Il Corriere della Città - Gennaio 2021

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CRONACA

Il Corriere della Città gennaio 2021

Trent'anni dalla morte di Giacomo Manzù Organizzata una commemorazione civica, invitato anche il Presidente Sergio Mattarella l prossimo 17 gennaio 2021 ricorrerà il trentennale dalla morte di Giacomo Manzù e un comitato popolare si è attivato per celebrare – se le circostanze dettate dal Covid-19 chiaramente lo consentiranno – questo importantissimo anniversario. Il legame tra il Manzù e il territorio di Ardea è noto come testimonia la raccolta delle sue opere esposte al Museo donate allo Stato dallo stesso artista e soprattutto la tomba situata all'interno del giardino. Purtroppo, è inutile girarci attorno, il clima attorno a questo anniversario non sarà dei migliori considerando le note vicende legate al trasferimento delle spoglie che hanno visto protagonisti di un (surreale) contenzioso gli eredi e il Comune. Salvo clamorosi colpi di scena, e non certo nel modo più trasparente possibile, la salma sarà infatti trasferita per essere dapprima cremata e successivamente esposta presso Colle Manzù come richiesto dai figli Giulia e Mileto. L'invito al Presidente Mattarella Ad ogni modo i cittadini, che hanno richiesto al Comune di Ardea il patrocinio gra-

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La tomba dove riposa Giacomo Manzù presso il Museo a lui dedicato ad Ardea tuito, si sono attivati per ricordare, al di là di tutto, un grande artista che rimarrà legato per sempre alla città di Ardea. Il Comitato promotore, Presieduto dall'Ecomuseo Lazio Virgiliano, al quale hanno aderito numerose associazioni, ha inviato un invito ufficiale anche al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella: «Domenica 17 gennaio 2021 ricorre il trentesimo anniversario della morte di Giacomo Manzù – si legge nella missiva fatta recapitare a Mattarella - La invitiamo nel museo di Ardea per onorare insieme la memoria di questo grande artista che ha ono-

rato l’Italia e per confermare, con la Sua autorevole presenza, che lo Stato Italiano realizzerà gli impegni assunti con l’atto di donazione e rispetterà come una legge sacra ed inviolabile la volontà dell’artista di rimanere per sempre ad Ardea nel luogo dove scelse di essere sepolto». «La commemorazione – chiosa Aueletta - si svolgerà, Covid permettendo e comunque con le dovute misure di sicurezza, con le modalità dell'antica tradizione locale per onorare la memoria di un cittadino benemerito che ha onorato Ardea e l'Italia».

Manzù lascerà Ardea: sarà un anniversario “amaro”... IL CASO - Giacomo Manzù, morto il 17 gennaio 1991, fu sepolto dalla famiglia, dopo l’autorizzazione dello Stato Italiano, nel parco del suo museo ad Ardea dove aveva scelto di riposare per sempre in pace. Come è noto i suoi eredi nel 2019 hanno presentato al Comune di Ardea una richiesta di estumulazione e cremazione della salma dell’artista che era stata poi respinta in più di un'occasione dall’ufficiale di governo dello Stato Civile per la mancanza dei presupposti previsti dalla legge. Il TAR del Lazio tuttavia, con una ordinanza che non ha tenuto conto del provvedimento comunale, ha rimesso nelle mani di un commissario la decisione finale che ha visto infine accogliere le richieste degli eredi al fine di custodire i resti mortali di Manzù presso Colle Manzù, sito in via Apriliana n. 1, ad Aprilia comeda loro richiesto. I DUBBI - La possibilità che la salma del Manzù lasciasse il Museo, sempre per volontà degli eredi, emerse già in passato (era il 2003), ma in quella circostanza il trasferimento a Bergamo venne scongiurato. E' evidente che, al di là di tutto, qualcosa non torni. Dopodiché ci sono trent'anni di storia (compreso un funerale che potremmo definire di “Stato” con il quale il

Manzù venne sepolto al Museo di Via Laurentina dove si trova attualmente) e le tante interviste rilasciate anche da Inge (nel 2016 disse: “Giacomo aveva espressamente chiesto di essere sepolto accanto alle sue opere ad Ardea. E le volontà vanno rispettate. No?”) a testimoniare il grande legame tra il Maestro e la terra di Ardea. IL “GIALLO” DEL TESTAMENTO - Oggi quindi, o meglio un anno fa, abbiamo scoperto che il testamento del Maestro – che peraltro parla comunque di “sepoltura” e non di “cremazione” – restato sconosciuto per anni, indicava tutt’altro, ovvero, con un’aggiunta scritta a penna, la volontà “di essere nella casa dove attualmente abito in Ardea, colle Manzù n.1” come visto; il riferimento ad Ardea, come ha commentato anche il commissario, "è solo frutto di un'errata convinzione del maestro, dovuto alla collocazione geografica e alla pertinenza comunale della sua abitazione". Ma, al di là di questo, è comunque doveroso porre la lente di ingrandimento sul passaggio relativo alla denominazione “Colle Manzù n.1” presente nel documento presentato dagli eredi. Ebbene: il 24 febbraio 1988, data in cui “Giacomo Manzoni in arte Manzù” avrebbe presentato il testamento

pubblico al Notaio in Roma Dott. Maurizio Misurale, la zona “Colle Manzù” non esisteva, quantomeno formalmente. La delibera di intitolazione risale infatti a tre anni più tardi, esattamente al 21/11/1991, cioè qualche mese dopo la morte del Maestro. Nel documento leggiamo: “Dato atto che dal 1964 sino alla morte il grande sculture ha dimorato nel territorio del Comune di Aprilia in località Campo del Fico e precisamente nella località denominata catastalmente Colle Cane […] ritenuto necessario indicare adeguatamente il suddetto luogo ormai noto come “Colle Manzù” […] delibera di denominare la zona […] già denominata Colle Cane, come “Colle Giacomo Manzù”. Queste allora le domande che sorgono spontanee: come poteva essere inserita nel testamento la denominazione “Colle Manzù” se all’epoca non esisteva? LA RABBIA DEI CITTADINI - I cittadini intanto, alla vigilia del trentesimo anniversario della morte di Manzù, non smettono di far sentire la propria voce: «Quanto successo è una vergogna, lui voleva riposare in pace nel luogo dove da 30 anni giace. Chiediamo il rispetto delle sue volontà». Insomma, sarà un anniversario dal retrogusto decisamente amaro.


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