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Violenza sulle donne: i numeri....................da

Violenza sulle donne, 106 vittime nel 2020: pand C

entosei donne uccise nel 2020. Sono numeri purtroppo ancora mostruosi quelli riportati dai vari Osservatori nazionali che monitorano constantemente il fenomeno dei femminicidi nel nostro Paese, in particolare l'ISTAT che a novembre ha pubblicato l'ultimo report ufficiale. A giocare un ruolo fondamentale nell'ultimo anno è stata anche la pandemia. “Le restrizioni anti Covid-19 e le misure adottate per il contenimento della sua diffusione (ad esempio il confinamento tra le mura domestiche), così come il dispiegarsi delle conseguenze socioeconomiche della crisi innescata dall’emergenza sanitaria, possono aver accentuato il rischio di comportamenti violenti”, si legge nel rapporto. “Molti studiosi e stakeholder hanno parlato di una emergenza nella emergenza, mentre UN WOMEN - l'Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne – la definisce una emergenza-ombra legata alla pandemia (shadow pandemic) o una crisi nascosta (shadow crisis)”.

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L'indagine D.i.R.e

Secondo un'altra indagine, alla quale hanno partecipato 81 su 82 associazioni aderenti a D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) nel 2020 per un totale di 106 su 109 Centri antiviolenza, nell’anno di riferimento sono state accolte complessivamente 20.015 donne con un lieve decremento, rispetto al 2019, quando erano state complessivamente 20.432, di 417 contatti, pari al 2%. Di queste 13.390 sono state donne accolte per la prima volta, mentre nel 2019 le donne accolte per la prima volta erano state 14.431. Questi scostamenti, mai verificatisi prima, vanno letti nel contesto della pandemia Covid19 e conseguente lockdown che ha caratterizzato l’anno di riferimento della rilevazione.

Chi è la donna che cerca aiuto: ma solo una su tre affronta il percorso giudiziario

Le caratteristiche delle donne sono consolidate negli anni: nella stragrande maggioranza dei casi sono donne italiane (solo il 26% straniere), oltre la metà (54,7%) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, una donna su tre è a reddito zero (32,9%) e meno del 40% può contare su un reddito sicuro. Da segnalare che soltanto il 27% delle donne accolte decide di avviare un percorso giudiziario.

Gli autori della violenza

L’autore della violenza esercitata sulle donne che si rivolgono ai centri D.i.Re è prevalentemente italiano: soltanto il 23,6% ha provenienza straniera. Questo dato è consolidato negli anni (con scostamenti non significativi) e mette in discussione lo stereotipo diffuso che vede il fenomeno della violenza maschile contro le donne ridotto a retaggio di universi culturali situati nell’“altrove” dei paesi extraeuropei. La sua età è compresa prevalentemente (oltre il 44,4%) nella fascia tra 30 e 59 anni e nel 47,6% dei casi ha un lavoro stabile

Le forme della violenza

Le forme di violenza esercitata sulle donne che si rivolgono ai centri sono di varia natura. La più frequente è quella psicologica, violenza subìta dalla grande maggioranza delle donne (77,3%), seguita da quella fisica (60% circa dei casi). La violenza economica viene esercitata su un numero di donne abbastanza elevato (33,4%) mentre la violenza sessuale e lo stalking riguardano percentuali più basse (15,3% e 14,9%, rispettivamente).

I NUMERI

106 donne uccise nel 2020. La maggior parte delle donne (77,6%) nel 2020 è stata uccisa da un partner o da un parente (dato stabile nel tempo), ma nei mesi di marzo e aprile 2020 questa percentuale ha raggiunto rispettivamente il 90,9% e l’85,7%

(Fonte: Istat) (continua)

Fonte: report D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) novembre 2021

Soltanto il 27% delle donne denuncia e decide di affrontare il percorso giudiziario. Le donne accolte sono quasi sempre italiane (74%). Il maltrattante è quasi sempre il partner (60,2% dei casi) oppure l’ex partner (22,1%)

demia e lockdown hanno aumentato le violenze

(segue) “L'identikit” dell'autore delle violenze

Le statistiche relative all’indicatore sulla relazione del maltrattante con la donna non lasciano dubbi: il maltrattante è quasi sempre il partner (60,2% dei casi) oppure l’ex partner (22,1%). Questo significa che nel 72,3% dei casi la violenza viene esercitata da un uomo in relazione con la donna. Se si aggiunge la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva alla quasi totalità (82,3%). Molto raramente è un conoscente o un collega o un amico e quasi mai un estraneo. Si tratta, quindi, di violenze agite prevalentemente da persone in forte relazione con la donna, quindi dirette ad esercitare e a mantenere una relazione improntata al controllo e alla sopraffazione sulla partner.

Le denunce per satlking

Preoccupante, infine, il dato riguardante le denunce per stalking. In riferimento in questo caso sempre al report del Viminale nel periodo considerato sono state registrate 15.989 denunce e nel 74% dei casi, dunque ben oltre la metà, la vittima è una donna.

In ricordo di Maria Corazza

POMEZIA - Sono passati oltre due anni e mezzo ma il ricordo della terribile vicenda di Maria Corazza a Pomezia è più vivido che mai. Maria fu uccisa nel giugno 2019: in quella maledetta giornata – era il 14 giugno – Domenico Raco, quello che era considerato da tutti “un amico di famiglia” tanto da essere presente nelle chat dei parenti, uccise con una coltellata Maria prima di dar fuoco all’auto nella quale si trovavano togliendosi poi a sua volta la vita. Un omicidio-suicidio in piena regola che scosse l'Italia intera. Anche quest'anno allora, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Pomezia ha voluto celebrare la sua memoria (e di tutte le donne che purtroppo hanno incrociato il suo stesso, tragico, destino) con un incontro pubblico al Parco delle Rimembranze. Un luogo diventato simbolo in città della lotta alla violenza di genere grazie alla panchina rossa dedicata proprio a Maria Corazza e alle scarpette rosse, opera dell'artista Roberto Paolini, ispirate all'installazione “Zapatos rojos” dell'artista messicana Elina Chauvet, simbolo del cammino interrotto delle donne morte di femminicidio. Protagoniste anche le scuole, in particolare l’Orazio, dove è stata inaugurata una panchina rossa donata dal Club Pomezia-Lavinium dell'Associazione

Inner Wheel e dove si è tenuto un incontro con studenti e studentesse che hanno recitato le loro poesie sul tema. Alla Città anche un messaggio artistico, promosso da Sportello Donne Pomezia e dell'Associazione Sviluppo Torvaianica: l'installazione dell'artista Ivan Caponecchi ai giardini di piazza Italia, con i volti e le vite di donne che hanno fatto e stanno facendo la Storia.

Strade pericolose ad Ardea e Pomezia

Nel 2020 oltre 200 incidenti, 3 morti e 341 feriti. Nel Lazio in tutto 261 vittime: i dati ISTAT

S

i continua a morire purtroppo sulle strade del Lazio. Nel 2020 si sono verificati in tutto 13.300 incidenti stradali che hanno causato la morte di 261 persone e il ferimento di altre 17.833. Si tratta di numeri tuttavia in calo rispetto alle precedenti rilevazioni a causa, com'era prevedibile, della situazione pandemica che ha fortemente limitato la mobilità: consistente sia il decremento del numero di incidenti (29,7%), sia quello delle vittime stesse della strada (-11,5%) nonché dei feriti (-31,5%) rispetto al 2019. Ad ogni modo i numeri continuano comunque ad essere preoccupanti.

La situazione nel Lazio

L’incidentalità stradale, si legge nel report ISTAT, “è più alta nei capoluoghi, sul litorale e nelle province di Roma e di Rieti, dove si concentrano i comuni in cui sono verificati più di 1,2 incidenti ogni 1.000 abitanti. Gli indici di mortalità e di gravità raggiungono i valori più elevati (rispettivamente, oltre 5,3 morti ogni incidente stradale e 6,6 morti ogni 100 persone morte o ferite in incidenti stradali) soprattutto tra i comuni delle province di Roma, Frosinone e Latina. L’indice di lesività – numero di feriti ogni 100 incidenti – raggiunge i valori più elevati (oltre 149,9 feriti ogni incidente stradale) nei comuni situati prevalentemente nelle province di Roma, Frosinone e Viterbo”.

Strade urbane vs extraurbane

Il maggior numero di incidenti nel Lazio (10.087, il 75,8% del totale), spiega l'Istituto di rilevazione statistica, “si è verificato sulle strade urbane, provocando 116 morti (44,4% del totale) e 12.906 feriti (72,4%)”. Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono su tutte le categorie di strada ma il calo maggiore si verifica sulle strade urbane (-30,8%), seguite dalle autostrade (30,3%) e dalle altre strade (-24,1%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle altre strade (4,9 decessi ogni 100 incidenti) e su autostrade e raccordi (3,3 ogni 100). Sulle strade urbane il 50,4% dei sinistri stradali si verifica lungo un rettilineo, mentre su quelle extraurbane la quota sale al 63,7%. Tornando all’ambito urbano, gli incidenti che si verificano nei pressi di un incrocio rappresentano il 20,8% del totale, seguono quelli che si verificano a una intersezione (17,5%), in curva (7,9%) e nei pressi di una rotatoria (1,5%). Lungo le strade extraurbane il 19,6% degli incidenti si verifica in curva, il 7,3% nei pressi di un’intersezione e il 6,3% a un incrocio, il resto in rettilineo”.

Incidente mortale a inizio anno lungo la strada che collega Pomezia a Torvaianica

I NUMERI Ardea 97 incidenti 0 morti 162 feriti Pomezia 133 incidenti 3 morti 179 feriti (Fonte: Istat - Dati 2020)

(continua)

(segue) I comportamenti a rischio e le persone coinvolte

La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (69,6%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (3.939 casi, 48 vittime e 5.697 feriti), seguita dal tamponamento (2.460 casi, 27 decessi e 3.643 persone ferite). Tra gli incidenti a veicoli isolati prevale l’investimento di pedone, che nel 2020 conta 1.800 incidenti con 63 morti e 1.985 feriti. La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (4,7 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (3,9 decessi ogni 100 incidenti) e l’investimento di pedoni (3,5 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,3 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,4 decessi). Tra i comportamenti errati, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e della distanza di sicurezza sono le prime tre cause di incidente (escluso il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono il 26,8% del totale dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 21,7% mentre il mancato rispetto della distanza di sicurezza per il 14,9% .

La classifica dei Comuni

Scendendo al livello degli enti locali nel 2020 la maglia nera per numero di incidenti stradali è andata chiaramente a Roma con oltre 8,200 sinistri e 104 morti. Albano Laziale è invece quello, parlando esclusivamente dei Comuni con almeno 30,000 abitanti, dove si sono verificati meno incidenti stradali, appena 35 con nessuna vittima.

Ardea e Pomezia

Venendo alla situazione sul territorio a Pomezia si sono verificati più sinistri rispetto alla vicina Ardea. Sulle strade pometine sono stati infatti 133 gli incidenti (contro i 97 di Ardea) a fronte, purtroppo, di tre morti e ben 179 feriti. Sotto la Rocca nel 2020 invece nessun incidente mortale ma comunque i feriti sono stati 162.

Comportanti errati, guida distratta, e il mancato rispetto di distanza di sicurezza/precedenza tra le cause principali di incidente nel Lazio nel 2020

I mesi e le ore più a rischio

Nei mesi di marzo e aprile, causa lockdown, si registra un forte calo del numero di incidenti rispetto al mese precedente, pari a 62,1% a marzo e a -51,1% ad aprile. Tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, si contano 6.127 incidenti (il 46,1% di quelli dell’intero anno), in cuihanno avuto lesioni 8.428 persone (47,3%) e 119 sono decedute (45,6%). Oltre l’80% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati tra le cinque e le sei del mattino (6,3 morti ogni 100 incidenti) e tra le due e le tre (5,9 morti ogni 100 incidenti), con valori molto superiori alla media giornaliera (2,0). Il venerdì e il sabato notte si concentra circa il 39,9% degli incidenti notturni, il 40,4% delle vittime e il 42,0% dei feriti. L’indice di mortalità degli incidenti notturni è di 3,2 decessi ogni 100 incidenti, registrando il valore più elevato il venerdì notte (3,7).

Luca Mugnaioli

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