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Anno 10 Numero 12
libertà informazione politica cronaca cultura sport
DICEMBRE 2018
Dentro il Campo Nomadi
SPO
L'oasi dell'illegalità alle porte di Pomezia: il dramma di chi ci vive attorno
Da pag. 10
BOOM DI SPESE LEGALI A Pomezia spesi 740mila euro "solo" da Gennaio a Settembre
Pag. 8
Contro il Vincolo MiBact: il Comune di Pomezia ci riprova?
SICUREZZA Ardea scende in piazza (tra le polemiche)
LA TRUFFA
Firme false sui contratti per la fornitura d'energia
GRAZIE!
La pagina Facebook del Corriere della Città seguita da 30.000 follower
STAZIONE FS Ancora problemi a Santa Palomba: "piove" nel sottopasso pedonale e sotto le pensiline
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DICEMBRE 2018 NUMERO 12
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I numeri de Il Corriere della Città SEMPRE IN CRESCITA
L'EDITORIALE
POLITICA ARDEA-POMEZIA Spese legali&affini alle stelle.......................pp.6-7 Ardea in protesta: parla D'Angeli....................p.10 La statua della "discordia"...............................p.12 CRONACA Malattie & burocrazia: il caso.........................p.22 La mancata tutela dei nostri alberi.................p.26 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 28
Castel Romano Il degrado del campo rom: alla luce il cimitero d'auto sepolto nel bosco Speciale da pag. 14 POMEZIA Sport & impianti sportivi
Pag. 38
Buone Feste a tutti i lettori
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EDITORIALE
Il Corriere della Città dicembre 2018
Tempo di bilanci icembre, come sempre, è il mese dei bilanci e dei buoni propositi per il futuro. Bilanci economici, bilanci di vita. E promesse di fare meglio, di non ripetere gli errori, di avere più cura di sé stessi, di trovare tempo per le cose che ci rendono felici. Anche noi de Il Corriere della Città stiamo facendo bilanci e fissiamo i buoni propositi su una lavagna immaginaria. Se partiamo dai bilanci, dobbiamo iniziare da un “grazie” moltiplicato per 30 mila: tanti sono infatti i lettori che hanno messo il “mi piace” alla nostra pagina Facebook. Un risultato incredibile per una testata piccola come la nostra. Piccola, ma che sta crescendo in maniera costante: ed ecco il secondo bilancio. Abbiamo già superato, quando mancano ancora 27 giorni alla fine dell’anno, 11 milioni di visualizzazioni di pagina (fonte Google Analytics). Se pensiamo ai 9 e mezzo del 2017 possiamo ritenerci soddisfatti, anche se desiderosi di migliorare ancora. La nostra media quotidiana di visualizzazioni spalmate in un anno supera le 30 mila quotidiane, ma se andiamo a guardare solo gli ultimi 4 mesi ci accorgiamo che è salita a circa 34 mila al giorno: una bella soddisfazione di cui siamo grati a tutti i lettori. Quest’anno tre nostri collaboratori sono stati iscritti all’albo dei giornalisti: anche questo va nella colonna delle cose positive. E senz’altro positiva è la collaborazione con emittenti televisive nazionali come Canale 5 e Rai2, grazie alla quale siamo riusciti a portare a livello nazionale alcuni problemi che affliggono il nostro territorio. Con Charlie Gnocchi (con il quale avevamo già collaborato a maggio per la questione dei costi dell’assistenza domiciliare ai disabili) di Striscia La Notizia abbiamo documentato lo stato di degrado e abbandono in cui versa la stazione di Santa Palomba: mancanza di bagni e sala d’attesa, oltre che di un bar, impossibilità di raggiungere il binario 2 per i disabili visto che bisogna percorrere due rampe di scale, scarsa illuminazione, criticità parcheggi, prostituzione dilagante sono alcuni dei problemi affrontati. Con Lino Lombardi del TG2 abbiamo invece fatto un reportage sul campo nomadi di via Pontina, a Castel Romano (all’interno troverete un dettagliato servizio che racconta nel dettaglio cosa abbiamo trovato), sottolineando l’assoluta illegalità in cui vivono le persone in quel luogo. Trai buoni propositi abbiamo sicuramente quello di proseguire sulla strada delle collaborazioni con le altre testate: insieme si possono raggiungere traguardi impensabili da soli. Per questo vorremmo riprendere in maniera più ampia
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il settore inchieste, un po’ tralasciate per dare spazio alla cronaca quotidiana. E, sempre nella colonna dei buoni propositi, mettiamo anche un rapporto ancora più diretto con i lettori: vi invitiamo a segnalarci problemi, soprusi, ma anche cose positive da mettere in evidenza. Tirando le somme, torniamo in realtà all’inizio, ovvero al grazie a tutti i nostri lettori, senza i quali non avremmo potuto avere questi incredibili risultati.E – ancora di più – grazie a tutti gli sponsor privati che fanno pubblicità sulle nostre pagine: non avendo alcun tipo di sovvenzione, finanziamento o contributo pubblico o di partito, la pubblicità è l’unica entrata che ci consente di sostenere le numerose spese del giornale. In qualità di direttore del giornale, consentitemi di ringraziare tutti i collaboratori, da quelli
fissi a quelli occasionali, da chi c’è da sempre agli ultimi arrivati: senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile.Per chiudere, l’ultimo buon proposito: arrivare al 1 ottobre 2019, giorno in cui il giornale compirà 10 anni, con risultati ancora migliori di quelli che stiamo raccontando adesso. Ai nostri lettori tantissimi auguri di Buon Natale e di uno splendido Anno Nuovo da tutta la redazione.
Oltre 11 milioni di visite sul nostro sito fino ad ora Su Facebook sale a 30.000 il numero dei follower
Maria Corrao
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POLITICA
Il Corriere della Città dicembre 2018
Pomezia, è boom di spese legali nel 2018: 740mila euro el mese di novembre hanno tenuto banco nuovamente le polemiche intorno all'avvocato Leoncilli. A causarle è stata la brutta figura del Comune di Pomezia rimediata al Consiglio di Stato che ha giudicato inammissibile un “atto di costituzione dell'ente [...], in considerazione della mancata iscrizione del difensore, avvocato Luigi Leoncilli, all’Albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle Altre Giurisdizioni Superiori, nonché della mancata sottoscrizione dell’atto medesimo da parte dell’ulteriore difensore avvocato Gianfilippo Elti (la comparsa risulta sottoscritta con firma)”. In altre parole l’avvocato Leoncilli non aveva i requisiti per prendere parte alla causa, riguardante il fallimento della società Airone, a motivo della mancata iscrizione all’Albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle Altre Giurisdizioni Superiori; secondo poi, stando agli incartamenti prodotti dai giudici, il ricorso è stato dichiarato non ammissibile perché lo stesso Leoncilli non ha fatto controfirmare l’atto al secondo avvocato nominato dal Comune. Gli incarichi a "peso d'oro": ma anche quando non ha i requisiti? A far discutere per le sue attività dunque è sempre il medesimo togato il quale, negli ultimi anni, ha rivestito praticamente il ruolo di difensore “preferito” di Piazza Indipendenza divenendo oggetto di una vera e propria pioggia di incarichi in grado da sola, pensate, di eguagliare nel 2018 il lavoro di quasi una quindicina di suoi colleghi. Ma a fronte di laute parcelle – ben 400 mila euro solo quest'anno spesi per pareri e consulenze in ambito urbanistico – si faticano a rintracciare i reali benefici portati al Comune di Pomezia. E ora si scopre anche che Leoncilli verrebbe impiegato in cause in cui non ha nemmeno i requisiti per prendervi parte. Ma l'amministrazione comunale, dal canto suo,
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oltre a fornire una spiegazione su quanto accaduto nel caso specifico nella vicenda dei mancarti requisiti, continua però a difendere il suo avvocato “di punta” a spada tratta. Una storia “nebulosa” Che l'avvocato Leoncilli, in un modo o nell'altro, faccia sempre discutere non è di certo una novità. Le vicende tra il Comune di Pomezia e il legale si intrecciano del resto già qualche anno fa durante la legislatura Fucci. Intorno a lui non sono mai mancate le polemiche: inizialmente, ricorderete, per le vicende che lo videro legato alla Consigliera regionale del M5S Valentina Corrado e all’ex Sindaco di Pomezia Fabio Fucci. L’avvocato infatti, già assistente della Corrado in Regione, divenne affidatario di numerose pratiche di un altro ente amministrativo, proprio il Comune di Pomezia, e chiamato ad esprimersi anche in casi che vedevano frapposti l’uno contro l’altro i due enti. E poi compensi: migliaia di euro (175mila euro fino al 2017) per un avvocato ritenuto dall’allora primo cittadino “valido e affidabile”, in grado di far vincere al Comune numerose cause”. Di tutta questa storia, tra parentesi, se ne interessò
anche l’anticorruzione; politicamente, invece, valse un duro scontro con l’allora commissario del Partito Democratico Miccoli. Ritroviamo poi Leoncilli anche nelle recenti vicende legate al vincolo MiBact apposto dal ministero delle belle arti sul territorio di Ardea e Pomezia. Da Piazza Indipendenza, ancora una volta, era arrivata la decisione di affidare proprio a Leoncilli, di fatto, pieni poteri per sostenere la posizione dell’ente e provare a ridimensionare quanto proposto dal ministero; quasi 70mila euro in tutto, compresi quei famosi 12.500 totalmente gettati al vento a causa del ricorso gerarchico ritenuto inammissibile dai giudici, che non sono valsi al Comune nemmeno il risultato sperato dato che, alla fine, il Tar ha dato ragione a cittadini e associazioni difendendo il vincolo. Su questo tema si è espresso tra l'altro a fine novembre anche il Consigliere della coalizione di centrodestra Pietro Matarese, il quale ha presentato un'interrogazione a risposta orale al Sindaco Zuccalà. (continua)
Avvocati, quanto ci costate: a fine settembre il conto era già oltre i 700 mila euro: per la manutenzione delle strade, ad esempio, si spende un milione di euro
I numeri portati alla luce dal Consigliere Comunale del PD Omero Schiumarini
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in 9 mesi, la metà è andata all'Avvocato Luigi Leoncilli vero che nel documento reperibile presso l'albo pretorio del Comune di Pomezia si legge che “è stato acquisito in data 05 novembre 2018 [...] il preventivo di spesa che quantifica il costo della prestazione (dell'avvocato Elti, ndr) richiesta (la causa Aiorone per l'appunto) in euro 12.077,96”. Nella determina viene confermato il passaggio del Sindaco in cui si evince che Leoncilli “ha offerto la propria disponibilità a collaborare, senza A Leoncilli è stata affidata la battaglia legale (poi persa al alcun costo aggiuntivo per Tar) per ridimensionare il vincolo apposto su Tor Maggiore l’Ente, anche nel secondo grado di giudizio, pur non risultando (segue) iscritto all’albo per il patrocinio davanti alle Leoncilli senza requisiti: il Comune si giurisdizioni superiori”. Ma quale data va difende, ma l'atto di nomina è in ritardo? considerata allora? E poi: anche accettando Come citato in apertura sul caso dei mancati requisiti dell'avvocato Leoncilli il Comune di la versione del Comune di Pomezia, perché Pomezia ha voluto chiarire la sua posizione. lo stesso Leoncilli - che doveva essere un “Per il ricorso cautelare – precisa il Comune semplice collaboratore stando a quanto si ap– l’Amministrazione ha individuato il legale prende - non ha fatto firmare l'atto al suo colElti di Rodeano al quale è stata regolarmente lega 'costringendo' il tribunale a scrivere rilasciata procura alle liti essendo iscritto alle quell'ordinanza? Non è dato saperlo. L'unica
Comune di Pomezia quest'anno. La cifra è davvero consistente, considerando che anche ad ottobre e novembre sono stati spesi altri 50mila euro circa, di cui 6mila nuovamente corrisposti a Leoncilli. Per la manutenzione delle strade, ad esempio, si spende all'incirca un milione di euro. Ma Pomezia non è certo un'eccezione: la questione delle spese legali alle stelle interessa tuttas l'Italia da nord a sud; secondo un'indagine realizzata da Demoskopika "ammonta a 5 miliardi il “castelletto” delle spese legali per liti e per oneri da contenzioso sostenute da Stato, Regioni, Province e Comuni dal 2010 al febbraio 2017", in pratica quasi 2 milioni di euro al giorno. E allora la domanda è sempre la stessa: in che modo tutto questo reca beneficio alla collettività? Stabilirlo è complicatissimo perché gli unici dati concreti e misurabili sono, in estrema sintesi, proprio gli onorari delle par-
Pomezia non fa eccezione: tra il 2010 e il 2017 le spese legali della Pubblica Amministrazione sono state di oltre 5 miliardi, quasi 2 milioni di euro al giorno liste speciali. Procura che è stata sottoscritta da entrambi i legali e regolarmente depositata agli atti. Essendo l’Avv. Luigi Leoncilli nominato nel giudizio tutt’ora in corso tra le medesime parti presso il Tar Lazio, lo stesso ha solo dato la propria disponibilità, peraltro gratuita, ad essere aggiunto in affiancamento congiunto nella procura, senza partecipare all’udienza al Consiglio di Stato, ma solo per condividere gli atti già trattati presso il Tar”. A parlare è il Sindaco Adriano Zuccalà ma la sua spiegazione, anziché chiarire la situazione, solleva ulteriori dubbi. Innanzitutto c'è un divario temporale tra i vari passaggi della vicenda: la determina di nomina dell'avvocato Elti è datata 20 novembre 2018 (guarda caso dopo gli articoli pubblicati dalla stampa), ovvero ben 12 giorni dopo l'ordinanza firmata dal Consiglio di Stato; è pur
(magra) consolazione è che, come puntualizzato dal Sindaco Zuccalà, “l’ordinanza del tribunale non costituisce sentenza e che non ha determinato alcun problema per il Comune, rimandando al Tar Lazio il proseguimento del contenzioso già seguito dall’Avv. Luigi Leoncilli, che porterà avanti il lavoro fino alla sentenza”. Pomezia comune litigioso, 740mila euro in contenziosi e pareri legali in 9 mesi L'altro dato che colpisce, oltre agli affidamenti all'Avvocato Leoncilli, è il fiume di denaro pubblico che esce dal Comune di Pomezia per avvocati e affini. A segnalarlo è Omero Schiumarini, consigliere comunale di minoranza per il Partito Democratico, che a fine novembre ha pubblicato una tabella riepilogativa con le spese legali sostenute dal
celle. Sul ruolo “prezioso” svolto poi dall'avvocato Leoncilli l'amministrazione tira dritto: chiudendo il comunicato stampa circa la vicenda dei mancati requisiti, Zuccalà fa notare come “nella stessa configurazione difensiva, gli avvocati Elti di Rodeano e Leoncilli, hanno ottenuto un’importante vittoria al consiglio di Stato nella vicenda “Vaipom”, che avrebbe visto la realizzazione di un Fast Food con annesso impianto di distribuzione carburanti nell’area tra il cimitero militare tedesco e quello di Pomezia, impedendone la realizzazione”. Tutto giusto, per carità. Ma quello era il 2014 e da quell'anno in poi, come visto, di parcelle - talvolta assai cospicue - per l'avvocato Leoncilli (e non solo), ne sono arrivate davvero tante: possiamo dire lo stesso dei risultati portati a casa?
A sx il Sindaco Adriano Zuccalà; al centro Omero Schiumarini (PD); a dx Pietro Matarese (Centrodestra)
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POLITICA
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Pomezia, un tavolo interministeriale per ridimensionare il Vincolo? embra non volersi arrendere l'amministrazione comunale di Pomezia di fronte alla decisione presa dal Tar di confermare il vincolo ministeriale a tutela dell'agro romano. Se da un lato il Sindaco Zuccalà, alla vigilia della sentenza del tribunale, si era detto pronto a riconsiderare i piani di sviluppo per quell'area, considerando perfino il vincolo come “un'opportunità” e non certo un “piano B”, dall'altro l'azione dell'ente sembrerebbe muovere in tutt'altra direzione, che poi è stata sempre la stessa fin dall'inizio: puntare a ridimensionare l'area e con essa l'efficacia del provvedimento del Mibact a tutela del territorio per non compromettere sviluppo e lavoro. Che ora, è bene ricordardarlo, è stata messa nero su bianco anche dal Tar del Lazio che ha respinto ad ottobre tutte le istanze dei privati contro il provvedimento. Nuovamente, tra l'altro, delle reali intenzioni del Comune si viene a sapere sempre per vie traverse e mai con prese di posizione chiare e trasparenti davanti ai cittadini, come ad esempio era già successo in questa vicenda nel caso dell'ormai famoso ricorso gerarchico. E in questo, è la constatazione che si può fare, le due ammninistrazioni che si sono succedute sembrano esser rimaste in perfetta sintonia. Se ne parla al Senato Stavolta a svelare le intenzioni del Comune di Pomezia è stata un'interrogazione urgente a risposta scritta presentata dal senatore di Forza Italia Gaetano Quagliarello a Giovanni Bonisoli e a Danilo Toninelli, rispettivamente ministri dei Beni Culturali e delle infrastrutture. Il testo è stato depositato in Parlamemento a fine novembre: ma di cosa si tratta? Gli investimenti del gruppo FS Niente di nuovo sotto il sole, recita un vecchio adagio biblico. Il tema dell'interrogazione, guarda un po', è infatti ancora il solito: parliamo dello spettro della perdita di posti di lavoro e di grossi investimenti, in nome di un vincolo, so-
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Corriere della Città, Ott. '18
stenevano e sostengono tuttora i detrattori, assolutamente sproporzionato e, in buona sostanza, del tutto inutile. Quagliarello, nella sua iniziativa parlamentare, tira in ballo nello specifico il gruppo Fs: “La società Ferrovie dello Stato sta investendo 35 milioni euro per la costruzione di un grande terminale ferroviario a Pomezia, in grado di ospitare fino a 40 supertreni merci – scrive il Senatore questa opera infrastrutturale risulterebbe strategicamente rilevante, perché nascerebbe proprio al centro della maggiore area industriale del Lazio, dove hanno sede aziende multinazionali del calibro di Procter and Gamble, Abb, Angelini, Fiorucci. Proprio in funzione delle necessità logistiche di questo polo industriale, il Comune di Pomezia, nell'ambito del piano regolatore, aveva qualificato l'area del terminal come area industriale (…) Il Ministero, guidato dal ministro pro tempore Dario Franceschini – continua Quagliarello - ha ufficializzato il vincolo proposto dalla sovrintendente Alfonsina Russo con decreto (27 ottobre 2017), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 25 novembre 2017 (…) la Regione Lazio ha condiviso e ribadito, in data 26 maggio 2017, il vincolo dell'autorità collegata al Ministero dei beni culturali, sostenendo che l'area Pomezia-Santa Palomba, già oggi intensamente industrializzata, sia
territorio "agrario rilevante" e "paesaggio dell'insediamento storico diffuso" (…)”. La proposta di un tavolo inter-ministeriale Il senatore Quagliarello infine chiede se i due ministri “intendano dare seguito alla richiesta avanzata dal Comune di Pomezia di aprire un Tavolo con i Dicasteri competenti per verificare la possibilità di rivedere l'area di vincolo, stralciando almeno il perimetro che include gli insediamenti industriali esistenti (…) e quali eventuali iniziative di propria competenza intendano assumere per evitare che un investimento molto rilevante in termini tanto economici quanto strategici, come quello del polo logistico di Santa Palomba-Pomezia, non venga ostacolato da motivazioni archeologiche e paesaggistiche a parere dell'interrogante di dubbia attendibilità”. Parole che lasciano pochi dubbi su come il Comune di Pomezia intenda affrontare la vicenda del vincolo contiuando cioè, in barba anche alla recente sentenza del Tar, a battere tutte le strade alternative pur di cercare di ridimensionarne natura ed efficacia sul proprio territorio di competenza. Le associazioni: "Basta sotterfugi" Com'era prevedibile, non appena diffusasi la notizia, cittadini e associazioni sono andati su tutte le furie. “E' sconcertante sentir parlare di tavoli interministeriali per cercare di attenuare la tutela di un'area riconosciuta di estremo valore paesaggistico”, dichiara Giacomo Castro di Latium Vetus. “Nonostante la sentenza del Tar del Lazio abbia confermato il vincolo del MiBact, valutandolo legittimo sia dal punto di vista procedurale che in punto di merito, si sta forse cercando di mettere in discussione le valutazioni tecniche degli uffici preposti?”, è la domanda lanciata dall'associazione. Duro sul tema anche No Biogas Pomezia: “Prima di tutto non esiste nessun investimento a rischio dato che il ministero ha già previsto un'area per l'allargamento del terminal ferroviario, e che quindi il Comune di Pomezia non perderà nessun finanziamento da 35 milioni di €”. “La verità”, precisa il portavoce Diego Casubolo, “è che grazie al vincolo si blocca la nascita di altri capannoni industriali di cui il territorio non ha assolutamente bisogno e le tre centrali a 'bio'gas, tra cui quella di Cogea”. Sul modus operandi del Comune di Pomezia poi No Biogas Pomezia non ha dubbi: “E' cambiato il Sindaco ma la voglia di cercare accordi nelle segrete stanze non è passata: vogliono il tavolo interministeriale? Va bene, ma vogliamo esserci anche noi insieme ai cittadini. Basta sotterfugi, serve trasparenza”. Luca Mugnaioli
Posizioni differenti sul vincolo MiBact: a sx le parole di Zuccalà di due mesi fa; sopra (dall'alto in basso) il Sindaco Adriano Zuccalà, Giacomo Castro (Latium Vetus) e Diego Casubolo (No Biogas Pomezia)
Le altre: 16-P.C.Pomezia; 13-PSI; 12-Uils; 11-P. Domani; 9-CPI;
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Ardea sfila per la sicurezza: intervista a Piero D'Angeli i è svolta sabato 24 novembre la manifestazione organizzata dai cittadini e dalle associazioni di Ardea per sensibilizzare le istituzioni sul tema della legalità sul territorio rutulo. Un'iniziativa che avrebbe però potuto avere anche maggiore efficacia, sostengono i promotori, se non fosse stato per “l'allarme per il maltempo e soprattutto per una distorta strumentalizzazione politica” che hanno mitigato in un certo senso l'effettiva riuscita dell'evento, il quale, comunque, ha riscosso una buona partecipazione di pubblico radunando oltre 300 persone. Non c'era, ma per motivi di salute, il Sindaco di Ardea cha ha comunque espresso “vicinanza” ai manifestanti ricordando come “l’attuale e le passate amministrazioni da sempre sono state sensibili a questo delicato aspetto del vivere in questi luoghi, e per questo da tempo sono state messe in atto azioni rivolte a prevenire crimini e degrado”. Oggi, a qualche giorno di distanza, stiliamo il bilancio di questa importante manifestazione con uno dei promotori, il Presidente del CdQ “Nuova California” Piero D'Angeli. Può fare un bilancio della manifestazione? “E' andata bene, ma poteva andare sicuramente meglio”. In che senso? “Dispiace dirlo ma sarebbe servito un sostegno più incisivo dell'amministrazione. Questa iniziativa, come invece molti, purtroppo, hanno cercato di far credere sin da quando è stata annunciata, non era contro l'attuale governo della città ma era un modo per sensibilizzare le istituzioni tutte sui problemi che vivono quotidianamente i cittadini di Ardea e Tor San Lorenzo; dall'amministrazione allora mi sarei aspettato ad esempio maggiore comunicazione nei giorni precedenti al 24 novembre per invitare le persone a partecipare, una maggiore vicinanza insomma, espressa non certo solo a tre minuti dall'inizio. Così facendo, peraltro, si sarebbero potute mettere a tacere tutte le polemiche e le distorte strumentalizzazioni politiche che ci sono state. Sarebbe bastato veramente poco ma purtroppo si è scelto di agire diversamente” Lei è stato oggetto infatti di tante critiche come ha denunciato più volte sui social. Si è dato una spiegazione? “Sì come ho detto si sono fatte tante illazioni
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Il corteo che ha sfilato per le vie di Ardea per chiedere maggiore sicurezza sul territorio su questa manifestazione. Io stesso sono stato bersaglio di feroci attacchi e questo mi ha fatto molto pensare. Dispiace vedere come alcuni consiglieri di maggioranza, un tempo in prima linea per manifestare per il bene della città, abbiano preferito mantenere una linea più defilata; ripeto: l'immobilismo, il silenzio per certi versi dell'amministrazione ha fatto sì che prendessero piede le idee più sbagliate sull'evento, su tutte quella che si sfilasse contro il Sindaco. Ma non era e non è stato così: appena organizzata la manifestazione abbiamo invitato la maggioranza tutta a partecipare ma poi è andata come è andata. E io ancora oggi sto ricevendo insulti sui social. Se vi pare normale una cosa del genere...” A cosa è dovuto secondo lei? “Senza dubbio c'è un problema di fondo: ad Ardea si è instaurato un clima per il quale non si può dire nulla che non va altrimenti si viene subito etichettati come 'quelli di prima', annoverati tra i 'disonesti'; noi però, come Comitato, abbiamo sempre manifestato: lo abbiamo fatto con Eufemi, con Di Fiori, e con tutti quelli che sono subentrati. Dispiace vedere di come si sia perso il momento del dibattito, del confronto e soprattutto di quella 'democrazia partecipata' di cui tanto si è vantata il Movimento; ma ad Ardea, di tutto ciò, non c'è nulla. E questo clima divisivo fa male al territorio che invece avrebbe bisogno di unità. Io la chiamo la guerra dei poveri” Il Sindaco non è potuto intervenire ma per motivi di salute. Al netto di questo voi vi aspettavate una sua partecipazione? “Noi certo ci auspicavamo un suo intervento, purtroppo so che è stato male e questo ovviamente ci dispiace. Il tema era importante
e la manifestazione non era contro di lui; la sua presenza, di conseguenza, avrebbe dato senza dubbio un segnale importante. Come sarebbe stata poi interpretata dai consiglieri di maggioranza una sua eventuale partecipazione questo non so dirlo, probabilmente, penso io, molti o comunque una buona parte, non avrebbero condiviso una scelta del genere” Come vede il prossimo futuro della città? “La manifestazione è stata senza dubbio un punto di partenza. Da qui a qualche mese, se le cose dovessero rimanere uguali, siamo pronti a scendere di nuovo in piazza cercando di fare ancora meglio. Noi volevamo lanciare un grido d'allarme per come si vive in questi quartieri: non ci sono luoghi di aggregazione, non ci sono parchi pubblici e questa sorta di isolamento ambientale favorisce l'insorgere di malcostume e, spesso, di criminalità”.
Piero D'Angeli (CdQ Nuova California)
"Si sono fatte tante illazioni su questa manifestazione: alcuni hanno voluto far passare il messaggio che si sfilasse contro il Sindaco, ma non era e non è stato così. Un maggiore sostegno dall'amministrazione all'evento avrebbe messo a tacere queste voci infondate"
POLIAMBULATORIO
Sant’Anna
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Poliambulatorio Sant’Anna
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ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA ANESTESIA TERAPIA DEL DOLORE ANGIOLOGIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA GENERALE CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE CHIRURGIA PLASTICA ESTETICA CHIRURGIA VASCOLARE DERMATOLOGIA DIETETICA E SCIENZA DELL'ALIMENTAZIONE EMATOLOGIA ENDOCRINOLOGIA GASTROENTEROLOGIA GERIATRIA
GINECOLOGIA LIMFA THERAPY MALATTIE APPARATO RESPIRATORIO MALATTIE INFETTIVE MEDICAZIONI CHIRURGICHE MEDICINA DEL LAVORO NEFROLOGIA NEUROCHIRURGIA NEUROLOGIA ONCOLOGIA ORTOPEDIA PEDIATRIA REUMATOLOGIA UROLOGIA
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Il Corriere della Città dicembre 2018
Ardea, la statua della 'discordia': "insorge" pure l'artista ggi parliamo di una questione che in questi ultimi giorni sta sollevandole proteste e le perplessità della cittadinanza. Si tratta dell’ “Operadella Solidarietà”, commissionata dal Comune di Ardea all’artista Armandino Lecca, detto Armandì, e realizzata nel 1998. L'opera E' posta in via Laurentina, all’entrata della città di Ardea, nei pressi del museo Manzù. La scultura era composta da due parti: un basamento e una parte superiore. Proprio la sezione superiore venne colpita dai vandali: per fortuna non si disintegrò ma venne conservata presso la tenenza dei carabinieri; mentre la colonna ( la parte inferiore) rimase intatta. L’artista, tra l’altro, nel corso degli anni, aveva dato la suadisponibilità a riparare la parte danneggiata. Arriviamo, quindi, ai giorni atLe (due) opere della discordia: anche l'artista Armandino Lecca chiede spiegazioni al Comune tuali. Le polemiche "L’amministrazione comunale ha pensato opera rappresenta l’artista che la realizza. teremo avanti la nostra azione politica probene di poggiare sopra il basamento (ossia la Quindi, come ritiene Armandino Lecca, la prio per cercare di tutelare e dare l’adeguata parte dell’opera ancora integra) un pezzo giunta dovrebbe trovare una soluzione, un visibilità aopere che sono entrate nel cuore diun’altra opera, che era stata regalata da un nuovo spazio per dare la giusta autonomia e della nostra comunità, e sono moltoapprezaltro artista al Comune", segnala la Consi- vitalità a entrambe le opere che, ciascuna a zate dalla cittadinanza. gliera Comunale Raffaella Neocliti. "Pre- modo proprio, rappresentano Ardea. Ci me- Anche un esposto Sulla questione in molti si sono messo che entrambe le opere espressi. Maurice Montesi, capohanno la loro importanza, il progruppo di Noi con l’Italia, ha inblema è che il Comune, e qui viato anche un esposto al sono nate le prime critiche, ha Ministro per i Beni culturali, al unito due parti di due sculture sindaco di Ardea, al comandante diverse, sia per il materiale utidella polizia locale e al dirigente lizzato che per il genere architetdell’area lavori pubblici dell’ente tonico. Adesso, ci troviamo di chiedendo dei chiarimenti sul fronte un’opera letteralmente diposizionamento della scultura stonica. Quindi, due sculture che che fino a qualche tempo fa era hanno un proprio significato e posizionata sulla Rocca, fuori valoreartistico, ora vengono per dalla scuola Manzù. certi versi penalizzate attraverso La replica dell'amministrauna scelta a dir poco discutibile. zione Inoltre, questa decisione del CoDal Comune trapela sì attenmune è stata presa in totale auzione sul tema ma, come era pretonomia, senza interpellare vedibile e su questo non nessuno". possiamo che concordare, al "Insorge" pure l'artista momento non riveste priorità "In questi ultimi giorni", fa saassoluta considerando i numepere la Neocliti, "mi ha conrosi problemi che Ardea ha. tattato proprio lo scultore La missiva inivata al Comune di Ardea "Non è il caso...di farne un caso" inArmandì,che ha espresso somma, fanno sapere dalla Rocca. Ad tutta la sua amarezza, per il fatto che l’ammiogni modo, da quanto apprendiamo, non è ravigliamo inoltre del silenzio dell’allora asnistrazione abbia deciso di poggiare una parte di un’opera sopra la sua. Noi soste- sessore Dott.ssa Modica, archeologa ed escluso in futuro un ripensamento sulla siniamo e condividiamo la posizione dell’arti- esperta d’arte, che ben dovrebbe conoscere stemazione dell'opera. sta, poiché l’arte va rispettata, perché ogni la sensibilità degli artisti. Dunque, noi por-
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Neocliti: "Adesso ci troviamo di fronte un’opera letteralmente distonica". L'artista: "Non capisco questa decisione". La replica del Comune: "Non se ne faccia un caso, ora ci sono altre priorità"
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Dentro il campo rom di Castel Romano: degrado, rifiuti, auto br uello che viene raccontato sul campo rom di via Pontina non corrisponde esattamente a quella che è la realtà. Vedere con i propri occhi ciò che accade tutti i giorni è sicuramente peggio. Passando con l’auto o con il pullman dalla SR 148 si vedono decine di vetture bruciate. Non sono nulla in confronto alle centinaia che si trovano nella vallata, nascoste dalla vegetazione, irraggiungibili dall’occhio umano se non entrando nel campo rom, cosa alquanto difficile senza correre rischi, o passando attraverso una fitta vegetazione, facendo un giro immenso nella boscaglia per evitare di essere scoperti e presi a sassate. E quello delle auto è solo uno dei problemi che ruotano intorno a questo “villaggio solidale” (è questa la definizione esatta se si vuole essere politically correct): furti, ricettazione, traffico di droga. E, cosa ancora più pericolosa, traffico di rifiuti. Prevalentemente tossici, che si trasformano in dense nubi nere quando vengono dati alle fiamme. “Si vedono camion che arrivano e scaricano elettrodomestici usati – racconta un testimone che per ragioni di sicurezza vuole restare anonimo – Si tratta di piccoli padroncini che prendono i lavori da grandi magazzini o da catene, incaricati di trasportare elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici o televisori nuovi e di ritirare al contempo quelli usati. Lo smaltimento regolare ha un costo sostenuto e, per evitarlo, “qualcuno” preferisce portare i rifiuti qui, dove vengono presi a un costo molto inferiore. I rom prendono il possibile, come ferro o rame, e poi si dà fuoco a ciò che resta”. Medesimo destino per tutto ciò che viene prelevato dagli “svuotacantine”: rifiuti di ogni genere, elettrodomestici, pezzi di arredamento. Si prende quello che può servire o essere rivenduto e il resto si brucia, con un bel rogo tossico. La stessa tecnica viene usata per
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le auto, che appartengono a due categorie: quelle rubate e quelle – intestate a “teste di legno” – utilizzate per compiere crimini. Quelle rubate vengono cannibalizzate: si smontano i pezzi più pregiati, che vengono rivenduti, mentre ciò che resta, come la scocca, i sedili, pneumatici consumati e pertanto non commerciabili, viene dato alle fiamme. Quelle usate per i crimini sono circa un centinaio, tutte intestate alla medesima persona: vetture che circolane guidate da altri senza bollo né assicurazione, che rende così irrintracciabili e quindi “sicuri” i reali conducenti, come sospetta il Pm Villani, che ha indagato l’uomo per falso e favoreggiamento. Il campo rom è quindi diventato una sorta di concessionaria fantasma, oltre che un cimitero di auto bruciate. E sono tante, tantissime, le vetture che nel tempo sono state date alle fiamme. Nonostante le numerose bonifiche – pochi mesi fa sono state tolte circa 300 auto carbonizzate – ci sono ancora centinaia di macchine gettate nella vallata, una sopra l’altra. Molte sono ormai ricoperte da una vegetazione talmente fitta che ne impedisce il riconoscimento a prima vista. Addentrandosi ancora meglio, si vedono le “ultime arrivate”: sono auto ancora integre o appena smontate, ma non ancora bruciate. Per quanto riguarda le auto, la “beffa” sarebbe quella che, durante una delle periodiche e costose bonifiche, le vetture venissero identificate attraverso il telaio. Risalendo al proprietario, infatti, questo sarebbe costretto a pagare i costi di smaltimento di ciò che resta del suo (ex) mezzo di trasporto. I “falò” sono frequentissimi: almeno uno o due a settimana. Colonne di fumo nero che si innanzano sulla Pontina e sono visibili da Spinaceto a Pomezia e che rendono l’aria tutt’intorno irrespirabile. L’inquinamento non è solo dell’aria: a risentirne è il terreno e le falde acquifere. Nessuno sa se e quali danni sono stati prodotti nel tempo da questi roghi.
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Ciò che si sa – in quanto riferito direttamente dal sindacato Nazione Rom – è che all’interno del campo sono molte le persone che si ammalano, soprattutto anziani e bambini. Lo scorso anno sono state accertate e conclamate decine e decine di casi di scabbia, rogna, epatiti, leucemie, leptospirosi. In cinque anni, nella stessa area sono decedute 63 persone a seguito di condizioni igienico sanitarie drammatiche. Nel settembre del 2017 gli impianti fognari, già messi sotto sequestro nel febbraio 2017 dal Vice Comandante della Polizia Municipale di Roma Capitale Lorenzo Botta, sono esplosi invadendo tutta l’area ed una riserva naturale adiacente al
campo. Ricordiamo che siamo nell’area della riserva naturale di Decima Malafede: un’area che sarebbe dovuta essere protetta da vincolo amInquadra bientale e che invece è oggetto con l’App H di continuo scempio. Tutto inguarda il vi torno al “Villaggio solidale” nei pressi d (oltre che all’interno…) rifiuti Nom di ogni genere: da cumuli di abbigliamento a borse, presuScarica l’App (istr mibilmente rubate, svuotate e poi abbandonate. Il nostro servizio – girato insieme a una troupe del TG2 e corredato di foto e video – testimonia solo una parte dello scempio che abbiamo sotto gli occhi. (continua)
Nel corso del servizio realizzato presso il campo nomadi la direttrice de "Il Corriere della Città" è stata aggredita da due giovani rom: 10 giorni di prognosi per le ferite riportate
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ruciate. E l'illegalità: da qui partono i borseggiatori "pendolari" (segue) L'aggressione: la testimonianza del direttore de "Il Corriere della Città" Non abbiamo potuto riprendere una scena diventata ormai di routine: all’altezza della fermata del bus Cotral un giovane rom passeggia a bordo strada seminudo, distraendo così gli automobilisti che percorrono la Pontina, quasi costringendoli a rallentare. Nel frattempo dei complici tirano sassi contro le auto che, se colpite, devono fermarsi. E, a quel punto, rapinare gli automobilisti diventa un gioco da ragazzi. Vedendo quanto stava succedendo, mi sono avvicinata a piedi per cercare di riprendere il tutto, ma all’improv-
viso mi sono ritrovata addosso una giovane rom, a cui si è aggiunto un ragazzo pochi istanti dopo. La ragazza mi ha sferrato un violentissimo pugno in a la foto testa e poi ha iniziato a prendermi Hp Reveal e a calci nelle gambe, mentre tenideo girato tava di sottrarmi il cellulare urdel Campo lando “Bastarda infame, che ti madi riprendi?”. L’istinto mi ha portato a proteggere il telefono, facenruzioni a pag. 4) domi prendere una botta anche su dito. Le urla hanno fatto accorrere i colleghi di Rai2, rimasti indietro di circa 30 metri. Al loro arrivo i due giovani rom sono fuggiti, lasciandomi con un trauma cranico, graffi e contusioni ad entrambe le gambe e a una mano. Al termine del servizio sono andata al pronto soccorso, dove i medici mi hanno medicata e rilasciato una prognosi di 10 giorni. Ovviamente l’accaduto è stato denunciato ai carabinieri.
Illegalità a 360° L'illegalità ovviamente non si esaurisce qui. È da estendere alle conclamate sacche di criminalità presenti nell’insediamento: furti, scippi e borseggi tra i reati più comuni commessi sia nei pressi del campo ma anche e soprattutto nella Capitale; quando e se vengono presi, in breve tempo i responsabili, spesso giovanissimi, tornano a piede libero. Se invece la fanno franca alimentano il “bottino del campo”: anche qui, ciò che non può fruttare nulla, come borse o altri oggetti di poco valore, finisce nel bosco. Recentemente in tanti segnalano poi i furti commessi sui bus Cotral durante la sosta nella piazzola antistante il campo nomadi di Castel Romano; i rom, in questo caso, agiscono in due: mentre uno distrae l’autista il complice sale sull’autobus, afferra il primo oggetto di valore che gli capita a tiro, quasi sempre uno smartphone, e poi fugge nei campi. Nel vicino distributore di carburante, ogni volta che è in funzione il self service, si trovano ragazzini armati di mazze in agguato, in attesa di malcapitati che devono fare rifornimento. Non appena l’auto si ferma, spuntano da dietro i cespugli e, minacciando gli automobilisti, si fanno consegnare il denaro per poi scappare all’interno del campo nomadi. Sono poi ormai una normalità le baby ladre, ragazzine dai 7 ai 13 anni che partono ogni mattina alle 8 e tornano alle 17 con ingenti bottini e che, se fermate da qualcuno, con strafottenza urlano “tanto non mi puoi fare niente, sono piccola”. Insomma, un quadro allarmante,
Il Tg2 e Il Corriere della Città hanno realizzato un servizio congiunto per documentare il degrado dell'area
reso ancor più preoccupante dai cospicui cumuli di rifiuti abbandonati qua e là, su cui per forza lo Stato dovrà intervenire con i mezzi a propria disposizione. I residenti di questo quadrante a sud di Roma lo chiedono a gran voce. Le forze dell’ordine fanno quello che possono. Il problema è “quanto” possono. La maggior parte degli abitanti del “Villaggio solidale” sono fotosegnalati. Foto fatte ogni volta che vengono beccati a commettere un crimine. E allora ci sono foto della stessa persona che, nel tempo, viene fermata più volte e ogni volta fornisce un nome diverso. Un escamotage come tanti altri per evitare pene più severe, almeno fino a quando dal database si nota “l’anomalia”. (continua)
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1 e 2: Auto smembrate e date alle fiamme 3: Borseggiatrici rom "al lavoro" a Roma 4: Le ferite riportate da Maria Corrao
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(segue) Quanto costa ai cittadini tutto questo I costi di ciò che accade nel campo nomadi di Castel Romano sono altissimi per la comunità: servono soldi per ogni bonifica (tanti soldi…), soldi per pagare gli interventi dei vigili del fuoco, chiamati in continuazione per spegnere i numerosi incendi, soldi per i blitz delle forze dell’ordine. Non entriamo nell’aspetto politico, non vogliamo addentrarci nella polemica parlando di quanto costa il mantenimento di persone che non lavorano (ricordiamo che l’Italia prende i soldi dall’Europa per i rom), bensì in quello sociale: quanto costano i danni che fanno le persone che delinquono sistematicamente? Ma la cosa brutta è che nulla cambia: nonostante i periodici controlli, il tasso di criminalità proveniente da questo campo sempre altissimo e la parte che viene monitorata e scoperta è sempre molto inferiore rispetto a quanto accade in realtà. Del resto, un “Villaggio solidale” messo in mezzo al nulla, circondato di vegetazione, è praticamente impossibile da controllare bene: c’è sempre il modo di nascondere quello che non si vuole far vedere. Senza contare che l’arrivo delle forze dell’ordine viene sempre visto con largo anticipo: per raggiungere il campo dalla stazione carabinieri di Tor De’ Cenci, competente territorialmente, o dal commissariato di Spinaceto, militari e agenti devono percorrere la Pontina fino a Pomezia e poi tornare indietro, lasciando così tutto il tempo di fug-
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Sopra: veduta del campo nomadi di Castel Romano; sotto: scabbia, rogna e leptospirosi nell'insediamento, lo denunciarono lo scorso anno gli stessi residenti gire a chi non vuole essere trovato. Tra traffico di rifiuti, furti, ricettazione, smercio di droga, in quel campo girano milioni di euro. Tutti esentasse, tutti provento di lacrime di persone che – invece – le tasse le pagano eccome. Ma se queste cose vengono dette, se si chiede a gran voce di smantellare il campo, di prendere una posizione dura e definitiva per risolvere questa incresciosa situazione, immediatamente si passa per razzisti. Il grado di intolleranza delle persone è ormai salito in maniera esponenziale, esasperato dall’escalation di crimini e di “strafottenza” da parte di chi li commette. Ma quello che la gente perbene, quella onesta che la mattina si alza per andare a lavorare e che paga le tasse, chiede è solo il rispetto delle regole per tutti, anche per i rom. Perché, se integrazione
deve esserci, questa deve essere in modo che i diritti e i doveri siano gli stessi per tutti. Maria Corrao
Ma se si chiede a gran voce di smantellare il campo, di prendere una posizione dura e definitiva, immediatamente si passa per razzisti Dopo il nostro servizio interviene la Polizia Locale di Roma Capitale
AUTO RIMOSSE - Dopo il servizio congiunto con il TG2 c’è stata un’altra azione di bonifica da parte del Comune di Roma. La mattina del 28 novembre sono infatti partite le operazioni da parte della Polizia Locale di Roma Capitale per la rimozione di 150 tra autoveicoli e autocarri incendiati, abbandonati nella vallata prospiciente e all’interno del campo nomadi di Castel Romano. Gli agenti del Gruppo Eur, in collaborazione con la ditta di rimozione corrispondente al
Lotto assegnato al municipio di zona, sono intervenuti per la bonifica dell’area dalle carcasse dei mezzi, privi di qualsiasi elemento identificativo (targa e telaio), aspetto che ne ha compromesso i relativi accertamenti per risalire ad eventuali proprietari o denunce di furto a loro carico. Diverse anche le segnalazioni ricevute dai caschi bianchi, da parte dei cittadini, su quello che appariva un cimitero di veicoli carbonizzati. L’opera di bonifica verrà portata a termine in più giornate, al fine di risanare l’area e ridurre il dannoso impatto ambientale. Tutti i veicoli rimossi saranno compattati e smaltiti da ditte specializzate in questo tipo di interventi.
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Pomezia, stazione Fs: pensilina 'bucata' e sottopassaggio allagato passato appena un mese dalla nostra inchiesta sulla stazione ferroviaria di Pomezia e la situazione, pensate un po', è già ulteriormente peggiorata. Com'è possibile? Semplice, sono arrivate prima le piogge e poi il freddo. E così si scopre che, in assenza di una sala d'attesa, i pendolari non possono stare all'asciutto nemmeno utilizzando il sottopassaggio: una grossa infiltrazione d'acqua ha infatti interessato la struttura rendendo il percorso praticamente sempre allagato, anche nei giorni di bel tempo. A causa della pavimentazione scivolosa peraltro una donna è rimasta coinvolta nel mese di novembre in un incidente che le ha causato la lussazione di una spalla unitamente a diverse contusioni. Come se
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Infilitrazioni d'acqua sia nella pensilina che nel sottopassaggio: pendolari "bagnati" diarle si è deciso direttamente di chiudurle lasciando così gli incolpevoli utenti alla mercé delle intemperie. A Pomezia poi, quelle che RFI chiama “sedute lungo i marciapiedi” altro non sono che semplici pan-
altro che inoltrare la richiesta al Comune di Pomezia affinché si adoperi in tal senso. Per la pensilina nessuna speranza? A quanto pare dunque la bistrattata stazione di Pomezia è destinata, almeno per il mo-
RFI: "Sala d'attesa chiusa per non farla diventare covo di sbandati". Ma sui bagni anche il Comune di Pomezia potrebbe intervenire. Intanto il degrado della stazione finisce a Canale 5: in onda il servizio girato da "Striscia la Notizia". Mr Neuro incontra i pendolari non bastasse, a peggiorare la situazione, ci si mettono anche le pensiline lungo i binari, sprofondate negli ultimi tempi in uno stato di profondo degrado: a denunciarlo sono nuovamente gli utenti della stazione in un video affidato a Facebook. Insomma il treno a Pomezia bisogna per forza aspettarlo bagnati fradici e infreddoliti. Risponde (si fa per dire) RFI Ma a mandare su tutte le furie i pendolari non sono state le ormai croniche condizioni disastrate dello scalo ferroviario di Pomezia. A quelle, purtroppo, sono oramai abituati. Ci si abitua meno invece alle risposte degli enti competenti, che, laddove arrivano, sono sempre più infarcite di sterili giustificazioni e di poca, pochissima sostanza; guardate ad esempio cosa ha risposto RFI ad un a pendolare che chiedeva spiegazioni circa i problemi della stazione di Santa Palomba. L'argomento è qui la sala d'attesa chiusa da quasi due anni: “Rete Ferroviaria Italiana” - si legge nel testo di una mail - “ha previsto all’interno delle stazioni per ragioni di sicurezza la sostituzione delle sale di attesa, appartate e divenute luoghi di stazionamento per emarginati e senza fissa dimora, con spazi convenientemente attrezzati per garantire agli utenti una sosta qualificata. In particolare segnaliamo che nella stazione di Pomezia S. Palomba sono state previste sedute lungo i marciapiedi a sevizio dei binari mentre nell’atrio al momento non è stato organizzato uno spazio con sedute ove trascorrere i tempi dell’attesa”. In altre parole, dato che le sale d'attesa erano divenute preda di sbandati, anziché presi-
chine – neanche troppo comode – per giunta posizionate sotto una pensilina che, come visto, non ripara più nemmeno dall'acqua. Ma sui bagni il Comune di Pomezia potrebbe far qualcosa RFI risponde anche sulla mancanza di servizi igienici. L'azienda fa sapere che “sono operative da anni le linee guida previste dalla legge [...], riguardanti i servizi igienici in stazione, nell’intento di elevare il corrispondente livello di qualità.” “Il processo di razionalizzazione avviato da Rete Ferroviaria Italiana, vincola l’apertura alla clientela di detti servizi, in stazioni tali da giustificare i relativi costi di mantenimento necessari a garantire i livelli di efficienza e qualità richiesti”. Quindi anche qui è una mera opportunità economica che si aggiunge nuovamente ai problemi legati alla sicurezza e “nell’ottica di contrastare il diffuso fenomeno del vandalismo che spesso colpisce i servizi igienici”. Difficile tuttavia pensare che una stazione come quella di Pomezia, dove ogni settimana transitano migliaia di persone e che raccoglie il bacino d'utenza di Pomezia, Ardea e dei Castelli, non riesca a giustificare un investimento minimo per un servizio essenziale come quello dei bagni. Ecco allora spuntare però una strada alternativa. Scrive RFI: “Si evidenzia che qualora vi fosse la disponibilità degli Enti Territoriali o associazioni, RFI è disponibile a dare i locali dedicati ai servizi in comodato d’uso, al fine di garantire l’apertura nonché la gestione e il presidio per assicurare le necessarie condizioni di integrità e decoro”. Alla luce di questo non possiamo far
mento, a rimanere così com'è in attesa di un qualche segnale dalle istituzioni. Perfino per la pensilina colabrodo RFI prende tempo: “In merito allo stato di degrado della pensilina le segnaliamo che nel corrente anno è stato richiesto un finanziamento per poter eseguire l’intervento di manutenzione. Al momento le somme richieste non sono state ancora concesse, pertanto, i tempi di realizzazione dell’intervento non sono definiti”. Su Striscia la Notizia Intanto il degrado della stazione è finito in diretta nazionale grazie alle telecamere di Striscia la Notizia. Mr Neuro, a seguito della nostra segnalazione, si è recato a Santa Palomba per documentare le pessime condizioni dello scalo ferroviario. Luca Mugnaioli
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Campo Jemini riparte dal nuovo Comitato di Quartiere i sono svolte a fine ottobre e ufficializzate nel mese appena concluso le elezioni per il rinnovo del comitato di quartiere di Campo Jemini. E' stato un vero e proprio passaggio di consegne considerando che nessuno del vecchio direttivo ha voluto prendere parte alla tornata elettorale lasciando così spazio all'inizio di un nuovo capitolo; migliore o peggiore sarà soltanto il tempo a dirlo chiaro, tuttavia mi preme sottolineare e rivolgere un pensiero a ciò che è stato – avendone fatto parte seppur indirettamente – ovvero un grande lavoro, con errori s'intende, svolto per il bene del quartiere negli anni e che ha portato a delle grandi soddisfazioni nel tempo. Adesso però, il CdQ guidato dal Presidente Alex Gaspari promette altrettanto impegno per risolvere le questioni pendenti sul territorio. Primo incontro con le istituzioni A novembre il CdQ ha incontrato l'assessore alla Partecipazione di cittadini e associazioni Giuseppe Raspa per parlare dei principali problemi tuttora irrisolti nella zona. Primo fra tutti la messa in sicurezza del ponticello di Via dei Fiordalisi già oggetto di numerose
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segnalazioni nei mesi scorsi; dopodiché è stato affrontato il tema della sicurezza sul territorio: dall'illuminazione, ancora assente in molte vie, alla viabilità, con la mancanza ad esempio di segnaletica stradale orizzontale o di specchi negli incroci di Via delle Orchidee; qui peraltro, dove molti svincoli sono a raso, manca un sistema per dissuadere gli automobilisti dal premere troppo il piede sull'acceleratore: la proposta del Comitato è allora quella di ripristinare i dossi come era stato fatto anni fa, posizionandoli anche in Via dei Fiordalisi (la parte bassa del quartiere, ndr). Resta poi l'annosa questione delle buche dato che non bastano più gli interventi tampone a rattoppare qua e là le voragini che si aprono spesso in concomitanza con le ondate di maltempo. E ancora: il tema della pulizia delle strade e del completamento della rete fognaria, oltre alla creazione di sistemi per consentire il deflusso delle acque piovane (tombini e/o griglie). Infine, l'installazione di altre pensiline per consentire agli utenti di aspettare i mezzi pubblici con un minimo di comfort e potenziare il già funzionante controllo del vicinato con telecamere da installare nelle zone topiche del quartiere. Gli spazi di aggregazione
LA SEGNALAZIONE - Una problematica che persiste da diversi anni in via dei Narcisi (ex via delle rose) fino all'incrocio con via dei fiordalisi in Campo Jemini (Pomezia). Nel corso degli anni sono state fatte segnalazioni e chiamate agli organi competenti: sono intervenuti vigili, carabinieri e camion per rimuovere il fango e ripristinare la viabilità del tratto stradale. Ultimamente, una macchina è rimasta bloccata nel fango ed il giorno martedì 13 Novembre, una persona si è sentita male e l'ambulanza non è potuta intervenire in modo fluido, dovendosi fermare sul tratto asfaltato, proseguendo poi con la barella per un tratto di strada più che dissestato come si mostrerà in foto. Il problema è anche legato al ritiro dei rifiuti porta a porta, a causa del dissesto stradale, alcuni residenti non possono usufruire pienamente di un servizio a domicilio. Il problema si verifica ogni volta che vi è mal tempo (anche situazioni di pioggia normale ndc), creando enorme disagio a tutti i residenti della via che praticamente si vedono bloccati in casa a causa del fango proveniente dal cantiere aperto (strada asfaltata) in prossimità del civico num.6. Alleghiamo per meglio descrivere la situazione, una serie di foto e l'esposto presentato alle autorità (ultima foto in basso a sx): Foto 1-2: situazione davanti ed intorno al civico num. 6 (via dei Narcisi); Foto 3-4: albero pericoloso e pericolante nel lotto vicino al civico num. 6; Foto 5-6: situazione creatasi con il mal tempo in via dei Fiordalisi (fango proveniente da quanto mostrato nelle foto 17); Foto 7: terra rimossa e messa in disparte dopo ultimi eventi di pioggia. L'APPELLO - Si richiede gentilmente un intervento immediato per valutare e ripristinare lo stato di pericolosità dell'albero prima che possa cadere considerando che una gran parte delle radici è a penzoloni. Inoltre, che si risolva definitivamente il problema del fango, asfaltando completamente la via; è davvero disagevole non poter uscire di casa con la macchina o a piedi e non riuscire ad aprire il cancello per via del fango. Vi è anche la presenza di un bambino piccolo e considerando quanto mostrato specie nelle foto 1-7, vi è alto rischio che possa inciampare e farsi male.
Ovviamente l'aspetto cardine di ogni quartiere è poi la presenza di spazi comuni. Si aspetta ancora infatti di conoscere i tempi per il ripristino delle aree verdi donate al Comune di Pomezia come d'intesa con l'allora Sindaco Fucci; in questo caso il progetto riguarderebbe la sistemazione del parco giochi, la creazione di un punto di ritrovo per gli anziani nonché istituire la nuova sede del Comitato di Quartiere. Luca Mugnaioli
Il ponte di Via dei Fiordalisi
Confidando in un rapido e risolutivo intervento da parte di qualcuno dei destinatari, anticipatamente ringrazio. Alex Gaspari (Presidente Comitato di Quartiere Campo Jemini)
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“Mia figlia ha una malattia rara ma all'INPS non importa nulla” uando un problema di salute interessa la propria famiglia, magari grave, e ci si deve scontrare con la burocrazia italiana è molto facile cadere preda di rabbia e frustrazione. La sensazione più comune è però quella di sentirsi soli, abbandonati soprattutto da uno Stato presente solo quando c'è da chiedere i soldi; quando invece tocca a noi ricevere quanto dovuto spariscono tutti protetti da una gabbia micidiale fatta di moduli, uffici e lungaggini burocratiche. E se a star male è nostro figlio? Beh a quel punto tutto si complica maledettamente. Il caso In questi giorni abbiamo ricevuto un appello da una mamma di Pomezia. A sua figlia, di soli 10 anni, è stata diagnosticata circa un anno e mezzo fa una malattia rara chiamata ipertensione endocranica benigna (che però, come spesso accade purtroppo, di benigno non ha proprio nulla) che le ha praticamente sconvolto la vita. Ad agosto 2017 inizia il calvario: la bambina viene trasportata d'urgenza in codice rosso all'ospedale Gemelli di Roma. Subisce un primo intervento poi un secondo per monitorare lo sviluppo di questa patologia. Negli ultimi mesi, di conseguenza, la famiglia è stata costretta a fare avanti e indietro con l’ospedale Gemelli di Roma praticamente tutti i giorni; in mezzo tutte le difficoltà di assicurare comunque alla propria figlia una vita il più possibile normale sebbene la presenza costante di dottori, medici e psicologi non abbia agevolato il compito. Per la scuola invece, Sofia è stata costretta, nel 2017, a seguire le lezioni direttamente in ospedale ottenendo comunque l'attestato. Le spese Oggi la famiglia di Sofia sta cercando di riprendere una vita normale ma non è facile: tante le spese già sostenute fino ad ora e quelle, soprattutto, da sostenere in futuro. Attualmente a Sofia è stata riconosciuta un’in-
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La sede INPS di Pomezia validità pari al 70% e i genitori sono in attesa di ricevere dall’Inps l’indennità di frequenza, una prestazione economica, erogata a domanda, a sostegno dell’inserimento scolastico e sociale dei ragazzi con disabilità fino al compimento del 18° anno di età. Si tratta di poco meno di 300 euro al mese per nove mensilità, ovvero per la durata dell’anno scolastico. Mentre scriviamo però la famiglia non ha ancora percepito la prima rata. “Abbiamo presentato la domanda ad agosto ma ora siamo a novembre e quei soldi, seppur pochi, ci servono”, ci dice la mamma che si è recata anche a novembre alla sede Inps di Pomezia per sapere a che punto è la pratica. Un muro di “gomma” Ma sapere qualcosa circa lo stato di avanzamento della pratica sembra una cosa impossibile. “Mi hanno detto che devo aspettare ancora, forse fino a febbraio. Non solo: mi hanno perfino detto che ancora non ero nemmeno in graduatoria! Ma io le visite le ho adesso, come faccio? Lavora solo il mio compagno e non ce la facciamo ad andare avanti”, è allora l’appello della signora. Una situazione, ahinoi, purtroppo comune a molti e la sensazione di essere invisibili, di cui scrivevamo in apertura, torna prepotentemente a farsi sentitre: “Sto cercando di portare anche ai giornali e alle televisioni la mia storia perché in Italia, se non fai così, nessuno ti ascolta”. Come dargli torto? L'aiuto del Comune di Pomezia L'unico sostegno tangibile è arrivato dai servizi sociali locali. A causa dell'inizio dell'anno scolastico Sofia, avendo pre-
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L'ipertensione endocranica provoca un incremento della pressione endocranica, determinato dall’aumento di una componente qualsiasi del compartimento endocranico (cervello, sangue o liquido cefalorachidiano). L’ipertensione endocranica viene distinta in: primaria o idiopatica (pseudotumor cerebri o ipertensione endocranica benigna); secondaria (neoplasia, patologie vascolari, infettive, infiammatorie, degenerative, tossiche, metaboliche, traumatismi ed anomalie di sviluppo). Dal punto di vista fisiopatologico i meccanismi alla base dell’ipertensione endocranca sono raggruppabili in tre condizioni: aumento del volume del parenchima cerebrale (da massa o da diffuso edema cerebrale); aumento di produzione o una riduzione nel drenaggio del liquido cefalorachidiano; riduzione del drenaggio venoso. L’ipertensione endocranica si manifesta con ampio spettro i sintomi e segni: cefalea; vomito; papilledema; alterazioni dello stato di coscienza e dello stato mentale; altri sintomi: diplopia, segni neurologici focali, tinnito sincrono con il polso, vertigini ed instabilità posturale, rigidità cervicale, dolore retro-orbitario, intolleranza all’esercizio fisico, bradicardia, ipertensione arteriosa, modificazioni del ritmo respiratorio. sentato tardi la domanda, non può usufruire dell'insegnante di sostegno ma potrà comunque beneficiare di un'assistente per diverse ore a settimana. “Sofia purtroppo a causa della malattia ha manifestato progressivi problemi per ciò che riguarda i processi di apprendimento”, ci dice la mamma mostrandoci le relazioni degli psicologi dell'ospedale. “In questo modo, almeno, riusciamo a dargli un aiuto valido”, aggiunge.
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Firme false sui contratti, la denuncia: “Truffati da una società per l'energia” uesta storia, lo anticipiamo subito, è già finita in tribunale e il prossimo 24 gennaio si terrà la prima udienza. Sarà una causa civile anziché penale come richiesto dalle vittime di questo, a loro dire, raggiro da parte di una società che opera nel settore dell'energia elettrica. Due persone di Pomezia hanno scritto la lettera che vi riportiamo di seguito denunciando di come, a causa di firme mai apposte sui tanti incartamenti prodotti dall'azienda fornitrice, si siano ritrovati con condizioni contrattuali e tariffe mai sottoscritte. La storia: 7 anni di disagi “Nel 2011, tramite un passa parola fra alcuni amici di mio marito, siamo stati contattati da agenti esterni di questa società, che poi cambierà anche denominazione. Tale azienda, dopo averci più volte rassicurato sulla convenienza dell'offerta, ci ha convinti a sottoscrivere il contratto. Dopo l'istallazione di pannelli solari sul tetto delle ns. abitazioni, si badi bene, ceduto in comodato d'uso con vincolo contrattuale di 20 anni (solamente nel 2017 abbiamo “casualmente” scoperto che il vincolo era invece di 39 anni); come mostrato dalla pubblicità – che si rivelerà ingannevole - allegata al contratto e soprattutto da quanto riferitoci dai dipendenti della società stessa, in cambio della cessione del tetto noi avremmo avuto corrente elettrica gratuita durante il giorno perché prodotta dai pannelli solari mentre sul consumo serale avremmo avuto uno sconto sulla componente energia per il primo anno pari al 65% per poi passare al 70% dal secondo anno in poi. Ma tutto questo purtroppo non si è rivelato vero. Lo sconto energia c'era ma la cor-
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rente la dovevamo pagare tutta, anche quella prodotta dai pannelli solari. Iniziamo allora a non vederci chiaro sulle fatturazioni: così, dopo vari tentativi di avere bonariamente spiegazioni logiche ma non riuscendo a venire a capo di questa situazione, io e il signor Pianti alla fine abbiamo deciso di affidarci a degli esperti del settore per farci aiutare. Dopo essere passati dal Codacons, e dall'Autority per l'energia alla fine abbiamo optato per le vie legali”. La perizia Grazie ad un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP ) richiesto presso il Tribunale di Velletri lo scorso anno siamo venuti a conoscenza dalla documentazione presentata in Tribunale dalla società in oggetto; qui scopriamo che sui nostri contratti in loro possesso erano state apportate modifiche e firme false e non solo a nome mio, Donghi Irene e del signor Pianti, ma perfino a nome dei nostri familiari. Nel frattempo io venivo pressata dalle innumerevoli richieste della copia di un documento di identità che sarebbe dovuto servire per un aggiornamento dati ma mi sono sempre rifiutata di inviarlo sospettando un nuovo raggiro. A quel punto la società ha iniziato a sostenere che stavo gli stavo arrecando un danno dato che il documento non serviva tanto a loro quanto alla GSE: ho chiesto dunque lumi anche a loro e grazie a questo ho scoperto che ulteriori firme false erano state apposte su altra documentazione. In altre parole sia io che il sig. Pianti avevamo firmato, a nostra insaputa chiaramente, una dichiarazione sostitutiva di atto notorio a Milano, dove nominavamo un Referente legale rappresentante della società per rappresentarci in qualsiasi cosa presso la GSE, inviata tramite il portale alla GSE al fine di ottenere la qualifica SEU. Le denunce e i nuovi tentativi di modifiche contrattuali Abbiamo sporto diverse denunce penali ma il PM ha richiesto in quasi tutti i casi l'archi-
viazione. E' come lottare contro i mulini a vento. Intanto però un altro tentativo di truffa è andato in scena da parte della società: stavolta in ballo c'era una modifica contrattuale che volevano farci firmare a tutti i costi giustificandosi con la necessità di poterci mantenere lo sconto energia ma che al contrario serviva solamente per far passare gli incentivi statali sui Ns. conti correnti (la società in oggetto li avrebbe prelevati il giorno dopo) così da farci figurare solo a noi presso la GSE quali produttori di energia ed anche presso un'altra rete di distribuzione; tutto questo nonostante i nostri tetti siano stati ceduti in comodato d’uso: ma per questo stiamo aspettando altra ulteriore documentazione anche da loro. L'appello Vogliamo far venire a galla questa truffa che credo sicuramente avrà visto coinvolte altre persone. Più di tutto però vorremmo riuscire a veder riconosciuto il nostro diritto all'annullamento dei contratti e al risarcimento dei danni sia economici che morali visto che oltre ad averci rimesso con la spesa dell'energia ci siamo dovuti sobbarcare delle spese sia dell'ATP - periti compresi oltre ai costi dei legali - e la depressione nella quale hanno fatto piombare sia me che la signora Flavia De Angelis, consorte del signor Pianti Antonino, mio vicino di casa e truffato anch'egli insieme a me. Spero sinceramente che possiate aiutarci al più presto mettendo in luce questa enorme truffa o quantomeno pubblicando questa mia e-mail così da poter mettere a conoscenza quanti altri nella Ns. zona dei fatti (e credo che fra Pomezia, Ardea, Aprilia e dintorni siano veramente tanti) così che possano nell'eventualità annullare anche loro il contratto con tale società. Lettera firmata da Donghi Irene e Antonino Pianti
"A causa di firme mai apposte sui fogli dell'azienda fornitrice ci siamo ritrovati con condizioni contrattuali e tariffe mai sottoscritte". E lanciano l'appello ai residenti di Pomezia, Ardea e Aprilia: "Fate attenzione"
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CRONACA
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Pomezia, i platani centenari di Pratica di Mare si sarebbero potuti salvare? l 21 novembre ricorreva la "giornata nazionale degli alberi". A pomezia, proprio per celebrare questa ricorrenza prevista della legge n. 10/2013, l'amministrazione comunale ha organizzato lo scorso week end la messa a dimora di nuove "essenze vegetali", cosi come dichiarato dall'assessore all'ambiente, giovanni Mattias. Peccato però sia sufficiente soffermarsi sull'articolo 07 della medesima legge n. 10/2013 per rendersi conto del fatto che quasi nessun Comune del'area metropolitana di Roma ha mai attuato quella legge, il Comune di Pomezia per primo. Dopo oltre cinque anni, quasi tutti i comuni risultano inadempienti circa il censimento degli alberi monumentali e quindi la loro tutela e la loro salvaguardia. Capiamo insieme quello che doveva essere fatto. La legge, pubblicata nel febbraio 2013 ed il successivo decreto attuativo (del 23 ottobre 2013) prevedono la redazione di un elenco degli alberi monumentali d'italia, da elevare al rango di veri e propri monumenti nazionali e quindi tute-
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lare maggiormente! entro il 31 luglio 2015 quindi più di tre anni fa - i comuni, sotto il coordinamento delle regioni, dovevano effettuare il censimento degli alberi monumentali ricadenti nel territorio di loro competenza. E qui casca l'asino. sono tuttora pochissimi i comuni dell'area metropolitana di roma ad avere effettuato il censimento nonostante i cinque anni a disposizione. Risultato, nel-
l'elenco degli alberi monumentali approvato dal ministero per le politiche agricole e fore-
stali lo scorso 09 agosto 2018 non compare alcun albero della provincia di roma! Eppure, paradossalmente, un censimento fu effettuato nel 2011 dalla città metropolitana di Roma. si potrebbe ripartire immediatamente da quello (è disponibile al sito http://www.cittametropolitanaroma.gov.it). Ma sembra invece che le giunte ed i comuni dell'area metropolitana di roma - al di là di qualsiasi schieramento politico - prediligano la piantumazione di giovani virgulti alla tutela e alla salvaguardia delle piante monumentali. A pomezia, dovremmo essere esperti anche in questo. infatti ci sarebbe da chiedersi se tramite il censimento sarebbe stato possibile salvaguardare maggiormente i platani ultracentenari di pratica di mare, rimossi l'anno scorso in violazione del regolamento comunale? L'associazione Latium Vetus auspica che i comuni vogliano conformarsi senza ulteriori dilazioni alla legge ed avviare subito il censimento, da effettuarsi unitamente alla collaborazione con le associazioni ovvero le segnalazioni dei privati, a beneficio della reale tutela del nostro patrimonio verde di pregio. Ass. Latium Vetus
Dopo oltre cinque anni dalla legge 10/2013, quasi tutti i comuni risultano inadempienti circa il censimento degli alberi monumentali e quindi la loro tutela e la loro salvaguardia
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Il Corriere della Città
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no scienziato cinese ha creato due gemelline con DNA modificato, Lulu e Nana, non è un film dell’horror ma l’annuncio fatto qualche giorno fa da He Jianku, dottore dell’Università di Scienza e Tecnologia di Henzen, località del Sud della Cina, aggiungendo anche che sono venute alla luce “sane e piangenti” come bimbe vere. Utilizzando tecniche di ingegneria chirurgica, un nuovo potente strumento capace di riscrivere il codice genetico della vita, ha impiantato caratteristiche genetiche con lo scopo ufficiale di creare individui immuni da malattie. Molti genetisti hanno dichiarato tale operato mostruoso, eticamente indifendibile ma chissà qual è lo stato nel mondo dello sviluppo degli esperimenti su esseri umani. Forse verremo costruiti tutti con caratteristiche cinesi, bassini con occhi a mandorla e il colorito del sole, ma se ciò è fantasia, al contrario i dubbi sulla reale possibilità di sconfiggere in tal modo le malattie sono concreti. La macchina umana è inimitabile e straordinaria nella sua perfezione e complessità, forse l’obiettivo di fondo era essere il primo, accrescere la potenza della Cina, di solito poco incline a valutazioni etiche. Frankestein, il personaggio divenuto immortale di un romanzo scritto nel 1816 da una diciannovenne inglese, Mary Shelley, nato come espressione della paura, già a quel tempo diffusa, per lo sviluppo tecnologico, impallidirebbe visto il rudimentale assemblaggio di pezzi al quale era giunto lui. Tale personaggio deve il suo successo anche alle numerose interpretazioni psicologiche possibili inerenti alla conquista della identità da parte di ogni individuo che alla nascita si ritrova “composto” col nasino del papà, gli occhi verdi di mammà e il carattere odioso di quello zio là. La scienza, il gioco degli adulti, da sempre oscilla tra scopi leciti e meno da raggiungere a non importa quale prezzo, ma sono spesso i bambini che non hanno giocato a pallone nell’infanzia (sempre più numerosi considerato la preferenza che manifestano oggi per i vari oggetti tecnologici che consentono loro di giocare…seduti), bambini che poi sviluppano una intelligenza sterile, priva di sensibilità, un Io ipertrofico che cresce smisuratamente a discapito di altre funzioni che restano immature. Gli studi da sempre sottolineano l’importanza del movimento per favorire lo sviluppo dell’intelligenza, considerandolo un processo cognitivo sia per l’importanza che l’esplorazione motoria ha per lo sviluppo delle capacità sensoriali e cognitive sia per le
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componenti cognitive del movimento stesso, complessi come suonare il pianoforte, praticare uno sport o semplici come quelli automatici di camminare. Ciò è confermato dai maggiori successi scolastici ottenuti dai ma-
Gene incompreso schi nei gradi superiori dell’istruzione, laddove la caratteristica di meno prosocialità riscontrata nelle femmine, influenza negativamente lo sviluppo della loro intelligenza. Al contrario i maschi, che presentano una minore tolleranza alle regole e all’obbedienza e manifestando comportamenti più aggressivi, raggiungono risultati scolastici meno soddisfacenti nelle scuole dell’obbligo rispetto a quelli raggiunti dalle femmine che presentando una maggiore disponibilità all’obbedienza
vengono maggiormente premiate dagli insegnanti. Un comportamento aggressivo è in genere associato anche ad una tendenza ad esplorare l’ambiente, a soddisfare la curiosità che è il motore dell’intelligenza. Certo il successo scolastico costituisce un vantaggio iniziale non indifferente, è un importante indicatore di un buon adattamento psicologico e sociale e una precondizione per un futuro professionale soddisfacente, (come confermano le statistiche che segnalano una relazione consistente tra successo scolastico e successo professionale) ma andar male a scuola non è sempre una garanzia di fallimento nella vita (come dimostra Einstein che a scuola era stato giudicato negato per la matematica), così come andar bene non è una garanzia di successo. Oggi si chiama QS (Quoziente Spirituale) non più QI (Quoziente Intellettivo), la misurazione dell’intelligenza considera anche la sensibilità come caratteristica indispensabile ai fini della valutazione. Un ottimo Quoziente Intellettivo potrebbe essere addirittura pericoloso, una fredda intelligenza, senza la sensibilità potrebbe favorire la realizzazione di obiettivi pericolosi e facilmente strumentalizzabili. Il QS indica la capacità di adeguarsi alle situazioni, di saper risolvere i problemi nel modo migliore per sé e per gli altri, tiene conto della tenacia, la volontà, la capacità di permanere nelle situazioni difficili che ancora non hanno una soluzione, come unico modo per trovarla. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass. Culturale Tyrrhenum V.F.Durati,12 Pomezia Cell. 3317996787 Corso di psicologia mercoledì h.17,00/18,30
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Buon Natale
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enticinque Novembre: giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. Argomento sicuramente difficile da trattare senza cadere nel tranello dei facili giudizi e nei luoghi comuni...eppure ancora nel 2018 il fenomeno è in crescita... non può essere un problema tanto banale da risolvere allora... no! Decisamente no! Eppure a quasi tutti per prima cosa vengono in mente frasi tipo: “ Si vede che le sta bene così, altrimenti se ne sarebbe andata!”, oppure “ E’ una stupida: io sai da quanto che lo avevo mollato?” “Ma perchè non lo denuncia?” Troppo facile... estremamente superficiale!!! Per sottolineare l’importanza dell’argomento avevo pensato di affrontarlo parlando di statistiche, cause, motivazioni, buttandoci dentro magari qualche riflessione e un pò di psicologia, ma poi piu’ giravo per libri e internet e più pensavo che non avrei reso l’idea del messaggio che vorrei far sentire. A me la violenza sulle donne fa paura! Si’, paura! Ho letto tante esperienze personali, tante testimonianze di donne che hanno sollevato la testa, che ad un certo punto si sono svegliate dal loro incubo e hanno avuto il coraggio di riprendere in mano la propria vita e ho letto di tanti casi di cronaca in cui tante, troppe donne non sono riuscite a trovare quella stessa forza o magari non ne hanno avuto il tempo o ne hanno pagato le conseguenze e mai in nessun caso la storia era tanto ovvia e scontata! La violenza può avere tante facce, è subdola, è infida e si traveste da nobili sentimenti! Le vittime in un modo o in un altro rimangono “incastrate” in relazioni malate per tanti motivi... non scappano per paura e a volte addirittura per vergogna o per “dipendenza”. Si trovano sole ad affrontare qualcosa
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25 Novembre di talmente tanto sconvolgente e grande da rimanerne annientate... quasi come spettatrici ferme a guardare la propria vita dal di fuori senza accorgersi di starla vivendo e soprattutto di poterla cambiare...Nella “normalità” è difficile concepire un “amore violento”... non esiste, è un controsenso per sua stessa natura... eppure... molte vittime riescono a vedere l’amore oltre il confine delle botte e dei soprusi subiti. Si’ la violenza mi fa paura! Sono un’ostetrica e parte integrante del mio lavoro consiste nella promozione della salute della donna in tutta la sua “complessa completezza” e quindi dovrei essere in grado di intervenire anche in queste circostanze ed essere di supporto,di sostegno e capace di fornire corrette informazioni per indirizzare le donne vittime di violenza verso un percorso di tutela e recupero... eppure non ho ricevuto una formazione in merito alla gestione delle vittime di violenza doomestica... ho letto, mi sono documentata e ho “fatto da me”! Sono una donna e sono un’osetrica....una donna per le donne e anche se la violenza mi terrorizza voglio far parte di quella “sorellanza” di cui ho tanto sentito dire. Ogni donna dovrebbe sentirsi solidale con altre meno fortunate. Per fare il primo passo verso la “libertà” serve solo riuscire a dire il primo “no” e per aiutare non servono
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grandi conoscenze, serve esserci, serve non arrendersi, serve saper ascoltare, serve saper cogliere le richieste di aiuto anche più silenziose, serve saper confortare: serve sentirsi “sorelle”. Spesso la violenza non è solo quella fisica, ma anche psicologica ed è questa forse quella più subdola, quella che annienta lo spirito al punto da convincersi che tutto quello che ci sta capitando ce lo meritiamo. Scrive Laura:”La cosa più difficile è stata essere creduta. Io non avevo prove, non avevo testimoni, non avevo lividi. Una donna che subisce violenza ha sempre un occhio nero, io non avevo neppure un'unghia spezzata. Perchè la mia violenza era fatta di pugni sferrati con gli sguardi, di calci dati con le parole, di schiaffi assestati con le assenze, i silenzi e i rifiuti. Era una violenza morale, psicologica. Di quelle che non lasciano segni esteriori, anche se dentro la tua anima è tumefatta e tu sei peggio di una che agonizza nella sua pozza di solitudine”. Le storie di violenza domestica colpiscono a qualsiasi età, ceto sociale, possono colpire te, la tua vicina di casa, la tua amica, o la collega...sole siamo deboli e vulnerabili, insieme siamo invincibili! Credo che il concetto di sorellanza punti proprio a questo: a trovare la forza di gridare le ragioni di chi ha perso la voce e la fiducia in se stessa! Non c’è niente di cui vergognarsi: nessuna colpa reale o immaginaria che sia, può giustificare la violenza! L’amore è un’altra cosa! L’amore difende, protegge, sostiene... non umilia, non schernisce, non offende e non picchia! Il 25 Novembre più che mai, ma anche per tutti gli altri giorni dell’anno voglio sentirmi parte di quella sorellanza come ostetrica, ma soprattutto come donna! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
“Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!” W. Sheakspeare
Il 'bivio' di Pomezia volta pagina: completata la riqualificazione uò definirsi completata l'opera di riqualificazione dell'ex area industriale dismessa e degradata del “bivio” di Pomezia tra la Via del Mare e Via dei Castelli romani. A novembre ha aperto anche il punto vendita dei Magazzini Maury's che è andato così ad affiancarsi alle altre attività già esistenti, il Mc Donalds, inaugurato nel dicembre 2017, e il supermercato MD Discount aperto lo scorso luglio. Il processo di trasformazione dell'area, che era diventata preda di uno stato di degrado profondo, andava infatti avanti da tempo e ora, finalmente, la città di Pomezia torna a riappropriarsi di una zona nevraligica soprattutto per la sua ubicazione. Imponente il progetto portato a conclusione: parliamo di un'area complessiva di 16 mila metri quadrati (6700m2 quelli calpestabili tra realizzazioni nuove e aree già esistenti, ndr) che ospita un ampio parcheggio posizionato su due livelli, il primo all' altezza della Via Pontina, l'altro al livello della Via del Mare che hanno senza dubbio migliorato la viabilità in ingresso a Pomezia. Cuore dell'iniziativa sono stati però da un lato la realizzazione degli uffici destinati al Comune - ospitati all'interno di una palazzina di tre piani (circa 250mq l'uno) – e ovviamente, dall'altro, la parte commerciale. Un lungo iter burocratico Ma veder realizzati progetti come questi non è facile. Solo recentemente infatti, da quando cioè è stata presentata alla Regione Lazio la
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La società Maga Immobiliare augura a tutti i lettori de Il Corriere della Città Buone Feste nuova legge sulla rigenerazione urbana a luglio 2017, il legislatore ha mostrato la volontà di puntare con decisione a questo tipo di urbanistica che consente di riqualificare un'area a “km 0”. In pratica, grazie ad opere di questo tipo, i servizi tornano in città, dando nuovamente la possibilità ai cittadini di spostarsi senza per forza dover ricorrere all'uso dell'automobile. La norma, approvata dal Consiglio regionale, “ha chiuso infatti una fase drammatica nella quale lo sviluppo urbanistico era sinonimo di distruzione del suolo e di aumento quantitativo”, scriveva proprio la Regione all'indomani dell'ok definitivo. Ma di cosa si parla nello specifico? Sintetizzando molto, ma in fondo è questo lo spirito della legge, si tratta di andare a privilegiare, nell'ambito dell'urbanistica urbana, il recupero di siti dismessi o abbandonati presenti sul territorio anziché utilizzare suolo “ex novo”, dando così una seconda vita a strutture in disuso. Due i grandi obiettivi che la normativa intende perseguire: primo, la “qualità”, con interventi nelle zone più degra-
Le immagini del prima e del dopo: la zona del 'bivio' di Pomezia ha riacquistato così il valore strategico d'un tempo. Degrado e abbandono sono scomparsi
Il Comune di Pomezia ha ottenuto una palazzina da destinare ad uso ufficio
date, dando facoltà ai comuni di individuare gli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio e prevedere premialità per il rinnovo del patrimonio edilizio esistente, per le opere pubbliche e per le cessioni di aree aggiuntive; secondo, “sicurezza e sostenibilità”, dando modo ai consigli comunali di inserire negli strumenti urbanistici generali vigenti ampliamenti, a questi scopi, del 20% della volumetria o della superficie utile esistente degli edifici a destinazione residenziale, per un incremento massimo di 70 mq. I comuni, inoltre, potranno accordare sconti sugli oneri di urbanizzazione se gli interventi riguarderanno la prima casa. “La nuova legge - che prevede uno snellimento delle procedure al fine di garantire tempi certi d'intervento - è molto differente dal vecchio Piano Casa per varie ragioni: perché dà strumenti e più poteri ai Comuni, permetterà agli enti locali non solo di autorizzare ma di avere una idea sullo sviluppo della propria comunità. In secondo luogo perché si superano le norme che prevedevano deroghe al normale iter amministrativo", commentavano così dalla Regione. Pomezia 'pioniera' nel campo: così la società Maga ha ridato lustro al territorio Chi invece aveva già fatto della riqualificazione urbana e del recupero di zone dismesse il fulcro della propria attività è sicuramente il Presidente del Gruppo Immobiliare Roma Mario Serafinelli che proprio a Pomezia opera da almeno 20 anni. I suoi interventi, miranti non solo a recuperare le strutture in sé ma anche a rilanciarle dal punto di vista estetico armonizzandole con il resto della città, hanno permesso di riqualificare numerosi siti dismessi portandoli a nuova vita: come non menzionare ad esempio il Centro Cavour ma tra i suoi successi troviamo gli ormai ex stabilimenti dismessi della Via del Mare e Via dei Castelli Romani, dove sorgono oggi ristoranti, supermercati e bar, e alcune aree di Via Campobello. Ultima, in ordine di tempo, anche il rilancio dell'area dove un tempo sorgeva il ristorante “La Campagnola”. L'edificio, anche qui, era diventato fatiscente e con seri problemi strutturali tanto che la stessa attività aveva chiuso i battenti nel dicembre scorso trasferendosi altrove; ora però l'area, proprio grazie alla rigenerazione urbana è tornata a splendere a seguito dell'inaugurazione del nuovo ristorante Road House.
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l bacio è un'arma potente che l'essere umano ha a disposizione. Tutti noi baciamo per piacere, in modo lento, dolce, con passione e calore, provando ma anche trasmettendo una grande quantità di emozioni e sensazioni. Le labbra si avvicinano ed il bacio che nasce si trasformerà in un utile scambio d'informazioni, da quella olfattiva a quella tattile, il che permetterà alle due persone di determinare il loro grado di compatibilità genetica. Meccanismi inconsapevoli del frutto dell'evoluzione. Sia per l'uomo che per la donna il bacio è uno scambio importante, una specie di "barometro emotivo". Nel baciare c'è la tendenza, stabilita a livello neurologico, ad inclinare leggermente la testa verso destra, si attivano ben 34 muscoli facciali ed il centro cerebrale del piacere. Il primato mondiale per il bacio più lungo lo ha vinto una coppia thailandese, nella gara chiamata "Kissthon" con il record di durata di 58 ore, 35 minuti e 58 secondi. Ma il bacio più famoso in assoluto lo si può vedere nel dipinto olio su tela del pittore italiano Fran-
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Il bacio più lungo: il record è di 58 ore 35 minuti e 58 secondi
cesco Hayez eseguito nel 1859 e conservato nella pinacoteca di Brera a Milano. Rappresenta il simbolo del romanticismo: lui che bacia lei, inchinato sul suo volto mentre con la mano le accarezza il viso. La scala al lato ci fa intendere che è costretto ad andare via anche se vorrebbe rimanere; mentre lei si lascia trasportare dalla passione e dall' ardore di quell'amore giovanile. Un altro famoso dipinto sul tema del bacio è stato fermato su tela da Gustave Klimt nel 1907, in stile liberty, custodito in una galleria a Vienna. Il pittore riesce abilmente ad infondere allo spettatore l'estasi che genera l'amore nei suoi abbracci e baci, mentre la natura avvolge i due amanti di fiori e germogli dorati. Da non dimenticare : "Amore e psiche bambini " dipinto da William Adolphe Bouguereau nel 1890 che simboleggia l'amore puro, appunto quello tra due bambini, dove con il loro delicato e soave aspetto riescono a trasmettere un'infinita dolcezza. Il bacio inteso quindi come ricerca dell'equilibrio e della giusta armonia in noi stessi, crea quelle sensazioni ed emozioni positive che ci arricchiscono rendendoci migliori. Laura Piacentini Il bacio nell'arte 1: Francesco Hayez, olio su tela (1859) 2: Gustave Klimt (1907) 3: William Adolphe Bouguereau (1890)
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L’AMICIZIA VIRTUALE
l tutto è iniziato da quando abbiamo cominciato a ricevere questi messaggi al nostro computer:“Tizio ti ha inviato una richiesta di amicizia”. E’ cosi che Facebook, il più famoso dei social network, ti annuncia l’arrivo di un nuovo contatto. A questo punto cosa si fa? Si accetta o si rifiuta? Certo, è più facile che facciamo amicizia con persone più o meno coetanee e più o meno affini a noi, che per ragioni di vicinanza materiale possiamo incontrare più di frequente, con cui troviamo interessi e passioni comuni. Ma non basta. Nell’amicizia cerchiamo anche un modo per sentirci rafforzati nella nostra identità o, in altre parole, cerchiamo conforto per la nostra autostima. L’ amicizia esiste in forme molto diverse: alcune nascono da bambini, giocando insieme, altre facendo sport, altre ancora durante gli studi. Le vere amicizie nascono e si evolvono da quando due persone che si incontrano per la prima volta svelano poche informazioni personali. Dubitate di quelle conoscenze che da
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RUBRICHE subito diventano dei libri aperti nei vostri confronti poiché lo farebbero con chiunque altro, ovvero non hanno scelto voi quali depositari dei loro più stretti segreti. La vera amicizia richiede tempo e riservatezza. Quando il primo scambio risulta piacevole, a poco a poco ci si manifesta sempre più per quel che si è davvero. Ma perché questo scambio si metta in moto all’inizio c’è bisogno dell’occasione adatta, bisogna affidarsi anche un pò al caso. E poi bisogna anche sfatare il mito che si fa amicizia solo con le persone con le quali, necessariamente, condividiamo molti interessi. Anzi, a volte, bastano pochissimi punti in comune come l’età, la situazione attuale, la provenienza geografica, l’atteggiamento o gli interessi. Questi elementi ci danno solo la sensazione di essere sulla stessa lunghezza d’onda dell’altro. Il paradosso di questo fenomeno sta nel fatto che i caratteri degli amici intimi non si somigliano mai molto. Ma nel rapporto di amicizia, è questa la cosa bella, non ce ne rendiamo conto di questa differenza. Ma quante sono veramente le persone che possiamo ritenere essere veri amici? Non più di
uno o due al massimo possiamo ritenere davvero intimi. Questo perché la scelta è molto selettiva, in quanto non si sceglie in base alla frequenza degli incontri o della durata del
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tempo che si dedica all’altro, ma scegliamo come migliore amico chi rispetta di più la nostra identità e non perché l’altro sia davvero il migliore, il più bravo, il più formidabile, bensì perché da a noi la sensazione e l’impressione di esserlo. Viene da se che questa fiducia non può essere condivisa con un gran numero di persone. Il vero amico sa stare al suo posto, sa non infrangere le regole, tra cui quella di poter confidare all’altro informazioni personali e di poter contare su di lui. Che si soffrano pene d’amore, che si piange un lutto o che si cerchi lavoro, un buon amico è sempre pronto a confortare. Nel trambusto della vita di tutti i giorni, spesso i buoni amici sono la nostra ancora di salvezza. Il solo pensare a loro può far si che la montagna che dobbiamo scalare ci appaia meno ripida. Non c’è nulla da meravigliarsi, quindi, se gli amici vengono considerati messaggeri di felicità. Forse per questo il Piccolo Principe chiede con insistenza alla volpe: “ Cosa vuol dire amicizia?” e si sente rispondere: “ E’ una cosa da molti dimenticata. Vuol dire creare dei legami…. tu per me finora non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me”. Ecco, non è che l’amicizia sia qualcosa che si concede a richiesta. L’amicizia arriva inaspettata, ma quando c’è diventa una delle più travolgenti relazioni personali, perché il vero amico raddoppia le gioie e divide le angosce a metà. Antonio GUIDO (dirguido@libero.it) Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
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L'avvocato risponde i viene inviato il seguente quesito da una nostra lettrice. Sono legalmente separata, ma con il mio ex marito stiamo valutando la possibilità di riconciliarsi e far valere di nuovo la nostra unione. Quali sono i comportamenti rilevanti che dobbiamo adottare per il buon esito della conciliazione e quali sono gli effetti della stessa per noi coniugi e per i terzi?
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La riconciliazione, ai sensi dell'art. 157, comma 1°c.c., può derivare da una “espressa dichiarazione dei coniugi” ovvero da un “comportamento non equivoco incompatibile con lo stato di separazione”. In entrambi i casi, affinché si producano gli effetti della riconciliazione, è rilevante il comportamento tenuto dai coniugi nei rispettivi confronti, dal momento che la pacificazione deve avere un riscontro reale e non apparente. Infatti, la riconciliazione di fatto sul piano materiale necessita di una ripresa della convivenza coniugale accompagnata da una stabile coabitazione tendente a ristabilire l'affectio
Il Corriere della Città Numero 12 Anno 10
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maritalis. La comunione spirituale, invece, richiede l'animus di riservare di nuovo al coniuge riconciliato la posizione di unico compagno di vita e di adempiere i doveri coniugali. Quindi la comunione materiale e spirituale deve essere ristabilita sotto ogni aspetto non essendo sufficienti segnali occasionali e parziali. Ad esempio non c'è riconciliazione quando i coniugi abbiano ripristinato la convivenza a mero scopo sperimentale e per un tempo breve, senza una chiara ed effettiva volontà di ripristinare la vita coniugale (Cass. Civ. Sez. I 6 ottobre 2005 n.19497). Dunque, la riconciliazione comporta il ripristino dei doveri coniugali sia di natura personale che patrimoniale. Sul piano dei rapporti patrimoniali la riconciliazione determina l'automatica reviviscenza, almeno nella sfera coniugale, del regime di comunione legale che già prima della separazione vigeva tra i coniugi. Ciò comporta la necessarietà dell'annotazione della avvenuta riconciliazione, ex art. 69 comma 1, let. f, al fine primario di tutelare l'affidamento dei terzi contraenti. Nello specifico gli art.63 e 69 del D.P.R. del 3 novembre 2000 n. 396 hanno
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DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti
colmato la lacuna normativa esistente nel sistema pubblicitario in materia. Infatti, l'omessa annotazione della riconciliazione intervenuta tra le parti comporta per i terzi l'impossibilità di sapere di tale evento riconciliativo e anche del ripristino del regime patrimoniale. Pertanto, nell'archivio informatico l'ufficiale dello stato civile ( del comune dove fu celebrato il matrimonio ovvero di quello di residenza) deve iscrivere le dichiarazioni congiunte dei coniugi separati con le quali manifestano la loro riconciliazione (art.63 lettera g ). Per le medesime dichiarazioni l'art.69 lettera f, prevede la successiva formalità dell'annotazione nell'atto di matrimonio. Pertanto, attraverso l'iscrizione o l'annotazione di una tale dichiarazione si dà atto alla volontà delle parti di ristabilire la comunione legale o il diverso regime. Avv. Antonio Aquino
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 03/12/2018
STAMPA: Tipografia Graffietti
Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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Il Corriere della Città dicembre 2018
Calcio dilettanti, verso il giro di boa omezia Calcio - Inizio di mese scoppiettante per i ragazzi di Gagliarducci. I pometini servono il poker alla 10 giornata contro la Vigor Perconti: i sigilli sono firmati Celli, Laghigna, De Santis e Falco. Alla 11esima vittoria pesantissima sul campo di Itri, con un 0 a 1 meritato che ha visto l’ennesima rete di Laghigna in questo campionato. Alla 12esima stop forzato a causa del maltempo, la partita col Morolo potrebbe essere probabilmente recuperata il 5 dicembre al Comunale di Pomezia. Tredicesima giornata che vede la squadra del patron Bizzaglia capitolare in casa per mano di un cinico Nettuno Lido che vince all’inglese con le reti di Nardini e Russo. La classifica vede il Pomezia settimo a 18 punti. Unipomezia - L’Unipomezia è ancora in cerca della sua vera identità in questa stagione che la vede però protagonista, ormai come da tradizione, nella scalata alla vittoria della Coppa Italia. Facciamo però un passo indietro. La squadra di Valle comincia novembre con un pareggio esterno per 1 a 1 alla decima giornata contro a Genzano contro il Cynthia. Alla 11esima i pometini cadono in casa per 2-3 contro il Real Monterotondo Scalo, per i locali doppietta di Ventura mentre gli ospiti hanno visto protagonisti Lupi, autore di un gol e l’ex di turno Matteo Santi che ha evidenziato come la maglia crimsina sarà comunque per sempre una sua seconda pelle. Dopo la sconfitta, l’Unipomezia ha optato per l’esonero di Baiocco ed ha affidato la conduzione tecnica a Sandro Grossi, autore della cavalcata storica della promozione del Cassino dall’Eccellenza alla Serie C. La reazione è immediata: manita a domicilio ai danni del Ronciglione United (3-5): per gli ospiti timbra il cartellino due volte Cicino, Morelli, Casciotti e Ventura. Alla 13esima arriva la seconda vittoria consecutiva al Centro Sportivo Ocres Moca di Villalba, i pometini passano per 0-3: Morelli, Ventura e Regis i marcatori. Ora i crimsini sono noni a 19 punti, a sole 5 lunghezze dal secondo posto. In Coppa Italia, l’Unipomezia abbatte per 31 il Campus Eur di Scarfini nell’andata dei quarti di finale. Team Nuova Florida - La squadra ardeatina
continua a confermarsi una delle grandi squadre tra i due raggruppamenti di Eccellenza. La decima giornata, che avrebbe visto il T.N.F battagliare contro l’Almas, viene rinviata a causa dell’impraticabilità del campo per il maltempo. Nell’ 11esima i ragazzi di Bussone vincono all’inglese nel fortino dello Sporting Genzano, Citro e Giusto regalano la vittoria a Marcucci. Dodicesima giornata che regala nuovamente il rinvio a causa del maltempo, gli ardeatini avrebbero dovuto giocare contro l’Eretum al Mazzucchi di Ardea. La sosta forzata per ben due settimane, non scalfisce minimamente la squadra, tanto è vero che alla 13esima i biancorossi servono il poker al Ronciglione United per mano di Citro, Scardola, Rossi e Tisei. Classifica che vede il T.N.F quinto a 23 punti, distante solo 5 lunghezze dalla capolista Astrea nonostante le due giornate ancora da recuperare. Si prospetta un futuro abbastanza roseo per la società e la squadra di Marcucci. Indomita Pomezia – Selva A.P. - Indomita Pomezia è sinonimo ormai di sicurezza, personalità, carisma, anarchia e spensieratezza. La squadra del binomio Padula-Spina fa praticamente ciò che vuole nel girone G di Prima Categoria, abbattendo ogni record. L’Indomita comincia novembre con una vittoria casalinga ai danni del Clembofal: Frezza e Innocenzi decidono il match. Solo il P.C. Cecchina è riuscito nell’impresa di rallentare solamente i pometini con un pareggio al Comunale in terra di Cecchina che ha visto i pometini sfiorare diverse volte il vantaggio nonostante il terreno di gioco non aiutasse per nulla lo spettacolo. All’ottava giornata al Comunale di Torvaianica arriva la seconda manita stagionale per i ragazzi di Aiello che si sbizzarriscono nel secondo tempo: a segno Oliva, Innocenzi, Mariani e due volte Cristofari da subentrato. La nona giornata in casa del Divino Amore, avrebbe potuto creare qualche grattacapo ai pometini visto che i romani provenivano da due risultati utili consecutivi frutto del cambio di panchina affidata all’esperto Andrea Fagiolo. Ma la partita si chiude subito: nemmeno passate due giri di lancette Cristofari inventa un gol spettacolare dai 20 metri ma soprattutto da posizione defilata. Concludono l’opera Gallo e lo stesso Cristofari su rigore, quest’ultimo si
trova primo nella classifica marcatori del girone a ben 7 gol, insegue il difensore centrale Innocenzi a 5. La classifica venera i pometini: 25 punti, 26 gol fatti e solo 4 subiti; la distanza è comunque consolidata visto che il Furlani si è fermato in casa per mano dell’ottima Virtus Ardea e dista 4 punti dall’Indomita Pomezia. (Classifiche da Fiatti.com)
Eccellenza girone A
Eccellenza girone B
Prima Categoria Girone G
P
PICCHIATO UN ARBITRO - La gara del campionato di Promozione tra Virtus Olympia San Basilio e Atletico Torrenova dell'11 novembre scorso è terminata con un’aggressione ai danni dell’arbitro Bernardini della sezione di Ciampino, il quale dopo uno svenimento si è potuto salvare solo grazie all’intervento tempestivo di un dirigente. Il 24enne ha trascorso in ospedale più di due settimane, con 60 giorni di prognosi accertata dai medici. Fermiamoci un attimo. Noi appassionati di sport ci alziamo dal letto la domenica per andare a tifare, allenare, dirigere, osservare, confrontarci ma soprattutto arricchirci interiormente. Ebbene, se noi trasformiamo la domenica come occasione per scaricare le nostre frustrazioni, il nostro malessere, la nostra parte peggiore è molto grave. Diventa ancor più grave se tutto questo lo si esercita su chi è impotente, su chi non ha protezione. Lo stop di una giornata dopo il grave episodio accaduto a Riccardo è stato più che sacrosanto sotto il punto di vista etico e morale, sperando facciano seguito pene più esemplari sia per i soggetti coinvolti sia per le società. Chi frequenta i campi laziali è consapevole di una situazione pressoché diventata insostenibile non solo dal punto di vista emotivo per gli arbitri, ma purtroppo anche troppo spesso fisico. “Smettiamola di giocare” e cominciamo ad imparare, a rapportarci in modo più equilibrato, più rispettoso. Riccardo sarebbe potuto essere tuo figlio: come l’avresti presa? Come avresti reagito? Insegna a tuo figlio il rispetto per i suoi compagni, per i suoi avversari, per i suoi arbitri, lo scempio non può continuare, tu devi fermarlo. Manuel Ferrara
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dicembre 2018
SPORT
Impianti sportivi a Pomezia iniziata una nuova stagione sportiva e come ogni anno torniamo a parlare della questione degli impianti sportivi di proprietà comunale e delle palestre scolastiche. Negli scorsi anni, ricorderete, erano state riscontrate molteplici difficoltà legate soprattutto ai criteri d'assegnazione delle strutture e soprattutto alle tempestiche con le quali poi, in estrema sintesi, gli impianti venivano affidati alla varie società. A fine della passata legislatura tutto ciò era emerso in un vivace confronto andato in scena tra il Sindaco uscente Fucci e i rappresentanti dei vari club sportivi di Pomezia; il primo cittadino aveva fissato tutta una serie di prerogative da mettere in atto per migliorare la burocrazia delle attività sul territorio ma evidentemente, a causa della sua mancata rielezione, non sappiamo se e in che modo quanto discusso verrà mai realizzato. Il caso del Comunale di Pomezia Il principale stadio cittadino è stato oggetto a settembre di una controversia legata alla sua omologazione. Il problema è sorto quando in un Comunicato Ufficiale la Federazione ha indicato il campo da gioco della partita Unipomezia – Almas Roma del 23 agosto come “da designare“. Il Comitato Regionale Lazio, contattato dalla società per capire perché non figurasse il regolare campo, ha spiegato che lo Stadio Comunale risultava non omologato. L’unico modo per giocare lì sarebbe stata una dichiarazione liberatoria di responsabilità, sollevando i terzi da ogni obbligazione e possibili conseguenze. La società, rilevando l’illogicità di tale procedimento, ha deciso quindi di giocare quella partita all’impianto Pineta dei Liberti di Ardea. Contattato l’Ufficio Impianti in erba artificiale, la società aveva avuto conferma della mancata omologazione del campo. "La problematica che la Federazione ha riscontrato è esclusivamente relativa al campo da gioco centrale in erba sintetica di Via Varrone utilizzato per le attività di campionato FIGC", conferma l'amministrazione. "Attualmente il campo ha ottenuto però una deroga all'omologazione e dunque i campionati si svolgono regolarmente . L'obiettivo
E'
Lo stadio di Via Varrone
prossimo, anche in questo caso, è superare definitivamente le criticità riscontrate". Fortitudo Basket Pomezia: "Costretti a giocare ad Aprilia" Oltre al caso del Comunale tornano a tenere banco i problemi relativi all'assegnazione delle strutture come citato in apertura. Puntuale, allora, ecco arrivare anche quest'anno il primo caso. "La serie C femminile ritorna a Pomezia, ma per ora le gare si disputano ad Aprilia", scrive ad esempio la Fortitudo Basket Pomezia. "Dopo 3 anni il basket agonistico torna a Pomezia e lo fa con un campionato importante, quello di serie C/femminile. La società, sentendo il bisogno di ridare a Pomezia uno spettacolo gratuito, è riuscita a partire ma sta trovando solo ostacoli sul suo percorso ed è costretta a giocare ad Aprilia perché qui a Pomezia, a detta dell’amministrazione, i campi non ci sono. Dopo 15 anni di serie A la Fortitudo chiederà un incontro al sindaco per parlare ed affrontare una situazione grottesca , cercando di risolverla, e ridando a Pomezia una squadra di basket". Sulla questione abbiamo chiesto lumi all'assessore preposto ma la risposta ricevuto è stata scarna e soprattutto non ha contribuito a chiarire la situazione. "Nell’ambito delle richieste formulate dalla Fortitudo Basket gli uffici hanno riscontrato delle criticità nella richiesta stessa", risponde laconica l'amministrazione senza dar modo così di capire nello specifico cosa sia realmente successo. Il futuro della gestione degli impianti Le elezioni amministrative hanno ovviamente rimandato ogni discorso progettuale sulla gestione degli impianti sportivi quantomeno al prossimo anno. "Le associazioni che hanno risposto alla manifestazione di interesse hanno ottenuto una autorizzazione all'utilizzo degli impianti sportivi con assegnazioni secondo quanto previsto dal regolamento", fa sapere ancora l'amministrazione spiegando come si è andati a procedere per l'attuale stagione sportiva considerando il poco tempo a disposizione in concomitanza, per contro, dei tempi stretti dettati dai calendari delle varie federazioni sportive. Su cosa sarà invece lecito aspettarsi da qui ai prossimi anni il Comune fa sapere quanto segue: "Il regolamento, già in fase di revisione nella scorsa amministrazione, sarà modificato. Abbiamo investito molto per riportare gli impianti sportivi ai livelli che la nostra città merita. Per questa stagione sportiva abbiamo riaperto tre principali impianti sportivi precedentemente inagibili ed effettuato diffusi interventi di manutenzione straordinaria per riqualificazione degli impianti in esercizio. Dobbiamo proseguire la strada del miglioramento della qualità degli impianti".
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Un'altro anno è passato e noi siamo di nuovo qua, pronti a ricominciare grintosi e più motivati che mai. La scuola Futura Volley Asd è pronta ancora una volta ad affrontare un'altro anno insieme a questi ragazzi che hanno solo un diverso modo di comunicare ma che invece sono capaci di impegnarsi,faticare per imparare senza mai smettere di sorridere. Tanti ci hanno sostenuti soprattutto i genitori di questi ragazzi e siamo stati lieti di ritrovare gli stessi che con noi hanno iniziato questo percorso..e che hanno contribuito a renderlo meno tortuoso. Certo,perchè non è stato facile in quanto anche per noi era una cosa assolutamente nuova e piena di incognite. Ma siamo stati contenti di ritrovarli tutti e ancor più felici ci ha resi scoprire quanto questa impresa si sia allargata a macchia d'olio trascinando con se nuovi giovani che vogliono dimostrare cosa possono fare e nuovi membri dello staff,come io stessa,motivati anch'essi nel poter contribuire e nel donare un pezzetto di se per rendere il gioco,un'attivitá possibile per tutti. Non siamo noi ad insegnar loro questo perchè questi ragazzi,con noi sanno fare molto di più: ci fanno capire che sebbene ci siano infiniti ostacoli in realtà, quel che a volte puó sembrar impossibile è invece possibile e che il tutto si puó fare anche accompagnato da un semplice sorriso.Allora forse siamo noi a dover ringraziare loro perchè ci danno la forza e la carica giuste per affrontare tutto ció..Potrei elencare i nomi di tutti loro perchè sono entrati nel cuore di ognuno di noi rendendoci un pochino più ricchi di un pezzetto di se e diventando parte di un gruppo speciale che ora prende il nome di "Gli amici di Federica". Un nome e un gruppo tanto voluto dal suo papà Armando e un modo semplice il nostro, per onorarla e sentirla ancora tra noi in un abbraccio ancora più grande Concludo dicendo un pensiero che mi viene dal cuore,un'immagine che mi viene ora davanti agli occhi pensandomi in mezzo a questi ragazzi e cioè che non importa di che colore siano o che forma abbiano le nostre mani ma importante è sempre tenderle e imparare a tenere ben strette quelle che si incontrano perchè solo cosi possiamo affrontare tante paure e possiamo cominciare a camminare insieme diventando sostegno gli uni per gli altri.Un pó come un'albero i cui rami sono fatti di tante braccia che accarezzano il cielo e si ritrovano legate insieme in radici che affondano in una terra piena di amore da condividere in nome di Federica. Palumbo Evelina
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EVENTI
Il Corriere della Città dicembre 2018
Spettacolo teatrale dei dipendenti della Sant'Anna ome ogni anno torna in scena a teatro la Compagnia Giomi della Casa di Cura Sant'Anna, Policlinico Città di Pomezia. Quest'anno la commedia scelta è quella de "Il Deputato", di Tuccio Musemeci la quale sarà messa in scena da una parte dei dipendenti dell'ospedale Venerdì 14 dicembre 2018 alle ore 18. Stavolta la location scelta è stata quella dell'Hotel Principe di Pomezia, situato in Via dei Castelli Romani al civico 14/A. Nella hall dell'Hotel sarà possibile ammirare inoltre la mostra collettiva di Arti Visive dell'Associazione Culturale "Euterpe". A presentare la serata sarà Eleonora D'Alessandro con musiche e suoni affidate a Vito Tempesta. Luci invece ad opera di Daniele Ruggieri. La regia sarà a cura del direttore sanitario della clinica Rosario Sciuto che interpreterà anche il ruolo di protagonista della rappresentazione. La commedia - Il deputato è il tipico esempio di quel genere di commedia che tra gli anni cinquanta e sessanta si afferma come “commedia all'italiana”. Questo lavoro, scritto da Tuccio Musumeci, fonde elementi comici e drammatici, trattando temi di interesse sociale e politico con tono ironico, intento satirico e gusto per il grottesco. A differenza di altri tipi di commedia, si tratta di un filone capace di mettere a nudo le contraddizioni del nostro paese e dei suoi cittadini, ponendosi in vari casi a un livello intermedio tra il teatro comico di genere e quello d'autore. La commedia mette alla berlina i vizi nazionali (corruzione dilagante, burocrazia, opportunismo, teledipendenza ecc.), attirando l'attenzione del pubblico su temi di interesse sociale. Dal passato alla contemporaneità, il campo di azione della commedia rivisita con acume e spirito anti-retorico la storia nazionale degli anni recenti. Una famiglia media, vede stravolta la propria vita dall’elezione in parlamento di uno zio. Il nipote, che ha collaborato con tutta la famiglia alla sua elezione, vede la sua casa e le sue abitudini investite da un uragano di eventi che modificherà anche le sue poche certezze. Una serie di personaggi di contorno, aiuteranno a disegnare questa storia fatta di comicità e condita di verità.
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