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Anno 12 Numero 6
GIUGNO 2020
libertà informazione politica cronaca cultura sport
I L L AV O R O A L TEMPO DEL C O R O N AV I R U S
TANTI AUGURI ARDEA Sono passati 50 anni dalla Costituzione del Comune COVID, NUOVI CASI Zuccalà:«Situazione stabile»
TORVAIANICA Stabilimenti morosi, il Comune li chiude. Ira dei gestori
ESTATE COL "VIRUS"
Via alla stagione balneare, le regole da seguire (p.12)
PARCHI A TEMA Riaprono Zoomarine e Cinecittà World
USURA A POMEZIA L'imprenditore pometino vessato dall'ex pugile (p.24)
Editoriale L'ESTATE 2020 CON IL "VIRUS"
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i siamo, l’estate è ormai alle porte. Finalmente sappiamo che si potrà andare al mare senza essere ingabbiati in scatole di plexiglass che ci avrebbero fatto cuocere come braciole sulla piastra, che potremo utilizzare le spiagge libere, anche se sarà una lotta a chi arriva prima e conquista il quadrato migliore (sempre che ne sia rimasto qualcuno…), che negli stabilimenti i bambini potranno utilizzare le aree giochi, dove gli animatori saranno più che altro costretti a fare continue sanificazioni piuttosto che proporre nuove attività per i piccoli ospiti, che potremo andare a mangiare una pizza o una frittura senza portarcela a casa, ma comodamente seduti al tavolo di un ristorante, anche se a debita distanza dagli altri avventori. Sul nostro litorale sarà un’estate piena di gente: appartamenti e villini per la prima volta dopo tanti anni saranno tutti pieni. (continua a pag. 4)
GIUGNO 2020 NUMERO 6
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CO M E C A M B I A I L L AVO R O
Editoriale U n' e s t a t e d a v v e r o p a r t i c o l a r e POLITICA
Pa g . 4
Buon compleanno Ardea.....................................pp. 6-7
Zuccalà: «Non servono altre restrizioni»..........p.8 Stabilimenti morosi a Torvaianica, il caso.......p.10 Stagione estiva al via.................................(da p.12) CRONACA Test per il mercato del Sabato a Pomezia........p.22 Patrimonio culturale abbandonato ad Ardea..p.28 Allarme lotti incolti a Campo Jemini..............p.26 Tornano i furti ad Ardea..................................p.32 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 33
L e t e s t i m o n i a n z e d a A rd e a e P o m e z i a P@STA
Le vostre segnalazioni a: redazione@ilcorrieredellacitta.it (P.38)
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EDITORIALE
Il Corriere della Città giugno 2020
La stagione estiva al tempo del Coronavirus (segue dalla copertina) Tra proprietari di seconde case che – magari dopo decenni – tornano dopo aver sempre affittato (mentre loro erano in vacanza in posti lontani centinaia di chilometri) e affittuari che prendono gli appartamenti per periodi molto più lunghi rispetto al passato, si prospetta una stagione balneare vecchia maniera. Sembrerà essere tornati ai vecchi tempi, agli anni ’80, quando Torvaianica era in voga e si cullava ancora dei ricordi dei divi del passato che amavano le lunghe spiagge dorate di questa zona, quando il Torneo Tognazzi faceva riempire di nomi famosi non solo la villa del celebre attore, ma anche le strade della cittadina, attirando turisti e curiosi. Adesso ad attirare i turisti c’è qualcosa di meno frivolo, la possibilità di passare l’estate in riva al mare, finalmente liberi dal dover stare per forza chiusi in casa come è successo nei mesi scorsi. L’impossibilità di prenotare le vacanze in posti lontani ha spinto molte persone a “ripiegare” verso la snobbata costa a due passi da Roma, dove la spiaggia quasi si fonde con il cemento, ma dove in fondo non si sta così male. Da un paio di anni il mare è sempre più pulito – è stato dimostrato che gli allarmismi delle acque che diventavano marroni erano quasi
In spiaggia con il metro: come sarà l'estate al mare con il distanziamento sociale? sempre ingiustificati, perché si trattava della colorazione dovuta allo “scioglimento” di particolari alghe, che maceravano a temperature troppo elevate – e i costi non sono elevati come da altre parti. Certo, c’è molto da lavorare sui servizi offerti, ma quest’anno il problema non si pone: in qualsiasi destinazione si scelga di andare, il massimo del divertimento potrà essere il cinema all’aperto,
come drive-in o con le seggioline in plastica offerte dal Comune o portate da casa, ovviamente a distanza di sicurezza. Niente grandi eventi come concerti con nomi di richiamo (sul litorale di Pomezia e Ardea non ci sarebbero stati ugualmente, ma stavolta almeno siamo nello stesso piano delle altre località turistiche) o serate tutti ammassati in piazza a vedere lo spettacolo in programma. E, a proposito di programma, le due amministrazioni comunali adesso dovranno inventarsi qualcosa per rendere questa estate il meno triste possibile, anzi, la migliore possibile, per non farla ricordare solo come la stagione del Coronavirus, per far sì che quei turisti che quest’anno verranno per una serie di circostanze possano tornare l’anno prossimo per scelta. Bisognerà far sentire benvenuti i villeggianti, senza dimenticarsi dei cittadini che qui ci stanno tutto l’anno e pagano le tasse. Offrire una bella estate non sarà facilissimo, ma nemmeno impossibile. Si potrebbe chiedere la collaborazione dei commercianti, degli imprenditori, dei balneari del territorio, per creare una rete che risollevi tutti e fornisca un’immagine del territorio finalmente vincente e davvero turistica. Ma bisogna sbrigarsi. Siamo già a giugno e l’estate sta per iniziare. A volte da qualcosa di negativo può nascere un’opportunità: facciamo in modo che non sia un’occasiona persa.
Estate dal sapore retrò a Torvaianica: proprietari di seconde case che tornano dopo aver sempre affittato e affittuari che prendono gli appartamenti per periodi molto più lunghi rispetto al passato, si prospetta una stagione balneare vecchia maniera. Sembrerà di essere tornati agli anni '80
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POLITICA
Il Corriere della Città giugno 2020
Buon compleanno alla città di Ardea Il Comune compie 50 anni dalla costituzione, celebrazioni “virtuali” a causa del Coronavirus l 27 maggio 2020 ricorre il cinquantesimo anno della costituzione del comune di Ardea. Da allora, grazie alle straordinarie capacità dei suoi cittadini la città è cambiata moltissimo: si è trasformata in una città con oltre 50.000 residenti e sono sorte nuove attività imprenditoriali ed associative. A causa delle restrizioni derivanti dalla situazione Covid-19, non è stato possibile organizzare eventi che avrebbero portato, inevitabilmente, ad assembramenti di persone. Le celebrazioni si sono quindi spostate online dove mercoledì 27, sul canale YouTube dell'Ente, è stato pubblicato un video con i momenti passati della vita del Comune, con un'intervista al primo iscritto all’Anagrafe di Ardea, oltre ad altri contributi. La storia Ardea, intesa come insediamento urbano, ha
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Celebrazioni ad Ardea: l'Assessore Sonia Modica e il Sindaco Mario Savarese
Il 27 maggio 1970, il Presidente della Repubblica, l’allora Giuseppe Saragat, decretava con il DPR 242 la nascita del nuovo Comune rutulo una storia molto più antica come è noto. Centro della popolazione rutula e colonia romana dal 442 A.C. quindi Feudo dei Cesarini di Genzano dal 1564 la città nel XIX secolo si era ritrovata ad ospitare pochissime famiglie stanziali nella celebre Rocca, simbolo da Nelle foto: (sotto) alcuni momenti delle celebrazioni in Piazza del Popolo ad Ardea; Don Aldo Zamponi, Parroco dell'epoca; (a lato) Rocco Iamundo, il primo iscritto all'anagrafe di Ardea
sempre di Ardea. «Nel 1837 si contavano appena 176 abitanti», fa sapere l'Associazione Latium Vetus che ha realizzato un contributo video per celebrare la ricorrenza. «Nel 1901 la popolazione aumentò a 434 persone poi, negli anni 30, il territorio entrò a far parte del neonato Comune di Pomezia». Nel dopoguerra la popolazione superò quota 2.000 abitanti (1951) e dieci anni più tardi si iniziò a preparare il percorso per la costituzione del Comune autonomo di Ardea. Ed eccoci alla data storica. Il 27 maggio 1970 il Presidente della Repubblica, l’allora Giuseppe Saragat, decretava con il DPR 242 la nascita del nuovo Comune rutulo. Una lettera entrata nella storia Don Aldo Zamponi scrisse ai cittadini di Ardea: «Oggi 27 maggio la frazione di Ardea, con decreto del Presidente della Repubblica, è stata elevata alla dignità di Comune Autonomo. Il sottoscritto Parroco che tanto ha collaborato con la popolazione tutta a questa realizzazione, sia come Presidente del Comitato Promotore, composto, oltre che da lui, dal Generale Michele Scattaglia, dal Prof. Luigi Porcelli e dal Sig. D’Amario Augusto; Comitato che si è tanto prodigato nel corso dei 5 anni a risolvere le difficoltà con le Autorità Politiche, Prefettizie e Governative; sia come consiglio alla Commissione di cittadini di Ardea che ha trattato e risolto il problema dei confini del nuovo Comune con un’analoga Commissione di Pomezia; sia come assistente al Sig. Notaio venuto in Ardea per
raccogliere le firme dei cittadini. Saluta questo giorno tanto auspicato per il miglior avvenire materiale e morale del nostro paese. Anni sono stati questi di tormentata vigilia che dovranno essere benedetti dalle future generazioni ardeatine quando penseranno che i loro padri hanno procurato loro questo beneficio incalcolabile. Evviva il nuovo Comune di Ardea». (continua)
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POLITICA
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Il video sulla celebrazione del Cinquantenario della fondazione del Comune di Ardea è disponibile su YouTube sul canale ufficiale del Comune di Ardea
Ardea nel tempo: Castello Sforza Cesarini (dal 1564) - Foto Pro Loco di Ardea (segue) Il video La celebrazione della ricorrenza è iniziata con un contributo dell'Assessore al Turismo Sonia Modica che ha poi passato la parola al Sindaco Mario Savarese. «La storia di Ardea risale addirittura a prima Roma ma 50 anni fa diventa Comune autonomo sull'onda di sviluppo che ci fu nel dopo guerra. Da allora la crescita di popolazione è stata continua e costante», ha ricordato il Primo Cittadino. «Oggi vogliamo che Ardea si fregi anche del titolo di Città, se lo merita per tutto quello che è stato il suo percorso fino ad oggi e lo merita la sua popolazione che in quest’ultimo periodo è stata così attenta per ciò che riguarda l'emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese». Ed è proprio a causa del Covid-19 che Ardea non ha potuto festeggiare. «Avremmo voluto fare ben altro ma non è stato possibile – ha commentato Mario Savarese – la ricorrenza meritava una grande festa con tutta la città, Tuttavia questo non deve fermarci, tra qualche settimana, ce lo auguriamo tutti, tutto tornerà progressivamente alla normalità. Vogliamo ripartire, rinascere come Ardea ha saputo fare tante volte». Un messaggio d'augurio è stato quindi inviato da Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento Europeo, convinto che «Ardea saprà uscire come ha sempre
fatto anche da questo momento difficile», prima di passare all'intervista realizzata con il “primo cittadino” (letterale) ad essere stato iscritto nelle liste anagrafiche del Comune, il signor Rocco Iamundo che vive per l'appunto da 50 anni ad Ardea. Nel video spazio anche ai tanti disegni realizzati dai bambini delle scuole del territorio e alcune immagini significative di questi primi 50 anni di storia. In conclusione un messaggio è stato rivolto dall'Assessore ai Servizi Sociali nonché Vice Sindaco Morris Orakian e Lucio Zito, Presidente del Consilo Comunale, Ulderico Querini, Assessore al Bilancio e Debora Duranti, Capogruppo della maggioranza.
Esterno del Castello Sforza Cesarini Foto Pro Loco di Ardea
Ardea nel tempo: Piazza del Popolo - FotoPro Loco Ardea
Auguri e polemiche CONSIGLIERI DI MINORANZA Anche le forze di opposizione hanno deciso di inviare il loro messaggio d'augurio alla cittadinanza. Tra queste Edelvais Ludovici (FDI) ha realizzato un video così come la consigliera Anna Maria Tarantino (Cambiamo) e Maurice Montesi (FDI). Riccardo Iotti (FDI) ha scritto: «Correva l'anno 1970...esattamente 50 anni fa Ardea otteneva la sua autonomia. Buon Cinquantesimo Compleanno!». Auguri anche da parte di Raffaella Neocliti (FDI) e da Simone Centore (Cambiamo). CELEBRAZIONI E POLEMICHE - Nonostante la festa non sono mancate le polemiche. Il Sindaco Savarese ha infatti dichiarato alla stampa di «essere dispiaciuto di non aver visto presente neanche un consigliere di opposizione alla cerimonia nonostante fossero stati invitati personalmente da me». Di tutt'altra posizione la minoranza: «Nessuno è stato invitato a presenziare, in nessun luogo», ribattono alcuni consiglieri tra cui Neocliti e Iotti i quali hanno lamentato al contempo problemi anche per la realizzazione del video: l'opposizione avrebbe preferito produrre un filmato unico - con maggioranza e minoranza insieme - da girare magari in aula consiliare. Critiche, infine, anche all'aspetto "formale" della cerimonia in piazza giudicato "poco" istituzionale.
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Zuccalà: «Non servono altre misure restrittive» Con la "Fase 2" nuovi casi di Covid-19 a Pomezia, tutti legati tra loro: «Situazione stabile» indaco a Pomezia ci sono stati nuovi casi di Coronavirus: è un campanello d'allarme? «Un aumento di contagi nella Fase 2 è un rischio calcolato. I nuovi contagi a Pomezia sono tutti legati tra loro e sviluppati all’interno del nucleo familiare. Purtroppo questa è stata una costante dall’inizio dell’emergenza: se una persona in famiglia si ammala, le probabilità che contagi tutti i conviventi è molto alta». Lei in questi giorni più volte ha fatto appello ai cittadini chiedendo di mantenere alta l'attenzione, di evitare assembramenti e di essere prudenti usando sempre la mascherina. Teme ci sia il rischio di tornare a misure restrittive per la città o è uno scenario che si sente di escludere? «Il Governo, in accordo con le Regioni, valuta quotidianamente l’andamento del contagio per intervenire, se necessario, su zone puntuali del Paese. Ad oggi nella nostra Città ci sono solo 14 persone ancora positive al Covid e la situazione non presenta criticità tali da poter pensare a misure ulteriormente restrittive». In città spesso si vedono assembramenti specie tra i più giovani. Con l'arrivo dell'estate sicuramente il fenomeno diventerà ancor più preoccupante soprattutto la sera, interessando locali e piazze. Come pensa di affrontare la situazione il Comune? «Intensificheremo i controlli della Polizia Locale, che lavorerà al fianco delle altre forze dell’ordine impegnate nel monitoraggio della situazione sul territorio. Abbiamo attivato personale che si occupa di sensibilizzare le persone nei parchi al mantenimento delle distanze e alle buone pratiche per evitare il contagio. Allo stesso Nelle foto: (sotto) modo verranno inforbambini sui giochi mate le persone sulle nonostante i divieti spiagge con gli steward fossero ancora in dedicati». vigore; il Sindaco A che punto è l'erogadi Pomezia zione dei vari bonus coAdriano Zuccalà munali?
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Al mare malgrado il divieto: gente in spiaggia a Torvaianica prima della riapertura «Abbiamo ricevuto oltre 5000 domande per i buoni spesa, distribuendo oltre 700.000€ in valore economico. Questo anche grazie alle donazioni effettuate dai cittadini e dalle aziende stesse. Sono arrivate inoltre quasi 1000 richieste di bonus affitto che abbiamo già inviato alla Regione Lazio per ottenere i fondi necessari a liquidare i cittadini beneficiari». A quanto ammontano le mancate entrate per l'esenzione del pagamento della tassa dell'occupazione del suolo pubblico e come sono stati trovati in bilancio questi fondi? «Attualmente è ancora complicato riuscire a stimare il mancato gettito per l’Ente derivante dall’emergenza. Per questo è stato istituito un apposito fondo da parte dello Stato per ristorare in parte quanto sarà perso dai Comuni. I conti veri e propri potranno essere fatti solo alla fine di questo 2020». Consegna mascherine, a che punto siamo? Molti quartieri lamentano la mancata ricezione, perché questi ritardi? «Le mascherine sono state consegnate a domicilio presso tutti i quartieri più periferici durante la fase di lockdown, durante la quale le persone non potevano muoversi di casa se non per motivi urgenti. Rimane da fare la diSituazione stabile a Pomezia: «Ad oggi nella nostra Città ci sono solo 14 persone ancora positive al Covid e la situazione non presenta criticità tali da poter pensare a misure ulteriormente restrittive».
stribuzione su Pomezia Centro e Torvaianica, che verrà effettuata tramite punti di distribuzione della Protezione Civile appena arriveranno le nuove scorte, questo sia per accelerare la distribuzione che per evitare che, in questa fase, qualcuno possa aprire alle persone sbagliate». Stagione estiva: si sta lavorando a qualche evento “compatibile” con le disposizioni sul Coronavirus? «Sarà sicuramente un’estate diversa dal solito, anche sotto l’aspetto degli eventi. La limitazione sulla tipologia di spettacoli possibili e sul numero di persone partecipanti si farà sentire, ma proveremo comunque a offrire a cittadini e turisti cultura e divertimento in totale sicurezza». Pericolo assembramenti: potenziamento controlli della Polizia Locale, steward dedicati per parchi e spiagge per sensibilizzare i cittadini
Virus: i dati A Pomezia i casi totali di Coronavirus al 29 maggio erano 62 di cui 47 guariti, 10 attualmente positivi, 5 vittime. Ad Ardea, alla stessa data, si registravano 34 positivi di cui 17 guariti e 4 decessi.
Buoni spesa
QUI ARDEA - Alla data del 26 maggio il Comune di Ardea ha ricevuto 2.586 domande di cui 1.900 già elaborate, rappresentando il 73% delle richieste totali pervenute all’ Amministrazione. Contemporaneamente, gli uffici stanno procedendo anche con l’elaborazione dei buoni affitti: relativamente a questo punto, delle 536 istanze pervenute, ad oggi, ne sono state elaborate 263.
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Stabilimenti "morosi", il Comune li chiude Torvaianica, non pagavano le concessioni demaniali da 10 anni, in 9 non potranno aprire ove stabilimenti, a Torvaianica, non hanno potuto riaprire. Un’ordinanza firmata dal sindaco Adriano Zuccalà ha stabilito infatti che “per le concessioni demaniali marittime di seguito elencate, essendo venuti a mancare i requisiti oggettivi e soggettivi volti ad assicurare e garantire la corretta ed efficiente utilizzazione delle stesse, è stato emesso idoneo atto di decadenza”. Tra questi ci sono sia stabilimenti aperti che chiusi da tempo, situati al centro di Torvaianica come nella zona sud. Il caso «Le aree sopra citate dovranno essere delimitate a cura e spese degli attuali custodi (ex concessionari) – si legge ancora nell’ordinanza n. 40, pubblicata ieri sull’albo online del Comune di Pomezia – ai quali la presente ordinanza viene prontamente notificata e gli stessi dovranno ottemperare anche all’obbligo di esporre in maniera ben visibile la presente ordinanza. I sopra citati custodi avranno altresì l’obbligo di segnalare tempe-
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parzialmente – per circa 10 anni, effettivamente per questi concessionari ci sono atti amministrativi in essere da diverso tempo. Le determine dirigenziali che hanno portato al provvedimento conclusivo di ieri sono infatti datate agosto e dicembre 2018, ottobre 2019 e, infine, 10 marzo 2020. I balneari avrebbero potuto fare ricorso entro 60 giorni all’ultimo atto del Comune, quello del 10
venteranno spiagge libere gestite dal Comune? «Assolutamente no. Le spiagge devono tornanare nelle disponibilità dello stato e verranno rimandate ad avviso pubblico per attribuire nuovi gestori. Per quello che prevede la legge, al momento quei tratti di spiaggia saranno interdetti, perché il Comune non può gestirli direttamente finché non verranno effettuati tutti i passaggi di rientro in
Il Sindaco: «La nostra non è una cattiveria nei confronti di questi balneari. Si tratta di inadempienze che vengono portate avanti anche da 10 anni. Questo è solo l’epilogo del lungo iter» stivamente agli Uffici comunali competenti ed alle Forze dell’Ordine, il verificarsi di qualsiasi situazione contraria all’ordine pubblico o al pubblico interesse». Detto in parole povere, i titolari degli stabilimenti (almeno di quelli ancora in funzione, perché come detto tra questi ce ne sono alcuni che risultano abbandonati da tempo, anche esistono ovviamente i proprietari delle strutture murarie) non potranno mettere lettini e ombrelloni e lavorare, ma dovranno stare attenti che nel tratto di spiaggia che finora hanno gestito non entri nessuno. Il Sindaco: «Un atto dovuto» «La situazione non è semplice da spiegare – dichiara il sindaco Adriano Zuccalà – ma di certo la nostra non è una cattiveria nei confronti di questi balneari. Si tratta di inadempienze che vengono portate avanti anche da 10 anni. Questo è solo l’epilogo di un lungo iter burocratico che ha i suoi tempi, di cui tutti gli interessati erano a conoscenza e il fatto che questo atto sia capitato adesso è solo casuale». A prescindere dal fatto che le concessioni non siano state pagate – del tutto o Zuccalà: «Tutti avrebbero potuto chiedere una sospensiva al Tar fin dal momento della notifica ma questo è successo solo in casi isolati»
marzo, ma da quel che risulta solo un paio di loro sembra lo abbiano fatto nei tempi previsti dalla legge. Adesso c’è da vedere se il Tar accoglierà i ricorsi presentati dando ragione ai ricorrenti, oppure se confermerà la decisione del Comune. Nel frattempo, gli stabilimenti dovranno restare chiusi. Cosa accadrà ora: spiagge "perse"? «Tutti avrebbero potuto Nelle foto: (sotto) chiedere una sospensiva il Sindaco di al Tar fin dal momento Pomezia Adriano della notifica – chiariZuccalà; (sopra e sce Zuccalà – ma questo al lato) la spiaggia è successo solo in casi del Port Royal a isolati». Ma cosa accaTorvaianica drà ora alle spiagge? Di-
possesso. Solo allora potranno essere assegnati a nuovi concessionari. Ma nel frattempo il Comune non può gestire quei tratti di arenile perché non ne ha la disponibilità». Ci saranno quindi interi tratti di spiaggia interdetti ai cittadini proprio nell’anno in cui il Covid-19 impone di mantenere le distanze: un’altra tegola per l’estate pometina, di certo non voluta dall’amministrazione né tantomeno dai bagnati che speravano di poter passare una stagione tranquilla. «Su questo stiamo cercando una strada operativa per garantire almeno l’utilizzo dell’arenile».
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Stabilimenti chiusi, i gestori non ci stanno Torvaianica, i balneari coinvolti dal provvedimento del Sindaco chiedono un confronto oncessioni demaniali decadute e pertanto ritirate, con conseguente impossibilità ad aprire gli stabilimenti o i ristoranti sul mare: l’ordinanza firmata dal sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà nei giorni scorsi, che va a impedire a 9 concessionari di dare il via alla stagione balneare ha suscitato le reazioni contrastanti. Da una parte i molti cittadini che hanno applaudito l’atto del Primo Cittadino, attaccando i titolari degli stabilimenti e accusandoli di essere degli evasori fiscali, da momento che per molti anni non hanno pagato le concessioni, dall’altra chi li ha difesi, parlando degli aumenti del 300% dei canoni, che salgono ancora quando si parla di “pertinenziali”. Parlano i gestori coinvolti Uno dei concessionari colpiti dal provvedimento è il Ristorante Stabilimento Port Royal. I due titolari, Cinzia Cavolini e Walter Galli, hanno voluto fornire le loro spiegazioni, chiedendo – attraverso questo articolo - un confronto diretto tra i balneari colpiti
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loro situazione pagando il 30% di quanto dovuto (legge 147 del 2013). Ma questa legge è stata applicata male in alcuni Comuni, tra cui Pomezia. Basta vedere che qui ci sono 44 concessioni, che danno un gettito di circa 860 mila euro, che va interamente nelle casse dell’Agenzia del Demanio, mentre in un Comune come quello di Riccione, dove le concessioni sono ben 240, producono un gettito di 600 mila euro. Questo fa capire che c’è qualcosa che non va. Inoltre, dei soldi del gettito di Torvaianica, anche se la media è di 18 mila euro a testa, in realtà ci sono concessioni che pagano 350 euro l’anno e lavorano in piazza con spiaggia infinita, ed altre che devono pagare migliaia e migliaia di euro.
mente trovato posto altrove, perché saremo stati noi i primi a dire loro di cercare un’altra sistemazione”. Qual è la vostra proposta? “Incontrarci subito con il sindaco, con te come moderatore, per riaprire entro pochi giorni, non ci sono altre soluzioni. Noi possiamo dimostrare che i canoni che ci chiedono sono ingiusti e che ci sono dei contenziosi in corso, cosa che blocca provvedimenti come quello preso da Zuccalà. Ci sono stati degli errori clamorosi da parte del Comune e io posso dimostrarlo. Sono state invece fatte delle forzature, perché la decadenza sarebbe dovuta partire il 1 ottobre, non ora”. Ma perché non avete pagato almeno la parte che ritenevate corretta, invece di non versare all’erario nulla negli ultimi 9 anni? “Non sarebbe cambiato nulla e lo dimostra il fatto che, tra quanti hanno ricevuto il provvedimento, c’è chi ha versato in parte i canoni. Che noi non pachiamo i canoni ne siamo coscienti, ma riteniamo di subire una legge ingiusta e abbiamo aperto dei conten-
Esclusiva, parlano i gestori coinvolti: «Noi possiamo dimostrare che i canoni che ci chiedono sono ingiusti e che ci sono dei contenziosi in corso. L'Ente ha commesso gravi errori» dall’ordinanza e il sindaco Zuccalà, mediato dal direttore de Il Corriere della Città. “A partire da domani – annuncia Galli – in segno di protesta verso quella che ritengo una grande ingiustizia, inizierò uno sciopero della fame e delle medicine salvavita che prendo fino a quando il sindaco non ci incontrerà”. Ma ecco la versione dei titolari del Port Royal, simile a quella degli altri titolari colpiti dal provvedimento. “Nel 2006 viene fatta la riforma della determina del calcolo, che lascia invariati tutti i canoni tranne che quello dei pertinenziali, ovvero di quelle parti costruite da privati di cui lo Stato ha acquisito la proprietà. Questo ha generato un canone invariato per 24 mila concessionari italiani e un canone aumentato a dismisura per i pertinenziali. Io, che fino all’anno precedente pagavo 4.800 euro, mi sono ritrovato a doverne pagare 55mila. Dal 2010 la politica si interessa a questo problema, legiferando sospensioni e decadenze. Nel 2013 viene detto che i balneari, ritirando i contenziosi in essere, potranno sanare la La replica: «Vogliamo quindi rispondere ai cittadini che ci hanno accusato: noi non rubiamo, stiamo solo cercando di far applicare le giuste leggi»
Possibile che nessuno si renda conto che ci sono delle ingiustizie?”, dichiara Galli. “La nostra morosità non è nei confronti del Comune, ma dell’Agenzia del Demanio. Il Comune avrebbe dovuto provare a difendere i suoi cittadini, provare a capire cosa fosse successo, invece di procedere con questi atti e mettere addirittura un avvocato contro di noi – prosegue – Invece, un giorno prima dell’apertura della stagione estiva, ci arriva la revoca della concessione, senza neanche andare a controllare gli eventuali ricorsi in atto, che andrebbero a sospendere questo provvedimento”. Voi avete fatto ricorso? “Abbiamo interi fascicoli di ricorsi! Ma nessuno del Comune li ha mai voluti vedere o ne ha tenuto conto. Senza contare che a noi la determina di decadenza, che il sindaco dice essere del 10 marzo, a noi è stata notificata il 31 marzo. E, cosa più importante, il Covid ha sospeso ogni atto di decadenza almeno fino al 3 maggio. Quindi i termini scadrebbero almeno il 3 luglio e non il 10 maggio. Perciò mi chiedo: perché questa forzatura di farci chiudere tutti prima che inizi la stagione? Questo significa rovinarci completamente, perché anche se riusciamo a far valere i nostri diritti tra 15 o 20 giorni, nel frattempo i nostri abbonati avranno giusta-
ziosi per chiarire questo punto. La cosa scorretta è stata invece da parte dell’amministrazione, che in questo modo ci ha messo alla mercé di tutti come se fossimo dei delinquenti: ci stanno insultando, è stata un’umiliazione che non ci meritiamo, nel dramma che stiamo vivendo. Noi saremmo addirittura da risarcire. Zuccalà avrebbe dovuto comportarsi come il buon padre di famiglia e difendere i suoi concittadini, ascoltando le nostre ragioni: se siamo morosi me lo deve dire l’Agenzia del Demanio, non lui. I beni pertinenziali, con questi canoni assurdi, fanno tutti la stessa fine: diventano ruderi abbandonati. La voce va alzata con i forti, non con noi. Vogliamo quindi rispondere ai cittadini che ci hanno accusato: noi non rubiamo, stiamo solo cercando di far applicare le giuste leggi. Per questo chiediamo il confronto: lì sapremo dimostrare quanti errori sono stati fatti a Pomezia, a partire dall’errata valutazione dei valori OMI, che sono maggiori di quelli applicati in un posto a valenza turistica alta come San Felice Circeo”. «L'Amministrazione ci ha messo alla mercé di tutti come se fossimo dei delinquenti: ci stanno insultando, è stata un’umiliazione che non ci meritiamo. Il Sindaco avrebbe dovuto tutelarci»
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Il Corriere della Città giugno 2020
Chiude la "Perla Nera", decaduta la concessione Il Tar del Lazio dà ragione al Comune di Pomezia: adesso la spiaggia sarà interdetta entre alcuni titolari di stabilimenti sperano ancora che il Tar possa emettere in tempi brevi la sospensiva in merito all’ordinanza del sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà che dispone la decadenza della concessione demaniale, è già arrivata una prima sentenza da parte del Tribunale Amministrativo del Lazio che, contrariamente a quanto credevano i balneari coinvolti nella querelle, ha dato ragione al Comune. Si tratta, nello specifico, dello stabilimento-ristorante “La perla nera”, situato in viale Spagna a Torvaianica. Giovedì sera il Tar si è espresso, ma l’esito si è saputo solo il giorno dopo. I giudici hanno confermato il provvedimento fatto dal Comune di Pomezia, che il 29 maggio aveva firmato l’atto finale di una diatriba che dura ormai da più di un decennio. L’amministrazione anche nel caso de “La perla nera” contesta il mancato pagamento dei canoni demaniali, dal 2007 al 2019, per un totale di circa 400 mila euro. La società dal canto suo contesta l’aumento sproporzionato dei canoni e, dopo aver pagato solo una parte, aveva presentato ricorso. Sono infatti stati pagati i canoni dal 2007 al 2015, mentre per i 4 anni successivi non è stato versato nulla, reputando troppo alti gli aumenti, specie riguardo i pertinenziali. Ma la situazione viene complicata dal fatto che sulla spiaggia è stato costruito abusivamente un bar, mentre sul lato interno è stata occupata un’area di proprietà del demanio per utilizzarla come parcheggio riservato ai clienti
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del ristorante e dello stabilimento, quindi sia Adesso lo stabilimento, così come la parte adibita a ristorante, non potrà essere di giorno che di sera. Anche per queste conutilizzato. La spiaggia dovrà essere testazioni i titolari avevano provato a metinterdetta – come prevede l’ordinanza – tersi in regola, presentando una domanda di sanatoria, ma il Comune aveva negato il con- delimitandola con un nastro e segnalando l’interdizione con un avviso pubblico dono, ordinando anzi l’abbattimento di 13 cabine e di altri locali costruiti abusivamente. Nel corso degli anni i ricorsi presentati dalla proprietà sono stati bocciati, compreso que- PROBLEMA CRONICO - Malgrado le continue sesto riguardante gli abusi edilizi, gnalazioni il problema dei rifiuti in questa zona di Poche hanno influito molto sulla de- mezia sembra essere davvero senza soluzione. Queste cisione presa adesso dal Tar nella le ultime immagini inviate alla nostra redazione. sentenza definitiva, che conferma la decadenza della concessione. Adesso lo stabilimento, così come la parte adibita a ristorante, non potrà essere utilizzato. La spiaggia dovrà essere interdetta – come prevede l’ordinanza – delimitandola con un nastro e segnalando l’interdizione con un avviso pubblico. Al di là delle “colpe” resta il dispiacere di vedere una spiaggia ampia e ben curata che – se non si trova una soluzione – resterà inutilizzata (se non da qualche vandalo) per tutta l'estate, mentre proprio quest’anno gli spazi nell’arenile sono oggettivamente pochi a causa del distanziamento sociale.
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POLITICA
Il Corriere della Città giugno 2020
Sì al ritorno in spiaggia, parte la stagione Dal 29 maggio ok ad accesso agli arenili liberi e agli stabilimenti: ecco le indicazioni da seguire ra una delle date più attese da cittadini e operatori e finalmente è arrivata. Da pochi giorni è infatti possibile accedere liberamente alle spiagge e non soltanto per praticare attività sportiva ma anche per concedersi un po' di relax o fare un tuffo in acqua. Ma, evidentemente, non sarà un'estate come tutte le altre: bisognerà convivere con il virus e allora ecco come sono state ripensate spiagge libere, attrezzate e stabilimenti. L'estate al tempo del Covid-19 Dal 29 maggio anche nel Lazio è partita la stagione estiva sulla base delle linee guida diramate dall'ordinanza del Presidente Nicola Zingaretti. Per le prescrizioni Comunali invece, quelle che, alla resa dei conti, hanno il compito di predisporre l'organizzazione al livello locale, si è dovuto attendere praticamente l'ultimo minuto considerando che i documenti dei Sindaci Zuccalà e Savarese sono arrivati soltanto nel pomeriggio del 28 maggio. Un ritardo di non poco conto come sottolineato dai balneari che si sono ritrovati praticamente a dover approntare i propri stabilimenti sulla base delle sole linee guida regionali correndo, di fatto, un rischio in caso di modifiche dell'ultimo minuto. Così fortunatamente non è stato ma i disagi causati da questi ritardi burocratici restano. Angelo Cavola: «Paradossale aspettare il giorno prima per le ordinanze» Di questo avviso è il Vicepresidente del SIB del Lazio, nonché Presidente per la Provincia di Roma e per il Comune di Ardea, Angelo Cavola. «Ci siamo ritrovati costretti a lavorare in assenza di indicazioni certe», esordisce ai nostri microfoni. «L'ordinanza regionale è datata 19 maggio ma per quella dei Comuni abbiamo dovuto aspettare il giorno prima, anzi, poche ore prima dell'inizio della stagione estiva e della riapertura delle spiagge». Qualche giorno prima il 26, si era tenuto un tavolo di confronto fra l'Amministrazione rutula e gli operatori del settore per fare il punto della situazione. Nello Nella foto: (sotto) stesso giorno andava in Angelo Cavola del scena anche una videoconferenza tra tutti i SIB
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Torvaianica: prove tecniche di distanziamento sociale in spiaggia
Nella foto: sanificazione della sabbia allo stabilimento "Roma" ad Ardea
Sindaci del litorale romano e le forze dell'ordine per approntare misure, verosimilmente, uguali per tutti non creando così confusione magari tra Comuni limitrofi. «I ritardi sono evidenti a tutti – prosegue Cavola – non si può pensare di organizzare uno stabilimento in 24 ore: la preparazione richiede molto tempo e noi non potevamo permetterci di perdere anche il primo vero weekend della stagione (con il ponte del 2 giugno, ndr). Pertanto ci siamo rifatti intanto alle linee guida regionali che prevedono ad esempio uno spazio tra un ombrellone e l'altro di almeno 10 metri quadri, tenendoci ulteriormente più larghi». Impensabile infatti - considerando l'enorme mole di lavoro necessaria a preparare uno stabilimento già in tempi “normali” figuriamoci in tempi di pandemia - aspettare le direttive comunali per iniziare al lavorare: avrebbe significato perdere altri giorni preziosi dopo i mesi già persi a causa del lockdown. «In effetti l'Ordinanza del Comune di Ardea ha sposato questo principio – prosegue Cavola – 10 metri quadri per ogni ombrellone e un passaggio di andata e ritorno verso il mare di un metro e mezza di larghezza. Ecco, noi abbiamo fatto esattamente così». Angelo Cavola gestisce infatti anche lo stabilimento “Roma” ad Ardea: «La sicurezza è l'aspetto fondamentale. Prima del posizionamento delle varie attrezzature abbiamo provveduto a sanificare l'intero arenile, mentre quotidianamente provvederemo ad una profonda igienizzazione di ombrelloni, lettini
e così via come previsto dalla normativa». Da vincere infatti ci sono anche i timori e le preoccupazioni delle persone legate al virus. «Si percepisce preoccupazione tra la gente – commenta infatti il portavoce del SIB – lo stiamo toccando con mano con il nostro bar e con il ristorante che hanno riaperto già da qualche giorno. Chi si reca da noi spesso lo fa per informarsi e per capire come sarà organizzata l'attività dello stabilimento. La speranza è che questo trend possa invertirsi nei prossimi mesi». Che estate sarà allora? «Dovrà essere una stagione all'insegna del buon senso da parte di tutti, dai bagnanti, da chi effettuerà i controlli, fino ad arrivare a noi operatori». Come è stato ripensato lo stabilimento al di là delle misure di distanziamento? «L'informazione ai bagnanti è uno degli aspetti principali: pannelli informativi, tabelle, misure di comportamento, tutto è spiegato nei minimi dettagli. L'obbligo della mascherina vi è solo per gli spostamenti, ad esempio se si deve raggiungere il bagno, il bar piuttosto che il ristorante. All'ingresso, per i clienti, verranno prese le generalità (che verranno inserite in un elenco dellepresenze per un periodo di 30 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy, ndr) e chi vorrà potrà misurarsi la temperatura corporea (per i dipendenti, come stabilito dalla Regione, è invece obbligatorio farlo ogni giorno prima dell'apertura, ndr). Appare evidente che, in virtù di queste disposizioni, la prenotazione da parte del cliente diventa un passaggio fondamentale per noi operatori per permetterci di predisporre al meglio tutti gli spazi dello stabilimento». Semaforo verde per la stagione Il 29 maggio la stagione balneare ha così preso il via: gli stabilimenti hanno riaperto i battenti e finalmente c’è il libero accesso a tutto l’arenile, con il “permesso” di prendere il sole e fare il bagno anche se non si è atleti impegnati a fare nuoto inteso come sport. Facciamo il punto della situazione anche per Torvaianica con due “storici” titolari, Marco Schiano dello stabilimento Schiano Beach e Roberto Tammone del Ragno d’oro. (continua)
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giugno 2020 (segue) Stabilimento "Il Ragno d'oro" Delle difficoltà incontrate per aprire gli stabilimenti balneari ne parla Roberto Tammone, titolare del “Ragno d’oro”. «La cosa peggiore è stata sicuramente non avere, fino a poche prima dell’apertura della stagione balneare, delle linee guida ufficiali da parte del Comune di Pomezia che ci indicassero come agire. Non sapevamo quale fosse l’esatta distanza da porre tra un ombrellone e l’altro, mancavano le indicazioni su tutto». Il problema causato dalla mancanza di informazioni ha provocato un ritardo notevole nell’organizzazione dei lavori, ma non solo. «Ancora non sappiamo (al 28 maggio, data dell’intervista, ndr) che prezzi applicare, perché non abbiamo idea di quanto dovremo ridurre la capacità dello stabilimento. Tendenzialmente vorrei evitare di aumentare i prezzi di abbonamenti e ingressi giornalieri, perché il Coronavirus ha già messo in ginocchio molta gente, che per due mesi – come noi, d’altronde – non ha potuto lavorare. Inoltre, abbiamo notato aumenti indiscriminati di moltissime cose, quindi vorremmo evitare rincari ingiustificati: da parte nostra cercheremo di mantenere quanto più possibile i prezzi dello scorso anno o, se proprio obbligati dalle spese e dalla ridotta capacità di accoglienza, di fare solo piccoli aumenti, per consentire a tutti di godere dei nostri servizi. In ogni caso seguiremo alla lettera tutto ciò che ci verrà detto di fare. Finora abbiamo provveduto alla pulizia e alla manutenzione ordinaria, ma ci costringeranno a fare in pochi giorni quello che avremmo potuto svolgere in tempi adeguati», spiega Roberto Tammone. «Ci sono comunque state delle cose che io considero assurde: gli scienziati hanno dichiarato che il virus è più debole con il caldo e che il contagio è più difficile all’aria aperta rispetto ai luoghi chiusi. Come mai allora hanno consentito le riaperture dei negozi il 18 maggio e non quelle degli stabilimenti, che sono all’aperto? Le belle giornate Schiano: «Gli orari indicati dall'Ente sono solo quelli in cui la balneazione è garantita dal personale del Comune, ma questo non significa che non si possa andare in spiaggia in orari diversi»
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Nelle foto: (a lato) il "Ragno D'Oro"; (in basso) "Schiano Beach" invogliano le persone a uscire e noi siamo costretti a fare ‘la guardia’ alle spiagge libere, dove comunque la gente va per prendere il sole nonostante i divieti. Quindi non possiamo lavorare per noi, ma dobbiamo farlo – gratis – per lo Stato, perché siamo responsabili di quello che accade nelle spiagge libere limitrofe agli stabilimenti». Riguardo gli spazi ridotti a causa della nuova normativa, potrebbe esserci la possibilità di “allargarsi” proprio utilizzando parte della spiaggia libera. «Ma ancora anche per questo dobbiamo attendere le indicazioni del Comune, che finora è stato completamente assente in comunicazione». Altro argomento ‘pesante’ è quello legato alle concessioni demaniali. «Siamo tutti in attesa di notizie certe, che però non arrivano. Senza il rinnovo della concessione nessuno, me compreso, può fare grossi investimenti sullo stabilimento, ci si limita ai lavori indispensabili. Questo ovviamente va a discapito del cliente e dello stesso stabilimento. Ma come si potrebbe pensare di investire grosse cifre, non avendo la certezza di poter continuare a gestire la struttura per i prossimi anni?». A questo proposito, il 27 maggio è stata approvata dal Consiglio Regionale la mozione a sostegno degli imprenditori balneari. Nell’atto, votato all’unanimità da tutti i gruppi politici, viene chiesto di prorogare fino al 2033 le concessioni agli stabilimenti, in ottemperanza alla legge n. 145/ dicembre 2018, oltre alla definizione agevolata dei contenziosi tributari pendenti, nonché la sospensione del pagamento dei canoni concessori demaniali. Adesso si attende la delibera che renda esecutiva questa decisione.
Schiano Beach «Vorrei partire dalla precisazione che l’ordinanza è la stessa dello scorso anno, di diverso ci sono solo le misure precauzionali Covid19”» esordisce Marco Schiano. La puntualizzazione arriva dall’equivoco in cui molti sono caduti quando hanno letto il documento diramato dal Comune, in cui vengono elencati gli orari di balneazione, che fino al 15 giugno vanno dalle 12 alle 17 nei giorni feriali, per poi allungarsi fino alle 19 nel periodo successivo, mentre nel weekend l’orario è più lungo. Quello è solo l’orario in cui la balneazione garantita dal personale del Comune, ma questo non significa che non si possa andare in spiaggia in orari diversi, come ad esempio la mattina presto, specie se si hanno bambini piccoli». Per quanto riguarda l’organizzazione degli stabilimenti dopo l’ordinanza, che stabilisce le esatte distanze da mantenere tra gli ombrelloni e tra i lettini, “gli stabilimenti hanno perso circa il 25% della capacità ricettiva – spiega Schiano – per quanto riguarda gli ombrelloni, mentre la diminuzione arriva al 50% se andiamo a guardare i lettini posizionati in riva al mare, perché la normativa impone che debbano stare a 1,50 metri di distanza uno dall’altro, regola che ovviamente non vale se si è dello stesso nucleo familiare. Ma sono tantissime le persone che d’estate vengono da sole in spiaggia e prendono un lettino, quindi la perdita maggiore è lì, con ovvia ripercussione sui servizi connessi come il bar o il ristorante». La diminuzione dei clienti corrisponde a un minor numero di personale impiegato? «Assolutamente no, anzi, quest’anno siamo costretti a prendere qualche persona in più rispetto al passato». Perché? «Faccio un esempio pratico: se l’anno scorso noi avevamo una sola persona che si occupava della pulizia dei bagni, perché attraverso il sistema di rilevazione delle presenze avevamo calcolato che era possibile gestire il servizio nelle 8 ore, adesso questo non è più possibile, perché deve esserci sempre qualcuno che presidi le toilette. Significa quindi che dovrò assumere una persona in più». (continua) Tammone (Ragno D'Oro): «Inconcepibile avere le linee guida dal Comune il giorno prima dell'inizio della stagione»
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(segue) «Per quanto riguarda l’accoglienza da parte degli steward, così come previsto dalla normativa, noi lo facevamo già lo scorso anno con i nostri spiaggini, che accoglievano i clienti e li scortavano fino al loro ombrellone o lettino. Adesso lo faranno seguendo le indicazioni anti-Covid e spiegando ai clienti come ci si deve comportare. Inoltre serve il personale per compiere tutte le sanificazioni quotidiane per quanto riguarda i lettini presi da chi viene giornalmente, mentre per l’attrezzatura di chi è in abbonamento – e che usa quindi solo lui la stessa attrezzatura – la sanificazione verrà fatta ogni due o tre giorni, anche se la normativa consente tempi più lunghi». Come è stata organizzata la spiaggia per evitare contatti e contagi? «Abbiamo inserito dei corridoi orizzontali che si intersecano con quelli verticali già presenti che portano al mare. In questo modo le persone non passeranno più in mezzo agli ombrelloni per raggiungere la riva ed eviteranno le occasioni di contatto: questo consentirà di non mettere la mascherina per proteggersi mentre si è in spiaggia. Inoltre abbiamo separato l’entrata dall’uscita, per diminuire ulteriormente le possibilità di incontri ravvicinati tra le persone. Abbiamo quindi garantito il distanziamento sociale in ogni occasione». Cosa ci dice per quanto riguarda i bambini? «Proprio ieri abbiamo appreso che sarà possibile utilizzare l’area giochi, come scritto nell’ordinanza balneari. Per il mio stabilimento ci saranno i genitori che acInformazione e senso di responsabilità dei bagnanti che dovranno rispettare le misure previste dalle linee guida del Comune. Prevista la figura dello "steward" di spiaggia
Come sarà l'estate a Pomezia e Ardea
compagneranno il bambino al parco giochi, dove ci saranno le nostre 3 animatrici. Lì potranno utilizzare i giochi, che verranno sanificati ogni volta a fine uso di ogni singolo bimbo, prima che vengano utilizzati da un altro bambino. Per quanto riguarda invece gli sport dovremo aspettare ancora le indicazioni degli organi competenti in materia, perché si tratta di sport in cui c’è il contatto. Al momento, quindi, sport come il beach volley o il beach soccer sono sospesi». A Ostia si parla di un’estate da ricchi, con aumenti da capogiro. Cosa succede a Torvaianica? «Più che fare aumenti – ovviamente parlo per il mio stabilimento – quest’anno sarò costretto ad applicare il listino dello scorso anno senza poter fare sconti, né per quanto riguarda gli ingressi giornalieri, né per gli abbonamenti. Se prima riuscivo a limare molto i prezzi, specie per i clienti storici – come la signora Marcella che viene qui dal 1960 – adesso purtroppo non potrò farlo, perché ho maggiori spese e minore afflusso. Ma non posso pensare di far pesare il passivo sui clienti finali, perché non ci sarebbe giustizia sociale in questo, perciò ho preferito non fare aumenti, ma semplicemente applicare il vecchio listino». L'ordinanza del Comune di Pomezia Vediamo ora cosa è stato previsto delle Amministrazioni Zuccalà e Savarese per le spiagge. Per Pomezia l’ordinanza balneare 2020 ha fissato le indicazioni per la stagione fino al 31 ottobre. Diverse le misure anti Covid da seguire per gli stabilimenti balneari e le spiagge attrezzate, secondo le disposizioni nazionali e le linee guida regionali: informazioni in più lingue sulle misure di prevenzione, steward di spiaggia, prodotti igienizzanti, prenotazioni, misurazione della temperatura consigliata, organizzazione dell’accesso e dell’uscita nel rispetto del distanziamento sociale, obbligatoria una superficie di almeno 10 mq per ogni ombrellone e una distanza di 1,5 m tra lettini e sdraio, pulizia e disinfezione delle aree comuni, sanificazione delle attrezzature, servizio delivery in spiaggia, vietata l’attività ludico-sportiva di gruppo. Per quanto riguarda le spiagge libere, il Comune di
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Pomezia si avvarrà, a partire dal 29 maggio, del supporto e della sorveglianza di personale dedicato, gestito dalla società partecipata “Servizi in Comune”. Gli addetti informeranno cittadini e turisti sulle misure da rispettare, e installeranno sulle spiagge paletti in corrispondenza del corretto posizionamento degli ombrelloni. Le disposizioni prevedono: divieto di assembramento e obbligo del distanziamento interpersonale di almeno 1,00 mt. tra individui; divieto di stazionamento e assembramento lungo gli accessi alla spiaggia e la battigia, oltre il tempo strettamente necessario allo spostamento; obbligatorio che le attrezzature di spiaggia (lettini, sdraie, teli da mare ecc.), siano distanziate di almeno 1,5 mt. l’una dall’altra, ad eccezione di quelle utilizzate da persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; obbligatorio che gli ombrelloni siano distanziati di almeno 5 mt. l'uno dall'altro. Si lavora anche per estendere la App utilizzata dal Comune di Roma all’intero litorale sud in grado di monitorare l’affollamento delle spiagge con i colori del semaforo, in modo da scoraggiare affluenze eccessive. Inoltre, come ogni anno, da metà giugno fino a metà settembre, saranno installate in tutto il litorale di Torvaianica 8 postazioni di salvataggio con torretta, passerella e sedia job per disabili. Ardea: le regole per il mare La stagione sul litorale rutulo durerà dal 29 maggio al 30 ottobre. Questi i parametri da rispettare: vietati gli assembramenti, sdraio/teli dovranno collocarsi ad una distanza non inferiore di 1,5 mt mentre gli ombrelloni ad una distanza di almeno 4 mt. Negli stabilimenti, come visto, si dovrà assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone. L'informazione ai bagnati diventa poi l'aspetto fondamentale: si promuove, a tal proposito, l’accompagnamento all’ombrellone da parte di personale dello stabilimento adeguatamente preparato (steward di spiaggia) che illustri ai clienti le misure di prevenzione da rispettare.
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Lavorare al tempo del Coronavirus Con la ripresa delle attività i commercianti hanno dovuto adeguare i loro locali per riaprire ar, ristoranti, parrucchieri, estetisti e così via hanno così dovuto ripensare i propri locali per garantire ai propri clienti la massima sicurezza e prevenire la diffusione del Covid-19. Queste sono le loro storie. Bar "Al Pinguino" (Pomezia) Incontriamo Chiara una dei titolari del Bar Al Pinguino situato sulla Via del Mare a Pomezia. «La prima cosa che mi sento di dire è che noi commercianti ci dobbiamo confrontare con tutta una serie di norme non sempre di facile interpretazione», ci dice. «Direttive nazionali e poi, a cascata, ordinanze Regionali e Comunali che non sempre coincidono. Districarsi tra tutta questa burocrazia non è certo impresa facile. Noi, a scanso di equivoci, stiamo adottando i massimi standard per garantire la sicurezza nostra e dei nostri clienti». Come è stata la riapertura? Chiediamo. «Il cambiamento rispetto a prima dell'emergenza è evidente. La crisi economica c'è. Il caso nostro credo sia emblematico: essendo Bar Tavola Calda lavoravamo maggiormente in determinate fasce orarie soprattutto con i dipendenti delle aziende; bene: oggi molte di quelle stesse aziende o non hanno proprio riaperto oppure hanno adottato orari ridotti per i dipendenti, se non proprio lo smart working». Come è stato ripensato il locale per garantire il distanziamento ad esempio? «All'interno è stata apposta la segnaletica mediante del nastro che facilita la predispoNella foto: (sotto) sizione dei clienti in atil Bar Re Golden tesa o che devono effettuare la consumain P.zza S. zione al banco. AbBenedetto da biamo comunque Norcia, entrata e deciso di concentrare i uscita separate, aree delimitate per nostri sforzi alla parte esterna del locale, e consumare
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Chi può sfrutta lo spazio esterno. Dentro ci si aiuta con il nastro per le distanze questo anche grazie al Comune che ce lo ha permesso, in modo da garantire spazi idonei e sicuri per i clienti. In questo modo, stando all'aria aperta, è anche più facile gestire il distanziamento obbligatorio tra i vari tavoli e tra gli stessi clienti». Quali sono le difficoltà maggiori che state affrontando? «Sicuramente i costi. La sanificazione e i protocolli di sicurezza da rispettare incidono tantissimo. Non possiamo non sottolineare l'aumento improvviso dei prezzi che c'è stato su determinati prodotti anche all'ingrosso. Articoli ad esempio per la pulizia, gel sanificanti, prodotti per l'igienizzazione dei bagni e così via, che prima dell'emergenza avevano un costo oggi gli stessi articoli li paghiamo molto di più». «Voglio aggiungere però – prosegue Chiara – che nonostante le difficoltà economiche e i costi maggiori che dobbiamo sostenere, abbiamo deciso di non aumentare i nostri prezzi». Ristorante "A tutto pesce" (Pomezia) Parliamo con Ennio che gestisce l'attività in franchising del marchio “A tutto pesce” a Pomezia. Il ristorante è stato predisposto per far rispettare le distanze tra i tavoli o alla cassa. Informazioni ai clienti e prodotti igienizzanti sono dislocati in punti strategici. Per ora però si lavora ancora con le consegne. «Il take away era già presente nella nostra formula ma con l'emergenza abbiamo pensato di introdurre anche la consegna a domicilio, un servizio che prima, a causa dell'elevata affluenza al ristorante non eravamo in grado
di gestire», ci dice. Nella foto: (sopra) il Bar Pinguino «L'emergenza ha cambiato però le carte in ta- sulla Via del Mare a Pomezia vola: così il servizio delivery è diventato fisso e lo abbiamo reso gratuito per le consegne nel Comune di Pomezia». Anche adesso, nonostante la riapertura, il delivery è il servizio più richiesto. «Le persone hanno timore a recarsi al ristorante per questo preferiscono la consegna a casa. Abbiamo esteso questo servizio ad esempio anche agli uffici - sebbene ancora molti non abbiano ripreso appieno le proprie attività - ed è stata una cosa molto apprezzata dalle aziende. Per via del successo riscontrato abbiamo deciso che manterremo il domicilio anche dopo la fine dell'emergenza». Come è cambiato il lavoro? «Sicuramente molte cose sono nuove. Distanze, prodotti da usare per la sanificazione, protocolli di sicurezza bisogna costantemente informarsi perché talvolta le indicazioni arrivano all'ultimo minuto. E' stata una corsa contro il tempo. Ci sono alcune difficoltà, come quelle di lavorare con la mascherina, mentre per altri aspetti magari già li seguivamo prima». Un messaggio ai cittadini? «Noi siamo ripartiti con tanto entusiasmo. Chiediamo alle persone, se possibile, di privilegiare nei prossimi mesi il made in italy a tutti i livelli per dare una mano al territorio e a chi ha dovuto subire gli effetti di una chiusura così lunga». (continua)
"A tutto pesce": (a sx) mascherina e visiera per il personale alla cassa; (a dx) prodotti igienizzanti
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giugno 2020 (segue) Le palestre: intervista a Fabrizio Soldati proprietario di Roman Sport City, Fitexpress e Laurentum Center Andare in palestra adesso è un po’ meno semplice: bisogna rispettare delle regole molto rigide che consentono però – di contro – di allenarsi in tutta sicurezza. In sala, sia cardiofitness che per quanto riguarda i corsi, si entra solo se dotati di guanti in lattice monouso. L’uso della mascherina durante l’allenamento è facoltativo, mentre è obbligatorio quando si è negli spazi comuni. Gli istruttori, così come tutto il resto del personale, indossano sempre i dispositivi di protezione. Non è possibile fare la doccia al termine dell’allenamento: il DPCM lo vieta. La “fatica” arriva non solo a causa di pesi e corse sul tapis roulant, ma per il caldo che si può sentire. La normativa vieta infatti l’utilizzo dell’aria condizionata nel modo classico, ovvero con il ricircolo interno che consente il raffreddamento (o il riscaldamento). Questo potrebbe essere un problema soprattutto per chi soffre di pressione bassa e capogiri. Ma l’adeguamento delle palestre, così come la loro riapertura, è stato davvero sofferto: fino al 17 maggio non si aveva certezza di quando avrebbero potuto riprendere le loro attività, né con quali criteri. Per avere ben chiaro cosa è stato fatto, abbiamo parlato con Fabrizio Soldati, titolare dei centri sportivi Roman Sport City, Fitexpress e Laurentum Center. «La premessa da fare è che noi, fino a una settimana prima della riapertura, non avevamo nessuna indicazione precisa sul da farsi – precisa Soldati – visto che le linee guida erano molto generiche ed erano perlopiù proposte che venivano di volta in volta inviate agli organi competenti. Per anticipare i tempi e non trovarmi in difficoltà, ho deciso di partire comunque subito con i lavori di adeguamento, iniziando dagli impianti dell’aria condizionata, che sono stati messi a norma per il trattamento del microclima con immissione ed estrazione dell’aria. In questo modo ci sarà il ricircolo – e quindi il ricambio – dell’aria. Ovviamente è stata stravolta la climatizzazione e non potrà esserci la condizione termica che si avvertiva in precedenza, proprio a causa dei ricambi d’aria». Le vere disposizioni da seguire sono arrivate una settimana prima, il 18 maggio. «Abbiamo avuto una sola settimana per mettere tutto in regola: è stata una vera lotta contro il tempo, oltretutto ad armi impari, visto che bisognava lavorare seguendo le regole di distanziamento. Ma con soddisfazione devo dire che ce l’abbiamo fatta in tutti i centri che Corsa contro il tempo: le palestre hanno riaperto il 25 maggio ma fino al 18 non c'erano le linee guida. Attrezzi distanziati, niente sport di contatto (per ora) e termoscanner all'entrata, come cambia l'allenamento al tempo del Covid-19
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Nella foto: dirigo: la mattina del 25 maggio abbiamo ria- (sopra) sala per gli allenamenti; perto e dato la possibilità ai nostri iscritti di (a lato) i pannelli dividono i tapis allenarsi in sicurezza». roulant Le difficoltà: «Anche quando siamo stati chiusi, i costi sono stati al 65%. Poi tutto ciò che ha comportato l’adeguamento ha inciso in maniera davvero pesante sul bilancio» Come sono cambiate le palestre? «Per poter rispettare la regola della distanza dei 2 metri durante l’attività fisica, abbiamo spostato o inibito l’utilizzo di alcune attrezzature, mentre altre, come i tapis roulant, sono state dotate di plexiglas che tutelano l’atleta. Per quanto riguarda la sala corsi, sono stati posizioni dei segnaposti adesivi a terra alla distanza di 2,10 metri uno dall’altro e i partecipanti dovranno fare l’intera sessione sul posto e non girando per la sala. Abbiamo trovato la soluzione per ogni singola disciplina tranne che per quelle da contatto, che infatti sono al momento sono ancora sospese». Sono inoltre stati messi dei termoscanner automatici all’entrata, ma il personale al desk è dotato di termoscanner manuali per una seconda misurazione della temperatura corporea. «È stata fatta questa scelta, anche se non era assolutamente obbligatoria, perché soprattutto d’estate si potrebbe arrivare in palestra accaldati a causa del sole e il termoscanner posto all’entrata potrebbe segnare una temperatura falsata. In questo caso, l’addetta al desk rileverà nuovamente il dato qualche minuto dopo». Quel è stato il problema maggiore che avete affrontato? «Sicuramente i costi. Anche quando siamo stati chiusi, i costi sono stati al 65%. Poi tutto ciò che ha comportato l’adeguamento ha inciso in maniera davvero pesante sul bilancio. Questo ovviamente non riguarda solo me, ma tutto il settore: quello che si prospetta è un collasso a breve, un crollo economico tra dicembre e gennaio. La crisi è per tutti, ma gli aiuti dello Stato per gli imprenditori non sono adeguati: i “crediti facili” in realtà sono un boomerang che porteranno al fallimento molte attività, perché sono solo ulteriori debiti». (continua)
Gli alberghi
L'HOTEL ANTONELLA RIPARTE SHG è da sempre attenta al cliente: «La Vostra fiducia è alla base dei nostri servizi», fa sapere la Direzione. «Ecco perchè abbiamo implementato una Safe Welcome Policy con linee guida severissime volte a rendere i nostri Hotel un luogo sicuro per il vostro soggiorno. Un percorso costituito da sanificazioni, igienizzazioni ma anche formazione del personale, sensibilizzazione e facilities per gli ospiti dell'hotel. Abbiamo implementato un nuovo strumento online che vi consentirà di registrare prima del Vostro arrivo, in totale sicurezza i Vostri dati. Tutte le camere, i filtri dell'aria, le condotte di areazione e tutte le aree comuni dei nostri hotel sono sanificate costantemente. In tutto l'hotel nei punti di ingresso delle aree comuni, ad ogni piano e nelle toilette, sono stati installati distributori di gel sanificante per le mani. Abbiamo identificato delle aree sicure dedicate allo smart working sia per i clienti dell'hotel che per gli ospiti esterni che potranno affittare il loro spazio di lavoro in totale sicurezza. La temperatura verrà monitorata a tutti ad ogni ingresso in struttura: clienti, visitatori, membri dello staff, fornitori esterni. Al front office, è disponibile un kit di igienizzazione e sanificazione personale su richiesta. Ripartiamo insieme in modo sicuro!».
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Il Corriere della Città
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(segue) Parrucchieri, barbieri, centri estetici Com'è andare dall’estetista o dal parrucchiere al tempo del Coronavirus? Praticamente come andare a fare un intervento chirurgico. Ovviamente da un chirurgo quotato, visto che per avere un appuntamento bisogna solitamente attendere e adeguarsi, prendendo al volo la disponibilità che il centro estetico o la parrucchiera offre. Dopo due mesi di look al naturale, o – nel peggiore dei casi “selvaggio”, ognuno di noi sente il bisogno di prendersi cura di sé, di ritrovare l’autostima, di piacersi di più, quindi la riapertura dei professionisti della bellezza ha generato l’assalto da parte dei clienti, specie di sesso femminile. Per consentire l’accesso al maggior numero di persone possibili ai vari servizi, c’è chi ha allungato gli orari di lavoro o tolto un giorno di riposo, e chi invece ha “semplificato” i servizi (solo manicure a “tinta unita”, senza disegni, per il primo appuntamento dopo la riapertura), dando meno tempo ad ogni cliente per poter soddisfare più clienti. Alice Terzini di “Estetica Alice” (Ardea) Ma come si lavora e quali sono le sicurezze per i clienti nei centri estetici e dai parrucchieri? Ne abbiamo parlato con l’estetista. «Per poter riaprire abbiamo fatto tutti i lavori necessari per adeguarci alla normativa – ha spiegato Alice Terzini parlando del suo centro estetico - È stato messo il plexiglas sia alla reception che alle postazioni delle ragazze che si occupano della manicure. Per poter “fare le unghie”, ma anche per tutti gli altri servizi, le nostre clienti devono rispettare alcune regole: attendono il loro turno fuori, su poltrone distanziate 1 metro tra loro». I clienti hanno a disposizione all’ingresso igienizzante mani da utilizzare prima di entrare e all’interno trovano tutte le ragazze “agghindate” con mascherine e guanti e, in più, chi lavora in cabina e fa pedicure indossa anche la visiera in plastica. Ai clienti, prima dell’ingresso, viene chiesto di non utilizzare gli oggetti personali all’interno della struttura (quindi niente utilizzo dei cellulari) e viene misurata la temperatura corporea con il termoscanner. «All’interno del negozio viene rispettata la distanza di sicurezza di almeno un metro sia per le clienti che per i dipendenti:
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6 La riapertura dei professionisti ha generato l’assalto da parte dei clienti, specie di sesso femminile. Per farvi fronte c’è chi ha allungato gli orari di lavoro o tolto un giorno di riposo per poterlo fare abbiamo rinunciato ad alcune postazioni e questo significa che le ragazze non lavorano più l’intera giornata, ma a turno (mattina o pomeriggio)». Questo non è l’unico cambiamento visibile. «Dal momento che non è possibile utilizzare l’aria condizionata, stiamo lavorando con le porte dell’ingresso aperte, munite di catenelle per non permettere di accedere. Dopo ogni trattamento vengono igienizzate tutte le superfici e i luoghi. Dove possibile vengono utilizzati per i trattamenti attrezzature usa e getta, per la massima igiene e sicurezza». Graziella Squillace di “Coiffeur Graziella” «Come tutti i professionisti del settore ci siamo adeguati alle normative. Le nostre clienti, che possono venire solo su appuntamento, attendono fuori il loro turno – spiega Graziella Squillace - All’entrata viene misurata la temperatura con il termoscanner, le facciamo disinfettare le mani con il gel, poi viene consegnato un chimono monouso che la cliente deve indossare, mentre i suoi oggetti personali vengono messi in una busta pulita, che resta sempre al suo fianco». All’interno del negozio i cambiamenti sono pochi: c’è il plexiglass alla cassa, vengono utilizzati asciugamani in carta assorbente invece che in spugna, mentre le postazioni erano già distanziate più di un metro una dall’altra. «Nonostante questo – dichiara Graziella - ho preferito diminuire il numero di appuntamenti in contemporanea per evitare problemi e per potermi dedicare, insieme allo staff, in maniera più tranquilla alle clienti, se-
guendo i protocolli imposti dal decreto. Devo dire che le clienti sono state tutte corrette a seguire i sistemi di sicurezza. All’inizio è stato difficoltoso per tutti, ma noi andiamo fino in fondo per ottenere la nostra normalità. Certo, l’impatto iniziale è stato forte, in quanto siamo stati proiettati in una realtà diversa di quella che abbiamo lasciato. Poi, a distanza di alcuni giorni, trai anche il positivo da questa situazione, dallo svolgere un lavoro ordinato e dal seguire fino in fondo la cliente». Quali sono state le reazioni delle clienti? «Inizialmente di sgomento a causa di tutte le misure di sicurezza adottate, ma poi, riflettendo bene, hanno capito che erano giuste per salvaguardare la salute di tutti. Noi seguiamo alla lettera le indicazioni, come l’igienizzazione almeno due volte al giorno dei locali e le clienti si accorgono dell’attenzione che mettiamo alla cosa più importante, che è appunto la salute». Glam# (Pomezia) Laura, titolare del negozio di Via Pier Crescenzi, ci dice: «Allora, diciamo che abbiamo iniziato da subito a lavorare tanto anche se più lentamente visto che più di 3 clienti alla volta non possono entrare. Però non mi lamento assolutamente, anzi.Lavorare con le mascherine e visiera certo non è facile ma se serve questo per partire ben venga. Siamo felici di mettere a disposizione la nostra professionalità, con tutte le accortezze del caso. Speriamo che la situazione sia temporanea. Un in bocca a lupo a tutte le attività». (continua) Niente oggetti personali all'interno dei saloni e possibilità di misurare la temperatura col termoscanner
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Parrucchieri ed estetiste si sono riorganizzate con mascherine, visiere e con la possibilità di misurare la temperatura col termoscanner. Nelle foto (1,2,3) Glam#; (4,5) Estetica Alice; (6) Coiffeur Graziella; (7) Marco Post di Pomezia
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SPECIALE
giugno 2020 (segue) Stile Barber Shop (Pomezia) Intervistiamo Daniele che dal 18 maggio ha ripreso a pieno ritmo le attività con il suo salone.«L'attività è ripartita subito a pieno ritmo», ci dice. «Un po' ce lo aspettavamo perché dopo i mesi di 'lockdown' le persone avevano necessità di tornare da barbieri e parrucchieri. Noi, devo dire, stiamo lavorando tantissimo: praticamente in pochi giorni abbiamo avuto il lavoro di un intero mese». Cosa è cambiato. «Al livello di gestione del locale per noi Nelle foto: DPI di non è cambiato molto dato che comunque absicurezza e biamo sempre lavorato sanificazione puntuale da parte per appuntamento e questo facilita le cose, ci dei barbieri e dei teniamo soltanto un po' parrucchieri
più “larghi” con i tempi rispetto a prima dell'emergenza. Abbiamo implementato le misure di sicurezza predisponendo pannelli informativi all'entrata, mettendo una colonnina con il gel sanificante, adottando i dispositivi di sicurezza individuali mentre lavoriamo e rispettando quanto previsto dalle linee guida per la nostra attività». “Salone Baroni” (Ardea) Ci troviamo ad Ardea nella zona di Rio Verde, di fronte al benzinaio. Qui i titolari si sono attrezzati per far rispettare tutte le misure di sicurezza in materia di Covid-19 già dall'esterno della struttura. Prima di entrare, qualora i posti disponibili all'interno siano ancora occupati, bisogna attendere qualche minuto fuori dal Salone dove si entra solo con guanti e mascherina. I clienti vengono già avvisati per telefono sulle misure e sugli orari da osservare, facilitando così il lavoro dei dipendenti. Ma come è stata per loro la ripresa? «E' stata una settimana di lavoro intenso, pazzesca mi viene da dire», ci dice Alessandra Baroni, la titolare in rappresentanza di tutto lo staff. «E' stato però senz'altro bello rincontrare di nuovo i nostri clienti e prenderci cura di loro in totale sicurezza». La
" S a l o n e B a ro n i " ( A rd e a )
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fatica però non manca. «Lavorare dalle 10 alle 12 ore indossando guanti, camici e mascherine non è semplice ma l'importante per noi è vedere i nostri clienti soddisfatti. Vi aspettiamo per questo nel nostro salone».
Nelle foto: (sopra) il salone di "Stile Barber Shop" di Via Salvo D'Acquisto a Pomezia
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SPECIALE
Il Corriere della Città giungo 2020
Parchi a tema, si riparte con nuove regole L'azienda ha inviato i propri prodotti ai nosocomi impegnati nella lotta contro il Coronavirus iaprono i parchi e nel nostro territorio sono due le grandi strutture interessate: Cinecittà World e Zoomarine, due poli di attrazione per residenti e turisti provenienti da tutta Italia. Entrambi i parchi si sono dovuti adeguare alle nuove disposizioni sul Coronavirus, vediamo cosa cambierà per i visitatori. Cinecittà World: si parte il 25 giugno Si parte dagli ingressi contingentati. «I grandi parchi all’aperto sono luoghi sicuri, sanificati regolarmente, che aprono dopo avere ottenuto le opportune certificazioni dalle competenti autorità, che comprendono le componenti medico scientifiche – fanno sapere dalla direzione di Cinecittà World - Per garantire la sicurezza di tutti gli ospiti e dello staff il Parco del Cinema e della Tv di Roma, che riaprirà al pubblico il 25 giugno, contingenterà gli ingressi, garantendo l’accesso ai soli abbonati e ai possessori di biglietti acquistati dal sito www.cinecittaworld.it. Sarà, infatti, previsto un tetto massimo di persone contemporanee, quindi il parco si riserva il diritto di non erogare biglietti in cassa o di non accettare ospiti con biglietto cartaceo, a tutela dei visitatori già presenti». Cinecittà world ha cercato di trasformare l’emergenza in un’opportunità e in un miglioramento del servizio, cercando il più possibile di ridurre i contatti inutili (Parco “contactless”). Per ogni acquisto si potrà utilizzare il cellulare: sono, infatti, disponibili tutti i prodotti e i servizi online, come biglietti, cibo, parcheggio, navetta, saltacoda (accesso star), feste di compleanno, dispositivi di protezione, accessori vari. In questo modo si eviteranno anche molte interazioni con lo staff, le casse, i lettori bancomat e più in generale con le superfici comuni. «Il Distanziamento sociale sarà quasi naturale, perché il parco si estende su oltre 30 ettari. Quindi si potrà stare vicini agli amici e ai familiari ma mantenendo la distanza dagli altri ospiti. Il parco si riserva di allontanare eventuali clienti che non rispetteranno il regolamento. Cinecittà World, inoltre, sanificherà con regolarità, più volte al giorno, tutte le aree comuni, ristoranti e attrazioni. Nei punti di passaggio saranno installati distributori di igienizzante per le mani. I dipendenti indosseranno i dispositivi di protezione previsti dalla legge e all’interno del parco sarà disponibile un numero dedicato per richiedere interventi immediati di pulizia delle squadre aggiuntive messe in campo per tutta la nuova stagione». Tutte le attrazioni aperte «Tutte le attrazioni saranno aperte e disponibili, nella Horror House e in Aquila IV si
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potrà entrare in gruppo solo insieme alla propria famiglia o agli amici. Lo staff separerà gli ospiti del gruppo successivo, scaglionando gli accessi. Le attrazioni in VR - Realtà Virtuale (Assassin’s Creed, Guerra dei Mondi), Giocarena e Teatro 4 non saranno accessibili, fino a nuova comunicazione. L’area acquatica AquaWorld sarà regolarmente aperta. Gli spettacoli verranno erogati per lo più all’aperto, secondo il palinsesto indicato nel sito. Sarà possibile sedersi vicino ai membri della propria famiglia o conviventi». Zoomarine, apertura il 20 giugno Zoomarine riaprirà al pubblico dal prossimo 20 giugno. Con i suoi 40 ettari di superficie immersi nella natura, sarà possibile vivere tutta la magia e il divertimento del parco in completa sicurezza. «Ci siamo attrezzati con protocolli e regole a tutela della sicurezza di tutti gli ospiti e dello staff del Parco cosicché grandi e piccini saranno in grado di vivere una giornata indimenticabile in un Parco protetto e sicuro», spiega il Dott. Renato Lenzi, Amministratore Delegato Zoomarine
Italia SpA. Sicurezza in piscina e attrazioni accessibili. «Zoomarine – prosegue Lenzi - si estende su una superficie di circa 40 ettari e il distanziamento sociale sarà sempre garantito: la nuova organizzazione del Parco offre una grande opportunità di divertimento in sicurezza. Tutte le piscine e le attrazioni acquatiche saranno regolarmente accessibili e, come confermato dall'Istituto Superiore di Sanità, rientrano tra i luoghi più sicuri per tutta la famiglia grazie all'azione disinfettante del cloro. Tutte le dimostrazioni con gli animali si svolgeranno all'aperto negli stadi e nelle arene del Parco e saranno modulate in modo tale da garantire il massimo divertimento nel rispetto del distanziamento previsto dalle norme vigenti». L’App per gestire le giornate a Zoomarine. «Nelle prossime settimane – conclude l’Amministratore Delegato del parco - verrà lanciata la nuova App di Zoomarine che consentirà ai visitatori di ricevere news e comunicazioni in tempo reale oltre ad una fase successiva che offrirà la possibilità di acquistare prodotti e servizi comodamente dal proprio cellulare. Il servizio biglietteria, come sempre, sarà attivo online per poter confermare il proprio accesso senza file in cassa, cosa fortemente consigliata e che renderà anche l’accesso al Parco molto più veloce. In ogni caso abbiamo preparato un nuovo protocollo per coloro che non fossero riusciti ad acquistare online con nuove misure volte a garantire la massima sicurezza anche nel momento dell’acquisto». Ingressi contingentati, spazio agli acquisti da smartphone, aree sanificate e prodotti igienizzanti per i visitatori
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SPECIALE
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Affitti, si torna al passato: tutti a Torvaianica Boom di richieste da Roma e Castelli ma niente "mordi e fuggi", riecco le prenotazioni lunghe state 2020: tutti a Torvaianica, nelle case in affitto, come si faceva una volta. Al contrario di quello che è accaduto negli ultimi anni, quando la tendenza ha visto un netto calo della richiesta di affitti sul litorale di Pomezia – parliamo di perdite attorno al 25-30% annuo – tanto che i proprietari delle case erano stati costretti a rimodulare le loro offerte, abbassando i prezzi e affittando gli appartamenti anche per periodi molto brevi, in questa estate caratterizzata dalle misure di sicurezza contro il Covid-19 sono molti quelli che hanno riscoperto questo tipo di vacanza. Non appena il Decreto Ministeriale ha consentito gli spostamenti, sono state tantissime le persone che, da Roma e dai Castelli, si sono riversati a Torvaianica alla ricerca di un alloggio per la stagione estiva. Per capire la portata di questo fenomeno abbiamo parlato con Cristina Nardi dell’Immobiliare Nardi e con il responsabile dell’Immobilare Alpha P. «Que-
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due mesi di reclusione – tutti cercavano alloggi che avessero spazi esterni da vivere, specie nella peggiore delle ipotesi, ovvero quella dell’impossibilità di frequentare le spiagge». Quali sono i prezzi, rispetto all’anno scorso? “Sono rimasti più o meno gli stessi, forse con un leggero aumento, ma di certo non esage-
molti dei proprietari delle case, che prima li davano in affitto, quest’anno li stanno tenendo per sé. In tanti ci hanno detto di non affittarli perché sarebbero venuti loro in vacanza a Torvaianica: persone benestanti che in passato andavano in vacanza all’estero o in altre zone d’Italia, stavolta preferiscono starsene in casa loro. Abbiamo quindi meno case
Tornano le prenotazione di uno o due mesi se non per l'intera stagione. E alcuni hanno deciso di non affittare la seconda casa tenendosela per le proprie vacanze st’anno in pochi giorni sono stati affittati praticamente tutti gli immobili che avevo a disposizione, complice anche il fatto che in giro non ci sono molti cartelli di ‘affittasi’ – dichiara Cristina Nardi – Rispetto agli anni precedenti, i clienti non hanno voluto aspettare o pensarci troppo su: una volta vista la casa richiesta, se corrispondeva a quanto desiderato l’hanno presa immediatamente, senza – come succedeva negli anni passati – dire che ci avrebbero riflettuto e dato una risposta in un secondo tempo. È stato come se avessero paura di non trovare più l’occasione di prenderla, perdendo così l’opportunità di passare la vacanza al mare». Che tipologia di casa cercano i vacanzieri? «Essendoci stata molta incertezza sull’utilizzo dell’arenile e delle spiagge libere in particolare, tutti hanno richiesto appartamenti con giardino o terrazze, possibilmente sul mare o vista mare. Ho notato una grande voglia di ‘uscire di casa’, nel senso che – dopo
rato. Ma devo dire che i clienti quest’anno non hanno fatto questione di prezzo: se una casa era di loro gradimento l’hanno presa senza neanche chiedere un minimo di sconto». E per quanto riguarda i tempi di permanenza? «Quest’anno siamo tornati al mese intero, anzi, c’è chi ci ha chiesto due mesi o addirittura tutta la stagione. Ripeto, c’è una grande voglia di uscire, di tornare a una vita più normale dopo il lockdown. Non poter andare all’estero e non aver saputo, fino a qualche giorno fa, se e dove si poteva andare nelle altre regioni italiane ha spinto i cittadini dell’hinterland romano a riversarsi sul nostro litorale. Sono tornate le famiglie, ma non solo: abbiamo coppie, piccoli gruppi di amici, insomma, questa sarà un’estate con molta gente nuova a Torvaianica». Sulla stessa linea il mercato dell’agenzia Alpha P. «La prima cosa da dire, però, è che
disponibili». Qual è il cliente tipo che vi chiede la casa in affitto? «Per quanto riguarda le richieste è cambiato un po’ il target rispetto agli anni passati: se prima veniva quasi esclusivamente la famiglia con tanti figli o più famiglie messe insieme, adesso abbiamo richieste da parte di professionisti – medici, avvocati - che praticamente vogliono trasferirsi al mare per il periodo estivo». Quindi i tempi di affitto si sono allungati? «Sì, ci sono persone che chiedono addirittura tre mesi. Altri invece il classico mese, ma non abbiamo richieste di periodi brevi come succedeva in precedenza». Per quanto riguarda i costi e le tipologie di appartamento richieste? «I prezzi sono rimasti gli stessi dello scorso anno. Le richieste maggiori sono per le abitazioni al centro, vista mare, possibilmente con un bel terrazzo».
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CRONACA
Il Corriere della Città giugno 2020
Così Lomasto vessava l'imprenditore di Pomezia Usura: interessi da capogiro e favori personali, così l'ex pugile teneva in pugno la sua "vittima" l Coronavirus non è stato un “male” per tutti. Di certo non per Francesco Lomasto, l’ex pugile di Pomezia arrestato il 12 maggio per usura, che ha potuto, in alternativa alla detenzione, usufruire degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Così come successo ad altri detenuti – tra cui Ignazio e Alessandro Fragalà, arrestati nel giugno scorso nel corso dell’operazione antimafia denominata “Equilibri” – che nelle scorse settimane sono passati dal carcere agli arresti domiciliari. Lomasto era stato colto in flagrante dopo aver preso orologi di pregio – il loro valore è di 33 mila euro - da un imprenditore, consegnati per pagare un prestito precedentemente elargito con interessi usurai. La vittima a Pomezia Tassi altissimi, quelli che era costretto a pagare l’imprenditore pometino. Nel 2017 la vittima aveva conosciuto Lomasto perché gli aveva venduto un piccolo appartamento per la cifra di 55 mila euro. Pochi mesi dopo, a seguito di alcuni problemi finanziari dovuti a un debito milionario con Equitalia, l’uomo si era rivolto all’ex pugile per avere dei soldi in prestito, 250 mila euro. Lomasto, vedendo in lui un ottimo “affare”, gli fa la sua offerta: i soldi gli verranno dati in 5 tranche da 50 mila euro, mentre la restituzione deve avvenire con un tasso mensile del 10%, ovvero il 120% annuo. In più, immediatamente, l’imprenditore deve ricomprarsi l’appartamentino, ma a 80 mila euro, facendo così guadagnare ben 25 mila euro netti a Lomasto in pochi mesi. Gli altri "favori" Non bastano i tassi usurai e la casa rivenduta a prezzo maggiorato: Lomasto comincia a chiedere favori, come un appartamento dove far vivere sua madre. Poi si supera: chiede che la casa prima acquistata e poi rivenduta con largo guadagno venga assegnata gratuitamente a suo fratello. Non solo: i due appartamenti devono garantire tutte le comodità ai familiari di Francesco, quindi vengono arredati con mobili del valore di 20mila euro, acquistati dall’imprenditore e mai ripagati dall’ex pugile o dai suoi congiunti. I pagamenti mensili Nel frattempo la vittima dell’usura paga rate da 25 mila euro al mese, che coprono però solo una piccola parte del debito, perché tutto il resto va a coprire gli interessi. Paga in silenzio, con la costante paura che possa succedere qualcosa di veramente brutto a lui o alla sua famiglia, costantemente pressato con
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L'incubo di vivere con la paura, le minacce, le pressioni e i i riferimenti alla fine che facevano coloro che non saldavano i debiti
visite o telefonate a tutte le ore dall’ex pugile e da un suo “sodale”, di cui la cronaca giudiziaria si era già occupata in passato. È grazie a questo “socio” che la pista della vittima viene scoperta. A febbraio i carabinieri della Compagnia Roma Eur, gli stessi che hanno arrestato Lomasto, sono impegnati in un’altra operazione di usura ed estorsione, stavolta ai danni di un altro imprenditore romano, gestore di una palestra. Vengono colti in flagrante due persone e, durante l’arresto, addosso a uno dei due – il pometino, che ufficialmente risulta essere un commerciante nel settore del caffè (ma del resto pure Lomasto risulta essere un commerciante del settore alimentari, visto che ha un banco nel mercato di Tor de’ Cenci…) - viene trovato un assegno in bianco del valore di 70.000 euro, risultato poi collegato al conto corrente dell’imprenditore di Pomezia che, a sua volta, lo aveva consegnato al creditore quale garanzia per consentirgli di ripianare il debito contratto. L'ex pugile è stato colto in flagrante dopo aver preso due orologi preziosi da un imprenditore dal valore di 33mila euro Le indagini I carabinieri iniziano quindi a battere la pista pometina: uno dei due arrestati a febbraio è di Pomezia, l’assegno è di un imprenditore di Pomezia, quindi le indagini si concentrano in quest’area. L’uomo viene ascoltato dagli inquirenti e la storia inizia ad avere i suoi contorni. Le paure, le minacce, le pressioni, i riferimenti alla fine che facevano coloro che non saldavano i debiti. “Per uscirne devi ridarmi tutti i soldi insieme, compresi gli interessi”, diceva Lomasto quasi a voler prendere in giro l’imprenditore quando faceva capire quali sarebbero state le “alternative”. Ma già la “storia” dei personaggi da sola bastava per intimorire, anche senza racconti ulteriori. Fino al momento in cui i carabinieri sono intervenuti, a metà maggio, l’imprenditore pometino aveva pagato 350 mila euro, ma il “capitale residuo” del debito era ancora di 140 mila euro. Un debito che non si sarebbe mai estinto, perché gli interessi altissimi non lo avrebbero permesso. Adesso l’indagine sta andando avanti, soprattutto per capire quali e quante siano le altre vittime. Perché c’è la certezza che ci siano altri imprenditori, grandi o piccoli, finiti nelle maglie degli strozzini, solo che – per paura di ritorsioni – non hanno avuto il coraggio di denunciare. Ma i militari dell’Arma non si arrendono: attraverso controlli incrociati, analisi dei tabulati telefonici e intercettazioni ambientali sono sulla buona strada per scoprire quello
Nella foto: l'ex che sembra essere un pugile professionista “vaso di Pandora”. E allora per Lomasto e i Francesco Lomasto, suoi complici la situa- arrestato per usura zione potrebbe aggravarsi. Mentre per le vittime potrebbe essere finalmente arrivato il momento di tirare un sospiro di sollievo. E di denunciare, se ancora non l’hanno fatto. Il personaggio Non è la prima volta che Francesco Lomasto ha a che fare con le forze dell’ordine. Su di lui gravano diversi precedenti penali, mentre nel 2014 è stato vittima di un’aggressione da parte di due fratelli argentini a seguito di una lite avvenuta a Torvaianica. I due stranieri, che si erano voluti vendicare, erano andati sotto casa di Francesco, che ancora abitava a Pomezia – adesso invece vive in una villa acquistata all’Infernetto – per sparargli 3 colpi di pistola alla gamba. In quell'occasione, Francesco, che aveva già precedenti penali, venne dimesso dall'ospedale S. Anna con dieci giorni di prognosi. Conosciuto dalle forze dell’ordine anche il fratello Vincenzo, 27enne, arrestato nel marzo del 2019 dai carabinieri a Torvaianica, a Campo Ascolano, per spaccio di droga. Ora è all’obbligo di firma. L’assurdità Una volta concluse le indagini, appurato come sono andate le cose e arrestato Francesco Lomasto, l’imprenditore pometino sperava di poter riprendere possesso dei suoi due appartamenti, quelli abitati (gratis) dalla madre e dal fratello del suo estorsore, ma questo non è avvenuto: i familiari dell’ex pugile (quindi anche Vincenzo, prima ai domiciliari, poi all’obbligo di firma) vivono ancora lì dentro e non hanno alcuna intenzione di andarsene.
L’imprenditore pometino aveva pagato 350 mila euro, ma il “capitale residuo” del debito era ancora di 140 mila euro
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CRONACA
Pomezia, “test” per il mercato del Sabato Dopo un serrato confronto gli ambulanti hanno ottenuto l'ok per riaprire nella sede storica iparte il mercato del sabato a Pomezia, o meglio si prova a farlo ripartire. Il nodo per il quale i tempi si sono allungati rispetto agli altri tre appuntamenti sul territorio (Torvaianica, Campo Ascolano e Campagna Amica ripartiti subito dopo il 'lockdown') era, come è noto, la sede dello svolgimento: troppo complicato secondo il Comune ripartire in quella storica come chiesto invece dagli ambulanti, “no” secco all'alternativa proposta dall'Ente stesso per individuare una sede provvisoria alternativa (Via Fratelli Bandiera, ndr) da parte dei commercianti. Alla fine, dopo un lungo confronto, si è arrivati ad un punto di incontro: una giornata sperimentale nella sede storica del mercato applicando le linee guida antiCovid 19. L'ordinanza Il 27 maggio il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà ha quindi firmato l’ordinanza per autorizzare lo svolgimento in via sperimentale del mercato settimanale del sabato per la sola giornata del 30 maggio 2020. Rigoroso il sistema di entrata e di uscita mediante varchi segnalati con senso unico di percorrenza, vigilati da personale incaricato dagli operatori, munito di idoneo tesserino di riconoscimento. Gli operatori Nelle foto: percorso hanno allestito i banchi, obbligato e regole da sotto la vigilanza della seguire, così si prova Polizia Locale, secondo a far ripartire il le nuove disposizioni, e mercato del sabato hanno sensibilizzato i
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Nelle foto: (sopra e sotto) l'allestimento dei banchi; (a lato) Polizia Locale al lavoro per far rispettare le misure di sciurezza
cittadini al rispetto delle regole di distanziamento sociale e di divieto di assembramento durante gli acquisti. Ogni cliente, per poter accedere all’area di mercato, ha dovuto rispettare tutta una serie di indicazioni, a partire dall'obbligo della mascherina; l'area è stata quindi monitorata per verificare il mantenimento della distanza interpersonale di alGli ambulanti hanno respinto la proposta del Comune per la sede alternativa provvisoria di Via Fratelli Bandiera
meno un metro. Vietato trattenersi all’interno dell’area mercatale oltre il tempo strettamente necessario agli acquisti e bandito il consumo dei generi alimentari sul posto oltre, ovviamente, al rispetto del divieto di creare assembramenti e affollamenti. Al momento di andare in stampa non sappiamo cosa ha deciso l'amministrazione dopo l'esperimento di sabato 30 maggio: il mercato resterà dunque nella sede storica o sarà necessario, per contro, trovare una nuova soluzione alternativa? Staremo a vedere.
Sabato 30 maggio "l'esperimento" (nelle foto): il mercato rimarrà in centro anche per le prossime settimane?
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CRONACA
Il Corriere della Città giugno 2020
Campo Jemini: allarme lotti incolti Visibilità scarsa a causa dell'erba altissima nelle Vie, chiesti interventi al Comune di Pomezia l comitato di quartiere di Campo Jemini è rimasto molto attivo in questo periodo nonostante l’allarme Covid e continua nel suo operato a 360 gradi per la tutela e la vivibilità del proprio quartiere. Sul fronte ambiente e territorio il CdQ, oltre ad aver collaborato recentemente con il Comune di Pomezia - partecipando attivamente con il Presidente Alex Gaspari - allo svolgimento della derattizzazione, è molto attivo sul fronte dei lotti incolti. Una problematica comune a molte aree del territorio che rischia però di diventare una vera e propria emergenza se non si interverrà per tempo specie ora con la stagione estiva alle porte che porterà con sé il pericolo incendi. Per tale motivo il direttivo dei cittadini ha chiesto al Comune di Pomezia un intervento immediato: in particolare si chiede il taglio dell’erba in tutti i cigli stradali e nei lotti di loro competenza, sensibilizzando al contempo i proprietari di quelli privati – e incolti
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Visibilità scarsa a causa dell'erba incolta. E con l'estate arriva il pericolo degli incendi – a ripristinare il decoro. La questione, oltre ai rischi sopracitati, interessa anche e sopratutto la sicurezza stradale: l'erba alta infatti, come si evince dalle foto. in molte vie invade
Sicurezza stradale: nuovo sollecito PERICOLO VIABILITA'- Il Presidente del CdQ Alex Gaspari ha inviato una lettera all'Amministrazione per far presente nuovamente il problema della sicurezza stradale in Via delle Orchidee. «Via delle Orchidee è una strada molto attraversata sia dal traffico locale sia da persone provenienti e dirette ad altre località», esordisce la missiva riprendendo quanto già esposto all'Ente nel gennaio scorso. «Purtroppo, quotidianamente, la via è soggetta all’alta velocità di automobili e motocicli che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti, specie dei bambini (oltre 400 quelli presenti nel quartiere). Evidentemente, l’unico deterrente presente, ovvero la segnaletica verticale con limite di 30 km/h, non è sufficiente e certamente andrebbe potenziato». Ma quali sono le problematiche? Gaspari stila l'elenco: assenza delle strisce pedonali per attraversare la strada in sicurezza; assenza dissuasori di velocità (anche correlati alle strisce pedonali) per limitare la velocità di chi transita; assenza segnaletica
Il Corriere della Città Numero 5 Anno 12
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EDITORE: La Città
via Odessa 41 - 00040 Torvaianica
verticale che indichi “attraversamento pedonale” e “presenza bambini” per attraversare la strada in sicurezza; assenza specchi in alcuni incroci (nello specifico percorrendo la via dal ponticello direzione Torvajanica: via delle Campanule (lato sx), via dei Gerani (lato sx), via delle Mimose (lato dx), via delle Rose (lato sx), via delle Viole (lato dx), Via delle Azalee) utili per facilitare la manovra dei conducenti che escono dagli incroci con via delle Orchidee; assenza marciapiedi per camminare in sicurezza». «Un'altra soluzione tangibile potrebbe essere l’installazione di un “rilevatore di velocità” che oltre a monitorare l’andatura, sia in grado di fotografare le targhe per far multare successivamente i trasgressori; i proventi delle sanzioni potrebbero destinarsi ad esempio al miglioramento della sicurezza stradale, alla manutenzione della segnaletica, alla manutenzione e ammodernamento delle strade e agli interventi a favore degli utenti», conclude la missiva.
praticamente la strada, rappresentando un grave pericolo per pedoni e autovetture. Si attende ora la risposta da parte del Comune.
Deizioni canine
BATTAGLIA DI CIVILTA' - Il CdQ ha chiesto al Comune di Pomezia l’installazione di appositi secchi per la raccolta delle deiezioni canine, per far fronte alla problematica che affligge il quartiere dovuta alla mancata raccolta da parte di molti. Il comitato di quartiere ha più volte chiesto collaborazione e rispetto, lo stesso da parte di alcuni cittadini verso i trasgressori, collaborando anche con le zoofile ma questo sembrerebbe non bastare. L’installazione degli appositi secchi magari sarà la soluzione per “sensibilizzare” coloro che fanno estrema fatica nel comprare le bustine e chinarsi per raccogliere le deiezioni.
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IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Mario Di Toro, Alessandra Crinzi, Manuel Ferrara, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti, Alessia Achille, Giacomo Andreoli, Federica Rosato
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Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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Pomezia solidale: prodotti per la Caritas Molte attivitĂ hanno donato generi alimentari alla parrocchia di San Bonifacio a Pomezia ontinuano le donazioni alla Caritas di San Bonifacio anche nella fase 2 dell'emergenza Covid-19. Nelle foto Alessandro e Kareem della Frutteria Frutt Land che ogni fine settimana donano diverse cassette piene di frutta e verdura. Alessandro e Marzia invecedel forno Acqua Farina e Fantasia tutte le sere donano pane e pizza. Monica Tartaglia ha contribuito con diversi prodotti. SolidarietĂ anche dai dipendenti della Ecosystem che hanno consegnato alla Caritas generi alimentari.Tre attivitĂ poi hanno aderito recentemente al "cesto solidale" sempre a favore della Caritas Italiana: la Farmacia Ziaco della Dottoressa Maria Pia Ziaco, La Botteguccia di Sabrina Sbarbati, e
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il Caseificio San Pio di Maria Teresa Giusti e Nicola Saulle.
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CRONACA
Il Corriere della Città giugno 2020
Patrimonio culturale abbandonato ad Ardea I cittadini tornano a chiedere il recupero delle aree archeologiche preda di abbandono e degrado cittadini rutuli tornano a chiedere conto alle Istituzioni circa lo stato di abbandono in cui versano alcune aree di notevole interesse archeologico. «Ardea è una città antichissima universalmente nota grazie al poeta Virgilio che, duemila anni fa, raccontò nell'Eneide un mito locale conosciuto nel mondo come il mito delle origini latine di Roma», si legge in una lettera del comitato che si batte per la valorizzazione del territorio. Capofila dell'iniziativa è Giosuè Auletta, esperto della storia e del territorio di Ardea. «La plurimillenaria storia della città dei Rutuli è testimoniata da numerose aree archeologiche alcune delle quali negli ultimi 30 anni, dopo lunghe lotte e manifestazioni dei cittadini, sono state finalmente vincolate, scavate, recintate e restaurate con finanziamenti pubblici (circa 10 milioni di euro) dello Stato, della Regione e
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Valorizzare il patrimonio archeologico di Ardea potrebbe aiutare il rilancio del lavoro e dello sviluppo sociale del territorio. E invece non si fa nulla per tutelarlo del Comune per essere “valorizzate ed aperte al pubblico” con numerose inaugurazioni di siti, monumenti e museo definitivamente chiusi il giorno dopo», prosegue il testo. «Se questo straordinario patrimonio archeologico di Ardea fosse effettivamente valorizzato
come prevede la legge ed il buon senso rendendolo accessibile ai cittadini ed ai turisti, si potrebbe dare un importante contributo alla risoluzione di gravi problemi locali come il lavoro e lo sviluppo sociale del nostro territorio nel contesto dell'area metropolitana di Roma. Tutto questo, però, è impedito da ottusi e contrapposti amministratori/burocrati locali e statali, insensibili ed arroganti, che invece di collaborare per il bene comune sfruttano in ogni modo il nostro territorio e poi lasciano che queste straordinarie aree archeologiche vadano in rovina nell'abbandono, nel degrado e nell'incuria più totale per essere destinate, ogni estate, a prendere fuoco se non ci fossero i cittadini a vigilare e a denunciare questi misfatti contro tutto quello
che rappresenta la nostra storia, la nostra cultura e i diritti fondamentali di una comunità». Sul tema ci fu anche l'intervento di Striscia la Notizia Nel giugno 2019, giusto un anno, fa anche la popolare trasmissione di Mediaset venne con una troupe per documentare lo stato di abbandono di questi siti. Ma dopo un anno nulla è cambiato. «Come cittadini, singoli ed associati, abbiamo più volte proposto alle istituzioni locali e statali forme di collaborazione civica per una amministrazione condivisa del nostro patrimonio culturale nell'interesse generale come prevede anche l'art. 118 della nostra Costituzione repubblicana. Chiediamo, pertanto, come cittadini un intervento nell'interesse generale per l'attuazione della specifica normativa statale e regionale che prevede la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio archeologico anche per evitare che tanto denaro pubblico sia stato speso inutilmente. Chiediamo l'individuazione delle complicità e delle responsabilità che nel passato e nel presente hanno consentito e consentono, nel disprezzo di ogni legge, la distruzione del nostro patrimonio archeologico e culturale», conclude la lettera.
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Tor Maggiore: una proposta per salvarla La conservazione del complesso medievale è fortemente a rischio, l'iniziativa di Latium Vetus na delle principali battaglie portate avanti da anni dall’Associazione Latium Vetus è quella per la tutela del complesso medievale di Torre Maggiore, in località Santa Palomba. Non è una scelta casuale, vista l’importanza del monumento, composto da edifici del XII secolo disposti attorno ad una torre di ben 34 metri d’altezza. Qualcosa di magnifico ed unico: una domusculta altomedievale ancora conservata nel suo aspetto originario, vincolata già nel lontano 1914 che però giace da anni, da decenni, dimenticata in uno stato che rischia di minarne concretamente la conservazione.
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La proposta: costituire un fondo dal bilancio comunale da accrescere con stanziamenti annui, fino al raggiungimento del valore venale del lotto dove insiste il monumento Il vincolo Nel 2017 è inoltre stato approvato il vincolo paesaggistico sull’Agro di Pomezia ed Ardea, con il quale il MiBACT ha riconosciuto, una volta di più, l’estrema importanza, non solo di questo monumento, ma anche di un’area molto più vasta sul quale il complesso medievale si impernia. C’è però un problema allo stanziamento di fondi statali che permetterebbero la salvaguardia, la riqualificazione, il restauro ed il recupero del complesso monumentale: ovvero il fatto che il bene in questione ed il lotto su cui ricade (40.000 mq) siano di proprietà privata. Un problema che il Comune di Pomezia ha il potere di risolvere, visto che nel 2003 appose sul lotto in questione un vincolo preordinato all’esproprio, in quanto “Area a verde pubblico”. Tor Maggiore: la proposta di Latium Vetus Proprio per questo Associazione Latium Vetus ha presentato lo scorso martedì 19 Il Comune di Pomezia ha il potere di risolvere l'impasse, visto che nel 2003 appose sul lotto in questione un vincolo preordinato all’esproprio, in quanto “Area a verde pubblico”
maggio 2020 una proposta indirizzata al sindaco e ai consiglieri della Città di Pomezia per chiedere di finalizzare l’esproprio del lotto ove ricade il bene – per il quale si era già espressa favorevolmente la proprietà del monumento nel 2015 – tramite la costituzione di un fondo dal bilancio comunale da accrescere con stanziamenti annui, fino al raggiungimento del valore venale del lotto. Questa azione permetterebbe di risolvere l’impasse sulla questione della tutela del monumento e soprattutto permetterebbe agli enti superiori (Ministero e Regione) di programmare quegli stanziamenti necessari a
perseguire la tutela e la valorizzazione del monumento, le cui ricadute positive si riverberebbero su tutto l’ambito territoriale e anche sulla vocazione turistica di quell’area del Comune di Pomezia. Il problema allo stanziamento eventuale di fondi statali che permetterebbero la salvaguardia, la riqualificazione, il restauro ed il recupero del complesso monumentale: ovvero il fatto che il bene in questione ed il lotto su cui ricade (40.000 mq) siano di proprietà privata
Dopo aver vinto la battaglia sul vincolo L. Vetus chiede di fare un passo ulteriore per Tor Maggiore
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CRONACA
Il Corriere della Città giugno 2020
Ardea, anche per i ladri è iniziata la “Fase 2” Con la fine del 'lockdown' tornano le segnalazioni di furti. E i cittadini fanno 'squadra' sui social allentamento delle restrizioni dovute all'emergenza Coronavirus aveva arginato – e non poco – i fenomeni criminosi. Secondo uno studio pubblicato dal Ministero dell'Interno nel periodo compreso dal 1° al 22 marzo 2020 i reati hanno subito una netta diminuzione del trend sul territorio nazionale, addirittura del -64,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In particolare, l’analisi dei dati ha mostrato una diminuzione più rilevante per alcuni reati quali lo sfruttamento della prostituzione (77%), le violenze sessuali (-69,9%), i furti in genere (- 67,4%), i furti in abitazione (72,5%), i furti con destrezza (-75,8%), le rapine in uffici postali (-73,7%) ed una diminuzione meno rilevante per altri reati quali le rapine (-54,4%) e quelli inerenti agli stupefacenti (-46%). Con la “Fase 2” il trend,
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anche una protesta in Piazza dei cittadini ottenendo però ben poco, anzi. Dalle Istitu-
qualche passo in avanti: l'Amministrazione ha infatti installato ad esempio alcuni varchi
Ardea dopo il 'lockdown' è tornata alla "normalità" anche sul fronte dei furti: auto rubate, furti e allarmi che suonano nel cuore della notte. E i cittadini fanno fronte comune sui social come era prevedibile, è tornato a salire e zioni era stato puntualizzato di come in realtà i dati sui reati fossero «rimasti anche il nostro territorio, purtroppo, costanti» e che si tratterebbe, per non ha fatto eccezione. 'Serrata totale' e molte denunce, in prevalenza Il caso di Ardea crimini in Italia di «furti negli appartamenti La cronaca di questi anni vuoti ovvero lasciati incuha individuato sotto la Furti in genere (-67,4%), stoditi perché seconde case Rocca una delle zone più Furti in abitazione (-72,5%), utilizzate solo nel periodo fertili per i criminali deFurti con destrezza (-75,8%), estivo». Insomma, l'eterno diti a colpire indistintaRapine in uffici postali (-73,7%) conflitto tra la “percezione” mente attività della sicurezza e i dati reali commerciali, banche, nePeriodo di confronto: – ecco perché è sempre bene gozi e abitazioni private. Un 1-22 marzo 2019/2020 denunciare tra le altre cose – fenomeno preoccupante per il che spesso contrastano fra loro. quale, ricorderete, il Sindaco si Ardea, un anno dopo, ha fatto però anche era rivolto anche al Prefetto – in mezzo
elettronici sul territorio in grado di monitorare gli accessi in entrata e in uscita. Ma in attesa di vedere a cosa tutto questo porterà, nei giorni post-lockdown i cittadini sono tornati a segnalare visite notturne tutt'altro che desiderate. Le segnalazioni “social” Nuova Florida, Marina di Ardea sembrerebbero essere le vie più “gettonate” dai malviventi. I residenti però, anche tramite un virtuoso passa parola, si sono attrezzati con allarmi, sensori e video camere di ultima generazione. Ottimi deterrenti che certe volte però non bastano. A Tor San Lorenzo a metà maggio è stata rubata un'auto e purtroppo non è stato un caso isolato. Anche le case figurano tra gli obiettivi dei malviventi e in qualche caso i colpi sono andati a segno con bottini - auto, tv e denaro, tra gli altri - talvolta ingenti. Segnalazioni sono arrivate anche dalla zona di Nuova California, anche qui per ignoti che tentano di introdursi nelle case e allarmi che suonano. Insomma, l'attività dei ladri sembra essere ripresa a pieno ritmo. Per fronteggiare tutto questo i cittadini, oltre alle segnalazioni alle autorità competenti, si sono attrezzati su Facebook con gruppi “ad hoc” per scambiarsi informazioni utili e prevenire, per quanto possibile, l'odioso dramma dei furti in abitazione.
Tor San Lorenzo, Nuova California e Nuova Florida le zone più colpite
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Un progetto pilota e una speranza per il futuro Gestione delle gravidanze a basso rischio da parte delle ostetriche: lo studio dal Veneto uando incontro una mamma per la prima volta spesso le dico “sappi che come ostetrica non ti insegnerò a partorire, non t’insegnerò come spingere o come respirare, questo tu e il tuo corpo lo sapete fare da soli, io cercherò solo di restituirti un po’ di consapevolezza del tuo corpo e della tua forza, proverò a convincerti che sei un mammifero, a metterti nella condizione di poter scegliere consapevolmente, proverò a convincerti che durante il tuo travaglio ed il tuo parto sei tu a decidere… io sarò lì per tutto il tempo che ti servirà solo per sostenerti e per ricordarti tutto questo”. Gravidanza e parto sono momenti fisiologici della vita di una donna, talvolta troppo “guardati”, troppo studiati… difficile oggi immaginare una gravidanza senza associarla alla figura di un medico o ad un ospedale… eppure qualcosa sta cambiando…Nel 2015 la Giunta Regionale della Regione Veneto ha attivato un progetto pilota che prevedeva da parte delle ostetriche la possibilità di gestire autonomamente la gravidanza a basso rischio. Il principale obiettivo era quello di “ promuovere percorsi appropriati e diversificati per grado di rischio, attivando un sistema di controllo in cui le gestanti identificate a basso rischio dallo specialista fossero monitorate da personale ostetrico, seguendo uno specifico protocollo che comprendeva i consueti esami di laboratorio e le prestazioni eseguite dallo specialista”. Il ginecologo non viene abolito quindi, così come non lo sono le analisi o le ecografie… non siamo più al tempo delle mammane o delle streghe, ma sicuramente le donne stanno diventando più consapevoli di quello che possono fare e di quello che possono decidere e le ostetriche in questo senso hanno fatto tanto e ancora stanno facendo, ma torniamo al progetto. Come dicevo, il comitato tecnico che ha messo a punto l’esperienza veneta ha previsto due percorsi distinti: uno per le gravidanze a basso rischio e uno per quelle invece con un rischio maggiore, entrambi però con necessariamente una prima fase di selezione in comune in cui avviene la presa in carico della donna e che viene anche definita fase prespecialistica. In questa fase l’ostetrica conosce la futura mamma per la prima volta e si preoccupa di controllare gli esami da lei già eseguiti. Qualora la donna non fosse in possesso di tutti i referti necessari sempre l’ostetrica, seguendo un preciso protocollo stilato ad hoc da esperti del campo, si occupa, tramite sistema informatizzato, di prenotare gli accertamenti mancanti presso i laboratori e le strutture di riferimento per il progetto
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stesso e, sempre servendosi del protocollo, valuta anche la presenza di eventuali fattori di rischio prendendone nota. Dopo questa fase istruttoria, la futura mamma potrà essere indirizzata allo specialista di competenza. Inizia così la seconda fase del percorso, cioè la valutazione specialistica. Lo specialista, in questo caso il ginecologo, analizza i referti e i dati raccolti dall’ostetrica e decide se occorre effettuare ulteriori approfondimenti quindi, ottenuti questi, e, analizzati insieme a tutti gli altri in suo possesso, definisce la gravidanza come BRO (cioè a basso rischio ostetrico) oppure NON BRO. Le gestanti del secondo gruppo escono dal percorso in questa fase, in maniera definitiva oppure temporaneamente a seconda della condizione che le ha portate ad essere “etichettate” come NON BRO, infatti un aspetto importante di questa classificazione è legata al fatto che la valutazione del rischio è dinamica, cioè può essere rivalutata nel tempo. Le pance a basso rischio ostetrico continuano il loro percorso con la fase post specialistica in cui la gestione torna nelle mani delle ostetriche le quali monitorano l’evoluzione fisiologica della gravidanza attraverso gli accertamenti previsti dal protocollo e valutando i relativi referti. Il percorso da questo momento in poi prevede 5 incontri di cui l’ultimo prende il nome di “accompagnamento al parto” in quanto in questo ultimo controllo si compila una sorta di cartella ostetrica in cui vengono annotate sintetiche informazioni utili per la gestione del parto. Inutile sottolineare che, sempre per il discorso della valutazione dinamica del rischio, se in uno qualunque degli in-
contri l’ostetrica ravvede qualcosa che devia dalla fisiologica evoluzione della gravidanza, può e deve rinviare la gestante all’esame dello specialista per decidere la necessità di nuovi accertamenti che possono o meno prevedere l’allontanamento dal percorso di gravidanza con basso rischio ostetrico. Lo studio pilota ha coinvolto 7015 pance nel triennio in cui è stato portato avanti rispondendo pienamente all’obiettivo Regionale e addirittura dimostrandosi anche in linea con il documento del Ministero della Salute trasmesso alle Regioni il 21 Ottobre 2017 recante “linee di indirizzo per la definizione e l’organizzazione dell’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche nelle gravidanze a basso rischio ostetrico (BRO)”. Il progetto valorizza il ruolo dell’ostetrica e anche quello del lavoro intersettoriale con il ginecologo in una reale interazione senza prevaricazioni. I dati sono stati significativi: l’84% delle gravidanze si è conclusa con parti spontanei , senza complicazioni, il 9% sono stati tagli cesarei primari e questi dati ci forniscono valide informazioni sull’efficacia del criterio di selezione delle gravidanze a basso rischio ostetrico, ma non è solo questo che mi rende orgogliosa del progetto. Il dato davvero significativo è che solo il 3,5% delle gestanti è uscita dal progetto in fase pre analitica, il che vuol dire che c’è stata una forte adesione da parte delle donne, nessuna delle partecipanti (neanche coloro che non hanno partorito spontaneamente o che non hanno potuto finire il percorso perché gravidanze NON BRO) ha dato un giudizio negativo in merito alla qualità percepita. Il 99% delle gestanti ha riferito di essere stata seguita in modo ottimo o buono!! Che dire? Speriamo che presto questo progetto pilota si trasformi in una routine consolidata! Dott.Ost.Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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La sindrome del prigioniero La paura di tornare a vivere all'aria aperta nel post 'lockdown' per l'emergenza Covid-19 a sindrome del prigioniero, detta anche della capanna, si manifesta col desiderio di continuare a restare rifugiati in casa anche quando si potrebbe tornare a vivere all’aria aperta, consegue a periodi prolungati di clausura forzata dovuti a prigionia, malattia, freddi inverni o di recente, anche alla pandemia Covid 19. Le sensazioni associate sono un misto di tristezza, demotivazione, insicurezza, paura, ansia e sono più a rischio le persone che sono riuscite meglio a fronteggiare lo stress grazie ad una buona capacità di adattamento, quelle che sono riuscite a trarre dall’isolamento forzato anche degli aspetti positivi, un riposo regalato, tempo libero a disposizione per leggere, riflettere, che mai sarebbero riuscite a ritagliarsi nei ritmi frenetici della quotidianità, e poi ci si sono abituati. Non è l’agorafobia, una vera e propria fobia degli spazi aperti, essa può essere temporanea e diminuire fino a sparire, col tempo, con l’adattamento alla nuova situazione o con la normalizzazione della situazione esterna, ma può anche durare molto a lungo e debilitare fino al punto di richiedere l’intervento di uno specialista per gli attacchi d’ansia per essere superata. Dopo il lockdown sono in tanti quelli che non vogliono tornare a vivere, che hanno paura di uscire, anche se vengono divulgate, soprattutto in televisione, sui media, immagini di assembramenti e movide varie, che probabilmente dipendono dagli obiettivi che si intendono raggiungere, per i quali, pur di ottenerli, a volte si cavalca troppo la paura. E’ una violenza restare chiusi in casa per tanto tempo in una condizione innaturale che debilita psicologicamente, due mesi sono tanti, specie per coloro che già si trovano in condizioni di fragilità, o per gli adolescenti che hanno bisogno di socializzare, che hanno triplicato il tempo trascorso attaccati ad un computer. Il sogno di un prigioniero è senza dubbio la libertà ma ci si può anche affezionare alle sbarre, col tempo diventano familiari e sembrano rassicurare dai rischi della vita esterna, le abitudini condizionano il comportamento, assicurano il controllo dell’ansia, fronteggiano lo spaesamento rasserenando. Servono anche alla costruzione e alla conservazione dell’identità, ancor più nella vecchiaia quando fare le stesse cose, garantisce un senso di appartenenza, sostenendo la dignità come prima assicuravano il lavoro, gli impegni familiari, etc. La sindrome del prigioniero non è completamente riconosciuta a livello psicologico-scientifico, neanche nel termine, mancano casistiche e letteratura, ma sono registrati molti casi, nel
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Nord America alcuni pazienti dopo il freddo inverno non sono più usciti neanche con la bella stagione, ex detenuti dopo aver trovato faticosamente un equilibrio tra le sbarre, per lungo tempo hanno diffidato della vita di fuori per paura di essere inadeguati, fino a desiderare di non uscire più, cosi anche dopo i lunghi mesi di segregazione per il Covid 19. Dopo aver acquisito una faticosa routine si deve di nuovo abbandonarla per rientrare in un mondo divenuto più estraneo, in particolare, dopo la quarantena tutto è apparso più estraneo sia per il distanziamento, sia perché la realtà ha mostrato il suo rovescio. Adagiati sulla certezza della libertà, su comodità che apparivano scontate, non è stato facile ritrovarsi a fare le file ai supermercati, alle farmacie, tutti mascherati, con la paura di restare contagiati o affamati, come in una guerra; o essere perseguitati come criminali da guardie, con piglio da sceriffi ritrovato, che misuravano i centimetri e i ritmi consentiti per la passeggiata che hanno elevato a tappeto, senza batter ciglio, multe da capogiro, con poco senso umano e ancora meno considerazione per la difficile situazione economica del momento . I più zelanti spuntavano come falchi da dietro ad una macchina, alla Alberto Sordi, per multare chi, sebbene nei 200 metri canonici dal proprio domicilio, accennava un po’ di jogging invece di camminare, sostenendo che lo jogging non è attività motoria ma sport, il reato più grave. In un clima da caccia agli untori i runners sono divenuti i migliori capri espiatori, un obiettivo sicuro così affezionati alla loro corsa, sono stati minacciati, malmenati, comportamenti che si pensavano superati in uno stato di diritto, dove spietati ergastolani vengono rimessi in libertà.
Riprendere l’abitudine ad uscire non è facile, la paura si nasconde anche dietro tendenze “movidali”, è rimasta la paura di sbagliare qualsiasi cosa si faccia, di essere puniti, è una ferita più profonda di quanto appaia in superficie che sarà difficile rimarginare. Si è aperta la strada all’immaginazione delle cose peggiori, alla paura del futuro, di prendere decisioni, di essere esposti indifesi alle malattie, senza più la certezza di potersi rivolgere ad un ospedale in caso di disgrazia, molti non si sono più curati e sono morti anche così, gli ospedali, i posti chiusi, sono divenuti i luoghi più a rischio, altro che una corsetta all’aperto tra i campi solitari, ed infine la paura di una vita organizzata da un’autorità, un decreto e tanti scrupolosi tutori dell’ordine pronti a farlo rispettare, col soccorso di un migliaio di vigilanti volontari, già pronti col manganello. Le case sono quindi divenute un luogo in cui rifugiarsi per scappare da virus vari che piombano tra capo e collo, per sfuggire ad una percezione di ingiustizia, al disagio di una reclusione dispensata con troppa facilità , decisa a mero sollievo delle strutture pubbliche strapiene divenute, per colpe non dei cittadini, la Cenerentola delle private, ed infine, per sfuggire al dolore del lutto di migliaia di vecchi innocenti, la quasi totalità dei decessi della pandemia, colpevoli di essere ospiti di case di cura, morti per essere stati costretti a condividere la degenza, e i respiratori, con un’onda di infettati Covid 19 che non trovavano posto negli ospedali, 90enni soldati chiamati a fare anche la terza guerra mondiale, in prima linea. Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass.ne “Amici di Singen”, Via Cincinnato,4 Corsi di Psicologia - Mercoledi h.16,017,30 (Princ.)17,30 -19,00 (Avanz.) Cell. +39 3271363539 (tel h. 8/9; 13/14)
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Questione di stile, il bon ton a tavola Logica e buon senso sono sempre alla base delle "buone maniere": ecco i consigli per non sbagliare nnanzitutto alla base di tutte le regole chiamate di buone maniere c’è sempre logica e buon senso. In particolare nelle occasioni legate al ricevere, dove avere il cosiddetto “bon ton” può fare la differenza. Saper ricevere significa accogliere nella propria casa nel migliore dei modi e, con naturalezza e senza preoccupazioni, rendere felici i propri invitati, dal primo all’ultimo, per tutto il tempo in cui saranno vostri ospiti. La parola chiave che ispira le regole del ricevere è: l’Armonia. Tutto deve essere appropriato, l’apparecchiatura della tavola e le decorazioni della casa, il menù e la stagione, la scelta degli ospiti e l’occasione dell’invito, in linea con tutto ciò anche l’abbigliamento. I padroni di casa, sempre appropriati alla serata, saranno però “sotto le righe” per non mettere nessuno a disagio. Cominciamo quindi con qualche breve cenno sul comportamento a tavola, innanzitutto la posizione da assumere, mai e poi mai appoggiarsi con i gomiti ma è buona norma tenere il busto eretto cercando di occupare il centro della sedia, non troppo accostati al tavolo, senza toccare lo schienale. I gomiti stanno lungo il corpo, sulla tavola solo le mani e non le braccia. Attenzione alle gambe: non si tengono distese e non si accavallano, no a mignoli sollevati o a boccucce innaturali usando il tovagliolo. Non appena a tavola, si prende il tovagliolo, lo si dispiega senza sventolarlo e lo si appoggia in grembo. Non basta sapere quali posate mettere in tavola e dove collocarle, la parte più complicata spetta al come usarle. Ci sarebbe una piccola regoletta per togliersi dall’imbarazzo e cioè: sedervi a tavola e guardare come si comportano gli altri, o meglio ancora imitare la padrona di casa. E se anche gli altri facessero come voi? Beh, a questo punto mai farsi prendere dal panico, ma ricordarsi della regola generale: le posate vengono poste sul tavolo, dalle più esterne alle più interne, nell’ordine in cui verranno usate. Nel caso in cui si debba lasciare temporaneamente forchetta e coltello, per esempio quando si deve bere, questi andranno appoggiati nel piatto lateralmente (e non sul bordo in quanto possono cadere sulla tovaglia macchiandola) uno a destra e uno a sinistra, con la punta convergente verso il centro del piatto, come lancette che sull’orologio segnano le ore 8,20 mentre terminato di mangiare, le posate si lasciano appaiate sul piatto come lancette che indicano le ore 4,20. Ora alcuni piccoli accorgimenti di Bon Ton che fa bene ogni tanto rammentare di ciò che NON bisogna MAI fare.
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Quindi di seguito, in ordine alfabetico: Allentarsi la cintura a tavola; Appoggiare sul tavolo dove si mangia ciò che si ha in tasca; Arrivare in largo anticipo e trovare i padroni di casa ancora impreparati ad accogliervi; Bere direttamente dalla bottiglia; Chiedere chi altri è invitato, soprattutto prima di aver accettato; Chiedere un parere professionale quando si incontra un professionista fuori dall’orario di lavoro; Coprire il bicchiere con la mano in segno di diniego se viene offerto da bere; Dire “buon appetito” prima di mangiare; Dire “permesso” entrando. Basta bussare; Dire “salute” a chi starnutisce; Fare rumore mentre si sorbisce un liquido; Fingere conoscenze che non si hanno; Giurare sui propri figli (soprattutto quando si mente); Grattarsi ostentatamente. Soprattutto quando si tratta di certe parti del corpo; Imporre le “pattine” agli ospiti per il bene del pavimento; Indossare un fazzoletto da taschino dello
stesso colore della cravatta; Infilare entrambe le mani in tasca, se uomini; Ispezionare il fazzoletto dopo averlo usato; Lasciar intravedere biancheria scura se vestite di chiaro e viceversa, se donne. Lasciar trasparire la canottiera sotto la camicia, se uomini; Leccare l’indice per sfogliare un libro o un giornale; Masticare a bocca aperta; Non rispettare le code; Ostentare se stessi, ciò che si possiede, le persone che si conoscono, i propri compagni. Infine, ostentare ciò che non si è più- o mai stati- è patetico ancor prima che cafone; Portare i calzini bianchi con gli abiti scuri; Portare i sandali con le calze; Ridere degli “episodi rumorosi” altrui invece di far finta di nulla; Scrivere (dire, addirittura!) il cognome prima del nome; Scusarsi prima di dire una parola volgare. O non la si dice, o non si va fino in fondo senza ipocrisie; Sollevare tazze e bicchieri con il mignolino ritto; Succhiare il cucchiaino dopo aver mescolato lo zucchero nel caffè. Si lascia gocciolare appena, e poi, si ripone sul piattino; Tenere gli occhiali da sole quando si viene presentati non è gentile; Tenere l’unghia del mignolo lunga, specialmente gli uomini; Toccare i bicchieri tra loro nel brindisi e dire “cin cin” (soprattutto se in compagnia di giapponesi, per cui la parola ha tutt’altro significato); Usare le unghie come stuzzicadenti; Usare nomignoli intimi in pubblico; Voltare la testa a piccione per seguire con lo sguardo qualcuno che ci incuriosisce. Al Vostro buon senso evitare alcune di queste situazioni imbarazzanti. Antonio Guido
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L'amigdala ovvero la mandorla delle emozioni Sentimenti negativi come paura, ansia o rabbia (ma anche quelli positivi) passano da qui a parola "amigdala" deriva dal greco e significa mandorla proprio per la sua forma, ed è un agglomerato di nuclei nervosi della misura inferiore ai 2 centimetri situata nella scatola cranica, all'interno del cervello, posizionata verso la tempia, ed ha la funzione di processare tutto ciò che ha a che vedere con le nostre emozioni. L'amigdala funziona in riferimento alla nostra memoria autobiografica, mantiene vivi i ricordi legati all'infanzia, alla perdita di un caro, comunque a momenti collegati a sensazioni intense. Elabora le emozioni negative come paura, ansia o rabbia ed anche quelle positive come eccitazione, piacere e felicità. Il suo ruolo è quello di avvisarci in caso di situazioni pericolose proprio in base alle esperienze vissute in passato o in risposta a stimoli correlati all'ambiente esterno. Nel cervello umano ce ne sono due di queste ghiandole, una posizionata nell'emisfero destro e l'altra nell'emisfero sinistro e, a seconda dello stimolo una risponde prima dell'altra, proprio perché facendo parte del sistema limbico sono implicate nelle fasi di eccitazione, paura e allarme. Se ci trovassimo per esempio di fronte ad un leone, e
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quindi vinti da uno stato di paura e terrore, l'amigdala dell'emisfero destro si attiverebbe subito proprio perché gli impulsi dettati dal nervo ottico per ciò che vediamo, vengono elaborati dalla corteccia occipitale e subito processati ed inviati alla corteccia temporale. Tutto ciò avviene alla velocità di in un terzo di secondo. Ecco che attivandosi in nostra difesa, va a dettarci le decisioni da prendere all'istante. Le persone che hanno l'amigdala danneggiata purtroppo non saranno più in grado di elaborare le proprie emozioni, non sapranno più analizzare le espressioni del volto delle persone con cui si relazionano, e perderanno la capacità di rispondere in maniera adeguata agli stimoli interni come preoccupazioni ed ansie, utili per individuare le situazioni spaventose che possono minare l'equilibrio psico-fisico e garantire l'incolumità fisica, rimanendo così lontano dai pericoli. E' progettata per difenderci. E' così che, grazie alla "mandorla delle emozioni" l'essere umano impara ad evitare le situazioni pericolose, tanto che i neurologi la correlano all'istinto di sopravvivenza, insito in ognuno di noi. Laura Piacentini
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Rimettiamoci in forma dopo l'emergenza Liberiamoci dalle tossine maturate in questi giorni di isolamento. Le regole da seguire urante il periodo di quarantena che abbiamo appena passato, la vita sedentaria, l’eccessiva alimentazione e lo stress da isolamento hanno agito in modo non salutare sul nostro organismo. È arrivato quindi il momento di rimetterci in forma e di disintossicarci, ovvero liberarci dall’eccesso di quelle sostanze nocive che abbiamo accumulato, le cosiddette tossine. Le tossine si formano per vari motivi, sia causa degli inquinanti ambientali con cui veniamo accidentalmente a contatto per ingestione inalazione o contatto, sia per le forme “volontarie” di intossicazione a cui ci sottoponiamo attraverso il fumo, l’alcool i vaporizzatori, ecc. È difficile limitare l’inquinamento ambientale a cui siamo esposti, diffuso persino nei nostri ambienti domestici, ma molto possiamo fare per eliminare o limitare le forme volontarie di intossicazione. Non dimentichiamo inoltre che il nostro corpo produce tossine anche attraverso le normali attività biochimiche cellulari e fisiologiche. Cattive abitudini alimentari, mancanza di sonno e di esercizio fisico interferiscono con i nostri naturali processi di disintossicazione e favoriscono l’accumulo nel corpo di scorie e di sostanze dannose che danneggiano anche il nostro sistema immunitario, esponendoci maggiormente alla possibilità di contrarre insidiosi virus come il COVID 19. In questa fase 2 cerchiamo quindi di prenderci maggiormente cura di noi stessi, disintossichiamoci e proteggiamoci anche rafforzando il nostro sistema immunitario, ecco quindi un piccolo decalogo che può aiutarci a focalizzare i nostri obiettivi: 1) Eliminiamo o limitiamo al massimo l’alcool, il fumo. 2) Limitiamo il consumo di caffeina, non superando una o due tazze di caffè al giorno.
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3) Beviamo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Anche delle buone tisane non zuccherate possono andare bene. 4) Riprendiamo a fare attività fisica procedendo con moderazione. Lunghe passeggiate all’aria aperta a piedi o in bicicletta possono rappresentare un’ottima alternativa alle palestre ed ai centri sportivi, che stanno comunque riaprendo. 5) Cerchiamo di dormire un numero adeguato di ore. Il riposo notturno ha una funzione essenziale nei processi di disintossicazione e di riparazione cellulare, chi dorme poco e male ha anche maggiori possibilità di ammalarsi. 6) Cerchiamo di limitare lo stress da lavoro o da studio. Organizziamo meglio le nostre attività, imparando a pianificare ed a distribuire razionalmente il carico di lavoro per evitare “ammazzate” finali in vista di importanti consegne o esami. 7) Cerchiamo di limitare lo stress emotivo. I rapporti con partner, familiari, colleghi ed amici spesso sono fonte di inutili e dannose tensioni che non fanno assolutamente bene al nostro organismo. Il COVID19 dovrebbe averci dato il senso della vera importanza delle cose e degli affetti, non torniamo subito alle nostre vecchie abitudini. 8) Facciamo attenzione alla qualità di quello
che mangiamo. Il nostro paese produce alimenti di assoluta eccellenza, impariamo a leggere le etichette e stiamo attenti alla provenienza del cibo. Cibi a basso costo provenienti dall’estero, soprattutto se extracomunitari, spesso hanno pessime proprietà nutrizionali ed in alcuni casi sono anche contaminati da svariati tipi di inquinanti. Consumare alimenti italiani non solo aiuta la nostra salute ma anche la nostra economia. 9) Facciamo attenzione alla quantità di quello che mangiamo. A tavola la regola deve essere la moderazione. Non riversiamo sul cibo le nostre tensioni, il cibo serve a tenerci in vita ed in buona salute, non può essere l’unica fonte di gratificazione della nostra vita. 10)Facciamo attenzione a quando mangiamo. È fondamentale rispettare una giusta distribuzione dei pasti durante la giornata. La regola e sempre la stessa: una ottima e abbondante prima colazione, un buon pranzo ed una cena frugale, alternati con un piccolo spuntino a metà mattinata ed a metà pomeriggio. Solo la combinazione “magica” di disintossicazione, attività fisica, regolare riposo e sana e moderata alimentazione può permetterci di recuperare in brevissimo tempo il nostro peso-forma e soprattutto la nostra energia e la nostra vitalità. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it
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Il Corriere della Città
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giugno 2020
Pomezia: «Non voterò più M5S» Salve, ieri mi è capitato di utilizzare la pista ciclabile che va dalla via del Mare a via Buozzi ed è stato piacevole. I miei bimbi se la sono goduta in bicicletta e ovviamente sono stato loro "complice" nel vedere solo il lato positivo della questione. I bambini meritano di più caro Sindaco e cari 5 Stelle. E lo meritiamo anche noi grandi. È facile fare qualcosa dove c'è spazio, ovvero la Pomezia nuova. La parte difficile è Pomezia vecchia e torno a parlare di piazza Bellini, dove in due mandati pentastellati non s'è pensato mai di intervenire. Sono stati sottratti posti auto per aiutare alcune attività commerciali e per installare due punti di ricarica di auto elettriche, che sono sempre liberi e... E niente più. Caro Sindaco, evidentemente troppo giovane per capire i bisogni di una famiglia con figli piccoli o anziani da accudire, prenda la bici da casa mia (piazza Bellini) o una carrozzina per neonati o anziani e tenti di andare in piazza Indipendenza. Trovera' un percorso ad ostacoli. E poi ora che viene il caldo, niente panchine, niente fontane, niente alberi
propriamente detti, niente arredo urbano, niente giochi per i bambini, niente verde pubblico e niente posti auto in più. Una piazza che non serve a nulla, dove non s'è pensato di fare nulla. Ho 50 anni e tanti anni fa, insieme ad altri pochi, ho fatto quasi la rivoluzione per avere il parco del Sughereto, quindi parlo e scrivo per esperienza diretta. Anch'io l'ho votata sulla scia del buon governo di Fucci e del M5S che lo appoggiava, ma ho fatto male. Ora che ho famiglia, l'unica forma di protesta è il voto, dunque non vedo l'ora di andare a votare per non riconfermare a lei e al M5S la mia fiducia. Senza pensare a quanto è successo a livello nazionale... Prima nemici per la pelle, PD e M5S, adesso al governo insieme. Disponibile comunque a dare il mio contributo a migliorare Pomezia, come già ho tentato di fare due volte con "cittadinanza attiva", senza avere riscontro. Dott. Egizi Fabrizio
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Rifiuti non ritirati ad Ardea
Buonasera, un mio parente che vive nel comune di ardea, precisamente pian di frasso/ loc.madonnina, mi ha raccontato che è successo più volte e la più recente proprio in questi giorni che l’immondizia resta fuori dal cancello per giorni, fermentando sotto al sole ed attirando a causa del caldo insetti e topi, creando quindi anche un pericolo per la salute per rischio malattie, altro che covid.... E' inutile che il Sindaco Savarese abbia chiuso le porte di Ardea per tutelarla dal contagio, quando continua ad esserci questa cattiva organizzazione da parte degli operatori ecologici. Quindi loro come anche altri chiedono da parte dell’amministrazione di Ardea un po’ più di professionalità, onde evitare anche casi successi nei giorni passati di gente che abbandona l’immondizia o che la brucia.