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Anno 12 Numero 2
FEBBRAIO 2020
libertà informazione politica cronaca cultura sport
Residenti dimezzati in tre anni, ma resta l'illegalità
IN FUGA DAL CAMPO ROM
TASSE & EVASIONE Tari ad Ardea: per il 2019 ancora 1 su 2 non ha pagato IL SINDACO SAVARESE «Ogni anno mancano 25mln»
CRISI DEL TERRITORIO
A Marina di Ardea chiude l'ennesimo negozio: ma c'è chi non si arrende EQUO COMPENSO Nasce l'Osservatorio degli Avvocati
Editoriale Pag. 18
"PIANO ROM" Perché dopo 30 mesi può considerarsi fallito. Il dossier
CAMPO JEMINI: COME CAMBIA IL QUARTIERE
CIAO NONNO PIO! L'ultimo saluto al bagnino da leggenda
E' SEMPRE EMERGENZA
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gennaio è tornato a far parlar di sé il campo rom di Castel Romano per il riacutirsi di uno stato emergenziale che si trascina da tempo, da sempre praticamente. Sin dal 2005 quando nell'area arrivarono le prime famiglie, frutto dello sgombero del campo di Vicolo Savini. Un'ordinanza firmata dall'allora Sindaco Veltroni che prevedeva una sistemazione assolutamente temporanea (oggi tutto questo fa riflettere): fino al 2006. Il “villaggio” sorse così all'interno della Riserva naturale di Decima Malafede malgrado le leggi ferree di salvaguardia ambientale (come la Legge della Regione Lazio n. 29/1997) le quali però possono essere «derogate in caso di necessità e urgenza o per ragioni di sicurezza pubblica». Ma il sistema della “deroga” permise di allungare a dismisura il tempo di permanenza del campo sulla Pontina: nel luglio 2006, termine primo fissato per un nuovo trasferimento dei rom, e poi di volta in volta fino ad oggi, con altre date ufficiali, come quella del 2012, non rispettate. (continua a pag. 4)
FEBBRAIO 2020 NUMERO 2
www.ilcorrieredellacitta.com
Editoriale
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IN FUGA DAL CAMPO ROM POLITICA ARDEA-POMEZIA Tari ferma al palo ad Ardea..........................pp.6-7 Dipendenti comunali in stato di agitazione.....p.10 Pomezia pensa già all'estate.............................p.12 Natale...lungo a Pomezia..................................p.13 CRONACA Nasce l'Ecomuseo Virgiliano...........................p.20 Fontana vandalizzata a Pomezia.....................p.22 Quattro anni di "Pomezia Sparita"..................p.24 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 30
LA SUGHERETA "IN MOSTRA"
Dodici opere a comporre il calendario della Regione Lazio (Pag. 28)
SPORT
Gli ultimi risultati e le classifiche aggiornate Pp. 36-37
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EDITORIALE
Il Corriere della Città febbraio 2020
In fuga dal campo rom di Castel Romano (Segue dalla prima) Nel 2017 l'Ente gestore del Parco, a cinque anni dalla scadenza dei cinque anni della deroga, intimò a Roma Capitale di ripristinare l'area. E' qui che la Giunta capitolina guidata da Virginia Raggi presentava, con toni entusiastici, il piano per il superamento del campo rom di Castel Romano e degli altri insediamenti che popolano la Capitale. Si torna quindi alla deroga: altri quattro anni concessi dalla Regione Lazio con monitoraggio costante del cronoprogramma stilato dal Campidoglio. Oggi, ad altri tre anni di distanza, è ancora tutto fermo al palo. Gli ultimi atti ufficiali parlano di uno slittamento ulteriore al 18 giugno 2022 come termine ultimo per la
Campo rom di Castel Romano, residenti in fuga dall'insediamento sulla Pontina
Gli abitanti, e non certo per i piani messi a punto dalla politica, se ne stanno andando via da soli a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie dell'area: -50% di residenti in soli tre anni, dal 2017 al 2019. Adesso sono poco più di 500. riconsegna dell'area da parte di Roma Capitale alla Regione a bonifica già avvenuta. Un bando, quello predisposto da Roma, finanziato con 1 milione e mezzo di euro di fondi comunali della durata di 24 mesi con scadenza per fine novembre 2021. Per questo, si legge nel disciplinare di gara, «l'area dovrà essere libera da persone o cose entro il 31/12/2021 per permettere le operazoni di bonifica dell'area». In mezzo le operazioni per garantire percorsi relativi alla fuoriuscita degli ospiti dal villaggio nel nome «dell'inclusione sociale, economica ed abitativa in vista della chiusura definitiva dei Nelle foto: auto campi». Il probruciate nel campo rom; (a dx) a gennaio è blema è che, come vedrete all'interno tornato l'incubo dei sassi lanciati alle auto di questo numero,
tutte le strade battute dall'Amministrazione capitolina in quest'ottica, dal bonus affitto ai percorsi per l'inserimento nel mondo del lavoro, hanno portato ad esiti più che deludenti. Intanto però gli abitanti, e non certo per i piani messi a punto dalla politica, se ne stanno andando via da soli a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie dell'area: -50% di residenti in soli tre anni, dal 2017 al 2019. E nello stesso periodo, caso strano, sono cresciuti del 66% gli insediamenti “irregolari” sparsi un po' ovunque nell'area metropolitana: una coincidenza? Luca Mugnaioli Gli ultimi atti ufficiali parlano di uno slittamento ulteriore al 18 giugno 2022 come termine ultimo per la riconsegna dell'area da parte di Roma Capitale alla Regione a bonifica già avvenuta
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2020
Tasse Ardea, anche la Tari è ferma al palo Nel 2019 uno su due non ha pagato. E con l'Imu non va meglio. Ma poi ci sono gli “orrori” degli Uffici mposte ed evasione, il Comune di Ardea è costretto a barcamenarsi tra numeri davvero deprimenti. Come se non bastasse lo stato di dissesto finanziario, quantificato recentemente dall'Organo Straordinario di Liquidazione in 21 milioni di euro, l'Amministrazione comunale è costretta a fare i conti, letteralmente, con chi non paga regolarmente le tasse. Un argomento “scottante” che nel mese di gennaio ha sollevato un polverone di polemiche in particolare attorno ad alcune dichiarazioni del Sindaco: dal famoso «alabastro» per riasfaltare le strade, a condizione però che tutti paghino il dovuto, ai numeri (stratosferici) sull'Imu e della relativa evasione snocciolati sempre da Mario Savarese. Parole forti, indubbiamente, a sostenere un'unica tesi: se volete veder risanato il Comune, compresa la manutenzione delle strade – che è poi stato il tema scatenante dell'intero dibattito – dovete fare la vostra parte. In qualche caso però i rapporti si sono ribaltati: sì, perché le cartelle esattoriali hanno raggiunto anche chi, invece, aveva pagato regolarmente il dovuto, come testimoniato dai casi raccolti dalla nostra redazione. Il che, chiaramente, non fa che inasprire il clima di conflittualità tra Amministratori e cittadini che ormai si re-
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rilevanti. Ad Ardea, è bene ricordarlo, la tassa dei rifiuti si può pagare fino a tre rate con scadenze fissate per luglio, settembre e novembre. Al 19 gennaio 2020, riferendosi alla Tari dello scorso anno, aveva pagato soltanto il 55,21% dei contribuenti, valore che scende ulteriormente considerando la percentuale degli incassi sugli importi dovuti (43,01%). Per il Sindaco si tratta comunque di un dato provvisorio che va così contestualizzato: «Molti pagamenti arriveranno in ritardo e altri saranno frutto di cartelle esattoriali», ci dice Savarese. «Dopo i cinque anni, periodo entro il quale è possibile esigere la tassa, tendenzialmente mancherà alla fine un 30%. Dopo 5 anni, ad esempio, la Tari incamerata riferita al 2014 è al 68%, quella dell'anno scorso (2019) è invece ferma al 43%; ma nel corso degli anni a seguire raggiungerà tendenzialmente il 65/70%. Il 30% e oltre che rimane non pagato dai contribuenti è immobilizzato sul Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) il che equivale a «Se il 30% non paga vuol dire che ad evadere sono 11.000. Ogni evasore vale in buche circa 350 Euro. Il costo in opera di un metro cubo di asfalto con il quale mediamente si saturano una trentina di buche. Con lo stesso importo potrei dare gratis il trasporto scolastico a tutti e la mensa».
Un cittadino che non paga la Tari impedisce all'ente di spendere soldi per riparare le buche. Giusto per semplificare gli effetti. Sono 37.000 i ruoli Tari: se il 30% non paga vuol dire che ad evadere sono 11.000. Ogni evasore vale in buche circa 350 Euro. Il costo in opera di un metro cubo di asfalto con il quale mediamente si saturano una trentina di buche. Con lo stesso importo potrei dare gratis il trasporto scolastico a tutti e la mensa. A questo punto chi è che si deve vergognare? Il sindaco che dice come stanno le cose o il consigliere che prende le difese del cittadino che non paga le tasse?». Imu: “buco” da 22 milioni Non va meglio per l'imposta sulla casa che, come è noto, non si paga sulla prima abitazione. «Questa tassa è dovuta da tutti i cittadini proprietari di immobili. Mi soffermerò esclusivamente, per semplicità, sugli immobili adibiti ad abitazione privata. ono 49.281 le abitazioni regolarmente accatastate ad Ardea; il loro valore fiscale complessivo ammonta a oltre cinque miliardi di Euro. L’Imu non è dovuta per l’abitazione principale dove comunemente vive e soggiorna un nucleo familiare, seppur composto da un solo componente; sono poco più di 24.000 le famiglie di Ardea». (continua)
Mario Savarese: «Chi è che si deve vergognare? Il sindaco che dice come stanno le cose o il consigliere che prende le difese del cittadino che non paga le tasse?» spira da tempo sotto la Rocca. Tari: quanto manca all'appello Veniamo ai numeri. I dati sull'Imu, che riprenderemo più avanti, sono stati pubblicati su tutti i giornali e sono ormai noti ai più. Ma anche la partita della Tari rivela più di una sorpresa considerando Nella foto: il che anche qui i mancati Sindaco di incassi per le casse comuArdea Mario nali non sono di certo irSavarese
sottrarre fondi alle risorse tributarie e quindi alla possibilità di spese correnti (servizi ai cittadini)», prosegue il primo cittadino. Poi una precisazione: «Faccio notare inoltre la differenza tra i mancati pagamenti in termini di percentuale di utenti, in confronto alla percentuale del mancato incasso. All'inizio a non pagare sono i cittadini che producono l'entrata più alta, quelli cioè che devono più soldi, ma, per contro, sono invece le cifre più basse a essere più facili da recuperare...». Tassa sui rifiuti e buche: la stoccata del Sindaco E si torna al discorso delle buche: «È importante sapere che la quota Tari non incassata dall'ente viene poi compensata pagando le spese della raccolta dei rifiuti sottraendola alle entrate Imu, ossia alle spese correnti. I dati Tari forniti dal Sindaco di Ardea
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febbraio 2020 (segue) «Supponendo che ciascuna di queste occupi un immobile – continua il Sindaco – restano oltre 25.000 abitazioni da cui l’ente dovrebbe incassare la tassa. Mediamente il valore tassabile di una casa ad Ardea è di circa 110.000 Euro, il che ci porta a calcolare un incasso teorico per l’ente di oltre 27 milioni di Euro ai quali aggiungere la quota che lo stato dovrebbe riconoscere all’ente quale ristoro per l’abolizione della tassa sull’abitazione principale: questa cifra dovrebbe essere di poco superiore ai 10 milioni di Euro. Per la sola Imu Ardea dovrebbe incassare, dunque, circa 37 milioni». Ed ecco il punto. «Quanto realmente incassa il comune di Ardea? Poco più di 15 milioni di Euro! Mancano all’appello 22 milioni che, se incamerati, farebbero di Ardea la città più ricca del litorale». Tirando le somme Chiudendo il cerchio, e tralasciando in questa sede la Tasi, il quadro è decisamente complicato per le casse pubbliche. Dichiara ancora Savarese: «Per le sole abitazioni (escludendo dunque le pertinenze e gli esercizi commerciali (cat C) e gli opifici (cat D), il mancato gettito IMU per il comune di Ardea pesa per oltre 22.000.000 €. Se a questi aggiungi il mancato gettito Tari (a regime circa 3.000.000 €) mancano all'appello ogni anno 25 milioni di euro. Questa è la verità “scomoda” che va raccontata. Se tutti pagassero regolarmente le tasse, usciti dal dissesto, potremmo ridurre IMU e TARI del 50% garantendoci comunque entrate superiori a quelle attuali». Il Fondo di Solidarietà Comunale Ma non finisce qui. Sin dall'inizio del suo mandato Mario Savarese ha condotto più di una battaglia per denunciare ciò che accade con il cosiddetto Fondo di Solidarietà Comunale. Spiega il primo cittadino: «I comuni contribuiscono al fondo in base alla loro capacità fiscale calcolata come una percentuale dell'Imu. Il fondo alimentato dai comuni stessi è ridistribuito loro in base a criteri alquanto discutibili. Calderoli lo aveva pensato in base alle reali necessità dei cittadini (fabbisogno standard) ma nel calcolarlo il fabbisogno considerato non è quello richiesto idealmente dai cittadini, bensì quello che il Comune deve erogare, quindi dovremmo chiamarlo fabbisogno standard dei comuni e non dei cittadini. E che cosa accade? Se il Comune non eroga servizi (ad esempio trasporto scolastico, mensa scolastica, agevolazioni varie, servizi a domanda individuale, ecc.) vuol dire che non ha bisogno
A caccia degli evasori con nuovi software e il nuovo dirigente
POLITICA di aiuto e quindi non riceve nulla. Ad Ardea c'è un'ulteriore beffa: non solo non riceviamo nulla, siamo noi a dover ridare indietro ulteriori soldi. Quanti? Per il 2020 Ardea dovrà versare 255.693,40 Euro. Sapete cosa accade invece alla vicina Pomezia? Loro avranno un contributo di 7.809.684,04 Euro. Tutto questo non può essere normale». Le contromisure Ma perché Ardea fa tutta questa fatica ad incassare le tasse? «Fondamentalmente per due motivi», ci dice Savarese. «In primis il cittadino di Ardea paga tendenzialmente l'Imu ma non del tutto la Tari. Il cittadino proprietario di case ad Ardea tende invece a non pagare nulla. È una questione culturale. Dopodiché c'è la scarsissima capacità degli uffici, direi prossima allo zero, di analizzare i dati, ricavarne le informazioni utili a individuare gli evasori, mettere in atto gli strumenti per il recupero dell'evaso. Sostanzialmente, vuoi per vera e propria incapacità e volontà, vuoi per carenza di personale, quel poco che si è fatto fino ad oggi è stato affidato a società esterne di consulenza». Che cosa si sta facendo allora per ovSavarese: «Il mancato gettito IMU per Ardea pesa per oltre 22.000.000 €. Sommato al mancato gettito Tari (a regime circa 3 milioni) mancano ogni anno 25 milioni di euro»
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pagano le tasse, si riferisce a persone come me, credo che stia prendendo un grande abbaglio. E allora, altro che asfaltare le strade con l’alabastro, non potrebbe usare nemmeno lo scotch!». A ironizzare è Gianluca che ormai da 13 anni riceve puntualmente i bollettini non dovuti dal Comune. «Ogni anno mi chiedono circa 250 euro che ovviamente non pago. Apparentemente sembra che capiscano, ma evidentemente non è così, perché puntualmente l’anno dopo mi arriva il nuovo avviso di pagamento. Una situazione che, secondo quanto racconta l’uomo, non dà un’immagine edificante dell’Ufficio Tributi. Ma il suo non è l'unico caso. C'è infatti anche la storia di Roberto: «Oggi mi trovo all'ufficio tributi di Ardea insieme a circa 20 altre persone che come me hanno ricevuto una cartella “pazza” per un'Imu non pagata nel 2014. Cosa che chiaramente io ho fatto, ma al di là di questo va fatto notare anche che tutti gli accertamenti si connotano per una strana approssimazione in eccesso. Nel mio caso ad esempio per un tributo originario di 176€ mi è stato contestato un mancato pagamento di 1.300€. È forse tramite il tartassamento delle famiglie regolari che il sindaco ha pianificato di sanare il bilancio di Ardea?». La sua situazione è stata poi chiarita ma come metterla con la mattinata persa e con la paura che comunque, inevitabilmente, ti prende dietro ad una richiesta così alta, specie se riguarda una famiglia mono reddito? Altri ancora hanno visto il conto presentato dagli Uffici superare i 20.000,00 euro tutte situazioni che, per carità, verranno accertate singolarmente. Chiude il quadro il problema pratico di dover poi far fronte ad orari molto ridotti degli Uffici e di un personale troppo carente per far fronte a tutto. Un dato è però certo: se l'obiettivo è stanate i veri evasori, non quelli che invece pagano regolarmente, allora bisogna ridurre al minimo – azzerarli sarebbe un'utopia ce ne rendiamo conto – er-
viare a questi problemi? Spiega il Sindaco: «Abbiamo cambiato il dirigente all'area finanze e tributi e stiamo assumendo un nuovo responsabile. Inoltre alimenteremo il reparto affidando all'esterno integralmente la gestione tributi ad un'azienda che individueremo attraverso un bando pubblico. Ci siamo dotati inoltre di un soware che ci consentirà di seguire passo passo in dettaglio l'andamento dell'ufficio e l'efficacia delle azioni di recupero. Infine incroceremo i data base anagrafici con quelli delle utenze, catastali e delErrori di accertamento: il caso di un l'agenzia delle entrate per far emergere uomo che ha venduto casa 13 anni fa ma l'evasione. È un cammino in salita ma necesancora ricevi i bollettini sario». Gli “orrori” degli Uffici Ma non tutti sono disonesti (e ci mancherebbe!). Ci sono infatti i contribuenti onesti e per bene che invece, al contrario magari di chi evade realmente le tasse e in modo volontario, è costretto a lottare contro una burocrazia iniqua. Accade così per esempio che un cittadino si ritrovi ogni anno a contestare un avviso di pagamento Tari per un’abitazione venduta nel 2006. «Se il sindaco di Ardea Mario Savarese quando parla di cittadini morosi, che non I dati Imu forniti dal Sindaco di Ardea Savarese
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POLITICA
Il Corriere della Città febbraio 2020
Marina di Ardea, c'è chi non si arrende
Continua la crisi sul litorale rutulo, 5 negozi chiusi soltanto nell'ultimo anno. Ma si cercano soluzioni
'è chi, nonostante tutto, continua a combattere per il futuro del territorio. Eppure la situazione sembra essere arrivata al punto di non ritorno a Marina di Ardea, dove nei giorni scorsi ha chiuso l'ennesimo negozio, fenomeno figlio sì di una crisi generale ma anche e soprattutto del senso di abbandono e degrado che attanaglia oramai la Rocca e dintorni. L'ultima ad abbassare la saracinesca è stata un'attività situata in Via Firenze che porta a cinque il numero di negozi falliti nell'ultimo anno. Che sommate alle altre chiusure commerciali già avvenute sul Lungomare degli Ardeatini, quest'estate 2020, nel quartiere balneare dove dovrebbe esserci un grande flusso di turisti e bagnanti, fa pensare soltanto alla desolazione esasperante più completa. Vietato arrendersi Ma poi ci sono loro: residenti, commercianti, imprenditori, Comitati di Quartiere e Associazioni. Con tanto impegno stanno portando avanti delle iniziative per tentare di non arrendersi all'oblio. Lo abbiamo visto a Nuova California e a Montagnano con le riparazioni fai-da-te sulle buche. O a Marina di Ardea con gli incontri voluti dall'Associazione RivaluTiamo Marina di Ardea per rilanciare il tessuto commerciale della zona. Incontro con il Sindaco Lo scorso 19 gennaio, a tal proposito, si è svolto il terzo incontro con imprenditori, commercianti, comitati di quartiere, associazioni e altre realtà che insistono nel territorio di Ardea. L’Associazione “RivalutiAmo Marina di Ardea-OdV”, da anni interessata alla rivalutazione del litorale, sta cercando di riunire le realtà produttive e associative del territorio al fine di imprimere una svolta decisiva alla tanto attesa “riqualificazione del litorale” partendo dallo sviluppo commerciale e imprenditoriale. L'incontro ha visto la Nella foto: partecipazione, tra gli Michele Di altri, del Sindaco di Stefano, Pres. Ass. Ardea Mario Savarese e RivaluTiamo di alcuni commercianti Marina di Ardea
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Deserto commerciale a Marina di Ardea, a gennaio giù l'ennesima saracinesca e imprenditori della zona. «Siamo convinti che solo attraverso la sinergia di esperienze e competenze di professionisti, cittadini e amministrazione comunale si possa raggiungere l’obiettivo che da tempo ci siamo prefissati. Riteniamo che tali incontri siano di estrema importanza sociale e possano creare le basi costruttive per uno sviluppo economico e turistico, interessante anche per chi volesse investire in questo territorio», ha L'appello di Michele Di Stefano: «Intervenite numerosi alle prossime riunioni. Solo insieme si può uscire da questo tunnel» commentato Michele Di Stefano, Presidente dell'Associazione RivaluTiamo Marina di . «Lo scopo che accomuna tutte le realtà che hanno partecipato sin qui agli incontri è quello di unire le sinergie per avviare un percorso risolutivo in collaborazione con il Comune, attraverso tutte le realtà imprenditoriali che insistono nel territorio di Ardea. L’ultimo incontro è stato positivo dal punto di vista di coesione e partecipazione. Gli argomenti affrontati e condivisi da tutti i presenti alla riunione, riguardano la riqualificazione del litorale. Ma non si può parlare di rivalutazione se prima non vengono risolti i punti cardine emersi nella discussione come l'allagamento da pioggia del Lungomare degli Ardeatini e le vie traverse e Via Bologna; i passaggi a Mare troppo distanti l’uno dall’altro e inaccessibili a persone anziane e con disabilità; la scarsità di parcheggi e di fermata per far scendere e salire persone anziane e con disabilità sempre ai passi a mare; l'assenza di adeguata segnaletica stradale, toponomastica e pensiline Cotral. E ancora: l'installazione di barriere per impedire che il vento sposti continuamente la sabbia sul litorale o di semafori intelligenti agli incroci pericolosi del lungomare con Via Bergamo e Via Firenze. La possibilità di or-
ganizzare eventi, sagre e feste di quartiere sul lungomare negli spazi idonei già esistenti; incentivare la riapertura delle attività commerciali nei negozi del litorale, alcuni ormai chiusi da decenni». Corsa contro il tempo Ma se da un lato le buone intenzioni non mancano dall'altro c'è da fare i conti con la dure realtà come si diceva. I negozi che chiudono sono solo la punta dell'iceberg di un fenomeno di decadenza che ha radici profonde. «Se non si interviene urgentemente a risolvere il maledetto degrado ormai persistente da decenni, con le strade completamente impraticabili e pericolose, esercizi commerciali completamente chiusi, strutture alberghiere inesistenti, il territorio è destinato a morire», prosegue Michele Di Stefano. «Non possiamo contare al solo turismo mordi e fuggi che non solo non migliora l'economia del paese, ma addirittura l'aggrava. Per questo insieme ad alcune associazioni ed esercenti di Nuova Florida e dintorni, chiede a tutti i cittadini, commercianti, imprenditori, comitati di Quartiere ed associazioni locali, chiediamo di intervenire alle prossime riunioni per essere informati su alcuni progetti molto interessanti che stiamo elaborando e per sentire anche altre nuove proposte, in modo di poter tentare di uscire da questa situazione che sembra sempre più un tunnel senza via di uscita. Crediamo fortemente, che ancora si possa fare qualcosa per dare vita al nostro territorio di Ardea, che ha tanto da offrire, ma da oltre mezzo secolo tenuto nascosto. Siamo convinti che solo attraverso la volontà di tanti si possa sconfiggere il malessere sociale che viviamo ogni giorno assistendo alla lunga agonia di Ardea». Ad Ardea c'è chi non molla, come a Nuova California e a Montagnano con l'iniziativa della riparazione delle buche fai-da-te
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Il Corriere della Città
POLITICA
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Ardea, dipendenti comunali in assemblea Lavoratori in stato di agitazione per la mancata firma del contratto collettivo integrativo l 30 gennaio si è tenuta l’assemblea dei lavoratori comunali di Ardea, che da qualche giorno sono in stato di agitazione. Le motivazioni della vertenza sono relative alla mancata sottoscrizione definitiva del contratto collettivo integrativo firmato il 19 dicembre 2019 come pre-intesa da tutte le organizzazioni sindacali e dalla delegazione di parte pubblica. «L’assemblea, molto partecipata, si è tenuta nello spazio antistante l’Aula Consiliare Sandro Pertini dopo il divieto di poter utilizzare la stessa da parte del Presidente del Consiglio Comunale nonostante fosse, nel momento dell’assemblea, completamente deserta e inutilizzata», fanno sapere i Sindacati CGIL CISL e CSA. «Tale comportamento, a nostro parere, è un grave tentativo di boicottare la libertà sindacale costituzionalmente garantita e lede la stessa dignità dei lavoratori. L’assemblea si è tenuta tra arbusti e passaggio di topi ma che comunque non hanno fatto desistere i numerosi dipendenti che hanno dato mandato all’unanimità di continuare con tutte le azioni sindacali e legali, affinché l’amministrazione del Comune di Ardea faccia sottoscrivere definitivamente la pre intesa firmata da tutte le organizzazioni sindacali e tutte le RSU in data 19 dicembre 2019 ed approvata dai Revisori dei Conti e dalla Giunta Comunale in data 31 dicembre 2019», continuano le organizzazioni che difendono i diritti dei lavoratori. «Dietro front inaccettabile» «Nei giorni scorsi l’amministrazione ha approvato una nuova delibera di modifica di quella precedentemente approvata il 31 dicembre scorso in maniera unilaterale senza che fosse stato sottoscritto alcun ulteriore accordo con le rappresentanze sindacali. Tale dietro front, per le scriventi OO.SS. risulta grave e incomprensibile, in quanto mina le corrette relazioni sindacali e soprattutto il volere dei lavoratori. Per questo motivo nei prossimi giorni sarà inviata la richiesta di un
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Assemblea e disagi: l'aula Consiliare non era disponibile, i lavoratori restano fuori ennesimo tentativo di conciliazione al Prefetto di Roma, dopo quello di settembre dello scorso anno, e alla Commissione di Garanzia per lo Sciopero, ed in caso di esito negativo saranno attivate tutte le azioni legali e sindacali che potranno sfociare i tutte le forme di protesta previste dalla legge», concludono le sigle Sindacali.
Si tenterà ancora la strada della conciliazione. Ma se dovesse fallire, fanno sapere i Sindacati, saranno attivate tutte le azioni legali e sindacali che potranno sfociare i tutte le forme di protesta previste dalla legge
Ancora cambi in Consiglio DEFEZIONI - Nuovi problemi nella maggioranza ad Ardea, dove a gennaio si è dimessa anche la consigliera comunale Giovannella Riccobono. La Riccobono ricopriva anche il ruolo di presidente della commissione speciale consorzi: pare che le dimissioni derivino proprio da quanto successo durante l'ultima riunionesvoltasi con il Consorzio Lupetta e il sindaco di Ardea, Mario Savarese. Alla consigliera non sarebbero piaciute le affermazioni del sindaco in merito alla proposta di chiusura del Consorzio. Al posto della Riccobono entrerà in consiglio Andrea Marranzini, che alle elezione aveva ricevuto 62 voti. "CAMBIAMO!" C'E' SIMONE CENTORE - Anche la minoranza ha subito dei cambiamenti a seguito delle dimissioni del
Consigliere, tra i volti "storici" di Ardea, Massimiliano Giordani. Al suo posto ha fatto il suo ingresso nell'assise cittadina Simone Centore. Simone Centore, 37 anni, sposato con un figlio, di professione geometra, è un libero professionista con studio in Ardea alla Nuova Florida. Ha militato sempre in partiti di destra. E’ stato segretario cittadino per Ardea con il partito fondato da Francesco Storace “La Destra” dove è stato candidato come capolista. Alle ultime elezioni si era presentato proprio con Giordani nella lista di Fratelli d'Italia. A sx: Giovannella Riccobono; a dx: Simone Centore
Strada romana SCOPERTA ARCHEOLOGICA - Nell’area dove sono in corso i lavori di ampliamento del cimitero di Via Strampelli gli operai si sono imbattuti involontariamente in quella che sembra rappresentare la sede stradale di un antichissimo tracciato, probabilmente riconducibile all’epoca romana o preromana. Starà ora alla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia e l’Etruria meridionale accertare l’esatta collocazione dei reperti. Il ritrovamento segue un'altra scoperta stavolta fatta sulle rupe della Rocca: qui sono stati portati alla luce due ambienti che si suppone essere collegati con contesti funerari.
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POLITICA
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Equo compenso Avvocati, c'è l'osservatorio L'organo vigilerà sulle richieste “al ribasso”. A Pomezia criticità emersero col nuovo disciplinare orniamo a parlare del caso dell'equo compenso per gli incarichi svolti dagli Avvocati. Nei mesi scorsi infatti si è costituito il Nucleo Centrale di Monitoraggio dell'Equo Compenso, nato con lo scopo di vigilare sul rapporto tra i committenti, compresa la Pubblica Amministrazione, e i legali; sulla scia di questo hanno poi preso vita i vari distaccamenti locali, compreso quello che ci riguarda maggiormente da vicino, per competenza territoriale, ovvero il nucleo di Valutazione di Velletri. Coordinatore è l'Avvocato di Pomezia Francesco Falco, promotore di molte iniziative ed interventi nei mesi scorsi a difesa dell'equo compenso. Il caso di Pomezia Quello dell'equo compenso è un problema molto sentito dalla categoria, ma con implicazioni anche sociali come abbiamo più volte sottolineato tra queste pagine. A Pomezia in particolare il caso esplose a seguito dell'approvazione da parte dell'attuale Giunta del nuovo disciplinare (era maggio dello scorso anno) contenente il taglio sugli importi degli incarichi – che prevedono i valori minimi di liquidazione previsti, per lo scaglione di riferimento dei parametri forensi – ridotti del 50%. Una vera e propria “mannaia” sui compensi, voluta dall'Amministrazione per contrastare l'impennata che le spese legali avevano registrato negli anni addietro: milioni di euro spesi per difendere il Comune in contenziosi legali con in più il problema, acclarato, dell'affidamento sempre, o quasi, ai medesimi soggetti. Categoria sul piede di guerra Il nuovo disciplinare era stato per questo (ma non solo) duramente attaccato dalla categoria. Per gli avvocati infatti tale sforbiciata agli emolumenti rappresentava una violazione della legge sull'equo compenso, introdotte con l'aggiunta di uno specifico art. 13-bis nella legge 31 dicembre 2012, n. 247, Legge Professionale Forense: secondo le normative vigenti infatti, la retribuzione del difensore, per essere equa, deve risultare «conforme» ai parametri stabiliti. Il Nucleo Centrale di Monitoraggio dell'Equo Compenso Il problema chiaramente non riguarda la sola Pomezia ma ha carattere Nazionale. E' in quest'ottica, allora, che nel luglio scorso il Ministero della Giustizia ed il Consiglio Nazionale Forense hanno siglato il Protocollo d’intesa per l’istituzione del Nucleo Centrale di Monitoraggio della disciplina dell’Equo Compenso per la professione forense. Il monitoraggio ha lo scopo di segnalare quelle prassi dei committenti forti, inclusa la Pub-
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Velletri: si insedia il Consiglio dell'Ordine dell'Osservatorio sull'equo compenso blica Amministrazione, tese a richiedere tariffe al ribasso ovvero sotto i parametri minimi stabiliti dalle normative vigenti. Delegazioni territoriali, il nucleo di Velletri L’istituzione del Nucleo Centrale di Monitoraggio prevede, all’art. 2 del protocollo, come citato in apertura, la costituzione di nuclei locali di monitoraggio della corretta applicazione della disciplina in materia di equo compenso ad opera dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati, i Nuclei Locali di Valutazione. Lo scorso 2 dicembre si è riunito presso la sala del Consiglio dell’Ordine Forense di Velletri il Nucleo di Valutazione Territoriale per l’equo compenso, sotto l'egida dalla presidente del COA di Velletri Avv. Lia Simonetti, fortemente sostenitrice dell'iniziativa, al fine di stabilire quale fosse la struttura organizzativa. A seguito di tale incontro, si è deciso che a far parte del Nucleo di Valutazione sono gli Avvocati Capasso Teresa, Caputo Giuseppe, Caschera Lara, Di Benedetto Marco, Falco Francesco (nominato coordinatore), Mazzocchi Alessio, Montagna Tiziano, Sacripanti Luca, Zarone Luigia (Segretaria). Referente presso il Consiglio dell’Ordine di Velletri nonché componente del Nucleo, sarà l’Avv. Medini Andrea. Il commento «Va evidenziato come il principio dell’equo e giusto compenso sia garantito dalla Costituzione: l’art. 36 Cost., infatti, tutela il diritto del professionista», spiega Francesco Falco da noi interpellato dopo la recente nomina. «Ma soprattutto vi è che si tratta di una battaglia
non solo giuridica ma anche sociale in quanto in questi ultimi anni gli avvocati “sempre più spesso sono in stato di soggezione e debolezza nei confronti dei grandi committenti pubblici e privati, costretti ad accettare convenzioni ben lontane da un equo compenso, talvolta indotti dal bisogno oppure senza la piena consapevolezza che ciò possa determinare in concreto una violazione degli artt. 9, 19, 25 e 29 del Codice Deontologico vigente” (Delibera del COA di Roma del novembre 2019). Ogni compenso iniquo è lesivo della dignità e del decoro professionale ma non solo: può alterare quei principi di leale concorrenza tra professionisti. Questo è il fine che si propone il COA di Velletri attraverso il Nucleo Territoriale di Monitoraggio: legalità negli accordi contrattuali ed il ripristinare il rispetto della disciplina legislativa. Così si potrà impedire la tendenza a pratiche di concorrenza sleale tra colleghi con la corsa al ribasso, pratiche che sviliscono non solo il principio dell’equo compenso di cui ha trattato la CEDU ma anche la stessa attività difensiva, compito precipuo degli avvocati». Inevitabilmente allora, alla luce di quanto sopra esposto, i riflettori del Nucleo di Valutazione non potranno che andare anche su Pomezia.
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Il Corriere della Città
POLITICA
febbraio 2020
Promozione turistica, c'è l'affidamento Il Comune di Pomezia si è rivolto ad una società di tourism marketing per sponsorizzare la città Pomezia è già da tempo di pensare alla prossima estate. Già lo scorso mese il Sindaco Adriano Zuccalà ci aveva anticipato la volontà dell'Amministrazione di voler puntare ancora sul format dei “Festival” per segnare una linea di continuità con quanto realizzato lo scorso anno. Punta di diamante, nelle intenzioni del Comune, era stato il lancio, ricorderete, dell'Eneadi Festival, la rassegna che aveva richiamato a Pomezia numerose personalità importanti della politica, del giornalismo e della cultura. La promozione turistica Per il rilancio del territorio il Comune sembra lavorare su più fronti: oltre alla realizzazione del programma estivo per il litorale e per Pomezia, l'ente si sta muovendo anche sul lato della promozione in senso stretto. E' in quest'ottica, allora, che sembra rientrare l'affidamento ad una società esterna di tourism marketing per valorizzare Pomezia, nell'ottica di concepire la città «come centro di interesse turistico attraverso la promozione delle attività e delle iniziative del luogo, potenziando i canali di diffusione, creando un'offerta più ampia e diversificata per incrementare la presenza di un'utenza locale ed extraterritoriale». La ditta Il lavoro di collaborazione, si legge nella determina numero 71 del 21 gennaio, è partito lo scorso luglio quando alla ditta Valica Tourism Marketing Company, di Rocca di Papa, è stata affidata la creazione del sito web turistico del Comune di Pomezia, attività quest'ultima giunta nella sua fase conclusiva. Per promuoverlo tuttavia, si legge nel testo, «occorre una campagna di comunicazione mirata, che includa la gestione dei social media e la riformulazione dei contenuti editoriali in chiave turistica». La società dunque si impegnerà nella «gestione dei social media, nella produzione dei contenuti editoriali per il sito e nella campagna di comunicazione». Quanto costerà tutto questo? Il Comune pagherà, nello specifico, un totale di euro 9.930,80 (novemilanovecentotrenta/80) iva inclusa. Nello specifico la Valica Tourism Marketing Company produrrà contestualmente, come da accordi, anche 12 articoli e, nella parte “Gestione dei social media”, 60 post tematici. In questo modo, tirando le somme, si punta a raggiungere una platea virtuale e non di «circa 2 milioni di
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Il Comune pagherà poco meno di 10mila euro ad una società per promuovere la città come meta turistica: sarà gestita anche la comunicazione sui social media
La Piazza centrale di Torvaianica contatti». Il «curriculum» Siamo andati sul sito ufficiale della Valica Tourism Marketing Company per vedere il portfolio clienti della società. Tra questi spiccano diversi enti e istituzioni autorevoli su tutte diverse regioni italiane quali il Trentino, le Marche o la Puglia. Vengono riportati inoltre brand internazionali nel settore dei tra-
sporti (come Luhansa) o dei viaggi come il marchio “Boscolo”. Tra i siti turistici spiccano i portali “Paesi online” o “Turisti per caso”. La società, che si occupa di promozione turistica per diverse Regioni italiane, produrrà articoli e post tematici. Si stimano oltre 2 milioni di contatti
L'ultimo saluto a Pio Schiano
IL BAGNINO DA LEGGENDA - E’ morto il 20 gennaio scorso alle 5 il bagnino Pio Schiano Moriello. A darne la notizia sono stati i familiari. Un’intera città, quella di Pomezia (ma anche Ostia dove era nato), si stringe attorno alla famiglia per la perdita di una delle figure più importanti e storiche del litorale. Il “bagnino da leggenda”, come era stato ribattezzato in virtù della sua tempra che non gli aveva mai fatto abbandonare il suo amato mare. Da poco aveva compiuto 100 anni – celebrati con una grandissima festa – e aveva ricevuto uno
speciale riconoscimento anche dall’Amministrazione comunale di Pomezia. Nonno Pio era amato da tutti per la sua gentilezza e saggezza: aveva trasmesso il suo amore per il mare ad intere generazioni passate dal suo stabilimento di Torvaianica. Fino all’ultimo non ha mai rinunciato – condizioni del mare permettendo- alle sue lunghe remate in pattino, al largo, per godersi l’amato mare. In tanti gli hanno portato l'ultimo saluto durante i funerali tenutisi a Torvaianica.
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POLITICA
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Il Natale a Pomezia non finisce mai A fine gennaio gli alberi di Piazza Indipendenza e Piazza Ungheria erano ancora al loro posto uon Natale! No, non si tratta di un augurio fuori tempo massimo quanto piuttosto di un'espressione naturale che viene spontanea camminando per le piazze di Pomezia e Torvaianica. Sì perché arrivati a fine gennaio molti cittadini si sono chiesti: ma perché gli alberi di Natale sono ancora al loro posto? Al momento di andare in stampa, in effetti, le sculture non erano ancora state smontate. Ecco allora ammirare in Piazza Indipendenza l'albero inaugurato lo scorso 8 dicembre, così come quello, a Torvaianica, di Piazza Ungheria. Le sculture Per i due alberi nelle piazze principali di Pomezia e Torvaianica, che ad onor del vero hanno ricevuto giudizi contrastanti da parte dei cittaini, l'incarico è stato affidato alla società Slamp SpA a fronte di un impegno di spesa per il Comune di € 15.000,00. Per il programma natalizio nel complesso invece, quest'anno incentrato sul tema dell'amore, l'Amministrazione ha speso in tutto 105.000,00 euro per finanziare le varie iniziative che hanno avuto luogo tra dicembre
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e gennaio. Ad ogni modo, dopo la rimozione delle luminarie, si attende la rimozione delle sculture natalizie: anche perché Carnevale incombe, che effetto farebbe veder sfilare i carri allegorici in mezzo agli alberi di Natale? "Frammenti di un tutto d’amore" E' statp questo il titolo dell'opera firmata da Luca Mazza, direttore creativo di Slamp, azienda pometina leader nel settore dell' illuminazione e del design. Un albero scultura, alto 10 metri, ideato appositamente per Po-
mezia e Torvajanica. Le due opere luminose, sono dei pezzi unici, realizzati da Slamp in collaborazione con l’azienda pometina Clax Italia. Non tutti però, raccogliendo le opinioni tra i cittadini, hanno apprezzato. Forse avrebbero preferito qualcosa di più...tradizionale, ecco. Le due sculture sono costate in tutto 15.000 euro. L'Amministrazione, per l'ultimo Natale, ha speso in tutto una somma complessiva intorno ai 105mila
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Campo Jemini, “rivoluzione” in atto Tanti interventi previsti dal Comune per il quartiere ma il CdQ avvisa: «La priorità è la sicurezza» opo mesi di incessanti segnalazioni e provvedimenti tampone finalmente a Campo Jemini è stato ripristinato il manto stradale nel tratto del famoso ponticello. Una sistemazione molto esigua c'è da dire, considerando il breve tratto degli interventi, quelli cioè ricadenti sotto la competenza del Comune di Pomezia, ma che comunque va a risolvere un problema che per i residenti si trascinava da anni. L'emergenza buche si è così spostata di qualche metro più avanti: adesso resterebbe da sistemare il tratto che dal ponticello arriva fino allo svincolo con Via della Castagnetta, il quale ricadrebbe però sotto la competenza del Comune di Ardea. Difficile, allora, vedere interventi a breve considerando lo stato di emergenza in cui versa il territorio rutulo; sotto la Rocca infatti si fa già fatica a porre in essere anche il minimo intervento sulle buche nelle zone centrali del territorio, figuriamoci ipotizzare dei lavori su una strada che, di fatto, va a servire un quartiere di un altro Comune (in effetti tale suddivisione di competenze suscita qualche perplessità, ma questa è un'altra storia). Insomma, per il momento il quadro della situazione è questo. L'emergenza sicurezza La questione delle buche non è l'unica a tenere banco. Il Comitato di Quartiere, presieduto da Alex Gaspari, sempre attivo per cercare di sensibilizzare le istituzioni sui problemi dei cittadini, ha trasmesso al Comune una lunga lettera per sottolineare l'urgenza della messa in sicurezza di Via delle Orchidee, l'arteria principale della zona. «Lungo la strada vi è la totale assenza delle strisce pedonali e di dossi correlati alle strisce stesse nonché della segnaletica verticale indicante “attraversamento stradale” e “presenza bambini”», si legge nel testo. E ancora: «In alcuni incroci gli specchi sono assenti, rotti o mal posizionati. Non c'è un dispositivo che rilevi la velocità dei veicoli. Si fa presente l'assenza inoltre della segnaletica verticale “Strada senza Uscita” negli incroci di questo tipo (in alcune strade tuttavia, dopo le segnalazioni, sono stati installati, ndr); la posizione poi dell'unica pensilina bus non è sicura per i cittadini mentre nelle altre fermate i residenti sono
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Nella foto: Alex Gaspari, Presidente del Comitato di Quartiere Campo Jemini
Interventi sul famoso "ponticello": nuovo asfalto e impianto semaforico costretti a sostare in mezzo alla strada». Infine il problema della sicurezza per i pedoni considerando la totale mancanza di marciapiedi: «Questo è un aspetto particolarmente importante perché nel quartiere ci sono molti bambini. Camminare in sicurezza però è praticamente impossibile: per questo chiediamo al Comune di studiare una soluzione anche tenendo conto delle dimensioni della carreggiata di Via delle Orchidee». Illuminazione e nuovo parco: lavori in primavera? In questa primavera dovrebbe vedere la luce, finalmente, anche il progetto relativo al nuovo giardino pubblico dopo che il Quartiere aveva donato l'area al Comune negli anni scorsi. Il giardino, come è noto, sorgerà all'angolo tra Via dei Fiordalisi e Via delle Campanule e prevede la realizzazione, insieme al progetto “gemello” per Campo Ascolano, di aree gioco, percorsi pedonali, recinzioni, aree cani e nuove piante. Anche sul fronte illuminazione pubblica qualcosa dovrebbe muoversi sempre in Via dei Fiordalisi ma in questo caso sui tempi non ci sono, al momento, tempi certi. Nel frattempo negli ultimi giorni di gennaio è stato posizionato il semaforo al ponticello. Luca Mugnaioli
Piccoli campioni
IN SELLA - Cristian Pucci, è un giovane campione italiano di minimoto ohvale 160, che vive nel quartiere Campo Jemini a Pomezia. 12 anni, ha partecipato dopo 3 anni nelle minimoto, nel 2019 come esordiente nella categoria Ohvale 160, vincendo il campionato e aggiudicandosi il titolo di Campione italiano Ohvale 160. Quest'anno parteciperà seguito dal pilota di Super Bike Michel Fabrizio, al Campionato Italiano FMI Aprilia Sport Production, in sella all'Aprilia RS250SP. Per tutte le persone con una propria attività e desiderose di aiutare questo giovane talento sponsorizzandolo, è possibile contattare la mamma, Alessandra, al numero 348626918.
Incroci pericolosi a Campo Jemini su Via delle Orchidee: non ci sono inoltre marciapiedi né strisce
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Il campo rom di Castel Romano si spopola Dimezzati i residenti in soli tre anni. Ma ciò non impedisce il perdurare dell'illegalità diffusa stato un mese da incubo quello appena trascorso al campo nomadi di Castel Romano. Incendi all'ordine del giorno, il ritorno delle sassaiole alle auto in transito e perfino il furto subito da un'ambulanza durante un soccorso nel campo. Insomma, uno stato di continua emergenza. Eppure i numeri parlano di un costante quanto inesorabile spopolamento dell'insediamento passato in soli tre anni da oltre 1.000 unità a poco più della metà. Un fenomeno che tuttavia non attenua per nulla, anzi, il perdurare dell'illegalità diffusa nell'area, anzi. Chi se ne va lo fa, verosilmente, proprio per scappare da uno scenario da “terzo mondo” dove lo standard minimo di vivibilità è ad anni luce da livelli quantomeno accettabili; chi resta, per contro, non sembra essere intenzionato ad integrarsi in nessun modo con la società e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E' allora in questo contesto che si inse-
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Il blitz e i controlli Come spesso succede in questi casi, a fronte di eventi topici, quasi nell'immediato, partono i controlli delle forze dell'ordine. E anche questa circostanza non ha fatto eccezione. La mattina del 16 gennaio infatti è scattato il blitz della Polizia giunta a Castel Romano con numerosi mezzi operativi. Quindici giorni dopo stesso scenario, addirittura con l'impiego di mezzi aerei, stavolta in campo Carabinieri (80 da Pomezia) e Polizia Locale. Esito: 200 persone controllate, molte delle quali risultavano gravate da misure cautelari. Individuato poi un minorenne, risultato ricercato per furto e ricettazione, che è stato arrestato e tradotto nel carcere di Casal del Marmo. Ma le operazioni straordinarie non sono le uniche contromisure adottate dalle forze dell'ordine capitoline. In tema di controlli tra il 2018 e il 2019 presso il “villaggio” di Castel Romano è stato attivo un servizio in modalità dinamica con passaggi frequenti (tra le ore 7,00 e
nata nella corsia di sorpasso per andare a Latina. La pietra ha centrato il vetro dell'auto di servizio, che peraltro era diretta in carrozzeria per delle revisioni di routine. La vetrata del parabrezza fortunatamente non è andata in frantumi ma sull’autista e all’interno dell’abitacolo sono volate comunque piccole schegge di vetro: questi piccoli pezzettini sono finiti negli occhi del conducente procurandogli inoltre ferite sulle mani e in faccia. Il furto ad un'ambulanza Come se non bastassero le sassaiole, i furti al distributore di carburante, i lanci di uova sul parabrezza, i sassi, la “spola” verso Roma per depredare i passeggeri della metropolitana, i roghi tossici, e via discorrendo a fine mese è stata registrata un'ulteriore “chicca”. A raccontarla ai microfoni di Radio Globo, al Morning Show è stata Giulia, un’ascoltatrice che lavora sull’ambulanza. «Sono un’infermiera del 118 che, per motivi di lavoro, è dovuta entrare diverse volte nei pressi del campo rom di via Pontina. Entrare, però, non
Gennaio da incubo a Castel Romano: un maxi incendio e il ritorno del lancio dei sassi agli automobilisti in transito. In più il furto subito da un'ambulanza risce la proroga della deadline per la sua chiusura, slittata recentemente di un anno: in una delibera del maggio 2019 di Roma Capitale si legge infatti «che le azioni finalizzate alla chiusura del villaggio attrezzato di Castel Romano dovranno concludersi inderogabilmente entro il 18 giugno 2022». Con annessa restituzione alla Regione Lazio dell'area previa bonifica. Qualche mese prima però rispetto a quella data gli occupanti dovranno essere già tutti fuori e sistemati altrove, precisamente a fine novembe 2021 come si legge nel bando. Altro tempo insomma, che si somma a quello già trascorso, senza essere riusciti a venire a capo della situazione. Il maxi incendio E veniamo alla cronaca. Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio un rogo di dimensioni enormi ha interessato l'area del campo rom di Castel Romano. Un lavoro incessante quello dei Vigili del Fuoco di Pomezia e di Roma, intervenuti con due Squadre, tre Autobotti di supporto e il Carro Autoprotettori, andato avanti per oltre 20 ore per domare un vero e proprio inferno di fuoco. A bruciare, come al solito, è stato di tutto. L'odore forte, acre, è rimasto per molte ore nell'aria ed ha letteralmente appestato anche la statale Pontina in quel tratto. L'indomani, placatasi la furia del fuoco, è rimasto poi l'incredibile “tappeto” di rifiuti tra le baracche e la vegetazione. Un danno ambientale di vastissime proporzioni.
le ore 21,00) di pattuglie della Polizia Locale. Tornano i sassi e la paura A gennaio si è ripresentato anche l'incubo del lancio dei sassi sulla Pontina, con vittima un’autovettura NCC la quale, all’altezza del campo nomadi di Castel Romano, si è vista infrangere il proprio vetro da un masso in volo. Tutto fa supporre che il corpo contundente sia stato scagliato proprio dal campo nomadi di Castel Romano, se non altro per lo stesso modus operandi dei tanti casi precedenti, con la pietra che per la grande potenza è riuscita a scavalcare la carreggiata della Pontina in direzione Roma e a scagliarsi addosso all’automobile della vittima posizio-
possiamo farlo se non accompagnati dalle forze dell’ordine, per ragioni di sicurezza, a meno che non si tratti di un codice rosso, che ovviamente prescinde da tutto», ha testimoniato Giulia. «A parte la situazione di grande degrado, il problema è che entrare lì è davvero pericoloso, come dimostra quello che è successo quando siamo andati, appunto, per un codice rosso. Siamo entrati e, mentre noi soccorrevamo l’uomo, gli altri ci hanno derubati di tutto. A bordo avevamo lo zainetto d’ordinanza, ci hanno rubato anche quello». Un degrado senza fine insomma. (continua)
Controlli al campo rom di Castel Romano: operazioni sempre più frequenti
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febbraio 2020 (segue) La fotografia: popolazione in fuga Ciò che colpisce è tuttavia il dato fornito dall'Associazione 21 luglio nell'ultimo rapporto sul “Piano Rom” della Capitale menzionato in apertura. Ebbene, da quest'ultimo si evince che la popolazione all'interno del campo «è passata dalle 1.062 unità del 2016 alle 542 unità del 2019». Praticamente la metà. Ma precisa l'Associazione: «Si osserva anzitutto come esso non può essere sicuramente imputato alle azioni del Piano, visto che il decremento numerico registrato a Castel Romano (-49%) e a Salone (-41%) è quasi doppio di quello rilevato a La Barbuta e Monachina, quelli cioè interessati direttamente dal piano». Come spiegare allora il fenomeno? Spiega il rapporto: «In piccola parte, come scritto, alcune famiglie che in passato hanno fatto autonomamente domanda per l’accesso alle abitazioni ERP, hanno goduto dell’accelerazione della graduatoria (tre graduatorie pubblicate nell’arco di un anno e mezzo), che ha aumentato le possibilità concrete di passare dal container del “campo” alla “casa popolare”. L’esecuzione di tale azione tuttavia non è prerogativa del Piano in sé, ma risulta essere un combinato composto di interventi ad opera di sportelli istituzionali, comunali, municipali, del terzo settore pubblico e privato o dei servizi preposti a tale fine. In realtà il grave stato di abbandono istituzionale degli insediamenti romani, il peggioramento delle condizioni di vita dei nuclei familiari residenti e l’aumento dei contrasti interni tra le comunità - dovuto anche all’assenza di organizzazioni preposte alla gestione dei servizi - hanno determinato un forte impulso verso una fuoriuscita autonoma dal “sistema-campo”. Ciò ha avuto come esito l’incremento del numero dei rom che dai “villaggi” sono passati a soluzioni abi-
INCHIESTA tative precarie o temporanee, in insediamenti informali, in camper o roulotte presso parcheggi, andando aggravare la condizione di vulnerabilità del nucleo e dei numerosi minori presenti in esso». In pratica la drammatica condizione igienico-sanitaria di tali spazi istituzionali, ormai ridotti a baraccopoli da terzo mondo e al cui interno, come avvenuto il 28 novembre 2019, muoiono neonati nella generale indifferenza, è la causa scatenante del fenomeno. Pertanto chi può fa domanda di accesso alle “case popolari” e rimane in attesa; e non è nemmeno scontato per loro entrare in possesso dell'alloggio considerando le tensioni sociali che si creano nei quartieri designati (si vedano le zone di Casal Bruciato e Torre Maura). Chi non ce la fa invece a fare domanda scappa all’esterno cercando la soluzione al di fuori. Solo per pochi dunque, questo si traduce nell’acquisto di un terreno o nella locazione di un immobile. Gli insediamenti “informali” E i dati sembrerebbero andare in questa direzione: se nel 2017 infatti il numero delle persone censite negli insediamenti “informali” romani era di circa 1.200 unità, nel censimento del 2019 si è potuto registrare un incremento del 66%. In assenza di flussi migratori esterni alla città, è infatti salito a 2.000 il numero di rom presenti in insediamenti informali con un incremento di 800 unità. Si tratta in più delle volte di famiglie “parcheggiate” in strada e che per decenni sono state residenti nei “villaggi” della Capitale – i cd. Campi “tollerati” - che gradualmente, dietro false illusioni, si ritiene si stiano svuotando. L'allarme sociale: quale scolarizzazione? L'altro aspetto critico riguarda la scolarizzazione dei minori. I numeri a Castel Romano parlano di un -40% rispetto alle iscrizioni fatte registrare nel 2015-2016. Un dato allarmante frutto chiaramente anche della fuga in
Nel 2017 negli insediamenti “informali” romani c'erano circa 1.200 unità, nel 2019 sono aumentati del 66%. A Castel Romano i residenti sono passati da 1.062 a 542, tra cui molti minori
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massa dall'insediamento. Come si può evincere dalla tabella nella foto, comparando i numeri totali delle presenze e dei minori iscritti alla scuola dell’obbligo nel biennio 2016-2017, annualità sulla quale si sono basati i principi contenuti nel Piano (10 presupposti strategici da adottare per favorire e migliorare i livelli di scolarizzazione dei minori), e gli stessi nell’anno 2019 si nota nel totale un calo delle presenze negli insediamenti considerati di 1.245 unità (-27%) al quale corrisponde, però, un calo degli iscritti alla scuola dell’obbligo più del doppio, pari infatti al 56%. A Castel Romano si stima ci siano circa 282 minori, ma quanti di questi vanno a scuola? Luca Mugnaioli
Da Pomezia CHIESTI INTERVENTI - Il Sindaco di Pomezia, a margine degli ultimi accadimenti nel campo nomadi, è tonrato a chiedere interventi da parte delle autorità competenti. Per Zuccalà serve «un tavolo di confronto tra le Istituzioni preposte con l’obiettivo più ampio di creare un osservatorio ad hoc sulla sicurezza». «CHIUDERE IL CAMPO» - Dalla Lega Fabio Fucci, ex Sindaco di Pomezia, chiede l'immediata chiusura del campo. Da consigliere ha raccolto recentemente oltre 1500 firme spedite all'allora Ministro dell'Intenro Matteo Salvini, alla Prefettura, al Questore e alla Sindaca Raggi presentando poi anche una mozione in consiglio comunale. «Mentre i Sindaci di Roma e Pomezia non fanno nulla, intanto i nostri cittadini continuano a respirare il fumo tossico ormai quotidiano e a subire le aggressioni ed i soprusi dei delinquenti che vivono nel campo rom», tuona il Consigliere della Lega.
A sinistra il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà; a destra Fabio Fucci (Lega)
Popolazione e scolarizzazione nei campi rom della Capitale
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Il Corriere della Città febbraio 2020
Il "Piano Rom" della Raggi è fallito, il dossier A gennaio presentato il report "Dove restano le briciole": tante buone intenzioni, pochi fatti 'Associazione 21 luglio, una Onlus che supporta gruppi e individui in condizione di segregazione estrema e di discriminazione, da sempre “dentro” e vicina alla realtà dei campi rom, definisce fallito il piano predisposto da Roma Capitale nel 2017. «Un Piano rom contraddittorio e poco trasparente, mai condiviso con la cittadinanza e caratterizzato dal rifiuto a qualsiasi supporto esterno – compresa l’adesione a programmi europei -, accompagnato da una narrazione poco aderente alla realtà. Un Piano le cui azioni hanno avuto un impatto quasi insignificante se rapportate alle ingenti somme di denaro impegnate», questo l’impietoso giudizio espresso da Associazione 21 luglio che a metà gennaio, nella Sala Stampa della Camera, ha presentato un rap-
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Il "Piano Rom" presentato nel 2017 era stato definito dal M5S un «capolavoro da applausi». Oggi, dopo 30 mesi, il bilancio è tutt'altro che positivo porto sul “Piano rom” della città di Roma a cui implementare gli interventi di superamento degli insediamenti prevede una pro30 mesi dalla sua presentazione. spettiva d’inclusione sociale integrata volta Disattese le promesse Grandi attese si erano sollevate nella città di all’autonomia complessiva degli abitanti e Roma il 31 maggio 2017, dopo che la sindaca una sua implementazione in linea con i prinVirginia Raggi aveva presentato con grande cipi previsti dalla “Strategia Nazionale di Inenfasi in Campidoglio il “Piano rom” della clusione dei rom, dei sinti e dei caminanti”, Capitale per il superamento degli insedia- agendo pertanto su quattro assi: quello dell’abitare, dell’occupazione, della scomenti formali, un documento che larizzazione e della salute. l’allora capo politico del Movimento 5 Stelle non aveva esiL'Associazione 21 La certificazione del fallimento tato a definire «un capolavoro da applausi», Luglio è una Onlus che Dopo due anni e mezzo da rappresentando il primo supporta gruppi e indivi- quel giorno però, l’Amministrazione Capitolina non ha tentativo di una Giunta Cadui in condizione di pitolina di adoperarsi espli- segregazione estrema e mai provveduto a rendere pubbliche relazioni di monicitamente in un’azione di discriminazione toraggio al fine di condividere organica di superamento degli il reale impatto delle azioni preinsediamenti monoetnici previste dal Piano. «Definire un bilansenti sul territorio. Il Piano elencava cio – è riportato nella premessa rapporto – 11 “villaggi attrezzati” e insediamenti definiti “tollerati”. Le azioni previste nel documento risulta arduo. Su questo tema infatti l’azione programmatico riguardano complessiva- della Giunta è stata caratterizzata da scarsa mente le 4.503 persone che tra gennaio e feb- trasparenza e quando numeri e dati sono braio 2017 sono state censite dall’U.O.S.P.E. stati prodotti gli stessi non sempre hanno della Polizia Locale di Roma Capitale negli trovato aderenza con la realtà fattuale». Per insediamenti formali di Lombroso, Candoni, colmare tale deficit, Associazione 21 luglio Gordiani, Camping River, Castel Romano, ha presentato alla stampa il report “Dove reSalone, La Barbuta, Salviati 1, Salviati 2, Mo- stano le briciole. I propositi del Piano rom e nachina e Barbuta esterno. L’approccio con ciò che rimane negli insediamenti della Capitale”. Si tratta di uno studio lungo e metiIl Piano elencava 11 “villaggi attrezzati” e coloso, effettuato grazie all’ausilio di atti insediamenti definiti “tollerati”. Le azioni pubblici, documenti anche inediti, testimopreviste nel documento programmatico nianze raccolte tra operatori del Terzo Setriguardano complessivamente le 4.503 tore e all’interno degli insediamenti, in persone
primis quelli direttamente coinvolti dal Piano: Camping River, La Barbuta e Monachina. I dati Sono anzitutto i numeri a fornire i primi elementi del fallimento delle azioni del Piano: il “Patto di Responsabilità Solidale” – che rappresenta il “vincolo contrattuale” che lega l’Amministrazione ad ogni nucleo che intende partecipare alle azioni inclusive del Piano negli insediamenti di prossimo superamento (La Barbuta e Monachina) – è stato sottoscritto solo dal 19% delle famiglie. Sotto il profilo alloggiativo non risulta siano stati erogati supporti per il buono casa; sul versante lavoro, ad eccezione di tirocini e borse lavoro, non sono mai partite le start up previste dal Piano; nella progettualità di recupero ambientale una sola persona risulta essere stata coinvolta. Drammatici sono i numeri sul fronte scolastico dove negli ultimi 3 anni si è assistito a un decremento dei minori rom iscritti del 56%. (continua) Il “Patto di Responsabilità Solidale” è stato sottoscritto solo dal 19% delle famiglie. Sotto il profilo alloggiativo non risulta siano stati erogati supporti per il buono casa; sul versante lavoro, ad eccezione di tirocini e borse lavoro, non sono mai partite le start up previste dal Piano; nella progettualità di recupero ambientale una sola persona risulta essere stata coinvolta. E i minori rom iscritti a scuola sono calati del 56%
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febbraio 2020 (segue) Soldi e sgomberi forzati Di contro sono 104 gli sgomberi forzati registrati dal giorno della presentazione del Piano con un impegno di spesa stimato in 3.300.000 euro; preoccupa il “travaso” di circa 800 persone dagli insediamenti formali a quelli informali che nella Capitale sono saliti a più di 300; rappresenta un allarme la volontà dell’Amministrazione Comunale di realizzare nuovi “centri di raccolta” per soli rom riproponendo soluzioni abitative già sperimentate nel passato con evidenti fallimenti. Davanti a questi numeri Associazione 21 luglio chiede al Campidoglio «una battuta di arresto» senza la quale, si legge nel rapporto, «l’attuale Piano, come un treno senza freni, continuerà testardamente a scontrarsi con il muro della realtà. E il campo rom, come in passato, continuerà a restare il luogo della marginalità sociale “dove restano le briciole” di promesse non mantenute, finanziamenti mal gestiti, progettualità irrealizzabili». A preoccupare è il “travaso” di circa 800 persone dagli insediamenti formali a quelli informali che nella Capitale sono saliti a più di 300
INCHIESTA «Si faccia autocritica» Nel corso della presentazione Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio ha ribadito: «Chiediamo alla sindaca di sospendere ogni futura azione e di assumere il maturo coraggio dell’autocritica, in un atteggiamento che ponga al centro gli interessi della città e dei suoi cittadini, dentro e fuori le baraccopoli. Per questo chiediamo l’istituzione di un Tavolo cittadino dove, in un dialogo tra le diverse realtà, si possano rileggere le azioni del Piano, individuare le criticità, definire nuove linee di azione, ricucire rapporti di fiducia. In assenza di ciò, lo affermiamo dal
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giorno successivo alla sua presentazione, questo Piano continuerà a naufragare e ancora una volta assisteremo, come nel passato, allo sperpero di denaro pubblico accompagnato da violazioni sistematiche dei diritti umani». «Se non si cambierà rotta l’attuale Piano, come un treno senza freni, continuerà testardamente a scontrarsi con il muro della realtà. E il campo rom, come in passato, continuerà a restare il luogo della marginalità sociale “dove restano le briciole” di promesse non mantenute
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Nasce l'Ecomuseo Virgiliano del Lazio L'obiettivo è valorizzare e conservare il territorio cantato da Virgilio nell’Eneide asce a Pomezia l’Ecomuseo Virgiliano del Lazio. La cerimonia ha avuto luogo domenica 19 gennaio 2020 alle ore 10.00 presso la Casa del Parco della Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia, in Via Pontina, km. 31,4. Nel corso dell’incontro sono stati presentati i suoi promotori, il Consiglio Direttivo e illustrato il significato ed il ruolo di questo nuovo soggetto, i programmi nonché i progetti in corso. Si avvia così un processo di valorizzazione e conservazione del territorio cantato da Virgilio nell’Eneide, con tutti i suoi tesori storici, culturali, ambientali e le sue risorse umane. Un percorso affascinante che coinvolge l’attività di più soggetti non solo istituzionali ma anche dell’intera collettività locale che stenta ancora ad essere consapevole di vivere in un territorio meraviglioso e ricco anche di tradizioni e valori umani. Il ricordo di Manzù: presente l'Ecomuseo Virgiliano La Comunità di Ardea, come ogni anno, ha ricordato Giacomo Manzù in occasione del ventinovesimo anniversario della morte dell’artista avvenuta il 17 gennaio 1991. La commemorazione civica si è svolta nel Museo Manzù di Ardea alla presenza di numerosi cittadini di Ardea, di Pomezia, di Aprilia, di Albano e, più in generale, del Lazio virgiliano. L’evento è iniziato con la lettura delle ultima volontà di Giacomo Manzù che volle essere sepolto ad Ardea nel giardino del suo museo ed è proseguita con la deposizione del mazzo di fiori con la rosa rossa al centro da parte del partecipante più giovane: una bambina di 5 anni. Per l’ Ecomuseo Virgiliano del Lazio inizia così un programma annuale di progetti culturali, educativi e turistici per valorizzare il Museo Nelle foto: (in alto) il Manzù nel suo ricordo di Manzù; contesto territoriale (sotto) la casa del parco di appartenenza alla Sughereta di come voleva l’artiPomezia
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sta, cittadino onorario di Ardea, quando donò il museo allo Stato Italiano con tutto il suo straordinario patrimonio d’arte. Il percorso coinvolge l’attività di più soggetti non solo istituzionali ma anche dell’intera collettività locale che stenta ancora ad essere consapevole di vivere in un territorio meraviglioso e ricco anche di tradizioni e valori umani
Medici del S.Anna a teatro
SI VA IN SCENA - Al Policlinico S.Anna, sotto la sapiente regia dell'attuale Direttore Sanitario esiste da tempo una compagnia teatrale, che quest'anno presso l'hotel Antonella di Pomezia ha presentato lo scorso 13 dicembre la commedia dal titolo “Bell'è Papà”. La rappresentazione, dai contenuti molto brillanti, rappresentata in due atti e ambientata nella Napoli del secolo passato, è stata molto gradita dal folto pubblico intervenuto, nonostante le intemperie ed il maltempo che in quel fatidico venerdì 13, l'ha fatta da protagonista. Questo, però, non ha evitato il successo della rappresentazione, anche grazie alla interpretazione dei protagonisti, che sotto la perspicace direzione di Rosario Sciuto, hanno recitato con una preparazione ed una “verve”, degna di attori di lungo corso. Primari, dottori, caposale, infermieri, ausiliari, amministrativi, ingegneri, operai addetti, tutti si son messi in gioco financo a parodiare i personaggi della clinica ed inserirli con le loro usuali funzioni, nella commedia, menzionandoli di volta in volta fino ad allertare persino i collaboratori esterni che provvedono all'estremo saluto. Ilarità, risate di compiacimento, applausi spesso a scena aperta hanno accompagnato la rappresentazione, messa in opera anche con un particolare significato di affetto per il dottor Gilberto Balduini, già amministratore delegato, che purtroppo quest'anno ci ha lasciati. L'obiettivo è mantenere questo
tipo di attività, che serve pure a fortificare e cementare conoscenze che altrimenti rimarrebbero epidermiche, senza perdere di vista gli obiettivi primari del lavoro, volto sempre ad un miglioramento di qualità dei servizi sanitari. Va sottolineato, poi, in conclusione come tale iniziativa non sia stata isolata, ma in contemporanea nella hall dell'hotel si teneva la mostra collettiva di Arti Visive dell'Associazione Culturale Euterpe, mentre alla fine ha fatto da cornice un ricco e lauto buffett offerto dagli sponsor, con la partecipazione del Presidente Emmanuel Miraglia, intervenuto alla rappresentazione insieme al figlio Massimo, alla sorella Maria Dolores, moglie del compianto Balduini ed alla sorella Gabriella.
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La fontana tra vandali e volontari 'agguerriti' Il monumento in Piazza S. Benedetto da Norcia restaurato in tempi record. Ma forse si può fare di più Vandali in azione a Pomezia, in Piazza San Benedetto da Norcia, dove a gennaio la fontana è stata ricoperta (nuovamente) di scritte. Un atto che ha suscitato lo sdegno di molti cittadini soprattutto perché la struttura era stata da poco ripulita dopo anni di incuria e vandalismo. Qualcuno tuttavia, anziché stigmatizzare il gesto, ha provato a dare la colpa ai mancati controlli, ma la cosa è stata mal digerita da Massimiliano Villani, Capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle a Pomezia che si è sfogato sui social. «Nel mondo ideale in cui ognuno di noi ha il sogno di vivere esistono città dove ogni angolo e ogni strada sono presidiati e dotati di telecamere, come nel film “e Truman show”: ma è un sogno appunto – prosegue Villani – quello a cui abbiamo assistito in piazza San Benedetto, e purtroppo nel recente passato anche in altre zone di Pomezia, è il segno evidente che parte del futuro della nostra Città, giovani e giovanissimi, è senza educazione e rispetto per quelli che sono i monumenti che tutti dovremmo contribuire a salvaguardare. Comportamenti mutuati anche dal clima sempre più avvelenato che si respira nei social, nei quali le offese e la maleducazione, a tutti i livelli, sono troppo spesso ripagate con banali “like” e vano protagonismo». Restauro a tempo di record C'è chi però non ha perso tempo. Dopo pochi giorni infatti gli operai del Comune di Pomezia hanno provveduto a ripristinare lo stato dei luoghi ridando decoro alla fontana; una richiesta d'intervento, ad onor del vero, avanzata da Cittadinanza Attiva che proprio lo scorso anno aveva realizzato il primo intervento di pulizia. «Riportare decoro e pulizia alla fontana è stato il primo progetto di Cittadinanza Attiva Pomezia, terminato solo nel luglio 2019 realizzato con fatica da tanti cittadini volontari in collaborazione con il Comune di Pomezia attraverso il Regolamento di Cittadinanza Attiva. Proprio per il lavoro svolto, avevamo fatto richiesta di poter intervenire direttamente noi ma i tempi sarebbero stati più lunghi e l’amministrazione ha compreso benissimo l’importanza di intervenire con celerità per dare un messaggio chiaro a questi individui incivili di come il loro gesto sia dichiarato spregevole e deplorevole da tutta la città. La bellezza e la civiltà vinceranno sulle brutture e sull’inciviltà», scrive Cittadinanza Attiva. Vandali: è solo questo il problema? Un nostro lettore, a margine dell'accaduto, ha inviato alla nostra redazione una lettera aperta. Perché se è vero che il gesto dei van-
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dali è assolutamente da condannare – a prescindere dai controlli o meno – è altrettanto vero che nel caso specifico le istituzioni locali potrebbero fare qualcosa di più. Il tema infatti del “dualismo” tra le due piazze di Pomezia (l'altra è quella di Piazza Indipendenza che ospita il Municipio, ndr) non è certo nuovo e più di una volta i residenti della zona hanno protestato per un trattamento di “Serie B”. Scrive Fabrizio Egizi: «Faccio presente che la struttura è abbandonata da anni. Una “fontana-non fontana” in una piazza centrale dove insistono tanti appartamenti di Il messaggio di un lettore: «La fontana è una non-fontana abbandonata da anni. Il Comune ha dato troppe attenzioni alla parte nuova di Pomezia tralasciando quella vecchia. Forse se l'intervento dell'amministrazione comunale si dimostrasse più tangibile anche i più riottosi, maleducati o più semplicemente indifferenti, potrebbero col tempo maturare un comportamento più civile e rispettoso valore e numerose attività commerciali, i cui proprietari o titolarti pagano le tasse, incluse le attività degli ambulanti il sabato mattina, non è un bel segnale da parte dell'Amministrazione comunale». Che vi dicevamo? Prosegue il cittadino: «Nella fontana di Piazzza San Benedetto da anni non v'è più traccia di acqua e la cittadinanza avrebbe potuto reagire diversamente se anche nella parte vecchia di Pomezia l'amministrazione avesse pensato di far sgorgare l'acqua dalla fontata in questione; magari con un progetto che ne riutilizzasse il prezioso liquido o con un progetto totalmente nuovo o simile a quella di largo Brodolini nella parte nuova di Pomezia. Questa Amministrazione – prosegue – ha riservato troppe attenzioni alla parte nuova di Pomezia e troppo poche alla parte vecchia; penso anche a piazza Bellini: non ha verde pubblico, non ha parcheggi a sufficienza per le attività commerciali e per i residenti, non ha giochi per i bambini e non ha panchine per i più anziani. E insieme a piazza Bellini
c'è via Cavour, piena di buche e avallamenti. Devo continuare? In una cittadinanza dove l'intervento dell'amministrazione comunale si dimostra più tangibile anche i più riottosi, maleducati o più semplicemente indifferenti, potrebbero col tempo maturare un comportamento più civile e rispettoso». Insomma, anche il Comune deve fare la propria parte...
Strade: le 'briciole' per Ardea QUI CITTA' METROPOLITANA Anche dall'ex Provincia arrivano pochissimi fondi per le strade di competenza ad Ardea. Di fondi infatti ce ne sono davvero pochi e per il momento il territorio rutulo rimane con un pugno di mosche. Troppi i km di strade (per non parlare delle scuole) di competenza a fronte di entrate esigue, precisano da Roma. LE 'BRICIOLE' - «Unica nota positiva gli investimenti che si faranno sul tratto comunale di via Laurentina e un piccolo tratto di via di Valle Caia. Dovremo aspettare forse l’inizio dell’estate per vedere in opera i cantieri, ma almeno quest’importante arteria, nel tratto di competenza provinciale, sarà sistemata», annuncia tuttavia il primo cittadino rutulo Savarese.
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Quattro anni di "Pomezia Sparita" Dal virtuale al reale: nata su Facebook oggi l'Associazione è ancora un luogo di condivisione Il 31 gennaio 2016, a Pomezia, nel quartiere Nuova Lavinium, veniva presentata al pubblico l’associazione culturale Pomezia sparita: già dal 17 agosto 2015, era attivo un gruppo Facebook denominato Pomezia sparita e sorto per volontà di Luca Paonessa che ne è tuttora l’amministratore nonché fondatore e Presidente dell’omonima associazione. Sin dalla nascita del gruppo, era chiaro l’intento di creare una rete di contatti, un luogo di unione e di condivisione tra le varie realtà culturali cittadine. Dal virtuale al reale Inizialmente era soltanto un gruppo Facebook, attualmente attivo con oltre mille iscritti, ma dopo pochi mesi, si è voluto dare concretezza con la costituzione di una vera e propria associazione culturale fatta di soci e di un direttivo costituito dal Presidente Luca Paonessa, dal vicepresidente Eber Paonessa e dalla segretaria Agostina Pecorella. Tante le iniziative portate avanti: le conferenze nella biblioteca comunale di Pomezia, gli incontri con la storia dell’arte, una visita nello Stato della Città del Vaticano, una mostra collettiva d’arte sotto i portici della torre civica di Pomezia in memoria del regista Sergio Leone (1929-1989) sepolto nel cimitero di Pratica di Mare, le visite a Roma e nel territorio di Pomezia. Come Roma L’associazione ha voluto assumere il nome di Pomezia sparita, nel ricordo di Ettore Roesler Franz (1845-1907) pittore romano noto in particolare per essere l’autore di 120 acquerelli facenti parte di una raccolta nota oggi come “Roma Sparita”, testimonianza visiva,
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Sin dalla nascita del gruppo, era chiaro l’intento di creare una rete di contatti, un luogo di unione e di condivisione tra le varie realtà culturali cittadine
attenta ed accurata di una Roma ottocentesca che stava sparendo. Come Roma, anche Pomezia è stata oggetto di notevoli trasformazioni e l’associazione culturale Pomezia sparita ha sempre posto l’attenzione su tutta la storia di Pomezia, sui suoi siti archeologici, sui suoi monumenti e sul borgo di Pratica di Mare. E’ stata presente all’inaugurazione dell’area archeologica dell’antica Lavinium avvenuta il 15 dicembre 2016 ed all’inaugurazione del Museo Città di Pomezia-Laboratorio del Novecento avvenuta il 29 ottobre Tante iniziative organizzate in quattro anni. Il Presidente, Luca Paonessa, traccia il bilancio di questo percorso 2019. Proprio questo museo è stato oggetto di una recente visita di un gruppo dell’associazione che ha potuto seguire le spiegazioni del personale del museo che ha illustrato anche i principali monumenti del centro storico di Pomezia. Molto ben riuscito e partecipato, è stato inoltre l’evento organizzato dall’associazione, che ha visto come illustri ospiti Francesco e Pierluigi Roesler Franz, i quali hanno dettagliatamente parlato del loro
L'evento POMEZIA - Sabato 4 maggio 2019 presso la biblioteca comunale di Pomezia si svolse l'evento organizzato dall’associazione culturale Pomezia sparita: nella foto ci sono i fratelli Francesco (primo da sinistra) e Pierluigi (terzo da sinistra) Roesler Franz, discendenti del pittore Ettore Roesler Franz, autore degli acquerelli di Roma Sparita, con il Presidente dell’associazione culturale Pomezia sparita, Luca Paonessa (penultimo da sinistra) ed il consigliere comunale di maggioranza, Alessio Ruggiero. avo artista e delle sue opere, nella biblioteca comunale di Pomezia, sabato 4 maggio 2019. Chiosa Luca Paonessa«A distanza di quattro anni l’associazione culturale Pomezia sparita continua ad essere un luogo di condivisione, di partecipazione, dove fare memoria del passato con la consapevolezza che è utile per comprendere il presente e per pensare al futuro perché: Tutto sparisce, tutto si trasforma, ma tutto continua, sia pure in modo differente, ad esistere!»
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L'Associazione è stata sempre molto attiva sulla questione del Borgo di Pratica di Mare
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Settimana di preghiera per l'unità Cristiana Il 17 gennaio si è tenuta la veglia di preghiera presso la Chiesa di San Bonificio a Pomezia resieduta da Sua Ecc. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo della Diocesi Suburbicaria di Albano, da Sua Ecc. Mons. Padre Atanasio di Bogdania, Vescovo Vicario della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, e dal Pastore Luca Maria Negro, Presidente FCEI e Pastore della Chiesa Evangelista Battista, venerdì 17 gennaio presso la Parrocchia di San Bonifacio di Pomezia, ha avuto luogo la Veglia di Preghiera che ha aperto la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Si tratta di un incontro ecumenico tradizionale che, oramai da molti anni, rinforza l’incontro e la conoscenza reciproca e vede le diverse confessioni cristiane riunite insieme in riflessione e preghiera su un tema comune, scelto in base ad un passo biblico. Durante la celebrazione della Veglia, dopo il doveroso saluto di benvenuto del Vescovo di Albano, Sua Ecc. Mons. Semeraro, l’atto penitenziale è stato introdotto dal Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena, Monsignor Atanasio, e il responsabile della Comunità Evangelica Battista, Pastore Luca Maria Negro, ha predicato l’omelia. Toccante è stata la testimonianza di una rifugiata della Mediterranean Hope Comunità di Sant’Egidio. Accogliere lo straniero, un dovere per il Cristiano Quest’anno il tema, scelto dalle Chiese di Malta e Gozo, è quanto mai attuale e riguarda l’accoglienza dello straniero, scomposto in otto sottotracce strettamente connesse: riconciliazione, luce, speranza, fiducia, forza, ospitalità, conversione, generosità. La riflessione è stata offerta dal racconto degli Atti degli Apostoli che narra il naufragio di Paolo che, diretto a Roma, approda a Malta e viene accolto e ospitato con umanità e generosità dalla popolazione. Il versetto 28,2 che recita “Ci trattarono con gentilezza..." ripropone, con una metafora per nulla nascosta, il dramma dei migranti che ogni giorno fuggono da guerra, violenza e povertà, alla ricerca di un’occasione e una possibilità di vita. Il tema non è nuovo, anzi è noto sin dalla
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Il Corriere della Città Numero 2 Anno 12
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EDITORE: La Città
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notte dei tempi: per i greci e per gli altri popoli antichi l’accoglienza era un preciso dovere etico-sociale e l’ospitalità definiva la socialità e la civiltà del popolo stesso. Era impensabile, infatti, non dare ospitalità al profugo che ne avesse avuto bisogno, qualunque fosse la sua provenienza: l’ospite era sacro ed era considerato senza onore chi privava di assistenza colui chi necessitava di aiuto. Eppure, se si guarda la realtà attuale, le cose sono notevolmente cambiate: ci si oppone allo straniero, si scacccia chi è diverso, chi ha bisogno di aiuto, lo si considera un invasore, portatore di incertezza, corruttore dei costumi e della civiltà. Nonostante le loro radici greche e nonostante si dicano cristiani, oggi i popoli rifiutano l’accoglienza: l’ospite non solo non è più visto come un dio, ma è considerato un intruso; non solo non è più portatore di scambio, ricchezza e condivisione, ma è percepito come un errore, uno spreco di risorse. Oggi, quasi con ostentazione si rifiutano il diverso, il bisognoso, il povero, il profugo. “...Accogliere lo straniero e accogliere Dio sono due atteggiamenti strettamente connessi...” ha detto il Pastore Luca Maria Negro. Che cosa è andato storto nei secoli, tanto da fare rifiutare l’aiuto, l’accoglienza, l’ospitalità a chi è meno fortunato e da non farci riconoscere parte di un’unica famiglia, quella umana? Come mai i cristiani tutti sentono l’esigenza e l’urgenza di doverne
sottolineare l’importanza attraverso una intensa settimana di preghiera comune? Forse, è venuto il momento di prendere atto che qualcosa nella nostra società è andato perduto, qualcosa che deve essere recuperato e riconquistato nel più breve tempo possibile. I Cristiani, se davvero vogliono essere seguaci di Gesù e del Vangelo, non possono dimenticare la loro umanità, non possono restare indifferenti e girarsi dall’altra parte di fronte alle sofferenze altrui, non possono negare l’aiuto e non possono rifiutare l’accoglienza. I Cristiani non escludono, non allontanano, non respingono. I Cristiani accolgono, aiutano, salvano, in nome di quella sensibilità che tutti gli esseri umani, portatori di solidarietà ed empatia, possiedono, ma che deve essere più tenace nei cristiani, illuminati dalla Luce di Dio e forti nella Fede. E noi? Che tipo di persone vogliamo essere? Che tipo di società vogliamo costruire? Che tipo di trattamento vogliamo riservare a chi fugge da guerra, povertà, violenza? “Siamo collusi con le forze indifferenti oppure accogliamo con umanità, divenendo così testimoni dell’amorevole provvidenza di Dio verso ogni persona?” A questa domanda, proposta dalle Chiese di Malta e Gozo ai cristiani di tutto il mondo, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2020 vuole dare una risposta.
E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao
STAMPA: Graffietti Stampati
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IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti, Alessia Achille, Giacomo Andreoli
CHIUSURA REDAZIONALE: 02/02/20
Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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La Sughereta nel calendario della Regione Pubblicate le dodice opere realizzate dagli artisti del Labspo7 di Pomezia di Via Spoleto rosegue l'intensa attività del Laboratorio d'Arte di Via Spoleto a Pomezia. A gennaio è stato pubblicato il calendario contenente dodici esclusive opere realizzate alla Sughereta, l'area naturale insistente nel Comune di Pomezia. Il lavoro, frutto di un'estemporanea in loco, è stato portato avanti dagli artisti del Labspo7 ed ha visto la luce nei giorni scorsi. Si tratta del primo calendario artistico realizzato con la partecipazione della Regione Lazio. La mostra sulla “neve” “Il fascino della neve”. Questo il tema della nuova mostra del laboratorio d'arte tenutasi a Pomezia nel weekend del 18 e 19 gennaio. L'appunto segue l'evento inaugurale dello scorso 8 dicembre, la grande mostra collettiva dei creativi del laboratorio intitolata “Germogli D'Arte”, ed è stato incentrato sul tema dai connotati invernali della neve. I prossimi appuntamenti A febbraio si terrà invece la mostra “Colori e magie del carnevale – Dal reale all'immaginario”. Dopodiché, il mese successivo, (21 e 22 marzo) avrà luogo “Raffaellando”. E ancora: 25-26 aprile “Risvegli”, 23-24 maggio “AssoPleiadiArte, la VII Biennale” e a chiudere 27-28 giugno “La mostra conclusiva dei creativi del Lab”. Per info e per partecipare alle mostre 328/4636294.
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Il lavoro è stato frutto di un'estemporanea in loco, è stato portato avanti dagli artisti del Labspo7: si tratta del primo calendario artistico realizzato con la partecipazione della Regione Lazio
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Tatuaggi e pancione: attenzione ai rischi n tempo espressione di appartenenza ad una classe sociale, ad un rango o ad una famiglia, oggi invece quasi una forma d’arte o un modo per mostrare al mondo attraverso la pelle quello che ci portiamo nel cuore… diciamo uno spiraglio da cui lasciar trasparire l’anima. Ecco, questo è per me un tatuaggio… un bisogno di gridare in silenzio qualcosa di noi che disperatamente vogliamo gli altri sappiano senza però dirlo ad alta voce. Ormai l’eccezione non è più chi si colora la pelle, ma chi la lascia immacolata. Il tatuaggio è diventato un fatto culturale e non solo generazionale. Si tratta di un cambiamento permanente, in cui pigmenti di inchiostro sono inseriti nel derma, cioè nello strato sotto la nostra pelle, attraverso ripetute punture eseguite con sottili aghi di cui è fornita una macchinetta vibrante, non a caso il termine tatoo deriva dalla parola tahitiana “ta-tau” cioè “picchiettare”. Ribellione, estetica, vanità, affermazione qualunque sia la motivazione che porta a decidere di imprimere per sempre un disegno sulla nostra pelle, dobbiamo essere consapevoli del fatto che questo ha un impatto sulla nostra salute… è lecito scegliere, ma è saggio farlo consapevolmente. Il tatuaggio può essere artistico, ma può avere anche finalità medica, nel ricostruire o ridisegnare parti del corpo deturpate da malattie o cicatrici. Qualunque sia la finalità esistono delle complicanze tra cui le più rilevanti sono determinate dalle infezioni dovute alle cattive condizioni igieniche e alla mancanza di sterilità, seguite poi dalle reazioni avverse come infiammazioni e allergie dovute nello specifico dalla composizione dei pigmenti. Il rischio maggiore è rappresentato dalla trasmissione di virus come HIV, HCV e HBV e batteri come stafilococchi, streptococchi ed escherichia coli. Ovviamente i rischi di infezione si riducono enormemente se il tatuaggio viene eseguito da un professionista nel rispetto di tutte le norme igieniche ed in un luogo idoneo al procedimento. Lo stesso però non può dirsi per le reazioni infiammatorie o allergiche spesso conseguenza d i pigmenti preparati a livello industriale su grande scala non testati per l’uso umano e quindi potenzialmente contaminati e nocivi. I contaminanti possono essere di qualsiasi natura tra cui anche piccoli frammenti metallici responsabili, per esempio, di gonfiori e bruciature durante l’esecuzione di esami di risonanza magnetica, oltre che di immagini distorte e di non chiara interpretazione. Questo ha portato nel 2019, dopo uno studio condotto dall’ISS e dall’Istituto Dermatologico San Gallicano al ritiro dal
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commercio italiano di almeno 14 pigmenti provenienti dagli USA contenenti sostanze riconosciute come non sicure per gli standard nazionali. Purtroppo però, parallelamente al rapido diffondersi della pratica di dipingersi la pelle, la legislazione non è stata altrettanto veloce. Nel nostro paese non esiste una vera regolamentazione in materia, ci si basa sulle” Linee Guida del Ministero della Salute per l’esecuzione di procedure di piercing e tatuaggi in condizioni di sicurezza”, queste linee guida stabiliscono delle indicazioni relative soprattutto alle condizioni igieniche e alle caratteristiche di accettabilità dei pigmenti, ma non costituiscono di per sé una vera regolamentazione. Ma come s’incastra tutto questo con il mio ruolo di ostetrica? Perché i tatuaggi riguardano anche le pancione! La gravidanza di per sé è un periodo di contrindicazione assoluta per i tatuaggi in relazione al rischio di contrarre infezioni pericolose per mamma e bambino e per il rischio di reazioni avverse anche se và detto comunque che non esistono studi che accertano la possibilità di un effetto teratogeno diretto dei pigmenti o dei loro componenti sul feto o della loro capacità di passare attraverso la placenta. Nel tempo una certa attenzione è stata posta nei confronti della parte del corpo che viene tatuata e in particolare quello che interessa noi è la regione lombare poiché unicorni, folletti e farfalle dai colori vivaci sexy e accattivanti da diciottenni sfrontate ,potrebbero poi precludere alla futura mamma la possibilità di essere sottoposta a parto-analgesia peridurale. I pareri sono discordanti. Il dubbio viene sollevato tenendo in considerazione la possibilità che un ago che entra in una struttura può trasportare più in profondità quello che incontra in superficie… in questo caso i pigmenti di colore del tatuaggio potrebbero essere traspor-
tati dal derma nello spazio epidurale. Questo potrebbe determinare infiammazione, irritazione o infezione dei rami nervosi. Il sospetto clinico nasce nel 2016 dopo che uno studio aveva dimostrato come analizzando il liquido spinale fuoriuscito dopo puntura lombare per anestesia spinale, in tale liquido erano state riscontrate cellule epiteliali, cioè cellule della cute, ovviamente trasportate in questa sede dall’ago durante la procedura. Per scongiurare il rischio secondo alcuni basterebbe evitare di pungere la cute in un punto dove è presente il tatuaggio, secondi altri il rischio invece non sussiste affatto e quindi non si pongono il problema di pungere la zona prescelta anche se colorata di un bell’azzurro acceso, altri ancora si rifiutano di eseguire l’epidurale su una schiena colorata. Insomma in qualsiasi modo la si guardi non si riesce a trovare un’unanimità di pensiero, come del resto neanche una linea guida di riferimento, tutto è lasciato nelle mani del singolo anestesista che deve decidere se e dove pungere. Addirittura nel 2015 l’allattamento era stato fortemente sconsigliato alle mamme tatuate, ma siccome non esiste prova che il pigmento del tatuaggio possa migrare nel latte materno , nel 2018 tale divieto è decaduto… rimane il però il rischio di contrarre un’infezione trasmissibile con il latte se si effettua un tatuaggio non sicuro durante l’allattamento. Pertanto forse l’unica certezza è che sarebbe meglio astenersi dal fare nuovi tatuaggi da tre mesi prima del concepimento fino alla fine dell’allattamento… magari subito dopo potete farvi scrivere sulla pelle per sempre il nome di vostro figlio! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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L'avvocato risponde
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«L’effetto proprio dell’istituto della caparra confirmatoria, in caso di inadempimento della controparte è il diritto di recedere dal contratto e di trattenere la caparra ricevuta»
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TORVAIANICA NORD - Vendesi attico mq 100 ristrutturato: camera da letto, due camerette, sala, cucina, due bagni. Due terrazzi panoramici (uno vista mare, l’altro vista castelli romani) per un totale di 260 metri quadri. Garage di 22 metri quadri con serranda elettrica. Prezzo €200.000 trattabili. Esposizione su quattro lati. No agenzie. Per informazioni telefonare al 328/3033143.
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Il Corriere della Città febbraio 2020
L'analfabetismo di ritorno opo le tante applicazioni che vogliono sempre essere aggiornate sui nostri spostamenti, non solo quelle delle previsioni del tempo o del traffico, per le quali potrebbe anche essere necessario, ma anche quelle che spiegano ricette (forse per calcolare il tempo per andare dal divano alla cucina a girare pasta e ceci), spunta un’altra applicazione, necessaria per configurare la nuova TV che presto saremo costretti ad acquistare. Anch’essa non mancherà di chiedere in quale stanza della casa siamo, chissà fin dove spingerà la sua curiosità. Tra tutte queste offerte/imposizioni tecnologiche, dalla TV interattiva che indovina i nostri interessi, all’ allarme in macchina che ci ricor-
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atta a sostenere ogni esigenza vitale dell’uomo, tra le quali l’orientamento nello spazio, così importante per la sopravvivenza, attraverso i navigatori citati, l’attenzione ai neonati attraverso il permanere di un legame speciale che perdura anche dopo la nascita per monitorarne bisogni, una forma di sonno parziale (il sonno cosiddetto della balia) grazie al quale la mamma, pur dormendo tra mille rumori, si sveglia selettivamente solo al richiamo e ai movimenti del figlio, al quale riserva un canale preferenziale. Sono meccanismi formatisi nel corso di migliaia di anni di evoluzione per garantire la sopravvivenza della specie, dove la cura dei cuccioli dell’uomo, essere genitori, è un compito tra i più importanti. Un che non conosce soste e non può essere delegato
guenze è l’abbassamento del livello intellettivo generale, l’apprendimento, la memoria, il linguaggio, etc., sapere che ogni informazione è a disposizione con un clik, non costringe più il cervello ad esercitarsi, erano di
Il nostro cervello rischia l’estinzione per inutilizzo, con santa pace dell’Homo Faber e dei turbamenti del cuore antico dell’uomo cacciatore dadel bebè dietro al sedile, come un oggetto silenzioso tra altri oggetti silenziosi quali la busta della spesa, gli occhiali, i giornali, ai navigatori satellitari che ci trascinano impietosi tra viuzze e sentieri impraticabili, (che oramai hanno sostituito i tre navigatori del nostro cervello, uno per riconoscere i luoghi, uno per muoversi all’interno dello stesso e un altro per spostarsi da un luogo all’altro, scoperte di psicologi della Emory University), e molte altre diavolerie tecnologiche, il nostro cervello rischia l’estinzione per inutilizzo, con santa pace dell’Homo Faber e dei turbamenti del cuore antico dell’uomo cacciatore, il fiuto, le intuizioni, il pensiero vigile che saranno spinti sempre più in fondo all’animo, con la gioia delle case framaceutiche pronte a gestire il dolore del lupo, ridotto obbediente Lassie, con sapienti farmaci tuttofare. L’intelligenza è la capacità di risolvere i problemi nuovi e sconosciuti che, insieme con altre facoltà cognitive quali capacità verbali, di calcolo, di ragionamento aritmetico, di memoria etc., si allena attraverso la ricerca delle soluzioni agli stessi. Essa mantiene, con la ripetizione delle cose apprese, la lettura, il livello raggiunto, da non considerare mai un dato acquisito una volta per tutte, il cervello è un muscolo che in condizioni di inattività regredisce fino a raggiungere i valori preilletterati. Tale funzione cognitiva è un valore a forte determinazione genetica, rispetto alla memoria che dipende più dall’esercizio, ma è notevolmente influenzata anche dalle condizioni ambientali, sociali, da fattori educativi, che fungono da innesco per tradurre un potenziale in una funzionalità effettiva. I La struttura fisiologica del sistema nervoso è
a nessuno totalmente, tantomeno ad un congegno elettronico che, ahimé, potrebbe anche non funzionare, e non sarà certo la garanzia prontamente fornita dalle case cstruttrici a sollevare dalla disperazione, in caso di disgrazia. E’la necessità vera la prima maestra, solo grazie ad essa si è spinti a trovare soluzioni, crea la fiducia in sé stessi, la gioia, le cose regalate non avranno mai il sapore delle cose conquistate. Ogni offerta pubblicitaria promette illusorie comodità senza fatica, ma è dalla fatica che nasce l’attaccamento alle cose, l’amore, il desiderio di ripararle e anche il piacere di riposare, la vera comodità, il cosiddetto sonno dei giusti. L’obiettivo è la sedazione definitiva del nostro cervello fino a ridurci a bocche pronte a consumare le migliaia di marche di yogurt che scadono sugli scaffali dei supermercati, preferibilmente silenziose. Nella nostra epoca in cui i media concedono un ampio accesso alle fonti di cultura, in cui ogni ricerca appare agevolata, paradossalmente, una delle conse-
gran lunga più intelligenti gli uomini della pietra. Dati della Fondazione Feltrinelli indicano che nel 2019 il 30% degli italiani compresi tra i 25 e i 65 anni, è analfabeta di ritorno, con limitazioni della comprensione, della lettura e del calcolo, un fenomeno anche in continua espansione di cui l’Italia detiene il triste primato tra i Paesi dell’Unione. Sono definiti anche analfabeti funzionali, o illetterati, soggetti che hanno perso competenze prima acquisite, a causa del mancato esercizio di quanto imparato, accostati al basso livello di istruzione registrato tra i giovani in età scolare – molti ragazzi iscritti alle scuole superiori fanno errori tipici degli alunni delle elementari – determinano il rischio di gravi ricadute anche a livello socio-economico. Tutto proprio come nel film predittivo del lungimirante regista francese, Francois Truffaut, “Farenheit 451” del 1966, nel quale, in una società non troppo lontana, lo strapotere mediatico del mezzo televisivo riduceva esseri umani a marionette allucinate davanti allo schermo, e il pompiere Montag bruciava i libri per impedire loro di acculturarsi, con l’unica differenza che oggi non si bruciano più i libri, ma restano sugli scaffali con le pagine intatte. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Corso di Psicologia – merc.h.17,00 Ass.ne Amici di Singen, v.Cincinnato,4 Progetto “TLT” Comune di Pomezia” Tel. 3271363539
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ANNO 2020: LASCIARSI ANDARE SENZA SENSI DI COLPA
“Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma le opinioni che ne fanno” (Cit.) La prima cosa da fare per stare bene, allora, è rinunciare alle fantasie di onnipotenza.
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Infine per guarire da ciò bisogna imparare a lasciarsi andare, ossia accettare di vivere in un mondo in cui non possiamo controllare ogni cosa, un mondo in cui la nostra influenza è senza dubbio reale, ma limitata
Ci sono persone che si sentono spesso in colpa, pur senza aver commesso nulla, talvolta anche solo per essere riusciti a fare qualcosa che ad altri non è riuscito
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Il Corriere della CittĂ febbraio 2020
L'arte di dipingersi il corpo La body art ha radici antichissime prima di aermarsi come una vera corrente artistica
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San Valentino, cibo e amore Perché regalare una dieta o un abbonamento in palestra è un grande gesto di amore er San Valentino regaliamo a noi stessi ed al nostro partner salute e bellezza, recuperando un rapporto più armonioso con il cibo e quindi con il nostro corpo. Obesità e sovrappeso sono diventati talmente tanto diffusi che iniziamo a considerarli come cose normali, ma purtroppo non lo sono e ci rendono non solo meno attraenti dal punto di vista estetico ma anche meno efficienti sotto il profilo sessuale. Uno stile di vita ed alimentare squilibrato può comportare anche danni per la nostra salute, con ripercussioni sia sulla qualità della nostra vita che sulla sua durata, quindi minor tempo da trascorrere insieme a chi si ama. Molte coppie dopo una vita di lavoro avevano pianificato di vivere serenamente gli anni della pensione, ma mentre accumulavano contributi non pensavano a mantenersi in buona salute con il risultato di vedere infranti tutti i loro progetti ed i loro sogni. Regalare una dieta, un abbonamento in palestra, l‘iscrizione ad una scuola di ballo, ecc., è quindi un grande gesto di amore per conservare a lunga scadenza il proprio rapporto. Se amiamo una persona vorremmo vivere con lui o con lei a lungo ed in modo felice. Ogni volta che amiamo il cibo più di noi stessi e più del nostro partner in un certo senso è come se lo stessimo tradendo, togliendo senza rendercene conto salute, bellezza e tempo alla nostra vita. Purtroppo siamo continuamente bombardati da messaggi pubblicitari che cercano di farci consumare alcolici e prodotti alimentari industriali poco salutari, confondendo l’idea dell’ amore e del piacere per la vita con quella distorta del piacere per il cibo. Per San Valentino iniziamo ad amare noi stessi ed il nostro corpo. Chi non ama se stesso infatti, difficilmente è in grado di amare gli altri. Avere una maggior cura per il proprio corpo e per la propria salute è quindi anche un grande gesto di amore nei confronti del nostro partner. Naturalmente chi ci ama davvero, continuerà ad amarci anche se abbiamo messo su qualche chiletto di troppo. Ma proprio per questo motivo se vogliamo fargli un bel dono dovremmo impegnarci a rimetterci e a mantenerci in forma. Se riusciamo a rinunciare ai tanti piccoli e grandi eccessi alimentari che tutti noi facciamo, ci sentiremo meglio, avremo più energia, più salute ed una vita più lunga da passare insieme. A qualsiasi età una corretta alimentazione ed uno stile di vita più sano migliora la nostra capacità di amare sia sotto il profilo delle performance sessuali, sia sotto il profilo emotivo. Se siamo giovani ed abbiamo problemi di sovrappeso o di obesità
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dobbiamo intervenire immediatamente se non vogliamo andare incontro a gravi problemi di salute andando avanti con gli anni. L’organismo umano è come una bellissima macchina, quando ha pochi chilometri continua a camminare anche se la trattiamo molto male, perché’ il motore e tutti i suoi Obesità e sovrappeso sono diventati talmente tanto diffusi che iniziamo a considerarli come cose normali, ma purtroppo non lo sono e ci rendono non solo meno attraenti dal punto di vista estetico ma anche meno efficienti sotto il profilo sessuale pezzi sono nuovi, ma ad un certo punto se la maltrattiamo i pezzi si logorano prima del tempo e quanto meno ce lo aspettiamo ci lascerà’ per strada, quindi un modo razionale per amare è quello di lavorare sulla prevenzione per poter invecchiare insieme. Per quanto la cosa potrebbe sorprendere i nostri nonni che seguivano una dieta ed un sano stile di vita mediterraneo, anche in tarda età, continuavano ad avere rapporti sessuali, anche se riservati come erano non davano af-
fatto a vederlo. Molti ragazzi oggi fumano e bevono in modo esagerato e fanno uso di sostanze stupefacenti, ignorando che questo comporta impotenza per gli uomini e sterilità e danni genetici per le donne, quando decideranno di avere un bambino. Per le persone più mature il problema principale invece è l’eccesso di cibo. Se il nostro girovita aumenta oltre certi limiti infatti, si rischia di andare incontro alla cosiddetta sindrome metabolica, che predispone al diabete di tipo 2 ed a malattie cardiovascolari. Dovremmo imparare a trarre piacere dal cibo curando di più la qualità e riducendo al minimo la quantità. Alimenti sani e genuini non hanno bisogno di ricette troppo elaborate di sale o troppi condimenti grassi per essere buoni. Per san valentino a tavola teniamoci leggeri soprattutto se vogliamo accendere poi di passione la nostra serata. Un eccesso di cibo e di alcol non è consigliabile se vogliamo dimostrare quanto vogliamo bene al nostro partner anche con il nostro corpo . Equilibrio e moderazione a tavola ci renderanno superlativi altrove. Per San Valentino spesso si sente parlare di “cibi afrodisiaci”, ed ogni sito o blog ve ne fornirà un elenco più o meno lungo. Tuttavia a mio parere, se state pensando a quello che dovete mettere o che avrete sulla tavola siete già fuori strada. Le “farfalline” dovreste sentirle nello stomaco, ma senza averle fatte passare prima per il piatto. Nessun menu o chef stellato potrà sostituire l’amore che non vi sarà dato o che non sarete in grado di dare. Ma se l’amore avete la fortuna di averlo tutto il resto non conta. Buon San Valentino a tutti. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 o monicagrosso1@tiscali.it
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Il Corriere della CittĂ febbraio 2020
Dilettanti, il punto arrivati al giro di boa Pomezia Calcio, reazione d'orgoglio. Unipomezia in semiďŹ nale di Coppa Italia, Cynthia k.o.
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Rallenta l'Indomita Pomezia: terzo posto in classifica, si complica anche il cammino in Coppa
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Le classifiche aggiornate al 1 gennaio 2020 Serie D Girone G
Serie D Girone E
Eccellenza Girone A
Promozione Girone C
Prima Categoria Girone G
Seconda Categoria Girone H
Calcio a 5 - Serie B/E
Calcio a 5 - Serie C1/B
Calcio a 5 - Serie C2/D
BORGO IN TOSCANA, VENDESI CASA
Vendesi a Semproniano (GR), a 10km dalle Terme di Saturnia, appartamento di mq. 51 composto da cucina, salottino, bagno e camera da letto. Da arredare. Dispone anche di un piccolo locale magazzino. La casa è nel centro storico. Per informazioni chiamare 3476256951 (Paolo). Prezzo: €50.000 trattabili
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Il basket della Virtus contagia Pomezia Boom di iscrizioni e un 2020 partito nel migliore dei modi possibile per la Virtus Pomezia l nuovo anno è iniziato nel migliore dei modi per la VPB. Arrivata l’assegnazione definitiva per i prossimi quattro anni della Margherita Hack, la dirigenza ha avviato i lavori del restyling dell’impianto che lo vedrà a breve come riferimento del basket a Pomezia. Il campo infatti rimanderà al senso di appartenenza ai colori Sociali. La brandizzazione del logo Virtus infatti è un punto fondamentale nella crescita della Società. Dal punto di vista sportivo invece continua la crescita del settore giovanile e tutte le categorie si stanno confermando nei rispettivi campionati con ottimi risultati. La continua richiesta di iscrizioni sta ampliando in modo considerevole il vivaio che è andato a rimpinguare il già folto gruppo del minibasket. Una menzione particolare va ai bambini nati nel 2011/2012, che al momento sono imbattuti nel campionato Scoiattoli. Da qui l’idea di organizzare un torneo del mini-
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basket per la fine di febbraio per la stessa categoria, nel quale saranno presenti Società di rilievo come Fortitudo Bologna, Pesaro, Rieti, Nuoro e le più blasonate Società romane. Da sottolineare i risultati strabilianti
ottenuti dalla prima squadra che termina il girone di andata capilista solitaria ed imbattuta. L’entusiasmo del team VPB sta contagiando l’intera citta di Pomezia; significativa la gara disputata alla Cupola a metà gennaio
a cui sono intervenute circa 500 persone creando un clima magnifico che ha esaltato giocatori e tifosi. La gara si è conclusa con una grande vittoria tra il tripudio generale. Questo è uno degli aspetti fondamentali dalla VPB che vuole far innamorare nuovamente la città di questo sport straordinario. Siamo sulla strada giusta.