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Anno1014Numero Numero112 Anno
FEBBRAIO 2018 2022 NOVEMBRE RONCIGLIANO «Falde inquinate» ma la proroga fino a luglio resta (pag. 12-13)
libertà informazione politica cronaca cultura sport OPERAIO DECEDUTO: E’ LA TERZA VITTIMA IN POCHI MESI A POMEZIA
B A S TA M O R T I S U L L AV O RSPO O! ESCLUSIVO
Usura, imprenditore di Pomezia minacciato e picchiato. Ecco le inquietanti intercettazioni
COVID, E’ BOOM DI CASI
Tra Pomezia e Ardea oltre 6.000 contagi. E la ASL non riesce a contattare tutti
IL SERVIZIO A PAG. 10
SCUOLE “SVUOTATE” Covid, tantissime classi in quarantena. I genitori: «Così è un incubo» “SE FOSSI SINDACO...”
Le vostre proposte per il territorio di questo mese (pag. 22)
Editoriale LA STRAGE SILENZIOSA
LA TESTIMONIANZA «Dieci anni fa eravamo a bordo della Concordia» (pp. 24-25)
GIORNATA DELLA MEMORIA
Premio ai ragazzi del Copernico (p.26)
GREEN PASS, LE REGOLE La guida (da ritagliare) con le novità in vigore dal 1 febbraio
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na strage. 1,000 e più persone (manca il dato di dicembre) hanno perso la vita nell'attività che dovrebbe consentirci di...vivere. Il paradosso dei paradossi che presenta ogni anno un conto salatissimo in termini di vite umane. Nel 2021 1.116 persone sono morte sul posto di lavoro. Tra le ultime quella di Lorenzo Perelli, lo studente di 18 anni deceduto nell'ultimo giorno del percorso alternanza scuola-lavoro, in pratica ancor prima, in realtà, di entrarci nel mondo del lavoro propriamente detto. A Pomezia invece, sempre a gennaio, un altro operaio di 65 anni ha perso la vita cadendo mentre lavorava in un capannone a Santa Procula. Salvatore è la terza vittima sul territorio negli ultimi tre mesi. Un bilancio a dir poco drammatico. (continua a pag.4)
Via dei Fenicotteri
Ardea, vendita di case popolari, un padre “denuncia” la figlia: «Lo fa anche lei». Ma non c’è solo questo nella zona
IL SERVIZIO DA PAG. 8
febbraio 2022 NUMERO 2
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ARDEA, VIA DEI FENICOTTERI
Editoriale
L a s t ra g e s i l e n z i o s a . . . ( a p . 4 ) SPECIALE Pomezia, terzo operaio morto in pochi mesi.....p.6 POLITICA Roncigliano: «falde inquinate», ma si va avanti...p.12 Rifiuti utenze Covid, servizio (quasi) ok a Pomezia..p.14
CRONACA Covid, boom di casi a Pomezia e Ardea.....pp.16-17 Contagi, scuole “svuotate” dalle quarantene...p.18 Concordia, 10 anni dopo: la testimonianza.....p.24 Shoah, premiati studenti del Copernico..........p.26 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 33
Ve n d i t a d i c a s e p o p o l a r i ( m a n o n solo). Cosa succede nella zona (da pag. 8) GREEN PASS Le nuove regole in vigore dal 1 febbraio LA GUIDA
(a p.30)
Sul web Tutte le notizie sul territorio le trovi su www.ilcorrieredellacitta.com
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EDITORIALE
Il Corriere della Città febbraio 2022
La strage silenziosa (segue dalla copertina) Il dato nazionale traccia l'immagine di un Paese in cui il posto di lavoro rappresenta un luogo tutt'altro che sicuro. In numeri assoluti è la Lombardia, secondo il rapporto dell'Osservatorio Vega Engineering, società di consulenza e ingegneria, a pagare il conto più alto (107), ma essendo anche quella con più occupati l'incidenza crolla drasticamente facendone, paradossalmente, la Regione più sicura del paese. Ad ogni modo da gennaio a novembre del 2021 sono state 1.116 come detto le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, spiega il rapporto, “sono 882 (– 7,4% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 234 (+ 17,6 % rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere”, ovvero sopravvenute per raggiungere il posto di lavoro. “A fine novembre 2021 si registrano comunque 99 vittime in più rispetto a fine ottobre 2021”. E' il settore delle costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti in occasione di lavoro (111 dall’inizio dell’anno). Per ciò che riguarda la classifica in valori assoluti, dopo la Lombardia troviamo Campania (101), Piemonte (79), Lazio (77), Emilia Romagna (76), Puglia (73), Veneto (70), Toscana (46), Sicilia (42), Abruzzo (35), Marche (25), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (23), Liguria (22), Umbria (21), Sardegna (17), Molise (15), Basilicata (14), Calabria (13) e Valle D’Aosta (3). La Provincia di Roma prima per morti sul lavoro in Italia Un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno è anche quello relativo al numero di vittime sul lavoro, dato che Roma, secondo il report, è in testa alla classifica delle Province italiane. 50 i morti da gennaio a novembre 2021, escludendo quelli per raggiungere il posto di lavoro. Due di queste si sono verificate a Pomezia, la terza nei primi giorni del 2022. Certo, l'incidenza resta molto bassa considerando l'alto numero di occupati nella Provincia dato che guardando al rapporto incidenti mortali sul totale dei lavoratori troviamo Roma al 73esimo posto. Tuttavia il dato resta.
I lavoratori over 65 quelli più a più a rischio il lavoratore over 65, rischio con un’incidenza di mortalità Secondo il report Vega la fadel 196,7, mentre tra i 55 e i I NUMERI scia d’età più colpita dagli 64 anni l’incidenza scende Sono stati 1.116 i morti sul infortuni mortali sul laa 90,2, tra i 45 e i 54 anni voro è quella tra i 45 e i lavoro da gennaio a novembre 2021. a 38,6 e tra i 35 e 44 anni La Provincia di Roma è la prima in 64 anni (606 su un toa 15,7. L’incidenza di Italia per numero assoluto di vittime mortalità minima è tale di 882, considenel periodo considerato, ben 50. rando solo quelli nella fascia di età tra 25 A Pomezia negli ultimi nove mesi avvenuti sul posto di lae 34 anni, pari a 11,3, voro). “Ma anche qui – si sono stati tre gli incidenti mortali mentre nella fascia dei più avvenuti sul posto di lavoro legge - valutando il dato rigiovani, ossia tra 15 e 24 spetto al numero di occupati per fascia di età, si scopre che è
anni, l’incidenza risale a 28 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questo dimostra che le fasce di età dei più giovani e soprattutto dei più anziani sono quelle più a rischio di infortunio mortale. Aspetto da tenere in considerazione vista la propensione del legislatore di posticipare l’età di pensionamento”, conclude il rapporto. E questo ultimo passaggio dovrebbe davvero far riflettere... Luca Mugnaioli
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SPECIALE
Il Corriere della Città febbraio 2022
Pomezia un altro morto sul lavoro
La tragedia a Santa Procula è costata la vita a un 65enne: nel 2021 altri due incidenti mortali
i chiamava Salvatore Mongiardo. E' lui l'ultima vittima di un drammatico incidente sul posto di lavoro. Una notizia che a Pomezia ha scosso tutti e che si aggiunge, purtroppo, al drammatico bilancio delle morti bianche. Oltre 1,000 quelle registrate in Italia lo scorso anno, di queste altre due sempre in città. Cinquanta in tutta la provincia di Roma che ne hanno fatto quella con più vittime in numeri assoluti in Italia nei primi undici mesi dello scorso anno. Un conto in termini di vite umane salatissimo e con prospettive, in termini di prevenzione e formazione, tutt'altro che rosee. Il dramma a Santa Procula L'ultimo incidente è costato la vita a Salvatore Mongiardo 65 anni, originario di Catanzaro ma residente a Roma, che nella giornata del 21 gennaio stava lavorando all'interno di
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Il capannone a Santa Procula dove si è verificato a gennaio l’incidente mortale
A Pomezia salgono a tre gli incidenti mortali sul luogo di lavoro negli ultimi nove mesi. Ad aprile 2021 la tragedia in Piazza Federico II, due mesi dopo la morte di un 49enne in Via Tito Speri un capannone a Santa Procula situato lungo l'omonima via. Era il primo pomeriggio quando è avvenuta la tragedia: Salvatore, per cause da accertare, ha perso l'equilibrio precipitando nel vuoto. Un volo spaventoso, cinque, forse sei metri, che non gli ha lasciato scampo. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 ma purtroppo ogni tentativo di soccorso si è rivelato inutile. Presenti anche i Carabinieri della Compagnia di Pomezia che hanno sequestrato l'area e avviato un'indagine sul caso. Operaio travolto da una spazzatrice L'incidente sul lavoro di gennaio è il terzo in appena nove mesi a Pomezia. Ad aprile 2021, lo ricordiamo, un operaio, Mario Prosperi, era morto mentre lavorava in un cantiere stradale nel tratto di Via La Marmora e Piazza Federico II. Una tragedia evitabile con l'uomo travolto e ucciso da una spazzatrice che, sembrerebbe, si era spostata per far passare un'auto.
L'operaio, che aveva 55 anni, originario di Albano ma residente a Cisterna, è morto poco prima di partire con l'eliambulanza alla volta dell'Ospedale a causa delle gravissime ferite riportate. Ha lasciato la moglie, un figlio, una figlia e i nipotini. Il dramma in Via Tito Speri Appena due mesi dopo, l'8 giugno 2021, un altro uomo, di appena 49 anni, ha perso la vita precipitando dal tetto di un capannone. Roberto Grossi, questo il nome della vittima, titolare di una ditta edile con sede a Marino, era salito sul tetto di un cannone di via Tito Speri a Pomezia, chiamato dai proprietari che volevano ristrutturare. L’uomo doveva fare dei controlli, ma ad un Nelle foto: tratto il tetto, di “ondulina” (dall’alto) ha ceduto all’improvviso, Mario facendolo precipitare per Prosperi (55), circa 10 metri nel magaztravolto e ucciso zino di un deposito che il da una committente dei lavori spazzatrice; aveva affittato ad alcuni Roberto Grossi cittadini di nazionalità ci(49), precipitato nese. Un volo fatale. Anche nel vuoto in Via lui era sposato ed ha laTito Speri; sciato due figli. Salvatore Morti sul lavoro (anche) a Mongiardo Pomezia: «Serve fare di (65) caduto più» mentre stava Sui tragici fatti di Santa lavorando in un Procula, ricordando al capannone a contempo quanto accaSanta Procula duto nei mesi scorsi, sono
intervenuti il Partito Democratico di Pomezia, Cgil, Anpi, Sportello Donne e Casa dell'Albero. «Abbiamo deposto un fiore per ricordare Salvatore, l'operaio deceduto nello stabilimento di via di Santa Procula, a Pomezia. Ci siamo ritrovati per commemorare l'ennesimo decesso sul lavoro», si legge in una nota congiunta. «Semplicemente pensiamo che non si può morire così, cadendo da un'altezza di cinque metri. Non è possibile che nel nostro territorio la conta dei morti sul lavoro non accenni a diminuire. Questo ennesimo incidente sul lavoro certifica un problema enorme che abbiamo nella nostra città che troppo spesso viene sottovalutato. Senza ipocrisie, guardando al fatto come una dolorosa realtà e non come un incidente, siamo convinti si debba fare qualcosa per limitare le morti sul lavoro. Ecco perché anche oggi torniamo a chiedere un protocollo tra forze dell'ordine, Comune e sindacati che abbia la forza di garantire sicurezza per i lavoratori e condizioni di lavoro adeguate». Luca Mugnaioli
Sui tragici fatti di Santa Procula sono intervenuti il Partito Democratico di Pomezia, Cgil, Anpi, Sportello Donne e Casa dell'Albero che hanno deposto un fiore in ricordo dell’operaio scomparso
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INCHIESTA
Il Corriere della Città febbraio 2022
Occupazioni e “mercato” di case popolari in Via dei Fenico umuli di rifiuti all’esterno, un furgoncino parcheggiato pieno di immondizia. E poi alcune auto di lusso, che contrastano con l’aria di povertà e degrado che quasi ti schiaffeggia quando si arriva qui, nel comprensorio di case di proprietà dell’Ater di via dei Fenicotteri, a Tor San Lorenzo. Le case del Comune sono poco più di 40, mentre quelle dell’Ater, poco meno di 180. Del totale, circa il 70% di quelle che risultano abitate hanno inquilini abusivi. Ci sono persone che vivono qua da sempre, che ci sono nate o che ci hanno fatto nascere i loro come me. Siamo persone perbene, stiamo figli. E che per loro hanno occupato le case, qui da sempre, non diamo fastidio a nesle poche rimaste vuote o quelle che man suno. Io sono entrata grazie al sindaco Anmano si liberavano perché qualcuno decitonio Gazzi: mi avevano buttato fuori da deva di andarsene. È una sorta di città nella un’altra casa occupata a Pomezia e siccome città, le sue leggi non scritte e con i suoi equiavevo i bambini piccoli, il Comune di Ardea libri, che a volte però vengono meno, provoha offerto una sistemazione per me e per cando fratture insanabili e faide interne. Qui altre famiglie». Sistemazione che doveva esi problemi sono tanti, con una costante: la sere temporanea, ma che invece è diventata poca presenza delle istituzioni. Il Comune, a a tempo indeterminato, facendo diventare detta di chi ci abita, non si vede e non si è mai questi inquilini tutti abusivi. «Nel tempo – visto, così come l’Ater. Eppure, tre anni fa un prosegue la donna – ho occupato intervento ci fu: il 5 marzo del 2019 anche un altro appartamento, furono effettuati dalla polizia OCCUPAZIONI sfondando la porta a calci, locale alla presenza di un Prendere possesso di una per darlo a mia figlia. Rifunzionario Ater, su di- casa non è difficile. Non appena si peto, non abbiamo i soldi sposizione delle Procura libera un appartamento un altro se per prenderci una casa, della Repubblica di Vel- ne impossessa aprendo la porta o macosa dobbiamo fare, anletri, lo sgombero di 2 gari abbattendo il muro se sgomberata. dare in mezzo a una appartamenti occupati Il Comune non fa in tempo così a riconstrada? Poi, insieme ad abusivamente. Gli segnare le abitazione e per un nuovo altre famiglie, abbiamo sgomberi avvennero a sgombero possono passare anni. anche occupato quella seguito di controlli e cenSi stima che il 70% degli inquiche una volta era la scuola: simenti effettuati dalla mulini delle case sia abusivo ecco, guardi lei, l’abbiamo nicipale di Ardea: le due trasformata, prima era un lerabitazioni erano rimaste vuote a ciume, con tutti i bagni e mobili seguito della morte degli occupanti, ma rotti, con la muffa, adesso è tutto pulito. Ho successivamente erano state occupate da alpure costruito i muri per dividere gli spazi e cuni senzatetto che a loro volta sembra le comprato un biliardino per far giocare i avessero vendute agli occupanti sfrattati dalla bambini del palazzo». Un’altra donna spiega polizia locale. Dopo lo sgombero gli apparcome vengono occupate le case. Quando tamenti sono stati murati, ma non si sa per qualcuno muore o va via perché stanco di quanto tempo sono rimasti vuoti e se, dopo stare qui e la casa si libera, già nel giro di lo sgombero, sono stati occupati nuovapoche ore qualcun altro prende il suo posto mente. semplicemente aprendo la porta (o sfon«Siamo persone perbene, ma ho occupato dando il muro in caso di casa già sgombeuna casa anche per mia figlia: non abbiamo rata e murata), senza dare tempo al i soldi per l’affitto» Comune di avviare le procedure di avve«Non abbiamo soldi per comprarci casa o per nuta riconsegna da parte del precedente inaffittarla ai prezzi di mercato – racconta una quilino o dei suoi familiari in caso di decesso. donna vive qui da 37 anni – Non li ho io Una volta entrati il gioco è fatto: per arrivare come non li ha la maggior parte della gente
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La testimonianza: «Vivo qui da 37 anni. Nel tempo ho occupato anche un altro appartamento, sfondando la porta a calci, per darlo a mia figlia» allo sgombero passano anni e, qualora ci si dovesse arrivare, si può sempre occupare un’altra abitazione. «Ma noi che stiamo qui da oltre 30 anni chiediamo solo di essere regolarizzati: dobbiamo pagare qualcosa per l’affitto? Va bene, lo paghiamo: io guadagno 400 euro al mese facendo le pulizie e ho anche una figlia da mantenere. Ne devo magari dare la metà per l’affitto? Sono anche disposta a darla, basta che non mi chiamino più abusiva, perché non mi sento abusiva. Ormai ho il diritto di stare qui, visto che questo posto lo curo», dichiara la donna. Ma non tutti occupano le case per abitarci. C’è pure chi le occupa per rivenderle. Da anni, come già abbiamo scritto in un nostro articolo datato 8 aprile 2017. «Una delle persone che vende le case popolari è mia figlia» «Io conosco benissimo la persona che ha occupato e venduto almeno due case popolari, mentre un’altra l’ha affittata», ci racconta un uomo. «La conosco meglio di tutti, perché sono suo padre». La sua è una rivelazione choc. «Dico la verità, non ho problemi a mostrare la mia faccia e a dire il mio nome», dichiara. «In 36 anni che vivo qui non ho visto nessuno del Comune, né Sindaco o Assessori, né tanto meno i vigili». «Ad Ardea non funziona niente, per quanto riguarda le case popolari. In questa casa sono entrato grazie al sindaco Antonio Gazzi, non ho sfondato nessuna porta, non ho occupato abusivamente e non ho neanche comprato da qualcun altro, eppure risulto abusivo», racconta. (continua)
Alcuni hanno occupato oltre trent’anni fa, magari più di un’abitazione per aiutare i figli: «Non abbiamo soldi per l’affitto, dove dovremmo andare?». Ma ‘guai’ a chiamarli abusivi: «Non lo siamo, abbiamo il diritto di stare qui»
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INCHIESTA
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otteri, la rivelazione choc: «A venderle è anche mia figlia» (segue) Anche lui, infatti, doveva stare qui per poco tempo, ma è rimasto con tutta la famiglia, senza mai poter prendere la residenza proprio perché non c’è mai stata una regolarizzazione. «Ho fatto richiesta di sanatoria diverse volte, nessuno l’ha mai lavorata. Sta ancora lì, in attesa di risposta». Cos’è questa storia della vendita delle case? «Una brutta storia. Mia figlia purtroppo si è fatta trascinare dal compagno ed è finita in brutti giri. La prima casa l’ha sottratta vent’anni fa alla zia, la sorella di mia moglie, che in quel periodo era ricoverata: lei dice di averla pagata, ma mia cognata i soldi non li ha mai visti. Fatto sta che quell’appartamento adesso è stato rivenduto per 20 mila euro e mia figlia è andata a vivere da un’altra parte. Nel frattempo ha anche occupato un’altra casa, subito rivenduta, mentre un’altra ancora l’ha affittata. Mi vergogno di essere suo padre». La vicenda è complessa. «Da qualche anno ha sempre comandato, qui, tant’è che per ‘rispetto’ la chiamano ‘la zia’». Cosa fa il Comune? Sulla questione compravendita delle case popolari è intervenuto anche il Sindaco di Ardea, Mario Savarese. «Va innanzitutto evi-
Compravendita di alloggi popolari, un padre arriva a “denunciare” la figlia: «E’ entrata in brutti “giri”» denziato che l’Ufficio Patrimonio, istituito da questa Amministrazione dopo anni di immobilismo, sta portando avanti un lavoro enorme per quanto riguarda la gestione degli alloggi ‘popolari’. Ci siamo trovati di fronte a una situazione allo sbando. Stiamo mettendo ordine per invertire la rotta: grazie a una proficua collaborazione con l’Ater Provincia di Roma è iniziato un vero e proprio censimento degli immobili e di chi si trova al loro interno, dal quale stanno emergendo diverse situazioni. Attualmente è operativa una Commissione composta anche da tecnici e avvocati, istituita per la prima volta da questa Amministrazione in oltre 50 anni di vita autonoma del Comune di Ardea, che sta lavorando per stilare una graduatoria volta all’assegnazione di eventuali alloggi Erp, sia dell’Ater che del Comune, rimasti liberi. In attesa di questa definizione, le case libere vengono assegnate con procedura d’emergenza». In sostanza, quando un appartamento torna disponibile oppure perviene all’Ente o all’Ater - per quanto di competenza - la comunicazione relativa alla volontà di restituzione dell’alloggio stesso, si provvede a consegnare l’immobile in via del tutto temporanea a persone che si trovano in situazioni di grave disagio abitativo e sociale. Il Comune fa sapere che la valutazione dei casi avviene in modo scrupoloso, anche con il coinvolgimento dei Servizi Sociali competenti. Questo per evitare che gli immobili vengano “murati” in attesa dell’assegnazione
definitiva, andando ad aggravare l’emergenza abitativa in essere. Ma il problema, a quanto viene raccontato dai residenti, sono i tempi: tra quando si libera l’immobile e quando viene fatta la comunicazione troppo spesso passa troppo tempo ed è proprio quello il momento in cui viene fatta l’occupazione che, a volte, sfocia anche in una compravendita. Ad ammetterlo è lo stesso Sindaco. «Ardea è un Comune che, in 15 anni, ha visto raddoppiare la popolazione, ma non è mai esistita una politica della casa. Non si è mai pensato alla costruzione di case popolari e non è mai emersa una pianificazione della crescita del paese. Quando si è di fronte a ‘vuoti’ di questo genere, come accade in ogni città e paese d’Italia, purtroppo il risultato è quello di assistere all’attività di vere e proprie organizzazioni ‘parallele’ e decisamente poco istituzionali, che danno vita a un ‘commercio’ clandestino delle case popolari, generando una situazione inverosimile su cui, per quanto di nostra competenza, stiamo cercando di intervenire. E su questa cronica carenza di alloggi grava anche il problema dell’abusivismo: come noto, ad Ardea vengono occupate case destinate all’abbattimento, ma non si può sopperire a questa emergenza abitativa perché non esistono nuovi alloggi». Maria Corrao Il Comune ha istituito una Commissione ad hoc per stilare una graduatoria di persone aventi diritto. Nel frattempo quelli ancora liberi vengono assegnati con procedura d’emergenza
Tre mesi fa l’investimento e gli spari NON SOLO “MERCATO“ DI CASE POPOLARI - Ma via dei Fenicotteri non è solo case occupate abusivamente o vendute illegalmente. I problemi sono anche altri. Tre mesi fa una donna ha rischiato di morire, investita intenzionalmente da un ragazzo di 20 anni. A raccontare di quei momenti è proprio lei, insieme al marito. “Dietro c’è una questione di droga, lo ammettiamo. Non è una faccenda che riguarda noi due, ma altre persone molto vicine alla nostra famiglia. Il problema è nato quando hanno messo in mezzo nostro figlio, facendolo entrare in questo brutto giro”. “A quel punto – dice la donna – vedendo mio figlio, che ha 29 anni e due bambini, che stava per intraprendere una brutta strada, ho perso la pazienza, sono andata da loro mentre erano insieme lui e ho detto che avrei denunciato
tutti quanti. È nata una discussione, ma ho capito che non avrebbero mai lasciato stare mio figlio. Lì ho perso la ragione e probabilmente ho sbagliato, perché, infuriata, ho danneggiato l’auto di una di queste persone. Ma il figlio di una di loro ha preso la sua macchina con l’intenzione di uccidermi, mentre l’altra persona urlava ‘Falla fuori, uccidila’. E in quel momento, quando ho visto che l’auto mi veniva addosso e mi prendeva, ho pensato davvero di morire. Sono stata operata alla spalla e in testa ho ancora i segni della botta che ho preso, proprio qui, guardi”, racconta mentre con la mano indica il punto dove il cuoio capelluto si mostra effettivamente rosso e irregolare. Vedendo quanto stava succedendo, il figlio della donna è intervenuto in difesa della madre, sparando dei colpi in direzione del
ragazzo a bordo dell’auto. “Non è vero che ha sparato – provano a difenderlo i genitori – tant’è vero che quando sono venuti i carabinieri non hanno trovato né la pistola, né i bossoli: con cosa e come avrebbe sparato, senza questi due elementi? Eppure adesso nostro figlio è in carcere con l’accusa di tentato omicidio, quando invece era solo corso a difendere sua madre”. Da quanto risultato all’epoca, i carabinieri intervenuti avevano trovato a casa dell’investitore, al termine di un’accurata perquisizione, 500 grammi di cocaina, 60 grammi di marijuana e un caricatore di pistola, ma non l’arma, mentre i bossoli erano stati invece recuperati. I due giovani erano stati entrambi arrestati, ma solo il 29enne è in carcere.
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INCHIESTA
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Usura a Pomezia: «Te do 'na pigna in faccia che te u de devi sta al posto tuo, perché se no te ce metto io, al posto tuo: tu giochi, tu me stai cacando il ca***, io se ti metto le mani addosso ti faccio male”. Così Pasquale Lombardi, 65enne pometino già conosciuto dalle forze dell’ordine in quanto coinvolto nell’inchiesta Equilibri, la mafia del Clan Fragalà di Torvaianica, avrebbe minacciato un imprenditore di Pomezia al quale aveva prestato 100 mila euro, peraltro già completamente restituiti, più altri 100 mila, restituiti solo in parte. Ma il debito con gli strozzini, si sa, non si esaurisce mai, ed ecco che quei soldi, al tasso del 10% mensile, erano più che raddoppiati. L’imprenditore pometino, a causa di un debito di circa 1.700.000 euro accumulato con il fisco sia come persona fisica che attraverso le sue La vicenda: un imprenditore di Pomezia, non riuscendo a pagare un debito aziende, non avendo liquidità sufficiente per accumulato con l’Agenzia delle Entrate accettare la proposta dell’Agenzia delle Ensi è rivolto a degli “amici”. In realtà è trate di un “saldo e stralcio”, aveva pensato di caduto nella rete degli usurai rivolgersi ad alcuni “amici”, finendo in una rete di estorsori. L’uomo si ritrova a pagare contemporaneamente tre strozzini, giun- “pezzo grosso”, Pasquale Lombardi, a cui è gendo però al punto – nel periodo di lock- stata riconosciuta l’aggravante del metodo down - in cui non riesce più a sostenere le mafioso, consumata con appartenenti al clan spese. E qui arrivano le minacce pesanti e Fragalà. anche le botte. Ma nel contempo nella testa Le intercettazioni dell’imprenditore si fa strada l’idea di denun- “Me stai a mette in una condizione che io ciare, per timore che gli aguzzini se la pren- te devo da una prova de forza: se non dano con i suoi familiari: ormai, infatti, le smetti de piamme per culo, io te do una pigna in faccia che te faccio saltà intimidazioni non sono più rivolte tutti i denti!”, avrebbe detto solo a lui, ma anche verso i suoi Lombardi all’imprenditore cari. E se finora ha tollerato per spaventarlo e costrinschiaffi e altro, non riesce a IN CARCERE gerlo a pagare ancora. I sopportare il pensiero Pasquale Lombardi, 65 anni, che qualcuno possa toc- avrebbe minacciato un imprenditore primi 100 mila euro care i suoi familiari. di Pomezia al quale aveva prestato dei erano stati prestati nel 2016 e nel gennaio L’imprenditore si risoldi. Lombardi era già stato 2018, quando l’importo volge allora ai Carabicondannato in primo grado per nieri della Compagnia un’altra vicenda legata al clan Fragalà: era stato già stato interamente restituito comdell’Eur grazie a una cirora si trova in carcere a Cassino prensivo di interessi, costanza fortuita: l’arresto l’imprenditore chiede un di due strozzini a Roma, troaltro prestito della stessa cifra. vati in possesso di un suo asseLe somme venivano, man mano, regno. Viene chiamato per essere interrogato e a quel punto decide di raccon- stituite dalla vittima tramite false fatturazioni tare tutto, fornendo dati circostanziati e pre- che, nel tempo, lo hanno portato ad esporsi cisi. I militari trovano immediatamente con il fisco per una cifra vicina a 1.500.000 riscontro nelle sue parole e iniziano una di euro. Ma le false fatturazioni non bastano, lunga indagine, iniziata nel giugno del 2020, di fronte all’avidità dell’estorsore, che avrebbe che porta inizialmente all’arresto dell’ex pu- chiesto in continuazione soldi: l’imprendigile Francesco Lomasto, poi – qualche mese tore in quel periodo pagava in media 20 mila dopo - a quello di un secondo estorsore. E euro al mese, sommando le cifre dei tre ora si è giunti a quello che sembra essere un strozzini. Anche Lombardi, così come suc-
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cesso con Lomasto, avrebbe chiesto orologi e gioielli quando il commerciante di Pomezia non ha soldi contanti. L’uomo sarebbe stato quindi costretto a comprare Rolex, sempre nella stessa gioielleria, per consegnarli al suo aguzzino, ma anche a cedergli una lussuosa automobile a prezzo irrisorio. Eppure tutto questo non basta: le fatture false, i soldi in contanti, i gioielli, gli orologi e l’auto non sarebbero stati sufficienti per ripagare un debito che non diminuisce mai a causa del tasso d’interesse del 120% annuo. Le minacce e le botte L’imprenditore non sa più come fare e dove prendere i soldi, specialmente nel periodo di crisi dovuto alla pandemia: la gente non spende, a lui entrano meno contanti, è disperato. “Tu me stai a pija per culo?”, gli avrebbe detto Lombardi, per nulla comprensivo, “E io me sto a fa pija per culo… speriamo che areggo… te pensi che poi non vengo dentro casa tua e te ribalto a te e tutta la settima generazione tua? Te pensi che c’ho paura delle guardie, io? A me, se me carcerano me fanno un favore”. Poi, per sottolineare queste parole, a quanto risulta dalle intercettazioni ambientali, lo avrebbe stretto al collo fino a farlo quasi svenire. Non contento, lo avrebbe colpito al volto, aggiungendo la seguente frase: “Ma prima o poi te tocco de brutto, io prima o poi te tocco de brutto perché sei tu” e lo avrebbe costretto a versargli delle somme in contanti a titolo usurario. (continua)
Lo strozzino alla vittima: «Me stai a pija per culo? Pensi che non vengo qua e te ribalto a te e a tutta la settima generazione tua? Non c’ho paura delle guardie». Poi il colpo e la stretta al collo fino a farlo quasi svenire
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INCHIESTA
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e saltano tutti i denti'». Le minacce dello strozzino (segue) L’arresto Ma il 65enne non sa che le sue mosse sono osservate da tempo dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma E.U.R che, alla fine, su delega della Procura della Repubblica di Roma – DDA, lo arrestano. Lombardi dopo l’arresto viene trasferito in carcere in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal Gip del Tribunale di Roma perché gravemente indiziato per i reati di usura ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso. Al momento dell’arresto, Lombardi era già sottoposto all’obbligo di firma in relazione a un altro procedimento penale a suo carico: nel corso del processo del Clan Fragalà, riconosciuto come “associazione mafiosa”, infatti, era stato condannato in primo grado – ricordiamo che vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio – a 7 anni e 6 mesi di reclusione e 8 mila euro di multa, più l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. L’usuraio avrebbe però continuato a minacciare l’imprenditore e la sua famiglia in caso di mancati pagamenti. A riprova di quanto sostenuto dall’imprenditore pometino,
nel corso dell’arresto i Carabinieri hanno eseguito una perquisizione nell’appartamento dell’indagato, durante la quale sono stati sequestrati due preziosi orologi dell’importo complessivo di 15.000 euro, di cui il 65enne non ha saputo fornire il documento di acquisto, telefoni cellulari e appunti contabili utili alle indagini. In attesa del processo, Lombardi è stato trasferito nel carcere di Cassino. L’indagine versa ancora nella fase delle indagini preliminari: non si esclude
infatti che possano esserci ulteriori vittime e altri clamorosi sviluppi, anche perché, da quanto si evince dalle carte processuali, Lombardi pare essere collegato – per quanto riguarda il giro di false fatturazioni che l’imprenditore vittima di usura era costretto a fare – al mondo sportivo, dello spettacolo e quello sanitario.
Maria Corrao
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Roncigliano, “falde inquinate” ma si va avanti: int ese caldo quello appena trascorso sulla discarica di Albano Laziale dopo la proroga di altri sei mesi firmata dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. A fine gennaio il Consiglio Metropolitano ha approvato un ordine del giorno in cui si prova finalmente a guardare al futuro di Roncigliano procedendo con la sua “definitiva bonifica a seguito della chiusura”. In tal senso il Sindaco capitolino si è impegnato a richiedere alla Regione Lazio “di non aprire un nuovo invaso, l'VIII, dopo l'esaurimento del VII” e di procedere con la “caratterizzazione dell'area” e dare così tutte quelle risposte finora mancanti sull'inquinamento dell'intera area. Sempre a gennaio si è tenuta poi un'accesa riunione in commissione trasparenza della Regione Lazio dove sono stati affrontati, purtroppo anche qui senza risposte concrete, tutti i temi riguardanti il sito di Roncigliano, dalla questione ambientale, al caso dell'interdittiva antimafia pendente sulla precedente proprietaria del sito che nessuno sembra aver preso in considerazione. Infine, pochi giorni fa, il caso è approdato sul tavolo del Ministero della Transizione Ecologica, con la presentazione di un'interrogazione al Ministro Cingolani dalla senatrice di Genzano Elena Fattori, insieme ai colleghi Gregorio De Falco e Paola Nugnes, per verificare “la piena legittimità dell'ordinanza di Gualtieri e su quali iniziative intenda assumere affinché le stesse motivazioni sanitarie invocate nell'ordinanza non si traducano nella messa a rischio della salute dei cittadini abitanti nei dintorni della discarica di Roncigliano, visti anche i risultati sulla condizione delle falde acquifere””. Ma andiamo con ordine. Gualtieri: «Proroga inevitabile, non felici di farla» Partiamo intanto dalle parole del Sindaco di Roma Gualtieri il quale, durante la seduta tenutasi il 24 gennaio scorso, ha ribadito che la proroga dell'ordinanza “era inevitabile” anche se “tutti sappiamo che non è certo la soluzione di un problema ma la conseguenza di un problema. Nessuno è stato felice di prolungarla”. Viceversa, si sarebbe avuto il rischio “dell'interruzione del pubblico servizio dal 1 gennaio”. Fin qui niente di nuovo dato che fin dall'estate scorsa – aspetto questo ribadito anche dal Tar – le esigenze della Capitale erano state ritenute al di sopra di quelle del territorio composto dai Comuni limitrofi
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Arpa Lazio: «Tutte le analisi evidenziano una grave situazione di inquinamento e per questo abbiamo chiesto la bonifica. Non abbiamo evidenziato una non correlazione con la discarica, abbiamo solo evidenziato i dati. Dopodiché chi ha emanato l’ordinanza ha fatto delle valutazioni che non sono state fatte da noi»
a dove sorge la discarica, Ardea in testa. E allora si andrà avanti almeno fino al 15 luglio. L'Ordine del Giorno: «No a VIII invaso, poi la bonifica dopo la chiusura» Dopodiché c'è stata l'approvazione dell'ordine del giorno in Città Metropolitana che ha impegnato il Primo Cittadino a “istituire un tavolo di confronto istituzionale con la Regione Lazio, il Comune di Roma e i Sindaci del territorio; richiedere alla Regione Lazio di dare forte impulso alla procedura in corso di caratterizzazione ambientale del sito, così da permettere di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali, e della successiva messa in sicurezza e bonifica del sito”. Quindi richiedere, sempre alla Regione, “la tempistica e le modalità per la chiusura del sito, escludendo in via definitiva l’apertura di un VIII invaso all’esaurimento del VII”. “Effettuare infine, nelle more della chiusura del sito, anche tramite la Polizia Metropolitana e altri organismi preposti, attenti controlli al fine di verificare sversamenti di rifiuti non previsti dall’ordinanza o trattati in maniera errata”. La questione ambientale Perché sul caso di Roncigliano, al di là di quali saranno i prossimi sviluppi, continuano a rimanere aperti troppi interrogativi. Il più importante resta ovviamente quello della pubblica salute, come sottolineano da anni cittadini, Sindaci dei Comuni di bacino e Associazioni. Rimostranze esplose nuovamente – dato che l'incendio al sito aveva chiuso “temporaneamente” nel 2016 la questione – l'estate scorsa quando cioè la Raggi ha deciso che i problemi della “sua” città contassero più di quelli di chi vive attorno alla discarica. Come gli abitanti del Villaggio Ardeatino tanto per citare una zona, alle prese peraltro con la “puzza” che ogni giorno arriva dal sito. Come si è potuto infatti riaprire una discarica in un'area così contaminata? E dopo averlo fatto permettere che la sua esistenza venisse prolungata per altri sei mesi? Il ruolo della discarica: i cittadini chiedono risposte
«Falde gravemente inquinate» ma invece della bonifica è arrivata l’apertura della discarica. Come è stato possibile? E perché si permette un’ulteriore proroga di altri sei mesi?
Questo è uno degli altri temi centrali della questione riapertasi nei mesi scorsi. Esiste cioè una correlazione fra discarica e inquinamento delle falde acquifere? Ad ammettere le criticità dell'area è lo stesso Sindaco di Roma che però sul possibile ruolo della discarica precisa: «Il dato sull’inquinamento delle falde acquifere nei dintorni del sito della discarica di Albano Laziale non è rassicurante ma dà chiarezza - ha detto Gualtieri – I superamenti della soglia di contaminazione erano già evidenziati precedentemente all’apertura della discarica e non sono state registrate variazioni quantitative e qualitative», ha spiegato il Primo Cittadino. La domanda, ad ogni modo, è stata ripetuta anche nel corso della commissione trasparenza in Regione. Marco Lupo, direttore generale Arpa Lazio, ha spiegato a tal proposito che l’Agenzia, come contenuto nell’ordinanza del sindaco di Roma, “svolge accertamenti mensili sui 4 pozzi individuati nell’Aia, ma esamina con minore cadenza anche gli altri 8 presenti nell'area”. «Tutte le analisi – spiega Lupo – evidenziano una grave situazione di inquinamento e per questo Arpa ha ripetutamente chiesto l’avvio di un procedimento di bonifica». E sulla correlazione tra discarica e inquinamento l'Arpa dichiara: «Il trend conferma dati molto simili, non abbiamo evidenziato una non correlazione con la discarica, abbiamo solo evidenziato i dati, dopodiché chi ha emanato l’ordinanza ha fatto delle valutazioni, che non sono state fatte dall’Arpa Lazio. Il parere tecnico, poi, viene rilasciato da Città Metropolitana. Noi abbiamo fatto le analisi e lavorato con le forze di PG e le Procure, non ci siamo mai tirati indietro”. In pratica Arpa Lazio “passa” la responsabilità alla Regione, colpevole di non aver effettuato la bonifica, e a Città Metropolitana, che ha rilasciato il parere tecnico per la riapertura e, poi, per la proroga della discarica. Il sindaco di Albano: «Serve caratterizzazione area e bonifica urgente» Massimiliano Borelli (Sindaco di Albano), su questo fronte, ha ribadito che le “la questione è più ampia del solo invaso attualmente in uso”. «Serve la caratterizzazione idrogeologica dell’intera discarica per capire da cosa dipenda la contaminazione e per far partire l’immediata azione di bonifica dell’area», ha dichiarato il primo cittadino. (continua) Anche Gualtieri ammette le criticità sul fronte dell’inquinamento delle falde ma sul ruolo della discarica precisa: «Superamenti soglia di contaminazione già evidenziati prima dell’apertura della discarica e non sono state registrate variazioni quantitative e qualitative»
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terdittiva antimafia, Consoli prende (altro) tempo (segue) La Ecoambiente: «Falde? Superamenti valori non imputabili a discarica» Sul fronte del superamento dei limiti nelle acque sotterranee la Ecoambiente, società che oggi gestisce il sito, dal canto suo, spiega che secondo le analisi svolte in contraddittorio proprio con l'ARPA, “i superamenti riguardanti i composti organici ed inorganici sono da attribuire i primi alle attività svolte nelle aree industriali poste a nord e nordovest della discarica di Albano e i secondi a cause di fondo naturale”. Inoltre “la direzione di deflusso della falda – si legge in un altro passaggio – la modesta distanza dalle aree industriali poste a monte idrogeologico delle discariche, unitamente alla presenza di composti clorurati nei pozzi sentinella posti a monte idrogeologico della discarica, cioè nei pozzi che indicano la qualità della falda in ingresso all’area della discarica, consentono di determinare con certezza che i superamenti misurati siano da addebitare a fonti esterne alla discarica”. (la relazione completa è visionabile sul sito del Comune di Albano, ndr). L'interdittiva antimafia L'altro tema è quello dell'esistenza di un’interdittiva antimafia a carico della società alla quale, a ottobre 2020, è poi subentrata la Ecoambiente con la voltura dell'AIA. La società proprietaria del sito infatti, la Pontina Ambiente, aveva diviso e volturato, a Luglio 2019, come si legge sul sito del Comune di Albano, la licenza della sola discarica alla società Ecoambiente. I cittadini di Albano hanno più volte chiesto la revoca dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata alla Ecoambiente srl, perché, secondo loro, sarebbe illegittima a causa delle interdittive antimafia di cui è stato oggetto il precedente gestore dell’impianto (le autorizzazioni sono anche Nelle foto: oggetto di ricorsi al Tar). (da sx) Provvedimenti che stabiliRoberto scono il divieto di rapporti Gualtieri, con la pubblica amminiSindaco di strazione da parte della soRoma; Vito cietà. Ma Vito Consoli, Consoli, Resp. attuale responsabile delUfficio Rifiuti l’Ufficio Rifiuti Lazio e sucLazio, cessore di Flaminia Tosini, Massimiliano arrestata per corruzione Borelli, Sindaco nel marzo 2021 (attualdi Albano
La discarica di Roncigliano (Foto: Pagina Facebook Salute Ambiente Albano)
La Ecoambiente: «Superamento valori imputabili a cause esterne alla discarica» mente il processo è in corso e alla donna sono stati revocati i domiciliari, ndr), in sostanza, ha preso soltanto “altro tempo” sostenendo che si tratta di “questioni molto complesse dato che la prima interdittiva antimafia è addirittura del 2006, quindi bisogna capire se sono ancora attive”, dimenticando però che ci sono documenti successivi firmati dal Prefetto Pecoraro nel 2017 che la confermano. «Dobbiamo poi ricordarci – ha proseguito Consoli – che noi non stiamo trattando con chi ha ricevuto l’interdittiva antimafia, ma con altre società, quindi dobbiamo capire bene come stanno le cose». Per l'Associazione Salute Ambiente Albano, che si batte da tempo contro la discarica, si tratta dell'ennesimo rimpallo di responsabilità: «Queste parole potevano essere accettate lo scorso aprile quando Vito Consoli era appena entrato in carica, non dopo un anno, e tutti i dati e i documenti forniti e dopo che Albano è diventata la discarica di Roma». Il maxi biogas L'ultimo aspetto riguarda la richiesta della società Colle Verde di costruire nella discarica di Albano un maxi-biogas da 80mila tonnellate all’anno di organico da recuperare da mezzo Lazio nonostante la pioggia di pareri negativi di altrettanti Enti Pubblici Comune di Albano, Città Metropolitana di Roma, Asl Roma 6 e Soprintendenza Archeologica) e le osservazioni di forte contrarietà presentate all’Ufficio Rifiuti Lazio da cittadini, associazioni e comitati territoriali. In una nota del 29 novembre inviata sempre a Vito Consoli, gli affittuari del Gruppo ri-
conducibile al grande imprenditore del settore rifiuti di Roma e dintorni, Manlio Cerroni, hanno chiesto la chiusura immediata della fase preliminare dell’iter burocratico e di procedere spediti verso la trasformazione delle vecchie autorizzazioni classe 2009 del TMB (l’ex frullatore per soli rifiuti indifferenziati andato a fuoco il 30 giugno 2016) in un Parere Autorizzatorio Unico Regionale per la costruzione del maxi-biogas, attività burocratica che in gergo tecnico prende il nome di ‘variante’. Su questo, ed altri eventuali progetti analoghi, anche il Comune di Ardea si è opposto fermamente votando un punto all'Ordine del giorno prima di Natale per esprimere la “netta opposizione rispetto alla realizzazione di qualsivoglia impianto di trattamento rifiuti nel sito di Albano Laziale, fra i quali quello con produzione di biogas”. La carenza di impianti Chiudiamo il cerchio con la questione centrale, ovvero la pianificazione oltre l'emergenza. Il Sindaco di Roma, di concerto con la Regione, è chiamato infatti a dare risposte rendendo la città autosufficiente trovando soluzioni che impediscono nuove “Roncigliano”. «Serve mettere Roma nelle condizioni di risolvere le sue questioni sul suo territorio con un sistema autosufficiente e coerente con l'economia circolare», ha risposto Gualtieri sul tema. Luca Mugnaioli Vito Consoli: «Interdittiva antimafia? Questione complessa. Dobbiamo poi ricordarci che noi non stiamo trattando con chi ha ricevuto l’interdittiva antimafia, ma con altre società, quindi dobbiamo capire bene come stanno le cose»
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Rifiuti utenze Covid a Pomezia, servizio prom el mese di gennaio ci siamo occupati del servizio predisposto dal Comune di Pomezia per la raccolta dei rifiuti da quelle utenze con famiglie positive al Covid. L'Ente provvede infatti a recapitare ai cittadini degli appositi contenitori dove conferire tutta la spazzatura sospendendo così, per tutta la durata dell'isolamento dovuto ad accertata positività, temporaneamente la raccolta differenziata; il ritiro avviene generalmente due volte alla settimana con gli operatori incaricati di contattare i cittadini al fine di ritirare i contenitori speciali. Nel mese di gennaio però, complice l'aumento repentino e improvviso dei contagi in città, che hanno moltiplicato di conseguenza le utenze da servire, non è mancato qualche problema. L'ordinanza Regionale Intanto c'è da dire che quanto predisposto dal Comune di Pomezia segue quanto già
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I contenitori consegnati dal Comune di Pomezia alle famiglie positive al Covid dove conferire i rifiuti senza differenziarli; dopodiché torna per il ritiro lasciando eventualmente nuovi contenitori in base alle esigenze del nucleo familiare fino alla
i disagi che ne conseguono. Queste sono soltanto alcune delle testimonianze raccolte. «Io sono risultato positivo dal giorno 07/01 e solo oggi, 14, mi hanno consegnato i conte-
Diversi cittadini hanno ricevuto i contenitori speciali in ritardo, alcuni anche fino a dopo 10 giorni dall’inizio dell’isolamento. Qualcuno segnala invece di non averli ricevuti affatto. Ma nel complesso il servizio è definito “puntuale ed efficiente” previsto al livello regionale praticamente cessazione dell'isolamento. dallo scoppio della pandemia. Nel Lazio in- Le testimonianze fatti, da marzo 2020, è in vigore un'ordinanza Nel mese di gennaio, come detto, non è man(nr. Z00015 del 25/03/2020) che disciplina la cato qualche disagio. Dopo aver ricevuto diraccolta dei rifiuti dalle utenze con cittadini verse segnalazioni da parte di cittadini che non avevano ancora ricevuto i contepositivi al Covid. «Nelle abitazioni in cui nitori nonostante l'isolamento sono presenti soggetti positivi al per positività in essere da ditampone in isolamento o in COME FUNZIONA IL versi giorni abbiamo dequarantena obbligatoria, SERVIZIO ciso di lanciare un deve essere interrotta la L’operatore incaricato contatta la sondaggio tra i cittaraccolta differenziata, ove famiglia in isolamento per accertata in essere, e che tutti i ri- positività al Covid-19 dopo la segnala- dini per avere ulteriori fiuti domestici, indipen- zione Asl al Comune e consegna conteni- riscontri. Da quanto dentemente dalla loro tori e buste dove conferire tutti i rifiuti raccolto il servizio può natura, includendo fazzo- (senza differenziarli). Dopodiché, gene- ritenersi nella maggioletti, rotoli di carta, i teli ralmente con cadenza bisettimanale, i ranza dei casi promosso dato che in molti lo monouso, mascherine e contenitori vengono ritirati e ne vengono consegnati altri hanno definito “puntuale guanti, siano considerati ined efficiente”. Maria ci dice ad differenziati e pertanto raccolti e esempio: «Io li ho ricevuti, il marconferiti insieme», si legge nel testo. tedì e venerdì, ritiravano». Anche Adriana: Per la raccolta dovranno “essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l'altro o in «Io per ben due volte, sempre precisi e gennumero maggiore in dipendenza della loro tilissimi», e così molti altri cittadini, la straresistenza meccanica, possibilmente utiliz- grande maggioranza, che non ha avuto zando un contenitore a pedale. Gli utenti do- problemi. Non sono mancate tuttavia le sevranno trattenere in casa i rifiuti gnalazioni di qualche disservizio. E il proindifferenziati prodotti e consegnarli unica- blema non è di poco conto dato che, in mente secondo la frequenza e la modalità che assenza di informazioni, i cittadini hanno saranno indicati dai Comuni”. E così infatti dovuto trattene i rifiuti nella propria abitaavviene a Pomezia: l'operatore contatta il cit- zione. Diverse le famiglie che, a questo protadino, o la famiglia, risultato positivo, con- posito, hanno lamentato ritardi anche fino a segna i contenitori (in cartone, ndr) e le buste 10 giorni dall'inizio dell'isolamento, con tutti
nitori». In questo caso dunque sono stati 7 i giorni di ritardo. Un'altra famiglia, risultata positiva il 27 dicembre, ha ricevuto i contenitori poco prima della Befana; e ancora: «Io e mia moglie siamo risultati positivi il 10 gennaio e solo il 18 li abbiamo ricevuti». «Noi siamo una famiglia di 4 persone 2 adulti e due bambini di 8 e 4 anni e siamo positivi al covid – è il testo di un'altra segnalazione ricevuta – Da venerdì giustamente siamo isolati in casa ed ho provato ad attivare il servizio di rifiuti speciali chiamando tutti ma ogni non mi sa dare risposta...mi hanno detto di aspettare che mi chiami l'Asl per attivare il servizio questo però ad oggi non è avvenuto. Come posso fare? Voi mi potete aiutare? Avete qualche numero utile da poter contattare? Anche perché ho il terrazzo che mi sembra una discarica a cielo aperto e non è decoroso ne per noi ne per i nostri vicini». Nonostante il disagio per la famiglia alla fine, dopo 4 giorni, il servizio è correttamente partito. «Sono positivo dal 4 gennaio e fino ora, sono passati 10 giorni, non è ancora venuto nessuno». Non sono mancate infine le testimonianze di chi, invece, non li ha proprio ricevuti. (continua)
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mosso (o quasi): ecco le vostre testimonianze Il Comune: «Ritardi? Dipende tutto dalla comunicazione dei casi dai laboratori alla Asl e poi dalla Asl al Comune. Appena ci arriva la notifica attiviamo il servizio» (segue) Risponde il Comune Per capire cosa ha causato i ritardi e qualche disagio tra i cittadini ci siamo rivolti all'Amministrazione Comunale. Per la raccolta dei rifiuti dalle utenze con cittadini positivi al Covid il Comune di Pomezia ha predisposto un servizio di consegna di contenitori speciali che vengono poi ritirati in giorni stabiliti. Nella maggioranza dei riscontri il lavoro degli operatori è stato ritenuto puntuale ed L’Amministrazione: «Non risultano isservizi. A causa del picco di contagi tuttavia le comunicazioni da parte della ASL non sono sempre tempestive e questo, sporadicamente, impedisce di attivare il servizio in tempi rapidi»
efficiente. In altri casi però le famiglie hanno esempio in diversi altri Comuni. Tuttavia, in segnalato una consegna mai avvenuta dei questo periodo caratterizzato da un decontenitori oppure ritardi anche cisivo aumento dei contagi, le fino ad oltre 10 giorni. Da cosa comunicazioni da parte della dipende? ASL non sono sempre «Dipende tutto dai tempi di tempestive e questo, ATTENZIONE! gestione delle comunicasporadicamente, impeSpiega il Comune : «Chi risulta zioni dei casi da parte dei disce di attivare il serlaboratori alle ASL e da positivo al tampone deve conferire tutti vizio in tempi rapidi. quando l’ASL di compe- i rifiuti, senza differenziare, in un doppio È ad ogni modo imsacco che poi verrà ritirato tenza comunica i nomiportante che chi rinativi dei positivi al direttamente dal servizio dedicato» sulta positivo al Comune. In quel momento, tampone conferisca tutti viene attivato il servizio di rii rifiuti, senza differentiro rifiuti dedicato ai cittadini ziare, in un doppio sacco che positivi al COVID-19. Non ci risulpoi verrà ritirato direttamente tano disservizi da parte del Comune, anzi, dal servizio dedicato». è stato fino ad ora un servizio di eccellenza, molto apprezzato dai cittadini e preso ad Luca Mugnaioli
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Covid, boom di contagi a Pomezia. A fine gennaio era oom di contagi da Coronavirus a Pomezia. Seguendo il trend nazionale anche il territorio pometino nel giro di un mese e mezzo ha visto impennare i propri casi Covid-19 schizzati dalle 700 unità di fine 2021 fino ai quasi 4,000 attuali, tanto da essere il secondo Comune per contagi nella Asl Roma 6 alla data del 24 gennaio 2022. Un aumento esponenziale che, dalle segnalazioni raccolte, ha avuto ripercussioni anche sul sistema di contatto da parte dell'Azienda sanitaria locale. La Asl: «Precedenza ai cittadini sintomatici» Tanti cittadini riferiscono infatti di non essere stati contattati dalla Asl. Altri hanno ricevuto la telefonata magari quando il periodo di quarantena era già terminato o, nei casi più paradossali, il giorno stesso della fine dell'isolamento. Eppure sul sito del Ministero della Salute viene precisato che sono “le Regioni e le Provincie Autonome, attraverso le strutture sanitarie locali, ad essere reL’impennata dei casi nella Asl Roma 6: a inizio gennaio erano circa 10.000 sponsabili della sorveglianza sanitaria dei contatti presenti nell’ambito del terTanti cittadini riferiscono di non essere prio con la Asl. ritorio di competenza; tali attimai stati contattati dalla Asl o di «Da 100 a 2.000 casi al vità sono affidate al aver ricevuto la chiamata, giorno» I NUMERI Dipartimento di Prevenparadossalmente, quando l’isolamento Ma qual è la situazione a A Pomezia i casi appena un mese zione dell’azienda sanitaper positività era già terminato Pomezia? L'Ufficio fa erano appena 700 circa. Al 24 ria locale (ASL)”. Questo Stampa della ASL Roma passati da 100 a 2000 casi al giorno», aggiungennaio erano 3.829, numero oltre in teoria perché ultima6 fa sapere che “la pregono dall'Azienda, per questo “i cittadini decinque volte superiore. L’aumento è mente, con il boom dei cedenza in questa fase contagi, le Asl territo- stato tangibile anche ad Ardea: ad inizio viene data ai sintoma- vono contattare il proprio medico di riali non sono riuscite a dicembre i casi non superavano le 300 tici” e che quindi può es- medicina generale”. Se guardiamo ai numeri al 24 gennaio 2022 erano infatti oltre 33,000 unità, a fine gennaio erano stare al passo. Il sistema è serci “qualche ritardo nel i cittadini attualmente positivi nei 21 Cooltre 2.000 ricaduto così interamente contatto”. La causa sarebbe muni del distretto. Il Comune peggiore, sul medico di famiglia (o sui quindi da rintracciare proprio Anzio, ne aveva poco più di 4,000, seconda pediatri) come del resto già prenei dati “monstre” fatti registrare Pomezia per l'appunto con 3,829. Non va visto dallo stesso Ministero quale nel distretto Roma 6. «I numeri sono meglio a Nettuno dove anche qui i casi sono “piano B” in caso di mancato contatto prosopra quota 3,000. Una manciata infine i territori con contagi sotto quota 1,000 – quelli più piccoli chiaramente – mentre la gran parte dei 21 Comuni è tutta intorno ad una media di 1,000-1,500 casi.
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(continua)
Nella Asl Roma 6: il Comune peggiore è anzio con 4.000 casi. Segue Pomezia (3.829), Nettuno (3.196), quindi Marino, Albano e Velletri con circa 2.800 contagi
La Asl dovrebbe contattare i cittadini positivi ma il sistema è andato “in tilt”. L’Azienda Sanitaria: «Stiamo dando la priorità a quelli sintomatici». E tutto ricade sui medici di famiglia
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ano quasi 4.000. E la Asl non riesce a contattarli tutti
(segue) L’intervista al Sindaco Zuccalà Pomezia al 24 gennaio contava 3.829 cittadini positivi una cifra che sarebbe stata spaventosa qualche mese fa mentre oggi fa molta meno paura considerando che la pericolosità del virus si è ridotta drasticamente. Il dato comunque resta: qual è la situazione in città? «La situazione è quella fotografata, 3829 cittadini positivi al Covid-19, un numero Nelle foto: molto alto che (da sx) rispecchia l'anAdriano damento nazioZuccalà, nale dei casi dopo Sindaco di l'arrivo della variante Pomezia Omicron. Nonostante que-
sto, la situazione sanitaria non è critica, grazie soprattutto alla massiccia campagna vaccinale a cui la nostra comunità ha risposto in maniera positiva. Dal punto vista sociale, continuiamo a mettere in campo risorse ingenti per rispondere alle esigenze delle fasce più bisognose della popolazione con buoni spesa e pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà. Continuiamo a sostenere e supportare anche le attività produttive e commerciali che più hanno sofferto a causa della pandemia: abbiamo azzerato la seconda rata della TARI 2021 per tante categorie commerciali e previsto l'occupazione di suolo pubblico gratuito per tutto lo scorso anno». Luca Mugnaioli
L’encomio alla Polizia Locale
L’EVENTO - Il 20 gennaio, in occasione della festa di San Sebastiano, il Sindaco Mario Savarese e l’Ass. Alessandro Possidoni hanno conferito un encomio solenne al corpo di Polizia Locale, presso la sala consiliare Sandro Pertini. «E’ stata un’occasione per ringraziare i dipendenti della Polizia Locale per lo straordinario lavoro fatto durante il 2020 e il 2021 e che continuano a svolgere quotidianamente, non solo nell’ambito dell’emergenza Covid, ma anche del controllo del territorio. Negli ultimi due anni, siete numericamente cresciuti…si lo so, siete ancora pochi. Me lo ripetete sempre e non posso dire il contrario. Eppure, anche in pochi, riuscite a portare avanti il vostro lavoro con attenzione e precisione, dimostrando ogni giorno di essere all’altezza della divisa che indossate», ha dichiarato Possidoni nella circostanza.
Ardea, contagi superano quota 2.000: altri due morti L’IMPENNATA DI CASI - Sotto la Rocca i contagi, al 24 gennaio, erano 2,162. Il Comune comunica anche il numero dei ricoverati, 21, mentre, dal mese di novembre, è cresciuto anche il numero delle vittime. 61 VITTIME DA INIZIO PANDEMIA - Altre due persone infatti sono decedute a causa del Covid facendo salire il conto per la città a 61 decessi dai 59 registrati fino a due mesi fa dallo scoppio della pandemia.
I CASI - Dal punto di vista della crescita numerica anche per Ardea il balzo in avanti è stato evidente: Omicron ha fatto passare i casi sotto la Rocca dalle circa 300 unità del 13 dicembre scorso agli oltre 2,000 attuali. «Negli ultimi mesi abbiamo assistiti a livello regionale ad un aumento dei casi Covid, dovuto soprattutto alla nuova variante omicron che si diffonde più facilmente nella popolazione», fa sapere l'Assessore prepo-
sto, tra le altre, all'emergenza Covid-19 al Comune di Ardea Alessandro Possidoni (nella foto). «Anche a livello comunale, abbiamo notato questo incremento che oggi 26 gennaio 2021 ha portato i positivi a circa 2.270, con un lieve rallentamento rispetto alle settimane precedenti», ha concluso quindi l'Assessore.
Ad Ardea, al 24 gennaio, erano 2.270 i casi attualmente positivi di Covid-19. 61 le vittime registrate da inizio pandemia
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Decine di classi in quarantena ad Ardea e Pomezia. I gen on c'è pace sul fronte della scuola. Il rientro dopo le vacanze Natalizie, come era prevedibile, non è stato dei più semplici e molte classi sono nuovamente finite in quarantena a causa dei contagi sospinti dalla più che contagiosa variante Omicron che ha portato i casi anche sul territorio a lievitare esponenzialmente. Quasi 4,000 quelli a Pomezia a fine mese, sopra i 2,000 ad Ardea. E così anche le scuole del territorio si sono in parte “svuotate” rispedendo così a casa gli alunni in DAD oppure nella “via di mezzo”, laddove prevista, della didattica digitale integrata. I numeri della scuola, il Ministro: «93% classi è in presenza» Facciamo un passo indietro. Nell'ultima au- Presidente dell’ANP continua: “I dirigenti medesima classe tutti a casa di nuovo per dizione in commissione cultura il Ministro sono sottoposti a una pressione psicologica dieci giorni, sempre con test di uscita al termine dell'isolamento. Poi c'è la quedell'Istruzione Bianchi ha fatto il punto della senza precedenti anche da parte dei gestione economica: visto situazione presentando i numeri della scuola nitori che chiedono loro conto l'aumento dei casi le disponisul fronte dell'emergenza sanitaria. Al 19 della farraginosità della procedura e dell’inerzia delle bilità ASL sono ridotte a gennaio scorso, data della relazione, LE CLASSI NEL LAZIO “con un grado di copertura dell’82% su ASL. Genitori che, nella (Rilevazione su 29.560 classi su 34.534) magari alcune sono fuori città, come per esempio 374.740 classi, il 93,4% delle classi sono in maggior parte dei casi, In presenza: 27.376 (92.6%) al “Drive in” di Genpresenza”, aveva dichiarato Bianchi. Per ciò sarebbero impossibilizano. «Chi non ha la che riguarda la DAD la percentuale di classi tati a lavorare se la Di cui in DDI: 3.551 (12%) possibilità di spostarsi totalmente a distanza sono il 6,6%”. «In ter- scuola non ammettesse In quarantena/DAD: 2.184 (7.4%) come fa?», incalza un mini di studenti sono in grado di copertura i loro figli alle lezioni in presenza. Con le consegenitore. Molti, allora, ridella rivelazione dell’81,8% su un totale di Dati al 19 gennaio 2022 corrono a farmacie o labo7.362.181, gli alunni in presenza sono guenze che possiamo imFonte: OrizzonteScuola ratori privati ma i costi l’88,4%. Per l’infanzia il numero degli alunni maginare sul piano sociale lievitano rapidamente. «Ci positivi o in quarantena è il 9%, e quindi ed economico”. sono mamme che entrano ed quelli in presenza sono il 91%, per la prima- I genitori: «Così è un incubo» ria gli alunni positivi o in Dad sono il 10,9%, Non va meglio di certo per i genitori. Dietro escono dalle quarantene dato che hanno più per la Secondaria di prima e secondo grado infatti a dati, percentuali e protocolli – che figli. Ovviamente spese dei tamponi tutto a gli alunni in dad o in didattica integrata sono peraltro cambiano in continuazione – ci in- carico delle famiglie che sono arrivate a sofatti mamme e papà alle prese con stenere anche fino a 100 euro a settimana per il 12,5%». quarantene, tamponi e timori velocizzare i tempi». Solo per medie e supeL'allarme dei Presidi per il contagio. All'infanzia riori DAD e didattica digitale integrata resiMa i numeri snocciolati sulla basta infatti un caso di po- stono fino all'accertamento di tre casi di carta, per quanto incoragsitività per sospendere le positività nella medesima classe. «Il rientro GLI ALUNNI NEL LAZIO gianti visto il periodo, lezioni per 10 giorni. a scuola dopo le vacanze di Natale è stata (Rilevazione 594.057 alunni su 713.943 ) non tengono conto della Alle elementari non va un'ecatombe di bambini e ragazzi contagiati; complessità della situaIn presenza: 528.739 (89%) certo meglio perché la asl, medici, responsabili covid, insegnanti zione negli Istituti. A disposizione del doppio sono al collasso e i nostri figli non stanno più lanciare l'allarme sono Dati al 19 gennaio 2022 tampone a distanza di facendo una scuola degna di essere chiamata ad esempio i Presidi che Fonte: OrizzonteScuola cinque giorni non è certo tale», si sfoga una mamma sui social. «Soormai da tempo, di fatto, esente da lacune: «Innan- stengo che al rientro dopo le vacanze serviva “si occupano soltanto di zitutto chi risulta negativo al un tampone obbligatorio per tutti, tutti, e inquestioni sanitarie” come deprimo tampone (chiamato T0) vece no. Il risultato? Noi che abbiamo figli nunciato dall'Associazione Nanon è detto che nei giorni successivi piccoli, stiamo assistendo ad un disastro zionale Presidi. Il Presidente Giannelli sottolinea infatti che “I dirigenti e possa sviluppare qualche sintomo conta- senza eguali». i loro collaboratori non riescono più a occu- giando, prima del secondo test (T5), altri (continua) parsi di questioni scolastiche ma esclusiva- bambini e magari le loro famiglie», ci dice una mamma. E se i casi diventano due nella mente di problemi sanitari e parasanitari”. Il
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Tamponi, quarantene, DAD, contagi: gennaio “nero” per studenti e genitori. Allarme anche dai Presidi: «Ormai ci occupiamo solo di questioni sanitarie»
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nitori: «Così è un incubo». In arrivo regole più “snelle” A Pomezia le scuole non rendono pubblici i dati dei contagi mentre ad Ardea sì. Dalla Pestalozzi di Torvaianica i genitori “chiedono di far conoscere la situazione nei vari plessi considerando le tanti classi in quarantena” (segue) Quarantene e DAD nel Lazio Ma quante classi sono finite in quarantena in questo periodo? Nel Lazio su 29,560 classi che hanno partecipato alla rilevazione del Ministero (su un totale di 34,534) 27,376 erano in presenza al 19 gennaio, ovvero il 92,6%. Di queste tuttavia il 12% è in DDI (didattica digitale integrata, ovvero in parte in presenza, in parte da casa). Infine il dato sulla DAD e classi in quarantena: la percentuale è al 7,4% pari 2,184 classi. I numeri tuttavia, considerando la parte mancante delle classi che non hanno partecipato alla rilevazione, circa 5,000 classi, potrebbero essere chiaramente più alti. Per ciò che riguarda invece il dato degli alunni su 594,057 studenti che hanno partecipato alla rilevazione (l'83% del totale, 713,943) gli alunni in presenza sono l'89%. Considerando però, anche qui, che il dato potrebbe essere di gran lunga minore qualora integrassimo nel dato i circa 120mila studenti mancanti. Classi in quarantena a Pomezia: nessun “dato ufficiale” ma situazione difficile Conoscere invece, attraverso dati ufficiali, i numeri di alunni e classi in quarantena a Pomezia è invece praticamente impossibile. Le scuole, a differenza di quanto avviene per Ardea, non comunicano classi e sezioni in isolamento. Ma la realtà non è difficile immaginarla: «Alla scuola Pestalozzi di Torvaianica ci sono tantissime classi in quarantena, dalle elementari all'infanzia, vogliamo che questa situazione venga resa nota», ci racconta una mamma. Ed è così praticamente in tutte le altre scuole del territorio. Nelle scuole superiori prevale al momento, contattando le rappresentanze studentesche, la “didattica mista”. Alcune, chiaramente, sono “totalmente in quarantena mentre quelle totalmente in presenza sono molto poche”. Ma a Possidoni (Ass. Ardea): «Si è abbassata età media contagi che colpiscono sempre più bambini e ragazzi. Scuola? Situazione costantamente monitorata»
Il Sindaco di Pomezia: «Sistema scuola sotto forte stress a causa delle quarantene. Ma impegno Istituzioni è di mantenerle aperte: negli ultimi due anni i ragazzi hanno rinunciato troppo a socialità e didattica in presenza» confermarci che la situazione è difficile è il Sindaco Zuccalà: «La situazione scolastica è sicuramente sotto forte stress dovuto alle molte quarantene. Siamo in costante contatto con i dirigenti scolastici di tutti gli istituti, ma chiaramente ogni scuola sta affrontando le DAD e le chiusure in base alle specifiche situazioni che vengono a crearsi. La campagna vaccinale per bambini e ragazzi sta proseguendo in maniera positiva a beneficio dell'intera comunità scolastica, ma in particolare di studenti e studentesse che in questi due anni hanno dovuto rinunciare troppo spesso alla socialità e alla didattica in presenza. L'impegno delle istituzioni a tutti i livelli è quello di mantenere le scuole aperte sempre e l'Amministrazione comunale è costantemente al fianco di dirigenti, docenti, personale scolastico, studenti e famiglie». Ardea: tanti casi nelle scuole Sotto la Rocca non va meglio. Sono tantissimi i casi segnalati nelle scuole in tutti e tre gli Istituti Comprensivi. Con la differenza che, rispetto a Pomezia, gli Istituti rendono noti i casi di Covid e le relative classi in quarantena. Tra le scuole più colpite, dando uno sguardo alle circolari degli ultimi giorni di gennaio, si segnala la primaria di Via Tanaro e l'infanzia di Pratica di Mare con diverse sezioni che hanno terminato la quarantena gli ultimi giorni di gennaio. E ancora: per l'IC Ardea 1 casi sono segnalati alla media Virgilio (5 classi), e uno all'elementare Manzù. All'IC Ardea II casi, oltre nella già citata primaria di Via Tanaro, anche all'infanzia e alla scuola media di Campo di Carne. Infine l'IC Ardea III. Come detto contagi si sono registrati all'infanzia di Pratica di Mare e alla Sant'Antonio ma sono state interessate anche le primarie di Via Verona, Pian di Frasso e Via Varese. Ad ogni modo, per avere un quadro Nelle foto: (da sx) Adriano Zuccalà, Sindaco di Pomezia, Alessandro Possidoni, Ass. Emergenza Covid Ardea
completo della situazione ci siamo rivolti all'Assessore Alessandro Possidoni che al Comune si occupa, tra le altre, della gestione dell'emergenza Coronavirus: «Si è abbassata l’età media dei soggetti infettati, colpendo sempre di più bambini e ragazzi: le scuole sono costantemente in contatto con Asl e Amministrazione per una corretta gestione dei casi Covid nelle classi. In tutti gli istituti di Ardea, la situazione è attentamente monitorata, si applicano meticolosamente le direttive del Ministero della Salute su quarantena, isolamento e didattica a distanza delle classi permettendo ai ragazzi di continuare a frequentare l’ambiente scolastico in sicurezza». Ci sono scuole particolarmente attenzionate per le quali si valutano provvedimenti specifici come la chiusura? «No al momento no». Nuove regole? Al momento di andare in stampa circolavano ipotesi circa ulteriori modifiche ai protocolli in vigore per la scuola. In attesa dell'ufficialità, tutti gli aggiornamenti sul nostro sito, le novità introdotte riguarderebbero lo stop al certificato medico per il rientro a scuola alle medie e superiori di guariti e vaccinati, per il quale dovrebbe bastare soltanto il tampone. Tampone da cui verrebbero invece esonerati gli studenti vaccinati completi che sono entrati in contatto con positivi per i quali rimarrebbe solo l'obbligo di indossare le mascherine Ffp2 per almeno 10 giorni. Nei casi di positività che fanno scattare la Dad i ragazzi si intenderanno in auto sorveglianza e non più in quarantena. Novità sono attese per la prima settimana di febbraio. Luca Mugnaioli
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Torvaianica Alta, ancora nessun intervento Dopo l'incontro con l'Ente avvenuto a novembre non è cambiato nulla. Il CdQ: «Nessuna risposta concreta» orna a chiedere risposte il Comitato di Quartiere di Torvaianica Alta rinnovatosi poco più di tre mesi fa. Il direttivo dei cittadini, non appena in carica, aveva inoltratoall'Amministrazione una lunga lettera per segnalare le principali criticità del quartiere e chiedere, contestualmente, interventi per porvi rimedio. Dalle strade, ai marciapiedi, fino al rifacimento della segnaletica. Ma ad oggi nulla sembra essere cambiato. L'incontro in Comune: «Ad oggi nessuna risposta concreta» Eppure, dopo l'appello lanciato anche attraverso le nostre pagine il Comune di Pomezia aveva deciso di incontrare il Comitato di Quartiere. «Lo scorso 4 novembre abbiamo avuto un incontro presso gli uffici comunali durante il quale abbiamo esposto nel dettaglio gli interventi necessari», ci spiega Paolo Nazzaro, Presidente del CdQ. La speranza era allora quella che, da lì in avanti, potesse iniziare, spiega Nazzaro, “un percorso di collaborazione duratura e attiva con l’Amministrazione Comunale”. Ma non è stato così. I problemi urgenti Ad oggi infatti, a tre mesi di distanza, di risposte concrete ai cittadini non ne sono arrivate. Per questo il CdQ è tornato a chiedere all'Ente gli interventi ritenuti urgenti e non più prorogabili: «Siamo consapevoli della difficile congiuntura economica che attraversava ed attraversa l’Amministrazione Comunale per questo abbiamo anteposto, ai complessi e impegnativi progetti di risanamento, le segnalazioni urgenti e indispensabili per raggiungere, nel nostro quartiere, una soglia minima di sicurezza e di aggregazione», ci dice Nazzaro. Le ribadiamo: «Agli uffici competenti del Comune abbiamo chiesto lo scorso 21 ottobre degli interventi ur-
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genti di messa in sicurezza della viabilità locale (realizzazione di marciapiede su via Mar Tirreno, messa in sicurezza degli incroci strategici di Via Torvaianica Alta con Via Mar Tirreno e Via di Campo Selva con Via Torvaianica Alta, installazione di limitatori di velocità, rifacimento manto stradale, rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale, installazione di un sistema di videosorveglianza) e la creazione/allestimento di luoghi di aggregazione per famiglie ed anziani attraverso la realizzazione di aree a verde pubblico attrezzate e aree per i cani». Contenuti ribaditi in una nuova missiva spedita, oltre che agli organi di stampa, di nuovo al Sindaco Zuccalà. La nuova lettera «Al di là dell'incontro di novembre non abbiamo infatti ancora avuto risposte concrete e con rammarico appare naturale, a questo punto, chiederci il senso del nostro esistere come Comitato di Quartiere, anche per il rispetto che dobbiamo a quei cittadini che hanno animato la nostra assemblea, che si sono rivolti a noi pensando di poter riqualificare il nostro ambiente e la qualità della vita dell’intera comunità – aggiunge il Presidente del CdQ – Ed è proprio per il rispetto nei confronti di questi cittadini che Le scriviamo. Noi, nonostante tutto, caparbiamente, restiamo dalla loro parte, dalla parte di chi, quotidianamente, si fa carico di mille disagi ma che continua, comunque, a sperare in un
futuro migliore. E’ necessario che le Istituzioni facciano la propria parte, recuperando il tempo perduto e programmando interventi rapidi che possano migliorare le condizioni dei cittadini specialmente nelle aree a ridosso della città», conclude la lettera.
Torvaianica Alta, la segnalazione: dopo i lavori per la fibra l’asfalto non viene ripristinato subito e molte vie restano così per diverso tempo
Nessun intervento
NUOVA LAVINIUM - A Piazza Aldo moro ancora nessun intervento per sistemare la struttura dove passano alcune tubature dell'acqua. Una situazione che permane da tempo ma a cui, nonostante le numerose segnalazioni, nessuno mette mano. Stessa situazione di degrado in cui versano, proprio lì accanto, delle “cassette” situate sul marciapiede. Appena due mesi fa la questione della manutenzione ordinaria nel quartiere Nuova Lavinium era stata affrontata con il locale Comitato di Quartiere che era tornato a chiedere al Comune maggiore “presenza” nella zona. Al momento però non è cambiato nulla.
“Se fossi Sindaco farei...” er questo mese la nostra rubrica ospita delle proposte di tre cittadini, che segnaliamo d i r e t t a m e n t e a l l ’A m m i n i s t r a z i o n e Comunale di Pomezia – casualmente sono tutte provenienti da abitanti di Pomezia e Torvaianica - la quale può prendere spunto per migliorare il territorio, con progetti a medio e lungo termine, ma anche con iniziative a breve termine. Ricordiamo che chiunque può inviare le proprie proposte, purché non siano mere critiche o progetti irrealizzabili, scrivendo alla nostra redazione all’indirizzo e-mail redazione@ilcorrieredellacitta.it.
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Hai delle idee o progetti che realizzeresti se fossi Sindaco di Pomezia o Ardea? Scrivici redazione@ilcorrieredellacitta.it
Anfiteatro all’aperto alla Selva dei Pini Se io fossi il sindaco, a Pomezia farei all'interno del Selva dei Pini un anfiteatro all'aperto che possa ospitare spettacoli teatrali o musicali l'estate. Vi è uno spazio adatto proprio dove ci sono delle pompe dell'acqua. Tutti i gazebo sparsi in giro li affitterei anche per modiche cifre, per tenere puliti i loro posti. C’è gente che li usa e lascia sporco. Recupererei tutti gli chalet per affittarli ad associazioni o a qualche attività economica. A Torvaianica penserei al rifacimento della passeggiata al mare. Quei vasconi pieni di piante secche sono un vero obbrobrio e occupano solo spazio. Ai pescatori andrebbe fatto un porticciolo, mentre lo spazio delle barche andrebbe recuperato per allargare l'uso della spiaggia. Ciro Lanzone
Salvaguardia della biodiversità Se io fossi Sindaco di Pomezia, avrei come priorità quella dello sviluppo turistico della Città. Due le direttrici di svolta per riuscire nell’intento: (1) Sviluppo dei collegamenti ferroviari con la Capitale e liberare le strade dal traffico (2)Fare di Torvaianica il polo ricettivo per i turisti stranieri in arrivo all’aeroporto di Fiumicino. Collegamenti ferroviari, che non dipendono solo dal Comune, ma per cui il Comune può farsi promotore sono: (3)Il prolungamento della Roma-Lido di Ostia; (4) Il prolungamento della Linea B, passando per Trigoria; (5)La deviazione della linea ferroviaria Roma-Anzio Nettuno che anziché passare per Campoleone e Aprilia dovrebbe essere a ridosso di Pomezia e Ardea; (6) Nuova Pontina, scorrevole e sicura; (7)Allacciamento della viabilità cittadina alla Pontina con nuovi percorsi alternativi al bivio; (8) Rotonde cittadine nei numerosi punti critici della Città (incrocio di via Zara, incrocio vicino Villaggio Tognazzi; (9)Far diventare Torvaianica un “polo ricettivo”: (10) Hotel sulla fascia interna della Litoranea anche con abbattimenti e nuovi realizzazioni con premio di cubatura per strutture ricettive; (11) Creazione di un polo artigianale caratteristico del luogo (ceramica, oro, opere d’arte, ecc.) con apprendistato agevolato a “giovani promesse” presso i migliori mestieranti del campo prescelto; (12) Sviluppo di botteghe centrali per la vendita dell’artigianato prodotto. Perché mettere insieme queste due fasi di
sviluppo del territorio? Perché sono strettamente connesse e la seconda non può esistere senza la realizzazione della prima. A completamento, ci vorrebbe la realizzazione di uno o due porticcioli (anche “porti canale”) per ovvie ragioni. Romano Lombardi
Pista ciclabile Da tempo penso che sarebbe utile e fattibile una bella pista pedonale /ciclabile dal centro di Pomezia al mare. A Latina c'è ed è stupendo vedere la gente che si muove in tutta sicurezza senza dover prendere le automobili. E il mare sarebbe veramente patrimonio dei cittadini di TUTTA Pomezia Rossella D’Orazio
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Incidente mortale ad Ardea in Viale Forlì Perde la vita Antonio Cassella, aveva 45 anni: il sinistro nella strada piena di buche e voragini i chiamava Antonio Cassella il giovane morto ieri sera ad Ardea nel terribile incidente avvenuto in via Forlì, nel quartiere Nuova Florida. Lo scontro, tra la sua moto Yamaha e una Jeep Renegade, non ha lasciato scampo ad Antonio, che è deceduto sul colpo. L’incidente è avvenuto intorno alle 19:00 di ieri. Una tragedia che ha sconvolto tutti. La vittima aveva 45 anni. L’incidente L’impatto tra i due mezzi è stato terribile. L’incidente si è verificato esattamente all’incrocio tra via Forlì e via Foggia. Da quanto emerso da una prima ricostruzione pare che l’auto uscisse da via Foggia mentre la moto sembra stesse percorrendo via Forlì provenendo dalla Litoranea in direzione della Nuova Florida quando è avvenuto l’impatto. Ad avere la peggio è stato il centauro. L’uomo ha fatto un volo di diversi metri, almeno 7, rispetto a dove è stata rinvenuta la moto. Da quanto risulta,
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sembra essere deceduto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso del centauro. Presenti anche gli agenti della polizia locale, che hanno chiuso la strada per effettuare i rilievi e la protezione Airone. Soltanto in serata la via è stata riaperta. Le buche La strada è una delle principali arterie per la
viabilità locale, specie d’estate, dato che collega l’abitato dell’entroterra al mare. I residenti da anni ne segnalano lo stato di degrado, considerando che il viale è pieno di buche e crateri anche di notevoli dimensioni. Alcune di queste sono visibili nelle foto scattate a pochi metri da dove si è verificato il terribile incidente.
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«Noi, sopravvissuti al disastro della concordia». Il ra ual è il primo ricordo che vi torna in mente pensando a quello che è successo? Massimiliano: «Ancora oggi faccio fatica a credere che possa essere successa una cosa del genere. Mi sembra surreale. Ma il primo ricordo è sicuramente il terrore che sentivamo». Maria Pia: «Anche per me la paura, ma la paura più che altro di non sapere cosa fare. Il sentirsi impotenti di fronte a quello che stava accadendo». Come ci avevate raccontato 10 anni fa avevate organizzato il viaggio per una ricorrenza particolare ma in realtà durò pochissimo... Massimiliano: «Sì poco più di due ore e mezza circa. Ci eravamo imbarcati a Civitavecchia con la famiglia di mio cugino e la sera stesse avvenne la tragedia. Alle 19,00 avevamo cenato, dato che avevamo scelto il primo turno. E alle 22,00 è iniziato l'incubo». Il disastro della nave della Costa Crociere Concordia nel gennaio del 2012 Maria Pia: «Sì, il programma era quello di festeggiare i miei 40 anni e per l'occasione vo- avuto la sensazione che c'era qualcosa che in caso fosse successo qualcosa...'» levamo fare qualcosa di diverso, una vacanza non andasse. Con una scusa abbiamo preso Maria Pia: «Siamo rimasti quindi sul ponte diversa. Non c'è che dire, diversa è stata i bimbi per andare a fare una passeg- ma l'altra famiglia che era con noi era salita “diversa”!» giata. Ci siamo affrettati a quel ai ponti più alti. Fortunatamente, essendo Ci raccontate cosa ricordate di punto per raggiungere le scale vicini alla costa, i cellulari non hanno mai quella sera? Quando vi siete quando è andata via la luce. perso il segnale. Siamo quindi riusciti a LA TRAGEDIA resi conto che qualcosa Nel naufragio del 13 gennaio 2012 Il blackout sarà durato un rimanere sempre in contatto e a riunirci». “non andava”? minuto all'incirca ma Molti testimoni riferiscono che in quei morirono 32 persone, 157 furono Massimiliano: «Allora, tanto è bastato per far momenti nessuno dell'equipaggio dei bordo invece feriti. La vittima più giovane una volta finito di manaveva 5 anni: si chiamava Dayana Arlotti scoppiare il caos. Senti- abbia dato indicazioni chiare su quanto stava giare ci siamo recati che morì insieme al papà. Le persone vamo urla e grida. Tor- accadendo. Voi cosa ricordate a questo nella sala giochi con i nata la luce mi sono proposito? a bordo della Concordia quella sera nostri figli al ponte 5. Ad accorto che eravamo in Massimiliano: «Sinceramente non mi sento erano 4,229 tra passeggeri ed un certo punto abbiamo corrispondenza del ponte di condannarli perché a loro volta equipaggio sentito un boato e poi una 4: mi è subito venuto in attendevano istruzioni “dall'alto” che non specie di terremoto. Era la mente che lì c'ero già stato arrivavano. Un particolare mi colpì: il nave che urtava lo scoglio, come poco dopo la partenza con mio cu- personale indossava un trench che li rendeva avremmo poi scoperto più tardi, corigino per fumare e mi ero accorto che c'erano tutti uguali, dunque era impossibile candosi sul lato destro. Già in quel momento, le scialuppe di salvataggio. Per questo gli distinguere – figuriamoci col buio – un guardando negli occhi mio cugino, abbiamo avevo detto, scherzando, di 'tenerlo a mente ufficiale da un cameriere. L'unica cosa che ci sentivamo ripetere era di 'stare calmi e tornare nelle cabine'. Noi però non ci siamo mossi da lì. Probabilmente se fossimo tornati nella cabina oggi non saremmo qui...». Maria Pia: «Ad un certo punto Massimiliano ha 'forzato la mano' e siamo saliti sulle scialuppe di salvataggio ma siamo stati costretti a scendere una prima volta. C'era una donna, una Filippina, che in particolare continuava a ripetere di tornare in cabina, si è vista tante volte in Tv. La nave però si stava inclinando sempre di più». (continua)
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L’intervista alla famiglia di Pomezia 10 anni fa, subito dopo il disastro
«Non ci sentiamo di condannare il personale di bordo: anche loro attendevano istruzioni “dall’alto” che non arrivavano»
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acconto di una famiglia di Pomezia che era a bordo «Abbiamo ignorato l’invito a tornare nelle cabine. Siamo rimasti sempre vicini alle scialuppe di salvataggio, non ci siamo mai mossi da lì»
(segue) Avevate fatto la simulazione di evacuazione? Massimiliano: «In realtà no. Da quanto abbiamo avuto modo di sapere in realtà erano in programma per il giorno dopo a Savona. Ma anche altri passeggeri, saliti ad esempio a Palermo, non le avevano fatte. Credo fosse una prassi in vigore in quegli anni che oggi è del Giglio che è davvero di piccole dimen- di parlare della Concordia. Da un'altra prostata cambiata se non sbaglio». sioni, immaginiamo grande come Piazza In- spettiva in effetti, guardando il bicchiere Torniamo al racconto. Cosa è successo poi? Credo fosse mezzo pieno, è stato davvero un Massimiliano: «Noi facevamo cordone per dipendenza. giorno felice perché in fondo rimanere in piedi perché stare in equilibrio mezzanotte. Siamo passati da siamo ancora qui...». era sempre più difficile. Quando è suonata la un caos all'altro, tutti cercavano un posto per passare Per voi invece? sirena d'evacuazione è scoppiato il finiLA VACANZA la notte, avevano aperto Massimiliano: «Ovviamondo: la gente è salita a bordo come delle Massimiliano e la moglie Maria Pia mente di navi e crociere bestie, senza rispettare alcun ordine di pre- la Chiesa, una palestra, erano in vacanza insieme ai loro due non ne abbiamo più vocedenza. Non solo: chi entrava nelle scia- l'Albergo ma era tutto figli, Matteo e Martina che all'epoca luto sentire parlare. luppe nemmeno andava in fondo per lasciare pieno. Ricordo di aver avevano 5 e 12 anni. Insieme a loro la Dopo quella notte ho spazio agli altri per entrare; così si sono for- fermato una persona famiglia del cugino anche loro con iniziato a soffrire di atmati dei veri e propri 'tappi' che impedivano per chiederle dove podue figli di 3 e 4 anni tessimo andare ma lei, vetacchi di panico nei luoa tutti di salire a bordo. Noi ci siamo riusciti dendoci con 4 bambini ghi affollati e anche ma siamo caduti a terra uno sopra l'altro. prendere un treno è per me Una volta in mare ricordo di aver chiamato i piccoli ci ha chiesto: 'quanti complicato. Sono cose che ti seCarabinieri perché il pilota alla guida della siete?'. E poi ci ha invitato ad andare con lei». gnano per sempre. Volevo farmi forza nostra scialuppa continuava ad andare a Maria Pia: «Questa signora ci ha e tornare almeno a trovare le persone che ci sbattere contro non si sa cosa, a dato le chiavi della sua casa, avevano ospitato quella notte ma alla fine noi sembrava la nave ma non un'abitazione che affittano non ce l'ho fatta; sono venute loro da noi a vedevamo nulla; al 112 avrò d'estate ai turisti. Sono Roma, tanto per rendere l'idea» urlato non si sa quante SCHETTINO stati angeli, in questo Maria Pia: «Io devo dire che forse ho elaboimprecazioni perché non Il Comandante della nave modo abbiamo passato rato diversamente la cosa. Posso dire che ci riuscivo a capire. Poi abConcordia Francesco Schettino è stato la notte. Ci hanno trat- sono a volte ricordi rumori intensi che mi ribiamo realizzato invece condannato in via definitiva a tato come fossimo di fa- portano subito la mente a quella notte». che un'altra scialuppa 16 anni di reclusione. Attualmente è miglia». Posso chiedervi cosa pensate di Schettino? era rimasta incastrata e detenuto presso il carcere di I vostri figli avevano 5 e Massimiliano: «E' indubbio che, forse, sia il marinaio stava solo Rebibbia a Roma 12 anni: come hanno vis- servito come capro espiatorio dato che procercando di 'liberarla' dal suto i momenti successivi al babilmente anche altri sbagliarono. Una cosa braccio meccanico. Una naufragio? però non gli perdono: di essere sceso dalla manovra che alla fine riuscì». Maria Pia: «Matteo era piccolo, nave prima di mio figlio. Se avesse dato suAvete mai pensato che tra le perper diverso tempo parlava solo di bito il segnale di evacuazione non sarebbero sone che hanno perso la vita potevate esmorte, almeno un mese. Evitava i telegiornali morte così tante persone». serci anche voi? perché chiaramente non si parlava di altro. Massimiliano: «Assolutamente sì, ci penCrescendo abbiamo visto che non ama film Luca Mugnaioli siamo sempre». Maria Pia: «In quei momenti ti passano tan- o programmi particolarmente drammatici tissime cose per la testa, pensieri velocissimi. ma non possiamo dire con certezza se Ricordo di aver detto a Massimiliano quando quanto accaduto centri o meno qualcosa la nave ormai era tutta inclinata: 'se la situa- Martina era già più grande. In particolare rizione degenera prendo i figli e mi butto in cordo che tempo dopo andammo una volta acqua' perché l'unico a non saper nuotare era al Porto di Anzio e si mise a piangere. Piano piano è andato scemando anche perché Massimiliano». ognuno elabora i ricordi a modo proprio». Come è stato l'arrivo a terra? Massimiliano: «Una scena che non dimenti- Massimiliano: «Ricordo che Martina ha cheremo mai. Migliaia di persone, 4,000 avuto modo di raccontare la sua esperienza grosso modo, tanto erano le persone a bordo, in un tema a scuola che aveva per titolo 'la stipate improvvisamente nella zona del porto giornata più bella della tua vita': io le ho detto
Su Schettino: «Sicuramente fu il capro espiatorio, ma una cosa non gli perdono: quella di essere sceso dalla nave prima dei miei figli»
La famiglia Moroni oggi
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Shoah, premio al Copernico di Pomezia La classe 5A vince il riconoscimento del Ministero dell'Istruzione “I giovani ricordano la Shoah” Istituto di Istruzione Superiore Via Copernico ha vinto, con il lavoro della classe 5A, il primo premio nazionale della ventesima edizione del concorso indetto dal Ministero dell’Istruzione sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (CEI), “I giovani ricordano la Shoah”. La premiazione si è svolta nella mattina del 27 gennaio con la classe che si è recata in Aula Magna, accompagnata dalle prof.sse Belloni e D’Andrea, per partecipare, in diretta streaming, alla cerimonia di premiazione Il progetto Gli studenti hanno realizzato un sito internet per ricordare lo sterminio nazifascista ma al tempo stesso hanno aperto una riflessione sulla società odierna. “Shoah e discriminazioni, storie di ieri e di oggi”, si legge a tal proposito nella home page del portale web creato dai ragazzi; nato infatti più come semplice “compito di scuola”, come spiegano gli studenti stessi, alla fine si è trasformato in qualcosa di molto di più man mano che il loro progetto prendeva forma. «Ci siamo ritrovati catapultati in un passato che si fa, spaventosamente, presente, perchè la discriminazione, il sopruso, la violenza, concentrati in maniera mostruosa nella Shoah, sono riconoscibili ancora oggi in atteggiamenti che sono all'ordine del giorno», spiegano i ragazzi sul sito da loro creato. Certo, “nulla è realmente paragonabile alla pagina più tragicamente nera che l'umanità abbia mai scritto – proseguono – rispetto alle varie forme che viviamo tutti i giorni”, in ogni caso “parlare di Shoah vuol dire parlare di noi”. Cinque le sezioni sul sito, tutte con contenuti e aspetti grafici curati nei particolari: la “banalità del male”, l'analisi di come, grazie alla cieca obbedienza, alcuni atteggiamenti solitamente ripudiati dalla società, tra cui
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Studenti della 5A al lavoro sul progetto per il concorso “I giovani ricordano la Shoah” l’agenda della Germania nazista, possano essere messi in atto dal cittadino comune, che obbedisce incondizionatamente alle regole senza riflettere sul loro contenuto. “Uomini normali” che si macchiarono di crimini atroci. In “libertà di stampa” i ragazzi hanno analizzato il legame tra informazione e regime che portò all’occultamento delle azioni dello Stato e della verità dei fatti. La terza sezione riguarda il “razzismo nello sport” e di come negli anni '30, i regimi nazista e fascista in Germania e in Italia usarono lo sport come arma di propaganda per ottenere il consenso dell'opinione pubblica e come mezzo per mostrare la superiorità della cosiddetta "razza ariana”. Non manca anche in qui il parallelo con la società odierna e i risvolti nel mondo del calcio, solo per citare un aspetto. Le ultime due sezioni sono “omocausto”, dove si affronta il tema dell'omosessualità ieri e oggi, e la “storia del futuro”. In quest'ultima parte i ragazzi scrivono: «Il messaggio è uno: riflettere sul passato non basta! Bisogna agire immediatamente (guidati dallo studio della storia) illuminando le sagome della società quel tanto che basta per renderle
Il progetto degli studenti e l’olocausto tra ieri, oggi e il domani: «Se cambiare il passato è impossibile, ricordiamoci che, invece,il futuro è nelle nostre mani!»
sempre più definite e concrete. Questo è l’unico modo per poter realmente lavorare contro ogni tipo di discriminazione. Se cambiare il passato è impossibile, ricordiamoci che, invece,il futuro è nelle nostre mani!». il sito web è raggiungibile al seguente indirizzo: (https://terabyte13.github.io/shoah/index.html) L'evento di fine gennaio Un'altra importante iniziativa si è svolta il 31 gennaio 2022, nell’ambito delle iniziative per la celebrazione della “giornata della memoria”, ed ha coinvolto le classi 5AL, 5BL e 5BE sempre dell'Istituto Via Copernico. Dalle ore 10.30 circa, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS in collaborazione con l'Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara-ISCO, ha organizza l'incontro online "L'insostenibile leggerezza dell'odio. Il fenomeno di distorsione della Shoah tra storia e attualità". Hanno partecipato come relatori la dott.ssa Milena Santerini, Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l'antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio e lo storico Michele Sarfatti, già Direttore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, con due interventi di stringente attualità relativi alla distorsione della Shoah e alle sue radici storiche e sociali. A moderare l'incontro il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto. Luca Mugnaioli
Il sito creato dai ragazzi del Copernico: è raggiungibile all’indirizzo https://terabyte-13.github.io/shoah/index.html
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Giornata internazionale della Memoria a Pomezia Cerimonia presso il Parco delle Rimembranze con la presenza del Sindaco Adriano Zuccalà i è celebrata giovedì 27 gennaio a Pomezia la Giornata internazionale della Memoria in ricordo di tutte le vittime dell’Olocausto. Il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, l'Assessore Giovanni Mattias e una rappresentanza del Consiglio co-
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munale hanno deposto una rosa questa mattina presso il Parco delle Rimembranze per omaggiare simbolicamente quanti hanno perso la vita nell’orrore nazista della Shoah. Le parole del Sindaco “La Giornata della Memoria – sottolinea il Primo Cittadino – rappresenta un’occasione importante per mantenere viva la consape-
volezza dei crimini del passato e impedire che si ripetano nel futuro. Ricordare una delle pagine più buie della nostra storia è fondamentale per contrastare i rigurgiti fascisti che purtroppo ancora oggi continuano a manifestarsi. Episodi gravi, come quello accaduto a Livorno, che ci spingono a lavorare ancora di più con le scuole per trasmettere alle nuove generazioni una memoria collettiva che è il messaggio di chi c’era e il ricordo vivo di una comunità che difende i diritti umani”. L’evento online Il Sindaco Zuccalà ha partecipato inoltre all’evento online “Minuti di Memoria”, iniziativa organizzata dall’ ANPI Pomezia "Teresa Mattei e le Altre" per dare voce alla memoria. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Pomezia, è stata trasmessa sulla pagina Facebook dell'Anpi sezione di Pomezia.
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Sedici Pini, mostra contro la violenza sulle donne Allestita dal 26 al 30 gennaio ha affrontato il tema della violenza vista con gli occhi dei più piccoli l centro commerciale Sedici Pini a Pomezia (Roma) in campo contro la violenza sulle donne con una mostra-progetto nata dalla partnership con l’associazione nazionale D.i.RE (Donne in Rete Contro la violenza). Si è trattato di un evento che ha avuto come tematica principale la violenza sulle donne ma osservata dalla prospettiva dei più piccoli, introducendo la tematica tanto delicata della violenza assistita, ovvero quando a subire questa veemenza è una donna con figli, dove quest’ultimi si trovano loro malgrado ad assistere a scene di aggressività ed a subire un disagio e un dolore difficile da dimenticare. Il racconto illustrato “Il Tuffo di Lulù” Dal 26 gennaio, fino al 30 presso il Centro Commerciale è stata così allestita la mostra, incentrata sulla pubblicazione de “Il tuffo di Lulù”, un racconto illustrato, un percorso, che attraversa le varie dinamiche della violenza assistita e le modalità su come uscirne. La narrazione partiva dall’illustrazione della violenza maschile sulle donne, che è la situazione determinante la violenza assistita, per
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poi entrare nel dettaglio delle conseguenze vissute dai figli e dalle figlie di donne che subiscono maltrattamenti e violenze, con una attenzione particolare alle relazioni che questi bambini e bambine e adolescenti vivono quotidianamente. L’iniziativa è stata promossa dalla società Savills Italia che ha deciso di legare a questa iniziativa portandola ad un progetto di ampio spettro dove partendo dal mese di novembre 2021 accompagnerà per buona parte del 2022 toccando in tour a staffetta tutti i centri commerciali in gestione. L’Associazione D.i.RE
La campagna punta a tenere alta l’attenzione sui casi di violenza sulle donne che sono purtroppo in continuo aumento. E la pandemia ha ulteriormente aggravato questo contesto. Secondo i dati Istat sono state 106 le donne uccise nel 2020. Numeri purtroppo ancora mostruosi che mostrano come non si debba arretrare di un solo millimetro nelle campagne di sensibilizzazione. L’Associazione D.i.RE, su questo fronte, è una delle più attive in Italia e conta di 82 Organizzazioni, 109 Centri antiviolenza, 20.015 Donne ascoltate in un anno, 3.009 Attiviste e 157 Case rifugio.
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Green pass dal 1 febbraio, le nuove regole
Senza pass verde si potrà accedere a pochissime attività ritenute essenziali: ecco cosa cambia ono entrate in vigore il 1 febbraio le nuove regole in merito all'uso del Green Pass che ormai servirà per accedere praticamente a qualsiasi servizio o attività. Tuttavia il Governo a fine mese ha diramato l'elenco dei settori dove, viceversa, non servirà esibire la certificazione verde. Si tratta di cinque settori ritenuti dall'esecutivo essenziali e primari. Ricordiamo inoltre che dal 1 febbraio la validità del green pass è stata ridotta da nove a sei mesi e dunque, senza dose booster o magari avvenuta guarigione dal virus, non potrà più essere utilizzato; un problema, quello della durata del pass, che dovrà essere affrontato quanto prima dato che già a aprile scadranno le certificazioni di chi per
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Restano fuori dall’obbligo di mostrare il green pass cinque settori definiti primari ed essenziali: alimentari e prima necessità, servizi sanitari, servizi veterinari, giustizia e sicurezza personale primo ha ricevuto la terza dose nell'autunno scorso. Tra le ipotesi in campo – al momento di andare in stampa il Governo non aveva ancora preso decisioni in merito – vi è quello di un prolungamento della durata per chi ha fatto la terza dose o di una sospensione momentanea della scadenza in attesa di nuovi sviluppi. Intanto ecco la guida completa sull'uso del green pass. Dove non servirà il green pass dal 1 febbraio La deroga vale pertanto per i servizi e le attività che si svolgono, in locali al chiuso, negli ambiti degli Alimentari e prima necessità, dei servizi sanitari e veterinari, della giustizia e della sicurezza personale. Questo l'elenco completo: mercati ambulanti, edicole all’aperto, benzinai, negozi di ottica, negozi che vendono combustibili per abitazioni, attività che vendono prodotti per animali, uffici delle forze dell’ordine, supermercati, farmacie e Para farmacie. Green pass base La certificazione verde base si ottiene attraverso la vaccinazione, la guarigione ma anche con un tampone negativo la cui validità è rimasta invariata, 72 ore per il molecolare, 48 ore per il rapido antigenico. E' richiesto a tutti lavoratori e, dal 15 febbraio, solo per gli under 50 dato che per chi ha più di 50 anni scatterà l'obbligo vaccinale. Dal 20 gennaio è richiesto anche per i servizi alla persona quali barbieri, parrucchieri, centri estetici, per far visita a un detenuto in carcere. Dal 1 febbraio servirà anche per accedere alle poste, in banca e nella maggior parte dei negozi fatta eccezione per l'elenco
di cui sopra e a tutti gli uffici pubblici. Super greenpass La certificazione verde rafforzata o super green pass si ottiene esclusivamente con la vaccinazione o con l'avvenuta guarigione dal Covid. Dal 10 gennaio è necessario già in molteplici settori, su tutti quello dei trasporti. Il super pass serve anche nei ristoranti, sia all'aperto che al chiuso, nei bar, musei, mostre, per assistere a competizioni sportive e spettacoli al chiuso o all’aperto, sale giochi, parchi a tema, feste, fiere e congressi. Super green pass anche per accedere a piscine, centri natatori, centri benessere anche all’aperto, nonché agli impianti sciistici. Dal 15 febbraio, come detto, sarà necessario per gli over 50 per accedere al lavoro dato che scatterà come detto l'obbligo vaccinale per questa categoria, che si aggiunge alle altre dove è già in vigore da tempo. E' necessaria anche per accedere alle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice per fare visita a un familiare o un amico ma solo in abbinamento con un tampone molecolare o rapido negativo. Con la certificazione rafforzata non si applicano le restrizioni in caso di zona arancione valide solo per chi ne
è sprovvisto o è in possesso solo di quello base. La prima categoria può spostarsi verso un altro Comune solo in caso di necessità (come il lavoro) mentre la seconda non può accedere ai negozi nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi a meno che non si tratti di servizi essenziali. Mega green pass (o green pass booster) L'ultima tipologia di certificato è quella che si ottiene con la dose aggiuntiva di vaccino anti Covid, chiamata anche booster. Oltre che chiaramente per tutti i precedenti settori, dal 30 dicembre scorso e fino al 31 marzo 2022 serve per accedere alle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice per fare visita a un familiare o un amico.
Green pass, ecco la guida completa Senza green pass
Green pass base (Vaccinazione, guarigione, tampone)
Mercati ambulanti
Tutti i luoghi di lavoro
Edicole all’aperto
Barbieri
Benzinai
Parrucchieri
Negozi di ottica
Centri Estetici
Negozi che vendono combustibili per abitazioni
Far visita a un detenuto in carcere
Negozi che vendono prodotti per animali
Banca
Uffici Postali
Uffici delle forze dell’ordine
Uffici Pubblici
Supermercati
Negozi (tranne quelli essenziali)
Farmacie
Tabaccai
Para farmacie
Super Green pass
Mega Green pass
(Vaccinazione, guarigione)
(Vaccinazione dose booster)
Ristoranti, Bar sia all'aperto che al chiuso
Accesso a strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice per fare visita a un familiare o un amico
Musei, mostre Assistere a competizioni sportive e spettacoli al chiuso o all’aperto Sale giochi, parchi a tema, feste, fiere e congressi Piscine, centri natatori, centri benessere anche all’perto Impianti sciistici Luoghi di lavoro per gli over 50 (dal 15/02) Accesso a strutture strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice per fare visita a un familiare o un amico (più tampone negativo)
Le novita’ dal 1/02 Dal 1 febbraio la validità del Green Pass è stata riportata a sei mesi. Servirà, almeno nella versione base, per accedere a tutte le attività e servizi tranne in quelle essenziali e rientranti nell’apposito Dpcm firmato dal Presidente del Consgilio a fine gennaio. Dal 15 febbraio scatterà inoltre l’obbligo vaccinale per tutti gli over 50 Tutti gli aggiornamenti su www.ilcorrieredellacitta.com e sui nostri canali social Facebook, Instagram e Twitter
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Ardea, l'App che ti dice dove buttare i rifiuti Novità in arrivo per i cittadini che potranno rivolgersi all'applicazione per chiarire i dubbi sulla raccolta i chiama Junker App, un vero e proprio assistente personale per la raccolta differenziata. Si tratta di un “tutor” intelligente per la raccolta differenziata, che riconosce i prodotti dal codice a barre o addirittura da una foto, e spiega come conferirli correttamente, distinguendo tutti i materiali che lo compongono. Un vero assistente personale, che ricorda ai cittadini i calendari del porta a porta, li guida fino al punto di raccolta più vicino e li aiuta ogni giorno a compiere scelte più sostenibili.Tutto questo e molto altro è Junker, l’App per la raccolta differenziata che da oggi sbarca anche a Ardea. ziata, sarà sufficiente inquadrare il codice a L’Amministrazione Comunale di Ardea, barre dell’imballaggio o, se non prein collaborazione con L’Igiene sente, scattare una foto al proUrbana Evolution e Blu Work, dotto, per sapere in tempo ha deciso di adottare e metreale di quali materiali è tere a disposizione dei citcomposto e dove va conCOME FUNZIONA tadini questo ulteriore ferito. Grazie a un dataDopo aver scaricato strumento, destinato a gratuitamente l’App (Android e iOS) si base interno di oltre 1 rendere più facile ed efmilione e 600 mila propuò inquadrare il codice a barra ficiente la raccolta diffe- dell’imballaggio o scattare una foto al dotti, è la guida alla racrenziata. prodotto per sapere in tempo reale di colta differenziata più Come funziona accurata d’Europa. Se quali materiali è composto e dove Basta scaricare gratuitatuttavia dovesse capitare va conferito mente l’app sul proprio che non riconosca il prosmartphone (Android, iOS). dotto, l’utente può scattargli Da quel momento, per sciogliere una foto, trasmetterla all’app e riceogni dubbio davanti ai bidoni della differen- vere in pochi minuti le informazioni per con-
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ferirlo correttamente. La referenza sarà poi aggiunta al database, valorizzando così la collaborazione dei cittadini. Un’unica app, tanti servizi per l’ambiente e la sostenibilità Facilità di utilizzo e interattività sono le principali caratteristiche di quest’App, che riunisce in un unico strumento tanti e diversi servizi, utili non solo a risolvere dubbi e prevenire eventuali multe per errori nella raccolta differenziata, ma anche a diffondere comportamenti più sostenibili. Al suo interno i cittadini troveranno infatti quiz per imparare sì a differenziare, ma anche a ridurre i propri rifiuti, sarà resa disponibile una “Bacheca del riuso” in cui pubblicare annunci gratuiti di oggetti ancora in buono stato e mappe di tutti i punti di raccolta e le buone pratiche di economia circolare presenti sul territorio. Grazie a Junker l’Amministrazione Comunale e le società affidatarie del servizio, avranno la possibilità di inviare messaggi diretti ai concittadini per comunicare in tempo reale avvisi, iniziative, interruzioni del servizio o cambiamenti nel sistema di raccolta differenziata. Per maggiori info è possibile visitare il sito: http://www.junkerapp.it oppure scaricare la App, selezionando il comune di Ardea.
E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it
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TELEFONO: 392.6939763
30/01/2022
Numero 2 Anno 14
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao
STAMPA: Tipografia Graffietti
febbraio 2022
IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Martina Monti, Claudio Menafra, Concetta Alagna
Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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Un’impronta d’amore iventare madre è un’esperienza unica nella vita, che ti cambia per sempre… ma sarà solo un modo di dire oppure in fondo esiste una qualche prova scientifica che lo dimostri? Nel momento in cui viene reciso il cordone ombelicale sembra concludersi la simbiosi madre – bambino e il legame si sposta da un piano fisico ad uno più emozionale, non c’è più un contatto diretto tra i corpi, ma piuttosto un filo invisibile e indissolubile che continua a legare le menti. Tuttavia, qualcosa di concreto e reale delle madri resta nei figli e ancor più sorprendentemente qualcosa dei figli resta nelle madri. Da diversi anni ormai conosciamo il fenomeno del chimerismo cioè la presenza di cellule con un diverso patrimonio genetico rispetto a quello del codice di origine del corpo che le contiene… diciamo una sorta di clandestini cellulari. Il nome deriva dalla mitologica creatura, la “Chimera” appunto, dotata di un corpo e una testa di leone, una seconda testa di capra e una coda di serpente, qualcosa considerato impossibile in natura, tanto che usiamo questa parola proprio per indicare qualcosa che non si realizzerà mai. Ma… da dove arrivano queste cellule estranee e come entrano in un altro corpo? Può trattarsi della conseguenza di trapianti d’ organo oppure di trasfusioni, ma ne esiste una forma particolare che riguarda mamme e bambini. In molte donne, infatti, sembra proprio che si tratti di cellule appartenenti al bambino che hanno portato in grembo per nove mesi. Il legame non si spezza, permane invece una convivenza cellulare. Queste cellule viaggiano nel sangue materno in numero molto esiguo, tanto che possiamo parlare di microchimerismo fetale e sono capaci di colonizzare diversi organi e di rimanere vitali fino a quasi 40 anni dopo la gravidanza da cui sono originate. Lo scambio cellulare è bidirezionale per cui esiste parimenti anche un microchimerismo materno. Queste cellule migranti potrebbero spiegare la magia del legame che unisce mamma e bambino in un rapporto in cui basta guardarsi negli occhi per riconoscersi. Pare che lo stesso avvenga anche tra i gemellini che abitano lo stesso monolocale materno rendendoli ancora più simili e legati anche dopo la nascita. Quindi in uno stesso individuo possono coesistere cellule di altri individui. Sarà per questo che le mamme, anche quelle che hanno partorito da un po', affermano di continuare a sentire i figli come una parte di loro? Oggi possiamo affermare che non è solo roba da romantici e sognatori, che non si tratta solo di affettività, ma che esiste una spiegazione oggettiva a questo “sentire”. Il sospetto è nato quando in
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corso di autopsie erano state ritrovate cellule maschili in corpi femminili, esclusi trapianti e trasfusioni, l’unica spiegazione era che queste cellule appartenessero ai bimbi portati in grembo e continuando gli studi è stato possibile dimostrare che tali cellule erano in grado di sopravvivere anche per tutta la vita nell’organismo ospite. Sembrerebbe che anche aborti spontanei o indotti possano portare al microchimerismo fetale e che in utero i bimbi possano venire a contatto con il DNA di fratelli maggiori sia che la gravidanza sia andata o meno a buon fine. Questa nuova conoscenza rende più facile comprendere come un aborto sia qualcosa che lasci per sempre un segno nella donna che vi fa ricorso o che ne viene travolta. Spesso si sente parlare di aborto con una certa leggerezza, sembra trattarsi di una pratica veloce e indolore quando scelta e inevitabile quando accade spontaneamente. Qualcuna pensa “vabbè, meglio adesso che poi”, “dormirai una mezz’ora e sarà tutto finito”, oppure “vabbè era solo un mucchietto di cellule”, “era solo di poche settimane”, “sei giovane, provaci subito di nuovo” … eppure le donne ne restano segnate per sempre, anche quelle che lo scelgono… sarà per colpa delle cellule fetali che restano a vagare nel cervello materno? Probabilmente sì! Il microchimerismo rappresenta il più profondo e duraturo legame che si possa immaginare tra due individui, così profondo e stretto che arriva a mescolare il DNA di due esseri viventi lasciando un’impronta dell’uno nell’altro. Potrebbe apparentemente sembrare che venga a perdersi quel velo di magia che lega una mamma al suo bambino, ma in realtà non fa altro che provare ed
oggettivare un’emozione, rende reale una storia d’amore che durerà tutta la vita. Nei mammiferi i cuccioli sono progettati per assorbire dalla mamma tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere e svilupparsi e quindi non solo nutrimento, ma anche protezione e calore. Le madri dal canto loro hanno messo in azione una serie di contromisure per evitare di rimanere prosciugate da questa esperienza e subito dopo il parto il loro sistema immunitario fa pulizia delle cellule fetali rimaste perché le riconosce come estranee, ma alcune sanno mascherarsi. Sappiamo infatti che una delle caratteristiche delle cellule fetali e di essere totipotenti, cioè di essere in grado di differenziarsi in cellule con caratteristiche specifiche di organi e tessuti diversi; quindi, tutte le cellule fetali che prima dell’attacco delle difese immunitarie sono state capaci di arrivare ad un organo e di assumerne le caratteristiche peculiari non vengono riconosciute come estranee e quindi non vengono eliminate. Il tutto si accentua di più nelle gravidanze gemellari in cui a intrecciarsi sono tre e non due individui. Gli organi bersaglio preferiti dovrebbero essere la ghiandola mammaria, per guidare e stimolare l’allattamento, la tiroide, per regolare il riassetto metabolico della mamma e il cervello, soprattutto a livello dell’ippocampo e dei lobi parietali e temporali della corteccia prefrontale deputati alla comprensione, memoria e percezione per facilitare l’attaccamento. La presenza di DNA estraneo può esporre ad una variazione del tasso di rischio di sviluppare malattie, ma può anche proteggere da alcune di esse: saranno necessari ulteriori studi. Non c’è niente da fare: in natura tutto ha uno scopo, niente succede per caso… la natura nella sua sorprendente semplice complessità rimane perfetta! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis Papera.cd@gmail.com
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L’amore può diventare amicizia? amicizia e l’amore sono sentimenti che derivano da due pulsioni differenti, quelle inibite nella meta deputate alla nascita dell’amicizia (la base della tenerezza) e quelle con uno scopo, alla base della sensualità. Le pulsioni sono nell’Uomo il corrispondente degli istinti per gli animali, al confine tra psichico e fisiologico rappresentano le forze motrici del pensiero e delle azioni. La possibilità di provare tenerezza, quindi di vivere rapporti di amicizia e di amore sinceri deriva dai rapporti intrattenuti nell’infanzia coi propri genitori, salvo degenerazioni incestuose forniscono la fiducia nell’esistenza di relazioni affettive non fondate sullo scopo sessuale, e nel sesso opposto senza temere in ognuno l’esistenza di un secondo fine. L’ amicizia pura è un sentimento molto raro, si è fortunati a trovarne uno di amico, non contano quelle che nascono sui social, le più distanti in assoluto dal concetto di amicizia, si scambiano e si richiedono come al mercato rionale come se i sentimenti obbedissero a un atto di volontà. Pseudo-relazioni che ingombrano la mente oltre che il cellulare e costringono ad interagire per evitare di urtare la sensibilità di un destinatario invisibile; nè riducono il senso di solitudine che cresce in relazione inversa al numero di “amici”. Diceva bene Aristotele: ”Amici miei, non esistono amici”, chi ha molti amici non ha amici. L’ amicizia non è legata alla ricerca del piacere o del lucro, compreso quello psichico (sentirsi importanti, ricercati), essa è una relazione che trova soddisfacimento in se stessa non all’utile che se ne può ricavare; richiede comunità di intenti che non vuol dire annullamento delle differenze ma la possibilità di offrire all’amico uno specchio veridico di se stessi, il culmine della natura sociale dell’Uomo. L’amore è soggetto ad eccessi, a pause, sazietà e spesso ci si innamora di quello che sfugge non di quello che resta come nell’amicizia che si consolida e affina nel tempo ( necessario per concedere fiducia ed esprimere gli aspetti più nascosti di se stessi). L’amicizia è costante e non soggetta a sazietà, è l’unico sentimento che ha la prero-
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gativa di alimentarsi sia col suo desiderio sia col suo fruire; non ha nulla di aspro, pungente, neanche quando critica, ci si vuole bene per quello che si è indipendentemente dall’intelligenza, dalla virtuosità. Nelle amicizie comuni si ama di ognuno una parte, in chi la bellezza, in chi l’ aspetto paterno, diverso dall’ apprezzare uno perché è lui. Le amicizie nei vincoli familiari, che implicano rapporti di disparità, o quelle che nascono nei luoghi di lavoro, ove esiste subordinazione e gerarchia, non possono essere amicizie, trattandosi di relazioni nelle quali è prioritario difendere e mantenere il ruolo rivestito. Potrebbero essere strumentali, essere utilizzate come una scorciatoia amicale per nascondere un senso di inadeguatezza a ricoprire il difficile ruolo di capo o di genitore, se sono i figli o i dipendenti a tentare di scivolare nell’amicizia, potrebbero essere mossi dal desiderio di ottenere permessi, di non essere puniti, non ci si può fidare né di un di un capo dal quale si possono ricevere anche divieti, rimproveri, nè di uno schiavo che vede solo le sue catene. Oscar Wilde sosteneva che fra un uomo e una donna non può esservi amicizia, può esservi passione, adorazione, amore, ostilità, ma non amicizia. E’ un tema dibattuto tra chi crede sia
possibile e ostenta tanti amici del sesso opposto e chi, dopo aver pagato un prezzo salato per aver fatto una confessione al proprio partner, si guarda bene dal ripeterlo, e si schiera pentito nella fazione opposta. Tra un uomo e una donna c’è sempre un po’ di erotismo, forse per questo molte donne prediligono amicizie con i gay dove il fraintendimento è eliminato all’origine. Sono dubbie le trasformazioni in amore di amicizie, nascondono la paura del sesso opposto, l’amico/a fa meno paura di uno sconosciuto, illude di non ritrovarsi di fronte a dolorose sorprese in futuro (si veda con quale accanimento partono indagini su fb non appena si conosce qualcuno nuovo, “i ricercati” di cui prima). L’amore è un sentimento potente “che move il sole e l’altre stelle” (Paradiso XXXIII,v.145 Dante), è sempre un salto nel vuoto. Sono dubbie anche le trasformazioni di amore in amicizia, relazioni che hanno già detto tutto col loro esito nefasto non si trasformano in amicizia, altri motivi non sempre facile da capire possono nascondersi tra le pieghe, aspettative ancora vive, difficoltà a mettere la parola fine, odio camuffato, bisogno di controllo, ricatti morali, colpa, interessi economici, etc. etc. etc. Alcuni rapporti di amicizia vengono interrotti dalla scorciatoia sessuale, giusto nel film “Harry ti presento Sally” ha funzionato, gli uomini per paura di essere giudicati poco virili si sentono costretti a corteggiare una donna anche se non era nelle loro intenzioni e le donne si sentono costrette ad essere seduttive per paura di non essere giudicate femminili. Il sesso è sempre uno scoglio da superare anche nei rapporti che nascono sotto il colpo della freccia di Cupido, sarebbe opportuno concedersi più tempo di conoscenza prima che il sesso governi l’intera relazione, per far nascere la tenerezza, il prezioso ingrediente che aiuta a digerire anche la vita. Dott. F.Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it
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Salire e scendere da scalinate artistiche ggigiorno dipingiamo su qualsiasi superficie utilizzando mille tecniche diverse e perché allora non praticare un'arte gratuita, giovanile, moderna, rivalorizzando peraltro una vecchia scalinata cittadina? Scale che si trasformano come per incanto, grazie alla creatività di alcuni artisti se non dei cittadini locali, in arredo urbano. Questo tipo di rappresentazione artistica vede coinvolte molte scalinate sparse per tutto il mondo che con i loro dipinti colorati e appariscenti, oltre a rendere più bello un angolo della città, hanno richiamato turisti incuriositi che volevano ammirare di persona queste opere d'arte tanto belle quanto non acquistabili. Vediamo ora quali sono le più suggestive, quelle che sono rimaste più impresse nella mente degli osservatori in quanto ricche di potenziale suggestivo e che stanno a rappresentare la vera arte a cielo aperto. Scalinata sulla 16th Avenue di San Francisco intitolata "Tield steps" ossia scala delle piastrelle proprio perché interamente ricoperta da un mosaico di mattonelle splendidamente abbinate e colorate. In una città del Cile, a Valparaiso è stata realizzata la simpatica figura di un pianoforte. Il viso di Salvator Dalì è stato rappresentato sulla scalinata del Museo d'Arte di Philadelphia. Stupendo l'effetto visivo della scalinata nella città Seul nella Corea del Sud che è stata abilmente trasformata in elemento architettonico. Qui sembrano fluire le acque del mare dove nuotano pesci colorati.
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Il Corriere della Città febbraio 2022
Il costo dell’inciviltà... sui luoghi di lavoro i, ebbene sì, avete letto bene! I comportamenti incivili sul luogo di lavoro sono un fenomeno diffuso e in aumento. Gli effetti di questi comportamenti si ripercuotono, inevitabilmente, sui costi e quindi di conseguenza sugli utili dell’azienda, in quanto i lavoratori sono meno creativi quando non si sentono rispettati e riducono il proprio impegno e la qualità del proprio lavoro. Questo clima crea conseguenze anche nei rapporti con i clienti, infatti la gente tende a non frequentare un’azienda dove c’è qualche dipendente che si comporta sgarbatamente, anche se la maleducazione non è rivolta al cliente ma ad altri colleghi. Assistere ad una situazione sgradevole porta il cliente ad estendere la sua sensazione negativa agli altri dipendenti, alla Direzione e perfino alla Proprietà. Certo ognuno di noi pensa, anzi è fermamente convinto, di essere immune da questa situazione ma val la pena comunque, a mio avviso, riflettere bene sulle conseguenze di tali circostanze, poiché l’inciviltà ha un costo elevato e pochi ne sono consapevoli o prendono misure per contrastarla, sottovalutando gli effetti tangibili che produce. Infatti i collaboratori che si sono sentiti offesi hanno delle reazioni negative verso l’azienda, anche se la maggior parte di loro non lo ammette poiché non concepisce necessariamente le proprie azioni come una vendetta, anche se riduce intenzionalmente il proprio impegno sul lavoro. E’ stato verificato che le persone trattate in modo sgarbato mostrano il 30% in meno di creatività e producono il 25% di idee in meno ed anche su chi assiste soltanto a comportamenti incivili in azienda, produce conseguenze negative. In un esperimento le persone che assistevano a comportamenti inadeguati avevano un rendimento inferiore del 20% ed erano meno disposti a dare una mano agli altri colleghi, anche quando la persona da aiutare non aveva nessun collegamento evidente con la persona sgarbata. Non solo, ma anche i clienti scappano, in quanto le scortesie in pubblico tra impiegati, mettono a disagio le persone che si affrettano ad andar via, compromettendo un loro eventuale ritorno, poiché a prescindere dalle circostanze specifiche, alla gente non piace vedere altre persone trattate male. A questo punto cosa deve fare un Leader? Essere vigile, attento e non sottovalutare nulla poiché se questa vigilanza manca, la scortesia e l’inciviltà si pro-
Uno chef bravo ma sgarbato riproduce anche nei piatti questo suo atteggiamento, rendendoli meno appetitosi e gradevoli. Così come anche un solo dipendente costantemente maleducato può comportare costi pesanti in termini di perdita di clienti, di lavoratori e di produttività
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Le scortesie in pubblico tra impiegati, mettono a disagio le persone che si affrettano ad andar via, compromettendo un loro eventuale ritorno
Diffidate sempre di quelli che, in sede di colloquio, parlano troppo e non sembrano molto disposti ad ascoltare, anche se apparentemente sembrano più qualificati pagano ad ogni livello. I manager devono dare l’esempio ed avere in primis la consapevolezza del proprio ruolo e dell’impressione che si da agli altri, offendo un modello di comportamento ineccepibile, poiché altrimenti il cattivo esempio si ripercuote anche nella gerarchia aziendale, in quanto se i dipendenti vedono che le persone che hanno dei ruoli di responsabilità, tollerano comportamenti incivili o li adottano essi stessi, probabilmente faranno altrettanto, creando spaccature, spargendo dicerie e schieramenti contrapposti. Bisogna agire anche a livello dell’organizzazione, innanzitutto assumendo persone educate, evitando accuratamente di introdurre inciviltà nel luogo di lavoro, dando grande importanza alla buona educazione già in sede di colloqui per le assunzioni. Se permettete vi do un consiglio: diffidate sempre di quelli che, in sede di colloquio, parlano troppo e non sembrano molto disposti ad ascoltare, anche se apparentemente sembrano più qualificati. Ma anche le migliori aziende, purtroppo, ogni tanto sbagliano e quindi cosa si fa? Innanzitutto far capire cosa significa comportarsi in modo civile, insegnando la buona educazione direttamente sul posto di lavoro e sanzionando i cattivi comportamenti. Molti leader spesso evitano di prendere provvedimenti pur essendo venuti a conoscenza di fatti spiacevoli. Se volete incoraggiare il ri-
spetto, prendete sul serio le lamentele e agite di conseguenza. Invece di prendere di petto chi si comporta male, i leader spesso fanno finta di non vedere o al massimo spostano la persona in un altro posto ottenendo lo stesso risultato, in quanto il comportamento sbagliato prosegue in un altro contesto. Spiace dirlo ma la strada migliore è far in modo che l’incivile vada via, anche se trattasi di persona di talento. Come per esempio, uno chef bravo ma sgarbato riproduce anche nei piatti questo suo atteggiamento, rendendoli meno appetitosi e gradevoli. Continuare a tenerlo al ristorante produce perdite che avrebbero potuto essere meno pesanti se si fosse intervenuti per tempo e con decisione. Utile l’avvertimento a quelli che pensano che essere sempre cortesi e corretti sia un’assurdità: anche un solo dipendente costantemente maleducato può comportare costi pesanti in termini di perdita di clienti, di lavoratori e di produttività. A molti sarà capitato di trovarsi innanzi a qualche operatore assai poco volenteroso o cavilloso, quando non palesemente ostile e voi che fate? Di sicuro il vostro unico pensiero è di voler andar via il prima possibile. Ecco perché compito di un leader consiste nel raccogliere queste informazioni ed intervenire tempestivamente, senza esitazioni o compromessi poiché il danno esponenziale di un dipendente scorbutico, ombroso o sgarbato è incalcolabile sia per i clienti oltreché per gli stessi colleghi che, in mancanza di provvedimenti, si sentono autorizzati ad adottare gli stessi atteggiamenti. Invece bisogna intervenire su chi si comporta male e sanzionare i cattivi comportamenti, dato che manager od operatore che siate, la soddisfazione ed il mantenimento dei clienti è vostra responsabilità, poiché soddisfare e mantenere i clienti, ora più che mai, è anche meno costoso di quanto non sia rimpiazzarli costantemente. Antonio Guido
Soddisfare e mantenere i clienti, ora più che mai, è anche meno costoso di quanto non sia rimpiazzarli costantemente
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Amore e dieta per San Valentino assate le festività Natalizie e rimossi gli addobbi, con l’inizio del mese di febbraio le vetrine i negozi ed i centri commerciali rinnovano il loro aspetto per prepararsi alla celebrazione, ormai molto pagana e commerciale, di S. Valentino. Per un paio di settimane le pubblicità saranno focalizzate su quale regalo scegliere il 14 febbraio per la persona amata e su come organizzare la serata più romantica dell’anno, con un proliferare di iniziative, ricette, cioccolatini, oroscopi ed idee di tutti i tipi. Ci saranno migliaia di cose tra cui scegliere un regalo per cercare di far felice la persona che amate, ma ricordate che il regalo più bello siete voi. Se è vero amore la cosa che il vostro partner desidera di più siete voi, quindi preparatevi in modo adeguato, prendetevi cura di voi stessi curando l’aspetto e la salute. Se la vostra linea non è uscita indenne dalle abbuffate natalizie e dalla lunga e forzata inattività legata alla pandemia è il momento buono di correre ai ripari. Qualche settimana di dieta equilibrata ed un po’ di attività fisica non possono fare miracoli, ma possono farvi perdere quell’aspetto flaccido e leggermente trasandato che avete ultimamente preso e ridurre leggermente il grasso che si è accumulato quasi ovunque. I segni del cambiamento, anche se molto modesti, saranno comunque evidenti per chi vi ama, che si accorgerà che qualcosa è cambiato ed è cambiato in meglio in voi. L’ideale sarebbe farvi preparare un piano alimentare personalizzato, ma alcuni consigli possono comunque risultarvi utili: 1) Eliminate drasticamente tutti i tipi di alcolici – eliminare l’alcool per chi ne fa un uso regolare, equivale ad eleminare centinaia di calorie “vuote” dal proprio regime alimentare, ogni giorno senza modificare la quantità di cibo che si mangia. 2) Eliminate lo zucchero e tutti gli alimenti zuccherati come dolci, bibite gassate, succhi di frutta, ecc. – lo zucchero al pari dell’alcool ha un elevatissimo potere ca-
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lorico, è già presente in modo naturale in molti alimenti e non ha alcun senso aggiungerne altro alla nostra dieta. 3) Eliminate o riducete il sale – il sale non apporta calorie ma favorisce la ritenzione idrica e l’ipertensione, se lo eliminate o lo riducete in modo significativo vi sentirete più sgonfi e ci sono buone possibilità che le orribili le borse sotto gli occhi si riducano a loro volta, facendovi assumere un aspetto più giovane e più bello. 4) Eliminate tutti i grassi saturi come burro e margarina ed i condimenti a base di grassi animali – usate per condire solo un filo di olio extravergine di oliva – ridurrete le calorie salvaguardando la vostra salute. 5) Eliminate caffè, tè ed altre bevande eccitanti – un adeguato riposo notturno è fondamentale nel processo di controllo del peso ed è importante non solo la quantità ma anche la qualità del sonno che la caffeina, comunque, tende a disturbare. 6) Eliminate colazioni a base di cornetti ed altri dolci ricchi di zuccheri e di grassi saturi – una sana prima colazione a base di yogurt bianco, fette biscottate, latte, biscotti con pochi zuccheri e grassi, ecc. può fare una grande differenza sul bilancio calorico giornaliero. 7) Eliminate i piatti troppo conditi – ad esempio preferite un primo piatto senza alcun tipo di condimento se non olio extravergine di oliva ed un po’ di parmigiano. 8) Eliminate i cibi spazzatura e gli alimenti industriali o precotti o i piatti pronti – spesso sono un concentrato non solo di additivi e di grassi saturi aggiunti per renderli gustosi, ma anche di calorie inutili. 9) Eliminate il “rito” degli aperitivi - anche se analco-
lici sono ricchissimi di zuccheri e quasi sempre sono accompagnati da patatine, noccioline, olive, ecc. – un vero concentrato di altre calorie inutili. 10) Eliminate i pasti veloci e nervosi – occorrono circa 20-30 minuti prima che il cibo che avete mangiato inizi a saziarvi, se avete sempre molta fame a tavola mangiate molto lentamente, trovate il tempo per mangiare lentamente. Se non avete particolari patologie o necessità alimentari, seguire queste semplici indicazioni per un paio di settimane vi aiuterà sicuramente a ritrovare un po’ di forma fisica ma sarebbe opportuno proseguire, fino a fare di questi consigli una abitudine di vita. Ma non è facile vincere le cattive abitudini alimentari, occorre una motivazione per farlo, ma quale è la motivazione più forte dell’amore? Quindi, fatelo per amore per voi stessi e per il vostro partner. Senza una motivazione adeguata le diete non funzionano, ed i cambiamenti non avvengono. Cercate inoltre di eliminare il più possibile lo stress e di ritrovare dei ritmi più tranquilli. Infatti, stress superlavoro e mancanza di sonno scatenano una serie di processi metabolici e psicologici che molto spesso portano a disturbi alimentari, con un effetto generalmente “ingrassante”, visto che il cibo diviene una fonte anomala di compensazione dei nostri problemi (molto più rari sono i casi di anoressia). Per aiutarvi aumentate anche l’attività fisica, bevete almeno due litri di acqua al giorno e consumate molta verdura e legumi, stando però attenti ad evitare quelle varietà che vi possono provocare pesantezza o gonfiore. Una alimentazione sana e varia basata sul modello della nostra dieta mediterranea, che predilige ad esempio, cereali integrali al posto di quelli raffinati e pesce al posto di carni rosse e grasse, è utile non solo per essere più belli ma anche per mantenersi in buona salute Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it
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