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della
Anno 7 Numero 2
FEBBRAIO 2015
libertà informazione politica cronaca cultura sport
Scusate il ritardo
r e v a i d a l o o t m i Te marr rada s st Pomezia, morire per colpa di una buca PAG. 13
Pomezia e Ardea: matrimoni in calo PAG. 18 - 19
Spese a Pomezia, qual è la verità? PAG. 16-17
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Febbraio 2015
EDITORIALE
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Pometini e Ardiesi, ma soprattutto italiani
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uesto mese l’editoriale non parlerà di Pomezia o Ardea, ma di Italia. Perché anche noi pometini e ardiesi siamo – a volte purtroppo, molte meno per fortuna – italiani. Ed europei. E forse per quello abbiamo iniziato ad usare più volte il purtroppo. Io non sono antieuropeista. Anzi. Sono per un’Europa libera e unita, senza frontiere ma soprattutto paritaria. Ed è qui che i conti non tornano. Perché se le frontiere sono state abbattute, i muri dell’economia sono stati innalzati da quella dama di ferro che è la Merkel, sotto le cui gonnelle, peraltro belle ampie, noi italiani pare dobbiamo sottostare per forza. Perché non abbiamo la forza, il coraggio, la spina dorsale di farci valere. Non “noi” intesi come semplice popolo che tutte le mattine si alza presto e va a lavorare (se è fortunato e un lavoro ce l’ha ancora), ma intesi come quei politici che non riescono a farsi rispettare quando c’è da fare la foce grossa nei tavoli che contano, quella voce grossa che alla Merkel riesce tanto bene. Ma così bene che, nel giorno in cui vengono resi noti gli ultimi dati sul lavoro, quelli riferiti al mese di novembre, ci accorgiamo che in Italia abbiamo battuto il record storico del tasso di disoccupazione, mentre in Germania hanno registrato il record storico dell’occupazione. Il numero di disoccupati a novembre tocca quota 3 milioni 457 mila, con un aumento dell'1,2% rispetto al mese precedente (+40 mila) e dell'8,3% su base annua (+264 mila). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a no-
vembre balza al 43,9%, in rialzo di 0,6 punti percentuali su ottobre. Si tratta del valore più alto mai registrato. Risultano in cerca di un lavoro ben 729mila under 25. In Germania la disoccupazione scende al minimo storico: a dicembre il tasso è sceso al 6,5% e il numero dei senza lavoro è calato di 27.000 unità contro le 5.000 attese dagli economisti. Cosa c’entra con Pomezia e Ardea? Gli stessi dati, in percentuale, si riflettono anche da noi, con sempre più persone senza lavoro e senza prospettive. Ma quello che fa più rabbia è che qualsiasi cosa che Mario Draghi provi a fare per risollevare l’economia dei paesi più deboli dell’area euro, tra cui spicca l’Italia, faccia innervosire la Merkel e il suo entourage, che ovviamente vuole tenere stretto a sé il potere, accentuando sempre più il divario tra aree forti e aree deboli d’Europa, in una sorta di dualismo nord-sud simile a quello che si vive all’interno dell’Italia. Fra il 2008 e il 2014 Italia, Portogallo, Spagna, Grecia e Francia hanno perso più di 7 milioni di posti di lavoro, mentre la Germania ne ha guadagnati 1 milione e mezzo. Il lavoro nel “sud d’Europa” è diventato più flessibile e questo nella sua peggiore accezione, ovvero con
minori tutele e più precarietà e con conseguente depressione economica nei Paesi dove questo fenomeno è presente. Un cane che si morde la coda, e che non potrà mai smettere se qualcuno non gli darà qualcosa da mangiare che non sia, appunto, la sua stessa coda. La Grecia, stanca, il 25 gennaio ha eletto Alexis Tsipras, che prima del voto aveva promesso ai suoi connazionali che non si sarebbe mai piegato a quell’austerità voluta dall’Europa e dalla Germania che ha ridotto in ginocchio il suo paese. Ha torto? Ha ragione? Sarà solo il tempo a dirlo. Intanto i cittadini greci hanno dato un forte, fortissimo segnale alla Germania: è finito il tempo di dettare legge. Sei giorni dopo in Italia viene eletto Sergio Mattarella Presidente della Repubblica. Contemporaneamente in Spagna, a Madrid, 100 mila persone, prevalentemente giovani, sono scese in piazza contro le politiche d'austerity europee. Si tratta dei simpatizzanti del "Podemos" il partito nato dalle proteste degli indignados spagnoli, pronti a seguire le orme dei greci. Sono anni che ci dicono che la crisi è ormai finita e siamo in ripresa, ma la realtà è ben diversa: le cose non cambieranno fino a quando i paesi più deboli non saranno davvero aiutati e non condannati ad un’austerity con la quale, con le formule imposte finora, sprofonderanno in un baratro ancora più profondo. I suicidi insegnano, la disperazione della gente pure. Forse è ora di voltare pagina e chiedere maggior rispetto anche noi italiani: ne saremo capaci, noi e i nostri rappresentanti?
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POLITICA
Il Corriere della Città Febbraio 2015
Cosa resterà di questi anni…? Parafrasando l’inizio di una celebre canzone, ad Ardea ci si chiede quali siano i risultati del governo Di Fiori
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'ultima delibera che la giunta Di Fiori ha firmato nel 2014 riporta la firma del Sindaco e dell'assessore De Paolis, appositamente nominato, dopo il ritiro delle dimissioni, proprio perché era necessaria almeno un'altra firma per validare gli atti. Quella delibera, la 89 di giunta, porta il numero progressivo di Albo pretorio 3537; e grosso modo è questo il numero di documenti che ogni anno producono gli uffici; una media di 300 atti al mese che documentano in maniera trasparente il lavoro dell'amministrazione. Il mese di gennaio del 2015 si chiude ad numero di repertorio che non arriva a 100 e questo la dice lunga sull'alacre lavoro che si sta compiendo in questi giorni. Il più produttivo è un dirigente appena arrivato che subito si è rimboccato le maniche dandosi da fare sul grande lavoro arretrato che deve aver trovato dopo la mancata riconferma del collega Scarpolini, che lo ha preceduto, e dell'altro collega Pica che non ha resistito neppure un mese. Poche, pochissime le tracce del lavoro svolto dagli altri dirigenti comunali; “giustificato” (?) Cucuzza sospeso al momento dalla pesante sentenza del TAR laziale, anche Mazzone tarda a far vedere i risultati del suo lavoro forse troppo preso dall'ingarbugliata situazione della TARI che, a tempi ormai scaduti lo scorso dicembre, ancora non vede uscire dai suoi uffici i bollettini di pagamento per i cittadini. La macchina comunale si è inceppata ? Forse si. I sette mesi di assenza di governo politico cominciano ad essere evidenti agli occhi di tutti,ma non a quelli del prefetto con non manifesta preoccupazione alcuna. “U pisci fete sempri ra testa” e la testa, indubbiamente è quella del Sindaco Luca Di Fiori, che si arrabbia persino a sentir parlare male del suo operato e si offende se i media riportano le parole dei suoi antagonisti politici che lo contrastano ormai apertamente in ogni modo. Fa multare chi affigge i manifesti di protesta del PD suscitando perplessità per l'evidente “doppiopesismo” adottato, annuncia querele per chi parla secondo lui a sproposito. Tutto legittimo, per carità, ma un buon politico mai dovrebbe usare la legge per reclamare quel rispetto che con ben altre azioni dovrebbe guadagnare.
Un poco di quel rispetto lo aveva recuperato quando il 2 dicembre dello scorso anno, consapevole del disastro politico, aveva presentato le sue dimissioni; ma poi, proprio prima di Natale si è ripresentato baldanzoso e sicuro con tutti “i suoi” schierati a “testudo” sotto la guida del tribuno Massimiliano, tanto sicuro da non scegliersi nemmeno i luogotenenti assessori di cui evidentemente sente in cuor suo di non aver bisogno. Il mese di Gennaio è ormai finito e i 40 giorni di Di Fiori, dopo il nuovo inizio, li ricordiamo solo per gli spiacevoli fatti di cronaca. I pubblici dipendenti in rivolta per la mancanza di manutenzione negli uffici; auto rubate e date alle fiamme ritrovate nei campi; ladri di appartamento arrestati in fragranza di reato a Tor San Lorenzo; due auto di militari date alle fiamme nella notte; un pirata della strada che uccide un immigrato al Lido dei Pini; arresti al campo nomadi di Ardea; vandali alla Nuova Florida; ennesimo attentato incendiario all'auto del solito giornalista; il polo sanitario distrutto dai vandali; guardie ambientali costrette al pattugliamento notturno; il dirigente Cucuzza sospeso per gravi irregolarità nella sua nomina. E Di Fiori intanto che fa? Tanto per cominciare non si presenta più alle sedute del Consiglio comunale e neppure lo consente ai suoi tre assessori nel frattempo nominati ma dei quali ancora non si vede opera. Tuttavia trova tempo e modo per ufficializzare nomine e deleghe per i tre; scrivere ad ASTRAL per protestare contro il degrado della via Pontina – dimenticando di autoprotestarsi per il degrado ancor peggiore in cui ha ridotto la sua città; incontrare gli abitanti di Marina Di Ardea facendo promesse che non potrà mantenere; manifestare a Centore solidarietà per gli attentati che continuano a perseguitarlo; presenziare alla cerimonia di commiato del Comandante Landi che lascia la locale tenenza dei Carabinieri. Nel frattempo i cittadini e i commercianti di Tor San Lorenzo sono ormai alla “pallacorda” ed organizzano una grande manifestazione di protesta con serrata delle attività commerciali e simbolica marcia nei luoghi del degrado. Nell'ultima riunione del comitato organizzatore che si è tenuta lo scorso 29 gennaio, sono ac-
corsi numerosi, affollando la sala allestita presso lo stabilimento balneare Menè, nonostante l'ora tarda, il freddo, la pioggia ed il vento che sembrava voler strappare le tende in policarbonato dando via libera al mare in tempesta. La vera tempesta potrebbe scoppiare in qualunque momento e sorgere spontanea dalla rivolta cittadina che ormai si percepisce come l'arrivo del fulmine quando anche i peli del corpo si rizzano per l'elettricità statica che cresce a dismisura. È proprio l'opera civile di questi comitati a cui aderiscono le associazioni di quartiere, e dei commercianti a tenere sotto controllo la rabbia dei cittadini incanalandola nelle forme più democratiche del manifestare. “NOI cittadini”, si legge nel logo di quella che ha l'aria di proporsi presto come una lista cittadina da presentare alle prossime elezioni amministrative, ed anche se il comitato organizzatore ha invitato i politici a non presentarsi alla riunione, invito per altro accolto con gioia da tutti coloro che si sono così sentiti sollevati dall'imbarazzo, il problema politico devono esserselo posto. Quando un noto commerciante di zona, nel suo intervento, ha voluto porre l'imbarazzante domanda di come dar seguito concreto all'iniziativa se non passando per la politica, è stato invitato a non anticipare un tema che potrebbe turbare l'organizzazione della manifestazione prematuramente visto che nuove elezioni non ci saranno prima di un paio d'anni, ma indubbiamente una manifestazione su temi così importanti come potrebbe essere efficace senza passare attraverso la politica e le istituzioni ? Il tema scottante, anche se solo accennato, ha mostrato il fianco debole dell'iniziativa in cui si teme che presto facciano breccia le lusinghe dei soliti padroni della città che oltre a controllarne l'economia ne condizionano, e pesantemente, la politica. 40 giorni son trascorsi senza che nulla ad Ardea accenni a riprendere e quanti ancora ne passeranno visto che ancora la maggioranza neppure si decide a scegliere tra le proprie fila il nuovo Presidente del Consiglio? Dopo la giocata a picche dell'opposizione, la risposta a fiori della maggioranza non fa più presa, perché il Sindaco ad Ardea non è più un “atout”. Mario Savarese
Il Corriere della Città
POLITICA 6 “Assumersi colpe e responsabilità: solo così si può risollevare Pomezia”
Febbraio 2015
Soldi, dipendenti, maggioranza e opposizione: Roberto Mambelli (PSI) parla chiaramente della situazione politico-amministrativa della città
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a le idee chiare, Roberto Mambelli, consigliere del PSI, su cosa va e cosa non va sia della maggioranza che dell’opposizione, a Pomezia. “Io partirei dall’inutilità dei “question time”, consigli comunali che fanno sprecare i soldi dei gettoni di presenza”. Perché sprecare? È lì che l’opposizione riesce a portare gli argomenti che interessano la città. “In più di un anno e mezzo di governo a 5 Stelle non c’è mai stata una risposta concreta e adeguata alle interrogazioni. Si è solo perso tempo e soldi, non si è mai risolto un solo problema, dal poliambulatorio fino al più semplice ed economico, come ad esempio quello da me proposto per via Pagano, a S. Procula, dove esiste un collegamento con via Laurentina, solo che è sbarrato. Basterebbe togliere la sbarra per dare un nuovo sbocco alla circolazione. Invece anche questo, che è davvero una sciocchezza, è rimasto lettera morta, con la scusa che la ditta che aveva iniziato i lavori della strada è nel tempo fallita. Come se questo non fosse un problema risolvibile in altro modo. E così per tutto il resto. Per questo reputo il question time una vera e propria presa in giro nei nostri confronti e nei confronti dei cittadini. Tanto vale eliminarli, se impostati in questo modo. L’unica volta che una mia interrogazione si è trasformata in un ordine del giorno è stato quando ho chiesto di abolire quel 25% che si prende l’Andreani sul suo aggio dell’accertato: visto che l’accertato è smisuratamente più alto di quanto effettivamente viene riscosso, ciò significa che l’Andreani può tranquillamente prendere più del Comune. Ma anche in questo caso tutto si è fermato alle parole. Da settembre, data in cui si è votata la delibera, nulla è stato fatto per abolire questa percentuale. E parlando di tributi, ricordo le cartelle esattoriali sbagliate per l’ennesima volta, con cittadini costretti a prendere giorni di ferie per far correggere errori macroscopici. Se vogliamo continuare a parlare di denaro pubblico, ricordo che per i locali che finora hanno ospitato gli uffici cimiteriali, in via Copernico (per i quali è stata data finalmente la disdetta) il Comune paga ben 80 mila euro l’anno a privati, mentre per i 300 metri quadri della palazzina ex Telecom di proprietà del Comune che si trova in via Roma accanto alla caserma dei carabinieri, l’Amministrazione percepisce appena 20 mila euro l’anno. Sinceramente, visto che commercialmente via Roma ha sicuramente un valore superiore, non riesco a capire come questo possa accadere. Credo che chi ha permesso questa scelleratezza, questa “congruità” di prezzi, debba essere severamente punito”. A proposito di soldi sprecati, in questi giorni si è tanto parlato delle cifre pubblicate sul sito soldipubblici.it: per la questione delle spese di cancelleria Pomezia è stata citata da tutti i media nazionali per le cifre folli riportate
e solo il giorno dopo il sindaco Fucci ed il dirigente Ugoccione hanno precisato che si era trattato di un errore di trascrizione di codici. “Io sono del parere che chi sbaglia debba pagare per i suoi errori. Pomezia salta agli occhi del resto d’Italia sempre per fatti negativi. Credo sia arrivato il momento che i dipendenti pubblici, qualsiasi sia il loro ruolo, debbano prendersi appieno le loro responsabilità, dal funzionario al dirigente, fino ad arrivare anche al licenziamento nei casi più gravi. Perché non dobbiamo dimenticare che di questi errori alla fine chi paga veramente è sempre il cittadino, Ho chiesto che venga fatto un odg su questo, perché reputo sia giusto che chi commette errori madornali – di qualsiasi tipo - paghi, invece di penalizzare sempre il cittadino E ovviamente, bisogna adottare criteri di meritocrazia e premiare chi svolge in maniere ottimale il proprio lavoro a favore dei cittadini”. A questo proposito le chiedo se non era possibile trovare tra i dipendenti un dirigente in sostituzione di Nino Maceroni, ormai in pensione, invece di procedere con la scelta di un esterno. “Non penso che il lavoro svolto da Maceroni potesse essere ripartito tra i dirigenti esistenti, che hanno già diversi incarichi”. Ma tra i dipendenti, che siano funzionari o meno, ma che abbiano comunque i titoli per poter coprire l’incarico di dirigente facente funzioni? Non dimentichiamo che per meritocrazia pochi mesi fa è stato nominato in-
ternamente il nuovo comandante della Polizia Locale, senza bisogno di ricorrere a una nuova assunzione… “Non so dire se tra il personale in essere qualcuno abbia i titoli. Quello che posso dire è, invece, che sono sicuro che non vedo un’ottimizzazione del lavoro e dei lavoratori in modo da offrire ai cittadini servizi di qualità. E, siccome il Comune è perennemente in situazione debitoria, dovrebbe invece cercare di ottimizzare e quindi di risparmiare anche in questo settore”. Pensa dunque che i lavoratori precari non andrebbero stabilizzati? “Non sto dicendo questo. Parlo da un’altra prospettiva, facendo un esempio concreto: 20 anni fa avevamo solo una ventina di vigili urbani ed il servizio era svolto in maniera più che buona. Adesso sono il quadruplo, eppure arrivano continue lamentele da parte dei cittadini. L’ampiezza del territorio è rimasta la stessa e non mi sembra che la popolazione, pur essendo aumentata di molto, sia quadruplicata. Quindi c’è un problema di mancata organizzazione del lavoro, secondo me. La stessa cosa accade negli altri uffici, come l’urbanistica o l’ambiente: prima c’era molto meno personale, ma mi sembra che le cose andassero meglio”. Definisca l’Amministrazione in positivo e in negativo. “Hanno avuto il merito di spezzare il trasversalismo, per non dire altro, tra chi governava e chi stava all’opposizione che era davvero inaccettabile. Ma, a distanza di quasi due anni, vedo che l’impegno e la buona fede iniziale stanno scemando: non c’è dialogo non solo con noi dell’opposizione, ma neanche con i cittadini o con le associazioni. Non è possibile che tutto quello che viene da loro sia giusto e tutto quello che arriva da chiunque altro sia sbagliato o in malafede”. Definisca ora l’opposizione, se esiste. “Un’opposizione seria e costruttiva dovrebbe creare le basi in maniera unitaria, al di là dei colori politici e nel solo interesse della città, per dare un’alternativa al Movimento 5 Stelle. Ma questo, purtroppo, ancora non c’è”. Matteo Acitelli
“Nella Pubblica Amministrazione chi sbaglia deve pagare per i suoi errori. Non ci devono rimettere sempre i cittadini”
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POLITICA
Il Corriere della Città Febbraio 2015
SoldiPubblici.it e spesi a Pomezia: Voce per voce, ne parliamo con l’assessore che si occupa di bilancio, Emanuela Avesani
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l COMUNE DI POMEZIA nell'ultimo anno ha effettuato pagamenti pari ad € 139.311.089, con una spesa pro-capite per cittandino di € 2.419. Le tre principali voci di spesa sono state: "Rimborso anticipazioni di cassa" (€ 27.654.823,85), "Contratti di servizio per smaltimento rifiuti" (€ 14.261.346,67), "PAGAMENTI DA REGOLARIZZARE DERIVANTI DAL RIMBORSO DELLE ANTICIPAZIONI DI CASSA (pagamenti codificati dal tesoriere)" (€ 13.565.518,93). Questo il biglietto da visita di Pomezia sul sito soldipubblici.thefool.it, che riporta i dati ufficiali del sito soldipubblici.gov.it. Il COMUNE DI ARDEA nell'ultimo anno ha effettuato pagamenti pari ad € 31.227.467, con una spesa pro-capite per cittandino di € 690. Le tre principali voci di spesa sono state: "Contratti di servizio per smaltimento rifiuti" (€ 8.976.524,97), "Competenze fisse per il personale a tempo indeterminato" (€ 2.619.450,19), "Altre spese per servizi" (€ 2.182.111,75). Questa, invece, la presentazione di Ardea, sempre sullo stesso sito. Il divario è davvero enorme, per questo abbiamo deciso di andare a guardare bene quanto e per cosa si spende a Pomezia, chiedendo poi lumi all’assessore Emanuela Avesani, che si occupa di bilancio. Nell’esaminare le cifre riportate e confrontandole con la media nazionale e con i Comuni limitrofi le domande che ci vengono spontanee sono: - Cosa c’è dietro le voci “Rimborso anticipazioni di cassa” e “PAGAMENTI DA REGOLARIZZARE DERIVANTI DAL RIMBORSO DELLE ANTICIPAZIONI DI CASSA (pagamenti codificati dal tesoriere)”? Quali sono i servizi che stiamo realmente pagando, visto che queste due voci sono ragione dell’uscita di circa 41 milioni di euro (480 euro a persona per la prima, 235 per la seconda)? “Come nel caso della problema della cancelleria, questi tipologia di siti accorpano voci che prendono in automatico codici di spesa ma che in nessun modo danno visibilità effettiva delle spese effettuate dall’ente realmente nell’anno di competenza. Ad esempio, nel corso del 2014 il Comune di Pomezia ha ricevuto anticipazioni della Cassa Depositi e Prestiti di circa 26 milioni di euro per il pagamento di debiti antecedenti al 31 dicembre 2012 (ovvero spese sostenute precedentemente, anche dieci anni prima). Considerare questi pagamenti, ossia la “cassa”, all’interno delle “spese” dell’anno è come considerare come un beneficio dell’anno il pagamento delle rateizzazioni di una vacanza di cui si è goduto negli anni precedenti. Detto in un altro modo, sia nel 2013 che nel 2014 ab-
biamo “pagato” spese effettuate negli anni precedenti. Questi dati, considerati in questo modo, non danno il reale indice di dove si è deciso di investire nell’anno 2014: sociale, lavori pubblici, ambiente, etc. Molto più esplicativo è il piano esecutivo di gestione che ha tale tipologia di dettaglio e su cui veramente si può ragionare in termini di scelte politiche”. Perché si spende ancora così tanto per il servizio di raccolta dei rifiuti, che – a detta dei cittadini – è molto carente? La spesa pro-capite è di € 247,65, mentre ad Ardea – seppure per il Comune rutulo questa sia la voce più onerosa tra tutte quelle elencate – si spendono 198,6 euro a persona, pari a € 8.976.524,97. A Roma riscontriamo un importo di 197,61 per ogni cittadino, mentre ad Aprilia la spesa si abbassa a 171,41 euro a persona. Eppure il servizio offerto dalla ditta appaltatrice - la stessa che molto probabilmente (essendo l’unica ammessa alla gara) si aggiudicherà anche il prossimo appalto dopo i tanti (troppi) rinnovi del precedente già scaduto da anni – non è di certo migliore di quello fornito da altre società nei Comuni presi in esame come paragone. Come si può ridurre la spesa in tempi brevi e nel contempo perfezionare il servizio, tenendo conto che è difficile credere in un miglioramento se non viene rinnovato il parco dei mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti, attualmente obsoleto (spesso si lavora con meno camion in quanto fermi per riparazione)? “Sulla modalità della gestione del servizio di gestione dei rifiuti credo che debba parlare con l’Assessore Sbizzera. Riguardo la gara che attualmente è ancora in corso, qual-
siasi tipo di commento potrebbe essere letto come “turbativa d’asta” per cui non esprimo nessun tipo di giudizio. Fermo restando questo, preciso che nel capitolato sono stati richiesti numerosi miglioramenti nella gestione del servizio. Riguardo invece il costo del servizio è composto da due voci: il costo della raccolta e lo smaltimento in discarica. La prima verrà presumibilmente ridotta con l’assegnazione della gara, con il ribasso d’asta. Circa la seconda, l’implementazione della raccoltà differenziata nei quartieri porterà ad una forte riduzione del secondo costo, ossia il conferimento in discarica”. Come mai si spendono così tanti soldi per le spese di liti? Non sarebbe più conveniente giungere più spesso ad accordi bonari? Se confrontiamo le spese legali del Comune di Pomezia (€ 2.071.697,11, pari a una media di € 35,98 a persona, ovvero poco meno dei € 2.207.055,56 spesi nello stesso arco di tempo – un anno – per tutto il personale a tempo determinato) con quelle del Comune di Ardea (€ 255.838,68, pari ad una media di € 5,66 a persona), ma soprattutto con quelle di Aprilia (appena €.139.157,46, cioè € 2,03 a persona) o addirittura di Roma (€ 115.969,19: sembrano tanti, ma se si fa la media per persona si scopre che è di appena € 0,04) ci si rende conto che qualcosa non quadra: c’è davvero bisogno di tutte queste cause legali, ben 270 nel 2014? Non si potrebbero ridurre le uscite per questa voce, utilizzando i soldi in altra maniera? Il 2015 è iniziato con altre 7 cause nei primi 20 giorni: dobbiamo aspettarci che si continuerà su questa strada? Sinceramente non concordo assolutamente con questa lettura dei dati. Come più volte annunciato e concretizzato nei fatti, la nostra amministrazione sta di fatto riducendo il costo delle spese legali. Primo: come per il caso precedente, nel corso del 2014 (e nel corso del 2013) in Bilancio sono stati inseriti spese per circa 5 milioni di euro di spese legali riferite agli anni precedenti e quindi i valori indicati nei dati aggregati sono “inquinati” da quelli effettivamente spesi nell’anno. Secondo: moltissime delle cause del Comune sono legate a mancati pagamenti. Le azioni intraprese dall’amministrazione volte a superare tale tipo di problema hanno di fatto ridotto in modo più che significativo il numero di contenziosi. E le faccio solo alcuni esempi esemplificativi: 1. l’anticipazione di 85 Milioni di euro della CDP ha consentito di pagare oltre 750 fornitori che aspettavano di essere pagati dal Comune da oltre 10 anni; averli pagati significa aver eliminato i decreti ingiuntivi e tutte le cause; 2.
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e soldi veramente qual è la verità? Il concordato preventivo in liquidazione del Consorzio è stato approvato dagli oltre 100 fornitori che anche in questo caso dovevano ricevere oltre 9 Milioni di euro, perciò anche in questo caso ciò ha consentito di eliminare la gran parte dei contenziosi in essere; 3. La chiusura della transazione della Pettirosso ha portato alla chiusura di 84 cause e 40 atti stragiudiziali che andavano avanti da quasi 10 anni. - Riguardo le spese di cancelleria, che fortunatamente non sono i 1,4 milioni inizialmente pubblicati dal Governo a causa di un errore del Comune di Pomezia nella trascrizione dei codici, il sindaco Fucci e il dirigente Ugoccioni avevano dichiarato che la spesa reale era di “164 mila euro, di cui 55 mila per il reale acquisto di prodotti e il resto per il pagamento dei debiti pregressi”. Ma il preannunciato aggiornamento dei dati sul sito soldipubblici.it riporta invece una spesa di 207.800 euro per questa voce, quindi quasi 44 mila euro in più: qual è la reale spesa per carta e affini, a cui quest’anno aggiungeremo gli importi spesi per i manifesti fatti fare dall’Amministrazione per spiegare ai cittadini l’equivoco? Gli importi realmente spesi sono quelli pubblicati e comunicati dal Sindaco e dal Dirigente ossia “164 mila euro, di cui 55 mila per il reale acquisto di prodotti e il resto per il pagamento dei debiti pregressi”. Non sarebbe stato necessario spendere neanche un centesimo in più, né impiegare del tempo prezioso per smentire le notizie comunicate in modo errato dalla stampa locale e nazionale se si fosse fatta immediatamente una verifica con l’ufficio stampa del Comune o con l’ufficio. Come già detto sarebbe bastata una telefonata di 5 minuti per capire che si trattava di un problema tecnico. Spero che questo caso sia un buono spunto di riflessione per tutti per lavorare in modo più preciso e professionale, e mi riferisco sia agli uffici che agli organi di informazione. - Nell’elenco troviamo due voci simili: Incarichi professionali (spesa: € 142.091,35) e Incarichi professionali esterni (spesa € 107.746,32). Qual è la differenza? È proprio necessario ricorrere a tutti questi incarichi o si potrebbe utilizzare il personale dipendente per alcuni di essi? Senza avere il dettaglio della spesa mi è impossibile rispondere a questa domanda con precisione. Si da sempre priorità ad incarichi all’interno dell’amministrazione comunale utilizzando le professionalità esistenti tra i dipendenti. Si ricorre all’esterno solo nel caso in cui, appunto, non ci siano professionalità con i requisiti e competenze necessarie per poter svolgere direttamene particolari compiti ed incarichi. - Come è possibile che siano stati pagati 1.781.131,21 di euro per i “Contratti di servizio
per riscossione tributi”? Non si doveva gestire il servizio in house attraverso il personale interno? Il contratto con la società Andreani scade nel 2016, (è stato firmato per una durata di 5 anni nel 2011). L’ambito del contratto di Andreani è la riscossione per i tributi fino all’anno 2013. Con delibera di giunta a dicembre del 2014 si sono dati gli indirizzi all’ufficio competente di emanare bando di gara pubblico per l’implementazione di un progetto per la fiscalità partecipata che porterà con il tempo all’internalizzazione del servizio di riscossione dei tributi. Fino alla completa implementazione dello stesso e per il tempo rimanente rispetto alla data di scadenza del contratto dell’Andreani le due modalità di riscossione dei tributi conviveranno. - In molti si chiedono, soprattutto dopo aver visto gli importi pubblicati sul sito soldipubblici.it, se non sia il caso di correggere il tiro e “dirottare” qualche risorsa sul rifacimento delle strade e dei marciapiedi comunali, ormai devastati dalle buche. Il sindaco Fabio Fucci ha spiegato in un post pubblicato sulla sua pagina ufficiale Facebook che “Facendo un conto approssimativo, per riasfaltare l'intero manto delle SOLE strade comunali (escluse, quindi, le strade private o non gestite dal Comune) sarebbero necessari circa 26 milioni di euro. Per rendere l'idea: l'intero incasso teorico derivante dall'IMU per un anno. E' possibile, quindi, riasfaltare tutte le strade comunali, così come chiedete a gran voce voi cittadini? No, non è possibile. Destinare l'intero incasso IMU alla manutenzione stradale lascerebbe scoperti altri importanti servizi, oltre che la copertura del corposo debito comunale”. Senza voler riasfaltare l’intera Pomezia, non è possibile evitare i “rattoppamenti” della singola buca (che durano pochissimo e che quindi ripresentano il problema a stretto giro) e pensare di sistemarle in maniera più ampia, ovvero rifacendo i tratti di
manto che presentano maggiori criticità, utilizzando magari soldi da quelle voci finora trattate e che tanto ci hanno incuriosito per i loro alti costi? Il Sindaco spiegava molto bene nel suo post quanta attenzione è data a questo tema dalla nostra amministrazione, e non aggiungo altri commenti a quanto già chiarito in più occasioni dal primo cittadino. Nei prossimi giorni verrà pubblicato il bando di gara per la manutenzione delle strade che porterà delle modifiche alle modalità attualmente utilizzate per la manutenzione delle stesse. Di certo ci piacerebbe ridurre di molto le spese che dobbiamo affrontare per far fronte ai 220 milioni di euro di debito che ci siamo ritrovati al nostro insediamento. Perché, se rilegge bene tutte le domanda che lei mi ha fatto, dalle spese di anticipazione di cassa o quelle legali degli anni precedenti, al costo della gestione dei rifiuti che deriva dalle vecchie proroghe (visto che solo noi abbiamo approntato un nuovo bando di gara), al costo della riscossione dei tributi che deriva da un contratto del 2011, sono tutte voci legate ad “eredità” del passato che non possiamo cancellare con un colpo di spugna. Come in qualsiasi famiglia, il Comune deve onorare i debiti ed i contratti sottoscritti in passato. Mi piacerebbe molto una volta invece parlare di tutte le azioni che questa amministrazione sta mettendo in campo per ridurre le spese, di come abbiamo ridotto i costi di gestione del consorzio (oltre 2,5 milioni di euro l’anno), o della riduzione dello stipendio dei dirigenti (oltre 350.000 di euro l’anno) oppure della riduzione del costo degli affitti degli uffici (oltre 600.000 di euro l’anno) che otterremo con lo spostamento verso il Selva dei Pini, solo per fare qualche esempio. In alternativa, se preferisce, parlare di quali effetti positivi riceverà la città grazie a tutte le gare che stiamo faticosamente portando avanti per l’esternalizzazione dei servizi di pulizie e del verde pubblico, di gestione delle mense scolastiche e del trasporto scolastico e della pulizie delle spiagge, per l’individuazione del broker di assicurazioni. Del grosso impegno che è necessario per migliorare la gestione dei servizi sociali svolti per i cittadini che sarà possibile grazie alla costituzione della Società Socio Sanitaria deliberata a dicembre e di tutte le energie spese nell’ultimo anno e mezzo per migliorare la gestione della Pomezia Servizi. Come succede molto spesso se si vuole continuare a vedere solo la realtà attraverso il buco della fessura della porta si perde gran parte dello spettacolo della vita. La lascio con l’augurio che questa intervista sia di stimolo per un confronto più aperto e che consenta alla cittadinanza di essere veramente a informata circa cosa sta facendo questa amministrazione”. Alessia Ambra Achille
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CRONACA
Il Corriere della Città Febbraio 2015
Torvajanica: Vent’anni fa, come ci vedevano gli altri A
bbiamo chiuso il precedente intervento ripubblicando un articolo di Enzo Siciliano che faceva una spericolata analisi sociologica sulla Torvajanica del 1995. Tre pagine dopo, su “La Repubblica” compare un articolo a firma Maurizio Ricci, che riprende quello di Siciliano in prima pagina, con un’analisi di cronaca e di ambiente più informata e aggiornata: questo signore a Torvajanica era venuto a “vedere”, nei giorni “caldi” di quell’inverno 1994-95. Cerco di evitare ripetizioni, ma sui documenti, vent’anni dopo, scopro che, magari senza malizia e perché i fatti erano solo quelli, forse perché faceva buio presto, tutti i giornali dicevano identiche cose, possibilmente con parole differenti (non sempre) e alcuni episodi descritti, per date, orari, località e forse per pigrizia, si sono duplicati. L’articolista descrive bene la sensazione condivisa e, soprattutto, “costruita” di quei giorni, della vita, dei problemi, dei disagi, dell’igiene e delle paure degli immigrati, spesso giovanissimi e soli. Certamente intirizziti, in quei giorni di fine anno, coi problemi alloggiativi nel mercato degli appartamenti vuoti… E torna il nefando mito: “…vuoti d'inverno, o da sempre, da quando l'onda delle vacanze ha scavalcato Torvajanica, ricacciandola a semplice periferia della metropoli e trasformando in monumenti alla memoria i simboli dell'epoca in cui quello che oggi è poco più di un quartiere periferico di Pomezia era, invece, un punto d'approdo di quello che oggi si chiamerebbe il jet set: gli attori, i registi, le celebrità che sciamavano ai tornei di tennis organizzati da Ugo Tognazzi o nelle sale di “Corsetti”. Per Torvajanica e gli extracomunitari, la prova della verità ci sarà quando il mercato settimanale del martedì, rovescerà a Piazza Italia decine di […] immigrati per i quali Torvajanica è […] solo un giorno della settimana, un altro mercato. […] “. “Ma chi ha messo sotto la ragazzina adesso sta dentro, in prigione. Noi” dice Mustafà “ che c'entriamo? Dovrebbe essere tutto finito". L’ ottimismo trova parecchie conferme. Nes-
suno sembra pensare davvero che Torvajanica possa essere - oggi [siamo nel 1995] o nei prossimi giorni - teatro di violenze razziste, a meno di non pensare a spedizioni punitive organizzate all' esterno, lontano. […]. Nei bar e nei negozi […], fra tanta gente infastidita dall'assedio dei giornali e delle tv, interessa rivendicare la normalità di Torvajanica, il rifiuto di considerarsi un caso speciale […]. Ma poi torna di nuovo il mito: […]Torvajanica non è una periferia come le altre, perché è una periferia che si ricorda diversa e che può ancora additare i simboli visibili di un sogno perduto: restare quel luogo privilegiato di villeggiatura che Torvajanica è stato per tutti gli anni ' 60 e fino all' inizio degli anni ' 70. Ancora adesso, per chi viene da Ostia, Torvajanica si annuncia con le palazzine (?) del Villaggio Tognazzi e la spiaggia davanti, naturalmente. Per molti quarantenni e cinquantenni [siamo ancora nel 1995] della media e alta borghesia romana quelle vie e quegli spiazzi sono stati il teatro dei giochi estivi, delle gite con la macchina di papà al Metro Drive in di Ostia o alle gelaterie di Anzio. Nella seconda metà di agosto, il torneo di tennis organizzato da Ugo Tognazzi era un evento mondano che consentiva di stare a ridosso delle stelle del cinema. Qualche chilometro più in là, fra le palme e le frasche del ristorante Corsetti, poteva capitare anche di incontrare Elizabeth Taylor. "Gli stabilimenti della De Laurentis […] erano sulla Pon-
parte 2
tina e i quartieri generali degli attori a Roma finivano per essere il Grand Hotel a via Veneto e Corsetti a Torvajanica". Da questi due poli, Torvajanica si stendeva verso sud, lungo la strada, imborghesendosi e impoverendosi con l' aumentare dei chilometri. La storia - o forse solo il miglioramento delle strade - ha rovesciato questa regola. L'onda delle vacanze ricche, dei pendolari della seconda casa con Mercedes o Bmw, ha scavalcato Torvajanica, conquistato Lido dei Pini, assestandosi fra il Circeo e Sabaudia. E la norma è: quanto più vicina a Roma la seconda casa, tanto più basso il reddito della famiglia che la possiede. E Torvajanica - a meno di dieci chilometri da Ostia - è la più vicina a Roma, senza esserne un quartiere. I centomila che arrivano ad agosto non bastano a campare tutto l' anno. Come tutte le località che non hanno fatto in tempo ad imparare a difendersi da un turismo di massa senza regole, Torvajanica sembra al di là di qualsiasi progetto di recupero turistico. "Il mare - commentano in piazza - ormai non si vede più, nascosto dalle case e i depuratori non possono smaltire tutto quello che arriva dai Castelli". Alle spalle, sembra fallita anche l' ipotesi successiva, quella dello sviluppo industriale legato al polo di Pomezia. "Partita la Cassa per il Mezzogiorno, sono rimaste le cattedrali nel deserto". Il dubbio, oggi, è quello di essere solo un quartiere dormitorio. Nei tragici avvenimenti del capodanno 1995 emersero molte di queste considerazioni e analisi, che non riesco a condividere (soprattutto queste due) per il riferimento a cose effimere e mitizzate, il “nefando mito di Liz Taylor e Torvajanica”. E’ chiaro che questi testi sono prodotti da una visione “Tognazzi-centrica” dello sviluppo della città. Che vuol dire: prima ci volevano 20 minuti, ora ci vuole il triplo? Questo posto, e mi riferisco a tutta Pomezia, oggi una città di sessantamila abitanti, ha accolto tante etnie e assorbito molte frizioni , ma è stato un territorio di pesca, agricoltura, artigianato, industria e ricerca tecnologica e farmaceutica. E questo ha prodotto un maggiore traffico: dovevamo tenere la Pontina libera per un’eventuale altra improbabile visita di Liz Taylor, che spero sia morta ignorando queste… minuzie? O per quelli delle Mercedes e delle BMW? Per quelli che si sono recintati in un angoletto, tra i primi, tra la spiaggia, la duna e la macchia mediterranea? E vogliamo metterci anche Ardea? Purtroppo si deve sempre arrivare al paradosso, ma cerchiamo di prendere quel che può essere utile. Ci dipingevano così, vent’anni fa, ma anche oggi. Andare a confrontarsi con i vaghi sollazzi di pochi “ricchi”, nostalgici ricordi giovanili dei “bei tempi” non ci interessa. Queste “critiche esterne” ci danno, in ogni caso, elementi di riflessione. Anche perché, oggi, che scriverebbero di diverso? Luigi Torreti
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CRONACA
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Strade a Pomezia e Ardea: lavori in corso, ma... Le buche sono più veloci degli operai incaricati delle riparazioni: strade sempre dissestate nei due Comuni fanno ai Comuni per risarcimento dei danni subiti a causa delle strade dissestate? E, soprattutto, quanto vale la sicurezza di chi ogni giorno percorre queste strade? Matteo Acitelli
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ono ancora tante, troppe, le segnalazioni che ci arrivano riguardo le buche che si trovano nelle strade e nei marciapiedi di Pomezia e Ardea (le foto pubblicate sono state scattate il 1° febbraio 2015). Qualcosa le due amministrazioni stanno facendo ma, complice la cronica mancanza di soldi (come ha anche spiegato il sindaco Fucci, commento da noi riportato nell’intervista all’assessore Emanuela Avesani), sembra sia impossibile rimettere a posto tutte le strade che ne hanno bisogno e, soprattutto, farlo in modo che non sia necessario intervenire nuovamente a stretto giro per la cattiva qualità del lavoro svolto. Lo scorso dicembre il Comune di Ardea ha reso noto le vie dove le buche sarebbero state sistemate a breve (nell’ordine via Laurentina, viale Nuova Florida, via Pisa, via Livorno, via Gorizia, via Strampelli, via Niso, via Campo Selva, largo Udine, via Venezia, lungomare degli Ardeatini, viale San Lorenzo, via dei Tassi, via delle Pinete, viale Nuova California, via Tanaro, via Sant’Antonio, via Mare della Serenità, Circonvallazione Mare Australe, Circonvallazione Mare Orientale. Poi, in un secondo momento, la cui data non è ancora stata resa nota, si dovrebbe passare alle buche di via Bolzano, via Bergamo, via Firenze, via Lecce, via Pavia, via Modena, viale Piave, via Ticino, viale Marino, via delle Palme, via San Marino, via Rieti, via Piombino, via Dora Baltea, via Terni), mentre a Pomezia l’amministrazione, dopo aver provveduto alla sistemazione di alcune buche in via delle Monachelle (Santa Procula), via Ponente (Martin Pescatore) e nel parcheggio delle Poste di via Carlo Alberto dalla Chiesa (Torvaianica), ha comunicato che nella prima metà di febbraio ne verranno tappate altre in via Cavour, piazza S. Benedetto/via S. D’Acquisto, via Ora-
zio, via Ciro Menotti, via Boezio, via Copernico, via S. Francisco e via Casablanca. Si tratta di un piccolo passo avanti, ma forse troppo piccolo per i cittadini che quotidianamente finiscono, sia con le loro auto che a piedi, nelle migliaia di buche disseminate nel territorio dei due Comuni. Una “via crucis” il cui inizio si è ormai perso nella notte dei tempi e la cui fine sembra non arrivare mai. Ci chiediamo solo una cosa: è vero che asfaltare le strade ha un costo minimo per soli 50 metri di 14 mila euro in bassa, 38 mila in media e 61 in alta qualità, ma quanto costano le varie cause che i cittadini
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CRONACA
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Morire per colpa di una buca Una storia vera, ecco cosa è successo a Pomezia
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i può rimanere paralizzati e poi morire per colpa di una buca in un marciapiede? A Pomezia sì. È quello che è accaduto a Francesco Carinci, 54enne operatore ecologico. La sua è una storia quasi incredibile, raccontata dai figli che, a distanza di 5 anni, non solo attendono ancora giustizia, ma aspettano pure che la buca che ha causato la caduta che poi ha portato alla morte del loro padre venga riparata. La sera del primo febbraio del 2010, come raccontano i familiari di Francesco Carinci, ma come si può appurare anche dai verbali successivamente depositati in tribunale, l’uomo era andato a cena al ristorante cinese di via Durando, nel pieno centro di Pomezia. Quello che è accaduto al termine della cena, all’uscita del ristorante, lo prendiamo dall’atto di citazione del Tribunale di Velletri, al quale vengono allegati tutti i referti medici che certificano il contenuto dell’atto stesso. “Alle 21:30 circa, terminata la cena ed uscito dal locale, il sig. Francesco Carinci inciampava in una buca situata sul ciglio del marciapiede che costeggia la via, cadendo e sbattendo violentemente la testa; a seguito di tale trauma, sveniva e perdeva conoscenza. Il personale dell’Ares 118, prontamente contattato e intervenuto sul luogo alle 21:40 circa, redigeva diagnosi di “traumatismo alla testa”, seguito da “sincope e collasso”. Alle 21:54 il sig. Francesco Carinci, da pochi minuti cosciente e in respiro spontaneo, veniva trasportato nel pronto soccorso del S. Anna, dove il medico di turno gli diagnosticava “traumatismo alla testa” seguito da “sincope e collasso”, come già diagnosticato dal personale del 118, e provvedeva a prescrivergli esami radiografici da effettuarsi con urgenza e disponeva il suo ricovero presso il reparto di chiururgia”. Gli esami radiografici evidenziarono ulteriori gravi traumi agli organi interni. Il referto degli indicava infatti una compressione sulla corda midollare. “A causa della gravità della situazione il sig. Carinci, il 3 febbraio, ovvero dopo soli due giorni dalla caduta, veniva trasferito nel reparto Neurochirurgia dell’ospedale S. CamilloForlanini con la diagnosi di “stenosi canale vertebrale tetraplegica”. Nei giorni successivi il sig. Carinci veniva sottoposto a numerosi e scrupolosi controlli ematici e radiografici all’esito dei quali il fisiatra confermava la diagnosi di tetraplegia da trauma”. Carinci viene quindi ricoverato a “tempo indeterminato” al S. Camillo, dove viene operato più volte e sottoposto a cure di fisioterapia, senza però nessun esito positivo: anzi, la situazione andava sempre peggiorando, al punto da arrivare ad essere catalogata come “grave mielopatia”. Francesco Carinci, infatti, era ormai paralizzato dalla testa in giù. “Nell’ultima fase della malattia – prosegue il documento ufficiale – a partire dall’11 giugno e a causa, soprattutto, delle notevoli e costanti cure di cui necessitava il sig. Francesco Carinci, ormai totalmente paralizzato e immobilizzato nel letto, veniva trasferito nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi, con la diagnosi
La buca oggi
di “tetra paresi in mielopatia a contusione midollare”. In data 12 luglio alle ore 2:00, tra indicibili sofferenze ma nell’affetto dei propri cari, a causa di un’insufficienza cardiorespiratoria, il sig. Francesco Carinci veniva a mancare”. L’uomo lasciava moglie e tre figli: l’ultimo, Manuel, per ironia del destino ha compiuto 18 anni il giorno del funerale del padre, il 14 luglio 2010. Ma come era potuto succedere? La buca dove era caduto Carinci, come appurato dal verbale e dalla documentazione fotografica della polizia municipale di Pomezia, intervenuta pochi giorni dopo il fatto, era “particolarmente insidiosa e pericolosa” in quanto situata in una strada che, nonostante fosse di proprietà del Comune di Pomezia, era scarsamente illuminata e mantenuta. Come fosse la buca nel 2010 possiamo solo dedurlo dalle foto, che mostrano i sampietrini del marciapiede - sul lato della strada che dà verso via Roma - saltati, sconnessi e mancanti per circa un metro, senza contare i diversi livelli causati dalla presenza delle radici degli alberi. Ma di come sia diventata ora, a 5 anni di distanza, abbiamo le prove dirette: siamo andati nel posto dell’incidente e ci siamo resi conto che questa buca non solo non è stata riparata, ma è stata lasciata all’incuria. Altri
La buca nel 2010
sampietrini si sono staccati ed ora la parte danneggiata supera i tre metri, in modo frastagliato e sconnesso e quindi pericoloso per i pedoni. Nel luglio del 2010 Bruno, Alessandro e Manuel si ritrovano quindi senza padre, mentre Felicia Franceschetti ad appena 44 anni resta vedova e senza lavoro, dal momento che era casalinga. La famiglia inizia quindi un “calvario amministrativo e legale”. Chiede il giusto risarcimento danni al Comune di Pomezia, che rimanda all’assicurazione del Comune stesso, la SAI. Ma l’assicurazione nega il risarcimento, senza alcuna motivazione alla decisione. Inizia quindi una battaglia legale per dimostrare la responsabilità del Comune “per omessa o cattiva manutenzione delle strade pubbliche”. Battaglia che vede la famiglia impegnata anche a richiedere più volte la sistemazione del marciapiede incriminato, ma senza esito. Il Comune, a seguito della richiesta di riconoscimento di responsabilità, ha definito attraverso la caduta del signor Carinci come un “caso fortuito”, che lo stesso Carinci avrebbe potuto prevedere “poiché abitante nei paraggi del ristorante”. Il Comunale ha sostenuto infatti che “non esisteva alcuna insidia imprevedibile”, poiché lo stato della superficie del marciapiede di Via G. Durando “era fin troppo evidente ad occhio nudo” (salvo affermare in un secondo momento che “lo stato dei luoghi risultava al momento del sinistro perfettamente nella norma”: è quindi normale avere crateri nei marciapiedi?). In pratica, secondo la tesi del Comune, se Francesco Carinci è caduto la colpa è solo sua: la buca era lì da tempo, era pure grossa, perché non l’ha vista? Poteva stare più attento e non succedeva nulla! Sarà per questo che, a distanza di 5 anni, non è ancora stata riparata? Perché più grande diventa e meglio si vede? Giuseppe Marrone
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SEGNALAZIONI
Il Corriere della Città Febbraio 2015
“Non ne possiamo più” Questo il grido d’allarme di un gruppo di cittadini da Colle Romito a Marina di Ardea
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01/02/2015, Quartieri Colle Romito, Tor San Lorenzo Lido, Lungomare: le foto che inviamo mostrano la situazione di degrado in cui versano questi quartieri. Rifiuti ammucchiati per strada e sui marciapiedi, peccato non si possano fotografare gli odori. I cittadini sono stanchi, e segnalano anche a Polizia Locale e Igiene Urbana questa estenuante situazione, ma secondo noi non c’è la volontà politco-istituzionale di risolvere il problema. A questo punto pensiamo di dover ricorrere ad una raccolta di firme per denunciare questo degrado”. Questa la segnalazione di un gruppo di cittadini di Ardea, dove in alcuni quartieri si continua a registrare la presenza di diverse discariche a cielo aperto di rifiuti di qualsiasi genere. L’encomiabile lavoro delle Guardie Ambientali, che in un mese e mezzo hanno garantito 464 ore di servizio sul territorio con servizi mattutini, pomeridiani e serali soprattutto nei week end, purtroppo non è sufficiente contro l’inciviltà di chi è incurante delle regole e non sa cosa sia il rispetto per l’ambiente e per il prossimo. Quasi in contemporanea a Pomezia le telecamere appena installate hanno colto sul fatto alcuni cittadini che scaricavano rifiuti in strada, “catturando” modello e targa delle loro auto e consentendo quindi la loro identificazione, che ha portato ad una sonora multa e, nei casi più gravi, ad una denuncia.
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CRONACA
Il Corriere della Città Febbraio 2015
Lettere & Co: Sc
Disservizi nella consegna della corrispondenza a Pomezia e Ar
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alve, mi chiamo Mario C., abito ad Ardea. Vi informo che sono mesi che non mi arriva la posta: arrivano solo le raccomandate. Ho rinnovato on line la polizza assicurativa della mia macchina, la compagnia mi ha spedito 3 volte la nuova polizza per posta prioritaria, ma non mi è mai arrivata. Ho dovuto dire di spedirmela per raccomandata: in questo caso è arrivata dopo una settimana. Sono andato in giro con il tagliando dell’assicurazione auto scaduto, con il rischio di prendere una multa, nonostante avessi già pagato da più di un mese. Sono inoltre abbonato a una rivista di elettronica, ma da 4 mesi non la ricevo più. Mi sono recato anche al centro smistamento della posta di via Spoleto, a Pomezia, dove l’addetto a cui mi sono rivolto mi ha girato le spalle mentre gli stavo dicendo che non mi arriva la posta; non mi sono più arrivate le bollette delle forniture di acqua e gas, e per fortuna che ho l’addebito bancario, altrimenti mi avrebbero staccato tutto. Per segnalare questi disagi ho scritto due mail al Ministero delle Comunicazioni, ma non mi hanno mai risposto, ed ho chiamato l’ufficio postale di Ardea, dove gli impiegati mi hanno chiesto loro stessi di “fare casino” e di far conoscere questi disagi, così aiutiamo anche loro. Potete fare qualcosa voi? Gentile redazione, sono Fabio C., vorrei segnalare la grave situazione che da molti mesi affligge gli abitanti di Ardea: il mancato recapito
della posta! È ovvio che i peggiori disagi sono per le bollette dell’Enel, del gas, l'Idrica e altre utenze: per apparente morosità le società fornitrici staccano i contatori creando non pochi problemi e tutto questo, RIPETO, da parecchi mesi! Tutti inutili i tentativi di denuncia ai carabinieri, vigili urbani e al comune di Ardea. Spero nella vostra disponibilità per divulgare una delle tante problematiche che affligge Ardea e dintorni. In nome e per conto dei residenti del quartiere Nuova Lavinium denuncio il cronico ritardo con il quale buona parte della corrispondenza viene recapitata ai cittadini. A causa dell’inefficiente svolgimento del servizio, i residenti sopportano significativi disagi e non raramente anche danni di natura patrimoniale. A tal proposito, evidenzio che il ritardo nell’inoltro delle fatture inerenti le utenze di luce, acqua e gas costringono gli utenti al pagamento di cospicue penali e nei casi più gravi li espongono al rischio del distacco dell’utenza. Senza citare gli ulteriori disagi nel ricevere con cospicuo ritardo la corrispondenza periodica di tipo personale, amministrativo e fiscale. Francesco Di Ruocco, stralcio della lettera inviata alla direzione generale delle Poste, ufficio reclami e, per conoscenza, al sindaco di Pomezia. Abbiamo mandato queste tre segnalazioni
- alle quali abbiamo aggiunto anche quella del direttore del giornale (anche lei non riceve la posta!) – ai dirigenti di Poste Italiane, attraverso il loro ufficio stampa, all’inizio dello scorso dicembre. Ci è stato chiesto di fornire tutti i dettagli (“Per risalire ai motivi dei disagi lamentati dai cittadini, abbiamo bisogno di conoscere il nominativo e l’indirizzo”); una volta chiesta l’autorizzazione ai nostri lettori, abbiamo inoltrato i dati richiesti e siamo rimasti in attesa di spiegazioni. Il 5 gennaio ci è arrivata la risposta, che riportiamo integralmente. “Con riferimento alla segnalazione sul servizio di recapito nel quartiere di Nuova Lavinium a Pomezia, Poste Italiane precisa che tale località è servita da un portalettere titolare dotato della conoscenza storica dei residenti e del territorio. Tuttavia negli ultimi tempi si sono registrati lievi rallentamenti nel servizio dovuti alla presenza non continuativa del titolare che comunque è stato sempre sostituito ricorrendo ai meccanismi di flessibilità operativa nella gestione del personale. Il servizio di recapito in questa zona da parte dei sostituti è reso difficoltoso dalla presenza di vari condomini, ciascuno dei quali comprende diverse scale: ad esempio a via Singen n. 28 fanno riferimento le scale dalla A alla H, a via Singen 26 le scale dalla A alla P, a piazza Aldo Moro 2 le scale dalla A alla F, a piazza Aldo Moro 20 le scale dalla A alla D.
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CRONACA
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cusate il ritardo
rdea. Poste Italiane risponde alle segnalazioni dei nostri lettori La posta diretta a questi condomini quasi mai infatti contiene la necessaria indicazione della scala nell’indirizzo corrispondente e ciò comporta notevoli difficoltà sia per il portalettere titolare sia, a maggior ragione, per l’eventuale portalettere sostituto che non è dotato della conoscenza diretta dei residenti e del territorio. Pertanto, al fine di ottimizzare il servizio, si invita la clientela a comunicare a tutti i potenziali mittenti della corrispondenza l’indirizzo preciso comprensivo, oltre che della via e del numero civico, anche della scala, in quanto rappresenta un elemento fondamentale per l’individuazione dei destinatari. Poste Italiane ricorda inoltre che nelle suddette zone il servizio di recapito viene svolto anche da altri operatori postali competitor a Poste Italiane in questo segmento di mercato, di fatto già aperto alla libera concorrenza. Al fine di evitare possibili fraintendimenti, l’Azienda invita la clientela a verificare il timbro apposto sulla corrispondenza e a rivolgere eventuali segnalazioni a chi è direttamente responsabile del servizio”. A questa risposta si sono aggiunte nei giorni successivi le scuse pubbliche da parte di Poste Italiane nei confronti dei residenti del quartiere. Per quanto riguarda i casi segnalati dagli altri utenti, ecco la risposta: “Con riferimento alle segnalazioni sui disagi nel servizio di recapito in via Miseno ad Ardea e in via Odessa a Pomezia, Poste Italiane precisa che il servizio di recapito viene svolto quotidianamente e con regolarità, secondo quanto emerso dal monitoraggio appositamente effettuato nelle località sopra indicate. Per dettagliare meglio la situazione, occorre premettere che il servizio di recapito, al fine di ottimizzare i tempi di consegna della posta, viene suddiviso in zone (facenti capo ad un unico centro di gestione del territorio competente) in ciascuna delle quali viene assegnato in linea di principio un portalettere titolare e, in caso di assenza improvvisa di quest’ultimo, si
provvede alla tempestiva sostituzione con personale di supporto proveniente da altri uffici. In particolare, via Miseno ad Ardea fa capo alla zona n. 31 alla quale è applicato un portalettere titolare. Tuttavia il servizio di consegna della posta in quest’area è reso difficoltoso dalla presenza di una doppia numerazione che il comune di Ardea ha assegnato ad ogni abitazione. Anche se questa situazione determina talvolta qualche rallentamento, dalle verifiche effettuate attualmente, non si registrano giacenze di corrispondenza. Via Odessa a Pomezia appartiene alla zona di recapito n. 20 ed è servita da un portalettere temporaneo di recente applicazione che ha incontrato delle difficoltà nello svolgimento del servizio dovute alla iniziale mancanza di conoscenza diretta della zona. Tuttavia alcuni lievi rallentamenti, che si sono verificati recentemente nell’erogazione del servizio, sono da ritenersi oramai superati. Anche in questa zona, dalle verifiche appositamente eseguite non risultano giacenze di corrispondenza né di riviste. Poste Italiane ha avviato peraltro un’azione di verifica sulle zone citate al fine di monitorare l’andamento qualitativo del servizio di recapito e prevenire eventuali situazioni anomale. Si coglie infine l’occasione per ricordare che nelle suddette zone il servizio di recapito viene svolto anche da altri operatori postali competitor a Poste Italiane in questo segmento di mercato, di fatto già aperto alla libera concorrenza. Al fine di evitare possibili fraintendimenti, l’Azienda invita la clientela a verificare il timbro apposto sulla corrispondenza e a rivolgere eventuali segnalazioni a chi è direttamente responsabile del servizio”. Nel leggere queste risposte siamo rimasti allibiti. Poste Italiane riduce un disservizio che dura da anni (certificato dalle continue e numerose lamentele da parte dei residenti di Pomezia e Ardea) a problemi temporanei di brevissima durata (sono stati chiamati “lievi
rallentamenti dell’erogazione del servizio”), a volte neanche imputabili alle stesse Poste, e comunque già risolti. Peccato che i “lievi rallentamenti” si traducano per il cittadino in settimane e settimane senza lettere, bollette, giornali e riviste in abbonamento e che non sono stati affatto “ormai superati” come ritengono i dirigenti di Poste Italiane. La corrispondenza arriva infatti ancora a singhiozzo e viene recapitata (quando va bene) tutta insieme. Apprezziamo lo sforzo fatto dai dirigenti di tentare di monitorare le zone da noi segnalate (anche se la loro risposta, così come la posta, è arrivata con notevole ritardo rispetto ai tempi concordati, tant’è che questo articolo è stato scritto per il numero di febbraio e non per quello di gennaio come inizialmente previsto), così come apprezziamo le scuse, ma tutto questo non basta. Quello che vorremmo, insieme a tutti i cittadini/utenti del territorio, è semplicemente ricevere la nostra posta con tempi di consegna “normali”. Il 22 gennaio, quasi a rimarcare quanto da noi riscontrato, è arrivato anche un comunicato stampa del Comune di Ardea nel quale si rende note che il presidente facente funzioni del Consiglio comunale, Antonino Abate, ha scritto a Poste Italiane – attraverso il servizio di alert messo a disposizione dall'amministrazione comunale con la mail disservizirecapito@comune.ardea.rm.it - in merito alla questione del recapito postale. “Ho segnalato alcuni ritardi che ci sono stati ad Acquaferrata e in altre zone del territorio. Colgo l'occasione per ricordare a tutti i cittadini che hanno già ricevuto la lettera di cambio del numero civico a togliere il vecchio numero davanti all'ingresso di casa. E' un gesto importante perché in questo modo diamo ai portalettere – anche a quelli provvisori – la possibilità di avere indicazioni chiare sul recapito postale”. Alessia Ambra Achille
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CRONACA
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Matrimoni, in Italia 53m ultimi 5 anni: che succed G
li italiani si sposano sempre di meno. L'Istat, nel suo report annuale "Il matrimonio in Italia", ha certificato l'ennesimo calo, tant’è che per la prima volta il numero scende sotto quota duecentomila. Sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni (53 mila in meno negli ultimi cinque anni). A diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana. I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera, dopo il recupero del 2012, scendono di nuovo tornando al livello di circa 26 mila. La diminuzione si deve sopratutto alle nozze tra stranieri. I matrimoni misti, cioè quelli in cui un coniuge è italiano e l'altro straniero, ammontano a 18.273 nel 2013. La tipologia prevalente è quella in cui è la sposa ad essere di cittadinanza straniera: 14.383 nozze (il 78% di tutti i matrimoni misti). Una sposa straniera su due è cittadina di un paese dell'Est Europa (Ue e non-Ue). Diminuiscono anche i matrimoni successivi al primo, ma il ritmo della flessione è più contenuto di quello delle prime nozze. Quali sono i dati statistici del nostro territorio? Ad Ardea si registra un fortissimo calo di celebrazioni nunziali. Si è passati da una media di 90 matrimoni civili celebrati ogni anno ad una media di 50/55 l'anno, con un calo del 40%. Resta invece stabile il numero di matrimoni celebrati in chiesa (tipo di rituale statisticamente preferito dalle coppie più giovani di Ardea). Tra i dati riportati si riscontra inoltre che aumentano sul nostro territorio le nozze tra coppie con un'età media compresa tra i 40 ed i 50 anni, molto spesso già con figli. In questi casi le nozze rappresentano un consolidamento del rapporto e molto spesso la decisione di contrarre matrimonio è finalizzata ad avere maggiori tutele in campo giuridico per i coniugi. Anzio, subisce un calo del 14% percentuale. Nel 2013 i matrimoni sono stati 197 (87 civili - 110 concordatati) rispetto i 229 dell'anno precedente (114 civili - 115 concordatati). A Pomezia, invece, c'è stato un lieve aumento dei matrimoni. Nel 2013 i matrimoni sono stati 393 ( 200 civili - 193 concordarari) rispetto ai 365 matrimoni del 2012 (184 civili e 181 concordatari). La curiosità è che a Pomezia e Ardea aumen-
tano le attività che si occupano di organizzazioni di matrimoni: i cosiddetti “wedding planner”, prevalentemente donne, ma anche uomini, sono ormai sempre di più e sono ormai agguerriti ed organizzatissimi: basta rivolgersi a loro per non avere pensieri di sorta. Dal ristorante alle bomboniere, dal trucco al vestito, dal viaggio di nozze al fotografo, trovano tutto ciò che può piacere alla coppia senza che questa sia costretta ad estenuanti giri e perdite di tempo. Ma non avere pensieri di organizzazione non basta a far venire la voglia di sposarsi, visti i dati in forte calo, generalizzato sul territorio, sebbene siano ravvisabili alcune specificità. Il crollo è dovuto prevalentemente alla diminuzione delle prime nozze. La maggior parte dei primi matrimoni (l’89%) si riferisce a celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono cittadini italiani ed è proprio questa la tipologia che è in forte flessione. Questa differenza spiega da sola il 77% della diminuzione osservata per il totale dei matrimoni nel periodo 2008-2013. La diminuzione dei primi matrimoni è dovuta in parte a un “effetto struttura”; la contrazione delle nascite, che dalla metà degli anni ’70 e per oltre 30 anni ha interessato il nostro Paese, ha infatti determinato una netta riduzione della popolazione nella fascia di età compresa tra 16 e 34 anni, in cui le prime unioni sono di gran lunga più frequenti. Mancano i giovani nell’età giusta per sposarsi, insomma. Se poi si calcola anche la crisi economica e la comodità di restare a casa con i genitori il più a lungo possibile, si capisce il perché dell’accentuarsi del fenomeno della posticipazione, cioè del rinvio delle prime nozze ad età più mature. Attualmente gli sposi al primo matrimonio hanno in media 34 anni e le spose 31 (entrambi un anno in più rispetto al 2008). La minore propensione a sancire con il vincolo matrimoniale la prima unione è da mettere in relazione in parte con la progressiva diffusione delle unioni di fatto, che sono raddoppiate dal
2008 superando il milione nel 2012-2013. In particolare, sono proprio le convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili a registrare l’incremento più sostenuto. La conferma di questo mutato atteggiamento sembra pervenire anche dalle informazioni sulle coppie di fatto con figli; l’incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è in continuo aumento: nel 2013 oltre un nato su quattro ha i genitori non coniugati. Accanto alla scelta dell’unione di fatto come modalità alternativa al matrimonio, sono in continuo aumento le convivenze prematrimoniali, le quali possono avere un effetto sulla posticipazione del primo matrimonio. Ma è soprattutto la sempre più prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine a determinare il rinvio delle prime nozze, dovuta come noto a molteplici fattori: all’aumento diffuso della scolarizzazione e all’allungamento dei tempi formativi, alle difficoltà che incontrano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro e alla condizione di precarietà del lavoro stesso, alle difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni. Questi fattori intervengono nella decisione di formare una famiglia e sono sempre più vincolanti sia per gli uomini che per le donne. Il loro effetto è stato amplificato negli ultimi cinque anni dalla congiuntura economica sfavorevole che ha colpito in particolare l’occupazione giovanile sia in termini di diminuzione di occupati che di peggioramento della qualità del lavoro. La diminuzione dei tassi di occupazione dei giovani e la diffusa precarietà hanno senza dubbio contribuito a ritardare ulteriormente i percorsi verso la vita adulta, e tra questi la formazione di una famiglia. A questo proposito è interessante valutare come è cambiata la propensione al primo matrimonio considerando il livello di istruzione degli sposi, una caratteristica che da un lato è riconducibile allo status socio-economico e dall’altro è associata a comportamenti differenziali in merito alle modalità di formazione della famiglia. Confrontando i tassi di primo-nuzialità rispettivamente degli sposi e delle spose con basso livello di istruzione (fino alla licenza media) e di quelli con livello medio-alto si conferma una riduzione generalizzata della propensione a sposarsi. Si stabilizza il numero dei matrimoni con almeno uno sposo straniero L’andamento dei matrimoni con almeno uno sposo straniero osservato negli ultimi cinque anni è stato in gran parte determinato dalle variazioni normative che si sono succedute. Il calo dei matrimoni con almeno uno sposo straniero è soprattutto da ricondurre all’introduzione dell’art. 1 comma 15 della legge n. 94/2009, che ha imposto allo straniero che volesse contrarre matrimonio in Italia l’obbligo di esibire, oltre al tradizionale nulla osta (o certificato di capacità matrimoniale), anche “un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano”.
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CRONACA
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ila nozze in meno negli de a Pomezia e Ardea? Una sposa straniera su due è cittadina di un paese dell’Est Europa Uomini e donne mostrano una diversa propensione a contrarre matrimonio con un cittadino straniero non solo in termini di frequenza, ma anche per quanto riguarda alcune importanti caratteristiche, come la cittadinanza. Gli uomini hanno scelto nell’ultimo anno analizzato dall’Istat nel 19,2% dei casi una moglie rumena, nel 11,0% un’ucraina e nel 6,2% una brasiliana. Le donne che hanno sposato uno straniero, invece, hanno scelto più spesso uomini provenienti dal Marocco (13,7%), dall’Albania (9,2%) e dalla Tunisia (6,3%). Complessivamente, in questa tipologia di coppia, quasi tre sposi stranieri su 10 sono cittadini di un paese africano. Un altro 20% è rappresentato invece da cittadini dell’Europa Nord-occidentale o degli Stati Uniti. Tra le coppie rumene la percentuale più alta di matrimoni celebrati in Italia I casi in cui entrambi gli sposi sono stranieri continuano a rappresentare una minoranza e si riducono di molto quando si considerano solo quelli in cui almeno uno dei due sposi è residente in Italia. I più diffusi sono i matrimoni tra rumeni, seguiti da quelli di nigeriani e da
quelli di cinesi. Gli sposi preferiscono la separazione dei beni La scelta del regime patrimoniale di separazione dei beni è un fenomeno in rapida crescita. L’incidenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni è pari al 69,5%. Da notare che, dopo anni di forti differenze territoriali caratterizzate da una maggiore prevalenza della separazione dei beni al Centro-Nord, nel 2013 è proprio nel Mezzogiorno che questa scelta raggiunge livelli di incidenza superiore al dato medio nazionale. Considerando la distribuzione per livello di istruzione degli sposi rispetto alla scelta del regime di separazione dei beni, si può notare come, passando dal livello più basso a quello più elevato aumenti la quota di coloro che propendono per questa opzione: si passa dal 67% degli sposi con titolo basso (66% delle spose) al 70% degli sposi e delle spose con titolo medio per arrivare, infine, al 72% per entrambi gli sposi con titolo alto. Nello specifico, ecco i numeri ufficiali dei matrimoni nel nostro territorio: A Pomezia nel 2013 ci sono stati 200 matrimoni civili e 193 concordatari, con 7 divorzi dall’estero. Nel 2014 i matrimoni civili sono scesi a 172 e quelli concordatari sono stati solo
134, mentre i divorzi dall’estero 6. Ad Anzio nel 2013 i matrimoni civili sono stati 87 e i religiosi 110, mentre nel 2014 i matrimoni civili sono stati 80, stesso numero di quelli religiosi. Qual è invece il dato relativo al comune di Ardea, che come narra la leggenda affonda le sue radici nel matrimonio tra Enea e Lavinia, promessa sposa del re dei Rutuli? Ardea registra un forte calo di celebrazioni nunziali. Si è passati infatti da una media di 90 matrimoni civili celebrati ogni anno ad una media di 50/55 l'anno, con un calo del 25%. Resta invece stabile il numero di matrimoni celebrati in chiesa (tipo di rituale statisticamente preferito dalle coppie più giovani di Ardea). Tra i dati riportati si riscontra inoltre che aumentano sul nostro territorio le nozze tra coppie con un'età media compresa tra i 40 ed i 50 anni, molto spesso già con figli. In questi casi le nozze rappresentano un consolidamento del rapporto e molto spesso la decisione di contrarre matrimonio è finalizzata ad avere maggiori tutele in campo giuridico per i coniugi. Massimiliano Gobbi
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CRONACA 20 “Biovis”, l’impianto di compostaggio stoppato dai consiglieri d’opposizione
Febbraio 2015
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n impianto di compostaggio contrastato non solo dagli abitanti della zona dove dovrebbe sorgere, ma anche dai consiglieri di opposizione e dal solito Luca Fanco. Quello richiesto dalla Biovis è un progetto che, ad Ardea, “non s’ha da fare”. Perché, oltre che dannoso per la salute, per qualcuno puzza pure di possibili collegamenti con personaggi legati a Mafia Capitale, tanto da spingere Cristina Capraro, capogruppo PSI, Stefano Ludovici, capogruppo PD, Umberto Tantari, capogruppo Lista Abate, e Luca Fanco, capogruppo lista Legalità e Libertà con Eufemi, a scrivere al Prefetto, alla Procura e alla Guardia di Finanza per chiedere controlli approfonditi sulla vicenda. “L’impianto, genericamente, viene ubicato in “località Caronti Via Pontina Vecchia snc”, lasciando intendere un sito mentre, di fatto, è ubicato in area Pian di Frasso/Via Nazareno Strampelli in prossimità delle centinaia di case dove abitano stabilmente migliaia di cittadini di Ardea ignari di cosa questo impianto potrà rappresentare in termini di sicurezza e salute pubblica, lasciando presagire chissà quali artifizi possano essere celati da tale operazione – hanno scritto i consiglieri firmatari - Proprio per l’ambiguità rilevata, inquieta non poco l’operazione di milioni di euro gestita con una società “arl” che, in caso di gravi danni ambientali non offrirebbe alcuna garanzia per le migliaia di cittadini di Ardea residenti in loco”. Ma i timori sono tanti. “In considerazione della radicale trasformazione che subirebbero
le poche aree agricole di pregio rimaste intatte sul nostro territorio e delle tante falde acquifere presenti, si ritiene necessario tutelare il territorio ed i cittadini di Ardea sulle ricadute in termini di grave impatto ambientale e di salute che tale impianto avrebbe sulla popolazione, a vantaggio soltanto degli interessi di qualche privato”. Per questo tutta l’opposizione ha protocollato una mozione da discutere in consiglio per impedire la realizzazione dell’impianto ma la seduta è andata deserta a causa dell’assenza dei consiglieri di maggioranza. Il 23 gennaio, in seconda convocazione, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità dei presenti – ricordiamo che anche questa volta la maggioranza era assente – l’atto contrario alla realizzazione dell’impianto di compostaggio di rifiuti solidi urbani con collegato impianto cogenerazione di energia elettrica (proposto dalla società Biovis). Nell’atto si invita il sindaco a trasmettere con somma urgenza alla Regione e alla Città metropolitana e agli enti coinvolti il parere contrario alla realizzazione dell’impianto. Inoltre, l’atto impegna il sindaco, la giunta e il consiglio ad adottare tutti i provvedimenti o le azioni legali per contrastare e impedire l’impianto. L’atto è stato firmato e votato da Antonino Abate, Cristina Capraro, Mauro Giordani, Stefano Ludovici, Umberto Tantari, Giancarlo Rossi e Luca Fanco. Giuseppe Marrone
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INFORMAZIONE 22 Circuito Arca Competition, si è svolto il 25 gennaio il "Tuning Top 50"
Febbraio 2015
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rano davvero tanti i partecipanti di Pomezia, lo scorso 25 gennaio, che si sono dati appuntamento presso il Cinema Multiplex di Aprilia, dove si è svolta la gara del Circuito Arca Competition “Tuning Top 50”. Si è trattato della finale italiana del 2014 e della prima gara del 2015, che ha visto sfidarsi decine di automobili super equipaggiate di impianti stereo di altissima potenza: la vittoria è infatti andata a chi emetteva decibel più alti. Tanti appassionati sono accorsi al parcheggio, per l'arco dell'intera giornata fino a sera tardi, del multisala della Pontina e così tanti erano anche i curiosi di quelle che sembravano essere discoteche ambulanti con i led rossi e azzurri che schizzavano all'impazzata ad ogni percussione. La gara consiste nel presentare il proprio gioiello automobilistico di cui vengono presi in esame motore, carrozzeria, interni e impianto audio e multimedia. Alla fine, al di là della competizione, si è trattato di una grande festa, un raduno di amatori, che si ripeterà anche il prossimo anno. Organizzatrice: Debora Valente, Presidente del Bad Boys Tuning Club Special Guest: Luca Petteruti Romano, Organizzatore Tuning Night Fotografo: Gabriele Ferramola Marina Cozzo
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INFORMAZIONE
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Un ponte di poesie verso il Medio Oriente Non solo Charlie, non solo estremisti e stragi
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opo quanto accaduto a Parigi lo scorso 7 gennaio, ho detto con orgoglio di essere Charlie Hebdo. Perché credo nella libertà di stampa, nella libertà di parola, nella libertà di pensiero, nella libertà di religione. E soprattutto credo nella ferma condanna a qualsiasi forma di violenza. Ma, allo stesso tempo, credo che questi siano valori che debbano essere rispettati da tutti nello stesso modo. Ed è su questa parola, "rispetto", che ci dobbiamo basare: anche avendo idee diverse dagli altri, anche volendo ironizzare, anche volendo utilizzare una delle armi più potenti, la stampa, per combattere un nemico, non dobbiamo mai prescindere dal rispetto non tanto verso la singola persona (che potrebbe non meritarlo per svariate ragioni), ma verso un'idea, una religione, un credo. Ed è per questo che, pur continuando ad essere "Charlie" nel volere la totale libertà di stampa, continuerò a pubblicare solo cose che non offendano e a sperare che anche gli altri facciano lo stesso. Perché, obbiettivamente, molte vignette superavano di gran lunga la satira, e - invece di far ridere o sorridere - face-
vano offendere (è capitato anche a noi italiani, basta andare a riguardare alcuni disegni del passato), se non altro il nostro buongusto. Ho ammirato Papa Francesco e il suo "pugno" contro chi avesse osato offendere sua madre. Una metafora che chi ha abbastanza intelligenza per capire ha capito perfettamente. Ha teso una mano verso l'Islam, perché i musulmani non
sono l'Isis, anzi, i veri musulmani sono danneggiati dall'Isis. Senza voler entrare nella politica internazionale, nelle beghe religiose o altro, nel mio piccolo, anzi, piccolissimo, tendo anch'io, con il mio giornale, una mano verso il Medio Oriente. Anzi, al contrario, questa volta è il Medio Oriente che questa volta tende una mano verso Il Corriere della Città: il 29 gennaio nella TV araba Rotana si è parlato anche di noi, grazie al poeta che abbiamo intervistato un anno fa, Raid Bin Abdullah Aloqili, e che ora sta partecipando - con il Corriere della Città che ha fatto da intermediario - al premio internazionale Alberoandronico. Al minuto 7 del video (che chi vuole può guardare sul nostro canale youtube all'indirizzo http://youtu.be/Excpq2qVEyk) veniamo citati insieme al concorso. Nell'intervista si parla della speranza di un'integrazione tra mondo occidentale e mondo musulmano basata sul rispetto reciproco. È quello che io, ma credo la maggior parte di noi, auspico. Affinché non ci siano più censure né stragi. Maria Corrao
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INFORMAZIONE
Notizie Tascabili
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di Luca Mugnaioli
“CORRIERE DELLA CITTA', INFORMARE PER INFORMARSI” soglia ostica ma non più necessaria dei due terzi per soli 7 sì) e diventa il nuovo presidente della Repubblica italiana. "Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E' sufficiente questo", le sue prime parole da capo dello Stato. Ieri Matteo Renzi aveva auspicato "la più ampia convergenza" sul nome del giudice costituzionale ed ex ministro della Difesa e oggi su Twitter gli ha subito augurato "buon lavoro". Martedì alle 10 il giuramento nell'aula di Montecitorio. (repubblica.it)
Mattarella eletto al Quirinale con 665 voti. "Pensiero a difficoltà e speranze dei cittadini". Renzi su Twitter gli augura subito buon lavoro. Napolitano lo definisce "uomo di assoluta lealtà e correttezza". I centristi l'hanno votato, ma con qualche malumore: Sacconi si dimette da capogruppo. Forza Italia si spacca: non tutti votano scheda bianca. Martedì alle 10 il giuramento - ROMA - Applausi (tanti) e standing ovation a ripetizione per la prima volta di un siciliano al Colle. Con la quarta votazione a Camere congiunte, Sergio Mattarella supera il quorum, incassa 665 voti (e 'manca' la Un italiano su due non arriva a fine mese e il 40 per cento vorrebbe tornare alla lira - Nel rapporto Eurispes per il 2014 il ritratto di un paese sempre più povero e pessimista: oltre la metà degli intervistati vorrebbe emigrare e sempre più famiglie per tirare avanti si rivolgono ai genitori. Fiducia solo in Papa Francesco ma favorevoli all'eutanasia. (repubblica.it) Lavoro, disoccupazione giù a dicembre: tornano a salire gli occupati - Segnali positivi per la disoccupazione in Italia e anche in Europa, soprattutto tra i giovani: a dicembre 2014, il tasso rilevato dall’Istat tra i 15-24enni si attesta al 42%, il valore più basso da dicembre 2013. Una riduzione su base mensile particolarmente rilevante, pari ad un punto percentuale: a novembre era infatti al 43 per cento. Sempre a dicembre, il tasso principale di disoccupazione è sceso al 12,9%, 0,4 punti percentuali in meno, in termini congiunturali, rispetto a novembre. Rispetto ad un anno prima il tasso di disoccupazione è in aumento di 0,3 punti percentuali. (ilsole24ore.it) Mafia di Ostia, 200 anni di carcere ai componenti del clan Fasciani. Per la prima volta a Roma condanne per associazione mafiosa. Per Carmine e la figlia Sabrina rispettivamente 28 e 25 anni di detenzione - ROMA - Quattordici condanne e cinque assoluzioni per la cosiddetta Mafia di Ostia. Per la prima volta a Roma condanne per associazione mafiosa, in un processo che si reggeva essenzialmente sulle dichiarazioni di un pentito di mafia, Sebastiano Cassia, ritenuto collaboratore di giustizia attendibile benché, osservano gli avvocati della difesa, in sede processuale alcune sue dichiarazioni siano risultate imprecise sui tempi. Prima non era mai accaduto, neanche ai tempi della Banda della Magliana. Pesanti le condanne, per un totale di oltre duecento anni, fra cui 28 anni inflitti al capoclan Carmine Fasciani e 25 alla figlia Sabrina. ritenuta dall’accusa, vero referente dell’associazione. Il giudice ha pienamente riconosciuto anche i risarcimenti alle parti civili, fra cui la Regione Lazio e il Comune di Roma. Per Carmine Fasciani la Procura aveva chiesto 30 anni. (corriere.it)
Altre in breve: MODA: Paris Haute Couture Backstage. Il me-
glio dei backstage dell'Alta Moda di Parigi Primavera Estate 2015 visti da Bruno Rinaldi (http://tinyurl.com/nda4ffm) - CINEMA: Exodus al top incassi, bene Genovese (http://tinyurl.com/pxzqxwy)
Curiosità & Life Style La mamma cieca riesce a vedere il figlio grazie a degli occhiali con videocamera Kathy Beitz ha perso la vista a 11 anni a causa della sindrome di Stargardt - (Agr) Cieca dall'età di 11 anni, ora riesce a vedere il figlio appena nato grazie alla tecnologia. E' accaduto in Ontario, Canada, dove la 29enne Kathy Beitz è riuscita a sconfiggere la sindrome di Stargardt, una malattia degenerativa della retina che porta alla completa cecità. Il "miracolo" è avvenuto per mezzo degli speciali occhiali "eSight", che integrando una videocamera, un display e un sistema computerizzato in grado di riprendere a 360°, mostrano in tempo reale a chi indossa la montatura l'ambiente circostante. Il sistema progettato e realizzato in Canada, costa 15mila dollari e finora ne hanno usufruito 145 persone in tutto il nord America: 130 in Canada e 15 negli Usa. "E' davvero una sensazione meravigliosa - il primo commento della neo mamma Kathy appena ha posato gli occhi sul figlio Aksel - Vedere mio marito con in braccio nostro figlio è una cosa eccezionale. (video.corriere.it) Google brucia Apple e diventa operatore: quali effetti per Tim, Vodafone, Wind e Tre? Possono essere imprevedibili gli scenari per la telefonia italiana dopo la scelta di Google. Proviamo ad immaginarli - La notizia del momento nel mondo della telefonia è rappresentata senza ombra di dubbio dalla scelta di Google di scendere nell’arena competitiva delle compagnie telefoniche, grazie ad un accordo che è stato siglato di recente con Sprint e in parte con T-Mobile, con tutti gli effetti del caso da prendere in considerazione. Partiamo da due presupposti fondamentali: in primo luogo, Google è riuscita nell’impresa di battere sul tempo Apple, visto che che queste voci gravitano da tempo attorno al colosso di Cupertino senza che la mela morsicata abbia fatto lo step decisivo per passare dalla teoria alla pratica. In secondo luogo, Google non sarà un operatore
dotato di proprie infrastrutture, in quanto siamo al cospetto di un carrier virtuale, aprendo in questo modo mille scenari per l’intero settore. (optimaitalia.com) L'Italia ha scelto: niente cibi ogm. Un decreto firmato da tre ministri proroga il il bando al masi MON 810 anticipando la nuova direttiva Ue che sancisce il diritto dei singoli paesi a decidere se accettare o meno i prodotti transgenici - ROMA - Niente ogm in Italia. Su questo punto si sono trovati d'accordo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti che hanno firmato un decreto per mettere al bando il mais MON810. Dal punto di vista pratico cambia poco. Il provvedimento proroga per altri 18 mesi un precedente decreto. Ma dal punto di vista politico l'atto è rilevante perché anticipa il recepimento della nuova direttiva che sancisce il diritto degli Stati membri della Ue di proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale. Mentre finora l'opposizione di un singolo paese alla coltivazione di prodotti transgenici era stata giuridicamente complessa, adesso - proprio alla vigilia dell'Expo di Milano dedicata al cibo - la procedura viene semplificata in sede comunitaria e si riconosce il diritto all'autodeterminazione del modo di produrre quello che finisce nel piatto. (repubblica.it) Ladro fa scoprire il suo nascondiglio: ride ad una barzelletta dei padroni di casa - Saper raccontare le barzellette è utile in molti contesti, però forse non avevate mai pensato potesse tornare utile anche come antifurto. Eppure, una coppia di Oak Hill, Oklahoma, è riuscita a scovare un ladro grazie ad una di esse. Il ladro si era intrufolato in casa, quando la coppia è rientrata prima del previsto. L'uomo si è nascosto al piano di sopra, in attesa di dileguarsi in tranquillità, ma si è tradito in modo piuttosto ingenuo: il padrone di casa infatti, dopo aver raccontato una barzelletta evidentemente molto divertente, ha sentito delle risate provenire dal piano di sopra ed è corso immediatamente ad avvertire la polizia, che ha così arrestato l’aspirante ladro. (notizie.delmondo.info)
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SPORT
Il Corriere della Città Febbraio 2015
Speciale classifiche N
el primo turno di Febbraio soltanto un pari per il Pomezia, che non va oltre lo 0-0 contro il Monte S. Giovanni Campano. In Promozione conquistano un punto Unipomezia e Lido dei Pini che si spartiscono la posta in palio rispettivamente contro Città di Ciampino e Cori; vittoria invece per il Team Nuova Florida, abile ad imporsi 2-1 sulla Pescatori Ostia. Prima Categoria: si fermano Torvaianica (2-2 contro l'Atletico Bainsizza) e Indomita (2-2 in casa con il Montello), successo invece per l'Airone Ardea nel derby contro il Tor San Lorenzo (02); nello stesso girone il Divino Amore batte 1-0 la Città di Pomezia. In Terza l'Atletico Ardea si arrende al La Rocca (2-1) mentre il Montegiordano supera anche l'ostacolo Prossedi (4-1). Enea Pomezia a riposo. Disponibile il calendario con gli incontri di Febbraio.
01/02 Pomezia – Monte S. Giovanni Campano 0-0 08/02 Serpentara B.O. - Pomezia 15/02 Pomezia - Cassino 22/02 Colleferro - Pomezia
01/02 Citt. Ciampino – Unipomezia 1-1; Cori – Lido dei Pini 0-0; TNF – Pescatori Ostia 2-1 08/02 Lido dei Pini – Palocco; Tormarancio – TNF; Unipomezia – Lepanto Marino 15/02 Cori – Unipomezia; Garbatella – Lido dei Pini; TNF – Vigili Urbani
22/02 Lido dei Pini – Torrenova; Casalotti – TNF; Unipomezia - Sermoneta
01/02 Atl. Bainsizza – Torvaianica 2-2; Città di Pomezia – Virtus DA 0-1; Indomita – Montello 22; TSL – Ardea 0-2 08/02 Ardea – Atl. Bainsizza; Montello – Città di Pomezia; Real Velletri – Indomita; Torvaianica – Sporting Genzano; Virtus DA – TSL 15/02 Città di Pomezia – Real Velletri; Indomita – Sabotino; Sporting Genzano – Ardea; TSL – Montello; Virtus Nettuno – Torvaianica 22/02 Ardea – Virtus Nettuno; Fonte Meravigliosa – Indomita; Real Velletri – TSL; Sabotino – Città di Pomezia; Torvaianica – Real Colosseum
01/02 La Rocca – Atletico Ardea 2-1; Montegiordano – Prossedi 4-1; Enea Pomezia – RIPOSO 08/02 Atletico Ardea – Nuova Circe (recupero) 21/02 Enea Pomezia – Sa.Ma Latina; Real Maenza – Montegiordano; Atletico Ardea – RIPOSO
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SPORT
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Intervista a Francesco Salotti
Il tecnico del Torvaianica, quest'anno grande protagonista nel campionato di Prima Categoria (gir. F), parla a 360° della sua squadra e fa il punto sulla stagione in corso
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ister partiamo dal momento che state vivendo. Dopo la vittoria nella passata stagione del campionato di Seconda Categoria quest'anno vi state riconfermando anche in Prima. Alla base di tali risultati c'è sicuramente tanto lavoro, ma oltre a questo, qual è il segreto della vostra squadra? “Il nostro segreto forse è che, dal Presidente, al Direttore Sportivo, ai giocatori, allo staff tecnico – e ci tengo a citare Carlo Palazzetti e Claudio Ciani – siamo un gruppo di amici. Noi, a differenza di tante altre squadre e di tanti allenatori più “qualificati”, ci alleniamo all'insegna del divertimento. Credo sia tutto dovuto a questo.” In campionato state tenendo un ritmo impressionante. Per la vittoria finale sarà un testa a testa fra voi ed il Real Colosseum o secondo lei potranno rientrare anche altre squadre che in questo momento sono rimaste un po' indietro? “Guardi ad inizio campionato ero convinto che l'Indomita Pomezia, con i giocatori che ha e considerate la preparazione e le qualità di Mister Aiello – uno dei pochi ad aver fatto i professionisti – potesse recitare un ruolo da protagonista. E infatti, al momento, non mi spiego questo distacco in classifica. Comunque penso che la stessa Indomita e lo Sporting Genzano possano rientrare nella corsa al primo posto; anche il Colosseum è un'ottima squadra, noi forse abbiamo qualche individualità più forte rispetto a loro.” Con la società avete già affrontato il discorso “Promozione”? “Noi l'anno scorso abbiamo vinto il campionato di seconda categoria con il Presidente Fabio Miatti, avventura questa partita in sordina e poi rivelatasi ricca di soddisfazioni. Quest'anno abbiamo Vincenzo Guiderdone, ex Tor San Lorenzo, e chi lo conosce sa che tipo di ambizioni può avere. Ovviamente non ci possiamo nascondere data la posizione che ricopriamo in classifica, anche perché quasi sicuramente passeranno le prime due, senza contare che siamo arrivati ai Quarti di Finale di Coppa Lazio e anche lì c'è la possibilità di conquistare la Promozione. L'obiettivo, di conseguenza, è quello di centrare il salto di categoria.”
In questo girone, tornando al campionato, sembrano non esserci partite “facili”. Più di una volta abbiamo visto una “big” cadere o comunque soffrire contro compagini meno blasonate. Con l'accendersi della lotta salvezza i rischi, per chi ricopre le prime posizioni in classifica, aumenteranno: cosa chiederà ai suoi ragazzi in questo tipo di partite? “Il punto debole della nostra squadra è proprio questo. Quando giochiamo con l'Indomita Pomezia, con il Real Colosseum, o con squadre comunque di livello, c'è una concentrazione fuori dal comune. Quando affrontiamo le “ultime” della classe l'attenzione non è la stessa. Allora, un po' con qualche cambio, facendo girare la rosa – in modo che quelli che entrano devono dimostrarmi un qualcosa –, un po' con i risultati stessi, conto di riuscire a superare questo problema. Guardando al campionato infatti, abbiamo sofferto tantissimo ad esempio contro la Città di Pomezia di Felici – una delle squadre che ci ha messo più in difficoltà quest'anno insieme al Colosseum – e anche con il Tor San Lorenzo stesso domenica scorsa (25/01 ndr) non abbiamo avuto vita facile. E' L'allenatore comunque che deve essere bravo in questo.” Delle squadre che avete affrontato quale l'ha impressionata di più? “Al livello di giocatori, e forse come mosse tecnico-tattiche dell'allenatore, il Real Colosseum e la Città di Pomezia.” Rimanendo su questo tema, nelle prossime giornate affronterete Atletico Bainsizza, Sporting Genzano e Virtus Nettuno prima dello scontro diretto contro il Real Colosseum. Delle prime tre sfide citate quale teme di più e, seconda cosa, firmerebbe per arrivare alla sfida con il Colosseum con questa situazione di classifica? “Io temo di più sempre la partita che devo andare ad affrontare la Domenica, in questo caso l'Atletico Bainsizza. Quest'ultima tra l'altro è l'unica squadra che si è “permessa” di venire a Torvaianica a pareggiare; proprio per questo però, a differenza delle altre partite che magari uno può prendere sotto gamba, qui non corriamo pericoli di questo tipo, perché il risultato
dell'andata ci spronerà a fare qualcosa in più del solito. Detto questo, i problemi più grandi potremmo incontrarli contro il Genzano, squadra questa molto concreta e molto ostica da affrontare. Sulla seconda domanda le rispondo di sì – anche se non conosco il calendario del Colosseum – in quanto, se rimanesse tutto come è ora , avremmo molte possibilità di allungare in classifica.” Della sua squadra cosa migliorerebbe? Prima si parlava un po' della mentalità, ma oltre a questo? “Noi purtroppo per contratto abbiamo dei calciatori che non possono sostenere tutti gli allenamenti in settimana ed inoltre in questi mesi abbiamo incontrato alcune difficoltà per quel che riguarda la disponibilità del campo. Ad oggi non siamo ancora riusciti, per tali motivi, a fare una seduta tattica come si deve e penso che è proprio su questo aspetto che dobbiamo migliorare. Adesso comunque che ho tutti gli effettivi a disposizione abbiamo tutti i presupposti per farlo.” Un suo pensiero su Claudio Ciani, giocatore che ha avuto in questi anni tanti problemi al livello di infortuni. Dopo il lungo stop è tornato in campo, crede che possa darvi qualcosa in termini di esperienza? “Claudio Ciani è già due anni che ci sta dando veramente tanto. Come Palazzetti è una persona fantastica; non ho fatto il professionista ma qualche campo l'ho girato anch'io: penso che un preparatore con le sue conoscenze, con le sue abilità, in grado di instaurare un rapporto umano così straordinario con le persone che lavorano insieme a lui, ecco – e ho cinquant'anni – non l'ho mai incontrato. Senza contare che, anche come giocatore, da qui alla fine potrà tornarci molto utile.” L'ultima domanda: Torvaianica, Real Colosseum – o un'eventuale altra squadra –, chi vince il campionato? “Penso che alla fine lo vinciamo noi.” Luca Mugnaioli Intervista realizzata il 26 gennaio 2015
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INFORMAZIONE
Il Corriere della Città Febbraio 2015
Dove vola la cicogna D
opo il bon ton, la psicologia e la moda, Il Corriere della Città si arricchisce di una nuova rubrica. Si tratta di una rubrica particolare, dedicata alle donne, “Dove vola la cicogna”, curata dalla dottoressa Catiuscia De Renzis, ostetrica, che risponderà a tutte le domande delle lettrici non solo su gravidanza e parto, ma anche su tutti i problemi relativi ad educazione sessuale, prevenzione, pianificazione familiare, menopausa. In mondo in cui tutto corre verso il progresso e la tecnologia c’è un lavoro che, nonostante i tanti tentativi, rimane legato al concetto più basilare di spontaneità, naturalità e fisiologia: l’ostetrica! L’ostetrica nasce con la stessa vita. Da quando l’homo (ma sicuramente più la donna) è diventato herectus e ha cambiato la sua postura, ha modificato l’assetto del proprio bacino, rendendo meno agevole il travaglio ed il parto. Da qui la necessità per la donna di ricevere aiuto manuale e anche psicologico, affettivo e sociale durante questo momento così speciale. Ecco l’antenata dell’ostetrica: già nel 2000 a.C. nei graffiti dei Sumeri c’è traccia di questa professione. Ci sono tante definizioni di ostetrica, a me piace definirla come “una donna per le donne”. Molto spesso relegata (si fa per dire) al solo ruolo di colei che aiuta a far nascere i bambini, in realtà l’ostetrica si occupa della vita di una donna a 360°, dalla pubertà alla menopausa, passando per il menarca, la contraccezione, l’educazione sessuale, la prevenzione, la pianificazione familiare, il sostegno, l’informazione, la maternità, fino ad arrivare alla menopausa e ai suoi disturbi. Una sorta di amica con conoscenze particolari. All’inizio veniva chiamata levatrice, perché l’ostetrica era colei che, dopo aver controllato il neonato e deciso che fosse compatibile con la vita, lo deponeva ai piedi del padre che, se decideva di riconoscerlo, le ordinava di sollevarlo in alto: da questo gesto nasceva il nome di levatrice. Poi sono diventate “streghe” perseguitate dalla Santa Inquisizione perché depositarie di una qualche conoscenza magica e spaventosa.
Le levatrici erano “donne sagge” o più semplicemente donne che avevano “esperienza di cose femminili”, ma perlopiù non erano colte, anzi a volte erano schiave, non seguivano una scuola e spesso non avevano nemmeno un’istruzione di base. La grande risorsa di queste pioniere dell’ostetricia (sempre con le doverose eccezioni) e delle donne che si affidavano a loro, era la consapevolezza che la gravidanza ed il parto sono eventi fisiologici della vita di una donna. Per anni si è studiato, si è analizzato, si è cercato il modo migliore per far nascere i bambini, ma la realtà è che i bambini nascono sempre nello stesso modo! Le prime ostetriche assistevano le donne in casa e portavano con loro la famosa sedia da parto, una sedia senza il sedile che consentiva alla partoriente di spingere in posizione “a favore di forza di gravità”, sorretta da qualcuno alle spalle oppure con braccioli e schienale rigido su cui poggiarsi. Negli anni si è trasportato il parto in ospedale: la nascita si è medicalizzata e ci si è convinti che la posizione migliore per dare alla luce un bimbo sia quella litotomica, cioè sdraiata supina. Oggi si torna a parlare di parto a domicilio, e questa pratica si sta incentivando e in tutta Europa (ma in Italia siamo ancora indietro!) si partorisce
accovacciate o sulla sedia da parto. Da quando nel 1978 è stata abolita l’ultima ostetrica condotta (cioè quella che si recava a domicilio della mamma) la donna ha cominciato a dimenticare una cultura sottile, ma solida, fatta di esperienza, di racconti, di realtà. Oggi è vietato soffrire, è vietato ammalarsi, è vietato morire, non siamo più abituati a concepire la vita come una strada che ha una partenza e un arrivo con una serie di strade alternative nel mezzo. Tutto deve essere perfetto, tutto deve essere sotto controllo. Ma la vita non è perfetta, è esperienze, è una scommessa continua, è istinto! Io sono un’ostetrica, per me il lavoro più bello del mondo. Ho visto cose che mi hanno fatto capire quanto forte sia il nostro istinto e quanto ci stiamo perdendo della nostra vita. Ho rubato emozioni non mie che comunque mi apparterranno per sempre. Mi sento una privilegiata, con un posto in prima fila per lo spettacolo della vita! Per questo motivo ho deciso di mettere il mio modesto sapere a disposizione delle donne, delle mamme e delle neo-mamme, cercando di tornare sul territorio un po’ come un’ostetrica condotta! Ho creato, non senza fatica, l’associazione DOVE VOLA LA CICOGNA, che offre consulenza, sostegno, incontri e corsi di ogni tipo. La sede è a Torvaianica, in via Barcellona, 4 e trovate la mia pagina su Facebook. Ho attivato anche un servizio di reperibilità ostetrica H24 via sms o whatsapp. Tutto questo perché ostetrica etimologicamente deriva da “obstare” che significa “stare davanti”, cioè occhi negli occhi come si fa con un’amica a cui stai confidando un segreto o a cui stai chiedendo un aiuto. Se volete scrivermi dovevolalacicogna@libero.it Dott. Ost. Catiuscia De Renzis
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SOCIAL
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Le 50 sfumature di grigio... che le donne non ammettono
I
l genere femminile molto spesso mi fa sorridere, soprattutto quando si nasconde dietro un velo di ipocrisia che riesce a far provincia. Alle volte lo comprendo, o meglio, comprendo che la paura di essere giudicate possa creare dei limiti di parola ed esposizione, ma sinceramente non lo giustifico, probabilmente perché a 32 anni sono arrivata alla conclusione che ognuno debba mostrarsi per quello che è, circondandosi di persone che lo comprendono, nel bene e nel male.
L'esempio lampante di quello che sto blaterando è "50 sfumature di grigio". Sapete di che parlo, no? Non abbassate lo sguardo, vi vedo. È il romanzo erotico più letto degli ultimi tempi. Ho notato che chi ha avuto questo libro in borsetta per tutta l'estate 2013 - di cui molte sfoggiandolo come se fosse uno status di emancipazione - ma soprattutto chi non vede l'ora di andare al cinema per visionare il film, capita sia lo stesso genere di donna che molto spesso davanti alla fatidica domanda "Autoerotismo?", risponde con la faccia tra lo schifato e lo scazzato, oppure inizia a parlare del meteo facendo finta che il termine stia ad indicare un nuovo metodo per misurare la temperatura degli oceani. Io sarò anche un po' rimbambita - e su questo non ci piove - ma c'è qualcosa che non mi quadra, anche perché non dico che questa trilogia sia un manuale del sesso, ma non penso nemmeno che chi inizialmente ha comprato e letto questo libro, l'abbia fatto perché attratta dalla trama d'amore. E perché sì, in questi tre libri l'amore c'è, ma principalmente, il primo, per chi non lo sapesse, tratta la relazione tra i due protagonisti che nasce in un rapporto di domi-
nanza e sudditanza, dove il personaggio Cristian Grey - manzone americano che per fascino da maledetto bastardo e portafoglio colmo di denaro, ha messo in crisi pure Johnny Depp - fa vivere nuove esperienze sessuali ad Anastasia, studentessa universitaria di 21 anni, che parliamoci chiaro, armata di bende, manette e frustino, pare che non abbia disdegnato per niente la cosa. Credo che le 50 sfumature di grigio descrivano tutto nei dettagli, creando in ogni lettrice una certa dipendenza non solo dal rapporto verticale tra i due protagonisti, ma soprattutto da quello orizzontale. Discutendo con chi il libro l'ha letto e ne parla senza alcuna ipocrisia - specie di lettrice in via d'estinzione - ho inoltre scoperto che dopo aver terminato il primo dei tre, si mette da parte il sesso e si acquistano il secondo e il terzo, perché attratte dal sentimento che nasce tra i due protagonisti, ma soprattutto si continua a leggere perché "innamorate" del manzone protagonista. Eh già, pare che Mr. Grey sia l'uomo perfetto per molte di noi. Ricco, bello, dannato, tratta la sua lei come una principessa e dulcis in fundo, pare che la soddisfi sessualmente e soprattutto SEMPRE; tutta questa fantascienza nemmeno in un film di Spielberg. Arrivo al dunque. Non c'è nulla di male nel leggere un libro erotico e nel rimanere deluse constatando che le scene di sesso, nel film, siano state rese meno hot rispetto a quelle descritte nel libro, però amori miei, non potete poi pensare di unire ciò al disprezzo ipocrita che si ha generalmente nei confronti degli uomini, poveracci, che vengono emarginati perché - così si dice - attratti dal sesso "più di noi donne".
Ovviamente non includo la categoria che passa più tempo su Youporn che davanti a Sky Calcio - specie di Homo sapiens riconoscibile perché dotato di occhiaie da Kung Fu Panda - ma questo è un altro discorso. Anche le donne amano il sesso, è naturale, come è altrettanto vero che non c'è nulla di male nel voler fantasticare su una relazione più o meno perfetta dove un uomo ricco, bello e anche un po' psicopatico - ovviamente la perfezione non è per il genere femminile - ci fa sentire sia principesse nella vita che streghe cattive sotto le lenzuola. Trovo un po' ipocrita, invece, chi sostiene che si è avvicinata per la prima volta a quella copertina grigia perché attratta dalla storia d'amore, o chi, peggio ancora, ha letto l'intera trilogia di nascosto e critica apertamente chi non ne ha fatto mistero; credibili più di Cicciolina in parlamento, le prime, diaboliche come Crudelia Demon, le seconde. A prescindere, per quanto mi riguarda, se voglio leggere una storia che ha come protagonista il sentimento mi butto su Romeo e Giulietta, o no? Comunque, io il libro non l'ho acquistato perché ho il brutto vizio di evitare tutto quello che è inflazionato, ma visto che per scrivere questo pezzo ho letto la trama e mi sono documentata tramite le vostre testimonianze, devo ammettere che incuriosita potrei anche comprarlo, non di certo perché attratta dalla storia d'amore, ma semplicemente perché nella vita non si finisce mai di imparare ;) ! Alessandra Crinzi Instagram: @outfitspertutte www.outfitspertutte.com
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BON-TON
Il Corriere della Città Febbraio 2015
……e se riprovassimo con le buone maniere?
Essere educati è un’arte “ E io non potevo non ricordare quanto sono importanti, a volte, le buone maniere. Creano un certo stato di grazia che non puoi non rimpiangere” (scritto in memoria di John Kennedy)
M
i permetto di riprendere questo cammino invitandovi a fare insieme un breve viaggio attraverso la più bistrattata virtù del nostro tempo: la buona educazione. Fondamentale dev’essere la percezione che con i principi e i dettami del buon vivere si raggiunge un’elevata qualità di vita personale e sociale. Si deve prima di tutto saper rispettare se stessi e la propria persona e comportarsi con gli altri secondo le norme del buon vivere in società, al lavoro ed alle occasioni pubbliche. Ecco di seguito alcuni spunti di riflessione che potrebbero tornarci utili nelle più svariate occasioni. Affronteremo alcune situazioni che spesso incontriamo durante la nostra attività sia essa lavorativa che sociale, senza avere la pretesa di essere additati quali unici depositari delle buone maniere ma il nostro unico scopo è quello di suggerire alcuni comportamenti corretti da tenere in determinate situazioni che possono generare un migliore e più proficuo rapporto con gli altri. CONVERSAZIONE : non incalzate l’interlocutore avvicinandovi troppo e costringendolo ad indietreggiare. Non interrompete, non monopolizzate, non parlate sempre e solo di voi, delle vostre malattie, dei vostri guai e sfortune: tenete conto che tutte le persone hanno dei problemi. Attenzione a non usare un tono di voce troppo alto che fa venire il mal di testa, ma nemmeno un sussurro difficile da udire e che fa assopire. La voce alta non deve essere usata per ribadire con autorità ciò che si può ottenere con un comportamento autorevole. Una buona conversazione deve coinvolgere tutti i partecipanti con temi di vario genere, trattati in modo garbato e leggero, senza superficialità ma nemmeno con eccessivo approfondimento, trovando spunti piacevoli adatti a tutti gli ospiti.
Il Corriere della Città
Non parlate di persone che solo alcuni conoscono. Evitate inoltre domande indiscrete come: quanti anni hai o quanto guadagni o per chi hai votato… E soprattutto non interrompete parlando sopra il vostro interlocutore, cosa che succede molto di frequente anche nei dibattiti televisivi. Le interruzioni sono sempre fastidiose. Attendete che la persona termini la frase e poi intervenite, sperando che dia spazio anche a voi e che non stia facendo un monologo. Non correggete gli errori altrui in pubblico poiché tutti si possono sbagliare, anche chi corregge. E’ buona cosa anche evitare, nel corso di una conversazione, di usare termini che appartengono a una determinata categoria di persone (per es. medici, militari…) in quanto risulterebbe fuori luogo e poco comprensibile, ma mi rendo conto che per alcune persone tale limitazione è un utopia tanto è il loro linguaggio connaturato alla loro attività. Ricordo personalmente di una telefonata fatta in un ufficio militare dove chiesi al mio interlocutore conferma che stessi parlando con la persona che cercavo e lui mi disse testualmente “ risposta affermativa dica pure…” in luogo di un più semplice “ certo sono io….”
Per questo conviene adoperare sempre un linguaggio consono e che venga compreso in maniera inequivocabile da tutti, anche se trattasi del proprio dialetto, che non deve essere usato al di fuori del proprio contesto, seppur siamo d’accordo che fa parte del nostro bagaglio culturale: più resta in vita meglio è! Inoltre usare un linguaggio volgare è spesso indice di omologazione e insicurezza: non essere in grado di comprendere il contesto e scegliere il linguaggio di conseguenza, ricorrendo anche a parole scurrili, denota povertà di vocabolario, ma anche d’animo. Infine per concludere scegliamo di conversare con le persone positive. Fondamentale, l’ottimismo, per andare avanti giorno dopo giorno. Vedere il bicchiere mezzo pieno aiuta a essere propositivi e a osare un po’ di più. Non ascoltate le persone con la pessima abitudine di essere negative: impoveriscono il vostro cuore delle migliori speranze. Un consiglio a tutti i nostri affezionati lettori:” Date retta solo agli ottimisti poiché trasmettono positività in modo contagioso” Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it
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PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC
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CHIUSURA REDAZIONALE: 02/02/2015
www.ilcorrieredellacitta.com Numero 2 Anno 7 FEBBRAIO 2015 EDITORE: La Città
via Odessa 41 - 00040 Torvaianica
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Il Corriere della Città: Alessia Ambra Achille, Luca Mugnaioli, Matteo Acitelli, Alfredo Corrao, Giuseppe Marrone, Luigi Torreti, Alessandri Crinzi
STAMPA: Pignani Printing Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009