Il Corriere della Città - Febbraio 2023

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Anno 15 Numero 2 FEBBRAIO 2023

SPECIALE REGIONALI

Tutto quello che c’è da sapere sul voto nel Lazio a febbraio (da pag.6)

POMEZIA

Firme false per intascarsi i soldi dell'assistenza ai disabili: “Solo 11 firme su 148 erano della paziente”. Comune condannato

SENTENZA SUL PEBA

A POMEZIA Comune ‘condannato’ a rimuovere le barriere architettoniche entro dicembre

SOVRAPPASSO PONTINA

Ponte pedonale all’altezza di Via Poma a Pomezia, ci siamo: via ai lavori, tempi e progetto (p. 18)

LA STORIA

“Non riusciamo a trovare una casa in affitto perché abbiamo un cane” (a pag. 24)

BUCHE, RATTOPPI E

ABBANDONO DI RIFIUTI

Le (solite) segnalazioni da Ardea: tutte le foto

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libertà informazione politica cronaca cultura sport

CHI SARA’ L’EREDE DI ZINGARETTI? I CANDIDATI E LA GUIDA AL VOTO DEL 12-13 FEBBRAIO

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SPO

Editoriale

SI RINNOVA IL CONSIGLIO REGIONALE

Dopo le elezioni politiche dello scorso settembre nuovo appuntamento elettorale per i cittadini: stavolta tocca alle Regionali, quantomeno nel Lazio. Dalle consultazioni del prossimo 12 e 13 febbraio uscirà il nome “dell'erede” di Nicola Zingaretti che aveva rassegnato le dimissioni nel novembre scorso dopo l'elezione alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico avvenuta qualche settimana prima. Il centrosinistra, allora, cercherà di mantenere la 'roccaforte' laziale schierando il volto-simbolo della gestione della pandemia in Regione, ovvero Alessio D'Amato, reduce dall'incarico di Assessore alla Sanità. Il centrodestra si affida invece a Francesco Rocca, ex Presidente della Croce Rossa, mentre i 5 stelle, che correranno da soli nonostante la collaborazione proprio nella Giunta Zingaretti, la giornalista Donatella Bianchi. Ma oltre a loro ci saranno altri due (o tre) candidati. (continua a pag. 4)

Inchieste

APPALTO RIFIUTI A POMEZIA Il “pasticcio’ sull’appalto rifiuti a Pomezia: due bandi e altrettanti ricorsi, ora il Tar ha dato torto al Comune

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IL SERVIZIO DA PAG. 10

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FIRME FALSE PER I SOLDI DELL’ASSISTENZA AI DISABILI

Editoriale

POLITICA

Regionali, la guida al voto..................................p.6

Elezioni, chi sono i candidati nel Lazio.............p.8

Il ‘pasticcio’ dell’appalto rifiuti a Pomezia..da p.10

Assistenza domiciliare ‘fasulla’, Comune condannato.....p.14

PEBA, cosa prevede l’ordinanza contro il Comune.....da p.16 CRONACA

Sovrappasso Pontina a Pomezia, via ai lavori.........p.18

5 persone e 1 cane, la casa in affitto non si trova: la storia...p.26

Buche e rattoppi ad Ardea: le segnalazioni........da p.26

‘Zozzoni’ ad Ardea, cittadini chiedono interventi...p.28

LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 30

La sentenza choc: “Solo 11 firme su 148 erano della paziente”. Comune di Pomezia condannato

BARRIERE ARCHITETTONICHE Comune di Pomezia ‘condannato’ a rimuovere 9 barriere entro dicembre (da p.16)

S u l w e b T u t t e l e n o t i z i e s u l t e r r i t o r i o l e t r o v i s u w w w i l c o r r i e r e d e l l a c i t t a c o m
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NUMERO 2
FEBBRAIO 2023

La corsa alla Presidenza del Lazio

(segue dalla copertina)

Chi sono i candidati alle Regionali

In tutto saranno in sei a giocarsi la poltrona di Governatore del Lazio. Oltre ad Alessio

D’Amato, Francesco Rocca e Donatella Bianchi ci saranno gli outsider Rosa Rinaldi, Sonia Pecorilli e Fabrizio Pignalberi (al momento di andare in stampa la sua presenza, per via di un contenzioso in corso, non è certa) a comporre la rosa di tutti i candidati. Questi ultimi, rispettivamente, rappresentano Unione Popolare, Partito Comunista Italiano e la coalizione delle liste Noi per il Lazio e Partito Italiano Regionali Lazio 2023.

I sondaggi e le previsioni

Sfruttando l'onda lunga delle elezioni politiche è innegabile che – come del resto hanno mostrato alcuni sondaggi pubblicati nel corso del mese di gennaio – il centrodestra parta leggermente favorito rispetto sia al centrosinistra che al M5S, terzo in questa ipotetica classifica. Con in più il fatto che proprio PD e M5S, correndo separati, potrebbero di fatto 'mangiarsi' voti a vicenda agevolando la vittoria di Rocca. Ma questo, ovviamente, sulla carta. Anche perché, c'è da dire, il voto nel Lazio sarà anche il giudizio al governo di centrosinistra alla Regione degli ultimi dieci anni praticamente, considerando che Zingaretti era stato eletto nel 2013. Inoltre va tenuto conto della pandemia e della sua gestione nel Lazio considerando che il nome scelto dal centrosinistra è stato proprio quello dell'Assessore alla Sanità D'Amato. Tutti aspetti che, chiaramente, potranno incidere al momento di depositare la scheda barrata nell'urna da parte degli elettori. Elezioni Regionali: si riparte dal voto alle politiche

Per quanto riguarda le ultime elezioni politiche dello scorso settembre c'è da aggiungere, ancora, che nel Lazio il centrodestra (FDI, FI, Lega e altri) aveva superato per il voto alla camera il 40% nella prima circoscrizione e addirittura il 50% nella seconda, e lo stesso netto risultato si era riproposto al Senato. Per il centrosinistra dunque la sfida non sarà semplice; da capire anche dove potrà arrivare il M5S con l'incognita di aver fatto parte dell'ultima Giunta uscente salvo poi fare dietro-front decidendo di correre da soli. Una mossa che, ripetiamo, potrebbe rivelarsi come un'arma a doppio taglio.

I candidati alla carica di Consigliere

Diamo uno sguardo adesso alla rosa dei candidati consiglieri, coloro che, in virtù del legame con il territorio e gli elettori, hanno

Ecco i candidati: (dall’alto a sx) D’Amato, Rocca, Bianchi, Rinaldi, Pignalberi (?) e Pecorilli

l'importante compito di sospingere verso l'elezione il candidato Presidente (oltre che chiaramente puntare ad entrare in Consiglio Regionale. Alcuni dei nomi sono peraltro molto conosciuti a Pomezia e Ardea: il M5S presenta ad esempio l'ex Sindaco pometino Adriano Zuccalà che ha terminato in anticipo il suo mandato a causa della crisi politica interna della scorsa estate. Sempre con i grillini, tra gli altri, troviamo anche l'ex capogruppo in Campidoglio Giuliano Pacetti. Valerio Novelli cercherà invece la riconferma. Passiamo al centrosinistra. Nel Partito Democratico a sostegno di D'Amato

Alle elezioni Regionali troveremo alcuni volti noti della politica locale di Pomezia e Ardea candidati al Consiglio Regionale: c’è l’ex Sindaco Zuccalà, l’ex consigliere e politico di lungo corso Celori e, da Ardea, la consigliera comunale Edelvais Ludovici

troviamo, tra gli altri, Daniele Leodori (che ha ricoperto il ruolo ad interim di Presidente della Regione dopo le dimissioni di Zingaretti), capolista a Roma, Sara Battisti, e, ancora, Michela Califano. Per Azione/Italia Viva abbiamo ad esempio il nome di Luca Andreassi, vice Sindaco di Albano, e quelli di Paolo Bianchini e Marietta Tidei. Centrodestra: per il partito di Giorgia Meloni tra i candidati consiglieri di Fratelli d'Italia abbiamo, tra gli altri, Giancarlo Righini, Fabio De Lillo, Fabrizio Ghera, Marika Rotondi e, da Ardea, Ludovici Edelvais detta Edy che attualmente siede in Consiglio Comunale sotto la Rocca. Per la Lega, ancora, ecco tra gli altri, ecco i consiglieri uscenti Daniele Giannini, Pasquale Ciacciarelli e Giuseppe

PD e M5S, nonostante la collaborazione nell’ultima Giunta Zingaretti, correranno separati: si rivelerà un’arma a doppio taglio che favorirà Rocca?

Emanuele Cangemi. mentre Forza Italia ripresenta i consiglieri uscenti Fabio Capolei ed Enrico Cavallari. Sempre per il partito di Silvio Berlusconi menzioniamo poi Giorgio Simeoni mentre per l'Unione di centro, da Pomezia, c’è anche il nome di Luigi Celori, politico di lungo corso molto conosciuto sul territorio.

Il secondo “banco di prova” elettorale per Pomezia prima delle Comunali Chiudiamo con una considerazione in merito alla città di Pomezia. Il voto in Regione rappresenta infatti l'ultimo banco di prova elettorale prima di un altro importantissimo appuntamento sul territorio, ovvero le elezioni Comunali. Tra pochi mesi infatti sarà tempo di scegliere il nuovo Sindaco cittadino dopo la rocambolesca caduta l'estate scorsa dell'Amministrazione a cinque stelle di Adriano Zuccalà: in tal senso ulteriori indicazioni, a seguito di quanto già visto alle ultime politiche, potrebbero uscire proprio dalla consultazione Regionale pur seguendo le Amministrative locali ben altre logiche e meccanismi. Tuttavia è innegabile che dal risultato (specie in città) delle Regionali potranno uscire indizi interessanti su cosa accadrà poi in vista delle Amministrative, anche e soprattutto in chiave di scelta dei possibili candidati e di alleanze. Cosa accadrà quindi? Ancora un po' di attesa e, dopo il weekend che ci porterà a San Valentino, ne sapremo senz'altro di più.

Il centrosinistra proverà a difendere la ‘roccaforte’ laziale (che governa dal 2013) con l’ex Assessore alla Sanità Alessio D’Amato; il M5S, che correrà da solo, punta su Donatella Bianchi. Il centrodestra, forte del successo alle ultime politiche, punta sull’ex Presidente della croce rossa Francesco Rocca

febbraio 2023 4 Il Corriere della Città EDITORIALE
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Elezioni Regionali 2023, la guida al voto

Tutto ciò che c'è da sapere sull'appuntamento elettorale nel Lazio del 12 e 13 febbraio

Domenica 12 e lunedì 13 febbraio si vota per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio. Si vota per eleggere il presidente della Regione e i 50 consiglieri regionali. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica, e dalle 7 alle 15 di lunedì. Dopodiché inizierà lo spoglio dei voti e verrà decretato il nuovo Presidente della Regione Lazio per i prossimi cinque anni. Come funziona il voto nel Lazio Confermate le cinque circoscrizioni regionali (Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo e Città metropolitana di Roma), che vedranno assegnarsi i seggi in proporzione alla popolazione risultata residente all’ultimo censimento generale. Alla ripartizione dei seggi nelle singole circoscrizioni si provvederà (come nel 2018) dividendo il numero della popolazione residente nella Regione per i quattro quinti (quaranta) dei componenti del Consiglio regionale, presidente della Regione escluso, e assegnando i seggi in proporzione alla popolazione di ogni singola circoscrizione. I quattro quinti dei seggi (quaranta) saranno ancora assegnati con il metodo proporzionale del quoziente corretto (cosiddetto quoziente HagenbachBischoff), sulla base di liste concorrenti presentate a livello circoscrizionale, con recupero dei seggi e dei voti residui in sede di collegio unico regionale, secondo le modalità descritte dal primo all’undicesimo comma dell’articolo 15 della legge n. 108/1968. Il restante quinto dei seggi (dieci) sarà attribuito anch’esso sulla base delle candidature presentate nelle liste circoscrizio-

nali.

Come si vota

Il fac-simile della scheda elettorale delle Regionali del Lazio

IL VOTO IN BREVE

Gli elettori sono chiamati ad eleggere il nuovo Presidente della Regione e i 50 Consiglieri che comporranno l’assise Regionale. Si vota domenica 12 (7-23) e lunedì 13 (7-15). Non è previsto il ballottaggio - vincerà il candidato dei sei che otterrà il maggior numero di voti - ed è ammesso il “voto disgiunto”

Alle elezioni Regionali del Lazio è ammesso il voto disgiunto. Queste tutte le modalità di voto con le quali sarà possibile esprimere la propria preferenza:

-L’elettore vota solo per il candidato presidente. Il voto non si estende alla lista o alle liste collegate;

-L’elettore vota solo per la lista: il voto si estende anche al candidato presidente ad essa collegato

-L’elettore può votare per una lista e per un candidato presidente collegato alla lista stessa

-L’elettore può votare per una lista e per un candidato presidente non collegato alla lista stessa. E' questo il caso del cosiddetto “voto disgiunto”.

Il voto di preferenza

Per quanto riguarda il voto di preferenza l’elettore può esprimere una o due preferenze, scrivendo a fianco della lista prescelta, nelle apposite righe, il cognome oppure il nome e il cognome dei candidati consiglieri regionali com-

La doppia preferenza per i Consiglieri può essere espressa a patto che vengano indicati un candidato di sesso maschile e uno di sesso femminile

presi nella lista stessa; se l’elettore esprime due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista se l’elettore indica due uomini o due donne verra’ annullata la seconda preferenza. Niente ballottaggio

Alle Regionali non è previsto il ballottaggio. Non c'è pertanto una percentuale da raggiungere (maggioranza assoluta) per essere eletti: di conseguenza vincerà il candidato Presidente che avrà raggiunto il maggior numero di voti validi. Per votare Elettori ed elettrici dovranno presentarsi al seggio elettorale di riferimento, cioè relativo alla propria residenza, muniti di tessera elettorale e documento di riconoscimento valido.

febbraio 2023 6 Il Corriere della Città POLITICA

Regionali, i candidati partito per partito

Chi soni i contendenti per succedere a Nicola Zingaretti: tutti gli schieramenti in campo

Chi sarà il nuovo Presidente del Lazio? Il 12 e 13 febbraio 2023 gli elettori del Lazio sono chiamati a decidere il futuro politico della Regione dopo la fine “dell'era Zingaretti”. Il centrosinistra cercherà di riconfermarsi sostenendo Alessio D’Amato alla Presidenza, forti del suo lavoro come Assessore regionale alla Sanità. Di contro, il Centrodestra prova la mossa Francesco Rocca, forte della sua esperienza alla Croce Rossa e spinto dal vento di Giorgia Meloni. Come outsider, una partita verrà giocata anche dalla giornalista Donatella Bianchi, sostenuta alla Presidenza dal Movimento 5 Stelle. Infine gli altri tre candidati, Rosa Rinaldi, Fabrizio Pignalberi (in forse) e Sonia Pecorilli che proveranno comunque a giocarsi le loro carte.

Alessio D'Amato, centrosinistra Romano classe 1968, laureato in sociologia, è stato membro della commissione Sanità e Bilancio del consiglio regionale del Lazio e della commissione Sicurezza sul lavoro dal 2005 al 2010. Dal 2008 al 2010 ha ricoperto l'incarico

di presidente della commissione Affari costituzionali sempre alla Pisana. Dal 2019 ha iniziato a prendersi i suoi spazi, anche e soprattutto politici. Prima visto come un "tecnico", uno da dietro le quinte, con i primi movimenti tellurici che hanno portato fuori dai palazzi della Garbatellasia Nicola Zingaretti sia Massimiliano Smeriglio, D'Amato si è preso la scena. Poi sono arrivati il Covid-19, l'emergenza sanitaria, le mascherine, i tamponi e la campagna vaccinale da gestire, da fare in fretta. Alessio D'Amato, per il centrosinistra, è sostenuto dalla coalizione Pd, Azione/Italia Viva, +Europa, Demos, Psi, Europa Verde, Possibile, Radicali, Articolo 1, Sinistra Civica Ecologista, POP, Repubblicani, Socialdemocratici e Volt.

Francesco Rocca, centrodestra

nativa Popolare Donatella Bianchi, M5S

Alessio D’Amato

Francesco Rocca

Pd, Azione/Italia Viva, +Europa Demos, Psi, Europa Verde Possibile, Radicali, Articolo 1, Sinistra Civica, Ecologista, POP, Repubblicani, Socialdemocratici, Volt

FDI, Lega, Forza Italia, UDC, Noi con l’Italia, Risorgimento, Lista Civica Rocca, Alternativa Popolare

Donatella Bianchi

Francesco Rocca è il candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio. Un profilo tecnico quello dell’ormai ex presidente della Croce Rossa italiana. Ma che da sempre ha raccolto consensi in politica. Soprattutto a destra. Nato nel 1965 a Roma, Rocca, di professione avvocato, si avvicina al volontariato sin dai primi anni degli studi universitari, collaborando, tra gli altri, con il Jesuit Refugee Service e la Caritas. Accanto a queste attività affianca il suo lavoro da Avvocato. Nella seconda metà degli anni ’90, è in prima linea nella lotta contro la mafia e, proprio per questo, è costretto a vivere cinque anni sotto scorta. Il primo incarico “politico” arriva nel 2002. L’allora presidente del Lazio Francesco Storace (centrodestra) lo chiama, in qualità di commissario straordinario, a risanare le finanze dell’ospedale romano Sant’Andrea. Il lavoro di Rocca è così apprezzato che il suo ruolo viene riconfermato anche dalle amministrazioni successive di centrosinistra. Nel 2008 arriva un nuovo ruolo sempre nell’ambito del centrodestra laziale. L’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno lo vuole come capo del dipartimento salute e attività sociali del comune della Capitale. A sostenerlo ci sono Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, UDC, Noi con l'Italia, Risorgimento, Lista Civica Rocca e Alter-

La storica conduttrice del programma linea Blu, nonché giornalista e conduttrice televisiva Donatella Bianchi, è la candidata del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni regionali del Lazio. Ad annunciarlo è stato il leader pentastellato Giuseppe Conte che in merito a questa scelta ha dichiarato: "Incarna perfettamente i valori del Movimento, rappresenta al meglio il nostro programma politico, sociale ed ambientale ed è un nome condiviso con le altre forze politiche, sociali e civiche con cui stiamo condividendo il percorso, a partire da Coordinamento 2050". Il noto volto della Tv di Stato che da oltre un quarto di secolo entra nelle nostre case ogni sabato pomeriggio, dunque si appresta a vivere una nuova sfida, del tutto diversa da quelle che fino ad oggi ha vissuto. La candidata è sostenuta, oltre che dal M5S, dal Polo progressista.

Per Unione Popolare, Rosa Rinaldi

E' una sindacalista e politica italiana. E' stata Vicepresidente della Provincia di Roma tra il 2003 e il 2008, sotto la presidenza di Enrico Gasbarra. Con Romano Prodi come Presidente del Consiglio, tra il 2006 e il 2008 ha rivestito l'incarico di Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e della previdenza sociale Ha militato nel Partito Comunista Italiano fino al 1991, passando poi in Rifondazione Comunista nel 1993.

Sonia Pecorilli, PCI

Sonia Pecorilli ha 52 anni. È nata a Latina e abita a Sermoneta dove è consigliera comunale per il PCI e capogruppo consiliare e consigliere delegato (già assessore) alla pubblica istruzione e sanità. Infermiera al Santa Maria Goretti di Latina, consigliere dell’ordine delle professioni infermieristiche di Latina, da sempre impegnata sindacalmente, Pecorilli è rappresentante sindacale unitaria e rappresentante lavoratori per la sicurezza.

Per il Quarto Polo, Fabrizio Pignalberi (?)

La sua presenza, a seguito dell’esclusione di due liste per presunte firme false che ha portato la vicenda sul tavolo del Tar, è fortemente a rischio. Al momento di andare in stampa però non è ancora stata scritta la parola fine e non sappiamo se, alla fine, il candidato sarà o meno della partita. Ad ogni modo questo è il suo identikit: sempre fedele alla Destra italiana, affiancandosi in origine al PDL, successivamente a Forza Italia e, infine, a Fratelli D'Italia. Nel 2017 si candida al Consiglio Comunale di Fratelli D'Italia nella città di Frosinone conseguendo un buon risultato e, nello stesso anno, viene eletto membro dell'Assemblea Nazionale di FDI. Nel 2019 fonda il proprio partito, denominandolo Movimento Più Italia. E' sostenuto dalla coalizione delle liste Quarto Polo e Insieme per il Lazio.

febbraio 2023 8 Il Corriere della Città POLITICA
M5S Polo Progressista Rosa Rinaldi Unione Popolare Sonia Pecorilli Partito Comunista Fabrizio Pignalberi*
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*Candidato escluso ma con un ricorso al Tar ancora in essere al momento di andare in stampa

Il “pasticcio’ sull’appalto rifiuti a Pomezia: due bandi

i sono voluti 15 mesi, due bandi e due ricorsi al Tar, ma alla fine l'appalto per la raccolta dei rifiuti ha un vincitore definitivo. E non è quello che ha stabilito il Comune di Pomezia. Bensì quello che hanno deciso i giudici, dopo aver analizzato le carte prodotte dalla ditta ricorrente. Che, per inciso, era quella che all'origine aveva vinto il primo bando, annullato dall'amministrazione comunale, per poi farne un secondo, vinto da un'altra ditta.Il Tar del Lazio, attraverso il giudice Pietro Morabito, ha infatti recentemente pronunciato la sentenza che vede assegnare la gara d'appalto alla Etambiente S.p.A., la società toscana che, per ben due volte, aveva presentato ricorso contro l'allora amministrazione capitanata dal sindaco Adriano Zuccalà. Ma tutto questo quanto costerà al Comune, e quindi ai cittadini? Parliamo di un appalto che, nel frattempo, è proseguito - e sta ancora proseguendo - in deroga alla vecchia ditta, Formula Ambiente, il cui contratto è ormai scaduto da quasi 3 anni. Ma cerchiamo di capire cosa è successo, riepilogando tutta la storia.

Il primo bando (annullato)

Tutto inizia nel 2021, quando, in ritardo rispetto alla scadenza del contratto in essere (bando scaduto il 31 marzo del 2020), viene indetta una nuova gara d'appalto per l'assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel Comune di Pomezia. Ad agosto la gara viene vinta, sotto forma di ATI, dalla Etambiente come società capogruppo. Ma, appena due settimane dalla comunicazione dell’aggiudicazione, il dirigente annulla gara attraverso la Determinazione Dirigenziale n. n.1212 del 14.09.2021. Ovviamente Etambiente fa ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio, ma nel frattempo il Comune di Pomezia - senza aspettare la decisione del Tar - indice un'altra gara di appalto. La vicenda, oltre che al Tribunale - finisce sul tavolo dell'Anticorruzione. A mandarcela è l'allora Segretaria Comunale, la dottoressa Nadia Iannotta. Attraverso una nota inviata all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), nella sua relazione avrebbe affermato che le

Dopo 15 mesi d’attesa, due gare d’appalto e altrettanti ricorsi davanti al Tar il bando ha ora un vincitore definitivo

motivazioni addotte dalla società toscana vincitrice della gara d’appalto poi annullata sarebbero ampiamente motivate nei fatti ed in diritto, chiedendo di interessarsi al caso e, laddove lo ritenga necessario, di provvedere di conseguenza. Poco dopo, il Segretario Comunale si dimette. Passano i mesi e il Tar, il 21 maggio 2022, respinge il ricorso della società toscana, giudicandolo “Improcedibile, inammissibile e infondato”.

IL ‘PASTICCIO’ SULL’APPALTO RIFIUTI

Ad appalto già scaduto nel 2021 viene indetta la nuova gara per l’appalto dei rifiuti che viene regolarmente aggiudicata. Il Comune annulla però il bando e ne indice uno nuovo malgrado il ricorso della società vincitrice. Anche la seconda gara viene assegnata ma anche qui le società non vincitrici ricorrono al Tar

Il nuovo bando Al nuovo bando partecipano 5 società. Si presenta nuovamente Etambiente S.p.a., che ha "aggiustato il tiro" rispetto a quelle che sono le indicazioni che hanno portato all'annullamento precedente. Ci sono poi Ciclat, TeknoService s.r.l., Tek.ra. S.r.l., Teorema s.p.a. e Si.Eco S.p.A. - Super Eco S.r.l. Stavolta non partecipa Formula Ambiente, che per tantissimi anni ha svolto il servizio a Pomezia. La gara viene assegnata alla Ciclat, con un punteggio finale di 86,90 e un distacco notevole dal secondo classificato, Etambiente, che registra solo 78,88 punti. Ed è proprio questo punteggio che fa scattare i ricorsi al Tar non solo della classificata, che - guarda caso - è Etambiente, ma anche della terza arrivata. Il vantaggio ot-

L’Amministrazione Zuccalà aveva

tenuto, infatti, è incolmabile proprio grazie ai punti ottenuti nella classifica tecnica. Un punteggio altissimo, quello assegnato a Ciclat, rispetto a quello dato a tutti gli altri avversari.Guardando invece la classifica economica, ovvero il risparmio per il Comune di Pomezia, è proprio Etambiente a fare l'offerta migliore, con un ribasso del 10,76% contro il ribasso del 7,52% offerto da Ciclat. Nonostante ciò, il notevole stacco dato dalla prima classifica non avrebbe mai potuto colmare il vantaggio risultato dal risparmio economico offerto alla pubblica amministrazione. Ma il ricorso presentato dai concorrenti non si basa solo su questo. Quello che

La gara d’appalto è stata assegnata alla società Etambiente dal TAR, società che aveva già vinto il primo bando nel 2021. Nel frattempo però il servizio sta continuando in proroga con la vecchia ditta

viene contestato è altro. Ovvero il fatto che la ditta vincente non avrebbe proprio potuto partecipare al bando, in quanto non in possesso dei requisiti necessari. Il terzo classificato, con un ricorso separato, invece, contesta anche il fatto che ci sarebbe una violazione in ordine alla nomina, alla composizione e al funzionamento della commissione di gara. Ovvero che ci sarebbe, di fondo, una incompatibilità tra le funzioni svolte nel procedimento e quelle di Presidente della Commissione di gara.

il ricorso contro il Comune

febbraio 2023 10 Il Corriere della Città POLITICA C
(continua)
indetto, aggiudicato e poi annullato il nuovo bando per la raccolta della spazzatura pubblicando una seconda gara, anch’essa finita assegnata. Adesso il Tar, dopo un anno e mezzo, ha accolto

e altrettanti ricorsi, ora il Tar ha dato torto al Comune

(segue)

Il ricorso avverso al nuovo bando Visto che il ricorso riferito al primo bando era stato respinto, Etambiente presenta dunque un altro ricorso, stavolta per presunti “profili di illegittimita ` del provvedimento di aggiudicazione“. Allegata al ricorso una corposa documentazione, per dimostrare che la società vincitrice dell'appalto non avrebbe potuto partecipare alla gara, in quanto priva dei requisiti richiesti dal bando stesso. «Il Disciplinare di Gara indicava requisiti di capacita ` tecnica e segnatamente richiedeva la “esecuzione negli ultimi tre anni dei seguenti servizi analoghi: 1) servizi di raccolta porta a porta e trasporto dei rifiuti urbani, prestati in ciascuno degli ultimi tre anni antecedenti la pubblicazione del bando, per almeno un Comune costiero con popolazione di almeno 65.000 abitanti; 2) servizi di spazzamento delle strade, prestati in ciascuno degli ultimi tre anni antecedenti la pubblicazione del bando, per almeno un Comune costiero con popolazione di almeno 65.000 abitanti”», spiegano da Etambiente. Le anomalie «Veniva inoltre specificato che questi requisiti andavano comprovati in maniera ufficiale “In caso di servizi prestati a favore di pubbliche amministrazioni o enti pubblici mediante una delle seguenti modalita ` . Originale o copia conforme dei certificati rilasciati dall’amministrazione o ente contraente, con l’indicazione dell’oggetto, dell’importo e del periodo di esecuzione”. Dagli atti di garachiariscono i responsabili di ETAmbienteCICLAT ha inteso dimostrare il possesso dei requisiti indicando i servizi di raccolta e spazzamento svolti nel Comune di Ravenna negli anni 2019, 2020 e 2021. Ma,  piuttosto che produrre le certificazioni attestanti i servizi svolti, rilasciate dal Comune di Ravenna, ha invece prodotto delle dichiarazioni di buona esecuzione sottoscritte da Hera S.p.A. che ricopriva, negli stessi appalti, il ruolo di mandataria capogruppo di RTI di cui CICLAT era invece impresa mandante». Nessun documento rilasciato, come richiesto nel bando di gara, da un'amministrazione pubblica, quindi, bensì da una società privata.Etambiente prova a evidenziare questi fatti già il 30 marzo del 2022, comunicando alla Commissione di gara che avrebbe dovuto escludere la concorrente. Ma la comunicazione viene ignorata e non viene nemmeno citata nei verbali di gara, né tantomeno vengono fatti approfondimenti in merito.

Perplessità sulla documentazione presentata dalla seconda società vincitrice del bando specie sugli effettivi requisiti posseduti per prendere parte al bando

Il servizio a Ravenna: superava i 65 mila abitanti?

Ma il problema non è solo questo. Con riferimento al servizio di raccolta, la certificazione rilasciata da Hera S.p.A. in favore di CICLAT fa riferimento al servizio svolto nel Comune di Ravenna, che ha circa 156 mila abitanti. «Ma indica chiaramente che CICLAT ha svolto quel servizio non singolarmente. Bensi` quale mandante di un RTI composto da HERA S.p.A. (mandataria-capogruppo) e da Consorzio Formula Ambiente (mandante)», spiega Ignazio Schirru, dirigente della società toscana. «La certificazione infatti non consente di comprendere quale fosse la percentuale di partecipazione di CICLAT all’RTI. Né la quota di servizio di raccolta di rifiuti nel Comune di Ravenna effettivamente svolta da CICLAT. E, dal momento che il bando prescriveva lo svolgimento del servizio in un Comune di almeno 65.000 abitanti, se CICLAT, in quanto mandante dell’RTI, avesse svolto il servizio servendo solo una porzione del territorio, inferiore ai 65.000 abitanti, sarebbe priva del requisito di capacita ` tecnica richiesto dal Disciplinare di Gara. Ovviamente la stessa considerazione vale anche con riferimento al servizio di spazzamento».

Il servizio porta a porta a Ravenna: esteso solo nel 2022

Altro dubbio, più che lecito, riguarda il servizio porta a porta. Anche qui il bando di gara di Pomezia prevede tassativamente che le ditte partecipanti abbiano come requisito un pregresso di esperienza presso una amministrazione pubblica di almeno 65 mila abitanti. E loro riportano sempre Ravenna.«Ma così come si evince da numerosi articoli di giornale, la raccolta porta a porta

a Ravenna si è estesa solo recentemente. La certificazione rilasciata da Hera S.p.A. in favore di CICLAT fa un generico riferimento ad un servizio di raccolta stradale e porta a porta. La documentazione non consente di comprendere se CICLAT abbia effettivamente svolto il servizio di raccolta porta a porta almeno per 65.000 abitanti, per tutti e tre gli anni precedenti alla pubblicazione del bando di gara», dichiara Schirru.E qualche dubbio sorge, visto che, come attestano gli articoli di stampa, sembrerebbe che "il servizio di raccolta porta a porta nel Comune di Ravenna e ` solo di recentissima introduzione". «Abbiamo allegato gli articoli, che parlano di introduzione del servizio addirittura a febbraio, marzo e maggio del 2022», spiega Schirru.

La decisione del Tar

Vista tutta la documentazione, il 17 dicembre il Tar del Lazio ha messo fine, almeno per il momento, alla spinosa questione dell'appalto dei rifiuti a Pomezia. I giudici hanno deciso l’accoglimento del ricorso principale presentato da Etambiente S.p.A., che chiedeva l'aggiudicazione definitiva della gara d'appalto per l'affidamento del “servizio di raccolta differenziata, trasporto dei rifiuti solidi urbani, altri servizi di igiene urbana e pulizia dell'arenile per il Comune di Pomezia per gli anni 2022/2029, assegnata invece alla società CICLAT società cooperativa, annullando così l’aggiudicazione degli atti presupposti ai fini dell’assegnazione del contratto. Ma da quel momento nulla è cambiato.

(continua)

febbraio 2023 www.ilcorrieredellacitta.com 11 POLITICA
La seconda gara ha avuto un vincitore differente (la Ciclat) ma anche contro questa seconda assegnazione è stato presentato ricorso sia dalla seconda (l’Etambiente) che dalla terza classificata

(segue)

Proroghe infinite

A raccogliere i rifiuti per le strade di Pomezia, al momento, è sempre Formula Ambiente. Malgrado, appunto, il vecchio appalto sia scaduto ormai da 3 anni. E qui si aprirebbe un altro capitolo ancora, perché si dovrebbero andare a vedere quali sono i costi che paga realmente il Comune di Pomezia. La proroga, infatti, sembra essere stata fatta con lo stesso contratto economico dell'appalto. Ma la domanda è: sono stati tolti i costi di ammortamento dei mezzi utilizzati - costi molto elevati - che da capitolato vanno conteggiati solo per la durata del contratto e non per eventuali proroghe? Si parla appunto di cifre consistenti, che ricadono sulle tasche dei cittadini.

Cosa succede ora?

Intanto la Etambiente non ha ricevuto alcuna comunicazione in merito all'appalto, che non è stato assegnato alla ditta toscana. Dal Comune, infatti, in oltre un mese nessuna mossa è stata fatta per ottemperare a quanto stabilito dai giudici. Vero è che Pomezia non ha un'amministrazione politica, ma è commissariata. E, oltretutto, il 5 gennaio 2023quindi non quando veniva pronunciata la sentenza - il Commissario Straordinario Dionisi, a seguito della sua promozione a Prefetto di Nuoro, ha annunciato che avrebbe lasciato presto Pomezia. In attesa del suo sostituto, che affiancherà le sub-

La decisione del Tar è arrivata a dicembre ma ad oggi nessuna ‘mossa’ è arrivata dal Comune, peraltro commissariato

commissarie Alessandra Pascarella e Laura Mattiucci, probabilmente non se la sarà sentita di prendere in mano questa situazione, anche se era già stata decisa dai giudici del Tar. Lo farà il suo sostituto? O si attenderanno le elezioni - quindi a giugno - per dare alla decisione una connotazione politica?

Perché effettivamente si tratta di una decisione: il Comune dovrà decidere se accettare quanto stabilito dal Tar o se ricorrere al Consiglio di Stato, opponendosi ancora una volta - la terza - alla vittoria di Etambiente.

La risposta di Etambiente "Qualora davvero il Comune di Pomezia non

Chi prenderà la decisione sull’appalto?

Sarà il nuovo Commissario o si aspetteranno le elezioni?

E il Comune di Pomezia farà ricorso al Consiglio di Stato oppure no?

dovesse recepire la decisione del Tar ricorrendo al Consiglio di Stato - ha dichiarato l'ingegner Ignazio Schirru, Responsabile Nazionale Produzione di ETAmbiente S.p.A.noi saremo ancora una volta pronti a difenderci come abbiamo sempre fatto. Abbiamo tenuto sempre la stessa linea, non abbiamo mai cambiato versione. I documenti parlano chiaro. Continueremo a portare quelli, certi di poter vincere anche in quel caso". Passerebbe però altro tempo e il tempo è denaro. Trattandosi di un appalto da circa 8 milioni di euro l'anno, in caso si andasse oltre, state valutando l'idea di chiedere un risarcimento economico? "Al momento no. La cosa però non è ancora stata valutata nell'ottica di un ricorso al Consiglio di Stato, cosa che, come ha detto lei, farebbe allungare di molto i tempi". Intanto il Comune deve spendere, oltre i costi dei propri legali, con parcelle di certo non troppo economiche, 6.000 euro di risarcimento in favore di Etambiente, come deciso dai giudici.

Il caos sull’appalto rifiuti a Pomezia: due bandi, due vincitori diversi, e la decisione definitiva con l’assegnazione al primo aggiudicatario. Intanto però a raccogliere i rifiuti è la vecchia ditta in proroga: ma a quali costi? E perché il Comune ancora non si è espresso?

Ecco il nuovo Commissario, poi le elezioni

I “CONTI IN SOSPESO” - Cambia ancora la guida Amministrativa della città di Pomezia. Il Commissario prefettizio Giancarlo Dionisi, nominato dopo la caduta della Giunta Zuccalà quattro mesi fa, lascia a distanza di poco tempo il suo incarico e al suo posto arriva il Dott. Gianfranco Tomao, già Prefetto presso il Ministero dell’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza e presso le Prefetture di Cosenza, Livorno e Cagliari, e affiancherà le subCommissarie Alessandra Pascarella e Laura Mattiucci. A motivare il nuovo avvicendamento in Comune è la nomina di Giancarlo Dionisi a Prefetto di Nuoro. Dionisi, lo ricordiamo, era arrivato a Pomezia lo scorso settembre dopo il terremoto politico che aveva travolta l’ultima Amministrazione politica targata Movimento 5 Stelle. Dopo i dissidi scoppiati durante l’estate all’interno della maggioranza guidata da Adriano Zuccalà, tutti i nodi

erano infine venuti al pettine a fine agosto con il Sindaco che era stato sfiduciato. Adesso quindi il nuovo cambio alla guida del governo cittadino che porterà Pomezia alle prossime elezioni amministrative in programma tra pochi mesi. Tante le questioni in sospeso ad attendere il nuovo fun-

zionario che però, anche per via del poco tempo che avrà a disposzione, con tutta probabilità verranno lasciate in 'eredità' al nuovo Sindaco: oltre all'appalto rifiuti c'è sempre sullo sfondo la presunta precaria situazione economico-finanziaria del Comune - di cui ancora nessuno ha dato conto ai cittadini - il pronunciamento del Tribunale contro il Comune nell'ambito dei PEBA, fino ad arrivare al futuro di Piazza Ungheria a Torvaianica. Insomma, un bel daffare pronti-via per chi vincerà le prossime elezioni.

PEBA, appalto rifiuti, situazione economica dell’Ente e tanti altri temi su cui, pronti via, il nuovo Sindaco di Pomezia dovrà mettere mano.

Prima però ci sarà la nomina del nuovo Commissario che succederà a Dionisi

febbraio 2023 12 Il Corriere della Città POLITICA

Firme false per i soldi dell'assistenza ai disabili

La sentenza choc: “Solo 11 firme su 148 erano della paziente”. Comune di Pomezia condannato

Ben 137 firme false su 148. Ore e ore di assistenza domiciliare che però, nei fatti, non erano state erogate perché la firma nei rapportini di servizio non erano della paziente, la signora Rosa, una disabile poi deceduta nel 2014, bensì di altre persone. Prestazioni mai erogate che pure erano state conteggiate dal Comune Di Pomezia nel richiedere i soldi ai familiari della donna: perfino quando la paziente si trovava in Ospedale o nel giorno stesso della sua morte. Circa 5.400 euro la richiesta formulata sotto forma di ingiunzione di pagamento: soldi che però non dovranno essere pagati visto che, come recita la sentenza pubblicata a gennaio dal Tribunale di Velletri a seguito anche di una perizia calligrafica, quelle firme non le aveva messe la signora Rosa – tranne che in appena 11 casi – ma erano state contraffatte ad arte.

La vicenda

Di questa inquietante vicenda ce ne stiamo occupando ormai da tempo, da quando cioè il Comune di Pomezia aveva presentato il conto, salatissimo, alla famiglia della donna per le presunte prestazioni di assistenza domiciliare che non erano state saldate. Parliamo per la precisione di 5.402 euro riferite a 296 ore di assistenza (più di 18 euro per ogni singola ora di assistenza, ndr) per l'anno 2013. A contestare quanto richiesto dall'Ente era stata la figlia della donna, la signora Antonella, che si era rivolta all'epoca al nostro giornale, perché da subito quel conto per la famiglia era apparso oltremodo sovradimensionato; anche perché le condizioni della mamma erano peggiorate dal 2012 e in particolare la figlia stessa aveva deciso di assisterla direttamente. Tuttavia, nonostante le note protocollate al Comune con la richiesta di riconteggio, per tutta risposta la famiglia aveva ricevuto dall'Ente un'ingiunzione di pagamento. Quei soldi, per l'Ente locale, devono essere versati: a riprova di questo ci sarebbero i rapportini di servizio dell'attività di assistenza domiciliare erogata da gennaio 2013 a febbraio 2014. Ma è proprio prendendo visione di quei documenti che la famiglia si rende conto che qualcosa non torna: né le date, dato che le prestazioni si riferiscono anche a quando la signora Rosa era in Ospedale e perfino il giorno della sua morte, né sopratutto le firme, che appaiono diverse da quella della madre. Per questo nell'agosto del 2018 la signora Antonella decide di denunciare il tutto alla Guardia di Finanza di Pomezia. Il processo

Inoltre, per opporsi al conto salatissimo presentato dall'Ente, la famiglia decide di impugnare l'ingiunzione di pagamento in

Tribunale con i seguenti motivi: innanzitutto ribadendo che ai Servizi Sociali del Comune di Pomezia era stato presentato l'ISEE dal quale risultava che era esente dal pagamento di tale servizio di assistenza; in secondo luogo contestando le ore di assistenza indicate dai Servizi Sociali a sostegno del credito del Comune di Pomezia in quanto non corrispondevano a quelle effettivamente svolte dalle assistenti domiciliari dell’allora Pomezia Servizi Spa (che si occupava di erogare le prestazioni, ndr). Il Comune di Pomezia decide di costituirsi in giudizio dando così via al procedimento civile, con la prima udienza fissata il 27 febbraio 2019. Dopodiché trasmette alla famiglia, un po' a sorpresa, una lettera raccomandata rettificando in minima parte l'importo richiesto (fino a scendere a 4.400 euro circa); A quel punto la famiglia sporge un'altra denuncia sempre alla Guardia di Finanza di Pomezia, integrando quella precedente, presentando la lettera da cui deriverebbe, da parte dello stesso Comune di Pomezia, l’incertezza dell’effettività delle ore prestate di assistenza domiciliare. La stessa lettera viene poi trasmessa al Giudice dall'Avvocato difensivo della signora Antonella, Giuseppe Sessa, nel corso della prima udienza per chiedere l'annullamento dell'ingiunzione di pagamento e la cessazione della materia del contendere. Il Tribunale rigetta la richiesta adducendo come motivazione tecnica che una mera lettera non poteva sostituire un'ordinanza di ingiunzione; al tempo stesso tuttavia rappresentava inequivocabilmente "un sintomo" dell’incertezza del credito da parte del Comune per cui il Giudice, pur facendo proseguire il processo, provvedeva a sospendere l'ingiunzione.

La perizia calligrafica

E arriviamo così allo snodo cruciale della vicenda. La signora Antonella presenta querela di falso contro il Comune di Pomezia in merito alle firme presenti sui famosi rapportini di servizio. Per la famiglia quelle firme autografe non sono della madre. Prima di procedere all’espletamento della querela, così come dispone il rito civile, il Giudice

dell’impugnazione ha interpellato il difensore del Comune di Pomezia chiedendo se, nonostante la proposizione querela di falso, volesse utilizzare o meno tali rapporti a sostegno delle ragione del Comune convenuto: nel primo caso, la querela si sarebbe svolta con l’accertamento della veridicità delle firme; nel secondo caso i rapporti sarebbero stati espunti dal giudizio, per cui il giudice non avrebbe tenuto conto degli stessi per la sua decisione, e la querela di falso con conseguente perizia calligrafica non si sarebbe svolta. L'Ente, evidentemente convinto delle proprie ragioni, opta per la prima scelta. Pertanto il Giudice del Tribunale di Velletri, dopo aver nominato il CTU, dispone la perizia calligrafica per accertare se le firme apposte sui rapporti di servizio fossero effettivamente della paziente oppure no.

Le firme sono false

L'analisi comparativa, acquisita la documentazione, è stata eseguita su un totale di 148 firme ritenute ammissibili dal Giudice tra quelle presentate e apposte sui fogli presenza intestati alla Pomezia Servizi. Ebbene, “dall'esame peritale e dagli accertamenti le firme in verifica dalla numero X1 alla X136 e la numero X148 (per un totale di n. 137 su 148) – si legge nella relazione del CTU, sia nella versione preliminare che in quella definitiva –precisamente quelle apposte sui ‘Fogli presenza della Pomezia s. r. l.’ nei mesi che vanno da Gennaio 2013 a Dicembre 2013 e Gennaio 2014 (2° foglio) non sono state redatte dalla mano della de cuius Rosa”. La relazione conclude ribadendo che si certifica pertanto “una fattispecie di compilazione/falsificazione per imitazione a mano libera ad opera di mano estranea” per tutte le firme identificate come contraffatte. Ovvero quello che Antonella, sua sorella e tutta la famiglia della signora Rosa hanno sempre sostenuto.

La sentenza

A quel punto, viste le risultanze emerse, il Giudice del Tribunale di Velletri ha condannato il Comune di Pomezia annullando con data 14 dicembre 2022 l’ordinanza di ingiunzione; dopodiché in data 17 gennaio 2023, l'Avvocato Sessa ha notificato tale sentenza al difensore del Comune di Pomezia al fine di far decorrere il termine breve di impugnazione di trenta giorni. Adesso la signora Antonella, terminato il processo dal punto di vista civilistico, dovrà decidere se rivolgersi anche alla Procura della Repubblica di Velletri per accertare eventuali ipotesi di reato in danno alle persone coinvolte nella vicenda.

febbraio 2023 14 Il Corriere della Città POLITICA

Il Tribunale di Roma ha condannato a gennaio il Comune di Pomezia per “condotta discriminatoria” nell'ambito della nota vicenda riguardante i PEBA, i piani per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Si tratta di una sentenza storica perché per la prima volta, come sottolineato dall'Avv. Alessandro Gerardi che ha curato il ricorso avanzato nel 2019 dalla Cellula Luca Coscioni, è stato messo nero su bianco dai Giudici che la mancata adozione del PEBA da parte di una Pubblica Amministrazione costituisce una “condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità”. Ma, per quanto riguarda il caso specifico del Comune di Pomezia, la decisione del Tribunale obbliga adesso l'Ente a rimuovere entro la fine dell'anno anche tutta una serie di barriere architettoniche puntuali presenti (e non rimosse) sul territorio; un elenco di nove punti descritti nel dettaglio in una relazione allegata al fascicolo depositato contro il Comune. E sui quali adesso bisognerà intervenire al più presto considerando che, come recita l'ordinanza, già entro giugno dovrà essere intanto adottato un piano di rimozione insieme all'Aassociazione Coscioni.

Una bella incombenza che si ritroverà sul tavolo, pronti via, il nuovo Sindaco della città considerando le ormai imminenti elezioni Comunali.

La relazione dell'Arch.

Paolo Moscogiuri

realtà di una città che, ancora oggi, risulta oltremodo carente sul fronte dell'accessibilità alle persone con disabilità.

N. 1 Via Orazio: codice tattile (pericoloso) e tutto da rifare

Ad ogni modo analizziamo le criticità sollevate dall'architetto Moscogiuri partendo dal punto numero 1 della relazione. Il primo tratto portato all'attenzione è quello del codice tattile presente in Via Orazio dal civico 43 al 79. Perché “non basta semplicemente realizzare delle opere” ma bisogna anche “farle bene” rispettando le normative vigenti. Si legge pertanto nella relazione a questo proposito:

PRONUNCIAMENTO STORICO

Per la prima volta è stato stabilito che la mancata adozione dei PEBA costituisce condotta discriminatoria collettiva avverso le persone con disabilità. Il Comune di Pomezia è stato condannato a seguito del ricorso presentato dalla cellula Coscioni nel 2019

In questa nostra prima parte d'inchiesta ci occuperemo dei primi cinque punti sollevati dalla relazione mentre nel prossimo numero, in uscita a marzo 2023, dei restanti. A curare il lavoro di documentazione, che comprende le principali criticità esistenti sul territorio, è stato l'Architetto Paolo Moscugiuri, esperto sul tema delle barriere architettoniche. Si parte dal lungomare di Torvaianica, passando per via Ovidio, fino al codice tattile errato posizionato su via Orazio. E ancora: alcune fermate bus, dei tratti della via del Mare o di via Cavour e via Columella. Aspetti che anche noi de Il Corriere della Città avevamo evidenziato negli anni passati con le nostre inchieste portando alla luce la

“In questo tratto di strada, nella costruzione del marciapiede, sono state usate piastrelle per il codice tattile per i non vedenti in modo errato e pericoloso”. Queste ultime, che con il codice a calotte sferiche indicano l'obbligo di fermarsi per immediato pericolo (fine marciapiede e inizio strada), invece “di essere disposte in orizzontale e prima del cordolo”, come prescritto, “sono state usate in sostituzione di quest'ultimo e addirittura messe per obliquo a 45 gradi”. In tal modo rappresentano “un pericolo perché possono provocare la caduta di chiunque ma particolarmente di un soggetto fragile”. Anziani, bambini, disabili motori, ipovedenti o non vedenti, che potrebbero trovarsi improvvisamente, non percependo il segnale di arresto, un piano inclinato sotto ai piedi.

N. 2. Via Orazio altezza numero civico 61. Andiamo avanti. Sempre in questo tratto di strada, il Comune di Pomezia in occasione

della costruzione del marciapiede, risalente circa all'anno 2008, “non ha eliminato una barriera, costituente grave pericolo, come impone il DPR 503/96, né ha predisposto nessun accorgimento di protezione come un muretto o una ringhiera”, spiega l'Architetto nella sua relazione. In questo caso troviamo infatti “un improvviso “sbalzo” che nel punto più alto misura più di 50 cm, alla cui base si apre una lunga e ripida rampa di accesso a un box”. La situazione gravasull'incolumità di chiunque, ma in particolar modo dell'utenza più debole: nuovamente bambini, anziani, disabili motori, non vedenti e ipovedenti. “Nell'ipotesi che una parte del marciapiede ricada poi in proprietà privata, questa non è segnata e la pavimentazione è uniforme, costruita cioè tutta dal Comune di Pomezia; pertanto il camminamento è di fatto sottoposto a servitù di pubblico passaggio”, continua la relazione.

N. 3 Via Columella al numero civico 24 Vediamo il terzo punto. In questo tratto di strada il Comune ha costruito una rampa di accesso alla scuola materna, partendo dalla carreggiata e sovrastando il marciapiede. “Si è cosi creata una barriera insormontabile per un disabile motorio e pericolosa per un non vedente o ipovedente”, relaziona l'Architetto. “Oltre tutto il problema di accesso all'interno del cortile era facilmente risolvibile facendo iniziare la rampa all'intero del cortile, essendo questo molto lungo. In questa maniera invece, si è interrotta la continuità del percorso pedonale, costringendo la persona disabile a invadere la carreggiata e mettendo a rischio la propria incolumità”, aggiunge Moscogiuri.

La seconda parte dell’ordinanza emessa dal Tribunale contro il Comune di Pomezia riguarda l’abbattimento di 9 specifiche barriere architettoniche elencate in una relazione, allegata al procedimento dinanzi al Giudice, a firma dell’arch. Moscogiuri, esperto sul tema. Ecco quali e dove sono

(continua) 16 POLITICA Il Corriere della Città febbraio 2023
“Persone con disabilità discriminate a Pomezia”: Comune ob
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Le barriere architettoniche in Via Orazio: codice tattile da rifare e pericoloso dislivello

bbligato a rimuovere le barriere architettoniche entro l'anno

(segue)

N.4 Via del Mare dal numero civico 1 al 59. Proseguiamo. Passiamo alla Via del Mare, oggetto in questi ultimi tempi di lavori che ne hanno ridisegnato il percorso sia per i pedoni che per il traffico motorizzato. Ad ogni modo la relazione cita “il marciapiede che presenta varie tipologie di barriere, dal palo dell'illuminazione pubblica, al cartellone pubblicitario, alla sconnessione estrema della pavimentazione, alla sosta selvaggia permanente, fino ad ostruire completamente la fermata del bus e costringere il pedone a sostare sulla carreggiata”. “Per una persona in carrozzella o non vedente, questo camminamento è di fatto impossibile da percorrere costituendo vera e propria discriminazione”, sentenzia la

relazione.

Adesso andranno tolte entro dicembre

N.5 Via Roma al numero civico 193b Chiudiamo questa prima parte del nostro servizio con Via Roma, la strada principale di Pomezia. Si legge nel testo: “Qui il marciapiede con fermata bus è totalmente impraticabile per la sua ridotta larghezza, per la presenza di alberi, ostacoli varie e per una palina pubblicitaria posizionata al centro della

rampa di accesso. Questa situazione non solo contravviene a ogni norma dettate dalle leggi 236/89 e 503,96, ma anche della 67/2006 che traccia i presupposti della discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, che come in questo caso gli viene negato di usufruire di un servizio importante”.

A gennaio il Comune di Pomezia è stato condannato “per condotta discriminatoria” per la tardiva adozione dei PEBA e per la mancata eliminazione delle barriere architettoniche.
febbraio 2023 www.ilcorrieredellacitta.com 17 POLITICA
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Sovrappasso sulla Pontina a Pomezia, ci siamo

I lavori sono pronti a partire: “Il nuovo ponte sarà più sicuro e accessibile anche ai diversamente abili”

Sono passati ben cinque anni da quando il cavalcavia pedonale situato nel territorio di Pomezia, all'altezza di Via Carlo Poma, era stato chiuso poiché pericolante. Dopodiché, dal 2018 – in mezzo le tante proteste dei residenti di quella zona considerando che la struttura era l'unico attraversamento pedonale esistente sulla Pontina – erano passati tre anni per arrivare alla sua demolizione. Da quel momento era attesa, a stretto giro, la sua ricostruzione. Ricostruzione che però, ad oggi, non è ancora avvenuta. Ma in tal senso ci sono importanti novità.

Lavori in (grande) ritardo Sì perché a seguito della demolizione avvenuta nell'agosto 2021 era stata annunciata per dopo l'estate di quello stesso anno la costruzione della nuova struttura. Ma anche in quel caso le tempistiche erano state disattese tanto che ci eravamo rivolti ad Anas, che ha preso la competenza della Pontina da Astral negli anni scorsi, per sapere se ci fossero aggiornamenti. In quella circostanza (era settembre 2021) la società ci aveva fatto sapere che per la fine di quell'anno i lavori sarebbero dovuti iniziare ma qualcosa evidentemente deve aver provocato nuovi ritardi. Uno scenario, come abbiamo potuto documentare anche all'interno di questa rivista, comune a molti cantieri in corso d'opera complice, tra gli altri, il difficile quadro internazionale e la relativa difficoltà di approvvigionamento di materiali e materie prime.

UN’OPERA

ATTESA DA ANNI

Le tappe di questa vicenda:

2018: Astral, precedente ente gestore, chiude il ponte poiché pericolante

2021: La struttura viene demolita dal nuovo ente gestore, Anas 2023?: Realizzazione della nuova opera, fine dei lavori stimata entro la prossima stagione estiva

2021: adesso sarà finalmente ricostruito

I nuovi tempi e il futuro dell'opera Ad ogni modo, come detto in apertura, ci sono novità in vista. Sì perché a gennaio abbiamo scritto nuovamente ad Anas per sapere quali fossero le nuove tempistiche. Ebbene, la società fa sapere intanto che i lavori “sono in corso di esecuzione” (come si può vedere in loco) e che il completamento “è previsto prima della prossima stagione estiva”. Entriamo nel dettaglio. “Ad oggi, dopo aver definito con il comune di Pomezia e la Polizia Municipale la disciplina provvisoria della viabilità per il periodo relativo ai

lavori, si è proceduto alla cantierizzazione delle due aree in cui verranno realizzate le torri, una in direzione Latina ed una in direzione Roma. Attualmente sono in corso di esecuzione la realizzazione della segnaletica di cantiere e le lavorazioni relative alla realizzazione delle nuove opere di fondazione costituite da platee su pali di grande diametro”. Anche il progetto del nuovo ponte presenta interessanti aspetti che vale la pena di evidenziare: “Inoltre in merito ai lavori di realizzazione del nuovo cavalcavia pedonale in acciaio (situato esattamente al km 27,948 della SS 148 Pontina, ndr) si tiene a specificare che la nuova opera, costituita da travi reticolari in acciaio e torri in cemento armato, prevede il miglioramento delle condizioni di sicurezza per i flussi pedonali e veicolari di traffico nonché l’abbattimento delle barriere architettoniche grazie alla realizzazione di corpi ascensore (la vecchia struttura aveva soltanto le scale, ndr) che permetteranno la fruizione dell’attraversamento anche ai diversamente abili”.

Anas: “I lavori di realizzazione del nuovo cavalcavia pedonale in acciaio al km 27,948 della SS 148 Pontina sono in corso di esecuzione”. In corso di installazione la segnaletica, poi via al cantiere

Il caso

LA CRONACA DI QUESTI ULTIMI ANNI - Il ponte, lo ricordiamo, rappresentava l’unico collegamento per andare da una parte all’altra della Pontina. Siamo in Via Carlo Poma, a due passi peraltro della sede Inps di Pomezia. Ma l'unica possibilità per spostarsi a piedi è soltanto quella di percorrere la parallela della Statale 148 utilizzando un sottopasso privo di marciapiedi, con evidenti rischi per i pendolari che si spostano col bus per andare e tornare da Roma o Latina. Senza contare i tempi, davvero lunghissimi per completare il tragitto. Per questo motivo, fino a prima della demolizione, molti pendolari erano stati disposti, aggirando le barriere di chiusura, a “correre” il rischio di passare sul ponte nonostante la sua acclarata pericolosità in termini di tenuta strutturale; altri ancora, per fortuna pochi, ma ciò non ha evitato il verificarsi di incidenti anche gravi (almeno un morto e due feriti in modo serio il bilancio ad oggi), sfidavano la sorte attraversando a piedi direttamente la Pontina. Un fenomeno a dir poco folle, sorto nuovamente proprio nelle ore successive all'abbattimento del cavalcavia. Il problema è stato sempre sollevato dai residenti della zona anche attraverso le associazioni di quartiere – come il locale “Comitato 2P” che abbiamo incontrato più volte – sin dal 2018 data della chiusura da parte dell'ente gestore (allora c'era Astral, ndr) perché ritenuto pericolante. Ma nonostante le proteste non sono mai state trovate soluzioni temporanee alternative nemmeno da parte del Comune di Pomezia al quale i cittadini si erano appellati più volte. Adesso, finalmente, sembra essere arrivata la svolta in questa annosa vicenda.

Al via i lavori per il nuovo ponte pedonale sulla Pontina all’altezza di Via Poma: l’opera dovrebbe essere completata prima della prossima stagione estiva. La struttura verrà dotata anche di corpi ascensore per consentire l’accesso alle persone con disabilità

febbraio 2023 18 Il Corriere della Città CRONACA
Il vecchio ponte, pericolante, abbattuto ad agosto

“Valore Civico – Una Nuova Idea di Città per Pomezia”

Fra le novità del panorama politico locale a Pomezia, un posto di primo piano spetta alla lista Valore Civico, che sta facendo parlare molto di sé ed ha già avviato una serie di eventi pubblici e di occasioni di condivisione e di ascolto della cittadinanza. Alla base della proposta politica di questa organizzazione è una Nuova idea di Città per Pomezia. Valore Civico, infatti, non racchiude al suo interno i soliti volti della politica locale, ma cittadini che per anni si sono impegnati nell’associazionismo e hanno dato vita a numerose battaglie per la difesa dell’interesse pubblico. In cima agli obiettivi c’è, infatti, la volontà di amministrare con competenza ed efficienza la comunità di Pomezia, partendo anzitutto dai valori locali, rimettendo al centro dell’agenda politica la lotta per i diritti sociali (lavoro, ambiente, qualità della vita, cultura) e l’interesse collettivo, per rilanciare – davvero – Pomezia! Giacomo Castro, coordinatore di Valore Civico, ci illustra lo spirito, gli obiettivi e le volontà della forza politica da lui presieduta, dopo undici anni passati alla guida dell’Associazione Latium Vetus, molto nota e attiva a Pomezia e che in questi anni ha portato avanti una serie di battaglie molto rilevanti per il territorio: dal contrasto alla realizzazione di ben due centrali di rifiuti a Santa Palomba (Cogea e Suvenergy), alla tutela del complesso medievale di Torre Maggiore, alla ben nota battaglia per la riapertura delle strade del Borgo di Pratica di Mare fino al ricorso al TAR del Lazio contro la mega lottizzazione all’ex industria Tacconi a Campo Selva, fra Pomezia e Torvajanica.

L’intervista

Tanti anni nell’associazionismo e ora l’ingresso in politica. Perché?

“In questi anni in molti ci siamo impegnati tanto per il territorio. È stato molto formativo e bello, perché abbiamo portato avanti (cosa che farò anche in futuro!) un’idea di città sostenibile, accogliente, vicina alle persone, che tutela i diritti di tutti e non solo i privilegi di pochi e soprattutto, dà valore alla sua millenaria storia e al suo territorio caratterizzato da tanti luoghi di valore. Purtroppo, la politica locale non è stata vicina alle proposte di gran parte dell’associazionismo. Al contrario, molte associazioni sono state contrastate. Anche io ho vissuto questa esperienza, condivisa con altri presidenti, attivisti e cittadini ‘colpevoli’ di essere liberi, di non essere ‘fedeli’ al capetto di turno ovvero di avere un’idea di città al di là degli interessi dei soliti noti. La considerazione che ora va fatta è questa: chi tiene al territorio, alla qualità della vita dei cittadini e all’interesse collettivo non ha rappresentanze politiche. È il momento di agire, di darsi da fare, ancora di più, per realizzare quel sogno per Pomezia, che abbiamo da sempre. Valore Civico punta a questo!”

Qual è il sogno di cui lei parla, la nuova idea di città per Pomezia?

“Pomezia è una città sostanzialmente ‘ferma’ da troppo tempo. Prima a causa delle scelte insostenibili della ‘vecchia politica’ e negli ultimi anni, di politici privi di visione, coraggio e capacità. L’interesse

pubblico deve tornare al centro dell’azione amministrativa, che deve esaltare i valori e le specificità locali, le competenze dei nostri cittadini, delle nostre imprese e delle associazioni. Il faro che deve guidare le scelte politiche deve essere la qualità della vita dei cittadini, non gli interessi dei soliti noti, delle varie lobbies e delle scuderie di partito”. Quali sono i punti programmatici per attuare questa nuova idea di città per Pomezia?

“Ripartire dai diritti sociali, abbandonati dalla politica nazionale. È necessario affrontare fin da subito le sfide legate allo sviluppo economico e al mondo del lavoro. La nostra comunità deve infatti rimettersi in cammino e deve ricominciare a correre. Dobbiamo tornare ad occuparci con competenza della cura dei nostri quartieri, della salvaguardia del territorio e dei beni comuni, senza tralasciare l’identità culturale, tanto negata in questi decenni ai nostri cittadini, che in molti casi nemmeno conoscono Pomezia e il suo straordinario territorio, ricco di potenzialità. È indispensabile valorizzare Torvajanica e l’attrattività turistica di Pomezia e del suo territorio, e potenziare la mobilità e le infrastrutture”.

Quali sono i vostri prossimi appuntamenti?

“Valore Civico ha avviato una fase di analisi delle necessità della comunità e di ascolto delle associazioni, delle imprese e dei cittadini. Siamo partiti con la diffusione del ‘Questionario conoscitivo delle esigenze dei quartieri e dei cittadini di Pomezia’, disponibile per tutti in forma cartacea presso i nostri banchetti ed ora anche in modalità digitale tramite il nostro sito internet www.valorecivicopomezia.it. Abbiamo, inoltre, dato avvio ad un ciclo di incontri programmatici, denominato Il Futuro di Pomezia, che si terranno presso la nostra sede sita al num. 03 di Piazzale delle Regioni in località Collefiorito tutti i sabati fino al prossimo 11 marzo, con il compito di approfondire ciascuno una tematica strategica per il territorio di Pomezia. Puntiamo così a scrivere, insieme ai cittadini, il programma amministrativo 2023 - 2028 di Valore Civico, che dovrà essere ambizioso ma anche rispondente alle reali necessità della nostra comunità. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare!”.

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A sx il calendario di incontri con Valore Civico; a dx il codice QR per approndire le loro proposte Giacomo Castro, dopo anni di battaglie a difesa del territorio, presenta il nuovo progetto politico per la città

Buca transennata da oltre sei mesi a Pomezia

Il pericolo è stato segnalato più volte ma nessuno interviene per ripararla: “E' una strada privata”

Ci occupiamo di una segnalazione ricevuta dalla nostra redazione in merito ad una buca presente da tempo, almeno da sei mesi, in Via dei Castelli Romani all'altezza del civico n. 2. Il problema non è di poco conto perché costituisce un grave pe-

ricolo sia per i pedoni che per le auto. Ci spiega il lettore: “Più volte ho inoltrato l'avviso tramite l'applicazione Municipium al Comune di Pomezia ma nessuno è ancora intervenuto”. Il cittadino ci fa sapere inoltre che, in una delle risposte ricevute, l'Ente avrebbe precisato che la buca si trova in una strada privata e pertanto non è possibile in-

tervenire. “Ma di chiunque sia la competenza è surreale lasciare un simile pericolo per mesi e mesi senza fare niente – commenta il lettore – a gennaio una signora anziana è anche caduta in quella spaccatura: cos'altro dobbiamo aspettare?”

febbraio 2023 22 Il Corriere della Città CRONACA
La buca in Via dei Castelli Romani a Pomezia: il pericolo è stato segnalato anche tramite l’app Municipium

ECOSYSTEM – Soluzioni innovative per la Filiera dei RAEE

Ecosystem investe in un sistema di recupero dei RAEE altamente tecnologico che è stato riconosciuto da parte del Ministero dell’Ambiente (MASE) come Progetto Faro per l'economia circolare nell'ambito del bando PNRR ellulari, computer, macchine fotografiche digitali e poi elettrodomestici, giocattoli elettronici, lettori Mp3: al giorno d'oggi, in un era post-industriale, se ne acquistano sempre di più. Anche perché la tecnologia avanza e il tempo di vita dell'apparecchiatura si accorcia: la cosiddetta “Teoria dell'usa e getta” per cui compriamo, usiamo, e poco dopo tempo buttiamo. Questo significa che siamo letteralmente sommersi dai rifiuti elettronici, conosciuti come RAEE (acronimo di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che rappresentano oggi la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale. Pertanto, trovare un modo per riciclarli il più possibile rappresenta una delle più importanti sfide in tema ambientale. La nostra vita così “hi-tech” ha un costo enorme per l'ambiente: basti pensare che solo in Italia, nel 2022, sono state gestite 246 mila tonnellate di e-waste o tecno-rifiuti e lo scenario si prospetta sconfortante perché questo numero tenderà a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni. Altro problema è la tendenza al loro errato smaltimento. Difatti, uno degli atteggiamenti e degli errori più diffusi dei cittadini è quello di gettare i tecnorifiuti (principalmente di piccole dimensioni come caricabatterie, auricolari, cellulari, ecc.) nel cassonetto della plastica o in quello della raccolta indifferenziata pur di eliminarli dalle proprie case. Ancora non a tutti è noto che questa categoria di rifiuti deve essere smaltita presso il centro di raccolta comunale, oppure può essere affidata ai rivenditori di apparecchiature elettroniche in virtù del principio dell'Uno contro Uno o dell'Uno contro Zero.* I RAEE sono rifiuti da trattare in maniera del tutto speciale e da smaltire secondo

determinate modalità. In Ecosystem da sempre trattiamo e recuperiamo questa specifica categoria di rifiuti. Come viene spesso ricordato da Luca Dante Ortolani, Direttore commerciale dell'azienda, nel corso di oltre 40 anni di attività nel campo dei servizi ambientali, ci troviamo anno dopo anno a dover gestire sempre più grosse partite di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. L'evoluzione tecnologica, che fa passi da gigante, il consumismo e la teoria dell'usa e getta, rendono allarmante la gestione di questa categoria di rifiuti, facendo prospettare grosse difficoltà in termini ambientali per la loro gestione. A fronte di queste problematiche, l'azienda ha deciso di rafforzare il suo sistema di recupero dei RAEE, presentando un

Nel 2022 in Italia sono state gestite 246 mila tonnellate di tecno rifiuti. Inoltre permane la tendenza errata (e pericolosa) a smaltire i prodotti elettronici nell’indifferenziata o nella plastica anziché negli appositi centri Comunali

Il progetto di Ecosystem per “l'ammodernamento e la realizzazione di impianti per il riciclo dei RAEE” che è stato riconosciuto meritevole di essere tra i Progetti Faro per l'Economia Circolare del MASE nell'ambito del bando PNRR

progetto inerente “l'ammodernamento e la realizzazione di impianti per il riciclo dei RAEE” che è stato riconosciuto meritevole di essere tra i Progetti Faro per l'Economia Circolare del MASE nell'ambito del bando PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza). Abbiamo fortemente voluto compiere un ulteriore passo verso l'innovazione tecnologica per una gestione eco-sostenibile degli e-waste. Oltre al rispetto delle direttive sia nazionali che europee in tema rifiuti, con questo progetto sarà finalmente possibile recuperare diverse tipologie di plastiche che compongono il rifiuto e che fino ad oggi venivano inviate a recupero energetico o, nel peggiore dei casi, in discarica. Il sistema di captazione delle plastiche si avvale di una serie di lettori ottici altamente tecnologici e innovativi in questo settore. In conclusione, possiamo affermare con certezza che per poter realizzare davvero una economia circolare è indispensabile implementare altri progetti come questo, che mirano all'effettivo “ricircolo” di ogni componente recuperata con l'obiettivo di ridurre sempre più l'esigenza di ricorrere allo smaltimento in discarica.

C
*Il ritiro 1 contro 1, disciplinato dal D.M. 65/2010, consiste nella consegna del proprio RAEE al negoziante al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente e riguarda anche gli acquisti online. Il ritiro 1 contro 0, previsto dal D.M. 121/2016, consiste nella consegna dei propri RAEE di dimensioni inferiori ai 25 cm presso i punti vendita con superfici dedicate alla vendita delle AEE superiori ai 400 mq. Il servizio è facoltativo per i punti vendita con superfici inferiori. www.cdcraee.it Vita hi-tech e l’ossessione dell’usa e getta: la nostra società sommersa dai rifiuti elettronici Ecosystem rafforza il suo sistema di recupero dei RAEE con un progetto faro per l'economia circolare

“Nessuno ci affitta casa perché abbiamo un cane”

La storia di una famiglia di Pomezia: “A luglio dobbiamo cambiare abitazione e non sappiamo dove andare”

Non riescono a trovare casa perché...hanno un animale in famiglia. E' questa la surreale situazione che sta vivendo da una famiglia composta da cinque persone di Pomezia. Cinque persone più una “cagnolona” che nessuno, sembrerebbe, accetta di mettere all'interno delle abitazioni affittate. Il problema è che tra pochi mesi la famiglia dovrà lasciare l'appartamento in cui vive senza però aver trovato ancora una soluzione alternativa.

L'incredibile storia della signora Veronica E così la signora Veronica ha deciso di rivolgersi alla nostra Redazione nella speranza che qualcuno l'aiuti a risolvere il problema. “Vi scrivo per raccontarvi una cosa che mi sta accadendo da qualche mese a questa parte e che secondo me ha dell'assurdo”, ci spiega. “Vivo in affitto in un appartamento della 167, siamo una famiglia semplice, abbiamo dei figli che vanno a scuola nelle vicinanze e lavoriamo entrambi a tempo indeterminato per un'importante multinazionale”. “A luglio però – prosegue Veronica – dovremo cambiare casa perché scade il contratto e la proprietaria ha deciso di vendere l'immobile”. Sembra una storia come tante ma al momento di cercare una nuova casa ecco arrivare i problemi. “Iniziamo a guardarci intorno per cercare una casa con una metratura idonea per 5 persone (e già non è una cosa semplice nel nostro territorio), con un prezzo abbordabile visto che

Né a Pomezia, né ad Ardea sembrano esserci soluzioni idonee in affitto per la famiglia dato che nessuno vuole animali domestici

La famiglia della signora Veronica è composta da cinque persone più una ‘cagnolona’ di cinque anni adottata da un canile circa un anno fa

siamo a Pomezia e non ai Parioli. Per fortuna ogni tanto capita un immobile: chiamiamo tempestivamente l'agenzia immobiliare e quando dichiariamo di avere un cane la risposta è sempre la stessa "mi dispiace, il proprietario non vuole animali domestici”. Insomma poco importa avere dei redditi certi, come sembrerebbe essere il caso della famiglia di Veronica, se c'è un animale di mezzo non se ne fa niente.

“Che alternative abbiamo?”

“In altre parole dato che abbiamo un cane non siamo “degni” di avere una casa. E attenzione: non solo a Pomezia considerando che in un'occasione ho chiamato anche per una

villa ad Ardea con un giardino grande ma la risposta è stata la medesima”. “Noi abbiamo una cagnolona di 5 anni presa dal canile poco più di un anno fa. Ovviamente continueremo a cercare e a cercare ma intanto trovo assurda questa situazione”, è l'amaro commento della signora. Possibile che non esistano altre soluzioni? Sembrerebbe di no considerando che la famiglia è finita in una sorta di limbo in cui si hanno sufficienti risorse economiche per permettersi di pagare regolarmente un affitto (e avere il resto per vivere), ma non abbastanza per acquistare una casa (o chiedere magari un mutuo aggiungiamo noi); al tempo stesso però non si è abbastanza “indigenti”, passateci l'espressione, per rientrare nei requisiti di accesso alle case popolari. Ammette infatti Veronica: “Se avessi avuto la possibilità di comprare casa l'avrei fatto e sicuramente – proprio perché in famiglia lavoriamo in due – non ci sarà mai possibilità per un alloggio popolare. Sicuramente i proprietari di case hanno avuto delle brutte esperienze, ma non siamo tutti uguali. Nel caso decidiate di pubblicare questa storia spero in una riflessione da parte dei lettori”.

Il paradosso di trovarsi in una condizione economica sufficiente per pagare un affitto (e avere di che vivere) ma non abbastanza da comprarsi una casa di proprietà; al tempo stesso, viceversa, di non essere ‘abbastanza indigenti’ da rientrare nei requisiti per gli alloggi popolari

febbraio 2023 24 Il Corriere della Città CRONACA
“Ogni volta che troviamo un’abitazione corrispondente alle nostre esigenze la risposta è sempre la stessa: ’i proprietari non vogliono animali domestici’. A luglio dovremo lasciare la nostra attuale casa: che soluzioni e alternative abbiamo?”
L’incredibile vicenda di una famiglia che non riesce a trovare una sistemazione in città

Buche e “rattoppi” ad Ardea, le segnalazioni

Come ogni anno all'arrivo di freddo e piogge le strade di Ardea si riempiono di voragini e crateri

Passano gli anni ma l'emergenza buche nel territorio di Ardea continua a rappresentare uno dei principali problemi in città. Anche in questi giorni infatti, complice l'abbassamento delle temperature e l'arrivo del maltempo, in molte strade transitare con l'auto è diventato complicatissimo. Anche in quelle arterie di larga percorrenza.

Viale Nuova Florida

Un caso su tutti è rappresentato da Viale Nuova Florida, una delle strade principali di Ardea. Qui, a gennaio, enormi buche si sono aperte al centro della carreggiata con gravi pericoli per la pubblica incolumità. Numerose le segnalazioni fatte dai cittadini che specie sui social hanno sfogato tutta la loro rabbia; a raccoglierle, ormai da anni, c'è addirittura un gruppo specifico chiamato “Il bollettino delle buche di Nuova Florida e Ardea” che quotidianamente fa il punto della situazione sullo stato 'di salute' delle strade del territorio. E dato che si parla di “bollet-

Alcune buche sulle strade di ardea ‘immortalate’ a gennaio: alcune sono state tappate dal Comune

tino” per l'appunto i riscontri dei primi giorni dell'anno sono stati davvero negativi specie per Viale Nuova Florida. Almeno in questo caso tuttavia, verso la fine del mese, i crateri più pericolosi sono stati tappati. In at-

tesa ovviamente che vengano ultimati i lavori di rifacimento completo dell'intera strada predisposti dalla passata Amministrazione.

Il Corriere della Città

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Numero 2 Anno 15

FEBBRAIO 2023

EDITORE: La Città via Odessa 41 - 00071 Torvaianica (RM)

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it

TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao

IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Claudio Menafra, Concetta Alagna

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC

CHIUSURA REDAZIONALE: 01/02/2023

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009

N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

(continua) febbraio 2023 26 Il Corriere della Città CRONACA

(segue)

Le altre segnalazioni

Ma ovviamente non c'è soltanto Viale Nuova Florida a tenere banco. Tra le altre vie trasformatesi a metà tra enormi piscine, in caso di pioggia, e percorsi da rally troviamo ad esempio Via Padova, Via Modena, Viale Forlì oppure Via Bologna. O ancora – ma non è certo una novità – Largo Udine o Via Teramo (in quest'ultima strada i lavori di sistemazione tuttavia sono partiti il 1 febbraio, ndr). Tutte strade in cui, per transitare, occorre dribblare voragini e crateri. Insomma, è di nuovo l'eterna sfida tra buche e rattoppi sotto la Rocca.

Il gruppo Facebook “Il bollettino delle buche di Nuova Florida e Ardea” documenta quotidianamente la situazione delle strade del territorio raccogliendo le segnalazionie dei cittadini

febbraio 2023 www.ilcorrieredellacitta.com 27
CRONACA

Discariche abusive e fossi pieni di rifiuti ad Ardea “L’

L'Associazione RivalutiAmo Marina presenta un esposto al Comune per gli sversamenti in Viale Forlì

Associazione Rivalutiamo Marina di Adea intende denunciare lo stato di forte degrado e segnalare il pericolo di inquinamento del corso d‘acqua che scorre a fianco di Viale Forlì (strada che collega il quartiere di Nuova  florida al Lungomare degli ardeatini) ad Ardea e confluisce nel Rio Torto con sbocco al mare dopo circa 500 metri”. Con queste parole esordisce l'esposto presentato dall'associazione dei cittadini a gennaio alle Istituzioni a più livelli, a partire dal Prefetto, al Comune passando per l'Arpa fino ad arrivare al consorzio di bonifica di Pratica di Mare. Purtroppo infatti, nonostante le azioni di deterrenza (poche) e interventi per ripulire ora la strada, ora i fossi, e in altre occasioni entrambi, il problema degli sversamenti nei fossi ad Ardea e in particolare in quello che costeggia Viale Forlì continua ad essere all'ordine del giorno. E questo nonostante le continue segnalazioni da parte dei residenti.

Il caso

L'ultima risale a pochi giorni fa. L'Associazione Rivalutiamo Marina di Ardea, che da anni si batte per la tutela del lungomare e della zona, allega al documento tutta una serie di immagini a testimonianza di una situazione tornata ad essere più che allarmante. Prosegue a questo proposito il testo: “Come mostrano le foto allegate (risalenti al dicembre scorso) il fosso è ridotto ad una discarica abusiva con rifiuti di ogni tipo accumulatisi negli ultimi anni, come lavatrici,

frigoriferi, secchi di vernice, laterizi, materassi, per citare i più voluminosi e quindi più visibili. Il flusso dell’acqua, ora quasi stagnante, è ostacolato e nel tempo si sono accumulate sostanze inquinanti rilasciate dai rifiuti a contatto prolungato con essa”. Un quadro allarmante che, chiaramente, genera conseguenze disastrose per l'ambiente. “Un sintomo evidente è la sofferenza dei grandi alberi di eucalipto che costeggiano il viale, alcuni dei quali si sono seccati nel corso dell’ultimo anno proprio nei punti di maggiore accumulo degli inquinanti. L’Associazione ha più volte segnalato lo stato di degrado e ri-

chiesto la pulizia e il risanamento del fosso in quel  tratto del viale. Dalle informazioni prese abbiamo ragione di pensare che la competenza per il risanamento spetti al “Consorzio di bonifica di Pratica di Mare”, sede di Ardea, che dovrebbe essere allertato dal Comune. In considerazione di quanto esposto e del pericolo per la salute pubblica e per l’inquinamento del mare si richiede un sopralluogo urgente e un intervento tempestivo e risolutivo per sanare il fosso. Inoltre chiediamo che il sito sia sottoposto a monitoraggio riguardo al livello di inquinamento”.

Via della Cinciarella ad Ardea: “La mia casa accanto alla discarica abusiva”

LA SEGNALAZIONE – Non solo Viale Forlì. Ad Ardea altre zone sono prese di mira dagli scaricatori seriali di rifiuti i quali, senza alcuno scrupolo, abbandono sul territorio praticamente qualsiasi cosa causando enormi danni all'ambiente e provocando enormi disagi a chi, suo malgrado, si ritrova montagne di spazzatura praticamente dentro casa. Tra le situazioni più preoccupanti troviamo senz'altro Via della Cinciarella, sempre a Marina di Ardea. A scriverci è stato a gennaio un residente. “Sono un paio d'anni che denuncio ai Vigili e al Comune di Ardea la situazione di degrado di una discarica a fianco della mia abitazione di decine di metri cubi di nefandezze. Inoltre si trovano su un terreno a ridosso del fosso della cinciarella a un centinaio di metri da mare dove cadono spesso dei rifiuti. Il degrado di anni, accentuato dal problema dei possibili roghi tossici per via della vicinanza

con le canne di bambù secche, l'ho denunciato anche a novembre 2022 e a gennaio 2023 alla nuova Amministrazione. Purtroppo però non ho avuto risposte se non quella che “la pratica di denuncia è stata protocollata”. Negli anni passati, come nel 2021, ho segnalato altre volte sia alla Polizia Locale che al Comune il problema senza risolvere niente. La situazione è pericolosa anche per i bambini che

giocano e per gli adulti, per considerando che ratti e serpi ormai hanno nidi e tane in loco. Aggiungo anche che il canale fosso della cinciarella dal numero civico 33 al 47 (circa 500 metri ) non ha nessuna protezione e i bambini rischiano di poterci cadere e affogare. Tutta la via e' disperata per questo diffuso assenteismo delle istituzioni. Basterebbe un giorno che un camion della spazzatura ad hoc venga a togliere questo schifo”.

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Il tallone di Achille

Ad ottobre scorso Mark Zuckerberg, trentottenne plurimiliardario amministratore delegato di Facebook e whatsApp, per ovviare alle innumerevoli denunce piovute a suo carico ha trasformato in Meta la denominazione del suo impero; proprio non riesca a uscire dalla fantasia di onnipotenza scatenatasi quando a otto anni lesse per la prima volta la parola Metaverso in un libro intitolato “Snow Crash” di Neal Stephenson, dove “Meta” sta per Oltre e “Verso” per Universo. A otto anni la fantasia è molto sensibile e il piccolo Mark era molto affascinato dagli eroi epici - recitava a memoria interi poemi - in particolare di Achille, il semidìo figlio della Dea Teti e di Peleo; e per non essere da meno è diventato il Dio del web, “Primo” nella classifica degli ebrei più influenti al mondo (Jerusalem Post) e “Primo” tra gli idoli dei giovani moderni che hanno fatto del Dio denaro il loro ideale. L’importante era essere “Primo” e ci è riuscito ma non riuscirà a restare unico, ogni azienda potrà costruirsi il suo Metaverso, i colossi Tech e molte aziende, i vari Elon Musk, hanno già investito milioni di dollari in questo mondo che offre possibilità di business inimmaginabili. Gucci ad esempio, noto marchio della moda mondiale, per sopperire al calo del fatturato registrato durante la recente pandemia si inventò di creare il profilo virtuale dei suoi clienti (le persone entravano in un luogo predisposto pare a forma di uovo e ne uscivano profilati, doppiati dai loro avatar) poi faceva misurare gli abiti a questi manichini virtuali che si muovevano aggraziati come viventi, piegavano il braccio per misurare la lunghezza della manica, si giravano obbedienti per vedere come pendeva l’abito da dietro. Un film dell’orrore se non fosse che Gucci tramite questo stratagemma ha risollevato le sorti della sua azienda per ora e per il futuro registrando un boom di vendite e creando un trend esplosivo, potrà anche

fare a meno delle modelle in carne ed ossa che ancòra non hanno perso del tutto il vizio di mangiare e a volte tocca licenziarle per qualche grammo in più. Il Metaverso è un mondo virtuale in cui si può agire nel mondo reale utilizzando un doppione di sé digitale chiamato “avatar”, esso può acquistare terreni, case virtuali ma pagate con moneta quotata, le criptovalute (a differenza del vecchio monopoli dove non si comprava nulla ma si pagava con nulla, con innocue fishes colorate) che producono guadagni reali, spesso anche molto volatili, visto le numerose cause legali in corso. La nuova moneta virtuale è molto diffusa specie tra i giovani, l’80% dei loro scambi economici avvengono in criptovalute e pure le Banche tradizionali sono parecchio allarmate da questo fenomeno, le proprietà, rigorosamente virtuali, si possono anche rivendere consentendo investimenti fruttuosi, nel tempo acquistano valore come i francobolli. La pandemia ha cambiati profondamente il mondo, la DAD, lo Smart working hanno aperto la strada ma con il Metaverso il mondo cambierà radicalmente, si potrà man-

Tra cinque o dieci anni al massimo si vivrà in una vita parallela isolati con cuffie, occhiali e microfoni di realtà aumentata che stanno anche costruendo più leggeri per indossarli tutto il giorno

dare l’avatar a scuola, a fare tirocini di chirurgia, a seguire le lezioni di storia direttamente in una Agorà greca semmai in compagnia di Aristotele, come fanno vedere in una pubblicità televisiva. Peccato che alla prova dei fatti il sapere virtuale resta virtuale mentre i pazienti dei futuri chirurghi addestrati virtualmente resteranno di carne ed ossa e chissà quanti sverranno alla vista del sangue scoprendo troppo tardi di non essere fatti per tale complessa e prestigiosa professione. La competenza manuale è fondamentale per l’apprendimento, ne è il cemento, è la memoria muscolare, se il corpo non è attivo neanche la mente funziona bene, non si impara a nuotare a tavolino, si rischia di sviluppare una finta sicurezza a fronte di un’angoscia sempre più distruttiva, di creare individui con “Io ipertrofici” dove lo sviluppo dell’intelligenza non corre di pari passo con quello della sensibilità, o personalità psicopatiche con la coscienza anestetizzata e nessuna educazione dei sentimenti, tanti onnipotenti cotti fuori e crudi dentro come i cibi surgelati. Già molti cantanti fanno concerti virtuali, gli Abba ovvero i loro sosia virtuali guadagnano tanti soldi reali sia dall’incasso dei biglietti sia dalle case di moda che fanno a gara per vestirli coi loro abiti firmati, forse un avatar potrebbe essere utile per mandarlo ad una riunione di condominio ma, a parte gli scherzi, il rischio è che sono azzerate tutte le occasioni di incontro, già non si parla più a tu per tu ma solo con facebook e whatsApp, tra cinque o dieci anni al massimo si vivrà in una vita parallela isolati con cuffie, occhiali e microfoni di realtà aumentata che stanno anche costruendo più leggèri per indossarli tutto il giorno (ora pesano ca. mezzo chilo). E di notte saremo liberi? E’ difficile, i sogni sono condizionati dalle stimolazioni del giorno e troppe diventano incubi, non resterà che sognare di giorno in un delirio a cielo aperto, già per strada non si riesce più a distinguere chi parla da solo o chi sta conversando con auricolari (con grande sollievo per i matti che finalmente si sentono in buona compagnia), ora con tutto a disposizione (cioè del nulla), senza muoversi dal divano, si è conquistata la ricetta miracolosa dell’ignoranza, il tallone d’Achille della modernità.

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Il Metaverso è un mondo virtuale in cui si può agire nel mondo reale utilizzando un doppione di sé digitale chiamato “avatar

neonato morto al Pertini e la caccia alle streghe

Questa volta stare in silenzio è davvero difficile anche se forse sarebbe doveroso. Mi riferisco alla recente vicenda del bimbo morto soffocato mentre la mamma lo stava allattando. Una tragedia, un dolore immenso e inconsolabile verso il quale forse bisognerebbe avere la decenza di tacere, abbracciare silenziosamente questa famiglia ferita e riflettere su quanto è facile perdere tutto in poco tempo, magari imparando a vivere più intensamente questa vita… e invece no… invece i social, i giornali, le radio si riempiono di accuse, di condanne, di inesattezze e di false verità che non fanno altro che incrementare odio, disinformazione, sensi di colpa e dolore. La verità è che abbiamo bisogno di un colpevole, abbiamo bisogno di puntare il dito, di bruciare la strega per esorcizzare una tragedia che è impossibile da accettare: la morte di un neonato, un esserino innocente e indifeso. Viviamo in una società in cui tutto deve essere perfetto, lucido e patinato, come nelle immagini con i filtri dei social, ma purtroppo non tutte le foto vengono a fuoco. Mi viene da pensare alla mia generazione che aspettava di ritirare il rullino dal fotografo per scoprire che tra le foto, due tre erano nere, una non si sapeva cosa avevamo fotografato e almeno altre due erano mosse o con espressioni improbabili… oggi le foto neanche le stampiamo più, le ritocchiamo e le pubblichiamo online. Non siamo più abituati ad accettare la malattia, il dolore, la sofferenza, la vecchiaia e persino la frustrazione di un no, tutto deve essere bello, facilmente ottenibile, impeccabile, tutto deve funzionare come ci aspettiamo nella nostra testa. Sono un’ostetrica e mi sento affranta e demoralizzata da quanto leggo in giro. Il mio ruolo non è quello di imporre il mio pensiero, ma quello di essere al fianco delle donne, sostenerle nelle loro scelte e lo faccio proprio offrendo loro qualcosa di valido tra cui scegliere. Non dirò mai che il travaglio è una cosa da poco, come non lo è il parto, come non lo è diventare genitori e imparare ad occuparsi di un neonato, specialmente se è il primo figlio, ma non dirò mai neanche che la strada migliore per creare questo legame o per la fisiologia dell’allattamento prevede che il bimbo sia separato dalla mamma e che passi la notte al nido, questo sarebbe mentire! Questo non significa che non abbia mai aiutato una mamma che mi ha chiesto aiuto perché troppo stanca, ma ci sono tante cose a cui stare dietro, tante cose da valutare prima di parlare, tutta questa marea di recriminazioni e accuse non fa altro che creare rumore… niente di più! C’è chi ha scritto che la pratica

del rooming-in è violenza ostetrica… sono senza parole! Violenza ostetrica è tante cose e tra le altre , violenza è separare la mamma dal suo bimbo appena nato, violenza è velocizzare i tempi del travaglio, violenza è non lasciare una mamma libera di decidere come partorire, è non permetterle di essere padrona del momento più unico della sua vita, violenza è non farle avere accanto qualcuno di cui si fida durante il travaglio. Il rooming in è stato fortemente voluto dalle donne e dalle mamme che soffrivano la separazione dai propri figli subito dopo il parto quando c’era l’abitudine di portarli al nido per la visita pediatrica, donne che poi dovevano aspettare 5 o 6 ore prima di vederli nuovamente, o magari tutta la notte, chiedendosi se fosse tutto a posto e poi se fosse davvero quello il bimbo visto di sfuggita per cinque secondi. Mi ricordo di una mamma che aveva tanta paura che scambiassero suo figlio con un altro che voleva morderlo subito dopo il parto per lasciargli un segno inconfondibile. C’è chi dice che le ostetriche dovevano vigilare di più… potrei dire molto in merito, ma lascio il giudizio sospeso perché non ero lì, ma conosco le notti da ostetrica. Qualcuno ha accusato la mamma dicendo che doveva rimettere il bimbo in culla quando sentiva che stava per addormentarsi…c’è chi si addormenta guidando…Ho letto una valanga di messaggi, cose tipo “… anche io sono stata lasciata sola con mio figlio dopo il parto, mi hanno messo il bimbo al seno e sono andate via, mi hanno messo la culla vicino e basta, durante la notte sono stata sola con mio figlio…” quasi come fosse una punizione… onestamente sono perplessa. So bene che il puerperio è un momento impegnativo della vita, in cui ci sono tante difficoltà di cui il travaglio ed il parto costituiscono solo l’incipit, ma diventare madre è anche tutto questo e io come ostetrica ci sono, cerco, nel poco tempo che ho,

di conoscere una donna, una mamma, di entrare nella sua testa e ogni volta reinvento me stessa per essere la “sua” ostetrica e non una qualunque, per offrire il mio supporto, la mia competenza la mia professionalità, ma nessuno e dico nessuno, si può sostituire a una madre. Vi svelerò un segreto, quando a volte mi è capitato, magari di notte, di coccolare un nanetto perché la mamma non voleva o non poteva, mi sono sentita come se stessi rubando qualcosa di speciale, qualcosa a cui non avrei dovuto avere accesso… eppure… nei tanti messaggi letti sembra che noi ostetriche condanniamo le mamme a qualcosa di terribile. Purtroppo, in questo fatto di cronaca io riesco a vederci solo una grande tragedia. Ci vedo anche un’altra occasione mancata per sostenere una donna e una famiglia colpita da una delle perdite peggiori che si possano subire e cioè la perdita di un figlio… poteva essere uno spunto per parlare d’argomenti difficili e spinosi, come la morte in culla, il sonno sicuro, la SIDS, la continuità assistenziale, poteva anche essere un’occasione per rivedere l’organizzazione assistenziale, perché no, e invece è diventata solo merce da vendere in fretta. Non mi reputo perfetta, ma posso dire che nel mio lavoro ho sempre messo tutta la passione e la dedizione di cui sono capace, assistere una donna prima, durante e dopo il parto richiede tutta la nostra attenzione… casi come questo ti spezzano il cuore due volte, per il bimbo e la famiglia coinvolti e per l’ondata di violenza mediatica, che cancella in un colpo le piccole conquiste fatte per restituire alla nascita la propria fisiologia.

Dott. Ost. Catiuscia De Renzis Papera.cd@gmail.com

32 RUBRICHE Il Corriere della Città febbraio 2023
Il

L’Avvocato risponde

Dati personali - Diritto all’oblio - Presenza della notizia di un'inchiesta risalente nell'archivio informatico del quotidiano - Liceità - Inserimento di una breve nota che dia conto dell'esito finale del procedimento. Spesso accade che i quotidiani diano lecitamente notizia di una inchiesta giudiziaria riguardante determinati soggetti, mancando di dare successiva informazione della sentenza di assoluzione degli stessi per i medesimi fatti. La informazione iniziale dell’inchiesta rimane, dunque, nell’archivio informatico on line del quotidiano stesso e può essere reperita, con una semplice ricerca sui noti motori esistenti in internet, digitando semplicemente il nominativo delle persone coinvolte. Viene richiesto, tramite la redazione, che tipo di tutela giuridica abbiano quei soggetti, sotto il duplice profilo di impedire la divulgazione della notizia a distanza di tempo, ovvero far integrare la notizia con l’esito assolutorio della vicenda giudiziaria. Nel dare la soluzione al quesito proposto, dobbiamo prendere le mosse dal fatto che la pubblicazione della inchiesta giudiziaria è lecita e rispettosa dei principi e delle regole poste alla base del diritto di cronaca. Detto ciò, andiamo a trattare la prima questione che riguarda il diritto del singolo a non rimanere esposto senza limiti di tempo ad una rappresentazione non più attuale della propria persona, con pregiudizio alla reputazione ed alla riservatezza a causa della ripubblicazione a distanza di tempo di una notizia relativa a fatti del passato, cosiddetto diritto all’oblio. Sotto tale profilo occorre dirimere preliminarmente la questione attinente alla attività dei motori di ricerca, consistente nel trovare informazioni pubblicate o inserite da terzi su internet e nell’indicizzarle in modo automatico, nel memorizzarle temporaneamente e nel metterle a disposizione degli utenti di internet. Tale attività consiste effettivamente nel trattamento di dati personali, qualora contenga dati personali ed il gestore del motore di ricerca è il responsabile di tale trattamento. Dunque, il

gestore di un motore di ricerca è obbligato a sopprimere, dall’elenco dei risultati che appare a seguito di una ricerca effettuata a partire dal nome di una persona, dei link verso pagine web pubblicate da terzi e contenenti informazioni relative a quella persona. Si deve, quindi, verificare se l’interessato abbia diritto a che l’informazione riguardante la sua persona non venga più collegata al suo nome. Costui può sulla scorta dei diritti fondamentali derivanti dagli artt. 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea chiedere che l’informazione non venga più messa a disposizione del grande pubblico. I diritti fondamentali previsti dalla Carta (Art. 7, rispetto della vita privata e della vita familiare; art. 8, protezione dei dati di carattere personale) prevalgono, non soltanto sull’interesse economico del gestore del motore di ricerca, ma anche sull’interesse del grande pubblico ad accedere all’informazione suddetta in occasione di una ricerca concernente il nome della persona. Fa eccezione l’ipotesi in cui risulti, per ragioni particolari, come il ruolo ricoperto da tale persona nella vita pubblica, che l’ingerenza nei suoi diritti fondamentali è giustificata dall’interesse preponderante del pubblico ad avere accesso. Infatti, il diritto di ogni persona all’oblio deve essere bilanciato con il diritto della collettività all’informazione. La Suprema Corte di Cassazione ha precisato che la menzione di elementi identificativi delle persone protagoniste di fatti e vicende del passato è lecita solo nell’ipotesi in cui si riferisca a personaggi che destino nel momento presente l’interesse della collettività, sia per ragioni di notorietà che per il ruolo pubblico rivestito. In caso contrario prevale il

diritto degli interessati alla riservatezza rispetto ad avvenimenti del passato che li feriscano nella dignità e nell’onore e dei quali si sia ormai spenta la memoria collettiva. In tal caso l’interessato può richiedere la deindicizzazione (strumento che esclude azioni di ricerca che, partendo dal nome della persona, portino a far conoscere ambiti della vita passata di questa) dell’articolo dal motore di ricerca al fine di evitare che un accesso agevolato e protratto nel tempo ai dati personali, tramite il semplice utilizzo di parole chiave, possa ledere il suo diritto. Detto ciò, occorre affrontare la particolare fattispecie degli archivi on line dei quotidiani, che hanno una riconosciuta funzione di memoria storica e documentale, oggetto di rilevante interesse pubblico di rilievo Costituzionale, ex art. 21 e 33 Costituzione. Ebbene, in tal caso, il bilanciamento dei diritti in conflitto tra tutela dei dati personali della persona e tutela della funzione pubblica degli archivi on line dei quotidiani, cade su quest’ultimi, ritenendoli preminenti. Dunque, non è possibile una cancellazione degli articoli pubblicati negli archivi on line dei quotidiani. Venendo, invece all’aggiornamento della notizia, con la pubblicazione dell’informazione dell’emissione di una sentenza di assoluzione, si ritiene sussistere un diritto della persona ed un contrapposto obbligo della testata giornalistica che cura il proprio archivio, di adeguare mediante la mera apposizione agli articoli, su richiesta dell’interessato, di una nota informativa volta a dar conto del successivo esito dei procedimenti giudiziari con l’assoluzione dell’interessato. In tal modo l’identità dell’articolo è adeguatamente preservata per i fini di ricerca storicodocumentaristica, ma al contempo vengono rispettati i fondamentali principi di minimizzazione ed esattezza dei dati personali. In conclusione, in tema di trattamento di dati personali e di diritto all’oblio (Cass. 1^ Sez. Civ. Ord. 2893/23) è lecita la permanenza di un articolo di stampa, a suo tempo legittimamente pubblicato, nell’archivio informatico di un quotidiano, relativo a fatti risalenti nel tempo oggetto di una inchiesta giudiziaria, poi sfociata nell’assoluzione dell’imputato, purché, a richiesta dell’interessato, l’art. sia deindicizzato e non sia reperibile attraverso i comuni motori di ricerca, ma solo attraverso l’archivio storico del quotidiano e purché, a richiesta documentata dell’interessato, all’articolo sia apposta una sintetica nota informativa, a margine o in calce, che dia conto dell’esito finale del procedimento giudiziario in forza di provvedimenti passati in giudicato, in tal modo contemperandosi in modo bilanciato il diritto ex art. 21 Cost. della collettività ad essere informata e a conservare memoria del fatto storico con quello del titolare dei dati personali archiviati a non subire una indebita lesione della propria immagina sociale.

febbraio 2023 34 RUBRICHE Il Corriere della Città
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Apri il tuo cuore con la tecnica del caviardage

La parola Caviardage deriva dal francese caviarder che vuol dire ricoprire con una patina nera una riga di un giornale o di un libro che non piace alla censura. La cancellatura nera metterà così in evidenza le parole tralasciate facendo emergere il testo poetico. Si sottolineano in maniera istintiva le parole che più ci colpiscono, si creano dei collegamenti con delle frecce fino ad ottenere il significato che darà un senso compiuto al lavoro fatto. Per dare un tocco artistico al componimento lo si può decorare con glitter, disegni o del collage. E' un metodo divertente che permette di esprimere la creatività ma allo stesso tempo profondo perché dà accesso attraverso le parole e le immagini alla saggezza interiore. Questa tecnica artistica diventa uno strumento per l'auto-osservazione in quanto rompendo le logiche di pensiero la

mente si distrae e, dando ascolto alle emozioni, si entra in sintonia con noi stessi fino al raggiungimento della poesia che abbiamo dentro: un incontro inaspettato tra corpo e mente. Nel Caviardage non conta il risultato finale ma il percorso che ci permette di aprire il cuore e dargli voce, di guardarci dentro trasformano il nostro sentito in un linguaggio universale, trasformando l'invisibile in visibile. Trovare ordine nel caos seguendo connessioni logiche ed il piacere di ascoltarsi seguendo l'armonia creativa. Esistono vari tecniche di approccio che si praticano seguendo le regole basate sulla filosofia di 4 verbi: conoscere, proteggere, rispettare ed amare: la tecnica del frammento, la tecnica del flusso di coscienza, la tecnica dello strappo, la tecnica della doppia pagina, del cut up, del found poetry e tanti altre. La connessione e la sequenza delle parole verrà segnata da una linea denominata "fil rouge" che seguendola darà un senso alle parole scelte, trasformando e illuminando il significato in un flusso di coscienza e in poesia visiva.

febbraio 2023 www.ilcorrieredellacitta.com 35
Laura Piacentini
RUBRICHE
Sono un essere umano tutto intero dal principio alla fine, una specie di compassione amichevole La voglia di volare si accende, mi va di guardare la vertigine Taci. Oggi mi illude, ascolta. Ascolta, risponde i freschi pensieri

“Essere di parola”

La parola...ah questa sconosciuta! Prima di addentrarci nel senso che ho voluto far intendere nel titolo, vorrei fare alcune premesse su cosa realmente è questo dono che abbiamo. Cosa succede realmente alle nostre corde vocali perché riescano a modulare la voce in linguaggio E non solo emettere dei versi? La parola è la prima e principale tecnologia veramente umana: permette di dare o togliere senso alle cose, di curare ma anche distruggere. L’espressione latina “VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT” (le parole volano, le cose scritte rimangono) significa il contrario di ciò che oggi intendiamo noi, ovvero che talvolta ciò che si dice non è sempre ciò che si mantiene e per questo si usa dire anche l’espressione “mettere nero su bianco”, “carta canta...” quando si vuole indicare la veridicità di un fatto attraverso uno scritto. Talvolta le parole sono il mezzo per curare, per guarire ma anche per uccidere. Si avete letto bene, ho usato non a caso questo verbo. Quando le parole servono per curare hanno come un effetto placebo sulla persona che in quel momento si trova in uno stato di bisogno, come quei farmaci inerti che ottengono effetti curativi. Sono le parole il mezzo più importante per infondere speranza: siano esse di conforto, di fiducia e anche di motivazione Non solo i farmaci e la scienza medica ma la speranza può essere indotta dalle persone vicine cosi come da chi cura. Riporto quanto letto recentemente che oggi la scienza ci dice che le parole sono delle potenti frecce che colpiscono precisi bersagli nel cervello e questi bersagli sono gli stessi dei farmaci che la medicina usa nella routine clinica. Le parole innescano gli stessi meccanismi dei farmaci e in questo modo si trasformano da semplici suoni e simboli in armi che modificano il cervello e il corpo di chi soffre. Recenti scoperte lo dimostrano: le parole attivano le stesse vie biochimiche come la morfina e l’aspirina ma, aggiungiamo noi, visto che nel corso dell’evoluzione sono note prima le parole e poi i farmaci, è più corretto dire che i farmaci attivano gli stessi meccanismi delle parole. Ma le parole possono anche fare male. Possono essere tossiche e produrre danni, se dette soprattutto da persone che “sentiamo” particolarmente vicine. Usiamo piuttosto le parole per guarire da ferite scalfite da silenzi, al posto di quelle che possono avvelenare l’anima. Nei rapporti di coppia, tra madri e figli, tra fratelli e sorelle. Dire “Ti amo”, “sei bello/a”, “sono fiero/a di

Talvolta le parole sono il mezzo per curare, per guarire ma anche per uccidere

Sono le parole il mezzo più importante per infondere speranza: siano esse di conforto, di fiducia e anche di motivazione

te” hanno un effetto sorprendente, perché sono parole che fanno accadere ciò che dicono, parole-farmaco che guariscono e danno il coraggio di vivere! Un grande linguista, Roland Barthes, scrisse che quando si dice “Ti amo”, la risposta adeguata non è “anche io” ma “Ti amo anche io” perché è il verbo a fare la differenza: solo quando la parola impegna tutto l’essere fa accadere ciò che dice. (Cit.) Persino in amore...Ma concedetemi, data la prossimità a cui siamo chiamati, di fare un breve ragionamento sull’uso delle parole da parte dei furbi e dei fessi. Tra pochi giorni siamo chiamati ad esprimere il nostro voto dando il consenso all’una o all’altra parte a seconda della persona che crediamo rappresenti il nostro ideale di

Usiamo piuttosto le parole per guarire da ferite scalfite da silenzi, al posto di quelle che possono avvelenare l’anima

amministratore onesto e competente. Ma stiamo molto attenti a non cadere nell’errore di crederci infallibili esprimendo il nostro voto, solo perché qualcuno è stato più bravo di altri a “venderci” illusioni perché, come diceva Prezzolini, i cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. Per molti si

Quando si dice “Ti amo”, la risposta adeguata non è “anche io” ma “Ti amo anche io” perché è il verbo a fare la differenza

è fessi se ci si comporta da persone “normali”, se uno chiede quello che gli spetta senza pretendere altro, se non cerca raccomandazioni per ottenere un suo diritto, se dichiara il giusto e vero reddito alle imposte, se mantiene la parola data anche a costo di perderci. Ecco, questi per molti è un FESSO! Invece noi spesso preferiamo e portiamo ammirazione per i FURBI! Loro che non parlano in modo chiaro, ma sempre con parole allusive, capaci di stravolgere qualsiasi verità. Ecco noi confondiamo il furbo con l’intelligenza, ma non è così poiché l’intelligente è spesso un fesso anche lui. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato ma non per le sue capacità, ma per le sue abilità che finge di avere. Le persone, in genere, hanno un tale culto per la furbizia, che arrivano persino all’ammirazione di chi se ne serve a loro danno; il fesso invece, è generalmente considerato uno stupido, poiché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo. Il fesso si piega al duro lavoro per produrre ricchezza e benessere per tutti, i furbi si interessano a spartirseli. I furbi parlano spesso dei doveri, ma di quelli degli altri in quanto vogliono che i fessi lavorino per loro! L’Italia va avanti perché ci sono i fessi che lavorano, pagano e, talvolta, crepano; mentre loro, i furbi, si godono la vita, non fanno nulla e si prendono i meriti di mandare avanti tutto. Il fesso, in generale, è incolto altrimenti capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi. Quindi per andare avanti ci sono due sistemi: uno è buono, ma l’altro è migliore. Il primo è leccare i furbi: ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura , perché non c’è furbo che non abbia qualcosa da nascondere e anche perché loro non amano il confronto con gli altri, cercando sempre di scendere a compromessi. Adesso ad ognuno di noi scegliere da che parte stare...

Il furbo è sempre in un posto che si è meritato ma non per le sue capacità, ma per le sue abilità che finge di avere

Antonio Guido

Esperto di Galateo e immagine relazionale (dirguido@libero.it)

Il fesso invece, è generalmente considerato uno stupido, poiché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo

36 Il Corriere della Città
febbraio 2023
RUBRICHE

Curiamo il nostro fegato con una sana alimentazione

Il fegato è un organo fondamentale per la nostra salute. Purtroppo sempre più spesso una dieta troppo ricca di grassi e zuccheri e l’abuso di alcool possono danneggiarlo anche gravemente senza che ce ne rendiamo conto. La steatosi epatica o fegato grasso consiste in una alterazione del metabolismo lipidico che porta ad un eccessivo accumulo di grasso nelle cellule del fegato che non riesce a smaltirlo in modo adeguato. Questa patologia è particolarmente insidiosa perchè inizialmente non da particolari problemi, ma se persiste può avere conseguenze gravissime fino a compromettere il funzionamento del fegato e portare alla cirrosi. La steatosi epatica è diffusa sopratutto tra le persone obese e tra quelle che soffrono dei cosidetti Binge Eating Disorder, ma puo in realtà interessare anche persone in semplice sovrappeso o normopeso che fanno un consumo eccessivo di alcool. Si associa inoltre a numerose altre patologie come anoressia, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, iperglicemia, diabete di tipo 2, ecc. Tuttavia, se presa in tempo questa patologià può essere efficacemente contrastata attraverso una dieta adeguata, la perdita di peso e la sospensione dal consumo di alcool. Il problema e che sia l’eccesso di cibo, che porta alla forma “non alcolica di steatosi”, che di l’alcool, che porta alla “steatosi alcolica”, creano forti dipendenze. Se siete obesi, in sovrappeso o se consumate regolarmente alcool, ma anche se semplicemente vi sentite affaticati ed avvertite un senso di fastidio nella parte destra dell’addome, la prima resistenza psicologica da vincere è quella di andare dal proprio medico per farsi fare un controllo generale ed avere delle indicazioni sulle eventuali analisi ed accertamenti clinici da fare. Si tratta in genere di analisi del sangue di routine, indagini non invasive (ad esempio una ecografia) e relativamente eco-

nomiche, quindi non esitate. Tuttavia se da queste analisi emerge che il vostro fegato è “affaticato” e state andando incontro alla steatosi è necessario correre immediatamente ai ripari e seguire le indicazioni che il medico vi darà senza sottovalutarle. La steatosi è reversibile, la cirrosi che da essa può conseguire no. La cirrosi epatica rappresenta un punto di non ritorno, una soglia di irreversibilità da non oltrepassare. Purtoppo, ci sono consigli che le persone che amano molto il cibo e l’alcool non sono disposti ad ascoltare, resistenze psicologiche ed abitudini consolidate, spesso a livello familiare o sociale, difficili da vincere. Il problema è che questa patologia, anche se diagnosticata precocemente, inizialmente non crea gravi disagi, quindi la tentazione di ignorarla e continuare a seguire le proprie abitudini è fortissima quanto fatale. La nostra salute è un bene prezioso, se state andando incontro a questa patologia, occorre farsi forza ed affrontare i necessari cambiamenti.

Quindi, dopo aver avuto le indicazioni dal medico è bene cercare supporto

psicologico per metterle in pratica, ancor prima di rivolgersi al nutrizionista. Infatti, se il vostro problema è l’eccesso di alcool dopo pochi giorni il ricordo delle analisi con valori sballati (ad esempio le transaminasi), scompare mentre la vocina del nonno che dice “un paio di bicchieri di buon vino al giorno non possono farti male” risuona sempre più forte nella vostra testa mentre aprite l’ennesima bottiglia. Una volta la steatosi alcolica interessava quasi esclusivamente gli uomini, ma ora che la pratica degli aperitivi e delle serate “alcoliche” con le amiche si è diffusa e sta dilagando anche tra le donne. Stesso discorso vale per l’eccesso di cibo, che come l’alcool crea una dipendenza simile a quella che danno le droghe. Per questa patologia non esiste una terapia farmacologica che puo compensare degli stili di vita ed alimentari non adeguati. Non fidatevi troppo nemmeno degli integratori alimentari e non assumeteli mai senza aver prima consultato il medico, perchè in alcuni casi, insieme ad alcuni additivi alimentari presenti negli alimenti industriali, possono sovraccaricare ulterioremente il fegato. Persino gli integratori come il cardo mariano e quelli a base di carciofo, per i quali è ampiamente riconosciuto un effetto utile a mitigare questa patologia, non dovrebbero mai essere assunti senza il consiglio del medico. Quindi è fondamentale correggere il proprio stile di vita. Occorre eliminare o ridurre l’alcool ed il fumo, fare una attivita fisica adeguata, perdere peso e seguire una dieta sana e bilanciata. In questo caso le raccomandazioni dietetiche prevedono di scegliere cibi naturali, semplici, ad elevato contenuto di fibre e basso contenuto di grassi saturi e di zuccheri semplici. Nella preparazione dei cibi preferire i cibi lessi (ma non i bolliti di carne) e le cotture al vapore o alla piastra. Cercando di limitare al massimo i grassi aggiunti ed usando solo olio extravergine di oliva a crudo per i condimenti (senza esagerare). Consumare regolarmente molta verdura, legumi ed anche un moderato quantitativo di frutta di stagione (evitando quella più zuccherina). Non seguite diete strampalate, anche per il fegato affaticato la nostra straordinaria dieta mediterranea, adattata secondo le indicazioni del medico o del nutrizionista, rappresenta una valida soluzione.

Monica Grosso - Biologo nutrizionista

Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 –monicagrosso1@tiscali.it

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Una dieta troppo ricca di grassi e zuccheri e l’abuso di alcool possono danneggiare il fegato anche gravemente senza che ce ne rendiamo conto

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