TEATRO COMUNALE
Lavori in ritardo a Pomezia per il teatro comunale nell’ex consorzio agrario: le cause e le nuove tempistiche (da pag. 22)
Lavori in ritardo a Pomezia per il teatro comunale nell’ex consorzio agrario: le cause e le nuove tempistiche (da pag. 22)
Da gennaio nuove disposizioni per isolamento e tamponi: cosa cambia
Incidenti stradali a Pomezia e Ardea, gli ultimi dati e le mappe Istat: sul territorio 7 morti e 380 feriti in un anno
Ecco quali sono i Comuni più ‘pericolosi’ del Lazio: le classifiche (da p. 18)
L’INTERVISTA
Mauro Valentini presenta il suo nuovo libro Ciccio e Tore (da pag.28)
Come ogni anno l'avvento del nuovo anno dovrebbe portare con sé la classica lista di buoni propositi e soprattutto l'auspicio che le cose possano andare meglio rispetto ai 12 mesi appena trascorsi. Ma per questo 2023, forse complice i recenti trascorsi, le cose sembrano andare in modo diverso. Perché infatti convincersi per forza (illudersi?) che le cose debbano necessariamente cambiare in positivo? Guai a perdere la speranza ci mancherbbe ma intanto il nuovo anno “si è subito presentato” - ad esempio - con il rincaro, secco, prontivia, del carburante per via della fine dello sconto sulle accise. Per non parlare della ripresa dei contagi Covid in Cina (e ci siamo già passati) e del perdurare della logorante guerra in Ucraina. Insomma, caro 2023: non ci hai fornito proprio un bel biglietto da visita. (continua a pag. 4)
(segue dalla copertina)
Partiamo dalla benzina. Negli ultimi giorni prima di Natale il costo del carburante era tornato a livelli quantomeno “accettabili” e anzi, facendo un confronto col passato, i prezzi erano tornati a quelli del 2021. Sulla Laurentina tra Pomezia e Roma, tanto per fare un esempio, il diesel – che ormai ci siamo abituati a vedere stabilmente molto al di sopra della benzina – era sceso al di sotto dell'euro e 60 centesimi al litro. Poi però, alla mezzanotte del 31 dicembre, è arrivata la prima stangata dell'anno. Terminato lo sconto disposto dal Governo Draghi sulle accise, al fatidico rintocco (letteralmente), mentre tutti erano ancora intenti a festeggiare, il listino è stato ritoccato all'insù di 20 centesimi “senza colpo ferire” come si usa dire in questi casi. Di conseguenza eccoci di nuovo a fare i conti con prezzi spropositati del carburante considerando che il diesel è schizzato nuovamente a 1.85 al litro e la benzina a circa dieci centesimi in meno. Autostrade e trasporti Ma non finisce qui. Per la prima volta dopo il 2018 tornano a salire anche i pedaggi autostradali: un aumento immediato del 2%
Sul fronte delle bollette, dopo un 2022 a dir poco nero specie per le aziende, le previsioni sono contrastanti. Al momento si stima un
trambi i Comuni sarà un anno importante. Ad Ardea la nuova Amministrazione, che un po' in sordina ha già superato i primi sei mesi di mandato, è chiamata a mettere in campo i
Secondo il Codacons nel 2023 è in arrivo una stangata da 2.435 euro in media a famiglia a causa dei rincari: su i prezzi di pedaggi, trasporti e carburante in attesa (si spera) delle nuove contromisure del Governo
sulle arterie di competenza di Autostrade per l'Italia e poi, da luglio, di un altro punto percentuale. Ci sono però delle eccezioni: non aumenteranno infatti le autostrade A24/25 Roma L'Aquila Teramoe la Diramazione Tornao Pescara. Anche sul fronte dei trasporti pubblici non sembrano esserci buone notizie: in molte città infatti il prezzo del biglietto aumenterà.
Come sarà il 2023 per Ardea e Pomezia? Si riuscirà a mettere mano ai problemi (reali) del territorio?
andamento altalenante dei prezzi dell'elettricità (che dovrebbe scendere) e di quello per il gas (che dovrebbe salire dopo essere diminuito recentemente) soprattutto in vista dell'arrivo dei mesi generalmente più freddi. Stangata da oltre 2.000 euro a famiglia Tirando le somme dunque, e non abbiamo preso in considerazione tutti i settori, si va verso una vera e propria stangata: secondo le stime del Codacons i rincari, complessivamente, potrebbero pesare fino a 2.435 euro in media a famiglia, anche se da tale cifra va escluso il mercato del bollette considerando che, ad oggi, come detto, in attesa di capire le conseguenze delle misure prese sul price cap e sui prossimi interventi del Governo, fare previsioni è davvero complicato.
E a Pomezia e Ardea? Chiudiamo con uno sguardo sul nostro territorio. Archiviato un Natale in controtendenza rispetto agli ultimi anni, con la Rocca addobbata a Festa e Pomezia maggiormente in austerity, per en-
suoi primi veri interventi considerando che sin qui, per la maggior parte, si è dato seguito a quanto già predisposto dalla passata Giunta; a proposito: come da tradizione il problema buche è tornato all'ordine del giorno con nuove voragini spuntate un po' dappertutto. E a Pomezia? Il commissariamento entra nella sua ultima fase (in questo numero ci occuperemo ad esempio dei lavori – in ritardo – al teatro comunale) e ci si prepara alle Amministrative. Al momento però la politica locale tace: prima c'è infatti da superare l'appuntamento delle Regionali e soltanto dopo si penserà alla città. La sensazione è allora quella che la prossima campagna elettorale che porterà al nuovo Sindaco di Pomezia sarà una sorta di corsa contro il tempo dove tutto, purtroppo, si ridurrà ai soliti proclami spot senza affrontare (seriamente) i problemi del territorio. Speriamo, almeno in questo, di sbagliarci.
A Pomezia tra pochi mesi si tornerà al voto ma i timori di una campagna elettorale “lampo” sono dietro l’angolo così come quelli di una competizione basata sui soliti ‘spot’. Con buona pace per le tematiche importanti della città
IL DRAMMA - È morto di freddo, mentre gli altri festeggiavano il Capodanno tra botti, bottiglie di spumante, dolci e cibo in abbondanza. È successo a Torvaianica, nella baraccopoli di via Zara, lato Martin Pescatore. L'uomo, M. J., di 74anni, era un senzatetto che aveva trovato rifugio lì da qualche anno e vi abitava insieme ai suoi due cagnolini neri, che ormai nel quartiere conoscevano tutti, perché giravano liberamente, stando ben attenti a non farsi investire.
INCIDENTE SUL LAVORO - Una vera e propria tragedia quella che si è verificata a Pomezia il 21 gennaio scorso. Un operaio è
i prezzi
Il
In ultimo, una notizia molto triste. Ovvero, la perdita a Marzo dell’amata professoressa Maria Fenelli. Una delle principali studiose di Lavinium, era docente di Topografia di Roma e dell’Italia Antica presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Una situazione che aveva scosso mondo accademico e soprattutto la realtà istituzionale di Pomezia.
Le altre notizie del mese 100 anni di Ugo Tognazzi: a Torvaianica le celebrazioni dell'artista • più amato della commedia italiana Pomezia, arriva il 'Bookcrossing': la biblioteca comunale apre le sue • porte e arriva in tutti i quartieri
Pomezia, scoperta fabbrica clandestina di sigarette: sfruttati per lavorare profughi ucraini, un arresto LA SCOPERTA - La fabbrica di sigarette scoperta nel quadrante di Pomezia, dov’era stata scoperta nel mese di Marzo una fabbrica irregolare di sigarette. L’attività, del tutto clandestina, costringeva a turni massacranti e inumani i propri dipendenti, alcuni peraltro provenienti dal territorio dell’Ucraina. Da quell’operazione, la Guardia di Finanza sequestrò ben 82 tonnellate di sigarette da destinare all’attività di contrabbando.
IL RITROVAMENTO - È una storia a lieto fine. Nella quale la protagonista è una 99enne che aveva perso il suo portafogli con la foto del marito morto e altri ricordi oltre ai soldi. Per fortuna lo ha perso in un bar e i gestori lo hanno trovato e cercato il proprietario fino a scoprire che si trattava della nonnina. L’anziana si è commossa fino alle lacrime e avrebbe voluto ringraziare i suoi benefattori donando loro soldi o almeno un ricordo, ma mamma e figlio – proprietari dell’esercizio commerciale – rifiutano. “Non possiamo accettare. Se dobbiamo avere una ricompensa, sarà Dio a darcela".
I FATTI DEL MESE
Cerca di rubare una macchina ma il proprietario era • accanto: arrestato 39enne
Tentato omicidio a Torvaianica: 47enne accoltellato alla • gola. È in fin di vita Fingeva di effettuare test oncologici a ignari pazienti per fare • carriera: arrestata dirigente della Asl di Roma
Caia, nella giornata del 28 giugno 2022. Le fiamme avevano attaccato la discarica di amianto, distruggendo i teloni che ricoprivano le balle. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, con mezz i di terra, nel tentativo di fronteggiare il rogo dalla parte di via delle Monachelle, dove l'incendio minacciava soprattutto il canile.
IL
I FATTI DEL MESE Pomezia, terribile incidente in via • Pratica di Mare: 2 feriti, strada chiusa Via Laurentina, da Roma fino a • Pomezia tagliano l'erba... e pure i rifiuti: immondizia tutta sparsa al vento Torvaianica, la curva è troppo stretta: • camion schiaccia un'auto, due feriti. Strada chiusa
IL DRAMMA - Tragedia nel pomeriggio dello scorso 31 luglio, in centro a Torvaianica. Un uomo di 66 anni stava camminando sul Lungomare delle Meduse, non troppo distante dal centro cittadino, quando all'improvviso ha accusato un malore. Il 66enne, originario di Avellino, si era accasciato a terra. I numerosi presenti, allarmati, avevano immediatamente chiamato i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare per il povero 66enne.
VERSO LA FINE DELLA GIUNTA ZUCCALA’ - Colpo di scena, ma forse non troppo, nella politica pometina. Dopo gli abbandoni dei mesi precedenti, e le dimissioni degli assessori, ecco che nella giornata dello scorso 31 luglio 2022, in massa, ben 4 consiglieri comunali avevano preso la decisione di lasciare il Movimento 5 Stelle. Ma stavolta senza passare il testimone a qualcun altro, bensì creando una nuova lista e passando di fatto all'opposizione. IL FATTO - Incidente sulla via del Mare: scontro tra due auto, traffico in tilt. Lo scontro nei pressi del centro commericiale Sedici Pini Cade l'Amministrazione del M5S, Adriano Zuccalà sfiduciato
ARRIVA IL COMMISSARIO - "Alla fine tanto tuonò che piovve". Niente spiega meglio di questo vecchio adagio quanto accadutoclamorosamente - al livello politico a Pomezia lo scorso luglio a Pomezia: dopo la crisi scoppiata all'interno della maggioranza poco più di un mese prima, nella mattinata del 31 luglio 2022, infatti i nodi erano venuti tutti al pettine e alcuni consiglieri avevano preso la decisione di sfiduciare il Sindaco Adriano Zuccalà. Il 31 agosto sono state infine depositate presso tre diversi notai di Roma e Pomezia le firme necessarie a far cadere l’attuale Amministrazione dopo le dimissioni annunciate questa mattina dai quattro consiglieri di Pomezia Attiva. Di fatto, in questo momento, Pomezia non ha più il suo Sindaco in carica. Al suo posto arriverà il Commissario Dionisi.
Torvaianica, 51enne massacra di botte la • moglie e la lascia ferita a terra Pomezia, lascia il cane legato e sotto il sole • per ore: morto Spettacolo a Torvaianica: decine di delfini a • poca distanza dalla costa
L’ARRESTO - Una 46enne di Pomezia è finita in manette per evasione. La donna si è allontanata da casa dove si trovava ristretta ai domiciliari per raggiungere il fidanzato a Roma. Un'evasione per... amore. Antonella, nonostante fosse ai domiciliari, poteva ogni mattina allontanarsi da casa per raggiungere il Sert e fare poi ritorno dentro le 10. Il 29 settembre scorso, però le cose però sono andate diversamente...
IN MANETTE - Il ladro nel 2015, a Pomezia, sul litorale romano, aveva rapinato l'anziana donna, con disabilità. Ma nel settembre scorso, proprio lui, il tunisino di 37 anni, è finito in carcere: dovrà scontare una pena di 2 anni, 1 mese e 20 giorni per rapina pluriaggravata e per lui si sono aperte le porte di Rebibbia.
IL FATTO15enne investita da un’auto mentre attraversa sulle strisce mentre stava aspettando l'autobus per andare a scuola
LA STORIA - Lo ha trovato. Grazie a centinaia di condivisioni, messaggi e commenti. Non lo vedeva da quando era poco più di un neonato. "La foto è di 20 anni fa, quando mio padre viveva con me sul lungomare di Ardea", aveva scritto nel post. Poi aveva spiegato che l'uomo abitava a Pomezia. E che lui era nato 20 anni fa a Ostia. Una serie di informazioni che sono bastate, insieme alla foto che li ritraeva a bordo di uno scooter, a rintracciare Manolo, il padre di Lorenzo Mijay.
LE ALTRE NOTIZIE DEL MESE
Pomezia compie 83 anni: celebrata la ricorrenza • Terribile incidente a Pomezia: scooter contro auto in Via dei • Castelli romani, morto un uomo.
APPUNTAMENTO FISSO - Arrivano la sera intorno alle ore 20:00. Un nutrito branco di cinghiali, almeno 15, affamati, in cerca di cibo. Si avvicinano alle case, vagano tra le auto, sperando di trovare qualcosa. E anche quella sera del 27 novembre scorso, sono arrivati, puntuali per la cena. Succedeva a Pomezia, a meno di un chilometro dalla piazza centrale, di fronte alle scuole.
Pomezia, due rom entrano in una villetta per rubare: • sorpresi dalla proprietaria, scappano sul tetto Il mercato del sesso da Roma e Pomezia: donne cinesi • reclutate all'estero e ''vendute'' nei centri massaggi
Pontina, grave incidente: perde il controllo dell'auto e finisce contro un albero, un ferito e 10 chilometri di code L’INCIDENTE - Brutto incidente nel pomeriggio dello scorso 22 dicembre, sulla SS 148 Pontina, al chilometro 26,100 in direzione Latina, all'altezza di Pomezia Nord. Un uomo, per ragioni ancora da appurare, ha perso il controllo della sua vettura e, dopo aver sbandato, ha sbattuto contro un albero, rimanendo ferito.
LE ALTRE NOTIZIE DEL MESE
Torvaianica, attraversa la strada con il bimbo in braccio: motociclista investe mamma e figlio
un post su Facebook per ritrovare il padre: dopo 20 anni Lorenzo rivede il papà
IL FATTO - Non solo botti, ma anche colpi di pistola. Ad essere centrata la serranda e la vetrina dello studio del geometra, nonché giornalista, Luigi Centore, padre del consigliere comunale della lista “Cambiamo” Simone Centore. Il 1 gennaio, intorno a mezzanotte, tre colpi di arma da fuoco, presumibilmente una pistola calibro 38 o 9×21 sono stati sparati contro lo studio, colpendo sia il muro che la serranda.
IL DRAMMA - Omicidio Ardea, Fabrizio Rocchi avrebbe confessato. L’uomo di 48 anni era stato arrestato nell’ottobre scorso con l’accusa di aver ucciso la madre, la 68enne Graziella Bartolotta. «L’ho uccisa io», sarebbero state queste le parole del 48enne rinchiuso in carcere a Velletri.
IL FATTOLa passeggiata al mare gli costa cara: era senza mascherina, multato in spiaggia
I vigili chiudono il bar no-vax e loro si ‘vendicano’ mettendo in rete i video
LA NOTIZIA - Ardea “patria” dei no-vax? Di sicuro sono in parecchi coloro che non credono in questo tipo di cura, reputata sperimentale e quindi non affidabile. Tra questi – oltre al dottor Mariano Amici, il medico sospeso dalla Asl Roma 6 per non essersi vaccinato, ma diventato un idolo dei no vax – i titolari di un bar di viale Nuova Florida, nell’omonimo quartiere. Messi i sigilli a bar no vax di Ardea. E ieri la polizia locale, nel corso di un controllo di routine, quando si è accorta che la titolare del bar “4 Chiacchere” era sprovvista di non solo mascherina, ma anche di Green Pass, ha sanzionato sia la barista che la cliente, anch’essa senza il dispositivo di protezione individuale previsto dalla normativa.
“Mangia e scappa” al ristorante, il titolare pubblica la foto degli ‘scrocconi’ Hanno ordinato, mangiato e poi se ne sono andati. Piccolo dettaglio, si sono “dimenticati” di pagare il conto. Il “mangia e scappa” in un ristorante di Ardea lo scorso 14 marzo, secondo la versione fornita dai titolari del locale su Facebook. Ma i furbetti non immaginavano di essere stati ripresi dalle telecamere installate nel locale.
Le altre notizie del mese Un mare di rifiuti a cielo aperto: addirittura le lavatrici sugli alberi • Sequestrata la discarica di Albano: • esultano i cittadini, stop ai rifiuti da Roma (ma non durerà) Ragazzini picchiati davanti scuola: • ancora episodi di violenza alla Virgilio
IL TRAGICO EPILOGO - Non ce l’ha fatta, Sandro Virgili, l’uomo investito mentre attraversava via Laurentina, ad Ardea, all’altezza del supermercato Conad. Ha trascorso 5 mesi e 9 giorni in ospedale, lottando tra la vita e la morte. Ma oggi il suo cuore si è arreso. Le ferite riportate a causa dell’incidente erano troppo gravi e il suo fisico non ha retto, nonostante i tentativi disperati dei medici di salvargli la vita.
La pizza migliore del mondo si • mangia ad Ardea: Fabio Alveti vince il Campionato Mondiale Ecco i candidati alle elezioni • amministrative di Ardea delle principali forze politiche: Maurizio Cremonini del centrodestra sfiderà Lucio Zito per il centrosinistra/M5S
LAVORO - Inaugurazione ufficiale er il nuovo centro di distribuzione Amazon realizzato ad Ardea. La struttura diventerà uno dei principali hub per importanza nella logistica del colosso mondiale dell’e-commerce del centro Italia (e non solo) oltre che a portare nuovi posti di lavoro, ben 200 e a tempo indeterminato nell’arco di tre anni.
Le altre notizie del mese ‘Dammi i soldi o sparo’: terrore a Tor San Lorenzo, due rapine in • mezz’ora Acqua marrone a Pomezia e Ardea: vietato usarla (anche nei bar) • fino a quando non torna limpida Ardea, si azzuffano al parco: straniero accoltellato all’addome • Divieto di balneazione ad Ardea in oltre 3 km di costa. Il Sindaco: • ‘Servono più controlli’ Perde il controllo del furgone e fa carambola: colpite tre Fiat 500, • cinque feriti
ELEZIONI - Ad Ardea, per le Amministrative 2022 valide per il rinnovo del Consiglio Comunale, hanno votato 15.526 persone (Maschi: 7851, Femmine: 7675). La percentuale dei votanti è stata del 40,25% con un’astensione record.
CREMONINI SINDACO - Maurizio Cremonini, del centrodestra, supera al ballottaggio Lucio Zito (M5S-Pd) e diventa il nuovo Sindaco di Ardea. Cremonini ha ottenuto circa il 51% delle preferenze. Al voto però soltanto il 30% degli aventi diritto al voto, il peggior risultato dal 1995 in poi.
IL DRAMMA - E’ rientrata a casa e lo ha trovato morto nella vasca da bagno. Macabro ritrovamento il 29 luglio ad Ardea dove un ragazzo di soli 27 anni è morto. A dare l’allarme la compagna. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri. E’ successo in una casa di Via dei Fenicotteri.
Le altre notizie del mese Fumi tossici alle Salzare: incendio doloso a ridosso dell’area • archeologica Non si accorgono che ha il femore rotto: 64enne di Ardea muore • dopo un lungo calvario, a processo due medici Incidente tra Ardea e Pomezia, la vittima è Chiara Costantini: • lavorava al Comune di Ciampino ‘Siamo agenti’: minacciano con una pistola, picchiano e rapinano • il titolare dello storico stabilimento
L’APPELLO CADUTO NEL VUOTO - Un incrocio tra tre strade altamente pericoloso e già scenario di gravi sinistri stradali. Stiamo parlando dello snodo che interseca Via Pontina Vecchia, Via Strampelli e Via della Pescarella dove purtroppo, lo scorso 25 luglio ha perso la vita Chiara Costantini, 43enne di Genzano. Fatale per lei si è rivelato lo scontro con un’autovettura. Ma quello di fine luglio è soltanto l’ultimo di una lunga serie di incidenti stradali verificatisi in quello specifico incrocio, alcuni dei quali anche con feriti gravi: eppure, negli anni, non è stato preso alcun intervento per renderlo più sicuro. Ma c’è di più: la pericolosità dello snodo era stata segnalata al Comune di Ardea in tempi recenti, poco meno di tre mesi fa. Anche in questo caso però l’appello alle Istituzioni è caduto nel vuoto.
Le altre notizie del mese ‘Ovunque ti incontrerò proverò a ucciderti’, poi colpisce con una • pala lui e l’amico che tenta di difenderlo Residenti del Villaggio Ardeatino lasciati senz’acqua: “Da qualche • giorno le autobotti non passano”‘ Brutto incidente ad Ardea, auto finisce ribaltata: è la seconda volta • alla Nuova Florida in dieci giorni
LA SCOPERTA - Gli agenti del Commissariato di Anzio-Nettuno hanno interrotto una fiorente attività di meretricio sorprendendo una donna ed un transessuale mentre offrivano prestazioni sessuali a pagamento ad alcuni ospiti all’interno di un appartamento, covo delle disinibizioni libidinose a pagamento. Quando gli agenti sono arrivati sul posto, facendo irruzione, i due sono stati sorpresi seminudi insieme ai loro clienti. Sul luogo della perquisizione sono stati rinvenuti circa 500 preservativi, due vibratori ed altri oggetti che sono stati sottoposti a sequestro, cosi come è stato sottoposto a sequestro preventivo l’appartamento utilizzato. Ma non è tutto, perché poco dopo sono comparsi anche quelli che nel gergo della ”professione” secolare vengono definiti ”papponi”.
L’OMICIDIO - In 20 giorni di indagini è stata subito scartata la pista dell’overdose, e si è passati all’ipotesi di dell’omicidio volontario. Il tremendo accaduto del 5 ottobre scorso, con il ritrovamento in una camera d’albergo del Samoa sul litorale di Ardea del corpo di Naomi Cabral, è riconducibile ad un vero e proprio soffocamento. La prostituta trans è stata picchiata e strangolata secondo gli inquirenti che si sono avvicendati sul caso, ricostruendo la dinamica. Le prove ritrovate parlano di un rapporto sessuale troppo violento con un cliente. Oppure di una lite avvenuta per ragioni ancora ignote alla fine del rapporto sessuale. Ora, i carabinieri sono riusciti a far luce sulla drammatica morte di Naomi, la 47enne di origini argentine. E c’è anche l’arresto: un 35enne del posto, Mirko Angeloni, un pregiudicato.
L’INCIDENTE - Era ubriaco al volante. E’ stato arrestato per omicidio stradale l’uomo che con la sua auto è rimasto coinvolto nel terribile incidente avvenuto domenica 20 novembre tra Ardea e Anzio, sulla litoranea a Colle Romito. La macchina, con alla guida un ragazzo di 38 anni, che sotto l’effetto di sostanze alcoliche si era messo al volante con a bordo la propria compagna, si era scontrata con un altro veicolo al cui interno c’erano papà e figlio. Ad avere la peggio, nel drammatico sinistro, era stato il signore che accompagnava il giovane (di 20 anni) morto dopo il sinistro a causa delle ferite riportate.La vittima dell’incidente si chiamava invece Rocco Raso e aveva 62 anni.
Incidente mortale ad Ardea: le vittime sono le 20enni Aurora e Desiree
IL DRAMMA - Si chiamavano Aurora Pederzani e Desiree Pasquali le due ragazze che questa notte hanno perso la vita in un terribile incidente stradale, nel territorio di Ardea. Le due, poco più che ventenni, si trovavano a bordo di una Fiat Grande Punto grigia quando, per cause ancora da accertare, si sono schiantate contro un albero. E l’impatto è stato violento, purtroppo fatale. La tragedia è avvenuta sulla litoranea Ostia-Anzio, in Via delle Pinete, intorno alle ore 01:20 tra il 30 novembre e il 1 dicembre.
IL FATTO - Ardea: “Dammi i soldi”, “Non ci penso proprio”. Direttrice delle Poste ‘sventa’ la rapina a mano armata
nno nuovo, vita nuova. Magari in una nuova casa. È il sogno di molti, soprattutto di tanti giovani che vorrebbero lasciare l’abitazione dei genitori e spiccare il volo, farsi una famiglia propria, essere indipendenti. Qualcuno vorrebbe sposarsi, altri convivere, altri ancora semplicemente tagliare il cordone ombelicale. Ma comprare una casa – tra crisi economica, prezzi alle stelle e mutui che non sempre vengono concessi ai giovani – diventa quasi un’utopia. Gli affitti sono carissimi, senza contare che non si trova quasi nulla. Ecco perché la casa per i giovani è il secondo punto inserito nel programma della lista civica “Lista per Pomezia – la mia città”. Il primo punto, quello del lavoro, è stato trattato lo scorso mese. La lista, ideata dall’ex sindaco di Pomezia Pietro Angellotto in vista delle prossime elezioni amministrative, punta sui programmi. Angellotto, prima ufficiale pilota dell’aeronautica militare, poi pilota civile e Comandante in Alitalia, è stato attivo in politica a Pomezia - coprendo i ruoli di assessore e di consigliere comunale - fino al 1996, anno in cui fu promosso Comandante in Alitalia. Alle prossime elezioni comunali – come lui stesso ha chiarito – non si candiderà. Ma, insieme ad esperti per ognuna delle tematiche affrontate, ha preparato un programma dettagliato che punta a risollevare Pomezia e Torvaianica, andando a toccare le tematiche più importanti per i cittadini.
E tra queste c’è la casa.
“Per acquistare serve almeno il 20% dell’anticipo, ma molte famiglie non hanno questa possibilità”.
Quale sarebbe quindi per lei la soluzione?
“L’unica modalità per consentire a tutti di accedere all’acquisto di una casa e avere così un futuro è quello dell’housing sociale”.
In cosa consiste?
“Si tratta di un affitto con diritto di riscatto. Le due passate amministrazioni hanno avuto pochissima attenzione per questa problematica. Hanno dimenticato che esistono i comparti edificatori E e F, tra via del Mare e via dei Colli di Enea, dove l’amministrazione De Fusco in modo intelligente fece deliberare un accordo con l’allora gruppo Di Mario, proprietario dell’area. Grazie a
quell’accordo il Comune, invece di espropriare, come prevede la Legge 167, avrebbe avuto direttamente l’acquisizione al patrimonio di metà dell’area. Parliamo di un’area di 354 mila metri cubi, quindi con la divisione circa 170 mila diventerebbero del Comune”.
La lista per Pomezia - La Mia Città propone di ricorrere all’Housing Sociale, un affitto con diritto di riscatto, per dare la possibilità a tutti, specie ai giovani, di prendere un’abitazione
Ma cosa bisognerebbe fare, visto che nel frattempo il Gruppo Di Mario è fallito?
“Basterebbe andare dal Commissario Liquidatore per firmare il protocollo d’intesa: da parte sua sarà sicuramente ben felice di concludere l’accordo. L’area è divenuta edificabile nel 2009 e l’acquisizione al patrimonio immobiliare comunale porterebbe un ulteriore risparmio per chi compra”.
Quale?
“Il Comune non può lucrare sui propri cittadini, quindi il costo dell’abitazione dovrà essere depurato del valore del terreno, perché al Comune verrà gratis”.
Ma manca il progetto… “No, il progetto c’è già da tempo di entrambi i comparti. Orientativamente c’è spazio per un migliaio di appartamenti. Se il Comune volesse pianificare 200 appartamenti l’anno, ci sarebbe la possibilità ogni anno per 200 giovani coppie o famiglie che stanno in affitto di avere finalmente una casa tutta loro”.
Ma a quali costi?
“Con la modalità dell’housing sociale, ovvero con l’affitto con diritto di riscatto”.
Come funziona?
“Si paga l’affitto per otto anni, terminati i
quali si perfeziona l’atto di acquisto della casa. I soldi versati fino a quel momento per l’affitto non sono persi, ma valgono come anticipo sul costo totale della casa”. Possono accedere tutti a questa formula?
“È chiaro che dovranno essere agevolati i cittadini di Pomezia. Quindi dovrà essere fatto un bando di concorso i cui requisiti favoriscano chi è residente a Pomezia, agevolando l’anzianità di residenza, la grandezza del nucleo familiare e il reddito. In questo modo, in 5 anni, si riuscirà a dare ristoro a ben 1.000 famiglie”.
Il primo punto della lista è descritto ampiamente nel video, che può essere visionato inquadrando il codice QR code Reader. Per maggiori informazioni contattare il numero 3896539845 inviando un SMS o chiamando per fissare un appuntamento presso il punto di ascolto e di incontro in piazza Indipendenza, accanto al bar Stella, o inviando una mail all’indirizzo: listaperpomezia@gmail.com La descrizione dettagliata del secondo punto della lista può essere visualizzata nel video, inquadrando il codice QR code Reader pubblicato in questa pagina. Attraverso il codice sarà possibile vedere anche gli altri punti del programma, suddivisi per categoria. Per maggiori informazioni sull’intero programma o sulla lista contattare il numero 3896539845 inviando un SMS o chiamando per fissare un appuntamento presso il punto di ascolto e di incontro in piazza Indipendenza, accanto al bar Stella, o inviando una mail all’indirizzo listaperpomezia@gmail.com.
L’idea è quella di riprendere in mano i comparti edificatori E ed F appartenuti al gruppo Di Mario chiedendo al liquidatore di firmare un protocollo d’inrtesa
Interessi che sfioravano il 400%. A pagarli commercianti, artigiani, pensionati e disoccupati – alcuni con fruitori del reddito di cittadinanza - di Ardea, finiti nella rete degli usurai. E non strozzini qualsiasi. Loro, due coppie di coniugi, da anni avevano creato un fitto giro di usura, legato anche allo spaccio di sostanze stupefacenti, che aveva trovato numerose vittime nel Comune rutulo. Come Alessandro, Vittorio, Corrado, Federica, Deborah, Teresa, Benedetta e suo padre Gianni, Sandro, oppure Mario, (nomi di fantasia, ndr). O come il pometino Mauro (nome di fantasia, ndr).Tutti costretti a pagare rate talmente alte da dover chiedere ogni volta nuovi prestiti. E, quando qualcuno saltava un pagamento, ecco che arrivavano le minacce. “Vedi che devi fa, sennò me tocca passà da te a bottega. Sennò devo fa passà qualcuno: sono guai per me e soprattutto per te. So c..i tua, stasera ce l’hai a casa”.
Le coppie diaboliche Gli affari erano condotti da Marco Bottiglieri e Barbara Guidi, marito e moglie. Secondo gli investigatori erano loro gli organizzatori del gruppo criminale. A coadiuvarli, come “mediatori e riscossori”, un’altra coppia di sposi, Daniele De Belardini e Gianna Brunetti. Ma, dopo anni di usura, a mettere fine all’incredibile giro creato dai quattro ci hanno pensato i Carabinieri della Compagnia di Velletri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri. I militari, il 19 dicembre, hanno arrestato le due coppie, finite in carcere, e altre 4 persone ai domiciliari. Tutti sono accusati, a vario titolo, del delitto di associazione a delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione, nonché del delitto di spaccio di sostanze stupefacenti. Altri tre soggetti sono invece stati denunciati. Belardini e Brunetti,
secondo quanto riporta l’ordinanza, provvedevano “materialmente alla contrattazione di nuovi finanziamenti e alla riscossione delle rate mensili dalle vittime”. Ma i protagonisti principali erano appunto Bottiglieri e Guidi. Sulle loro carte PostePay risultano movimenti in entrata per ben 363.307,49 euro nel periodo che va dal 2016 al 2021, ma – come scrive il Gip Emiliano Picca - nel periodo che va dal 2016 al 2021, hanno dichiarato redditi “pari a 33.753,00 euro per l'anno 2011 e fino al 2020”.
L’operazione dei Carabinieri, nata da un’altra indagine, legata al traffico di droga, ha permesso di porre fine ad un giro di usura che andava avanti da anni. Le vittime accertate sono 85 tra Ardea, Pomezia, Aprilia, Velletri, Santa Marinella e Roma
I carabinieri scoprono che uno dei componenti della “Banda dei Castelli”, dedita alle rapine e sgominata nel maggio scorso, è invischiato anche nel traffico di stupefacenti ed è pure vittima di usura. E’ “grazie” a lui i Militari alzano il velo anche sul giro di usura
L’indagine Gli arresti partono grazie a un’altra indagine, legata al traffico di stupefacenti. I carabinieri scoprono che uno dei componenti della “Banda dei Castelli”, dedita alle rapine e sgominata nel maggio scorso, è invischiato anche nel traffico di stupefacenti ed è pure vittima di usura. Infatti, per pagare la droga, ha dovuto chiedere dei prestiti. Non riuscendo a onorarli a causa dei tassi altissimi, è dovuto ricorrere all’aiuto della moglie, della madre e della zia, anche loro costrette a chiedere prestiti agli stessi usurai, appunto la coppia Bottiglieri-Guidi. È dalle intercettazioni del pusher che gli investigatori scoprono il vasto giro di usura, risalendo a 85 vittime tra Ardea, Pomezia, Aprilia, Lanuvio, Velletri, Santa Marinella e Roma. Le vittime si rivolgevano ai quattro arrestati su indicazione di qualcuno di fiducia. E si ritrovavano in trappola.
Tra le vittime di Ardea (11 persone in tutto) c’è anche Alessandro con prestiti che non si estinguono mai. Lui dal 2014 paga un debito infinito. E gli accollano anche rate non sue
Le vittime di Ardea
Ben 11 le vittime ad Ardea. Come mai? Presto detto: la famiglia Brunetti è originaria proprio del posto e sono i parenti di Gianna Brunetti che fanno da tramite per far ottenere i prestiti alle vittime. Prestiti che non si estinguono mai. Come quello di Alessandro, che dal 2014 paga un debito infinito. E a cui accollano anche rate non sue. “Erano di persone che non avevano pagato, ma siccome le avevo presentate io, pretendevano da me il pagamento. Unica concessione era quella di poter saltare alcune rate, in cambio di una cosiddetta ‘multa’ di 200 euro a fondo perduto”, racconta agli inquirenti. Per indurlo a pagare, arrivavano le minacce. “Mo so c..i tua quanno rientro. Te vengo a pià ndo stai”. E Bottiglieri cerca di spaventarlo recapitandogli anche degli audio da parte di un’altra persona, con accento napoletano, dal tono minaccioso. I messaggi e le telefonate sono sempre atti spaventare, tanto che più di una volta Alessandro piangendo chiede una dilazione dei pagamenti, per paura di ritorsioni.
Tutte le vittime erano costrette a pagare rate talmente alte da dover chiedere ogni volta nuovi prestiti. E, quando qualcuno saltava un pagamento, ecco che arrivavano le minacce
Il 19 dicembre scorso le due coppie di strozzini sono state arrestate: si tratta di Marco Bottiglieri e Barbara Guidi e Daniele De Belardini e Gianna Brunetti. Altre 4 persone sono finite invece ai domiciliari
La storia di Vittorio Vittorio chiede un prestito di 3.000 euro. Gliene danno 2.900, perché 100 sono il costo della “pratica”, da pagare subito. Gli fanno firmare una sorta di contratto: 18 rate da 600 euro, per un totale di 10.800 euro. Ma dopo soli 5 mesi, quando comunque ha già pagato 3.000 euro, Vittorio capisce che la rata è troppo alta e non può farcela a sostenere questi costi. Chiede alla coppia di Ardea, Gianna e Daniele, di abbassarla. Il prestito viene rimodulato, con una rata di 350 euro al mese. Ma il totale arriva a 12.600 euro, perché gli interessi nel frattempo sono lievitati. “Nel caso in cui non riuscissi a far fronte al pagamento della rata, che avveniva tra il 30 del mese e il 6 di quello successivo – spiega Vittorio agli inquirenti –mi veniva applicata una sorta di multa pari a 10 euro al giorno, mentre nel caso saltassi completamente il pagamento della rata mi veniva applicata un’altra multa che poteva variare dai 100 ai 200 euro con conseguente allungamento del prestito per il mese saltato”. Se non avesse pagato, avrebbe “avuto a che fare con persone poco raccomandabili provenienti dal napoletano”. “Ciò – riferisce Vittorio – ha creato stato d’ansia e preoccupazione non tanto in me quanto nella mia famiglia”. Eppure, alla domanda precisa: “Intende sporgere denuncia/querela per quanto sopra riferito?”, l’uomo ha risposto di no. Questo nonostante
le minacce di morte ricevute e intercettate dagli inquirenti.
Ancora più complicata la storia di Corrado, anche lui di Ardea, che a gennaio del 2018 chiede un prestito di 2.000 euro. Gliene consegnano 1.900, sempre per la storia che la pratica costa 100 euro. Deve pagare 24 rate da 240 euro, per un totale di 5.760 euro. A metà del 2000, quando ha quasi estinto il debito, che avrebbe saldato a fine anno, ha di nuovo bisogno di soldi. Chiede quindi altri 3.000 euro. Gli fanno quindi firmare un nuovo contratto: gli consegnano 2.900 euro (100 sono per l’apertura pratica), lui dovrà restituirne 11.800, suddivisi in 36 rate da 310 euro. Ma c’è una via d’uscita: Corrado può estinguere il debito in un’unica soluzione, ma non prima di un anno e nell’importo che gi verrà comunicato. Però la cosa sembra molto difficile da attuare. Corrado, per riuscire a far fronte alle spese quotidiane e nel frattempo pagare gli strozzini, nell’estate del 2019 ha preso un altro prestito dalla coppia, stavolta a nome della compagna. Ha chiesto 2.000 euro, gliene hanno dati 1.900,
Corrado prende 4 prestiti dagli strozzini: in tutto 10mila euro ma la somma da restituire (a rate) supera i 30mila euro. I pagamenti avvengono tramite ricariche su PostePay o in contanti
ne rivogliono 7.200, in 30 rate da 240 euro al mese. E non finisce qui. Anche la madre di Corrado, anziana e bisognosa di cure, chiede un prestito. Necessita di soldi per pagare le cose essenziali e non sa a chi rivolgersi. E finisce anche lei, come il figlio, nella trappola delle due coppie di strozzini. È sempre Corrado a fare la pratica, attraverso la donna di Ardea: 3.000 euro richiesti, ne vengono consegnati 2.900. Ma ne dovranno restituire 9.600, attraverso 30 rate mensili da 320 euro l’una. I pagamenti avvenivano attraverso ricariche su PostePay, oppure in contanti. Anche Corrado non sporgerà denuncia. “Ho paura di ritosioni”. Ma gli inquirenti hanno registrato le conversazioni tra lui e suoi aguzzini, hanno le prove di quello che è accaduto, perché hanno trovato i file dove venivano riportati i pagamenti effettuati e i relativi nomi.
(segue)
Gli strozzini non si impietosiscono neanche davanti alle situazioni più gravi. Anzi. Ne approfittano. Come nel caso di Teresa, che a causa di un tumore è costretta a rinunciare al suo lavoro per circa un anno. I soldi scarseggiano e per questo, grazie a una collega, nel 2018 entra in contatto con la donna di Ardea, che le fa avere un prestito di 1.000 euro. Lo paga subito, in 12 rate da 120 euro. Ma, visto che la malattia non le dà tregua, tra interventi chirurgici e cicli di chemioterapia, Teresa ha bisogno di altri soldi. Nel 2019 chiede quindi 2.000 euro. Il pagamento viene suddiviso in 18 rate da 240 euro, per un totale di 4.320 euro. Tutto sommato interessi accettabili, per essere degli strozzini. Ma la stangata deve ancora arrivare. Nel 2020, quando mancano 6 rate all’estinzione del debito, Teresa chiede di poter avere altri 1.000 euro. Ha troppe spese, non ce la fa a pagare tutto. “Va bene”, risponde Gianna, che prima deve chiedere l’okay all’altra coppia, che ovviamente arriva. Con rate stratosferiche. “Marco – che non conoscevo di persona - aveva dato il suo assenso all’operazione e all’estinzione del prestito precedente. Notai, con enorme stupore, che la rata era di 450 euro per 12 mesi”, racconta Teresa. Eppure le erano rimaste da pagare solo 6 rate del precedente prestito, che – moltiplicate per 240 euro (già comprensive di interessi) – ammontano a 1.440 euro. Per quei 2.000 euro che le hanno prestato, Teresa ha già pagato 2.880 euro. “Nonostante fossi
consapevole degli interessi esorbitanti, decisi di firmare lo stesso il contratto”, rivela la donna agli inquirenti. Gianna, in quell’occasione, suggerisce a Teresa di far subentrare nel finanziamento qualcun altro, a garanzia, dicendo che si tratta solo di un pro-forma. E lei fornisce il nome della suocera. Con enormi sacrifici, Teresa paga i primi 5 mesi, poi capisce di non riuscire a far fronte a una rata così alta. Il prestito viene quindi rimodulato attraverso un nuovo contratto, ripartendo nuovamente con altre 18 rate, suddiviso in due pagamenti da 160 euro, uno a nome di Teresa, l’altro a nome della suocera. Questa soluzione, però, non aiuta Teresa, che si ritrova a dover pagare le famigerate “multe” ogni volta che tarda le rate, senza vedersi scalare le quote.
Per i prestiti di “importanti” Marco e Barbara vanno direttamente dai clienti procacciati da Gianna e da suo marito Daniele. E conclu-
dono gli affari in auto, trasformata per l’occasione in “ufficio”. Come nel caso di Sandro, commerciante rutulo. “Avevo conosciuto Gianna per un precedente prestito di 3.000 euro, che avevo restituito, 10 anni fa. Poi, circa 4 anni fa, trovandomi in difficoltà con la mia attività, l’ho ricontattata per chiederle un prestito di 15 mila euro”. Ma per una cifra così consistente Gianna deve chiedere a Marco. Viene fissato un appuntamento nel parcheggio di un bar ad Ardea e, nell’auto di Marco, alla presenza di Barbara, Sandro firma il “Era un fuoristrada imponente, al-
Nella rete degli usurai finisce anche Sandro un commerciante di Ardea: chiede un prestito di 15 mila euro e ne dovrà restituire il doppio
l’interno sembrava un ufficio in miniatura. Con un tavolino a scomparsa”. Vengono stabilite 36 rate da 860 euro, per un totale di 30.960 euro. All’inizio Sandro riesce a pagare, grazie al suo lavoro. Ma poi arriva il Covid. La pandemia blocca tutte le attività, non ci sono più clienti e lui ha serie difficoltà a versare le rate. Deve chiudere il negozio. Arrivano le famigerate multe. “Da giugno 2019, data chiusura della mia attività, non
avendo più potuto lavorare e non avendo entrate, ho praticamente pagato solo multe, 150 euro al mese, fino a gennaio 2022. A febbraio mi ha contattato Marco per dirmi che potevo non pagare la multa, visto che era un periodo di crisi”. Ma in realtà, l’uomo aveva scoperto che i carabinieri erano sulle
Teresa, malata di tumore, finita in mano agli strozzini per curarsi
Mario, di Pomezia, chiede un prestito per poter festeggiare la comunione del primo figlio. È il 2019. Ci tiene ad avere un bel ricordo di quel giorno, ma il suo stipendio – è l’unico a lavorare in famiglia – non è sufficiente per coprire le spese. Allora chiede i soldi a Gianna che, dopo l’okay di Marco, gli consegna 1.900 euro, sui 2.000 richiesti. 100 sono il costo della pratica. Marco dovrà restituire 350 euro al mese per 12 mesi, importo totale 4.200 euro. “Alcuni mesi pagavo in ritardo e mi applicavano una multa di circa 70 euro. Inoltre nei mesi in cui non riuscivo a pagare, la rata successiva era maggiorata di 100 o 200 euro. Non so chi facesse questi calcoli, mi limitavo a pagare. So per certo che le mensilità non terminavano nella data prevista. Nel 2021 ho chiesto una rimodulazione del prestito. C’era la comunione del mio secondo figlio, così ho chiesto altri 3.000 euro a Gianna e Daniele. Loro, dopo aver avuto il benestare dei superiori, mi hanno proposto una rata che comprendeva anche il residuo del precedente prestito, non mi ricordo quanto fosse rimasto. 630 euro al mese per 13 mesi, per un totale di 8.190. Loro mi hanno dato 2.900 euro, perché 100 erano per l’istruzione pratica”. Ma Mario già dopo i primi mesi non riesce a stare dietro a rate così alte. E a ottobre Gianna lo avverte: gli avrebbero fatto, visto il ritardo, una multa di 250 euro, che doveva assolutamente pagare. L’uomo si spaventa, perché Gianna lo informa che chi non paga la multa riceve la vi-
sita di alcune persone provenienti da Napoli. A novembre salda con un leggero ritardo, che gli costa una multa di 70 euro. E a dicembre versa su una ricarica PostePay la rata, per un totale di 3.540 euro. Ma capisce che così non può andare avanti. Deve assolutamente abbassare il costo della rata. Chiama nuovamente Gianna, la quale gli fa firmare un nuovo contratto. 24 rate da 450 euro. Gli dà anche 900 euro, ma ne deve restituire 10.800. Però di questi soldi Mario versa solo la rata di gennaio. A febbraio, infatti, Daniele lo chiama, dicendogli di stare tranquillo e di non pagare. Di certo non aveva improvvisamente deciso di abbonare il debito, ma semplicemente si era accorto che i carabinieri gli stavano con il fiato sul collo. E per Mario era giunta la salvezza.
Nei guai era finita anche Benedetta, un’infermiera di Ardea. Il suo stipendio non basta a coprire tutte le spese, tra mutuo e altre rate da pagare. La donna alla fine del 2018 non riesce a pagare tutto e ha bisogno di liquidità, ma la banca non le concede altri prestiti. Gianna, con cui l’infermiera si confida, le va in soccorso, dicendo che le presterà – a dicembre – 1.500 euro, anche se poi le darà solo 1.400 euro (100 sono per l’apertura pratica). Ma la donna le dice che quei soldi hanno un prezzo, come specificato dal suo responsabile Marco Bottiglieri. Poi si incontrano a Tor San Lorenzo per la scrittura del contratto: la donna dovrà restituire 3.480 euro, suddivisi in 24 rate da 145 euro. A garanzia, una cambiale in bianco. “Ho cercato di essere sempre puntuale con i pagamenti ma purtroppo, durante l’estinzione del primo
In mano agli strozzioni finisce anche un’infermiera di Ardea insieme al marito: i prestiti vengono concessi ma i tassi sono elevatissimi: fino a quando i Carabinieri scoprono tutto
prestito, ho avuto qualche difficoltà”. La donna paga le “multe” per i ritardi, subendo anche pesanti minacce. “Se non riprendi a pagare faccio venire i miei amici a casa tua”, le diceva Marco. E quando lei dice che si sarebbe rivolta ai carabinieri, lui risponde: “Sai che me fanno i tuoi amici?” e poi, per intimorirla, le chiede: “A proposito, come sta Cristina?”, riferendosi a sua figlia, che a quell’epoca aveva solo 8 anni. Ma Benedetta alla fine riesce a saldare il suo debito. Solo che, nel luglio del 2021, si trova nuovamente ad avere grossi problemi finanziari, dovuti a spese improvvise per i suoi genitori. Chiede altri 1.500 euro. Il prestito viene concesso, con 24 rate da 160 euro, per un totale di 3.840, quindi a un tasso più elevato della volta precedente. A settembre, anche Gianni, il padre di Benedetta, ha bisogno di un finanziamento. Chiede 1.000 euro, gliene danno 900, da estinguere in 24 rate da 110 euro per un totale di 2.640 euro. Benedetta gli fa da garante ed è lei che materialmente versa le rate di entrambi. L’infermiera inizia a pagare la doppia rata fino a gennaio, quando un lutto colpisce la sua famiglia. Il mese successivo non paga e nessuno la minaccia. I carabinieri hanno scoperto tutto. Ma queste sono solo alcune delle vittime degli strozzini arrestati dai Carabinieri. Le indagini sono ancora in corso. Ricordiamo che, per gli imputati, vige il principio della presunzione di innocenza: saranno i giudici a decretare se sono o meno colpevoli di quanto accusati. Intanto, però, è stato scoperto un altro vaso di Pandora, del quale parliamo da anni. L’usura sul territorio di Pomezia e Ardea. Un fenomeno che colpisce non solo imprenditori in crisi, ma anche ca-
salinghe, piccoli commercianti, pensionati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza. Persone insospettabili, che si trovano improvvisamente nei guai. E che per risolverli restano invischiati in un pantano dal quale non usciranno più. A meno che non trovino il coraggio di denunciare.
Maria Corraoi continua a morire sulle strade del Lazio. Quasi un morto al giorno se si guarda al dato assoluto con tutti i valori in aumento rispetto alla rilevazione precedente. Sono questi alcuni dei dati che emergono dall'ultimo report pubblicato dall'ISTAT (riferito al 2021) con il dettaglio degli incidenti sia al livello Regionale che Comune per Comune.
Aumentano incidenti, morti e feriti nel Lazio tra il 2020 e il 2021
Intanto, complice anche il progressivo ritorno alla normalità dopo l'allentamento delle restrizioni anti Covid (che hanno portato ad una maggiore mobilità), si segnala l'aumento di tutti i principali valori presi in considerazione, ovvero incidenti (conteggiati solo quelli che hanno provocato lesioni a persone, ndr), morti e feriti. Se nel 2020 avevamo avuto infatti complessivamente 13.300 incidenti con 261 morti e 17.833 feriti, nel 2021 siamo passati a 17.486 sinistri totali, 288 morti, e 23.048 feriti.
I Comuni “più pericolosi”
L’incidentalità stradale è più alta nei capoluoghi, sul litorale e nelle province di Roma, di Frosinone e di Rieti, dove si concentrano i comuni in cui sono verificati più di 1,9 incidenti ogni 1.000 abitanti. Gli indici di mortalità (numero di morti e il numero di incidenti con lesioni a persone, moltiplicato per 100) e di gravità (Rapporto tra il numero di morti e la somma di morti e feriti, moltiplicato per 100) raggiungono i valori più elevati (rispettivamente, oltre 9 morti ogni 100 incidenti stradali e 5,1 morti ogni 100 persone morte o ferite in incidenti stradali), soprattutto tra i comuni delle province di Frosinone e Latina. L’indice di lesività (numero di feriti/numero incidenti con lesioni a
persone sempre x 100) raggiunge invece valori più elevati (oltre 149,9 feriti ogni 100 incidenti stradali) nei comuni situati prevalentemente nelle province di Frosinone e Roma. Nel 2021 il maggior numero di incidenti (13.414, il 76,7% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 161 morti (55,9% del totale) e 16.918 feriti (73,4%).
Le strade più a rischio Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano su tutte le categorie di strada ma l’incremento maggiore si verifica sulle strade urbane (+33,0%), seguite dalle altre strade (+27,5%) e dalle autostrade (+24,4%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade ex-
traurbane (3,5 decessi ogni 100 incidenti) e su autostrade e raccordi (2,1 ogni 100). Sulle strade urbane il 50,8% dei sinistri stradali si verifica lungo un rettilineo, percentuale che sale al 64,5% sulle strade extraurbane. In ambito urbano gli incidenti che avvengono nei pressi di un incrocio rappresentano il 21,0% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (16,9%) e di una curva (8,1%). Lungo le strade extraurbane il 17,7% degli incidenti si verifica in curva, il 7,4% nei pressi di un’intersezione e il 7,2% nei pressi di un incrocio. Integrando i daticon un recente studio ACI le strade dove si verificano il maggior numero di sinistri (in questo caso totali e non solo quelli con feriti) sono la via Casilina, l'Aurelia, la Pontina, la via Flaminia oltre al GRA. Pericolose anche l'Ostiense e la Nettunense dove sono stati registrati numerosi incidenti stradali.
(segue) I mesi e le ore più a rischio Le misure di contenimento adottate per contrastare la pandemia e i periodi di lockdown attuati nei primi mesi dell’anno considerato hanno influito sulla distribuzione temporale degli incidenti stradali sull’intero territorio nazionale. Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati nel Lazio 4.301 incidenti (24,6% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 7.923 (il 45,3% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 10.630 persone (46,1%) e 136 sono decedute (47,2%). Il 75,3% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le tre e le quattro del mattino (4,2 morti ogni 100 incidenti), tra le 23 e le 24 (3,4 morti ogni 100 incidenti) e tra l’una e le due (3,2), valori superiori alla media giornaliera (1,7). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 40,2% degli incidenti notturni, il 47,1% delle vittime e il 42,0% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 2,8 decessi ogni 100 incidenti. I valori più elevati si registrano il venerdì e il sabato notte.
Roma è il Comune con più incidenti totali (11.129) seguito da Latina (388). Settima Pomezia (153), più staccata Ardea (126)
frontale-laterale (5.258 casi, 60 vittime e 7.406 feriti), seguita dal tamponamento (3.408 casi, 24 decessi e 4.942 persone ferite). La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (4,6 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (3,4 decessi ogni 100 incidenti) e l’urto con ostacolo accidentale (3,3 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 2,9 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,2 decessi). Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata che costituiscono un'ampia fetta del totale).
I tre gruppi costituiscono complessivamente il 26,6% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 22,4% mentre l’elevata velocità per il 12,7%
Gli incidenti stradali nel 2021: la classifica dei Comuni del Lazio (>30.000 abitanti) Per ovvi motivi la città di Roma con i suoi 11.129 incidenti complessivi risulta al primo posto per numero di sinistri totali avvenuti nel 2021 guardando ai Comuni con più di 30.000 abitanti. A seguire Latina (388), terza Viterbo (302), mentre sul gradino più basso del podio c’è Fiumicino con 274. Poco più in basso troviamo Aprilia (237) mentre sotto i 200 episodi abbiamo Velletri (173), Rieti (170), e Pomezia (153) che si piazza così al settimo posto. E ancora: Fondi (148), Terracina (144), Frosinone (141), Civitavecchia (134), Anzio (129), e a pari merito Guidonia Montecielio e Ardea con 126 incidenti totali e Nettuno (123).
Le cause più frequenti degli incidenti La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (71,1%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro
mappe Istat A=Incidenti x 1.000 abitanti B=Morti x 100.000 abitanti C=Indice di lesività (rapporto tra numero di feriti e il numero di incidenti con lesioni a persone, per 100) D=Indice di gravità (rapporto tra morti e la somma di morti e feriti, per 100) E=Indice di mortalità (rapporto tra morti e il numero di incidenti con lesioni a persone, moltiplicato per 100) Nota: Le cartine indicano i dati in tutti i 378 Comuni del Lazio; le classifiche sottostanti invece prendono in considerazione i Comuni > 30.000 abitanti
La guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 22,4% mentre l’elevata velocità per il 12,7%
Il numero di morti, ancora Roma in testa Anche come numero di morti a seguito di incidenti stradali (l’Istat considera i decessi avvenuti entro il trentesimo giorno dal sinistro oltre che a chiaramente a quelli sul colpo) Roma guida la classifica con ben 121 mortali nel 2021. Siamo su una media di circa un morto ogni tre giorni, una cifra davvero mostruosa. Al secondo posto, anche se con un enorme distacco, troviamo il Comune di Guidonia Montecelio con 9 morti; segue Latina (8) mentre al quarto posto troviamo Pomezia con ben 7 incidenti mortali posizione condivisa con Aprilia. Quindi Viterbo con 6 sinistri mortali, Velletri e Terracina (5). Ardea fortunatamente non compare in questa classifica considerando che nel 2021 non ci sono stati decessi ricollegabili a sinistri stradali così come l'anno precedente. Un’altra lettura ci viene data però dall’indice di mortalità calcolato dall’Istat, cioè il rapporto tra il numero di morti e il numero di incidenti totali con lesioni a persone (x 100). Il che fornisce un quadro sulla portata del sinistro stesso anche in termini di pericolosità evidentemente di una data zona. In questo caso ecco allora Ladispoli balzare in testa alla graduatoria dato che gli appena 26 incidenti hanno provocato 2 vittime; al secondo posto troviamo Guidonia (126 incidenti, 9 morti), quindi al terzo posto Pomezia con 7 vittime per 153 incidenti. Calcolando invece l'indice di gravità stradale (rapporto tra il numero di morti e la somma tra morti e feriti, per 100) abbiamo in testa Guidonia e Ladispoli (5.0), terza ancora Pomezia (3.40). Quarto Tivoli (3.20), quinta Terracina (2.10).
Anche per i feriti le statistiche pongono al primo posto la Capitale con ben 13.862 feriti nel 2021. Al secondo posto c’è Latina (554), poi Fiumicino (397), Viterbo (388), Aprilia
(364), Rieti (243). Scendendo nella graduatoria troviamo Velletri (238), Terracina (233), Fondi (232), Frosinone (216). Pomezia sfiora invece le 200 unità, con 199 feriti nell’anno considerato; ad Ardea invece i feriti sono stati 181. Attenzione però: l’Istat ha calcolato, come per i decessi, anche in questo caso l’indice di lesività ovvero il rapporto tra il numero dei feriti e il numero degli incidenti stradali (intesi sempre quelli con lesioni a persone moltiplicato 100) per rendere confrontabili valori che, altrimenti, pongono a confronto Comuni di dimensioni differenti (e torniamo all’esempio di Roma). Ebbene, guardando questo indice ed escludendo le vittime (considerando solo i feriti dunque) ci si accorge che il Comune più “pericoloso” da questo punto di vista è Terracina dove 144 incidenti totali hanno provato 233 feriti (161.8); segue Fondi (156), poi Aprilia e Frosinone a pari merito (153). Nona in questa particolare classifica Ardea (143), 22esima Pomezia (130) ma comunque sopra a Roma (124) che in questo caso scivola quasi in fondo avendo un numero molto elevato di sinistri (ma chiaramente il dato assoluto resta).
Pomezia e Ardea, quanti incidenti in città e quanti sulle strade extraurbane Un ulteriore dato interessante emerge dal confronto dei dati relativi ai luoghi dove avvengono gli incidenti. Il dato di Ardea ad esempio ci rivela che sui 126 incidenti totali più della metà sono stati rilevati nel territorio urbano - ed hanno provocato 115 feriti – 43 su quelle extra urbane responsabili di 66 feriti. E a Pomezia? Anche in questo caso registriamo il medesimo andamento. In città sono stati 111 gli incidenti stradali con 140 feriti e ben 6 morti. I restanti 42 sinistri sono avvenuti invece lungo arterie extra urbane con 59 feriti e 1 morto.
Luca MugnaioliTERRITORIO - Rispetto ai dati 2020 - pubblicati su Il Corriere della Città - Dicembre 2021 - segnaliamo una crescita, purtroppo, degli incidenti sul territorio. Partiamo da Ardea: nel 2020 gli incidenti totali erano stati 97, mentre sono 126 quelli del 2021. Abbiamo avuto pertanto un aumento del 29% (+29 sinistri). Aumentano anche i feriti +11% (+19 persone rimaste ferite, da 162 a 181), invariato invece il numero dei decessi (0).
POMEZIA - Passiamo a Pomezia. Qui nel 2020 un totale di 133 incidenti aveva provocato 179 feriti e 3 morti: come abbiamo visto tutti e tre questi dati sono tuttavia in aumento facendo registrare un +15% (+20 sinistri) sul totale degli incidenti, un +11% nei feriti (+20 nel dato assoluto), e un preoccupante +133% nei decessi passati da 3 a 7 tra il 2020 e il 2021.
I NUMERI - L'Istat fornisce una stima anche sui costi sociali degli incidenti stradali. L'Istituto di statistica spiega che questi ultimi sono da intendersi come una stima del danno economico subito dalla società a causa di tali eventi. Il danno economico non è rappresentato da una spesa diretta sostenuta dalla società, ma è la quantificazione economica degli oneri che, a diverso titolo, gravano sulla stessa a seguito delle conseguenze causate da un incidente stradale. Ebbene, nel 2021 il costo dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone è stato stimato in 16 miliardi e 400 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (277 euro pro capite) e in circa 1,8 miliardi di euro (311,2 euro pro capite) per il Lazio; la Regione, in tal senso, incide per il 10,9% sul totale nazionale.
POMEZIA E ARDEA - Le recenti notizie di cronaca confermano che il tema sicurezza sul fronte stradale è ancora all’ordine del giorno. Il 21 dicembre, poco prima di Natale, un grave incidente si è verificato sulla Via del Mare con il ferimento in modo critico di 4 persone; ad ottobre c’era stato un incidente mortale quando uno scooterista era deceduto a seguito dello schianto con un’auto. A settembre, tra Ardea e Pomezia, aveva perso la vita invece, ricorderete, la
giovane Charlotte Mannarino di soli 24 anni dopo il tremendo incidente avvenuto su Via Pratica di Mare. E ancora. Tra il 30 novembre e il 1 dicembre il sinistro in Via delle Pinete, nel territorio di Ardea, costato la vita a Desiree Pasquali e Aurora Pederzani. Infine il drammatico scontro a Colle Romito costato la vita a Rocco Raso di 62 anni. Insomma, un dramma senza fine a cui le Istituzioni tutte, al netto di comportamenti responsabili alla guida che tutti noi
dovremmo tenere, devono cercare di porre un freno.
Sono passati alcuni mesi da quando l'ex Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà annunciava per la fine del 2022 l'ultimazione dei lavori presso l'ex Consorzio Agrario per realizzare il primo teatro comunale della città, o quantomeno la prima parte. “Riusciremo dove gli altri hanno fallito”, era stato il motto pronunciato sin dall'inizio, ovvero da quando, nel 2019, era stato concesso all'Ente il primo finanziamento da parte del Ministero dei Beni Culturali. Seppur non sbilanciandosi su una possibile data di inaugurazione il desiderio di Zuccalà espresso nel maggio scorso ai nostri microfoni era quello “di garantire il completamento dei lavori entro dicembre” e perché no avere il primo “concerto di Natale del Coro Città di Pomezia nel nuovo teatro comunale”. Ma Natale è passato – e pure senza troppi sfarzi e luminarie considerando le difficoltà economiche dell'Ente – e le cose sono andate diversamente.
I ritardi
Da quel maggio infatti di cose ne sono successe diverse e di certo in pochi si sarebbero immaginati che, di lì a poco, ad esempio, un terremoto politico avrebbe travolto la maggioranza arrivando infine a far cadere la Giunta stessa. Questo al livello locale. Dal punto di vista internazionale le conseguenze indirette provocate dal conflitto in Ucraina, che com'è noto hanno generato, e lo fanno tuttora, ripercussioni in svariati settori, si sono manifestate anche nel settore dell'edilizia considerando le difficoltà nel reperire i ma-
Per completare il teatro (il primo progetto risale addirittura al 2003) i lavori sono stati divisi in due parti: la prima (in corso) porterà alla realizzazione della sala teatro vera e propria; la seconda, per la cui realizzazione ad ottobre si è chiusa la gara per affidarne la progettazione, riguarderà la costruzione di uno spazio multiculturale
teriali necessari, difficoltà che peraltro erano già emerse nel maggio scorso (anche se Zuccalà come detto aveva rassicurato circa il rispetto del crono programma). Che ne è stato dunque del cantiere per il nuovo teatro a Pomezia? Intanto è evidente che i tempi inizialmente previsti non sono stati rispettati; il cartello ancora affisso in loco riporta la data di fine lavori dell'11 novembre e quindi siamo abbondantemente fuori tempo di oltre due mesi al momento di andare in stampa. Il problema è però adesso capire in quanto tempo il cantiere sarà ultimato anche perché, è bene ricordarlo, lo spettro e le ombre del passato su quest'opera sono dietro l'angolo considerando che la realizzazione del teatro è attesa praticamente da 20 anni.
Il progetto Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno possiamo dire che, malgrado tutto e al netto delle difficoltà menzionate, i lavori continuano come dimostra l'attività quotidiana nel cantiere. E' opportuno ricordare tuttavia che gli interventi in corso rappresentano soltanto la prima fase del progetto considerando che alla
fine l'opera era stata suddivisa in due macroblocchi: il primo riguarda il completamento di platea e palcoscenico, ovvero la sala teatro vera e propria in corso di realizzazione in questi mesi; questo primo corpo della struttura è stato finanziato con fondi del Ministero dei Beni Culturali per un importo di circa 3 milioni. L'altra parte invece, un'area a “u” per accogliere mostre permanenti e temporanee, sale per scuole di danza e musica, nonché ulteriori parcheggi interni, rientra nello stralcio relativo al bando “Pomezia Cresce” finanziato dai fondi PNRR per una cifra che attorno ai 9 milioni e mezzo di euro.
A questo proposito tra agosto e settembre è stato pubblicato intanto un bando per affidare i servizi di ingegneria e di architettura (progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, coordinamento della sicurezza) ai fini “della realizzazione del Teatro Comunale e del Centro Espositivo annesso, assegnate al Comune di Pomezia nell’ambito dei finanziamenti P.N.R.R.-PINQuA” per questo secondo corpo del progetto. In seguito saranno poi affidati i lavori di costruzione. Dal bando di gara, conclusosi nell'ottobre scorso, si evince che le risorse messe a disposizione in questa prima fase ammontano a complessivi 903.361,75 euro, al netto di oneri previdenziali e dell’IVA, dunque poco meno di un altro milione di euro.
Il cantiere si sarebbe dovuto concludere a novembre 2022 ma, spiega il Comune di Pomezia, a causa della difficoltà nel reperire materie prime e dell’aumento dei prezzi (del 60-65% in media) l’ultimazione dei lavori è slittata
Quando sarà finita l'opera Tirando le somme dunque per vedere l'opera completa al 100% servirà ancora attendere. Intanto però si potrebbe avere, si spera, a disposizione il primo corpo della struttura, lo ribadiamo, quello composto da platea e palcoscenico, e iniziare ad utilizzarlo in qualche modo in attesa della realizzazione del secondo step. Ma quali saranno le nuove tempistiche? Da questo punto di vista il Comune fa sapere che i lavori al teatro comunale proseguono e che lo stralcio dei lavori in corso, relativi alla sala teatro vera e propria, dovrebbero concludersi a metà di quest'anno. La tempistica, spiegano gli Uffici, ha risentito delle difficoltà di reperimento delle materie
Il Comune fa sapere che i lavori per la sala teatro dovrebbero finire a metà 2023. Rivisto invece il progetto per il secondo corpo della struttura: si va verso l’eliminazione dell’arena esterna e del parcheggio interrato a causa dell’aumento dei prezzi e della situazione di gestione del PNRR
prime legate agli effetti della guerra in Ucraina e all’aumento dei prezzi, lievitati mediamente del 60-65% e per alcune voci anche di oltre il doppio. Inoltre poiché l’opera non rientra nel PNRR il Comune sta procedendo per chiedere la revisione dei prezzi e nel frattempo è stato presentato il progetto di ade-
guamento antincendio ai Vigili del fuoco per ottenere il prescritto parere preventivo. Riguardo invece al finanziamento del 4° stralcio nell’ambito del PINQUA di Pomezia Centro (ovvero la seconda parte del progetto), per un importo di circa 9.500.000 euro, è in dirittura d’arrivo la gara per la relativa progettazione (come prima spiegato). Anche in questo caso tuttavia, fanno sapere ancora dagli Uffici, l’importo è ante-aumenti del Prezzario regionale emanato a luglio 2022, per cui, considerata la situazione di gestione del PNRR, sarà realistico eliminare dal progetto l’arena esterna e il parcheggio interrato, così da garantire comunque la fruibilità dell’edificio multipiano annesso, destinato a centro culturale (museo archeologico, scuola di musica, danza e recitazione, etc.) come previsto in origine.
Luca MugnaioliNon servirà più il tampone per uscire dall’isolamento di 5 giorni, ecco cosa cambia da gennaio
ambiano (ancora) le regole per la gestione dei casi Covid. Da gennaio infatti, per effetto della conversione in legge del cosiddetto Decreto Rave, sono state introdotte diverse novità. La principale riguarda lo stop ai tamponi per uscire dall'isolamento di cinque giorni. Ma ecco cosa cambierà nel dettaglio.
Tamponi e isolamento, cosa cambia Le persone risultate positive ad un test diagnostico molecolare o antigenico per SARSCoV-2 sono sottoposte alla misura dell'isolamento, con queste modalità: per i casi asintomatici da almeno 2 giorni l'isolamento può terminare dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, a prescindere dall'effettuazione del test antigenico o molecolare. Per i casi invece che sono stati sempre asintomatici l'isolamento potrà terminare anche prima dei 5 giorni con test negativo effettuato presso struttura sanitaria/farmacia. Per i soggetti immunodepressi l'isolamento può terminare dopo un periodo minimo di 5 giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare negativo.
Per gli operatori sanitari: se asintomatici da almeno 2 giorni, l'isolamento può terminare non appena un test antigenico o molecolare risulti negativo.
Mascherine e comportamenti E' obbligatorio, a termine dell'isolamento, l'uso di mascherine FFP2 fino al decimo giorno dall'inizio dei sintomi o dal primo test positivo. E' raccomandato evitare persone ad
Per i casi che sono stati sempre asintomatici l'isolamento potrà terminare anche prima dei 5 giorni con test negativo effettuato presso struttura sanitaria/farmacia
alto rischio e/o ambienti affollati. Queste precauzioni possono essere interrotte in caso di negatività a un test antigenico o molecolare.
In caso di contatti stretti con casi positivi si
applica il regime dell'autosorveglianza con uso obbligatorio della mascherina FFP2 al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo all'ultimo contatto stretto. Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi è raccomandata l'esecuzione di un test molecolare o antigenico. Gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare su base giornaliera fino al quinto giorno dall'ultimo contatto stretto.
ella settimana a cavallo tra il 2022 e il 2023 si registrano 1.375 nuovi casi di Coronavirus nell'intero distretto della Asl Roma 6 per un totale di 2.654 attualmente positivi. Si tratta di numeri in calo rispetto ad inizio dicembre quando nella settimana di riferimento tra il 5 e l'11 i contagi ammontavano ad oltre 3.600 (c'è da aspettare
comunque l'effetto delle Festività chiaramente). In calo anche i ricoveri nei reparti ordinari passati da 44 a 32, mentre le terapie intensive, sempre parlando della sola Asl Roma 6, fortunatamente, sono rimaste a quota “zero” non facendo registrare nuovi in-
gressi. I dati sul territorio Diamo uno sguardo adesso alla situazione a Pomezia e Ardea. Rispetto al periodo sopracitato il trend di diminuzione dei casi si registra anche sul territorio. Ad Ardea i casi attualmente positivi sono passati da 181 a 158; a Pomezia invece, che il mese scorso aveva fatto registrare il dato più alto tra i Comuni del Distretto, i contagi sono passati dagli oltre 460 ai 332 nella settimana da Santo Stefano a Capodanno. La città pometina continua comunque ad essere quella con più casi della Asl Roma 6.
La situazione sul litorale e ai Castelli Sul litorale era questa la situazione al momento di andare in stampa: Anzio 234 casi segnalati, Nettuno 200. Ai Castelli invece 232 contagi per Albano Laziale, 198 quelli di Ciampino, nuovamente sopra quota 200 Marino, 185 quelli a Velletri. Il Comune con meno casi era quello di Nemi, con appena 15 positivi al Covid.
Diminuiscono anche i ricoverati per Covid nei reparti ordinari: rispetto ad inizio dicembre 12 posti letto sono stati “liberati”. Nessun paziente in terapia intensiva
LA SEGNALAZIONE - Diversi lettori ci hanno segnalato a Pomezia la realizzazione di un dossoperaltro nemmeno basso - in Via Boezio che sarebbe già stato “responsabile” di danni ad alcune autovetture. “Ma che serve se poi tutto il resto della strada non ci sono?”, ci scrive un lettore. “Questo dosso artificiale fatto dal Comune è pericoloso... gia 2 vetture hanno spaccato il braccetto...ma poi lì a che serve?”, aggiunge un altro cittadino.
tornato ai fatti di cronaca dopo due romanzi di fantasia, Lo chiamavano Tyson e Cesare. Aveva pensato di allontanarsi dalla tensione emotiva che il raccontare di persone morte in maniera brutale lascia dentro anche dopo aver scritto la parola fine, ma la storia di quei due bambini, Francesco e Salvatore Pappalardi, era un pensiero che da anni ronzava nella mente di Mauro Valentini, scrittore e giornalista pometino. Ciccio e Tore: tutti li abbiamo conosciuti con i loro diminutivi. I due fratellini di Gravina di Puglia, scomparsi improvvisamente in un caldo pomeriggio di giugno del 2006. Volevano andare a giocare con gli amici, ma non sono mai arrivati a destinazione. Le ricerche di Ciccio e Tore vanno avanti per lungo tempo, senza venirne a capo: il loro destino sembra essere avvolto nel mistero. Dopo quasi un un anno e mezzo, nel novembre del 2007, il colpo di scena:
L’ultimo lavoro dello scrittore di Torvaianica riaccende i fari sui drammatici fatti del 2006 mettendo in luce tutti i punti rimasti oscuri fino a oggi
viene arrestato Filippo, il padre dei due ragazzi. Per gli inquirenti è stato lui a uccidere i figli e a nascondere i corpi. Sembra tutto risolto, quando nel febbraio del 2008 un evento cambierà completamente gli eventi. Nel suo ultimo libro, scritto insieme a Luciano Garofano, già comandante dei RIS di Parma e Generale dei Carabinieri, ripercorre la storia di questa clamorosa vicenda umana e giudiziaria, non solo attraverso i documenti dell’attività investigativa, ma anche grazie al
racconto di Filippo, innanzi tutto vittima come padre e poi protagonista di uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani. All’interno del libro sono contenuti documenti inediti e ricostruzioni precise che aprono a nuovi scenari d’inchiesta. Mauro, come mai si tornato a scrivere di cronaca e a occuparti proprio della drammatica vicenda di Francesco e Salvatore Pappalardi? “Sinceramente il mio primo pensiero, da quei giorni della scomparsa, è stato per il papà dei ragazzi: Filippo. In quegli anni, prima con la scomparsa poi con l’accusa di omicidio sulla sua testa, sono sempre stato colpito dalla tenacia e dalla fermezza con cui si batteva per cercare di ritrovare i suoi figli. Un uomo la
cui esperienza mi aveva lasciato dentro tanta amarezza. E quando Luciano Garofano mi ha chiesto di scrivere con lui questa storia non ho avuto dubbio alcuno. Ho detto ‘sì’ dopo dieci secondi”.
Leggendo il libro, pieno di rammarico per la triste sorte di Ciccio e Tore condita però da testimonianze dubbie e ritrattazioni si può ipotizzare un vero e proprio depistaggio per deviare o rallentare le indagini allontanando gli inquirenti dal luogo dove poi sono stati ritrovati i corpi senza vita dei due fratellini di Gravina?
“Sì. Senza mezzi termini c’è stata un’azione di depistaggio. E anche e soprattutto direi un convincimento oserei dire ostinato, da parte
degli inquirenti, contro Filippo Pappalardi. Hanno da subito cercato non tanto nei vicoli di Gravina, dove i bambini si erano eclissati in un lasso di tempo di pochi minuti, quanto nelle pieghe di questioni familiari che avevano come fulcro solo e soltanto la figura paterna. Un padre che solo pochi giorni prima di quella tragica scomparsa aveva ottenuto dal Tribunale dei Minori di Bari l’affidamento esclusivo dei ragazzi dopo una lunga battaglia legale. Era quindi ritenuto dai Giudici minorili come padre affidabile e dagli inquirenti un bieco assassino”.
“Senza mezzi termini c’è stata un’azione di depistaggio e un
(segue)
Voi, tu e Luciano Garofano, scorrendo i documenti, vi siete convinti che Ciccio e Tore siano stati vittime del silenzio di chi sapeva? “Noi ne siamo certi. Ciccio e Tore potevano esser salvati. Lo dice la perizia medico legale. E la logica delle circostanze. Siamo certi che i ragazzi non fossero soli quella sera. Siamo certi che non solo i loro compagni di giochi fossero a conoscenza di quella caduta, ma anche altre persone adulte. Siamo certi che se nessuno ha chiamato i soccorsi è perché c’era un motivo inconfessabile. Non solo un gioco. Non solo un incidente”.
Poco più di un anno fa qualcuno ha addirittura vilmente profanato la tomba dei due piccoli fratellini. Quale potrebbe esser il motivo?
“È un atto ignobile. E atroce. Che ci induce però a riflettere, perché che se qualcuno si è spinto così oltre, provando addirittura, come dimostriamo nel libro, a por-
tar via le salme, allora questa è anche la conferma che c’è ancora un motivo importante per non far conoscere la verità”. A distanza di 16 anni è ancora possibile fare luce su questa terribile vicenda?
“Si potrebbe certamente. Con le nuove tecniche investigative nei reperti vecchi e nuovi ancora in possesso della Procura di Bari, oltre che per un moto di coscienza di quei ragazzini di allora, oggi diventati uomini, che certamente erano presenti nella casa delle Cento Stanze la sera del 5 giugno 2006. Qualcuno avrà mai il coraggio di raccontare come sono andate veramente le cose? Lo si deve a Cic-
cio e Tore, a Filippo Pappalardi, alla mamma dei bambini e a chi gli ha voluto bene. Uno stato di diritto dovrebbe far di tutto per concedergli questo. Lo dobbiamo a quei due poveri bambini. E alla verità”.
“Dopo 16 anni è ancora possibile far luce su questa vicenda grazie alle nuove tecniche investigative. Ma qualcuno avrà mai il coraggio di dire come sono andate realmente le cose?”
Molte squadre di Pomezia e Ardea a caccia del riscatto, ecco la situazione nei vari campionati
Ripartono i campionati dopo la sosta Natalizia e per molte squadre è tempo di fare i conti con le difficoltà accusate a fine 2022. Qual cosa le società sperano possa arrivare dal mercato (diverse le opera zione concluse nei giorni scorsi nei principali team del territorio) ma per il resto, come sempre, dovrà essere il campo a parlare. Fac ciamo dunque il punto sulle squadre di Po mezia e Ardea.
Serie D
Partiamo dalla Serie D. Il Pomezia Calcio vive un periodo particolarmente complesso. Guardando alla fine del 2022 il mese di no vembre era iniziato con la sconfitta interna per 0-2 contro l'Angri; soltanto un punto era arrivato poi nel match in trasferta nella tana dell'Atletico Uri (2-2) prima del tanto atteso e sospirato ritorno al successo arrivato alla 12esima giornata tra le mura amiche contro la Palmese per 2-1. Il 27 novembre la trasferta contro il Portici era finita in pareggio, così come la sfida del 4 dicembre contro l'Ilvamaddalena. Prima di Natale i pometini avevano perso però contro l'Aprilia (2-0), e contro la Paganese (0-3). Rinviata invece l'ultima gara del 2022 contro il Nola a causa di alcune positività al Covid-19 nel gruppo squadra. Adesso la compagine del Patron Bizzaglia nel nuovo anno dovrà invertire la rotta e al più presto. Questa è la classifica del girone G aggiornata dopo la 17esima giornata: al comando c'è il Sorrento a 35 punti, con un vantaggio minimo sulla seconda, la Paganese (34). In piena zona calda troviamo il Pomezia a 17 punti, in mezzo ad un gruppo tuttavia piuttosto folto di squadre che arrivano praticamente a metà classifica considerando che l'Ilvamadallena, nona, ha 23 punti. Chiude l'Atletico Uri a 13 punti. Nuova Florida
Passiamo alla Nuova Florida. Il mese di novembre era iniziato con la sconfitta per i biancorossi per 0-3 tra le mura amiche, stesso punteggio, ma in trasferta, con il quale era terminato poi lo scontro successivo con il Pineto. Il doppio pesante k.o. era stato seguito inoltre da un nuovo cambio in panchina considerando che in una nota la società aveva annunciato il 'divorzio' dal Mister Alessandro Del Grosso. Al suo posto era arrivato Alessandro Boccolini che all'esordio, il 20 novembre con Nuova Florida Tolentino, aveva ottenuto un punto in casa. Il 27 novembre Trastevere-Nuova Florida era terminata 1-1. A dicembre sono arrivate, nell'ordine: una sconfitta contro il Porto D'Ascoli (0-2), una contro la Roma City (10), che hanno preceduto la vittoria contro la
Vastese che mancava da qualche settimana (per 1-0, ndr). Quindi un nuovo passaggio a vuoto poco prima di Natale, 2-0 in trasferta contro il Termoli. Questa dunque la classifica aggiornata dopo la 17esima giornata del girone F in attesa delle partite dell'8 gennaio quando il giornale sarà già andato in stampa: Pineto in testa a 40 punti con un buon distacco dalla seconda Vigor Senigallia a quota 33. Al dodicesimo posto troviamo la Nuova Florida con 20 lunghezze poco al di sopra della zona calda del raggruppamento. Ultimo il Tolentino a 13 punti. Eccellenza
Vediamo ora cosa è successo nel torneo di eccellenza. Situazione critica per l'Indomita Pomezia che occupa l'ultimo posto della classifica. Il mese di dicembre era iniziato con un pareggio: 3-3 in casa con la W3 Maccarese. Poi alcune sconfitte contro la Città di Cerveteri, contro l'Anzio, quindi contro il Centro Sportivo Primavera (3-0) hanno complicato oltremodo la classifica. Nel 2023 si dovrà per forza voltare pagina e alla svelta per evitare la retrocessione. Com'è andata invece per l'Unipomezia del patron Valle presente nel medesimo raggruppamento? Intanto partiamo con il dire che la classifica dell'altra squadra di Pomezia impegnata nel girone è migliore rispetto ai “cugini” dato che la squadra si trova all'undicesimo posto con 22 punti ma sul fronte dei risultati i pometini non possono sorridere più di tanto. A dicembre infatti sono arrivate: una sconfitta contro l'Astrea; un pareggio contro l'Academy Ladispoli, una sconfitta contro il Nettuno e un pareggio contro il Falasche Lavinio. Anche in questo caso dunque l'Unipomazie è chiamata al cambio di passo.
Promozione e categorie Passiamo al campionato di promozione dove è presente la Virtus Ardea. Il mese di dicembre si era concluso con una sconfitta sul campo della Villa Adriana per 2-0. Questa dunque la classifica aggiornata del girone C di Promozione dopo 12 giornate: la Virtus Ardea, dopo un buon inizio, è scivolata all'ottavo posto con 17 punti. Nel girone E di prima categoria c'è la Città di Pomezia: il 2022 si era concluso con la bella vittoria per 4-2 contro il Pro Calcio Cecchina. La classifica vede ora il team pometino in piena corsa per il primo posto considerando che la capolista Tor De Cenci, a quota 22 lunghezze, dista soltanto 2 punti. Nel girone H di seconda categoria troviamo invece il Real Torvaianica. La squadra si trova al terzo posto con 16 punti – i pometini avevano riposato nell'ultimo turno prima di Natale – dietro al SS Pietro e Paolo (24) e La Setina (17). Il ritorno in campo, così come per la prima categoria, è previsto per il 15 gennaio.
La Fortitudo Pomezia, dopo un inizio compesso dovuto (chiaramente) al salto di categoria, sembra aver ingranato la marcia giusta. Nel girone unico di Serie A i pometini hanno 18 punti e nell'ultimo turno del 2022 hanno ben figurato sfiorando perfino l'impresa contro la capolista Napoli. Una partita, quella disputata in casa al Palalavinium, a dir poco incredibile considerando che il Pomezia stava vincendo a pochi minuti dalla fine salvo poi capitolare letteralmente negli ultimi secondi di gara. Adesso il programma del nuovo anno vede i rossoblu impegnati contro il Ciampino il 7 gennaio.
ono passati due anni e mezzo da quando un piccolo gruppo di persone legate da un forte legame di amicizia hanno deciso di creare la “Nakama team”. Ma i risultati sono iniziati già ad arrivare. Nel dicembre scorso infatti la Nakama Team ha alzato la coppa del secondo posto sul podio del campionato nazionale CSEN. “Siamo stati eletti vice campioni italiani, un risultato inaspettato che abbiamo accolto tutti insieme come un’unica voce con un urlo di gioia”, commentano dal team. “La maggior parte dei nostri atleti in gara si è affacciata al judo da solo un anno e alcuni solo da pochi mesi eppure hanno tutti affrontato i loro incontri come dei veri esperti dello sport, questo anche grazie ai loro allenatori Alessio Neri, Rodolfo Crivelli, Valerio Gambino e Giorgia Ferretti che si dedicano ai loro atleti giorno e notte pur di farli crescere come meritano in questa disciplina, perché sono i ragazzi il vero motore della Nakama team”. I risultati
Questi tutti i risultati conseguiti dagli atleti del gruppo sportivo. Campioni italiani: Pavel Daniel, Pavel Valentin, Cristea Sorin, Dofin Sorin Eugenio. Vice campioni italiani: Giovannetti Bryan, Leprini Maria Chiara, Vattemi Erika. Terzi classificati: Var-
giu Cristian, Nissirio Daniela, Neri Damiano, Petta Luigi. Una menzione speciale, precisa la società, va anche a: Giovannetti Ryan, Cantarini Edoardo, Manzo Martina, Travaglini Luca e Dofin Alexandru che nonostante non abbiano raggiunto il podio hanno, come gli altri, affrontato la gara come dei veri leoni, vincendo anche degli incontri. “La nakama
team è fiera dei suoi atleti e chiude questo 2022 agonistico nel migliore dei modi e oltre ogni previsione, speriamo in un 2023 ancora pieno di sorprese ma sopratutto di tanto tanto divertimento insieme”, chiosano infine dalla società.
ualche anno fa ho avuto l'onore di seguire la gravidanza ed il parto di una giovane mamma molto determinata. Nonostante qualche problema con l’avvio dell’allattamento, soprattutto legato ad interferenze esterne, ha fatto un gran lavoro per raggiungere i propri obiettivi, le ho dato il mio sostegno e nei mesi successivi alla nascita del suo bimbo ci siamo sentite spesso, mi aggiornava sui piccoli progressi, sulle conquiste e i guai combinati dal nano e tra un messaggio e l’altro qualche mese fa mi annuncia l'arrivo di una sorellina. Questa volta, forte della sua precedente esperienza, l'allattamento non le presenta sorprese. Tutto sembra andare per il verso giusto finché la nanetta non si ammala di bronchiolite e non finisce in terapia intensiva neonatale (TIN)... qui comincia il disagio della mamma e il mio sconforto nel leggere i suoi messaggi. Sono rimasta stupita nell' apprendere quanto siamo ancora lontani dal fornire un'assistenza all'altezza degli obiettivi che ci siamo prefissati che ormai dovrebbero essere integrati nel nostro modello assistenziale e costituire uno standard perseguibile e raggiungibile senza grosse difficoltà. Mi dispiace, ma non sono più neanche troppo sicura che sia per una questione di carenza di personale o mole di lavoro... purtroppo comincio a credere che in parte influisca anche la responsabilità del singolo altrimenti perché tanta differenza comportamentale tra operatori? Da tempo ormai sappiamo che non si può curare la malattia senza curare la persona perché un malato è più di una semplice serie di sintomi. In una visione che pone la persona al centro del progetto di cura quando si parla di neonati il centro dell'assistenza diventa la famiglia come sostenuto dal modello assistenziale della Family Centered Care. L'attaccamento madre-bambino è ormai considerato alla base di un corretto sviluppo psico-fisico-comportamentale e tale legame comincia a svilupparsi dal primo sguardo dopo il parto e cresce consentendo a madre e figlio di stare insieme, con il contatto pelle a pelle dopo la nascita, con il precoce attaccamento al seno, attraverso il rispetto dei tempi della fisiologia. Questa vicinanza gli permetterà di conoscersi, di implementare reciprocamente le proprie competenze senza forzature o intromissioni, semplicemente costruendo il loro legame unico e inequivocabile uttavia, quando in questo contesto subentra una crisi che porta alla separazione della diade, è lì che abbiamo il dovere di intervenire cercando di ridurre al minimo gli effetti di questo distacco. Attraverso un percorso di negoziazione indivi-
duale i genitori devono essere coinvolti, partecipare e condividere le cure. È infatti dimostrato che la loro presenza nelle TIN riduce la lunghezza del ricovero. Il contatto fisico è importante per lo sviluppo neurologico nei nati pretermine, ma anche la sola vicinanza affettiva, parlare, cantare, raccontare storie ha effetti positivi in termini di riduzione del pianto, stabilità dei parametri vitali e migliore risposta alle cure. Perché questo si realizzi è ovviamente fondamentale che in TIN ci sia personale in grado di supportare i genitori in questo difficile momento fatto di separazione e ansia legata allo stato di salute di un esserino estremamente indifeso. Occorre soddisfare i bisogni non solo del bambino, ma di tutta la famiglia. Il personale della TIN deve guidare i genitori a maturare il proprio ruolo, in caso di neonati prematuri, o a conservarlo, riadattandolo al contesto, nel caso di ricovero per patologia dopo qualche tempo dalla nascita. L'empatia è indispensabile: l'operatore si fa carico di supportare una coppia di genitori in un momento di fragilità e senso di impotenza estrema, aiutarli a capire come poter aiutare il proprio bimbo è indispensabile, fornire loro le motivazioni necessarie per farli sentire in grado di prendersene cura è fondamentale, inoltre coinvolgerli attivamente nei progressi, nelle scelte e condividere con loro il piano di cura lì aiuta a non sentirsi in balia degli eventi, crea intorno a loro un senso di accudimento e di fiducia anche quando purtroppo le cose non vanno nel modo migliore. Tutto questo ha spinto ad una revisione profonda delle TIN dal punto di vista strutturale organizzativo e mentale. In alcune realtà italiane, per esempio, sono nate le Single Family Room, cioè delle camere, all'interno dell'ospedale che consentano a mamma, papà e fratellini di essere costantemente vicini al piccolo ricoverato, nel tentativo di ricostruire una routine
familiare, soprattutto dopo che l'iniziale shock da separazione lascia lo spazio al bisogno di adattarsi alla nuova condizione. Questa sistemazione serve a ridurre l'ansia, il tempo sottratto agli altri figli, ma anche la fatica fisica dei continui spostamenti verso l'ospedale, soprattutto alla luce dell'importanza di proseguire l'allattamento in questa fase che sia attraverso attacco diretto al seno oppure attraverso raccolta e somministrazione del latte materno con metodi alternativi. Inutile dire che qui si apre un altro immenso capitolo sulla necessità e sull' importanza di sostenere e aiutare la mamma proprio con l’allattamento: insegnare come stimolare il seno per mantenere o indurre la produzione del latte, come conservarlo e trasportarlo, come utilizzare il tiralatte, quali norme igieniche rispettare ecc ecc. Anche questo serve ad incrementare l’empowerment delle donne e il loro senso di accudimento verso i propri figli. Il Family Centerd Care si basa quindi sul prendersi cura del neonato soddisfacendo i bisogni di tutta la famiglia conservando e difendendo il rapporto di dipendenza e unicità tra madre e bambino. L'impegno richiesto è molto alto, la professionalità, l'attenzione e l'empatia sono imprescindibili proprio perché il progetto di cura che c'è dietro è ben più ampio e delicato del semplice curare... e un peccato che alcuni colleghi perdano l'occasione di fare tanto, e un peccato che in molte realtà non ci sia ancora la consapevolezza dell’importanza di questo modo di accudire. Dobbiamo ancora crescere!
Dott. Ost. Catiuscia De Renzis
Alcuni colleghi mi chiedono se il comportamento, da parte di una pubblica amministrazione, nell’affidare incarichi di rappresentanza a legali esterni (iscritti nell’albo dell’Ente) senza l’adozione di una preventiva procedura di selezione comparativa, trasparente e aperta, oggetto di adeguata pubblicità, ovvero senza il rispetto del criterio di rotazione nella selezione dei professionisti disponibili sul territorio, abbia i caratteri della illegittimità, oppure, se corrisponde a legittimità il fatto che vengano dati incarichi multipli, per importi estremamente rilevanti, a singoli professionisti.
La tematica è oggetto di molteplici esposti e/o richieste all’Autorità Nazionale Anticorruzione, la quale si è pronunciata più volte, riconoscendo il comportamento non conforme a legge, con deliberazioni che devono poi essere trasmesse agli Enti responsabili ed alla Procura Regionale della Corte dei Conti, presso la Sezione Giurisdizionale, per la Regione Lazio, per eventuali profili di danno all’erario. Dunque, dal numero delle delibere, deve ipotizzarsi che tali comportamenti contra ius spesso vengono posti in essere dalle Amministrazioni Locali, le quali approntano le giustificazioni più disparate, per giustificare il loro modo di operare, come ad esempio: gli incarichi multipli danno la possibilità all’avvocato che li riceve di abbattere il costo del servizio; oppure, la rotazione all’interno degli albi, suddivisi per materia, avviene solo quando il contenzioso attiene a questioni nuove e diverse tra loro, in tal caso e solo in tal caso la causa nuova viene assegnata ad altri avvocati tra quelli iscritti; ovvero, evidenziano il carattere fiduciario dell’affidamento che derogherebbe, secondo loro, il rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza, economicità ed adeguata motivazione. Mentre, dal punto di vista del diritto, sostengono che “non può trascurarsi la circostanza che per espressa disposizione del Codice dei
contratti pubblici, i servizi legali sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni del codice”. Orbene, a dire il vero, l’Art. 17, comma 1, lett. d), del d.lgs.50/16 (Codice Contratti) e ss. Mm. ed ii., nominato “Esclusioni specifiche per contratti di appalto e concessioni di servizi” comprende alcune tipologie di servizi legali esclusi dall’ambito di applicazione delle regole del codice, pur ricomprendendole nella generale categoria degli appalti di servizi. La suddetta esclusione prevista dall’art. 17, comma 1, lett. d) riguarda gli incarichi di patrocinio legale in relazione a contenziosi già esistenti, la consulenza legale prestata in vista di uno specifico futuro contenzioso, anche eventuale, i servizi legali collegati all’esercizio di pubblici poteri. Tali prestazioni professionali, sia pure escluse dall’ambito di applicazione oggettiva del codice sono, tuttavia, soggette per il loro affidamento, ai sensi dell’art. 4 dello stesso codice, al rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità, così come anche ribadito dalla Commissione Speciale del Consiglio di Stato, nonché precisato sulle linee guida dell’Autorità “I servizi legali, di cui all’art. 17, comma 1, lett. d), per quanto esclusi dal codice dei contratti, devono, pur sempre, essere affidati nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, traspa-
renza, proporzionalità, pubblicità … l’indicazione proveniente dalle linee guida alle stazioni appaltanti è quella di predisporre un elenco di professionisti dal quale attingere al momento del conferimento dell’incarico, eventualmente suddivisi per settore di competenza e costituiti dall’amministrazione mediante procedura trasparente e aperta, resa pubblica mediante il sito istituzionale. La commissione speciale condivide, peraltro, con l’Autorità che il rispetto dei principi posti dall’art. 4 del codice dei contratti pubblici … imponga la procedimentalizzazione nella scelta del professionista al quale affidare l’incarico di rappresentanza in giudizio dell’Ente, evitando scelte fiduciarie ovvero motivate dalla “chiara fama” (spesso non dimostrata) del professionista. Riferisce l’Autorità Nazionale Anticorruzione che la conformazione ad un procedimento fa in modo che la scelta sia trasparente, imparziale, tale da evitare lo spreco di risorse pubbliche e, al contempo, idonea a perseguire nel modo più opportuno l’interesse pubblico. L’Autorità ha anche precisato che i compensi corrisposti, quando sono elevati e nei confronti di pochi professionisti, per l’alto numero di incarichi, fanno presumere che si siano create ingiustificate rendite di posizione a favore di un ristretto numero di professionisti a discapito dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità a cui dovevano conformarsi tali affidamenti. Pertanto, quando la gestione degli incarichi di patrocinio legale dell’ente a professionisti esterni non è conforme ai principi di buon andamento, efficacia, economicità e imparzialità, l’amministrazione sta operando in modo non conforme al diritto. In tal caso è necessario reagire ed esporre i fatti all’Autorità Nazionale dell’Anticorruzione, a meno che non sussistano ipotesi di illegittimità più gravi, da avere rilievo in altre sedi giurisdizionali.
Avv. Antonio Aquinoora per la tua pubblicità
finito il Campionato mondiale di calcio in Qatar con la partecipazione di ben 32 squadre ad eccezione dell'Italia che, pur essendo una delle Nazionali di calcio più titolate, non si è riuscita a classificare. Fino alla metà del 1900 Doha - il grande Albero, capitale del piccolo Stato del Qatar grande quanto l'Abruzzo, era un villaggio di pescatori circondato dal deserto che si affacciava sul Golfo Persico. Oggi a soli 60 anni di distanza è una lussuosa città green proiettata verso la modernità ed il futuro. Nell'importante documento "Qatar National Vision 2030" emerge la visione strategica di questo emirato verso una politica eco-sostenibile a protezione dell'ambiente e della biodiversità, dove l'espansione e la rigenerazione interna del paese e tutti i nuovi progetti urbanistici mirano ad ottenere come goal globale la tutela dell'ecosistema e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Una delle soluzioni innovative che rappresenta la coscienza ecologica di questo paese si denota tra gli altri nella costruzione eco-sostenibile dello Stadio 974 dove ben appare l'impegno sostenuto per la tutela dell'ambiente, tanto da poter essere definito come il giusto e necessario patto tra l'uomo e il pianeta.
Lo stadio 974
Il nome 974 deriva dal numero dei container impiegati per la sua costruzione ed è anche è il prefisso internazionale del Qatar. Questo stadio è stato progettato e realizzato vicino al Porto di Doha per sfruttare la ventilazione prodotta dalla brezza marina per così poter limitare la richiesta del sistema di raffreddamento. Per la sua costruzione sono stati utilizzati degli elementi modulari prefabbricati per diminuire sia la produzione di rifiuti che il quantitativo di materiali da co-
struzione, arrivando ad una riduzione del 40 per cento del consumo d'acqua rispetto agli stadi convenzionali. La sua struttura in acciaio riciclato è composta da ben 974 container riciclati e colorati e da sedili tutti rimovibili: uno stadio rispettoso dell'ambiente ed ecosostenibile proprio in virtù del fatto che tutta la struttura può essere smontata e ricostruita in qualsiasi luogo. E' il primo stadio al mondo modulare, movibile e riutilizzabile dove, proprio per permettere un facile smontaggio, sono stati creati dei meccanismi speciali per la connessione e disconnessione per garantire così il riutilizzo di ogni elemento. Oltre ad essere un'opera ingegneristica visivamente attraente per i suoi sgargianti colori e per il suo design innovativo questo stadio porta la capienza di 40 mila posti a sedere ed è diventato un simbolo della sostenibilità proprio grazie a tutte queste sue caratteristiche. E’ stato accessibile utilizzando la linea Gold della Metropolitana
costituita da treni progettati senza conducente e scendendo alla stazione di Ras Abu Aboud. Il Qatar ha investito un ingente capitale in innovazioni tecnologiche ed ingegneristiche. Basta citarne alcune come Lusai City che è considerata la città più eco al mondo, al 100 per cento ecosostenibile con impatto zero, una vera oasi ecologica nata nel deserto. L'eco Floating Hotel interamente galleggiante con minima spesa di energia e zero sprechi, che grazie a dei propulsori ruota su se stessa andando a convertire l'energia dell'acqua in elettricità. Senza dimenticare di citare la realizzazione di zone pedonali e piste ciclabili per 67 chilometri per la riduzione del traffico e dell'inquinamento o l'innovativo e strategico metodo per la raccolta differenziata dei rifiuti che, con l'utilizzo di un nuovo sistema sotterraneo di tubi sottovuoto, vengono aspirati e trasportati fino all'impianto di raccolta. Per la prima volta la Coppa del Mondo di Calcio, nei suoi 92 anni di storia, si è disputatain autunno per questioni climatiche e ci terrà compagnia la nuova mascotte chiamata La'eeb che significa "calciatore abilissimo". Il trofeo della Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 ha visitato 54 paesi di tutto il mondo inclusi i 32 che hanno partecipato con le loro squadre ai mondiali ed è tornata in Qatar in autunno, quando appunto è iniziato il torneo, per essere consegnato alla squadra vincitrice. Come tutti sappiamo alla fine a vincere è stata l’Argentina coronando la carriera di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, ovvero Lionel Messi. E scatenando e accendendo il dibattiuto su chi sia il giocatore più forte di tutti i tempi.
hiariamolo subito! Non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno né mettere in discussione autorevoli tesi sull’argomento ma dare il mio contributo sulla base di oramai lunga esperienza sul campo. Sono infatti più di 35 anni che ho iniziato a svolgere la mia attività lavorativa con affianco diversi collaboratori. Cosa ho imparato in tutti questi anni? Che dirigere è complicatissimo! Per questo non tutti vi riescono. Il vero leader è quello, appunto, che tira dritto per la propria strada qualunque cosa accada e qualunque cosa dicano di lui. Vediamo come. Innanzitutto deve possedere dei requisiti di base: la costanza, intesa come tenacia; la scrupolosità, vale a dire accuratezza, precisione e la dedizione unita al sacrifico. Chi, a mio avviso, possiede queste caratteristiche sa come affrontare le situazioni anche quando sembrano irrisolvibili. Certo non mancano momenti di sconforto, ma il leader sa come trovare dentro di se la giusta forza per andare avanti, sa come reagire, stringe i denti e diventa più forte di prima. La sua forza di volontà e la sua determinazione riescono a superare qualsiasi ostacolo. Anche se talvolta l’ambiente in cui opera è ostile, il leader non si arrende, anzi tutt’altro, poiché quando si crede e si vuole riuscire a imporsi allora il cervello lavorerà per trovare soluzioni. Il desiderio di riuscire riesce infatti a stimolare il cervello a pensare a nuove soluzioni, perché sollecitato dalla “fede” ovvero la caparbietà nell’inseguire un risultato. Quando invece crolla questa fiducia anche la capacità di pensare al positivo viene meno, ci si lamenta in continuazione per le cose che non si hanno o che si sono perse, scaricando le proprie responsabilità ai propri collaboratori ai quali si da un cattivo esempio, diventando acidi, scorbutici e negativi. Quindi mai arrendersi, piuttosto come dice un detto: sorridi e la vita ti sorriderà. Le avversità, rafforzano i nostri nervi (Cit.) e acuiscono le nostre abilità. Il nostro antagonista è colui che ci aiuta di più! Quindi è inutile prendersi in giro e fare lo scaricabarile, ognuno di noi sa che il vero responsabile di quello che vive è lui stesso. Ciascuno di noi è l’interprete della propria vita e ogni vero leader è consapevole che il successo futuro non si decide domani ma è una conseguenza di ciò che si sta facendo oggi. (L. Caldera) Il successo lo si raggiunge quando avremo compreso che sta in noi stessi, nella nostra mente. Siamo noi, con i nostri pensieri, le nostre convin-
Il vero leader è quello, appunto, che tira dritto per la propria strada qualunque cosa accada e qualunque cosa dicano di lui
Anche
zioni, i nostri atteggiamenti, a condizionare la possibilità di raggiungerlo. Ma non basta il solo desiderio, poiché è chiaro che tutti i leader desiderano raggiungere il successo, ma pochi lo vogliono veramente. Quando ci poniamo nelle condizioni di voler raggiungere un risultato dobbiamo essere in grado di mettere in atto tre cose fondamentali; la prima è quella di aver ben chiaro in mente dove vogliamo arrivare, ovvero aver bene identificato la meta. Secondo passaggio calcolare bene il tempo per compiere quel tragitto e poi essere in grado di quantificare l’impegno economico per raggiungerlo. Ecco il vero leader è questo, ovvero colui che sa distinguere la differenza tra il “Desiderio” e l’”Obiettivo”. Il primo, il desiderio, è qualcosa di poco impegnativo che sì ci piace esaudire, ma non al punto da impegnarci con
Il vero leader è colui che sa distinguere la differenza tra il “Desiderio” e “l’Obiettivo”
Le avversità, rafforzano i nostri nervi e acuiscono le nostre abilità (Cit.). Il nostro antagonista è colui che ci aiuta di più!
tutte le nostre forze sacrificando una parte di noi stessi. L’Obiettivo, invece, è quel fuoco che sentiamo dentro di cui già ne conosciamo il prezzo da pagare per raggiungerlo. Pertanto la vera differenza tra ciò che riteniamo superfluo (desiderio) e ciò che invece per il leader diventa indispensabile (obiettivo). Ecco perché il titolo di questa riflessione: sono un leader o no? Poiché c’è chi lo fa, o perlomeno tenta, mentre invece c’è chi lo è per davvero! Ma come si fa a riconoscere quello vero? Dalla passione che ha dentro, dal coinvolgimento degli altri collaboratori per raggiungere lo scopo comune ma, soprattutto, lo fa con grande sentimento. Sì avete letto bene c’è del trasporto emotivo in tutto ciò. L’apice lo si raggiunge quando riesce a far provare ai suoi collaboratori gli stessi sentimenti, le stesse emozioni, lo stesso entusiasmo verso l’obiettivo comune che si vuole raggiungere. E’ pur vero che molto dipenderà anche dalla personalità dei collaboratori, se hanno le qualità e la volontà di imitare il loro
Il successo futuro non si decide domani ma è una conseguenza di ciò che si sta facendo oggi
leader, l’importante è che non vengano obbligati a farlo e che non vi sia un condizionamento indotto a generare quell’effetto. Bisogna saper cogliere e valorizzata l’individualità di ognuno, poiché nessuno è uguale a qualcun altro ma ogni persona è un “individuo unico” e un vero leader non cerca mai di soffocare o prevalere sulla loro personalità, ma se è stato capace di essere da esempio per il suo collaboratore sarà egli stesso a ricambiare esprimendo qualcosa riconducibile al suo leader. Quado chiesero a Michelangelo come si creasse un’opera d’arte, egli rispose: “L’opera esiste già dentro la pietra, io mi limito solo a togliere il marmo in eccesso”. Ciò vuol dire che in ogni persona esiste già qualcosa di grande e solo un vero leader riesce a farlo sprigionare.
Antonio Guido (dirguido@libero.it)Un vero leader se ama per davvero i suoi collaboratori creerà una squadra che lo imiterà in tutto e per tutto, persone che lo ameranno e che ameranno a loro volta i propri collaboratori
Pandora (etimologicamente “tutti i doni”), è la bellissima donna che Zeus inviò sulla terra per punire Prometeo, il Titano sopravvissuto alla sua furia che disobbedendogli regalò il fuoco agli umani consentendo loro di sopravvivere. A Pandora però consegnò anche un vaso pieno di sventure con la promessa di non aprirlo, ma contava sulla curiosità che è donna. Prometeo, colui che pensa prima, saggiamente rifiutò e ma purtroppo accettò suo fratello Epimeteo, colui che pensa dopo, lo stupido, e la sposò ma poco dopo le nozze Pandora pensò bene di dare una sbirciatina e tutta la Terra fu devastata da una serie interminabile di sventure. La storia è piena di doni fatali, “Timeo Danaos et dona ferentes” (temo i Greci anche quando portano i doni), fece dire Virgilio a Lacoonte per dissuadere i troiani dall’accettare il dono del cavallo che condusse Troia alla rovina. L’astuto Ulisse regalò a Polifemo il puro vino degli dei che gli accecò la mente e pure l’unico occhio. Medea, la barbara Colchide nota per aver ucciso i figli per vendicarsi del marito Giasone che l’aveva ripudiata per sposare la nobile Glauce, figlia di Creonte, re di Corinto (zio di Edipo) per conquistare il diritto di successione al trono, fingendo di perdonarlo e di comprendere le meschine ragioni di convenienza che egli apportava a suo discapito, inviò alla novella e nobile sposa una veste avvelenata che risultò fatale a lei e pure al padre accorso per aiutarla. Nell’antica Grecia i doni erano uno strumento di guerra, si donava per mostrare la propria potenza, ricchezza o come forma di coercizione e di controllo e si era costretti sia a ricevere sia a ricambiare adeguatamente per non apparire da meno, o non rischiare il disonore, la scomunica o di diventare schiavo ma i doni servono anche a creare legami, a ripristinarli, a difenderli, Aristotele teorizzava che l’uomo è teso alla ricerca dell’onore e il donare e il ricevere era un mezzo con cui poter raggiungere lo scopo, analizzava una serie di qualità psicologiche quali la bonarietà, l’affabilità, la sincerità, il garbo e il pudore, alle quali è difficile resistere e dare spiegazioni sul piano razionale, poiché come egli stesso più volte afferma il mezzo non ha un proprio nome”. Oggi sembra di assistere ad una nuova apertura del vaso di Pandora, dalla rapida diffusione di eventi naturali estremi riconducibili ai cambiamenti climatici alla recente pandemia da virus
Oggi sembra di assistere ad una nuova apertura del vaso di Pandora, dalla rapida diffusione di eventi naturali estremi riconducibili ai cambiamenti climatici alla recente pandemia da Covid-19
SARS-CoV-2 che pare prometterne molte altre, dalla crisi energetica attualmente in corso esasperata dalla guerra in corso nel cuore dell’Occidente al degrado verticale di valori tradizionali, dell’educazione e della comunicazione oramai affidati prevalentemente alla tecnologia si vive nel rischio immersi in una società a rischio in attesa inerme di chissà quali altri “doni”. Chissà da quali allettanti matrimoni e alleanze a rischio sono attratti moderni Epimeteo e Ascalafo, l’allocco, colui che parla a sproposito, (appellativo derivante dall’uccello nel quale venne trasformato da Eracle per salvarlo dalla punizione di Demetra che lo aveva schiacciato sotto a un sasso per aver testimoniato, non richiesto, di aver visto la figlia Persefone
In fondo al vaso Zeus aveva messo anche la Speranza ma affinché essa non rappresenti l’ultimo inganno di Pandora, il più sottile, essa va considerata come un lavoro e non un’aspettativa passiva
mangiare il melograno), per essere giunti fino a questo punto. In fondo al vaso Zeus aveva messo anche la Speranza ma affinché essa non rappresenti l’ultimo inganno di Pandora, il più sottile, essa va considerata come un lavoro e non un’aspettativa passiva. E’ necessario prima liberarsi dei principali problemi fisici e psichici che inevitabilmente assorbono tutti i pensieri per poi creare uno spazio interiore libero da preoccupazioni nel quale possa rinascere la creatività, il vero senso della resilienza, la fiducia in sé e negli altri per poi scoprire sul fondo del vaso la speranza che si sa è sempre l’ultima a morire.
Dott.ssa F.Tomasino
Psicologa-Psicoterapeuta Corsi di PsicologiaPer info: francesca.tomasino@hotmail.it Tel. 3271363539
Passate le festività natalizie resta sempre un po’ di malinconia e qualche chilo in più da smaltire. Se ci sentiamo poco energici, spossati e con scarsa voglia di riprendere il nostro lavoro, lo studio o semplicemente le nostre attività quotidiane, la causa potrebbe essere una sorta di lieve stato di “intossicazione” dovuto all’eccesso di cibo e di alcool consumati durante i tanti pranzi e cene a cui abbiamo partecipato. Durante le feste, tutto il nostro organismo ed in particolare il nostro fegato, probabilmente è stato messo a dura prova. Occorre quindi recuperare un ottimale stato di forma psico-fisica. Ma non vi preoccupate, non è necessario andare in Tibet o passare una settimana in qualche clinica specializzata con una Spa a cinque stelle è sottoporci ad un costoso processo di rigenerazione. La nostra straordinaria dieta mediterranea ha alcune “armi segrete” che possono aiutarci a “disintossicarci” in modo semplice ed economico. Infatti, se eliminiamo gli “eccessi” che il benessere economico ed alimentare ha introdotto nel nostro tradizionale stile alimentare, l’originaria dieta dei nostri bisnonni aveva dei grandi vantaggi che ora la moderna scienza ha riconosciuto. La nostra dieta mediterranea, infatti, è ricca di antiossidanti, mantiene bassi i livelli di glicemia, aiuta a prevenire gli stati infiammatori, soprattutto quelli cronici ed infine è completa sotto il punto di vista nutrizionale ed adeguata sotto il profilo energetico. Gli ossidanti sono quelle sostanze di scarto come i radicali liberi, prodotti dal nostro organismo durante i processi metabolici, che aumentano quando fumiamo, mangiamo male e troppo, beviamo troppi alcolici o sottoponiamo il nostro organismo ad inquinamento ed a stress ambientali o psicologici. Sono scorie nocive e molto reattive che favoriscono l’invecchiamento precoce, l’arteriosclerosi ed il cancro. La nostra dieta mediterranea si basa sul consumo di ver-
dura, legumi, cereali non raffinati e frutta di stagione, tutti alimenti ricchi di nutrienti che combattono ed arginano i danni prodotti dai radicali liberi e che sono detti antiossidanti. Quindi, il primo passo è quello di aumentare il consumo di questi alimenti, riducendo al tempo stesso il consumo dei cibi spazzatura, carni rosse, insaccati ed alimenti troppo ricchi di grassi saturi o condimenti. I cibi di origine animale presenti nella originaria dieta mediterranea erano soprattutto latticini, nelle aree più interne e pesce per chi viveva nelle zone costiere. La carne invece era presente solo in minime quantità e soprattutto quella avicola (pollo e tacchino). I processi di conservazione delle carni (insaccati) e di cottura ad alta temperatura inoltre producono una serie di sostanze nocive. Al contrario i nutrienti e le fibre contenuti nella verdura nei legumi e nella frutta di stagione aiutano moltissimo a prevenire lo stress ossidativo. È con una sana alimentazione basata su questi alimenti che gli antiossidanti svolgono a pieno il loro ruolo, non certo con i costosi prodotti assunti attraverso pillole. Se durante le feste abbiamo fatto abuso di dolci natalizi che contengono zuccheri semplici in grande quantità come torroni ecc., un altro fattore da riportare sotto controllo è la
glicemia, ovvero il livello di glucosio nel sangue. Infatti, se la nostra glicemia varia entro valori normali ci sentiamo in forma e pieni di energia, in caso contrario subentrano una serie di disturbi, come stanchezza, senso di malessere, aumento della sete e della diuresi, in genere associati ad un eccesso di glicemia o iperglicemia. Nei diabetici poi se la glicemia sale troppo rapidamente (“picco glicemico”), o se scende troppo (“crisi ipoglicemica”), le conseguenze possono essere anche fatali. Esiste una classificazione degli alimenti in base al loro “indice glicemico” ovvero alla capacità che hanno di far salire la glicemia che potete trovare facilmente su internet, ma attenzione a non banalizzare, perché in questo caso il discorso è abbastanza complesso. Oltre allo zucchero, anche Il pane bianco, ad esempio, ha un elevato indice glicemico. Tuttavia, occorre fare attenzione, perché l’energia che utilizziamo proviene dai carboidrati, dalle proteine o dai grassi; quindi, se seguendo alcune diete e tendenze “strampalate” eliminiamo o riduciamo troppo i carboidrati (come legumi, verdure, pasta e pane integrali, ecc.), che sono alla base della dieta mediterranea, siamo costretti a ricavare la nostra energia dalle proteine o dai grassi. Ma è stato dimostrato che anche le proteine possono produrre picchi glicemici importanti, inoltre le diete iperproteiche non sono bilanciate, e possono essere fatte solo per brevi periodi, altrimenti possono creare seri problemi di salute, come ad esempio un eccesso di accumulo di acido urico ed un sovraccarico del sistema renale ed epatico. Impensabile poi una dieta basata sui grassi che intaserebbe in brevissimo tempo i nostri vasi sanguigni esponendoci a malattie cardiocircolatorie. Al contrario la dieta mediterranea con la sua “frugalità” e con la sua ricchezza di fibre e di polifenoli è in grado di limitare i picchi glicemici anche dopo il consumo di pane o di pasta. In conclusione, anche se non vogliamo seguire una dieta, cerchiamo comunque di limitare gli eccessi di alcool o di cibo, aumentare il consumo di verdure e legumi, distribuire i pasti durante la giornata, bere almeno due litri di acqua al giorno e di fare un po’ di moderato esercizio fisico. Seguendo lo stile alimentare dei nostri bisnonni in breve torneremo in perfetta forma.
Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it