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Anno 11 Numero 2
libertà informazione politica cronaca cultura sport
FEBBRAIO 2019
Consorzio Università: niente risarcimento
SPO
Il Comune di Pomezia aveva chiesto 5 milioni di danni, no del Tribunale
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CARPOOL KARA-BUCHE La sfida: «Sindaci, venite a fare un giro in auto con noi»
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Tutti contro l'impianto di Via Trieste: e allora perché si litiga? IL CASO
MARINA DI ARDEA Intervista con Michele Di Stefano
PEDOFILIA
Tecniche di adescamento online e offline: come difendersi
Dipendenza da videogiochi e scatti «hot» su Instagram: che succede ai giovani?
CERCA LE FOTO CON IL SIMBOLO
Chef Borghese ai Castelli
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FEBBRAIO 2019 NUMERO 2
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Sfida ai Sindaci di Pomezia e Ardea 9 anni dopo L'EDITORIALE
POLITICA ARDEA-POMEZIA Cons. Università, niente risarcimento:....pp.6-7-8 Farmacie comunali ad Ardea...........................p.12 Marina di Ardea, viaggio nel quartiere......da p.14 CRONACA Parco di Via Reno a TSL: c'è lo sponsor..........p.16 Nuovi arredi urbani ad Ardea.........................p.24 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 28
Buche: tra dramma e ironia social (pp.26-27)
Pedofilia, web e videogiochi: giovani sempre più a rischio pp. 18-19-20 e 21-22
SPORT
Indomita Pomezia campione d'inverno Pag. 36
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EDITORIALE
Il Corriere della Città febbraio 2019
Emergenza buche: «Sindaci, venite a fare un giro in auto con noi» l "Corriere della Città" lancia una nuova sfida alle amministrazioni comunali di Ardea e Pomezia: fare un giro in macchina con i nostri giornalisti per "testare" la sicurezza delle strade del territorio. La situazione sulle arterie pometine e rutule lascia infatti parecchio a desiderare (a voler essere buoni): quale modo migliore dunque per rendersi conto in prima persone delle reali condizioni del manto stradale, visto che sembra che non ci si accorga della situazione? Alla fine del tour, il cui itinerario sarà suggerito anche dai lettori che stanno “mappando” il territorio, stileremo un bilancio riassuntivo, nella speranza di ricavare elementi utili per dar modo ai due enti di inter-
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L'edizione italiana di Carpool Karaoke con Jack La Furia (in questa puntata con Nek). Noi invece di cantare...eviteremo buche, voragini e crateri
A Pomezia e Ardea lanciamo il “carpool karabuche”, un tour tra le buche delle città: la sfida è lanciata, Mario Savarese e Adriano Zuccalà accettate? venire sulle situazioni più urgenti. Il tutto sarà rigorosamente ripreso dalle nostre telecamere e pubblicato sui nostri canali ufficiali. L'idea, come si evince dal nome dell'iniziativa, trae spunto dalla nota trasmissione Carpool Karaoke con una sostanziale quanto evidente variante: anziché cantare ci saranno "solo" da evitare, laddove presenti, buche, voragini e affini. Viceversa, ci auguriamo, si potranno evidenziare al contempo le note positive del territorio. Nell'ottica di questa iniziativa abbiamo dunque recapitato agli indirizzi istituzionali dei due Comuni la seguente mail: "Gentile Sindaco, molte strade del territorio versano in condizioni critiche e necessitano di interventi al più presto. Verrebbe in macchina con noi per verificare in prima persona la situazione delle strade nel suo Comune? Qualora lei non fosse disponibile potrà mandare una persona di fiducia o l'assessore preposto. Massima disponibilità per quanto riguarda la scelta di data e orario. Cordiali Saluti, la Redazione de Il Corriere della Città". Nove anni dopo Per chi ci segue sin dall'inizio potrà osservare senz'altro notato che il nostro giornale non è nuovo ad iniziative simili. Nel 2010 realizzammo un analogo sevizio per documentare le condizioni delle principali arterie stradali rivolgendoci alle amministrazioni De Fusco (Pomezia) ed Eufemi (Ardea). Ed oggi, a distanza di 9 anni, cosa è cambiato? Francamente poco o nulla, purtroppo. Semmai in peggio. Leggermente meglio appare sicuramente la città pometina ma comunque, anche qui, le situazioni criti-
che non mancano di certo. I due Sindaci, o chi per loro, avranno così la possibilità di guidare per le strade cittadine, scegliendo di
I Sindaci di Ardea (a sx) e Pomezia (a dx)
seguire l’itinerario suggerito dai cittadini oppure di fare altre strade: starà poi ai lettori giudicare le loro scelte. Durante il viaggio, chiaramente, i rappresentanti delle due amministrazioni avranno la possibilità di parlare del loro programma – e degli interventi che vorranno realizzare da qui a fine mandato – nonché rispondere direttamente ai lettori che invieranno le domande. Vi abbiamo detto tutto. La palla passa ora ad Adriano Zuccalà e Mario Savarese: Sindaci, che fate: accettate?
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2019
Consorzio per l'Università: niente maxi-risarcimento on ci sarà nessun risarcimento milionario per il Comune di Pomezia nella vicenda legata allo scioglimento dell'ex Consorzio per l'Università. L'ente, sotto la giunta Fucci, aveva chiesto addirittura 5 milioni di euro di danni per presunta mala gestione intentando causa ai componenti dell'ultimo consiglio d'amministrazione del Consorzio: ma il Tribunale di Roma ha respinto l'istanza lo scorso gennaio. Irrisoria l'unica condanna di cui beneficerà Piazza Indipendenza, ovvero poco meno di 15mila euro che dovrà versare l'ultimo Presidente della struttura consortile. A mettere nero su bianco la volontà dei due enti, Comune e Consorzio - ricordiamo che il Consorzio per l'Università era una partecipata del Comune che ne deteneva il 98% - è stato ancora una volta l'avvocato Luigi Leoncilli. Nuovamente però per l'ente pometino è arrivata la sconfitta in aula. La storia Nel bene o nel male quella del Consorzio per l'Università di Pomezia è stata una pagina importante per la città. L'ente si costituisce alla fine del 2003 sotto la giunta Zappalà. Una struttura creata «praticamente da zero» come dichiarò Vincenzo Cassoni - già assessore all'Ambiente del Comune di Pomezia Direttore Generale del Consorzio fino al 31 marzo 2004. Il luogo è quello ideale: un'oasi nel verde, quella della Selva dei Pini, e un ampio spazio non solo per lezioni e libri, ma anche per sport e attività ricettive. Tredici i lavoratori (arriveranno poi a 21 nel corso degli anni successivi) impiegati per far funzionare la creatura da poco messa al mondo. Nel campus c'è insomma tutto il necessario per realizzare un grande polo trasversale in grado di attrarre una pluralità di soggetti nella città di Pomezia. E in effetti, pur con qualche inevitabile difficoltà, la Selva dei Pini si ritaglia un ruolo importante: poco prima del 2006 sono circa 500 gli studenti iscritti ai corsi universitari di Pomezia. Inizialmente viene scelta “La Sapienza” quale ateneo di riferimento e la decisione sembra ripagare. Nel giro di un paio d’anni, grazie all’apertura di corsi di Laurea importanti come Architettura, Economia Aziendale, Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Scienze Infermieristiche, gli iscritti salirono a 1700. Gli edifici, i bungalow, le aree sportive e quelle verdi furono risistemate ed il Campus conobbe il suo
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apice. Ma tale scenario, senza dubbio idilliaco, non durò a lungo. «La Sapienza tolse alcune facoltà, a mio avviso a torto, adducendo motivazioni pretestuose riguardanti il pagamento dei corsi». A parlare è qui l'ex Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco che proprio durante le sue due legislature si trovò ad affrontare più volte la questione e a gestire tutte le problematiche che sorsero nel campus. «Il mio predecessore, Stefano Zappalà, stabilì con “La Sapienza” un accordo che, a fronte del pagamento di 120 mila euro per ogni corso di Laurea, avrebbe dato in cambio ricerca, formazione e sviluppo universitario». «Purtroppo – proseguì De Fusco in un'intervista rilasciata al nostro giornale nel 2011 - questi tre elementi non ci sono mai stati. Fu lì che, spiegò il Primo Cittadino, iniziò la fase di ridimensionamento del numero degli iscritti. A quel punto si virò verso la Lum. L’idea era buona, ma la gestione della stessa non fu ottimale. L’università privata offriva facoltà interessanti come Giurisprudenza e consentiva agli studenti di pagare le stesse rette della scuola pubblica; purtroppo però c'era la sola attività di tutoraggio, con i ragazzi costretti a sostenere gli esami in altre sedi. Questo fece, di fatto, diminuire ancora il numero degli iscritti, che calò fino a poco più di 100 unità. Dopodiché sorsero ulteriori difficoltà sul come gestire i rapporti con l'ateneo, specie economici, in grado di soddisfare entrambe le parti. Troppo alto infatti il contributo richiesto dall'università di Bari secondo il Comune a fronte dei servizi effettivamente resi. Il Comune di Pomezia e il Consorzio si trovarono così nuovamente ad un bivio: cambiare
ancora o provare ad insistere con la Lum. Non solo. Il depotenziamento dell'offerta universitaria fece sì che nel Campus gli studi superiori fossero relegati ad un ruolo marginale, lasciando la prima fila a tutta un'altra serie d'attività collaterali. Inutile dire, allora, che lo spettro della chiusura iniziò ad aleggiare sopra alla Selva dei Pini. La volontà dell'amministrazione di centrosinistra era però chiara: puntare comunque a rilanciare il polo universitario di Pomezia. L'ultimo tentativo da affidare agli archivi fu quello fatto con l'Università Europea di Roma con le facoltà di Economia e Giurisprudenza. L'avvento del Movimento 5 Stelle Nel 2013 con la caduta anticipata della giunta di centrosinistra guidata da De Fusco iniziò una nuova pagina per Pomezia. E' dello stesso anno infatti (ad agosto) la decisione del nuovo governo a guida 5 stelle di sciogliere definitivamente il Consorzio per l'Università di Pomezia. Lo stabilì la determina 46 con la quale il Comune manifestò la volontà di voltare definitivamente pagina. Per il Sindaco Fucci del resto quella contro i Consorzi rappresentò una vera e propria crociata: lo stesso destino subirà infatti l'organizzazione analoga che gestiva lo sport. Le motivazioni dei nuovi amministratori muovono essenzialmente sul profilo economico: costi troppo elevati per le casse pubbliche, ormai in grave difficoltà, a fronte di servizi viceversa minimi – se non irrilevanti – per i cittadini. «Sarà nato sicuramente come un progetto di sviluppo per il territorio - dichiarò l'allora Assessore Emanuela Avesani a proposito del Consorzio per l'Università - ma ad oggi è la peggiore pagina di Pomezia con cui ho avuto a che fare in questo anno e mezzo». (continua)
La sede dell'Università a Pomezia: ora ospita alcuni uffici comunali
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febbraio 2019 (segue) «Oltre 9 milioni di euro di debiti, oltre 40 contenziosi, due richieste di fallimento a carico del Consorzio di cui una da parte dell'Università LUM. Un contenzioso dal 2011 con l'Università la Sapienza di Roma per circa 3 milioni di euro, con tanto di forti contrasti tra l'ex Sindaco di Pomezia e il Rettore. Il pagamento da parte del Comune del 70% della retta per circa 53 studenti frequentanti una Università privata. Le 'assunzioni facili' con cui si è arrivati ad un organico di 21 persone, contro le 9/10 risorse che gestivano la struttura quando a pieno regime c'erano oltre 2000 studenti. Contratti per la gestione dei campi sportivi fortemente sfavorevoli per il Comune. L'abbandono della struttura, resa ad oggi in parte inagibile, come per i bungalow. Oltre 2,5 milioni di euro di soldi pubblici 'buttati' ogni anno. Questo era il Consorzio per l'Università di Pomezia, e questi sono i motivi per cui si è scelta la liquidazione della società» questo il quadro dipinto dal Movimento 5 Stelle ad ottobre 2014. Il percorso del Consorzio era dunque segnato: poco prima infatti, precisamente a giugno, cessarono le attività gestionali del Consorzio e dal luglio seguente si aprì la fase di liquidazione del Consorzio. Il concordato Sempre ad ottobre 2014 il Tribunale di Velletri omologò il concordato preventivo liqui-
POLITICA
Emanuela Avesani e Fabio Fucci permesso di scongiurare il fallimento del Consorzio e di restituire finalmente alla Città un patrimonio come quello di Selva dei Pini». E per i lavoratori? Soltanto tre persone vennero ricollocate mentre per le altre 18 si aprì il percorso di mobilità causando nuovamente aspre polemiche. Cinque dipendenti presentarono peraltro ricorso contro il licenziamento ma il Tribunale dedicato diede ragione al Consorzio. La richiesta di risarcimento milionaria Arriviamo così al 2015. Il Comune depositò al Tribunale di Roma (unico in Italia competente in materia) l'azione di responsabilità (ex art. 2476 c.c.) nei confronti dell'ex Presidente del Consorzio e degli ex amministratori del Consorzio per l'Università di Pomezia, per presunti danni nella gestione del Consorzio stesso. Il conto presentato è salatissimo: oltre 5 milioni di euro. «Una somma che si basa sulle risultanze della relazione estimativa avente ad oggetto la verifica
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si chiude con una perdita di 2.196.708 euro, tali da falsare la rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria del Consorzio, che avrebbe portato una perdita maggiore di circa 850mila euro». E ancora: dalla giunta Fucci vengono contestati i costi sostenuti dal Consorzio (520.453 euro) per il Centro Alti Studi per la Lotta al Terrorismo (Ce.A.S.) o il modo in cui vennero imbastite le trattative con l'università LUM, senza contare il rapporto contrattuale per la gestione di impianti sportivi con il Consorzio "Sport's Campus" oggetto di una transazione, a detta dell'ente, «che presentava profili di illogicità e condizioni svantaggiose». Infine la questione dei lavoratori: «Va evidenziato inoltre l'ingiustificato incremento dei prestatori di lavoro (e dei relativi costi, ndr) subordinato e parasubordinato nel triennio 2009-2011», scrisse ancora il Comune. Insomma un enorme «buco nero a spese dei cittadini» per Fucci, con responsabilità da attribuire «alla precedente Amministrazione che si è resa complice di questa disastrosa gestione che noi abbiamo invece arginato». La sentenza: il Tribunale respinge l'istanza E arriviamo così ai giorni nostri. Con sentenza n. 1126/2019 pubblicata lo scorso 16/01/2019 il Tribunale ha infatti respinto l'istanza di risarcimento condannando gli ex amministratori, in particolare l'ex Presidente, a cifre irrisorie che non arrivano nemmeno
Nel 2015 il Comune chiede i danni agli ultimi amministratori del Consorzio. Salato il conto presentato: 5 milioni. Ma il Tribunale dice no datorio proposto dal Consorzio per l'Università di Pomezia il 9 dicembre 2013, il quale prevedeva la cessione dei beni della società e la prosecuzione dell'attività aziendale, come visto, solo fino al 30 giugno 2014. Per l'amministrazione guidata da Fucci l'accoglimento del concordato fu il risultato «dell'ottimo lavoro fatto in questi mesi, che ci ha
contabile e gestionale dei fatti compiuti o imputabili agli amministratori in carica nel periodo dal 2009 al 2011» spiegò l'Assessore Emanuela Avesani. Nel calderone delle mancanze con cui la giunta accusò il direttivo troviamo di tutto: si parte «dalle mancate imputazioni dei crediti e dei costi di competenza nella redazione del Bilancio 2010 che
a 20mila euro nel complesso. C'è da dire innanzitutto che i complessivi euro 5.469.717,44 richiesti dal Comune per gli atti compiuti o imputabili agli amministratori in carica nel periodo 2009-(primo semestre) 2011, con richiesta di quantificazione degli eventuali danni cagionati al medesimo Consorzio, erano così ripartiti: € 1.646.841,00 da porre a carico dei componenti dell’intero Consiglio di Amministrazione ed euro 3.822.876,44 da porre a carico del solo Presidente. Ma il Tribunale si è mosso in direzione diametralmente opposta. Nelle oltre 40 pagine di sentenza troviamo le motivazioni di quanto stabilito dal Giudice. Ad esempio sulla responsabilità imputata dal Comune al Presidente del Consorzio circa la gestione dei rapporti con il Ce.A.S. il Tribunale scrive che «per l’affermazione della responsabilità risarcitoria in capo all’organo amministrativo, non è sufficiente la verifica dell’inadempimento di norme di legge o dello statuto, ma è necessario che da detto inadempimento sia derivato, come conseguenza diretta, un danno patrimoniale alla società». (continua)
Un'oasi nella città: sentiero all'interno della Selva dei Pini
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POLITICA
(segue) In pratica anche la presunta azione in assenza di titolarità del Presidente «non equivale di per sé ad automatica fonte di danno patrimoniale per la società». Il Comune ha poi contestato l'oggetto stesso della convenzione col Centro Studi, ritenendola, a fronte di costi cospicui, estranea «alla specifica attività sociale del Consorzio (dall'atto di citazione, ndr)»; ma il Tribunale anche qui dà torto al Comune: «non sono stati forniti elementi per ritenere che la convenzione con detto Centro studi fosse completamente avulsa dall’oggetto sociale del Consorzio né quali sarebbero le ragioni di detta pretesa estraneità». Per quanto riguarda invece i rapporti con la LUM si legge: «è sufficiente rilevare che, al di là del dato contabile del costo annuo e dell’allegata eccessività dello stesso, non risulta provato, in base a conferente allegazione, che a parità di prestazione, per qualità e quantità del servizio reso, il Consorzio avrebbe potuto in concreto risparmiare concludendo accordi con altre Università». In altre parole: non può essere provato che con la sua azione - peraltro, scrive ancora il Tribunale, in linea con l'oggetto del Consorzio - il Presidente avrebbe arrecato un danno patrimoniale. Idem per la gestione della trattativa per la gestione degli impianti sportivi, anch'essa contestata dal Comune di Pomezia ma rimasta priva di «riscontri oggettivi». Capitolo dipendenti. «In rapporto alla situazione del 2008 il contestato aumento a partire dal 2009 in termini numerici e di costo complessivo del personale dipendente [...], osserva il Collegio che la doglianza del Comune trova il suo limite [...] In conclusione, anche detta contestazione per pretesa mala gestio va rigettata». L'unica istanza accolta da parte del Tribunale riguarda il caso di alcuni lavori edili riguardanti l'area della Selva dei Pini: in questo caso il Giudice ha ravvisato gli estremi per condannare il Presidente del Consorzio stabilendo la cifra risarcitoria in poco meno di 15 mila euro da versare al Consorzio stesso. Rigettate, ancora, viceversa le richieste risarcitorie che i componenti del Cda e il Presidente del Consorzio avevano avanzato verso il Comune: «[...] In ogni caso la domanda risarcitoria ex art. 96, 1° comma, c.p.c., sarebbe comunque da rigettare per mancata allegazione e prova della sussistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi legittimanti una tale condanna» e viene citata la sentenza di Cass. 18169/2004 (difesa esperita da un soggetto temerariamente, ovverosia con la consapevolezza di avere torto, ndr). Niente risarcimento, resta il risparmio? Se allora, alla luce di quanto visto, il Comune non vedrà riconosciuto quanto richiesto per
Il Corriere della Città febbraio 2019
Piazza Indipendenza a Pomezia, sede del Comune le casse pubbliche resta il risparmio in termini di costi derivanti da un lato dallo scioglimento del Consorzio, dall'altro per il trasferimento alla Selva dei Pini di una parte degli uffici comunali. Di quanto parliamo? La relazione previsionale e programmatica 2015-2017 del Comune di Pomezia, reperibile online, parlava di cifre molto consistenti: «risparmio annuo per 2015/2016/2017 di circa € 647.703,64; risparmio annuo a partire dall’anno 2018 di circa € 1.697.703,64. Considerando il Piano di rientro di durata trentennale si otterrà un risparmio complessivo di € 47.781.109,20.». Sull'argomento è tornato recentemente anche l'attuale Sindaco Adriano Zuccalà: «Sul piano della riduzione dei costi a carico dell’Ente – continua Zuccalà – siamo intervenuti sullo stato di liquidazione dell’ex Consorzio universitario prevedendo un risparmio di circa 85mila euro annui ottimizzando la struttura direzionale». Le domande all'amministrazione Il Tribunale di Roma ha rigettato la richiesta di risarcimento milionaria presentata ai componenti del CDA (più il Presidente) dell'ex Consorzio per l'Università di Pomezia: ve lo aspettavate? “Il carteggio relativo alla causa è complesso e si riferisce ad un arco temporale molto ampio. Considerando questo, valuteremo nel dettaglio quanto deciso dal giudice. L’importante per ora è che sia stata riconosciuta una responsabilità.” Era già stato ipotizzato un possibile utilizzo di quella cifra? Parliamo di un risarcimento quantificato nella causa intorno ai 4 milioni che sicuramente avrebbe fatto molto comodo alle casse del Comune... “Come amministrazione non si fanno previsioni di utilizzo di cifre che non sono in nostro possesso o di cui l’arrivo è incerto fino al giudizio. Ovviamente ogni entrata extra farebbe comodo per poter dare opere e ser-
vizi alla cittadinanza.” A distanza di quasi 6 anni dallo scioglimento del Consorzio rifarebbe la stessa scelta operata dal suo predecessore Fucci? "Le analisi che qualsiasi amministrazione virtuosa dovrebbe svolgere sono quelle inerenti alla semplice comparazione dei costi/benefici che una struttura può offrire ai cittadini, nel caso del Consorzio per l'Università di Pomezia questo rapporto non era a favore della cittadinanza, questo è anche confermato dai debiti accumulati negli anni e tutti indicati nel concordato preventivo liquidatorio accolto dal Tribunale". E' possibile quantificare il risparmio per le casse comunali ottenuto in questi anni derivante sia dallo scioglimento del Consorzio che, tra gli altri, dal trasferimento di alcuni uffici comunali alla Selva dei Pini? “L’ottimizzazione dei servizi e degli uffici ha portato ormai a superare il tetto dei 2 milioni di euro come risparmio. Oltre alla questione economica, non sottovalutiamo i vantaggi di avere una struttura unica dove i cittadini possono svolgere la maggior parte delle pratiche comunali.” Luca Mugnaioli
Per ora niente maxi-risarcimento: il Comune valuterà il da farsi
Adriano Zuccalà: «L’ottimizzazione dei servizi e degli uffici ha portato ormai a superare il tetto dei 2 milioni di euro come risparmio»
Le altre: 16-P.C.Pomezia; 13-PSI; 12-Uils; 11-P. Domani; 9-CPI;
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2019
Impianto di rifiuti in Via Trieste, bagarre politica mpianto di rifiuti non pericolosi in Via Trieste a Pomezia, il Comune convoca i CdQ. Dopo le aspre polemiche politiche dei giorni scorsi, che hanno visto contrapposte maggioranza e opposizione unita (tranne Matarese, ndr), ora l’amministrazione a guida 5 stelle ha organizzato un incontro per stabilire una linea comune d’azione riguardo all’impianto con le rappresentanze dei cittadini. L'incontro Un messaggio è stato infatti recapitato a tutti i Comitati di Quartiere di Pomezia dall’Assessore alla Partecipazione di cittadini e associazioni Giuseppe Raspa. La riunione è stata convocata per il 2 febbraio 2019, alle ore 18 in Piazza Indipendenza nella sede comunale. «Intendiamo condividere con tutti i Comitati di Quartiere gli strumenti per contrastare nelle sedi opportune il rilascio della VIA», si legge nella missiva. L’ammini-
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chiede anche l’appoggio dei Comitati di Quartiere (per sottrarli alle opposizioni?). Il terzo incomodo Senza contare che in questo scenario mancano all’appello le associazioni, specie le ambientaliste, che potrebbero comunque, a questo punto, andare per la loro strada evitando di rimanere invischiati nella bagarre politica. Il caso del vincolo insegna: la loro partecipazione ad una determinata causa può rappresentare l'ago della bilancia. Tutti divisi ma con un obiettivo in comune: chi ci rimette? Tutto ciò, vien da chiedersi, che beneficio porterà per i cittadini di Pomezia? Il nostro timore è infatti quello che, a causa di questa continua “caccia al consenso” da parte della politica, si perda di vista quello che, a quanto pare, sembra essere l’obiettivo comune di tutti: impedire che l’impianto di Via Trieste ottenga la Via per come è stato proposto. E allora non era meglio, una buona volta,
merciali, abitazioni e perfino un asilo nido, tutti parametri che, a vario titolo, ora la Regione Lazio vuole attenzionare; Via Garibaldi ha infatti richiesto che il progetto venga sottoposto alla procedura di Via a causa di alcune criticità riscontrate, come ad esempio «la presenza a distanza di 100 m dal perimetro dell’impianto della Riserva Naturale Regionale di Decima Malafede»; l’impianto, ad ogni modo, prevede di gestire rifiuti classificati come “non pericolosi” tra cui carta, cartone, vetro, e metalli vari (ma non solo) per un quantitativo annuo che potrebbe superare le 250 mila tonnellate tra stoccate e riciclate. Queste le specifiche riportate sul bollettino ufficiale della Regione Lazio del 06/12/2018: «[…] la potenzialità complessiva dell’impianto dichiarata è di 206.148,00 t/a per la messa in riserva, mentre è di 48.000 t/a per riciclo e recupero, con riferimento a 8 ore di lavoro giornaliero, 300 giorni/annui». L’impianto è stato quindi autorizzato alla «messa in riserva di rifiuti inerti per la produzione
Scontro maggioranza e opposizione ma l'obiettivo è lo stesso: contrastare il rilascio della Via. Perchè allora non fare un'unica battaglia? strazione è dunque alla ricerca di un appoggio da parte della società civile per contrastare il rilascio della Via? Così sembrerebbe. Sul nostro sito, dato che saremo andati in stampa, tutte le novità. Nuovo impianto di rifiuti a Pomezia: perché tutte queste fazioni in campo? Ciò che resta, al momento, di difficile comprensione ad occhi esterni ai giochi di “palazzo” è invece la frammentazione che questa ‘battaglia’ ha portato in città in questi ultimi giorni. Da un lato troviamo infatti i consiglieri di minoranza Abbondanza, Fucci, Mengozzi, Pagliuso, Pecchia,Pinna, Schiumarini e Stazi schierati contro il M5S, reo, a loro dire, di aver fatto passare sotto silenzio questo nuovo impianto (autorizzato nel 2017 dalla Città Metropolitana sempre guidata dal M5S, ndr). Ferri corti tra gli scranni in Comune, sempre per il medesimo motivo, anche per la mancata convocazione di un consiglio comunale ad hoc, richiesta sempre dell’opposizione ma negata dalla maggioranza. Dall’altro lato della barricata troviamo per l’appunto il governo cittadino pentastellato guidato da Zuccalà. «L’opposizione vaneggia e Fucci ha la memoria corta», aveva tagliato corto il Sindaco alla vigilia del sit-in organizzato in piazza dell’opposizione nel weekend del 26 gennaio scorso. Ora però si scopre che anche il Comune di Pomezia intende ribadire «le sue osservazioni alla Regione Lazio comunicando tutte le criticità che un intervento del genere potrebbe generare nel contesto in cui si trova». E in più
unirsi tutti assieme per il bene della città? Nuovo impianto di rifiuti a Pomezia: di cosa parliamo Tornando al sito di Via Trieste la documentazione di questo nuovo impianto di rifiuti a Pomezia è pubblica e si può trovare sul sito della Regione Lazio (in fondo alla pagina occorre selezionare “Comune di Pomezia”) nella sezione dedicata. La struttura, che ha già ricevuto nel 2017 l’Autorizzazione Unica Ambientale dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, è situata nella zona di Via Naro dove sorgono industrie, attività com-
di materie prime secondarie» al «- riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)» e al «riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici con fasi di vagliatura, selezione manuale e meccanica, separazione delle frazioni metalliche ed altre frazioni non desiderate per l’ottenimento di MPS di vetro e legno o balle di carta e plastica idoneamente selezionati e conformi a quanto previsto dalla normativa».
Mossa del M5S per tirare dalla propria parte i Comitati di Quartiere. Attesa per capire le mosse delle associazioni
L'impianto in Via Trieste: potrebbe superare le 250 mila tonnellate tra stoccate e riciclate
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2019tr
Farmacie Ardea, Edelvais: «Ricollocare i dipendenti» ontinua a tener banco ad Ardea il caso delle farmacie comunali. Ad interessarsi del caso è stata anche a gennaio la consigliera Edelvais Ludovici che ha ricevuto risposta dal dirigente circa la sua richiesta. «Dopo aver presentato il 31.12.2018 una nota all’amministrazione comunale e ai dirigenti, al Prefetto di Roma, chiedendo l’annullamento dell’art. 4 dipendenti, del disciplinare di gara per la concessione delle farmacie comunali ai privati, la sottoscritta chiedeva la ricollocazione dell’impiegato amministrativo e la collocazione della dott.ssa farmacista, cercando di salvaguardare il posto di lavoro di due dipendenti comunali. A quella nota arriva la risposta del dirigente dell’area economica finanziaria il giorno 21.01.2019 prot. 3778». La risposta del Comune Scrive il Dirigente: «Il passaggio del personale dipendente in caso di trasferimento di ramo d’azienda e le relative modalità sono espressamente disciplinati dall’art. 2112 c.c nonché dall’art 47 della L.428/1990». Ma Edelvais contesta il punto in questione. «In merito alla risposta alla mia nota prot. 73958 del 31/12/2018, la mia richiesta al Dirigente dell’Ente è stata liquidata con la mera indicazione di due articoli di legge in tre righe. La risposta poco si attaglia al ruolo di consulenza tecnica che dovrebbero avere i Dirigenti, che ricevono lauti compensi in funzione del loro ruolo tecnico di alto profilo, con elevatissime competenze. Competenze necessarie per consentire ai componenti degli organi politici della città, che non necessariamente devono avere competenze tecniche, di poter verificare e indirizzare le scelte amministrative ricevendo una consulenza adeguata e comprensibile». «Ebbene - continua Edelvais - a mio avviso la risposta del Dirigente non solo è carente, poiché la semplice citazione di due articoli di legge non costituisce alcuna esauriente spiegazione delle scelte sinora operate, ma potrebbe pure essere sbagliata. La Cassazione infatti con Sentenza 9682 del 11 maggio 2016 ha trattato un caso di applicazione proprio dell’art. 2112 Codice Civile citato a giustificazione del diniego della modifica dell’art. 4 del bando di gara che sull’affidamento delle farmacie comunali. Ho avanzato tale richiesta poiché i due dipendenti della farmacia comunale non intendono instaurare il proprio rapporto lavorativo con il nuovo sog-
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getto privato che gestirebbe le farmacie comunali ed hanno manifestato l’interesse a rimanere dipendenti del Comune di Ardea anche con altre mansioni, cosa peraltro già prevista in una Delibera di Consiglio Comunale che aveva affrontato la questione e che poi è stata annullata. Del resto uno dei due dipendenti non è nemmeno vero sia un magazziniere della farmacia comunale poiché è in realtà un dipendente amministrativo. Ebbene la Sentenza di Cassazione del 2016, nell’affrontare la questione chiarisce come vi siano casistiche in cui la cessione dei dipendenti non possa essere automatica e vada ben affrontata, affinchè non si usi lo strumento della cessione del ramo di azienda per diminuire le garanzie ed i diritti dei lavoratori, cosa che risulterebbe nel caso in questione. Ma ancor più chiarisce quale sia il corretto modo di applicare l’art. 2112 Codice Civile, la Sentenza di Cassazione 19379 del 28.9.2004 che affronta proprio la questione di alcuni dipendenti che in occasione di una cessione di ramo di azienda non hanno inteso optare per la cessione del contratto al nuovo datore di lavoro e sono stati reintegrati in altre mansioni presso il datore di lavoro originario. E’ pacifico che il Comune di Ardea avrebbe tutto l’interesse a mantenere le unità lavorative nel proprio ambito poiché ha una carenza di organico gravissima che già gli impedisce di erogare molti servizi di cui i cittadini hanno diritto nei tempi e nei modi dovuti. Ciò mi ha fatto maturare il sospetto che la posizione esposta dal Dirigente sia sbagliata ed esponga l’Ente al giusto ricorso del lavoratore che subirebbe un danno dal trasferimento presso il privato, e danneggerebbe comunque ulteriormente il Comune che continua a vedere andare in pensione i già pochi dipendenti senza riuscire a sostituirli a causa di un dissesto che ha già causato la sospensione di troppi servizi. Ciò che non risulta chiaro è quale sia la motivazione per cui il Dirigente manifesti una posizione che potrebbe essere tanto sbagliata quanto im-
motivatamente avversa ai dipendenti dell’Ente che lavorano nella farmacia comunale. Visto che la situazione delle attuali verifiche è originata da una segnalazione da parte della Dirigente della farmacia, chiedo alla Segretaria Generale di verificare se la dipendente dell’Ente debba essere tutelata ai sensi delle attuali norme sul whistelblowing. Chiedo altresì che venga verificata la posizione esposta dal Dirigente alla luce delle Sentenze da me citate». La proposta Il Consigliere Comunale “Con la gente per Ardea" Dott.ssa Edelvais Ludovici chiede quindi “all’amministrazione di Governo, vista la carenza di risorse umane come sopra specificato" come "sia necessario intervenire presso i servizi demografici, al fine di pianificare il subentro della dirigente della farmacia per sostituire le unità mancanti e per ovviare la mole di lavoro intensa a cui i servizi demografici sono sottoposti quotidianamente. Il flusso di migliaia di persone che ritrovano lo stesso punto di incontro per certificazioni e atti vari, in quanto soppresse le due delegazioni di Montagnano e Tor San Lorenzo". "Riguardo al dipendente amministrativo sopra citato è necessario ricollocarlo al posto di provenienza, visto che ricopre il ruolo di dipendente amministrativo e non di magazziniere, considerando non solo il ruolo, ma l’originaria provenienza, quale l’ufficio Tecnico Comunale".
Edelvais L. "Con la gente per Ardea"
Edelvais: «La risposta del Dirigente per me è sbagliata. All'amministrazione dico di procedere con la ricollocazione dei dipendenti. Il posto dei due lavoratori comunali va salvaguardato»
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2019
Marina di Ardea, ora la svolta: « Le nostre priorità» ncontriamo il Presidente dell'Associazione Rivalutiamo Marina di Ardea Michele Di Stefano. Da quando è nato questo gruppo rappresenta il punto di riferimento dei residenti in questo quadrante della città: «Non siamo un vero e proprio Comitato di Quartiere, ma di fatto lo siamo diventati nel tempo», ci racconta Di Stefano. Lui è un Presidente tutto-fare, molto attivo sui social ma anche e soprattutto attraverso i canali “ufficiali”. Le sue segnalazioni infatti non 'viaggiano' mai senza i timbri del protocollo e solo in un secondo momento vengono pubblicate online unitamente a lettere inviate alle varie testate locali. E da segnalare, in effetti, in questa zona di Ardea ce ne sono parecchie di cose. Ma andiamo con ordine. L'intervista con Michele Di Stefano Quando nasce l'Associazione? «La mia attività in campo sociale inizia molti anni fa. Poi, nel 2015, ho deciso di portare il mio bagaglio d'esperienza in questa associazione» Come si vive a Marina di Ardea? «Si sopravvive. Ci sentiamo una sorta di ghetto, una brutta periferia. La sensazione insomma è quella di essere abbandonati» Quali sono i problemi principali della zona? «Bella domanda. Il problema è che non si sa da dove iniziare...» Ne dico una: Viale Forlì... «La strada è piena di crateri e con le piogge, capirà, la situazione precipita. In concomi-
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Michele Di Stefano, Presidente Associazione "Rivalutiamo Marina di Ardea" tanza delle curve poi il rischio aumenta a dismisura perché le auto si allargano contromano per evitarle. Ogni giorno praticamente si rischiano incidenti gravi. D'estate poi c'è un altro problema: viale Forlì è usato da molti residenti della Nuova Florida, soprattutto ragazzi, per raggiungere il mare a piedi o in bicicletta. Ma purtroppo non ci sono marciapiedi, né una pista ciclabile» Voi segnalavate anche un incrocio pericoloso: qual è? «E' proprio alla fine della strada quando si interseca Lungomare degli Ardeatini. Noi abbiamo chiesto l'installazione di un semaforo intelligente in grado di sanzionare gli automobilisti indisciplinati. Troppe volte abbiamo assistito ad incidenti gravissimi» E veniamo agli allagamenti... «Questa è una delle problematiche più urgenti da risolvere e a cui nessuno ha mai
messo mano. Il Lungomare degli Ardeatini diventa praticamente un lago ad ogni temporale. Nei mesi scorsi hanno eseguito la pulizia delle caditoie ma non basta. Il problema è a monte: questa sorta di pozzetti che sono presenti lungo la strada non sono adeguati a smaltire l'acqua piovana e si intasano subito. Pulirli, spiace dirlo ma è così, non serve praticamente a nulla. Servirebbe piuttosto una vera e propria conduttura in grado di raccogliere le acque e farle defluire. Ricordo inoltre che il problema riguarda anche le vie interne che si allagano rapidamente essendo, in alcuni punti, leggermente più basse rispetto al lungomare degli Ardeatini. Alcuni non possono nemmeno uscire di casa!» (continua)
Qualcosa intanto si è mosso...
Operai al lavoro sul Lungomare: 'nuove' strisce pedonali e pulizia delle strade
Incrocio Via Firenze Lungomare degli Ardeatini: «Chiesto un semaforo» Sono anni che i residenti di Marina di Ardea chiedono maggior sicurezza per il Lungomare degli Ardeatini. In particolare per l'incrocio con Via Firenze è stata richiesta l'installazione di un semaforo intelligente. “L’Associazione di Quartiere ONLUS “RivalutiAmo Marina di Ardea”– scriveva il Presidente Michele Di Stefano lo scorso anno – a seguito di numerose segnalazioni riguardo la sicurezza stradale, soprattutto sul Lungomare degli Ardeatini, in quanto è oggetto di numerosi incidenti stradali: soltanto nel 2016 ci sono stati
quattro incidenti mortali e nel 2017 altri numerosi gravi incidenti stradali con interventi di Eliambulanza”. “A tal proposito” – continuava Di Stefano – “l’Associazione di Quartiere sollecita l’installazione di due semafori con rilevatori di velocità e per chi passa con il “Rosso”, nei due incroci di estrema pericolosità sul Lungomare degli Ardeatini, situati uno in Via Bergamo e l’altro in Via Firenze". Ancora oggi però le proposte sono rimaste inascoltate: i cittadini non si arrendono e tornano a sollecitare il Comune di Ardea.
A sx: il problema allagamenti coinvolge anche l'utenza del bus. Al centro: Viale Forlì. A dx: la pericolosità del Lungomare degli Ardeatini
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SPECIALE
febbraio 2019 (segue) La proposta? «Da poco è “riapparso” il cartello indicante i lavori di ampliamento della rete fognaria, altro aspetto su cui attendiamo buone nuove, sulla litoranea e zone limitrofe. Noi diciamo questo: nel momento in cui si andrà a scavare è necessario che venga realizzata contestualmente anche la rete per lo smaltimento delle acque piovane. In questo modo si risparmierebbero un sacco di soldi» Purtroppo però la proposta dell'Associazione è caduta nel vuoto. Lo scorso 28 gennaio infatti sono iniziati effettivamente i lavori di completamento della rete fognaria nella zona ma il progetto non è stato modificato. Per il futuro staremo a vedere. Molti lamentano una certa assenza del governo attuale cittadino nei confronti di cittadini e associazioni: è così? «Purtroppo è quello che si riscontra. Su questo devo dire che siamo rimasti delusi perché della trasparenza tanto decantata in campagna elettorale dobbiamo dire di aver visto ben poco. Faccio un esempio: sappiamo bene l'attuale situazione delle casse comunali e sentiamo dire sempre “non ci sono i soldi”. Quello che però vorremmo sapere è un
ovviamente la riparazione delle buche» Luca Mugnaioli
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Di Stefano: «A Marina di Ardea si 'sopravvive'»
Rete fognaria: via ai lavori. Soddisfatti solo a metà i residenti: «Persa un'occasione» Il 28 gennaio sono iniziati i lavori per il completamento della rete fognaria su Lungomare degli Ardeatini. I lavori sono iniziati in Via Firenze per congiungere la nuova condotta primaria alla fogna già esistente nell’incrocio con Via Bologna. Ma se da un lato il cantiere non può che trovare il saluto favorevole dei cittadini, dall’altro c’è chi ha espresso il rammarico per non aver sfruttato fino in fondo quest’occasione così importante. L’Associazione “RivalutiAmo Marina di Ardea” aveva chiesto innumerevoli volte al Comune la realizzazione della condotta per la raccolta delle acque pluviali per risolvere l’indecoroso problema dell’allagamento del Lungomare e di tutte le Vie che lo incrociano: Via Chieti, Via Catanzaro, Via Cremona, Via Aosta, Via Bologna, ecc. «Sarebbe stato opportuno che in concomitanza degli scavi sul Lungomare per il completamento della rete fognaria, venisse fatto in parallelo un’altro scavo lato marciapiede per la realizzazione della condotta per la raccolta delle acque pluviali», ha dichiarato Michele Di Stefano, Presidente dell’Associazione. «Questo per non rompere nuovamente il nuovo manto stradale che per legge andrà fatto a cura della Società Idrica», ha concluso Di Stefano. La scadenza dei lavori, stando a quanto si legge nei documenti, è stata fissata ad ogni modo entro il 30/06/2019.
Le proposte dell'Associazione: (1) rete per smaltire le acque piovane, (2) marciapiedi su Viale Forlì (3) un semaforo intelligente sul Lungomare elenco delle priorità, cioè quello che il Comune intende fare non appena avrà le disponibilità. In questo modo il cittadino saprebbe cosa aspettarsi. Almeno a noi però nessuno vuole dire nulla in tal senso» Cosa vi aspettate nel 2019? «Questo dovrebbe essere l'anno della svolta, almeno così si sente dire in giro. Ebbene noi chiediamo che venga risolto innanzitutto il problema degli allagamenti, è assolutamente una priorità. E poi Inquadra la foto Passano gli anni ma la con l’App Hp Reveal e situazione sul fronte guarda il video girato a allagamenti è sempre la Marina di Ardea stessa: ad ogni temporale Marina di Ardea finisce sott'acqua. Ecco la Scarica l’App (istruzioni a pag. 4) nostra testimonianza
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2019
Tor San Lorenzo: «Riaprire parco di Via Reno» ettera di Piero D'Angeli al Sindaco del Comune di Ardea e All’Assessore all’Ambiente. L'oggetto è l'affidamento della gestione del Parco dell’Unità d’Italia (via Reno) avanzata dal Comitato di Quartiere Nuova California. La storia Dopo l'inaugurazione avvenuta nel luglio 2017, con taglio del nastro affidato al Sindaco Savarese e all'ex assessore della giunta Di Fiori Riccardo Iotti, il parco è stato chiuso lo scorso settembre a causa dei danni causati da alcuni vandali. Inevitabile la rabbia da parte dei genitori soprattutto dei bambini affetti da disabilità, considerando che il parco giochi era l'unico con attrezzature dedicate. La mancanza di fondi dell'ente ha fatto il resto prolungando il tempo di chiusura dell'area. Ora però i cittadini si sono attiviati ed hanno proposto una soluzione al Comune. La lettera di Piero D'Angeli: «Disponibili a proseguire con la gestione» «Io Sottoscritto Piero D’Angeli in qualità di Presidente della scrivente in intestazione con
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Il parco di Via Reno a Tor San Lorenzo anni che come Comitato di Quartiere ce ne prendiamo cura, in questi anni è diventato un punto di riferimento per i tanti bambini del quartiere, sono ormai diversi mesi che è chiuso, dopo gli ultimi episodi di atti vandalici che si sono susseguiti nel parco». Le riparazioni: c'è lo "sponsor" «Con la presente sollecitiamo l’Amministra-
per tutti i bambini del quartiere e ci sta particolarmente a cuore». Le altre richieste «Chiedo alle SS.VV. la possibilità di gestirlo per regolare una corretta apertura e chiusura dello stesso e provvedere alla ordinaria manutenzione del parco in oggetto. Andrebbe anche dotato di strisce pedonali rialzate per
«Un'imprenditrice di zona si farebbe carico di riparare i giochi e di installare un antifurto collegato a una nota azienda di security che lavora nel nostro territorio. Il tutto sarebbe a carico dello sponsor» la presente informa le S.V. che l’affidamento provvisorio del parco in oggetto è scaduto ormai da diversi mesi, siamo disponibili a continuare la gestione provvisoria del parco come abbiamo fatto negli ultimi 8 anni. Sono
Chieste anche strisce pedonali rialzate in prossimità del parco. Per il futuro la possibilità di aprire un chiosco Bar e realizzare eventi
zione Comunale, ad autorizzare le riparazioni necessarie per poterlo riaprire in tempi brevi, abbiamo presentato nei mesi scorsi la disponibilità di una imprenditrice di zona che si farebbe carico di riparare i giochi e di installare un antifurto collegato a una nota azienda di security che lavora nel nostro territorio, il tutto sarebbe a carico dello sponsor, nelle ultime settimane anche altri imprenditori si sono resi disponibili ad aiutarci economicamente per renderlo di nuovo fruibile, a questo si aggiunge l’impossibilità di questa amministrazione di provvedere alle riparazioni, vista la totale mancanza di fondi. Il parco di via Reno è un bene fondamentale
diminuire la velocità delle autovetture in presenza di bambini, e in futuro spero possa esserci la possibilità di dotare il parco di un piccolo chiosco bar, con la possibilità di effettuare con i proventi del chiosco piccole riparazioni dei giochi, assicurazione parco e una corretta manutenzione. Altresì durante la stagione estiva con il permesso e la collaborazione dell’Amministrazione Comunale si potrebbero organizzare delle serate musicali e degli spettacoli per i bambini per dare modo al quartiere di avere di nuovo un punto di ritrovo per una corretta socializzazione dei residenti».
A sx: l'inaugurazione nel luglio 2017 del Parco di Via Reno. A dx: Il Sindaco intervistato dalla Rai sulla chiusura del Parco di Rielasingen
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CRONACA
Il Corriere della Città febbraio 2019
Pedofilia e tecniche di adescamento: come difendersi l 17 gennaio presso la Sala Consiliare del Comune di Pomezia e presso l’Hotel Selene, si è svolto il corso di formazione primaria sul mondo della Pedofilia. All’evento, promosso dalla “Onlus Chiara & Francesco” e dall’Assessorato ai servizi sociali del Comune di Pomezia, hanno partecipato i cittadini e oltre 600 ragazzi degli istituti Pascal e Copernico di Pomezia. “Sensibilizzazione, attenzione e formazione significano prevenzione – dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali Miriam M. Delvecchio – Prevenire significa favorire e potenziare le condizioni individuali, familiari e sociali per poter proteggere un bambino da abusi. Per questo motivo è di fondamentale importanza formare gli adulti per dare loro la possibilità di prevenire questi fenomeni. Ringrazio ancora una volta l’Associazione Chiara e Francesco Onlus che ha permesso la realizzazione di questa splendida iniziativa.” “Gli abusi sui minori non possono essere tollerati – afferma il Sindaco Adriano Zuccalà – Per questo è fondamentale una maggiore sinergia tra isti-
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la musica di Pierdavide Carone e dei Dear Jack: la loro “Caramelle”, esclusa peraltro non senza polemiche da Sanremo, è un pezzo diretto, che ti arriva subito in faccia senza troppi giri di parole. Il tema del resto è ancor più pungente: capire come agiscono i pedofili fuori e dentro la rete. “Il primo errore da non commettere è ritenerli malati”, esordisce Fabirzio Cicchini. Il suo modo di fare, microfono alla mano, è come sempre trascinante. Potrebbe fare il cabarettista se non avesse scelto, con la medesima presenza scenica, di raccontare il dramma degli abusi sui minori. Anche stavolta sono le immagini a condurre il pubblico lungo il percorso preparato dall'associazione “Chiara e Francesco”. Il primo frame è quello del lupo, con il quale si identifica il pedofilo: abile stratega, lungimirante predatore, spietato con i più deboli. E indovinate un po': Wolf (lupo in inglese) è il nickname più usato nel web tra i pedofili. “Ma è vestito bene”, ammonisce Cicchini. “Scordatevi lo stereotipo del Gobbo di Notre Dame, quello non esiste. Il pedofilo appare come una persona per bene, ma dietro nasconde le sue reali intenzioni”. Nelle slide arriva allora
Il capolavoro di Stephen King è ancora attuale: le tecniche sono rimaste le stesse time? La risposta deve far riflettere. I pedofili hanno indicato due sostanziali motivi: il primo è che non insegniamo ai nostri figli a conoscere il loro corpo, il secondo è che non gli diciamo che i pedofili esistono”. Parole semplici, forse perfino banali, ma che evidentemente fotografano una realtà inquietante. Ripetiamolo allora: un dato, peraltro sottostimato, vede in Europa 18 milioni di bambini vittime di abusi. Chiuso l'inciso. Arriva ora il momento di un altro video, sconcertante anch'esso. Si tratta di un esperimento di psicologia: un ragazzo gio-
Da un interrogatorio ad alcuni pedofili condananti negli USA: «Convinciamo i bambini perché non conoscono il loro corpo e perché non gli dite che esistiamo. Non si può avere paura di ciò che non si conosce» una figura disegnata con una mano: sembra innocua ma dietro di sé proietta un'ombra malefica. “Ecco, questo ben riassume cosa succede”, prosegue il Presidente della Onlus Chiara e Francesco. Se "It" è un esempio ancora valido Il mostro, Pennywise, celato dietro la maschera innocua di un pagliaccio è allora il video più esplicativo possibile. Ci fa capire che non basta dire ad un bimbo “non dare confidenza agli sconosciuti” per metterlo al riparo dai predatori. Occorre andare oltre: solo l'informazione e la motivazione danno modo ai nostri figli di difendersi con efficacia. “Spiegare cioè chi sono queste persone, perché sono pericolose e cosa fare”, dichiara Cicchini che cita poi una ricerca americana condotta su un campione di 91 abusanti condannati a vario titolo per pedofilia: “La domanda posta è stata questa: ma come fate a carpire la fiduDear Jack, il nuovo singolo con Pierdavide Carone "Caramelle" ha fatto cia delle vostre vitmolto discutere. Escluso a Sanremo racconta il mondo della pedofilia
tuzioni, scuole, servizi sociali e sanitari, associazioni e famiglie. I bambini vanno difesi, salvaguardati, tutelati e protetti. Ringrazio i relatori per le loro stimolanti riflessioni che ci hanno consentito di aggiornare le nostre conoscenze, i cittadini, le famiglie, i ragazzi e i professori che hanno partecipato all’evento.” L'incontro Se avevamo definito l'evento di dicembre come un “pugno allo stomaco” anche questo non è stato da meno. Stavolta a catapultarci dentro questa sorta di universo nero è stata
vane, ordinato, chiede ad una mamma se può provare a convincere il proprio figlio a seguirlo. Si presenta come un estraneo eppure la sua azione va a segno. In questo caso specifico lo strumento usato per rompere la resistenza dei piccoli è un cucciolo di cane: una volta stabilito il contatto il gioco è fatto; tutti i bambini si allontanano con lo sconosciuto. E' qui che le convinzioni dei genitori, anche le mie, si sgretolano, data la facilità con cui le scene si susseguono davanti ai nostri occhi di spettatori. Nel video invece molte mamme scoppiano a piangere. Eppure, spesso, i pedofili agiscono proprio così. (continua)
Pedofilia: è il terzo evento a Pomezia
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febbraio 2019 (segue) Le tecniche d'adescamento off-line Dicevamo di It. Ebbene la merce di scambio può mutare nel tempo ma i fondamenti sono sempre gli stessi. L'oggetto, dolci, giocattoli, soldi, ecc., attira il bambino. Oppure la privazione: ti tolgo una cosa a te cara (la barchetta che cade nel tombino di It, ndr) e la uso per ricattarti. “Sei un bambino veramente cattivo”: qui agisce invece il senso di colpa. Il “lupo” dopo una prima accusa si trasforma in un eroe: “non dirò nulla a mamma e papà”. Protezione, l'evitare una punizione. E la trappola funziona.”Nessuno ti crederà”: qui il pedofilo invece si fa grande, agisce d'anticipo, coglie il desiderio del bambino di rivelare a qualcuno quello che succederà. Ma chi potrà credergli? Non a caso, spesso, racconta Cicchini “le vittime di abuso scelgono di parlare e confessare secondo schemi mentali davvero difficili da individuare. Lo fanno all'improvviso magari, anche dopo un lasso di tempo considerevole e non di rado con dei perfetti sconosciuti”. La chat dell'orrore Questi incontri non sono per tutti. Lo anticipa ogni volta Cicchini nelle battute iniziali e non mente. Stavolta a creare una forte crepa emotiva è la proiezione di una chat che ricostruisce la conversazione tra un pedofilo italiano e un agente FBI spacciatosi per procacciatore di bambini. Al di là delle rac-
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CRONACA capriccianti parole è interessante notare l'astuzia con la quale il federale tenta di estorcere una confessione al pedofilo tale da poter valere in un'aula di tribunale. “Cosa posso fare con questo piccolo animale?”, chiede il pedofilo. Ma l'animale si chiama Maria ed ha solo 5 anni. La bambina è Messicana. “Puoi farci tutto quello che vuoi”, incalza l'agente. Da qui in poi va in scena tutta una serie di richieste oscene: “catene”, “Posso farle mangiare la mia merda?”, “chiodi nei capezzoli”, “Posso pisciarle in bocca?”, “Posso metterglielo nel c**o?” e così via. “Secondo voi è possibile arrestarlo?”, chiede alla platea Cicchini mandando la slide con la medesima domanda. Il pedofilo però si tradisce creando quel varco che l'FBI stava aspettando: “Che succede se muore?”. Ricordiamoci che il soggetto della chat è “l'animale”: se un animale muore non ci sono poi tutti questi problemi, diverso è per un essere umano chiaramente. “Bisognerà trovare un modo di far sparire il corpo e le prove”, ribatte l'agente. Un corpo di un animale infatti non “va fatto sparire”: “Quanto costerà l'operazione?”, chiede dall'altra parte dello schermo il pedofilo ormai convinto a fare “l'acquisto” (altro termine crudo ma che denota il comportamento cinico di questi mostri). “Cinquemila dollari”; “Va bene”. La conversazione si chiude così. Il pedofilo venne arrestato all'aeroporto JFK di New York: estradato in Italia i Carabinieri
trovarono nella sua abitazione moltissimo materiale pedopornografico. Ah piccola postilla: il criminale, nel tempo, si era distinto per numerose iniziative a favore dell'infanzia ma questo, sibila Cicchini «non è certo una novità». (continua)
La chat degli orrori (Dialogo realmente avvenuto tra un pedofilo italiano ed un agente FBI sotto copertura) “Cosa posso fare con questo piccolo animale?”
“Puoi farci tutto quello che vuoi”
“Posso metterglielo nel c**o?”
“E se muore?”
"Sì"
"Bisognerà trovare un modo di far sparire il corpo e le prove"
“Quanto costerà l'operazione?” "5.000 dollari" “Si può fare”
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CRONACA
(segue) La pedofilia online E' giunto quindi il tempo di lasciare il terreno reale per addentarsi nei meandri dell'immateriale, ovvero la rete che oramai ha carpito le nostre vite. Ci siamo dentro praticamente h24 e con i pericoli ad essa legata abbiamo imparato a fare i conti. Anche con gli enormi benefici per carità. Non a caso anche per la pedofilia, come per il resto, il problema non è certo Internet, ma piuttosto l'uso che se ne fa. Ovviamente in questo ambito il controllo si fa più labile ed è ai genitori che viene affidato il compito di educare, non demonizzare, alla cultura del web; probabilmente le nuove generazioni saranno più preparate in questo ma per chi si trova a cavallo tra la passata e quella attuale, chiamata spesso “dei nativi digitali”, è opportuno prendersi il giusto tempo e capire realmente di cosa si stia parlando. In rete si può trovare chiaramente di tutto: per i lupi è più facile nascondersi dietro una falsa identità e attirare a sé le prede. Di pedofili 2.0 ne esistono però vari tipi: il collezionista, che non si sporca mai le mani, ricerca e custodi-
Il Corriere della Città febbraio 2019
Il deep web o web sommerso: in questa sorta di realtà parallela si può fare di tutto scoperto. In questa fase usa domande, ma mai dirette: spinge il minore a confessare di sua spontanea volontà indizi utili quali la posizione del monitor del PC, ma ripetiamo ora coi tablet o smartphone diventa tutto più difficile per chi deve difendersi, o la presenza di adulti in casa. A questo punto il legame si consolida. Il pedofilo induce il minore ad
oggetto di abusi - c'è chi è disposto perfino a pagare per vedere torturato o violentato un neonato – sia di razza europea e che il 61% dei clienti e dei consumatori sia del nostro continente. Luca Mugnaioli
Il «parental control» ai tempi di smartphone e tablet è sempre più difficile. Ecco perché l'informazione, il dialogo con i figli è fondamentale. Non bastano i divieti, servono motivazione e informazione sce il materiale pedo-pornografico gelosamente. Una variante di tali individui è rappresentata da chi sceglie una determinata categoria di bambini ma non si limita a guardare: è coinvolto in prima persona negli abusi. Entriamo quindi nella sfera della comunità pedofila, ovvero coloro che mettono a disposizione di altri le proprie deplorevoli conquiste, gratuitamente o per profitto; in quest'ultimo caso il criminale ha a che fare con reati ancor più gravi quali lo sfruttamento minorile. Egli copia, riproduce e vende il materiale, anche alle categorie poc'anzi analizzate. Le 5 fasi dell'adescamento La rete che i pedofili tendono online è subdola, fatta di tanti piccoli gesti all'apparenza innocui. Un tempo una strategia efficace poteva essere quella per i genitori di monitorare le attività da computer mettendolo in una stanza ben visibile della casa; ora però con la personalizzazione della tecnologia, l'avvento dei tablet, e la riduzione drastica dell'età con cui i bambini accedono a smartphone e dunque ad Internet, stabilire un controllo è molto più complicato. Ad ogni modo all'inizio il pedofilo sonda il terreno: può farsi inviare una foto, non di rado a fronte di una ricompensa. Se il contatto va in porto inizia la manipolazione del rapporto, con il criminale che inizia ad esplorare la vita della vittima: è qui che c'è il primo punto di non ritorno. Il pedofilo non è avventato, studia i possibili rischi, valuta l'eventualità di essere
una intimità che si trasformerà poi nell'abuso vero e proprio. Dal vivo, chiaramente. I numeri Quello della pedofilia online è un universo per molti versi inesplorato perché fortemente radicato nel cosiddetto deep web, o web nascosto di cui ora si inizia a parlare un po' di più. Una sorta di rete parallela e spesso se non sempre al di fuori di qualsiasi legge. Qui si comprano droga, armi, perfino commissionare un omicidio. E ovviamente prolifera il mercato della pedo-pornografia. Ed è proprio in Europa il centro di tale business: si stima che il 92% dei bambini
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CRONACA
Il Corriere della Città febbraio 2019
Fortnite crea dipendenza o no? Parla l'esperta econdo l'Organizzazione Mondiale della Sanità anche la dipendenza dai videogame è una malattia. Il videogioco “Fortnite” è tra le manie del momento.. La psicologa Viola Nicolucci, che si occupa del rapporto tra psicologia e nuove tecnologie, è intervenuta ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Il gioco del momento: "Fortnite" “Vedo molte chiavi del successo di questo videogame –ha affermato la Dott.ssa Nicolucci-. Intanto è un gioco multiplayer online che coinvolge più persone che collaborano insieme. Ci sono tre fattori: l’autonomia, la padronanza e l’interconnessione, cioè la sensazione di appartenere a un gruppo nel tentativo di perseguire un obiettivo comune”.
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dendo le cose troppo da un punto di vista degli adulti e questo ci allontana dai ragazzi”. Fortnite è un videogioco del 2017 sviluppato da Epic Games e People Can Fly. Il videogioco presenta due modalità distinte che condividono lo stesso motore grafico: Salva il mondo e Battaglia reale. Salva il mondo La modalità salva il mondo è ambientata in una terra post-apocalittica, dove l'improvvisa apparizione di una tempesta mondiale ha fatto scomparire il 98% della popolazione, in parte sostituita da pericolose creature aliene. Fortnite offre modalità di cooperazione fino a quattro giocatori per il compimento di varie missioni per raccogliere risorse, costruire fortificazioni attorno a obiettivi che hanno lo scopo di aiutare a combattere la tempesta e proteggere i sopravvissuti, e costruire armi e trappole per affrontare le ondate di queste creature. I giocatori ottengono ricompense attraverso queste missioni per
finito, 50vs50 o 20vs20. Il 3 luglio 2018 è stata lanciata una modalità che prende il nome di Parco Giochi o (Playground) dove uno o più giocatori, fino a un massimo di 4, hanno a disposizione l'intera mappa per un totale di 55 minuti dove possono testare le proprie abilità e mettere alla prova la loro fantasia attraverso imponenti costruzioni e combattimenti. Essa si è rivelata la modalità a tempo limitato (LTM) più giocata. La partita ha inizio dal Vinder Bus, ovvero un bus che percorre una linea retta sorvolando l'area di gioco. I giocatori scelgono il momento in cui paracadutarsi e fluttuano sino all'area preferita dove ha inizio una corsa agli armamenti per guadagnarsi armi ed equipaggiamenti vari. Oltre agli avversari, i giocatori devono tener conto della tempesta, che lentamente si restringe in una parte casuale della mappa sempre più piccola arrecando danni a tutti coloro che restano al suo esterno. La partita ha termine quando a re-
Dipendenza dal videogioco Fortnite, parla l’esperta: "Invito i genitori a giocare con i figli per comprendere appieno il videogame e ridimensionare le proprie paure" Genitori preoccupati “Mi confronto molto spesso con le ansie dei genitori e in questo contesto abbiamo assistito ad ondate di ansia per videogiochi come Gta, Call of Duty, Pokemon Go. Quindi non mi concentrerei sul titolo. Penso che i genitori siano spaventati perché l’Oms ha proposto di inserire la dipendenza da videogiochi all’interno di un sistema di classificazione delle malattie, con questa notizia i genitori sono andati nel panico. Non si tratta tanto di una questione di esposizione, del numero di ore, va indagato il motivo che spinge i ragazzi a concentrarsi su quell’attività. Spesso c’è una sorta di frustrazione a livello sociale e familiare. Disabituare al videogioco non sortisce nessun effetto se non si elimina il problema a monte, perché quel problema poi si manifesterà con altre ossessioni. I genitori si devono avvicinare ai ragazzi e comprendere il videogioco sperimentandolo direttamente. Invito i genitori a giocare con i figli per superare queste paure. Gli adulti sono spaventati perché si fermano al fatto che è un videogioco apparentemente violento. Se non si entra a contatto direttamente con il videogioco non lo si comprende appieno e non si ridimensionano le paure”. Giovani pazzi per i gameplay: perché? “I genitori non riescono a spiegarsi la passione dei giovani di guardare gli youtubers che giocano ai videogame. Ma come a un adulto può piacere guardare una partita di calcio in tv, a un ragazzo può piacere guardare una sessione di gameplay. Stiamo ve-
migliorare le loro abilità. Il gioco è caratterizzato inoltre da microtransazioni per acquistare valuta di gioco (V-bucks), che può essere utilizzata per ottenere aggiornamenti. Questa modalità è stata pubblicata su Microso Windows, macOS, PlayStation 4 e Xbox One. Battaglia reale La Battaglia Reale è ambientata su un'isola in cui 100 giocatori lottano per la sopravvivenza. La modalità è stata lanciata ufficialmente dalla Epic Games il 26 settembre 2017, mentre il trailer è stato pubblicato su Youtube il 20 settembre.[1] Il gioco presenta diverse modalità: singolo, in coppia o in squadra da tre o quattro giocatori, mentre sono presenti anche modalità a tempo limitato (LTM). Tra queste le più famose sono: Parcogiochi (PlayGround), Il guanto dell'In-
stare in vita è un solo giocatore o nelle competizioni in team almeno un componente di una squadra. Questa modalità è stata pubblicata, oltre che sulle piattaforme elencate sopra, anche su Nintendo Switch e iOS. Per Android è invece disponibile in versione beta per un numero limitato di dispositivi, a partire dai top di gamma Samsung, esclusivamente sul sito del produttore. Gli aggiornamenti Il videogioco viene costantemente aggiornato per fornire un'esperienza di gioco ogni volta più gradevole. Questi aggiornamenti danno inizio alle cosiddette "Stagioni" che, oltre a introdurre nuove skin, nuove emote e quant'altro, introducono cambiamenti alla mappa di gioco. In media una stagione dura intorno alle 10 settimane (Wikipedia).
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Scatti hot in cambio di followers: oppure ci si picchia la nuova frontiera della popolarità facile tra i giovani. Si insegue il successo, si sogna un posto nel mondo dello spettacolo, come web influencer o youtuber. E sono disposti a fare qualunque cosa. Instagram è la piattaforma più usata ma ce ne sono anche altre. Profili di ragazzini e ragazzine, taluni anche falsi per carità, che sulle stories promettono «scatti hot» o foto «sexy» a chi li segue. Sofia ad esempio da Pomezia dice: «E’ solo un gioco. Lo faccio per il mio futuro». Lei è una di quelle che promette la foto bollente in cambio di un semplice tap sul tasto segui. «Ma poi mica lo faccio per davvero. Tantissimi ci cascano, specie i vecchi». La sua storia, di cui i genitori sembrano non saper nulla, è finita su Il Messaggero e su Il Mattino. Il modello le le è arrivato sempre da Internet: «Molti si fanno pubblicità mettendo certe foto e video su Instagram. Sono un sacco famosi, se vai a Roma li conoscono tutti. Allora mi sono detta, lo faccio pure io». E i suoi profili hanno raggiunto così gli oltre 5.000 followers.
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Followers, followers, followers L’obiettivo è sempre lo stesso: far crescere i propri seguaci nella speranza che qualcuno li noti. Brand, agenzie, fa lo stesso. Si pensa solo al successo. C’è chi poi si spinge più in là, come riporta ancora il quotidiano romano in un precedente articolo: una 14enne di Acilia è disposta ad esempio a tutto, scatti perfino al limite del porno pur di ampliare la platea personale. Ma ci sono anche i ragazzi. «Metto foto senza maglietta, che male c’è». Dice un ragazzo, 16 anni. Oppure si usano le scritte: «Sorpresina in direct (la messaggistica del social, ndr) a chi mi segue». Altri ancora si abbassano le mutande e promettono foto al limite a chi passa parola. Molti altri il numero di cellulare. Insomma una vera e
propria follia. Pure le risse Se non ci si spoglia, davvero o per finta, ci si picchia. L'altra via per il follower facile è riempirsi di botte. Ancora una volta i protagonisti sono i giovanissimi: si danno appuntamento e si pestano all'ultimo sangue. Tutt'intorno i tifosi come nella più classica delle arene. C'è chi riprende e posta tutto su Instagram, c'è chi incita i lottatori, chi fomenta questa violenza insulsa. E intanto i seguaci aumentano.
Giovani pronti a tutto pur di avere un follower in più
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Installate le prime fioriere da «Ardea in rete» rdea, arredo urbano: installate le prime fioriere da Ardea in rete La Rete di impresa “Ardea in rete” ha iniziato l’installazione dell’arredo urbano previsto dal progetto “Le strade del commercio del Lazio”. L’iniziativa è possibile grazie a un finanziamento ottenuto dalla Regione Lazio e gestito congiuntamente dal Comune di Ardea e dalla Rete, che riunisce diversi imprenditori locali. L’installazione è stata completata per le due fioriere previste: una, davanti alla scuola primaria di via Varese e l’altra in piazza Marconi (accanto alla primaria Manzù), nel centro storico. Le fioriere hanno una panchina circolare ed è stato creato un sistema di cura che permette all’acqua sovrabbondante derivata dalle piogge di poter defluire e, in estate, consente ai cittadini di poter irrigare autonomamente i fiori. Infatti nel vaso c’è un tubo nel quale mettere acqua che va a riempire una piccola cisterna a lento rilascio nel terreno. A breve saranno installati, invece, i 10 cestini per la raccolta differenziata. A seguire, i pannelli d’informazione monofacciali e le paline degli autobus. “Il nostro progetto ha previsto un impegno ingente nell’arredo
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urbano – ha spiegato il presidente della Rete, Fabrizio Cremonini – Con i risparmi fatti quest’anno prevederemo nuovi investimenti proprio in questo settore e nelle telecamere di videosorveglianza. I ritardi sono stati dipesi dalle difficoltà burocratiche incontrate nel cammino: spero che la Regione voglia comunque mantenere l’impegno preso di un progetto importante che ha visto le imprese partecipare direttamente allo sviluppo del territorio. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro con l’amministrazione comunale per concertare ogni operazione. È partito un percorso che spero la pubblica amministrazione voglia continuare a mantenere e non ostacolare”.
Topi ad Ardea
Faccia a faccia con i topi. Sono queste le segnalazioni che giungono dal quadrante della Nuova Florida ad Ardea. In particolare alcune villette site in Via Trapani avrebbero ricevuto recentemente delle visite…indesiderate. La causa sarebbe stata individuata in un lotto al momento privo di costruzioni sul quale affacciano le case già interessato in passato da interventi di pulizia. Ora però, visto il ripresentarsi del problema, il Comune si sta interessando del caso per scongiurare qualsiasi rischio legato a problematiche igienico-sanitarie. Il terreno comunque, da quanto si apprende, risulterebbe sotto sequestro e l'amministrazione starebbe valutando l'emanazione un’ordinanza di messa in mora del tribunale chiedendo l’immediata bonifica di tutta l’area e magari, vista la fatiscenza dell’edificio in totale stato di abbandono anche la sua demolizione.
Trinchero Parquet taglia un traguardo storico Quasi 50 anni di attività sul territorio. Praticamente una vita intera. Trinchero Parquet è una delle aziende storiche di Ardea che è stata in grado di ritagliarsi negli anni un ruolo importante nell'economia del territorio. E oggi, grazie al sacrificio, alla dedizione e agli sforzi dei proprietari e dei dipendenti, il suo marchio ha ben oltrepassato i confini cittadini distinguendosi per cura dei materiali e professionalità nei rapporti coi clienti. L'azienda è situata in Via delle Asteracee 3, una traversa di Via Laurentina, una delle arterie principali del Comune di Ardea. Tra i prodotti/servizi offert troviamo la fornitura Ee la posa in opera di Parquet e battiscopa in essenza; e ancora: scale, profilati, laminati, piagge, pavimenti in legno per esterni. Trinchero Parquet L'azienda opera con successo nel settore dei pavimenti in legno. Impegno e passione sono gli elementi portanti di tutto lo staff di Trinchero Parquet. «La nostra soddisfazione, oltre alla crescita aziendale è nel vedere realizzati pavimenti di pregio che da decenni esaudiscono le continue richieste dei nostri preziosi clienti», ci raccontano i proprietari. La loro attività ormai è una delle più conosciute in questo settore. «Lavoriamo per aziende e privati a stretto contatto e collaborazione con i migliori designer del settore per lavorazioni di assoluta qualità», aggiungono. «L'impiego esclusivo di materiali di prima scelta ci consente di offrire un prodotto finito sempre all'altezza delle aspettative dei nostri clienti.Posiamo in opera ogni tipo di parquet: laminato, prefinito, tradizionale e decking». Trinquero Parquet vi aspetta tutti i giorni da Lunedì al Sabato con orario 9-12 e 15-19 mentre la domenica il punto vendita apre solo su prenotazione.
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Strade disastrate ad Ardea: tra dramma e ironia social di nuovo emergenza sotto la Rocca per la questione delle buche. Il dissesto stradale rappresenta una vera e propria piaga per questo territorio: mai una programmazione adeguata negli anni, soltanto interventi d'emergenza ora qui ora là. Il risultato è che, anche quest'anno, con l'arrivo del freddo e della pioggia la situazione è nuovamente precipitata. I frequenti allagamenti impediscono poi una corretta visuale e, inevitabilmente, gli incidenti aumentano. Francamente stilare un elenco delle priorità diventa perfino utopistico tante sono le criticità riscontrate. Il Sindaco per il 2019, ricorderete, aveva promesso un impegno in tal senso: ma intanto, in attesa che il Comune
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Riparazioni e segnali fai-da-te: ad Ardea ci si arrangia come si può
I cittadini si arrangiano come possono: recentemente sono spuntati crateri pieni di pneumatici, cerchioni, cartelli o perfino materiale di risulta per cercare quantomeno di segnalare il pericolo intervenga (ma con quali soldi? E dove per prima? E soprattutto: come?) i cittadini si arrangiano come possono: recentemente sono spuntati crateri pieni di pneumatici, cerchioni, cartelli o perfino materiale di risulta per cercare quantomeno di segnalare il pericolo. Insomma, almeno la solidarietà tra automobilisti non manca. Le “toppe” fai-da-te “Chi fa da sé fa per tre”, vecchio Inquadra la foto proverbio quantomai con l’App Hp Reveal e attuale speguarda il video girato cie ad Ardea. in Via Bologna da una Ecco allora residente che per coScarica l’App (istruzioni a pag. 4) prire le voragini da bollino rosso c'è chi si ingegna e si mette in proprio. E'
la storia ad esempio di Vincenzo Cannatà, residente storico rutulo che malgrado la sua veneranda età, per spirito civico e per sopperire alle omissioni del Comune, ha deciso di acquistare tre sacchetti di bitume a freddo per evitare che qualcuno potesse finire nella voragine, una delle tante, createsi a Rio Verde. Ma è possibile arrivare a questo punto? (continua)
Via Nuoro, lato Via Pavia. Sopra: Viale Forlì
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febbraio 2019 (segue) Vox populi Dicevamo che è difficile stilare una mappatura delle buche completa del territorio. Si farebbe prima, come ha sottolineato un lettore con ironia, ad «indicare le strade in buone condizioni, semmai ce ne sono» piuttosto che contare quelle disastrate. Non a caso ecco un altro cittadino che sottolinea: «La domanda è mal posta. Avresti dovuto chiedere quali sono le vie migliori (decenti) e la lista forse entrerebbe si e no un foglio. Tutto il resto ( vedi elenco toponomastica) è pessimo». Altre risposte molto gettonate sono state «tutte» o «bella domanda». Un altro, nickname su Facebook Fabietto, azzarda: «A parte Via Verona nessuna strada è a posto». Eppure, malgrado l'impresa titanica, ci abbiamo voluto provare lo stesso a buttar già un elenco di vie e viuzze costellate da buche. La domanda che abbiamo posto nel nostro sondaggio, come avrete capito, è stata la seguente: «Quali sono le vie peggiori in termini di buche ad Ardea?». Da qui è facile intuire le risposte condite di ironie riportate in apertura. Ad ogni modo, molti lettori hanno deciso di indicarci le situazioni più critiche: Via Alessandria, Via Monti Di Santi Lucia, Via delle Salzare, Via Laurentina, Via di Campo Selva, Via Terni, Via Pavia, Via Modena, Largo Udine, Via Venezia, Via Novara, Viale Tor San Lorenzo, Via Dora Baltea, Via Tanaro, Piazza del Patio, Via Nuoro, Viale Nuova Florida, Via Padova, Via Merano. Il lungo elenco si è composto poi di altre risposte simpatiche: «Che le vuoi riparare? Bravo!», mi dice Luciano. Ci sta. Ma la palma di miglior commento non può che andare a Renato: «Boni tutti! Per arrivare a casa mia ho dato indicazioni ben precise: “come entri a Tor San Lorenzo, conti 35 buche e giri a destra, poi, ne conti 5 e giri a sinistra alla voragine sei arrivato. Se le riparano non mi trovano più!».
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Ironia social: il dramma delle buche si affronta anche così
Un elenco con tutte le vie disastrate ad Ardea: mission impossible? Noi ci abbiamo provato. Ecco il nostro elenco
Il commento migliore, Renato: «Boni tutti! Per arrivare a casa mia ho dato indicazioni ben precise: “come entri a Tor San Lorenzo, conti 35 buche e giri a destra, poi, ne conti 5 e giri a sinistra alla voragine sei arrivato. Se le riparano non mi trovano più!»
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La quarta età iunge il tempo (nel mezzo del cammin di nostra vita) in cui la coscienza sente che i giorni sono contati in un conto alla rovescia impreciso e irreversibile. A volte coincide con il momento in cui si va in pensione, la fine del lavoro, altre volte con un lutto, un trauma, sofferenze, privazioni. Non si invecchia gradualmente, per il tempo lineare, anno dopo anno, ma a scomparti (Roland Barthes), un dolore, una perdita inaspettata possono far perdere tutto d’un tratto 10 anni, anche gli altri intorno percepiscono d’un tratto i segni dei colpi del destino. Se le cose che accadono in un’intera vita accadessero in un solo momento, si resterebbe schiacciati, ci vuole tempo per riprendersi da quello che fa soffrire, non è come nelle soap opere dove accade di tutto, amori finiti dai quali ci si rialza alla prossima puntata come nulla, matrimoni a ripetizione, nella realtà a volte non basta una vita intera per riprendersi da una delusione, una perdita, una umiliazione, etc. Si invecchia quando si comincia a fare attenzione agli anni che passano, solo quelli degli altri diventano indifferenti, si passa dal sapersi al sentirsi mortale, che non è un concetto naturale per la psiche, anche in presenza di affermazioni contrarie. L’uomo nei secoli ha dedicato grande attenzione alle sepolture proprio a causa di ciò, gli antichi egizi lasciavano a disposizione del defunto, viveri, i beni più cari, immaginando che ne avessero ancora bisogno, o anche per difendersi dalla loro rabbia in caso di ostilità trascorse. Nell’ultimo scomparto, è uno sconvolgimento del paesaggio, contorni incerti, si devono sistemare le cose, tutto è più solenne, la morte è entrata in casa, ospite indesiderata, tutto votato alla ripetizione, sembra di sforzarsi per nulla, sopravviene un evento che sancisce l’insabbiatura progressiva. E’ un evento psichico, pertanto, si può imboccare sia la strada della depressione, della rinuncia sia la costruzione di una quarta età, intuendo la vecchiaia come premio della vita. Anche la legge, che spesso interviene a regolamentare situazioni di fatto già esistenti, di recente ha spostato i paletti dell’anzianità da 60 a 75 anni, il sessantenne ora è un quarantacinquenne. Le cose sono cambiate radicalmente nel giro di qualche decennio, a vent’anni o poco più, molti già erano padri, madri e lavoratori mentre oggi a quarant’anni è ancora in corso lo svezzamento e si comincia ad accarezzare vagamente l’ idea di diventare genitori, orologio biologico (che non cambia) permettendo. Recenti studi medici hanno affermato che la vecchiaia dipende da fattori genetici solo per il 20% mentre per il restante 80% dipende da fattori ambientali, ovvero stile di
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vita, abitudini alimentari, sport moderato e fattori psicologici. Mente-corpo è una unità indissolubile, un esercizio fisico, un movimento ingloba sempre anche la mente, trasforma il cervello e l’intera personalità e viceversa. Oggi si parla di invecchiamento attivo, cioè creare nuovi progetti, (la presenza di progetti è il principale spartiacque tra gioventù e vecchiaia), stimoli per uscire, stare con gli altri, fare quello che piace, avere un interesse culturale, creativo o un lavoro so-
cialmente utile che fa sentire inseriti di diritto nella società, inclusi fra gli altri, la depressione è un potente acceleratore della vecchiaia, la poltrona uccide. Tali abitudini, per contribuire a vivere bene la quarta età, nuovissima realtà sotto gli occhi di tutti, vanno preparate da giovani in modo che quando con l’avanzare degli anni aumentano le capacità riflessive rispetto a quelle impulsive, esse siano già presenti per consentire di scivolare su di esse come su dei binari. A ciò possono aiutare anche amici, familiari, con consigli, aiuti pratici, in quanto essere autonomi nel tempo giova a tutti, o lo Stato, le istituzioni, in caso di persone non economicamente capienti, con sollievi per la spesa pubblica, farmaci, ospedali etc. La vitalità che restituisce una vita attiva, sana, piena di interessi, (lo confermano gli studi) regala 30 anni in più, un ottantenne può fare le stesse cose di un cinquantenne sedentario e di uno ancora più giovane, si vedano i campioni di corsa a 104 anni, di tennis a 80, o scrittori che hanno scritto i loro capolavori in età avanzata. Si può vivere anche fino a 130 anni, tutto può succedere, conviene attrez-
zarsi. La stanchezza non esiste, noia, depressione, scetticismo nascondono una mancanza specifica , un problema a dichiarare una meta e la mancanza si sopperisce con un progetto. Il problema è che i progetti prevedono gli altri, quindi il rischio di soffrire, di dipendenza, di essere derisi per un mancato raggiungimento evita di dichiararlo, anche a se stessi. L’annoiato ha un desiderio, un progetto ma non può agire, non segue un gesto, aggredisce sul nascere l’idea, l’attività che lo farebbe soffrire e ciò si manifesta con lo scetticismo, toglie a tutto ogni speranza, ogni valore, come la volpe con l’uva acerba. Si racchiude pertanto in una mitica autosufficienza, (non sentirsi autosufficienti è segno di salute, abbiamo bisogno degli altri anche per una fetta di pane che prima di giungere a noi ha richiesto il lavoro del contadino, del salumiere che la vende, etc). Il senso della vita è procedere, fluire, movimento, disordine. L’esplosione di energie che scaturiscono da un nuovo amore, dall’intraprendere un obiettivo interessante, dalla nascita di un figlio lo conferma. Spuntano risorse di cui non si immaginava di disporre, più cose si fanno più il tempo sembra che si allarghi, meno se ne fanno più le stesse cose che prima si facevano in pochi minuti possono richiedere anche un giorno intero per essere portate a termine, sono gli impegni, le scadenze inderogabili, gli appuntamenti che impongono i confini. Liberi dalle cose che erano vitali da giovani, quando era importante difendere la propria identità, costruire il futuro, si mobilitano forze nuove, e la sfida continua. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass. Culturale Tyrrhenum V.F.Durati,12 Pomezia Cell. 3317996787 Corso di psicologia mercoledì h.17,00/18,30
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Ivg, ovvero interruzione volontaria della gravidanza ronaca, quotidiani, tg, libri e racconti, mai come in questo momento il problema della violenza sulle donne è stato tanto prorompente. Tutti ci indigniamo all’ennesima notizia di donna picchiata, sfregiata o uccisa da un fidanzato, un padre, un fratello, un marito tradito, insicuro, schiacciato dalle difficoltà di questa vita diventata troppo veloce, incerta e priva di prospettive, che passa alla radio… facile… il sangue e le cicatrici evidenti sanno parlare da sole, ma… ma la violenza non è solo questa! La violenza sa essere tanto eclatante, quanto subdola, silenziosa, capace di minare le nostre certezze. La violenza sa renderci fragili, vulnerabili, ci ferisce da dentro apparentemente silenziosa come la neve che cade e devastante come un’implosione nucleare. Le cicatrici seppur non evidenti restano, segnano l’anima e a volte non guariscono mai. La scelta di interrompere una gravidanza e’ una scelta sofferta, a volte obbligata, a volte indiscutibile, ma difficilmente indifferente! Ed e’ un diritto!!! Un diritto richiesto a gran voce, qualcuno si e’ battuto per questo diritto, qualcuno si e’ esposto. E’ stato legiferato in merito, e’ stato chiesto il parere del “popolo” ed il “popolo” ha detto “si’”! Abbiamo stu-
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leggero… lascia ombre del suo passaggio anche nella testa della donna apparentemente piu’ risoluta… lascia un senso di vuoto! Questo raccontano molte “mamme rinviate”… pensate se a tutto questo si aggiungesse la terribile sensazione di essere giudicate, additate, colpevolizzate (e quanto e’ facile a volte aprire la bocca invece di tacere!) Ecco tutto questo in un futuro immaginario mi spinge a credere che per sfuggire a questa “umiliazione” le donne potranno essere spinte di nuovo indietro di 40 anni! Il diritto tornera’ ad essere una condanna! Immagino donne abbandonate alle proprie scelte tornare a cercare aiuti in servizi clandestini, magari onerosi, solo per godere di un diritto che si sentono in qualche modo di non meritare !!! Questo non e’ moralmente corretto! Non e’ etico! Nel 2019 non si può
10 anni di lavoro come ostetrica ho toccato tante anime… ho condiviso emozioni, pianto, gioito, mi sono arrabbiata mi sono esposta facendomi carico di “battaglie” non mie e qualche volta come si dice a Roma “ho abbozzato” Sono diventata una ladra di emozioni e ho capito! Ho capito che nella vita degli altri ci entri solo su invito e che starci dentro e’ un onore in ogni caso! Ho capito che nella vita tutto puo’ succedere, che il mai non e’ detto che duri per sempre, che il Sì a volte diventa no e il no potrebbe essere un “forse”…Ho capito che e’ facile dire “io non lo farei mai” se non sei tu a vivere quell’emozione in quel momento! Ho capito che non esistono scale di dolore, ne scale di amore, che sentiamo e proviamo quello che in quel preciso momento viviamo e che per sua stessa natura passera’ senza tornare mai identico… magari meglio, ma mai lo stesso. Ogni scelta che facciamo crea conseguenze e i primi a doverci fare i conti siamo noi che le abbiamo fatte quelle scelte! Se non posso indossare la pelle di un altro, non posso giudicare le sue scelte! Sono un’ostetrica, saro’ un’ infermiera, le persone di cui mi sono occupata e di cui mi occupero’ in futuro non hanno bisogno del mio giudizio personale, ma del mio sostegno, della mia professionalita’, della mia competenza e del mio rispetto!
«Se non posso indossare la pelle di un altro, non posso giudicare le sue scelte! Sono per la sacralità della vita, ma non sono obiettrice!» diato, ci siamo preparati, in qualche modo abbiamo sperimentato e siamo arrivati a garantire un intervento rapido, sicuro ed efficace per interrompere una gravidanza, al solo scopo di ridurre il numero di giovani donne costrette a rivolgersi ad un mondo sommerso fatto di ferri da calza non sterilizzati, pozioni miracolose, emorragie del post aborto, infezioni, perforazioni uterine ,infertilità conseguente e morte! Poi?... Poi abbiamo fatto un passo indietro! In Italia in media ogni 10 medici 7 sono obiettori… ragioniamo per assurdo… facciamo un balzo in avanti nel peggior futuro che siamo in grado di creare. Quando non sarà più disponibile un medico non obiettore a chi si rivolgeranno le giovani donne che vogliono interrompere una gravidanza? Ovvio che sto estremizzando… ma alla fine è come se avessimo lasciato le donne sole… Sole e giudicate erano nel passato, sole e troppo spesso giudicate ancora adesso…Purtroppo basta aprire Internet per leggere una serie di esperienze autobiografiche terribili! Non e’ forse anche questa una forma di violenza? I segni restano… decidere di interrompere una gravidanza non e’ mai una scelta presa a cuor
inorridire di fronte ad un uomo che picchia sua moglie, manifestare, chiedere pene piu’ severe, rispetto e protezione e poi girarsi dall’altra parte e in qualche modo legittimare una condotta altrettanto disdicevole e lesiva. Possiamo scegliere il nostro Dio, non possiamo sostituirci a lui! A 40 anni dalla conquista del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, fortemente voluto dalle donne, tutti i limiti della legge non riescono piu’ a rimanere silenti e la fanno sembrare molto piu’ attuale e incastonata nel contesto della violenza di genere piuttosto che come manifesto di una definitiva conquista di autonomia da parte delle donne. Qualcosa deve essere sistemato! Cosa penso io dell’interruzione volontaria di gravidanza…Sono sempre stata una persona molto intransigente soprattutto con me stessa. Nella mia vita c’erano cose giuste e cose sbagliate, cose bianche e cose nere, cose che dovevano andare come dicevo io oppure non andare affatto… poi … sono cresciuta! Ho scoperto che posso sbagliare, che dopo ogni caduta ci si rialza sempre e che ogni volta s’impara, ho scoperto che non sono immortale e che sono lontanissima dalla mia idea di perfezione! In
Sono per la sacralita’ della vita, ma non sono obiettrice! So cosa non voglio essere nella mia vita, cosa non perdonerei mai a me stessa, non posso scegliere cosa gli altri devono essere per loro stessi, ma posso far in modo che le loro scelte siano almeno delle scelte consapevoli grazie al counseling e all’educazione sanitaria! La mia liberta’ dipende dalla libertà degli altri. Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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febbraio 2019 n lettore chiede alla redazione quali difese ha un cittadino, lavoratore autonomo, che ha ricevuto la comunicazione di un avviso di addebito, da parte di un Ente previdenziale, quando è in corso un processo che accerti il medesimo diritto di credito dell’Ente. Innanzi tutto, per meglio far comprendere la risposta è necessario effettuare una breve disamina sull’avviso di addebito e sugli altri istituti giuridici in forza dei quali l’Ente previdenziale può pretendere eventuali suoi crediti dal contribuente. L’Inps dispone di un efficace strumento di riscossione coattiva dei contributi, cioè l’avviso di addebito che ha sostituito la cartella esattoriale ed ha la particolarità di essere immediatamente esecutivo. Ciò vuol dire che l’Inps non ha bisogno di effettuare il procedimento di recupero dei contributi tramite cartella esattoriale, come invece fanno gli altri enti, potendo ricorrere ad un atto proprio che, una volta notificato, può essere portato ad esecuzione con la conseguente espropriazione forzata nei confronti del debitore. Infatti, l’Ente previdenziale attraverso la comunicazione dell’Avviso di Addebito chiede il pagamento del proprio credito entro 60 giorni dalla notifica. In caso di mancato pagamento, nel termine indicato, l’avviso di addebito viene contestualmente consegnato telematicamente all’agente della riscossione, che procederà al recupero coattivo del debito. La legge, inoltre, prevede espressamente che i contributi dovuti agli enti previdenziali siano iscritti in ruoli resi esecutivi, a pena di decadenza entro il 31 dicembre dell’anno successivo al termine fissato per il versamento, per i contributi o premi non versati dal debitore; mentre, in caso di denuncia o comunicazione tardiva o di riconoscimento del debito, tale termine decorre dalla data di conoscenza, da parte dell’ente; invece, per i contributi o premi dovuti in forza di accertamenti effettuati dagli uffici, l’iscrizione deve essere esercitata entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla data di notifica del provvedimento ovvero, per quelli sottoposti a gravame giudiziario, entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui il provvedimento è divenuto definitivo. In altri termini, l’Inps, se vuole avvalersi della procedura di riscossione esattoriale, deve iscrivere a ruolo le somme dovute entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla scadenza del versamento. Se l’iscrizione a ruolo avviene oltre tale data, la cartella esattoriale o avviso di addebito notificati al contribuente sono illegittimi in quanto l’Inps è definitivamente decaduto dalla possibilità di riscuotere i propri crediti tramite agente della riscossione. Resta ferma, tuttavia, la possibilità di riscuotere i crediti non ancora prescritti, tramite azione ordinaria con ricorso al giudice. Secondo la Cassazione, però, la decadenza dall’iscrizione a ruolo rende impossibile la riscossione tramite agente della riscossione ma non annulla i debiti Inps, i quali possono essere pretesi in via ordinaria dell’istituto previdenziale. I contributi previdenziali, inoltre, si prescrivono in cinque anni decorrenti dal giorno in cui il soggetto obbligato avrebbe dovuto versarli, a
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CRONACA L'avvocato risponde meno che la prescrizione non sia interrotta da un qualsiasi atto notificato al soggetto obbligato contenente l’intimazione ad adempiere, come l’avviso di addebito. Affinché l’atto interruttivo possa considerarsi valido, è necessario che la notifica avvenga entro cinque anni da quella dell’ultima intimazione di pagamento. La notifica oltre cinque anni avrebbe altrimenti ad oggetto un credito già caduto in prescrizione e quindi estinto. Pertanto l’avviso di addebito avente ad oggetto contributi risalenti ad oltre 5 anni prima è illegittimo, a meno che la prescrizione non sia stata interrotta da un’intimazione di pagamento (per esempio avviso bonario). L’avviso di addebito Inps può essere impugnato per vizi sostanziali, per esempio in caso di contributi già versati o comunque non dovuti, contributi prescritti, errore di calcolo delle somme dovute a titolo di contributi, premi, interessi o sanzioni. I vizi di merito possono essere fatti valere dinanzi al giudice (Tribunale – sezione lavoro) con ricorso da depositarsi nel termine di decadenza di quaranta giorni, decorrenti dalla data di notifica della cartella al destinatario. L’avviso di addebito Inps può essere impugnato anche per vizi formali, relativi cioè alla forma dell’atto o alla sua notifica: per esempio in caso di mancata indicazione delle voci di calcolo, mancata sottoscrizione, notifica nulla o inesistente, motivazione mancante o incompleta. Secondo la Cassazione, i vizi formali devono essere impugnati con l’opposizione gli atti esecutivi nel termine più breve di venti giorni. I giudici ritengono infatti che le irregolarità formali dell’avviso, in quanto titolo esecutivo, devono essere sollevate attraverso lo strumento dell’opposizione agli atti esecutivi. In assenza di proposizione di ricorso giudiziario nel termine previsto, l’avviso di addebito diventa inoppugnabile. Infine, l’Ente potrà intervenire in autotutela per annullare in tutto o in parte l’avviso, nei seguenti casi: in presenza di una sentenza dell’autorità giudiziaria che, nonostante il decorso del termine per impugnare la cartella/avviso di addebito notificati, abbia accertato l’inesistenza, totale o parziale, dell’obbligo contributivo; pur in assenza di una sentenza di accertamento dell’autorità giudiziaria, deve essere ammessa la possibilità di intervento in autotutela laddove la sede Inps competente verifichi, sulle base delle disposizioni esistenti, la fonda-
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tezza delle ragioni sostanziali del contribuente, pur di fronte ad un titolo non più impugnabile (anche allo scopo di evitare la soccombenza dell’Istituto in un eventuale giudizio di accertamento). Secondo l’Inps non è invece possibile intervenire in autotutela in presenza di un titolo inoppugnabile (cartella o avviso di addebito) qualora il contribuente eccepisca l’avvenuta prescrizione del credito previdenziale prima della notifica del titolo stesso. Dunque, venendo al caso che ci riguarda, il cittadino deve assolutamente impugnare l’avviso di addebito a lui comunicato per evitare che lo stesso diventi definitivo e renda vano il processo in corso che sicuramente verte sul merito della vicenda, ossia sull’accertamento negativo del diritto dell’ente ad ottenere il pagamento degli oneri previdenziali. Infatti, come sopra detto, l’avviso di addebito, una volta definitivo, costituirà titolo per un’azione esecutiva nei confronti del contribuente, seppure questi esca vittorioso dal giudizio di accertamento negativo del diritto preteso dall’Ente. Peraltro, l’avviso di addebito e la iscrizione a ruolo esattoriale del credito ipotetico (esistendo un giudizio in corso) in esso contenuta sono illegittimi, per violazione dell’art. 24, comma 3, D. Lgs 46/99. Infatti, tale norma prevede e la giurisprudenza della Suprema Corte conferma: “la non iscrivibilità a ruolo del credito previdenziale sino a quando non vi sia provvedimento esecutivo del giudice, qualora l’accertamento su cui la pretesa creditoria si fonda sia impugnato davanti all’autorità giudiziaria”. Avv. Antonio Aquino
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RUBRICHE
Il Corriere della Città febbraio 2019
Crescere bene con le favole a favola è un bellissimo gioco d'incanto tra bambini e adulti, dove non sono necessari giocattoli o luoghi particolari. Basta stare uno vicino l'altro: l'adulto legge e trasforma la sua voce per rendere il racconto più avvincente mentre il bambino ascolta e, immaginando le scene, sgrana gli occhi per lo stupore! Tutte le favole possiedono una morale che serve ad educare ai valori della vita, per far capire la differenza tra i buoni e i cattivi, e di come si viene premiati per le buone azioni. Diceva Albert Einstein: " Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggi loro ancora più fiabe!" mentre Betty Hinman disse:" I bambini non ricorderanno se la casa era pulita, ma se leggevi loro le favole!". In psicoanalisi la fiaba è considerata la risoluzione catartica dei problemi del bambino in crescita; infatti le situazioni dove si combatte l'orco cattivo o quando i buoni si danno da fare per vincere e salvare i deboli, insegnano al bambino stesso le giuste sequenze nel suo processo di formazione. I sogni son desideri (Cenerentola) Le bugie hanno le gambe corte (Pinocchio) Solo chi sogna può volare (Peter Pan) L'unione fa la forza (Hansel e Gretel) Stare dalla parte dei deboli (Robin Hood)
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Va sottolineata una differenza tra FAVOLA E FIABA. Nella favola i protagonisti sono sempre degli animali parlanti e c'è sempre una morale, mentre la fiaba è ricca di personaggi fantasiosi come orchi, nanetti, streghe o fate, dove il bene riesce sempre a battere il male portando il lieto fine. Le bellissime fiabe scritte da Esopo, favolista greco del VII e VI secolo A.C., contengono molti insegnamenti in quanto scritte con una morale di facile lettura anche per i più piccoli. Tra le più famose vanno menzionate "La lepre e la tartaruga" -
"La cicala e la formica" - Il leone ed il topo" e mille altre. I Fratelli Grimm, Jacob nato nel 1785 e Wilhelm nel 1786, furono dei linguisti e filologi tedeschi divenuti famosi per aver raccolto le fiabe della tradizione tedesca ed europea. Sono considerati i fondatori del racconto popolare e gli artefici delle favole che i nostri genitori ci hanno letto, e che noi abbiamo letto ai nostri figli: Cenerentola, Cappuccetto rosso, Biancaneve e i 7 nani, Hansel e Gretel, Pollicino e via dicendo. Testo e foto di Laura Piacentini
In psicoanalisi la fiaba è considerata la risoluzione catartica dei problemi del bambino in crescita: I sogni son desideri (Cenerentola) Le bugie hanno le gambe corte (Pinocchio) Solo chi sogna può volare (Peter Pan) L'unione fa la forza (Hansel e Gretel) Stare dalla parte dei deboli (Robin Hood)
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“SEGUI LA TUA INCLINAZIONE ED I TUOI SOGNI SI AVVERANO”
“Il loro scopo non è quello di farti raggiungere una meta, ma di renderti felice giorno per giorno” iascuno di noi ha delle capacità e talenti naturali: dobbiamo assolutamente scoprirli ed alimentarli. Spesso invece capita di andare in senso contrario e di conseguenza la vita diventa una salita. Proviamo invece ad assecondare le nostre intuizioni, a fidarci un po’ di più di noi stessi, a stimarci e riconoscerci capaci di saper gioire delle nostre azioni e vedrete che la gioia di vivere arriva, ed allora ogni azione che facciamo ci apparirà più nitida e richiederà meno fatica. Perché, per quanto siano tutte diverse, le inclinazioni portano alla stessa meta: la felicità. Ognuno pensa di avere sogni unici, originali ed esclusivi. Poi quando ci si confronta con gli altri ci si rende conto che questa illusione svanisce perché i sogni più diffusi tra le persone sono quasi identici, piuttosto prevedibili. Tutti sogniamo di avere
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RUBRICHE più successo, di stare bene in salute, un lavoro per chi non l’ha ed uno migliore per chi già lo possiede. Negli uomini i soldi vengono visti come uno strumento per godersi di più la vita, mentre per le donne sono le basi per costruire un solido futuro. Un buon lavoro è per l’uomo quello che permette di fare carriera e di avere successo, per la donna lo strumento per realizzare se stessa. Importante è capire come vengono da noi usati e costruiti questi sogni. Per alcuni rimangono immobili nel proprio immaginario senza fare nulla perché si realizzino, li tengono lì nel cassetto come una specie di isola che non c’è, che ci serve solo per renderci più apposto con la nostra coscienza e soprattutto per giustificare i nostri insuccessi. Diverso è l’atteggiamento di chi nel realizzare un sogno, un desiderio, cerca di perseguirlo programmandolo nei minimi dettagli, ma poi una volta raggiunto lo scopo (..il sogno) automaticamente ne rimane totalmente deluso. Perché succede tutto ciò? Perché non hanno saputo creare, attorno al sogno, quell’alone di mistero, di desiderio che è la fase più affascinante del percorso per raggiungere la meta prefissata. Per qualcuno però, fortunatamente, le cose stanno diversamente: i sogni per loro sono un’oasi rigenerante, il momento in cui fare qualcosa che davvero piace. E’ a loro che dovremo rivolgerci per capire davvero quali sogni ci fanno bene. Spesso il vero sogno nel cassetto arriva come una specie di voce che ti chiama: di colpo, magari senza averci pensato prima, ti rendi conto che la tua strada è quella. Questi sogni si riconoscono facilmente, non sono molto elaborati, non contengono una ricetta fatta di tappe già preordinate, non sono una consolazione che usi nei momenti di crisi: sono come un fuoco, piccolo o grande, che senti dentro di te e che, ogni volta che lo assecondi, ti fa stare bene. Non sarà bello soltanto il giorno in cui
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si realizza ma è bello già adesso mentre è ancora in formazione perché ti fa fare cose che ti rendono felice. A occhi chiusi, immagina di scendere una scala che va in una cantina profonda, scendi sempre più in basso fino ad arrivare in una stanza immersa nel buio. Ora immagina che in fondo al buio cominci a delinearsi la forma di un oggetto: è il tuo “cassetto” nel quale sono riposti i sogni più autentici. Il cassetto è chiuso, non puoi aprirlo, anzi non devi aprirlo e questo ti provoca un sottile piacere perché sai che all’interno ci sono riposti i tuoi più profondi desideri che nessuno può vedere. Ma attenzione a non lasciarsi prendere dai cosiddetti sogni “sbagliati”, poiché non sono davvero quelli che sentiamo “nostri”, sono sogni acquisiti, copiati da luoghi comuni, da mode passeggere, da desideri altrui: diventare un bravo avvocato come tuo padre, avere una famiglia felice come quelle che esistono solo in tv, vivere un amore romantico di quelli che si leggono nei libri. Il problema di questi sogni è che non sono tuoi: è come se uno sognasse di tornare a casa e invece che nella propria finisse in quella di un altro! Anche se lo realizzi, con molti sforzi, giunto alla meta ti senti vuoto, non provi quello che credevi avresti provato. Ci sono sogni nel cassetto che sono perfetti per te; sono come una fioritura, arriva senza fatica quando è primavera, perché quel seme c’era già e aspettava solo il momento giusto. Questi sogni puntualmente si realizzano e ti fanno stare bene, perché il loro scopo non è quello di farti raggiungere una meta, ma di renderti felice giorno dopo giorno. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it
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EVENTI
Il Corriere della Città febbraio 2019
Ardea Jazz Winter: l'ospite sarà Javier Girotto ufficiale, lo Special Guest per la 3ª edizione dell’ArdeajazzWinter è Javier Girotto. Appuntamento Giovedì 28 Febbraio, nella prestigiosa cornice dell’Agriturismo Campo del Fico in Via Apriliana 4 ad Aprilia. Torna con un inconfondibile stile il grande jazz ad Ardea, dopo l’inebriante successo dell’Ardeajazz Festival di Luglio fra la storica scalinata di Via Catilina e la Piazza del Castello Sforza Cesarini ora, la versione invernale, porta sul palco Javier Girotto, sassofonista argentino dal sound unico che si esibirà con un suo connazionale, il pianista Natalio Mangalavite. I due irriducibili cordovani presenteranno un progetto rivolto alla riproposizione in chiave jazzistica di alcuni “estandars” argentini. La parola estandars in Argentina si riferisce alle grandi canzoni del repertorio folcloristico, includendo vari idiomi: zamba, chacarera, chamame, milonga, tango, candombe. Sarà un concerto multietnico perché, i due artisti proporranno musiche di origine argentina ma, non dimenticheranno di omaggiare anche la loro città di adozione che è Roma.
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Il Corriere della Città Numero 2 Anno 11
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EDITORE: La Città
via Odessa 41 - 00040 Torvaianica
Durante il concerto, di Giovedì 28 Febbraio, ci sarà anche un collegamento con la Radio Nacional Argentina che realizzerà alcune interviste trasmettendole in diretta in un programma rivolto agli Italiani che vivono in Argentina. Il concerto inizierà alle 21.00 di Giovedì 28 Febbraio e sarà preceduto da un apericena di benvenuto dalle 20.00. La prenotazione è obbligatoria e, ricordando il Sold Out delle passate edizioni invernali con Fabrizio Bosso e Stefano Di Battista e il numero limitato dei posti, si consiglia di effettuarla il prima possibile.
Borse di studio a Pomezia
Sabato 19 Gennaio si è svolta in un clima emozionante, con una partecipazione calorosa e commossa di docenti, genitori e alunni la 17^ edizione della cerimonia di consegna delle borse di studio, istituite dall’Istituto di Largo Brodolini a favore degli studenti che si sono maggiormente distinti l’anno scorso. Premiare il merito è importante, gratificare gli studenti significa porli nella condizione migliore per affrontare con lo stesso entusiasmo, sacrificio e volontà il loro futuro. In questi anni alcuni alunni sono stati premiati più volte, a conferma di un impegno continuo e che si mantiene elevato. Con le borse di studio la scuola vuole ricordare ai giovani che la conoscenza va nutrita e coltivata e che deve essere sempre affiancata da sani principi morali. Ci riempie E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Samantha Morano, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Massimiliano Gobbi, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti
di soddisfazione per essere riusciti a portare avanti questa iniziativa così importante e gratificante per i nostri alunni. Le 17 Borse di Studio e i 29 Attestati di merito e libro, sono l’espressione di una sana competizione che serve oggi nella scuola e domani nella vita. Agli studenti dico grazie e complimenti per l’impegno e la responsabilità che hanno dimostrato e li invito a non spegnere mai il loro entusiasmo di vivere, di migliorarsi e combattere per un posto dignitoso e di valore nella società. Ringrazio il Dirigente Scolastico e tutto il personale dell’istituto, i genitori e soprattutto gli alunni capaci di farci vivere momenti di forti emozioni. Arrivederci all’anno prossimo. Prof.ssa Antonella Nicolosi PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 31/01/2019
STAMPA: Tipografia Graffietti
Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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EVENTI
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Alessandro Borghese premia la miglior fraschetta uovo appuntamento con Alessandro Borghese "4 Ristoranti". Nell'episodio andato in onda il 29 gennaio chef Alessandro Borghese è tornato nel Lazio. Oltre la Capitale Roma: Il Colosseo, la fontana di Trevi, il Tevere, chi l’ha detto che è solo questo? A pochi chilometri dal cupolone esistono piccoli borghi antichi: i Castelli Romani. Nella puntata in onda a fine gennaio chef Borghese si trova nella patria della porchetta e della romanella alla ricerca della migliore fraschetta. Chi tra La Fraschetta de Sora Ines, Cantina Simonetti, l’Hosteria La Fraschetta di Padre in Figlio e l’Osteria di Corte si aggiudicherà il titolo? Le ultime due puntate della quinta stagione del programma faranno invece tappa nel ponente ligure con la Riviera dei Fiori e infine a Cremona. Cantina Simonetti Fabrizio è il titolare di questa fraschetta. E’ nato a Roma e ha aperto dieci anni fa la fraschetta che porta il suo nome nella piazza più bella di Frascati. La cucina di Fabrizio è genuina, autentica e verace. Piatti tipici castellani: gricia, cacio e pepe, schiaffoni alla frascatana, polpette, trippa e abbacchio. Ov-
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viamente nel bancone dei salumi non può mancare la porchetta. La location è una tipica fraschetta con cucina. La Fraschetta de Sora Ines Romina è la titolare e la responsabile di sala. Gestita dalla sua famiglia, la fraschetta è tramandata da generazione in generazione dalla nonna Sora Ines. Romina, prima nipote di Ines, ama il suo lavoro ed ha iniziato aiutando la nonna già all’età di 12 anni. Da lei ha imparato tutto, tranne che a cucinare “io mangio, se sto in carne è perché mangio qua eh”. La cucina è tipica tradizionale romana e dei Castelli, è una cucina casereccia di cuore. La Fraschetta de Sora Ines si trova ad Ariccia bassa. Osteria di Corte Marco è il titolare e responsabile di sala. Da
quasi 20 anni fa questo lavoro all’interno dell’Osteria di suo suocero che lui ritiene “un vero oste”. Per Marco tutto il successo del suo lavoro sta nel far divertire i clienti e giocare con loro. Tutto per lui è arte: dal tagliare la porchetta, allo arte stare in sala con i clienti. La cucina dell’Osteria di Corte è il regno di Jennifer, moglie di Marco. Da vera fraschetta tutto richiama la cucina romana, dagli antipasti al dolce con le classiche ciambelline da intingere nella Romanella. L’Osteria di Corte si trova nella parte alta di Ariccia, zona in cui secondo Marco ci sono le vere fraschette. Hosteria la Fraschetta di Padre in Figlio Giorgia è la titolare e cuoca. Lavora insieme alla sua famiglia nella fraschetta che aprì il padre 15 anni fa. A cucinare le ha insegnato la nonna: “la carabiniera”, che strilla se tutto non va come dice lei. Oltre che per il cibo ha una passione per la moda, per lei abbinare i colori è come mescolare i giusti ingredienti in un piatto. La cucina della fraschetta è quella tipica romana, “la stella è la porchetta”, quella per cui tutti vanno in fraschetta. La location è una tipica fraschetta romana e si trova a Castel Gandolfo. E' stata lei a vincere alla fine la puntata mentre il bonus per la miglior Cacio e Pepe, assegnato da Borghese, è andato all'Osteria di Corte.
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SPORT
Il Corriere della Città febbraio 2019
Calcio dilettanti: Indomita campione d'inverno orna il consueto appuntamento con la rubrica calcistica.Vediamo l'andamento delle squadre del nostro territorio. Pomezia Calcio Il Pomezia Calcio di Bizzaglia non si ferma più, inanella una serie di risultati utili consecutivi soprattutto grazie al nuovo innesto del mercato invernale Victor Gomez e rilancia le proprie quotazioni stagionali. Tuttavia il 2019 comincia nel peggiore dei modi per i rossoblù: Santori piega i guantoni di Gori al 94’ con una punizione spettacolare decretando la vittoria esterna a favore della capolista Pro Calcio Tor Sapienza, vera rivelazione del campionato. La diciottesima giornata vede la squadra di mister Gagliarducci ancora troppo passiva per le proprie potenzialità, infatti riesce a trovare solo un 1-1 casalingo contro un timido Ottavia costringendo patron Bizzaglia a decidere per un maxi-ritiro di 3 giorni. La decisione dà i suoi frutti alla diciannovesima giornata: poker esterno ai danni del Latina S. Sermoneta a segno vanno Gamboni, Bencivenga, Fusaroli ed il classe ’99 Andrea Bizzaglia. La ventesima ed ultima giornata vede i pometini archiviare la pratica casalinga Arce con un netto 3-0: la gara viene decisa da due sigilli del neo-acquisto Gomez e da un gol di Cestrone. UniPomezia I rossoblù sono ancora imbattuti in questo 2019 nel campionato di Eccellenza, girone A. Moro Junior decide la diciassettesima giornata sul campo dell’Atletico Vescovio (0-1). Alla diciottesima grande tris esterno per i crimsini: Ciaramelletti, Regis e Delgado piegano l’Almas a domicilio (1-3). Battuta d’ar-
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resto parziale alla diciannovesima giornata per i pometini che non riescono andarae oltre l’1-1 casalingo contro un modesto Sporting Genzano, a segno Delgado che sigla il suo quinto sigillo stagionale. Grande vittoria nello scontro diretto esterno contro l’Eretum alla ventesima giornata: Porzi decide il match e rilancia i pometini verso le zone più nobili e consone della classifica per la corazzata Uni Pomezia. Unica nota negativa di questo inizio anno è stata la sconfitta nel doppio scontro di Semifinali di Coppa Italia che ha visto i crimsini cedere nella gara di ritorno a Pomezia (0-2) al T. Nuova Florida, l’andata era finita 0-0 al Mazzucchi di Ardea interrompendo l’egemonia del presidente Valle che durava ormai da due anni. Team Nuova Florida La squadra del Presidente Marcucci sogna ad occhi aperti: attualmente gli ardeatini sono terzi nel proprio girone di appartenenza di Eccellenza, e soprattutto sono riusciti grazie ad un super Massella ad approdare nella fi-
nalissima di Coppa Italia Eccellenza che li vedrà impegnati contro il Cynthia. Andiamo con ordine. Il 2019 inizia nel migliore dei modi per il T.Nuova Florida archiviando la pratica Campus Eur al Mazzucchi di Ardea per 2-1, a segno Giordani e Massella. Gara a reti bianche quella della diciottesima giornata, sempre in casa contro un quadrato Montespaccato. Grande exploit alla diciannovesima giornata per gli uomini di mister Bussone: 0-3 netto esterno, Giusto, Massella e Morra regolano il prossimo avversario di Coppa Italia Cynthia. Alla ventesima giornata solo il solito Massella non basta, l’attaccante ardeatino sigla due gol ma il T.Nuova Florida cede nella gara casalinga contro il R. Monterotondo Scalo per 2-3. La finale di Coppa italia sarà Mercoledì 6 Febbraio, allo stadio "Tre Fontane" dell’EUR alle 14:30, tra Cynthia e Team Nuova Florida. Indomita Pomezia – Selva A.P. L’Indomita Pomezia sembra non conoscere ostacoli in questo campionato di Prima Categoria, sapevamo potesse fare grandi cose grazie ad una serie importante di innesti estivi ma non che si potessi spingere così in avanti: solo una sconfitta in 16 partite e 41 gol fatti per la banda di Aiello che si prende meritatamente il titolo di Campione d’inverno distaccando nell’ultima giornata di campionato proprio il CS Primavera con un 1-0 casalingo al Comunale di Torvaianica. Nella giornata precedente i pometini avevano archiviato con un tris esterno (2-3) la pratica V. Ardea, quest’ultima che comunque si sta confermando una rivelazione per questo campionato.
Pietro Bencivegna, Pomezia Calcio (Ph. Valerio Caprino)
L'Unipomezia lascia la Coppa Italia dopo due trofei consecutivi, passa il Team Nuova Florida. Bene il Pomezia Calcio: il ritiro è servito. Indomita Pomezia - Selva A.P., ruolino di marcia da prima della classe
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SPORT
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Le classiďŹ che: al giro di boa il bilancio per il territorio Eccellenza girone A
Seconda Categoria gir. H
Calcio a 5 - Serie C2/A
Calcio a 5 - Serie C2/B
Terza Categoria Roma B
Eccellenza girone B
Prima Categoria girone G
Calcio a 5 - Serie B/E
RICERCA PERSONALE
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SPORT
Il Corriere della Città febbraio 2019
Il 'legionario' incontra gli studenti dell'IIS L. Brodolini lessio Sakara: campione mondiale di MMA, una montagna di muscoli e tatuaggi, che avvolgono un grande cuore e una grande sensibilità. Il “Legionario”, cosi è soprannominato, ha voluto incontrare i nostri studenti, il 20 Dicembre 2018, per raccontare con semplicità e sincerità la sua storia, non per voglia di protagonismo, ma come esempio per scuotere e stimolare i giovani (ma non solo) a reagire in modo positivo alle difficoltà, che inevitabilmente prima o poi possono incontrare, e per invitarli a porsi degli obiettivi e dare tutto, soffrendo, per raggiungerli. In poco più di un’ora, volata via in un silenzio incredibile tra i cento ragazzi più fortunati che hanno potuto incontrarlo, questo gigante ci ha donato (e il verbo dono ha qui un significato pieno) ricordi e momenti importanti della sua vita, dai primi anni, vissuti a Pomezia. Si, perché la sua storia comincia dalla nostra città, in un quartiere popolare, vicino alla nostra scuola.
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appena può, lascia Pomezia e parte per il Brasile, per continuare a crescere e imparare nuove discipline, divenendo campione e testimone mondiale nelle MMA (Arti marziali miste), uno sport seguito da molti ragazzi, che insegna a controllare la forza e la violenza e a usarla nel rispetto delle regole ; viaggia molto, tra Colombia, Brasile, Stati Uniti e la sua storia di personaggio famoso come campione e uomo di spettacolo è ormai nota e sicuramente appassionante. Ma molto in-
sta a cuore, quello del bullismo, ricordando episodi di bullismo avvenuti quando era ragazzo e facendo riflettere tutti sul fatto che il bullo è spesso il vero debole; invita a non fare finta di niente, anzi a contrastare uniti gli atteggiamenti prepotenti, a difendere le vittime. E’ importante aiutare e farsi aiutare, lui lo ha sempre fatto. Alessio risponde alle domande degli studenti, poi qualche foto, poi un grande “DAJE!”, urlato insieme, per salutarci con energia. Grazie, Alessio! La tua
A lezione con Alessio Sakara che racconta i suoi lati meno conosciuti: ama i momenti di solitudine, legge tantissimo (un libro ogni dieci giorni), conosce quattro lingue, conosce la paura, ma sa dominarla. Conosce la sofferenza, necessaria per raggiungere gli obiettivi. Alessio bambino-ragazzo soffre moltissimo quando il padre se ne va di casa e non lo cerca più: è arrabbiato, aggressivo, ha problemi a scuola, e la mamma lo iscrive ad una palestra di pugilato , pensando che lì prenderà un po’ di cazzotti, gli passerà la voglia di darli e lascerà perdere subito. Invece Alessio si appassiona a questo sport, dove trova una figura molto importante, il suo allenatore, e ci si butta con tutte le forze, canalizzando quella rabbia che ha dentro in una grande determinazione che lo spinge verso obiettivi sempre più importanti. Sorprende sentire che lo chiamavano “cannavuota”, per quanto era secco, ed ora è un gigante. Così,
teressante e piacevolmente sorprendente è conoscere la parte più personale e umana di Alessio, che forse su Internet non troviamo. Stupisce infatti sentirgli dire che ama i momenti di solitudine, che legge tantissimo (lui legge un libro ogni dieci giorni); invita i ragazzi a leggere e suggerisce anche dei titoli; conosce quattro lingue; conosce la paura, ma sa dominarla; conosce la sofferenza, necessaria per raggiungere gli obiettivi. Ecco, gli obiettivi: Alessio invita i giovani a porsi degli obiettivi e a inseguirli, ad usare le proprie energie per costruire qualcosa di positivo e non per piangersi addosso o, peggio, fare cose sbagliate. E così affronta un tema che gli
bella testimonianza contribuisce ad uno degli obiettivi fondamentali del nostro lavoro quotidiano: aiutare i nostri studenti a crescere e diventare sani cittadini del mondo. Ti aspettiamo per il prossimo incontro, che ci hai promesso nonostante i tuoi impegni, con tutti gli altri alunni che non hanno potuto partecipare! Professoressa Elena Galastri Referente per il Cyberbullismo I.I.S.
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“Largo Brodolini “ di Pomezia Alessio Sakara ha incontrato gli studenti il 20 dicembre scorso: le foto della giornata