Il Corriere della Città - Dicembre 2016

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Anno 8 Numero 12

DICEMBRE 2016

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Buone feste Pomezia e Ardea,

sperando di vedere altre immagini nel 2017 Pomezia, mese caldo per la politica: le decisioni della giunta Fucci PAG. 8-11

Ardea: “polpette avvelenate” PAG. 12

Cosa non va sul territorio: le vostre (numerose) segnalazioni


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REFERENDUM Referendum, vince il No. L'Italia boccia la riforma di Renzi Dicembre 2016

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Affluenza sopra il 65%. A Pomezia e Ardea vincono i contrari al testo

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a riforma non passa. Il Paese, il nostro, l'Italia, ha deciso di dire no a quello che nelle intenzioni dei promotori doveva rappresentare il turning point per un'intera nazione. 59,1% contro 40.9. Il tanto anelato cambiamento, il salto di qualità per voltare pagina e abbattare una volta per tutte, sempre per chi sosteneva il testo, tutta una serie di aspetti che, a loro dire, avevano tenuto legato per troppo tempo l'Italia, non ci sarà, tutto resterà com'era (anche se inevitabilmente questo voto provocherà un vero e proprio terremoto politico). Il fronte del no ha giocato la partita scagliandosi contro la figura di Renzi - che sì, ormai è chiaro, poteva forse giocarsi meglio le carte a propria disposizione - e, stando ai risultati, ha fatto bene. Il no vince e dà un chiaro messaggio (soprattutto per il rapporto affluenza/voti per il No) a questo governo e ancor di più al Presidente del Consiglio che infatti incassa e, con un discorso da applausi fatto a caldo, anzi caldissimo, ammette "serenamente" la sconfitta e fa un passo indietro. Ma al di là di questo, di ciò che accadrà nei prossimi giorni e mesi, una cosa vale la pena sottolinearla. Questo referendum ha mostrato l'impossibilità, salvo qualche eccezione, di affrontare un tema così importante, come quello di una riforma costituzionale, così delicato, nel giusto modo. Tutto, alla fine, si è

Pomezia e Ardea dicono no

ridotto infatti ad un mero voto politico che però politico non era e, soprattutto, non doveva essere. E qui il mea culpa va recitato dai nostri cosiddetti rappresentanti, finiti vittima di un vortice beffardo da loro stessi creato. Quanti cioè hanno capito realmente cosa c'era in ballo - per carità sia in positivo che in negativo - con questa riforma costituzionale? Noi speriamo tanti ma la realtà, su un testo sicuramente controverso ma che è passato fin da subito in secondo piano e di cui non si è riusciti a capirne l'esatto contenuto, sembrerebbe essere un’altra. La sensazione è duqnue quella, come detto, di aver perso un'importante occasione: ovvero quella di dialogare, confrontarsi, e poi di decidere in assoluta libertà di pensiero. Una nota positiva comunque c'è stata: l'affluenza alle urne che mostra, forse, un lento riavvicinamento alla cosa pubblica. (Foto: Matteo Renzi ANSA/EPA)

Pomezia: 31.657 votanti su 46.155 elettori Ardea: 21.525 votanti su 35.251 elettori


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INCHIESTE

Dicembre 2016

Microcriminalità a Pomezia e Torvaianica Episodi “fisiologici” o qualcosa di più? Nel mese appena trascorso sono arrivate diverse segnalazioni alla nostra redazione in merito ad episodi che stanno creando non poca preoccupazione tra gli abitanti di Pomezia. Furti, vandalismo, episodi di spaccio: singoli casi s'intende ma che, nel complesso, non possono e non devono essere sottovalutati. Soprattutto perché, in molti episodi, il teatro di questi delitti è stato il centro cittadino. Partiamo proprio da qui allora. 10 Novembre: una cittadina straniera, dopo aver "stazionato" a lungo davanti ad un bar su Via Roma, ha rubato la borsa ad una signora scappando via tra lo stupore generale; sempre su Via Roma diversi lettori, nella maggior parte clienti delle varie attività commerciali che si snodano lungo la strada, hanno segnalato la presenza di un uomo (nella foto) che ha la spiacevole abitudine di importunare, fino ai limiti della molestia, i clienti delle attività commerciali. 5 novembre: un nutrito gruppetto di uomini, completamente ubriachi, ha iniziato a tirar bottiglie vuote contro le auto in sosta in una traversa della via principale cittadina scatenando le ire dei residenti. La settimana successiva, ancora, un uomo sarebbe stato fermato dai Carabinieri mentre era intento ad "operare" con un bancomat clonato in un ATM anche qui su Via Roma. Poi, a tenere banco, ci sono stati i casi delle giovanissime ladre dei supermercati. Nel primo caso, era il 13 novembre, il bersaglio scelto era stato l'ipermercato Carrefour sito sulla Via del Mare: le ladruncole, Crimini nella provincia nomadi di 18 e di Roma nel 2015 1 9 FURTI: 163.392 anni, utilizRAPINE: 3.541 z and o SPACCIO: 2.681 un dopDati: Ministero p i o dell’Interno fondo nelle proprie borse,

Pomezia, spaccio di sostanze stupefacenti: arrestate due persone

avevano occultato svariati prodotti prima di essere individuate ed arrestate dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Pomezia. Nel secondo caso invece - più grave rispetto al precedente e risalente al 17 novembre - un'altra ragazza, anch'essa nomade di 27 anni, sorpresa anche qui a rubare in un Supermercato stavolta su Via dei Castelli Romani, aveva aggredito il titolare per cercare di guadagnarsi la fuga; il tentativo non era però andato a buon fine grazie all'intervento delle forze dell'ordine. Infine il caso di uno spacciatore, sorpreso ed arrestato a Torvaianica. L'episodio risale allo scorso 17 novembre: un uomo, 48 anni romano, è stato trovato in possesso di marijuana ed hashish mentre si trovava con altri ragazzi, clienti, non si sa se abituali o meno, nei pressi di Campo Ascolano; alla vista dei militari il gruppo si è dato alla fuga ma ad avere la 'peggio' è stato proprio lo spacciatore che è stato raggiunto dopo un breve inseguimento a piedi. Perquisito, l'uomo è stato trovato in possesso di 33 grammi di marijuana e 3.7 di hashish già divisi in singole dosi pronte per essere vendute. Gli episodi dunque, come visto, non mancano. Diventa allora cruciale cercare di interpretarli per dare una risposta soddisfacente ai cittadini: si tratta solo di casi "fisiologici" - sarebbe utopistico pensare ad una città senza crimine - o sono il segno di qualcosa di più?

I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato questa mattina una coppia di 60enni, entrambi con precedenti, residente in Via Singen nell’ambito di un’operazione contro lo spaccio di stupefacenti. Stando ad una prima ricostruzione i due, una volta accortisi dell’imminente arrivo delle forze dell’ordine, avrebbero tentato di disfarsi della droga gettandola dalla fi-

Arrestato il rapinatore delle prostitute I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pomezia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma – Ufficio G.I.P., hanno arrestato un 34enne originario del Brasile responsabile della commissione di quattro rapine ai danni di giovani ragazze che si prostituivano in strada avvenute nel comune di Pomezia e di Roma nei mesi di maggio e giugno del 2016. L’uomo a bordo di una Mercedes classe “B” si avvicinava alle ragazze e sotto la minaccia di una pistola si faceva consegnare il denaro contante in loro possesso scappando subito dopo. Fondamentali per le attività investigative l’analisi dei filmati di al-

cuni esercizi commerciali presenti nelle vicinanze dei luoghi in cui si sono consumati gli eventi criminosi su via di Valle Calla a Pomezia e Via Laurentina a Roma che hanno permesso di individuare l’autovettura in uso al rapinatore che è stato infine riconosciuto dalle vittime in sede di individuazione fotografica.L’arrestato già da alcuni giorni si trovava ristretto presso la casa circondariale di Regina Coeli per la commissione di altri reati.

nestra; il gesto però non è passato inosservato ai militari che a quel punto non hanno avuto più dubbi. A seguito della perquisizione dell’appartamento i Carabinieri hanno rinvenuto altre sostanze stupefacenti, strumenti atti al confezionamento della droga e diverso denaro (circa 700euro) ritenuto frutto dell’attività illecita.



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INCHIESTE

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Incidenti: morti e feriti sulle nostre strade Pomezia quinta città più pericolosa del Lazio. Nona Ardea

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n incidente ogni 2 giorni e mezzo ed un elevato indice di mortalità. E' questo quanto emerge dallo studio pubblicato recentemente dall'Istat sui sinistri registrati nella Regione Lazio nel 2015 nella sezione dedicata alla città di Pomezia. Ben 159 sono stati gli incidenti registrati: di questi, 112 sono avvenuti sulle strade urbane, la restante parte, 47, su percorsi extraurbani. Ciò che purtroppo desta preoccupazione è però, come sottolineato in apertura, l'indice di mortalità, ovvero il rapporto percentuale, spiega l’Istat, tra il numero dei morti e il numero degli incidenti con lesioni a persone; Pomezia, in tal senso, ha fatto registrare un valore piuttosto alto, 3.8, a fronte di un 1.8 del dato Regionale e addirittura dell’1.3 fatto registrare da Roma (dove però avvengono molti più sinistri, 13128, a fronte di 173 morti e oltre 17mila feriti). In questa tutt'altro che piacevole classifica la città si posiziona al quinto posto: peggio di Pomezia soltanto Fondi (5,7: 106 incidenti, 6 morti, 153 feriti), Cisterna di Latina (4,7: 64 incidenti, 3 morti, 102 feriti), Aprilia (4,6: 284 incidenti, 13 morti, 431 feriti), e Terracina (4,4: 137 incidenti, 6 morti, 205 feriti). Sei sono stati i morti (2 su strade urbane, 4 su quelle extraurbane) ben 222 i feriti

A Pomezia 6 morti e 222 feriti nel 2015

(146 su percorsi urbani, 76 su quelli extraurbani). Passiamo ora alla situazione di Ardea. La città rutula, nella classifica relativa all'indice di mortalità, si posiziona meglio rispetto a Pomezia: la troviamo infatti al nono posto con un valore di 3,1. Ad Ardea, nel 2015, sono avvenuti 128 incidenti - quasi 1 sinistro ogni 3 giorni che hanno provocato la morte di quattro persone ed il ferimento di 205. Le strade più pericolose si sono rivelate quelle urbane: è qui infatti che sono avvenuti tutti gli episodi mortali ed il maggior numero di incidenti, 83, così come dei feriti, ben 131 sul totale (45 i sinistri avvenuti invece sui percorsi extraurbani che hanno provocato il ferimento di di 74 persone). Ma qualche buona notizia c’è: variazioni in positivo ci sono state nei dati se confrontati con i valori del 2014. Quasi tutte le province laziali hanno infatti registre un calo in tutti i valori di riferimento: incidenti, morti, feriti hanno subito infatti un decremento, nel dato regionale, rispettivamente di 1.8%, 0.3% e 1.7% in confronto al 2014. Luca Mugnaioli

L’ultimo mortale lo scorso 24 novembre Un’auto, condotta da una 60enne di Pomezia, stava percorrendo via Salvo D’Acquisto in direzione di Piazza S. Benedetto quando, all’altezza dell’incrocio con via Giulio Cesare, ha svoltato a sinistra, invadendo la corsia opposta. Proprio in quel momento sopraggiungeva la moto guidata dal 35enne Gianluigi Sinetti che, visto il pericolo, ha provato a frenare e a girare verso destra per evitare l’impatto. Ma purtroppo l’urto è avvenuto lo stesso, e il giovane ha preso lo sportello anteriore destro con tutta la parte destra della sua moto, probabilmente perché è scivolato mentre provava a frenare. L’urto è stato tale da provocare, poche decine di minuti dopo, il decesso del 35enne

al pronto soccorso della clinica S. Anna. La donna, resasi conto della gravità delle condizioni del ragazzo, ha accusato un malore. Sulla donna sono stati effettuati i test per rilevare il tasso di alcol e di sostanze stupefacenti, ma pare che gli esiti siano negativi. Manuel Ferrara

Ad Ardea 4 morti e 205 feriti nel 2015

Le contromisure: Tra repressione e prevenzione Per tutto il mese di novembre la Polizia Locale ha intensificato i controlli con telelaser della velocità sulle strade di Pomezia. Le rilevazioni, effettuate in via sperimentale, hanno portato ad accertamenti sul controllo della velocità in particolare in viale Gronchi (la nuova strada che collega Pomezia a Torvaianica Alta in località Vicerè), sul lungomare delle Sirene e su via Castelli Romani. Repressione ma anche prevenzione e sensibilizzazione. In occasione della giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, ad esempio, presso

l’aula consiliare del Comune di Pomezia, ha avuto luogo un importante evento intitolato “Dai la precedenza alla vita!” al quale hanno preso parte le autorità locali, il Comandante della Polizia Locale Angelo Pizzoli, l’ARES 118, la squadra podistica “Spiriti Liberi di Pomezia”, l’autoscuola Clazzer e il Coordinamento delle organizzazioni per la Mobilità Consapevole e la sicurezza stradale Vivinstrada

I dati regionali: quanto sono pericolose le strade del Lazio? Nella nostra regione sono stati registrati, come visto, 20.227 incidenti stradali che hanno provocato la morte di 370 persone; di queste quasi il 65% arrivano dalla Provincia di Roma che si rivela quella più pericolosa del Lazio. Segue Latina con 1605 sinistri, 63 morti e oltre 2400 fe-

riti, quindi più indietro Frosinone, 995 sinistri per 37 morti e quasi 1700 feriti, Viterbo, 698 incidenti, 22 morti, 1026 feriti, e Rieti, fanalino di coda con poco meno di 400 episodi che hanno causato la morte di 10 persone ed il ferimento di 541.

370 morti



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8 POLITICA Pomezia, il mese delle decisioni

Dicembre 2016

Dall’approvazione del R.I.R. di Santa Palomba, passando per la vicenda Tacconi fino ad arrivare alle aliquote delle tasse

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' stato un mese decisamente caldo per la politica pometina. Numerose sono state infatti le materie approdate in Consiglio Comunale: dall'approvazione del tanto discusso R.I.R. di Santa Palomba al no al progetto di riconversione dell'ex stabilimento Tacconi, fino all'annuncio sui temi riguardanti la raccolta dei rifiuti che, stando alle dichiarazioni dell'Amministrazione, produrrà una riduzione della TARI nel 2017. Ma andiamo con ordine e partiamo dalla vicenda dell’elaborato tecnico di Rischio di Incidente Rilevante (o RIR) di Santa Palomba. Biogas a Pomezia, l'Amministrazione si dice contraria, ma Comitati e Associazioni insorgono: ‘Opposizione solo a parole’ “Si tratta di uno strumento necessario proprio per la pianificazione urbanistica della Città – spiegava Fucci a margine del Consiglio Comunale dello scorso 24 novembre – Il RIR è un documento puramente tecnico che valuta la compatibilità urbanistica delle aree adiacenti alle aziende a incidente di rischio rilevante. Parliamo quindi di aziende già esistenti a Santa Palomba, come Eni e Liquigas: non si tratta di un documento che autorizza l’apertura o la chiusura di altre aziende o centrali biogas, come è stato scritto e detto in maniera errata e strumentale in questi mesi. Dal RIR è emerso che nulla osta a costruire qualunque cosa, anche una scuola o un ospedale, nei pressi di queste aziende a rischio di incidente rilevante a Pomezia, perché in caso di emergenza, le strutture sono dotate di tutti i sistemi di sicurezza e delle metrature necessarie affinché le conseguenze di un eventuale incidente rimangano circoscritte all’interno del perimetro delle aziende. Con l’approvazione dell’elaborato RIR, propedeutico al nuovo PRG, portiamo a termine un passaggio fondamentale per la pianificazione del territorio con cui daremo spazio, e noi lo faremo davvero, a tutti i soggetti produttivi, economici e sociali della Città”. La sua approvazione ha però generato perplessità e un notevole malcontento in una parte dei cittadini che vedeva nel R.I.R. di Santa Palomba l'ultima carta per bloccare la realizzazione di una centrale 'Biogas' sul nostro territorio; già perché, se da un lato il Primo Cittadino e l'intera amministrazione continuano a sostenere che, innanzitutto, il Comune è contrario alla realizzazione dell'ormai impianto No ‘Biogas’ a noto Cogea e che le Pomezia: c’è una due cose (RIR e vera opposizione lasciapassare alla centrale) da parte di chi sono separate, ci governa? dall'altra si è sollevata un'ondata di indignazione proprio

contro il provvedimento, reputato, al contrario, ciò che mancava per far partire il progetto per la centrale a 'Biogas'. E allora dove risiede la verità? "A parole sembra siano tutti siano contrari: il Sindaco, la Giunta, il Consiglio Comunale, i vari Comitati di quartiere e le Associazioni, ma alle dichiarazioni di contrarietà non seguono atticoncreti di opposizione e regolamentazione del fenomeno che, invece, vediamo portare vanti con decisione in altri Comuni (tra i tanti Fiumicino, Fara in Sabina e Cittaducale solo per citare i Comuni del Lazio)", scrive il "Comitato Cittadini per l'ambiente e il territorio" (anche l'Ass. Latium Vetus si era espressa duramente sulla questione) che poi rilancia: "Abbiamo elaborato una proposta concreta, fattibile e soprattutto che ha portato con successo, come asseverato anche dal T.A.R., a regolamentare il fenomeno delle centrali per la lavorazione dei rifiuti, degli impianti di compostaggio, delle discariche e degli impianti classificati come insalubri e ad evitare la realizzazione di molti di questi progetti: l’introdurre nei regolamenti comunali di distanze minime per questi impianti dalle civili abitazioni." Questo per evitare che Pomezia diventi, senza mezzi termini, un “distretto del rifiuto” aggiungono. Ma facciamo un passo indietro. Il Comitato attacca infatti Fucci sostenendo, come visto, di fare opposizione soltanto a parole. A sostegno di tale tesi porta quelle che sono state definite dallo stesso Comitato Pillole di Verità. La prima: "Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci afferma che il RIR non ha niente a che fare con Cogea, non è un documento necessario all'autorizzazione. Ma nell'ultima determinazione della Regione Lazio sul progetto Cogea, la n. G09209 del 09/08/2016, si legge: 'nell’ambito del procedimento dell’AIA sarà condizione imprescindibile l’acquisizione del parere del Comune di Pomezia al fine della conferma della conformità delle opere in progetto con il R.I.R.' Il documento, per chi volesse consultarlo, è scaricabile al link http://www.regione.lazio.it/rl_rifiuti/?vw=documentazioneDettaglio&id=37291. La seconda: Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci sostiene che 'dal RIR è emerso che nulla osta a costruire qualunque cosa nei pressi di queste aziende a rischio di incidente rilevante' perché 'le aziende sono dotate di tutti i sistemi di sicurezza e delle distanze necessarie affinché le conseguenze di un eventuale incidente rimangano circoscritte all’interno del perimetro delle aziende. Dall’esame del RIR emerge che per Chimec e Liquigas il perimetro delle aree di danno risulta esterno ai confini degli stabilimenti. Per ENI vi è una fascia di attenzione di 50 metri a partire dal perimetro del deposito'. Infine la terza: "Autorizzata dal Comune una centrale a biomassa legnosa vicino al centro di Pomezia: sempre più 'Biogas' e 'Bio masse'. Deliberazione del Consiglio Comunale

di Pomezia n. 51 del 15.10.2014, all’OdG la questione Cogea: 'Il consiglio comunale di Pomezia, esprime il proprio assoluto dissenso alla realizzazione dell’impianto in oggetto e si farà promotore ad ogni livello e per le sue competenze, di impedire la realizzazione del suddetto impianto e di qualsiasi altro impianto similare in ogni zona della città di Pomezia. Oggi però ci ritroviamo a dare il benvenuto al nuovo impianto di cogenerazione a biomasse in via Monte Cervino, n. 4 a Pomezia. Impianto approvato che sorgerà a 500 metri da Santa Procula e 1500 da Piazza Indipendenza. Altro impianto “BIO” in arrivo nel silenzio generale. Forse non era abbastanza similare?". Insomma entrambe le posizioni sembrano chiare anche se restano moltissime perplessità: speriamo allora che a rimetterci non saranno, come purtroppo spesso accade, i cittadini. (segue a pag. 10)

Fucci: Noi continuiamo a dire no Molti sostengono che quella del Comune è un'opposzione soltanto a parole. In particolare si fa riferimento all'approvazione del R.I.R. ritenuto tra i documenti necessari per far partire il progetto. Dove sta la verità? "L'amministrazione di Pomezia sta facendo tutto il possibile per contrastare la costruzione di questo impianto a Biogas. L'elebarato R.I.R. serve ed è un atto propedeutico al nuovo P.R.G. di Pomezia, serve cioè per progettare la città del futuro, non serve ad approvare nessun impianto, questo è un errore di fondo che è stato riportato in maniera distorta. Noi restiamo fermi nella contrarietà a questo impianto di Biogas con stoccaggio di gas liquido con

tutti i rischi che ne conseguono; sono criticità che abbiamo osservato ai proponenti di questo piano che si sono mostrati intenzionati a modificare il progetto di questo impianto a S.Palomba. E in questo noi crediamo di aver fatto un ulteriore passo in avanti verso il recepimento delle istanze anche e sopratutto dei cittadini del territorio. Eravamo contrari a questo impianto anche io manifestai contro la Regione Lazio che è l'unico ente che ha approvato qualcosa finora - e continueremo ad opporci e ad essere contrari alla realizzazione dell'impianto così come ci è stato presentato"



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POLITICA

(segue da pag.8) Progetto di riconversione dell'ex stabilimento Tacconi: c'è il no del Consiglio Il Consiglio comunale del 24 novembre 2016 ha poi annullato, con voto favorevole dell’unanimità dei presenti, il programma integrato d’intervento per la riconversione dell’ex stabilimento Tacconi, adottato con delibera di Consiglio comunale il 15/12/2009. Della vicenda ce ne eravamo occupati nello scorso numero ma ora arrivano novità importanti sancite per l'appunto dalla seduta plenaria sopracitata. Il programma, ricordiamo, prevedeva la demolizione dell’attuale stabilimento industriale dismesso in località Campo Selva, la bonifica del sito e la realizzazione di un complesso residenziale di circa 1785 abitanti (il cosiddetto Biovillage di Pratica di Mare). “Rimediamo ancora una volta agli errori del passato in materia di urbanistica – ha dichiarato il Sindaco Fabio Fucci – A seguito di un’attenta analisi delle carte sono emerse palesi illegittimità del piano rispetto alla normativa vigente, in particolare per quanto riguarda la vicinanza dell’area a zone di rilevante valore archeologico e paesaggistico. Si trattava di un piano d’intervento insensato che avrebbe creato un quartiere ghetto senza servizi o opere utili alla collettività: non abbiamo potuto far altro che annullarlo. È stato del resto lo stesso TAR del Lazio a obbligarci a concludere il procedimento avviato nel 2009: con l’annullamento di ieri mettiamo la parola fine a questa follia, aggiungendo un altro tassello alla nuova pianificazione del territorio che stiamo portando avanti da tempo per dotare Pomezia di tutti i servizi necessari alla cittadinanza”. In altre parole uno stop senza se e senza ma: il progetto allora, nonostante i propositi espressi dal privato (che sosteneva al contrario l'assoluta validità, anche in termini di validità pu bbl i c a , del progetto) resterà in un cassetto.

Tasse a Pomezia: cala la TARI, IMU invariata

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Tasse: approvate in Consiglio comunale le aliquote Sono state approvate in Consiglio comunale in questo caso nella seduta del 29 novembre le aliquote della tassa sui rifiuti (TARI). Per l’Amministrazione non ci sono dubbi: è stato realizzato un grande risultato. “Per il terzo anno consecutivo la tassa continua a scendere, sia per la parte fissa che per quella variabile, grazie all’estensione della raccolta differenziata in tutto il territorio comunale e quindi alla riduzione dei costi del conferimento in discarica. La riduzione riguarda sia la parte fissa che quella variabile del tributo, per un risparmio che va dal 7 al 10%, e interessa sia le utenze doPer l’opposimestiche che zione è scorretto par- quelle non domestiche lare di sconti senza – spiega tener conto dei costi l’Assessore Lorenzo “paralleli” sostenuti Sbizzera – dai cittadini Riduzione legata all’estensione della raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio: nel 2017 il Comune risparmierà circa 600mila euro per il conferimento dei rifiuti in discarica.” Non è dello stesso avviso l’opposizione. Non è dello stesso avviso l’opposizione. Imperia Zottola parla di "sconti più che irrisori" date le spese che tutti i cittadini hanno dovuto o stanno sostenendo tra lucchetti (necessari per impedire conferimenti "abusivi"), persone pagate per gettare i rifiuti o esborsi, sempre di tasca 'privata', per installare le aree esterne dove posizionare i bidoni e per tenerli puliti. Oltre a questo la Consigliera PD definisce il "servizio carente" e che, "per vedere un risparmio concreto bisognerà aspettare miglioramenti che oggi non si vedono, soprattutto in alcune zone della città"; una differenziata insomma non "così impeccabile rispetto a come viene tanto decantata dall'amministrazione" che comunque, ribadisce la Zottola, "non è che sia partita da zero quando si è insediata". La consigliera descrive poi altri disagi riscontrati tra la popolazione: "Fasce per buttare la spazzatura rigidissime - non si possono ad esempio ipotizzare alcune eccezioni

per le persone più anziane o per i disabili? - ed il problema dei 'ritiri', con molte famiglie costrette a tenersi in casa per molto tempo i rifiuti. Su quest’ultimo punto aggiungo che tutto ciò non è né rispettoso né costruttivo pensando soprattutto al periodo estivo. Parlare solo di sconti dunque senza tener conto di tutto questo mi sembra franacamente scorretto nei confronti dei cittadini; insomma siamo ben lontani da poter vantare un modello di differenziata da esportare in tutto il mondo". Sulla stessa linea c'è anche Roberto Mambelli (PSI) che accusa l'amministrazione di fare solo "spot pubblicitari e propaganda" e che, "per valutare il rapporto benefici/costi della differenziata è necessario considerare tutto - i fondi non del comune, i costi per installare le barriere in strada per posizionare i cassonetti ecc. - e non solo ciò che questa amministrazione vuol far passare". Ecco perché, chiosa infine Mambelli, "lo sconto è solo simbolico, ed è molto poco rispetto a quello che dovrebbe risparmiare l'utenza". Luca Mugnaioli

Pomezia, unione d’intenti per riqualificare Santa Palomba

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n progetto per la sicurezza e il decoro urbano dell’area industriale di Santa Palomba che prevede l’installazione di un sistema di videosorveglianza a tutela delle aziende dei cittadini e dell’ambiente. E’ questo il piano che il Comune di Pomezia – insieme a Comune di Roma, Città Metropolitana di Roma Capitale, ASI Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina e Unindustria – Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma, Frosinone, Rieti, Latina, Viterbo – ha presentato oggi presso il Centro Polifunzionale ‘La Sughereta’ del Complesso Selva dei Pini. L’incontro ha visto la partecipazione, tra gli

altri, del Sindaco di Pomezia Fabio Fucci, del Vice Sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale Daniele Frongia, dell’Assessore del Comune di Pomezia Lorenzo Sbizzera, del Presidente del Comprensorio di Aprilia di Unindustria Pierpaolo Pontecorvo e del Presidente di ASI Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma Latina Carlo Scarchilli. (segue a pag.11)


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Dicembre 2016 (segue da pag 10)

La conferenza Il primo a prendere la parola è stato il Sindaco di Pomezia che ha sottolineato “come mai prima di ora c’era stata una così ampia visioni d’intenti nel portare avanti un progetto che, nei fatti, è stato condiviso da tutti gli operatori in causa, sia pubblici che privati.” “Con questo intervento – ha dichiarato il primo Cittadino – puntiamo a risolvere le tre criticità principali che riguardano la zona: la prostituzione, le carenze infrastrutturali e la sporcizia“. Lorenzo Sbizzera, assessore al Comune di Pomezia, ha illustrato invece nel dettaglio come avverrà l’installazione del sistema di videosorveglianza, ovvero la prima parte del progetto di riqualificazione di Santa Palomba. “Vogliamo replicare l’esperienza maturata nel centro cittadino – ha evidenziato Sbizzera – in quest’area: dai dati in nostro possesso abboimo potuto constatare un crollo verticale dei casi di ab“Illuminazione, b a n d o n o dei rifiuti parcheggi, laddove interventi sulle sono insistono gli strade” occhi elettronici e siamo convinti di otte-

POLITICA nere i medesimi risultati anche in ottica di lotta alla prostituzione”. Il Vice Sindaco di Roma Capitale, intervenuto in sostituzione del Sindaco Virginia Raggi di cui ha portato i saluti, ha confrontato l’attuale situazione di Santa Palomba con quella da lui vissuta in prima persona, per motivi di lavoro, 17 anni fa. “I problemi, purtroppo, sono gli stessi anche a distanza di così tanto tempo”, ha sottolineato Frongia. “Con questo progetto puntiamo a fare un passo deciso verso la loro risoluzione”.

Il progetto L’intervento per la riqualificazione di Santa Palomba prevede il potenziamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie nelle aree di via Ardeatina e della stazione ferroviaria di Santa Palomba. Sulla Via Ardeatina, nel tratto compreso tra le rotatorie di Via della Solfarata e Via di Valle Caia, saranno installate 40 telecamere le cui immagini saranno trasmesse, per via della competenza amministrativa ma comunque in totale sinergia, alle centrali operative di Polizia Locale della Città di Roma Capitale e alla sede di Pomezia; la seconda parte del disegno d’intervento, ben più ampia, riguarderà invece, come spiegato ancora dal Sindaco Fucci, “impianto di illuminazione e videosorveglianza su via Ardeatina con messa in sicurezza di attraversamenti pedonali e banchina; adeguamento e messa in sicurezza delle fermate degli autobus; riqualificazione dei percorsi pe-

11 donali su via della Stazione, via dell’Ecologia e via della Siderurgia e collegamento con il centro residenziale di Santa Palomba; realizzazione di due tratti ciclopedonali, uno che collega la stazione con l’area industriale e uno che collega la stazione con il nucleo residenziale; riqualificazione del piazzale di ingresso alla stazione; recupero della struttura sportiva all’angolo tra via dell’Ecologia e via Ardeatina; rifacimento del manto stradale e sistemazione delle aree verdi; potenziamento del parcheggio della stazione con circa 900 posti auto in più ”. Poi le infrastrutture: “Metteremo in atto un allargamento di Via di Valle Caia provvedendo alla sua messa in sicurezza – progetto questo che sarà finanziato dal Comune di Pomezia – e abbiamo in cantiere una serie di interventi che partiranno a breve come Città Metropolitana di Roma nei tratti di competenza dell’ormai ex Provincia”.


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12 POLITICA Ardea, “Polpette avvelenate”

Dicembre 2016

Ultimi sussulti e qualche accalorato litigio in Consiglio comunale Si è svolto il 30 novembre il più recente Consiglio comunale; dopo mesi di quasi completa inattività e Consigli saltati per mancanza di numero legale, mercoledì la seduta si è dovuta protrarre fin oltre l’una di notte senza per altro riuscire a discutere tutti i ventidue punti previsti all’ordine del giorno. In gran parte sono stati approvati atti d’obbligo o in scadenza ma non di poco conto. In apertura, e dopo lunga discussione, la maggioranza ha autorizzato il Sindaco Luca Di Fiori a formalizzare l’istanza di trasferimento in proprietà a titolo non oneroso le aree nel territorio di Ardea in località “Le Salzare”. “Finalmente”; hanno così sinteticamente espresso il loro parere i consiglieri di maggioranza che in quest’atto vedono l’opportunità di sfruttare in campagna elettorale l’attesa di decine di anni di cittadini che in quei luoghi hanno costruito abitazioni o edifici per attività produttive. Completamente diverso l’atteggiamento della minoranza che ha invece espresso dubbi sulle conseguenze di aver con quest’atto accettato di sollevare l’Agenzia del Demanio da qualsiasi responsabilità scaturente dai pendenti giudizi tra la società La Fossa srl e l’Agenzia del Demanio ed eventuali giudizi con privati vertenti sulle medesime aree. Al consigliere Occhiodoro (PD) che esprimeva i suoi dubbi, qualcuno è arrivato a dare del terrorista. I dubbi ci sono e sono legittimi. Quest’operazione può realmente celare ancora tante sorprese spiacevoli ed è per questo che l’abbiamo definita una polpetta avvelenata – ti faccio credere di averti risolto un problema quando in realtà te ne sto dando solo la parvenza. Ardea città con altissima percentuale di nuclei abusivi è anche città che perdona e quasi regala: oltre seimila metri quadrati di terreno edificabile comunale sono stati ceduti a cittadini che vi hanno in passato costruito abitazioni a un prezzo medio inferiore ai 22 €/mq. La legge impone che in questi casi il terreno sia ceduto al prezzo di mercato e che oltretutto sia applicato uno sconto del 50% ai beneficiari che vi hanno edificato la loro abitazione principale; ma 22 €/mq sono ben lontani da quelli praticati oggi sul mercato. Subito dopo si è discusso di bilancio; non di previsione naturalmente, di quello non sappiamo neppure se quest’amministrazione sarà in grado di produrlo, ma di riequilibrii. Il dirigente ha spiegato sommariamente e in modo da far capire poco o nulla ai cittadini delle reali motivazioni che hanno portato a questa necessaria revisione degli equilibri di bilancio, ma nulla ha citato in merito ad una questione che si prospetta assai grave e assume i connotati di un’altra polpetta avvelenata. A farlo notare ci ha pensato il consigliere Capraro che ha depositato una sua dichiarazione scritta agli atti del consiglio. Capraro, citando le recenti sentenze del TAR del Lazio che sostanzialmente hanno annullato il regolamento comunale che ha istituito la così detta famigerata tassa sull’ombra (Canoni Con-

cessori non Ricognitori), fa notare che in un sol colpo sono state cancellate entrate di bilancio per oltre due milioni di Euro. La relazione del dirigente riporta una riduzione di entrate di soli 200.000 Euro registrati, presumibilmente, per effetto di un ulteriore calo del prezzo di vendita delle farmacie comunali delle quali nessuno sembrerebbe essere interessato. Nonostante la gravità di questa denuncia e il dubbio legittimo di una mancanza di equilibri di bilancio, nessuno ha dato una risposta e si è approvata la proposta della Giunta. In aula per la terza volta, ed anche questa volta senza esito, è stata discussa la proposta della società Fiamma 2000 sull’ampliamento del proprio impianto già operante nel territorio di Ardea. Una polpetta di cui non si è ancora completata la cottura e la maggioranza ha deciso infine di rimandarne la discussione in commissione ambiente. Per circa un’ora i consiglieri si sono espressi su posizioni diverse ma tutti concordi nell’affermare che le opere compensative proposte dall’azienda a parziale compensazione dei disagi provocati ai cittadini e al territorio intero, sono inadeguate. Accalorata e dai tratti anche drammatici la discussione ha sfiorato la rissa quando dai banchi della maggioranza sono stati rivolti insulti e accuse alla minoranza rea, a detta del consigliere Volante, per aver contribuito nel 2005 ad approvare questo devastante progetto. Fiamma 2000, pur autorizzata, è innegabilmente un’azienda che ha creato e continua a creare danni enormi al nostro territorio. La sciagurata scelta della dislocazione ha, di fatto, archiviato per sempre la realizzazione del porto turistico che si voleva costruire alla foce dell’Incastro. Le boe a mare per l’attracco delle navi gasiere, troppo vicine alla costa, di certo non aiutano il turismo devastando il panorama marino e disturbando il traffico dei natanti da diporto. La stazione di pompaggio del gas vicino alla foce

del fiume e a soli 30 metri dalle abitazioni, oltre a costituire un preoccupante e costante pericolo per i residenti, fa un rumore insopportabile e infastidisce anche per la presenza di un potente faro alogeno che illumina a giorno l’area. Il gasdotto corre lungo il fiume nella parte vicino al mare e poi lungo la via Strampelli vicinissimo alle abitazioni. La stessa stazione di stoccaggio sulla via Pontina vecchia è vicinissima ad abitazioni civili e il traffico su gomma per il trasporto del gas in bombole o cisterne, ogni giorno affolla la strada. I cittadini di Ardea stanno pagando un prezzo troppo alto per questo insediamento industriale che, al di là dei pochi posti di lavoro assicurati ad alcuni locali, ha rivelato in tutta la sua crudeltà la realtà di un madornale errore politico perpetrato dalla Regione e dal Comune stesso. Gli ultimi due punti all’ordine del giorno non sono stati discussi. Alla chetichella intorno all’una di notte i consiglieri hanno iniziato ad abbandonare l’aula e quando il presidente Giordani, alzando gli occhi dalle carte ha guardato sconsolato i banchi semivuoti non ha potuto fare altro che dichiarare chiuso il Consiglio comunale. Così non si è saputo perché e come l’ultima polpetta avvelenata del valore di quasi seicentomila Euro sia stata predisposta. Un debito fuori bilancio nei confronti della società che esegue la raccolta dei rifiuti che difficilmente sarà dimostrabile poiché i prezzi applicati dalla ditta non sono aumentati e la spazzatura raccolta è in costante riduzione ogni anno perché in questo posto sempre più degradato e afflitto da disoccupazione e basso reddito per i pochi fortunati che hanno ancora un impiego, anche il cibo è un lusso che non tutti si possono permettere. Mario Savarese



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LA VOCE DEI CITTADINI

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Ardea, a Natale regala anche tu una buca Sotto l’albero quest’anno metti un fosso, un cratere, una voragine: chissà, magari finiscono...

32 bollettini per il Sindaco Il gruppo Facebook per ‘lottare’ contro le buche

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ono arrivati a 32 i bollettini inviati dal gruppo ‘Le buche di Ardea” per sensibilizzare le istituzioni circa l’annosa questione delle buche stradali. Il documento viene inviato periodicamente e documenta la situazione sulle strade di Ardea e Nuova Flordia nel periodo di riferimento. Quelle a lato, ad esempio, sono relative alla settimana dal 9 al 14 novembre. Su Facebook è possibile trovare la pagina dedicata “Il Bollettino delle buche di Nuova Florida e di Ardea” che conta ad

oggi oltre 1500 iscritti. “Non c'è polemica in questa iniziativa e neppure voglia di crititcare per criticare, ma solo la volontà di offrire un strumento per aiutare, noi cittadini, a migliorare la qualità quotidiana del nostro vivere”, si legge sulla descrizione della pagina. Per fare le segnalazioni è possibile inviare il materiale all’indirizzo di posta lebuchediardea2015@libero.it oppure scrivere direttamente alla pagina Facebook.

Via Potenza Via Sorrento

Via Padova

Via Monreale Via Teramo

Via Nuoro

10 anni di Tor San Lorenzo (e di Via Ticino) Questo è il decimo anniversario dal mio trasferimento in Tor San Lorenzo e già da allora, il buon Carlo Eufemi prometteva la sistemazione del manto stradale, l’illuminazione delle strade, l’allacciamento ad acqua, gas etc etc. anche nella via Ticino, cioè dove risiedo da allora. Ma di tutto ciò è stato realizzato ben poco o nulla. E’ andato “in porto” solo l’allacciamento alla rete del gas di città il cui Ente appaltatore non ha ancora sistemato il manto stradale dopo i lavori di allaccio del gas. Tutto il resto è naturalmente peggiorato. E’ peggiorata soprattutto la situazione del manto Perché (non) vivere ad straArdea: dale 1) Strade disastrate c h e 2) Niente illuminazione ogni 3) Mare privilegio di pochi a n n o causa lo scoppio o d an ne g g i a -

mento importante agli pneumatici. Come ogni buon cittadino attivo, negli ultimi anni ho segnalato varie volte questi tipi di inconvenienti sia agli uffici interessati che personalmente al sindaco Di Fiori al quale, prima dell’estate, riuscii a strappare una promessa di sistemazione del manto stradale che però è rimasta tale come tutte le altre promesse fatte. Come ogni buon cittadino, io pago le tasse che il Comune ci impone senza però avere in cambio alcun servizio da questo Comune la cui amministrazione continua ad essere assente e a non risolvere i problemi più importanti che i cittadini rappresentano. E’ triste,e forse anche umiliante e vergognoso vivere in una località dove : il mare è privilegio soltanto di chi abita nei consorzi ; non c’è illuminazione stradale; regna il degrado più assoluto; le strade, soprattutto quelle periferiche, sono spesso invase da spazzatura; il manto stradale è formato da buche con attorno un po’ di catrame; la posta è consegnata sempre in ritardo e non più di 2 volte al mese; alle dieci

di mattina si vedono “stranieri” che bivaccano vicino ai bar; vicino ai supermercati ci sono bambini che invece di andare a scuola chiedono insistentemente l’elemosina; ogni sera si assiste ai “falò” di spazzatura incendiati dai rom; non ci sono asilo/asilo-nido adeguati alla popolazione; i pochissimi sportelli bancari Bancomat generalmente non funzionano durante il week-end; generalmente non si ricevono, o si ricevono male i canali RAI-TV, né si ricevono o si ricevono male anche le Radio Nazionali e la rete internet; non esiste assistenza o ricovero per gli animali randagi etc. etc. Devo continuare? Bè, forse è meglio fermarsi qui, però vorrei sapere se tra tutte le inefficienze sopra lamentate, almeno qualcuna come le buche in via Ticino si può sanare. Con la speranza di un cenno di riscontro, e nella speranza che codesta Amministrazione concluda quanto prima e definitivamente il suo iter per niente soddisfacente, invio cordiali saluti. Da un lettore, Lino Tarantino


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LA VOCE DEI CITTADINI

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Fermate il degrado di Tor San Lorenzo Il CdQ di Nuova California lancia un accorato appello alle istituzioni “Disperazione, senso di abbandono e paura”. Inizia così la lunga lettera scritta dal Presidente del CdQ Piero D’Angeli recapitata alla nostra redazione. Il comitato dipinge in quasi due pagine lo stato in cui si troverebbe Tor San Lorenzo lanciando un accorato appello alle istituzioni. Disperazione e paura dicevamo. “Sono questi i sentimenti che provano gran parte dei cittadini di Tor San Lorenzo, una frazione del Comune di Ardea. Scrivo per la seconda volta in pochi mesi, per ottenere quelle garanzie e quell’attenzione che meritiamo e che purtroppo nella precedente lettera che vi abbiamo inviato non abbiamo avuto. Mi chiamo Piero D’Angeli, sono il Presidente del Comitato di Quartiere di Nuova California e Tor San Lorenzo e referente di zona Roma sud per l’Associazione Controllo del Vicinato, vivo ad Ardea, un comune con più di 50.000 abitanti alle porte di Roma. Nell’ultimo decennio sia Tor San Lorenzo che Nuova California (due quartieri del comune di Ardea) hanno subito un notevole aumento demografico e solo in queste due zone, ad oggi, risiedono quasi ventimila famiglie.” I problemi atavici della zona: furti

ma non solo “Ho deciso di scrivervi di nuovo per sensibilizzarvi circa annose questioni che minano la sicurezza ed il quieto vivere della nostra comunità – continua D’Angeli – Il nostro paese versa in condizioni pietose. Furti all’ordine del giorno anche nelle ore diurne oramai in abitazioni e negozi come se fosse diventato tutto normale. Negli ultimi giorni, sono state rapinate note catene di alimentari, la nostra città si estende sul lungomare pontino, ma non è stata mai valorizzata, non esiste turismo, non ci sono

strutture ricettive adeguate, è carente dei servizi principali (scuole fatiscenti ed insufficienti a garantire a tutti i bambini del territorio un’aula scolastica), strade dissestate, illuminazione pubblica carente o mal funzionante, l’acqua potabile non raggiunge l’intero territorio comunale, non esistono palestre o piscine comunali, non abbiamo una biblioteca comunale, è purtroppo solo ed esclusivamente un quartiere dormitorio che purtroppo ad oggi non da segni di risveglio. È passata un’altra estate, che avrebbe dovuto essere una manna dal cielo per un paese che vive sul mare ma così non è stato purtroppo. E’ stata l’ennesima estate immobile, con le solite problematiche che da troppi anni rimangono irrisolte. Molto di questo immobilismo è frutto di una politica scellerata che mai ha pensato ai problemi dei cittadini, non ha mai saputo dare la giusta priorità alle esigenze di una popolazione che sta crescendo ogni anno di più, Ardea è rimasta ancorata a 40 anni fa.”

Forze dell’ordine insufficienti D’Angeli espone poi il problema della carenza di forze dell’ordine per fronteggiare il crimine. “La Stazione dei Carabinieri di Tor San Lorenzo conta pochi uomini – prosegue quindi la nota – assolutamente insufficienti a garantire anche il minimo controllo sul territorio. Viviamo in un territorio per la maggior parte privo di strade asfaltate, di pubblica illuminazione, di servizi primari come acqua potabile e gas metano in tutte le strade, di scuole elementari e scuole medie degne di essere chiamate così, di una scuola superiore, siamo stanchi di vederli fare ginnastica nel cortile perché non esiste una palestra, o quando fa freddo nei corridoi della scuola. Necessitiamo di asilo nido comunali perché non tutte le famiglie possono permettersi rette altissime per mandare i propri figli a

scuola, abbiamo bisogno di trasporti efficienti, abbiamo bisogno di luoghi di aggregazione per grandi e piccini, servono strutture per gli adolescenti, per provare ad arginare tutti quei fenomeni di devianza giovanile, il bullismo, l’abuso di alcool e l’uso di sostanze stupefacenti. Sapete meglio di me che laddove ci sono spazi di aggregazione e luoghi di svago sano i ragazzi, non essendo costretti a girovagare per strada o a star buttati su qualche marciapiede, sviluppano maggiormente il senso di comunità e di appartenenza al territorio e probabilmente crescono con una coscienza diversa.”

Fatti, non parole: pronti a manifestare di nuovo “Alla luce di tutto ciò noi cittadini ci auspichiamo un vostro intervento netto e deciso nei confronti di tutti quelli che non hanno a cuore la nostra città, amministratori e politici locali in primis che, purtroppo, hanno fallito in più occasioni. Noi crediamo che sia arrivato il momento di dare la priorità al bene comune e non agli interessi personali, di pensare prima di tutto ai gravosi problemi che affliggono questi quartieri e chiediamo soprattutto che le istituzioni tutte siano più vicine ai cittadini e alle realtà associative che, ovviamente, non possono sostituirsi all’amministrazione locale. La popolazione tutta, è pronta a scendere di nuovo in strada per manifestare con in occasione del 7 marzo di due anni fa, quando più di 1500 persone decisero di scendere in strada per lanciare il nostro grido di allarme, purtroppo ad oggi niente fu fatto per ridare una speranza a una popolazione ormai sfinita e abbandonata”, conclude quindi il comunicato.. Piero D’Angeli Presidente CdQ Nuova California

Gli interventi: qualche (piccola) buona notizia Fronte buche, qualcosa si muove. Nel corso del mese di novembre alcune vie del territorio sono state oggetto d'intervento da parte del Comune. Per alcuni si tratta però solo di interventi-spot e nulla più, e sottolineano come tra l'altro, a causa del maltempo, la situazione sia peggiorata ulteriormente; non ci resta che aspettare allora: magari il 2017 porterà con sé un'accelerata improvvisa...

Via Teramo (Nuova Florida)

Via Lecce (Nuova Florida)

Inaugurato il parco pubblico di via Firenze

Oltre mille metri quadrati di area verde sono stati restituiti alla città. Ieri mattina il sindaco di Ardea Luca Di Fiori e il presidente dell’associazione

Rivalutiamo Marina di Ardea, Michele di Stefano, hanno tagliato il nastro del nuovo parco pubblico di via Firenze. Ciò, è stato possibile grazie a un avviso pubblico per l’affidamento delle aree verdi comunali e che ha visto la stessa associazione ottenere la gestione di diversi parchi (tra questi, anche quello di via Nicosia, già inaugurato le scorse settimane). “I cittadini devono riappropriarsi del proprio territorio e questo è uno dei frutti virtuosi di questa azione intrapresa con decisione da parte del Comune – ha spiegato il sindaco Di Fiori – A nome della città ringrazio l’associazione che sta te-

stimoniando come i quartieri possono tornare a vivere. Questa è stata una delle motivazioni che ha spinto la mia amministrazione a cedere la gestione di alcune aree simbolo, per troppo tempo, del degrado. I primi ottimi risultati li stiamo avendo proprio qui a Marina di Ardea”. Oltre al sindaco erano presenti anche il vicesindaco Anna Lucia Estero, l’assessore Riccardo Iotti, i consiglieri comunali Fabrizio Acquarelli, Alberto Montesi, Andrea Meneghello.


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SCUOLA

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Liceo Pascal: tra tradizione e cambiamento Intervista alla Preside Laura Virli e alle Prof.sse Ramazzotti e Peduto

I

l liceo Pascal è una delle realtà più importanti del nostro territorio. Come tutte le scuole italiane, oggi si trova di fronte ai problemi di una società sempre più globalizzata: in questo momento storico, la scuola deve rispondere all'accusa di non sapersi adattare ai tempi. Abbiamo cercato di affrontare queste tematiche in una conversazione con Laura Virli, dirigente scolastico del liceo, e con le prof.sse Rosaria Ramazzotti e Anne-Marie Peduto. Il liceo Pascal è un liceo classico e scientifico. Le competenze tradizionali di questa scuola sono sufficienti o serve fare qualche passo in più? “Sicuramente limitarsi alle sole competenze del liceo classico e scientifico non è più sufficiente. Il mondo dell'università e quello del lavoro richiedono abilità e competenze trasversali, in preparazione alle sfide della società globale. In questo percorso sono fondamentali le competenze digitali e linguistiche. Per quanto riguarda le prime, stiamo puntando molto sulle attività laboratoriali. I contributi provenienti dal Miur, dalle famiglie, dal FSE, e i finanziamenti concessi dalla Fondazione Roma, hanno permesso di aggiornare la strumentazione tecnologica didattica e di creare due aule 3.0. Queste aule, predisposte con televisori e lavagne interattive di nuova generazione, sono state utilizzate per formare il personale sul “Piano nazionale scuola digitale”. I due docenti che fanno parte del team dell’innovazione stanno formando un elevato numero di colleghi in queste aule riguardo all'utilizzo delle nuove piattaforme tecnologiche, per poterle poi utilizzare con gli studenti.” Per quanto riguarda invece le competenze linguistiche, in che direzione si sta muovendo il Pascal? “Noi siamo convinti che un cittadino di Pomezia debba avere le stesse possibilità di tutti gli altri ragazzi europei, perciò la conoscenza delle lingue è fondamentale. Negli anni scorsi abbiamo puntato sull'opzione internazionale: un potenziamento della lingua inglese al biennio, e la possibilità di studiare il francese o lo spagnolo in continuità con le scuole medie. Pur mantenendo questa opzione, dall’anno scolastico in corso il nostro fiore all'occhiello è però quello delle classi Cambridge.” Cosa sono le classi Cambridge? “Il liceo Pascal ha ottenuto la certificazione di Cambridge International School, dopo un lungo percorso. Il progetto prevede l'insegnamento di 4 materie in inglese, con un esame biennale che corrisponde a quello degli studenti britannici a 16 anni. Abbiamo scelto di potenziare l'asse linguistico e l'asse scientifico: per i primi 2 anni le materie proposte sono il latino e l'inglese, per il secondo biennio matematica e biologia. Quest'anno abbiamo creato due classi prime allo scientifico e una al classico, per mantenere la nostra identità e fornire anche questa nuova possibilità. Per ogni materia lo studente

riceverà una certificazione Cambridge che permette allo studente di dimostrare una vera conoscenza delle discipline insegnate. Il progetto va anche nella direzione del CLIL, previsto dalla riforma Gelmini, ma bloccato in passato per l’assenza di docenti certificati. Nelle aule 3.0 stiamo ospitando un corso di introduzione all’insegnamento in lingua inglese, con notevole partecipazione dei docenti della scuola. Quella del latino è una scelta coraggiosa. In molti paesi europei e negli Stati Uniti lo studio del latino, oltre che dell'italiano, sta vivendo una riscoperta... “La scelta del latino è infatti importante: la conoscenza di questa lingua rappresenta una competenza molto richiesta all'estero. Il Pascal non si limita a insegnare il latino in inglese nelle classi Cambridge. Quest'anno per la prima volta gli studenti potranno ricevere due certificazioni di lingua latina, di cui una internazionale, che pochissime scuole propongono. I ragazzi inizieranno così a creare un portfolio di certificazioni, a partire dal latino che non è affatto una lingua morta. Inoltre a marzo il liceo Pascal parteciperà al Cicero, un ertamen internazionale di latino.” I ragazzi dunque scelgono una scuola tradizionale che si sta adattando a un mondo in cambiamento... “Sì, questo è fondamentale. Stiamo anche creando una piattaforma di contenuti digitali, in cui verrà inserito materiale didattico: questo permetterà la condivisione, su cui puntiamo molto negli anni prossimi. Ma la scuola tradizionale non viene certo lasciata da parte: sono presenti i laboratori di fisica, robotica e fotografia, e stiamo acquistando degli strumenti musicali. La scuola continua inoltre a partecipare alle olimpiadi di matematica, di fisica e agli eventi sportivi del territorio. La nostra filosofia è quella di non lasciare nessuno indietro. C'è un dato importante a nostro sostegno: nel giro di 10 anni siamo passati da un 15% a un 3% di non promossi. Grazie alle attività di recupero, i ragazzi non sono costretti ad abbandonare i loro sogni.” È un calo importante, ma il rischio non è quello di appiattire la qualità? “Il rischio c'è, ma stiamo facendo sforzi per mantenerla alta. Il problema è che il nostro Paese è in crisi e ha un motore unico, che è l'istruzione. Dobbiamo dare le capacità a chi ne ha voglia di cambiare l'Italia: abbiamo tanti esempi di ragazzi che hanno frequentato la no-

stra scuola, distinguendosi nella loro carriera. Quest'anno abbiamo stabilito una programmazione generale che tutti i docenti devono cercare di seguire: questo stimola la collaborazione fra i colleghi e porta ad uniformare le conoscenze. Il mezzo più importante è stata la settimana delle prove comuni. Con questa volevamo anche evitare che ci fosse la solita corsa alle verifiche, riducendo il livello di stress dei ragazzi.” In questo quadro la mia impressione è che manchi un rapporto con l'università... “Il problema delle università è la carenza di iscritti. Inoltre non è facile formare dei legami sul territorio. Noi abbiamo aderito a una piattaforma che consente di confrontare i risultati degli studenti a diversi anni dal diploma. Nelle statistiche i ragazzi del Pascal riescono ad avere buoni risultati, che stiamo spingendo per migliorare ancora. Inoltre quest'anno c'è un progetto per la preparazione ai test d'ingresso universitari, che è uno dei punti critici nel passaggio all’università, insieme alla gestione del tempo. In Inghilterra esiste il time management come materia. La gestione autonoma ha infatti conseguenze a volte disastrose. La settimana delle prove comuni va proprio in questo senso: le competenze devono essere acquisite nel corso delle lezioni, non il giorno prima dell’esame. Per l'orientamento universitario, cerchiamo di aiutare i ragazzi anche in altri modi: per esempio presentando le references alle università straniere.” Per concludere, parliamo di due eventi che vedranno il Pascal protagonista del territorio: sono la Notte del liceo classico e la Notte delle stelle... “Sì, il 13 gennaio ci saranno la Notte del liceo classico e la Notte delle stelle: dalle ore 18 alle 24 i ragazzi del classico e dello scientifico presenteranno un gran numero di attività. Per queste manifestazioni invitiamo tutto il territorio nel liceo: questi eventi permettono ai agazzi di mettere a frutto la loro creatività, che proprio una scuola come il liceo consente di sviluppare a pieno. In ogni caso è importante che in un territorio ci sia ampia scelta riguardo all’offerta formativa ed è proprio la coesione tra le scuole superiori a formare nel territorio una generazione preparata alle sfide del futuro. Mario Di Toro



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18 LA VOCE DEI CITTADINI Nuova Lavinium...due anni dopo

Dicembre 2016

“Da ciò che riportavo nel 2014, poco o nulla è cambiato dal punto di vista sicurezza pedonale e stradale nella zona Nuova Lavinium. Anzi, qualcosa dal punto di vista stradale è aumentato, il traffico…”

IERI “Ore 7.30, direzione Pontina inizia il calvario di chi deve uscire da Pomezia, a Via Gronchi li dove molte persone che fanno jogging la mattina superano con nonchalance le vetture in fila . Si prosegue cosi fino a Via di Vittorio, ed ecco una bella rotatoria con aiuole, fiori e fontana, e grazie all’andatura “a lumaca” si può godere di tale bellezza paesaggistica. Arriviamo cosi a Viale de Gasperi e se si è fortunati si arriva indenni, sgusciando tra macchine che affrontano le rotatorie vantandosi della precedenza anche se non ce l’hanno, fino alla rotatoria di Via F.lli Bandiera dove questo lungo serpentone si intreccia con quello che arriva dalla via del mare. Se l’automobilista non perde la speranza di uscire da Pomezia o non si dimentica la meta per cui era uscito di casa, passando l’attraversamento pedonale davanti una scuola composto da 1 semaforo, 2 ausiliari e 2 vigili si giunge a passo d’uomo alla rotatoria davanti al “teatro”, e qui la prima decisione importante della giornata, svoltare a sinistra percorrendo Via Roma oppure da intrepidi avventurarsi verso via Virgilio, Via Cincinnato e da li sboccare sulla Pontina dopo aver passato un’altra scuola con

OGGI

tanto di altri ausiliari e vigili? Il tutto in “soli” 25/30 minuti della nostra esistenza. A fine giornata lavorativa ore 18 circa, noi stessi “incoscienti”che la mattina andiamo a lavorare, torniamo a casa consapevoli che ci aspetterà la stessa fila, le stesse rotatorie, lo stesso personaggio che affronta la rotatoria a mo’ di kamikaze, e dopo essere entrati in quel di Pomezia, dopo un’altra mezz’ora circa arriviamo a Nuova Lavinuim e dintorni. Non ne faccio una questione politica ma con l’urbanizzazione crescente da Torvaianica alta a Nuova Lavinium forse sarebbe il caso di fare una nuova “via di fuga” che esca direttamente sulla Pontina senza passare per 4 scuole, 5 rotatorie, e restringimenti di carreggiata vari. Mi pare che questo “doppio” disagio giornaliero non venga mai affrontato da chi di dovere.”

“Da 3 anni abito a Pomezia in Via Starrabba di Rudini…e già il nome è tutto dire, il comune ha storpiato il nome di un primo ministro di fine 800. Dopo aver fatto diverse segnalazioni agli uffici comunali il nome è rimasto sbagliato. Ma sorvoliamo…è cmq una bella strada chiusa che invece di avere accesso su via De Gasperi, oppure pedonale su Via Gronchi con una scalinata o una discesa, per renderla più vivibile a chi non ha l’auto, finisce con 2 inutili rotatorie che “rubano” posti auto, e la rendono luogo tranquillo per chi di notte si droga, fa sesso, si ubriaca, gioca a calcio, e lascia di tutto e di più per terra. La zona è nata per essere una “bella zona”…ma ad oggi la situazione è questa…l’orrendo ed inutile ponte di cemento “Di Mario”; il depuratore nella sughereta che emana poco gradevoli essenze; le case costruite a metà destinate a divenire ecomostri; le auto che sfrecciano a 120 km/h senza controllo in Via Gronchi (quando non si è in orari di punta e la fila c’è da Torvaianica alta a via De Gasperi) ; l’illuminazione assente su gran parte della strada che porta a Torvaianica alta; le mulattiere che un giorno forse diverranno strade

asfaltate; i marciapiedi contaminati da escrementi di cani che hanno per padroni gente ignorante che li tiene allo stato brado senza guinzaglio ne museruola, e che una volta a casa li tiene sui balconi ed allietano dalla mattina alla notte le orecchie dei vicini con continui abbaiare e ululare; la gente che parcheggia selvaggiamente in divieto di sosta; i topi che girano tranquilli nella sporcizia che le persone vengono a buttare pensando che “strada isolata” sia sinonimo di discarica. Chi legge si sta chiedendo…e che ci resti a fare? Perché non te ne torni a Roma? Beh il motivo c’è, è che non mi manca la speranza che qualcuno ascolti queste segnalazioni e ne faccia tesoro per cambiare le cose in meglio (casomai non a ridosso delle elezioni per accaparrarsi voti), e rendere piacevole la vita di come me abita in questa zona di Pomezia che potrebbe essere davvero piacevole se valorizzata e presa in considerazione seriamente. Molto dipende dall’educazione delle persone, ma molto anche dall’abilità del comune di saper gestire la città. Farò bene ad essere fiducioso? …lo scopriremo solo vivendo…” “Ombra”

Pomezia dice addiocalcioaldel ‘nonno’ Giovanni Barbonetti Colle Fiorito, un centro di eccellenza che e sociali della cittadina nonché le fatiscenti

C

i sono persone, che a differenza di altre, lasciano un segno forte, indelebile del loro passaggio terreno. Da sabato 5 novembre, triste giorno della sua dipartita, Giovanni Barbonetti è nel novero di tale categoria. Era conosciuto da tutti come “Il presidente”, visto che questo ruolo lo ha ricoperto per circa 30 anni nella squadra di calcio dilettantistica Colle Fiorito di Pomezia. Ma per i più piccoli, anche quelli che ora sono diventati grandi, era “il nonno”. Barbonetti è stato fondatore – nel 1980 – del centro sportivo e della squadra di

locale dove la scuola calcio era gratuita e sempre fuori dalla politica e dalle strumentalizzazioni, e cofondatore della Chiesa Madonna di Colle Fiorito, dove si trova ancora la statua della Madonna da lui donata. Giovanni faceva parte di quella generazione di granito che tanto ha dato all’Italia e che, purtroppo, ora sta scomparendo. La sua esistenza di grande lavoratore è stata vissuta intensamente, caratterizzata dalla sua mitezza, dalla sua bontà, dalla sua immensa generosità. Un uomo altruista sempre pronto ad aiutare il prossimo. Tanto ha dato Giovanni alla comunità. Nel privato come nel pubblico, nel sociale come nello sport. Con l’umiltà tipica dei grandi, con semplicità senza clamori e fanfare. Poiché ogni suo gesto veniva d’istinto dal suo grande cuore. Originario di Borgorose (Rieti) dopo tanti sacrifici e lavoro per il mondo, approdò a Pomezia negli anni sessanta. Con caparbietà e sostenuto dalla sua famiglia trasformò una cava ed un’area abbandonata nel ridente Centro Sportivo di “Collefiorito” che per anni supportò le attività sportive, scolasti-

strutture comunali. Come spesso accade a chi opera con trasparenza e senza secondi fini, tale struttura andò a ledere gli interessi e gli intrallazzi della politica corrotta. L’iniziativa di Giovanni dava fastidio alle lobby dei “palazzinari” supportati dalla complicità di amministratori incapaci. Fu quindi costretto ad arrendersi ai poteri senza scrupoli: il Centro Sportivo di “Collefiorito”, ancora oggi rimpianto da chi opera nello sport e nel sociale, fu chiuso, abbandonato e distrutto. Questa esperienza non cambiò l’indole di Giovanni, che continuò a prodigarsi generosamente verso quella collettività che troppo spesso lo ha contraccambiato solo con meschinità. Ma non è questo il momento delle polemiche, è il momento di alzarci tutti in piedi al cospetto e alla memoria di un uomo di quelli veri. Quelli di una volta… un grande. Non serviranno monumenti o intitolazioni ipocrite per ricordarlo, poiché l’insegnamento che con la sua bonarietà ci ha lasciato, vivrà sempre in chi lo ha amato, stimato e conosciuto. Ciao Giovanni…


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19 Vaccinarsi a Pomezia? Un’impresa! Dicembre 2016

LA VOCE DEI CITTADINI

Martedì 18 ottobre, 8,30: appuntamento alla sede di Via del Mare per la vaccinazione del meningococco : sono tre mesi che l’appuntamento è stato preso e confermato. Mi sono recata all’ambulatorio con i miei nipoti, dopo che mia figlia ha potuto richiedere, per tempo, un giorno di permesso dal luogo di lavoro e come lei tante altre mamme presenti. Prima sorpresa : le infermiere ci informano che il medico non è ancora arrivato : deve spostarsi da Tor San Lorenzo ed ha avuto un contrattempo ; mi chiedono di tornare verso le 9,30. Abitiamo a Pomezia, decidiamo di tornare a casa per ripresentarci all’ora stabilita. 9;15: abbiamo pensato che era meglio anticipare di un quarto d’ora per non far aspettare il medico, casomai fosse arrivato in anticipo. Quando arriviamo troviamo la sala d’ attesa piena di bambini che devono fare la prima, la seconda, la terza vaccinazione obbligatoria; bambini di sei anni che devono fare il richiamo, bambine più grandi per altri vaccini di richiamo o quant’altro. Chiediamo alle infermiere , preoccupate, se il dottore fosse arrivato. Ancora no, ci rispondono e ci dicono che ci sono state delle complicazioni, non si sa di quale genere, che gli stanno impedendo di arrivare, ma sicuramente arriverà di lì a poco. 9,40: ancora non si vede nessuno: i bambini più

piccoli piangono, quelli più grandi cominciano a innervosirsi per la lunga attesa; ci avviciniamo nuovamente e ci dicono di avere pazienza che prima o poi qualcuno arriverà . Sa, dicono , la sede attualmente è sprovvista del medico perché uno gravemente ammalato, l’altro è andato in pensione da poco e quindi non è stato rimpiazzato , il terzo ha avuto un brutto incidente qualche giorno fa e quindi è a casa per malattia. Ma allora chi deve fare queste vaccinazioni? Se sapevano di questa situazione perché hanno continuato a dare gli appuntamenti se nessun medico era disponibile? Sembra che i genitori siano stati chiamati qui a perdere tempo , a intrattenersi per chissà quali motivi. Chiediamo di parlare urgentemente con il direttore sanitario del distretto ASL di Pomezia. 9,50: Dopo aver parlato telefonicamente con due anonimi interlocutori , riteniamo che facciano riferimento al Direttore Sanitario di Pomezia (??) ci viene assicurato che entro breve tempo sicuramente arriverà il medico. 10,05 : arriva il

medico ; nel frattempo alcuni bambini sono stati portati via dai loro genitori. Non tutti avevano potuto prendere un giorno di permesso, limitandosi solo a 2 ore : non pensavano sicuramente che per fare una vaccinazione antipolio servisse prendere una giornata intera! Che servizio! Sarà così anche la prossima volta per i bambini che dovranno vaccinarsi o perché oggi è stata una giornata sfortunata ? Certo , se consideriamo le motivazioni che sono state addotte il problema andrà avanti per un bel po’.. e ancora una volta a discapito della fascia più debole: i bambini ! Recenti statistiche ci informano che la percentuale dei bambini che viene vaccinata sta diminuendo drasticamente : mi viene da dire che la nostra ASL sta dando una bella mano ad acuire il problema … E’ mai possibile che in una città di oltre sessantamila abitanti si debba assistere ad una vergogna simile! Progettiamo grandi cose , ma il benessere primario ,in questo caso la salute viene calpestata senza ritegno , nell’indifferenza più totale e poi : perché , per far valere un proprio diritto, bisogna sempre urlare e minacciare e cosa ancora più ripugnante ,solo in questo modo si viene ascoltati? Maurizia Danza


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SEGNALAZIONI

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Un territorio sott’acqua Basta un po’ di pioggia e le strade si allegano: ecco le vostre segnalazioni La “profezia”

Campo Ascolano, Torvaianica

Via Capri, Nuova Florida

Il “rally” della Castagnetta

L

Quando piove è sempre la stessa storia: la strada si ricopre di terra e l’asfalto diventa...una pista da rally! - Un lettore

Tor San Lorenzo

o scorso sei ottobre pubblicavamo sulla nostra pagina Facebook questo mini-sondaggio a seguito di alcuni allagamenti che ave-

vano interessato il nostro territorio. Che dite la “profezia” si è avverata?



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INFORMAZIONE

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La mia Turchia Nicola Maiani, fotoreporter di Ardea, racconta il suo ultimo viaggio

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ilis (Turchia) - Prima città turca dal confine siriano, Kilis è a soli 60 km da Aleppo, eppure, ad un primo sguardo, sembra una normalissima cittadina dove la vita scorre tranquilla e senza alcun problema.Non si direbbe mai che, a fronte di una popolazione di 90 mila persone, ospiti 130 mila profughi in fuga dalla guerra; ma è solo questione di tempo, di abituarsi agli sguardi, alle persone; poi, quei piccoli particolari che all'inizio passano inosservati, iniziano ad uscire fuori.Dapprima nei palazzi colpiti dalle bombe e prontamente ricostruiti dal governo turco che non vuole si vedano troppo, che preferisce coprirle in fretta; poi negli sguardi, nei volti.Volti sfigurati da una bomba, volti nascosti dietro una finestra, una porta, un cancello che però, una volta aperti, ti accolgono con un calore ed un senso di ospitalità che, a noi non abituati a questa fiducia verso "l'altro", ti colpisce come un pugno allo stomaco.Sono queste "ferite" che ho voluto raccontare, questi segni che, nonostante siano quasi invisibili, una volta notati, una volta capiti, una volta carpiti, ti trascinano in un mondo fatto di un'umanità che si sta inesorabilmente perdendo."

“Quando ho puntato la macchina fotografica per scattare la foto il bambino ha alzato le mani: pensava volessi sparargli”





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INFORMAZIONE

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Altrocheimpasto, la novità imprenditoriale di Ardea Oltre alla pulizia,ai numerosi attestati di partecipazione ai corsi di studio di settore frequentati, appesi alle pareti, alla cortesia del personale, è questo cartello che noti appena entri nel laboratorio ALTROCHEIMPASTO di Fabio Alveti - un giovane imprenditore pometino che ha deciso contro tutti i pronostici di re-inventarsi ed investire ad Ardea - a rappresentare al meglio l'idea innovativa di Altrocheimpasto: vendere al dettaglio ed all’ingrosso impasti freschi per pizza ad alta digeribilità, a lunga lievitazione (NON SURGELATO O PRECOTTO) e pronto all'uso a costi competitivi.Esperienza maturata, anni di studio e corsi frequentati presso la Scuola italiana pizzaioli (e con la Nazionale Italiani Pizzaioli) permettono di offrire impasti freschi che mantengono inalterate le loro caratteristiche per diversi giorni, il tutto esclusivamente made in Italy. Una miscela delle migliori Farine, acqua pura, olio d’oliva d’eccellenza,lievito,malto,sale... rendono unici gli impasti, porzionati in comodi panetti a partire da 230gr. Si possono scegliere inoltre prodotti per pizze tonde,alla teglia ,alla pala. Semplice e sempre disponibile. Si possono inoltre ordinare: Soia,multicereali,kamut, integ r a l e , s e m o l a . Altrocheimpasto può fregiarsi inoltre del fatto di essere Altrocheimpasto l’unico rivendiha partecipato alla Euopean Gluten free tore autorizzato Lazio,per pizza trophy il 20 e 21 no- nel vembre tenutasi a Ri- Roma e Provincia, dell’impasto mini fresco dietpizza fiberpasta, ad IG 29 ,adatto ai diabetici,sportivi e non,l’unico riconosciuto dal Ministero della Salute. Inoltre, come dice il titolare, l'orgoglio dell'attività è l’impasto senza glutine: i nostri clienti celiaci possono scegliere l’impasto con farina "Nutrisi" sempre disponibile e su richiesta "Dr Scharr,

Revolution". “Ascoltare sempre i nostri clienti, e in particolare questa volta i clienti celiaci e diabetici, ci ha convinto ad investire su questo tipo di impasti e a breve annunceremo tante altre novità", spiega il titolare. "La celiachia è un fenomeno sempre più in crescita, molte sono le intolleranze di vario livello e anche il desiderio spesso di evitare il glutine per motivi personali e di salute ci ha convinto a collaborare con l’Associazione Italiana Celiaci seguendo corsi sulla ristorazione e non solo. Nel nostro laboratorio abbiamo una zona "gluten" free dedicata la quale, previo appuntamento, può essere visitata. E siamo anche nel circuito "glutenfreeroads" e "AFC AIC E Celiachiamo.com".

Pizza croce o delizia per diabetici? "Grazie al suo basso indice glicemico IG29 e il profilo nutrizionale, la nostra pizza fatta con la farina "dietpizzafiberpasta" è ideale per le persone che non vogliono rinunciare al gusto dei carboidrati e di un piatto tipico della tradizione italiana, spesso difficile da gestire”, dichiara ancora Fabio Alveti. "Oltre ad essere gli unici rivenditori autorizzati per l’impasto fresco "dietpizzafiberpasta" nel Lazio,Roma e Provincia, abbiamo elaborato con noti nutrizionisti delle ricette ad hoc da consigliare."

l’ingrosso, abbiamo stipulato delle convenzioni con enti ed associazioni e siamo sempre interessanti a farne delle altre. Siamo poi entrati nel circuito AIC associazione italiana celiaci, nel network Alimentazione Fuori Casa, e stiamo collaborando con loro. Ci trovate nel "glutenfreeroads" e in "celiachia.com". Stiamo rendendo erogabile il prodotto con le ricette, abbiamo il codice a barre e ci trovate anche con la APP dellAIC. Abbiamo il piacere di avere sinergie lavorative in essere con noti hotel,bar,pub, ristoranti,forni,pizzerie di zona e non solo,ma quello che più ci fa piacere è vedere il sorriso dei nostri clienti che ci ringraziano,magari postandoci le foto delle loro pizze. Vedere famiglie con bambini,gruppi di amici,nonni che ci ordinano il Kit del pizzaiolo: ( pizza già stesa in vassoio, corredata da mozzarella julienne e pomodoro già condito) o l’impasto della pizza da cucinare insieme,ci rende orgogliosi. Poi la gioia negli occhi dei celiaci, dei bimbi celiaci che con i nostri impasti fanno il pane e persino gli gnocchi non ha prezzo.Venite a trovarci ,telefonateci 06.9137158,348.4728034 e visitate il nostro webisite www.altrocheimpasto.it /altrocheimpasto”.

I risultati ottenuti "Abbiamo aperto ad Aprile 2016 - raccontano ancora ai nostri microfoni i titolari -, in Via Furio Camillo 11 ad Ardea (zona Rocca), nessuno credeva in noi ed invece, remando controcorrente, stiamo ottenendo tante soddisfazioni, passo dopo passo, quasi a comporre un mosaico. Abbiamo assunto personale, ne stiamo assumendo altro, e stiamo investendo e studiando per i nostri clienti, per offrire un servizio di eccellenza. Abbiamo partecipato e organizzato vari eventi molti dei quali in collaborazione con i nostri clienti al-

Ardea, giornata nazionale sulla sicurezza: l’IC Ardea 1 vince il premio del MIUR L’Istituto, guidato dal Dirigente scolastico Carlo Eufemi, è risultato vincitore del concorso nazionale #LaMiaScuolaSicura per la creazione del logo utilizzato dal Ministero per la promozione dell’evento, finalizzato a diffondere la cultura della sicurezza e prevenzione dei rischi nelle scuole. “I complimenti dell’amministrazione comunale di Ardea e di tutta la città vanno ai ragazzi dell’Istituto comprensivo Ardea 1 per essersi classificata prima nella realizzazione di un logo per la Giornata nazionale per la sicurezza promosso dal Ministero dell’Istruzione. Questa è l’ennesima dimostrazione di come nei nostri istituti il corpo docente sperimenta e avvia percorsi nuovi anche per creare una didattica d’eccellenza. E’ bello vedere i nostri ragazzi arrivare così in alto. E’ un piacere per l’intera comunità”

La redazione de il Corriere della Città si stringe al dolore della famiglia Torreti per la scomparsa di Fulvio Torreti, avvenuta lo scorso 20 novembre



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INFORMAZIONE

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Pomezia e Torvaianica come non le avete mai viste Panoramiche mozzafiato del nostro territorio scattate dalla direttrice del Corriere della Città Maria Corrao Sorvolare il territorio pometino di un ultraleggero. E’ stata questa l’esperienza vissuta dalla nostra direttrice Maria Corrao che ha voluto condividere con tutti i lettori la straordinaria esperienza da lei vissuta: decisamente più tranquillo è stato il primo viaggio, meno il secondo, dato che, racconta lei, “i giri della morte non sono proprio una passeggiata!”. In ogni caso il volo non solo Pomezia e Torvaianica ma anche il proseguo del litorale romano come tappe attraversate - ha permesso di immortalare gran parte della Regione dove viviamo all’interno di scatti pressoché irrepetibili e dal sapore assolutamente speciale. Ecco allora un piccolo assaggio di quanto realizzato: buona visione! (Si ringraziano i piloti

Biagio Cammarone e Valter Strale “Tredici” per l’opportunità concessa)



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CULTURA

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Intervista con Luca Paonessa, fondatore di "Pomezia sparita"

Convegni, conferenze, incontri e anche un gruppo Facebook. Ecco l'associazione che mira a valorizzare il patrimonio culturale cittadino Pomezia, la sua storia e, soprattutto, la sua cultura. Sono questi i pilastri dell'Associazione "Pomezia Sparita", che ha visto la luce nel gennaio di quest'anno. Nata da una precedente esperienza online - i fondatori avevano lanciato il progetto inizialmente su Facebook creando una pagina che ancora oggi porta il medesimo nome - e successivamente replicata con tutti i crismi attraverso uno statuto nell'inaugurazione pubblica del 31 gennaio, "Pomezia Sparita" conta oggi oltre 500 iscritti (tra online e offline) ponendola tra le novità più interessanti, sotto il profilo culturale, di questo 2016. Per conoscerne in maniera più approfondita scopi e attività abbiamo intervistato il suo fondatore nonché Presidente, lo storico d'arte Luca Paonessa. Da dove nasce l'idea di "Pomezia Sparita"? "Mi sono trasferito a Pomezia nel 2012 quindi in realtà non sono da molto un cittadino...pometino. Nonostante questo però sin da subito ho saputo apprezzare il grande patrimonio culturale sebbene a prima vista la città sembri non offrire molto da questo punto di vista; in realtà ci sono molti punti

Luca e Eber Paonessa. In basso a sx l’incontro con il Sindaco di Pomezia; in basso a dx reperti ospitati nella sede di Pomezia Sparita

di interesse: siti archeologici, penso all'antica Lavinium, aree naturalistiche, come il querceto o il Sughereto, senza contare il grande fermento che ho riscontrato nel mantenere viva la memoria di questi luoghi e penso qui anche al Borgo di Pratica di Mare. Tutto questo un po' si confonde, si nasconde e rimane un po' dietro alle quinte rispetto a quella che è la complessità di Pomezia; sicuramente però c'è un intero universo culturale che vale la pena di studiare. E' per tutto questo che nasce "Pomezia Sparita". Pomezia è una città relativamente giovane. C'è davvero allora una città che sta scomparendo e che quindi va in qualche modo recuperata, oppure c'è un'altra interpretazione? "C'è sì una città...scomparsa ma in un altro senso. Spesso mi piace dire: 'tutto sparisce, tutto si trasforma, tutto continua in modo differente ad esistere'. Abbiamo tante cose sotto gli occhi

frutto di profondi cambiamenti avvenuti nei secoli che vale la pena di studiare. Faccio un esempio: in una delle nostre conferenze abbiamo parlato di un'ascia e di un martello risalenti al terzo millennio a.C. che ancora si conserva al museo Pigorini di Roma. Questo ci fa capire come il territorio di Pomezia abbia avuto notevoli trasformazioni nel corso del tempo ma di come ne conservi al contempo le tracce. Intorno a noi ci sono tante impronte del suo passato" Quali sono le attività prevalenti che state portando avanti come associazione? "Cicli di conferenze di storia dell'arte - ne abbiamo terminato recentemente uno anche su Michelangelo - incontri sul territorio, penso alle visite a Pratica di Mare, al Sughereto o a Santa Palomba; spesso poi organizziamo anche gite culturali a Roma" Luca Mugnaioli



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RUBRICHE

Il Natale

I

nnanzitutto le occasioni e le persone per fare un regalo sono diverse e questo determina il tipo ed il costo del dono da scegliere. Nel fare un regalo, quindi, bisogna anzitutto pensare alla persona che deve riceverlo, alla sua cultura, ai suoi hobbies e soprattutto riuscire a notare qualche particolare che si ha avuto l’occasione di cogliere nel frequentarla. Questo, prima di optare per fiori e piante, dolci o vini, che sono certamente tra i regali più comuni. I fiori e le piante sono forse i più comodi: facili da ordinare e da recapitare, adatti a tutte le evenienze. I fiori tagliati si mandano sempre in numero dispari, in quantità proporzionale alla grandezza del fiore di modo che la cosa non sappia un po’ di misero (cinque lilium sono abbastanza, cinque tulipani sono pochissimi). I fiori alcune volte racchiudono dei significati: tutti sanno per esempio che le classiche rose rosse significano passione e che quelle gialle esprimono gelosia. I fiori si mandano prima o dopo un invito a cena e vanno indirizzati alla padrona di casa, ed è meglio che portati di persona, perché chi li riceve dovrebbe altrimenti occuparsi subito di loro, mentre potrebbe avere delle cose più importanti da fare in quel momento. Anche i cibi e dolci possono essere regali graditi, di grande effetto e anche di utilità ma molto a rischio per la loro deperibilità, meglio optare per vini e liquori proprio perché hanno una maggiore capacità di conservazione: la persona che li riceve può anche offrirli direttamente ai suoi ospiti e sarebbe un grande gesto di considerazione verso la persona che li ha regalati, o utilizzarli quando, come e con chi crede meglio. In generale, per una cena a casa, si portano una o due bottiglie di vino di qualità, oppure una bottiglia di buon champagne per qualcosa di più significativo. Che si tratti di fiori o piante, dolci o cibi, o altro, tutti i regali devono essere accompagnati da un biglietto scritto a mano evitando i luoghi comuni e, quando è il caso e se ne siete capaci, cercando di essere leggeri e spiritosi. Infine se ricevete un regalo che gradite, esprimete i vostri ringraziamenti con calore, sia personalmente che con un biglietto, citando l’oggetto e magari l’uso che ne

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Come scegliere un regalo e superare lo stress delle feste farete, senza esagerare e senza essere ossequiosi, scegliete parole sincere anche nel caso in cui del regalo apprezziate soltanto la confezione. Ma a Natale non sono solo coccole e regali ma in agguato ci sono disagi come il panico e lo stress che provocano uno stato di ansia che, spesso, spengono l’entusiasmo. Si avverte lentamente dentro di noi, man mano che le festività si avvicinano, uno stato di inquietudine dettato dalla preoccupazione di “dover” fare delle cose, ovvero la corsa al regalo che, statisticamente come ogni anno ti riprometti di non fare ma che poi puntualmente ti ritrovi all’ultimo momento a dover scegliere tra il né troppo costoso e né troppo economico per non fare brutte figure; la ressa nei negozi super affollati, con persone altrettanto stressate per gli stessi identici motivi che inducono voi stessi ad immaginare che, di colpo, spariscano definitivamente le prossime due settimane dal calendario. Invece sapete benissimo che non potete sfuggire alle relazioni forzate nei pranzi e nelle cene, di sorrisi di circostanza, con conversazioni sempre uguali il tutto accompagnato da un’ enorme quantità di cibo su cui sfogare la noia e la frustrazione di molte adunate familiari in cui l’allegria non è spontanea. Durante le feste infatti si ingrassa non tanto perché mangiamo troppo ma anche perché lo facciamo quasi per inerzia, come uno sfogo a tutto ciò che non sopportiamo causando, ovviamente, gravi sensi di colpa per i chili messi su in così breve tempo. Ma questa ricorrenza che richiede “il dovere di essere buoni” genera un dato di fatto che una percentuale altissima di disagi interiori, tra cui ansia, panico e depressione ha origine proprio tra le mura di casa, nelle relazioni con le persone più vicine, poiché questo “buonismo” induce comportamenti non naturali, artificiali, creando un conflitto con l’autostima con cui entriamo in conflitto. Questa lotta interiore si scatena quando l’istinto ci suggerisce un atteggiamento, ovvero quello di non farci ulteriore violenza mentre la ragione ci impone di comportarci come gli altri vogliono vederci. Ma il fatto più importante è che nel mezzo di questa guerra ci siamo noi che cerchiamo di combat-

tere con ogni mezzo. Come uscirne? La soluzione non è cercare di vincere questa battaglia: se una parte di te vince, un’altra perde e sono entrambe importanti. Occorre invece arrendersi perché significa cha da qualche parte dentro di te, si sta combattendo una lotta di cui non sei consapevole. Arrendersi infatti significa guardare, riconoscere ed accogliere questo stato d’animo sforzandoci a comprendere che l’origine delle difficoltà è nell’atteggiamento mentale con cui le affrontiamo. Lo stress nasce sempre da una relazione distorta con la realtà, dall’abitudine a spendere la nostra energia all’esterno di noi, adeguandosi alle richieste che vengono da fuori, anziché investirla per stare bene soprattutto con noi stessi. I doveri familiari e lavorativi alimentano questo atteggiamento. Il primo passo è non trarre sempre conclusioni affrettate, non stiamo sempre lì a giudicare tutto e tutti. Non pensiamo che tutto quello che dipende da noi deve essere migliore. Ad esempio se ci sentiamo stanchi o annoiati non traduciamolo in una sentenza definitiva “ sono triste, non mi succede niente di bello..” Alcuni addirittura pensano di aiutarsi a superare queste situazioni di disagio con l’aiuto di psicofarmaci, ma forse sarebbe meglio curarsi con una sostanza che il nostro cervello sa produrre autonomamente senza bisogno di chimiche aggiuntive: ovvero con l’entusiasmo che, etimologicamente, dall’antica lingua greca significa “ispirato da Dio” . Il “Dio” non è ovviamente nulla di spirituale ma si riferisce a quell’energia che è dentro di noi da cui vengono le intuizioni, le idee. E’ un’esperienza che tutti conosciamo, tanto che, quando la viviamo, ci viene da dire : “ mi sento da Dio” anche se spesso la trascuriamo in nome dei doveri, della morale, delle paure. Infine ricordiamoci che ci sono solo due giorni all’anno in cui non si può fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò teniamo sempre bene in mente che oggi è il giorno giusto per vivere. Buon Natale a voi tutti Antonio Guido Esperto di Galateo e Immagine Relazionale dirguido@libero.it

Auto: le “occasioni” di fine anno

Vetture abbandonate a Pomezia e ad Ardea: è boom di segnalazioni A sinistra alcune vetture abbandonate a Pomezia e a Torvaianica. A destra invece il prima e il dopo di una macchina che ‘riposava’ placidamente da oltre un anno a Tor San Lorenzo, rimossa dopo le nostre segnalazioni



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SPORT

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Il Team Nuova Florida non si ferma più

La squadra è la rivelazione di questa stagione: primo posto in Promozione con numeri da record. Prima categoria: continua il sogno della Città di Pomezia

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a copertina di questo numero di Natale, per il calcio dilettantistico del territorio, non poteva che andare al Team Nuova Florida. La formazione sta conducendo il girone C di Promozione con numeri da capogiro: fin qui la squadra ha ottenuto la ragguardevole cifra di 38 punti ottenuti in quattordici partite, frutto di dodici successi e appena 2 pareggi (la squadra è ancora imbattuta, ndr). A novembre Grottaferrata, Atletico Morena, Borgo Podgora, Nettuno ed Atletico Lariano sono caduti sotto i colpi della Nuova Florida che può ad oggi vantare un margine di quattro lunghezze sulla prima inseguitrice, la Cavese 1919. Di tutt'altro umore è invece l'Indomita Pomezia, per rimanere nello stesso girone (C), che si ritrova, suo malgrado, a rappresentare l'altra faccia della medaglia della Promozione: il gruppo si trova infatti all'ultimo posto della classifica - nella prima giornata di dicembre è arrivato anche il pesante k.o. per 6-0 contro la Cavese - ed è ancora a caccia della prima vittoria stagionale.

Eccellenza: rivoluzione Unipomezia, la migliore è il Pomezia Calcio Cambia tutto l'Unipomezia che ingaggia addirittura undici giocatori per cercare di imprimere una svolta ad un campionato non iniziato

nel migliore dei modi. Dopo un novembre a dir poco tetro sotto il profilo dei risultati (tre sconfitte ed il pari casalingo contro il Colleferro) la rotta è stata invertita nella prima domenica del mese dove la squadra ha superato di misura (10) - grazie ad un gol del giovanissimo Castro il Roccasecca. Una boccata d'ossigeno che i dirigenti sperano possa dare il là ad una risalita nel torneo. Staziona invece a metà classifica il Pomezia Calcio che nell'ultimo turno disputato ha dovuto cedere il passo al Cassino per 3-2; la squadra - che ha annunciato alcuni innesti importanti sul mercato (vedi Ceccarelli) - è ora ottava a quota venti punti. Leggermente più indietro troviamo il Cedial Lido dei Pini (decimo). Il team rutulo è reduce da due pareggi nelle ultime due gare disputate (Racing Club e Colleferro) arrivati dopo il sonoro 4-1 rifilato al Monte San Giovanni Campano e all'uno a zero con il quale aveva superato il Serpentara (in mezzo la sconfitta proprio con il Pomezia Calcio in trasferta). Chiudiamo con il Racing Club. La squadra non sta attraversando un momento facile sebbene la vittoria con l'Unipome-

zia nel match del 13 novembre avesse fatto intravedere uno spiraglio di speranza; ma a riportare tutti alla cruda verità ci hanno pensato i passaggi a vuoto rimediati contro San Cesareo e la Vis Artena con in mezzo il pur buono pari contro il Lido dei Pini. Il gruppo è ora al terzultimo posto in graduatoria: servirà dunque un netto cambio di marcia per recuperare il terreno perso in questi mesi. Prima Categoria: continua il sogno della Città di Pomezia Non accenna a placarsi l'entusiasmo attorno alla Città di Pomezia. La squadra è seconda ad appena un punto dalla capolista Real Velletri nel girone G di Prima Categoria; nell'ultimo turno, seppur con qualche apprensione di troppo, la formazione pometina è riuscita a superare il W3 Roma Team riuscendo e a rimanere in scia della prima della classe che non ha avuto vita facile contro la Fortitudo Academy. Anche l'Airone Ardea, inserita nel medesimo raggruppamento, può vantare un buon ruolino di marcia: il team rutulo è ottavo, attestato a quota quindici punti, e nel primo turno di dicembre ha ottenuto un brillante successo battendo a domicilio il Time Sport Roma Garbatella per 4-0.


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Dicembre 2016

SPORT

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A Pomezia la prima scuola calcio per ragazzi con disabilità

Lo Studio di Psicologia Psicosomatica: “Insegneremo a comunicare tramite il pallone” Un’occasione per mettersi in gioco al di là del campo o della divisa, per imparare, insieme alle regole, a rapportarsi con gli altri. E’ con questo obiettivo, infatti, che nasce la Scuola Calcio Integrato Social Football Academy a Pomezia, per trasformare il pallone in uno strumento per aiutare i ragazzi con disabilità a integrarsi, a stringere amicizia, ad assaporare l’esperienza di fare parte di un gruppo. Lo Studio di Psicologia Psicosomatica, in collaborazione con U.S.D. Città di Pomezia, promuove l’avviamento al pallone: le attività si svolgeranno allo Stadio Franco Maniscalco con due allenamenti settimanali. Le sedute saranno aperte ai ragazzi con difficoltà o disturbi più o meno gravi, e accoglieranno da Dicembre giovani iscritti, di un’età compresa tra i 7 e i 16 anni, sia bambine che bambini, sia ragazze che ragazzi che soffrono di disabilità intellettive medie o moderate, disturbi dello spettro autistico, disturbi di coordinazione motoria, disturbi di attenzione e/o iperattività (ADHD), disturbi emotivi e relazionali, dipendenza da giochi di videogame (Internet Addiction Disorder).La particolarità della scuola Social Football Academy è che consiste in un “ progetto pensato appositamente per giocatori con varie difficoltà e disabilità più o meno invalidanti", spiega la Dott.ssa Emanuela Totaro. "A Dicembre incontreremo le famiglie per spiegare loro come funziona la scuola, poi scenderemo in campo”. Il progetto prevede un team che accoglierà le famiglie e seguirà i ragazzi nel percorso sportivo e sarà composto da n. 2 psicologhe, La Dott.ssa Emanuela Totaro (coordinatrice) e la Dott.ssa Sara Simonelli, lo psicologo dello Sport Dott. Andrea Pilloni, che saranno in campo per osservare le dinamiche relazionali dei ragazzi, per progettare obiettivi a breve e lungo termine, verificare e modificare i percorsi sportivo-educativi dei piccoli atleti e infine per favorire gli scambi con gli altri membri dello staff e le famiglie. A seguire gli allievi ci sarà inoltre uno staff di allenatori qualificati come Stefano Cognetti e Claudio Cappioli che avranno il compito di insegnare ai giovani atleti le regole e le tecniche base del gioco del calcio, mettendo in campo tutte le proprie competenze specifiche e “Lo sport professiocome terapia: gli atleti nali. La sono visti nella loro inte- b i o l o g a rezza una straordinaria nutrizion i s t a crescita psico-emotiva, D ott . s s a motoria, sociale” Monica Grosso, infine, darà indicazioni specifiche circa l’educazione alimentare, l’osteopata Dott. Giorgio Albanese darà indicazioni circa la postura, la distribuzione del peso, e fornirà consigli per correggere problemi di postura mentre

la logopedista,Dott.ssa Margherita Foderaro, si occuperà dei disturbi del linguaggio ecc. All’inizio e al termine del percorso sportivo, cioè a fine stagione, si svolgeranno colloqui individualizzati con le famiglie per fornire informazioni utili sul lavoro che svolgeranno e sarà svolto dai ragazzi. In campo, tuttavia, non si giocherà solo a calcio. “Il nostro scopo non è creare campioni, ma costruire, attraverso la palla, un nuovo tipo di linguaggio – racconta il presidente della U.S.D. Città di Pomezia – un modo per i ragazzi di comunicare con i compagni di squadra e gli allenatori”. “Non tutti sanno che per un ragazzo autistico aggiunge la Dott.ssa Emanuela Totaro - ad esempio, già fare parte di un gruppo è un traguardo molto importante, perché la patologia comporta una chiusura verso l’esterno, e la paura per tutto ciò che è relazione e rapporti interpersonali. Accettare il pallone passato da un compagno, quindi, rappresenta di per sé una vittoria: significa aprirsi alla vita, non averne timore”. La partita in questa ottica diventa una metafora di vita: “E’ difficile dire quali benefici, se piccoli o grandi, comporterà per le/i bambine/i e per le/i ragazze/i questa esperienza, perché ogni individuo è un mondo a sé stante. Sicuramente l’attenzione che riceveranno, il sostegno degli operatori e i rapporti che stringeranno con i compagni di squadra provocherà in loro un’apertura verso l’esterno molto importante”. E anche la presenza di allievi con patologie diverse, secondo le psicologhe, avrà un’influenza positiva: “Di solito i progetti sportivi per ragazzi con disabilità tendono a tenere separate le patologie, noi, invece, creeremo un gruppo misto, in base all’età, perché speriamo che ciascuno di loro, pur con le proprie difficoltà, possa accorgersi che ci sono altri ragazzi con altri problemi, e quindi sentirsi meno solo. Anche in questo la scuola è innovativa”. A cadenza settimanale, inoltre, gli operatori si incontreranno per parlare dei loro allievi e per fare formazione: “Noi vogliamo che i ragazzi si divertano – sottolineano i mister Cognetti, Cappioli – ma lavoriamo per il loro benessere quindi per noi non è un gioco, o un semplice momento di sport”. L’esperienza di Pomezia, in seguito, potrà anche essere esportata in altre città. La scuola calcio integrato Social Football Academy organizzerà corsi di formazione per allenatori che in futuro vorranno insegnare la

disciplina a ragazzi con disabilità – spiega il Presidente Maniscalco – è un modo per sensibilizzare sull’importanza dell’integrazione e dell’adattamento, e ricordare a tutti ciò che di bello può fare uno sport come il calcio”. Per concludere, questa opportunità è una proposta educativa che valorizza l’interezza della persona e la crescita psico-fisica, motoria, emotiva, intellettiva e sociale. Vi aspettiamo per spiegarvi ulteriori informazioni, contattateci al 392 5805210 – 328 3105068 la Social Football Academy vi dà il benvenuto.

ASD Pomezia Calcio a 5: la società alla seconda partecipazione nel torneo AICS I due gruppi del Pomezia Calcio a 5 protagonisti nel torneo giovanile AICS. I 2007 hanno collezionato sin qui 2 vittorie, 1 pari ed una sconfitta. Il gruppo dei 2006 è invece ancora a caccia, mentre scriviamo, della prima vittoria stagionale; in

tal senso grida vendetta l’uno a uno rimediato tra le mura interne lo scorso 20 novembre contro il Laurentum che riuscì a pareggiare soltanto nel finale. Non bastò infatti la rete di Ciocoiu per dare i 3 punti alla formazione pometina.


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L’arrivo di un figlio E’ nato! Finalmente dopo lunghi nove mesi, dopo ore di travaglio, dopo tutte le spinte necessarie e i tre giorni in ospedale, mamma, papà e cucciolo sono pronti a rientrare a casa.Il bello inizia da qui! L’arrivo di un figlio rompe gli equilibri di una coppia, da due si diventa tre e se contiamo anche tutti i parenti e gli amici volenterosi, si può arrivare anche a due o trecento. Ci vuole molta serenità, costanza, comprensione e pazienza.Durante i nove mesi di gravidanza il cervello di una donna è inondato da ormoni che per lei hanno lo stesso effetto di una droga: è tutta un’esplosione di benessere, la pelle, i capelli, le unghie, l’umore, i ritmi rallentano e tutto passa in secondo piano. E’ un po’ come se inconsciamente il bambino che cresce nella pancia, rapisse i pensieri della mamma e la obbligasse a guardarsi dentro piuttosto che fuori. Tutto questo benessere vacilla qualche giorno dopo il parto, la caduta degli ormoni infatti manda in tilt il cervello, come in una crisi d’astinenza. All’improvviso la pancia è vuota, ma non piatta, i capelli sono raccolti un po’ come viene e tutti quelli cresciuti di troppo in gravidanza cominciano a cadere, il trucco è un ricordo lontano, come i vestitini, i tacchi e i gioielli, le notti insonni a metà tra le poppate e lo strano silenzio di quando dormono bene che ti spinge comunque ad andare a controllare sulla culla,lasciano i segni sul viso, i capezzoli sono dolenti e magari anche i punti ancora tirano … chi può biasimare una neo mamma che scoppia in lacrime? Non è depressione post partum, ma forse mancanza di tatto e di sensibilità di chi sta intorno perché questa situazione già di per sé è piuttosto difficile da affrontare, ma poi và anche contestualizzata …L’allattamento sta partendo tra mille incertezze: mangia troppo? , mangia poco?, vuole stare sempre attaccato, ma allora forse il mio latte non basta? Magari non è nutriente d ecco che come per magia a tutte queste incertezze si aggiungono parenti ed amici che vengono in pellegrinaggio a tutte le ore impedendo di fatto il recupero di una qualsivoglia “normalità”. E in genere non si accontentano solo della visita ma dispensano anche consigli non richiesti: sono tutti pronti a dare le infor-

mazioni più disparate credendo di fornire le verità non rivelate della puericultura e diffondendo invece solo insicurezze e dubbi! Oggi negli ospedali dopo il parto si preferisce una dimissione precocissima, il che vuol dire che le mamme spesso arrivano a casa prima che la montata lattea sia arrivata e così si trovano a gestire bimbo e allattamento praticamente” da sole” e da zero, senza sapere da che parte cominciare e allora ecco gli ingorghi, le mastiti, lo stress e il senso di inadeguatezza che spesso si traduce in latte artificiale! I sensi di colpa arrivano dopo, quando a mente più lucida si capisce che forse le cose potevano essere gestite in maniera diversa, semplicemente credendo un po’ di più nel proprio istinto. Non vi basta? Ok allora rincaro la dose! E’ passata una settimana dal parto, la mamma è praticamente una reclusa che non riesce a fare una doccia e neanche ad andare in bagno senza trascinarsi dietro la carrozzina, che gira in tuta e ciabatte con la tetta sempre pronta, intimità inesistente per le continue visite e quando finalmente la sera rientra il marito a casa e pensa di potersi rilassare un attimo, lui se ne esce con una cosa tipo “ scusa amore oggi è stata una giornataccia, beata te che te ne puoi stare a casa tutto il giorno a non fare nulla!”Non mi stupirei di leggere un giorno di una mamma che al rientro a casa del marito sia diventata tutta verde e gigante come l’incredibile Hulk! Diciamo che il post partum può essere un momento difficile! Ci vorrebbe un po’ di buon senso e un po’ di rispetto! Non si va a trovare una neo mamma senza invito, non si danno consigli non richiesti, si chiede il permesso per prendere in braccio un neonato, non è un pacco, né un trofeo o un gioco, è una piccola persona. Mamma e suocere sono certa che siete animate dai migliori propositi,ma il vostro ruolo è un altro, aiutate nelle faccende, con la

spesa, con la cucina, ma lasciate le vostre figlie o nuore libere di vivere la propria maternità! Inoltre la cosa forse più importante da ricordare è che se non c’è la coppia non esiste la famiglia. Un figlio assorbe sicuramente molte delle attenzioni che una donna prima riversava sul proprio uomo, ma è fondamentale conservare la propria complicità e affiatamento, altrimenti si arriva ad un punto in cui i figli separano e non uniscono. Ricordatevi che un figlio arriva come prodotto dell’unione di due persone, cioè di una coppia, senza la coppia non c’è la famiglia! Mamme coinvolgete i papà nelle attività quotidiane che riguardano i vostri cuccioli, il cambio pannolino, il bagnetto, le ninne, il ruttino e papà non pensate che la giornata di vostra moglie sia stata leggera solo perché non è dovuta andare in ufficio! Non minimizzate le difficoltà che vi racconta di aver incontrato nella giornata, concedetele qualche ora di relax, di sonno o anche solo una seduta dal parrucchiere tra una poppata ed un’altra. Siate presenti!! Il consiglio più difficile da seguire è quello che do alle mamme: non state a sentire nessuno, fidatevi solo di voi stesse, parlate con una persona competente, scegliete il percorso che volete seguire, quello che vi sta comodo e andate per la vostra strada, a tutti gli altri sorridete, ringraziate e poi dimenticate. Ah ! per i parenti invadenti potete fare così: ad ognuno che viene a trovarvi affidate un compito, tipo: “mi stenderesti i panni mentre allatto?”, “mi andresti a prendere due cose al supermercato?”, “ mi laveresti i piatti?”, “ mi stireresti i panni?”… dopo una settimana non verrà più nessuno. Garantito! Proteggete la vostra intimità, oltre le difficoltà oggettive del rientro a casa, dovete anche fare i conti con un equilibrio da ricostruire, dovete ristabilire una vostra quotidianità con il nuovo arrivato! Dovete ristabilire le priorità e soprattutto dovete cercare di vivere serenamente questi irripetibili momenti con tutte le loro complicate dinamiche! Un giorno ripensandoci ne riderete!!!

Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it



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L'Avvocato risponde La consulenza legale per il lettori del Corriere della Città

Tutti i bambini hanno diritto alla bigenitorialità in modo da poter avere una crescita serena. Pertanto, il riconoscimento da parte dei genitori è un atto da compiersi nell'interesse dei figli. In caso di rifiuto quando può essere proposta l'azione di dichiarazione di paternità e in che modo può essere fornita la prova della paternità e quali effetti produce la sentenza? Vorrei dei chiarimenti a tale proposito.” A seguito della recente riforma della filiazione il nuovo testo dell'art. 269 c.c. non ha subito modifiche sostanziali. Si è stabilito, infatti, che la paternità e maternità possono essere giudizialmente dichiarate nei casi in cui il riconoscimento è ammesso. L'azione per la dichiarazione giudiziale della paternità è volta a ottenere, in difetto di riconoscimento, l'accertamento dello stato di figlio nei confronti del genitore biologico. In tema di dichiarazione giudiziale di paternità è prevista l'utilizzabilità di ogni mezzo di prova, anche indiretta ed indiziaria. Pertanto, l'accertamento di paternità potrà essere raggiunto attraverso una serie di elementi presuntivi, che valutati nel loro complesso per la loro attendibilità, saranno idonei a fornire la rigorosa dimostrazione della paternità. La riforma, introdotta con il D.L.gs n. 154 del 2013, ha confermato l'indirizzo giurisprudenziale in base al quale le indagini ematologiche e genetiche sono prove in senso proprio. Infatti, l'odierna ricerca ed esperienza scientifica consentono di raggiungere un alto grado di probabilità vicinissimo alla certezza assoluta. Pertanto, in tali procedimenti, il giudice non è tenuto a seguire un ordine gerarchico o cronologico nell'ammissione dei mezzi di prova, potendo egli disporre una consulenza tecnica di ufficio di natura ematologico – immunogenetica, sui cui risultati, con altri elementi di prova ottenuti, può basare il suo convincimento. Ferma l'inviolabilità della persona e l'incoercibilità del prelievo ematico, nel giudizio di dichiarazione giudiziale di paternità, il rifiuto ingiustificato di sottoporsi a indagini ematologiche costituisce un comportamento valutabile da parte del giudice, ex art. 116, comma 2° c.p.c. Il nuovo testo dell'art. 38 disp. Att. c.c. attribuisce al Tribunale Ordinario la competenza a decidere sulla dichiarazione giudiziale di paternità, anche quando il presunto figlio è minorenne. Quindi, il soggetto legittimato alla proposizione dell'azione di accertamento giudiziale di paternità è il figlio nei cui confronti l'azione è imprescrittibile, ossia senza limitazioni temporali. Diversamente, se tale azione viene esercitata dai discendenti del figlio, può essere promossa entro due anni dalla morte di quest'ultimo. Se il figlio è un minore, l'azione può essere promossa nel suo interesse dal genitore esercente la responsabilità genitoriale, oppure dal tutore.

Il tutore deve chiedere l'autorizzazione al giudice che può anche nominare un curatore speciale. Per procedere all'azione è necessario il consenso del minore se abbia compiuto quattordici anni e la domanda si propone nei confronti del presunto padre o nei confronti dei suoi eredi (se defunto). La sentenza di accertamento del rapporto di filiazione viene equiparata al riconoscimento del figlio ed ha effetti retroattivi. Tale retroattività riguarda anche i diritti successori. Però, il termine decennale di prescrizione del diritto di accettare l'eredità stabilito dalla norma dell'art. 480 c.c., per il figlio decorrerà dalla data della sentenza che dichiara la filiazione, se successiva all'apertura della successione. È importante, anche, l'aspetto relativo all'assunzione della responsabilità genitoriale da parte del presunto padre. Sarà lo stesso giudice, chiamato a pronunciare la dichiarazione di paternità, a emettere i provvedimenti che ritiene più utili riguardo all'affidamento, al mantenimento, all'istruzione e all'educazione del figlio e alla tutela degli interessi patrimoniali. Se dunque, la sentenza di accertamento della filiazione dichiara uno “status” che attribuisce al figlio nato fuori dal matrimonio gli stessi diritti che spettano al figlio nato in un regolare matrimonio e tali diritti hanno efficacia retroattiva, ovvero sin dal momento della nascita del figlio, ci sarà la conseguenza che dalla stessa data decorre anche l'obbligo di rimborsare pro quota l'altro genitore che abbia provveduto totalmente al mantenimento. La giurisprudenza di legittimità ha ampiamente riconosciuto la risarcibilità del danno al figlio per il mancato riconoscimento da parte del padre, affermando l'applicabilità dell'art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito) alle relazioni familiari. La giurisprudenza ha sancito il diritto del figlio al risarcimento del danno che abbia patito in conseguenza dell'assenza del genitore, non compensabile dalla presenza dell'altro, né dal semplice sostegno economico. Il giudice dovrà procedere, sulla quantificazione del danno, in via equitativa. Il termine di decorrenza della prescrizione è stato individuato nel momento in cui il figlio raggiunge l'indipendenza economica. Infatti, in quel momento cessa il dovere del genitore di contribuire al suo mantenimento. Avv. Antonio Aquino

Parcheggi a pagamento a Pomezia, le novità

Dal 23 novembre 2016 diventa obbligatorio anche a Pomezia inserire il numero di targa dell’auto per il pagamento del parcheggio. Questi i passaggi da effettuare per ricevere il ticket da esporre sul mezzo: 1. inserire l’importo necessario 2. premere il pulsante verde 3. inserire esclusivamente i primi tre numeri della targa (non le lettere) 4. premere di nuovo il tasto verde 5. ritirare il ticket L’altra novità ri-

guarda la possibilità di pagare con il proprio smartphone. Dal 5 dicembre 2016 sarà disponibile a Pomezia il pagamento dei parcheggi tramite smartphone grazie all’applicazione Orange Parking. Un sistema integrato di gestione dei parcheggi a pagamento che prevede la possibilità per l’utente di pagare il parcheggio senza necessità di utilizzare i tradizionali parchimetri ma ricaricando il proprio “borsellino elettronico” con addebito proporzionale al tempo di sosta. La ricarica può avvenire in vari modi: paypal, bonifico bancario o contanti tramite gli sportelli Siat Srl.

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Il Corriere della Città Dicembre 2016

Evangelo di Fede in Fede

Cristo pietra angolare Per pietra angolare si intende la prima pietra utilizzata nella costruzione di un edificio. E’ la pietra più importante e simbolicamente è quella che sorregge l’edificio. Nella Bibbia, la pietra angolare viene accostata alla persona di Gesù Cristo; egli è il fondamento spirituale della chiesa. Cristo è la pietra angolare profeticamente annunciata da Isaia: “Perciò così parla il Signore, Dio: ecco, io pongo in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire.” (Isaia 28:16). Questa profezia trova il suo adempimento in Cristo, come chiaramente riferito nei vangeli di Matteo, di Marco e di Luca; come anche nella lettera agli Efesini 2:20-21 troviamo scritto: “essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore”.

E una pietra provata Come è facilmente comprensibile la pietra a testata d’angolo non può essere una pietra qualsiasi, deve essere di ottima qualità. Cristo è la pietra provata, provata duramente durante il suo percorso di vita terrena; lo possiamo vedere nelle varie tentazioni affrontate nei quaranta giorni trascorsi nel deserto all’inizio del suo ministero; nelle continue opposizioni avute da parte dei farisei, sacerdoti, sadducei e altri ancora; provata duramente nella flagellazione, nella corona di spine, negli insulti e provocazioni fino a giungere all’apice della crocifissione. L’apostolo Paolo così scrisse di lui: “trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Ef 2:8). Cristo avendo superato ogni tipo di prova è diventato la pietra angolare dell’edificio spirituale di Dio: “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinchè nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre ( Ef 2:9-11).

Il Corriere della Città www.ilcorrieredellacitta.com Numero 12 Anno 8 DICEMBRE 2016 EDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica

Cristo pietra preziosa Molti hanno disprezzato, scartato e rifiutato il Cristo. Ma Cristo è la pietra preziosa, egli è il Figlio di Dio colui che è disceso dal cielo ed ha dato la sua vita come alto prezzo di riscatto per la salvezza della mia e della tua anima. “Egli è stato trafitto a causa della nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità” (Isaia 53:5). Preziosa perché se in Adamo l’umanità non aveva altro da attendere se non il giudizio finale, in Cristo ci viene offerta l’opportunità della redenzione, egli è la via che riconduce al Padre; molto più di un ritornare al giardino dell’eden, in Cristo ci viene donata l’opportunità di entrare e vivere in eterno nella sublime e gloriosa Gerusalemme celeste descritta nel libro dell’Apocalisse. Cristo pietra preziosa in quanto mediatore, unico mediatore, tra Dio e gli uomini, in lui è stabilito un patto di salvezza eterna.

Cristo solido fondamento Quanto spesso nella nostra mente abbiamo memoria di un Gesù lontano, sofferente e morto in croce. Ma Cristo è risorto; non è forse vero che la tomba il terzo giorno fu trovata vuota? E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti

Non è forse vero che apparve a Maria Maddalena, ai discepoli e a molti altri? Non è forse vero che la chiesa da quasi due millenni continua a predicare la resurrezione di Cristo? Il profeta Isaia antivedendo la resurrezione del Cristo così scrisse di lui: “Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità” (Isaia 53:11). Si Cristo è il solido fondamento, su di lui puoi poggiare ogni aspetto della tua vita, puoi confidare in lui pienamente, nella gioia e nel dolore, quando siamo in salute e quando attraversiamo la sofferenza. Se permettiamo al Cristo risorto di essere il solido fondamento della nostra vita certamente ne vedremo un frutto di gloria divina che accompagnerà la nostra intera esistenza; ma ancor di più egli è il solido fondamento nel quale abbiamo la promessa di vita eterna. Il giorno e l’ora del suo ritorno sono sempre più vicini, presto la chiesa incontrerà il suo Signore e salvatore, il suo sposo; è una promessa che Gesù fece ai suoi discepoli ed è ancora valida per ogni discepolo di oggi: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinchè dove sono io siate anche voi” (Gv 14:23). Nella vita di tutti i giorni spesso è richiesto un grande impegno per raggiungere obbiettivi importanti; ma non è forse altrettanto importante il futuro eterno dell’anima? Non è forse doveroso dedicare del tempo alle verità divine ed eterne rivelateci da Dio stesso? Stiamo forse costruendo la nostra vita su tutto ciò che è effimero e temporaneo? Cristo è la pietra angolare provata, preziosa, il solido fondamento; solo in lui l’anima viene inondata di luce, viene dissetata, trova pace e salvezza eterna. Per info 3358131014 evangelodifedeinfede@gmail.com www.facebook.com/evangelodifedeinfede PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 04/12/2016

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009





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Te l’assicuro! Terremoto: come si può proteggere il patrimonio? Nel periodo successivo alle prime scosse di terremoto di agosto 2016, ho ricevuto un notevole numero di email che mi chiedevano indicazioni e mi ponevano domande sulle coperture assicurative riguardanti il terremoto. Dato il momento cosi drammatico non ho ritenuto fosse quello il momento più opportuno per affrontare l’argomento; stessa cosa si è ripetuta per gli eventi del 31 ottobre. Per quanto la situazione non si sia ancora del tutto normalizzata e lo sciame sismico continui a farsi sentire in quelle zone, ho deciso di dare alcune risposte alle email arrivatemi a riguardo. Partendo dal fatto che la migliore protezione sarebbe quella di avere una casa che soddisfi le migliori procedure costruttive antisismiche, bisogna però prendere atto che attualmente in Italia, solo una piccolissima percentuale del patrimonio immobiliare è costruito secondo tali canoni. Con la sottoscrizione di un'assicurazione “terremoto e calamità naturali”, ci si garantisce il risarcimento dei danni o parte di essi, che un immobile potrebbe subire in conseguenza di tali eventi. La garanzia può prevedere il risarcimento dei danni del fabbricato e quelli del contenuto. Ultimamente si sta creando un po’ di confusione intorno a queste garanzie, c’è chi sostiene che andrebbero rese obbligatorie, quantomeno per le zone ad alto rischio sismico e c’è chi afferma il contrario, sostenendo che tale obbligatorietà renderebbe tale copertura, per quanto utile, di fatto una nuova tassa sulla casa o generalmente sugli immobili. In effetti le cose non sono cosi semplici come le fanno alcune persone, i politici specialmente. Innanzitutto bisognerebbe verificare più approfonditamente la disponibilità delle com-

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Dicembre 2016

Le risposte dell’esperto ai quesiti dei lettori

pagnie ad accollarsi tali rischi, specialmente se l’obbligatorietà dovesse passare solo per le zone a rischio sismico, per cui verrebbero fatte coperture solo dove il rischio sismico è vicino alla certezza che l’evento possa accadere. Il terremoto è uno di quei rischi cosi detti “catastrofali”, che sono i più complessi da gestire dal punto di vista dell’assunzione assicurativa, date le dimensioni enormi e sempre incalcolabili, dei danni che possono creare; prendete ad esempio gli eventi atmosferici che sempre più spesso devastano varie zone del mondo. In effetti l’obbligatorietà della copertura avrebbe la funzione di alleggerire lo Stato dall’enorme costo di ricostruzione che, ricordo, è sempre tenuto a sostenere in questi casi. Inoltre va detto che attualmente, generalmente, le compagnie d’assicurazione coprono il danno solo in parte, risarcendo tra il 50% e l’80% dello stesso; certo comunque è un risarcimento che permetterebbe al danneggiato di potere affrontare la ricostruzione con tempi più veloci e soprattutto certi. Altro argomento spesso toccato, è il costo di tali garanzie, in questi giorni se ne sentono di tutti i colori, da cifre irrisorie a cifre astronomiche che non si capisce bene da dove spuntino fuori. Le tariffe di questi rischi sono abbastanza diversificate e sono influenzate da vari fattori: dal territorio più o meno a rischio sismico alla tipologia della casa, dai sistemi di costruzione della casa alla data della sua costruzione; inoltre bisogna dire che ci sono territori a rischio sismico talmente elevato che non tutte le compagnie sono disposte a dare la garanzia, anche quando l’immobile è costruito secondo norme antisismiche. Per chi ha già la garanzia per il rischio terremoto sulla propria casa, mi sento di dare un consiglio: andate a verificare nelle Condizioni di Polizza, l’articolo che parla di tale copertura e verificate se la garanzia è

Un anno da dimenticare...

to scrivendo questo articolo sabato 3 dicembre 2016. Sta passando un altro anno. Siamo a 24 ore da un referendum costituzionale che ha diviso l'Italia e penso che sono riusciti a farci litigare su una delle poche cose che ancora ci univa. Faccio il resoconto di questi ultimi 339 giorni e nel frattempo l'ottimismo decide di allontanarsi, perché prova profonda vergogna nel palesarsi - fa bene. Nell'ultimo anno non ho assistito ad alcun miglioramento. Anzi, siamo ridotti sempre peggio, sempre più stracci di una politica corrotta e di un governo che guarda solo i propri interessi. Siamo sempre più poveri, sempre più disoccupati, siamo

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sempre più laureati che non riescono a lavorare nel campo in cui sono specializzati, sempre più cittadini senza impiego. Siamo giovani non tutelati, sfruttati, con contratti assurdi, magari stagisti con mansioni da dirigenti, che svolgono il lavoro di 2 e lo fanno per 9 ore al giorno; ovviamente non retribuiti, solo rimborsati. Forse. Siamo anziani con pensioni minime da fame, vecchietti che rubano pane e formaggio nei supermercati perché solo così possono tirare a campare. Siamo cittadini con stipendi bassissimi rispetto ad un costo della vita sempre più alto. Siamo quelli della sanità mediocre, quelli che per una mammografia, una risonanza, spesso devono aspettare mesi. Siamo quelli che stanno dimenticando i loro diritti perché sommersi solo ed esclusivamente da doveri. Siamo lavoratori stanchi che danno continuamente soldi allo Stato, senza che lo Stato ci dia nulla di positivo in cambio. Siamo giovani che ancora sperano e provano a costruire imprese, ma che spesso non resistono perché schiacciati dalle tasse imposte da uno Stato strozzino che

prestata o no, solo in presenza di uno stabile che abbia caratteristiche antisismiche. Spesso accade che per poca attenzione venga data una copertura che per mancanza di caratteristiche costruttive dell’immobile non scatterà in caso di sinistro per cui stareste pagando inutilmente la garanzia. In Italia, purtroppo, il territorio a rischio sismico è estremamente esteso e gli eventi come il terremoto in Emilia del maggio del 2012, ci hanno dimostrato che anche le zone considerate a basso rischio, in effetti non sono al sicuro. Concludo dicendo che, al netto di tutte le ovvie considerazioni emotive che intervengono in questi casi, forse una valutazione della possibilità di dare una copertura per il rischio terremoto alla propria casa o a qualsiasi immobile di altro tipo, dovrebbe essere presa in considerazione da tutti. Essendo questo l’ultimo articolo del 2016, approfitto dell’occasione per rivolgere i miei migliori auguri di buone feste e soprattutto un ottimistico auspicio di un proficuo e soddisfacente nuovo anno a tutti i lettori. Roberto Morbinati Consulente Assicurativo Registro Unico degli Intermediari Sez. Agenti – N° A000058262

non aiuta il suo popolo a crescere, ad andare avanti, ma che gode come mentre ci spezza gambe, ali e speranze. A questa classe di pessimi politicanti non permetterei di scegliere per me nemmeno i gusti di un cono gelato. Figuriamoci se posso essere serena pensando che ci sia ben che minima la possibilità che gli stessi che ad oggi non hanno fatto nulla né per me né per tutti quelli come me - mettano mani sporche di marcio, sulla Costituzione, cioè l'unica cosa pulita rimasta in questo paese. Non sono propositiva per l'anno che verrà, ma auguro comunque al mio paese e ai suoi cittadini, di riuscire a svegliarsi da questo maledetto "incantesimo". Che Dio, o chi per lui, ce la mandi buona.

Alessandra Crinzi www.crinzieacapo.com www.facebook.com/alessandra.crinzi www.instagram.com/alessandracrinzi



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INFORMAZIONE

Il Corriere della Città Dicembre 2016

Marta Russo, Il mistero della Sapienza

Presentato ad Ardea l’ultimo libro-inchiesta di Mauro Valentini

Morire a 22 anni senza alcun motivo, ma solo per una sfortunatissima coincidenza, quella di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato. Marta Russo, giovane studentessa romana, muore a causa di un colpo di pistola che le entra nella nuca mentre sta camminando con un’amica nei viali dell’Ateneo La Sapienza. Una morte assurda che dopo indagini e processo, trova un colpevole e un complice. Ma le cose sono andate veramente così come ricostruite da inquirenti e giudici e, ancora prima, dai testimoni? Qualche – forse troppi – dubbio ancora adesso rimane. Ed è su questi aspetti poco chiari che si focalizza “Marta Russo – Il mistero della Sapienza”, l’ultimo libro dell’autore pometino Mauro Valentini, che non è solo il racconto di quanto accaduto 19 anni fa a Roma, ma un’analisi dettagliata di come l’inchiesta e il conseguente processo ai due imputati lasci ancora oggi ombre e dubbi sull’identità della persona che premette il grilletto. Mauro Valentini con questo libro dimostra di aver intrapreso un percorso che vede ora una raggiunta maturità professionale, con una scrittura fluida che unisce la parte di puro racconto a quella di “riflessione” a cui il lettore, grazie alle indicazioni che vengono riportate, è quasi costretto a fare. Marta è la terza donna uccisa di cui Valentini si occupa, dopo Antonella Di Veroli e Francesca Moretti: tre persone completamente diverse per età,

occupazione, carattere, storie di vita. Qual è il filo conduttore, se c’è, tra loro? “Sono tre donne che hanno trovato una morte violenta, anche se molto differente una dall’altra sia come modalità che come motivazione, vera o presunta. Con la Di Veroli abbiamo di fronte un delitto passionale, per la Moretti una complicata storia di amicizia e gelosia, con la Russo una fatalità veramente tragica. Per questo ultimo delitto abbiamo un colpevole emerso dagli atti processuali, cosa che invece non c’è negli altri due casi, rimasti senza alcuna verità”. Ma gli atti processuali raccontano sempre la verità? “Posso dire che dai numerosi faldoni – circa 25 mila pagine - che ho esaminato emergono numerosi punti oscuri che ho cercato di mettere in fila e in luce, per dare una rilettura a una storia che, a distanza di 20 anni, è ancora talmente attuale da costringere lo scorso anno Giovanni Scattone – la persona riconosciuta come colpevole del delitto - a rinunciare all’incarico di titolare di cattedra regolarmente vinta in quanto alunni e genitori non volevano come insegnante di filosofia “un assassino”, seppur colposo, visto che lo sparo è stato definito accidentale dai giudici. Quando ho letto un’intervista su questa rinuncia, mi sono stupito di quanta attenzione avesse ancora questo caso da parte dell’opinione pubblica e ho cercato di capire che storia sia veramente stata”. Cosa hai scoperto? “Che quello che si legge negli atti non combacia con la verità giuridica né tantomeno con quella dell’opinione pubblica. Forse all’epoca c’è stata una forzatura mediatica che ha portato a una serie di inesattezze rimaste poi come memoria storica nella gente. La mia intenzione è quindi stata quella di rimettere a posto i pezzi di questo puzzle che tutti pensano di conoscere ma che in realtà è diverso da come immaginano. Ho

poi scoperto che quello che doveva essere uno dei luoghi più sicuri, ovvero l’università, era un posto dove molte persone, a vario titolo, detenevano armi di vario genere”. Dopo aver esaminato gli atti processuali di questi tre casi, hai ancora la stessa fiducia nella giustizia che avevi in precedenza? “Penso che, guardando alla morte di Marta Russo, chi ha svolto le indagini non lo abbia fatto con la dovuta tranquillità, perché sottoposto a un’enorme pressione dapprima politica (dal Sindaco al Presidente della Repubblica), poi mediatica, che lo costringeva a trovare un colpevole qualsiasi in pochissimo tempo. Quindi, se errore c’è stato, questo è dovuto alla pressione politica di allora. Io continuo ad avere fiducia nella giustizia: questi sono casi limite e proprio per questo vanno raccontati”. Questo significa che continuerai sulla strada degli omicidi per quanto riguarda il tuo lavoro di scrittore? “Vorrei proseguire con le inchieste, un filone che, una volta intrapreso, è davvero difficile lasciare, perché si toccano le vite vere delle persone, che ti porti dentro. Certo, mi piacerebbe anche raccontare qualcosa che sia finzione, che resti nella fantasia e che non sia invece un altro delitto reale”. Cosa ti è rimasto del caso di Marta Russo? “L’isteria dell’opinione pubblica, che – dapprima colpevolista senza alcun appello – ha cambiato opinione grazie alla visione di una videocassetta che riprendeva alcuni interrogatori, diventando altrettanto istericamente innocentista. E poi, ovviamente, la vita spezzata di questa ragazza che, per sua volontà rispettata dalla famiglia, ha salvato 8 persone donando i suoi organi”. Maria Corrao

Kermesse Lab, intervista con Andrea Ugolini La Kermesse, storico locale di Pomezia in Largo Catone ha attraversato negli anni una profonda evoluzione, da tavola calda a punto di ritrovo per i giovani di una periferia che per troppo tempo non ha dato loro punti di ritrovo adeguati. Abbiamo intervistato Andrea Ugolini, che da quattro anni gestisce il locale. “Una delle cose che mi preme di più è insegnare ai ragazzi a bere non per farsi del male. L’educazione al bere è una cosa molto importante, quindi l’attenzione alla qualità delle materie prime è fondamentale e deve andare di pari passo con la consapevolezza che il bere è un piacere senza incentivare in alcun modo un consumo scellerato di alcolici solo per far cassa.” Ha dichiarato Andrea Ugolini, che attualmente gestisce La Kermesse Lab insieme a suo fratello Daniele che partecipa a pieno ed in maniera attiva allo sviluppo del locale. “Volendo sottolineare una rottura col passato abbiamo deciso di mante-

nere il nome storico Kermesse aggiungendoci Lab, cioè Laboratorio. Proprio perché da qui deve partire la consapevolezza che è un locale che vuole prendere per mano i giovani di Pomezia e permettere loro di uscire di casa a piedi per passare una serata tra amici e di conseguenza evitare loro di rimettersi in macchina dopo aver bevuto. Fino a qualche anno fa le alternative erano poche e spesso i giovani erano costretti a mettersi in macchina verso Roma percorrendo una strada pericolosa come la Pontina per passare una serata in compagnia. Magari ce ne fossero di più di locali del genere in zona!” Ma La Kermesse Lab è anche e so-

prattutto eventi. Quali in programma prossimamente? “Giovedì 15 dicembre ci sarà una serata di musica dal vivo con Federico Baroni una delle voci di X Factor 10, che si esibirà nel nostro locale. Poi per le festività Natalizie abbiamo in programma una tre giorni speciale per grandi e per piccini, infatti 21,22 e 23 dicembre La Kermesse Lab si trasformerà in un piccolo villaggio di Natale, con decorazioni e neve finta dove i più piccoli potranno incontrare Babbo Natale e passare delle serate di festa in un clima di gioia e armonia. Poi per il pomeriggio di Natale stiamo organizzando una grande tombolata. Ma di eventi in programma ne abbiamo molti altri io e Daniele, dato che comunque il locale è aperto 365 giorni l’anno!”Insomma nel corso degli anni la Kermesse si è evoluta insieme alla città di Pomezia, per offrire il meglio ai suoi clienti di ieri e di oggi.




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