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Anno 8 Numero 06
GIUGNO 2016
libertà informazione politica cronaca cultura sport
Pomezia è “ricca” o no?
Ecco il bilancio spiegato chiaramente da un esperto La battaglia di Campo Ascolano PAG. 12
Premiati i progetti degli studenti del liceo artistico di Pomezia PAG.22 - 23
Nuova Florida, stop alla “puzza” PAG. 18
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Giugno 2016
SPECIALE BILANCIO
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Bilancio di Pomezia, viaggio dentro ai numeri Risultato positivo ma non così eclatante: la situazione del Comune spiegata in parole semplici da un esperto
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A Pomezia abbiamo chiuso il 2015 con 15 MILIONI di risultato positivo. Capacità, caparbietà, trasparenza ed onestà continuano a guidare la nostra azione amministrativa”. Con questo messaggio il Sindaco Fucci annunciava – era il 22 aprile scorso – l'incredibile risultato ottenuto dal suo governo nell'amministrazione delle casse comunali. Insomma a giudicare da quanto si leggeva più rosea situazione per il nostro Comune non si sarebbe potuta immaginare: avanzo di oltre 15 milioni, pieno rispetto del piano di rientro straordinario, possibilità di accantonare fondi e così via. Ma è davvero tutto così bello? Diciamo di sì, ma solo in parte, stando alla relazione preparata da un consulente esperto in materia contattato dalla nostra redazione. Anche perché, poi, fermandosi un attimo, c'è un aspetto da non sottovalutare: è davvero un vanto quello di chiudere i conti in positivo? Un ente pubblico, in realtà, dovrebbe avere l'obiettivo di raggiungere sempre il pareggio di bilancio, né più, né meno, perché i cosiddetti “risparmi sulle spese”, altro non sono che fondi non utilizzati per i cittadini (a fronte ovviamente del pagamento delle tasse); un Comune, bisognerebbe ricordarlo più spesso, non è un'impresa. Anche il secondo caso, ovvero l'indebitamento, è da evitare, ma questo va da sé. Entriamo ora nel merito dell'oggetto di questo articolo: sì perché dietro ai proclami da un lato di chi ci sta governando, e dalle accuse di chi invece siede dall'altra parte della barricata, ovvero le opposizioni, si rischia davvero di capirci poco o nulla. E questo soprattutto su tematiche importanti quali il bilancio.
4 SPECIALE BILANCIO
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Il primo atto del nostro consulente è stato quello di analizzare i dati confrontando ed incrociando le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Città dall'Assessore Avesani nello scorso numero del nostro giornale (vedi “Il Corriere della Città Anno 8, numero 5, di maggio 2016). Primo punto importante occorre distinguere tra “attivo” e “avanzo”. Spiega giustamente la Avesani: “Cerchiamo di tenere separati i diversi argomenti: 15 milioni di risultato dell’amministrazione del 2015 non sono strettamente legati a solo risparmi di spesa, ma anche alla revisione dei residui attivi e passivi, e del fondo pluriennale vincolato”. Quindi quello realizzato dal nostro Comune, spiega il consulente, è un “avanzo” non un “attivo”. È come se un buon padre di famiglia percepisca lo stipendio il 5 del mese e dopo il 15 contrae un debito (ad esempio la rata per pagare l'auto nuova); la prima rata dovrà pagarla il 2 del mese successivo ossia prima di prendere il nuovo stipendio. Lui metterà da parte i soldi per pagare la rata e a fine mese nei suoi cassetti, quei soldi saranno sì “avanzati” ma di fatto non saranno disponibili in quanto serviranno da lì a poco per pagare la rata dell'auto. In quale caso invece si realizzerebbe un “attivo” e non un “avanzo”? Se ancora lo stesso buon padre di famiglia in quel mese risparmiasse di spendere i soldi del cinema o della cenetta al ristorante con gli amici, a fine mese, oltre alla rata della macchina avanzerebbero anche questi soldi non spesi e in questo caso i soldi “avanzati” sarebbero di più che nell'esempio precedente e si sarebbe realizzato un vero “saldo attivo” di bilancio mensile. Tant'è che la stessa Avesani precisa: “L’avanzo di amministrazione verrà accantonato prevalentemente per costituire due fondi: il primo legato all’Anticipazione di Liquidità ottenuta nel 2015 per circa 8,3 milioni di euro ed il secondo legato a passività potenziali per 6,9 milioni di euro (i soldi per pagare la rata della macchina che ancora non è scaduta, per tornare all'esempio, ndr)”. “Questo risultato – specifica l’assessore - non genera un aumento della possibilità di spesa”. In altre parole, tutto nasce dall'esigenza, stando alle nuove normative, di registrare in entrata ciò che sarebbe dovuto uscire e che ancora non abbiamo pagato. Una parte di quei soldi quindi sono già stati spesi ma contabilmente vengono conteggiati come un avanzo. Passiamo ora a un altro aspetto fondamentale, ovvero la questione dei debiti pendenti sul nostro Comune, sui quali, sin dal suo insediamento, Fucci ha fondato buona parte della sua comunicazione politica per sottolineare, a suo giudizio, la poderosa opera portata avanti dalla sua giunta.
“Con il Riaccertamento straordinario dei residui (D.G. n. 103/2015) il Comune di Pomezia aveva al 31/12/2014 un disavanzo tecnico di oltre 125 milioni euro – continua la Avesani – dovuto al fatto di avere nel proprio “portafoglio” crediti inesigibili accumulati negli anni passati, ad esempio per la vicenda ASER, che anche se chiusa, nel 2011 risultava ancora nel Bilancio del Comune come un credito di oltre 50 milioni di euro. Tutti questi crediti di difficile esigibilità sono stati per certi versi “depositati” in questo disavanzo tecnico, che può essere assorbito attraverso un piano di rientro in 30 anni, grazie ad una Legge della quale hanno usufruito tutti gli enti locali.” Cosa significa? Tutti i Comuni, continua la relazione del consulente, negli anni passati hanno giocato con i residui attivi e passivi per far quadrare i conti. Con la nuova legge non è più possibile. In passato era sufficiente dichiarare di dover prendere dei soldi - ad esempio dalle multe stradali, anche se già si sapeva che sarebbero andati in scadenza i termini per esigerle e che verosimilmente non le avrei mai incassate - per avere entrate maggiori, ossia “gonfiate”. Di contro si poteva far finta di dimenticare di registrare qualche fattura da pagare per sgonfiare di conseguenza i residui passivi. Risultava in questo modo una falsa verità, ossia un apparente pareggio tra quanto dovevo incassare rispetto a ciò che dovevo ancora pagare. Ora il legislatore ha imposto una rendicontazione
straordinaria dei residui attivi e passivi veritiera e controllata. Da qui, nel caso di Pomezia, l'insorgere di un debito reale di 125 milioni che il legislatore concede di pagare a rate in 30 anni, una rata annuale che la Avesani indica in 4,2 milioni, alla quale si aggiunge, quest'anno, un ulteriore risparmio in più di 800mila euro rispetto a quanto previsto. Ulteriori distinzione va fatta poi tra “disavanzo tecnico” e “debiti”. “Il debito complessivo ereditato da questa amministrazione è di circa 220 milioni di euro – dice la Avesani – tra mutui, debiti verso la Cassa Depositi e Prestiti e debiti fuori bilancio che abbiamo riconosciuto nel 2014 e nel 2015. I debiti non vanno confusi con il disavanzo tecnico di cui parlavamo poc'anzi, che è uno sbilanciamento tra poste attive (entrate) e passive (spese) che sono state inserite negli anni precedenti. È estremamente difficile da spiegare, ma mettiamola in questo modo, se il Comune nei prossimi 30 anni sarà in grado di rispettare il piano di rientro, ossia i 4 milioni di euro l’anno, sarà in grado di pagare tutti i debiti ereditati. Per i nuovi debiti che andrà ad accumulare deve trovare ulteriori coperture”. In poche parole il Comune è sì sulla strada del risanamento, come se si iniziasse a vedere la luce in fondo al tunnel, spiega ancora il consulente, ma il cammino è ancora decisamente molto lungo.
Approvato il bilancio previsionale Il Sindaco e la Giunta hanno deliberato il Bilancio di previsione 2016, poi confermato attraverso il Consiglio comunale il 31 maggio. Un bilancio di oltre 180 milioni di euro, con circa 14 milioni destinati a interventi nel sociale e 15 milioni per le opere pubbliche. “Siamo riusciti a far ripartire gli investimenti in opere e servizi dedicati alla cittadinanza – spiega l’Assessore Emanuela Avesani - e anche per il 2016 ci po-
niamo obiettivi ambiziosi e raggiungibili. Dopo un grande lavoro volto a migliorare l’organizzazione dell’Ente, ottimizzare i servizi e gli uffici e ridurre i costi superflui, oggi possiamo incrementare gli investimenti in opere e servizi alla cittadinanza senza aumentare le tasse”. “Ci occuperemo con continuità dei nostri concittadini più vulnerabili – aggiunge il Sindaco Fabio Fucci – I contributi e i servizi implemen-
tati in questi anni continueranno a garantire sostegno economico e sociale ai cittadini in difficoltà. Andremo avanti inoltre con il piano delle opere pubbliche che mira a rendere Pomezia più bella e pulita, a fornire alla cittadinanza i servizi essenziali come l'acqua, le fogne e l'illuminazione pubblica”.
Il Corriere della Città
6 SPECIALE BILANCIO Il commento dell’ex Assessore
Giugno 2016
Relazione dei Revisori dei Conti alla mano, Maniscalco analizza il Rendiconto appena approvato
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Entrando nel merito del rendiconto di bilancio 2015 in oggetto – scrive Maniscalco in una lettera indirizzata alla Giunta - non posso evitare di evidenziare che, a fronte di una previsione totale del recupero evasione/elusione per gli anni precedenti di oltre 188,4 milioni di euro, si è riusciti ad incassare soltanto 14,6 milioni, corrispondente all'esiguo 7,7 % del totale. Ma soprattutto che, a fronte del suddetto negativo e scarso risultato, si sia addirittura deciso di prevedere ancora oltre 101 milioni di euro di residui attivi da recuperare, da riportare nel bilancio del 2016 sul quale, a parità di risultato ottenuto nel 2015, si dovrebbero incassare soltanto 7 o 8 milioni di euro al massimo. Evitando di entrare troppo nel particolare dei numeri, ed elencare tutte le risultanze delle singole voci di bilancio (IMU, ICI e TARSU), che di fatto incidono per oltre il 90 % delle somme previste da recuperare nel 2016, mi limito a precisare che nel recupero di una delle suddette entrate tributarie si è riusciti a recuperare soltanto lo 0,1 % della somma totale prevista in bilancio 2015, a conferma della scarsa potenzialità operativa di recupero dell'Ente, che avrebbe dovuto far riflettere un po' di più il Sindaco sulla pericolosità della decisione presa. L'aver deciso di riportare in bilancio la somma di 101 milioni euro di tributi e tasse pregresse da recuperare, al netto della somma dei residui attivi di com-
petenza (+34,102 milioni), della detrazione dei residui passivi (€ 46,265 milioni), del fondo pluriennale vincolato per spese correnti (€ 63,803 milioni) e delle spese in conto capitale (€ 10,159 milioni), ha contribuito sostanzialmente a formare il risultato in attivo di bilancio di 15,6 milioni di euro. Di conseguenza mi permetto di evidenziare che il risultato di amministrazione di 15,5 milioni di euro "ottenuto" nel 2015 servirà ad aumentare in modo equivalente il potere di spesa nel bilancio di previsione 2016 e che se non venissero realmente incassati causerebbero nuovamente un passivo di bilancio con un nuovo aumento del debito totale del Comune di Pomezia, a meno di eventuali altre alchimie contabili nella stesura del rendiconto 2016, per ottenere un altro attivo di bilancio. Non vorrei che, per dimostrare di essere più efficienti del passato, anche questa maggioranza stia facendo gli errori politici già commessi da qualche Amministrazione Comunale che commetteva l'errore di incrementare strumentalmente le entrate di bilancio per aumentare le capacità di spesa, generando però contestualmente l'aumento della situazione debitoria. Concludo facendo notare a chi legge che, anche in questa occasione e per l'ennesima volta, il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Pomezia nella relazione sul rendiconto consuntivo 2015 dichiara testualmente (pag. 6) il "per-
durante squilibrio finanziario derivante dal mancato introito corrente degli anni pregressi per la nota vicenda ASER, nonché la limitata e difficoltosa riscuotibilità dei residui attivi inerenti il recupero dell'evasione tributaria", ed ancora, a pag. 12 in merito alle entrate per il recupero dell'evasione tributaria dichiara ancora che nel "controllo delle dichiarazioni e dei versamenti l'organo di revisione rileva che non sono stati conseguiti i risultati attesi". Pertanto, a fronte di quanto sopra esposto vorrei che i lettori facessero le seguenti riflessioni: con un potere di riscossione crediti annuo del solo 7,7 % della somma totale inserita nel bilancio 2015 era opportuno continuare a mantenere la previsione di tali enormi somme di residui attivi da recuperare? Ci sono in Amministrazione tutti i titoli giuridici validi a garantire la reale sostenibilità di incasso dei 101 milioni di euro residui attivi riportati in Bilancio? Cosa accadrà agli equilibri di bilancio se le suddette somme di dubbia e difficile riscossione non saranno in gran parte incassate? È forse stata soltanto una abile manovra contabile atta ad ottenere un risultato positivo di 15,6 milioni finalizzata a dimostrare ai cittadini di essere stati più bravi? Non si è dato forse troppo rilievo allo spot pubblicitario invece che importanza alla reale corrispondenza degli equilibri di bilancio del Comune di Pomezia?”.
Il Corriere della Città
8 SPECIALE BILANCIO L’attacco di Schiumarini: “Il Comune ha un disavanzo di cassa di 5 milioni”
Giugno 2016
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anno sicuramente fatto scalpore le dichiarazioni rilasciate da Omero Schiumerini, esponente PD di Pomezia, su “Il Pontino”. L'ex candidato Sindaco infatti definisce vere e proprie “sparate” le dichiarazioni di Fucci circa i risultati ottenuti con il Rendiconto 2015. “Sono stupefatto – esordisce Schiumarini – avere 15 milioni da spendere mi fa pensare che i cittadini hanno fatto bene a votare lui e non me. Mi permetto di suggerire alcuni modi per spendere questo attivo: abolire nel 2016 la tassa sull'immondizia, istituire il trasporto scolastico gratuito per disabili ed anziani […], ritirare la tassa sull'ombra. Nonostante tutte queste esenzioni potrebbero rimanere altri utili dai 15 milioni. [… ]”. Schiumarini dichiara poi che le cifre date da Fucci non sono veritiere. “Il Sindaco mette in bilancio nel consuntivo 2015 relativamente alla voce Ici: 32.524.413,86 € come crediti di anni pregressi da incassare, a fronte di un effettivo incasso nel 2015 pari a 36.326,74 €. Quindi quando mai incasseremo questa differenza? Veniamo al canone non ricognitorio, la famosa tassa sull'ombra: a fronte di 2.581.000,75 € previsti sono stati effettivamente incassati 80.100,09 € […] Basta leggere a pagina 18 della relazione tecnica al conto di Bilancio 2015 […] e si ricava un risultato reale: Bilancio corrente: entrate 80.149.949,43 €, uscite 85.905.278,40 €. Quindi come si vede vi è un disavanzo di cassa di oltre 5 milioni di euro. Ora si capisce perché non vi siano i soldi per ristrutturare la delegazione di Torvaianica e perché vogliono vendere qualche immobile”. Alla luce di quanto visto e analizzato in precedenza tuttavia appare evidente una non corretta interpretazione dei numeri iscritti a bilancio. Interpretazione forse ammissibile fermandosi superficialmente alle dichiarazioni, veri proclami (con i quali non siamo d'accordo) della Giunta nel sottolineare il risultato ottenuto – tanto che molti cittadini hanno pensato davvero che in cassa ci fossero realmente 15 milioni da spendere – ma che a una successiva analisi, come del resto ha poi sottolineato anche la stessa Avesani hanno rivelato tutta un'altra natura. Infatti, parliamo di “avanzo” e non di “attivo”. Il problema insiste piuttosto sulla comunicazione operata da Piazza Indipendenza. Altro passaggio da rivedere sarebbe quello, sottolineato da Schiumarini, del confronto tra en-
trate accertate/previste e quanto poi effettivamente incassato. Abbiamo rivolto questa domanda al nostro consulente che ci ha fornito la seguente risposta: “L'Imu, i canoni non ricognitori, la TASI ecc. sono entrate tributarie che all'atto dell'accertamento sono già state epurate di quella parte di entrata su cui il comune non ha certezza. Anche qui un esempio: poniamo il caso di una partita a poker con gli amici. La fortuna mi arride e vinco ma stabiliamo che gli amici mi pagheranno la settimana successiva quando ci incontreremo di nuovo. Poniamo che la mia vincita ammonti a 100 €, ma so già che uno di loro non mi pagherà perché non può, perché è un imbroglione o perché scapperà via pur di non pagare: in pratica i suoi 20,00 € non li avrò mai. Quando mia moglie (che identifica nel nostro caso la Corte dei Conti) mi chiederà quanto ho vinto (ovvero le cifre del mio Bilancio) io risponderò 80,00 € perché solo su questi ho certezza d'incasso. Arriva quindi la fine del mese: nonostante la promessa dei miei amici soltanto uno paga il suo debito. Ho dunque un
incasso reale di € 20,00: la restante parte del debito, già epurata delle cifre ritenute irrecuperabili, si trasforma in un residuo attivo di € 60,00, cifra che conto di recuperare nelle settimane a venire”. Il problema reale si pone se anche i restanti tre amici decidono di non pagare più. Infine la parte riguardante il presunto debito di 5 milioni di euro. Anche qui ci siamo avvalsi del contributo del nostro consulente. “I soldi delle entrate del titolo IV non vanno confusi con quelli del titolo I, II, e III. Queste ultime entrate che derivano da tasse e tributi più specifici contributi statali regionali e altro servono esclusivamente a pagare le spese correnti, ossia i servizi resi ai cittadini. Solo le entrate al titolo IV possono essere destinate alla spesa per a realizzazione di opere pubbliche e queste derivano esclusivamente da alienazioni di beni, sovvenzioni statali o regionali o altro appositamente destinate ed ancora da vendite di tombe cimiteriali, oneri concessori e altre cose di scarso conto. Se si registra un attivo di amministrazione effetto di un risparmio nella gestione, quanto avanzato non può essere destinato a opere pubbliche ma sicuramente può (come nel caso di Pomezia) essere utilizzato per pagare oltre le rate previste eventuali debiti. L'esempio in questo caso si potrebbe fare tra marito e moglie: i coniugi concordano di pagare le spese correnti con lo stipendio del marito e di mettere sul conto della moglie la spesa per acquistare un'auto nuova e il mutuo della casa. Questa è, sintetizzando molto, la situazione”.
Bilancio e proclami, le nostre conclusioni Sulle tematiche importanti serve una comunicazione più trasparente Cerchiamo ora di riassumere il tutto facendo il punto sulla vicenda. Il risultato ottenuto con il documento riferito al 2015 è sostanzialmente positivo e questo è innegabile. Ciò che, purtroppo, continua ancora a mancare, è un'adeguata comunicazione politica del lavoro svolto dall'attuale maggioranza, troppo spesso “farcita” di proclami, di difese della propria ideologia fondata sempre e comunque dal “noi contro tutti” e su valori del “salvataggio della patria” ripetuti fino allo sfinimento, che sta generando
un po' troppa confusione soprattutto sulle tematiche importanti. Nello specifico, organizzare una campagna mediatica come quella che è stata fatta per pubblicizzare il Rendiconto Finanziario è opera assolutamente fuorviante e fuori luogo, sebbene dettata sicuramente dalla strategia politica: ciò che si è ottenuto è l'equazione 15 milioni di avanzo = 15 milioni in più da spendere per la città, il che, come abbiamo visto, non è. Emblematica, in tal senso, la frase della Avesani: “Di fatto questo risultato, non genera un aumento della possibilità di spesa”.
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POLITICA
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Ardea, la politica perde i pezzi Non si riesce a eleggere il Presidente del consiglio né ad approvare il bilancio
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cadenze scadute, scaduto il comune? Sembrerebbe proprio di no a giudicare con quale tranquillità sindaco, giunta e maggioranza di Ardea stanno affrontando il problema della mancata presentazione del bilancio. Impenetrabili ed anche strafottenti quando in modo diretto gli si rivolgono domande in merito non rispondono o lo fanno in modo evasivo senza dire nulla di concreto; non ci lasciano altro che attendere gli eventi dei prossimi giorni per comprendere cosa realmente stia accadendo. Dal momento in cui si dimisero dalla carica il presidente del consiglio ed il suo vice, il consigliere anziano Mauro Giordani (PD) si sta rigorosamente limitando a convocare l'assise esclusivamente per rieleggere le cariche vacanti. La maggioranza non ha fatto nulla per nascondere il proprio disappunto per questo comportamento; tuttavia è stato chiaro che il loro intento è quello di accelerare l'approvazione di delibere che nulla hanno a che fare con l'importanza e l'obbligo di arrivare all'approvazione del bilancio previsionale 2016. Sarebbe bastato per i consiglieri di maggioranza scegliere il presidente e andare oltre, ma neppure tra loro hanno trovato un accordo ed alle ultime due convocazioni di consiglio hanno perfino fatto mancare il numero legale. Ciò impedirà loro di scaricare su Mauro Giordani la responsabilità per l'enorme ritardo accumulato per l'approvazione del bilancio, anche perché nessun impedimento ha avuto la giunta che per prima avrebbe dovuto procedere all'approvazione con una propria delibera, e questo lascia supporre che ci siano oggettivi problemi se non tecnici quantomeno politici per la sua formalizzazione. La legge (il DL 267/2000 noto come TUEL all'Art.141 comma 2) prevede nel caso in cui la giunta non approvi nei tempi previsti per la scadenza (ndr: il 30 aprile) che: “trascorso il termine entro il quale il bilancio deve essere approvato senza che sia stato predisposto dalla giunta il relativo schema, l’organo regionale di
controllo nomina un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio. In tal caso e comunque quando il consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla Giunta, l’organo regionale di controllo assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’amministrazione inadempiente. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio”. Per quanto previsto dunque ci si doveva aspettare l'intervento del prefetto già un mese fa, non per il decadimento del Comune ma perché un commissario intervenisse per sottoporre il Bilancio al consiglio. La latitanza degli organi istituzionali in questa vicenda, ci lascia perplessi e preoccupati per ciò che potrà accadere nei prossimi giorni e forse lo iniziano a capire anche i consiglieri; le dimissioni di Franco Marcucci (maggioranza) e di Antonino Abate (opposizione) hanno un peso non indifferente negli equilibri su cui regge la propria sopravvivenza il sindaco Di Fiori. Anche la sostituzione dei dimissionari ha presentato difficoltà, infatti, ha rinunciato alla surroga di Marcucci l'imprenditore Maurizio Albarelli, lasciando questo compito a chi in lista lo seguiva, il signor Andrea Meneghello. Proprio la surroga di Marcucci con Meneghello potrebbe rivelare inattese sorprese e mal di pancia per il sindaco in quanto al mo-
mento non si sa se il nuovo consigliere si schiererà a sostegno di Di Fiori o preferirà di fatto schierarsi in opposizione al fianco di Luca Fanco che, eletto nella sua stessa lista, da anni ormai è apertamente schierato contro il sindaco. Di recente il consiglio dei ministri ha chiamato Paola Basilone a capo della prefettura di Roma. La dottoressa ben conosce Ardea per esservi stata commissario ai tempi in cui decadde il sindaco Ucci e fu proprio lei ad aver voluto il regolamento di contabilità generale ancora in auge ad Ardea. Ci sono giunte voci di una riunione in prefettura da lei tenuta per via degli innumerevoli problemi legati alla mancata approvazione del bilancio ad Ardea ed in altri comune della provincia; in quella sede pare sia stato fatto per il nostro comune il nome di un illustre possibile commissario attualmente impegnato come capo gabinetto del Ministro Alfano. Al punto in cui questo comune è giunto poco importa che sia la Dottoressa Luciana Lamorgese od un suo collega ad essere nominato commissario per traghettare Ardea fino alle prossime elezioni, l'urgenza è piuttosto quella di rimuovere seppur forzatamente l'immobilismo che da più di un anno costringe l'amministrazione in uno stato catatonico dove anche la gestione dell'ordinario trova spazio con difficoltà. Un commissariamento oggi sbloccherebbe immediatamente la questione bilanci perché oltre al previsionale, ampiamente scaduto nei termini, anche il rendiconto non è stato ancora approvato, ed inoltre ci sarebbe la possibilità non recondita di un voto amministrativo in concomitanza con la votazione per il referendum sulla Costituzione previsto per ottobre. Questo è un vero spauracchio per gli aficionados delle amministrazioni di destra che ad Ardea si succedono l'un l'altra sempre riproponendo le stesse facce; costoro sanno che la fine di questo regime è ormai prossima e lotteranno con tutte le loro forze per impedire che al governo arrivi un centro sinistra che, seppur frantumato internamente, costituisce una legittima alternativa, ovvero a forze nuove mai presentatesi prima in questo scenario come il partito leghista di Noi con Salvini o il Movimento 5 Stelle che ad Ardea, in particolare, ha fatto segnare percentuali di preferenze addirittura superiori a quelle della media nazionale. Vada come vada un fatto è certo: la campagna elettorale è inconfutabilmente iniziata. Mario Savarese
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CRONACA
Il Corriere della Città
Giugno 2016
La battaglia di Campo Ascolano
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ampo Ascolano ha deciso di dire basta all'immobilismo che, anche con questa amministrazione, attanaglia e stringe in una morsa le sorti di questo quartiere. Seimila abitanti ma nemmeno uno spazio comune. A Campo Ascolano ci sono solo case, niente più. Per questi motivi, e per cercare di sensibilizzare (come se ce ne fosse ancora bisogno) l'attuale governo della città, gli abitanti hanno deciso di far sentire la propria voce nel cuore di Pomezia, in Piazza Indipendenza. Giovedì 26 maggio infatti una cospicua delegazione di cittadini, “armata” di cartelloni colorati, palloncini verdi e fischietti affidati ai bambini, si è presentata sotto gli uffici comunali per chiedere un incontro con il Sindaco. Ad attenderli però, nonostante della manifestazione si sapesse già da tempo, hanno trovato solo le forze dell'ordine, un dispiegamento – del tutto incomprensibile e fuori luogo (per carità, va bene la sicurezza ma a tutto c'è un limite) – di militari composto da Polizia, Carabinieri, e Polizia Locale. Dalla giunta però nessuna risposta: al momento del sit-in erano già andati via tutti. Inevitabili dunque i cori “Vergogna, vergogna” rivolti al Primo Cittadino accompagnati dallo slogan “Dall'Amministrazione soltanto indifferenza” che ha contraddistinto, e lo fa tutt'ora, l'intera protesta. L'indomani tuttavia qualcosa si è mosso. Il Sindaco invia subito un comunicato in cui chiarisce la sua posizione, comunicato che arriva quasi contemporaneamente ad una nota del Nuovo Comitato di Campo Ascolano che esprimeva, al contrario, profonda amarezza per l'accaduto. “Di fronte al Comune di Pomezia oggi – esordisce la nota del Cdq – coi nostri bambini, i nostri cartelloni colorati, i nostri girotondi, la nostra speranza di essere accolti e ascoltati, noi c’eravamo, anche per chi non è potuto venire, anche per chi forse disilluso e stanco getta la spugna. C’eravamo a chiedere cose semplici, per le quali non si dovrebbe aspettare cinquant’anni. C’erano persone che hanno votato questo sindaco, altre che hanno scelto tre anni fa di votare diversamente. Persone anziane che da una vita chiedono le stesse cose: giardini, luoghi pubblici dove potersi incontrare, fare due chiacchiere, portare i passeggini. Tante donne a inventare slogan improbabili – perche non siamo specialiste della politica e non siamo abituate a dover scendere in piazza e gestire un centinaio di persone sorridenti ma quasi
I cittadini chiedono da anni una soluzione per il proprio quartiere: protestano in piazza ma nessuno dell'amministrazione ha voluto incontrarli
sperse. C’erano i bambini e le bimbe che portavano palloncini colorati, e che a un certo punto si sono messi a gridare “siamo bambini! Vogliamo i giardini!”. C’era una signora che fatica a camminare e si è portata una sediolina per esserci ma non stancarsi troppo. Un’altra con una stampella che ha fatto le scale tre volte per chiedere che ci ricevessero. C’erano uomini un pò più seri e composti che non li contagi facilmente con l’allegria, altri che con noi hanno girato intorno agli striscioni tenendoci tutti per mano. C’era qualche rappresentante di altri quartieri che raccontava come anche loro non riescono a essere ascoltati. C’era il nostro meraviglioso giovane parroco con un cartello che diceva “i nostri bambini non hanno scuole, non hanno giardini”. E c’erano i poliziotti, parecchi e un po’ imbarazzati, gentili, che non sapevano neanche bene perché stavano lì…. Ci dispiace, hanno detto. Il sindaco non c’è. Ci dispiace, dopo dieci minuti, non c’è nessuno dell’amministrazione. Ci dispiace, dopo altri dieci minuti, non c’è nemmeno qualcuno della segreteria del sindaco a cui chiedere per l’ennesima volta un appuntamento, una data. Noi c’eravamo. Fiduciosi che qualcuno di questa amministrazione che si definisce differente si dimostrasse tale. Abbiamo giocato, riso, urlato tanto, perso la voce, come una liberazione, presenti. Felici e fieri di voler essere protagonisti del nostro destino e non solo vittime. Basta essere vittime silenziose e dimesse non si sa bene di chi o di che cosa. Ci siamo tutti insieme messi seduti sulla scalinata del Comune che aveva chiuso le porte, tutti col pollice verso. Ma dove siete? Dove diavolo siete, voi che dovreste avere a cuore il nostro benessere, voi che dovreste innanzitutto ascoltare i cittadini e cercare di capire quali sono i loro veri bisogni.” Non c’era nessuno. Silenzio. Niente dialogo. Niente scambio. Niente parole. Come fossero re che col popolo non parlano, non si degnano, non si abbassano. Dopo un anno che si tenta di dirgli: per favore, sediamoci tutti insieme e troviamo una soluzione, proviamo insieme a progettare questo quartiere, questo pezzetto di terra pieno di vita e di vite meravigliose. Niente, Abbiamo appeso i nostri palloncini colorati al lampione, poggiato i nostri cartelloni, i bimbi hanno giocato ancora un po, ce ne siamo tornati a casa forti, delusi ma rinnovati, un po’ tristi ma pieni di quella energia bella che senti quando ti impegni per qualcosa che non riguarda solo te, ma tutti. Bhè non ci crederete, ma la cosa più assurda è stata vedere che il sindaco, quando siamo rimasti veramente in pochi, è sgattaiolato via dal palazzo comunale di fronte, in macchina. Non ha avuto il coraggio di farsi vedere, l’intelligenza di venire e mischiarsi tra noi, cittadini come lui, non è riuscito neppure a nascondersi bene. E non è solo un problema politico. Non importa se è dei 5 stelle del Pd o di un qualsiasi altro partito o movimento. E’ un problema di umanità che manca. Di educazione. Di arroganza. Lui è il nostro Primo Cittadino. E doveva essere con noi, ascoltarci. Non nascondersi, come e anzi peggio degli ultimi.” Queste invece le parole di Fucci affidate all'Ufficio Stampa.
“Ieri (il giorno della manifestazione ndr) sono stato impegnato tutto il giorno al Forum PA di Roma per la presentazione di un progetto virtuoso del nostro Comune. Avevo avvisato i residenti di Campo Ascolano che sarei stato assente durante la manifestazione, ma che li avrei incontrati comunque. Questa mattina, durante un evento con le scuole in piazza Indipendenza, ho incontrato una delegazione del quartiere che riceverò nei prossimi giorni”. “Comprendo pienamente il disagio dei cittadini di Campo Ascolano. Li abbiamo incontrati diverse volte per confrontarci sui problemi del quartiere e sulle soluzioni che stiamo mettendo in campo. La carenza di servizi perdura da 50 anni, come gli stessi residenti dichiarano, ma verrà colmata grazie agli indirizzi contenuti nel prossimo nuovo piano regolatore generale. Per realizzare i servizi di cui il quartiere ha bisogno sono necessarie aree pubbliche che al momento non sono disponibili. La buona notizia è che per la prima volta, da 50 anni a questa parte, l’Amministrazione che guida la Città sta lavorando alla pianificazione urbanistica del quartiere, proprio con l’ottica di reperire quelle aree da destinare a giardini, scuole e impianti sportivi. Stiamo lavorando seriamente alla risoluzione dei problemi che i cittadini incontrano quotidianamente vivendo a Campo Ascolano: è un lavoro attento e puntuale che la nostra Amministrazione sta facendo per ogni quartiere della Città e che sta già dando i suoi frutti”. Sì perché, come anticipato dal Sindaco, alla fine un incontro, seppur fugace, tra le parti c'è stato. Il giorno dopo la manifestazione alcuni rappresentanti del Comitato si sono recati nuovamente in Piazza Indipendenza dove il Sindaco stava tenendo la premiazione di un concorso organizzato dal Comune. Avvicinatolo hanno dapprima chiesto spiegazioni su quanto accaduto il giorno prima (le motivazioni date sono riassunte praticamente nel comunicato qui sopra) avanzando poi la richiesta di un confronto diretto il prima possibile. “A breve organizzeremo un incontro”, è stata la promessa del Sindaco fatta al Comitato. Adesso dunque tutto è, di nuovo, nelle mani della sua Giunta: i cittadini hanno deciso di concedere ulteriore fiducia al Movimento 5 Stelle, l'Amministrazione riuscirà a ripagarla?
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CRONACA
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Consorzi e passaggi a mare, qualcosa sta cambiando Le strutture dovranno far passare disabili e biciclette
C
onsorzi ancora sotto la lente d'ingrandimento. Nel mese appena trascorso anche una parte della politica rutula è 'scesa in campo' nella vicenda relativa all'insistenza sul territorio delle strutture consortili che impediscono, di fatto, l'accesso libero a mare. Come appreso dal Comune di Ardea lo scorso mese le trattative tra l'amministrazione e i Consorzi stanno procedendo nel tentativo di arrivare ad una soluzione condivisa da tutti. Eppure sono in molti, per così dire, a non accontentarsi, richiedendo provvedimenti più stringenti. Tra i più battaglieri Walter Giustini, responsabile locale del movimento “Fare! Con Tosi”, che si è rivolto ai propri parlamentari al fine di interrogare il Ministro su cosa intende fare per far ripristinare la legalità e restituire il mare ed il bene pubblico ai cittadini e ottenendo la presentazione di un’interrogazione al Ministro Angelino Alfano, chiedendo di “intrapendere una verifica urgente delle responsabilità che hanno determinato una tale situazione di irregolarità e inadempienza da parte dell’amministrazione comunale ai danni della comunità”. Nel mese appena trascorso c’è l'apertura di un nuovo e ulteriore “fronte” costituito dai consiglieri Cristina Capraro e Luca Fanco. Nel mirino finisce un Consorzio in particolare, quello di Colle Romito. Anche qui le contestazioni sono pressoché le stesse, a partire dall'illegittimità con la quale, secondo quanto riportato da Capraro e Fanco, il Consorzio stesso opererebbe (dalla redazione del bilancio, alla messa in opera di lavori attraverso l'assegnazione
di appalti – anche ingenti ed estranei alle attività di rifacimento delle strade come invece dovrebbe essere scavalcando talvolta anche gli enti competenti – fino alla raccolta dei rifiuti) riassunta nei punti per i quali si chiedono all'amministrazione chiarimenti. Aspetti anomali del funzionamento del Consorzio di Colle Romito si riscontrerebbero nella modalità di pagamento delle quote consortili; “la procedura adottata scrivono i consiglieri nella loro denuncia - risulta in violazione dell’Art. 7 del citato D. Lgs. Lgt. 1446/1918; il consorzio di Colle Romito non sarebbe legittimamente costituito mancando agli atti del Comune l’atto costitutivo; il consorzio di Colle Romito non poteva e non può riscuotere le quote consortili in via diretta nella veste giuridica di consorzio obbligatorio stradale (…) dovendo gli elenchi essere conformi ad un piano di ripartizione approvato dal consiglio comunale, di cui non si ha notizia”. I due Consiglieri richiedono tutta una serie di documenti in primo luogo al Comune (e in particolare qui si richiede accesso agli atti riguardanti il controllo operato dall'amministrazione sul bilancio consortile), e dall'altro al Consorzio di Colle Romito, soprattutto su quegli aspetti concernenti le procedure per l'affidamento dei lavori nell'area appartenente alla struttura. Giorno dopo giorno cresce l'attenzione su una vicenda mai risolta, e ora qualcosa sembra essersi mosso: la giunta ha effettuato, con una serie di delibere, un primo passo verso il superamento delle barriere per l'accesso a mare, mentre le Forze dell'ordine hanno posto
sotto sequestro la discarica presente all'interno del Consorzio di Colle Romito. “Via dai comprensori tutte le barriere architettoniche che limitano l’accesso al mare – comunica l’amministrazione comunale rutula - lo ha disposto il sindaco di Ardea Luca Di Fiori firmando una serie di ordinanze che obbligano i presidenti di Lido di Lollia, Marina di Tor San Lorenzo, Vela Bianca, Diomede, Tirrenella, Sabbie d’Oro, Lido dei Coralli, Marina Piccola e Piccola Capri, a risolvere i problemi delle barriere garantendo tra l’altro l’accesso anche a biciclette e carrozzelle. Inoltre, si ordina di consentire l’accesso ai veicoli in servizio per l’emergenza e di tutti i mezzi che hanno a bordo persone con limitata o impedita capacità motoria”. “L’interesse pubblico è assolutamente prevalente rispetto ad eventuali e ulteriori altri interessi privati – ha detto il sindaco di Ardea Luca Di Fiori – I comprensori sono fisicamente aree interposte e di passaggio e possono prevedere varchi che devono essere fruibili. Già molti loro presidenti si sono dimostrati disponibili a voler affrontare e risolvere il problema, seguendo il principio del servizio che giustamente deve essere offerto alla collettività. È un primo atto che va a regolamentare il sistema. Ora ne seguiranno altri per rendere più fruibili i nostri lidi: già con i presidenti dei comprensori stiamo valutando il modo per dare una maggiore accessibilità anche ai turisti, che in questo modo oltre che accedere al mare potranno usufruire di ulteriori servizi”.
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CRONACA
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Il caso, la sentenza del Tar che bloccò il Comune
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n tentativo da parte dell'amministrazione per eliminare le barriere e consentire un libero accesso a mare fu fatto nel 2011. Con una serie di ordinanze (come la 58, la 47 e la 59, comprese nell'arco temporale da maggio a giugno 2011), il Comune tentò l'abbattimento dei famosi cancelli rivolgendo i provvedimenti, tra gli altri, ai Consorzi Lido di Tirenella, Piccola Capri, Lido di Lollia, Marina Grande, Lido dei Coralli, Marina Piccola, Vela Bianca, Lido di Tor San Lorenzo. Obiettivo delle ordinanze era quello, nell'ambito “di un percorso giuridico e amministrativo teso a riqualificare il litorale insistente nel territorio del Comune di Ardea”, “anche di rendere il litorale di Ardea fruibile ed accessibile a tutti”. Ma perché allora il TAR fermò il provvedimento? Prendiamo ad esempio la sentenza (identificativo n° 06495/2010) emessa il 18 ottobre 2012. Nel contenzioso, per annullare l'ordinanza n. 59, da una parte troviamo il “Consorzio Tor S. Lorenzo Lido ed altri”, dall'altra il Comune di Ardea. “L’odierna controversia – esordisce il TAR – attiene ad una serie di provvedimenti, con cui il Comune di Ardea si è prefisso lo scopo di eliminare presunte barriere architettoniche, che intralcerebbero l’accesso al mare da parte della collettività, e che vi sarebbero state abusivamente collocate da consorzi privati, tra cui la parte ricorrente, che agisce unitamente a due proprietari aderenti al consorzio. Tali provvedimenti sono stati adottati, sulla base di differenti presupposti normativi, in rapida successione, a partire dal maggio 2010, e sono stati impugnati dapprima con un ricorso principale, ed in seguito con motivi aggiunti.” Scorrendo le righe emerge però il primo 'cortocircuito': “In primo luogo, il Comune ha pronunciato l’ordinanza n. 59/195 del 2010, con cui è stata ordinata alla parte ricorrente la rimozione di un cancello in ferro, asseritamente collocato sul demanio marittimo, in forza dell’art. 1, comma 251, della l. n. 296 del 2006. Tale disposizione normativa si indirizza ai concessionari di spiaggia pubblica, al fine di obbligarli a permettere ai terzi il transito lungo l’area in concessione, per raggiungere il mare. Con il ricorso principale, il consorzio ha evidenziato di non essere titolare di alcuna concessione pubblica, ed ha negato che i cancelli insistano su area demaniale. Il Tribunale rileva la fondatezza del secondo, assorbente motivo di ricorso (violazione della l. n. 296 del 2006), poiché è pacifico che parte ricorrente non goda di alcuna conces-
sione: l’atto impugnato è perciò stato emanato sulla base di un parametro normativo del tutto inconferente”. Quindi, in prima analisi, dato che il Consorzio non disponeva di una concessione, non poteva aver violato la norma sulla quale...si basava l'ordinanza del Comune. E questo a prescindere dell'effettivo problema - ovvero: le barriere sono lecite oppure no? - proprio a causa del presupposto normativo errato di partenza. Ma andiamo avanti. “In secondo luogo – riprende il testo – può anticiparsi fin d’ora che la verificazione disposta in corso di causa ha acclarato, con accertamento congruamente motivato ed esente da vizi logici, che il cancello in ferro oggetto dell’ordine di rimozione non sorge né sul demanio marittimo, né entro la fascia di rispetto, ciò che costituisce, come dedotto dalla ricorrente, ulteriore causa di annullamento dell’ordinanza 59 del 2010” Quindi a maggior ragione qualcosa non torna: come è possibile che si sia indicato un luogo fuori dal demanio marittimo (e dalla fascia di rispetto)? La situazione solleva tuttavia ancora più dubbi scendendo nella parte relativa ad un'altra ordinanza. Leggiamo: “In seguito, il Comune ha spiccato l’ordinanza n. 47/176 del 2011, con la quale l’ordine di rimozione è stato espressamente basato sull’art. 55 cod. nav., poiché le barriere architettoniche sarebbero state collocate sul demanio marittimo, o comunque entro la fascia di rispetto, in corrispondenza della via Cavalli Marini. Il Tribunale ha ordinato sul punto la verificazione di cui già si è detto, accertando l’insussistenza del presupposto fattuale assunto dal Comune: per un verso si è escluso che il cancello in ferro sia in fascia demaniale; per altro verso, le eventuali barriere si trovano altrove rispetto alla via Cavalli Marini, sicché in nessun caso possono ritenersi oggetto dell’atto impugnato. Quest’ultimo va perciò annullato in accoglimento dell’assorbente censura sub 1) svolta con il secondo ricorso recante motivi aggiunti, con cui si è denunciato il travisamento dei fatti, essendo la proprietà consortile posta a km di distanza dalla via Cavalli Marini. L’annullamento, come è ovvio, è limitato alla posizione del consorzio ricorrente, avendo l’atto ulteriori destinatari, autori di analoghi abusi, estranei al presente contenzioso”. In altre parole: benché insistano delle barriere, esse sono altrove - “essendo la proprietà consortile posta a Km di distanza dalla via Cavalli Marini” - rispetto a quanto evidenziato dall'ordinanza emessa dal Comune, che conteneva per l'appunto la rimozione di tale cancello. Infine l'ultimo passaggio che segna un ulteriore successo per i Consorzi: indicazioni generiche, pertanto l'illecito non si può stabilire.
“Pendente la causa, il Comune si è pronunciato nuovamente con l’ordinanza 58/192 del 2011, impugnata sempre con il secondo ricorso per motivi aggiunti. Tale atto ordina la rimozione di “ogni sbarramento al transito veicolare e/o pedonale” costruito “sul demanio marittimo e/o le sue pertinenze nonché sulle vie comunali”, senza indicare quale ne sia la base normativa. Come è immediatamente percepibile, la nuova ordinanza ha un contenuto del tutto generico ed indeterminato, che impedisce di individuare sia la natura giuridica dell’abuso, sia il luogo ove esso sarebbe stato eseguito, sia la forma materiale di esso. La motivazione di provvedimenti repressivi di abusi edilizi si esaurisce con una adeguata descrizione dell’illecito, che invece, nel caso di specie, è del tutto omessa, impedendo con ciò alla parte ricorrente sia di localizzare esattamente l’opera da rimuovere, sia di difendersi contro l’ordine di demolizione. È perciò fondato l’assorbente motivo di ricorso sub 1) (travisamento, difetto di istruttoria), nella parte in cui si contesta la genericità ed indeterminatezza dell’atto impugnato: quest’ultimo va perciò annullato, limitatamente alla posizione del consorzio ricorrente (avendo, anche in tal caso, altri destinatari per analoghi abusi). Sono assorbite le altre censure, del tutto identiche a quelle già dichiarate assorbite” “Rispetto ai vizi così accertati, è priva di pertinenza la linea di difesa del Comune, relativa al carattere pubblico delle vie Lungomare Maga Circe e Lungomare dei Greci, in ragione sia del fatto che l’unica via menzionata negli atti impugnati è la via Cavalli Marini, sia del rilievo per cui la genericità delle ulteriori contestazioni rende vano un accertamento processuale sulla localizzazione dei presunti abusi. Le spese processuali seguono la prevalente soccombenza del Comune e si liquidano in euro 2000,00, oltre accessori di legge. A carico del Comune restano anche le spese di verificazione. L’accertamento è stato compiuto dal verificatore nell’ambito di 8 cause analoghe, vertenti tra altrettanti consorzi ed il Comune di Ardea, ed ha quindi carattere unitario: la liquidazione del compenso va perciò globalmente determinata in euro 1940,84, a seguito di raddoppio di esso dovuto alla complessità implicata dal numero delle operazioni richieste”.
Il Corriere della Città
CRONACA 16 Marina di Ardea, una risorsa per il turismo da salvare
Giugno 2016
È
iniziato il mese di giugno ed il 21 entreremo ufficialmente nell'estate. Da settimane nei quasi 5 mila chilometri di costa balneabile della nostra penisola, gli operatori ed i comuni si danno un gran da fare per rendere accogliente ed ospitale ogni angolo di questo splendido ed invidiabile territorio della nostra bella Italia. La nostra città, Ardea, gode di una invidiabile posizione con un primato unico che ci assegna quasi lo 0,2% di tutta la costa balneabile italiana, più o meno la spiaggia di Rimini, il 50% in più di quella di Riccione, 4 volte quella di Cattolica, il doppio di Forte dei Marmi. Una inestimabile potenziale ricchezza. Il giro di affari che ogni anno il nostro mare frutta agli operatori balneari ammonta 27 miliardi e mezzo di Euro; con le dovute proporzioni Ardea dovrebbe far registrare un giro di affari superiore ai 50 milioni di Euro all'anno. Da capogiro. Marina di Ardea sulla via del Lungomare degli Ardeatini, è l'unico tratto del nostro mare non del tutto nascosto alla vista dalle ormai fatiscenti costruzioni in gran parte abusive edificate negli anni dal sessanta in poi. Un arenile dalla sabbia fine, quasi bianca, macchiata, no-
nostante i perpetrati tentativi di distruzione, dalla flora tipica e dallo spontaneo riformarsi delle dune, spettacolo unico di questo mare, che ogni inverno la natura invano ci ripropone. Per oltre l'80% della sua estensione questa spiaggia è libera per i bagnanti. Un vero e proprio tesoro di bellezza che i turisti assai di più potrebbero apprezzare se un minimo di accortezza gli dedicasse l'amministrazione di questa città. Ecco come si presenta il primo di giugno di questo 2016 questo splendido territorio che dovrebbe far invidia ad ogni comune che si affaccia sul mare italiano. La pista ciclabile lato mare, illuminata artificialmente nelle ore serali, una vera rarità per Ardea, è totalmente impraticabile per la presenza di cumuli di sabbia e perfino vegetazione e rifiuti che la ingombrano per tutta la sua estensione. Non va bene neppure al lato opposto della strada, dove i cumuli di sabbia e di sporcizia si infrappongono ai cancelli di ingresso delle abitazioni; un tratto stradale privo di marciapiedi che ad ogni pioggia si trasforma in palude e d'estate in ricettacolo di sabbia ed ogni altra cosa il vento possa trascinarvi. Perfino i passaggi a mare, come quello riportato nella foto, mostra tutta l'incuria che l'Ente dimostra nei confronti di questa costa; un cartello fatiscente che, come gli altri d'altro canto, av-
verte che la spiaggia è priva di assistenti bagnanti e cerca di dissuadere gli incauti a traversare quella gola sabbiosa e stretta a fianco di un rudere pericolante che dà l'aria di crollare da un momento all'altro; e come se non bastasse lo sbocco sulla spiaggia è ostruito, o quasi, da un cumulo di sabbia tanto alto da nascondere perfino la vista del mare. Nello scorso anno, il 2015, l'amministrazione comunale dedicò alle risorse per le funzioni in campo turistico 51.500 € per poi impegnarne effettivamente neppure la metà; in quanto alla nuova stagione nulla è ancora dato sapere perché, seppur dichiarando di aver predisposto il bilancio 2016, i nostri amministratori hanno deciso di tenerlo ancora ben nascosto nelle segrete stanza e solo informalmente dichiarano di averlo proposto a valutazione dei revisori dei conti, mentre ufficialmente il prefetto ha già dovuto intimare un ultimatum per la sua approvazione. Un paese che si definisce Agricolo e Turistico che dedica risorse finanziare per queste voci di spesa che non arrivano insieme all'uno per mille del proprio bilancio. Una vergogna. Mario Savarese
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CRONACA
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Nuova Florida, stop alla “puzza” Coperture alle aree di stoccaggio di biogas
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na parziale vittoria per i cittadini quella ottenuta dopo anni di lotte contro i nauseabondi olezzi che pervadono gran parte della Nuova Florida ad Ardea. Da poco tempo sono stati completati i lavori di realizzazione delle coperture atte a mitigare i terribili odori che si sprigionano dalle aree di stoccaggio dove la società accumula le sostante putrescenti che sono utilizzate per alimentare i grandi digestori per la produzione di gas metano. L'azienda, oltre un anno fa, fu obbligata da un'ordinanza del Sindaco a realizzare questa ed altre opere e a sospendere la produzione fino alla conclusione dei lavori di adeguamento, tra i quali, per urgenza, spiccava proprio la necessità di realizzare aree di stoccaggio completamente chiuse per impedire la fuoriuscita di odori molesti. In realtà l'azienda non ha mai cessato la propria produzione di biogas e ha continuato a bruciarlo nei cogeneratori di energia immettendo nella rete elettrica potenza per oltre 500 Kwatt/h. Dapprima i responsabili si giustificarono dicendo che non era possibile fermare del tutto l'impianto in quanto il processo di maturazione all'interno dei digestori anaerobici non era immediatamente arrestabile e per questo si impegnarono a lavorare ad un regime ridotto alimentando l'impianto con le sole deiezioni bufaline ricavate dalle bestie dell'allevamento zootecnico e con gli scarti della loro produzione agricola. Non soddisfatti di questa deroga, uno spiacevole episodio si verificò poco dopo a causa di una fornitura di sansa di oliva che mai si sarebbe dovuta impiegare prima che i lavori fossero completati. L'azienda si giustificò per la terribile puzza di quei giorni adducendo bizzarre motivazioni collegate al raccolto prematuro del frutto per via dell'anomala stagione meteorologica di quell'anno a dalla inattesa invasione di mosca olearia, che l'avevano costretta ad anticipare il normale periodo di approvvigionamento. Mai comunque fu interrotta la produzione che, anzi, riprese normalmente seppure non fossero stati ultimati i lavori di adeguamento e numerosissimi sono stati i camion dal contenuto ignoto che i cittadini hanno visto giungere sull'impianto, tanto vicino alle abitazioni da poterlo facilmente controllare dalle finestre della propria casa. Le autorizzazioni che dovrebbero essere state concesse all'azienda, di cui mai il nostro comune ci ha
voluto mostrare copia, dovrebbero prevedere l'assoluto divieto di utilizzare rifiuti organici per la produzione di biogas per impianti di questo tipo, ma a giudicare dagli odori molesti causati dalla putrescenza delle sostanze usate, i sospetti dei cittadini restano inalterati e continuano a necessitare di chiarezza. A pochi metri dall'impianto, oltre le civili abitazioni, c'è un asilo nido e non distante un supermercato dove è difficile conciliare l'acquisto di cibo con il nauseabondo odore che i clienti percepiscono. L'azienda ha di recente subito una condanna tramutata in sanzione amministrativa per aver provocato danni ambientali con sversamenti nei locali corsi d'acqua di sostanze evidentemente pericolose. Purtroppo la magistratura si è espressa solo per il reato per cui l'azienda è stata indagata dalla locale Capitaneria di Porto ma non ha ritenuto di dover andare a verificare che l'impianto, per la sua collocazione e per il tipo di lavorazione e materiali utilizzati, fosse stato realizzato a norma. Questo dovrebbe essere di competenza del comune che, nonostante le proteste dei cittadini, mai si è espresso chiaramente in merito. L'ordinanza che ha obbligato l'azienda a coprire le aree di stoccaggio è stata una piccola vittoria scaturita da anni di lotte dei cittadini. Qualche effetto lo si nota già: gli odori molesti si limitano ad alcune ore della giornata e la loro intensità si percepisce in un'area un poco più ristretta di prima. Già dalla strada, come si può verificare dalle fotografie riportate in questo articolo, si possono distintamente riconoscere le tre coperture realizzate. I cittadini, tuttavia, sono solo parzial-
mente soddisfatti da questo risultato ottenuto, perché, se mentre da un lato si sono così un poco mitigati gli odori molesti, inalterata resta la preoccupazione che la presenza dell'impianto desta per i danni ambientali che potrebbe procurare e i pesanti risvolti sulla loro salute. Recentemente si è svolta una riunione nell'ufficio del sindaco proprio per affrontare questi temi ed i cittadini erano stati invitati da un consigliere comunale a partecipare all'incontro, ma poi a nessuno di loro, neppure ad un singolo rappresentante è stato concesso di assistere. Quanto è stato riferito in seguito è suonato come l'ennesima presa in giro, anzi, assai peggio, come una precisa volontà di nascondere una situazione insostenibile ed inconfessabile che non si capisce per quale motivo il Sindaco continui a difendere. Se così non fosse da tempo si sarebbe data una risposta alle domande che i cittadini, comunque, continueranno a ripresentare fino ad ottenere chiarezza e garanzie di sicurezza. Mario Savarese
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Il Corriere della Città
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Pomezia: va a fare la spesa e lascia neonata chiusa in macchina nel parcheggio
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na neonata lasciata da sola in macchina, con i finestrini tutti chiusi, nel parcheggio all’aperto del centro commerciale 16 Pini, a Pomezia, mentre la mamma andava a fare la spesa. È successo il 31 maggio e a notare la scena alcune persone che hanno fotografato la piccola, messa in un “ovetto” nel sedile anteriore e coperta dai raggi del sole con una copertina poggiata trasversalmente. La bimba dormiva – attorniata da giochi e piccoli peluche, con un’altra copertina addosso – ma questo non giustifica certamente il gesto scellerato e incosciente di chi l’ha lasciato solo in auto, con tutti i rischi che ne conseguono. A quanto ricostruito dai testimoni, tra il momento in cui ci si è accorti della bambina chiusa nella macchina e quando è tornata la madre sono passati circa 20 minuti. La donna, una straniera, era stata richiamata dagli annunci fatti dai responsabili del centro: le persone che
si sono accorti della bambina hanno infatti avvisato i vigilantes, mentre una donna ha allertato carabinieri e vigili del fuoco. Ma la mamma della piccolina ha fatto in tempo a salire nell’auto e ad andare via prima che la pattuglia del 112 e il mezzo dei vigili del fuoco arrivassero nel parcheggio.
A quanto pare è stato preso il numero di targa dell’auto, per cui la donna dovrebbe essere stata identificata dalle forze dell’ordine. Non si sa se sia stata successivamente denunciata per abbandono di minore.
Pomezia, lite in pieno centro degenera: accoltellato 35enne
È
finita con una coltellata una lite sorta il 30 maggio sera, intorno alle 21:30, in via Roma, in pieno centro a Pomezia, all’altezza di via Petrarca. Due uomini hanno iniziato a discutere e, a un certo punto, dalle parole si è passati ai fatti: un 35enne italiano, conosciuto per i suoi problemi di alcool e droga, è stato ferito da uno straniero di nazionalità rumena, che dopo aver accoltellato al fianco il suo rivale è fuggito facendo perdere le proprie tracce. Sul posto, chiamati dai passanti e dalle persone che abitano nei dintorni, sono intervenuti i sanitari del 118 e carabinieri della vicina caserma, che hanno raccolto le testimonianze e avviato un’indagine. Il 35enne è stato trasportato al pronto soccorso della clinica S. Anna, dove è stato curato e dimesso. Non si conoscono con certezza i motivi della lite, probabilmente esasperata dal fatto che l’uomo ferito, come probabilmente anche lo straniero poi fuggito, fosse ubriaco. Non è noto se fosse ubriaco anche l’aggressore.
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Pomezia, Centro Cavour-Liceo Artistico e linguistic
1° Classificato: Alessia Raggini 5C
2° Classificato: Ylenia Conficconi 4D
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CRONACA
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co “Pablo Picasso”: premiati i vincitori del concorso
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i è svolta Lunedì 23 maggio la cerimonia di premiazione del progetto organizzato dal “Centro Cavour” in collaborazione con il Liceo Artistico/linguistico di Pomezia “Pablo Picasso” e con “Il Corriere della Città” quale media partner dell’iniziativa. Il concorso, svoltosi nel corso del mese di maggio, ha avuto come obiettivo la realizzazione di alcune tavole grafiche – che saranno poi pubblicate sul numero cartaceo di Giugno della nostra testata – volte a mostrare alla collettività l’importante opera di rigenerazione urbana operata dal “Centro Cavour”, che sta offrendo al territorio una nuova identità attraverso la valorizzazione
del quartiere. A decretare i vincitori è stata una giuria composta da Franco Mazzoni, Grafico Pubblicitario, Maria Lauro, docente del Liceo Artistico/linguistico “Pablo Picasso”, e Giusy Pannacci, imprenditrice di Pomezia: il primo premio è andato ad Alessia Raggini, la quale si è aggiudicata € 500.00, mentre al secondo posto – premio in questo caso di € 300.00 – si è classificata Ylenia Conficconi; Federica Sciorio e Sara D’Angeli si sono invece aggiudicate il terzo premio, pari a € 200.00. Ulteriori riconoscimenti sono andati poi a Federica Polidoro, la quale è stata premiata con un buono da spendere presso il locale di Pomezia “Baccanale”, a
3° Classificato: Federica Sciorio & Sara D’Angeli 4C
Krizia Fia, a Valerio Pierino e Francesco Pes, e ad Elena Pergolini e Sara Ricci, con questi ultimi che hanno ricevuto un attesato di merito per la Creatività. Alla premiazione hanno preso, parte oltre alla giuria sopracitata, Mario Serafinelli del “Centro Cavour”, finanziatore dell’intero concorso, la referente del progetto per il Liceo artistico/linguistico “Pablo Picasso”, la docente Simonetta Trabocchini, il Dirigente Scolastico, Alessandra Silvestri, Alessandro De Paolis, responsabile Marketing de “Il Corriere della Città”, e Valentina De Paolis, rappresentate degli studenti dell’Istituto Via Copernico.
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Schiamazzi notturni, bottiglie di birra e “bagni all’aperto”: la protesta dei cittadini Raccolta firme contro il degrado della piazza del mercato a Torvaianica
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ornano a farsi sentire gli abitanti delle abitazioni limitrofe alla piazza del mercato, a Torvaianica. Dopo le segnalazioni inoltrate più volte (l’ultima di settembre 2015) all’amministrazione comunale, tutte senza risposta, nei giorni scorsi è stata stilata un’altra lettera indirizzata al sindaco Fabio Fucci, a tutti gli assessori e consiglieri comunali, alla polizia locale e all’ufficio ambiente. “La popolazione che risiede nelle immediate vicinanze della zona mercatale di piazzale Kennedy e aree limitrofe è veramente stanca di subire soprusi e angherie sia notturne che diurne da parte di chi utilizza questa zona non solo per gettare i propri rifiuti nonostante la presenza, poco distante, dell’isola ecologica, ma anche come “bagno a cielo aperto” e come luogo dove bivaccare la notte, facendo continui schiamazzi e mettendo la musica ad alto volume, senza curarsi di chi vuole dormire”, spiegano i cittadini. “È vero che - scrivono nella lettera - nell’area in questione sono stati installati tre o quattro contenitori per la raccolta dei rifiuti di plastica/vetro, ma ciò non è assolutamente sufficiente. Come si può facilmente immaginare, ci sarebbe bisogno di ben altro. Sarebbe necessario l’inibizione delle “pseudoadunate” in zone adiacenti le abitazioni, o, in alternativa, mettere a disposizione aree ad hoc
per tale attività, se ritenuta legittima, nel rispetto delle regole e delle norme comunali e nazionali vigenti in materia, distanti però dai centri urbani, ove vige il diritto del rispetto della quiete pubblica. L’invivibilità denunciata a suo tempo si ripercuote soprattutto sulla quiete e sulla sicurezza di chi abita in quella zona e che, nonostante tutto, ogni mattina deve comunque andare a lavorare o recarsi a scuola”. Per avere un po’ di quiete, i cittadini del quartiere hanno iniziato una raccolta firme, da protocollare insieme alla lettera. “Vogliamo dimostrare all’amministrazione che siamo in tanti a subire un disagio forte da questa situazione”, spiegano i promotori dell’iniziativa. “Non è semplice – concludono – convivere con rumori molesti tutte le notti, tutta la notte, e al risveglio trovare lo spazio davanti le proprie case colmo di bottiglie vuote e rifiuti di ogni genere. Adesso che sta per iniziare la stagione estiva le cose, se non si interviene, non possono far altro che peggiorare, per questo chiediamo un incontro con gli amministratori e una soluzione definitiva a questo annoso problema”.
Arianna Azzurra Achille
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CRONACA
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Pomezia, premiati i vincitori del concorso “Ricominciamo da un murales” I ragazzi sono stati premiati dal Sindaco Fucci. Presente anche la Vice Sindaco Serra. Vince la Scuola Media Orazio
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i è svolta il 27 maggio scorso la premiazione della manifestazione “Ricominciamo da un murales“, iniziativa ideata dall’Associazione “Il Fiore sulla Pietra” in collaborazione con il Comune di Pomezia. Il progetto ha coinvolto nel corso dell’anno scolastico le scuole elementari San Giovanni Bosco e Cincinnato, le scuole medie Orazio e via della Tecnica, le scuole superiori Copernico e Albaform, per un totale di circa 450 studenti tra i 10 e i 17 anni. All’evento, iniziato intorno alle ore 10, hanno preso parte anche il Primo Cittadino Fucci e la Vice Sindaco Serra che hanno dedicato il loro
tempo ai ragazzi nonostante fosse in corso il Consiglio Comunale. Il primo premio è andato alla Scuola Orazio che si è aggiudicata anche il riconoscimento per la “Tecnica”; al secondo posto si è classificato l’Istituto Via Copernico il quale ha ricevuto l’attestato di merito per “l’estetica”. Premio per il “Miglior messaggio” e terzo posto, infine, per la Scuola Elementare San Giovanni Bosco. Per decretare i vincitori del concorso, che prevedeva la realizzazione di un murales con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani studenti non solo alla vita della città ma anche al suo rispetto e alla legalità, è stata in-
detta una doppia votazione: in una prima fase i lavori sono stati pubblicati all’interno di una piattaforma web in modo da consentire a chiunque di esprimere la propria preferenza; alcuni critici d’arte e una rappresentanza di studenti (extra concorso) hanno poi espresso, in seconda battuta, un nuovo parere. Mediando le due votazioni si è arrivati alla classifica finale: il giudizio definitivo, per dovere di cronaca, ha ribaltato l’espressione popolare del “web” che aveva visto trionfare il murales “Respekto” con 25639 voti.
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CRONACA 27 Estate 2016 a Pomezia: dal 18 giugno al 18 settembre musica, spettacoli, teatro, sagre, sport e notti bianche
Giugno 2016
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n’estate ricca di eventi quella che sta per iniziare a Pomezia. Dal 18 giugno al 18 settembre le piazze, i quartieri, le strade, i giardini, le spiagge, il Museo Lavinium e il Selva dei Pini saranno teatro di manifestazioni, spettacoli, concerti, sagre e notti bianche. “Anche quest’anno il programma dell’Estate a Pomezia riempirà le giornate e le serate di cittadini e turisti – dichiara la vice Sindaco Elisabetta Serra – Ce n’è per tutti i gusti: un calendario ricco di eventi per grandi e bambini che potranno trascorrere tra Pomezia e Torvaianica un’estate piena di divertimento. Diversi gli appuntamenti di grande rilevanza: dai concerti di Emilio Stella (19 giugno) e Il Muro del Canto (26 giugno) all’ormai consueto contest A colpi di rock (5-7 agosto); dagli spettacoli di Dado (30 luglio) e dei Comici di Social Beach (3 luglio) al teatro Ghione che porterà in scena il Re Lear di Shakespeare al Borgo di Pratica di Mare (31 luglio). Grande novità il Festival di Street Food sul lungomare di Torvaianica (1215 agosto) e la serata dedicata alla musica swing (25 giugno). Non mancheranno i grandi spettacoli musicali e teatrali al Museo Lavinium e le Notti Bianche di Pomezia e Torvaianica, che ogni anno riscuotono un grande successo”.
“Ringraziamo le associazioni, i commercianti e gli artisti che hanno collaborato alla realizzazione di un programma estivo di grande spessore – aggiunge il Sindaco Fabio Fucci – Vogliamo che i nostri concittadini e i turisti che frequenteranno Pomezia e Torvaianica nei mesi estivi abbiano una vasta scelta di iniziative a cui partecipare. Si parte alla grande il 18 giugno a
Torvaianica con una straordinaria manifestazione aquilonistica in spiaggia e con il magico spettacolo delle fontane danzanti. Auguro a tutti di trascorrere una bella estate insieme a noi”. Il programma completo dell’Estate a Pomezia allink: http://www.comune.pomezia.rm.it/estate2016
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CRONACA
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Intervista a Moira Sorrisi: “Sono fiera di ciò che sono, ma le donne lasciamole fare alle donne” Raccontaci un po' la tua storia. Chi è Moira Sorrisi? “Moira Sorrisi è una trans che ha iniziato la sua carriera televisiva già a 9 anni. Ho collaborato con i grandi attori Troisi, Amendola, Carlo Verdone, Ornella Muti, iniziando come comparsa in ben 12 film; ho poi lavorato anche con igrandi registi come Ettore Scola. "Il bambino e il poliziotto", "Piccole donne d'oggi", "Felipe ha gli occhi chiari", "Chiara e gli altri", "Dicembre", "Il Viaggio di Capitan Fracassa", "Pronto Soccorso 2", "Il nome del popolo sovrano", "Credevo fosse amore invece era un calesse", alcuni dei titoli dove mi potete vedere. Quindi i Talk show, ad esempio "Come tutti a scuola", diverse presenze come figurante tra cui "Amici" di Maria De Filippi, sono stata intervistata a "Domenica con Noi" su Rete Alfa, e ho preso parte a diversi programmi firmati Rai e Mediaset, non ultima la partecipazione come concorrente a “Ciao Darwin 2016”. Poi Moira Sorrisi si è fermata per un istante e per un riposo mentale: dopo tanti lavori, quando la tua carriera televisiva sta andando bene e stai per raggiungere l'apice, non sai se andare avanti oppure no. E quindi ho deciso di cambiare dedicandomi alla vita notturna, lavorando nelle Discoteche di Roma e nel Sud Italia, fino ad arrivare addirittura alla vita militare, dove ho preso parte anche alla missione speciale per cinque mesi in Kosovo. Nel frattempo però continuavano a chiamarmi in trasmissioni televisive tanto che ho deciso di riprendere questa carriera. Fino a che è arrivata la vera svolta della mia vita: la transessualità. Lavorando in discoteca, facendo animazione, mi travestivo e mi accorsi che in quei panni ci stavo bene e stavo bene con me stessa. Star bene con me stessa voleva dire percepire una sintonia interna, che ha suscitato in me quella femminilità che ovviamente non conoscevo fino a quel momento. Per questo ho deciso di sfogare la mia sessualità in una maniera molto più femminile, migliorando il mio aspetto fisico e prendendo vesti molto più eleganti. Con la paura ovviamente di quello che poteva accadere intorno, dato che dallo Stato non c'è alcuna tutela per noi: la transessualità
Una tra le più famose trans d'Italia si racconta ai nostri microfoni nell'elegante sede del Green Park Hotel di Pomezia: la carriera, la sua filosofia di vita e l'impegno nel sociale
non è concepita nella società, ma solo come “presenza” sul marciapiede. Non si immagina minimamente la trans postina, la trans Dottoressa, purtroppo c'è solo un accostamento, che è quello con la prostituzione. Ad oggi purtroppo sono davvero poche le trans che hanno avuto la fortuna di realizzarsi nella nostra società. Io mi ritengo, in questo senso, davvero molto fortunata, non so se sia stato merito della mia intelligenza o del supporto ricevuto dai miei genitori – che sono le vere colonne portanti della mia vita – o ancora delle amicizie che mi circondavano. E tutto questo sia nella mia vita da maschio che dopo. Tornando alle mie esperienze lavorative sono arrivata a fare lo spot per Rai 4 che fece molto scandalo perché capitò nel bel mezzo del caso “Marrazzo”, dove noi uscivamo dal bagno con Carlo Freccero con il Digitale Terrestre. Giornali, tv, Striscia la Notizia, finimmo ovunque. Da lì ho fatto, sempre per Rai 4, la fiction “Giochi sporchi”. Dopodiché un altro episodio ha dato un ulteriore svolta alla mia vita. Ho incontrato un Manager che mi ha portato nel sud Italia facendomi crescere ulteriormente dal punto di vista professionale: sono diventata infatti la prima trans madrina del sud Italia al “Concorso Nazionale per le nuove stelle dello spettacolo”. Mi hanno scelta per rappresentare la femminilità e al contempo la trasgressività portando entrambi questi elementi su un palcoscenico. Quindi sono diventata Conduttrice della Stars Television e ho iniziato la lotta contro il femminicidio, l'omofobia e la violenza contro i bambini creando anche uno spot. Attualmente sono la prima trans in Italia ad essere diventata una conduttrice-speaker radiofonica della radio mondiale “Colors Radio” e spesso sono ospite della trasmissione “State comodi” di Canale 10. Presto poi partirò in tour – sarà il terzo anno consecutivo – da giugno a settembre.” Cosa vuol dire essere donna per te? “Le donne lasciamole fare alle donne. Noi trans non siamo donne. A noi piace assomigliare alla donna, sfogare il nostro essere in una maniera che può essere una cura ormonale con vesti femminili. La donna è mamma quella che ha l'utero. Sono a favore delle trans che si operano ma non sono a favore di quelle trans che si ope-
rano e dicono di essere donne. Siamo trans operate ecco, non donne. Possiamo esprimere la nostra femminilità con vesti eleganti, con tacchi ma mai con volgarità, cosa che io detesto” Come vivi la transessualità: hai mai avuto rimpianti per la scelta intrapresa? “No, assolutamente. Altrimenti non lo avrei mai fatto. La transessualità la vivo in una maniera talmente straordinaria perché per me vuol dire star bene con me stessa. Vado oltre qualsiasi tipo di pregiudizio che può esserci nei miei confronti. Ama chi ti ama e rispetta chi ti rispetta, questo è il motto della mia vita. La transessualità la vivo tranquillamente anche perché da personaggio pubblico ho tanti fan e seguaci che mi vogliono bene e mi amano. Credo poi dipenda molto da come la si esprime: se lo si fa con volgarità vieni trattato di conseguenza, se la esprimi in maniera educata la gente ti rispetta per ciò che sei. Per questo non ho mai sofferto del mio essere o del giudizio di qualcuno.” L'Italia è un paese di pregiudizi? “Di più, l'Italia è un paese di bigotti. Ma è un paese anche di ignoranti nel senso che manca, cioè si ignora, la conoscenza, la parte comunicativa positiva riguardo alla transessualità. La colpa purtroppo non è tanto delle persone ma della società: nelle scuole si dovrebbe insegnare, portare un qualcosa di straordinario, medici, psicologi dovrebbero spiegare ai bambini in modo chiaro cos'è la transessualità, cos'è l'omofobia, perché si deve usare il preservativo, perché la droga fa male e così via sin dalle elementari. Il bambino così può capire come sono le cose e correggere semmai il genitore. I bambini, si sa, pendono dalle labbra della mamma e del papà: se il padre gli dice guarda quello è “frocio”, il bambino crescerò e continuerà a usare il termine dispregiativo “frocio”. Se parti dalla scuola invece, spiegando bene cosa è l'omosessualità, ecco allora che sarà proprio il figlio a correggere il genitore.” Ti senti diversa? Essere transessuali è in qualche modo essere diversi? “Io credo che ognuno di noi è diverso dall'altro quindi no, non mi sento in alcun modo diversa. La normalità non esiste, o se esiste è quel canone trasportato dalla Chiesa e che vorrebbe farci credere che la normalità è altrove e noi siamo i diversi: io dico no, non esistono i normali, perché chi è senza peccato scagli la prima pietra.” Tornando alla vita professionale, con quale ruolo ti identifichi di più nel mondo dello spettacolo? “Senz'altro la showgirl. Ho provato a fare l'attrice, ho fatto anche 4 anni di accademia teatrale di Nino Manfredi, ho lavorato in teatro e con il cinema, ma la showgirl è la figura che mi permette di esprimere al meglio le mie qualità.” Moira Sorrisi ha un sogno nel cassetto? “Bella domanda, mamma mia sono tanti. Però in particolare mi piacerebbe condurre in televisione un programma in cui prendo le parti di persone che non sono difese da nessuno, che sono sole, sono oggetto di giudizi e pregiudizi, e lottare per i loro diritti” Luca Mugnaioli
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INFORMAZIONE 30 Armando Della Corte presenta il suo nuovo romanzo “La Rivoluzionaria” Giugno 2016
Scrittore, operaio, ballerino, poeta (anzi poeta-ballerino): nella vita Armando, cittadino di Pomezia, ha fatto praticamente di tutto. L'eccentricità è la sua filosofia di vita, con il sogno nel cassetto di fare della scrittura il suo mestiere
La Biografia
Nella vita hai fatto qualsiasi cosa: con quale mestiere ti identifichi di più? “Più che un mestiere io mi identifico con la manualità e con la fantasia. A partire dal mio lavoro in ditta, dove installiamo camere sterili per gli ospedali in tutta Italia, fino ad arrivare alla scrittura. Il mio sogno è di invertire le due cose: vorrei che scrivere diventasse il mio lavoro e installare camere il mio hobby, attività comunque a cui non rinuncerei per nessuna cosa al mondo.” Come è nata in te la passione per la scrittura?
rmando Della Corte ha 54 anni e vive a Pomezia dal 1970. Sesto di sette figli trascorre la sua infanzia in Francia prima del trasferimento definitivo in Italia all'età di otto anni. Oggi è sposato con Anna Rita ed ha due figli, Daniele e Giulia: di mestiere installa camere sterili in giro per gli ospedali di tutta Italia, un lavoro che non cambierebbe per nulla al mondo. Alla scrittura approccia durante l'adolescenza, gli piace scrivere, soprattutto i classici temi, ma poi tutto finisce lì. O almeno così sembrerebbe perché poi, a distanza di oltre 30 anni, decide di riprendere la penna in mano grazie, sostiene, ad un sogno/incubo che lo spinge a rimettersi in gioco. E la strada, a giudicare dai risultati ottenuti, si rivela quella
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giusta così come quella per il ballo, tanto che si “conquista” il soprannome di poeta-ballerino. Ad oggi lo scrittore vanta all'attivo 4 romanzi (“Colpo di fulmine”, “Aurora”, “Una Historia importante”, romanzo d’amore ambientato nella Spagna degli anni 2000 e “Un passo indietro”); quindi le poesie, “Squarci del mio cuore” e “By Armandinia”, volume quest'ultimo di 69 composizioni erotiche, nonché una raccolta di pensieri “Antologia di pensieri di tutta noi brava gente”. Ad Aprile scorso è arrivata la definitiva consacrazione con la pubblicazione, attraverso la “ProspettivaEditrice”, del suo ultimo lavoro, il romanzo “La Rivoluzionaria” - la cui stesura risale al 2007 - ambientato a Vicenza.
“Amo pensare che sia tutto dovuto ad un sogno/incubo fatto nel 2007 che è stato per me la classica scintilla. Da lì non mi sono più fermato e ho realizzato tanti lavori. Parliamo dell'ultimo romanzo pubblicato, “La Rivoluzionaria”. Innanzitutto perché hai scelto di ambientarlo a Vicenza?” “Mi servivano una città del Nord ed una del Sud, ma non ho seguito un criterio particolare. Dovevo allontanare il più possibile i due personaggi principali e alla fine la scelta è ricaduta su Trapani e Vicenza” Nel romanzo si parla di amori distanti, non solo al livello geografico ma anche perché vengono ad incontrarsi mondi all'apparenza lontani e che finiscono poi per intrecciarsi e legarsi. Dapprima il matrimonio tra una “rivoluzionaria” ed un Poliziotto, poi un Professore, conosciuto su Internet, che arriva a scombinare la vita della rivoluzionaria stessa, Giulia... “Questa trama paradossalmente arriva proprio dal web. Ho conosciuto su Facebook una signora che mi ha suggerito questa storia e me l'ha inviata riassumendola in poco meno di una pagina. Da lì è iniziato tutto. Oggi poi su Internet è facile imbattersi in storie di questo tipo, persone che si conoscono anche per caso e che poi magari decidono di continuare a frequentarsi.” Nella storia, senza anticipare troppo, è un bene o un male per la protagonista l'incontro con questo professore su Internet? “In realtà è positivo all'inizio e il cuore, così come la mente, parte subito. Poi però subentrano tutti gli aspetti negativi: cosa sto facendo? Ho famiglia e mi metto a fare queste cose? Ovvero l'altra faccia della medaglia quando si inizia una relazione per così dire “scomoda”. In realtà si rivelerà una vera e propria dannazione.”
Nella tua vita qual è un ricordo, legato sempre alla scrittura, che ti porti dentro con maggior affetto? “Forse risale ai tempi delle scuole medie ed è legato ad un mio professore, Achille Di Domenico, che mi incoraggiò a scrivere dato che me la cavavo piuttosto bene con i temi (nonostante le difficoltà linguistiche dovute al trasferimento dalla Francia) e con le poesie. Avevo 14-15 anni credo e mi chiamavano “Orlando il poeta”. Poi però la cosa finì lì e non ebbe alcun seguito, almeno fino a qualche anno fa: a 35 anni ho ripreso laddove avevo interrotto tutto.” Tornassi indietro nel tempo, considerando anche i risultati che stai ottenendo, ti dedicheresti prima alla scrittura? “Guarda io sono convinto che nella vita niente capita senza un motivo. Credo che se le cose sono andate in questo modo... dovevano andare in questo modo!” Qual è la pubblicazione della quale vai maggiormente fiero? “No, nessuna in particolare. Sono come figli (ride). Forse il primo perché è stato il primo amore per così dire, ma alla fine sono legato alle mie opere allo stesso modo.” Tornando a “La Rivoluzionaria” so che hai visitato per motivi di lavoro Vicenza, ovvero alcuni dei luoghi descritti nel romanzo. Cosa ha significato per te questo viaggio? “E' stato sicuramente molto emozionante. Rivivere quei luoghi mi ha provocato sensazioni incredibili: il Tribunale, l'Ospedale, compreso l'attico in cui viveva Giulia, è stato bello toccare con mano quello che avevo scritto nel libro.” Stai lavorando a qualche progetto per il futuro? “Ho un progettino niente male che potrebbe farmi emergere ma per il momento non me la sento di dire di più. Posso solo dire che metterò dentro questo testo quella che è tutta la mia fantasia.” Luca Mugnaioli
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INFORMAZIONE
Il Corriere della Città
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Si stava meglio quando si digitava di meno e parlava di più
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iamo la generazione dei social network e dell'assenza di limiti nella comunicazione. Siamo quelli che non si fanno mai scappare le ultime novità di questo campo e che vivono ogni nuovo modo di comunicare con grande entusiasmo - alle volte fin troppo. Esempi? A bizzeffe. Era il 2008, se non erro, e con Facebook abbiamo iniziato a rendere i nostri "amici" partecipi di qualsiasi cosa stessimo facendo - dal "sto mangiando pane e panelle" a "vado al cinema a vedere..." riducendo al minimo la nostra privacy e addirittura arrivando a geotaggare noi e alle volte pure il cane - mentre stiamo seduti sulla tazza del cesso. Qualche anno fa spunta Instagram, applicazione installabile su smartphone, esclusivamente dedicata alla fotografia. Inizialmente l'abbiamo ignorata per poi recuperare il tempo perso iniziando a fotografare e condividere tutto, ma proprio tutto; dagli aperitivi, alle mutande nuove - purché colorate e belline - passando per i gerani nel balcone di casa di nonna, arrivando ai poveri gatti domestici, sorpresi a dormire, giocare, anche a fare i bisognini. Una roba da denuncia al WWF. Whatsapp ha sostituito i classici messaggini di testo; una chat all'interno del telefonino, tutti gli amici a portata di mano, e adesso anche i
messaggi vocali; raramente componiamo un numero per telefonare, più frequentemente siamo capaci di inviare messaggi vocali lunghi più di 4 minuti. Robe che ogni volta che mi capita di riceverli o di inviarli, nel primo caso scapperei in Guatemala pur di non ascoltarli e nel secondo mi sento una cretina senza speranza perché realizzo che anziché parlare da sola per tutto quel tempo, sarebbe stato meglio aspettare il momento opportuno e magari alzare il telefono. Guardarci negli occhi? Sempre più raro. Discutere faccia a faccia, altrettanto difficile. Abbiamo decine di contatti sui nostri social, ma pochissimi amici veri che sanno ascoltarci. Parliamo tutti i giorni con decine di persone, ma spesso sono poche quelle al di fuori delle reti sociali. Io, più vado avanti e più mi guardo intorno, mi rendo conto che questa nuova comunicazione anziché avvicinarci ci allontana e
potrà anche sembrarvi banale, ma tornare indietro - anche in questo - non sarebbe poi così male. Guardo con nostalgia i tempi in cui era più facile far due chiacchiere davanti ad un caffè in un bar, anzichè tramite sms, quando la telefonata all'amico/a era il rito di fine giornata fatto di botta e risposta e non solo di monologhi scritti o parlati. Era meraviglioso quando avevamo il coraggio di dirci tutto guardandoci in faccia, senza bisogno di scrivere status al veleno su Facebook sperando che il destinatario percepisca e risponda, ovviamente utilizzando lo stesso metodo e dando vita ad una battaglia a suon di like. Fatemelo dire, che tristezza! La verità è, come spesso mi ritrovo a dire, che si stava meglio quando si stava peggio o meglio, si stava meglio quando si "digitava" di meno e si parlava di più. Oggi siamo bravissimi con i social, super attivi con gli smartphone, capacissimi con le applicazione, smanettoni di prima categoria con ogni telefonino, comunichiamo in decine di modi diversi, ma la realtà è che, nel frattempo, ci stiamo dimenticando di come lo si fa realmente. Alessandra Crinzi www.crinzieacapo.com www.instagram.com/alessandracrinzi www.facebook.com/alessandra.crinzi
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INFORMAZIONE
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VBAC, Vaginal Birth After Cesarean
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BAC , o meglio, Vaginal Birth Aer Cesarean, o ancora meglio, parto spontaneo dopo taglio cesareo. Cade un altro grande tabù della professione ostetrica. Per molti anni le donne sottoposte a taglio cesareo per la loro prima gravidanza, in caso di un secondo figlio non hanno potuto scegliere un’altra strada per partorire. Molte di queste donne si sono sentite pervase da un sottile senso di privazione e di inadeguatezza, quasi come avessero subito un’ingiustizia, come fossero state private di un’emozione o non fossero state abbastanza forti e determinate per viverla. Il tutto viene peggiorato da chi non riesce a capire questo malessere, che sembra niente in confronto alla gioia legata alla nascita di un figlio, e quindi tende a minimizzarlo e al senso di inadeguatezza si aggiunge il senso di colpa per non essere una brava mamma. Certo questo non vale per tutte e di sicuro non mette in discussione l’urgenza o la necessità di una scelta fatta per salvaguardare la salute di mamma o bimbo, ma comunque molte donne sentono il bisogno di “riprovare”, di scegliere un percorso diverso con la loro seconda gravidanza ed ecco che l’opzione di un secondo cesareo non è più così scontata. In Italia al nord a tutte le donne pre cesarizzate che aspettano il secondo figlio viene proposto il “Try Of Labor”, cioè il travaglio di prova (non fatevi influenzare dal nome, non bisogna dimostrare di essere in grado di travagliare , ma solo , esattamente come accade per un travaglio fisiologico, occorre monitorare che tutto proceda senza intoppi), al contrario al centro sud spesso si ha un atteggiamento più chiuso e diffidente nei confronti del TOL e del VBAC. Di solito il rischio più temuto durante un parto spontaneo dopo cesareo è la rottura d’utero che sarebbe stato reso più fragile nel punto dove è stato inciso la prima volta e quindi potrebbe non resistere alla “fatica” del travaglio, tuttavia gli studi fatti in merito hanno dimostrato che la mortalità e la morbilità materne e perinatali aumenta maggiormente in caso di tagli cesarei ripetuti piuttosto che in caso di VBAC. Per farvi capire: su 10.000 VBAC si sono registrati un massimo di 74 casi di complicazioni,
sullo stesso numero di cesarei le complicazioni sono state 300 e quasi tutte interessavano problemi respiratori del neonato. Se ne parla poco! Anche i medici e le ostetriche spesso non sono informati e non si sentono tranquilli ad assistere un VBAC e temendo ritorsioni legali si nascondono dietro la “sicurezza” di un secondo taglio cesareo. Eppure un cesareo inopportuno spesso nasconde più rischi! Per questo bisogna scegliere un’equipe formata e informata che possa fornire tutte le giuste indicazioni. Il 76% delle donne che vorrebbe un VBAC riesce a realizzare il proprio desiderio, l’importante è essere circondate da persone positive, che hanno fiducia nella capacità della futura mamma, che sono pronte a sorreggerla e ad incoraggiarla, con cui lei si senta tranquilla ad esprimere le proprie emozioni e paure, soprattutto mentre si tenta di combattere tutti i pregiudizi e i commenti disfattisti. Fondamentale è rispettare tutti i tempi di un travaglio fisiologico: quindi calma, penombra, silenzio e pazienza. Il travaglio nel VBAC può essere più lungo, ma non per questo più rischioso e non c’è alcun motivo di accelerare i tempi in maniera forzata! Per lo stesso motivo è fondamentale chiudere con il passato. Bisogna predisporre la mente e l’animo ad una nuova emozione, all’arrivo di un altro bimbo. Bisogna capire ed accettare le motivazioni che hanno portato al primo taglio cesareo, per evitare di trasformare un evento unico e magico nella semplice rivalsa contro chi o cosa in passato aveva deciso servisse seguire una
strada diversa. Tuttavia ci sono delle controindicazioni: - se l’incisione per il taglio cesareo non è stata verticale o se l’utero è stato interessato in passato da altri interventi significativi; - se la donna ha avuto in passato la rottura dell’ utero anche se si trattava di semplici lacerazioni; - se la struttura in cui si partorisce non ha competenze nell’assistere VBAC con una sala operatoria già attrezzata durante il travaglio di prova e per questo il VBAC non è praticato a domicilio. Nel caso di parto gemellare, di VBAC dopo 2 cesarei e di breve intervallo tra il cesareo e il VBAC le situazioni vanno accuratamente valutate. Tutte le altre esclusioni riguardano le complicazioni che interessano anche le gravidanze fisiologiche come ad es. il caso di placenta previa. Il peso del bimbo non costituisce un problema: fino a 4 kg il VBAC riesce nel 50-75% dei casi. Sono invece da evitare gli interventi farmacologici come l’induzione con ossitocina e l’epidurale, per i risaputi effetti che hanno sui tempi del travaglio e perché potrebbero coprire i segni di una rottura d’utero: -un tracciato anormale; -dolori addominali intensi che persistonoi anche tra una contrazione e l'altra; -dolore al petto o alla spalla con difficoltà respiratoria; -insorgenza improvvisa di mollezza della cicatrice; -perdite anormali di sangue dalla vagina o sangue nelle urine; -cessazione di attività contrattile uterina; -tachicardia, ipotensione o shock materno. In merito al VBAC dopo 2 o più cesarei non ci sono studi scientifici solidi, ma solo i racconti di alcune mamme determinate. Quindi a conti fatti, basandosi sulle linee guida e sugli studi scientifici a disposizione, le mamme che scelgono un VBAC sembrerebbero più assennate di quelle che ricorrono ad un secondo taglio cesareo. Non si tratta di un capriccio, ma dell’oggettivo bisogno di sentirsi “adeguate”, all’altezza della propria natura di donna e mamma, all’altezza dei propri sogni che non volano mai tanto alti come nel momento in cui si sta realizzando una magia … la nascita di un esserino che per sempre sarà una parte di noi e diverso da noi! Quindi se vi capiterà che qualche panciona vi confesserà che sta pensando ad un parto spontaneo dopo cesareo, sorridete, astenetevi da commenti inopportuni e pensate solo che sta scegliendo il meglio per sé e per il suo bimbo.
Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it
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Il Corriere della Città
SPORT
TUTTI I VERDETTI DELLA STAGIONE SPORTIVA 2015/2016 ECCELLENZA Pomezia Calcio = 13° posto (Riconferma nel torneo di Eccellenza) Lido dei Pini = 8° posto PROMOZIONE Unipomezia Virtus 1938 = 1° posto (Promozione nel torneo di Eccellenza) Racing Club = 2° posto (Qualificazione ai Play Off, in corso) Team Nuova Florida = 4° posto 1° CATEGORIA Indomita Pomezia = 1° posto (Promozione nel torneo di Promozione) Città di Pomezia = 5° posto Airone Ardea = 12° posto (Riconferma nel torneo di Prima Categoria) 2° CATEGORIA Montegiordano = 14° posto (Riconferma nel torneo di Seconda Categoria) Enea Pomezia = 16° posto (Retrocessione nel campionato di Terza Categoria) 3° CATEGORIA Virtus Ardea = 5° posto Sporting Pomezia = 9° posto Atletico Torvaianica = 12° posto
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Calcio Dilettanti: Racing Club, è Eccellenza! Tutti i verdetti delle squadre del territorio
Calcio, Racing Club, l’atteso annuncio di Pezone: «Abbiamo rilevato le quote della Lupa» Intanto la squadra, sul campo, vola in finale nei Play Off di Promozione e conquista l'Eccellenza
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a scelto il giorno del proprio compleanno per dare l’annuncio più atteso, ormai nell’aria da qualche tempo. Il presidente del Racing Club Antonio Pezone, nella conferenza stampa aperta (oltre che alla stampa) a tutti i tesserati del sodalizio ardeatino che hanno gremito la tribuna del campo centrale della Pineta dei Liberti, ha confermato le indiscrezioni dei giorni scorsi. «Ieri sera (martedì 18 maggio, ndr) abbiamo firmato l’accordo e rilevato le quote della Lupa Castelli Romani». Il sodalizio, che faceva capo all’amministratore delegato Pietro Rosato, è appena retrocesso dalla Lega Pro, ma dall’interno del Racing Club trapela grande fiducia sulla possibilità di un ripescaggio. «Quando tre anni fa sono arrivato in questa società – ha continuato Pezone, con la voce rotta da un filo di emozione – avevamo sessanta iscritti, ora abbiamo superato quota cinquecento: segno che qualcosa di importante è stato fatto». Ma, come da caratteristico slogan del presidente, non finisce certamente qui. «La nostra prima squadra si chiamerà Ss Racing Club Roma – ha annunciato Pezone – Per quanto riguarda la sede di gioco in caso di Lega Pro stiamo vagliando alcune soluzioni, senza dimenticare che abbiamo la concessione dello stadio Scopigno di Rieti per altri due anni». (Racing Club
Ardea, dal nostro sito). Intanto il Racing Club giocava anche l'altra partita, quella dei play off, arrivati a margine di una stagione straordinaria disputata nel campionato di Promozione girone C. Nel primo turno la squadra ha pareggiato in casa col Sezze 1-1, punteggio che è bastato per accedere alle semifinali. A decidere la qualificazione è stato un gol di Artistico nei tempi supplementari, dopo lo 0-0 di quelli regolamentari e l’iniziale vantaggio ospite proprio nell’extratime in quanto i rutuli potevano vantare un miglior piazzamento nella stagione. Quindi è arrivato il Montespaccato che aveva superato a sua volta il Casal Barriera di misura, 1-0. Nel match andato in scena domenica 29 maggio il Racing Club è riuscito a strappare il bottino pieno superando gli avversari grazie al sigillo di Seferi; nel frattempo, nell'altra semifinale, il Real Monterotondo Scalo superava il Real Colosseum (altra conoscenza del Girone C) guadagnandosi, di fatto, il pass per la finale e, di conseguenza, per l'Eccellenza. Già perché arrivare all'ultimo atto dei Play Off vuol dire avere la certezza matematica, al di là dell'esito, del salto di categoria. La finale si è poi disputata il primo week-end di Giugno ma la gara non è stata documentata in quanto il giornale era stato già trasmesso alla tipografia per la stampa.
Unipomezia: torna Luca Italiano Ritorno in patria per il prolifico bomber che aveva guidato l'attacco della squadra del Presidente Valle nella prima parte di stagione. Il centravanti era poi volato in Serie D per giocare con la San Benedettese. “Ho ricevuto questa chiamata – ha dichiarato Italiano a Tuttocampo.it - e poi, a causa forse anche di consigli sbagliati, ho preso la scelta sbagliata. Al presidente Valle non è piaciuta la mia scelta, ma non mi ha mai ostacolato. Poi, io ho capito il mio errore, una scelta affrettata, ed a 24 anni si può anche sbagliare, ed ho perso un anno.” C'è da dire che i rapporti tra l'ambiente pometino e l'attaccante erano comunque rimasti ottimi nonostante la separazione: non a caso, durante i festeggiamenti di fine anno, lo stesso Italiano aveva preso parte, su invito del Presidente, alla festa organizzata dopo l'incontro con il Racing Club nonostante, per l'appunto, il bomber non avesse preso parte al secondo scorcio di stagione. Ecco perché, in fondo, la notizia non ci ha stupito più di tanto: adesso Italiano è tornato e i suoi gol serviranno per continuare il sogno chiamato Unipomezia anche nella prossima stagione.
Volley, tornei scolastici: il Copernico festeggia il terzo posto
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ì chiude il torneo “Junior di Volley” per la formazione dell'I.I.S. Copernico che conquista il terzo posto nella rassegna dedicata agli istituti scolastici. Mercoledì 25 maggio, alle ore 10.00 a Roma, è andato in scena l'ultimo atto, lo scontro decisivo con il L.S. Russell per la conquista del gradino più basso del podio. I pometini, guidati da coach Sbraga, erano reduci dalla sconfitta della semifinale nella settimana precedente, partita che gli avrebbe permesso l'accesso alla finale per il primo posto. Seppur amareggiati, gli atleti del Copernico hanno vinto meritatamente il match per 2-0 riuscendo così a strappare il posto sul podio ai loro avversari. Nel match parte decisa la squadra di Pomezia che impone il proprio ritmo ad un Russell troppo fermo sulle proprie gambe. La squadra di coach Sbraga mantiene il pallino del
gioco e dopo diverse fasi, che la vedono costantemente in vantaggio di due punti, allunga decisamente il passo ottenendo un consistente 25 a 17. La squadra del Russell perde la prima frazione, ma non demorde e tenta di ribaltare il match. All'inizio del secondo parziale il match sembra riaprirsi e il tecnico studia le contro-
mosse, effettua alcuni cambi, dispensa consigli tecnici agli atleti nei time out e la cura si dimostra efficace e produttiva. Ai punti ottenuti con interessanti gesti tecnico atletici, si alternano punti incamerati frequentemente grazie all'errore avversario. Vano il tentativo di recupero per i ragazzi del Russell che soccombe per 25 a 15 concludendo la gara a favore del Copernico. Questi gli atleti nella foto (da sinistra): Ferretti Alessio, Petrone Emanuele, Amaducci Francesco, Lauri Federico, il coach Sbraga Roberto, Irrera Lorenzo, Megalizzi Riccardo e Lanzone Lorenzo Luciano. Gli altri, non presenti ma che hanno comunque preso parte al torneo sono: Busti Matteo, De Simone Gianmarco, Rughetti Simone, Savioli Damiano, Frezza Federico, Nocera Samuele, Franciosa Federico, Giordano Francesco e Schintu Luca.
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SPORT
Il Corriere della Città
Giugno 2016
Socialgym di Ardea: piccoli campioni crescono
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l maestro Cesare Malagisi (2°DAN) inizia ad otto anni a praticare il Karate in una palestra di Pomezia con la Federazione Filjkam. Con la Filjkam ottiene, nella categoria junior 14/17 anni, due volte il 1° posto nei Campionati Regionali vincendo la cintura Nera; un 5° posto nel Campionato Italiano svoltosi a Bari nel 2007 e nei campionati Europei di Milano anch'essi disputatisi nello stesso anno. Un 3° posto nella Coppa Italia, un 1° posto nei Campionati del Mondo a squadre di 3 elementi ed un 2° posto nella gara individuale completano il suo score nella Filjjam, al quale si aggiungono inoltre, questa volta nella categoria Senior, due terzi posti conseguiti a Isernia, in una gara nazionale, e ancora nei campionati regionali. Passo successivo per il maestro Malagisi è l'approdo nella F.I.K. dove, pur Come è strutturata la vostra attività? “Alleno bambini diciamo dai 4 anni in su e generalmente svolgiamo due sedute alla settimana. Il nostro gruppo è composto da dieci allievi in totale poi ovviamente, causa varie problematiche, a volte non riusciamo ad essere al completo.” Come si approccia alle arti marziali in età così precoce? “Rispetto ad altri sport le arti marziali presentano un approccio un po' più complesso. L'educazione che fornisce il karate è comunque a 360° gradi: noi presentiamo ai bambini questo sport improntandolo molto sull'aspetto “scherzoso”, del gioco, salvo poi destinare specifici momenti dell'allenamento e alla concentrazione nonché all'impegno, elementi questi cruciali per chi pratica le arti marziali in generale.” Gli atleti iniziano subito a cimentarsi anche con il combattimento? “Allora, fino a 10 anni ci si concentra molto su incontri amichevoli tra palestre, come ad esempio organizzando quadrangolari. Già dagli undici-dodici anni poi si può entrare nel “meccanismo” delle cinture a partire da quella bianca e a salire. A quel punto si iniziano a fare le gare di “Kata”, ovvero le cosiddette figure o
proseguendo il suo percorso professionale individuale – anche qui ottiene l'ingresso nella squadra dei pesi massimi – inizia contemporaneamente l'attività di insegnante. Nell'ottobre 2015 viene promosso secondo “Dan” negli esami di grado tenutisi a Fiumicino. Con la nuova Federazione conquista un 2° posto nella Coppa d' Autunno al livello Regionale, un 3° posto nei Campionati Regionali, un 5° posto (per squalifica) nella Città di Velletri nei Campionati del Mondo per club ed un 2° posto nella gara a squadre Internazionali, organizzate a Pompei con la squadra “CR LAZIO F.I.K.”, vincendo 2 prove su 3. Anche nel ruolo di insegnante non mancano i successi. Malagisi forma infatti svariati campioni di “Kumite” tra i 7/15 anni anche di livello nazionale: Giorgi Valerio, due volte 1° posto nei Campionati Regionali
forme, le quali si distinguono in Kata di base (o Pinan) e Kata superiori. Infine il combattimento vero e proprio, il Kumite, l'aspetto ovviamente più interessante di questo sport.” Avete disputato o è in programma qualche manifestazione per i ragazzi? “Siamo molto attivi da questo punto di vista. Ad
60kg vincendo di larga misura, 3° posto Campionati Italiani svolti in Abruzzo marroni/nere, Tigli Luca, 3° posto Coppa d'Estate livello regionale +60kg e 1° posto nei Campionati Regionali nonché membro della squadra del Lazio categoria Ragazzi F.I.K.; Colagrossi Matteo, 3° posto Coppa d'Estate livello regionale e 1° posto nei Campionati Regionali nella categoria 11/14 anni (+75 kg pesi max); Cardelli Marco, 3° posto Coppa d' Estate livello regionale e 2° nei Campionati Regionali categoria 60 kg cinture Marroni/Nere. Con la Socialgym di Nuova Florida ha conquistato un secondo ed un terzo posto sul “Kata”, ottenuti rispettivamente dai giovanissimi Domenico Vincenzi e Matteo Meloni.
esempio due ragazzi, Domenico Vincenzi e Matteo Meloni, hanno disputato recentemente una gara di “Kata” ottenendo un secondo ed un terzo posto. Più avanti avremo invece alcuni incontri di combattimento ed in particolare a fine anno ci saranno le gare Regionali. Per quel periodo contiamo di avere diversi ragazzi pronti per essere schierati” Come vedete il movimento “Karate” dall'interno in Italia, considerandolo cioè nel più ampio panorama sportivo del nostro paese? “C'è questa situazione un po' paradossale. Il Karate, nelle arti marziali, è generalmente riconosciuto come prima disciplina ma poi come sport, rispetto ad altri maggiormente affermati, è probabilmente tra gli ultimi. Bisognerebbe investire di più in modo da far emergere soprattutto gli atleti e anche noi maestri; spesso infatti al nostro impegno nelle palestre non corrisponde il giusto riconoscimento al livello nazionale. Forse un problema è stato anche il proliferare di tante federazioni a discapito di un'unità che invece servirebbe: uno spiraglio sembra essere ora la F.I.K., alla quale anche io appartengo, che sta cercando di riportare il Karate ai suoi valori”.
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INFORMAZIONE
Il Corriere della Città
Giugno 2016
L'Avvocato risponde La consulenza legale per il lettori del Corriere della Città
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i viene inviato il seguente quesito. La ostinata inadempienza del mio ex marito degli obblighi di mantenimento nei confronti di nostro figlio minorenne può far ottenere la revoca dell' affidamento condiviso? Nell'ipotesi descritta il padre è esente o no da responsabilità penale? La nuova formulazione dell'art. 337 quarter c.c. riprende il contenuto in parte dell' art. 155 bis c.c. e consente al giudice di decidere di revocare l' affidamento condiviso in favore dell' affidamento esclusivo. Tale norma specifica che:” il genitore cui sono affidati i figli in via esclusiva, salva diversa disposizione del giudice, ha l' esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale su di essi, egli deve attenersi alle condizioni determinate dal giudice. Salvo che non sia diversamente stabilito, le decisioni di maggiore interesse per i figli sono adottate da entrambi i genitori. Il genitore cui i figli non sono affidati ha il diritto ed il dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e può ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli per il loro interesse”. Pertanto, dinnanzi a una crisi familiare, nonostante che l' affidamento condiviso rappresenti la forma da seguire nella normalità, è possibile derogare a tale regola quando ciò risulti più conforme al superiore interesse del minore. Punto di riferimento per il giudice è esclusivamente l'interesse morale e materiale del minore. La giurisprudenza è, infatti, concorde nel ritenere che deve essere preferito, quale genitore affidatario, quello maggiormente idoneo ad assicurare il miglior sviluppo della personalità del figlio, in quel contesto di vita capace di soddisfare tutte le esigenze di cui egli è portatore con riferimento alla situazione in atto. Il genitore non affidatario può concordare con il genitore affidatario solo le decisioni di maggiore interesse. Per decisioni di maggiore interesse ci si riferisce alle scelte riguardanti la salute, l' educazione, l' istruzione e la fissazione della residenza abituale. Il genitore a cui non sono affidati i figli che ri-
cordiamo conserva sempre la titolarità della responsabilità genitoriale, ha il diritto – dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e se ritenesse che fossero state assunte decisioni pregiudizievoli per l' interesse dei figli potrà ricorrere al giudice. L' affidamento esclusivo si pone, dunque, come ipotesi di carattere eccezionale, come estremo rimedio per ovviare a quelle situazioni nelle quali l' affidamento condiviso si rivela pregiudizievole per i figli minori. Resta da chiedersi quando il predetto interesse del minore consenta di adottare un provvedimento di affido esclusivo. Sarà compito del giudice valutare caso per caso, in base alle singole e diverse fattispecie concrete, ciò che è contrario al citato presupposto. Tra le situazioni idonee a fare applicare lo strumento in oggetto vi rientrano le condotte violente tenute da uno dei genitori, l' aver apposto ostacoli alla relazione tra l' altro genitore e il figlio, ovvero le manifestazioni di disinteresse serio per i bisogni del minore. Dinnanzi all' ipotesi di violazione degli obblighi economici stabiliti dal giudice diverse sono state le interpretazioni giudiziarie sull' applicazione o meno di questa misura. Il punto è stato ultimamente chiarito dalla Suprema Corte (Cass. Sez. I,17 dicembre 2009,n. 26587) e tale strumento è divenuto uno dei mezzi di rafforzamento dei provvedimenti a contenuto patrimoniale. Si è stabilito, infatti, che il giudice può revocare l' affidamento condiviso nel caso in cui il genitore tenuto al versamento di un contributo mensile per i figli ometta di provvedervi. Proprio la particolare natura dell' obbligo rispetto al quale si verifica l' inadempimento, per le sue ricadute negative a livello formativo e morale per il minore, consente di giustificare e quindi permettere l' utilizzabilità di uno strumento come quello della revoca dell' affidamento condiviso. Pertanto, l' istituto di cui all' art.337 quarter c.c. è uno strumento idoneo ad esercitare una forte forma di pressione e ad agevolare l' adempimento del soggetto recalcitrante, specialmente se costui voglia evitare gravi ripercussioni sul suo rapporto col minore. L' ordinamento ap-
presta una ulteriore forma di garanzia con la norma penale prevista dall'art. 570 comma 2, n.2 c. p. volta a sanzionare le condotte lesive degli obblighi di assistenza familiare. Tale delitto non è posto quale sanzione dell' inadempimento civile, poiché obbligo civile e obbligo penale hanno ratio e presupposti di natura giuridica differenti. Per la norma penale il bene tutelato è quello di non far mancare i mezzi di sussistenza all' avente diritto in stato di bisogno. I mezzi di sussistenza vengono individuati in ciò che è indispensabile per vivere e comprendono la soddisfazione di tutte le esigenze della vita quotidiana quali: vitto, abitazione, medicine, vestiario, istruzione, attività di vacanza, ludiche e svago. Lo stato di bisogno, riguardante il minore ex articolo 570, comma 2, n. 2, c.p. è sempre presunto e sullo stesso non incide l' intervento in sostituzione posto in essere da terzi, né appare determinante lo stato di disoccupazione del genitore. L' impossibilità assoluta della somministrazione dei mezzi di sussistenza esclude il reato in esame solo quando sia incolpevole. Quindi, l' obbligato non potrà esimersi da responsabilità in base alla mera documentazione formale dello stato di disoccupazione. Pertanto, se l' omesso adempimento del padre è espressione di indifferenza, anche affettiva verso le sorti del figlio minore per avergli fatto mancare i mezzi di sussistenza e averlo posto in stato di bisogno per un tempo prolungato, il delitto deve ritenersi consumato.
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Il Corriere della Città
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Evangelo di Fede in Fede Gesù è la via. E’ Gesù stesso che dichiara di essere la via, e nel proseguo del verso afferma in modo inequivocabile di essere l’unica via; “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Parafrasando, il messaggio è questo; non vi sono vie alternative. E’ di importanza assoluta comprendere e credere alle parole di Gesù, solo così non saremo sballottati e ingannati da false dottrine, solo così non correremo il rischio di illudere noi stessi, e di essere trascinati lontano da colui che è l’unica via. Quante vie religiose ci sono nel mondo le quali cercano di elevare l’uomo alla spiritualità? Non è forse vero che ci sono un gran numero di religioni? Potremmo citarne molte e dover constatare i loro pregi e le loro mancanze; troppo spesso ci sono insegnamenti e modi di agire i quali non riflettono la luce di Cristo, e purtroppo molte volte ci sono insegnamenti e modi di agire di una gravità da codice rosso. Gli uomini, salgono o vengono aiutati a salire sulla giostra della religione; una giostra che inizia la sua corsa con dolcezza, ma poi prende sempre più velocità, una velocita vertiginosa che non ha in se la visione di Dio e un traguardo da raggiungere. Gesù disse: “Vi lascio pace; vi do la mia pace” (Giovanni 14:27). Ma la religione mette pesi su pesi e quella pace promessa da Gesù Cristo si può allontanare dal nostro cuore. Non permettere a nessuno di derubarti della pace di Dio. Siamo stati chiamati a seguire Gesù, egli è la via; la sua stessa vita è stata un chiaro esempio di come camminare con Dio; seguire le sue orme è la sola via che conduce al Padre e alla sua gloria. Chiamati a non seguire quello che va oltre ciò che è scritto nella Sacra Scrittura; la Bibbia. Non oltre la verità. Non è a caso che Gesù raggruppo in un’unica affermazione di essere la via, la verità e la vita; la via traccia il sentiero che conduce al Padre, la verità ne delinea i confini. Pilato pose una domanda precisa a Gesù: “Che cos’è verità?”. In un mondo dove ci sono un’infinità di pensieri e di filosofie che molto spesso sono degli opposti e si contraddicono; anche a noi ci viene spontanea la domanda: “Che cos’è verità?”. In una formula estremamente semplice potremmo dire: è ciò che è
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Numero 06 Anno 8 GIUGNO 2016 EDITORE: La Città
via Odessa 41 - 00040 Torvaianica
Pagina autogestita
“Io sono la via, la verità e la vita”
vero, è ciò che rimane in modo saldo e irremovibile, non come la menzogna che spesso dura quanto la foschia che si dissolve al sorgere del sole, la verità va oltre la semplice e ingannevole apparenza, è l’opposto della falsità, non scende a compromesso, la verità non vacilla, non può essere sopraffatta, la verità da risposte che convincono la mente e il cuore. La verità, come nel caso dei scribi e farisei, disarma i ragionamenti vani e costringe alla ritirata. Avvolte la verità fa arrabbiare e infuriare chi ascolta, perché mette a nudo i pensieri malvagi, come accadde a Stefano primo martire, il quale pagò con la vita il suo amare e dire la verità. Gesù Cristo è la verità, egli visse secondo verità. Egli insegna, incoraggia, ammonisce, esorta a vivere nella verità. Quanto è importante vivere e camminare nella verità? E’ sufficiente leggere alcuni versi nella prima epistola di Giovanni per averne un’idea chiara: “Da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: Io l’ho conosciuto, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui”(1 Giov. 1:3,4). Lasciar vivere Cristo in noi include non soltanto una volontà iniziale, ma è un rinnovare ogni giorno il desiderio di camminare nei suoi comandamenti. Cristo fonte di vita. Cristo Gesù affermò di essere la vita. Non credo ci sia stato nessun altro uomo, che si sia potuto spingere in avanti così tanto, fino al punto di dire io sono la vita. Alla luce della Scrittura, nel primo capitolo dell’evangelo di Giovanni ci viene rivelato che Cri-
sto è l’incarnazione della Parola: “E la Parola è stata fatta carne e ha abitato per un tempo fra di noi”. Ci viene rivelata la sua preesistenza all’incarnazione, Giovanni il battista disse: “Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me”. Ci viene rivelato che egli è il creatore del mondo stesso: “Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui”. E nel primo capitolo verso quattro è scritto: “In lei era la vita”. Cristo Gesù è fonte di vita. In Giovanni 11:25 durante il miracolo della resurrezione di Lazzaro Gesù disse: “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. Cristo affermò con chiarezza di essere la vita; egli affermò, ed essendo risorto, continua ad affermare, che chi crede in lui riceve una vita che va oltre la nostra più o meno longeva esistenza, “Chi crede in me anche se muore vivrà” ed ancora la sua promessa continua dicendo: “Chiunque vive e crede in me, non morirà mai”; queste parole squarciano il velo che separa il tempo e l’eternità, e donano a chi crede la speranza della vita eterna, vita eterna in Dio, che trova il suo inizio nel nostro oggi. E’ nel nostro oggi che ci viene posta dinanzi la vita e la morte; come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Non è forse convenevole iniziare a camminare con Dio? Cristo è la risposta certa per la tua vita; solo in lui puoi trovare la via, la verità e la vita.
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DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Alessia Ambra Achille, Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Elisa Benazzi, Alfredo Corrao, Alessandra Crinzi, Anna Maria Greco, Giuseppe Marrone, Luca Mugnaioli, Luigi Torreti
STAMPA: World Print Shop Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009
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INFORMAZIONE
L’Estate E
DIVENTA ESPERTO DI QUALCOSA Imparare a fare qualcosa di nuovo che davvero piaccia. Il tuo cervello funzionerà in modo sempre più efficiente quando lo farai. Non si nasce esperti: conta la pratica! E’ molto più bello ed efficace esercitare il cervello con conoscenze nuove che con tutto ciò che già conosciamo. Cerchiamo di non disprezzarci molto solo perché facciamo troppa attenzione a quello che gli altri pensano di noi. Ognuno ha doti innate che non conosce, proviamo ad osservarci: ci accorgeremmo che nel quotidiano mettiamo in moto attitudini e risorse che sottovalutiamo ma che possono rivelarsi veri e propri talenti. Quasi sempre, in quei casi, mettiamo in campo un volto di noi opposto a quello che riteniamo di possedere. Spesso gli altri ci riconoscono qualità che noi non prendiamo in considerazione perché le riteniamo superflue, ma in realtà sono delle doti che abbiamo senza saperle valorizzare. E quale momento migliore della vacanza per ritagliarsi
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Ricorda che il vero peccato è fare ciò che non è necessario vello che non scrivere con una tastiera. Ed è più facile ricordare qualcosa se lo hai scritto con una penna, come fa anche il sottoscritto ogni volta vi tedia con le sue riflessioni.
cco atteggiamenti giusti e quelli da evitare, con qualche spunto sorprendente, per stimolare il nostro apprendimento e la nostra creatività nel prossimo periodo di vacanza. LASCIA VAGARE LA MENTE Vari studi spiegano che vagare con il pensiero, soprattutto quando lo si fa inconsapevolmente, consente al cervello di concentrarsi e di sviluppare idee innovative per risolvere i problemi che più ci mettono in ansia. Non bisogna imporsi nulla, neppure il divertimento, bisogna liberare la mente da ogni percorso obbligato, una mente più leggera, più aperta, meno controllata genera frutti inaspettati. L’errore più grande è quello di riempirsi di aspettative. Se pretendi o ti imponi fin dalla partenza il relax totale o il divertimento più sfrenato, quasi sicuramente quello che otterrai sarà una triste delusione, poiché non si è dato spazio all’imprevisto che sarà l’unico capace di sorprenderti. Osserva ciò che accade senza star sempre lì a giudicare, a cercare le cause e senza sforzarti di trovare subito le soluzioni.
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degli spazi in cui sperimentare queste qualità nascoste? FARE ATTIVITA’ FISICA Ballare, giocare, fare qualsiasi tipo di sport. Cercare insomma, un’attività che aumenti il battito cardiaco e richieda coordinazione dei movimenti. Non è chiaro perché, ma è provato che l’attività fisica fa bene all’intelligenza. Ancora più interessante è sapere che camminare per 30 minuti al giorno per 5 giorni a settimana stimola una molecola che favorisce la produzione di nuove capacità di apprendimento. Per migliorare la tua memoria un trucco è di associare la cosa che vuoi ricordare a un’immagine forte anche attraverso un lungo percorso immaginario: funziona! E poi bisogna sforzarsi ad imparare qualcosa a memoria, ed abiturare il nostro cervello a memorizzare attraverso nuovi stimoli, quella cosidetta “memoria a breve termine”. Imparare qualche poesia, qualche testo musicale…. SPEGNERE TELEFONINO E COMPUTER Essere continuamente disturbati per telefonate, sms, mail riduce la propria produttività in quanto ci distraggono dalla possibilità di concludere un pensiero, un discorso o un ragionamento. Quindi quando sappiamo di non poter essere disturbati o impossibilitati a rispondere impariamo a spegnerli. Inoltre bisognerebbe non scrivere solo al computer, ma scrivere a mano, ciò impegna di più alcune aree del cer-
TAGLIARE I RAMI SECCHI Impariamo ad eliminare dalla nostra vita le relazioni faticose, i pensieri snervanti e credere fortemente di lasciare più spazio a ciò che più ci piace, che poi spesso lo troviamo nelle azioni più semplici. Invece siamo abituati a “trattenere” relazioni ormai esaurite, abitudini sbagliate, pensieri logoranti. Come un contadino con le piante, anche noi dovremmo potare i “rami secchi” dalla nostra vita, altrimenti continueremo ad accumulare ciò che è morto, avvelenandoci. Perché ci succede tutto ciò? Perché anche se la vita si trasforma in una palude, preferiamo il quieto vivere delle cose conosciute rispetto al fatto di affrontare situazioni nuove. Spesso manteniamo questi rapporti perché ci fanno sentire di essere buoni, per rinforzare l’immagine di “chi sopporta” ed evitare sensi di colpa. Bisogna imparare ad ammettere le proprie debolezze perché quando cominci ad ammettere di avere paura vuol dire che già la stai superando, ricordandosi che anche quando il mare è in tempesta c’è sempre un punto dove tutto è calmo, bisogna saperlo cercare…
Antonio GUIDO (dirguido@libero.it) Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale
Carissime Maestre Sonia Serena Lucia e Chiara Vi ringrazio per tutto quello che mi avete insegnato nel mio primo anno di Scuola. Daniele De Paolis 1E Trilussa