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I pendolari del rifiuto

I pendolari del rifiuto: così la ‘monnezza’ viene porta

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azio e soprattutto la Provincia di Roma sono seconde soltanto a Campania e Provincia di Napoli per ciò che riguarda gli illeciti rilevati nel ciclo dei rifiuti. E' questo quanto emerge dal rapporto “Ecomafie 2021” stilato da Legambiente con il sostegno di “COBAT E NOVAMONT” e edito da Edizioni Ambiente. Ebbene, in questo specifio settore, stilando la particolare – e per nulla invidiabile – classifica, in vetta troviamo ancora la Campania con 2.054 reati commessi nel settore dei rifiuti, quasi un quarto di quanto verbalizzato in tutto il paese. Al secondo posto si colloca però il Lazio, in “ascesa”, con 736 illeciti.

Provincia di Roma seconda solo a Napoli

A livello provinciale, per la nostra Regione, non va certo meglio: se Napoli e il suo hinterland hanno il record di illeciti (522), Roma la segue da vicinissimo con 418. Del resto che la questione della spazzatura e del suo smaltimento sia un grossissimo problema non è certo un mistero, considerando la situazione critica che sta vivendo la Capitale (e il Lazio in generale) ormai da anni. Carenza di impianti, sistemi di raccolta inadeguati, percentuali di differenziata in alcuni Comuni distanti anni luce dai minimi previsti per legge, gli incidenti e gli incendi “sospetti” verificatisi in tempi recenti (Eco X ma anche il rogo al TMB Salario solo per fare due esempi), il caso della discarica di Albano riaperta in fretta e furia in piena estate nonostante le acclarate problematiche ambientali fino ad arrivare alle tonnellate di sacchetti in strada a alle decine di discariche abusive disseminate ovunque, sono solo alcuni degli elementi che compongono il quadro a tinte fosche che caratterizza la nostra Regione. E in tale contesto si inserisce dunque anche l'ombra lunga degli ecocriminali – se non quando proprio delle vere e proprie ecomafie – che ormai da tempo hanno individuato nei rifiuti un florido business da sfruttare.

Il focus: l’attività del circolo di Legambiente Agro romano meridionale

Parlando della Provincia di Roma una delle aree maggiormente attenzionate con uno specifico focus è stata quella a sud della Capitale. A questo proposito, sul solco dell’attività condotta da Legambiente Lazio su tutta l’area di Roma, uno dei più giovani circoli romani, quello dell’Agro romano meridionale, nato poco prima del lockdown nel febbraio 2020, ha iniziato sin da subito la lotta ai siti di abbandono rifiuti, partendo dal loro censimento nella parte più periferica del “IX Municipio”. Parliamo infatti di zone ampiamente conosciute in materia di reati ambientali considerando la presenza del campo rom di Castel Romano, dove solo recentemente, grazie alla presenza costante h24 delle forze dell'ordine,

LA CLASSIFICA sono stati abbatuti i roghi tossici, ma anche Illeciti nel ciclo dei rifiuti: la delle tante discariche abusive dislocate lungo Campania registra 2.054 reati le strade secondarie che confinano con i nocommessi nel ciclo dei rifiuti, stri Comuni. Ad oggi, si legge, “dopo circa un seguita dal Lazio con 736. anno e mezzo di attività, sono state censite La Provincia di Napoli resta oltre 170 discariche abusive che, attraverso la quella più colpita collaborazione costante con la Polizia municipale del IX Gruppo Eur, a settembre 2021 si sono ridotte di circa un terzo”. L’analisi condotta dal circolo di Legambiente ha consentito di delineare le cause per le quali l’area della periferia romana del IX Municipio è interessata da tutti questi siti di abbandono rifiuti: “prima di tutto – spiega Legambienite –l’abbondanza di vasti spazi verdi dell’Agro romano. Infatti è molto più semplice abbandonare i rifiuti in aree così vaste e difficilmente controllabili, anche per via della scarsa illuminazione e della frammentazione e della scarsa densità abitativa”.

Le 10 Regioni con più illeciti accertati nel ciclo dei rifiuti: il Lazio è secondo

Sul podio: la Provincia di Roma è seconda soltanto a quella di Napoli

(continua) Il caso di Castel Romano e delle sue innumerevoli discariche a cielo aperto: soltanto la presenza fissa delle forze dell’ordine ha ridotto recentemente il fenomeno dei roghi tossici

Discariche abusive: scoperti oltre 170 siti di abbandono nella parte più periferica del “IX Municipio” di Roma (che confina anche con Ardea e Pomezia): «Tante zone difficilimente controllabili»

ata (e scaricata abusivamente) da un Comune all’altro

Il dato: la zona a sud di Roma “presenta numerosi accampamenti di persone senza fissa dimora, costrette a vivere in condizioni drammatiche, coinvolte in attività connesse al traffico dei rifiuti” (segue) Il “pendolarismo” dei rifiuti: le “zone franche” di Pontina, Ardeatina e della Laurentina

Un particolare fenomeno emerso durante le attività di investigazione del Circolo di Legambiente è il cosiddetto “pendolarismo del rifiuto”. Quando parliamo infatti di “IX Municipio” sappiamo bene che, specie per le parti più a sud, della competenza di Roma c'è ben poco. Pomezia e Ardea – ma anche i Castelli – offrono quella prossimità territoriale che in materia di illeciti e di abbandono di rifiuti fanno sì che i problemi ricadano poi sugli enti locali anziché su Roma Capitale. Ci spiega Legambiente: “In quest'area insistono infatti strade di ampia percorrenza come la via Ardeatina, via Laurentina e via Pontina, sulle quali giornalmente transita un’enorme mole di veicoli, che “garantiscono” numerosi punti scarsamente controllati e illuminati appetibili per gli autori di queste azioni illecite. La zona, inoltre, presenta numerosi accampamenti di persone senza fissa dimora, costrette a vivere in condizioni drammatiche, coinvolte in attività connesse al traffico dei rifiuti”.

Il “caso Ardea”

Il fenomeno del “pendolarismo del rifiuto” del resto è ben noto sul territorio, specie ad Ardea. Nell'agosto 2018 fece scalpore ad esempio il ritrovamento di decine di frigobar alle Salzare che, dai documenti incautamente abbandonati insieme agli elettrodomestici nonché rifiuti di altra natura, fecero risalire a un noto hotel 4* di Fiumicino. Più recentemente lungo via Casali della Pescarella era stata individuata una discarica abusiva interessata dal gettito di rifiuti pericolosi riconducibili ad una azienda del territorio di Pomezia. Ma non sono solo aziende o attività commerciali ad essere balzate alle cronache: anche semplici cittadini provenienti soprattutto da Roma (considerando la presenza ad Ardea di tantissime seconde case), come da noi documentato in una Via della Nuova Florida nei mesi scorsi solo per fare un esempio, “preferiscono” abbandonare la spazzatura in strada invece di smaltirla nel proprio Comune. Un problema enorme sia dal punto di vista ambientale ma anche economico perché smaltire questi siti (come vedrete nel servizio seguente), dal più piccolo “improvvisato” a quello più grande e 'sistematico', ha costi enormi per la collettività e per i bilanci comunali oltre che ad intaccare pesantemente la normale gestione dei rifiuti. Ovviamente però il pendolarismo è anche al contrario, con cittadini di Ardea e Pomezia intenti a “esportare” la propria spazzatura in altri Comuni da quelli di appartenenza, spesso, anche qui, in maniera tutt’altro che lecita.

“La Pontina, l’Ardeatina e la Laurentina offrono numerosi punti scarsamente controllati e per questo appetibili” per gli ‘zozzoni’

Alle Salzare vennero ritrovati numerosi rifiuti ricondotti poi a un Hotel 4* di Fiumicino

Pendolari del rifiuto ad Ardea: aziende (ma anche semplici cittadini) provenienti da altri Comuni sorpresi ad abbandonare rifiuti sul territorio

I PENDOLARI DEL RIFUTO Semplici cittadini, come da noi recentemente documentato alla Nuova Florida, “preferiscono” smaltire (illegalmente) i propri rifiuti qui anziché nei propri Comuni. Ma esiste ovviamente anche il “pendolarismo” nel senso contrario

Luca Mugnaioli

Via Laurentina

MAXI DISCARICA - Nella primavera del 2020, come citato dal report di Legambiente, sono stati rimossi in un sito sulla via Laurentina, all’altezza del km 10 (proprio al confine con Pomezia, ndr) circa 150 tonnellate di rifiuti, anche speciali e pericolosi (lastre di cemento con amianto, Raee provenienti da computer, televisori, stampanti, telefonini, frigoriferi, lavatrici e parti di condizionatori, vernici, scarti ospedalieri ecc.) lasciati nell’area da un accampamento abusivo sgomberato all’inizio dello stesso anno.

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