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Il ricordo di Manzù a 30 anni dalla morte
Trent'anni dalla morte di Giacomo Manzù
Organizzata una commemorazione civica, invitato anche il Presidente Sergio Mattarella l prossimo 17 gennaio
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I2021 ricorrerà il trentennale dalla morte di Giacomo Manzù e un comitato popolare si è attivato per celebrare – se le circostanze dettate dal Covid-19 chiaramente lo consentiranno – questo importantissimo anniversario. Il legame tra il Manzù e il territorio di Ardea è noto come testimonia la raccolta delle sue opere esposte al Museo donate allo Stato dallo stesso artista e soprattutto la tomba situata all'interno del giardino. Purtroppo, è inutile girarci attorno, il clima La tomba dove riposa Giacomo Manzù presso il Museo a lui dedicato ad Ardeaattorno a questo anniversario non sarà dei migliori considerando le note vicende legate al trasferimento delle spoglie che hanno visto protagonisti di un (surreale) contenzioso gli eredi e il Comune. Salvo clamorosi colpi di scena, e non certo nel modo più trasparente possibile, la salma sarà infatti trasferita per essere dapprima cremata e successivamente esposta presso Colle Manzù come richiesto dai figli Giulia e Mileto. L'invito al Presidente Mattarella Ad ogni modo i cittadini, che hanno richiesto al Comune di Ardea il patrocinio gratuito, si sono attivati per ricordare, al di là di tutto, un grande artista che rimarrà legato per sempre alla città di Ardea. Il Comitato promotore, Presieduto dall'Ecomuseo Lazio Virgiliano, al quale hanno aderito numerose associazioni, ha inviato un invito ufficiale anche al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella: «Domenica 17 gennaio 2021 ricorre il trentesimo anniversario della morte di Giacomo Manzù – si legge nella missiva fatta recapitare a Mattarella - La invitiamo nel museo di Ardea per onorare insieme la memoria di questo grande artista che ha onorato l’Italia e per confermare, con la Sua autorevole presenza, che lo Stato Italiano realizzerà gli impegni assunti con l’atto di donazione e rispetterà come una legge sacra ed inviolabile la volontà dell’artista di rimanere per sempre ad Ardea nel luogo dove scelse di essere sepolto». «La commemorazione – chiosa Aueletta - si svolgerà, Covid permettendo e comunque con le dovute misure di sicurezza, con le modalità dell'antica tradizione locale per onorare la memoria di un cittadino benemerito che ha onorato Ardea e l'Italia».
Manzù lascerà Ardea: sarà un anniversario “amaro”... IL CASO - Giacomo Manzù, morto il 17 Manzù venne sepolto al Museo di Via Lau- pubblico al Notaio in Roma Dott. Maurizio gennaio 1991, fu sepolto dalla famiglia, rentina dove si trova attualmente) e le tante Misurale, la zona “Colle Manzù” non esidopo l’autorizzazione dello Stato Italiano, interviste rilasciate anche da Inge (nel 2016 steva, quantomeno formalmente. La delinel parco del suo museo ad Ardea dove disse: “Giacomo aveva espressamente chie- bera di intitolazione risale infatti a tre anni aveva scelto di riposare per sempre in pace. sto di essere sepolto accanto alle sue opere più tardi, esattamente al 21/11/1991, cioè Come è noto i suoi eredi nel 2019 hanno ad Ardea. E le volontà vanno rispettate. qualche mese dopo la morte del Maestro. presentato al Comune di Ardea una richie- No?”) a testimoniare il grande legame tra il Nel documento leggiamo: “Dato atto che sta di estumulazione e cremazione della Maestro e la terra di Ardea. dal 1964 sino alla morte il grande sculture salma dell’artista che era stata poi respinta IL “GIALLO” DEL TESTAMENTO - Oggi ha dimorato nel territorio del Comune di in più di un'occasione dall’ufficiale di go- quindi, o meglio un anno fa, abbiamo sco- Aprilia in località Campo del Fico e preciverno dello Stato Civile per la mancanza dei perto che il testamento del Maestro – che samente nella località denominata catastalpresupposti previsti dalla legge. Il TAR del peraltro parla comunque di “sepoltura” e mente Colle Cane […] ritenuto necessario Lazio tuttavia, con una ordinanza che non non di “cremazione” – restato sconosciuto indicare adeguatamente il suddetto luogo ha tenuto conto del provvedimento comu- per anni, indicava tutt’altro, ovvero, con ormai noto come “Colle Manzù” […] delinale, ha rimesso nelle mani di un commis- un’aggiunta scritta a penna, la volontà “di bera di denominare la zona […] già denosario la decisione finale che ha visto infine essere nella casa dove attualmente abito in minata Colle Cane, come “Colle Giacomo accogliere le richieste degli eredi al fine di Ardea, colle Manzù n.1” come visto; il rife- Manzù”. Queste allora le domande che sorcustodire i resti mortali di Manzù presso rimento ad Ardea, come ha commentato gono spontanee: come poteva essere inseColle Manzù, sito in via Apriliana n. 1, ad anche il commissario, "è solo frutto di rita nel testamento la denominazione “Colle Aprilia comeda loro richiesto. un'errata convinzione del maestro, dovuto Manzù” se all’epoca non esisteva? I DUBBI - La possibilità che la salma del alla collocazione geografica e alla perti- LA RABBIA DEI CITTADINI - I cittadini Manzù lasciasse il Museo, sempre per vo- nenza comunale della sua abitazione". Ma, intanto, alla vigilia del trentesimo anniverlontà degli eredi, emerse già in passato al di là di questo, è comunque doveroso sario della morte di Manzù, non smettono (era il 2003), ma in quella circostanza il tra- porre la lente di ingrandimento sul passag- di far sentire la propria voce: «Quanto sucsferimento a Bergamo venne scongiurato. gio relativo alla denominazione “Colle cesso è una vergogna, lui voleva riposare in E' evidente che, al di là di tutto, qualcosa Manzù n.1” presente nel documento pre- pace nel luogo dove da 30 anni giace. Chienon torni. Dopodiché ci sono trent'anni di sentato dagli eredi. Ebbene: il 24 febbraio diamo il rispetto delle sue volontà». Instoria (compreso un funerale che po- 1988, data in cui “Giacomo Manzoni in arte somma, sarà un anniversario dal retrogusto tremmo definire di “Stato” con il quale il Manzù” avrebbe presentato il testamento decisamente amaro.
Natale solidale, viaggio tra Pomezia e Ardea
Festività al tempo del Covid: l' emergenza non ha fermato le iniziative benefiche sul territorio n questo anno molto parti-
Icolare, Pomezia e Ardea non si sono lasciate scoraggiare e hanno riportato un pizzico di speranza attraverso iniziative all'insegna dell'amore e della solidarietà. Ne abbiamo raccolte alcune.
Il cuore di Ardea
La mattina del 27 dicembre, numerosi cittadini hanno donato il sangue durante la raccolta organizzata dalla Croce Rossa Italiana Comitato di Ardea. Nonostante le temperature rigide numerosi abitanti sono convenuti presso il piazzale antistante il Comando della Polizia Locale, per rispondere, alla richiesta di aiuto da parte delle persone meno fortunate. Al termine delle operazioni grande è stata la soddisfazione della Presidente del Comitato CRI, Ketty Corinaldesi: "ringrazio i numerosi Donatori che hanno dimostrato, ancora una volta, il grande Cuore di Ardea: specialmente in questo periodo dell'anno, quando più forte si avverte la carenza di sangue, i Donatori, e tra questi mi piace sottolineare due giovani diciottenni che hanno offerto il proprio gesto per la prima volta, hanno saputo rinunciare ai legittimi sentimenti famigliari, per dedicarsi agli altri. Grazie anche ai Volontari del Comitato, come sempre pronti e presenti alla chiamata solidale" Un sorriso per tutti L’Assessore Alessandro Possidoni è intervenuto in prima linea il 26 dicembre: “Con la consigliera Paola Soldati, ho incontrato i dipendenti del comando della Polizia Locale per fare i consueti auguri di Natale e ho avuto modo di vedere il grande lavoro che stanno facendo nell’ambito del progetto i “Corrieri del Sorriso”: si tratta di un lavoro di raccolta, organizzazione e distribuzione di pacchi che è stato possibile grazie al coordinamento continuo e puntuale operato dal comandante Sergio Ierace. Come Assessore all’Emergenza COVID, sono davvero soddisfatto del lavoro che il corpo di Polizia Locale, in collaborazione con la CRI-Comitato di Ardea e la Protezione Civile, ha svolto: da questa mattina hanno distribuito più di 100 pacchi ai nostri concittadini regalando un sorriso in questo giornata di Vigilia di Natale. (…) Per il continuo senso del dovere, per l’alto livello di professionale, per l’alto senso civico, per l’originalità delle proposte proporrò al Sindaco e alla Giunta di conferire un encomio o un elogio a tutte queste persone che, nel silenzio, continuano ad aiutare i nostri cittadini. Non si tratta semplicemente di fare il proprio lavoro. Qui si tratta di farlo con passione e dedizione. Buone feste a tutti.” Babbo Natale è a Pomezia Una visita speciale quella della mattina del 23 dicembre in piazza Indipendenza a Pomezia. Babbo Natale è passato a ritirare le lettere che in questi giorni i bambini e le bambine della Città hanno imbucato nella cassetta della posta dedicata. Con un sacco pieno di messaggi, Babbo Natale è passato a salutare il Sindaco ed è partito per iniziare a consegnare i doni che i piccoli cittadini di Pomezia riceveranno la notte di Natale.“Un ringraziamento particolare al Comitato di Quartiere Il Querceto–Colli di Enea per l'iniziativa – ha detto il Sindaco Adriano Zuccalà – Sono state tantissime le letterine spedite da piazza Indipendenza e sono certo che Babbo Natale esaudirà i desideri dei nostri bambini. Colgo l'occasione per fare a loro i miei più affettuosi auguri di buon Natale”. “Andrà tutto bene” al centro di Pomezia Una scritta enorme, con la frase “Andrà tutto bene”. Un messaggio di speranza, un augurio non prettamente natalizio, che riprende quanto veniva scritto sui balconi all’inizio della pandemia, lo scorso marzo. Così hanno voluto augurare il meglio agli abitanti di Pomezia (e non solo) i rappresentanti del Comitato di Quartiere il Querceto, che stamattina hanno montato le lettere che compongono l’ormai celebre frase, posizionata nella rotonda in via del Mare all’incrocio con via di Pratica di Mare, all’entrata ovest di Pomezia.
Irene Tozzi
L'opera di Emanuela in mostra allo Spallanzani
Una creazione di una dipendente comunale di Ardea esposta per il progetto “Mascherine della vittoria” a mascherina che incontra
Ll'arte. Da mesi ormai, ciò che vedevamo soltanto negli ospedali o magari in qualche paese lontano, è diventato un elemento inseparabile della nostra quotidianità; c'è chi però, oltre al suo uso indispensabile per fronteggiare il Covid-19, ha voluto elevarlo a forma d'arte, realizzando delle creazioni divenute già di per sé simbolo proprio della lotta contro il virus. E così, nel novembre scorso, è stata allestita una mostra all'Ospedale Spallanzani di Roma – altro luogochiave di questi drammatici mesi soprattutto per il nostro Paese – per rilanciare un messaggio di speranza. E tra gli artisti che hanno contribuito a realizzare la mostra, rimasta aperta al pubblico dal 26 novembre al 6 dicembre, c'è anche un pezzetto del nostro territorio: tra le 52 opere esposte frutto dell'ingegno di altrettanti artisti c'è infatti anche Emanuela Sannipoli, dipendente comunale di Ardea.
La mostra
Ma andiamo con ordine. Il progetto “Mascherine della Vittoria” - questo il nome dato all'iniziativa – rappresenta nelle intenzioni dei promotori un momento di riflessione e di speranza, condiviso con l’Istituto Spallanzani Nelle foto: (dall’alto) Emanuela Sannipoli di Ardea con la sua creazione; la locandina e gli artisti di “Mascherine della vittoria”; (sotto) l’Ospedale Spallanzani di Roma attraverso l'arte per raccontare il periodo storico che stiamo vivendo. Il progetto è stato a cura di Tiziano M. Todi ed ha visto “l’entusiasmo partecipativo” di 52 artisti che, grazie alla collaborazione con la Galleria Vittoria di via Margutta a Roma, hanno accolto l’invito del curatore per realizzare “una mascherina ad Arte” reinventandola attraverso il proprio sentimento artistico. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla partecipazione di Acea e «vuole essere un ringraziamento a chi, con dedizione e tenacia ha combattuto in prima linea, e tuttora combatte, perché si possa celebrare la vita» come ha affermato la presidente di Acea Michaela Castelli. Testimonial d'eccezione L'iniziativa ha visto inoltre l’entusiasta partecipazione di alcuni protagonisti dell’ospedale Spallanzani, modelli d’eccezione, che insieme a personaggi dello spettacolo, hanno indossato le “Mascherine della Vittoria” in una serie di scatti volti a sensibilizzare il pubblico all’utilizzo della mascherina. TWM FACTORY, che collabora attivamente con Galleria Vittoria, ha sposato il progetto e i suoi intenti, realizzando l’identità visiva e curandone il catalogo in qualità d’editore. Tra i testimonial che hanno collaborato al progetto troviamo, tra gli altri, Alessandro Preziosi, Elena Sofia Ricci, Giordano Bruno Guerri e Guillermo Mariotto.
(continua)
La mostra è rimasta aperta al pubblico dal 26 novembre al 6 dicembre. In precedenza, durante l’estate, è stata “visitabile” virtualmente
(segue) L'intervista a Emanuela Sannipoli
Intanto cosa ha rappresentato per lei partecipare a questa mostra così importante? «Mi sono sentita davvero onorata sia per il luogo scelto per l'esposizione, lo Spallanzani, uno dei luoghi simbolo della lotta al Covid19, sia per le tante personalità che hanno presenziato e indossato le nostre creazioni». Emanuela Sannipoli, nella vita quotidiana è una dipendente comunale ad Ardea: come è nata l'idea di prendere parte all'iniziativa? «Da sempre l'arte e il disegno fanno parte della mia vita. Mi sono anche diplomata presso un Istituto D'Arte ma poi purtroppo la vita, come a volte capita, mi ha portato a prendere altre strade; tuttavia non ho mai accantonato la passione per il disegno e, seppur nei ritagli di tempo, ho avuto modo di prendere parte a tante iniziative alcune delle quali anche qui ad Ardea. Qualche anno fa inoltre sono entrata in contatto con la Galleria Vittoria a Roma con la quale ho esposto in diverse occasioni; la pandemia ha colpito duramente il settore e così, quando mi è stato proposto di Nelle foto: (dall’alto) prendere parte Le altre due a questa iniziativa –creazioni di lanciata proprio dalla Emanuela, una Galleria Vittoria – ho avente per tema i accettato molto volenpapaveri, l’altra dei tieri. Ci è stato chiesto “palloni” in volo di realizzare tre creaverso l’alto nella zioni dopodiché ne speranza che il virus sarebbe stata scelta
IL PROGETTO - Nuova vita per l’impianto sportivo comunale di via Zara a Torvaianica. Si tratta di un progetto ambizioso che ha lo scopo di ristrutturare il complesso esistente e realizzare nuovi spazi dedicati allo sport. Il progetto che si è aggiudicato il bando di gara, del valore di oltre 200mila euro, prevede: la ristrutturazione degli spazi esistenti, l’abbattimento delle barriere architettoniche con la realizzazione di bagni per disabili, la sistemazione delle aree verdi con attrezzature e giochi per bambini, interventi di efficientamento energetico, l’installazione di una nuova tribuna e la realizzazione di due nuovi campi da padel, di cui uno coperto. Un altro passo importante – spiega l’Assessore Giuseppe Raspa – per lo sport del nostro territorio e in particolare per Torvaianica. I valori educativi che derivano dalla pratica sportiva sono determinanti per il sano sviluppo della nostra comunità, nonostante tutte le difficoltà del momento”. “Un grande investimento per il nostro litorale – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà – Stiamo lavorando per riqualificare
Torvaianica, renderla più bella, vivibile e attraente per chi ci vive e per le migliaia di turisti che la attraversano nei mesi estivi”. si allontani da noi una per l'esposizione: io ho deciso comunque di donarle tutte. Virtualmente la mostra è stata poi “visitabile” durante l'estate (sul sito della Galleria Vittoria potete ancora vedere il tour virtuale, ndr) dopodiché due mesi fa è stata allestita allo Spallanzani ed aperta a tutti sempre ovviamente nel rispetto delle norme anti Covid19». Può descriverci la sua creazione? «Il tema era da rintracciare nel primo lockdown, uno dei momenti più difficili vissuti dal nostro Paese. In quel periodo nessuno era preparato ad affrontare questa emergenza tuttavia lo spirito d'unità delle persone è emerso sin da subito: dai canti dai balconi, alle bandiere che sono iniziate ad apparire un po' ovunque. Da qui è nata l'idea di rappresentare il tricolore, la mascherina che poi è stata scelta: una bandiera tuttavia non normale, ma quasi strappata, con le frange non allineate a rappresentare in quel periodo le sofferenze del Paese ma anche i continui attacchi che l'Italia stava ricevendo da più fronti. Un tricolore “strattonato”, ecco, ma pur sempre un tricolore. La porporina rappresenta invece la luce di speranza, una speranza di rinascita nella lotta contro il virus». Chi ha indossato le sue mascherine? «La mia mascherina, quella con il tricolore, è stata indossata dallo stilista Guglielmo Mariotto. Le altre due invece, da quanto mi hanno detto, da una giornalista di Rai2 e da un architetto che ha curato il catalogo».
Luca Mugnaioli
L’artista EMANUELA SANNIPOLI - E’ una dipendente al Comune di Ardea nata e cresciuta tuttavia con la passione per l’arte e il disegno. Negli ultimi anni, anche se solo “nei ritagli di tempo” tra la famiglia e il lavoro come ci racconta, ha partecipato a diverse iniziative culturali con le sue creazioni tra cui citiamo quelle della “Galleria Vittoria e Domus Danae” con il progetto "Donna tempo spazio" 2018; la Mail art "la foresta dei simboli"2018 Museo Naturalistico del Monte Soratte a Sant'Oreste; la Mostra "splash: un tuffo nell' eros" 2019 Scuderie Palazzo Chigi Albani a Soriano nel Cimino 2019 e la Mail art Sant'Oreste -palazzo Caccia " il felliniano mondo" 2020. Queste al-
Scansiona il QR code per vedere online la mostra “Mascherine della vittoria”
Torvaianica, nuova vita per lo stadio
cune delle sue opere.
Lampade con il riciclo creativo
i parla di riciclo creativo S quanto si vanno a creare degli oggetti utilizzando ciò che si ha in casa e che a volte buttiamo senza pensarci. La cultura del riuso ci insegna, tra i tanti lavori che si possono fare, a realizzare delle originali lampade usando per esempio piatti o bicchieri di carta o di plastica. Trasparenti e dal costo abbordabile daranno non solo un bel tocco personale alla casa, ma anche una grande soddisfazione a chi le crea ed un bell'effetto visivo finale. Bisognerà solo armarsi di pazienza e di una pistola per la colla a caldo, riga, forbici, taglierino, piatti, bicchierini, filo elettrico, lampadina a freddo e carta traslucida. Nella foto in basso viene proposto l'esempio di una lampada costruita con la carta traslucida, particolarmente resistente al calore, ottenuta sovrapponendo i ritagli, messi uno sopra l'altro e mantenendo la distanza di circa 1 cm. Quest'altra foto mostra come far rivivere con originalità la base di una vecchia lampada. In questo caso bisogna mettere all'interno un cartoncino colorato e ritagliato seguendo una forma irregolare e ondulata, e per creare un contrasto, la parte esterna dovrà essere rivestita con della carta opaca. Altra idea è quella di sovrapporre due fogli di carta triangolari, di due misure differenti, dove con il taglierino sono stati effettuati in precedenza dei tagli in orizzontale e che, nell'accostare ed incollare le punte dei triangoli stessi, si apriranno dando vita ad una moderna e stilizzata figura. Per chi ha già realizzato lavori di questo tipo ed è un po’più esperto, ecco che con una perforatrice ci si può cimentare nella realizzazione di una lampada vera-
La cultura del riuso ci insegna, tra i tanti lavori che si possono fare, a realizzare delle originali lampade usando per esempio piatti o bicchieri di carta o di plastica
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mente particolare. Tante idee per passare in relax un po’del proprio tempo libero, divertendosi e dando sfogo alla propria immaginazione, seguendo delle semplici regole di costruzione e per avere una ricompensa immediata e non meno la soddisfazione personale per il bel lavoro creativo fatto.
Laura Piacentini
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Nelle foto: 1 - Lampada con bicchierini di caffè 2 - Vecchia base ricoperta 3 - Fogli di carta perforati 4 - Uso del taglierino 5 - Uso di carta traslucida
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L’alimentazione Veg in gravidanza
egli ultimi anni sono sensiN bilmente aumentati gli italiani che scelgono un’alimentazione vegetariana o addirittura vegana, tra mille commenti, falsi miti e verità cerchiamo di capire come e quanto questa dieta può influenzare un’eventuale gravidanza. Gli interrogativi che ci saltano in mente sono diversi: cosa mangiare? Cosa mancherà al feto? E’ certo che gli mancherà qualcosa? Il fisico della mamma avrà tutti i nutrienti necessari per affrontare il faticoso lavoro dei nove mesi che l’aspettano? Questa dieta avrà qualche effetto sul futuro allattamento? Cominciamo con il fare una precisazione fondamentale: scegliere uno stile di vita vegetariano o vegano non vuol dire semplicemente eliminare carne ed eventualmente derivati animali come latte uova dalla dieta, vuol dire invece rivoluzionare la propria alimentazione inserendo micronutrienti di natura vegetale capaci di integrare le sostanze mancanti. Le linee guida italiane SIGO, AIGOI, AGUI sulla Nutrizione in Gravidanza e durante l’allattamento, sostengono che, se ben pianificata, una dieta vegetariana o vegana può essere nutrizionalmente valida ed avere risultati positivi sia sulla mamma che sul bambino. A testimonianza di questo esistono studi di metanalisi (cioè lavori che mettono insieme i risultati di molteplici ricerche precedenti confrontandone i risultati come in una sorta di grande riassunto che compara tutti i dati relativi ad un determinato argomento fino a quel momento ottenuti e ne trae conclusioni) che evidenziano la mancanza di significative differenze di esiti tra donne che seguono una dieta vegetariana o vegana in gravidanza e donne che invece seguono una dieta diciamo, tradizionale. Ovviamente, voglio ribadirlo, parliamo di una dieta bilanciata! Le diete vegetariana e vegana devono prevedere l’impiego giornaliero di cereali, variando la scelta tra riso, frumento, mais, miglio, avena, orzo, segale, così come di legumi, di sorgenti proteiche quali la soia, la frutta secca, i semi oleaginosi (lino, zucca, canapa, sesamo, girasole), le uova e i latticini (esclusi però dalla dieta vegana), fino al seitan (un alimento, altamente. proteico, ricavato dal glutine del grano). L’apporto di grassi è dato dall’uso dell’olio extravergine di oliva così come dagli oli di semi, di noci e di lino; ampio dev’essere inoltre l’utilizzo di verdure, specialmente crude, e di frutta. Cosa può succedere se non si seguono le regole? Quali sono le carenze a cui può andare incontro? Sicuramente proteine, acidi grassi omega 3 (DHA), zinco, ferro, iodio, calcio, vitamina D e vitamina B 12, e meno frequentemente anche folati e magnesio. Queste carenze hanno un maggior impatto soprattutto durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza con effetti anche su allattamento e svezzamento. Tutte i micronutrienti sopra citati possono essere controllati attraverso l’alimentazione, cioè inserendo alcuni tipi di cibi oppure aumentando la quantità di altri. L’unica eccezione, per cui viene raccomandata l’introduzione di un integratore riguarda la vitamina B12. Va detto comunque che questa accortezza dovrebbe essere rivolta anche alle donne onnivore, coì come per il DHA e la vitamina D a prescindere dalla dieta seguita dalla mamma. Il problema legato alla vitamina B 12 è che purtroppo non esiste un metodo, né un livello standard di riferimento con cui confrontare i dati. L’Institute of Medicine ha stabilito un intervallo di 120-180 pmol/L tuttavia possono manifestarsi carenze anche a livelli superiori di concentrazione pertanto dobbiamo tenere in considerazione anche altri dati come: aumento del volume medio dei globuli rossi comparsa di anemia macrocitica megaloblastica deficienza di folati livelli elevati di omocisteina. Tuttavia il marcatore più utilizzato come test di screening per la carenza di vitamina B 12 è l’acido metilmalonico. E’ importante evitare la carenza d questa vitamina anche se per un periodo breve e considerando che tra il 17% ed il 39 % delle donne vegetariane si registra tale carenza, una dieta integrata, soprattutto durante la gravidanza, diviene fondamentale. Gli alimenti che maggiorente la contengono sono manzo, alcuni tipi di pesce, come lo sgombro, aringa e sardine, molluschi, uova latte e latticini mentre è completamente assente dagli ortaggi. Le conseguenze della carenza di vitamina B12 sono importanti: crescita intrauterina inadeguata ritardi nello sviluppo neurologico possibili conseguenze nell’infanzia. Ecco la necessità di integrare la dieta con un apporto esterno di vitamina B12. Ulteriori studi a sostegno della dieta vegetariana o vegana durante la gravidanza hanno evidenziato come questa sembri avere un potere protettivo nei confronti della pre-eclampsia e dell’eccessivo aumento di peso materno. I figli di madri vegetariane o vegane sembrano essere protetti da alcune malattie pediatriche come l’asma, il diabete, i difetti del tubo neurale, il labbro leporino e alcuni tumori pediatrici. Inoltre sembrerebbe che questi bambini abbiano meno probabilità di sviluppare obesità e sovrappeso, senza contare la loro ridotta esposizione agli antibiotici presenti nella carne che consumiamo. Tirando le somme quindi dieta vegetariana e dieta vegana promosse anche durante la gravidanza e l’allattamento purchè bilanciate. Niente “fai da te” … e mentre lo scrivo mi scappa un sorriso… non dovremmo forse fare attenzione a qualsiasi cosa mangiamo in qualsiasi momento della nostra vita a prescindere dal regime alimentare che abbiamo scelto?? Credo proprio di si’! Personalmente non sono vegetariana, cerco di mangiare sano, ma non sono immune alle tentazioni, e come me tanti altri, ma come in tutte le circostanze, siamo sempre pronti a pensare che il “nostro modo” sia il modo migliore… non è così… si tratta di abitudine forse, di consuetudine, di comodità… diciamo del modo migliore per noi, ma non per tutti. Come in tutte le cose serve attenzione e durante la gravidanza serve una doppia attenzione!! Farsi domande e documentarsi! Solo così avremo le risposte.
Dott.Ost Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
Effetto Forer e oroscopo: cosa dice la scienza uando ci troviamo davanti sona, senza fornire una causalità dimostraa un profilo psicologico ge- bile. I primitivi danzavano per provocare la
Qnerico tendiamo a ritenerlo preciso, accurato, creato pioggia o per impedirla essendo a digiuno delle cause naturali che la scatenavano, oggi esattamente per noi, senza pensare che se il ginocchio fa male poi pioaccorgersi che le descri- verà non è molto differente, un’altra forma di zioni vaghe e generiche si adatterebbero a onnipotenza assicurata anche dalla condichiunque. Si chiama “l’effetto Forer” dal nome zione che sono in tanti a crederci, la mente è dello psicologo statunitense Bertram Forer pigra, associa tutto a se stessa e ama mettersi che lo dimostrò scientificamente nel 1948. in mostra. L’onnipotenza è una difesa dal L’effetto Forer spiega la grande diffusione di senso di impotenza derivante dal dover sualcune pseudoscienze, astrologia, divina- bire passivamente le cose, un dolore fisico, o zione (interpretazioni di segni e simboli da anche la pioggia che, con qualsiasi balletto, parte di indovini, oracoli, senza una causalità cade sempre a suo esclusivo piacimento. Non dimostrabile), pratiche illusorie fondate su essere in grado di prevedere il futuro spaun meccanismo psicologico che porta a venta da sempre, crea insicurezza, costringe identificarsi con le previsioni; dodici profili - a confrontarsi con le proprie debolezze, con tanti quanti i segni zodiacali- validi per l’in- le forze della natura, uno dei pericoli più tera popolazione mondiale, 7,8 mld di grandi. Le previsioni rosee elargite ….”giunpersone, sic! Ogni individuo è unico, diffe- gerà presto una fortuna, l’anima gemella” atrente da qualsiasi altro, la convergenza di fat- tecchiscono su tali paure; è molto difficile tori ereditari, costituzionali e ambientali sradicare l’effetto Forer, si tende a non rinunfanno di ognuno un essere unico, anche i ge- ciare alle proprie convinzioni, sarebbe come
Perché crediamo agli oroscopi? I “maghi” offrono scorciatoie mentali e prospettive per il futuro che la mente, pigra, spaventata, accoglie volentieri terno di descrizioni più precise negli oromelli monozigotici (nati dallo stesso ovulo), scopi non mancano mai i “se” e i “ma” che rinnegare se stessi. Quando si tratta delle nostessi genitori, stessa data e ora di nascita, rendono il tutto di nuovo aleatorio, il risul- stre illusioni più care funziona sempre il penquindi stessa Stella, sono differenti, specie se tato è identico, soltanto un po’ più subdolo siero magico, infantile, che riemerge nelle allevati in ambienti diversi. Nel suo esperi- da sviscerare, ad es. “hai la tendenza a essere situazioni difficili, lutti, la fine di un amore, mento il dr. Forer fornì un’analisi personaliz- critico con te stesso”, molti sarebbero d’ac- terremoti, e i “maghi” lo sanno, offrono scorzata a ogni suo allievo, ognuno doveva dare cordo non esistono comportamenti stabili ciatoie mentali e prospettive per il futuro che una valutazione da 0 a 5 sulla corrispon- ma la parola, “tendenza” apre il fianco all’er- la mente, pigra, spaventata, accoglie volendenza del profilo al proprio ottenendone un rore. Se è una persona autorevole a fornire tieri. Il pensiero costringe a rinunciare al biassenso quasi pieno di 4,26, solo alla fine ri- un profilo preciso, pure positivo, la mente sogno di sapere tutto subito, a soffrire di velò di aver consegnato a tutti la stessa analisi inorgoglita subisce maggiormente l’effetto fronte alla realtà vera, è il dramma della codi personalità, identica per ognuno e com- Forer , inoltre influisce anche che sono in noscenza, della cultura, affidata oggi sempre pletamente inventata, e di avere scelto descri- tanti a crederci, fa sentire normali, (concetto più ai social, i nuovi guru, ma non sarà mai zioni che si sarebbero adattate a chiunque… normosociale di salute: uno vestito in un una scorciatoia a risolvere un problema. ”hai scoperto che è imprudente essere troppo campo di nudisti è quello strano, uno nudo sinceri;…a volte sei estroverso, affabile ma al centro di Roma lo arrestano). L’astrono- Dott.ssa F. Tomasino altre introverso, diffidente…; a volte dubiti di mia, lo studio della posizione degli astri, è Psicologa-Psicoterapeuta aver fatto la cosa giusta;…la sicurezza è uno una scienza, la sua logica comincia a vacillare francesca.tomasino@hotmail.it degli obiettivi della tua vita…etc” , afferma- quando si ritiene che la posizione degli astri Cell.3271363539 zioni alle quali tutti possono aderire. All’in- influenzi il carattere o il destino di una per-
Il Corriere della Città
www.ilcorrieredellacitta.com Numero 1 Anno 13 gennaio 2021
E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763
DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Anna Di rocco, Irene Tozzi PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 03/01/2021
STAMPA: Tipografia Graffietti Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
Pillole di diritto: il codice rosso
apevate che… …la Legge 19
Sluglio 2019, n. 69 recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere” denominata “Codice Rosso”, in vigore in Italia dal 9 agosto del 2019, ha introdotto modifiche di diritto penale sia sostanziale che processuale. In particolare nel codice penale la legge in questione inserisce ben 4 nuovi reati: 1) il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (c.d. revenge porn), punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro: la pena si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli interessati. La condotta può essere commessa da chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, diffonde, senza il consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati. La fattispecie è aggravata se i fatti sono commessi nell’ambito di una relazione affettiva, anche cessata, ovvero mediante l’impiego di strumenti informatici. 2) il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, sanzionato con la reclusione da otto a 14 anni. Quando, per effetto del delitto in questione, si provoca la morte della vittima, la pena è l’ergastolo; 3) il reato di costrizione o induzione al matrimonio, punito con la reclusione da uno a cinque anni. La fattispecie è aggravata quando il reato è commesso a danno di minori e si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da o in danno di un cittadino italiano o di uno straniero residente in Italia; 4) il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, sanzionato con la detenzione da sei mesi a tre anni. Il codice rosso, inoltre, ha inasprito le sanzioni per i reati di maltrattamenti in famiglia ed alle persone conviventi, per il reato di stalking e per il reato di violenza sessuale, ed ha esteso, in relazione a quest’ultimo reato, il termine entro cui è possibile sporgere querela portandolo da 6 mesi a 12 mesi. Si è cercato infine anche di ovviare alla possibile reiterazione dei reati in attesa di provvedimenti giudiziari o delle lungaggini, e/o irregolarità, nella fase delle indagini inserendo un termine brevissimo (3 giorni) entro il quale la vittima deve essere ascoltata da un Giudice ed inserendo un generale onere di celerità nelle indagini. Nello specifico è stato stabilito che: a) la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisce immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale; b) il pubblico ministero, nelle ipotesi ove proceda per i delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato. Il termine di tre giorni può essere prorogato solamente in presenza di imprescindibili esigenze di tutela di minori o della riservatezza delle indagini, pure nell’interesse della persona offesa; c) gli atti d’indagine delegati dal pubblico ministero alla polizia giudiziaria devono avvenire senza ritardo.
Un femminicidio ogni 3 giorni, il 40,6% degli omicidi avvenuti nel 2020 è stato un femminicidio, cioè l’uccisione di una donna da parte di una persona “di famiglia”, in senso lato. Questi sono numeri da guerra civile ! Era quanto mai opportuno un provvedimento legislativo modificativo di un Codice penale risalente agli anni 30 del secolo scorso, quando anche in ambito civile era in vigore addirittura lo ius corrigendi del marito sulla moglie. Questi riportati di seguito erano gli art.144 e 145 del Codice civile del 1942, aboliti solo quarantacinque anni fa, nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia. "Il marito è il capo della famiglia. La moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome ed è obbligata ad accompagnarlo dovunque egli crede opportuno fissare la propria dimora" - "ll marito ha il dovere di proteggere la moglie, di tenerla presso di sé e di somministrarle tutto ciò che è necessario ai bisogni della vita in proporzione alle sue sostanze." Nell’intento di “correggere” era quindi ammesso anche l’uso della violenza, come d’altronde avveniva (e purtroppo in molti casi ancora avviene) anche nei confronti della prole. Se la società cambia, cambiano anche le sue regole. E le società cambiano solo se cambiano le persone.
Avvocato Ida Nazzaro Patrocinante in Cassazione
Sede studio di Pomezia Via F. Domenico Guerrazzi n. 2 CAP 00071 Tel.: 06.60674482 – Cell.: 3383616295 E-mail: avvocatoidanazzaro@alice.it
Manager sull’orlo di una crisi di nervi
iamo ormai giunti al nuovo anno e la fine del 2020 ha S segnato il passaggio di un’epoca. Si è detto tanto sugli effetti di questa crisi sia in termini economici che, ancora più importante, per il sacrificio di molte vite umane. Ma possiamo ormai dire che il Covid svela d’improvviso una verità che avremmo preferito non conoscere: ovvero che le grandi catastrofi potrebbero in qualsiasi momento avvenire nuovamente. Negli anni abbiamo assistito a grandi sconvolgimenti come le armi nucleari, la guerra fredda, il terrorismo, i conflitti religiosi, l’inquinamento ambientale, le grandi migrazioni. In relazione a ciascuno di questi eventi si sono generati non solo timori, ma anche percezione e consapevolezza per la mancanza di controllo. Altre pandemie potrebbero verificarsi e noi tutti dobbiamo esserne consapevoli per prepararci ad affrontarle e a combatterle. Prima di tutto con un giusto atteggiamento mentale, poi con tutti gli strumenti e le strutture sia a livello politico che istituzionale, per non farsi trovare impreparati. Detto ciò, l’aspetto che adesso analizzeremo entra nel merito della gestione della crisi da parte del manager, che deve rendersi conto delle difficoltà da affrontare, riflettendo su questioni fondamentali che interessano chiunque abbia responsabilità in un’impresa di qualunque tipo o dimensione. Innanzitutto è bene premettere che da un giorno all’altro, imprenditori, dirigenti, manager e dipendenti hanno visto con i loro occhi quanto sia diventato fragile tutto quello che avevano costruito. Come si può restare alla guida con autorità e forza quando ci si sente in ansia? Come è possibile ispirare e motivare gli altri quando anche la sua mente è sconvolta dalle prospettive che la propria azienda possa fallire? Ecco quindi che lo stress diventa la logica conseguenza di questo stato, infatti è una risposta della nostra mente a una minaccia in una determinata situazione. E l’ansia è una reazione allo stress, è la paura di ciò che potrebbe accadere in futuro. Quindi l’ansia ha uno scopo, non è inutile. Soprattutto per coloro che l’hanno gestita per lungo tempo, sono più adeguati ad affrontare situazioni di disagio poiché elaborano le minacce in modo diverso, reagendo rapidamente di fronte al pericolo con un’azione di contrasto. Ma se non viene controllata, l’ansia ci distrae, ci fa per-
Qualcuno ha detto che il modo migliore per affrontare i sentimenti non facili è quello di accoglierli e di pensare ai nostri pensieri ed alle nostre emozioni, come se fossero treni che entrano ed escono da una stazione, guardandoli arrivare e partire senza attaccamento
L’ansia da pandemia: l’ansia è un nemico potente, più forte di noi e per questo dobbiamo farne il nostro alleato, bisogna affrontarlo a viso aperto poiché altrimenti ci abbatterà
dere le energie e ci spinge a prendere decisioni sbagliate. L’ansia è un nemico potente, più forte di noi e per questo dobbiamo farne il nostro alleato, bisogna affrontarlo a viso aperto poiché altrimenti ci abbatterà. Non è facile, ma farlo ci aiuterà a guidare gli altri al meglio, soprattutto oggi in questo momento particolarmente delicato. Mi permetto di dare qualche suggerimento in base anche alla mia più che trentennale esperienza lavorativa. Per cominciare la prima fase è imparare a identificare la propria di ansia: come si manifesta, come ci fa sentire e non aver paura di ammettere “IO SONO ANSIOSO”. Solo dando un nome a questo sentimento potremmo cominciare ad affrontarlo, capendo come influenzi il nostro comportamento e le nostre decisioni e soprattutto che cosa la provoca, mettendoci così in condizioni di gestirla. Non voltatevi dall’altra parte…più si cerca di nascondere la propria ansia e più ti si rivolterà contro. I migliori leader sono quelle persone che comprendono i propri sentimenti, hanno una maggiore soddisfazione sul lavoro, sono più performanti ed hanno relazioni migliori, sono più innovative e sono in grado di gestire un gruppo di lavoro con opinioni diverse e di ridurne i conflitti. Spesso è proprio la parola “ansia” che ci mette in difficoltà, allora diamogli un nome diverso, tipo disagio oppure anche temporanea mancanza di certezza. Qualcuno ha detto che il modo migliore per affrontare i sentimenti non facili è quello di accoglierli e di pensare ai nostri pensieri ed alle nostre emozioni, come se fossero treni che entrano ed escono da una stazione, guardandoli arrivare e partire senza attaccamento. Una volta che abbiamo imparato a riconoscere la nostra ansia, possiamo iniziare a determinare con precisione quando appare e perché. Utile potrebbe essere tenere un diario su cui scrivere quando succede, cosa l’ha scatenata e come abbiamo reagito. È bene cercare di capire le nostre reazioni e quale comportamento abbiamo adottato, soprattutto potremmo scoprire cose inaspettate, per esempio che a determinare un nostro forte stato di ansia possono essere quasi sempre gli stessi problemi o le stesse persone. Per quanto riguarda i manager spesso reagiscono all’ansia lavorando più duramente, fino all’impossibile. Cercano di controllare tutto, anche le cose che spesso vanno al di fuori delle loro competenze e così facendo, è difficile per loro immaginare di non assumersi la responsabilità di ogni cosa, cercando di essere ancora più perfetti e di avere più controllo non prevedendo che molto spesso questo perfezionismo e lavoro eccessivo, genera ulteriore ansia in sé stessi e negli altri. Una volta compreso i fattori scatenanti possiamo iniziare a sviluppare un nuovo rapporto con la nostra ansia, ricordandoci che in un periodo di recessione economica come questo che stiamo attraversando, ha senso che un leader si senta ansioso, vuoi perché la propria azienda potrebbe fallire oppure per il dover licenziare delle persone. Ma attenzione, si potrebbe anche verificare che si entra in un circolo vizioso di pensiero negativo che ci impedisce di andare avanti, come se fossimo inermi, fino a diventare un’ossessione. Ci si concentra totalmente tanto sullo scenario negativo che si viene sopraffatti dalle possibilità più allarmanti, da restare appunto completamente bloccati. Ma allora come è possibile evitare tutto ciò? Una via d’uscita potrebbe essere cercare di distinguere le nostre peggiori paure da ciò che potrebbe accadere, separare quindi ciò che è possibile da ciò che è probabile. Concentrarsi sul breve termine in quanto non si può essere in grado di dire ai vostri collaboratori cosa accadrà l’anno prossimo, o anche fra tre mesi. Non si può promettere che tutto andrà bene …a volte bisogna spegnere il futuro per un po’ di tempo e gestire il presente, poiché quello che probabilmente nella storia verrà ricordato come “La Grande Pandemia del 2020” che ha provocato danni immensi sotto ogni profilo, ha anche portato con se profondi insegnamenti che dobbiamo apprendere per affrontare e vincere le crisi future. Non sprechiamo dunque l’occasione per farlo. Buon Anno a tutti voi.
Antonio Guido (dirguido@libero.it)
Rimettiamoci in forma dopo le feste
ono mesi che il nostro orS ganismo è stato messo a dura prova a causa della pandemia COVID. Le palestre, le sale da ballo ed i centri sportivi sono state chiusi, la socialità e la mobilità è stata ridotta, ma i supermercati ed i negozi di generi alimentari sono rimasti sempre aperti. Il lockdown associato alle festività natalizie infine ha dato il colpo finale anche a chi stava cercando "eroicamente" di resistere conservando le proprie normali "abitudini salutari". Le conseguenze di tutto questo sono ovvie, il nostro stato di forma fisica è peggiorato e probabilmente siamo ingrassati. Ma guai a pensare di risolvere la cosa approfittando dei saldi per comprare indumenti di qualche taglia più grandi. Al contrario occorre intervenire, prima che la situazione diventi irreversibile, prima che il nostro organismo si abitui al cambiamento e soprattutto prima che il cambiamento diventi permanente. Questa pandemia ha cambiato radicalmente lo stile di vita di tutta la popolazione costringendo ad una vita sedentaria anche persone molto dinamiche sportive ed attive. Siamo quindi tutti più esposti perché è facilissimo eccedere nel cibo continuando a mangiare nello stesso modo di prima, mentre è difficilissimo ridurre in modo razionale la sua quantità, in proporzione alla ridotta attività fisica. Inoltre, la vita sedentaria e la mancanza di allenamento porta inevitabilmente ad una perdita della massa muscolare. Gli atleti sanno bene di cosa parlo, la perdita di massa muscolare è un nemico insidioso perché riduce il metabolismo di base, ovvero anche il modo in cui consumiamo la nostra energia a riposo, facilitando l’accumulo di grasso. Si usa dire "mal comune mezzo gaudio", ma in questo caso non dobbiamo consolarci col fatto che "in fondo quasi tutti sono ingrassati", perché se per alcuni Il problema è solo estetico, per altri potrebbe essere molto più grave, soprattutto se anziani o afflitti da qualche preesistente patologia. Il sovrappeso, infatti, ci trascina verso un vortice di disagi di carattere fisiologico e di malessere psicologico. Può sorprendere la velocità con cui si accumulano i chili superflui. Quando si inizia ad ingrassare, superati certi limiti, si innesca un meccanismo "diabolico" che tende ad autoalimentarsi e che può evolvere verso forme di vera "obesità", che possono portare allo sviluppo di tantissime patologie su base alimentare: problemi cardio-vascolari, ipertensione, diabete di tipo 2, ecc. Un eccessivo sovrappeso, inoltre, ci espone ad alcuni tipi di tumore e favorisce l’insorgere di infezioni, infiammazioni, difficoltà respiratorie, affanno, dolori articolari, ecc., insomma un di-
Dopo il Natale e i giorni di festa reagiamo alla pandemia rimettendoci in forma seguendo la ragione e la scienza sastro. Ma quando si ingrassa ci sono cambiamenti anche sotto il profilo psicologico: il nostro umore peggiora, possono insorgere problemi di insonnia, ansia, senso di insoddisfazione, i nostri rapporti interpersonali e familiari si trasformano. Gradualmente ma inesorabilmente tutta la nostra vita cambia in peggio, ma paradossalmente, siamo portati a trovare ulteriore gratificazione proprio in quell'eccesso di cibo (o di alcool) all'origine dei nostri problemi. Una spirale distruttiva, per certi aspetti simile alle tossicodipendenze, che gli obesi conoscono molto bene. Ma come facciamo a capire se è il caso o meno di iniziare a preoccuparci? Il peso in sé non significa molto. Più indicativa è una semplice misura del girovita che per gli adulti dovrebbe essere inferiore a 94 cm nell'uomo e a 80 cm nella donna. Se superiamo questi valori meglio rivolgersi ad un nutrizionista per una valutazione più approfondita, non solo del nostro body mass index o Indice di Massa Corporea (che è un semplice un indicatore per capire se abbiamo un peso adeguato alla nostra altezza), ma soprattutto della distribuzione della massa grassa e di quella muscolare. Questi ed altri parametri vanno messi in relazione con cosa abitualmente si mangia, alla attività fisica, alla età, al sesso, ecc. Ma prima ancora occorre consultare il proprio medico di fiducia per un controllo generale dello stato di salute associato a tutte le analisi cliniche che probabilmente, a causa della pandemia, sono state rimandate. Una volta fatto questo, se abbiamo accumulato un eccesso di grasso, esistono solo due alternative: o si equilibra la alimentazione riducendo la quantità di cibo o si incrementa l'attività fisica. Se volete avere garanzie sui risultati fatevi seguire da un nutrizionista per la dieta ed eventualmente da un personal trainer o da un fisioterapista (consigliato soprattutto per chi ha patologie che limitano la mobilita) per l'attività fisica. Questo percorso è sicuro, ma purtroppo richiede impegno e fatica, sarete quindi tentati di scegliere la "via facile", ovvero imbottirvi di costosi integratori, prodotti o cibi "dietetici", ecc. In questo caso "auguri”, la scienza dice altro, ma in questo mondo ciascuno è libero di "avere fede" in quello che vuole e di spendere liberamente (e spesso inutilmente) il proprio denaro, ma consultate sempre il vostro medico prima di assumere qualsiasi prodotto per non perdere salute al posto dei chili. Io raccomando sempre una equilibrata dieta mediterranea che, associata ad una moderata attività fisica, assicura risultati efficaci e soprattutto duraturi. Questa è la prima pandemia della storia durante la quale, almeno per il mondo occidentale, il cibo è rimasto disponibile in grande quantità. È inevitabile che ad essa segua un sovrappeso generalizzato nella popolazione. Dopo le odiose speculazioni sulle mascherine e sui presidi sanitari sarebbe quindi spiacevole assistere anche ad una speculazione sui "prodotti dimagranti” o al proliferare delle "diete fantasia" propagandate da "santoni" privi di qualsiasi qualifica.
Monica Grosso - Biologo nutrizionista
Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it
Lancio di sassi (e non solo)
CAMPO ROM, RAGAZZINI ATTRAVERSANO LA PONTINA A
PIEDI - Dopo i frequenti episodi di sassi lanciati con violenza contro le auto sulla Pontina, l’ultimo in ordine di tempo l’8 dicembre scorso, ora i pendolari della trafficata SS 148 lanciano un altro allarme. Sì, perché nei giorni scorsi sono stati avvisati dei ragazzini del campo rom di Castel Romano che, a quanto pare, si divertono ad attraversare la strada, da corsia a corsia. Un ‘gioco’ pericoloso che potrebbe provocare parecchi disagi, se non addirittura finire in tragedia. Attraversando la strada c’è il rischio di essere investiti, proprio come è successo il 17 dicembre scorso a Christian Ricci: il 40enne che ha perso la vita mentre attraversava la Pontina in corrispondenza del chilometro 33,200 nord, probabilmente per raggiungere l’area di servizio. Sempre a dicembre, un altro uomo è morto in una situazione analoga: anche Raffaele Marando, che era uscito dalla sua autovettura e si trovava sulla banchina laterale, è stato travolto da un tir Iveco.
Stroncato dal Covid LUTTO AD ARDEA - Alessandro Mercuri, un infermiere in servizio presso la postazione dell’Ares 118 della città, è deceduto a causa del Covid-19. Questo ignobile virus continua a mietere vittime. Una vita, quella di Alessandro, dedicata all’emergenza sanitaria stroncata dal Covid. L’uomo, che sarebbe dovuto andare in pensione a marzo 2021, all’età di 61 anni si è spento questa mattina al Columbus Gemelli di Roma, dove era ricoverato dallo scorso 4 dicembre.
Attenzione alla truffa
LA FINTA LOTTERIA - Anche con l’arrivo del Natale i truffatori non diminuiscono, anzi, aumentano. L’ultima segnalazione ci arriva da Ardea, dove un uomo ferma le persone per vendere biglietti della lotteria (ovviamente fasulli). Di solito ferma le persone che escono dal medico o dalle attività della zona: inizia in maniera amichevole, con un “Sempre al lavoro eh?”, per poi raccontare che anche lui ha un negozio ad Ardea. Dopo un po’ inizia a parlare di “premi bellissimi” che possono essere vinti comprando uno dei biglietti della sua lotteria. L’unico problema è che questa lotteria non esiste. Le segnalazioni partono da Nuova Florida, per spostarsi ad Ardea e ad altre zone limitrofe, fate attenzione!