qui si mimetizzano aprendo negozi che sono sempre vuoti, ma fanno da paravento alle vere attività di questi signori. Non è difficile, stando attenti, accorgersi dei traffici che ci sono soprattutto nella zona del litorale che va da Carbonetti, al confine tra Torvaianica e Marina di Ardea, e la fine di Tor San Lorenzo. Gli spacciatori sono spesso sfacciati, perché contano sul fatto che ci sono pochi agenti, tra carabinieri, polizia locale, finanza e polizia di Stato, che badano a loro. Ma noi non ci arrendiamo e proseguiamo nel lavoro iniziato più di vent’anni fa, che ci ha portato a raggiungere ben 1300 arresti di spacciatori”. Tutto parte infatti nel 1991, quando un nutrito gruppo di

persone, tra le quali figurano genitori di ragazzi che hanno perso la vita per colpa della droga, decidono di riunirsi per monitorare il territorio e tenere lontani i giovani dagli spacciatori che hanno invaso le zone tra Torvaianica e Tor San Lorenzo. Organizzano pattugliamenti, osservazioni, pedinamenti. Riescono a scoprire le abitudini dei tossicodipendenti e dei loro fornitori. Svolgono un lavoro prezioso, che poi “passano” alle forze di polizia. Ma quali sono i rapporti con le forze dell’ordine? “Solitamente buoni, ma in passato erano migliori. Diciamo che ora, purtroppo, sono altalenanti – ha spiegato Sorgini – In questo periodo, ad esempio, lavoriamo molto con la polizia di Stato, mentre qualche anno fa il nostro punto di riferimento erano i carabinieri”. I membri dell’associazione, autotassandosi, si sono forniti di attrezzature di tutto rispetto, dalle macchinette fotografiche con potenti teleobiettivi a telecamere sensibilissime, oltre ad autovetture, radiotelecamere, visori notturni, binocoli, radiotelefoni e telefonini. “Noi ci basiamo sull’articolo 383 del codice penale, che tratta della facoltà di arresto da parte dei privati e riporta testualmente che “nei casi previsti dall'articolo 380 ogni persona è autorizzata a procedere all'arresto in flagranza, quando si tratta di delitti perseguibili di ufficio; la persona che ha eseguito l'arresto deve senza ritardo consegnare l'arrestato e le cose costituenti il corpo del reato alla polizia giudiziaria la quale redige il verbale della consegna e ne rilascia copia”. Questo ci ha consentito di effettuare gli arresti quando abbiamo colto in flagranza di reato gli spacciatori di droga, ma non solo”. Proprio Sorgini, infatti, Luglio 2012

ha partecipato all’arresto del killer che, qualche anno fa, uccise un indiano a Tor San Lorenzo. “In quel caso siamo stati anche aiutati dalla fortuna: mi trovavo con un amico carabiniere, di sera, quando ho visto alcuni indiani che stavano rubando dei cocomeri in un campo privato. Li abbiamo fermati e, visto che l’omicidio del loro connazionale era avvenuto da pochi giorni, abbiamo chiesto chi lo conosceva. Siamo stati indirizzati ai “Tukul”, dove altri indiani, che vivevano in condizioni pietose, ci hanno indirizzato verso una palazzina dietro al “Samoa”. Lì abbiamo trovato altro degrado, con persone che dormivano in 6 in un letto, arrivando ad essere più di venti in un appartamento. Erano quasi tutti ubriachi. Non posso dire esattamente cosa sia accaduto, ma siamo usciti di lì con una videocassetta ed un album fotografico, che conteneva la foto dell’assassino, il quale nel frattempo era fuggito in Grecia. Attraverso l’Interpool è stato arrestato pochi giorni dopo”. C’è poi stato il caso della spacciatrice di via Cavarzere, che nascondeva nella sua abitazione 900 grammi di eroina purissima, e tanti altri. “Ma ci sono anche altre situazioni di cui siamo venuti a conoscenza e che abbiamo denunciato ai carabinieri o alla polizia, come quello di un bambino di appena 5 mesi: la madre era in carcere e viveva con il padre, che era agli arresti domiciliari, dai quali evadeva regolarmente, lasciando da solo il piccolo. Ovviamente il padre è stato arrestato non solo per evasione, ma anche per abbandono di minore”. Qual è la situazione attuale? “Ci sono dei punti, come ad esempio dietro al Patio, a Tor San Lorenzo, vicino ai negozi dei pakistani, dove basta aspettare un po’ per vedere dieci, quindici spacciatori che tirano fuori le dosi dalle scarpe, dalle tasche e persino dalla bocca: è quindi facile coglierli sul fatto mentre cedono la droga ai loro clienti. Abbiamo poi notato che, quando non riescono a vendere abbastanza, “ripiegano” sui furti nelle abitazioni o nei negozi. Sul lungomare invece, soprattutto fino a qualche tempo fa, la maggior parte delle case abusive erano occupate da spacciatori, ovviamente senza il permesso dei proprietari”. Ma quello che fate non è pericoloso? “Sicuramente sì, visto che spesso siamo oggetto di minaccia. Inizialmente non ci conosceva nessuno e riuscivamo a lavorare tranquillamente. Poi, anche per il risalto dato a molte operazioni nate – e spesso anche portate a termine - da nostre iniziative, si è cominciato a sapere chi siamo. Per questo alcuni, tra cui il sottoscritto, hanno ricevuto minacce di vario tipo”. A lei cosa è successo? “Una volta hanno sparato contro la mia auto, un’altra contro la finestra della mia camera da


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letto, un’altra ancora mi hanno puntato un coltello alla gola. Tuttavia io vado avanti per la mia strada, anche se adesso sono malato. Ma, fino a quando ce la farò fisicamente, tutto il mio impegno va a favore di questa associazione, per cercare togliere quanti più ragazzi dal mondo della droga”. Ma non tutti hanno resistito: al momento, infatti, l’associazione conta appena una dozzina di persone. “Alcuni hanno preferito smettere, per vari motivi, anche di natura economica. Tutto quello che facciamo è a nostre spese, non abbiamo mai avuto alcun tipo di sovvenzione, e posso assicurare che le attrezzature che utilizziamo sono costose. Queste attività sono alquanto delicate e dispendiose, ed essendo questo sodalizio senza nessun fine di lucro ma puro volontariato non profit , gli stessi associati si sono autotassati per raggiungere questi obiettivi, visto il latitare delle autorità comunali che nonostante numerose promesse non hanno mai e poi mai contribuito minimamente agli scopi della stessa ed hanno sempre dimostrato disinteresse per il problema droga e, in generale, per i problemi giovanili, in un territorio ad alta densità di tossicodipendenti e spacciatori. Noi ci rimettiamo tempo e soldi, ma il nostro grande guadagno è la soddisfazione di far arrestare chi vende morte. Ogni spacciatore che riusciamo a far arrestare, anche se spesso dopo pochissimo tempo lo rivediamo in giro, è il compenso alle nostre fatiche”. Ma il vostro scopo non è solo l’arresto degli spacciatori. “No, noi vogliamo anche che i giovani tossicodipendenti riescano ad uscire dal tunnel della droga e per questo cerchiamo di sostenerli ed aiutarli in tanti modi, soprattutto attraverso una stretta collaborazione con il centro d’ascolto della Comunità Incontro di Nettuno e con diversi operatori sociali che lavorano sul nostro territorio. Bisogna ricordare che il giovane tossicodipendente è una persona debole e minata nel fisico, perciò, non potendo trovare alcuna posizione nel mondo del lavoro, pur di procurarsi la dosa non esita minimamente a commettere reati, in particolare furti, dapprima in famiglia e poi ai danni di chiunque, andando così ad alimentare il fenomeno della microcriminalità che ormai ha raggiunto vette incontrollabili. Ma non solo, una volta che il giovane ha assunto lo stupefacente si trova con i riflessi alquanto scemati, perciò, messo alla guida di un’autovettura potrebbe essere pericoloso per qualsiasi utente della strada. Non

parliamo poi di scippi, furti, rapine nonché alla dispersione nell’ambiente di siringhe infette”. Il vostro lavoro è sicuramente impegnativo. Ma ci sono cittadini che collaborano con voi, magari attraverso segnalazioni? “Sì, ci arrivano numerose segnalazioni. Poche via e-mail, tante telefoniche, perché chiamandoci al numero che abbiamo messo a disposizione di tutti coloro che ci vogliono contattare, si riesce a mantenere il completo anonimato, mentre via e-mail per forza di cose si forniscono informazioni sulla propria identità, e sono pochi a volerlo fare, per la pericolosità che questo comporta”. L’associazione ha anche un sito internet, www.ardeaperlavita.it, dove sono riportate le rassegne stampa di molte delle operazioni condotte dai volontari dell’associazione. “La rassegna stampa si ferma a circa un anno fa – ha precisato Sorgini – perché preferiamo non far sapere su quali casi abbiamo lavorato di recente o su cui continuiamo a lavorare, soprattutto adesso, che ci sono delle variazioni nell’associazione, la cui presidenza sta per essere presa da un luogotenente dei carabinieri in pensione”. Questo porterà ad una maggiore collaborazione con le forze dell’ordine? “Noi la collaborazione l’abbiamo sempre cercata e sempre la cer-

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cheremo. Abbiamo offerto la nostra opera per affiancare gli agenti “veri” in maniera gratuita, magari solo con in cambio una copertura assicurativa per i rischi che si corrono, ma pare non sia possibile, nonostante in Paesi evoluti come l’Olanda questo si faccia ormai da decenni. Noi non parliamo di ronde, ma di un servizio di controllo del territorio fatto in maniera discreta, per prevenire i crimini. Mi dispiace che non si possa fare così come l’avevamo pensato, ma posso assicurare che, fino a quando ce la farò fisicamente, io sarò sempre in prima linea per combattere contro la droga”.

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LEGA ARCOBALENO, CASTRICIANO E’ IL NUOVO PRESIDENTE

All’illustre riconoscimento si aggiunge anche l’incarico di vice referente del tavolo tematico sulla disabilità per i Comuni di Pomezia ed Ardea

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’ Giampiero Castriciano, nostro concittadino da sempre in prima linea per la salvaguardia dei diritti delle persone disabili e per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il nuovo presidente della “Lega Arcobaleno”, la federazione nazionale alla cui guida c’era Bruno Tescari, punto di riferimento importante nella storia della lotta per la liberazione dall'handicap e dalla disabilità scomparso di recente. Per onorare la memoria di Tescari, dopo il primo incontro pubblico svoltosi lo scorso aprile a Palazzo Valentini - dove la Provincia di Roma lo ha voluto ricordare con tutta l'ufficialità del caso insieme a personalità politiche e sociali – l’associazione “Vialibera Onlus”, di cui castri ciano è presidente, ha voluto organizzare un convegno, dal titolo Bruno Tescari: memoria di un viaggio tra i normaloidi, che si è svolto a Pomezia l’8 giugno ed al quale hanno partecipato come relatori anche gli Assessori alle Politiche Sociali di Pomezia ed Ardea, Rosaria del Buono e Massimiliano Gobbi e l'Assessore alle Politiche Finanziarie di Pomezia, Antonio Maniscalco. “Durante l’incontro – ha spiegato Castriciano ci siamo soffermati a riflettere pubblicamente sull'opera e la figura di questo personaggio: Bruno Tescari, egli stesso disabile per postumi di poliomielite contratta all'età di due anni, ha speso una vita intera non solo per favorire l'introduzione di leggi adeguate a salvaguardia dei diritti di tutte le persone, ma anche per promuovere un nuovo atteggiamento culturale nei confronti dei “diversi”che vivono in un mondo dominato da quelli che lui chiamava “normaloidi”. La sua è stata una lotta per la dignità umana, per la salvaguardia dei più dimenticati, dei reietti, dell'ultima persona, disabile o no, che si trovasse nel punto più lontano e dimenticato del mondo. Diceva sempre: “Sono molto più preoccupato dell'ulti-

mo ed unico anziano disabile che vive a Saracinesco che di quelli numerosi che vivono in una grande città”. Se oggi disponiamo di strumenti legislativi adeguati per l'abbattimento delle barriere architettoniche, dei trasporti accessibili, dei servizi alle persone svantaggiate, lo dobbiamo soprattutto a Bruno Tescari, professore emerito, presidente di importanti organismi associativi, membro e consigliere di commissioni istituzionali. Per tutti noi è stato un maestro di vita e di esempio nell'azione”. “Di lui - ha proseguito Castriciano - si sono ricordate le sue lotte per i diritti, ma sopratutto le sue qualità di uomo e di politico. Sì, perché di politica si tratta quando si affrontano temi come quelli dell'handicap, della disabilità, dei diritti. La sua non era la politichetta becera ed ignorante che spesso contraddistingue il mondo dei partiti, dove vige con preponderanza l'ambizione personale e la costante preoccupazione dei voti, ma era invece il risultato di una grande esperienza personale e culturale, di una profonda conoscenza dei fatti umani e delle disgrazie dei meno fortunati. Era una politica fondata sull'intelligenza, la preparazione, il buon senso, la lealtà, la tenacia della lotta, sulla riflessione delle cose del mondo e sulla fantasia di trovare soluzioni per la salvaguardia dei diritti e del progresso sociale. Su questo era inflessibile e la sua schiettezza, conscio del proprio valore, si scontrava spesso con un mondo ancora poco preparato ad accogliere e capire le punte più avanzate del pensiero umano”. Si tratta quindi di un’eredità pesante, quella raccolta da Giampiero Castriciano. “E' un incarico difficile e gravoso soprattutto perché è stato di un grande personaggio come Bruno Tescari. Essere il prosecutore della sua opera e l'interprete del suo pensiero non sarà facile e mi colma di un onore per il Luglio 2012

quale mi sento inadeguato. Come presidente della Lega Arcobaleno i prossimi mesi mi vedranno impegnato affinché la Regione Lazio approvi il disegno di legge, elaborato da Bruno Tescari, sull'assistenza indiretta. A tale scopo verrà costituito un Comitato Intergruppi Consiliari, insieme alla Lega Arcobaleno, con l'obiettivo di coinvolgere quanti più partiti e consiglieri possibile al fine di sostenere a breve l'approvazione della legge sia in Commissione che in Consiglio”. Ma l’attuale situazione finanziaria del paese non facilita di certo le cose: oggi si pone il problema di come continuare la sua opera e mettere in pratica il suo pensiero. “Una riflessione – ha spiegato Castriciano - è stata fatta su questo e ancora si dovrà discutere soprattutto in un momento difficile come l'attuale in cui, in nome e per conto di una crisi economica forse voluta e di una necessità di “far quadrare i conti”, si stanno annullando tanti diritti faticosamente conquistati e si sta spingendo nell'angolo il problema del sociale. Insieme alle associazioni presenti, gli assessori di Pomezia ed Ardea, in qualità di relatori del convegno, hanno condiviso le comuni preoccupazioni ma soprattutto hanno espresso la volontà di fare qualcosa di concreto”. E qualcosa lo hanno fatto nei giorni immediatamente successivi, nominando Giampiero Castriciano vice referente del tavolo tematico sulla disabilità nell'ambito dell'organizzazione dei Piani di Zona. Un riconoscimento importante, non solo per soddisfare un obbligo della Convenzione Onu sulla Disabilità, ma per iniziare a lavorare sui temi dell'handicap in maniera diversa che nel passato. “Ho accettato con onore anche questo incarico, in merito al quale posso dire che il tavolo tematico si è già riunito una volta e dall'incontro è emersa subito la difficoltà ad elaborare nuovi progetti nell'immediato, in quanto manca un quadro completo ed esauriente delle necessità prioritarie. Proprio per questo sto già lavorando affinché Pomezia ed Ardea attuino un censimento sulle situazioni di disabilità, che è l'unico strumento valido per conoscerne compiutamente problemi ed urgenze”. L’azione congiunta tra le due Amministrazioni e la figura di Castriciano, che rappresenta non solo l’associazione “Vialibera” ma anche la “Lega Arcobaleno”, potrebbe, se portata a termine senza interferenze di sorta, far giungere i due Comuni a livelli molto più che accettabili la qualità di vita delle persone con disabilità di varia natura. Di strada da fare ce n’è sicuramente molta, speriamo solo che non sia fatta solo di speranze e buone intenzioni, ma anche di azioni concrete. Matteo Acitelli


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STRADE “LUNARI”: BENVENUTI IN VIA VERONA

Le traverse di via Naro sono tutte in cattive condizioni, che in alcuni punti diventano pessime

Salve, mi chiamo Christian Ruggieri e sono un vostro lettore, nonché cittadino di Pomezia da poco. Sono nato e cresciuto a Roma, ma ho acquistato casa nel 2010 in un complesso residenziale delizioso situato dietro via Naro, in Via Verona, dove mi sono trasferito circa un anno fa. Integrato benissimo, pratico sport in una palestra di pugilato a Pomezia, sto conoscendo molte persone, insomma, sto diventando un pomentino. Scrivo questa e-mail per chiedervi se esiste la possibilità di fare un reportage per mettere in evidenza la strada per accedere a questi complessi residenziali: è completamente disastrata, ed è un enorme peccato, perché - ripeto - i complessi sono deliziosi. Per rendersi conto che non sto esagerando basta fare un giro da queste parti: venendo da via dei Castelli Romani occorre girare su via Naro, percorrerla per 200 metri, girare a destra per via Treviso e, dopo 50 metri, sulla sinistra c'è via Padova: già da qui potete tranquillamente accorgervi della situazione, con buche enormi, pendenze strane ed avvallamenti che rendono pericoloso, soprattutto quando piove, tornare a casa”. Inizia così la lettera ricevuta in redazione qualche giorno fa da parte di un “nuovo” cittadino di Pomezia, ottimo spunto per trattare il quartiere del mese. Seguendo il percorso fornito da Ruggieri ci si trova effettivamente davanti ad una strada disastrata, con rattoppi da tutte le parti - “le buche sono state riempite qualche giorno fa”, ha spiegato poi Christian Ruggieri – avvallamenti e pendenze su vari lati che rendono difficoltoso il passaggio non solo delle auto, ma anche dei pedoni. “Proprio qualche giorno fa una signora che vive qui è caduta, riportando serie conseguenze alla gamba - hanno aggiunto alcuni residenti di via Verona – Sappiamo che ha sporto denuncia contro il Comune, spero che serva per far capire che lo stato di questa strada è divenuto ormai indecente”. “Io sono felicissimo di essermi trasferito da Roma a Pomezia: lavorando all'Eur in un quarto d'ora sono in ufficio, vivo in una zona che offre aria pura ed intor-

no a questi complessi residenziali, nonostante si tratti di un'area industriale, c'è molto verde. Ma il problema delle strade, che a chi non lo vive quotidianamente potrebbe sembrare inconsistente, rovina tutto, a me come agli altri residenti”. “E' vero – ha confermato un cittadino – per arrivare a queste abitazioni servirebbe un fuoristrada, perché ogni giorno si rischia non solo di bucare gli pneumatici dell'auto, ma anche di danneggiarla pesantemente”. “I rattoppi che si vedono – ha proseguito Ruggieri - sono dei palliativi che durano pochi giorni, al massimo una settimana: poi, tra la pioggia ed il passaggio di auto e camion, la situazione torna ad essere quella di prima, se non peggiore. Buche assurdamente grandi e profonde, pericolosissime, che vanno poi riempite nuovamente. Mi chiedo perché si continuino a spendere soldi per qualcosa di inutile e spesso anche fatto male: non sarebbe molto più conveniente rifare, almeno nei tratti più rovinanti, l'intero manto stradale e non pensarci più per decine di anni?”. Ma ci sono altri problemi, oltre alle strade disastrate? “Io personalmente mi accontenterei di avere una strada percorribile, ma capisco che per chi ha bambini questo non è l'ambiente ideale”. Non ci sono infatti spazi verdi attrezzati, nonostante di fronte ai villini – quelli fatti e quelli ancora in costruzione – lo spazio non manchi. “I nostri figli – precisa una donna – devono vivere relegati in casa. Non possono scendere in strada a giocare perché è troppo pericoloso, non ci sono posti dove possano ritrovarsi: per “incontrare” un'altalena bisogna andare a Pomezia centro. Non c'è nulla neanche per i giovani o per gli anziani. Anzi, a dirla tutta, non c'è nulla per nessuno. E' vero che questa prima era una zona industriale, ma adesso si sta trasformando in residenziale, e necessita di servizi come gli altri quartieri di Pomezia. Ormai solo in via Verona vivono una trentina di famiglie, altrettante in via Padova, ed a queste vanno aggiunte quelle di tutte le strade limitrofe. Se poi vogliamo parlare dell'intera via Naro e di tutte le sue traverse, arriviamo a migliaia di persone che non hanno una piazzetta, un parco giochi, un punto di ritrovo. Noi non pretendiamo i servizi sotto casa, ma almeno che il nostro diventi un quartiere degno di questo nome, che abbia punti di riferimento e non solo case e industrie”. Da qualche mese qui è arrivata l'acqua. “Di questo siamo grati all'Amministrazione: in questa zona ci sono persone che per decenni si sono dovute rifornire alle fontane pubbliche. Ma l'acqua, da sola, non basta. Serve un po' di cura in più, quel po' di attenzione che non ci faccia sentire abbandonati”. Un altro problema è legato ai rifiuti. Nonostante la zona sia potenzialmente adatta alla raccolta porta a porta, qui la diffeLuglio 2012

renziata non c'è. “Il fatto – ha spiegato Christian Ruggieri – è che non ci sono neanche i secchioni. I più vicini stanno a circa 500 metri di distanza, da fare in salita. Sono solo due, insufficienti per le esigenze di tutti i residenti. Più avanti ce ne sono altri tre, che vengono però utilizzati soprattutto dalle industrie. Ci ritroviamo quindi sempre con i cassonetti pieni, ed ora che è arrivato il caldo la cosa non è piacevole, dal momento che sono vecchi, disastrati e privi dei coperchi. Chiediamo all'Amministrazione che i rifiuti vengano ritirati più spesso, passando magari alla raccolta differenziata”. Piccole richieste, che potrebbero essere evase senza troppo sacrificio da parte dell'Ente. E che magari porterebbero sempre più romani, stanchi del traffico e della confusione della Capitale, a diventare nuovi pometini. Alessia Ambra Achille

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RICHIESTA E RISPOSTA… CON INTERMEDIAZIONE I cittadini segnalano, il Corriere interviene, il Comune risolve

S

alve Direttore,

abito nei pressi di via Copernico. Non so se sia giusto segnalare a voi queste immagini, che parlano da sole: l'albero si trova tra via Copernico e via Pertini. Come si può ben vedere, crea numerosi problemi. Bisognerebbe intervenire in breve tempo, visto che oltre ad ostacolare il passaggio pedonale ed a coprire la segnaletica stradale, la pericolosità è soprattutto nel peso dei rami, che possono cadere colpendo qualche passante. (Pomezia, 19 Giugno) Gennaro Adiletta

Gentile Gennaro, ho immediatamente girato la sua segnalazione al dirigente del settore lavori pubblici ed ambiente, l’ingegner Renato Curci, che con puntualità e gentilezza ci ha risposto nel seguente modo: “La ringrazio per la segnalazione, che ho già passato al Dr. Agr. Sbaraglia della Pomezia Servizi S.p.A., per valutare se sussiste realmente un pericolo di caduta di rami, e comunque per programmare la potatura della pianta. Credo che però il dettaglio più importante, di cui sembra non essersi accorto il cittadino, è la cassetta ENEL danneggiata, per la quale invieremo debita segnalazione appunto all’ENEL. Spero di esserLe stato utile. (Pomezia 26 Giugno) Renato Curci”. A seguito di questo scambio di e-mail, il 28 giugno è arrivata un’ulteriore missiva del sig. Adiletta: “La potatura è stata effettuata questa mattina, grazie al suo intervento, visto che è stata l'unica ad interessarsi e a rispondermi”.

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Siamo felici di essere riusciti a dare risposte a questi cittadini in tempi quasi da record, ma vorrei far presente che, senza l’intervento del dirigente, che si è messo a nostra disposizione per tutte le nostre segnalazioni – e sono davvero tante – Il Corriere della Città avrebbe potuto fare ben poco. Nel primo caso il problema è completamente risolto, nel secondo l’iter per poter andare incontro alle esigenze segnalate dalla lettrice è partito correttamente. Rivolgo quindi un ringraziamento al dott. Curci, che ha dimostrato che non tutto quel che riguarda l’Amministrazione debba essere per forza negativo. Ci sono anche (purtroppo devo mettere la locuzione, perché non si può dire la stessa cosa per tutti i dipendenti e gli Amministratori) persone corrette che lavorano con dedizione e competenza. Continuate a segnalare, noi proseguiremo nella nostra opera di pungolo verso il Comune: anche se si tratta di piccole cose, insieme riusciremo a risolvere molti problemi.

B

uongiorno direttore,

Vi rimetto in allegato una lettera che è stata inviata qualche giorno fa al Comune di Pomezia, alla quale non abbiamo ricevuto riscontro. Sono venuta a conoscenza del fatto che tramite il Vs periodico molti problemi a Pomezia sono stati risolti; vorremmo sensibilizzare la Vs attenzione anche su questo che non è un problema strutturale, ma non meno importante. Inoltre vorrei segnalare che sulla strada adiacente al bar Simon Cafè le vetture sfrecciano a velocità esagerate soprattutto la sera. Vi chiediamo di intervenire affinché tramite delle dune di cemento si possa limitare tale velocità. (Pomezia 26 giugno) Cristina

Cara Cristina, non riporto l’intera lettera, troppo lunga per questo spazio, riassumendola in poche parole: sia lei che i suoi vicini non sopportate più i troppi rumori (dalla musica agli schiamazzi) provenienti dai locali pubblici sottostanti alle vostre abitazioni e dai piazzali adiacenti, ormai ritrovo di intere comitive. Anche questa segnalazione è stata passata al dott. Curci, che si è immediatamente attivato, inviandoci la seguente risposta:

“Gent.ma Dr.ssa Corrao, 1) farò verificare il regolamento di zonizzazione acustica del Comune, presso l'Ufficio Ambiente, per vedere se ci sono prescrizioni in merito a quanto lamentato dai condomini di Largo Lucullo; "a caldo" sono purtroppo scettico, perché, per quanto a mia limitata conoscenza e purtroppo esperienza sull'argomento, la giurisprudenza recente si è evoluta depenalizzando i cosiddetti "schiamazzi notturni", per cui so che anche l'Arma dei Carabinieri, ad esempio, non può più intervenire efficacemente nel reprimere simili comportamenti, ma solo "esortando" o "convincendo" i colpevoli a mitigare i rumori. Comunque, è l'occasione per approfondire l'argomento dal punto di vista legislativo, perché altre segnalazioni analoghe pervengono da altre zone del territorio, non ultima, ovviamente, Torvaianica; 2) per quanto concerne invece la possibilità di istallare dossi su Via Augusto Imperatore (quella del Simon Café), ne va verificata la compatibilità con l'Art. 179 del regolamento di esecuzione del codice della strada, che consente l'istallazione di dossi unicamente su strade residenziali, e non su vie che costituiscano percorso preferenziale dei mezzi di soccorso; sentiremo in merito anche la Polizia Municipale; circa la fattibilità economica, vedremo le eventuali disponibilità del bilancio di prossima approvazione, perché abbiamo una lista lunghissima di strade dove sarebbe opportuno istallare dei dossi, per le quali la Polizia Municipale si è peraltro già espressa favorevolmente, per cui al momento non posso dare né certezze né tempistiche. (Pomezia 28 Giugno) Ing. Renato Curci”.

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STORIE DI “ORDINARIA” VIOLENZA

L’estate è iniziata tra fatti di cronaca nera che hanno sconvolto il nostro territorio

era ancora all’interno della tenda, ha tentato di giustificarsi dicendo agli agenti di aver colpito la sua compagna durante una lite. Quando è stato accompagnato negli uffici del Commissariato di Ostia, diretto dal dr. Antonio Franco, i poliziotti hanno scoperto che l’uomo era destinatario di un ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di violenza sessuale. Il ricercato, temendo di essere arrestato, si era reso irreperibile cambiando frequentemente la sua “residenza”.

LITE FINISCE IN TRAGEDIA: TRANSESSUALE ARGENTINO UCCIDE IL CONVIVENTE 21ENNE Una lite. Dapprima come tante altre, poi con i toni sempre più alti, fino ad arrivare all’omicidio. E’ successo il 25 giugno a Torvaianica, in via Siviglia numero 2. Teatro della tragedia l’attico della palazzina all’incrocio con il Lungomare delle Meduse. Sono circa le 20:00, due ragazzi, Luca Berni, un italiano di 21 anni ed il suo convivente, Alberto Antonio Oscari, un transessuale argentino di 26 anni, iniziano a litigare. All’improvviso spunta un coltello, con il quale il sudamericano colpisce con un colpo al cuore il 21enne. Le grida di Luca impauriscono i vicini, che chiamano i carabinieri, mentre il sudamericano si allontana dalla palazzina a tre piani. Sul posto interviene immediatamente una pattuglia della Stazione di Torvaianica, gli agenti salgono nell’appartamento e trovano il ragazzo ormai morto. Il transessuale viene invece trovato poco dopo, mentre vagava per Torvaianica. In via Siviglia arriva anche l'ambulanza del 118, che trasporta la vittima, nata a Roma ma residente a Torvaianica, alla Clinica S. Anna di Pomezia. Nella palazzina di via Siviglia è un via vai di investigatori: almeno 6 le pattuglie, sia con i colori istituzionali che con auto civetta, che per tutta la notte compiono rilievi, ascoltano i vicini e cercano di ricostruire l'accaduto. Con i militari del posto presenti anche gli uomini del nucleo investigativo del gruppo di Frascati, che effettuano i rilievi tecnici. Alberto Antonio Oscari passa la notte nella caserma dei carabinieri di Pomezia, sotto interrogatorio. Ad indagare sull'accaduto i militari della Compagnia di Pomezia guidata dal Maggiore Rodrigo Micucci e della Stazione di Torvaianica, comandata dal Maresciallo Pippo Bisignani. Dalle prime ricostruzioni, sembra che le liti tra i due conviventi fossero all'ordine del giorno, soprattutto per motivi di gelosia. Ma questa volta è finita in tragedia. Sulle scale le tracce di sangue lasciate dall'omicida durante il tentativo di fuga, finito dopo neanche mezz'ora grazie al pronto intervento delle forze dell'ordine.

PICCHIA LA CONVIVENTE CON CALCI E PUGNI, ARRESTATO TUNISINO Si nascondeva tra le dune del litorale tra Torvaianica ed Ostia, in una tenda insieme alla convivente, nel tentativo di sfuggire all’arresto della Polizia. L’uomo, un 27enne tunisino, era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di violenza sessuale avvenuta lo scorso anno nei confronti di una cittadina romena, ma il suo comportamento violento lo ha messo nei guai ancora una volta. Al termine di una lite, avvenuta il 27 Giugno, ha picchiato la convivente con calci e pugni fino a farle temere per la propria vita se fosse rimasta nella tenda con lui. La donna mentre percorreva la via Litoranea per sottrarsi all’uomo, ha fermato una Volante della Polizia impegnata nel pattugliamento della zona. Visibilmente spaventata ed agitata, ha raccontato agli agenti di essere stata picchiata dal suo convivente e di avere paura a ritornare nella tenda dove i due dormivano. Prima di essere sottoposta alle cure dei sanitari, la donna ha mostrato ai poliziotti l’alloggio di fortuna condiviso con il tunisino. Barhoumi Bilel, che

STALKING DOPO TENTATO OMICIDIO: ARRESTATO MAROCCHINO 32ENNE Perseguitava la sua ex ormai da più di un anno, arrivando al punto di far esasperare talmente la sua vittima da “costringerla” a reagire con un fendente al collo. Ma il 27 Giugno la storia di violenza che ha visto protagonisti un 32enne pregiudicato, di origine marocchina in Italia senza una fissa dimora, ed una donna di 10 anni più grande è terminata grazie all’intervento dei Carabinieri della Stazione di Marina Tor San Lorenzo, che hanno arrestato l’uomo in ottemperanza ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Velletri poiché ritenuto responsabile di “stalking” e di vari reati contro la persona ed il patrimonio. L’uomo, dopo aver interrotto la relazione con la ex convivente, domiciliata nel famigerato complesso Le Salzare di Tor San Lorenzo, non riusciva proprio a rassegnarsi all’idea che la donna potesse incontrare altre persone, tanto da renderle la vita impossibile. I Carabinieri di Tor San Lorenzo, a conclusione di una meticolosa attività investigativa, hanno accertato che il ragazzo, dall’aprile 2011 ad oggi, aveva posto in essere una serie di condotte violente e persecutorie nei confronti della ex convivente e delle persone che cercavano di intrattenere una relazione con lei. La persecuzione dello stalker andava dal semplice pedinamento fino a vere aggressioni, sia verbali che fisiche, accompagnate il più delle volte da minacce varie ed ingiurie. Le indagini hanno permesso di appurare che il 32enne, in almeno due casi, era entrato nell’abitazione della donna asportando denaro contante ed oggetti vari. La vittima, che in più circostanze è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari per le lesioni riportate - che hanno riguardato talvolta anche altre persone che si trovavano con lei - nello scorso gennaio dopo l’ennesima discussione avvenuta nei giardini di Torvajanica, presa dall’esasperazione, aveva sferrato un fendente al collo al proprio stalker. Per questo la donna fu arrestata nella stessa giornata dai carabinieri di Pomezia per tentato omicidio, e tuttora si trova sottoposta al regime degli arresti domiciliari. Nonostante quanto accaduto il pregiudicato, una volta ripresosi, ha continuato imperterrito la sua azione di disturbo nei confronti della donna, arrivando a minacciarla e a perseguitarla presso la sua abitazione, incurante del fatto che fosse sottoposta ad una misura cautelare. La persecuzione è terminata con l’arresto, avvenuto mentre il marocchino si stava recando per l’ennesima volta dalla ex convivente.

L'Arpa - Agenzia Regionale Protezione Ambientale - dice che il mare a Torvaianica è pulito, peccato che l'Amministrazione sporchi l'ambiente affiggendo manifesti in spazi non consentiti...

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AMBIENTE, ROBA DA STUDENTI I l Liceo Pascal di Pomezia anche quest'anno ha inserito nel proprio programma due corsi di Educazione Ambientale dell'Associazione "Remmondo". I corsi sono “Inquinamento atmosferico e problema Amianto” per le classi IV, “Inquinamento dell'acqua e confronto tra acqua in bottiglia e acqua del rubinetto” per le classi I. Entrambi i corsi sono terminati con un concorso che ha previsto per ogni classe la presentazione di un articolo di giornale, un reportage fotografico ed un mini TG. Per le classi IV l'argomento è stato "Amianto a Pomezia", per le classi I "Acqua a Pomezia". Un concorso per sensibilizzare i giovani sull’ambiente. Mesi di ricerca, di lavoro accurato per capire di quali problemi soffre maggiormente l’ambiente nel nostro territorio. Il tutto riportato in un “articolo”, corredato di foto e video. Lavori originali, alcuni ottimi, altri un po’ meno, ma tutti degni di nota. Il Corriere della Città era tra la giuria del concorso, che ha visto vincere la Iª A e la IVª H. La proclamazione dei vincitori è avvenuta alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Pomezia Rosaria Del Buono. Come premio i ragazzi hanno ricevuto l’abbonamento annuale ad una rivista ambientale. Per riconoscere la loro buona volontà, la nostra redazione ha deciso di pubblicare, così

come sono stati scritti, i due “articoli” vincitori, mentre per il prossimo anno scolastico abbiamo dato la disponibilità per tenere un mini corso di giornalismo per gli studenti del Liceo.

ACQUA ASSASSINA A d Ardea non in tutte le case l'acqua che sgorga dal rubinetto è potabile. Questo è dovuto sia da fattori naturali che umani. Ardea sorge su una rocca tufacea e per questo le acque potabili sono a contatto con sostanze molto pericolose come l'arsenico ,il vanadio e il fluoro. Ma Ardea non ha ancora un potabilizzatore funzionante al 100% e si prevede il totale funzionamento nel 2014 . Per questi motivi alcune zone della città non ricevono acqua potabile e le famiglie sono costrette a comprare bottiglie d'acqua incrementando l'inquinamento ambientale. A seguito delle recenti analisi effettuate dalla Asl Roma H sull’acqua erogata dal pozzo di via Carlo Poerio(Ardea), il Sindaco Carlo Eufemi ha emesso un’ordinanza al fine di tutelare i cittadini residenti nella zona servita da tale acquedotto. I parametri di arsenico riscontrati dalle ultime analisi sono risultati pari a 14 microgrammi/litro, valore superiore ai 10 mg/L del D.Lgs. 31/2001, ma comunque inferiore ai 20 microgrammi/litro, limite previsto in deroga dal DPR Lazio n. T0258 del 19 luglio 2011. Pertanto è possibile utilizzare l’acqua erogata per tutti gli usi potabili, domestici e alimentari ad eccezione per gli usi potabili e il consumo destinati ai bambini di età inferiore ai 3 anni (reidratazione e ricostituzione alimenti: preparazione biberon, the, minestrine, ecc) e alle donne in gravidanza. Le analisi condotte ad Ardea, non sono state effettuate in tutte le zone del comune e non hanno seguito completamente le norme di sicurezza e affidabilità emanate dalla legge pubblicata dal presidente della repubblica nel 1989, la quale prevede che tutte le regioni debbano effettuare un’analisi “settoriale”, per garantire il consumo dell’acqua potabile ad ogni ente famigliare; ogni comune,invece, secondo tale legge ha l’obbligo di effettua-

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Rischio avvelenamento ad Ardea

re le medesime analisi ad ogni famiglia del territorio, non trascurandone alcuna. “Noi non abbiamo ricevuto l’assistenza di uno specialista che ci indicasse le operazioni da svolgere per effettuare un’ analisi precisa , al fine di garantire estrema affidabilità; Ad alcuni di noi non sono state effettuate affatto , solo ad altri, più fortunati sono state effettuate in maniera superficiale, senza rispettare i criteri prescritti dalla normativa che regola il settore; in quest’ultimo caso il sindaco si è solamente preoccupato di spedire dei contenitori in plastica e lasciare che gli abitanti li riempissero di acqua, senza sapere come svolgere l’operazione”. Così si esprime la popolazione di Ardea, evidenziando più volte la superficialità con cui sono state svolte queste analisi, infatti sono state trascurate famiglie, che ora non hanno ancora acqua potabile nella propria abitazione. Una soluzione potrebbe essere terminare il prima possibile la progettazione e l’esecuzione dei lavori per la realizzazione di un nuovo potabilizzatore, che sono bloccati per la mancanza dei fondi che dovrebbero essere stanziati dalla regione. Il nuovo impianto sarà a servizio di molteplici comuni: Ardea, Albano Laziale (parte), Lanuvio, Ariccia, Nemi, Genzano. In parallelo avverrebbe l'eliminazione degli impianti di Fontana di Papa (in comune di Ariccia) e Monte Giove (in Comune di Genzano – Nemi) e la realizzazione dei collegamenti tra iquelli eliminati ed il nuovo . Grazie a questi lavori si potrebbe potabilizzare l'acqua proveniente dal pozzo di via Carlo Poerio e le famiglie risparmierebbero un ingente somma di denaro. Gli studenti della 1ª A

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LA FIBRA D'ORO CHE NON LUCCICA L ’asbesto, comunemente detto amianto, è un minerale naturale con struttura microcristallina, di aspetto fibroso, appartiene alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. Presente in natura, può essere ricavato dopo macinazione ed arricchimento, per poi essere lavorato in diversi modi e, addirittura, essere tessuto. In Italia, la parola amianto indica sette composti differenti: Crocidolite, Cristolio (dal greco “fibra d’oro”), Amosite, Balangeroite, Tremolite, Antofillite e Actinolite. Minerale ignifugo, l’amianto è praticamente indistruttibile, da qui la denominazione “Eternit” del cemento-amianto, utilizzato per costruire, soprattutto, tetti e contenitori per l’acqua. L’amianto appare per la prima volta nell’antica civiltà dei Persiani, i quali chiamavano l’asbesto “lana della salamandra” proprio a causa della sua resistenza al fuoco; fu usato come unguento, per la creazione di manufatti a scopi magici e, nel corso del 1800, fu utilizzato per la prima volta dalle industrie. Fin qui, sembra che l’amianto sia il minerale perfetto, purtroppo le polveri contenenti fibre di amianto causano nell’uomo gravi patologie come l’asbestosi, il mesotelioma pleurico e il carcinoma polmonare. L’emergenza amianto” attuale nasce dall’utilizzo dell’Eternit per la costruzione di tetti per le abitazioni e per le industrie, i quali espongono l’uomo alle polveri contenenti fibre di amianto. Ma questa è una spiegazione che, attualmente, potete ascoltare da un chimico o un geologo; una definizione ragionata, riflesso di studi e ricerche. Ma quanto ne sa la popolazione italiana dell’asbesto, comunemente detto amianto? Per illustrare il grado di conoscenza, anche se sarebbe più corretto scrivere di ignoranza, della popolazione nei riguardi dell’amianto, non posso continuare sulla falsariga della prima parte dell’articolo. Devo “scendere”, per quanto riguarda l’aulicità della forma, ad un livello alla portata di tutti, devo insinuarmi, anche letterariamente, tra la gente. Ed

una volta insinuatomi, cosa ho scoperto? Che la gente non ne sa nulla. L’impiego dell’amianto in Italia è fuori legge dal 1992, nel 1995 una normativa coinvolgeva l’INAIL e nuovamente nel 2003 la normativa che vedeva coinvolto l’ente pubblico prima citato viene modificata, facendo nuovamente notizia, arrivando nuovamente nelle case degli italiani. Sono passati diciassette anni dall’emanazione della legge che proibiva l’uso dell’amianto; proibito proprio perché dannoso per la salute … e la gente continua a non sapere che nell’edificio posto di fronte alla propria abitazione è presente un tetto in amianto o che l’azienda posta ai margini della propria città fa ancora uso dell’asbesto, esponendo i lavoratori ad una malattia mortale. Ma se la gente non ne sa niente, non posso non affermare che qualcosa, nel sistema italiano, ha fallito. Sia chiaro, non scrivo questo articolo per incolpare qualcuno, scrivo perché la popolazione ancora non riesce ad alzare gli occhi e rendersi conto che la “minaccia amianto” è tutt’altro che finita, scrivo con la speranza che qualcuno riesca ad uscire dal suo “stato di minorità”, se vogliamo emulare lo stile di Kant, per iniziare ad agire, anche se spinti dall’intento egoistico della benevolenza della propria salute. Devo ripetervelo e ripetermelo: qualcosa ha fallito e, anche se ho affermato di non voler incolpare nessuno, voglio però che siate voi, e con “voi” mi riferisco alla popolazione italiana, estraniandomi per un attimo dalla funzione di cittadino, a far evolvere la situazione. Informazione, volontà e azione, sono questi i mezzi per mettere fine all’emergenza della “fibra d’oro” che di oro, per nostra sfortuna, non ha nulla.

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Gli studenti della 4ª H

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ILa LOVE TORVAIANICA manifestazione della Proloco anima le serate sul lungomare pometino

almeno a 40: tutto ciò che arriva come contributo viene infatti reinvestito in attività di intrattenimento. Abbiamo tanta musica, dai balli di gruppo alla discoteca, dalle cover di band famose alla canzone popolare romana e napoletana. Ma ci sono anche giochi per bambini, attrazioni per i giovanissimi, come i ragazzi di Amici, e spettacoli, come il cabaret, per tutta la famiglia. Ci saranno poi serate particolari, con dimostrazioni di wrestling o, il 15 luglio, con un fuori programma che vedrà protagonista un nostro concittadino, Roberto Meloni, campione di judo in partenza per le Olimpiadi di Londra. Molto particolare la serata interculturale dedicata alla Romania: vista la numerosa presenza di cittadini rumeni a Torvaianica mi sembrava doveroso fare qualcosa anche per loro”. Con questa manifestazione Torvaianica, per la prima volta, è illuminata per tutta l’estate. “Si, abbiamo deciso di lasciare le luminarie, che coinvolgono quasi 4 km di strade, sempre accese, anche quando non ci sono rappresentazioni”.

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’estate a Torvaianica è partita sotto l’insegna della Proloco, anzi, con l’insegna “I Love Torvaianica”. Di questa iniziativa, che accompagnerà turisti e residenti fino al 26 Agosto, parla il promotore Fabio Miatti, presidente della Pro Loco. “Abbiamo semplicemente riannodato il filo con quanto fatto, anche se in maniera molto ridotta, due anni fa, quando alcuni spettacoli da noi organizzati hanno trovato un enorme riscontro positivo”. Ma questa volta si parla di un’intera estate… “Noi della Proloco abbiamo pensato di offrire un programma che andasse a sopperire alle carenze economiche dell’Amministrazione comunale, che non avrebbe potuto affrontare la spesa per poter garantire un’estate piena di eventi”.

Se non arrivano dal Comune, da dove sono stati presi i fondi per gli spettacoli? “Grazie alla collaborazione delle due sigle sindacali del commercio e i rispettivi presidenti, Astrid Fragalà per la Confcommercio e Gianni Martinelli per la Confesercenti, siamo riusciti a coinvolgere commercianti, che hanno partecipato non solo attraverso contributi economici, ma addirittura con serate e spettacoli organizzati direttamente da loro”. Che genere di spettacoli ci sono in programma? “Sono sicuramente variegati, per accontentare tutti i tipi di pubblico, dai bambini agli anziani, passando dai ragazzi e dalle famiglie. Al momento abbiamo confermato 36 spettacoli, ma speriamo di arrivare

La manifestazione, però, non è solo spettacoli, ma anche “bancarelle”, più volte contestate dai commercianti stanziali negli anni precedenti. Bancarelle forse odiate da qualcuno, ma sicuramente molto frequentate da chi passeggia per il lungomare. “Vorrei fare una precisazione: a gennaio abbiamo fatto una sorta di referendum con raccolta firme tra i commercianti delle strade interessate all’iniziativa. Tra questi, abbiamo ricevuto 72 consensi e solo 7 voti contrari. Mi sembra quindi che anche gli stanziali apprezzino l’aumento di flusso di turisti e residenti dove vengono installate le bancarelle, che indubbiamente attirano le persone, favorendo di conseguenza anche la visibilità dei negozi tradizionali. Per quanto riguarda le “bancarelle”, voglio approfittare dell’occasione per ringraziare il presidente dell’ANVA Antimo Ianniello, che ha provveduto all’allestimento dell’area di viale Francia e Viale Spagna. Ringrazio inoltre i volontari della Proloco, in particolar modo Cesare, Maurizio, Alessio, Mario ed Alessandro, tutti quei commercianti che ci hanno dato fiducia, le forze dell’ordine, la Pomezia servizi, tutti i dipendenti, funzionari e dirigenti del Comune di Pomezia che ci hanno coadiuvato per il rilascio di tutte le autorizzazioni e, ovviamente, l’Assessore Rosaria Del Buono ed il Sindaco Enrico De Fusco”. Tornando all’Amministrazione, ci sono serate organizzate direttamente dal Comune di Pomezia? “Purtroppo no, almeno finora”. Quindi, a prescindere dai gusti personali, se non ci fosse stata la Proloco questa estate sarebbe stata davvero buia, in tutti i sensi… Alfredo Corrao

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G

ol, prodezze e sfide imperdibili tra stelle di prima grandezza di tutto il calcio pontino: va in onda lo spettacolo della 1° edizione del torneo “Pontina calcio a 7 show”, la grande novità dell’estate calcistica 2012. Organizzato dalla redazione di “Pontina calcio show” – il fortunato format televisivo rivelazione tra i programmi sportivi dell’emittenza locale, in onda sulle frequenze di TelePontina, Supernova e Amicitv – Pontina calcio a 7 show è l’unico torneo di calcio “a sette” dedicato alle società dilettantistiche partecipanti ai vari campionati locali, dall’Eccellenza, alla 3° categoria. Dal 30 Maggio al 20 Luglio, ogni Mercoledì e Venerdì tre partite a sera, dirette da arbitri professionisti presso il campo dei Preti, a Pomezia, in via Orazio: 12 squadre s’incrociano in due gironi da 6, indipendentemente dalla categoria, e in anomale formazioni a 7 che esaltano le qualità tecniche dei calciatori. Tra chi insegue la palma di miglior giocatore, chi scruta volti nuovi e chi si propone grazie alla ribalta della vetrina televisiva, “Pontina calcio a 7 show” sta così animando le sere, raccogliendo consensi e ritagliandosi fin dall’esordio un ruolo autorevole, e dopotutto unico, nel panorama dei vari tornei estivi. La vera differenza è soprattutto nella presenza delle telecamere di “Pontina calcio show”: per una copertura totale dell'evento. Tutti i gol, ricche sintesi, e tutte le interviste di ogni partita in esclusiva assoluta in onda su Telepontina (ch. 115). Non è finita: news, foto ed approfondimenti giornalistici e statistici in costante aggiornamento sul sito www.pontinacalcioshow.it, dove è possibile rivedere gli highlights della kermesse e consultare album fotografici dell'evento unici nel loro genere. Mai prima d’ora l’offerta mediatica è stata così massiccia per un torneo estivo: il tutto, con il marchio di fabbrica della professionale redazione sportiva di TelePontina. Daniele Silvestri

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PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:

E-MAIL:

CHIUSURA REDAZIONALE: 28/06/2012

Maria Corrao

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redazione@ilcorrieredellacitta.it direttore@ilcorrieredellacitta.it

Numero 7 Anno 4 LUGLIO 2012 - Distribuzione gratuita

IN REDAZIONE:

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

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DIRETTORE RESPONSABILE:

EDITORE: La Città

Alessia Ambra Achille, Mauro Valentini Luca Mugnaioli, Matteo Acitelli Alfredo Corrao, Pietro Conti, Savino Tommasi, Giuditta Zampiero Claudia Sperduti, Michele Lotierzo Luglio 2012

MA&MC

STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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Curiosità:

MIGLIOR GIOCATORE: BAYSLAK. Lo sgusciante attaccante dell’Unipomezia, con due preferenze già conquistate in 4 partite, si stacca da un gruppo nutrito di “best players”, eletti ogni sera dallo staff di Pontina calcio show sulla base delle prestazioni individuali, partita per partita.

IL GOL PIU’ BELLO: ROMAGNUOLO (Costruzioni Di Gioia.it – Real Airone Ardea). Il bomber stoppa di petto un difficile pallone aereo, svetta difendendo la sfera spalle alla porta, tenta la rovesciata si coordina perfettamente e piega il portiere. Lasciandosi poi andare ad una meritata, entusiastica esultanza.

Classifica Marcatori: 8 GOAL: KLAUSS SEFERI (PCS All Stars)

6 GOAL: AURELIO AQUILANI (Atletico Telepontina) EMANUELE BAYSLAK (Unipomezia)

5 GOAL: ROBERTO DE ANGELIS (ASD Campoverde) STEFANO PETTINARI (Real Airone Ardea)

4 GOAL: ROBERTO MANCA DI MORES (Atletico TSL) PASQUALE ROMAGNUOLO (Costruzioni Di Gioia.it) GIANLUCA FRANCO (Lido dei Pini)

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CAMPIONATI REGIONALI DI EQUITAZIONE F.I.S.D.I.R.: POMEZIA E TOR SAN LORENZO GRANDI PROTAGONISTI S i è svolta nelle giornate del 16 e 17 Giugno scorsi la quarta edizione dei Campionati Regionali F.I.S.D.I.R. (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettive- Relazionali ndr) presso gli impianti del Centro Militare di Equitazione di Montelibretti (Roma). Al concorso, suddiviso in due giornate, hanno partecipato 13 società sportive laziali di equitazione promozionale ed agonistica , nonché specialistica per portatori di handicap. Due le specialità presenti: Gimkana e Dressage. L’evento, molto apprezzato e seguito dal pubblico, è stato organizzato e diretto dalla Dr.ssa Francesca Tedeschi responsabile delle attività sportive per disabili all’interno del Centro Militare di Equitazione di Montelibretti. I RISULTATI: IL NOSTRO TERRITORIO PROTAGONISTA – Due primi posti, medaglie d’oro per Alessia Picchi e Luigi Cannata, ed un terzo piazzamento, medaglia di bronzo, sempre per Alessia Picchi. Questi i grandi risultati ottenuti dai nostri portabandiera, entrambi appartenenti alla società A. s. d. ESERCITO Centro Militare, nella competizione, a testimonianza che l'Ippica nel nostro territorio non è certo disciplina sconosciuta. Venendo alle gare, l’atleta Alessia Picchi - Tor San Lorenzo classe 1988 - si è imposta salendo sul gradino più alto del podio nella prova Dressage livello medio con il cavallo Fumea, ottenendo poi un ottimo terzo posto nella prova Gimkana, grado elementare. La competitor Ardeatina non è certo nuova a tali successi: basta scorrere i resoconti delle sue ultime apparazioni per accorgersi delle vittorie tra le altre, della scorsa edizione della competizione nonché

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del successo riportato nella prima proposizione dei Campionati Regionali di Equitazione all'interno della specialità “Dressage”, grado elementare. La vera rivelazione della manifestazione, sempre considerando i nostri atleti in concorso, è stato tuttavia Luigi Cannata Pomezia, classe 1987 - in sella al cavallo Nadir, vincitore nella prova di Dressage grado elementare. Citazione particolare inoltre, la merita anche un giovane atleta del territorio, Fabrizio Picchi (Tor San Lorenzo, classe 1992) anch'egli appartenente all'A.s.d. Esercito c.m.e., per la sua ottima performance nella prova di Gimkana grado elementare.

Il “Team” degli allenatori – I risultati, specie quando così importanti, non sono certo frutto del caso, ma la risultante di lunghi periodi di allenamento sotto le disposizioni, a volte rigide, degli allenatori. Impossibile dunque non sottolineare lo straordinario lavoro delle istruttrici Francesca Tedeschi, Francesca Sansone e Cristiana D’Anna, team manager presso la struttura di Pomezia, il Circolo Ippico Montedoro. Il prossimo obiettivo sarà la quarta edizione del Campionato Italiano di Equitazione presso il centro Equestre Caldese di Città di Castello (Perugia) che si svolgerà dal 6 al 8 Luglio 2012, dove si tenterà assolutamente di ripetere i grandi risultati ottenuti,nel tentativo di esportare l'Ippica locale anche al di fuori dai confini regionali. Luca Mugnaioli

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Pagina autogestita da Giuliano Piergiovanni


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THE LAST OF US L ’E3 2012 ha mostrato un buon numero di titoli interessanti, ma è stata Sony a regalare le emozioni più grandi con il videogameplay dell’esclusiva The Last of Us, titolo sviluppato da Naughty Dog annunciato circa due anni fa. Dopo molto silenzio dunque, il gioco si mostra già in fase avanzata e stupisce per innumerevoli motivi, tanto da prendersi le lodi di Kojima, che si è detto impressionato dalla nuova avventura del team americano autore della serie Uncharted.

Un uomo, una ragazzina e la sopravvivenza Le premesse di The Last of Us sembrano apparentemente appoggiarsi su qualcosa di già visto: lo scenario è quello degli USA postapocalisse, in cui ogni angolo del Continente è stato contaminato dall’epidemia di un fungo che ha lentamente mandato in rovina l’intera civiltà americana, trasformando molti cittadini in zombie e tutti gli altri in sciacalli. La storia comincia nel Massachusetts, precisamente a Boston, e vede coinvolti due protagonisti: Joel ed Ellie. Joel è un ex cacciatore sulla quarantina che ha visto lo svilupparsi dell’epidemia, con un passato ricco di violenze e colpe da espiare; Ellie è una ragazzina di 14 anni nata già nell’epoca moderna, quando ormai l’epidemia aveva fatto il suo corso, ed affascinata da ciò che rimane della storia americana pre-apocalisse, civile e non. I due si ritrovano a viaggiare insieme nel tentativo di fuggire dalla zona contaminata dopo che Joel avrà promesso ad un amico di portare in salvo la ragazzina. La lotta per la sopravvivenza mostrerà, a detta degli sviluppatori, un’originale coinvolgimento emotivo in cui le conseguenze dell’epidemia - ovvero gli zombie e gli sciacalli faranno solo da contorno alla relazione tra Joel ed Ellie, che cominceranno a cooperare per il bene comune. La coppia è quasi inedita per un videogame, ma lo è certamente in queste circostanze, in cui la maturità ed il coraggio di Ellie faranno spesso la differenza, affiancate dalla forza e dalla sicurezza su cui conterà Joel.

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Cooperazione, tattica, esplorazione e casualità Sette minuti di gameplay nella conferenza E3 bastano ed avanzano al titolo Naughty Dog per fare incetta di premi della critica. La sequenza mostra un po’ di tutto, anche se lascia spazio a diverse altre idee e caratteristiche non svelate. Joel ed Ellie si muovono con cautela nella città ormai deserta ed in disuso, cercando di trovare la via più agevole per proseguire il cammino. Joel riesce ad entrare in un edificio, probabilmente un tempo condominio: la struttura è abitata da diversi sciacalli, e mentre i due protagonisti parlottano cercando di capirci qualcosa, comincerà il primo scontro a fuoco: Joel si ripara dietro armadietti e muri, utilizzando soprattutto combattimenti corpo a corpo per avere la meglio sull’avversario armato, ma dopo aver eliminato la prima minaccia gli altri non si faranno attendere, chiamando il videogiocatore a studiare subito

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una tattica per uscirne vivo. Lo scontro a fuoco aperto è praticamente la via più difficile: come in ogni survival, i proiettili sono pochissimi, il prezzo è invece altissimo, pertanto i nemici spareranno con molta precisione e velocità. Considerata la scarsità di medicinali e cure in generale, l’utente dovrà cercare di risparmiare munizioni e salute con l’ingegno. Il video mostra Joel aggirare i nemici entrando nelle stanze comunicanti per poi prendere di soppiatto gli sciacalli. Se il fine giustifica i mezzi, ci si fa subito scudo con un nemico, inducendo tutti gli altri a non sparare per non rischiare di uccidere il compagno, mettendo in posizione di vantaggio il protagonista. Ellie intanto segue il suo protettore, stando attenta a non farsi vedere, e partecipa all’azione passivamente, raccogliendo ciò che può esserle utile. Joel spara al nemico titubante ed elimina anche colui con cui si era fatto scudo - semplicemente picchiandolo con l’arma - ma nella stanza sopraggiunge un altro sciacallo: l’ex cacciatore non ha più munizioni in canna e quando se ne accorge il suo avversario comincia ad avvicinarsi spavaldo per eliminare il protagonista: è proprio in questo momento che Ellie tira fuori il suo coraggio lanciandogli dritto in testa un mattone che aveva recuperato pocanzi, regalando a Joel la possibilità di finire il nemico. Cooperazione, tattica, esplorazione e casualità: se Joel non fosse entrato nelle stanze comunicanti, Ellie non avrebbe recuperato il mattone; se Joel non si fosse fatto scudo col nemico i proiettili sarebbero finiti prima. Il video termina poco più avanti, quando l’uomo ormai privo di qualsivoglia potenza di fuoco costruisce una molotov per fronteggiare altri due nemici: il primo viene dato alle fiamme, mentre il secondo - in preda al terrore - viene abbattuto con la forza del suo stesso fucile, implorando pietà. L’incedere di Joel ed Ellie si appoggia a passi incerti e cauti, come detto all’inizio: Naughty Dog ha lavorato molto sulla naturalezza dei movimenti, a cominciare dal sistema di copertura che sembra fondersi col gameplay “libero”. Spesso e volentieri l’ancoraggio dietro un ostacolo separa il protagonista dall’ambiente, mentre in The Last of Us, notiamo Joel appoggiarsi semplicemente all’armadio o al muro, senza forzare più di tanto il movimento, proprio come se volesse cercare di muoversi in silenzio senza allertare gli sciacalli. Quando viene colpito da un proiettile, l’uomo scivola verosimilmente in terra, così come quando è chiamato a muoversi rapidamente verso la stanza adiacente. Ben più rapida è Ellie, che non da l’impressione di essere stanca, pur ostentando una certa sicurezza nei movimenti. Gli elementi per un capolavoro di giocabilità ci sono tutti: tensione, tempismo, survival e azione. L’avventura si divide tra il dinamismo delle azioni durante gli scontri e l’esplorazione dell’ambiente, sempre molto lenta. Quando l’utente entra nell’inventario, Joel si toglie lo zaino e comincia a guardarci dentro, recuperando gli oggetti che il videogiocatore Luglio 2012

ha intenzione di usare: in questi frangenti il gioco non viene messo in pausa e pertanto il protagonista è inerme, rendendo necessario il pianificare le azioni da svolgere in circostanze sicure e tranquille.

Ogni goccia al suo posto Parlando di un prodotto targato Naughty Dog viene subito da pensare che il comparto grafico sia una perla del mercato, ed è proprio così. In quei 7 minuti scarsi di videogameplay ci si perde nei dettagli e nella cura maniacale per i particolari sia all’interno che all’esterno, nonostante la zona all’aperto duri una manciata di secondi. L’ambiente sporco, le stanze sottosopra e l’interazione con gli oggetti: le sequenze corpo a corpo mostrano colpi proibiti ed espressioni del viso che rendono davvero l’idea dell’emozione dei personaggi, con lo sciacallo spaventato ed inerme mentre Joel gli spezza il fiato, piuttosto che dare a qualcuno una testata contro l’armadietto che spinge l’oggetto sopra di esso. Effetti sul viso e sul pavimento, il sangue che esce dal naso in seguito ad una botta col fucile e chiazze ovunque vi sia una colluttazione, rendono visivamente ciò che è successo nell’arco di qualche secondo, senza considerare gli effetti audio e il doppiaggio: Joel zittisce Ellie quando capisce la minaccia, spifferi oltre le porte, imprecazioni, frasi balbettate per la paura.

Capolavoro annunciato? The Last of Us sembra a tutti gli effetti quel titolo destinato a prendere il perfect score ovunque, magari allontanato dalla perfezione solo perché “la perfezione non esiste”, ma che in realtà se la meriterebbe. In 7 minuti pare evidente trovarsi davanti un prodotto forte sotto ogni aspetto, che si fa forza di una trama perlopiù concentrata su sentimenti ed emozioni, in cui le azioni del survival seguono per forza di cose e i due protagonisti se ne caricano il peso perché si deve, pur di uscirne vivi. Il survival Naughty Dog vedrà la luce nella seconda metà del 2013. Angelo Bruno www.cyberludus.com


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di Luca Mugnaioli NOTIZIE TASCABILI “CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI”

CRONACA: Tragica gita sul monte Calvana, un bimbo morto, altri 60 soccorsi. La comitiva ha camminato sotto il sole per chilometri, poi uno di loro, Franco, è andato in arresto cardiaco. Doveva essere una semplice gita sul monte Calvana, località casa Bastioni, vicino a Prato. Una come tante altre, in gruppo. Ma la lunga passeggiata in mezzo alla natura di oltre sessanta bambini (fra gli 8 e i 16 anni) della parrocchia di Paperino si è trasformata in una tragedia. Dopo aver camminato per chilometri un bambino, di 11 anni, Franco Lori, è entrato in arresto cardiaco ed è morto. Saranno gli accertamenti sul cadavere a stabilire le cause della morte: «Le indagini sono a 360 gradi», ma fra le ipotesi prese in considerazione dagli investigatori c'è anche quella che alla base del malore che ha provocato il decesso del bambino durante la gita sulla Calvana a Prato ci sia «un problema congenito». (FONTE:http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2012/26-giugno2012/bimbi-scout-disidratati-stremati-soccorsi-monte-grave--201770036529.shtml FOTO: Bernardini - Ansa - Sestini)

POLITICA: Casini, "Temo elezioni anticipate" - Intervistato a Otto e Mezzo, il leader dell'Udc commenta: "Io penso che sarebbe folle ma temo elezioni anticipate". Poi, tornando sul tema dell'alleanza tra progressisti e moderati: "Propongo di passare da un governo tecnico ad un governo con connotazioni politiche che unisca le forze migliori del Paese. Volete chiamarla svolta? Fatelo, ma è in piena continuità con ciò che ho sempre detto". Nel frattempo il faccia a faccia tra Monti e il leader dell'Udc potrebbe svolgersi dopo il Consiglio europeo, ma tra i due c'è già stata una telefonata definita "rassicurante". (FONTE: LA REPUBBLICA) SENTENZE: Taxi, la Corte d'appello conferma: «Sanzioni per i blocchi del 2006» ROMA - La Corte di Appello di Roma ha accolto il ricorso presentato dall'Autorità di garanzia sugli scioperi, relativo ai blocchi effettuati dai taxi in varie città italiane nel luglio del 2006, quando, nelle Aule parlamentari, venivano discussi interventi legislativi in tema di liberalizzazioni. È quanto si legge in una nota della Commissione di garanzia per lo sciopero. Riconosciuta, in breve, la responsabilità delle associazioni di categoria. (FONTE: IL MESSAGGERO)

TRATTATIVA L'APPROFONDIMENTO: MAFIA-STATO, I DOCUMENTI DEL PRESUNTO PATTO. La lettera a Scalfaro scritta nel 1993 dai familiari dei boss detenuti al 41bis. L'appunto in cui il direttore del Dap Nicolò Amato suggerisce l'alleggerimento del carcere duro. E l'elenco completo dei mafiosi che ne beneficiarono. Queste alcune delle carte al centro dell'inchiesta di Palermo sui presunti accordi segreti per fare cessare la stagione delle stragi. Il Fatto Quotidiano prova a riscostruire la storia di una vera e propria trattativa iniziata con una lettera dei familiari dei boss in cui si parla di “mutande e biancheria” per far calare le braghe allo Stato. Una trattativa che la pubblicistica in voga vorrebbe sia stata chiusa dall’allora ministro Giovanni Conso con il rilascio di 334 mafiosi, usciti dal regime dell’isolamento nel novembre del 1993 e che invece potrebbe essere ancora aperta, come dimostra la storia di una strage mancata durante una partita di calcio, Roma-Udinese del 23 gennaio 1994. Il punto di rottura degli equilibri decennali tra Stato e mafia, nelle ricostruzioni, potrebbe essere stato il 31 gennaio del 1992, quando la Cassazione inflisse migliaia di anni di carcere ai boss mafiosi imputati al maxi-processo. (Consulta l'articolo completo sul sito www.ilfattoquotidiano.it.) EMILIA. "Don't cry, Emilia, don't cry" la notte magica del Dall'Ara Raccolti 2,5 milioni di euro - "Don't cry, Emilia, don't cry": dice Zucchero aprendo il concertone al Dall'Ara. Sul palco e sugli spalti c'è l'Emilia che non piange, che non si piega di fronte al terremoto, rappresentata da tanti suoi artisti di fama mondiale. "Sei qui per dire: il meglio deve ancora venire" incoraggia Ligabue. La stessa speranza di "Domani sarà un giorno migliore" di Paolo Belli, che trasforma il prato in un 'mare dell'amore', con migliaia di mani che ballano tutte insieme. Ci crede Cesare Cemonini, che canta "Ho visto un posto che mi piace, si chiama mondo". Tutti insieme, "con un amico vicino", come ricorda Andrea Mingardi. E' Francesco Guccini, comunque, con "Il vecchio e il bambino" a mettere subito su livelli altissimi l'emozione dei 40.000 dello stadio. La stessa che porta tutti a cantare l'eterna "Io vagabondo" con cui Beppe Carletti torna sul palco con i 'suoi' Nomadi. (FONTE: IL RESTO DEL CARLINO) Pomezia, Sport – Apriamo questa sezione dedicata allo sport locale portando una precisazione in merito alla rubrica calcistica apparsa sul Corriere del mese scorso. La foto a pag. 24 in alto a destra, ritraente il Team Nuova Florida in festa e riportata senza l'indicazione della fonte di provenienza, appartiene ad una serie di scatti del sig. Salvatore Cannata al quale vanno le nostre scuse per non aver pubblicato il suo nominativo. Passando alle notizie di questa fase estiva, in attesa che si riaprano i giochi il prossimo Settembre, segnaliamo l'ufficializzazione della fusione fra le Società Virtus Pomezia e Luglio 2012

Unipomezia; alla Città di Pomezia è stato inoltre assegnato il premio Fair Play per la stagione appena conclusasi.

Curiosità & Life Style

Vodafone presenta l’ombrello.. che ricarica il cellulare e aumenta il segnale! - Oltre a svolgere la normale funzione di riparare dalla pioggia quando piove, è in grado anche di ricaricare il cellulare quando c’è il sole, e di potenziare il segnale del cellulare. L’ombrello, sviluppato dal ricercatore Kenneth Tong dell’University College London, è dotato di pannelli solari sopra il tessuto, di un’antenna integrata e una porta USB sul manico. In questo modo, l’ombrello è in grado di generare una corrente a 12 Volt che può essere usata per ricaricare il cellulare. Inoltre l’ombrello è dotato di un alloggiamento per il cellulare, in modo da poterlo usare senza avere le mani impegnate. Il peso è di soli 800 grammi, quindi non c’è un incremento di peso eccessivo rispetto ad un normale ombrello.“È un po’ un ombrello da James Bond”, commenta l’inventore, “da chiuso non si capisce che è molto più di un normale ombrello”.

Vorrei quello Scarabeo con Diamante per favore! - Cosa c'entrano questi animaletti con le pietre preziose? Decisamente tutto se vi trovate in Messico. si sta diffondendo la moda dei Makech, grossi coleotteri dello Yucatan che vengono trasformati in gioielli, incollandogli sopra decorazioni in oro o altre pietre preziose. La leggenda alla base di queste “decorazioni” avrebbe radici nella tradizione Maya, e racconta di una principessa a cui fu impedito di sposare l’amato, e smise di bere e mangiare. Un sapiente, per toglierla dalle sue pene, la trasformò in una spilla vivente, in modo che potesse essere indossata dal suo amore, vicino al suo cuore, senza che la sua famiglia potesse impedirglielo . Inutile dire che la diffusione di questi “gioielli” ha sollevato numerose proteste da parte degli animalisti, che denunciano questa pratica come una forma inutile di violenza su animali.(FOTO E ARTICOLO: notizie.delmondo.info) SAPEVATE CHE..LA CHIAVE A BRUGOLA A TESTA ESAGONALE CHE HA RIVOLUZIONATO L'ASSEMBLAGGIO DEVE IL SUO NOME A EGIDIO BRUGOLA CHE LA BREVETTÒ NEL 1945, IDEANDONE ANCHE IL GAMBO A TORCIGLIONE. (FOTO: HTTP:// WWW.RIDERS-ONLINE.IT/?P=4249)

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LA VERA DIETA:“MENO PAROLE INUTILI E RAPPORTI PESANTI”

“CHI INGRASSA E’ AFFAMATO, MA DELLA VITA CHE NON VIVE”

L

a dipendenza dal cibo è spesso l’effetto della dipendenza di una mentalità rigida e da rapporti statici.

Ci preoccupiamo molto, soprattutto in questo periodo estivo, del nostro aspetto estetico ma poco invece ci soffermiamo a pensare perché scatta questo meccanismo che incessantemente ci porta a cercare ovunque il rimedio che ci possa riempire questo vuoto interiore. Perché effettivamente di questo si tratta. Si certo, si comincia una dieta perché vogliamo che il nostro fisico sia più gradevole, più armonioso. Ma ciò non basta se poi il nostro obiettivo è il bisogno di essere sempre perfetti con tutti. Proviamo a pensare, invece, che non solo dal cibo ci dobbiamo limitare per stare bene ma, anche e soprattutto, dalle parole inutili e dai rapporti pesanti, quelli obbligati, ripetitivi, statici. Quante volte mangiamo solo per noia, tra parenti e amici in cui il cibo era il solo argomento di relazioni vuote! E quante volte ci siamo sentiti vittime degli altri cercando conforto nel cibo? Che vita è quella di vivere per avere l’approvazione degli altri, del partner, degli amici, al lavoro – per sentirci dire che siamo bravi, perfetti?

30 04

Altro che liberarci delle esagerazioni alimentari, sarebbe meglio liberarsi di chi ci fa star male!! La prima dieta sarebbe quindi quella delle parole. Cominciare con l’evitare di confidare a chicchessia i nostri stati interiori, non mettiamo in piazza il nostro privato, non riempiamo la nostra testa di chiacchiere proprio come riempiamo di cibo il nostro corpo. Proteggiamo il nostro mondo interiore trattandolo come la cosa più preziosa che possediamo e la vita subito si alleggerisce di tante cose. E quando ci sentiamo davvero liberi? Quando riusciamo a stare bene anche da soli, autonomi ed indipendenti. Quando invece le relazioni sono ripetitive, statiche, chiuse, insoddisfacenti, abitudinarie, il cibo diventa l’unico barlume di gioia. Quante volte ci costringiamo a comportamenti dove chiniamo la testa a tutta una serie di regole per essere accettati, per essere parte del gruppo non tanto per il piacere quanto per la paura di essere messi da parte. Questi rapporti pesano sulla nostra vita perché non ci permettono di essere noi stessi, ma se non siamo noi stessi come possiamo pensare di essere in forma? Spesso si sente dire che si mangia troppo perché si soffre tanto. È il tipico atteggiamento di chi è ingabbiato dal vittimismo. Mangio troppo perché la vita è stata ingiusta con me, per il grande amore che non arriva, per colpa degli altri che mi hanno fatto soffrire, per colpa del genitore che non mi ha voluto abbastanza bene, oppure per la carriera che non ho fatto…. Si potrebbe continuare per un’ora e molti lo fanno per davvero! Sono i lamentosi, quelli che hanno sempre una recriminazione da fare verso il destino e la vita. Certo, una parte di verità in quelle frasi c’è, ma nessun dolore dura così tanto da farti vivere dopo anni in un’atmosfera mentale fatta di continui lamenti. A meno che questa atmosfera non sia stata creata apposta come alibi per auto-assolversi, perché così, in fondo, se non prendi in mano la tua vita la colpa è sempre di qualcun altro!! Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale

Luglio 2012




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