Il Corriere della Città - Settembre 2013

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Corriere Città

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della

Anno 5 Numero 10

SETTEMBRE 2013

libertà informazione politica cronaca cultura sport

Corte dei Conti: risarcimenti milionari e severe condanne

Il Consiglio scioglie il Consorzio per l’Università

da PAG 04

Rinvenuta necropoli romana a Tor San Lorenzo da PAG 32

PAG 16

L’altra faccia di Pomezia

Tornano gli invisibili: veri e propri accampameni dentro la città

S

ettembre, mese di nuovi inizi e cambiamenti. Si ritorna al lavoro dopo le vacanze estive, riaprono le scuole,

ricominciano i campionati sportivi. Anche Il Corriere della Città ha voluto approfittare di questa nuova stagione per rinno-

varsi. Da questo mese troverete un giornale completamente diverso dal passato, con una grafica più moderna e dinamica, ma con un

cuore che lascia intatta la stessa passione e la stessa professionalità di sempre. Buona lettura a tutti La redazione



EDITORIALE

Settembre 2013

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Se Atene piange Sparta non ride POMEZIA

Opposizione e maggioranza potrebbero fare di più…

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meno di tre mesi dall'inserimento della nuova amministrazione, a Pomezia si è delineata una situazione di governo cittadino abbastanza chiara. Da una parte troviamo i vincenti e dall’altra gli sconfitti. Tra questi, primeggia senza dubbio il consigliere Celori, che nel 2011 fu sonoramente battuto da De Fusco, mentre quest’anno per un soffio non è riuscito ad andare in ballottaggio, spianando così la strada alla vittoria del Movimento 5 Stelle. Ora, da consigliere comunale, nei suoi interventi attacca tutti meno l'amministrazione attuale - un po' come in passato mentre da Presidente delle Autostrade del Lazio è divenuto grande sostenitore di quello che molti definiscono un vero e proprio scempio stradale, ovvero del corridoio tirrenico Roma-Latina. Ma non era proprio Celori colui che manifestava qualche anno fa davanti al Ministero delle Infrastrutture contro questa opera? Come mai questo cambiamento di idea? Sarà anche a causa di quella che appare una incoerenza amministrativa, a cui magari si aggiunge una certa dose di protagonismo che lo ha spinto ancora una volta a voler rappresentare come candidato sindaco il centrodestra, che gli elettori non lo abbiano premiato? Noi crediamo di sì... Sempre all’opposizione, c’è da dire che quanto ad incoerenza anche Schiumarini nel tempo ha dimostrato di essere abbastanza esperto, a partire dalle scelte politiche: dal partito socialdemocratico è passato a Forza Italia, da questa a Forza Pomezia ed ora sembrerebbe si appresti a chiedere l'ingresso nel PD. Uscito con le ossa rotte dal ballottaggio contro Fucci, sembra che ancora non abbia smaltito la sconfitta. Certo che il PD pometino, con la situazione interna che si ritrova da parecchio tempo a questa parte, sostenendo come Sindaco un candidato che proviene dal centrodestra non solo ha fatto autogol, ma ha dimostrato di soffrire di masochismo puro. Le cose non vanno meglio per la restante parte dell'opposizione, almeno apparentemente debole e per nulla incisiva verso la maggioranza. Lampante esempio di quello che non è la coerenza politica è rappresentato dal consigliere Lupo, che più volte ha destato attenzione in sede di consiglio comunale: qui il timore è quello di dire qualcosa che il giorno dopo potrebbe già es-

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Numero 10 Anno 5 SETTEMBRE 2013

sere stato sconfessato dai fatti. Ha cambiato coalizioni e partiti che abbracciano quasi tutto l'arco costituzionale, riuscendo, nel passato, perfino a fare eleggere l’ex consorte nella lista dei verdi. In questi ultimi giorni ha dimostrato di riuscire ad andare d'accordo anche con Fucci. Di certo, se lo avesse “messo nel cemento”, questo sarebbe stato impossibile… Altro consigliere d'opposizione “incerto” ci sembra Mambelli. Nel 2011 si era candidato con una coali-

zione di centro guidata da Giorgio Puggioni, mentre al ballottaggio dello stesso anno ha invitato i suoi a votare Celori, in rappresentanza del centrodestra. Nel 2013 si è presentato con il PSI, sopportando il centrosinistra, sostenendo al contempo più volte pubblicamente di essere coerente da sempre. Ma a quale coerenza si riferisce? Passando dall’altra parte della barricata, la maggioranza in questi mesi non ci sembra abbia brillato per iniziative. E’ vero che c’era da studiare la situazione, ma il sindaco, reduce della sua esperienza come consigliere, un’idea doveva essersela già fatta. Purtroppo ad oggi non possiamo riconoscere alti meriti alla nuova Amministrazione: la città non ha ancora visto alcun cambiamento sostanziale rispetto al passato. Immondizia dappertutto come prima, anzi, molti bagnanti hanno lamentato la totale mancanza di pulizia della spiaggia al centro di Torvaianica, dove sono posizionate le barche, cimitero part time d’estate (ma dal 1° settembre l’orario ha ripreso ad essere prolungato) e la promessa della riduzione degli stipendi ai Dirigenti purtroppo rimasta solo teoria, visto che gli stipendi di Luglio e Agosto sembra siano stati, al contrario di quanto ci si aspetEDITORE: La Città

via Odessa 41 - 00040 Torvaianica E-MAIL: redazione@ilcorrieredellacitta.it redazione@citywebtv.it DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Il Corriere della Città: Alessia Ambra Achille, Luca Mugnaioli, Matteo Acitelli, Alfredo Corrao, Claudia Bartolini, Giuseppe Marrone

tava dopo quanto affermato con la firma della delibera d’intenti, superiori complessivamente a quelli dello scorso anno, se aggiungiamo anche il premio di risultato. Premio che negli ultimi tre anni era stato bloccato dalla vecchia Amministrazione, che aveva giustificato la mancata deliberazione con le palesi difficoltà economiche dell’Ente. Nel 2013 il premio è stato ripristinato dai Commissari Prefettizi: perché non è stata revocata la delibera? Sarebbe stato sicuramente un atto concreto verso il taglio delle corresponsioni ai dirigenti. Inoltre il turno notturno della Polizia Municipale a Torvaianica è stato abolito, provocando grossi problemi al traffico e all'ordine pubblico e lasciando campo libero ai venditori abusivi, mentre nessuna iniziativa di rilievo e di richiamo ha attratto turisti sul nostro territorio, che continua ad avere seri problemi economici. Per finire, la chiusura dell'università proprio ora che i costi si erano notevolmente ridotti, con i nostri studenti che saranno costretti ad andare altrove, mentre quando una “gestione allegra” (parole usate dal Commissario prefettizio nella conferenza stampa di presentazione) sperperava soldi pubblici nessuno faceva niente per fermare l’emorragia. Certo siamo indebitati, bisogna ridurre le spese e risparmiare, tagliando laddove possibile. Sacrosanto. Ma i sevizi? Lo stato sociale? Le spese vanno ottimizzate, non semplicemente abbattute. Nel contempo, occorre tenere d’occhio le entrate. Se, come sembra, a Pomezia vi è un'evasione accertata che oscilla tra il 30% e il 40% (parliamo quindi di decine di milioni di euro), non sarebbe più logico intervenire su questo tipo di entrate per garantire tutti quei servizi che una città civile merita, magari gestendo direttamente il servizio per risparmiare quel 18,9% dato all’Andreani? Speriamo la pensino così anche i nostri amministratori, soprattutto in vista dell’approvazione del bilancio di previsione – termine di certo non appropriato visto che ormai siamo quasi alla fine dell’anno – in modo che si possa andare a pescare il denaro mancante nelle tasche di chi non ha mai versato un euro alla comunità e non magari ritoccando le aliquote dei vari servizi comunali, che andrebbero a pesare ancora una volta su chi, al contrario, le tasse le ha sempre pagate. Maria Corrao CityWebTv: Francesca Poddesu, Mattia Bassi, Giulia Presciutti, Alessandro Introcaso PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 03/09/2013 STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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CRONACA

Il Corriere della Città

Settembre 2013

ASER: 50 milioni di danno erariale Atto di citazione choc della Corte dei Conti Chiamati in causa ex consiglieri ed assessori, un dirigente del Comune di Pomezia e i membri dei CdA Aser/Tributi Italia

POMEZIA

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n danno erariale di oltre 50 milioni. E’ questa l’ipotesi avanzata dalla Corte dei Conti, che ha inviato un atto di citazione a diversi dirigenti, politici ed amministratori del Comune di Pomezia in carica nel 2000 e nei periodi successivi, oltre che a diversi membri dei Consigli di Amministrazione di Aser e Tributi Italia. La Corte dei Conti ha ipotizzato il danno erariale nei confronti del Comune di Pomezia proprio in merito alla vicenda Aser, che ha provocato nel tempo un buco enorme alle casse dell’Ente. Tra importi non ricevuti dai cittadini - in quanto trattenuti da Aser e non versati nei conti correnti del Comune - ed aggio, che ricordiamo era del 30%, la perdita per l’Amministrazione nel corso degli anni in cui la società a partecipazione mista pubblico/privato (Tributi Italia e Comune di Pomezia) è stata superiore ai 100 milioni di euro, anche se il credito riconosciuto ed accertato è di 54 milioni di euro. Soldi che Pomezia, attraverso le strade intraprese finora, non avrebbe visto mai, dal momento che l’Aser- Tributi Italia ha dichiarato fallimento dopo aver truffato circa 400 Comuni italiani. Ma ora lo scenario è diverso (anche se le difficoltà restano enormi): si tratta di un differente percorso giuridico, prettamente amministrativo, visto che è la Corte dei Conti ad imputare il danno erariale imputandolo a soggetti ben precisi, sia politici che imprenditoriali. L’atto di citazione, consegnato ai destinatari il 26 agosto, è frutto degli accertamenti condotti dalla Corte dei Conti a seguito di una denuncia presentata all’indomani dello scioglimento del contratto con l’Aser dall’ex assessore alle Finanze David Tintinago, dal dirigente ai servizi patrimoniali Giovanni Ugoccione e da un consulente esterno, Daniele Giuncato, incaricato di redigere una relazione tecnica per quantificare il danno derivante alle casse del Comune. Le persone colpite dal provvedimento dovranno comparire davanti ai Giudici della Corte dei Conti il 15 Aprile 2014.

Nella notificazione dell’atto di citazione con contestuale fissazione in udienza, la Corte dei Conti relaziona i fatti a partire dal procedimento penale “nel quale uno dei capi di imputazione riguardava la percezione di una tangente complessiva di L. 300.000.000 da parte del sindaco pro tempore Aureli Maurizio, dell’assessore al bilancio nonché vicesindaco Cervoni Massimo (…)”, in concorso con due assessori e numerosi consiglieri comunali in carica nel 2000. “La tangente – si legge nel documento – risultava pagata da Saggese Giuseppe, socio maggioritario della Pubbliconsult s.p.a. (poi S. Giorgio s.p.a. e Tributi Italia s.p.a.). Il relativo procedimento penale n. 432/1 si concludeva con il proscioglimento in udienza preliminare per gli imputati Calzetta, De Lorenzi, Iacuaniello e Nobili, mentre il Valentini, Aureli, Cervoni e D’Alessandri definivano la loro posizione con sentenza di patteggiamento (…). Per tutti gli altri il processo si definiva con sentenza n. 23738/09 depositata il 23.12.2009 di non doversi procedere per prescrizione dei reati”. Questa premessa è fondamentale per capire la ripartizione degli importi richiesti ai destinatari dell’atto di citazione. Nell’atto è riportata nei dettagli tutta la vicenda Aser (ben 50 pagine di documento), e sono trascritti esattamente non solo gli importi dei mancati versamenti alla tesoreria comunale dopo la riscossione dei tributi, ma anche quelli riconosciuti dai lodi arbitrali, il valore della mancata effettuazione da parte dell’Aser delle dovute opere di sistemazione e ristrutturazione del verde pubblico (possibile che nessun amministratore se ne accorgesse?) e le cifre dei mancati pagamenti attraverso irregolarità nei conti giudiziali dal 2000 al 2003. Ma anche i danni derivanti dall’errata certificazione ICI (dal 2004 al 2008) in tema di trasferimenti statali, dalle spese legali sostenute per le controversie con l’Aser stessa e del forzato ricorso all’anticipazione di cassa dal 2006 al 2009. Il tutto per un totale di 54.302.986,79 euro, senza contare l’ulteriore danno “per di-

minuzione di servizi alla collettività in ragione delle minori entrate”, non ancora quantificato. Il documento prosegue con la cronistoria della ormai vicenda Aser, a partire dalla delibera del consiglio comunale n. 100 del 4 agosto 1999 e da tutte le irregolarità rilevate per arrivare all’approvazione della partecipazione del Comune di Pomezia alla società. Dopo aver esaminato ogni aspetto, la Corte dei Conti attribuisce le varie responsabilità amministrative in merito al danno erariale riconosciuto al Comune di Pomezia, che viene fissato per € 50.212.024,04. Grazie all’analisi effettuata, la Corte dei Conti ha stabilito che il Comune di Pomezia dovrà essere risarcito in queste proporzioni: Aser Srl e Tributi Italia SpA dovranno versare 45 milioni di euro “in solido tra loro”; Giuseppe Saggese € 4.631.024,04; Maria Grazie Schenoni, Elio Ortori e Bruno Pezzuolo € 50.000,00 a testa; Daniele Cardenia € 20.000,00; Laura Cocito e Mario Ortori € 30.000,00 ognuno; Vito Paolo Marti e Massimo Ippoliti € 10.000,00 cadauno; Adriano Venditti € 7.000,00; Gianfranco Froio e Patrizia Saggese € 5.000,00 a testa; Pasquale Froio e Pierluca Bubbi € 3.000,00; Angelo Scotto, Giuseppe Di Cuonzo € 2.000,00 e Paolo Francesco Lanzoni € 1.000,00: sono tutti amministratori S. Giorgio/Tributi Italia ed Aser. Per la parte politica sono stati chiesti 10.000,00 € a testa per l’allora sindaco Maurizio Aureli, il suo vice Massimo Cervoni, gli ex assessori Rodolfo Zac-

caria Proietti e Stefano Marchetti, gli ex consiglieri comunali Fiorenzo D’Alessandri, Paolo Valentini, Vincenzo Mauro, Renzo Antonini, Paolo Ruffini e Pietro Toce. L’attuale dirigente del Comune di Pomezia Giovanni Pascone, a capo del servizio di avvocatura comunale, che all’epoca ricopriva la carica di Presidente del CdA dell’Aser, dovrà invece versare 3.000,00 euro. Il Presidente della Corte dei Conti ha fissato per il 26 marzo prossimo i termini di scadenza per l’eventuale deposito, da parte dei citati, di eventuali memorie e documenti, e per il 15 Aprile alle ore 10:00 l’udienza “stabilita presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Lazio (…) per ivi sentirsi condannare al pagamento in favore del Comune di Pomezia della somma di € 50.212.024,04 (…), oltre la rivalutazione monetaria, gli interessi legali e le spese di giustizia, queste ultime in favore dello Stato”. Udienza alla quale “i convenuti (…) non potranno intervenire se non con il patrocinio di un avvocato”. In pratica, la sentenza dei giudici è già pronta, ed è quella riportata nell’atto di citazione. Se si riuscissero davvero a recuperare questi soldi – soprattutto i 45 milioni riferiti alle società che ormai risultano fallite – il Comune di Pomezia avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi economici. Della vicenda è stato formalmente informato dalla Corte dei Conti anche il sindaco di Pomezia Fabio Fucci. Maria Corrao


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CRONACA

Nel mirino della Corte dei Conti i protagonisti di Tangentopoli Pometina

POMEZIA

Condannati ex amministratori

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per danno all’immagine del Comune di Pomezia

anno gravissimamente danneggiato l’immagine del Comune di Pomezia e, per questo, dovranno pagare una cifra totale di 170 mila euro più le spese legali quattro dei personaggi coinvolti nell’ormai famigerata “tangentopoli pometina”. L’ex sindaco Maurizio Aureli e gli allora amministratori comunali Fiorenzo D’Alessandri, Vincenzo Mauro e Paolo Valentini sono stati condannati dai giudici della Seconda sezione centrale d’appello della Corte dei Conti, con sentenza n. 489/2013 del 25 luglio al risarcimento per il

“danno all’immagine subito” dal Comune di Pomezia quando scoppiò lo scandalo che portò, nel 2001, all’arresto di mezzo consiglio comunale ed alle dimissioni di 28 consiglieri su 30, con conseguente scioglimento dell’assise. La sentenza è frutto del ricorso fatto da Aureli, D’Alessandri, Mauro e Valentini, già condannati in primo grado nel dicembre del 2005. L’unica differenza tra i due verdetti, una lieve riduzione dell’importo da pagare, ripartito in 120 mila euro che dovranno versare in parti uguali da tutti i ricorrenti in appello

sopra citati ed altri 50 mila euro, sempre in parti uguali, solo da Aureli, D’Alessandri, Cervoni e Valentini, escludendo da quest’ultima condanna Vicenzo Mauro. La divisione è dovuta al fatto che i filoni d’indagine esaminati erano due: una per la vicenda GMF, ovvero per la gestione del servizio di smaltimento rifiuti, e l’altra per l’Arcalgas, quindi per la gestione delle forniture idriche. La Corte dei Conti non è invece intervenuta con questa sentenza nel terzo filone che portò agli arresti, quello relativo all’Aser. “Nella fattispecie – si

per indebita requisizione. La vicenda risale addirittura al 1989, quando l’allora sindaco firmò numerose ordinanze di requisizione di appartamenti di pro-

prietà dell’Ater, che in seguito furono assegnati ad altrettante famiglie in stato di bisogno. La requisizione fu annullata dal TAR, cui aveva fatto ricorso l’Ater stessa, nel 2005. La vittoria ottenuta ha spinto l’Azienda territoriale edilizia residenziale e popolare a fare richiesta di indennizzo per il presunto danno subito dall’occupazione illegittima degli immobili. A seguito di questa richiesta, il TAR del Lazio ha avviato un’istruttoria

REQUISIZIONE APPARTAMENTI ATER, CHIESTI 5,8 MILIONI DI RISARCIMENTO AL COMUNE DI POMEZIA Se da un lato il Comune attende di percepire 170 mila euro di risarcimento, dall’altro c’è il rischio che dalle casse pubbliche debbano uscire circa 5 milioni ed 800 mila euro, richiesti dall’Ater all’Amministrazione pometina a titolo risarcitorio

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legge nella sentenza – la percezione di tangenti per la vicenda ALCARGAS da parte degli amministratori comunali di Pomezia risulta confermata, oltre che da intercettazioni telefoniche e ambientali dei sigg. Mauro, Valentini e D’Alessandri, dalle “ampie dichiarazioni confessorie rese da Aureli, D’Alessandri, Mauro e Valentini negli interrogatori sostenuti tra il 2 e il 12.7.2001”. La percezione di tangenti per la vicenda GFM risulta poi confermata da dichiarazioni rese dal sig. Aureli il 2.7.2001, dal sig. Valentini il 3.7.2001, il 5.7.2001 e il 16.8.2001, dal sig. Cervoni il 6.7.2011, dal sig. Mauro il 6.7.2001 e l’11.7.2001, dal sig. D’Alessandri il 12.7.2001”. “Appare indubbio – prosegue il documento – che l’immagine di un “buon andamento” dell’amministrazione comunale di Pomezia sia stata gravissimamente lesa, ben al di là di quanto potrebbe ritenersi sulla base del mero importo delle tangenti percepite. Il procedimento penale sulle due vicende corruttive in esame aveva infatti comportato non solo numerosi arresti, ma anche le dimissioni del Sindaco e di ben ventotto consiglieri su trenta, con il conseguente scioglimento del consiglio comunale e l’insediamento di un commissario prefettizio. In sostanza, era apparso chiaro, nella comunità locale, che l’espletamento delle funzioni pubbliche era stato occasione di un sistematico mercimonio che aveva coinvolto consiglieri sia di maggioranza che di minoranza”.

170.000 euro andranno nelle casse pometine

ed inviato al Comune di Pomezia la richiesta di deposito di una relazione e dei relativi documenti, entro 90 giorni, per capire cosa sia realmente successo e quale sia stata la durata effettiva dei provvedimenti annullati, e poter decidere “in merito alla pretesa risarcitoria esercitata” dall’Ater. L’udienza che vedrà contrapporsi le parti davanti al giudice amministrativo è stata fissata per il 9 Aprile 2014.


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CRONACA

Il Corriere della Città

Tangentopoli, l’altra verità Dopo i recenti provvedimenti della Corte dei Conti, Fiorenzo D’Alessandri espone la sua versione dei fatti

POMEZIA

L

e decisioni della Corte dei Conti – una condanna di risarcimento per danno d’immagine nei confronti del Comune di Pomezia e l’atto di citazione in giudizio per un danno erariale di 50 milioni di euro – hanno riportato d’attualità la tangentopoli pometina del 2000, anno in cui furono arrestati il sindaco e numerosi assessori e consiglieri. Tra le persone colpite dai due provvedimenti della Corte dei Conti c’è Fiorenzo D’Alessandri, tra i principali protagonisti della vicenda. Da sempre indicato come uno dei maggiori responsabili, D’Alessandri non ci sta a passare come “l’orco cattivo tra gli innocenti”. “Io ho patteggiato la mia posizione – spiega – e sono uscito da questa vicenda saldando in mio debito”. Ma così lei ha ammesso la sua colpevolezza. “No. Semplicemente ho preferito evitare il processo e, attraverso gli avvocati, accordarmi con i giudici. Non c’è mai stato un tribunale che ha riconosciuto la mia colpevolezza, ma solo una condanna accettata in virtù di un’ipotesi di reato”. Ma non può negare che questo porti tutti a pensare che lei sia colpevole, altrimenti avrebbe lottato per far riconoscere la sua innocenza. Resta quindi questa macchia che difficilmente scomparirà dalla mente dei cittadini, acutizzandosi ogni volta che si riparla della tangentopoli pometina. “Infatti sembra che la causa di ogni male di Pomezia sia io. Ma, premesso che ci sono state indagini, intercettazioni e perquisizioni, resta il fatto che nessun tribunale italiano abbia a tutt’oggi decretato la colpevolezza di almeno uno dei personaggi coinvolti, tantomeno io. Non c’è nessuna sentenza, se non quella di prescrizione del reato. E a me questo dispiace, perché una sentenza vera avrebbe potuto stabilire con certezza chi era colpevole e chi no. Non è certo colpa degli imputati se tutto è andato in prescrizione, ma dei meccanismi della giustizia, però non posso fare a meno di notare alcune incongruenze”. A livello politico, dopo lo scandalo lei si è fermato per 10 anni, per poi ripresentarsi come candidato consigliere nelle file del PD nel 2001. C’è invece chi, pur con un

processo in corso, ha preferito non fare mai un passo indietro, partecipando ad ogni competizione elettorale. Scelta “premiata” dalla sentenza di prescrizione del reato, che lascia le fedine penale dei protagonisti completamente pulite. “Io ho ritenuto giusto non ricandidarmi e reputo che chi, pur essendo coinvolto nella stessa vicenda, lo ha fatto, abbia sbagliato. E questi errori si trascinano ancora adesso, lo abbiamo visto nell’ultima tornata elettorale”. Quali sono i suoi sentimenti nei confronti di questa situazione? Si pente di aver patteggiato? “Quando l’ho fatto, la legge non equiparava il patteggiamento a condanna certa. Nel 2004 c’è stata una modifica giurisprudenziale, ma non capisco perché venga applicata in maniera retroattiva, come dimostra la decisione della Corte dei Conti, che fa differenza tra chi ha patteggiato e chi non è stato condannato solo per decorrenza dei termini. Mi domando quale logica ci sia nel il fatto che vengano coinvolte in una situazione oltre 30 persone, ma che a pagarne le conseguenze, anche a distanza di anni, siano sempre le stesse 4 o 5. Le ipotesi sono due: tra prescritti e patteggianti, o eravamo tutti colpevoli, o tutti innocenti. Non si possono adottare due misure diverse solo per la decorrenza dei termini nel processo penale. Per le vicende Arcalgas e GFM io ero stato assolto dalla stessa Corte dei Conti dall’accusa di danno erariale, in

quanto è stato riconosciuto che il Comune non solo non ha avuto danni, ma ha avuto un guadagno, perché ha risparmiato 1 miliardo e 400 milioni di lire l’anno relativo agli stipendi dei 22 dipendenti che prima erano in carico all’Amministrazione, poi passati alle società private grazie alle delibere contestate. Quindi perché, se assolto e prosciolto per il danno erariale, adesso vengo condannato per “danno d’immagine”?”. La Corte dei Conti l’ha anche citata per danno erariale riguardo l’Aser. “Quando c’è stato lo scioglimento del consiglio ancora non era stato fatto alcun tipo di danno: questi sono venuti dopo. Noi abbiamo fatto una delibera di adesione nell’agosto 1999, il consiglio comunale è stato sciolto nel 2000, quando ancora l’Aser non aveva commesso alcun tipo di illecito. I problemi sono venuti dopo. Il buco si è creato ed è aumentato quando io non ero più amministratore di Pomezia da un bel pezzo. Il contratto è stato revocato solo nel 2009: perché, appena ci si è resi conto che le cose non stavano andando nel modo corretto, non si è fatto subito qualcosa, visto che nel contratto esistevano delle precise clausole che ne consentivano la rescissione? Non sono forse più colpevoli quegli amministratori che hanno continuato a sedere nei banchi del consiglio e che non hanno mosso un dito per impedire un disastro non di certo preventivato quando è stata fatta la prima delibera? Perché, se “l’impiccio” era davvero quello che era stato fatto da noi, non hanno mandato via prima quella società?”. Pensa che tenere l’Aser facesse comodo a qualcuno che ancora stava amministrando? “Non lo so. So solo che ben 3 commissari prefettizi e due amministrazioni comunali se la sono tenuta fino al 2009. Quindi perché vengono colpite sempre le stesse persone, mentre le altre no? E’ vero che la legge intervenuta successivamente afferma che può essere citato chi ha subito una sentenza definitiva, ma quando ho patteggiato la normativa era diversa”. A D’Alessandri non tornano i conti soprattutto riguardo la prescrizione. “Perché in quell’occasione Massimo Ciccolini

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viene assolto, mentre per gli altri imputati non c’è prima la condanna e poi la prescrizione della stessa? Il giudice dice chiaramente che, tranne Ciccolini, gli altri non possono essere riconosciuti innocenti, ma devono essere prescritti per decorrenza dei termini”. Nella sentenza dell’epoca si legge infatti: “Conclusivamente ed in ordine a tutti i capi di imputazione e a tutti gli imputati ad esclusione di Ciccolini, non emergendo elementi per assolvere nel merito gli imputati, ma emergendo anzi elementi di prova per affermare la penale responsabilità, deve essere dichiarata la causa estintiva ai sensi dell'art. 531”. Quindi la responsabilità penale viene riconosciuta. “E allora perché la prescrizione interviene solo nel caso della condanna? Il giudice avrebbe dovuto formulare le condanne senza applicarle, causa prescrizione per decorrenza dei termini. Solo così si sarebbero definite con chiarezza le responsabilità. Invece sono stati adottati, nello stesso procedimento, due metri diversi di giustizia”. La cosa la infastidisce? “Mi dà fastidio il fatto che io, che mi sono assunto le mie responsabilità pagando il mio debito con la giustizia, mi trovo nuovamente a pagare, mentre chi non ha collaborato con la giustizia o non ha chiarito completamente la propria posizione viene prescritto, non viene condannato, è “immacolato”, nessun procedimento successivo, come quelli attuali della Corte dei Conti, lo colpisce, e non paga mai nulla”. Lei ritiene di aver pagato abbastanza? “Non ho pendenze di nessun tipo, ho restituito tutti i contributi ricevuti – perché per me quelli erano contributi e non tangenti – non mi sono più candidato per oltre 10 anni. Ho partecipato alle elezioni del 2011 solo per dimostrare a me stesso che ancora avevo la possibilità di partecipare ad un consenso civile. Ma ora basta, perché non posso essere più io, né chi era come me coinvolto in quella vicenda, la persona giusta per sedere in consiglio ed indicare ai cittadini quali siano le soluzioni da adottare per Pomezia”. Per lei non si trattava di tangenti: pensa di aver amministrato bene la città? “Io e gli altri dell’epoca abbiamo fatto delle cose buone per Pomezia: credo che la Giunta Aureli sia stata la più produttiva degli ultimi 30 anni, con ripercussioni positive, ancora oggi, di opere e servizi progettati ed iniziati dal 1998 al 2000. Abbiamo lasciato le casse del Comune attive. Eppure io, per tutti, sono tra i “banditi”. Mi chiedo come debbano essere giudicati coloro che, nei periodi successivi, sono riusciti a portare Pomezia ad un debito che supera i 140 milioni. Cosa è stato realizzato, in cambio? Lo scempio dell’università? O altre cose strane che sono sotto gli occhi di tutti? Ed allora: sono davvero io, il vero bandito? Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma solo capire”. Maria Corrao



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CRONACA

Il Corriere della Città

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Nomina scrutatori: avvisi di garanzia per tre consiglieri comunali di Pomezia C

ommissioni consiliari, non è finito nel nulla il polverone sollevato il 30 aprile dai candidati sindaci Antonio Di Lisa, Maria Corrao e Stefano Ielmini sulla scelta degli scrutatori. Anche se per motivi diversi da quelli denunciati dall’esposto – oltre alla richiesta di procedere per sorteggio si metteva in dubbio la validità della Commissione stessa – la Procura ha aperto un fascicolo d’indagine per capire cosa sia successo al termine della seduta che si è svolta il 6 maggio, durante la quale sono stati nominati gli scrutatori per le elezioni amministrative che hanno portato alla vittoria del sindaco Fabio Fucci. Il 25 maggio il dott. Giuseppe Travaglini ha infatti fatto consegnare, attraverso i carabinieri della Compagnia di Pomezia, tre avvisi di garanzia ai consiglieri comunali Luigi Lupo, Corrado Capodimonti e Gianni Mugnaini, “concorrenti tra loro, quali componenti della commissione elettorale del Comune di Pomezia, in quanto contraffacevano l’elenco degli scrutatori approvato in seduta pubblica dalla commissione elettorale sostituendo numerosi nominativi indicati negli atti approvati dalla commissione con cancellature apposte solo dopo la chiusura del verbale della commissione”. Oltre che ai componenti della commissione, l’avviso di garanzia è arrivato anche ad un impiegato comunale dell’ufficio elettorale. Secondo il parere del denunciante, a conclusione della commissione i tre avrebbero firmato un verbale diverso da quello accordato con il presidente della commissione stessa, che era rappresentato dal Sub Commissario prefettizio Antonio Tedeschi, il quale non ha infatti apposto la sua firma sul documento, segnalando invece il sospetto broglio alla Procura di Velletri. Accuse tutte da provare, certamente, ma che tengono comunque alta l’attenzione sulla modalità di scelta degli scrutatori: in un momento politico delicato come quello appena passato, il suggerimento di procedere per estrazione sarebbe stato sicuramente il più idoneo a livello morale. Perché se è vero che la legge prevede la possibilità di scelta nominale, è pur vero che, in quella circostanza, la commissione vedeva al suo interno consiglieri dimissionari. Infatti il Sub Commissario aveva inizialmente sposato la tesi proposta dai tre candidati sindaco, tant’è che aveva aperto la seduta sostenendo che “l’attuale com-

missione, essendo formata da consiglieri comunali dimissionari, non può operare ed [è] illegittima”, posizione ribadita “dopo essersi consultato con Funzionari e dirigenti del Ministero degli Interni e della prefettura i quali hanno confermato sia la non validità della attuale commissione”. Ma nel corso della riunione, dopo le insistenze di Luigi Lupo – tra i convocati come membro della commissione, ma di fatto consigliere comunale dimissionario – l’elenco preparato in precedenza dallo stesso Lupo e dagli altri due membri Saverio Pagliuso e Corrado Capodimenti è stato riconosciuto come valido dal Sub Commissario, che aveva quindi dato mandato all’ufficio elettorale di accettare le designazioni proposte. Ma, a quanto pare, qualcosa non è risultato chiaro al Sub Commissario e da lì sono scattati gli avvisi di garanzia, a seguito dei quali la Magistratura dovrà decidere se archiviare la vicenda o se andare avanti rinviando a giudizio le persone coinvolte. “Sono più che tranquillo, visto che ogni passo è stato fatto seguendo le regole – ha dichiarato Luigi Lupo - Attendo fiducioso la decisione del giudice: sono sicuri che, visti attentamente gli atti, ci sarà l'archiviazione, proprio perché non è stato fatto nulla di irregolare. Il documento nel quale ci sarebbero state le cancellazioni era in realtà un “brogliaccio” dal quale sono stati cancellati

i nomi delle persone che, non essendo nell'elenco ufficiale, non potevano essere nominati scrutatori. Nessun imbroglio, nessuna modifica fatta appositamente, solo una correzione apportata nei tempi e nei modi previsti”. Dello stesso tono la dichiarazione rilasciata da Corrado Capodimonti. “Sono assolutamente certo della correttezza di quanto fatto: abbiamo seguito alla lettera le procedure. E, a riprova della mia buona fede, sono anche in questa consiliatura un membro della commissione elettorale. Di certo non avrei chiesto di farne parte se avessi avuto qualche dubbio sul mio operato precedente”. SEGRETARIO GENERALE, A POMEZIA SI CAMBIA Uno dei cambiamenti avvenuti in Piazza Indipendenza dopo l’elezione del sindaco Fabio Fucci è la sostituzione del Segretario Generale Angelo Scimè, che ricopriva la carica dal 2004. “Come noto – ha spiegato il Primo Cittadino - ho deciso di avvalermi della facoltà di nominare un nuovo Segretario Generale. Il rinnovamento che intendiamo mettere in atto passa anche per questa fondamentale figura. In questi giorni sono impegnato ad effettuare colloqui con alcuni candidati che

La Procura indaga sul verbale firmato da Lupo, Mugnaini e Capodimonti hanno manifestato il proprio interesse nei confronti del nostro Ente. La persona che sceglierò affiancherà me e la Giunta nell'ambiziosa opera di ristrutturazione della macchina amministrativa, dalla quale non possiamo prescindere per assicurare l'esecuzione del nostro mandato elettorale. Plasmeremo i settori e i servizi intorno al nostro programma elettorale, tramite un nuovo organigramma e nuovi regolamenti che dovranno armonizzarsi con il mandato che abbiamo ricevuti dai cittadini. Ci aspettiamo la massima collaborazione da parte di tutto il personale comunale”. Mirko Giustini



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’ sicuramente un modo nuovo di amministrare, quello improntato dal Movimento 5 Stelle e dal sindaco di Pomezia Fabio Fucci. Dapprima la novità degli assessori senza delega, poi l’idea di incontrare i cittadini in un assemblea pubblica per relazionare quanto prodotto finora e quanto verrà fatto nell’immediato futuro. Un’iniziativa mai presa in precedenza dagli altri amministratori, che ha raccolto il favore di circa 800 persone, che il 29 agosto si sono riversate in piazza Indipendenza. Un modo certamente nuovo per i pometini di vivere la vita cittadina e la sua amministrazione. Fucci ha subito puntato il dito contro chi nel passato ha gestito la città. “Abbiamo ereditato una situazione terribile: del resto non era difficile immaginarlo, visti gli atti che sono stati prodotti negli ultimi anni e le relazioni dei Revisori dei Conti e degli Ispettori della Ragioneria di Stato. Siamo certi delle responsabilità degli amministratori che ci hanno preceduto, che si sono concretizzate con la deprimente situazione finanziaria che ci è stata lasciata. Non a caso, in questi giorni è arrivato un atto di citazione da parte della Corte dei Conti che paventa l’ipotesi del danno erariale nei confronti di tanti ex amministratori di questo Comune, che hanno preso decisioni importanti per questa città fino al nostro insediamento. Questo dimostra ancora una volta che chi ha operato prima di noi non l’ha fatto nel modo corretto”. Il sindaco ha poi elencato quanto fatto dal momento dell’elezione, partendo dalla delibera d’intenti per la riduzione delle indennità di posizione dei dirigenti comunali. Ma l’atto è stato contestato attraverso un ricorso al TAR, che verrà discusso a novembre. Fucci ha parlato anche dei creditori dell’Ente e dell’estate pometina, riconoscendo alcune carenze, come quella della mancata istituzione del terzo turno della polizia municipale, che avrebbe evitato l’insediamento dei venditori abusivi al posto delle bancarelle degli ambulanti provvisti di licenza. Riguardo le opere pubbliche, il Primo Cittadino è partito dalla mancanza di risorse. “Abbiamo fatto diverse richieste alla Regione Lazio per ottenere il finanziamento di opere pubbliche, perché – vista la situazione finanziaria in cui versa l’Amministrazione – sarà

POLITICA difficile che nel primo anno di attività riusciremo a portare a termine opere con finanziamenti comunali. A proposito di opere, non so per quanti anni i cittadini di Roma 2 sono stati tenuti sotto scacco con la promessa dell’acqua, sempre disattesa. Noi, pur non facendo promesse di alcun tipo, né acqua, né posti di lavoro, né case popolari, già nelle prime settimane di governo abbiamo sbloccato la situazione relativa all’acqua a S. Palomba. Allora, se noi lo abbiamo fatto in pochi giorni, non so per quale motivo finora era stata tenuta bloccata, anche se posso immaginarlo come voi. Adesso continueremo a seguire l’iter passo dopo passo, senza fare promesse sui tempi ma tendendo i cittadini informati su quanto di volta in volta accade. Pure per la questione Pettirosso sono state fatte tante promesse, con politici che vi hanno illuso: anche qui abbiamo affrontato la questione studiandola e cercando di capire quale possa essere la soluzione migliore per tutti”. Dopo aver lasciato la parola agli assessori, Fucci ha concluso l’assemblea tornando ad accusare le Amministrazioni del passato. “Voglio rassicurare i cittadini che noi intendiamo, con determinazione e un pizzico di rabbia, intraprendere ogni azione volta ad accertare le responsabilità di chi ha ridotto la città in questo stato, utilizzando tutta la nostra forza e tutti i mezzi che la legge ci mette a disposizione anche per intraprendere cause risarcitorie. Per troppi anni c’è stata una parte della politica che si è arricchita alle spalle dei cittadini, una parte della macchina amministrativa e gestionale che con errori, se non con dolo o per colpa, ha danneggiato in modo in alcuni casi anche irreparabile la città ed i suoi abitanti. Noi, nei confronti di queste persone, non avremo nessuna pietà”. Un’altra bordata è stata data parlando del piano regolatore e quindi di urbanistica. “E’ nei nostri pensieri e nel nostro programma realizzare un piano regolatore che valorizzi il territorio su cui viviamo, che dia la possibilità ai cittadini di vivere serenamente i servizi per la città, senza essere soffocati dal cemento. L’interesse esclusivo per l’arricchimento privato non è una nostra finalità. Credo non debba esserlo per nessun pubblico amministratore, ma certamente non lo è per noi”. Alfredo Corrao

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La politic scende in Sindaco ed assessori incontrano i Gli argomenti trattati da Fucci sono stati approfonditi dai cinque assessori che compongono la Giunta. Le notizie peggiori sono arrivate dall’ultimo intervento, quello fatto da Emanuela Avesani che si è occupata di Bilancio, annunciando il serio rischio di un dissesto finanziario per il Comune di Pomezia. Dopo aver parlato della tragica situazione del Consorzio Universitario, l’assessore ha cercato di rendere l’idea sulla reale situazione finanziaria dell’Ente. “Abbiamo un buco enorme tra debiti e crediti non esigibili ma egualmente inseriti in bilancio. Le spese del Comune si aggirano sui 50/60 milioni annui: se per assurdo, da oggi in poi non spendessimo più un solo euro per la cittadinanza, niente servizi, niente dipendenti comunali, occorrerebbero almeno 4 anni e mezzo per pagare i debiti accumulati dalle precedenti amministrazioni. Stiamo cercando di capire, voce per voce, dove tagliare, e valutando, parlandone anche con i Revisori dei Conti, quali siano le strade da seguire: se dichiarare il dissesto finanziario, se adottare un bilancio di riequilibrio, se chiedere il fondo di rotazione. Ci sono una serie di strumenti che la legge ci dà per cercare di uscire

da questa situazione. Dobbiamo capire quale sarà la strada migliore per tutti i cittadini, che hanno già pagato abbastanza, e trovare il modo per andare avanti con meno soldi possibili, utilizzando fondi degli Enti superiori da reperire attraverso uno staff apposito composto da consiglieri, assessori, dipendenti: qualsiasi decisione prenderemo, sarà stata sicuramente studiata a fondo e ponderata al massimo. Deve essere chiaro che noi vogliamo lavorare per i cittadini, non contro di loro”. “Abbiamo trovato una situazione – ha concluso la Avesani – in cui c’erano centinaia di fornitori non pagati, per svariate decine di milioni, che praticamente venivano utilizzati dalle precedenti Amministrazioni come fonte di finanziamento. I soldi messi in attivo ma non esigibili sono quindi stati finanziati dai fornitori. E’ stato perciò importante annullare la delibera del sub-commissario e pagare tutti questi fornitori ridando loro ossigeno”. Veronica Filippone: “Nessuna opera pubblica potrà essere fatta a breve con i soldi del Comune. Abbiamo quindi fatto richiesta alla Regione Lazio per ottenere i fondi per una serie di opere e servizi necessari per la cittadinanza”.


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Pista ciclabile ad ostacoli

E ca n piazza cittadini in un’assemblea pubblica Lorenzo Sbizzera: “Stiamo lavorando al nuovo capitolato d’appalto per la raccolta della nettezza urbana, puntando sulla differenziata porta a porta, che sarà estesa su tutto il territorio comunale. Sappiamo benissimo che ci sono ancora grosse difficoltà e disservizi. Nel nuovo capitolato non sarà presente solo la PaP, ma anche tutta una serie di misure che andranno a correggere questi malfunzionamenti. A breve partirà il servizio “decorourbano.org”, attraverso il quale ogni cittadino si potrà collegare al sito e mandare le sue segnalazioni su buche, rifiuti mal conferiti e quant’altro. La segnalazione verrà presa in carico dall’ufficio ambiente che dovrà rispondere sulla questione fornendo i tempi di risoluzione”. Ma dopo la bella notizia è arrivata quella brutta. La TARES, che sostituirà la TARSU, vedrà un aumento medio per i cittadini del 25%. Giovanni Mattias: “Siamo partiti con l’emergenza derivante dal furto dei cavi di rame dal depuratore che – oltre al danno economico di 200 mila euro per il Comune – ha causato ripercussioni negative per tutti gli operatori balneari, ma abbiamo ri-

solto il problema nel più breve tempo possibile. Ci siamo poi occupati del fosso di Pratica di Mare, che nel settembre scorso era stato oggetto di uno sversamento di carburante proveniente dall’aeroporto, al cui interno abbiamo preteso maggiori controlli. Ma abbiamo trattato anche la tutela degli animali attraverso il nuovo regolamento suggerito dall’Anci”. Elisabetta Serra: “Abbiamo resistito alle richieste di quanti ci chiedevano di ritornare ad un’estate invasa sconsideratamente da venditori ambulanti, ma non perché siamo ostili a questa categoria di lavoratori, che rispettiamo come tutte le altre, ma perché vogliamo dare una regolamentazione questo settore, tutelando proprio i lavoratori. Inizieremo a lavorare a questo regolamento già a settembre. Tra tante persone che ci apprezzano, ci sono anche tanti oppositori o persone che non condividono le nostre scelte, o che abbiamo deluso. Sono consapevole di questo ma, allo stesso tempo, sono certa che non c’è nessuno che possa pensare che in due mesi e mezzo abbiamo fatto una minima cosa per interesse personale, e questo è molto importante”. Giuseppe Marrone

ra stata inaugurata il 27 novembre 2010 la prima pista ciclabile di Pomezia, al Parco della Crocetta. Un vanto per l’Amministrazione, che aveva mostrato, partendo dall’ingresso di via Luigi Sturzo, lo snodarsi della pista – utilizzabile anche per altri sport, come jogging o pattinaggio – che attraversa il parco attrezzato ed arriva fino al complesso del Querceto. 1650 metri di percorso tra il verde, che gli amanti delle due ruote e gli sportivi in genere avrebbero voluto apprezzare. Ma che, a meno di tre anni di distanza, devono stare attenti a percorrere. Lungo il percorso, infatti, già da qualche mese si incontrano buche di varie forme e dimensioni, tra cui una vera e propria profonda voragine, protetta in modo instabile da una transenna. Ma la pericolosità deriva anche all’alto strato di fango che invade completamente la carreggiata su un ampio tratto di pista, che sicuramente peggiorerà con l’arrivo della brutta stagione. L’opera, che era costata 1 milione e 460mila euro stanziati dalla Regione Lazio, ha avuto un destino amaro. Più volte, sin dalle prime settimane successive all’inaugurazione

fatta dalla Giunta De Fusco, era stato chiesto all’Amministrazione un servizio di pulizia e manutenzione, quasi sempre disatteso, al punto che i cittadini che volevano usufruire dell’area erano costretti ad organizzare giornate di pulizia all’interno del parco. Ma ora il problema è più serio, visto che ai rifiuti si sono aggiunte le crepe e le buche che rendono pericoloso percorrere il parco. “Conosciamo bene lo stato di degrado che sta vivendo il parco, peraltro supportato dalle numerose testimonianze dei cittadini che quotidianamente ci sollecitano sui difetti che stanno emergendo – ha dichiarato il sindaco Fabio Fucci - Nelle scorse settimane i tecnici dei nostri uffici hanno effettuato un sopralluogo e inviato all'impresa che ha realizzato i lavori la lista degli interventi da realizzare per ripristinare la sicurezza e lo stato dei di efficienza luoghi”. Pare infatti che i problemi nascano da una cattiva esecuzione iniziale, che adesso dovrà essere sanata. “Noi monitoreremo l'esecuzione dei lavori”, ha assicurato il Primo Cittadino. Matteo Acitelli

Buche e rifiuti nel percorso ciclopedonale del Parco della Crocetta

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Sempre presenti Giuseppe Raspa, capogruppo del M5S segna le differenze con la vecchia amministrazione

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iuseppe Raspa, capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Pomezia, pur non avendo mai amministrato prima, può vantare un anno e mezzo di opposizione “dietro le quinte”, visto che è sempre stato al fianco dell’allora consigliere Fabio Fucci. Quali sono le differenze più evidenti tra le due posizioni? “Credo che, in confronto al recente passato, sia emblematico vedere lo svolgimento di un consiglio comunale da quando c’è stato il nostro insediamento: prima non avevo mai visto sindaco e giunta sempre presenti in aula a discutere di tutti i punti dall’inizio alla fine della seduta: già questa è una prima differenza di livello di interessamento. Non è più un’amministrazione in qualche modo distratta, dove il sindaco c’è solo quando lo reputa opportuno, ma è sempre presente”. Ma amministrare è più o meno difficile di quello che si aspettava? “E’ sicuramente un onore ed un onere. La difficoltà è quella che mi aspettavo: una situazione davvero difficile, che stiamo affrontando – giunta e consiglieri – con meritevole entusiasmo ed impegno: la giunta arriva in Comune la mattina presto e va via la sera tardi, passando la giornata a lavorare sui vari problemi della città. Il nostro punto di forza è che abbiamo davanti 5 anni di governo reali, che non saranno interrotti per colpa di liti interne come accadeva alle maggioranze del passato. Certo è che abbiamo trovato non solo una situazione pregressa pesante, ma anche delibere commissariali che la giunta non ha condiviso e pertanto ha annullato”. A proposito di delibere emesse nel periodo del commissariamento, è sembrato molto strano - dopo la pubblicizzazione dell’atto atto di indirizzo emanato dal sindaco Fucci, che fissa la retribuzione di posizione dell’area dirigenti del Comune di Pomezia a 13.500 euro annui a fronte degli oltre 60.000 percepiti in precedenza, che non venisse da voi annullata anche la

deliberazione n° 2013/86 del 09/05/2013, avente oggetto “Presa d’atto e approvazione tabella valutativa del nucleo di valutazione, per la valutazione del risultato delle posizioni organizzative – periodo dall’01.01.2010 al 31.12.2010 – ai fini della corresponsione dell’indennità di risultato ai dirigenti per l’anno 2010”, attraverso la quale era stata riconosciuta come dovuta dal Commissario prefettizio, con i poteri della Giunta, l’indennità di risultato per l’anno 2010, che verrà quindi corrisposta aumentando di fatto gli importi percepiti dai dirigenti. Come mai? “Non so dire se sia stato ritenuto che la delibera commissariale andasse comunque rispettata. So però che il nostro intento era, ed è stato, quello di dire che da questo momento in poi non si possono più pagare stipendi così alti. Se poi sono state commesse irregolarità o imprecisioni verrà visto e chi ha sbagliato se ne assumerà le responsabilità: se qualcuno ha fatto una delibera fuori legge, ne risponderà. Il nostro atto di indirizzo è finalizzato a bloccare un’illegalità in corso”. Riguardo alla delibera di intenti firmata dal sindaco c’è stato ricorso al TAR da parte dei dirigenti. L’udienza, dapprima fissata per il 28 agosto, è stata rinviata a novembre. Uno dei cavalli di battaglia del M5S in campagna elettorale riguarda l’ambiente, ma purtroppo, ad oggi, ci ritroviamo una città sporca come prima, con discariche a cielo aperto anche in centro città. Sicuramente gran parte della colpa va imputata all’inciviltà dei cittadini, ma forse ci si aspettava di più da questa Amministrazione. “Quando dico che abbiamo davanti un periodo di amministrazione lungo, mi riferisco anche alla rivoluzione culturale che vogliamo dare alla città ed ai suoi abitanti. E’ questa la strada migliore: non basta sanzionare, anche stiamo intensificando se la collaborazione con la polizia municipale proprio per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.

Stiamo inoltre lavorando ad un capitolato d’appalto per la raccolta degli RSU che andrà a migliorare il servizio. Dobbiamo poi puntare molto sul riciclo: occorre capire che il rifiuto può essere una risorsa. Non si può correre dietro a 65 mila cittadini per controllare come conferiscono i rifiuti, ma si devono educare a farlo nel modo corretto, invogliandoli attraverso sistemi come la carta del cittadino, che consentirà di accumulare punti attraverso il deposito nell’area ecologica degli ingombranti. Certo, nel frattempo servono anche i piccoli progetti, come i portacenere sulla spiaggia”. Che non ci sono ancora stati, come non sono stati aumentati i cestini sul lungomare, che anche questa estate traboccavano non per colpa del cittadino, ma per carenza numerica. “Non nascondo che questi problemi ancora ci siano: insediarsi a giugno e dover aggredire delle situazioni determinanti per la città, come il bilancio, indica che ci sono delle priorità che costringono a trascurare altri aspetti, fermo restando che i progetti restano”. Quali sono le situazioni lacunose che lei riconosce? “Ritorno a quella maggiore, che è il bilancio: se non completiamo il lavoro di analisi minuziosa non potremo mai sapere su cosa si basa esattamente questa città”. Parallelamente non sarebbe stato altrettanto importante concentrarsi sul recupero dell’evasione fiscale, che a Pomezia ha raggiunto livelli del 40%? “Nella valutazione dobbiamo prima capire quale sia la reale situazione, poi si potrà agire su tutti i fronti, anche quello dell’evasione fiscale. Ovviamente terremo in considerazione ogni situazione fonte di recupero, e sotto controllo quelle poco chiare”. Ma il servizio di accertamento e riscossione verrà lasciato all’Andreani, che prende un aggio del 18,90%, o riportato in house? “Si tratta di una valutazione che sta facendo la giunta proprio in questi giorni. L’indirizzo politico di eliminare le consulenze ed i servizi esterni lo abbiamo

dato già in campagna elettorale, ma adesso dobbiamo valutare come procedere. Ovviamente terremo informati i cittadini di quanto verrà fatto”. Qual è la cosa più positiva di questi mesi? “Essermi accorto delle numerose risorse di Pomezia, soprattutto a livello umano. Basta dare l’imput per vedere i cittadini rispondere in maniera attiva, come nel corso delle manifestazioni estive. Abbiamo avuto proposte da cittadini che prima erano “dormienti” e che adesso, semplicemente grazie ad un invito alla partecipazione, hanno deciso di svegliarsi e di fare qualcosa per la loro città. Ad esempio il comitato Sviluppo Torvaianica, che prima non esisteva, formato da commercianti, imprenditori e cittadini che vogliono far rinascere la loro cittadina. Noi abbiamo dato gli strumenti per liberare le loro energie positive. L’Amministrazione ha dato il “la”, ma il merito è dei cittadini, che stanno cominciando a capire che per uscire fuori da questa empasse serve il contributo di tutti”. Alessia Ambra Achille

La nostra non è un’amministrazione in qualche modo distratta, dove il sindaco c’è solo quando lo reputa opportuno, ma è sempre presente”



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Le polemiche? Sono strumentalizzate Il Sindaco di Ardea Luca Di Fiori risponde a critiche e accuse

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roseguono le critiche all’amministrazione comunale rutula, accusata di non aver concluso nulla in 15 mesi di governo della città. Raccolta dei rifiuti, problemi legati alla criminalità ed alla sicurezza dei cittadini, mancato rilancio del turismo e dell’economia locale e l’atavica e mai risolta questione degli usi civici e delle attività commerciali che operano nonostante la palese mancanza di regolarità sono tra le tematiche che maggiormente interessano la popolazione. Di questi problemi parliamo con il sindaco di Ardea Luca Di Fiori. Cosa ha fatto la maggioranza rispetto a questi problemi? “In merito alle critiche, forse bisognerebbe prima capire se si tratta di critiche faziose e con quale interesse vengono fatte… magari da qualcuno che era in Maggioranza e che poi ne è stato escluso. In 15 mesi questa Amministrazione, in un quadro di crisi economica generale, è riuscita a mantenere tutti i servizi a livello di salvaguardia cercando di mantenere i costi alla tariffa più bassa possibile. Per quanto riguarda i rifiuti, quando sento fare critiche da qualcuno in Consiglio comunale, forse significa che neanche si sa cosa si vota e che non si è suscettibili di miglioramento… Dopo l'approvazione di una mozione di

indirizzo del Consiglio comunale, ho informato il Dirigente Arch. Scarpolini di verificare attentamente l’appalto per l’affidamento del servizio di igiene urbana. Il Dirigente, sulla base delle leggi, ha ritenuto opportuno di non revocare l’appalto e di migliorare il servizio: do ufficialmente comunicazione alla cittadinanza che a partire dal prossimo 15 ottobre verrà ampliato il servizio di raccolta ‘porta a porta’ sul territorio anche in zone come Nuova California, Colle Romito, Lupetta e soprattutto il Lungomare e le case sparse. In merito alla sicurezza, stiamo lavo-

rando a braccetto con le forze dell’ordine segnalando tutto ciò che ci appare poco chiaro. Il problema atavico credo resti quello del numero esiguo di personale delle forze dell’ordine (che comunque svolgono un ottimo lavoro). Ho più volte fatto presente questo problema anche al Prefetto chiedendo la possibilità di valutare l’apertura di una sede del Commissariato di Polizia sul nostro territorio. Abbiamo dato un segnale forte della presenza delle istituzioni con la demolizione delle palazzine B e C del "Serpentone" e vogliamo continuare a demolire anche in altre zone di pregio dove si è costruito abusivamente affrontando in modo concreto la lotta all'illegalità. Poi c'è la questione dell'uso civico nella zona dei 706 ettari (ex Sforza Cesarini): l'Amministrazione ha tra i punti cardine quello di risolvere questa annosa questione. Già da settembre sono fissati una serie di incontri per arrivare a una soluzione che consiste nell'alienazione ai legittimi possessori dei 706 ettari”. E cosa avrebbe dovuto e potuto fare, che invece non ha fatto? “Si potrebbe fare sempre di più, però devo dire che rispetto a ciò che è stato fatto l'impegno è stato massimo e, continuando su questa strada, i cittadini avranno le risposte che si aspettano”. Nel corso dell’ultimo consiglio comu-

nale l’intervento di Luca Fanco ha sottolineato questioni delicate, tra cui le nomine fatte durante l’estate: sono stati sollevati dubbi sia sul nuovamente assessore Nicola Petricca - e sull’assunzione di suo fratello nella Società AIPA, che per il Comune di Ardea provvede a reperire gli evasori del territorio -

Opposizione...interna I

l più grande oppositore della maggioranza è un suo componente, Luca Fanco, che nell’ultimo consiglio comunale ha attaccato duramente la sua stessa coalizione. Ma quali sono le maggiori colpe di questa amministrazione e dei singoli che la compongono? “Le colpe maggiori ovviamente le hanno le cariche istituzionali più alte. Il Sindaco Luca Di Fiori ed il Presidente del Consiglio Massimiliano Giordani hanno dimostrato tutta la loro incapacità ad amministrare Ardea in modo collegiale, democratico, trasparente e nell'esclusivo interesse dei cittadini di Ardea e del loro territorio. I cittadini di Ardea criticano duramente questa situazione e si augurano che questa legislatura finisca il prima possibile. Le colpe devono essere anche attribuite ai singoli Consiglieri eletti in-

capaci di brillare di luce propria, che si raggruppano per avere un numero consistente tale da poter tirare il Sindaco ‘per la giacchetta’”. In 15 mesi di amministrazione ha fatto più opposizione lei che i consiglieri di minoranza. Che giudizio dà all’opposizione? “Pur avendo ricoperto cariche istituzionali di enorme importanza ho dimostrato di non aver paura di contestare la mia stessa maggioranza, quando ho ravvisato che invece di tutelare gli interessi della collettività si è cercato di tutelare i propri interessi. Per quanto riguarda l'opposizione, nell'inizio legislatura abbiamo assistito a tanta compattezza e determinazione, trascinati dai Consiglieri Capraro, Giordani ed Abate che ora sono inspiegabilmente affievoliti, dando modo ai meno esperti di prendere iniziative autonome

e votare diversi punti proposti dalla maggioranza. Mi auguro che ritornino a svolgere il loro ruolo da leader in modo da onorare il mandato dei cittadini che li hanno votati credendo in loro”. Il suo intervento nel corso dell’assise è stato inviato alla Procura della Repubblica ed alle forze dell’ordine, compresi i carabinieri del NOE, che il 27 agosto, proprio a seguito della sua segnalazione, hanno fatto un sopralluogo all’ufficio urbanistica ed alle Salzare: cosa si augura possa portare questa azione? “Molte mie denunce sono al vaglio dell'Autorità Giudiziaria, altre sono in fase conclusiva di indagini, altre ancora hanno già prodotto gli effetti sperati e sono stati individuate precise responsabilità penali commesse da colleghi Consiglieri ed amministratori di Ardea. I Carabinieri del NOE di Roma

hanno dimostrato elevata competenza professionale e determinazione nelle indagini. Inoltre sono refrattari a qualsiasi interferenza esterna, ed hanno immediatamente riscontrato quanto da me relazionato e richiesto”. Nel corso della riunione tra i dirigenti, l’assessore ed i tecnici in merito alla questione delle attività delle Salzare, è emerso che, attraverso opportuna documentazione, sarà possibile tenere aperte le attività commerciali che insistono nei 700 ettari su cui gravano gli usi civici. Pensa che l’interpretazione data dai dirigenti sia corretta o si tratta di un tentativo di prendere tempo che porterà ad una sonora delusione da parte di commercianti ed imprenditori? “Per quanto riguarda la fantomatica legalizzazione delle attività commerciali in zona le Salzare, si tratta dell'ennesima presa in giro ai


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Settembre 2013 che sul Dott. Cervoni, designato per il controllo della gestione dei Dirigenti. .Cosa risponde? “Ormai lo hanno capito tutti: le critiche sono strumentali e provengono dalla decisione della Maggioranza di escludere lo stesso Consigliere. Non sono un giudice, faccio l'Amministratore, il Sindaco di una città, non l'inquisitore Il dott. Cervoni è un professionista che svolge i compiti che riguardano il Comune di Ardea con diligenza; Petricca ricopre un incarico diverso da quello ricoperto in precedenza, quindi mi sembra si tratti di accuse ridicole; alla gente interessa il risultato. Forse se avessi scelto qualche nome di gradimento del Consigliere, come mi era stato proposto, non avrei ricevuto critiche. Poi, per quanto riguarda fratelli, cugini e parenti, credo si stia scendendo nel ridicolo E comunque, in ge-

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nerale, credo che tutti abbiano il diritto di lavorare”. Lei ha recentemente affermato che non la mafia ad Ardea non c’è. Eppure il sospetto che qualche organizzazione possa tenere d’occhio quanto succede sul territorio viene spontaneo, soprattutto dopo le numerose auto di politici e giornalisti andate a fuoco recentemente. A tal proposito, Luca Fanco e tutti i consiglieri di minoranza chiedono di sapere come mai non è stata presentata una denuncia in merito al sospetto atto incendiario alla sua auto. Può fornirci una risposta? “Sempre in questa azione diffamatoria che qualcuno continua a perpetrare nei confronti della cittadinanza, ribadisco che a parer mio non esiste alcuna forma di mafia ad Ardea. Esiste senza dubbio, come in tutto il litorale, una microcriminalità "disordinata". In riferimento all'incendio delle auto, ho espresso la massima solidarietà nei confronti di coloro che sono stati vittime di questi atti; nel caso della mia auto ho querelato chi ha messo in giro questi voci: perché dopo le verifiche effettuate da Carabinieri e Vigili del Fuoco che hanno escluso qualsiasi forma di dolo, si continua a dire che la mia auto è stata incendiata? Forse qualcuno sa qualcosa in più? E' stato detto addirittura che la mia auto fosse assicurata per l'incendio, cosa anche questa non vera”. Un’altra contestazione, proveniente da più parti, riguarda la sua soddisfazione in merito alla certificazione del Ministero della Pubblica amministrazione e semplificazione, che ha inserito il Comune in vetta alla classifica dei siti web più trasparenti d’Italia. L’accusa è che gli indicatori siano solo una “bussola del web” e che non rispondano alle reali esigenze di trasparenza ammini-

strativa. Addirittura è stata fatta una prova, visibile su un blog cittadino, secondo la quale risulterebbe che in realtà solo 8 dei 42 parametri sono davvero soddisfatti e che anche i dati dell’albo pretorio presentano delle anomalie. Qual è la sua opinione? “Siamo arrivati al paradosso, si riesce a mettere in discussione anche il lavoro fatto dal Ministero della Pubblica Amministrazione e semplificazione. Le contestazioni e le prove fatte sui blog, a mio avviso, non hanno nulla a che vedere con i fatti e i dati reali, ovvero quelli certificati del Ministero, che hanno promosso a pieni voti il Comune di Ardea. Basta collegarsi al sito internet istituzionale per avere accesso a tutti gli atti amministrativi: curriculum degli amministratori, delibere, determine. Stiamo portando avanti un lavoro impegnativo, qualcosa che non è stato mai messo in campo prima e con questo non voglio dire che sia tutto perfetto; sicuramente qualcosa da migliorare c’è sempre, ma l’impegno dell’Amministrazione è esclusivamente quello di rendere migliore il rapporto con i cittadini e far diventare il palazzo comunale ‘una casa di vetro’”. Parliamo di bilancio: ormai siamo arrivati a settembre ed ancora si lavora per dodicesimi: quando pensa che verrà portato in discussione in consiglio comunale il preventivo 2013? Come mai tutto questo ritardo, quando ormai ci si stava abituando, con il sindaco Eufemi, ad approvazioni in tempi record? “Mi sorprende che mi venga posta questa domanda, basta aprire un qualsiasi quotidiano o leggere un qualsiasi organo di informazione per rendersi conto della situazione generale di enorme difficoltà economica. Degli 8092 Comuni italiani, soltanto il 10%

15 ha approvato il Bilancio. Ancora oggi siamo in attesa che il Governo emani le giuste direttive in merito alle imposte che i Comuni devono applicare (IMU, TARES, ecc). Non a caso, l'approvazione del Bilancio è stata posticipata al 30 settembre. Tutto ciò non favorisce di certo gli enti locali e crea incertezza nella Pubblica Amministrazione”. Polemiche a parte, qual è la situazione politica attuale e come vede l’immediato futuro amministrativo di Ardea? “Dal punto di vista politico non ci sono polemiche e se anche ci sono, sapete bene ormai da dove e da chi provengono; vanno tenute sì in considerazione, ma lasciano il tempo che trovano. Gli atti che vanno in Consiglio comunale vengono approvati, la Giunta si riunisce sistematicamente e approva le delibere. Con l'occasione ribadisco l'importanza di uno degli atti approvati recentemente, ovvero quello che riguarda l'accordo con la Sovrintendenza per la concessione in comodato d'uso gratuito dei locali adibiti a polo museale di Ardea. Oltre all'esposizione dei reperti ritrovati sul nostro territorio, l'obiettivo è quello di creare dei percorsi archeologici che possano far riscoprire e valorizzare tutte le bellezze del nostro territorio tra cui Castrum Inui, l'ipogeo cristiano, le chiese di San Pietro Apostolo e Santa Marina, tutti siti di eccellenza culturale e archeologica. L'immediato futuro lo vedo con ottimismo, pur dovendo fare i conti con un quadro di crisi generale nazionale abbastanza serio. Ritengo che con le idee chiare, con l'impegno potremmo ottenere tutti insieme senza dare peso a "clown da baraccone" - i risultati che i nostri ragazzi e le nostre famiglie si aspettano”. Matteo Acitelli

Luca Fanco attacca la sua stessa maggioranza disgraziati occupanti che hanno investito tutti i loro risparmi di una vita di lavoro e sacrifici. Il certificato di agibilità è un documento finale che si rilascia esclusivamente quando tutti gli altri documenti richiesti dalle leggi vigenti sono in possesso del proprietario. Le nuove leggi di semplificazione consentono di non esibire determinati documenti perché sostituiti dall'autocertificazione del proprietario o del tecnico abilitato. La stessa legge punisce penalmente chi rilascia dichiarazioni false e mendaci. La trovata geniale del Sindaco Di Fiori è quella di lavarsi le mani e scaricare la colpa al possessore o al tecnico che hanno dichiarato situazioni non vere nell'autocertificazione. Io penso che bisogna porre la parola fine alle tante bugie e lavorare sul serio affinché i possessori dei terreni dove insistono le attività commerciali potranno ottenere, tramite pa-

gamento di un canone di riscatto, il titolo di proprietà, ottenuto il quale i possessori troveranno la strada in discesa per regolarizzare in modo definitivo le loro attività. Ma questa strada è indigesta a qualcuno perché regolarizzando la proprietà degli occupanti attraverso una variante urbanistica, andrà sottratta la cubatura al prossimo piano regolatore, impedendo speculazioni”. Quali sono gli argomenti più scottanti che scalderanno l’autunno rutulo? “Penso che si arriverà molto presto ad una nuova crisi politica, con l'ennesimo rimpasto di giunta che penalizzerà ulteriormente i cittadini di Ardea ed il loro territorio, creando nuovi disservizi, sempre che non intervenga prima la magistratura. Ardea necessita di un'amministrazione nuova, dove si governi in modo trasparente, demo-

cratico e legale. Dove tutti coesi, maggioranza e opposizione, lavorino per la risoluzione dei problemi che attana-

gliano Ardea da sempre”. Alessia Ambra Achille


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CRONACA

Il Corriere della Città

Settembre 2013

L’amministrazione comunale scioglie il consorzio per l’università di Pomezia

Una decisione drastica ma indispensabile per la Giunta Fucci

POMEZIA

Q

uasi quattro ore di discussione, con una dura contrapposizione tra maggioranza ed opposizione, hanno portato, nel corso del consiglio comunale del 29 Agosto, alla delibera di scioglimento del Consorzio per l’Università di Pomezia. Una decisione annunciata dal sindaco Fabio Fucci alla cittadinanza già il giorno precedente in occasione dell’assemblea pubblica svoltasi in piazza Indipendenza, nel corso della quale sono state spiegate le motivazioni che hanno portato alla drastica soluzione. La votazione ha visto l’approvazione della delibera all’unanimità dei presenti – ovvero dei 15 esponenti del Movimento 5 Stelle – in quanto tutta l’opposizione al momento del voto ha lasciato l’aula. Nella delibera, dopo la premessa che ricorda la partecipazione del 98% del Comune all’interno del Consorzio, nato con lo scopo “di promuovere la costituzione e la gestione del Polo Universitario di Pomezia, individuando le infrastrutture per la sede universitaria, curandone il relativo finanziamento e/o gestione, provvedendo alla organizzazione dei beni strumentali e/o del personale necessario per lo svolgimento dell’attività universitaria di ri-

cerca e delle attività correlate; finanziando le attività didattiche e di ricerca; concludendo accordi con le Università, Enti di ricerca pubblici e privati, nazionali e internazionali per favorire l’insediamento e lo svolgimento delle attività universitarie e di ricerca sul territorio e compiendo ogni ulteriore attività utile ai predetti fini”, si rileva che la legge non consente alle amministrazioni comunali di “costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente [o indirettamente] partecipazioni, anche di minoranza, in tali società”. Attualmente il Consorzio, a seguito dell’istanza fallimentare presentata dal maggiore creditore, l’università privata LUM, è in concordato preventivo in continuità per il quale il Tribunale di Velletri ha fissato la convocazione dei creditori ai fini della relativa votazione per il 24 settembre. Quello che ha spinto Giunta e Consiglio a decidere per la delibera di scioglimento è il fatto che “oltre il 73% dei ricavi è garantito dall’intervento del Comune di Pomezia, per oltre €

1.880.000,00, derivanti da servizi tecnici logistici per manutenzioni richieste dal Comune per un valore annuo di circa € 880.000,00 e altri ricavi connessi al contributo di gestione richiesto al medesimo Ente, quale socio maggioritario, per un valore annuo di circa € 1.000.000,00 (valori peraltro destinati a rimanere pressoché costanti negli anni 2014 e 2015)”. In concreto nel piano si prevedono oneri a carico del Comune per il periodo 2013-2015 per circa € 5.371.000. A cui va aggiunto: il mutuo ipotecario assunto per l’acquisto da parte del Comune del complesso Selva dei Pini del valore di € 1.311.296,46.000 annue il debito del Comune nei confronti del Consorzio per un valore di € 3.782.650 per servizi e contributo di gestione anni pregressi, certificato con Deliberazione del Commissario Straordinario del 09.04.2013 n. 2013/55. Pochi, poi, i corsi attualmente presenti a Pomezia: “Giurisprudenza ed Economia, Gestione Aziendale e Infermieristica, con un esiguo numero di studenti iscritti per gli anni 2013-2014”. “Ritenuto che la situazione finanziaria del Comune di Pomezia è divenuta particolarmente critica – si legge nella

delibera – (…) il Consiglio Comunale (…) delibera di approvare per le motivazioni sopra indicate lo scioglimento del Consorzio per l’Università di Pomezia ai sensi di quanto disposto dalla normativa vigente in materia, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, efficienza, imparzialità e trasparenza, dando mandato al Sindaco, in rappresentanza del socio Comune di Pomezia, di rappresentare tale volontà nell’ambito dell’Assemblea dei Soci del medesimo Consorzio e di richiedere ai competenti organi sociali la modifica del suddetto piano concordatario con continuità aziendale in concordato preventivo liquidatorio; di disporre che lo scioglimento e la liquidazione del Consorzio avvenga ai sensi di quanto disposto dal codice civile e dalla normativa vigente in materia; di dare atto che lo scioglimento del Consorzio in questione deve comunque essere deliberato dell’Assemblea dei Soci dello stesso; di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 134 del D. Lgs. n. 267/2000 e sue successive modificazioni”. Claudia Bartolini


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CRONACA

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Scioglimento del Consorzio, la protesta dei lavoratori L

a decisione del consiglio comunale sullo scioglimento del Consorzio per l’Università di Pomezia ha gettato nello sconforto i 21 dipendenti ed i lavoratori dell’indotto, in tutto una quarantina di famiglie, oltre agli studenti già iscritti al prossimo anno accademico, circa 300 alla facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università La Sapienza e un centinaio delle facoltà di Giurisprudenza ed Economia e Commercio dell’Università di Roma. Già dal giorno seguente alla deliberazione di consiglio, i dipendenti hanno deciso di protestare nell’unico modo possibile, proclamando un’assemblea permanente in attesa di avere un colloquio con il sindaco e la giunta ed avere modo di esprimere le loro considerazioni sulla vicenda. Il 30 Agosto l’assemblea sindacale dei dipendenti si è riunita “per valutare i riflessi generali conseguenti alla delibera del Consiglio Comunale di Pomezia del 29 agosto 2013, con la quale è stato deciso lo scioglimento del Consorzio nonostante la prossimità di conclusione della procedura di “Concordato con continuità aziendale” – spiegano i sindacati di categoria FLAICA CUB e FISMIC CONFSAL Le valutazioni alla base della decisione adottata dall’Amministrazione comunale prescindono, quindi, dalla potenziale positiva soluzione della crisi aziendale che ha dato origine alla procedura di Concordato”. “Ne discende che la scelta politica, motivata da ragioni di contenimento della spesa pubblica, seppur legittima, travolge anche questioni di fondo quali cultura e formazione nel territorio e danno sociale per gli inevitabili licenziamenti dei dipendenti – proseguono le OOSS - Meglio sarebbe stato intervenire sugli annosi difetti della Struttura, eliminando sprechi e privilegi, con la prosecuzione dell’attività istituzionale del Consorzio e la salvaguardia dei posti di lavoro che danno sostentamento ad una quarantina di famiglie”. “Del resto lo scioglimento del Consorzio - confermano i lavoratori - con l’immediata esecutività della delibera senza un piano alternativo di utilizzo della Struttura, comporterà con la sua chiusura un evidente depauperamento del patrimonio collettivo. Gli stessi studenti andrebbero incontro ad enormi disagi con l’improvvisa interruzione dei corsi”. “Per tali motivi – concludono i sindacati - i lavoratori, dopo ampia ed approfondita discussione, decidono di restare in assemblea permanente nei locali del Consorzio chiedendo all’Am-

ministrazione comunale l’apertura del confronto per affrontare tempi e modalità di applicazione della delibera; prospettive di utilizzo futuro della struttura; salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità degli attuali dipendenti”. Per portare avanti le loro ragioni, i lavoratori hanno chiesto la partecipazione degli studenti, “nel comune interesse di dare uno sbocco positivo alla vicenda”. “Quello che chiediamo è di essere ascolti – affermano i lavoratori in assemblea – perché nessuno ha mai considerato il nostro punto di vista. E’ vero che ci sono costi di gestione molto alti, ma questi non dipendono dal consorzio o dalle università che attualmente vi sono, bensì dalla struttura stessa, per la quale si paga non solo il mutuo ma anche l’ovvia manutenzione, senza la quale andrebbe tutto in malora. Riconosciamo anche che in passato siano state compiute scelte sbagliate che hanno fatto lievitare i costi, ma di certo non da parte nostra. Così noi pagheremo per errori altrui”. L’incertezza del futuro è l’incubo più grande. “Nessuno dell’Amministrazione è venuto a parlare con noi. Anzi, al contrario, ad inizio Agosto, nel corso dell’unico incontro che si è svolto con il sindaco e con l’assessore Avesani, si era parlato di progetti futuri che tutto lasciavano immaginare tranne che questo epilogo. Ci sarebbero state tante altre soluzioni da valutare. Se il problema eravamo noi dipendenti, si poteva pensare ad una cassa integrazione a rotazione, ma effettivamente i costi non possono essere imputati ai 21 lavoratori che, per una struttura come questa, soprattutto se sfruttata nel modo giusto, sono il minimo indispensabile. Ci ferisce essere

considerati dei numeri e non delle persone: avremmo gradito almeno essere informati di quello che stava succedendo, e non saperlo dai giornali”. Sciogliendo il Consorzio, resterebbero comunque i costi legati al mutuo ed alla manutenzione della struttura, oltre che alla guardiania, indispensabile per evitare occupazioni indesiderate. A meno che non si decida di vendere. “Se si vuole mantenere quest’area a disposizione dei cittadini di Pomezia, si deve pensare a soluzioni alternative, non ad una chiusura. Si potrebbero affiancare nuovi servizi comunali a quelli universitari, mettendo qui gli uffici che ora sono in strutture in affitto: i soldi risparmiati contribuirebbero all’abbattimento del debito”. Ma il sindaco la sua idea l’aveva già espressa due giorni prima in piazza, sostenendo che acquistare il campus Selva dei Pini per portare l’Università a Pomezia era stata “l’idea di un espo-

nente politico probabilmente visionario (Zappalà, ndr) che aveva assegnato al Comune la finalità di fare formazione universitaria. Ebbene, questo è stato un vizio già in partenza (la competenza, per legge, è dello Stato, ndr) e tutto quello che ne è conseguito, a parte la formazione degli studenti, è stato un disastro. Abbiamo avuto una struttura che ha pesato nelle casse comunali per somme ingenti per tantissimi anni. Senza questo provvedimento, continuerebbe a costare più di 4 milioni di euro l’anno: una cifra con la quale possiamo invece coprire tutti i servizi a domanda individuale, come le mense, i trasporti scolastici e urbani. Si tratta di una scelta dolorosa che comporterà delle conseguenze occupazionali: per questo stiamo cercando di capire se possiamo intervenire in qualche modo, ma non è certo possibile essere ottimisti”. Matteo Acitelli


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CRONACA

Il Corriere della Città Settembre 2013

Sos università in Italia:

provvedimenti e polemiche S

ettembre per tutti si traduce nella chiusura della stagione estiva, per i più giovani nell’inizio della scuola e per coloro che hanno superato brillantemente la maturità nella scelta di un nuovo percorso di vita. Un numero sempre maggiore di giovani decide di non intraprendere la carriera universitaria: secondo uno studio della società Datagiovani, dall’anno accademico 2007-2008 a oggi, le immatricolazioni ai corsi universitari sono crollate vertiginosamente del 12,5% (38.340 matricole in meno). Non a caso in Italia meno di due lavoratori dipendenti su 10 (nel settore privato) sono laureati, secondo i dati di Unioncamere, contro una media europea di 3-4 lavoratori su 10. L’Italia quindi da paese di poeti e navigatori rischia di diventare paese di ignoranti. La colpa tuttavia non può essere attribuita solo alla mancata aspirazione del singolo in quanto è ovvio che non vi può essere un’adeguata offerta se a mancare è la domanda. Gli imprenditori non investono, le industrie chiudono, in un’Italia in cui le previsioni Ocse segnalano per il 2014 un aumento del tasso di disoccupazione pari

al 12,6%. Anche il sistema universitario stesso lascia un po’ perplessi. Fonte di grandi polemiche è stata la conversione del c.d. “Decreto del Fare” in legge approvata dal parlamento il 9 Agosto 2013. Riguardo il sistema scolastico e l’università a far sentire la loro voce sono stati in prima linea gli studenti di LINK- Coordinamento universitario, dichiarando il proprio dissenso verso il "Programma nazionale per il sostegno degli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi". L’emendamento proclama lo stanziamento di 5 milioni di euro il primo anno e di 17 durante i cinque anni successivi per finanziare quei ragazzi che studiano in un ateneo situato fuori

dalla propria regione, inasprendo i criteri di assegnazione e privilegiano quelli sul merito rispetto a quelli sul reddito. Questo senza tener conto di tutti coloro che, risultando idonei non beneficiari, a causa della mancanza di fondi, hanno dovuto rinunciare alla loro carriera universitaria. Si assisterà ad un aumento della quota premiale del F.F.O. che nel 2014 arriverà a toccare il 30% dell’intero finanziamento statale. A suscitare altri dubbi negli studenti è il criterio di assegnazione di queste risorse: 3/5 in base alle valutazioni A.n.v.u.r (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e 1/5 in base alla valutazione delle politiche di reclutamento

oggi tramite D.L. 49/2012 legate all’aumento della contribuzione studentesca. Si teme in tal modo di assistere ad un iperfinanziamento verso gli atenei più competitivi e un collasso definitivo per tutti quelli già gravemente in difficoltà. Tutto questo inoltre indurrebbe le università ad aumentare le tasse: sia per incrementare l’occupazione dei docenti, sia per scalare posizioni nella valutazione della quota premiale. Stando a questo l’Uds ha confermato l’11 Ottobre come giornata nazionale di mobilitazione studentesca intimando un “autunno caldo” al governo. Tra gli altri emendamenti proclamati dal decreto vediamo l’erogazione di 450 milioni per l’edilizia scolastica. Prestando particolari attenzioni alle norme antisismiche, al risparmio energetico e allo smaltimento dell’amianto, verranno conferiti ai sindaci e ai presidi i poteri di commissari straordinari, al fine di velocizzare le procedure. Altri temi sono: il finanziamento della ricerca, il passaggio dal 20 al 50% dei pensionamenti dei docenti universitari e i tagli sul personale esterno per la pulizia scolastica. Claudia Bartolini


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CRONACA

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Falcognana: i rifiuti di Roma a un passo da Pomezia e Ardea S

e da una parte per gli abitanti della zona di Santa PalombaRoma 2 arrivano buone notizie riguardo l’acqua potabile, dall’altra i timori di una discarica a poca distanza si trasformano sempre più in certezza, soprattutto dopo il benestare del sindaco di Roma Ignazio Marino e del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ma sulla scelta del sito della Falcognana, a due passi dal santuario del Divino Amore, si scagliano non solo i vari comitati antidiscarica, primo fra tutti il “Coordinamento No Discariche No Inceneritori Pomezia e Roma Municipio IX”, ma anche numerosi parlamentari, a partire dal presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta, che in quella zona ci abita, e che ha presentato già sette interrogazioni parlamentari contro la scelta fatta dal commissario Goffredo Sottile, nei confronti del quale sono state inoltrate richieste di indagini. Ma le istanze presentate riguardano anche il sequestro dell’area. Esposti alla procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo, sono stati presentati sia dall'associazione “Sportello del cittadino” che dal “Coordinamento No discariche, no inceneritori” sulle questioni delle autorizzazioni e dell'assetto proprietario, mentre una terza denuncia proviene dall'associazione “Cuore tricolore” per “l'eventuale risarcimento dei danni alla salute e al declassamento economico delle abitazioni e delle attività della zona”, come spiega il presidente Stefano Ambrosetti, che sottolinea anche il “disturbo” che la discarica arrecherebbe al santuario del Divino Amore e all'Episcopato ortodosso romeno d'Italia, “che di fatto è la seconda comunità religiosa del nostro Paese, con un'enorme flusso di pellegrini che la frequentano”. Entrambi si trovano infatti a circa un chilometro dalla nuova Malagrotta. Contro la discarica a Falcognana anche Pasquale Calzetta, presidente del IX Municipio, secondo cui il sito “non era tra i dieci individuati un anno fa dalla Provincia di Roma; ad oggi non si sa di chi è l'area; non c'è un piano della mobilità e non sono stati presi in considerazioni i vincoli esistenti”. E sul fatto che non si sappia esattamente di chi sia l’area si è interrogato anche il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che attraverso una lettera indirizzata al commissario Sottile chiede di sapere quali siano i reali proprietari della Ecofer, titolare del sito, che però fa capo a due fiduciarie: la Ecofer fa sapere che i reali proprietari sono solo il bolognese Fiori e il gruppo abruzzese Maio, ma qualcuno

ancora non si fida. “L'esperienza ci insegna che spesso le discariche possono nascondere smaltimenti diversi da quelli autorizzati, che l'intera gestione dei rifiuti è altrettanto spesso oggetto di inchieste per presunte od accertate infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata e che queste infiltrazioni si celano dietro una serie di società legate fra loro da un sistema di scatole cinesi – scrive il Comitato Rifiuti Zero di Fiumicino in una nota ufficiale - Per questo oltre al Ministro Orlando, anche noi chiediamo di chi sia Falcognana: della società Ecofer, delle fiduciarie Cordusio e Sofir, della Aria Srl che a sua volta è proprietà di Sofir?”. La Guardia di Finanza ha completato una parte dei controlli sull’assetto societario della Ecofer Ambiente Srl, preparando una relazione, ma in questi giorni sono in corso ulteriori accertamenti, predisposti su richiesta del Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Intanto non risultano irregolarità: l’Ecofer è una Srl che non ha mai avuto problemi con la legge, anzi in passato è anche stata oggetto di minacce della malavita, per cui non si può in alcun modo parlare di connessioni con le organizzazioni mafiose. Il punto che ha scatenato la richiesta di approfondimenti è che una delle due fiduciarie a cui fa capo la Ecofer, in passato, è stata citata in alcune inchieste. Ma tutti i problemi legati alla discarica alla Falcognana sono ben descritti nell’esposto querela presentato da Massimo Falco, presidente del Coordinamento No discariche N o Incerneritore, dove viene sintetizzata l’intera vicenda che, se alla fine vedesse davvero scegliere Falcognana, porterebbe immediatamente nelle tasche della Ecofer 150 milioni di euro solo per l’esproprio. Ma ecco i punti che chiariscono la situazione: l’esposto parte dalla considerazione che il Decreto Legislativo 36/2003 dovrebbe imporre una serie di verifiche che, secondo i cittadini del Coordinamento No Discariche No Inceneritori, non sono state fatte. In particolare il D. Lgs, viene riportato

nell’esposto, “dispone che per ciascun sito devono essere esaminate le condizioni di accettabilità dell’impianto in relazione alla distanza dai centri abitati”. Distanza che va accertata anche riguardo alla “collocazione dei prodotti agricoli ed alimentari IGT e DOC e, in genere, delle aree agricoli in cui si ottengono prodotti bio”, presenti proprio a Falcognana, dove si si trovano vitigni DOC e cooperative biologiche. L’esposto presentato da Falco cito poi i problemi legati alla viabilità, sia della Laurentina, dove i “lavori di ampliamento sono fermi da un anno e mezzo ed è in condizioni disastrate con continui incidenti”, che dell’Ardeatina, “unica strada senza svincolo a quadrifoglio del GRA, con un manto stradale pessimo”. Cosa poi importante, nella parte “in cui trattasi da dicembre 2012 è presente un divieto di transito ai mezzi pesanti oltre i 3,5 metri di altezza e alle 6,5 tonnellate di peso”. In più il sito non risulterebbe appropriato perché, come viene riportato nell’esposto, “dispone di una volumetria autorizzata pari a 150 mila tonnellate/anno come da decreto della Regione Lazio n. 28 del 4 aprile 2003 che limita le quantità per gli evidenti problemi di viabilità stradale della zona. Secondo il progetto del Commissario i rifiuti trattati da conferire arrivano anche a 500 mila tonnellate/anno”. Questo comporta che “per l'utilizzo di Falcognana si rende necessaria una nuova procedura auto-

rizzativa della Regione AIA (autorizzazione integrata ambientale) ed una nuova VIA. In assenza di questa documentazione Falcognana non potrà aprire ai rifiuti urbani per 500 mila tonnellate/anno”. Il dettagliato esposto va poi ancora più a fondo, trattando sia le recenti variazioni nell’assetto societario della società proprietaria del sito, sia che “l’A.D. di Ecofer Ambiente s.r.l. sembrerebbe avere subito precedenti indagini e procedimenti per sversamento di rifiuti nel Ticino: circa 32 mila tonnellate di rifiuti a base di piombo, arsenico, cadmio, selenio ed altre sostanze nocive”, secondo “un articolo di La Repubblica a cura di Linda Lucini del 15 luglio 1993”, ma anche mettendo in risalto che “i dirigenti della Regione Lazio - che a più riprese hanno modificato l’autorizzazione della discarica Ecofer, senza ritenere di dover effettuare una nuova VIA ed A.I.A., nonostante si trattasse di modifiche sostanziali dell’impianto originario - sembrerebbero avere avuto qualche problema giudiziario o con la Corte dei Conti”. Per tutto questo, il Coordinamento chiede di disporre i provvedimenti che riterrà più opportuni, compreso il sequestro dell’area in via cautelativa a tutela della salute pubblica, dell’ambiente e del paesaggio. Ma nella denuncia viene anche rivelato il prezzo che i cittadini dovranno pagare per smaltire i rifiuti post-trattamento in quello che sembra essere il posto meno idoneo di tutta Roma: 215 milioni di euro per i due anni ipotizzati dal Commissario Sottile, con un costo per tonnellata di 215 euro. Praticamente il doppio di quello che si paga a Copenhagen, dove il costo è di 110 euro a tonnellata. Ma tutti questi dati poco importano a chi ha deciso che il post Malagrotta sarà Falcognana. E per farlo – nonostante le proteste dei cittadini, che il 29 agosto hanno bloccato per 3 ore via Ardeatina - si potrebbe procedere a breve con l’esproprio. Giuseppe Marrone




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INCHIESTA

Il Corriere della Città Settembre 2013

U

na citta sommersa, che non si immagina. E’ l’altra faccia di Pomezia, quella delle fabbriche dismesse e dei capannoni abbandonati occupati da senzatetto e da zingari, quella degli extracomunitari che vendono di tutto – di giorno nelle spiagge affollate e la sera sui marciapiedi di Torvaianica – e che di notte trovano rifugio sotto le barche dei pescatori, dietro al campo sportivo o nelle baraccopoli improvvisate nei canneti di fronte via Zara e tra via Danimarca e via Siviglia, quella degli “invisibili” che si riforniscono di acqua alle fontanelle per potersi almeno lavare le mani. Eppure, a guardare bene, questi “invisibili” si vedono. Si vedono i panni stesi alla bell’e meglio, si vedono le schermature di plastica e cartone messe nelle finestre rotte, si vedono i loro “tesori” spesso ammucchiati vicino a cumuli di spazzatura. Nordafricani che a fine settembre andranno via, ma soprattutto gente dell’est Europa, che resta qui tutto l’anno. Persone che non hanno domicilio in Italia e che quindi non esistono per lo Stato italiano o per il Comune di Pomezia. Ma che ci sono. Abbiamo fatto un giro per alcuni dei luoghi dove ci sono gli accampamenti più numerosi: via dei Castelli Romani, via Campobello, Santa Palomba. Ma anche via Zara, via Danimarca ed il lungomare di Torvaianica. “Siamo 30, tutti bulgari ci spiega una donna – viviamo qui da un anno e mezzo, stiamo bene e non vogliamo andare via”. La loro abitazione è una fabbrica dismessa, nella zona industriale di Pomezia. Hanno trasformato il primo piano in appartamenti con camere da letto e zone giorno con tanto di tv. Ma l’elettricità, almeno ufficialmente, non c’è. “Abbiamo comprato un generatore di corrente”, si giustificano. Eppure nell’aria non si sente il caratteristico rumore ed odore dei generatori. Viene il sospetto che siano allacciati abusivamente alla linea di qualche ignaro utente, ma non c’è la certezza. Manca l’acqua, che viene presa dalla fontana di via Spoleto o, per

fare prima, dai distributori di benzina di via dei Castelli Romani, quando sono chiusi. Nessuno di loro lavora. “Chiediamo l’elemosina e frughiamo nei secchioni della spazzatura”, spiega la donna. “Poi vendiamo quello che troviamo e guadagniamo così qualcosa per acquistare cibo e vestiti”, aggiunge un uomo. Non la pensano così alcuni abitanti di via di Naro e di via Campobello. “E’ vero che rovistano nei cassonetti alla ricerca di rame e metalli da rivendere – dichiara un residente della zona – ma è anche vero che i furti in zona sono aumentati: solo alla mia auto, parcheggiata abitualmente su Via Naro, hanno rotto 3 volte il vetro dello sportello per rovistare all'interno in cerca di qualcosa, ma non c'era nulla. Non hanno quindi potuto portare via niente, ma il danno era fatto. Almeno altri 4 o 5 veicoli hanno avuto la stessa sorte nel giro di una settimana. Inoltre sono sfrontati: non aspettano la notte, l'ultima volta che un’auto è stata danneggiata è accaduto tra le 19:00 e le 19:30, quindi in piena luce. Col passare dei giorni la situazione continua a peggiorare, ma nessuno si accorge di nulla”. .

Invisibili, faccia di

L’inchiesta iniziata lo scorso inve per vedere cosa è cambiato E A TORVAIANICA? Il 23 Luglio la Polizia Locale e i Carabinieri della Stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Ufficio Ambiente del Comune di Pomezia, hanno portato a termine un’operazione congiunta contro il degrado urbano. Gli agenti della P.L. e i militari dell’Arma sono prima intervenuti sull’argine del Fosso della Crocetta, nelle vicinanze del Distaccamento di Polizia Locale, della spiaggia e del parco Zoomarine, dove, sotto il tratto di lungomare corrispondente, erano da tempo accampate delle persone senza fissa dimora di nazionalità polacca in pessime condizioni igieniche. Sono quelle stesse persone di cui ci eravamo occupati lo scorso dicembre nella nostra inchiesta sui senzatetto: una decina di stranieri, tra cui una donna, che avevano fatto del ponte sul fosso la loro abitazione. Per mesi, dopo la nostra denuncia, nessuno era intervenuto, nonostante l’inverno freddissimo potesse far immaginare le condizioni di disagio in cui versavano queste persone. Solo ad estate inoltrata si è svolta l’operazione congiunta per “la bonifica del territorio”, estesa anche alla vicina area dell’ex piscina comunale, dove era presente un vasto accampamento di persone nord africane dedite al commercio ambulante abusivo sulle spiagge nostrane. Durante le

operazioni di polizia sono state identificate 15 persone, tutte in regola con gli obblighi relativi al soggiorno, e recuperato vario materiale pronto ad essere venduto abusivamente. Ma cosa è successo dopo il 23 Luglio? Per caso i “vu cumprà” sono spariti dalle spiagge o i venditori ambulanti che per tutta l’estate hanno allestito i loro banchetti con merce contraffatta sono spariti? Oppure gli stranieri ormai radicati sul territorio sono tornati nei loro Paesi d’origine? Ovviamente nulla di tutto questo. Già dal giorno seguente alla “bonifica” era sufficiente fare un giro per Torvaianica per ritrovare non solo le 15 persone identificate dalle forze dell’ordine, ma anche tutte le altre non fermate durante i controlli. Gli accampamenti erano stati spostati solo di pochi metri: dal lato opposto del campo sportivo e dietro il depuratore di via Zara. Molti nordafricani, quelli che a settembre lasceranno i nostri lidi per mancanza di clientela, hanno trovato rifugio sotto le barche dei pescatori, proprio al centro di Torvaianica. La sera basta fare una passeggiata sul lungomare per notare che tra i natanti si ergono colonne di fumo: sono i frequenti barbecue che gli stranieri allestiscono per la cena. Altri, più attrezzati, montano tende da campeggio che poi fanno sparire all’alba.


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Settembre 2013

INCHIESTA

, l’altra Pomezia

erno prosegue sotto il sole estivo,

inchiesta di Maria Corrao Ma vere e proprie tendopoli si trovano qualche centinaio di metri dopo, verso l’interno: da via Zara parte un sentiero – riconoscibile per la scia di rifiuti che lo costeggia - che porta ad un accampamento dove vivono una ventina di stranieri. Sporcizia a terra e cattivo odore delimitano la baraccopoli. Stessa situazione nei campi che vanno da via Danimarca verso via Siviglia, parallelamente a via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Si entra di fronte al Luna Park, dietro l’ex concessionaria di automobili. Basta camminare per qualche centinaio di metri per trovare un casale abbandonato, rifugio di numerosi extracomunitari. Altri preferiscono re-

stare fuori, nelle tende o nei sacchi a pelo. Di servizi igienici neanche a parlane, in nessuno dei posti elencati. Ed ecco il motivo per cui molte delle strade di Torvaianica hanno ormai un persistente cattivo odore, che non va via neanche con la pioggia. E non parliamo di strade di periferia: la puzza si sente addirittura sul retro della centralissima piazza Italia, nel marciapiede che costeggia i giardini verso il mare. E, a proposito di giardini, quelli di via Gran Bretagna spesso vengono scambiati per bagni pubblici dove fare bisogni di ogni genere, impedendo così ai bambini di frequentare il parco ed i malridotti giochi.

“Noi non rubiamo – rispondono alle accuse – preferiamo chiedere l’elemosina. E poi, in qualche modo dobbiamo pur vivere”. Tutti hanno figli piccoli, rimasti in Bulgaria con i nonni. “Appena riusciamo a mettere da parte 300 o 400 euro prendiamo l’aereo ed andiamo a portare i soldi ai nostri bambini. In Bulgaria con 400 euro si vive bene per due mesi. Per questo noi viaggiamo spesso: ogni mese e mezzo, massimo due mesi, torniamo nel nostro Paese, stiamo qualche giorno e poi rientriamo in Italia”. Non vogliono essere chiamati zingari. “Siamo rom”, precisano. E spiegano che non possono andare nei campi nomadi regolari, come quello di via Pontina, perché i bosniaci non li vogliono. “Hanno cacciato pure i serbi, figuriamoci se fanno venire noi Preferiamo restare qui, siamo più tranquilli”. Si trovano bene, spiegano, anche se tutto intorno è uno schifo: immondizia di ogni genere, calcinacci e materiale di risulta, resti di lavorazioni dell’antica fabbrica. L’odore che aleggia non è dei più salubri, sul tavolo allestito sotto quello che è diventato un portico per i pranzi all’aperto fanno bella mostra di sé decine di bottiglie di birra ed avanzi di cibo, mentre vecchi stendini ospitano panni che non si capisce se siano puliti o sporchi. “Non vogliamo che

23 venga la polizia a mandarci via – dicono – perché altrimenti non sapremmo dove andare. Non possiamo dormire sulla strada. Qui almeno abbiamo un tetto sulla testa, non ci manca niente, tranne l’acqua. Ma, grazie alle fontanelle, questo non è un problema ”. La stessa situazione, con accampamenti meno affollati, in altri capannoni abbandonati. Rumeni, bulgari, ucraini. Anche loro dicono di non avere minori al seguito, ma qualche persona che abita in questa zona afferma di aver visto passeggini con bambini dentro. “Noi non restiamo sempre nello stesso posto, non è sicuro. Potrebbero venire i carabinieri a controllare”, commentano. Quindi restano un mese, massimo due, fino a quando non capiscono che potrebbe esserci un sopralluogo. Ma come fanno ad accorgersene? “Quando vediamo le macchine dei carabinieri o dei vigili che passano troppo spesso, allora cambiamo zona”. Ma le forze dell’ordine possono fare ben poco. Capannoni e fabbriche abbandonate sono proprietà privata e senza una denuncia da parte del proprietario non si può entrare. Nessuno ha mai chiesto aiuto ai servizi sociali, alla Caritas o alla Croce Rossa. “Non vogliamo che si sappia che stiamo qui. Se dovessero fermarci per strada abbiamo la carta d’identità ed il passaporto, con l’indirizzo del nostro Paese d’origine. E’ vero, non abbiamo la residenza qui, ma non possono mandarci via dall’Italia, perché siamo comunitari ed i nostri documenti sono quindi in regola. Il problema è che non possiamo far sapere dove viviamo, perché queste case non sono nostre”. Le chiamano case, ma a guardarsi intorno nulla fa pensare ad una vera casa. Nei dintorni di Pomezia ci sono tantissime strutture adatte a trasformarsi in ricoveri di questo genere. E, ogni volta che si “cambia casa” restano i segni del passaggio: rifiuti accumulati durante la permanenza, cancelli divelti, materassi ormai consunti ancora buttati per terra. Eppure nessuno se ne accorge. E loro restano invisibili.


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S

e il fenomeno dei casali e delle fabbriche abbandonate occupate abusivamente fa riflettere, c’è un altro aspetto che fa addirittura indignare: veri e propri accampamenti all’aperto, praticamente dentro la città, dove decine di persone vivono in alloggi di fortuna formati da qualche materasso vecchio, alcune sedie sbilenche, cartoni, assi di legno e teli cerati. A volte c’è anche un tavolino ed un carrello del supermercato, che funge da dispensa. Nel più “attrezzato” c’è anche una tovaglia a fiori ed una bicicletta. Ma in tutti, specialmente in quelli abbandonati per paura di essere scoperti, regna la sporcizia. Solo uno è in ordine, addirittura fuori dalla tenda ci sono scopa e paletta. “Scoprire” questi accampamenti è sconcertante: uno si trova al bivio di Pomezia, un altro sulla via del Mare, un altro ancora sulla Pontina Vecchia. E poi uno nel quartiere Nuova Lavinium, un altro nella zona dei 16 Pini, e tanti altri ancora sparsi nel territorio. Favelas, baraccopoli, bidonville, slum. Chiamiamoli come vogliamo, ma il risultato è sempre lo

INCHIESTA stesso: persone che dormono buttate per terra a pochi passi dai negozi del centro senza che nessuno se ne accorga, né di giorno né di notte, nascosti dietro boschetti o radure. Nessun servizio igienico, niente acqua, come luce quella dei lampioni pubblici. Non si tratta del singolo barbone magari con una storia triste alle spalle, ma di gruppi di persone, prevalentemente stranieri dell’est Europa, che non hanno nessuna intenzione di far sapere che risiedono nel nostro territorio. Ovviamente nessuno di loro lavora. Parlarci è praticamente impossibile, non vogliono rilasciare dichiarazioni. Anzi, più di una volta siamo stati “invitati” ad allontanarci in fretta. Ma le parole non possono descrivere lo stato di degrado in cui vivono queste persone. Molto di più possono le foto che pubblichiamo. Una testimonianza scomoda che un’altra Pomezia è davvero possibile, anzi, purtroppo è una tristissima realtà. E non è certo la Pomezia che i cittadini – e nemmeno i politici - vorrebbero.

Il Corriere della Città Settembre 2013

Favelas a VIVERE SULLA SPIAGGIA Sono quattro, tutti egiziani, i “vu cumprà” che ogni notte si accampano dietro le barche dei pescatori, al centro di Torvaianica, che siamo riusciti ad intervistare. A fare da portavoce per tutti è Jamal Mohamed, che di giorno vende pannocchie sulla spiaggia con il suo carrettino. Si esprime in un italiano molto stentato, ma è quello che, tra loro, lo parla meglio. Accanto a lui Akram, Fadel e Hamid. Uno vende gonfiabili, un altro abiti da donna e costumi da bagno, mentre l’ultimo consegna volantini pubblicitari nelle cassette postali. Prima ancora di parlare della loro vita, un pensiero va a quello che proprio in questi giorni sta succedendo in Egitto. Più che preoccupati, sembrano rassegnati. “E’ molto brutto quello che sentiamo. La guerra che si è scatenata a Il Cairo è frutto di anni di povertà. Se non fossimo fuggiti in Italia già da molto tempo, probabilmente saremmo anche noi tra le immagini che si vedono nei telegiornali”. Nessuno dei parenti dei quattro egiziani vive nella Capitale. “Dove si trovano loro la situazione è tranquilla,

ma noi non vogliamo comunque tornare più a vivere in Egitto”. Eppure la vita che fanno in Italia non è delle migliori. D’estate fanno avanti ed indietro sulle spiagge, sotto il sole. A settembre, appena i turisti vanno via, anche loro lasciano Torvaianica. .Jamal va a Napoli, Akram a Bologna, Fadel a Milano, Hamid a Roma. Lavorano a giornata, in campagna o come muratori, dove e come capita. Nessuno di loro ha documenti regolari, ma dicono di aver fatto domanda per la sanatoria e di essere in attesa dallo scorso anno di una risposta..Jamal va a Napoli, Akram a Bologna, Fadel a Milano, Hamid a Roma. Lavorano a giornata, in campagna o come muratori, dove e come capita. Nessuno di loro ha documenti regolari, ma dicono di aver fatto domanda per la sanatoria e di essere in attesa dallo scorso anno di una risposta. Quello che guadagnano in Italia non è molto, ma per loro è sufficiente non solo per vivere, ma anche per mandare dei soldi alle famiglie rimaste in Egitto. Per questo evitano di prendere una casa in affitto.


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CRONACA

Ricorsi storici I

Pomezia

“Se paghiamo 600 o 700 euro al mese non possiamo mettere da parte niente”. Non è brutto dormire sulla spiaggia? “No, per noi va bene. Non fa freddo, ma abbiamo delle coperte per quando l’aria tira”. E come fate per i vostri bisogni? “La sera andiamo nei bagni dei bar, di giorno in alcuni stabilimenti, che ci permettono di

usarli”. Per mangiare spesso si ritrovano con altri ambulanti nei locali gestiti da arabi, che a Torvaianica sono ormai parecchi. Alimentari, ma anche pizzerie, dove per loro ci sono prezzi particolari. Tornerete la prossima estate? “Non lo sappiamo. La nostra vita non ci permette di fare progetti così lunghi”.

l problema degli accampamenti di immigrati a Torvaianica, specialmente nella zona del campo sportivo, non è certo una novità: tutti lo conoscono da anni, ma nessuno ha mai trovato, e forse nemmeno cercato, una soluzione definitiva. E’ del 2004 la lettera-denuncia inoltrata all’ora sindaco di Pomezia Stefano Zappalà dal parte di un cittadino, l’ing. Luigi Torreti, che parlava del parcheggio tra via Zara e via Olanda, divenuto “dormitorio e accampamento di decine di poveretti che andrebbero meglio accolti ma che producono e vivono (nel clima estivo!) situazioni igieniche molto fuori dagli standard civili sostenibili”. “Basta girare lo sguardo – proseguiva 9 anni fa Torreti – per vedere che nell’area recintata del complesso sportivo di via Zara (patrimonio comunale) comprendente anche l’unica piscina olimpionica a sud della Provincia di Roma (abbandonata da quasi 30 anni) c’è un apocalittico accampamento di altri poveri immigrati che vivono in condizioni igieniche che non si trovano nemmeno nella Calcutta di Madre Teresa”. “Venga, signor Sindaco – invitata Torreti – andiamo a vedere, l’accompagno io. Non è certo colpa sua, ma la sua Amministrazione ora deve intervenire, prendere coscienza e

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fare delle scelte chiare”. La lettera proseguiva poi girando lo sguardo di pochi gradi: “Non può sfuggire l’incontrollato abbandono di rifiuti ingombranti (…). Ed è possibile che la Polizia Municipale non scopra mai nessuno a depositare immondizia fuori dai cassonetti? (…) Alcuni proprietari di terreni sono stati multati in base ad ordinanze comunali perché, dopo scarichi abusivi di terzi nei loro fondi, non hanno tempestivamente pulito. Codesta Amministrazione può documentare di essere stata tempestiva a rimuovere gli scarichi abusivi ed impropri (in alcuni casi nocivi) su aree comunali e sulle pubbliche aree stradali? (…) Quante persone sono state multate per non aver rispettato le prescrizioni in materia di recapito dei rifiuti? E quante volte il Comune è stato multato per non aver rispettato, per le aree di sua competenza o di sua proprietà le sue stesse ordinanze?”. Se non ci fosse la data stampata sopra, la lettera sembrerebbe scritta in questi giorni. In questi anni non è cambiato nulla: nessun sindaco è andato a vedere e nessuna Amministrazione ha risolto definitivamente il problema. Quanti anni, quanti sindaci e quante Amministrazioni dobbiamo aspettare ancora?


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CRONACA

Il Corriere della Città

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Torvaianica: Estate senza bancarelle, ma piena di ambulanti abusivi P

rima estate senza bancarelle a Torvaianica. Gli stand, dove per lo più si vendevano chincaglierie e merce a poco prezzo e di pochissimo valore, da molti criticati per l’abbassamento culturale e sociale del territorio per il quale si chiedeva invece un reale rilancio turistico, non sono stati permessi dalla Giunta Fucci, così come promesso in campagna elettorale. Ma, polemiche (come dimenticare il fatto di cronaca che ha visto protagonista l’ex sindaco Walter Fedele e, sul fronte opposto, l’attuale Primo Cittadino Fabio Fucci e la sua vice Elisabetta Serra?) a parte, è veramente andata così, questa estate? Davvero i marciapiedi di Torvaianica erano liberi e disponibili per passeggiate a tutto campo? Ovviamente no. Perché la cacciata dei commercianti ambulanti “regolari”, quelli con licenza e registratore di cassa – anche se non si garantisce l’emissione di uno scontrino per ogni acquisto – ha in realtà lasciato campo libero a tutti quegli ambulanti irregolari, i cosiddetti “marocchini”, anche se poi sono di nazionalità diverse, venditori senza licenza, senza alcun tipo di autorizzazione e, come dubitarne, senza alcuna intenzione né possibilità di emettere ricevuta fiscale – e quindi pagare le tasse – su quanto venduto. I marciapiedi del lungomare sono stati tutta l’estate pieni di pseudo bancarelle: improbabili banchetti pieni di merce di valore ancora inferiore rispetto a quella venduta negli stand degli ambulanti regolari, lenzuola gettate a terra e ricoperte di scarpe, borse ed occhiali taroccati ad imitazione delle grandi marche – e quindi, essendo contraffatti, da porre sotto sequestro come prevede la legge – giocattoli che sembrano risalire agli anni ’80, cover per i cellulari e

getto tra quelli presentati (che poi sarebbe dovuto essere portato al tavolo dei sindacati), l’esito è stato un nulla di fatto. Da parte dei rappresentati della Polizia Locale è allora arrivato il suggerimento di fare un progetto che

gli immancabili poster e cd falsi. Il tutto sotto gli occhi di turisti, residenti, commercianti e forze dell’ordine. In due mesi non c’è stato, di sera, un solo sequestro o un servizio di prevenzione. Perché? Carabinieri e Guardia di Finanza, comunque sotto organico, erano occupati con altri tipi di servizi. La Polizia di Stato terminava il servizio a Torvaianica alle ore 20:00 e rientrava nella sede di Ostia con le due volanti messe a disposizione del distaccamento per il periodo estivo. La Polizia Locale finiva di lavorare alle 20:00 e lasciava godere ai suoi agenti il giusto riposo dopo una giornata di lavoro. Quindi nessuno pattugliava la zona per reprimere questo tipo di reato, ovvero la vendita abusiva e la contraffazione di marchio. Una pacchia per i venditori irregolari, che hanno sparso la voce ai

LA RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE “Abbiamo ottenuto il grande risultato di liberare il lungomare dall'ingombro delle bancarelle che negli scorsi anni impediva ai cittadini anche solo di passeggiare in tranquillità. Tuttavia ci sono ancora sporadiche attività abusive che compaiono sui marciapiedi. La nostra Polizia Locale non può intervenire perché può assicurare il servizio solo fino alle 20.42. E' una limitazione che la legge ci impone e per la quale paghiamo le conseguenze di non poter assicurare un presidio serale. Abbiamo tentato un accordo sin-

dacale per prolungare l'orario di lavoro del Corpo ma non si è raggiunta l'intesa. Il nostro obiettivo era ovviamente di garantire il servizio senza gravare in modo eccessivo sul compromesso bilancio comunale. Purtroppo la proposta non è stata accettata. Stiamo comunque tentando di coinvolgere le altre forze di Polizia che insistono sul territorio. Le abbiamo convocate per affrontare in modo collegiale alcune questioni critiche per la città per capire con quali modalità possiamo collaborare”.

“colleghi”, aumentando a dismisura. Ma perché quest’anno, come in passato, non si è provveduto ad attivare il servizio serale della Polizia Locale, fino alle 24:00? La Legge Regionale n. 1 del 2005 prevede che l’orario di servizio per la Polizia Locale nei Comuni come Pomezia sia dalle 8:00 alle 20:00. Per attivare turni che vadano al di fuori di tale fascia oraria occorre che il Dirigente del servizio prepari uno o più progetti, che poi il dirigente deve presentare all’Amministrazione comunale per l’approvazione. Già a giugno sono stati presentati 4 progetti, che però non hanno avuto alcun riscontro da parte dell’Amministrazione pometina. Solo a fine luglio si è svolto un incontro tra gli Amministratori e il Dirigente ma, dal momento che da parte della Giunta Fucci non era stato scelto alcun pro-

vedesse coinvolte almeno le serate principali dell’estate pometina, quella con gli eventi di maggior richiamo, come le notti bianche del 30 Agosto a Torvaianica e del 14 settembre a Pomezia, dove oltre al servizio di controllo e prevenzione per il commercio abusivo la presenza degli agenti sarebbe stata utile per garantire l’ordine pubblico. Ma, almeno fino al 21 agosto, ancora nessuna risposta è pervenuta dagli uffici comunali di piazza Indipendenza n. 1. Eppure il “terzo turno”, ovvero il servizio serale, non avrebbe comportato costi aggiuntivi per le casse comunali, visto che sarebbe stato finanziato, così come prevede l’articolo 208 del codice della strada, dalle multe fatte agli automobilisti. L’articolo 208 stabilisce infatti che parte delle sanzioni amministrative sia destinata per migliorare i servizi alla città. E il servizio di prevenzione – la presenza degli agenti è da vedere come deterrente – è sicuramente da intendersi come migliorativo per il territorio. Ma, per poter utilizzare tali fondi, sarebbe stata necessaria da parte del sindaco una apposita delibera, che invece, sempre al 21 agosto, non esiste. Ed allora ecco spiegato il via libera a tutti gli irregolari, che si fanno beffa dei commercianti “tradizionali” che pagano Tarsu, Imu, occupazione suolo pubblico, IVA e tasse di ogni genere, che necessitano di autorizzazioni e licenze e che sono sottoposti a controlli di ogni tipo. Alessia Ambra Achille


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CRONACA Addio TARSU, arriva la TARES, con il 25% di aumento

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All’Andreani il compito di fornire formazione e supporto per il passaggio alla nuova imposta

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uovi aumenti per la tassa sulla raccolta dei rifiuti urbani. La TARES, che da quest’anno prenderà il posto della TARSU, a Pomezia vedrà un aumento medio per le famiglie di circa il 25% rispetto al 2012. Aumento imposto dalla legge, che prevede che i costi di gestione del servizio siano coperti totalmente dai contribuenti e non più, in parte residua, dalle Amministrazioni. Ma quello che ai cittadini proprio non va giù è che il servizio, identificato come “formazione e supporto del passaggio dalla TARSU alla TARES”, sia stato affidato ad una società esterna – l’Andreani, che già gestisce la riscossione e l’accertamento dell’evasione fiscale ricevendo un aggio del 18,9% - ad un costo di 18 mila e 500 euro. Un affidamento diretto, quindi senza alcuna gara ad evidenza pubblica, fatto attraverso una determina dirigenziale a firma di Giovanni Ugoccioni, dirigente alle Finanze, il 20 febbraio 2013, ovvero quando nel Co-

Dal 2 settembre a Pomezia è attivo il Nucleo speciale di controllo sui rifiuti composto dal personale dell’Ufficio Ambiente e della Polizia Locale. Il Nucleo monitorerà quotidianamente il territorio per garantire il buon funzionamento del servizio di conferimento e raccolta rifiuti. “Abbiamo preso questa decisione – ha dichiarato l’Assessore Lorenzo Sbizzera – per intensificare i controlli sul territorio in relazione al conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini e della raccolta da parte della ditta. E’ un’azione volta a garantire il corretto funzionamento del servizio in vista dell’estensione della raccolta dei

mune di Pomezia non c’era alcun indirizzo politico che potesse dare indicazioni. Solo che la pubblicazione all’Albo Pretorio è avvenuta il 5 luglio, quattro mesi e mezzo dopo. Già lo scorso anno l’Andreani, nonostante le mille polemiche, aveva avuto in affidamento il servizio di formazione del personale comunale, proprio per far sì che questo potesse finalmente gestire i tributi in-

ternamente. Ma a quanto pare le lezioni non sono bastate, visto che i dipendenti comunali non sono stati reputati in grado di gestire il servizio. L’Andreani dovrà analizzare e studiare la normativa che regolamenta la nuova tassa, coordinare i vari uffici coinvolti, analizzare la banca dati per calcolare e fissare le tariffe, elaborare il regolamento per l’applicazione della tassa e

simulare la quantificazione dell’entrata prevista con la TARSU. Nessun dipendente comunale sarebbe stato in grado di farlo? Ma cosa pensa l’attuale Amministrazione della società esterna per la quale in passato era stata addirittura aperta una commissione d’indagine all’interno del consiglio comunale? “L’Andreani ha tuttora un contratto in corso con l'Ente – ha spiegato il Primo Cittadino Fabio Fucci - e vigileremo affinché porti a termine in maniera efficace il servizio di accertamento. Stiamo pensando ad una struttura dedicata al recupero dei tributi evasi che possa attualmente affiancare la concessionaria e in futuro sostituirla. Il recupero dell'evasione è un'attività che per noi è strategica e fondamentale per assicurare la tenuta delle casse comunali”. Ma intanto ai cittadini l’idea di un aumento che, in pratica, servirà anche per coprire i costi di una ditta esterna, non piace proprio. Matteo Acitelli

rifiuti porta a porta sull’intero territorio comunale nei prossimi mesi. E’ necessario mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione per raggiungere gli obiettivi europei in materia di differenziazione”. “Il Nucleo speciale di controllo – ha concluso il Sindaco Fabio Fucci – avrà il compito di verificare che i cittadini conferiscano i rifiuti in modo corretto e che la ditta che gestisce la raccolta si attenga al capitolato d’appalto, soprattutto in relazione al calendario della raccolta differenziata. Il Nucleo ha inoltre il dovere di procedere, se necessario, a sanzionare chi non rispetterà le regole”.

E intanto il parcheggio di scambio... L’inaugurazione dei lavori era stata fatta nel dicembre 2011, con la promessa di consegna entro giugno del 2012. Ma ad oggi il nodo di scambio auto-bici di via Polonia, primo dei sette parcheggi che avrebbero dovuto rendere meno complicata la vita degli automobilisti di Torvaianica, è ancora inutilizzabile. Apparentemente pronto da circa un mese, il parcheggio – che si estende per 5 mila metri e avrebbe dovuto comprendere 220 posti auto e 100 posti per le biciclette - non è stato preso in consegna dalla nuova Amministrazione in quanto sono stati notati alcuni difetti nei lavori. “Il parcheggio – ha spiegato il sindaco Fabio Fucci - stava per essere consegnato al Comune per

essere inaugurato alcune settimane fa. Io e la Giunta abbiamo voluto fare un sopralluogo prima di accettare la conclusione dell'opera ma, con nostra grande sorpresa e rammarico, abbiamo constatato insieme ad un nostro tecnico dell'ufficio Lavori Pubblici che la pavimentazione del parcheggio era già in uno stato non perfetto. Abbiamo quindi deciso, nel pieno interesse dell'Ente, di ordinare all'impresa di effettuare ulteriori lavori per assicurare la tenuta del fondo. Prima di prendere in carico l'area sarà cura del nostro personale e, perché no, della Giunta, verificare che questa volta l'opera sia consegnata in perfette condizioni”. Mirko Giustini


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CRONACA

La Voce del Silenzio Intervista a una prostituta

Il Corriere della Città

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I SINDACI CONTRO LA LEGGE MERLIN Riaprire le case chiuse per togliere le prostitute dalle strade: anche Fucci e Di Fiori dicono si

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l problema della prostituzione è certamente tra i più sentiti dai cittadini di Pomezia ed Ardea, stanchi di essere costretti a mostrare ai loro figli spettacoli ai limiti della decenza su numerose strade anche all’interno delle due cittadine. Senza contare i pericoli legati alla viabilità, causati dalle brusche frenate di chi si ferma nei pressi di queste donne seminude. Continua così l’inchiesta condotta dal “Corriere della Città” sulla prostituzione, ma stavolta guardandolo da un altro punto di vista: questo mese entriamo nel cuore del problema proponendo un’intervista a una delle meretrici. Per motivi di sicurezza e di privacy ometteremo il nome e la foto della testimone di questa scandalosa mercificazione dell’individuo, utilizzando un nome di fantasia. Quarant’anni, due figli e, fuori dalla “strada”, una vita apparentemente normale, con qualche problema economico e di gestione familiare. Laura, che età avevi quando hai cominciato a prostituirti? “Avevo 18 anni: potrebbero sembrare pochi, ma sono molte le ragazze che hanno iniziato quando ancora erano minorenni”. Molte delle ragazze straniere che si prostituiscono lo fanno perché costrette da “protettori” che hanno sequestrato loro i documenti e che minacciano di fare del male alle famiglie rimaste nei paesi d’origine. Anche tu sei stata costretta da qualcuno? “No, la mia è stata una libera scelta”. Allora perché hai iniziato? “Per necessità, come la maggior parte delle prostitute. Alcune, come me, sono madri di famiglia che non sanno come mantenere i figli: questa, per alcune donne, così come è successo a me, può sembrare una strada facile per guadagnare più di quello che ti darebbe un altro mestiere. Se non devi passare i tuoi guadagni a qualcun altro, riesci ad accumulare un bel gruzzoletto”. Cosa hai provato la prima volta? “Molta paura e un senso di disgusto”. Hai mai provato a fare un lavoro normale? “Ho provato a fare la cameriera per un po’, ma poi ho ripreso a stare sulla strada. Una volta abituata a un certo stile di vita è difficile farne a meno. Il sesso – ed il denaro che ti porta - è come una droga che crea dipendenza”. Quanti clienti hai di solito? “Difficile fare una media. Alcune volte 7-8 a serata,

altre volte nessuno. Certo, su di me pesa anche l’età: quelle più giovani difficilmente restano senza clienti. Io “reggo” ancora bene perché ho la fortuna di avere un bel corpo e di dimostrare meno della mia età”. Che tipi si fermano? “La maggior parte sono giovani alle prime armi e “vecchietti” in crisi con le mogli. Loro sono i migliori, basta qualche coccola per accelerarne l’orgasmo. In generale sono persone mediocri come noi. I ricchi preferiscono le escort”. Cosa pensi della tua attività? “È un lavoro come tanti e bisogna essere brave. C’è chi lo svolge con professionalità e chi no”. Hai dei tabù sessuali? Qualcosa che non faresti mai? “In tempi di crisi economica non abbiamo molta scelta. Ciò che non farei mai è andare con una donna. Non sono lesbica. A questo proposito i requisiti di ciascuna sono fondamentali: la bellezza permette di dettare condizioni”. Cosa chiedono più spesso i suoi clienti? “La maggior parte degli uomini chiede sempre di più di non usare il preservativo, specialmente nei rapporti orali”. Provi piacere? “No, tutt’altro”. Come è organizzato il lavoro? “Attraverso una spartizione del territorio viene assegnato ogni metro di strada. Da quando sono arrivate tutte queste straniere è un po’ più dura. Resta il fatto che la protezione migliore arriva dalla collaborazione con un cittadino italiano. L’italiano può offrire un rifugio in caso di fughe impreviste”. Ancora una domanda: cosa ti ha spinto ha rispondere ad accettare di rispondere a questa intervista? “Non lo so. Forse la speranza di evitare che altre ragazze cadano vittime di questo losco mercato”. Ripercorrere un passato traumatico e raccontare un presente disonorevole non è facile. Ricordare è come provare il medesimo senso di precarietà che si sente guardando giù da una torre. Una vertigine. Laura ha fatto una scelta precisa di sua volontà. Altre come lei no. Non tutte sanno che in Italia sono diverse le organizzazioni che aiutano ad uscire dal giro della prostituzione. “E tu, maddalena irredenta bisognosa d’amore, ogni volta che t’assalirà quella sensazione di venir risucchiata dal vortice che ferirà per l’ennesima volta la tua dignità, ricorda: non sei sola!”. Mirko Giustini

ontro la prostituzione in strada si mobilitano i sindaci di vari Comuni italiani, al motto di “Salviamo i nostri marciapiedi". L’iniziativa è partita dal Veneto, per propagarsi verso sud: tanti i piccoli centri che stanno aderendo con l’obiettivo di liberare le strade dalle lucciole riaprendo le case chiuse. Quindi non con le solite ordinanze sul decoro urbano che al massimo generano qualche multa che probabilmente non verrà pagata, ma con un ritorno al passato, attraverso un referendum abrogativo contro la legge Merlin. Lo scoglio da superare è però duro: occorrono 500 mila firme entro fine settembre. Il primo a mettere la sua firma è stato il sindaco leghista Giovanni Azzolini di Mogliano Veneto (Treviso), promotore di un referendum che vuole cancellare gli articoli che impediscono l'apertura di case di tolleranza, senza toccare le norme che puniscono il reato di sfruttamento della prostituzione. L’iniziativa si è estesa in tutta Italia, con centinaia di punti attivi per la raccolta firme. Solitamente a divulgare la notizia sono le stesse Amministrazioni comunali, con il sindaco che per primo firma per il proprio Comune ed invita i cittadini a fare lo stesso per riuscire, se non a sconfiggere, almeno a regolamentare il mercato del sesso, che in Italia conta circa 9 milioni di clienti tra occasionali e abituali, 5 miliardi di euro e 70 mila prostitute. Riaprendo le case chiuse, si avrebbe un maggior controllo sanitario e, cosa non di poco conto soprattutto in questi tempi di crisi, si farebbero pagare le tasse anche alle prostitute, che attualmente gestiscono i loro guadagni totalmente “in nero”. Del resto locali che somigliano alle case chiuse ci sono già: basta pensare ai numerosi centri massaggi che in realtà nascondono ben altro, ai night club o – come si sta diffondendo adesso – alla prostituzione consumata all’interno di cinema, sale bingo e sale slot, oltre ai classici appartamenti o hotel ad ore. Quella del referendum è però un’idea che non piace a Pia Covre, rappresentante del Comitato per i diritti civili delle prostitute. "È un'iniziativa poco seria – ha dichiarato - che non coglie la complessità del fenomeno e rischia di risolversi in un ennesimo spot politico. Ne riparleremo quando arriveranno a 250 mila firme". Intanto il problema nel nostro territorio si fa sempre più pressante, con ragazze sempre più svestite e sempre più presenti anche nelle strade centrali. Cosa pensano i sindaci Fabio Fucci e Luca Di Fiori di questa iniziativa? A Pomezia l’iniziativa ha avuto il via il 28 Agosto, con il benestare del Primo Cittadino. “Anche da noi è possibile firmare per il referendum abrogativo e personalmente sono favorevole. I sindaci purtroppo possono attualmente fare poco per contrastare il fenomeno. Agire sulla normativa nazionale sarebbe un grosso passo avanti”. Luca Di Fiori: “E’ una vergogna quello che si vede in tutti i Comuni d’Italia. Per quanti sforzi facciano, le forze dell’ordine non riescono a debellare un fenomeno che è indecente nei confronti di mamme, bambini e cittadini in genere. Ben venga quindi un’iniziativa diversa da quelle attualmente in atto, purché porti ad una soluzione, cosa non successa finora. Di sicuro il legislatore deve riprendere e valutare una concreta modifica della legge in merito”. Mirko Giustini


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CRONACA

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Ardea, tombe allagate al cimitero di Via Strampelli T

ombe allagate al cimitero di via Nazzareno Strampelli. Il camposanto è ancora una volta al centro di polemiche, scatenatesi dopo l’amara sorpresa dei figli di Lucio Casella, per anni medico condotto di Ardea. Il 16 agosto, nel togliere la pietra dalla tomba di famiglia per la tumulazione di una donna, nella fossa è stata trovata oltre un metro e mezzo di acqua, nonostante non piovesse da settimane. Immediatamente sono state chiamate le forze dell’ordine e l’Amministrazione comunale, che per svuotare la tomba dall’acqua si è rivolta un auto spurgo e non una ditta fornita di una motopompa o pompa elettrica, cosa che ha provocato ancora di più l’ira dei familiari della defunta. “Dopo tanti soldi versati al Comune, oltre alla beffa di ritrovarsi la tomba allagata, anche l’indelicatezza di chiamare un autospurgo”, ha dichiarato la figlia della donna deceduta, preannunciando la denuncia del fatto alla Procura della Repubblica di Velletri. Denuncia presentata anche da parte del consigliere comunale Luca Fanco. “Credendo inevitabile – si legge nella denuncia indirizzata alla Procura della Repubblica, al Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente ed alla Corte dei Conti, oltre che a tutte le autorità locali – che la persistente presenza di acqua nelle tombe possa aver prodotto la rottura dei feretri contenuti all’interno di dette tombe, tanto è che l’Amministrazione comunale si serve da immemorabile tempo di mezzi autospurgo e non di semplici pompe per l’aspirazione del-

l’acqua”. Fanco prosegue chiedendo “di verificare, per le rispettive competenze, la possibilità di gravi ripetuti reati, attivando le necessarie urgenti analisi delle acque nelle diverse tombe interessate dal problema, che, se contaminate come presumibile, impongono la segnalazione di precisi reati. Infatti la tomba trovata allagata si trova nella parte più alta del cimitero e considerando che da mesi non piove, immaginiamo cosa potrebbe trovarsi nelle altre più basse e come si trovano i feretri ivi riposti”. Il consigliere di maggioranza non si limita però al fatto

Stazione Meteo ad Ardea

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rdea dispone da fine luglio, dopo un intenso mese di ottimizzazione, di una stazione meteo consultabile on-line all'indirizzo http://meteoardea.altervista.org che va così ad affiancarsi alla già esistente stazione Pomezia Meteo (http://www.pomeziameteo.altervista.org/) con l'obiettivo di fornire un quadro quanto più possibile fedele della situazione meteorologica relativa al territorio. Pur se la stazione è amatoriale, la bontà dei dati rilevati è tale da aver permesso la partecipazione della stessa alla rete

di rilevamento di enti nazionali ed internazionali; i dati raccolti sono infatti rilanciati da Italia Meteo Network e Linea Meteo, oltre che dal sito internazionale Weather Underground. Tutti questi siti sono direttamente raggiungibili anche dalla home page di MeteoArdea. On line sono disponibili i dati rilevati in tempo reale con una scansione temporale di 300 secondi di intervallo 24 ore su 24, 7 giorni a settimana; previsioni basate su meteogrammi

specifico. “Nel ripercorrere le tappe amministrative e le abnormi somme di denaro pubblico speso per “sedicenti” soluzioni del problema lo scrivente ritiene possibile che siano stati commessi reati da parte della stessa Amministrazione comunale in ordine ala mancata emissione di idonea Ordinanza Sindacale per i gravi motivi igienico sanitari e possibilità di epidemie che potrebbero proliferarsi all’interno del cimitero comunale, oltre all’inquinamento delle falde che comprometterebbe la salute pubblica mettendo a repentaglio miglia di cittadini ignari del problema”.

Quest’ultima vicenda - scoperta circa un mese fa e che tratta dell’inquinamento dovuto alla fuoriuscita di liquami dalla fossa a tenuta delle acque nere, posizionata all’esterno del piazzale, i cui liquami hanno invaso l’area circostante, tanto da far chiudere i bagni interni e quelli dei chioschi dei fiorai, allacciatisi abusivamente - ha portato tra l’altro al deferimento all’Autorità Giudiziaria di un consigliere comunale per abuso edilizio e concorso in furto di acqua del Comune. Claudia Bartolini




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CULTURA

Il Corriere della Città

Settembre 2013

Un tesoro archeologico alle Salzare Nuovo importante ritrovamento da parte del professor Francesco Di Mario a Tor San Lorenzo

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’abbattimento delle palazzine “B” e “C” del famigerato Serpentone, alle Salzare, ha consentito il ritrovamento, da parte del noto archeologo professor Francesco Di Mario, di un nuovo tesoro a ridosso del sito archeologico di Castro Inui, l’antico porto rutulo riportato alla luce proprio dal professore: una vera e propria necropoli, nascosta nell’area antistante le due palazzine abbattute nel complesso immobiliare. L’ennesima dimostrazione che la zona, sottoposta a vincolo archeologico dal 1980, è ricca di reperti ancora da scoprire. Ma anche l’ulteriore prova dell’immenso danno fatto nel costruire: gli scavi per le palazzine, come ha spiegato lo stesso professor Di Mario, hanno distrutto chissà quali e quante testimonianze del passato. “L’area destinata ai giardini era rimasta intatta e ci ha consentito di fare questa incredibile scoperta. Adesso verificheremo se sia rimasto qualcosa anche nell’area di ingombro delle palazzine”. Ma cosa c’era esattamente sotto i giardini del complesso? “Sono stati trovati una serie di strati archeologici contenenti materiali che vanno dalla fine dell’età repubblicana del I° secolo a.C. fino all’età imperiale, e delle sepolture: si tratta di tombe a cappuccina di età imperiale”. In che stato si trovano le tombe? “Le abbiamo trovate intatte, perché fortunatamente non erano state toccate dagli scavi”. All’apertura delle tombe ci si è accorti che le ossa erano perfettamente conservate, così come integri erano gli oggetti che compongono il corredo funerario. “Si tratta di tombe povere, sepolture di persone non ricche: insieme ai resti umani abbiamo ritrovato quindi la classica moneta che consentiva di pagare a Caronte il passaggio nell’aldilà, come da consuetudine dell’età romana. Lo stato di conservazione era assolutamente buono. Questa scoperta ci conferma che il ciclo archeologico si estendeva al di sotto dell’area in cui sono state costruite le palazzine”. Un’area preziosa dove non si sarebbe mai dovuto edificare: proprio per questo era stato posto il vincolo archeologico. “Ormai quanto distrutto non potrà essere recuperato: dobbiamo però concentrarci su tutto il resto, perché questa è un’area che può offrire ancora tanti reperti”. Reperti che finalmente troveranno una degna col-

locazione, insieme ai tanti altri già ritrovati nel corso degli ultimi 15 anni proprio dal professor Di Mario: è infatti del 27 agosto la notizia che la Giunta municipale ha approvato la delibera per la concessione in comodato d’uso gratuito alla Sovrintendenza ai Beni Archeologici del Lazio dei locali adibiti a Polo museale di Ardea, sulla via Laurentina. ”Un atto importante – ha spiegato il Sindaco Luca Di Fiori – che ci consente di mettere in campo tutte le azioni possibili per valorizzare l’enorme patrimonio storico, archeologico e culturale del nostro territorio e, di conseguenza, incentivare il turismo. La Sovrintendenza si farà carico di portare nel più breve tempo possibile i reperti rinvenuti ad Ardea nel corso delle varie campagne di scavi, creando un itinerario di visite aperte al pubblico per poter ammirare e promuovere anche i siti archeologici presenti sul territorio, tra cui l’antico porto Castrum Inui, l’area di Casarinaccio, l’Ipogeo cristiano”. “Era ora! – ha commentato il professor Di Mario – E’ un progetto che seguo da tanti anni, a cui ormai onestamente non credevo più. Invece pare si sia arrivati ad una conclusione. Ho parlato con il sindaco e sono in attesa di ricevere gli atti ufficiali, in maniera di poter finalmente realizzare un vero museo archeologico ad Ardea”. Quali sono i tesori maggiori che ha Ardea a livello archeologico? “Sono tantissimi, ma quelli immediatamente disponibili sono quelli provenienti dai miei scavi a

Castrum Inui, dove abbiamo trovato materiali di straordinaria bellezza e importanza”. Rispetto a quello che accade in molti altri posti, i siti archeologici di Ardea non vengono visitati né dai turisti né dai residenti. Perché, secondo lei, questi tesori non sono valorizzati? “Perché manca una cultura specifica, che sto cercando di ricreare chiedendo aiuto a varie istituzioni. Non siamo abituati ad apprezzare i tanti ritrovamenti proprio perché sono troppi. L’Italia conta il 70% del patrimonio mondiale archeologico. Ovunque si vada c’è la possibilità di trovare resti antichi e preziosi. All’estero, dove questa ricchezza manca, qualsiasi cosa venga portata alla luce viene poi valorizza in maniera ottimale perché le risorse si concentrano tutte su quel sito. Da noi mancano i soldi per poter fare una cosa del genere su tutti i siti che ci sono: sarebbe davvero impossibile. Sono però certo che presto un certo flusso turistico arriverà ad Ardea. Ma per farlo occorre creare i presupposti, a partire dai collegamenti con Roma, per facilitare l’arrivo ai siti”. Ed organizzare pullman privati? “Stiamo tentando anche questa strada, attraverso un accordo con la Curia di Albano per delle visite di carattere sacro ad un sito archeologico di Ardea, l’Ipogeo cristiano. Appoggiarsi ad un’organizzazione come quella della Curia non potrà far altro che portare benefici, perché farebbe entrare Ardea in un circuito turistico già collaudato che vede lo spostamento di migliaia di persone l’anno, non possibile in altri

modi. Il progetto vede l’estensione del percorso agli altri siti del territorio”. Da quando lei lavora ad Ardea quanti passi in avanti sono stati fatti per la cura e la valorizzazione dei reperti? “In questi anni è stata acquisita l’area di Colle della Noce, dell’oratorio cristiano, è stata restaurata e resa fruibile l’area di Casarinaccio, sono stati iniziati gli scavi di un sito sconosciuto, Castrum Inui, che si è rivelato essere la scoperta più importante degli ultimi 50 anni in Italia, sono stati ritrovati reperti archeologici di straordinaria bellezza e sono state fatte pubblicazioni che hanno portato Ardea nel mondo scientifico, che ormai ne riconosce l’importanza archeologica”. Manca il riconoscimento della “gente comune”. “Noi abbiamo organizzato una serie di visite destinate proprio alla “gente comune”, ma l’interesse riscontrato è ancora marginale, perché questi siti non sono ancora abbastanza pubblicizzati. Ecco perché abbiamo richiesto l’aiuto della Curia per portare persone ad Ardea”. Quanto pensa che abbia ancora, a livello archeologico, Ardea da dare e da far scoprire al mondo? “Un’immensità di cose. Ardea è ricca di reperti bellissimi, ma occorrerebbe un progetto serio, grande, che le condizioni economiche dell’Italia non consentono, quindi è difficile portare allo scoperto tutto”. Torniamo all’ultima scoperta, proprio a ridosso di Castrum Inui: quanto potrà influire questa necropoli sulla già notevole importanza del sito? “Castrum Inui è una sorpresa continua, perché quando penso di aver capito tutto, ecco che approfondendo mi rendo conto che in realtà non ho capito nulla, perché c’è altro. E’ veramente una sorta di cornucopia, in cui basta intervenire per avere cose nuove ed inaspettate. E’ un posto unico, particolarmente ricco e ben conservato, ma ancora non totalmente compreso, quindi resta in parte ancora un’incognita. Ad esempio c’è una parte sacra del 6° secolo a.C. che sta rendendo possibile la conoscenza di elementi fondamentali della religiosità antica che prima erano sconosciuti”. Quindi non solo archeologia, ma anche storia. Una “miniera” di sapere che Ardea deve proteggere ed utilizzare per portare il suo nome alto nel mondo. Alfredo Corrao



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SPORT

Il Corriere della Città

Settembre 2013

INIZIA LA NUOVA STAGIONE: IN CAMPO ECCELLENZA E PROMOZIONE, MENTRE PER IL CALCIO DI CATEGORIA SEMAFORI VERDI A FINE SETTEMBRE. LA TERZA AD OTTOBRE

CALCIO

Si Riparte!

A

rchiviata l'estate 2013 per i calciatori del nostro territorio è nuovamente tempo di indossare gli scarpini e di scendere in campo. Il calcio locale, dopo il lungo break delle vacanze, si appresta infatti a riaccendere i motori per il nuovo anno che fin da adesso si prospetta altamente interessante; scopriamo dunque , categoria per categoria, tutte le novità della stagione 2013-14. ECCELLENZA - TUTTO IN MANO AL REAL POMEZIA. SI PARTE IL 15 Anche quest'anno, in attesa che altre compagini compiano il definitivo salto di qualità approdando nella medesima serie, l'unica squadra a difendere i colori pometini in Eccellenza sarà il Real Pomezia guidato da mister Persia. Il gruppo è stato inserito nel raggruppamento B ed inaugurerà la stagione contro il Gaeta; nel secondo turno invece l'undici pometino affronterà fra le mura amiche la Lupa Castelli Romani per poi recarsi in trasferta contro ¬ il MONTE SAN GIOVANNI CAMPANO nel terzo turno. Queste le altre avversarie inserite nel girone: Ciampino, Albalonga, Colleferro, Pro Cisterna 1926, Morolo, Ceccano, Formia 1905, Lariano Rocca di Papa Nemi, A. Boville Ernica, Rocca secca Terra San Tommaso, Cecchina, Borgo Podgora 1950, Semprevisa, Vis Artena. Il Real Pomezia avrà il non facile compito di migliorare il terzo posto della passata stagione. PROMOZIONE - UNIPOMEZIA VIRTUS, NUOVA FLORIDA E LIDO DEI PINI TUTTE INSIEME: SI PROSPETTA UN ANNO DA BRIVIDI La squadra nata dalla fusione dell'Unipomezia e Virtus Pomezia ha stravinto il campionato di Prima Categoria lo scorso anno. La seconda, il Nuova Florida,

avrebbe fatto lo stesso se non fosse stato proprio per l'Unipomezia Virtus. Entrambe dunque , da neo-promosse e con progetti ambiziosi, tenteranno di ripetersi in una serie maggiore. Ed il Lido dei Pini? La squadra può vantare una maggiore esperienza essendo al secondo anno nella categoria. C'è da migliorare però la stagione passata culminata sì con la salvezza ma solo nelle ultime giornate. Insomma si profila un anno carico di emozioni che sarà arricchito ulteriormente da derby infuocati dallo spettacolo assicurato. Di seguito le altre squadre inserite nel gruppo A: Casalotti, Almas Roma, Soccer Santa Severa, Focene, Compagnia Portuale, Nettuno, Città di Fiumicino, Palocco, Vis Aurelia, Pesc. Ostia, S. Marinella, Falasche, Tolfa, Rodolfo Morandi, Ostia Antica. PRIMA CATEGORIA - AIRONE ARDEA, CITTA' DI POMEZIA, LA SCENA E' VOSTRA C'è molta curiosità per il nuovo progetto targato Romagnuolo che punta a proseguire la storia della società in questa categoria; l'anno scorso è arrivato un buon quinto posto, vedremo se la squadra riuscirà a ripetersi. Le difficoltà però non mancano: l'ossatura storica del gruppo ormai non esiste più e per i nuovi non sarà facile prenderne il posto. Capitolo Città di Pomezia: la seconda parte della passata stagione ha dimostrato che il gruppo del presidente Maniscalco può a tutti gli effetti aspirare ai vertici del raggruppamento. Quest'anno poi, senza Unipomezia e T.N. Florida, la squadra avrà un ulteriore stimolo a far bene puntando , perché no, ad iscriversi nella lista delle pretendenti al titolo. SECONDA CATEGORIA - L'INDOMITA CERCA IL RISCATTO, IL TORVAIANICA PARTE PER VINCERE, GRANDE ATTESA

ANCHE PER IL TOR SAN LORENZO Una campagna acquisti sontuosa. Nello scorso numero abbiamo sottolineato il grande sforzo profuso dalla dirigenza del Torvaianica per assicurare a mister Salotti una squadra da vertice; quest'anno infatti non saranno ammesse attenuanti: rimanere in corsa fino alle ultime giornate puntando decisi alla promozione. Veniamo all'Indomita Pomezia. La squadra del Presidente Padula ha l'imperativo di riscattare due stagioni deludenti culminate con la retrocessione; il nuovo corso di mister Aiello dovrà dunque rappresentare la svolta per il club pometino e tentare di riportare il gruppo ai livelli che merita. Medesimo discorso, o quasi, per il Tor san Lorenzo che ha usufruito del ripescaggio e disputerà la seconda categoria; conti alla mano, la squadra giunta quinta lo scorso anno in terza, avrà il compito di rilanciarsi e di puntare alle zone alte della classifica. Un'ultima battuta la riserviamo ai gironi. C'è attesa per capire se tutte e tre le compagini si affronteranno nello stesso girone ma se per Torvaianica ed Indomita l'accoppiamento appare quasi scontato – le squadre appartengono entrambe al comune di Pomezia – lo stesso non si può dire del Tor San Lorenzo che potrebbe rientrare nell'orbita di Lazio-Sud evitando in tal modo le altre due. Ancora qualche giorno di pazienza e ogni nodo sarà sciolto. ALTRE NOTIZIE Per il campionato di Terza Categoria ancora non è stato pubblicato l'elenco ufficiale delle squadre aventi diritto; per il nostro territorio, comunque, le compagini iscritte dovrebbero essere tre: Montegiordano, Enea Pomezia e Free Club. Luca Mugnaioli @lu_mugna


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Settembre 2013 IN RICORDO DI MARTIN LUTHER KING I have a dream, la storia del discorso di Martin Luther King Cinquant’anni fa, il 28 agosto 1963, a conclusione di una marcia sui diritti civili a Washington, Martin Luther King tenne il suo famoso discorso «I have a dream». Ecco la storia di quelle storiche parole. 28 agosto 1963: Martin Luther

INFORMAZIONE

King saluta la folla convenuta al Lincoln Memorial, durante la Marcia su Washington per il Lavoro e la Libertà. «I have a dream»: «Ho un sogno». Era consapevole, il reverendo Martin Luther King, di incidere le sue parole nel marmo vivo della Storia? Sì, lo era. Quel 28 agosto del 1963, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, quando pronunciò il suo discorso davanti al Lincoln Memo-

35 rial di Washington era consapevole di aver parlato con parole che avrebbero lasciato il segno: «Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla Storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro Paese» disse Luther King. FONTE: FOCUS.IT

Notizie Tascabili S

econda rata Imu e Tares, chi paga. L'imposta municipale dovuta dai proprietari di beni di pregio; I Comuni stabiliranno aliquote locali per la tassa sui rifiuti - Sarà un autunno caldo per i proprietari di immobili. Perché sono ancora molte le scadenze da rispettare. Dal pagamento della seconda rata Imu per le case che non sono state esentate al versamento della Tares che poi verrà sostituita dalla service tax. I prossimi quattro mesi sono costellati di scadenze e ,oltretutto, facendo tesoro dell'esperienza maturata negli ultimi anni, certo non si possono escludere ulteriori sorprese. E con il nuovo anno ricomincia il giro. (corriere.it)

saggio lungo al massimo 140 caratteri che viene pubblicato dall'utente del social network “Twitter”. Ogni tweet può essere letto dai followers (seguaci) dell'utente, il corrispettivo, solo per farsi un'idea, degli amici di Facebook; inoltre, in ciascun testo, è possibile inserire delle parole-chiave contrassegnate, appunto, dall'hashtag (il nostro “cancelletto, #”). Esempio pratico: se scrivo #calcio il mio messaggio sarà raggruppato insieme a tutti gli altri testi in cui comparirà il medesimo hashtag. Buon twitter a tutti!

Mediaset, le motivazioni della Cassazione: "Berlusconi ideatore del sistema illeciti" - La sezione feriale ha depositato le ragioni del verdetto: "Il Cavaliere artefice del meccanismo che gli consentiva di accumulare illecitamente patrimoni all'estero e ottenere benefici fiscali per le sue aziende. Inverosimile che fosse vittima di una truffa". Tutti i componenti del collegio, e non solo l'estensore, hanno firmato le 208 pagine (repubblica.it) Oscurato di nuovo il sito del New York Times attacco rivendicato da hacker siriani pro-Assad. Intrusioni anche all'Huffington Post e a Usa Today (28 Ago) - Il quotidiano on line ha avvertito gli utenti su Twitter. E ai propri reporter ha comunicato: "Non usate le email per inviare notizie". E' la seconda volta in quindici giorni che la pagina Web va "off line" (repubblica.it) Immigrazione, sbarco di profughi siriani salvati in 350 al largo di Siracusa Neonata partorita a bordo del barcone (28 Ago) SIRACUSA - Due barconi di migranti sono stati soccorsi al largo di Siracusa. In tutto sono stati tratti in salvo quasi 350 immigrati. Nel primo barcone c'erano 191 persone di origine siriana: 51 donne, 48 bambini e 92 uomini. I profughi stati imbarcati a bordo del pattugliatore Foscari della Marina militare e sulle motovedette della Capitaneria di porto e Guardia di finanza. Tra i migranti giunti al porto di Siracusa c'era anche una neonata partorita a bordo durante la traversata. (ilmessaggero.it) CURIOSITÀ & LIFE STYLE Da questo numero la rubrica Curiosità&Life style si arricchisce di una nuova sezione: si tratta dello spazio “twitter!twitter!twitter!” dove raccoglieremo i tweet contrassegnati dall'hashtag #NotizieT. pubblicati nel corso del mese. Guida pratica a Twitter. Cos'è un tweet? E' un mes-

Un fiore molto particolare - Uno dei fiori più curiosi al mondo è l’“orchidea scimmia” (nome scientifico Dracula Simia), una specie di orchidea piuttosto rara che ha una peculiarità decisamente curiosa: il fiore sembra riprodurre la faccia di una scimmia, specie se lo si guarda nelle giuste condizioni di illuminazione. Gli strani fiori crescono nelle regioni montagnose dei Ecuador, Colombia e Perù, ad un’altezza compresa tra i 1.000 e i 2.000 metri, e la coltivazione sembra sia de-

cisamente difficile, il che ne fa una pianta decisamente rara. (notizie.delmondo.info FOTO: Ecoblog.it) La città dei gatti - Houtong era una cittadina mineraria vicina all’abbandono prima che i gatti la trasformassero in una meta turistica. La città, vicino a New Taipei, era un importante polo minerario del carbone negli anni ‘70, ma con l’abbandono progressivo di questa fonte di energia la città ha subito un forte declino, con gli abitanti scesi da oltre seimila a poche centinaia. Il tutto però è cambiato quasi per caso nel 2008, quando è stato organizzato da alcuni amici un “safari fotografico” dei gatti randagi che ormai affollavano la città a centinaia. Le foto sono state condivise su internet, e hanno trasformato Houtong in una meta turistica per gli amanti dei gatti. (notizie.delmondo.info) Dove ho messo le chiavi? - Piccoli dispositivi autoalimentati, adesivi o collegabili in altri modi, ci aiuteranno a trovare gli oggetti geolocalizzandoli attraverso uno smartphone, un tablet o un computer. Già tre i prodotti prossimi al lancio, due vengono da startup e uno da Nokia. (repubblica\tecnologia)

LO SAPEVATE CHE.. Il ghepardo può raggiungere i 120km\h su tratti molto brevi. (focus.it)

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CINEMA

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L’arbitro A

d aprire le Giornate degli Autori a Venezia 70, dal 28 agosto al 7 settembre, è l’opera prima di Paolo Zucca, L’Arbitro, che vede protagonista un arbitro, Stefano Accorsi, ambizioso e intrasigente, affiancato da Geppi Cucciari, Alessio Di Clemente, Benito Urgu, Jacopo Cullin e Francesco Pannofino. Ambientato in una Sardegna rurale, Zucca racconta le vicende che ruotano attorno ad una scalcagnata squadra di calcio che cerca il riscatto attraverso lo sport nazionale, in cui non possono mancare faide interne legate a vecchi rancori e la corruzione, altra piaga del calcio italiano. L’Atletico Pabarile, la squadra più scarsa della terza categoria sarda, viene umiliata come ogni anno dal Montecrastu, la squadra guidata da Brai (Alessio di Clemente), arrogante fazendero abituato a vessare i peones dell’Atletico in quanto padrone delle campagne. Il ritorno in paese del giovane emigrato

Matzutzi (Jacopo Cullin) rivoluziona gli equilibri del campionato e l’Atletico Pabarile comincia a vincere una partita dopo l’altra, grazie alle prodezze del suo novello fuoriclasse. Le vicende delle due squadre si alternano con l’ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi), ambizioso arbitro ai massimi livelli internazionali, nonché con la sottotrama di due cugini calciatori del Montecrastu, coinvolti in una faida legata ai codici arcaici della pastorizia. Matzutzi riesce a fare breccia nel cuore di Miranda (Geppi Cucciari), la figlia dell'allenatore cieco Prospero (Benito Urgu), mentre l'arbitro europeo Cruciani si lascia coinvolgere in una vicenda di corruzione che lo porterà in un attimo dalle stelle alle stalle: viene infatti colto in flagrante ed esiliato per punizione negli inferi della terza categoria sarda. Distribuito di Lucky Red, ‘L'Arbitro’ arriva nelle sale il 12 settembre. Rossella Smiraglia

La rubrica di cinema, cultura e spettacolo di Rossella Smiraglia

Bling Ring S

ofia Coppola torna alla regia con Bling Ring, la storia di un gruppo di ragazzi che decide di svaligiare le case delle star di Hollywood, in una Los Angeles ossessionata dalle celebrità. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti: un gruppo di giovani belli e simpatici, ossessionato dal glamour e dal lusso, utilizzando Internet, ha realmente studiato le celebrità da colpire, per poi rubare nelle loro case beni di lusso per oltre 3 milioni di dollari. Tra le vittime Paris Hilton, Orlando Bloom e Rachel Bilson. La banda è stata ribattezzata dai media “e Bling Ring”. Per raccontare una storia di cronaca, non in modo moralistico ma piuttosto come monito sul modo in cui crescono i giovani della società attuale, Sofia Coppola ha visionato il materiale della Polizia e dei giornalisti, ascoltando le testimonianze dei protagonisti: “Ho cercato di essere empatica e di non giudicare. Non che volessi dire che quello che hanno fatto va bene, ma desideravo che il pubblico si facesse una sua opinione. E poi, sviluppando la sceneggiatura ho pensato a come ero o alla loro età, a come si si sente a voler far parte di un gruppo…” ha spiegato la regista.

Blin Ring, girato con sequenze brevi, che danno ritmo alla narrazione, è stato realizzato ricostruendo le case dei Vip derubati tranne nel caso di Paris Hilton, una delle vittime delle rapine: “…devo ammettere che è stato eccitante girare in uno dei luoghi reali della storia e dare un'occhiata al suo mondo, nei suoi armadi…” ha ammesso la regista. Emma Watson è l’unica attrice di esperienza nel cast di Bling Ring, gli altri sono tutti giovani attori emergenti, anche questo frutto di una scelta precisa della Coppola che li ha scelti per la loro freschezza e spontaneità. In attesa di vedere Bling Ring, al cinema dal 26 settembre, ci chiediamo quanti saranno gli spettatori che lo vedranno solo per guardare dall’occhio della telecamera, come è fatta la vera casa di Paris Hilton… Distribuito in Italia da Lucky Red e prodotto da Youree Henley insieme con Roman e Sofia Coppola, Bling Ring arriva nelle sale italiane il prossimo 26 settembre, presentato in anteprima alla 66ma edizione del festival di Cannes con il cast al completo. Rossella Smiraglia


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Settembre 2013

MUSICA

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Grandi occasioni per “piccoli” talenti U

n talento nostrano. Daniele Truocchio vive a Pomezia, ha solo 19 anni e già ha ricevuto uno dei premi tra i più ambiti per i musicisti italiani e stranieri: una borsa di studio da 10.000 dollari per frequentare il “Berklee College of Music”. Fondato a Boston nel 1945, ancora oggi risulta essere il più importante istituto universitario privato del mondo dedicato alla musica contemporanea. Un privilegio non da poco, visto che sono state rilasciate solo 10 borse di studio di questo genere, combattute tra 220 studenti provenienti da tutto il mondo. “Un’ulteriore grande soddisfazione precisa Daniele - sta nel fatto che 19 anni è la soglia di età minima per poter acquisire questo premio, poiché si dà la possibilità di poter spendere la borsa di studio solo ai diplomati. Inoltre sono stato l’unico ad ottenerla a Roma e nel Lazio”. Cosa ha significato questa vittoria per te? “Studio chitarra da quando avevo 8 anni, a 10 risale la mia prima esibizione durante una festa in piazza. Questa vittoria non è sicuramente un traguardo, poiché soprattutto in campo musicale non si arriva mai, tuttavia nonostante i miei affetti abbiano sempre creduto in me, tutto questo ha conferito credibilità al mio obiettivo, mi ha dato una spinta in più. Il tempo speso, la fatica, la dedizione hanno raggiunto un senso ancor più compiuto di quello che avevano prima. Nel corso del tempo molte persone hanno creduto in me, in questa mia passione, ma altrettante mi hanno scoraggiato. Forse un po’ per invidia, un po’ per la loro esperienza personale: beh, questa è la controprova che, almeno in parte, si sbagliavano”.

dell’Umbria Jazz Festival, che segnala i nominativi per l’Italia. A Marzo viene comunicato se sono state passate le selezioni o meno. Dal 2 al 14 Luglio sono stato a Perugia: la mattina si svolgevano le “clinics”, appunto le lezioni con i professori del college, studiando composizione, armonia (teoria) e composizione, e musica brasiliana. Dopo le lezioni i professori mettevano a disposizione il palco e le attrezzature per le “Jam Session” di noi aspiranti jazzisti. Si tratta di un momento di crescita professionale senza eguali: hai la possibilità di ascoltare brani improvvisati, di scambiare idee, commenti e per di più di farti notare dai professori più qualificati del globo. Grinta e adrenalina alle stelle. Eppure per la parte migliore si dovevano aspettare le 21.00, momento in cui parte il vero, l’inimitabile “Umbria Jazz Festival”. Ogni sera un concerto diverso, avente come protagonisti

E’ di Pomezia il vincitore all’Umbria Jazz della prestigiosa borsa di studio al Berklee College of Music MUSICA

Raccontaci di quest’esperienza: come e dove si è svolta, cosa ti ha maggiormente colpito? “L’iscrizione va fatta a Febbraio, inviando il curriculum e una propria demo o registrazione all’organizzazione

i musicisti più abili del mondo. E dopo? Altre jam session presso i locali di Perugia. La cosa che maggiormente mi ha colpito è stata la musica, non come la intendiamo noi, ma la musica che prende vita, che sembra faccia pres-

sione. Dal terreno, dalle pareti dei locali, dal cielo, ovunque sgorga musica, di tutti i tipi, pur essendo un festival jazz. Insomma la musica la incontri per le strade, ci parli. La voglia di suonare dei musicisti è spaventosa, un’atmosfera di gioia e di festa mai sentita prima. Per me, inoltre, la gioia più grande è stata sapere di aver vinto la borsa di studio per il college americano: una soddisfazione senza precedenti!”. Quali sono le origini di questa tua passione e qual è il tuo idolo in campo musicale? “Difficile parlare di origini, la musica mi accompagna da sempre, anche se è ovvio che da bambino non avrei mai pensato che un giorno potesse diventare una costante così fondamentale nella mia vita. Pur non essendo figlio d’arte, mio padre ha sempre coltivato un forte hobby per la musica, dilettandosi con la chitarra che puntualmente costituiva il mio gioco da piccolo. Mio fratello suonava la tastiera e da lui ereditai quella che fu la mia prima insegnante di chitarra, Francesca Galiè. Mi sono esibito in numerose occasioni in tutta Italia in formazioni rock, blues, soul, reggae, jazz e adesso studio al conservatorio statale di musica di latina “Ottorino Respighi”, dedicandomi interamente alla mia crescita professionale. Il livello di conoscenza in campo musicale attualmente è altissimo e non si ha tempo da perdere, si deve stare al passo. Posso affermare di non avere un singolo idolo. Ci sono molti artisti che ascolto, ammiro e a cui mi ispiro come George Benson, Wes Montgomery, Oscar Peterson, Michel Petrucciani, in-

somma i grandi del jazz, ma artisticamente parlando il mio idolo nonché mio maestro e mentore è Peace Diouf, un chitarrista senegalese. Lui è la musica, la ama e riesce a trasmettermi questo amore”. Eppure la tua conoscenza non concerne solo il campo musicale, hai detto di esserti diplomato. In quale istituto? “Ho conseguito il diploma di ragioneria all’ I.T.C. “A. Monti” a Pomezia, ma non nego che anche questa mia scelta sia stata influenzata dalla musica. Se non avessi avuto un impegno così grande credo che avrei frequentato senza dubbio un liceo. Il fatto è che ho preferito rinunciare sempre ad altro che alla musica”. Oltre all’iscrizione al college, quali sono i tuoi progetti per il futuro? “Attualmente sono impegnato con gli Ntumba’s Trio in un progetto che vede coinvolti sia il riadattamento di cover sia l’arrangiamento di vari inediti. Durante l’estate sto organizzando la creazione del mio “jazz trio”, attraverso il quale potrò finalmente dare voce alla mia passione per questo meraviglioso genere”. Adesso che per molti giovani aspiranti musicisti potresti essere tu un modello, dato che molti vorrebbero poter avere la tua stessa possibilità, cosa consigli? “Consiglio di ascoltare tanto, tutti generi, di non escluderne nessuno a priori. Consiglio di non perdere tempo se si è sicuri di ciò che si vuole. Tutto ciò accompagnato dallo studio, dalla fatica, dalla dedizione senza mai però perdere la propria identità e la propria originalità musicale”. Claudia Bartolini


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BON-TON

Il Corriere della Città

Settembre 2013

“COME ACCOGLIERE I VOSTRI OSPITI A CASA USANDO MILLE PICCOLE ACCORTEZZE”

GALATEO

Galateo del Buon ricevere A

ccogliere - quando i vostri ospiti citofonano (vale per tutti: citofonate sempre anche se trovate il portone aperto e non presentatevi mai direttamente alla porta), dopo aver indicato il piano, riceveteli sulla porta di casa aperta e mai in pantofole. Passate all’aperitivo, iniziando già dall’arrivo dei primi invitati e offrendolo ai successivi. Sedetevi a tavola non oltre 20 minuti dall’arrivo dell’ultimo ospite. Se c’è un gruppo di giovani o di bambini fateli sedere nello stesso lato del tavolo o in altro tavolo appositamente predisposto. Per quanto concerne la disposizione a tavola, la padrona di casa siede a capotavola, alla sua destra il signore più importante o grande per età e alla sinistra il secondo per importanza. Medesima posizione per il padrone di casa all’altro capo della tavola: alla destra la signora più importante e alla sinistra la seconda per importanza o per età. Alternate, se possibile, un uomo e una donna, i coniugi mai vicini o di fronte. A tavola è piacevole sedere in 6-8 persone, al massimo 10, per avere un servizio che non necessita di aiuti e godere di una conversazione che coinvolga tutti i commensali.

Se volete colorare la vostra tavola con dei fiori disponeteli al centro; devono essere bassi e inodore per non alterare il profumo dei cibi e per non rischiare di infastidire i vostri ospiti. Solo di sera potete mettere anche le candele, che devono essere nuove e accese al momento in cui gli ospiti si accomodano. La fiamma non deve mai essere all’altezza degli occhi delle persone. Nelle cene formali le candele bianche o color crema sono senz’ombra di dubbio più eleganti. Non regalate mazzi enormi, in genere non è di buon gusto; è molto più raffinato optare per un piccolo bouquet di fiori preziosi accompagnato da un messaggio personalizzato (…e se siete colti da amnesie momentanee provate con la valida frase che risolve sempre, ovvero: “Un fiore accompagna sempre un momento speciale della nostra vita” ) Anche il singolo fiore, se confezionato con cura, può essere gradito e stupire chi lo riceve. Tuttavia, non tutti amano i fiori recisi e, se non conoscete bene il destinatario, scegliete sempre la classica pianta verde. Ricordate che le rose rosse simboleggiano amore, quelle gialle tradimento o gelosia. Quando regalate fiori, è consuetudine che siano in numero dispari o, in

caso di rose, a dozzine. Se siete voi a fare un regalo, ragionate con il vostro gusto cercando di intercettare i desideri del destinatario. Se il dono è per una signora che conoscete poco andate sul sicuro, come abbiamo detto, anche con un mazzo di fiori; se per un uomo, un libro o una bottiglia di vino pregiato vanno sempre bene. Se invece siete voi a riceverlo, apritelo di fronte a chi ha pensato a voi per ringraziarlo immediatamente. Anche se il regalo non incontra perfettamente il vostro gusto sforzatevi in ogni caso di apprezzarlo; non si tratta di ipocrisia ma fa parte del saper vivere! Se vi regalano un libro è gentile chiedere la dedica con data. Se le persone arrivano con un mazzo di di fiori, metteteli subito in un vaso con l’acqua, posizionato in un luogo in cui tutti gli ospiti possono ammirarlo. Se qualcuno vi porta dei dolci serviteli a fine pasto, come d’altronde deve essere condiviso il vino di cui vi hanno fatto omaggio. Aspettare sempre che la padrona di casa inizi a mangiare, salvo contrordine della stessa. Il padrone di casa dovrà interessarsi dell’acqua e del vino mentre la signora delle pietanze. Non è consentito agli ospiti affaccendarsi

nel dare una mano nel servizio o nel ripristino della tavola se non richiesto, ne tantomeno curiosare negli ambienti dove si sta preparando poiché potrebbe creare qualche imbarazzo oltreché perdita di tempo nella preparazione delle vivande. Così come non ci si mette subito a riassettare con gli invitati ancora a tavola. Non trattenetevi dopo la mezzanotte ma, se la visita si protrae, i padroni di casa non devono far trapelare segni di insofferenza. Al momento del commiato riconsegnate i soprabiti e accompagnate alla porta, che non deve essere chiusa finchè gli invitati sono entrati in ascensore o sono fuori dal vostro sguardo, se ci sono le scale. Solo da questo momento potete riordinare. Infine il giorno successivo è educato ringraziare sempre dell’invito e delle attenzioni ricevute; potete farlo con una telefonata, con una mail o con sms. E ricordatevi che invitare qualcuno a casa propria vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto…. Antonio GUIDO Esperto di Galateo ed Immagine Relazionale dirguido@libero.it




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