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Lo strano caso di Via Arno..............................pp
Lo ‘strano’ caso di Via Arno, nel limbo della giurisdizione
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siste una strada a Campo Ascolano la cui competenza, dopo anni e anni di segnalazioni, continua a creare problemi e disagi. Una vicenda che vi abbiamo raccontato diverse volte in passato soprattutto per ciò che riguarda il problema della manutenzione stradale e per le relative buche che ciclicamente mettono a repentaglio l'incolumità di vetture e motoveicoli. Stiamo parlando di Via Arno, peraltro una delle arterie nevralgiche per il territorio considerando che da qui si snoda molto del traffico giornaliero da e verso la Pontina e di conseguenza la Capitale.
Di chi è la competenza?
Da anni però ormai i residenti si scontrano contro l'incredibile muro che talvolta la burocrazia italiana è in grado di costruire incredibilmente. Sì perché in questa strada che segna il confine tra Pomezia e il X Municipio di Roma ogniqualvolta sorge un problema è praticamente impossibile stabilire di chi sia la competenza. E di conseguenza risolverlo. Anche perché per ciò che riguarda la carreggiata in sé a gestirla è peraltro un terzo Ente, la Città Metropolitana, che non a caso interviene per tappare la buche o rifare i tratti più ammalorati. Già, ma per il resto?
Le manifestazioni
L'ultima volta il caso era esploso a fine 2020 con manifestazioni in zona per protestare contro l'impraticabilità della strada falcidiata da buche e crateri. La Città Metropolitana infatti, dopo le innumeroveli proteste, aveva
provveduto a sistemare soltanto una cinquantina di metri lasciando però in pessime condizioni il resto della strada (peraltro a pochi passi dalla base di Pratica di Mare). Da qui la decisione di organizzare un sit-in con un corteo d’auto a passo d’uomo per far sentire la propria voce. Tra i problemi segnalati, nuovamente, anche quello delle difficoltà nel richiedere un risarcimento danni in caso di foratura considerando che di solito a intervenire è spesso la Polizia Locale di Pomezia che però, come visto, non ha giurisdizione (ma la stessa regola sembrerebbe non valere invece per le multe più volte elevate in passato. Insomma un vero caos.
Cittadinanza attiva vs burocrazia
Recentemente è sorto inoltre un altro problema sempre legato alla questione delle competenze dei vari Enti. Negli ultimi tempi infatti i residenti si sono attivati per ripulire la pista ciclopedonale che costeggia Via Arno. Un fiore all'occhiello di questo quadrante finito però preda nel tempo di abbandono e degrado come più volte anche il nostro giornale ha segnalato. E considerando che gli interventi da parte delle Istituzioni latitavano residenti e associazioni hanno deciso di attivarsi in proprio provvedendo in autonomia a liberare il percorso dall'enorme quantità di rifiuti abbandonata a ridosso della pista. Purtroppo però, paradosso dei paradossi, una volta riunita tutta la spazzatura nessuno dei tre Enti si è preso la briga di intervenire per rimuoverlo. Il motivo: il solito rimpallo di competenze.
La lettera del Nuovo CdQ di C. Ascolano
Per questo motivo allora il Nuovo CdQ di Campo Ascolano ha inviato una lettera sia al Comune di Pomezia che a quello di Roma per chiedere “di risolvere definitivamente l'annosa questione dei confini Comunali avvolta da decenni nelle nebbie della burocrazia e dei rimpalli di responsabilità”. “Come certamente saprete, è stato effettuato un intervento di cittadinanza attiva autorizzato da Città Metropolitana, presso la pista ciclopedonale di Via Arno, al confine tra i Comuni di Roma e Pomezia – esordisce la missiva –Le operazioni di pulizia, bonifica e recupero della ciclopedonale stessa e del contiguo fosso di Guardapasso, portate avanti dai volontari intervenuti singolarmente attraverso l’Associazione cicloturistica “Green Mobility Tevere” e il coinvolgimento del Comitato di Quartiere stesso, hanno logicamente prodotto il rinvenimento di diversi metri cubi di rifiuti, che abbiamo responsabilmente cumulato nell’unico slargo dove non fossero di intralcio e disagio per la circolazione veicolare e dei residenti. “Ovvero in corrispondenza della “esse” di Via Arno presente a circa 150 metri dalla Litoranea, quindi al fianco della recinzione della Riserva Presidenziale”.
(continua)
Sulla mera carreggiata la competenza dovrebbe essere della Città Metropolitana che non a caso è l’Ente che esegue talvolta la manutenzione di buche e asfalto. Già ma per il resto?
Il paradosso: cittadini e associazioni hanno pulito la ciclopedonale di Via Arno ma né il Comune di Pomezia né quello di Roma si dicono competenti per ritirare i rifiuti
Via Arno che separa il territorio di Torvaianica (Pomezia) da quello del X Municipio (Roma)
A fine novembre il Nuovo Comitato di Quartiere di Campo Ascolano ha inviato una lettera ad entrambi i Comuni per chiedere di chiarire una volta per tutte confini e delimitazioni di competenze
e di tre enti: “Chiarirne le competenze una volta per tutte”
(segue)
E veniamo al problema sopra citato. “Ora, il conseguente problema che si è ingenerato è il
mancato ritiro dei suddetti rifiuti dovuto all’assenza di una chiara ed inequivocabile giurisdizione che la frazione di Campo
Ascolano subisce da decenni e che presenta un inaccettabile rimpallo di competenze fra Roma e Pomezia ogni volta c’è un qualcosa riguardante la viabilità, le competenze di Polizia Locale, le sanzioni elevate nonché la pulizia e la rimozione degli ingombranti e tutto ciò che è afferente alle competenze territoriali, creando un disagio e delle problematiche irrisolte, che si trascinano ormai da troppi anni”.
Nessuno ritira i rifiuti
Il CdQ infatti, rivolgendosi ad entrambi i Comuni per far portare via i rifiuti, ha ottenuto come risposta il consueto quanto poco chiaro rimpallo sulle competenze e sul fatto di come “non sia stato ancora definitivamente chiarito dove ricadano esattamente le demarcazioni territoriali”. Morale della favola, incassata l'ennesima, come si legge nel testo, “spiegazione nebulosa”, da parte dei due Enti, i rifiuti sono rimasti al loro posto. In pratica non
solo i cittadini hanno eseguito un lavoro che spetterebbe al Comune, uno dei due, ma si sono visti perfino negare il diritto, Secondo Google Maps lo slargo dove sono stati riuniti i rifiuti appartiene a Roma, secondo Italiamappe.it (che cita il catasto) è invece sotto il Comune di Pomezia. Come stanno allora le cose?
quantomeno, di vederli portati via. Ma non finisce qui.
Le discrepanze
A quel punto infatti il Comitato dei cittadini, vista l'inerzia della burocrazia, ha provato ad accertare autonomamente a chi, effettivamente, appartenga la strada e quali siano i confini sia fisici che di competenza. Ma la ricerca ha creato in realtà ulteriori garbugli considerando che le risposte ottenute sono state discrepanti: “Stando agli unici documenti reperiti in rete, secondo “Google Maps” lo slargo dove abbiamo depositato i rifiuti risulta ubicato nel Comune di Roma, mentre secondo italiamappata.it, lo stesso slargo è nel Comune di Pomezia. Con la differenza che questi ultimi, riportano dati del Catasto e ne danno i riferimenti, (mappa del Codice Catastale G811) mentre Maps non si capisce da dove li prenda (immagini allegate)”. Il CdQ si è anche rivolto all'Architetto responsabile che si è occupato di redigere la mappa e quest'ultimo ha confermato, come spiegato nella lettera, “che la loro fonte per le mappe di Italiamappa è il Catasto e che il modo per comprovare o confutare l’attendibilità dei confini riportati dal Codice Catastale G811, è quello di confrontarlo con le mappe della Conservatoria”. Ma di più non è stato possibile fare come scrive ancora il direttivo in rappresentanza dei cittadini.
L'appello
Per questo la missiva si conclude con l'appello affinché i due Enti avviano un confronto e facciano finalmente chiarezza una volta per tutte: “Quello che chiediamo formalmente al Comune di Roma e a quello di Pomezia, è come già scritto nella presente di chiarire definitivamente dove ricadano esattamente i confini comunali, in maniera che il territorio e i cittadini non subiscano più le fumose e vaghe indicazioni che da decenni vengono fornite dalle istituzioni Comunali, dai tutori dell’ordine, dalle ditte appaltatrici dei rifiuti e dalle aziende fornitrici di servizi ecc. che alla fine creano problemi irrisolti e disagi stratificati alla cittadinanza. Stabilitelo definitivamente e poi cortesemente comunicatecelo per metterci in condizioni di fare il nostro dovere di cittadini attivi e naturalmente rendetelo pubblico per porre fine a una incresciosa questione irrisolta, che si trascina ingiustamente ed inspiegabilmente da troppi anni”.